Sei sulla pagina 1di 17

lOMoARcPSD|36049104

Documento - Appunto del laboratorio di separazione e


divorzio, giurisprudenza
Lab. appl.: Separazione e divorzio (Università degli Studi di Trento)

Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo.


Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)
lOMoARcPSD|36049104

Laboratorio Applicativo: Separazione e Divorzio


Il Metodo utilizzato è quello di un Laboratorio e gli argomenti che verranno trattati riguardano: a)
Matrimonio (-> Aspetti Patrimoniali); b) Separazione; c) Divorzio; d) Elemento Giuridico (es Assegnazione
dei figlio o Separazione Patrimonio).
Per quanto riguarda la stessa separazione, fino ad anni fa l’unico modo per porla in essere era davanti al
Giudice, ad oggi invece esistono 3 distinte Modalità: 1) Davanti al Sindaco (che è meno costosa e più facile);
2) Negoziazione Assistita (che può essere fatta sempre, ma è più Complicata in quanto è necessario un
Accordo tra gli Avvocati delle Parti); 3) Separazione Presso il Tribunale davanti al Giudice.
Questo Incredibile cambiamento ed Evoluzione è un indizio di come in questa materia il Mutamento
Giurisprudenziale e delle Norme sia affiancato e DETERMINATO da un principale Mutamento Sociologico.
MATRIMONIO: al momento del Matrimonio vengono posti in essere determinati Diritti e Doveri, che
sostanzialmente vengono espressi dal Sindaco, nel rito Civile, con la lettura degli Articoli 143, 144 e 147 e
viene firmato un Atto Matrimoniale in cui viene registrato il Regime Patrimoniale (se Legale o di Separazione
dei Beni).
Art 143-> Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
Dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale, alla collaborazione
nell'interesse della famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro
professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.
All’Interno di questo Articolo vengono posti in essere i Diritti e Doveri dei Coniugi, Diritti e Doveri che ne
Rappresentano una Posizione Paritaria tra i due:
- Fedeltà-> riguarda il Tradimento, ma si discute se esso sia solo Fisico o anche Mentale e Spirituale;
la Giurisprudenza ha allargato questo concetto intendendo oltre che un Gesto Materiale, anche un Gesto
Spirituale. Inoltre dove vi sia il CONSENSO del Coniuge non si fa venir meno l’Obbligo di Infedeltà perché la
stessa Infedeltà implica un Atto Nascosto.
- Assistenza Morale e Materiale-> che implica un Sostentamento sia Materiale in virtù del Reddito percepito,
ma anche Morale ad esempio dove vi sia una Malattia; diviene quindi importante l’Aspetto Umano e
Relazionale del Coniuge.
- Collaborazione Interesse Familiare-> che molto semplicemente riguarda l’aver a cuore l’Interesse della
Famiglia.
- Coabitazione-> fa sorgere, soprattutto ultimamente, un problema in virtù della sempre più comune
presenza di una “Doppia Casa”, in cui comunque la stessa Giurisprudenza ha fatto intendere come sia
possibile per un Soggetto Possedere una Doppia Residenza.

Ciascun Coniuge deve poi contribuire al lavoro Professionale e Casalingo, ma anche Contribuire ai Bisogni
della propria Famiglia. Proprio per questo la Violazione di uno di questi Doveri comporta tipicamente
l’ADDEBITO del Matrimonio, che comporta la Perdita dei Diritti Successori e la Perdita della Possibilità di
Ricevere un Assegno di Mantenimento. Ad oggi però è molto più complesso far si che vi sia un Addebito a
proprio carico perché è necessario Dimostrare che il Dovere che sia venuto meno sia l’Unico Motivo per cui
si è Estinto il Matrimonio (e quindi deve esserci un Nesso di Causalità).
Art 144-> I coniugi concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia
secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa. A ciascuno dei coniugi spetta il
potere di attuare l'indirizzo concordato.
Art 147-> Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere
moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, secondo quanto
previsto dall'articolo 315-bis. Obbligo che rimane fin tanto che il figlio non abbia raggiunto una certa
Indipendenza Economica.
REGIME PATRIMONIALE: quello attribuito alla Famiglia è la Comunione Legale dei Beni (Art 177); essa
disciplina i Beni che entrano in Comunione, distinguendo inoltre tra Beni che rientrano subito in Comunione
e Beni che invece vi ci Entrano solo se rimangono presenti al momento dello Scioglimento del Matrimonio (-
> Comunione de Residuo).
Art 177-> 1. Costituiscono oggetto della comunione:
a) gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio,

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

ad esclusione di quelli relativi ai beni personali;


b) i frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo
scioglimento della comunione;
c) i proventi dell'attività separata di ciascuno dei coniugi se, allo scioglimento della
comunione, non siano stati consumati (quindi ad esempio lo Stipendio);
d) le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio (tuttavia se
l’Azienda era già stata Costituita da un Coniuge, in Comunione non sarà l’Intera Azienda, ma solo gli Utili e
gli Incrementi). (Domanda d’Esame)
e) 2. Qualora si tratti di aziende appartenenti ad uno dei coniugi anteriormente al matrimonio ma gestite da
entrambi, la comunione concerne solo gli utili e gli incrementi.
I Punti a) e d) sono un esempio di Comunione dall’Origine di questa, viceversa i Punti b) e c), sono un
esempio di Comunione de Residuo.

Art 179-> 1. Non costituiscono oggetto della comunione e sono beni personali del Coniuge:
a) i beni di cui, prima del matrimonio, il coniuge era proprietario o rispetto ai quali era
titolare di un diritto reale di godimento;
b) i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di donazione o
successione, quando nell'atto di liberalità o nel testamento non è specificato che
essi sono attribuiti alla comunione;
c) i beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge ed i loro accessori (es i
vestiti);
d) i beni che servono all'esercizio della professione del coniuge, tranne quelli destinati
alla conduzione di un'azienda facente parte della comunione;
e) i beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno nonché la pensione attinente alla
perdita parziale o totale della capacità lavorativa;
f) i beni acquisiti con il prezzo del trasferimento dei beni personali sopraelencati o col
loro scambio, purché ciò sia espressamente dichiarato all'atto d’acquisto.
2. L'acquisto di beni immobili, o di beni mobili elencati nell'articolo 2683, effettuato dopo il matrimonio, è
escluso dalla comunione, ai sensi delle lettere c), d) ed f) del precedente comma, quando tale esclusione
risulti dall'atto di acquisto se di esso sia stato parte anche l'altro coniuge.
Ci si chiede dunque perché sia necessario fissare ciò che sia Oggetto di Comunione e ciò che NON lo sia, e
quale appunto sia la sua Funzione; i Primi Interessati a ciò sono i Creditori dei Coniugi, i quali hanno
Interesse a Soddisfarsi sui Beni in Comunione e avranno un Beneficio di Escussione in caso i Beni in
Comunione non siano sufficienti per Soddisfarsi; Viceversa laddove vi siano debiti Personali del Soggetto ci
si potrà Soddisfare con i Beni in Comunione laddove quelli Personali non siano Sufficienti. Si potrà
procedere sui Beni in Comunione ma solo per un valore di al massimo la META’. I Coniugi non sono
Solidamente Responsabili e nel Momento del Divorzio ci sarà una Divisione dei Beni e quindi questi discorsi
valgono solo laddove le Obbligazioni siano assunte nell’INTERESSE FAMILIARE. Viceversa ciò NON si raffigura
laddove vi sia una Obbligazione per un Interesse PROPRIO, in cui si capovolge ciò e i primi beni Aggrediti
sono quelli Personali del Soggetto, e solo successivamente i Beni della Comunione, entro la Metà.
Il Regime che Convenzionalmente veniva utilizzato fino al 1975 è quello della Separazione dei Beni; l’Assetto
Patrimoniale viene deciso o al momento del Matrimonio o successivamente e deve essere Annotato nel
Pubblico Registro per farne Pubblicità al Creditore. Nel Regime di Separazione qualunque Bene è di colui
che lo
ha Acquistato e se vengono Acquistati insieme, diventeranno COMPROPRIETARI e seguiranno l’Istituto della
Comunione Ordinaria. In tale Situazione può sorgere, laddove il Bene non sia Divisibile (es Animale) una
possibile duplice azione da compiersi per uno dei due soggetti: o Acquistare l’altra metà del Bene oppure
vendere il bene e dividersi il Profitto.
Il Regime Patrimoniale Legale era quindi della Separazione dei beni fino al momento della grande Riforma
che mutò l’Istituto del Matrimonio e dei Diritti di Famiglia; la Ratio di tale cambiamento è perché nella
famiglia Italiana del 1975 vi era una Donna che portava una

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

“Dote” al marito per cui con tale cambiamento si parifica la Donna all’Uomo facendo si che anche essa
avesse un suo patrimonio e dei Beni al pari del marito, cosa che non avrebbe avuto nel caso di Separazione
dei Beni.
In Caso di Comunione invece vengono poste in essere le Regole che riguardano la Divisione, in cui è
necessario in primis far Confluire i Beni della Comunione De Residuo e quindi Ricostituire la Comunione del
Tutto.
Art 191-> Ipotesi di Scioglimento della Comunione: 1. La comunione si scioglie per la dichiarazione di
assenza (in cui il Soggetto si è Ingiustificatamente allontanato, ma si Sa dove si trova, quindi ipotesi diversa
dalla Scomparsa) o di morte presunta di uno dei coniugi (in caso di Scomparsa per 10 Anni), per
l’annullamento (in tale Ipotesi si Scioglie il Matrimonio e avviene quando il Soggetto è Interdetto, quando il
Soggetto è un Minore, quando il Soggetto è Parente Stretto o quando il Soggetto è stato Condannato per
Omicidio o Tentato Omicidio del Coniuge Precedente), per lo scioglimento o per la cessazione degli effetti
civili del matrimonio (tramite quindi l’Ipotesi di Divorzio, ma anche già con la Separazione, l’Effetto tuttavia
comincia nel momento in cui il Giudice stabilisce che Soggetti possono vivere Separati), per la separazione
personale, per la separazione giudiziale dei beni, per mutamento convenzionale del regime patrimoniale,
per il fallimento di uno dei coniugi (nel caso, posto in essere nel Diritto Societario, di Pre-Fallimento).
2. Nel caso di separazione personale, la comunione tra i coniugi si scioglie nel momento in cui il presidente
del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, ovvero alla data di sottoscrizione del processo verbale di
separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato. L'ordinanza con la quale i
coniugi sono autorizzati a vivere separati
è comunicata all'ufficiale dello stato civile ai fini dell'annotazione dello scioglimento della comunione.
3. Nel caso di azienda di cui alla lettera d) dell'articolo 177, lo scioglimento della comunione può essere
deciso, per accordo dei coniugi, osservata la forma prevista dall'articolo 162.
Art 192-> 1. Ciascuno dei coniugi è tenuto a rimborsare alla comunione le somme prelevate dal patrimonio
comune per fini diversi dall'adempimento delle obbligazioni previste dall'articolo 186 (si Intendono tutte
quelle Obbligazioni poste in essere per Interesse
Personale e Non per Interesse Familiare in cui si sono utilizzati Beni oggetto di Comunione).
2. E' tenuto altresì a rimborsare il valore dei beni di cui all'articolo 189, a meno che, trattandosi di atto di
straordinaria amministrazione da lui compiuto, dimostri che l'atto stesso sia stato vantaggioso per la
comunione o abbia soddisfatto una necessità della famiglia.
3. Ciascuno dei coniugi può richiedere la restituzione delle somme prelevate dal
patrimonio personale ed impiegate in spese ed investimenti del patrimonio comune. 4. I rimborsi e le
restituzioni si effettuano al momento dello scioglimento della comunione; tuttavia il giudice può autorizzarli
in un
momento anteriore se l'interesse della famiglia lo esige o lo consente.
5. Il coniuge che risulta creditore può chiedere di prelevare beni comuni sino a concorrenza del proprio
credito. In caso di dissenso si applica il quarto comma. I prelievi si effettuano sul denaro, quindi sui mobili e
infine sugli immobili.
Queste sono le prime Operazioni che vengono poste in essere dall’Avvocato, e vengono eseguite solo al
momento dello Scioglimento della Comunione. Una volta ricostituito il patrimonio della Comunione si avrà
una Divisione in cui vi è un Meccanismo particolare se vi siano figli, su cui l’Interesse Principale del Giudice.
Da

cui può anche Ricadere un Usufrutto affinché vi sia Tutela dell’Ambiente Familiare, in cui il soggetto potrà
Godere e deve essere Rispettata la Destinazione economica
Artt. 195 e 196-> Nella divisione i coniugi o i loro eredi hanno diritto di prelevare i beni mobili che
appartenevano ai coniugi stessi prima della comunione o che sono ad essi pervenuti durante la medesima
per successione o donazione. In mancanza di prova contraria si presume che i beni mobili facciano parte
della comunione.
(196) Se non si trovano i beni mobili che il coniuge o i suoi eredi hanno diritto di prelevare a norma
dell'articolo precedente essi possono ripeterne il valore provandone l'ammontare anche per notorietà,
salvo che la mancanza di quei beni sia dovuta a consumazione per uso o perimento o per altra causa non
imputabile all'altro coniuge.

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Questi due Articoli generano un grosso numero di Contenziosi.


Una volta concluso l’Aspetto Patrimoniale, ci occuperemo delle Procedure di Separazione e Divorzio.
Vi sono 3 POSSIBILITÀ per le Ipotesi di Separazione: Dl 132/2014 (fa parete del Decreto defunto di
“Degiurisdizionalizzazione”, per Alleggerire il Carico di Contenzioso all’interno del Processo), convertito con
L.162/2014, che ad Art. 12 esprime l’Ipotesi di Scioglimento davanti ad Ufficiale di Stato Civile, ed in
particolare davanti al Sindaco o ad un suo Delegato che abbia dei poteri di Stato Civile; questo Rito si
Introduce tramite domanda che può essere richiesta presso l’Ufficiale di Stato da entrambi i Coniugi o da
uno solo; a seguito di ciò l’Ufficio fissa un Primo Appuntamento davanti all’Ufficiale di Stato Civile. Tale
Procedura naufraga se a presentarsi è un solo Coniuge, e addirittura essendo un Atto Personalissimo deve
esserci Inevitabilmente il Soggetto.
Nel corso dell’Incontro viene letto ai due Coniugi il Decreto di Separazione e Divorzio dando ai Coniugi un
tempo Minimo di 30 Giorni per Procedere effettivamente, in cui i Coniugi dovranno essere convinti di
Procedere.
La Procedura dinanzi ad un Ufficiale di Stato Civile può avvenire solo laddove all’interno della Coppia non
siano presenti Figli Minori, Portatori di Handicap o Incapaci, o Figli Autonomamente Non Sufficienti. Inoltre
in tale Procedura è importante Sottolineare come NON possano Avvenire Trasferimenti Patrimoniali; da ciò
ci si domanda se sia quindi Ammissibile un Assegno di Divorzio o un Assegno di Mantenimento la cui Prima
risposta fu Negativa, ma tuttavia tramite una Circolare del Ministero si è giunti alla conclusione che queste
ipotesi possono essere ritenute AMMISSIBILI, non configurandosi quindi come un Trasferimento
Patrimoniale. L’Ufficiale di Stato Civile a cui si può Adire è o colui nel luogo che ha celebrato il Matrimonio o
colui nel luogo in cui i soggetti abbiano residenza, e le Parti possono scegliere indistintamente se farsi
seguire da un proprio legale OPPURE NO. Inoltre non potendo essere posti in essere Atti di Trasferimento
Patrimoniale vi sarà una Procedura Parallela con il giudice per la Divisione dei Beni in Comunione, non
potendo essere Effettuata dall’Ufficiale di Stato Civile. Si può anche Effettuare tale Procedura laddove il fine
sia quello di un Divorzio e non di una sola Separazione, in cui è possibile, non rientrando negli Effetti ad un
Trasferimento di Patrimoniale, modificare il “Quantum” delle Condizioni dell’Assegno Divorzile o di
Mantenimento.
Art 6 Dl 132/2014-> questo articolo prevede una Seconda Ipotesi di Separazione o Divorzio e rientra in quei
Sistemi che sono stati definiti di ADR (-> ovvero Sistemi Alternativi per Dirimere le Liti); il caso è quello della
Negoziazione Assistita, ma in cui vi è Assistenza Obbligatoria di Avvocati ed è necessaria la Presenza di un
vero e proprio

Accordo tra i due Soggetti. Vi è tuttavia un ambito di Riservatezza in cui quindi NON si Comunicano
Pubblicamente i Termini della Separazione o del Divorzio e Non si presenta l’Intera Documentazione presso
il Tribunale. Quella prevista all’Art 6 è una Procedura prevista sia per Divorzio che per Separazione ma anche
nei casi di Modificazione delle Condizioni di Separazione o Divorzio.
La Procedura in questione si articola in 3 fasi fondamentali: 1) Invito a Negoziare; 2) Accordo e Contratto tra
le Parti; 3) Trasmissione di questo Accordo.
Per quanto riguarda la prima parte, si richiede in primis la presenza di un Avvocato per entrambi i coniugi, e
tutti gli Atti di procedura vengono posti in essere in Forma SCRITTA; le parti tramite una Raccomandata
invitano la controparte a Negoziare; al suo interno vi sarà obbligatoriamente: a) l’Oggetto della
Raccomandata; b) l’Indicazione del Termine entro cui deve essere comunicata la Risposta (che sarà entro un
termine di 30 giorni), in cui una mancata risposta Equivale ad un Rifiuto; c) Mandato e Firma dell’Avvocato;
d) Sottoscrizione dell’Avvocato.
Se la controparte Accetta a Negoziare si apre la Convenzione di Negoziazione che disciplina le Modalità
dell’Accordo; le Parti si danno reciproco Obbligo di Operare con Buona Fede e Lealtà, in cui si devono
portare e produrre tutto ciò che è necessario per Definire il quadro economico della Controversia; Art 1218-
> prevede un Danno perché non si sia Portato a Termine tale Obbligo; inoltre tale Strumento viene posto in
essere per Impegnarsi per una Negoziazione che vada a buon fine e non Ritardare la Procedura, per cui
quindi si Produrranno degli Effetti per le Parti.
Il Termine non potrà essere inferiore ai 30 giorni, ma NON potrà essere neanche Superiore ai 3 mesi, a cui si
aggiunge un ulteriore mese laddove vi sia un Accordo per prolungare il termine (quindi fino a questo
momento la Procedura può Svilupparsi fino ad un massimo di 5 mesi, se si va ad Estremizzare ogni termine).

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Risulta essere Necessario inoltre che vi siano determinate Indicazioni per quanto riguarda la Controversia e
che sia un presa ad Impegno delle Parti per quanto riguarda la Riservatezza, e quindi di non Dichiararlo
all’Esterno che in caso Contrario possono far Sorgere degli Effetti Giuridici; infine è necessario che vi sia una
Indicazione degli avvocati con la loro Sottoscrizione e Firma.
Vi sono poi dei Contenuti Facoltativi, che possono esserci o no all’interno dell’Accordo: a) Indicazioni sul
modo in cui andare a Negoziare; b) Ricorso o meno a Mediazione Assistita in cui vi sono dei soggetti con il
Ruolo di Psicologhi che cercano di far Riavvicinare le parti; le Parti infatti possono Giungere come no ad un
Accordo Finale, e le Condizioni o Elementi riguarderanno ad esempio la Collocazione dei figli e lo Stabilire in
quale misura Assegnare la propria casa riguardo ad esempio a Trasferimenti Patrimoniali. È necessario però,
che prima di Arrivare all’Accordo gli Avvocati debbano Valutare la Conciliazione del Nucleo Familiare, che
appunto Spetterà agli Avvocati per darne conto se tale Conciliazione sia effettivamente Avvenuta o no; tale
Funzione risulta di tipo quasi Pubblicistico.

Lezione 3
Procedimento di Mediazione-> all’interno della Procedura per Negoziazione Assistita vi è talvolta, se
richiesto anche dal giudice, la Figura del Mediatore.
Il Mediatore è un Soggetto, iscritto ad un Albo Specializzato di Mediatori, che si impegna a sanare le liti tra i
due coniugi, con obiettivo primario la Tutela della Prole e quindi la Riconciliazione dei due Soggetti. Egli può
essere sia uno Psicologo con competenze Giuridiche, o viceversa un Avvocato con Competenze in Psicologia.
Vi può essere talvolta anche una Mediazione Obbligatoria tramite una Domanda Giudiziale.
La Durata del Procedimento di Mediazione può essere al massimo di 3 mesi; se un soggetto non partecipa
senza Giustificato Motivo egli potrà ricevere degli Importi Pecuniari a suo carico. La fase di Mediazione
Assistita può portare ad un Successo o ad un Insuccesso, nel primo caso vi sarà quindi un “Accordo
Amichevole”.
https://www.diritto.it/la-negoziazione-assistita-avvocati-materia-famiglia/
Il Primo Atto della Negoziazione Assistita è quindi la Convenzione di Negoziazione in cui vi può essere una
Mediazione. Da ciò si inizia una vera e propria Negoziazione, in cui comunque c’è l’Obbligo per gli Avvocati
di un Tentativo di Riconciliazione.
Una volta raggiunto l’Accordo nella Convenzione vi sarà un Accordo vero e proprio; in tale Accordo di
Negoziazione vi è un preciso Contenuto da rispettare:
- in primis gli Avvocati danno riguardo al Tentativo di Conciliazione;
- vi sono poi gli Accordi che le Parti stipulano riguardo l’Assegnamento della Casa
Familiare, sul Trattamento riservato ai figli, sulle varie Spese, sull’Assegnamento per il
mantenimento dei Figli, su Aspetti Patrimoniali riguardanti il patrimonio, e su un
- eventuale Assegno Divorzile o di Mantenimento;
gli Avvocati dichiareranno poi che l’Accordo NON va a Violare Diritti Indisponibili
(vanno quindi intesi i vari Diritto alla Privacy o all’Integrità Fisica ecc, che si differenziano dai Diritti Reali
come quello di Proprietà in quanti sono diritti di cui NON si può disporre ed Inalienabili perché
Appartengono alla persona stessa ed in cui all’interno di questi vi è un Diritto di REVOCA in qualsiasi
momento) e che non sia Contrario a Norme di Ordine Pubblico.
Una volta sottoscritto l’Accordo esso avrà due vie a seconda che vi sia o meno la presenza di figli; se NON vi
sono l’Accordo dovrà essere trasferito al PM (ovvero il Procuratore della Repubblica) presso il Tribunale
Competente che controllerà la Presenza di tutti i Requisiti Formali per la Validità dell’Accordo ed Autorizzerà
un Nulla-Osta del Giudice.
Se vi sono invece Figli Minori, Disabili o Maggiorenni ma non Autosufficienti Economicamente, entro 10
giorni verrà trasferito e sarà necessario che vi sia una Autorizzazione del PM del Tribunale Competente non
solo per quanto riguarda i Requisiti Formali, in cui viene posto in essere un Provvedimento differente perché
vi sarà un controllo sull’Accordo per quanto riguarda la presenza di una Tutela Effettiva dei Figli.

Se tale Valutazione darà esito Negativo il PM Trasferirà entro 5 giorni il Fascicolo al Presidente del Tribunale
che entro 30 giorni convocherà le Parti in
Udienza per porre in essere un Nuovo Accordo che vada a tutelare in maniera Effettiva i figli; se verrà in luce
tale Accordo si passerà davanti all'Ufficiale di Stato Civile che lo andrà ad Autorizzare, in caso di Mancato

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

accordo si darà vita ad un percorso Giudiziale e non più Consensuale. Se invece la Valutazione darà Esito
Positivo il Giudice porrà in essere un Nulla Osta, dopo ciò gli Avvocati manderanno entro 10 gg al Comune
dove si sono sposati la Copia dell’Accordo con la Sottoscrizione che la copia sia Conforme all’Originale (se
quest’ultimo passaggio non avviene, vi potrà essere una sanzione pecuniaria fino a 10K). Sarà quindi
necessario Annotarlo presso il Registro Civile affinché la Separazione o il Divorzio abbia Efficacia tra le parti.
Fino al 2014 esistevano tuttavia solo 2 Modalità per Separazione e Divorzio: quella Consensuale e quella
Giudiziale:
CONSENSUALE-> tale Procedura inizia con un Ricorso rivolto al Tribunale, posto da uno o entrambi i Coniugi
in cui si indicano le Generalità dei Coniugi e le Condizioni che vengono Proposte per la Separazione e/o il
Divorzio, ciò verrà poi Sottoscritto da un Legale. Una volta promosso il Ricorso si fisserà una Udienza
Presidenziale davanti al Presidente del Tribunale; le Parti dovranno quindi comparire Personalmente davanti
al Giudice, che, anche in questo caso, avrà un Obbligo di Conciliazione. Se questa non avrà Effetto il Giudice
valuterà le Condizioni Proposte a cui potrà richiedere una Modifica. Una volta Accettate le Condizioni il
Giudice trasmetterà la Sentenza al Collegio del Tribunale che lo OMOLOGHERÀ.
GIUDIZIALE-> quando le parti non Raggiungono un Accordo, che sia sulle Condizioni o anche sul fatto di
Separarsi o meno, una parte Promuove il Ricorso al Tribunale per Richiedere che il Giudice chiami davanti a
sé le Parti; il Ricorso viene portato al Tribunale e poi al suo Presidente, in cui vi è comunque la Possibilità per
le Parte che NON ha proposto il ricorso di Presentare delle Memorie. Le parti quindi in seguito si
presenteranno davanti al Giudice e Tenteranno la Conciliazione; se ciò Non avrà successo si richiede al
Giudice prima di Ricercare un Accordo e se l’Esito sarà Negativo sarà lo stesso Giudice a fissare le Condizioni
(PROVVISORIE), in cui quindi verrà stabilito l’Ammontare dell’Assegno al Mantenimento dei Figli o la
Possibilità di non Vivere più Insieme.
Da qui comincerà un vero e proprio Processo Civile in cui si Sentiranno le Parti e/o i Testimoni e saranno
affidati al Giudice i suoi Poteri di Investigazione. A ciò seguirà una Sentenza in cui il Giudice potrà
Confermare o Modificare le Condizioni precedenti tramite Sentenza basata sulla Raccolta dei dati all’interno
della Fase Probatoria. Nel Frattempo le Parti potranno ancora trovare un Accordo sulle Condizioni passando
così da una Procedura Giudiziale ad una Concorsuale.
È importante Sottolineare come prima delle Riforme del 2014 dovessero trascorre almeno 3 Anni di
Separazione prima di Procedere con il Divorzio, mentre dal 2014 possono

passare 6 mesi nel caso di Separazione Concorsuale e 1 anno nel caso di Separazione Giudiziale; una volta
Avvenuto il Divorzio ci si può riSposare anche subito dopo.
Generalmente negli altri Ordinamenti non vi è l’Istituto della Separazione, mentre è presente il solo Divorzio
con cui quindi si Cessano subito gli Effetti Civili del Matrimonio.
Si sottolinea poi che con la Separazione cessano determinati Obblighi in capo al Matrimonio, in particolare
quello della Fedeltà e quello della Coabitazione, Rimane saldo quello della Collaborazione nell’Interesse
della Famiglia, mentre Muta in parte la sua portata quello dell’Assistenza Morale e Materiale (ad esempio
tramite l’Assegno di Mantenimento).
Lezione 4
PUNTI e SCOPI CHE COPPIA DEVE REDIMERE IN CASO DI SEPARAZIONE E/ O DIVORZIO:
Assegnazione della Casa Familiare-> per quanto riguarda questo punto è importante distinguere se vi sia la
presenza di Figli Minori, Disabili o che non si possono Mantenere Economicamente (ma non ad esempio se
vivono in un’altra casa: es. un fuorisede). In questo ambito lo scopo Principale sarà la Tutela dei Figli e della
loro Conservazione all’Ambiente Familiare. Se non vi sono Figli si distinguerà se la casa appartiene ad un
solo Coniuge e quindi verrà allontanato l’altro, mentre se è in Comunione e quindi i Coniugi si ritengono
Comproprietari e vi potrà essere o la Vendita dell’Immobile soddisfacendosi sul Ricavato, o il Pagamento di
un Canone da parte di uno dei due coniugi per vivere da solo nella casa o è anche possibile, laddove le
dimensioni della casa lo permettano, di vivere comunque entrambi all’interno della casa.
Viceversa laddove sia presente un Figlio si andrà a tutelare egli e la Conservazione all’Ambiente Familiare
con la conseguenza che l’Immobile si Affiderà al genitore che ne è prevalentemente Collocatario, che
generalmente sarà la madre anche se non Proprietaria dell’Immobile, situazione che Terminerà qualora il
figlio raggiunga la Maggiore Età e che comunque verrà tenuta presenta nell’Ammontare dell’Assegno di
Mantenimento.

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Tutto ciò avviene se il Percorso intrapreso è di tipo Giudiziale, viceversa se vi sia un Accordo Consensuale
saranno le Parti a Stabilire tutte queste “Dinamiche”.
La Norma Fondamentale inerente all’Assegnazione e al Godimento della Casa Familiare è l’Art 337 Sexties
comma:
1. Il godimento della casa familiare è attribuito tenendo prioritariamente conto dell'interesse dei figli.
Dell'assegnazione il giudice tiene conto nella regolazione dei rapporti economici tra i genitori, considerato
l'eventuale titolo di proprietà. Il diritto al godimento della casa familiare viene meno nel caso che
l'assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio o
contragga nuovo matrimonio. Il provvedimento di assegnazione e quello di revoca sono trascrivibili e
opponibili a terzi ai sensi dell'articolo 2643.

2. In presenza di figli minori, ciascuno dei genitori è obbligato a comunicare all'altro, entro il termine
perentorio di trenta giorni, l'avvenuto cambiamento di residenza o di domicilio. La mancata comunicazione
obbliga al risarcimento del danno eventualmente verificatosi a carico del coniuge o dei figli per la difficoltà
di reperire il soggetto.
La Ratio di tale Norma è la Tutela della Casa Familiare per il Figlio ed è un Diritto per il Soggetto di tipo
Personale e di Godimento (quindi un Diritto Peculiare). Tale Diritto sussiste fino a quando il figlio vive con il
Genitore Collocatario o quando questi non cambi casa. Inoltre terminerà in caso di More Uxorio con altro
Soggetto oppure in caso di Nuovo Matrimonio del Genitore Collocatario. L’Assegno di Mantenimento e
Divorzile terrà in conto nel suo Ammontare se il Soggetto non è Proprietario della Casa, ma ci abita come
Genitore Collocatario Prevalente. È poi necessario sottolineare come talvolta l’Assegnazione avvenga con
Accordo o Contratto quindi Consensuale tra i due Coniugi in cui il Diritto di Godimento non sarà posto in
essere tramite Sentenza ma bensì da Contratto, uscendo dall’ambito dell’Art 337 Sexties.
Tuttavia vi può essere una diverse fattispecie in cui la casa è di un terzo, ad esempio in Comodato da parte
di un genitore; il Comodato è un Contratto Reale (che si perfeziona con la consegna della cosa) con cui un
soggetto concede ad un altro soggetto l’Utilizzo di un suo bene senza cambiarne la Destinazione Economica
e che si presume a Titolo Gratuito (da ciò si differenzia rispetto alla Locazione).
La Giurisprudenza si è chiesta se il genitore abbia diritto a Richiedere il Bene che ha dato in Comodato, da
ciò si distinguono due Ipotesi: 1) in cui se vi è un Termine del Comodato, laddove esso Scadesse ci si può
Riappropriare del bene; 2) in cui NON vi sia l’Indicazione di un Termine che si definirà quindi un Comodato
PRECARIO, e si prevede che il Proprietario possa richiedere in qualsiasi momento la Restituzione del Bene.
Tuttavia la Sent 20448/2014 delle Sezioni Unite ha stabilito che nell’ambito Familiare, in cui fu necessario
Stabilire se il Contratto di Comodato sia stato o meno Precario si ritiene che il Comodato Precario rimanga
un Comodato che si può richiedere indietro in qualsiasi momento tuttavia laddove riguardasse
l’Assegnazione di Casa Familiare, tale Assegnazione, pur non facendo venir meno il Comodato, faceva si che
creasse un Termine in quanto non fosse necessario solo specificarlo come data, ma il Termine potesse
essere posto in essere Per Relationem (ovvero da un Fatto della Vita, come ad esempio la Maggiore Età del
Minore). Per tale Motivo la fattispecie trasforma un Comodato Precario in uno a Termine Per Relationem,
fissando come termine il Momento in cui venga meno la Necessità di Tutelare l’Ambiente e l’Interesse
Familiare del Figlio.
Addebito di Separazione-> è un Istituto Tipico della Separazione, nasce
dall’Articolo 151 comma 2 del Codice Civile e Stabilisce che il Giudice al momento della Separazione va ad
Addebitare ad uno dei due Coniugi l’Addebito in quanto abbia posto in essere un Comportamento Contrario
ai Doveri Stabiliti per i Coniugi, ciò può Avvenire se vi è una Violazione degli Obblighi previsti dall’Art 143,
ovvero quello della Fedeltà, Coabitazione, Assistenza Morale e Materiale e alla Collaborazione all’Interesse
della Famiglia. Tuttavia questi non sono gli Unici Obblighi che possono portare all’Addebito di Separazione
tanto che da Considerarsi vi sono anche i Diritti Protetti Costituzionalmente e soprattutto in caso di
Violazione della Dignità del Coniuge o anche in caso di Violazione della propria Libertà Religiosa. Perché vi
sia

l’Addebito è necessario che vi sia un Nesso di Causalità (Eziologico) tra la Violazione del Dovere e la Crisi
Matrimoniale.

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Gli Effetti dell’Addebito della Separazione sono molto pesanti infatti per il Coniuge che ha l’Addebito vi è la
Perdita dell’Assegno di Mantenimento e dei Diritti Successori, ma tuttavia non si perde il Diritto agli Alimenti
(Art 433), ovvero laddove vi sia una Indigenza Totale del Soggetto che non è quindi in Grado di Vivere senza,
la cui Ratio non è quella di Consentire un determinato Tenore di Vita ma bensì, la necessità per il Soggetto di
almeno Sopravvivere e sono tenuti nell’ordine: Coniuge, Figli e Discendenti, Genitori e Ascendenti, Generi,
Suoceri e infine Fratelli. Dall’Addebito vi è una ulteriore Conseguenza, perché il Soggetto a cui è stato
Addebitato avrà l’Imputazione delle Intere Spese Processuali.
Vi può essere anche un Doppio Addebito, per entrambi i Coniugi, ad esempio in caso di Tradimento
Reciproco in cui il Giudice stabilisce che il Matrimonio è venuto meno per Colpa di entrambi i Coniugi.
L’Addebito è un particolare Istituto che si può avere Solo in caso di Separazione GIUDIZIALE, solo il Giudice
infatti può stabilire ciò essendo esso un Diritto Indisponibile; inoltre il Giudice NON può Disporre d’Ufficio
l’Addebito, esso deve essere Unicamente richiesto dalle Parti, ma può essere Assegnato anche dopo la
Sentenza da parte del Giudice.
La Giurisprudenza ha affrontato diverse Fattispecie in cui si richiedeva l’Addebito della Separazione e vi
possono essere varie Cause:
Violazione Dovere di Fedeltà, quando essa sia Causa della fine dell’Unione, e ci si domanda se l’Infedeltà
Apparente possa essere Causa di Addebito, in primis che via sia anche il Dovere di Non Tradire la Fiducia
Reciproca, non intendendosi Fedeltà solo in senso Materiale; in secondo luogo perché ci si chiede che non
sia Necessaria la Consumazione Effettiva, ma che basti la sola Effusione o una Consumazione non Effettiva
perché vi sia una Violazione del Dovere di Fedeltà:
Sent. Cassazione n.25337/2015-> la moglie finge il Tradimento nei confronti del Marito e la Cassazione
stabilisce che vi è una Violazione del Dovere di Fedeltà sia per quanto riguarda la Fiducia riposta
nell’Obbligo di Fedeltà sia una Violazione del Diritto Costituzionale alla Dignità Umana.
Sent. Cassazione n.9384/2018-> Marito è Attivo su un sito Web di Appuntamenti in cerca di relazioni Extra-
Coniugali, e anche in questo caso il Giudice stabilisce che vi sia sta una Violazione all’Obbligo di Fedeltà, se
questo presupposto ha portato alla fine o alla Crisi del Matrimonio.
Tribunale Palmi 2021-> Marito si è dichiarato single su Facebook, pur essendo sposato; in questo caso tale
fatto Singolarmente non può portare all’Addebito di Separazione, ma Risulterà rilevante se abbia Contribuito
ad un Atteggiamento Lesivo della Dignità del Coniuge.
La Presenza di Messaggi Amorosi può Integrare una Violazione all’Obbligo di Fedeltà infatti essa può essere
la base per porre in essere l’Addebito, purché come sempre si dimostri un Nesso Eziologico con la Crisi
Matrimoniale.

Violazione Dovere Coabitazione, si presenta in un’unica Ipotesi ovvero laddove il Coniuge SENZA Giusta
Causa Abbandoni la Casa e si Rifiuti di Tornare, tuttavia se avviene ad esempio a seguito di una Violenza
Verbale già questa si ritiene una Giusta Causa:
Sent. Cassazione 2539/2014-> Marito abbandona casa perché la Moglie si rifiuta di avere Rapporti Sessuali
con lui; la Cassazione afferma che questa non è Giusta Causa, ma tuttavia tale Abbandono non potrà
Fondare un Motivo di Addebito della Separazione.
Sent. Cassazione 540/2011-> la Moglie si è Allontanata perché la Suocera Interveniva in nelle Dinamiche di
Coppia tanto da Portare ad una Crisi; tuttavia la Cassazione ha stabilito che tale Allontanamento non
potesse Integrare un Valido Motivo per l’Addebito, e quindi che la Giusta Causa vi sia.
Obbligo all’Assistenza Morale e Materiale, è l’esempio del marito che Sottomette e Opprime la Moglie (->
Mobbing Familiare), in cui non è necessaria anche la presenza della Violenza, sono quindi sufficienti episodi
di Violenza Morale, in cui comunque ci si chiede anche se possa rientrare la fattispecie di non volere dei
Rapporti Sessuali:
Sent. Cassazione 19112/2012-> Si ritiene che il non voler porre in essere Rapporti Sessuali possa integrare
l’Addebito di Separazione. Accanto a tale Fattispecie vi è comunque quella della Mancanza di Assistenza
laddove il Coniuge sia Malato.
Rapporto tra Addebito di Separazione e Risarcimento Danno per Illecito Endofamiliare (Art 2043): è il caso
ad esempio dei Motivi Morali; esse sono due Domande Distinte che NON possono essere Richieste nel
Medesimo Giudizio, essendo essi 2 Riti Distinti; talvolta si può Richiedere il Risarcimento anche se non vi sia
stato posto in essere un Addebito di Separazione.

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Lezione 5
(v.d Moodle Consiglio Nazionale Forense)
A livello Procedurale la Disciplina dei vari Procedimenti prevede: Atto: Negoziazione Assistita
Tale Procedura inizia con un primo Atto che è una MISSIVA, che ad oggi si invia tramite PEC, il cui Oggetto è
l’Invito a Concludere una Convenzione di Negoziazione Assistita. La Mancata risposta a tale Invito entro 30
giorni può portare alla Condanna delle Spese Processuali.
Dopo la Convocazione vi è un ulteriore Atto, che è la CONVENZIONE che stabilisce come le Parti andranno a
Negoziare, in cui la Premessa è che si voglia porre in essere un Atto di Divorzio o di Separazione e in cui
l’Avvocato x chiede ad y di Negoziare ed in cui bisognerà Accettare i Termini della Convenzione, sarà poi
importante a tal fine la

Presenza o meno di Figli. All’interno dell’Atto si Chiarisce come esso NON sia un Procedimento Contenzioso
davanti al Giudice, inoltre si specifica come i Documenti non possano essere Riprodotti in Giudizio laddove
vi sia una Procedura di Separazione o Divorzio Giudiziale, così come non si potranno portare gli Avvocati a
Testimoniare.
Una volta raggiunto l’Accordo esso verrà quindi Affidato al Procuratore; essendo una Procedura Concorsuale
e quindi un Contratto vi è un Impegno Giuridico delle Parti che se viene meno potrà portare ad un
Risarcimento, inoltre come già detto la Durata di questa Procedura potrà essere di al massimo 3 mesi con la
possibilità di Prolungarlo per un ulteriore mese, ma non potrà essere Inferiore ad un mese.
Il Terzo Atto è l’ACCORDO vero e proprio, in cui si Ri-precisano le Premesse se i Soggetti erano già Separati
oppure Sposati in precedenza, vengono poi Segnalati i vari Termini decisi Consensualmente, ovvero chi
andrà ad Abitare nella Casa o a chi Spetterà l’Affidamento dei Figli e come si andranno a suddividere le
Spese Ordinarie ed Extra-ordinarie. In tale Procedura non vi potrà essere l’Addebito dei Separazione che è
prevista solo nella Procedura Giudiziale.
(v.d Moodle Consiglio Nazionale Forense)
Atto: Separazione Consensuale
Anche in questo caso è necessario segnalare determinate Premesse, in quanto le Parti hanno già un
Accordo, ma per la sua Attuazione si farà Ricorso al Tribunale, che sarà quello di Residenza dei Coniugi. Essi
devono essere stati prima Separati o Sposati, ma non è necessario Specificare i Motivi Veri e Propri per la
Separazione, in quanto quella Indicata nell’Atto Formale è solo una Formula di Stile che verrà completata
con il Motivo Generico di: Convivenza Ritenuta Intollerabile. Il Giudice andrà quindi a Valutare tutti i Termini
e Criteri decisi dai Coniugi tra cui le Spese, l’Affidamento e gli Obblighi di Mantenimento.
Con la Procedura Consensuale vi è quindi un Precedente Accordo tra le Parti; questa Modalità prevede dei
Vantaggi e degli Svantaggi rispetto a Negoziazione Assistita e alla Procedura Giudiziale; in primis che rispetto
alla Negoziazione Assistita vi è un minor Intervento (anche in ambito Oneroso) degli Avvocati, tuttavia
generalmente si preferisce la Mediazione perché questa mantiene più Riservatezza e la non presenza
davanti al Giudice. Viceversa però rispetto alla Procedura Giudiziale NON è possibile richiedere l’Addebito di
Separazione, ipotesi Possibile solo nel caso di Procedura Giudiziale.
(v.d Moodle Consiglio Nazionale Forense)
Atto: Separazione/Divorzio Giudiziale
In questo Procedimento l’Organo Competente è il Tribunale e in tale sede si Espongono i vari Motivi che
hanno portato alla Separazione in quanto questa Procedura è utilizzata principalmente per l’Addebito di
Separazione e quindi andranno Elencati i vari motivi che

hanno portato a tale Situazione. Si andrà a richiedere dunque una Udienza presso il Giudice, in cui le
Conclusioni non saranno Comuni tra i due Coniugi, ma ogni parte provvede ai propri “Favoreggiamenti” e vi
saranno le varie Richieste; inoltre si andranno ad Indicare i vari Testimoni per parte che dovranno parlare in
Giudizio.
ASSEGNO DI MANTENIMENTO e ASSEGNO DIVORZILE
Per quanto riguarda l’Assegno Divorzile esso venne Introdotto insieme al Divorzio e quindi tramite la L.
898/1970 all’Art 5 comma 6. Mentre per quanto riguarda l’Assegno di Mantenimento esse si pone in essere
solo durante la Separazione e viene disciplinato dall’Art 156:

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Art. 156-> 1. Il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia
addebitabile la separazione il diritto di ricevere dall'altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento,
qualora egli non abbia adeguati redditi propri.
2. L'entità di tale somministrazione è determinata in relazione alle circostanze e ai redditi dell’obbligato.
3. Resta fermo l'obbligo di prestare gli alimenti di cui agli articoli 433 e seguenti.
4. Il giudice che pronunzia la separazione può imporre al coniuge di prestare idonea garanzia reale o
personale se esiste il pericolo che egli possa sottrarsi all'adempimento degli obblighi previsti dai precedenti
commi e dall'articolo 155.
5. La sentenza costituisce titolo per l'iscrizione dell'ipoteca giudiziale ai sensi dell'articolo 2818.
6. In caso di inadempienza, su richiesta dell'avente diritto, il giudice può disporre il sequestro di parte dei
beni del coniuge obbligato e ordinare ai terzi, tenuti a corrispondere anche periodicamente somme di
danaro all'obbligato, che una parte di esse venga versata direttamente agli aventi diritto.
7. Qualora sopravvengano giustificati motivi il giudice, su istanza di parte, può disporre la revoca o la
modifica dei provvedimenti di cui ai commi precedenti.
I Presupposti dell’Assegno di Mantenimento sono una Procedura di Separazione Giudiziale, in quanto non vi
sia stato un Accordo tra i Coniugi.
Chi lo Ottiene non deve avere disporre di un Reddito Sufficiente (es insegnante con 1500 euro si ritene
Sufficiente) e non deve avere l’Addebito di Separazione.
Il Comma 2 Prevede poi che l’Ammontare e l’Assegnazione dell’Assegno sia calcolato su determinate
Circostanze tra cui: la Presenza di Figli Minori, il Reddito (in cui si andrà a calcolare la Differenza tra i due
redditi se vi sono), a chi sarà Affidata la Casa Coniugale, il Patrimonio del Soggetto, la Durata del Matrimonio
e se vi siano state determinate Rinunce per Interesse Familiare (ad esempio in ambito lavorativo). L’Assegno
di Mantenimento tiene dunque conto di determinati fattori e si può emettere laddove: NON vi sia un
Addebito di Separazione per il Coniuge che ne beneficia; che colui che ne Beneficia NON abbia Adeguati
Redditi Propri (intendendosi per Redditi Propri, una sorta di Analisi Globale della Situazione Patrimoniale del
Soggetto; integrata grazie alla Dichiarazione dei Redditi degli ultimi 3 anni che dovrà essere presentata in
Giudizio); la Sussistenza di una DISPARITA Economica tra i due Coniugi (la Ratio di tale Elemento è che se
questa non vi fosse si metterebbe un soggetto che già non può mantenersi di dover mantenere il coniuge).
Infine si noti che non è sufficiente l’assenza di un lavoro per fare si che vi sia l’Obbligo di porre in essere un
Assegno di Mantenimento, in quanto il Giudice può ritenere che il coniuge più debole possa comunque
rientrare nel mercato del lavoro e quindi di Procurarsi un reddito, per tale motivo l’Assegno di
Mantenimento può essere a Termine e quindi Temporaneo fin tanto che il soggetto non si procuri un Nuovo
Lavoro: (Principio del Rebus Sic Stantibus).

L’Assegno NON è una Rendita e nel caso in cui un coniuge non paghi l’assegno, sia esso di mantenimento o
divorzile, Accade dal punto di vista civilistico che il provvedimento che ha stabilito la quantificazione
dell’assegno è titolo esecutivo idoneo per poter esercitare azione di pignoramento diretto o verso terzi.
L’Assegno Divorzile avrà invece 2 Funzioni Principali: una ASSISTENZIALE/ SUSSISTENZIALE del Soggetto e
una COMPENSATIVA per il Soggetto. Tuttavia non è
sempre stato così in quanto prima del 2017 lo Scopo (ad oggi cambiato) era quello di Mantenere il
Medesimo Tenore di Vita antecedente al Divorzio e quindi durante il Matrimonio. All’Interno dell’Assegno si
calcolerà oltre ad un Ammontare per il Coniuge anche una determinata somma di Denaro che spetterà ai
figli se essi vi siano (es 500 per coniugi + 200 figlio 1 + 200 figlio 2). Lo scopo che precedentemente era
fissata poteva portare ad una netta Disparità Economica in cui il Coniuge che doveva pagare l’Assegno si
ritrovava povero e senza sufficiente Reddito a causa delle ingenti somme dell’Assegno,
È poi importante Sottolineare come l’Assegno Divorzile, così come quello di Mantenimento rispecchi le
“Rebus Sic Stantibus” ovvero le Condizioni Attuali, e al Mutare di queste andrà cambiato l’Importo
dell’Assegno, come ad esempio laddove la moglie trovi un lavoro.
LEZIONE 6
Accanto all’Assegno di Mantenimento e quello Divorzile, vi è l’Assegno agli Alimenti (Art 433) che è diverso
dagli altri due perché riguarda la Impossibilità di Sopravvivere senza. In realtà non è Cumulativo perché gli
Alimenti sono una Funzione Assistenziale e viene già Calcolata nell’Assegno di Mantenimento se non vi è
Addebito.

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Con la separazione permangono gli Effetti del Matrimonio e l’Obbligo di Assistenza Materiale che si
concretizza con l’Assegno di Mantenimento, tuttavia ciò non si può dire per l’Assegno Divorzile in cui non si è
più
sposati.
L’Assegno di Mantenimento viene quindi Sancito in un momento in cui si ritiene che il Soggetto sia ancora
legato con gli Effetti del Matrimonio motivo per cui viene ritenuto da una parte della Giurisprudenza che
l’Ammontare sia una cifra pari per Conservare lo stesso Tenore di Vita del Matrimonio, da un’altra parte
della Dottrina viene considerato come se fosse la medesima Situazione di un Divorzio e quindi un Assegno
Divorzile; infine secondo la giurisprudenza Maggioritaria si ritiene che l’Ammontare sia Superiore all’Assegno
Divorzile e Proporzionato tra lo stesso Tenore di Vita e all’Assegno Divorzile.

ASSEGNO DIVORZILE
Sent. Cassazione 1990-> fa leva sul parametro del Tenore di Vita tenuto al Matrimonio e si stabilisce quindi
un Obbligo di Solidarietà del Matrimonio anche se questo sia terminato. Tuttavia all’epoca vi era un’altra
concezione del Matrimonio, intendendolo come se fosse un Legame Indissolubile ma questo era un
Preconcetto Sociologico, che in realtà con il passare del tempo venne meno.
Art 5 Comma 6-> Tribunale può far si che vi sia la Possibilità porre in essere un Assegno giustamente
Parametrato, laddove il soggetto non abbia Mezzi Adeguati o non possa Procurarseli in modo Oggettivo.
Sent. Cassazione 1564/90-> il Presupposto era che il Soggetto non avesse i Mezzi Adeguati o che non
potesse Procurarseli (Art 5 Comma 6), in cui per “Adeguatezza dei Mezzi” si intende in questa sentenza che
non ci non dovesse far Riferimento ai semplici Mezzi per vivere quotidianamente (senno sarebbe uguale agli
Alimenti) bensì il Parametro su cui basare l’Adeguatezza a Mantenere il Tenore di Vita tenuto in costanza di
Matrimonio; ciò determina l’AN (-> se) al Diritto all’Assegno Divorzio, ovvero che il Soggetto più debole avrà
diritto se non potrà mantenere lo stesso Tenore di Vita. Ciò è posto in essere perché vi è un Obbligo di
Solidarietà anche terminato il Matrimonio. Il QUANTUM (-> l’ammontare) viene invece valutato secondo
determinati Criteri (tuttavia ciò fino al 2017); Criteri che vennero stabili dall’Art 5 Comma 6 della Legge sul
Divorzio del 1970: a)
Le Condizioni Economiche dei Coniugi; b) le Ragioni della Separazione; c) si valuta l’Apporto Effettivo del
Coniuge, in cui si tengono conto di possibile Rinunce da parte del Coniuge, poste in essere per l’Interesse
della Famiglia; d) Redditi dei Coniugi; e) Valutare tutti questi parametri in RELAZIONE alla durata, in cui
l’Obbligo di Solidarietà sarà più forte se il matrimonio dura di più.
Tutto ciò rimase fino alla Sentenza Grilli del 2017; Grilli fu il Ministro dell’Economia del Governo che ebbe
un oneroso divorzio e che fu costretto ad un Ingente somma per l’Assegno di Mantenimento. Egli porta la
questione in Cassazione che ribaltò la Giurisprudenza granitica fino a quel tempo che perdurava da anni e
anni.
Sent. Cassazione 11504/2017 (Prima Sezione): emanò la Sentenza che capovolse l’Idea precedente
dell’Epoca in cui al Signor Grilli fu fissato un determinato Ammontare dell’Assegno di Mantenimento basato
principalmente sul Principio di Adeguatezza dei Mezzi Tenuti in Tenore di Matrimonio in cui si diede come
“Giustificazione” al ribaltarsi della Giurisprudenza applicata fino a quel tempo che tale Principio di
Adeguatezza dei Mezzi andava bene quando anche il Sentimento Sociale prevedeva una Indissolubilità del
Matrimonio, ma che ad oggi non è così, perché in quel caso vi sarebbe una Indebita Posizione di Vantaggio
per il Coniuge più debole.
L’Unica funzione dell’Assegno Divorzile può essere solo di tipo Assistenziale inficiando sia l’An che il
Quantum, in cui è sufficiente che il Coniuge abbia i Mezzi per Sopravvivere non più necessariamente con lo
stesso Tenore di prima, ma semplicemente come un

Cittadino Normale; ciò fece cambiare tutti quelli Assegni di Mantenimento molto Ingenti (tra cui il caso di
Berlusconi che fece ricorso per la Sentenza e per l’Assegno di Divorzio del Proprio Matrimonio).
Tuttavia ciò non venne e non viene recepito da tutte le Giurisprudenza producendo quindi un Contrasto tra
le varie Sezioni della Cassazione in cui per qualcuno era giusta una prima Interpretazione per altri una
seconda Interpretazione.
Sent. Cassazione Sezioni Unite 2018-> la Sentenza non torna su quella del 1990, dando quindi Ragione alla
Sentenza Grilli, tuttavia se ne riconoscono delle Perplessità perché in quella Sentenza non si teneva conto ad

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

esempio dei Possibili Sforzi che potrebbero essere fatti da un Coniuge per l’Interesse Familiari consistenti ad
esempio in determinate Rinunce.
Si andò a Riconoscere altre Funzioni oltre a quella Assistenziale tra cui quella della Durata del Matrimonio;
ciò perché non si può Cancellare la vita Precedente al matrimonio di un Soggetto e se ne ritrova il
Fondamento dal Compianto Disposto degli Articoli 2 e 29 della Costituzione (vdli) in cui viene alla Luce una
Funzione Perequativa oltre che Assistenziale e Compensativa, in cui sia quella Perequativa che quella
Compensativa sono in Relazione con la Durata del Matrimonio.
Si ritiene quindi che l’Assegno Divorzile si basi su Passaggi Logici da Operare, Comparandone quindi il
patrimonio laddove vi sia la Presenza di un Coniuge Debole, e in cui si Valuterà se il Richiedente sia
Sprovvisto di Mezzi di Sostentamento Sufficienti e ne sia Impossibilitato a Procurarseli; ne vengono poi
Valutate le Cause di ciò che si basano sui Criteri presenti all’Art 6 Comma 5, e ne viene Valutato lo Stato di
Salute del Soggetto, se comunque vi sia la Possibilità per il Soggetto di Tornare a Lavorare. Tutto ciò valutato
sul Parametro di Durata del Matrimonio.
È Necessario poi che il Soggetto non abbia neanche i Mezzi per Procurarsi un Reddito ed una Assistenza, ed
il Soggetto viene Valutato anche per la sua Possibilità di Procurarsi i Mezzi di Sostentamento, ma anche
laddove ci Fossero ciò non fa si che vi non vi sia un Ammontare dell’Assegno Divorzile, perché esso può
provenire grazie alla Funzione e ai Criteri di Compensazione e Perequativo (basato sulle varie Rinunce se vi
sono state) -> vd Pronunce in Classe.
L’Assegno Divorzile (L.898/1970 Art 5 Comma 10) cesserà quando il Coniuge compirà Nuove Nozze, ma
anche in caso in cui il Percepente e/o chi ha l’Onere di darlo Muoiono, e inoltre in caso di Morte Presunte.
Ci si chiede se anche la Convivenza More Uxorio Stabile possa far Venir Meno l’Assegno Divorzile: a ciò ci
risponde l’Ordinanza 22604/2020 della Sesta Sezione definita “Legge Salva Mariti” che fece molto Clamore
perché ha Affermato che il Coniuge che riceve l’Assegno laddove Intrattenga una Convivenza Stabile (-> in
quel preciso momento) con un altro Soggetto farà Venir Meno il Diritto all’Assegno Divorzile: con ciò viene
Fissato un Parametro quasi Normativo.
Tale Sentenza venne lungamente Dibattuta perché parte della Dottrina e della Giurisprudenza ritenne che
ciò Potesse Contrastare con i Criteri e le Funzioni Compensative e Perequative e le loro Misure; tutto ciò
rientrò quindi nella Sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 32198/2021.

LEZIONE 7
https://avvocato360.it/news/divorzio-alimenti-assegno-di-mantenimento-e-assegno- divorzile#:~:text=In
%20sintesi%20l'assegno%20di,condizioni%20di%20mantenersi%20e%20lavorare.
Sent. 11504/2017-> Sentenza Grilli in cui si cambia il Criterio, passando quindi da un Criterio in cui l’Assegno
Divorzile si basava sullo stesso Tenore di Vita tenuto in
Matrimonio, a quello dell’Indipendenza Economica (in realtà si definì del Tenore di Vita Medio, definito
dall’ISTAT); vi fu quindi un cambiamento della stessa norma del 1970 in cui si riteneva che il Coniuge era
Debole se non avesse avuto in modo Oggettivo Mezzi Adeguati per l’Autosufficienza Economica. L’Obiettivo
di tale Sentenza era quello di rendere l’Assegno come uno Strumento Separato dal Matrimonio, in cui l’unica
sua Funzione fosse solo quella di Solidarietà (ma non di Assistenzialismo Puro), ma ciò fu ritenuto non del
tutto Equo perchè non venivano considerate le Rinunce che il Coniuge avesse fatto per l’Interesse Familiare.
In questa Sentenza viene quindi alla luce in maniera chiara come che una Copertura Giuridica o Normativa
vi sia una Copertura Sociologica. Il Matrimonio viene interpretato non più come un Legame Indissolubile,
bensì come mezzo di Autosufficienza Economico da cui possono discendere dei Rischi. (Domanda d’esame)
Viene quindi ad Instaurarsi un Nuovo Parametro ovvero quello di Indipendenza Economica per l’Assegno
Divorzile basato sull’Art 337 Septies:
Il giudice, valutate le circostanze, può disporre in favore dei figli maggiorenni non indipendenti
economicamente il pagamento di un assegno periodico. Tale assegno, salvo diversa determinazione del
giudice, è versato direttamente
all’avente diritto (si mossero tuttavia delle Critiche in ciò perché il Paragone con i Figli non risulta del tutto
Compensativo in quanto non si vengono a tener conto delle Rinunce quindi di una Funzione
Compensativa dell’Assegno di Mantenimento).
Ai figli maggiorenni portatori di handicap grave si applicano integralmente le disposizioni previste in favore
dei figli minori.

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Inoltre tramite questa sentenza vi fu anche un Cambiamento dell’Onere della Prova, in quanto in
precedenza questa spettava al Soggetto che doveva porre in essere l’Assegno dimostrare che non fosse
necessario porlo in essere, viceversa da questa Sentenza spetterà a colui che chiede l’Assegno Divorzile:
Art 2697 cc-> 1. Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il
fondamento.
2. Chi eccepisce l'inefficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto deve provare i
fatti su cui l'eccezione si fonda.
Sent.18287/2018 delle Sezioni Unite della Cassazione (di solo un anno dopo)-> Essa viene alla luce dopo la
Sentenza 1564/90 e dopo la Sentenza Grilli, da cui seguirono numerose Critiche tra cui la Separazione della
fase dell’An dalla Fase del Quantum, in cui queste due Fasi dovevano in qualche modo Convergere e non
rimanere del tutto Separate in quanto avrebbe il difetto di escludere l’Esame di Indicatori la cui valutazione
è Imposta dall’Art 5 Comma 6 della Legge del Divorzio.
Secondo la Cassazione infatti la Funzione dell’Assegno è in primis ASSISTENZIALE (ovvero riconoscendo
l’Assegno Divorzile laddove il Coniuge non abbia Mezzi

Adeguati per Vivere e per il Sostentamento e comunque non possa Procurarseli) che si VALUTA in maniera
Effettiva e Concreta riguardo alla Situazione Economica dei due Coniugi, affidandosi anche a Strumenti
Istruttori che appartengono al Giudice: tale Verifica si collega causalmente agli Indicatori dell’Art 5 comma 6
in quanto si Accerterà la CAUSA della Disparità del Patrimonio dei due Coniugi ed Accertare se questa sia
basata Effettivamente da scelte poste in essere all’interno del Patrimonio, quindi non basta stabilire che ci
sia una Disparità Economica, ma è necessario STABILIRE la Causa e che tale Disparità sia dovuta da scelte
ENDO-MATRIMONIALI, e non precedenti al Matrimonio.
Tuttavia a questa Funzione si Affianca, secondo questa Cassazione, ma prima no, anche una Funzione
Compensativa e Perequativa basata sul Principio di Solidarietà, che riguarda il Contributo Effettivo che il
Coniuge porta alla Realizzazione della Vita Familiare, tenendo conto di determinati Criteri: 1) Aspettative
Professionali ed Economiche Sacrificate; 2) Durata del Matrimonio; 3) Età del Richiedente; a cui si Aggiunge
un giudizio Prognostico sulla Possibilità di Recuperare tale Pregiudizio
Sacrificato dal coniuge Richiedente.
Con tale Sentenza si coniugano le Pronunce Giurisprudenziali del 1990 e del 2017 e si pone in essere un
Criterio che riguarda con Elasticità caso per caso.
La Corte precisa anche il Concetto di Adeguatezza, paragonandolo e intrecciandolo con il Principio di
SOLIDARIETÀ, sostenendo che questo concetto non può basarsi meramente ad una mera Natura
Assistenziale e neanche ad un mero Raffronto delle Condizioni
Patrimoniali.
Viene quindi Affiancata ad una Funzione Perequativa/Compensativa, in cui Perequativa significa
sostanzialmente PAREGGIARE/NORMALIZZARE, in primis quindi si mettono i Soggetti nella stessa Posizione e
una volta normalizzati, si andrà a Compensare NON sullo stesso tenore di vita, ma sulle Possibilità Perse per
le scelte Matrimoniali: vi è è quindi una DISAMINA della Situazione Matrimoniale. Diviene un’unica Fase.
Diviene un’unica Fase l’Individuazione delle tre Funzioni nel caso specifico del Matrimonio, anche in base ad
un Nesso di Causalità della Disparità se deriva da scelte Matrimoniali.
Viene poi alla luce un Nuovo Aspetto con una nuova Sentenza definita “Salva Mariti”, che riguarda l’Assegno
Divorzile in caso di More Uxorio:
Ordinaza 22604/2020 Cassazione-> Corte d’Appello di Reggio Calabria che decide, a differenza del Primo
Grado ma in presenza degli stessi Elementi, come dovesse essere accordato comunque un Assegno di
Mantenimento in caso More Uxorio.
Tale Pronuncia ha un carattere Sociale in quanto ad oggi è più comune un More Uxorio rispetto a Nuove
Nozze, adeguandosi quindi alla Società, divenendo quindi una sorta di Parametro Sociale.
Con tale Sentenza la Giurisprudenza ha posto in essere quindi una sorta di Sentenza Additiva. Inserendo un
Elemento in più per Ottenere l’Assegno di Divorzile. Perché la moglie era in grado di Ottenere in maniere
(Auto)sufficiente il Mantenimento.

Ulteriore Sentenza che riguarda un Divorzio tra 2 Persone, Moglie richiede Assegno Divorzile, in cui la
Moglie tuttavia viveva con altro Soggetto e richiede un Assegno di Mantenimento per i Figli e il loro

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Affidamento e un Assegno Divorzile per lei. La Corte d’Appello accetta la Richiesta del Marito di non dare
l’Assegno Divorzile (quindi caso opposto a quello di prima), tuttavia la Cassazione ribalta ciò in quanto va ad
Analizzare in maniera più precisa le Funzioni dell’Assegno Divorzile, stabilendo che: essendo la moglie
nuovamente madre, non più in Età per lavorare (fissati tra 45-50 anni dalla Cassazione vd meglio) e avendo
questa posto in essere determinate Rinunce per i Figli e il Matrimonio, oltre che un nuovo marito non
autosufficiente economicamente per coprire tutte le Spese. Tale decisione deriva dal fatto che non avendo
l’Assegno Divorzile una Funzione solo Assistenziale (in cui sarebbe potuto venir meno tale Assegno), ma
anche una Funzione Compensativa e Perequativa, pur essendo in una Situazione More Uxorio, non viene
meno questa Compensazione che infatti riguarda non il presente ma una sorta di vita precedente, essendo
rinunce avvenute nel tempo di Matrimonio e vanno quindi Ricompensate.
Ulteriore passo in avanti avviene con la Giurisprudenza nelle Sentenze 3361/2020, 23998/2022,
23318/2021 della Cassazione. Con tali Sentenze emerge il fatto che talvolta l’Assegno Divorzile potrebbe
diventare un Disincentivo per trovare un lavoro al coniuge a cui spetta l’Assegno Divorzile.
Prime due Sentenze: Giovane e laureata in Lettere che cercava un lavoro Ideale per lei, ma essendo ciò non
possibile vi è una Decurtazione perché non ha messo in atto ogni sua Possibilità per trovare una nuova
Occupazione, quindi verrà meno una Funzione Assistenziale ma non quella Perequativa laddove vi sia;
viceversa per una Laureata in Giurisprudenza in cui non si aveva mai praticato, malata ed in là con gli anni di
Età Avanzata si stabilì l’Impossibilità di trovare lavoro.
Sent. 23318/2020 Cassazione-> Se il Coniuge sceglie un lavoro Part-Time invece che Full-Time può essere
valutato all’interno dell’Assegno Divorzile, purché tale scelta sia presa Congiuntamente e per motivi di
Interesse Familiare o Matrimoniale, e NON Separatamente per motivi non riguardanti il Matrimonio. Prima
però è necessario che non sia più possibile praticare quel lavoro in maniera Full-Time.
I Parametri che quindi si valutano in questo ambito e in queste fattispecie di “Rischio di Approfittarne” sono:
- Se il Soggetto sia in Età Lavorativa; - Il Titolo di Studio;
- Atteggiamento Soggetto;
Questi tre Criteri non bastano però perché talvolta il giudice va a valutare caso per caso anche criteri
Ulteriori, come ad esempio:
- Scelta di un lavoro Part-Time, invece che Full-Time.

LEZIONE 8
Costo Vita con Affitto: 800/900 $ Costo Vita senza Affitto: 500/600 $
(Domanda d’Esame)
Caso: Tizio e Caia sono separati, la loro Convivenza è divenuta Intollerabile, ma non trovano Accordo sulle
Condizioni di Divorzio, l’univa via diviene quindi per Assegno Divorzile diviene il Divorzio Giudiziale.
Caia-> è Laureata in Economia e Commercio, svolge un lavoro Part-Time come segretaria (lavoro non
proprio uguale al suo titolo) e ha uno Stipendio di 800$; questa si dedica ai 2 figli (Mevio e Sempronio), il
primo frequenta l’Asilo, mentre Sempronio la seconda Elementare, essi hanno quindi sostanzialmente delle
Esigenze e delle Spese diverse. Questa Chiede al Giudice che Tizio provveda ad un Assegno di
Mantenimento per i Figli, ad un Assegno Divorzile e alla Assegnazione della Casa Familiare.
Tizio-> è manager di una Società Informatica e ha un guadagno di 3500$ al mese ed è il proprietario della
Casa Coniugale; Egli riconosce davanti al Giudice la Necessità di un Assegno di Mantenimento, ma ritiene
l’ex Coniuge Indipendente Economicamente e che quindi non Necessiterà di un Assegno Divorzile anche in
virtù del fatto che vi è l’Assegnazione della casa Familiare.
Io essendo il Giudice Assegnerei la Casa a Caia in quanto Genitore Collocatario prevalente; In quanto
generalmente sarà la madre il Collocatario Prevalente (tuttavia sempre più spesso vi è un Affidamento
Condiviso e in ugual misura, che è divenuta la Regola Generale se non vi siano motivi particolari) anche
tenendo conto che la madre abbia maggior tempo per prendersi cura di questi.
Riconoscerei un Assegno per il Mantenimento dei Figli che sarà però proporzionato, (tramite anche una
Percentuale), distinguendolo tra spese Ordinarie e Spese Extra- ordinarie, tra lo stipendio del padre e quello
della madre in cui sarà il padre a assorbire la maggior parte delle spese;
Vi può essere anche la Base Giuridica per assegnare anche un Assegno Divorzile tenendo però conto del
fatto che il soggetto abbia lasciato la casa di Sua Proprietà alla moglie e tenendo anche conto che pur
essendo un lavoro Part-Time debba esserci un Nesso di Causalità tra tale scelta e l’Interesse Coniugale-

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

Familiare. Inoltre si dovrà considerare la giovane età della donna non ritenendola quindi del tutto non
Autosufficiente Economicamente.
In tal caso quindi vi sarà la possibilità di un Assegno Divorzile non tanto per la sua Funzione Assistenziale
che è comunque ammissibile ma con minimo importo, ma bensì

più per la sua Funzione Compensativa inerente alle Rinunce della donna laddove vi sia un Nesso.
1 Figlio: 25% del suo Reditto; 2Figli 40%
FIGLI
Per quanto riguarda i Figli è in primis importante distinguere tra Spese Ordinarie e Spese Extra-Ordinarie, in
cui le prime avranno un importo Stabile dell’Assegno di Mantenimento, viceversa quelle Extra-ordinarie
avranno un importo Variabile. Generalmente ad oggi l’Affido viene concesso non in maniera Esclusiva e il
Collocatario sarà Prevalente o meno, ma l’Affido sarà invece Condiviso.
Il tema dei figli è particolarmente Complicato e trova disciplina all’interno dell’Art 337 bis del Codice Civile e
successivi, che danno avvio al Capo II (Esercizio della Potestà Genitoriale a seguito di Separazione,
Cessazione degli Effetti Civili del Matrimonio e Affidamento dei Figli) del Titolo IX del Libro I:
Art 337 bis-> In caso di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del
matrimonio e nei procedimenti relativi ai figli nati fuori del matrimonio si applicano le disposizioni del
presente capo.
Art 337 ter (Articolo introdotto con il Dlgs 154 del 2013, che riguarda l’Affido Condiviso)-> 1. Il figlio minore
ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, (da qui
cominciano le Finalità della Norma nei confronti dei Figli) di ricevere cura, educazione, istruzione e
assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di
ciascun ramo genitoriale (sostanzialmente il Diritto dei Nonni, vd per tesi).
2. Per realizzare la finalità indicata dal primo comma, nei procedimenti di cui all'articolo 337-bis, il giudice
adotta i provvedimenti relativi alla prole con esclusivo riferimento all'interesse morale e materiale di
essa (e solo per i Figli, non genitori o altri). Valuta prioritariamente (comincia quindi una
“Scaletta” su ciò che dovrà fare il giudice prima e poi in caso non fosse possibile dopo) la possibilità
che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori (Affidamento Congiunto) oppure stabilisce a quale di
essi i figli sono affidati, determina i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore, fissando
altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all'istruzione
e all'educazione dei figli. Prende atto, se non contrari all'interesse dei figli, degli accordi intervenuti tra
i genitori (ma valuta se essi rispettino l’Interesse dei Figli e che sia confacente di questo). Adotta ogni altro
provvedimento relativo alla prole, ivi compreso, in caso di temporanea impossibilità di affidare il minore ad
uno dei genitori, l'affidamento familiare (primo passo è affidamento Congiunto, poi se non è possibile
quello Esclusivo e infine un Affidamento Familiare o ad un altro parente o a
Famiglie Apposite). All’attuazione dei provvedimenti relativi all'affidamento della prole provvede il giudice
del merito e, nel caso di affidamento familiare, anche d'ufficio. A tal fine copia del provvedimento di
affidamento è trasmessa, a cura del pubblico ministero, al giudice tutelare.
3. La responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori (i Genitori non perdono la
Responsabilità Genitoriale, ed entrambi sono chiamati a decidere congiuntamente sulle Decisioni
Importanti dei Figli, ovvero quelle elencate subito dopo). Le decisioni di maggiore interesse per i figli
relative all'istruzione, all'educazione, alla salute e alla scelta della residenza abituale del minore sono
assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle
aspirazioni dei figli. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice (ed è il Giudice Tutelare a decidere
in caso di disaccordo tra i Genitori). Limitatamente alle decisioni su

questioni di ordinaria amministrazione (es cosa mangio o comunque per scelte di vita quotidiana), il giudice
può stabilire che i genitori esercitino la responsabilità genitoriale separatamente (e quindi ognuno dei due
coniugi decide per sé). Qualora il genitore non si attenga alle condizioni dettate, il giudice valuterà detto
comportamento anche al fine della modifica delle modalità di affidamento (e quindi potrebbe far passare da
un Affidamento Condiviso ad uno
Esclusivo).
4. Salvo accordi diversi liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede al

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)


lOMoARcPSD|36049104

mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito (chi avrà un Reddito maggiore avrà
una Proporzione maggiore nel coprire le Spese dei Figli); il giudice stabilisce, ove necessario, la
corresponsione di un assegno periodico (tuttavia questo non è Obbligatorio ma una semplice
Facoltà: ad esempio se c’è un Affidamento Condiviso senza Collocatario Prevalente, e quindi il
tempo è uguale, può non esserci un assegno di Mantenimento) al fine di realizzare il principio di
proporzionalità, da determinare considerando (cominciano una serie di Indicatori per l’Ammontare
dell’assegno) : 1) le attuali esigenze del figlio (in questo caso è chiaro il carattere di temporaneità, al
cambiare delle condizioni del figlio cambierà il l’importo dell’assegno, rispettando il principio di
“Rebus Sic Stantibus”. Es. bambino di 4 anni ha esigenze diverse di bambino di 7 anni); 2) il tenore
di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori (per i Figli si applica lo
stesso Tenore di Vita tenuto in costanza di Matrimonio, affinché vi sia il minor disagio possibile nei
confronti dei Figli) ; 3) i tempi di permanenza presso ciascun genitore (se i tempi sono uguali minore
o assente sarà l’Assegno di Mantenimento, laddove invece vi sia un Affidamento Esclusivo o i tempi
molto “Sproporzionati” più sarà necessario e ricco l’Assegno di Mantenimento); 4) le risorse
economiche (si intende in questo oltre al reddito anche il Patrimonio di entrambi i Genitori) di
entrambi i genitori; 5) la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun
genitore (es se il figlio mangia sempre da uno dei genitori, sarà spesa maggiore per un soggetto
invece che un altro).
5. L'assegno è automaticamente ADEGUATO agli indici ISTAT in difetto di altro parametro indicato
dalle parti o dal giudice (l’Adeguamento ISTAT segue l’Inflazione ed è del 9-10% da quest’anno, in
cui si calcola il Potere d’Acquisto facendo si che il Potere d’Acquisto del Mantenimento si costante
nel tempo).
6. Ove le informazioni di carattere economico fornite dai genitori non risultino sufficientemente
documentate, il giudice dispone un accertamento della polizia tributaria sui redditi e sui beni oggetto
della contestazione (laddove il giudice non abbia dei dati Economici o non Sufficienti), anche se intestati a
soggetti diversi.

Scaricato da C?t?lin Cibea (uncatalin@yahoo.com)

Potrebbero piacerti anche