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Diritto privato 16-12-2021

Dal punto di vista della natura e figura giuridica è diverso dal matrimonio civile
(il matrimonio concordatario)
Si parla quindi di un matrimonio di altra figura, derivante non dal diritto civile
ma bensì dal diritto canonico.
Il matrimonio degli acattolici rientra nell’istituto e nella disciplina del
matrimonio civile, con la particolarità di essere tenuto da un ministro religioso
acattolico.
La delega sta alla base (in normativa) di alcune figure dei matrimoni acattolici.
Infatti con la legge del ’29 ci fosse sia il matrimonio concordatario che il
matrimonio acattolico tramite delega, che ovviamente doveva essere approvato
dal ministro degli interni e dall’ufficiale civile, che avrebbe dato poi la delega.
Conferisce i poteri.
Il ministro di culto, acattolico, da un lato deve avere l’autorizzazione dal
ministro degli interni altrimenti non può celebrare il matrimonio, dall’altro lato
gli devono essere riconosciuti i pieni poteri.
La legge del ’29 è sostanzialmente superata e ha un’applicazione residuale
(praticamente non viene messa in atto) e perché lo stato utilizza le “intese”,
accordi di tipo politico, trasformate poi in legge dello stato, ed ogni intesa
(salvo la confessione buddista) ha il potere di officiare il matrimonio.
Non c’è più l’approvazione del ministro degli interni, ma la semplice
comunicazione, ed eventualmente il ministro degli interni inibisce qualcuno.
Nel momento in cui i ministri di culto cattolico fanno parte delle liste
ministeriali, essi stessi prendono il potere di sposare le coppie anche se
l’ufficiale di stato civile ha unicamente scopo di controllo.
Dal punto di vista degli effetti non si hanno cambiamenti, abbiamo un
cambiamento del regime giuridico dei ministri di culto.
Ipotizzando che un matrimonio degli acattolici (senza concordato stato-
religione) venga processato senza rispettare gli articoli 143, 144, 147 viene
ritenuto efficace.
Il regime legale, prodotto per effetto di legge per il fatto stesso che ci sia stato il
matrimonio
Il regime condizionale, stabilito dall’ordinamento giuridico per poter stabilire
un regime diverso dalla comunione dei beni (es. separazione)
I nubendi, non prevedono niente nella fase di pubblicazione ne in quella della
celebrazione, l’ordinamento prevede la nascita degli effetti patrimoniali e nasce
la comunione dei beni (per alcuni è meglio dire beni degli acquisti)
Se un nubendo ha un patrimonio personale precedente al matrimonio, non
ricade nel regime comunione.
Nel caso sia successione, ricade nel regime di comunione, e questa è data
Nella comunione legale abbiamo l’indivisibilità poiché è creata in funzione
della famiglia (solo nel caso del divorzio abbiamo la divisibilità)
Non si può disporre della quota, ma si può disporre dell’intero diversamente
dalla comunione ordinaria.
Gli atti di ordinaria amministrazione possono essere posti in essere
disgiuntamente, solo quelli di estrema amministrazione sono da porre in essere
congiuntamente.
Un coniuge italiano e uno straniero, potrebbe a seconda dei casi optare per un
regime economico straniero, in base al rapporto fra stato italiano e ordinamento
straniero.
Esistono forme di tutela della famiglia come il fondo patrimoniale, fondo
autonomo, dove i creditori personali dei coniugi non possono aggredire questo
fondo.
La distinzione fra separazione e divorzio
Con la separazione il vincolo di coniugio rimane, ma i coniugi non sono più
tenuti a seguire gli obblighi nati col matrimonio.
Non c’è più la necessità di coabitare,

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