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LA FAMIGLIA
(LIBRO I C.C.)
SEZIONE II
IL MATRIMONIO: LA CELEBRAZIONE E GLI EFFETTI
LA PROMESSA DI MATRIMONIO
Il matrimonio nel costume sociale è preceduto da un impegno solenne dei futuri sposi a celebrarlo:
la promessa di matrimonio. Nel disciplinare gli effetti di tale reciproco impegno l'ordinamento deve
trovare un punto di equilibrio fra due opposti interessi e principi ; Da un lato vi è il principio
fondamentale di libertà nel contrarre matrimonio in quanto nessun matrimonio deve essere celebrato
per il fatto che uno dei due coniugi è stato costretto, dall’altro vi è la tutela dell' affidamento che la
promessa di matrimonio genera. Il punto di mediazione fra le opposte esigenze e individuato agli
articoli 79 e successivi: la promessa di matrimonio non obbliga a contrarlo né ad eseguire ciò che si
fosse convenuto per il caso di inadempimento. Tuttavia se la promessa è fatta da entrambi gli sposi,
è fatta per iscritto oppure risultante dalla richiesta delle pubblicazioni, è fatta da persone
maggiorenni o da minorenni che abbiano avuto l' autorizzazione a contrarre matrimonio o il
promittente che senza giusto motivo rifiuta di celebrare il matrimonio così come colui che con il
proprio comportamento ha dato giusto motivo al rifiuto dell'altra parte, è obbligato al risarcimento
dei danni ai sensi dell'articolo 81 del codice civile.
Sono risarcibili solo una parte dei danni conseguenti al fatto di aver creato un vano affidamento. Il
risarcimento è limitato alle spese fatte e alle obbligazioni assunte in vista del matrimonio e sulla
base della promessa; l’azione di risarcimento dei danni è soggetta a un termine di decadenza di un
anno, dal giorno del rifiuto a celebrare il matrimonio.
NB. In questi casi la responsabilità non deriva tanto dalla promessa e dal fatto di averla disattesa,
ma dal fatto che una delle parti inganna l’altra promettendo un futuro matrimonio per ottenere un
qualche vantaggio, ben sapendo che il matrimonio non sarà celebrato. viene quindi risarcito il fatto
di aver creato dolosamente un affidamento in prossimo matrimonio, sapendo che questo non si
sarebbe certamente celebrato. Dinanzi a tali vicende, la giurisprudenza ammette un risarcimento
pieno secondo le regole generali della responsabilità da fatto illecito, dei danni patiti dalla vittima
dell’inganno.
La rottura della promessa di matrimonio ha un effetto sulle donazioni effettuate fra i promessi sposi
a causa della stessa promessa. Le donazioni fatte a causa della promessa di matrimonio sono i doni
effettuati in concomitanza della promessa per suggellarne la solennità. La restituzione dei doni fatti
per suggellare la promessa di matrimonio dev’essere effettuata da entrambi i nubendi; anche in
relazione alla restituzione dei doni opera un termine di decadenza di un anno dal rifiuto di celebrare
il matrimonio o dal giorno della morte di uno dei due nubendi. (diversa è la disciplina della
donazione in relazione al futuro matrimonio, che prevede il requisito formale dell’atto pubblico).
Inoltre non possono contrarre matrimonio le persone delle quali una è stata condannata per omicidio
consumato o tentato del coniuge.
I due nubendi inoltre per contrarre matrimonio devono avere sesso diverso: a tal proposito vi è stato
un lungo dibattito che ha portato poi all’approvazione della legge per le unioni civili tra persone
dello stesso sesso (L.20 maggio 2016 n 76). Tuttavia ad oggi la Corte Costituzionale, con la
sentenza n170/2014 ha determinato che l’unione civile fra persone dello stesso sesso deve essere
regolamentata da una disciplina differente da quella del matrimonio, in quanto esso è, nella nostra
tradizione giuridica un istituto al quale possono accedere solo persone di sesso diverso.
SEZIONE III
IL REGIME PATRIMONIALE DEL MATRIMONIO: IL REGIME PATRIMONIALE
PRIMARIO E IL REGIME PATRIMONIALE SECONDARIO
Per indicare i rapporti fra i coniugi il codice civile utilizza l’espressione “regime patrimoniale della
famiglia”; il regime patrimoniale della famiglia è l’insieme delle regole che disciplinano i rapporti
patrimoniali tra i coniugi.
I rapporti patrimoniali fra i coniugi riguardano sia le modalità di contribuzione ai bisogni della
famiglia sia la distribuzione della ricchezza familiare fra i coniugi. La regola che riguarda le
modalità di contribuzione è indicata come regime patrimoniale primario mentre la distribuzione
della ricchezza tra i coniugi è indicata come regime patrimoniale secondario.
LA COMUNIONE CONVENZIONALE
la comunione convenzionale è una comunione retta da regole parzialmente diverse da quella che
disciplinano la comunione regale. Le parti non possono far entrare in comunione i beni di uso
strettamente personali di ciascun coniuge e i loro accessori, i beni che servono all'esercizio della
professione del coniuge e i beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno non che la pensione
attinente alla perdita parziale o totale della capacità lavorativa.
IL FONDO PATRIMONIALE
Gli articoli 167 e successivi del codice civile disciplinano il fondo patrimoniale: esso consiste nella
destinazione di alcuni beni determinati da parte dei coniugi oppure di uno solo di essi o da una parte
di 1/3 esclusivamente al soddisfacimento dei bisogni della famiglia punto da un punto di vista
funzionale il fondo patrimoniale consiste nella destinazione di un patrimonio esso quindi crea un
vincolo di destinazione. Per quanto riguarda la forma il fondo patrimoniale può essere costituito per
atto pubblico oppure se è costituito da un terzo per testamento; l'atto costitutivo del fondo
patrimoniale se e Inter vivos è da considerarsi una convenzione matrimoniale.
Per quanto l'oggetto possono essere destinati al fondo patrimoniale beni immobili o mobili registrati
nonché titoli di credito dei punti in questo caso l'esigenza di rendere pubblica la destinazione del
bene al fondo patrimoniale comporta che i titoli devono essere Risi nominativi con annotazione del
vincolo sul titolo o facendolo comunque risultare in altro modo idoneo punto se si tratta invece di
beni immobili la costituzione del fondo patrimoniale deve essere trascritta nei registri immobiliari
mentre per i beni mobili registrati la costituzione del fondo patrimoniale deve essere resa pubblica
mediante annotazione nel registro.
ecco istituzione del fondo non può essere opposta a terzi se non risulta annotata a margine dell atto
di matrimonio. La proprietà dei beni del fondo patrimoniale spetta ad entrambi i coniugi tuttavia
l'atto costitutivo può disporre diversamente . Indipendentemente da chi sia il proprietario del bene il
fondo deve essere destinato ai bisogni della famiglia così come i frutti di esso devono essere
impiegati esclusivamente a soddisfare tali bisogni. L'amministrazione dei beni del fondo è
disciplinata dalle stesse regole che si applicano all'amministrazione dei beni della comunione
legale; salvo che l'atto costitutivo disponga diversamente non può non si possono alienare ipotecare
dare impegno o comunque sottoporre a vincolo i beni del fondo se non con il consenso di entrambi i
coniugi . Poiché il fondo patrimoniale rappresenta un patrimonio separato i cui beni sono destinati
ai bisogni della famiglia i creditori non possono soddisfarsi sui beni stessi per debiti che il creditore
conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni stessi della famiglia . L'articolo 171 del
codice civile prevede che il vincolo di destinazione conseguente alla costituzione del fondo
patrimoniale cessi a seguito dell' annullamento o dello scioglimento o della cessazione degli effetti
civili del matrimonio; tuttavia se vi sono figli minori il fondo dura fino al compimento della
maggiore età dell'ultimo figlio.
L’IMPRESA FAMILIARE
L'articolo 230 bis del codice civile prevede un istituto che non è qualificabile all'interno dei regimi
patrimoniali secondari della famiglia ; Si tratta infatti di una regola di ridistribuzione della ricchezza
e dei redditi ai familiari che si applica necessariamente a tutte le famiglie a condizione che vi sia
un'impresa esercitata dai componenti della famiglia stessa . L'impresa familiare e quella impresa in
cui collaborano in maniera continuativa il coniuge, la persona unita civilmente , i parenti entro il
terzo grado e gli affini grado dell'imprenditore . ciascuno di questi se presta in modo continuativo la
sua attività di lavoro nell’impresa ma anche nella famiglia al diritto al mantenimento secondo la
condizione patrimoniale della famiglia e ha diritto a partecipare agli utili dell’impresa e agli
incrementi dell'azienda anche in ordine all'avviamento. Questo diritto di partecipazione è
proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro prestato tenendo conto che ovviamente il lavoro
della donna è considerato equivalente al lavoro dell'uomo : in caso di divisione ereditaria o di
trasferimento dell'azienda i familiari partecipi hanno diritto di prelazione sull’ azienda cioè sono
preferiti in presenza di soggetti terzi nella costituzione di un atto giuridico.
L'articolo 230 bis prevede inoltre una sorta di gestione collegiale dell’impresa familiare imponendo
che le decisioni relative all'impiego degli utili e degli incrementi nonché le scelte di straordinaria
amministrazione siano adottate la maggioranza dei familiari partecipanti all'impresa punto il diritto
di partecipazione un'impresa familiare non è trasferibile se non a favore di un altro familiare: esso
può essere liquidato con un equivalente in denaro al momento della cessazione del rapporto di
lavoro o al momento del trasferimento dell'azienda.
SEZIONE IV
LE FAMIGLIE NON PATRIMONIALI: LE UNIONI CIVILI
Con la legge del 20 maggio 2016 n 76 anche il nostro ordinamento ha disciplinato le unioni fra
persone dello stesso sesso tuttavia la Corte costituzionale nel 2014 ha sollecitato il legislatore ad
introdurre una forma di tutela delle unioni omosessuali diversa dal matrimonio in quanto la Corte
costituzionale ritiene che il matrimonio sia nel nostro ordinamento si costituisca tra due persone di
sesso diverso. Il legislatore ha scelto di tradurre in una specifica norma l'indicazione della Corte
costituzionale secondo cui l'unione omosessuale è riconosciuta come formazione sociale e non
come famiglia ; A tal proposito potremmo dire quindi che l'unione civile è una specifica formazione
sociale ai sensi degli articoli 2 e 2 della costituzione. Sono applicabili all' Unione civile tutte le
disposizioni contenute in qualsiasi atto normativo che facciano riferimento al matrimonio e le
disposizioni contenenti le parole coniuge o termini equivalenti punto per l'estensione all'unione
civile delle norme relative al matrimonio non si applica tuttavia le norme contenute nella legge n
184 del 1983 cioè la legge sull’adozione.
L'unione civile si costituisce con una forma meno solenne rispetto al matrimonio EA un regime di
impedimenti e invalidità sovrapponibile a quest'ultimo con te, anche gli effetti sono in gran parte
sovrapponibili a quelli del matrimonio tuttavia per quanto riguarda il cognome le parti possono
stabilire di assumere un cognome comune oppure adottarli entrambi. E diritti e doveri che derivano
dall’unione civile sono pressoché uguali a quelli che derivano dal matrimonio così come è identica
la regola che per scrive l'uguaglianza delle parti tuttavia non viene riprodotto all'interno dell' Unione
civili l'obbligo di fedeltà che invece caratterizza il matrimonio. Anche il regime patrimoniale
primario è uguale a quello che si caratterizza per il matrimonio infatti entrambe le parti sono
tenute ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e
casalingo a contribuire ai bisogni comuni punto per quanto riguarda il regime patrimoniale
secondario il regime legale e quello della comunione dei bambini salva la possibilità di optare per
gli stessi regimi alternativi previsti per il matrimonio mentre per quanto riguarda la successione le
parti dell'unione civile hanno gli stessi diritti sia per quanto attiene alla successione legittima sia per
quanto attiene alla quota di riserva dei coniugi (la quota di riserva e la quota di eredità che la legge
riserva al coniuge del de cuius hai figli o in loro assenza agli ascendenti ).
LE CONVIVENZE DI FATTO
La seconda parte della legge del 20 maggio 2016 n 76 disciplina la convivenza : sono conviventi di
fatto due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca
assistenza morale e materiale, non vincolate, da rapporti di parentela affinità o adozione, da
matrimonio o da una Unione civile, nonché le persone già coniugate ma legalmente separate . per
l'accertamento della stabile convivenza si fa riferimento alla dichiarazione anagrafica prevista dal
regolamento che prevede che i conviventi possano registrarsi all'anagrafe come tali essendo quindi
menzionati in un unico stato di famiglia anagrafico. La dichiarazione anagrafica di residenza è solo
uno dei mezzi di prova possibili della convivenza di fatto e fa sorgere una presunzione che la coppia
sia effettivamente convivente.
la legge precisa che un convivente può designare l'altro come proprio rappresentante per le
decisioni relative alle malattie o alla donazione degli organi dei punti in caso di morte del
proprietario della casa di comune residenza il convivente di fatto superstite ha diritto di continuare
ad abitare nella stessa per due anni o per un periodo pari alla convivenza se superiore a due anni e
comunque non oltre i 5 punto per quanto riguardo agli effetti patrimoniali i conviventi devono
partecipare alle spese della vita comune in proporzione alle sostanze di ciascuno e alla capacità di
lavoro professionale o casalingo.
La semplice convivenza di fatto non instaura alcun regime patrimoniale secondario tuttavia nelle
ipotesi in cui il convivente presti stabilmente la propria opera all'interno dell' impresa dell'altro
convivente si applica una disciplina molto simile a quella delle imprese familiare a cui collabora il
coniuge e quindi il convivente partecipa agli utili ai beni acquistati con essi e agli incrementi
dell'azienda.
La semplice convivenza non produce inoltre alcun effetto in relazione ai diritti successori dei
conviventi che quindi non sono reciprocamente né eredi ex lege, nè eredi necessari.
in caso di cessazione della convivenza la parte eventualmente più debole non acquista alcun diritto
al mantenimento a carico della parte forte : è tuttavia prevista che il giudice stabilisca diritto del
convivente di ricevere dall’altro gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di
provvedere al proprio sostentamento: in tali casi gli alimenti sono assegnati per un periodo
proporzionale alla durata della convivenza.
IL CONTRATTO DI CONVIVENZA
La legge del 20 maggio 2016 n 76 prevede che conviventi possano disciplinare i loro rapporti con
un atto di autonomia privata e quindi stipulando un contratto. Quanto alla forma il contratto di
convivenza deve essere stipulato a pena di nullità per atto pubblico o per scrittura privata
autenticata da un notaio o da un avvocato punto con il contratto di convivenza le parti possono
disciplinare le modalità di contribuzione alle necessità della vita in comune in relazione alle
sostanze di ciascuno e alle capacità di lavoro professionale o casalingo . Possono anche prevedere
che alla convivenza si applichi il regime della comunione dei bambini identico a quello previsto per
il matrimonio punto il contratto di convivenza si risolve per accordo delle parti ma anche per il
semplice recesso unilaterale; Si scioglie anche automaticamente in seguito al matrimonio o
all'unione civile tra i medesimi conviventi o tra un convivente ed altra persona nonché per morte di
uno dei contraenti.
SEZIONE V
LA FILIAZIONE
LO STATO DI FIGLIO
L'art 30 costo stabilisce che è dovere dei genitori mantenere istruire ed educare la prole anche se è
nata fuori dal matrimonio; fino alla riforma del 2012 e nel nostro ordinamento si distingueva tra
filiazione legittima e filiazione naturale a seconda che genitori fossero meno coniugati tra loro.
la distinzione tra filiazione matrimoniale e non matrimoniale è stata superata dalla riforma con la
legge del 10 Dicembre 2010 n 219 e d'attualità con il successivo decreto legislativo del 28 dicembre
2013 n 154 che disciplina il nuovo articolo 315 del codice civile secondo cui tutti i figli hanno lo
stesso stato giuridico; Ciò significa che il regime che disciplina il rapporto di filiazione è uguale
nell’ipotesi in cui genitori siano coniugati oppure non lo siano . Differente rimane solo il modo in
cui lo stato di figlio si acquista.
L’ACQUISTO DELLO STATO DI FIGLIO
Qualora i genitori siano coniugati lo stato di figlio si acquista automaticamente in forza dell’operare
combinato di alcune norme presunzioni: nel nostro ordinamento la madre è colei che partorisce .
Questa regola oggi può essere messa in discussione a causa delle nuove tecniche di fecondazione
assistita disciplinata espressamente dall articolo 269 comma tre del codice civile. Concorre a
formare lo status di figlio di genitori coniugati la presunzione di paternità che ammette la prova
contraria: il marito della madre e padre del figlio nato o concepito durante il matrimonio che
afferma così la presunzione di paternità. Questa affermazione deve essere raccordata con una
ulteriore presunzione che ammette una prova contraria ossia la presunzione di concepimento ; In
questo caso poiché generalmente la gestazione dura 9 mesi e è assai improbabile che essa duri più
di 10 mesi, il legislatore afferma che si presume concepito in costanza di matrimonio il figlio nato
dopo il matrimonio e quando non sono ancora trascorsi 300 giorni dalla data dell' annullamento
dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili di dello stesso punto la presunzione non
opera decorsi 300 giorni dalla pronuncia della separazione. Il l'articolo 234 del codice civile
prevede che se il figlio è nato dopo i 300 giorni dall' annullamento dallo scioglimento o dalla
cessazione degli effetti civili del matrimonio e genitori oh il loro e ridi sono comunque ammessi
approvare il suo concepimento durante il matrimonio; Analogamente se il figlio è nato dopo 300
giorni dalla separazione e ammessa la prova che esso è stato concepito durante la convivenza.
Occorre tuttavia precisare che la madre può al momento della nascita del figlio impedire che la
presunzione di paternità operi ; In primo luogo la madre può dichiarare che il figlio non è un figlio
matrimoniale e quindi non è figlio del marito. Inoltre la presunzione non opera nel caso in cui la
madre nella dichiarazione di nascita si si abbassa della facoltà di non essere nominata nell'atto di
nascita punto la facoltà della madre di non essere nominata è invece esclusa nel caso di gravidanza
verificatasi a seguito dell'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Se la
madre non è coniugata o nel caso in cui non operi la presunzione di paternità lo stato di figlio si
acquista a seguito di riconoscimento o dichiarazione giudiziale ; e riconoscimento e una
dichiarazione di scienza relativa al fatto che una determinata persona sia figlia del dichiarante punto
si tratta di un atto personalissimo nel senso che non può essere effettuato da un rappresentante e
ogni condizione o clausola diretta a limitare gli effetti del riconoscimento è nulla e si considera
come non apposta .Il riconoscimento è un atto spontaneo ed esso costituisce un dovere del genitore
corrispondente alla realizzazione del diritto del figlio a conseguire lo stato di filiazione nei confronti
dei genitori biologici.
Il riconoscimento è fatto nell atto di nascita oppure con un autonoma dichiarazione innanzi ad un
ufficiale di Stato civile o in un atto pubblico o in un testamento; Tale dichiarazione può essere
effettuata sia dopo la formazione dell atto di nascita sia prima della nascita ma ovviamente dopo il
concepimento punto può essere effettuata anche in relazione a un figlio premorto in favore dei suoi
discendenti che possono trarne giovamento sul piano successorio dopo la sua morte.
Il riconoscimento è un atto irrevocabile ; Se è contenuto in un testamento ha effetto dal giorno della
morte del testatore. In tal caso la dichiarazione di riconoscimento conserva la sua efficacia anche
nel caso in cui il testamento sia revocato.
Tanto la madre quanto il padre sono chiamati ad effettuare il riconoscimento che può avvenire sia
congiuntamente sia disgiuntamente gli appunti il riconoscimento del figlio che ha compiuto i 14
anni non produce effetto senza il suo assenso. Prima del compimento dei 14 anni il riconoscimento
non può essere attuato senza il consenso del genitore che ha effettuato per prima il riconoscimento :
nel caso in cui il genitore che ha effettuato per prime riconoscimento neghi consenso l'altro può
ricorrere al giudice per ottenere una sentenza che si sostituisce al consenso mancante qualora il
rifiuto sia contrario all' interesse del minore.
Il riconoscimento non può essere effettuato da una persona infra sedicenne salva autorizzazione del
giudice dopo aver valutato le circostanze e dopo aver avuto riguardo all' interesse del figlio . Inoltre
è necessaria l'autorizzazione per il riconoscimento del figlio qualora fra i genitori vi siano stretti
legami di parentela o di affinità.
La persona riconosciuta assume lo stato di figlio e conseguentemente il genitore assume nei
confronti del figlio tutti i doveri e tutti i diritti siete arrivano dal rapporto di filiazione punto il figlio
riconosciuto assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto re punti se il
riconoscimento è stato effettuato contemporaneamente dai genitori il figlio assume il cognome del
padre. A tal proposito in virtù della sentenza della Corte costituzionale n 286 del 2016 è ora
possibile che i genitori manifestino di comune accordo all' ufficiale di Stato civile la volontà che è
figlio assuma anche il cognome materno. Se la filiazione nei confronti del padre è stata accertata o
riconosciuta successivamente al riconoscimento da parte della madre e figlio può assumere il
cognome del padre aggiungendolo a quello della madre mentre nel caso in cui il figlio sia
minorenne il giudice decide circa l'assunzione del cognome del genitore breve ascolto del figlio
minore che abbia compiuto gli anni 12 e anche di età inferiore dove questo sia capace di
discernimento.
L’ADOZIONE
Lo stato di figlio si può acquistare anche per effetto di un provvedimento del giudice: la sentenza di
adozione. si devono distinguere due tipi di adozione: l'adozione di persone minori di età e
l'adozione di maggiorenni punto la prima non è disciplinata nel codice civile ma nella legge del 4
maggio 1983 n 184 mentre la seconda è disciplinata agli articoli 291 e successivi del codice civile .
La finalità dell’adozione di minorenni è quella di garantire ad ogni minore una famiglia fermo
restando che deve essere riconosciuto e tutelato il diritto del bambino di crescere all'interno della
propria famiglia biologica . Allorché tuttavia la famiglia biologica non sia in grado di prendersi cura
educare e mantenere il figlio il legame del bambino con i genitori e con la famiglia biologica viene
interrotto e viene costituito un rapporto di filiazione in capo ai genitori adottivi.
L'adozione di maggiorenni ha invece una finalità diversa cioè quella di tutelare l'interesse di una
persona ad avere una discendenza.
L’ADOZIONE INTERNAZIONALE
Oggetto di specifica disciplina e l'adozione internazionale in cui gli adottanti abbiano nazionalità
diversa dall' adottato gli appunti ciò si verifica tanto nel caso in cui gli adottanti italiani residenti in
Italia o all'estero intendano adottare un minore straniero residente all'estero quanto nel caso in cui
adottanti residenti all'estero intendano adottare un minore italiano i denti in Italia. Tale specie di
adozione è disciplinata dalla convenzione dell' Aja del 29 maggio 1993 per la tutela dei bambini e la
cooperazione nell’ adozione internazionale. Sul piano procedimentale l'adozione internazionale
presuppone che il minore sia dichiarato in stato di adottabilità nel paese di origine che le competenti
autorità abbiano accertato che il minore non possa essere protetto e curato nell ambito del proprio
paese d'origine e che l'adozione internazionale realizzi il miglior interesse del bambino punto le
autorità dello Stato d'origine devono inoltre accertare la piena libertà la consapevolezza degli effetti
e la gratuità del consenso da parte del bambino, dei familiari del bambino, delle istituzioni e delle
autorità tenuti a prestare il consenso ai fini dell'adozione.
I residenti in Italia che intendono adottare un minore straniero residente all'estero devono essere in
possesso dei requisiti richiesti per l'adozione di un minore residente in Italia; E si devono presentare
una dichiarazione di disponibilità all'adozione al tribunale per i minorenni del luogo di residenza
chiedendo che il tribunale dichiari la loro idoneità all'adozione. Il tribunale pronuncia il decreto di
idoneità all'adozione dopo aver disposto indagini tramite i servizi socio assistenziali territoriali.
L’ADOZIONE DI MAGGIORENNI
Dall' adozione dei minori deve essere tenuto distinto l'istituto dell'adozione dei maggiorenni
disciplinato agli articoli 291 su e successivi del codice civile. L' adozione del maggiorenne intende
soddisfare l'esigenza dell' adottante quei discendenti di avere un figlio a cui trasmettere il cognome
e il proprio patrimonio mortis causa. L' adozione del maggiorenne è consentita a chi abbia compiuto
35 anni e abbia un'età superiore di almeno 18 anni rispetto a quella di colui che si intende adottare.
l'adozione richiede il consenso dell' adottante e dell' adottato e l' assenso dei genitori dell' adottando
ed e coniuge dell' adottante e dell' adottando se non legalmente separato. E tribunale pronuncia con
sentenza l'adozione dopo avere accertato che essa convenga all' adottando. Per effetto dell’adozione
il figlio assume di norma il cognome dell' adottante anteponendo al proprio. L’adottato conserva
tutti i diritti e i doveri verso la sua famiglia d’origine; non si costituiscono legami parentali né tra
l’adottato e la famiglia dell’adottante, né tra l’adottante e la famiglia dell’adottato.
SEZIONE VI
LA CRISI DELLA FAMIGLIA
LA SEPARAZIONE PERSONALE FRA I CONIUGI
Articolo 150 del codice civile prevede che il vincolo matrimoniale possa essere attenuato nei suoi
effetti con la pronuncia della separazione che in primo luogo fa venir meno l'obbligo di
coabitazione ; Unico presupposto per la pronuncia della separazione e il verificarsi di fatti che
anche indipendentemente dalla volontà dei coniugi rendono intollerabile la prosecuzione della
convivenza o recano grave pregiudizio all'educazione della prole.
La separazione può essere giudiziale o consensuale ; E sapone l'esigenza di definire un nuovo
assetto nella vita della famiglia in quanto dev'essere regolamentato l'esercizio della responsabilità
genitoriale sui figli, deve essere disciplinato il godimento della casa familiare, devono essere
disposti i rapporti economici sia in relazione al mantenimento dei figli sia dei coniugi fra loro.
nella separazione giudiziale l'accertamento della sussistenza le pre supposti e la disciplina del nuovo
assetto della vita familiare sono effettuati dal giudice ecco la sentenza di separazione ; Nella
separazione consensuale sui coniugi stessi a dichiarare l'impossibilità della prosecuzione della
convivenza fermo restando che formalmente il presidente del tribunale compie comunque tentativo
di riconciliazione , stabilendo così l'assetto della loro vita separata. Le condizioni della separazione
consensuale sono sottoposte al vaglio del giudice il quale verificato che l'accordo dei coniugi
risponda all' interesse dei figli lo omologa.
La separazione giudiziale può essere addebitata a uno dei coniugi se l' intollerabilità della
convivenza e l'effetto della violazione da parte di un coniuge dei doveri che derivano dal
matrimonio; Il coniuge a cui sia stata addebitata la separazione per del diritto a ricevere un assegno
di mantenimento. La separazione non fa venir meno lo stato di coniuge infatti la moglie può
continuare a utilizzare il cognome del marito aggiunto al proprio, il giudice tuttavia può vietare alla
moglie l'uso del cognome del marito quando tale uso sia lui gravemente pregiudizievole.
I coniugi possono di comune accordo far cessare gli effetti della separazione riconciliandosi ; Non è
necessario che la riconciliazione sia pronunciata da un giudice infatti è sufficiente una espressa
dichiarazione di riconciliazione o un comportamento non equivoco incompatibile con lo stato di
separazione.
IL DIVORZIO
Il divorzio è stato introdotto nel nostro ordinamento solo nel 1970 ed è disciplinato dalla legge del 1
dicembre 1970 n 898. La legge distingue due istituti: lo scioglimento del matrimonio civile era
cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario.
sì allo scioglimento sia la cessazione degli effetti civili presuppongono l'accertamento che la
comunione spirituale e materiale tra i coniugi non possa essere mantenuta o ricostituita ; Ciò
significa che il legislatore del 1970 ha escluso che il divorzio possa essere fondato sul consenso di
entrambi i coniugi. Nel nostro ordinamento è stato invece introdotto un divorzio concesso dal
giudice sulla base dell’ accertamento oggettivo dell' impossibilita della prosecuzione della vita
matrimoniale.
Il divorzio viene concesso dal giudice qualora
-un coniuge sia stato condannato per reati di particolare gravità
-un coniuge sia stato assolto per vizio totale di mente da uno dei delitti per i quali la condanna
comporterebbe causa di divorzio
-il coniuge sia stato condannato per fatti commessi in danno dell'altro coniuge o di un figlio.
-l'annullamento del matrimonio o il divorzio ottenute all'estero dall'altro coniuge
-l'accertamento che il matrimonio non è stato consumato
l'unica ipotesi effettivamente applicata nella prassi quotidiana dei nostri tribunali è quella dove il
divorzio può essere fondato sul fatto che sia stata pronunciata con sentenza passata in giudicato la
separazione giudiziale o sia stato omologata la separazione consensuale punto la separazione deve
essersi protratta ininterrottamente da almeno 12 mesi dalla comparizione dei coniugi innanzi al
presidente del tribunale all'inizio del giudizio di separazione giudiziale oppure da almeno sei mesi
nel caso di separazione consensuale.
Il divorzio a differenza della separazione scioglie definitivamente il vincolo matrimoniale e ne fa
venir meno gli effetti : viene meno inoltre lo stato di coniuge e conseguentemente cioè sanno i
diritti successori pronto la moglie perde il diritto di utilizzare il cognome del marito amino che il
tribunale non la autorizza a conservarlo.
SEZIONE VII
L’OBBLIGAZIONE ALIMENTARE
IL FONDAMENTO E IL CONTENUTO DELL’OBBLIGO
Il legame familiare genera un vincolo solidaristico che si sostanzia nel dovere di componenti della
medesima famiglia di prestarsi reciproca assistenza infatti ciascuno è tenuto a versare agli altri
componenti della famiglia che versino in stato di bisogno ciò che è necessario per far fronte alle
esigenze essenziali della vita. Prevedendo l' obbligazione alimentare lo stato moderno individuo
nella famiglia una prima difesa contro il disagio economico ; Ha diritto a ricevere gli alimenti solo
chi versa in stato di bisogno e non può provvedere al proprio mantenimento. E quindi titolare del
diritto solo chi non ha mezzi adeguati a condurre una vita dignitosa e non può procurarseli per
ragioni connessi all' età o per una malattia che gli impedisce di lavorare o non riesce a trovare un
occupazione nonostante si sia applicato con diligenza a cercarla.
La misura dell obbligazione alimentare e proporzionata al bisogno dell' alimentando e alle
condizioni economiche del debitore e non deve superare quanto necessario per soddisfare i bisogni
della vita dell' alimentando. Colui che deve versare gli alimenti può scegliere se adempiere all'
obbligazione mediante il pagamento di un assegno periodico oppure accogliendo nella propria casa
l' alimentando e provvedendo al suo mantenimento quotidiano.
L'assegno periodico alimentare non va confuso con l'assegno di mantenimento a favore del coniuge
separato e con l'assegno divorzile.
LA DISCIPLINA
La legge individua una serie di soggetti obbligati a versare gli alimenti e stabilisce fra essi un ordine
tenendo conto dell intensità del legame familiare ; Il creditore degli alimenti deve seguire questo
ordine nel senso che può rivolgersi ad uno obbligato solo se gli obbligati del grado precedenti non
sono in condizione in tutto o in parte di provvedere ai suoi bisogni.se più persone sono obbligate
nello stesso grado tutte devono concorrere all adempimento dell obbligazione in proporzione alle
proprie condizioni economiche. In ordine coloro che sono obbligate a versare gli alimenti sono:
il coniuge
i figli anche adottivi e in loro mancanza i discendenti prossimi
i genitori e in loro mancanza gli ascendenti prossimi e gli adottanti
i generi e le nuore
il suocero e la suocera
i fratelli e le sorelle : l'obbligo alimentare fra fratelli e sorelle è limitato allo stretto
necessario.
anche colui che ha ricevuto una donazione dalla persona che si trova in stato di bisogno e obbligato
agli alimenti a favore del donante ed è obbligato con precedenza rispetto ad ogni altro obbligato.
L'obbligo degli alimenti è stato in stesso anche all'unione civile tra le persone dello stesso sesso ;
Inoltre in caso di cessazione della convivenza, il convivente ha diritto di ricevere dall altro
convivente gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio
sostentamento.
L' obbligazione alimentare non ha una durata prestabilita essendo subordinata al perdurare dello
Stato di bisogno ; Anche la sua misura può variare al variare dello Stato di bisogno e delle
condizioni economiche dell' obbligato.
L'obbligo alimentare e cessa con la morte dell' obbligato e quindi non si trasmette ai suoi eredi.