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Quali documenti archiviare e per quanto tempo

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23 aprile
2020

Alzi la mano chi non ha mai pensato di liberarsi in un colpo solo di tutte le scartoffie
accumulate in casa. La tentazione di mettere ordine tra le proprie carte è forte e
accomuna tutti noi. Prima di cedere, però, è meglio verificare che quei documenti non
ci servano davvero più, al fine di non rischiare di dover pagare due volte la stessa multa
o bolletta. Bollette, fatture, ricevute, scontrini e altro devono essere conservati per i giusti
tempi (validità dei documenti), per averli a disposizione in caso di controlli fiscali.

Ecco una tabella che riassume tutti i documenti da conservare e per quanto tempo. Puoi
anche scaricare il pdf dell’articolo dal numero di gennaio di InTasca.

Tipologia di
documenti

Tempo di
Tipologia di documenti archiviazione

Dichiarazione dei redditi 5 anni

Bollette 5 anni

Scontrini 26 mesi

Multe 5 anni

Spese condominiali 5 anni

Affitto 5 anni

Mutuo 5 anni

Bonus ristrutturazioni 5 anni


edilizie

Bollo auto 3 anni

Ricevute di pagamento 3 anni

Imposte sugli immobili 5 anni

Perchè conservare documenti e ricevute di pagamento?


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Conservare i documenti cartacei importanti, si sa, è buona regola in caso di futuri
controlli, per esempio riguardanti eventuali multe o tasse non pagate. Ma per evitare di
ritrovarsi la casa invasa da quantità di carta inutile, ecco un prontuario da tenere
sempre a portata di mano sui tempi esatti di conservazione dei singoli documenti.

Conservazione della dichiarazione dei redditi


Tenere le fatture e i documenti che permettono di detrarre le spese quando si fa la
dichiarazione dei redditi è fondamentale per pagare meno imposte. Il principio cardine
per l’inserimento di una spesa in dichiarazione è quello “di cassa”, cioè bisogna fare
riferimento al periodo in cui quella spesa è stata sostenuta: se a marzo 2019 abbiamo
pagato l’assicurazione annuale sulla vita (la cui copertura dura, quindi, fino a febbraio
2020), fa fede la data in cui abbiamo versato il premio. Quella spesa andrà quindi
interamente detratta nella dichiarazione del 2020 relativa ai redditi 2019. Il fisco ha
tempo fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello della presentazione della
dichiarazione per effettuare controlli. La dichiarazione dei redditi presentata nel 2020
deve essere conservata, con la relativa documentazione, per cinque anni, cioè fino al 31
dicembre 2025. Nel caso in cui si sarebbe dovuta presentare la dichiarazione e non lo si è
fatto, il fisco estende a sette anni la possibilità di fare controlli.

Conservazione delle bollette


Ci sono documenti da conservare per non pagare due volte per lo stesso servizio in caso
di contestazioni. Le bollette di acqua, luce, gas e telefono vanno tenute per 5 anni
dalla scadenza. Per luce e gas, la prescrizione dei controlli si riduce a 2 anni in caso di
rilevanti ritardi nella fatturazione per colpa del fornitore.

Conservazione degli scontrini


Per far valere tutti i diritti previsti dalla legge nel caso si acquisti un prodotto che
presenta difetti o non funziona a dovere, è opportuno conservare lo scontrino di
acquisto per il tempo di durata della garanzia del bene, quindi per almeno 26 mesi. Se
per il prodotto che si è comprato si è sottoscritta una garanzia di maggiore durata da
parte del produttore, bisogna conservare lo scontrino d’acquisto e il certificato di
garanzia per tutta la durata di questa garanzia aggiuntiva.

Conservazione delle multe


In generale, il termine di prescrizione per il pagamento delle multe per infrazioni al
Codice della strada è di 5 anni. Bisogna però fare una distinzione: i 5 anni valgono infatti
per le violazioni accertate da polizia stradale o carabinieri (per esempio, per eccesso di
velocità in autostrada), mentre per quelle rilevate dal Comune, solitamente attraverso i
vigili urbani, il termine di prescrizione è di 2 anni dalla cosiddetta “iscrizione a ruolo”
della multa, cioè dal momento in cui il Comune ordina all’agente per la riscossione di
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avviare la procedura per incassare la sanzione. Prima di tale data la prescrizione rimane
in standby (non ne decorrono i termini): il Comune, per esempio, può impiegare un anno
per iscrivere a ruolo la multa; poi, una volta consegnato il ruolo all’esattore, scattano i 2
anni di prescrizione.

Conservazione di spese condominiali, pagamenti d’affitto e


tasse sui rifiuti
Ci sono documenti da conservare per non pagare due volte per lo stesso servizio in caso
di contestazioni.

Spese condominiali. Le ricevute si prescrivono in 5 anni.


Affitto. Il proprietario di casa può chiedere i canoni di locazione entro 5 anni dalla
scadenza.
Tassa sui rifiuti. I vari passaggi da Tarsu a Tia1, Tia2, Tares, Tari non hanno
modificato i termini di decadenza per effettuare i controlli. Questi ultimi possono
arrivare fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui si deve
pagare o presentare la dichiarazione.

Conservazione dei documenti relativi al mutuo


Le ricevute di pagamento vanno tenute per 5 anni dalla scadenza della singola rata.
Trascorso questo periodo la banca non può più contestare un eventuale mancato
pagamento di una rata. E' bene, però, in via precauzionale, conservare tutte le ricevute di
pagamento relative ai mutui ipotecari fino al momento in cui l’ipoteca sul bene a garanzia
non sarà stata cancellata.

Conservazione dei documenti relativi ai bonus per


ristrutturazioni edilizie
Preziose occasioni di risparmio sono quelle legate alle detrazioni sulle ristrutturazioni
edilizie, gli interventi di risparmio energetico, gli acquisti di mobili e grandi
elettrodomestici. Come per tutte le altre spese inserite nella dichiarazione dei redditi,
anche il controllo della documentazione che attesta i lavori compiuti in casa segue lo
stesso termine di prescrizione, cioè 5 anni.

Per questo particolare caso, però, l’applicazione è differente, perché la rateazione delle
agevolazioni si spalma su dieci anni. Di conseguenza, si amplia anche il periodo durante il
quale il fisco può effettuare controlli: bisogna conservare i documenti fino a cinque
anni dopo che si è goduto dell’ultima rata delle agevolazioni. Facciamo un esempio:
chi ha effettuato lavori di ristrutturazione nel 2013, considerando la rateazione su 10
anni, approfitterà delle agevolazioni fino al 2023: dovrà quindi conservare la
documentazione fino al termine di prescrizione del controllo della dichiarazione in cui si
inserirà l’ultima rata, cioè fino alla fine del 2028.

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Conservazione del bollo dell’auto
Per quanto riguarda il bollo auto, le Regioni possono fare accertamenti fino a 3 anni da
quello in cui è stato fatto o doveva essere fatto il versamento. Quindi, per i versamenti
fatti nel 2019 i documenti vanno conservati fino al 2022.

Conservazione delle ricevute di pagamento


Per quanto riguarda la conservazione delle ricevute di pagamento, è utile sapere che le
cambiali si devono conservare per 3 anni a partire dalla scadenza.

Conservazione delle parcelle dei professionisti


Per quanto riguarda la conservazione delle parcelle dei professionisti, ovvero il conto
presentato da questi ultimi, è utile sapere che vanno tenute per 3 anni. Tale è infatti il
termine di prescrizione previsto dal codice civile. Per professionisti si intendono avvocati,
medici, dentisti, architetti, ecc.

Conservazione delle tasse sulla casa


I controlli da parte dei Comuni per le imposte locali sugli immobili, cioè Imu e Tasi,
possono arrivare fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui si
deve pagare o presentare la dichiarazione. Per un’imposta sulla casa pagata nel 2018, la
documentazione va tenuta fino al 31 dicembre 2023.

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