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Riassunto Libro " Corso di Diritto Pubblico " di Augusto Barbera e Carlo Fusaro

a cura di Guido Del Fante, scienze politiche, media e giornalismo

RIASSUNTO CAPITOLO 1 : Ordinamento giuridico e costituzionale

Qualunque organizzazione esistente costituisce un ordinamento giuridico, infatti al suo interno ci


sono regole ed è necessario crearne di nuove per regolare le varie attività. Le religioni erano quelle
istituzioni che permettevano una diffusione di regole, dogmi e leggi ma con il tempo il diritto si è
diviso dalla religione, si pensa che la divisione definitiva sia arrivata nel 287 a.c con la lex
Hortensia nel periodo repubblicano, ma in realtà una divisione non c'è del tutto, basta pensare alla
religione islamica e ai paesi dove c'è la sharia. Le regole etiche e religiose hano come fine quello di
perseguire il perfezionamento dell'individuo e la sua salvezza dell'anima, mentre le regole
giuridiche devono regolare i rapporti all'intern dell'organizzazione e quind definiscono i confini
degli interessi, dei doveri e così via. Le regole del diritto non riguardano infatti le mere azioni
dell'individuo, esse regolano la vita dell'intera organizzazione. Le regole giuridiche infatti tutelano
sia i doveri, ma anche e sopratutto i diritti. Ci sono norme giuridiche quando siamo all'interno di un
rapporto giuridico ovvero un contatto tra due o più individui che seguono una regola comune e
quindi creano dei vincoli. Ogni organizzazione produce diritto ed è soggetta a quel diritto. Possiamo
dire che nessuna oeganizzazione è proprietaria del diritti, ma c'è una pluralità, tanto che si parla
proprio dela teoria della pluralità degli ordinamenti giuridici. In questo libro studieremo il diritto
dello stato, una delle strutture più complesse all'interno de diritto.

--> Cos'è un ordinamento giuridico?

C'è un rapporto tra diritto e organizzazione sociale? Se si , quale? Basta pensare a due differenti
teorie. La prima, sostenuta da Hans Kelsen è quella delle teorie normativiste secondo le quali ogni
organizzazione è da vedere come un qualcosa delimitato a se, da studiare secondo regole proprie e
quindi le regole e il diritto formano tali organizzazioni. In modo diverso la pensa i seguaci della
teoria istituzionalista secondo la quale non è il diritto a formare l'organizzazione ma questa a
creare regole etc che servono per mantenerla e tenerla unita e compatta. Possiamo dire infatti che le
norme sono il prodotto di fatti normativi intervenuti in un certo momento della storia. Come
esempio basta pensare al Commn Law nei paesi anglosassoni dove appunto le azioni etc producono
le norme. La stessa nostra costituzione entrata in vigore nel 1948 ne è un esempio, in quanto prima
che si formasse questa c'erano già le basi formate nella società e quindi di fatti normativi. Quindi
concludendo secondo le teorie normativiste una società ha un ordinamento, secondo invece le teorie
istituzionaliste una società è un ordinamento. Tutte le discipline giuridiche dovrebbero formarsi sul
diritto positivo, ma c'è un limite perchè non si sa rispondere alla domanda " qual'è il fondamento su
cui si regge un ordinamento?".La definizione di ordinamento giuridico è la seguente :è l'insieme
di più elementi accomunati dal fatto di essere tutti espressione di una determinata organizzazione
sociale e quindi coordinati secondo determinati criteri. Un lungo dibattito si inserisce nel diritto,
ovvero se il diritto naturale sia sopra ogni diritto. Purtroppo l'idea di cosa sia il diritto naturale è
variabile nel tempo e nei luoghi quindi è pressoche impossibile darne una risposta certa. Inoltre da
dopo la fine della seconda guerra mondiale sono tornate le teorie giusnaturaliste che riconoscono i
diritti inviolabili dell'uomo. Ogni ordinamento è un sistema e deve essere coerente, completo e
unitario. Un sistema è sempre ordinato intorno ad un progetto e quindi a tenerlo unito devono
esserci legislatore e interpreti. Ogni interprete deve sempre presuppore che il diritto sia un sistema.
Le varie norme etc sono un insieme di tutto, non solo piccole parti del diritto. Nel diritto si ha la
differenza tra disposizioni che sono suscettibili di interpretazione e quindi modificabili, mentre le
norme sono il prodotto dell'interpretazione.
--> Costituzione e ordinamento costituzionale

Affinchè un ordinamento giuridico possa essere ritenuto un sistema alla sua base ci deve essere un
progetto, quindi la formazione di norme e valori in cui riconoscersi e come ad esempio nello stato
devono essere sancite da qualcosa, nel caso sopracitato dalla costituzione. Questa può essere rigida
o flessibile, nel primo caso si può modificare solo con procedimento aggravato inoltre può essere
scritta o non scritta. Le costituzioni sono diventate sempre più presenti grazie al movimento
costituzionalista, ma già ce ne furono alcune ottriate cioè concesse dal sovrano. Quindi ogni
ordinamento statale ha una sua costituzione che sancisce il tipo di stato, valori, governo, etc. In
Inghilterra nonostante non ci sia costituzione scritta nessuno mette in dubbio i principi fondanti su
cui si basa la nazione. Manca la costituzione ma hanno un nucleo di norme che rappresenta i valori
di quel paese. Ogni paese però ha un ordine costituzionale e infatti possiamo definire ordinamento
costituzionale quel raggruppamento di norme scritte o non scritte che danno il valore alla nazione e
forma all'ordinamento giuridico, un pò come fosse il Dna di tutta la struttura. La costituzione può
comunque non avere più norme effettivamente vigenti e infatti le norme costituzionali non
esauriscono i contenuti della costituzione stessa, ma ogni stato deve legiferare aggiungendo sempre
più norme con valore. Ci sono inoltre organi costituzionale che hanno valore e possono delineare il
nostro ordinamento costituzionale. Mentre quelli di rilevanza costituzionale in pratica non hanno
nessun valore effettivo. Le norme costituzionali vigenti vanno interpretate in base alla situazione
odierna indipendentemente che siano scritte o meno ; stabilire se una carta costituzionale è valida o
meno , basti pensare allo statuto albertino che nonostante le leggi del fascismo era ancora in vigore.

I normativisti tendono a identificare la costituzione con il documento, invece gli istituzionalisti con
la decisione politica che fonda questa carta. Secondo i normativisti infatti tutto l'ordinamento si
forma a cascata, infatti via via si formano i vari pezzi e quindi una certa produzione generale a
forma piramidale. Per Kelsen una norma è prodotta dal principio di effettività, cioè è valida fin
quando non è ritenuta più valida nella sua funzione e quindi nel suo valore. Questa posizione venne
molto criticata dagli istituzionalisti. Infatti secondo loro qualsiasi ordinamento o simile ha delle
regole, non esiste una forma che non ne abbia. Lo stesso C.Schmit sostiene che la vera costituzione
è la decisione, l'unità politica di un ordinamento permette la sua formazione.
Mortati prende spunto da questa idea per la sua teoria e crea il concetto di costituzione materiale
che è ciò che sostiene l'intero ordinamento, qualcosa su cui convergono le maggiori forze politiche.
Questa però è stata criticata perchè veniva usata per contrapporre alla costituzione esistente una
costituzione veramente vigente. Quindi veniva strumentalizzata. Differenza tra costituzione e
ordine costituzionale, nel primo caso si fa riferimento alla carta entratat in vigore nel 1948 nel
secondo caso invece ai principi che fano parte. Non si fa riferimento a forze politiche e questo
gsarantisce una certa autonomia. Il diritto costituzionale è il nucle dell'ordinamento.

--> Diritto pubblico e privato

Il diritto costituzionale si colloca sempre prima degli altri diritti, proprio perchè è ritenuto il tronco
da cui nascono tutte le norme, dove appunto abbiamo le radici. Inoltre nell'ordinamento appartiene
il diritto costituzionale. Possiamo distinguere il diritto privato e pubblico, anche se è difficile
trovare una netta distizione. Nel primo caso lo stato lascia ai cittadini il libero esercizio e quindi il
libero contratto, ma in realtà interviene sempre per aiutare e per mettere alla pari i diritti dei vari
individui. Nel secondo caso invece lo stato è sempre al primo posto negli interventi che gli
competono. Anche se oggi molte amministrazioni si affidano al privato, come apunto
liberalizzazioni o altro. Il confine tra privato e pubblico è quindi mobile. Del pubblico fanno parte il
diritto costituzionale, parlamentare, regionale, aministrativo, tributario, ecclesiastico, penale e
civile. Nel caso invece del diritto del lavoro e dell'economia si parla sia di facente parte al diritto
pubblico e a quello privato.
RIASSUNTO CAPITOLO 2 : Lo Stato

Lo stato inizia a formarsi già da molti secoli, ne parlava Machiavelli nel Principe. Inoltre c'è stato
un forte cambiamento perchè mentre prima era tutto feudale e c'era un padrone e diversi padroni si
scontravano su un territorio, poi piano piano siamo andati nel riconoscersi sotto un' unica figura che
è proprio dello stato. La prima divisione la si ha tra impero e religione. Lo stato moderno nasce ed è
caratterizzato da due elementi :

 La sovranità, vale a dire la sua autonomia e quindi l'avere il potere sopra qualsiasi potere
esistente nel suo territorio;
 La politicità, cioè il poter sottoporre alle proprie regole chiunque si trovi nel suo territorio e
garantire diritti e servizi.

Uno stato è tale se riesce ad ottenere il monopolio della forza ovvero fare sottostare alle proprie
regole i cittadini e può usare la forma diretta o indiretta, nel primo caso con l'uso legale delle regole
nel secondo caso ponendo come unico detentore della legalità. Definizione di stato :

Stato è quando una popolazione si sottomette ad un potere politico e da vita ad un


ordinamento che è in grado di soddisfare i suoi interesi generali.

La popolazione in questo modo diventa popolo, e ottiene la cittadinanza e quindi tutti i diritti e
doveri uguali. Lo stato per esistere deve avere:

 Un popolo;
 Un territorio;
 Un governo sovrano.

Non è uno stato un popolo privo di territorio, oppure una colonia dove la sicurezza è garantita da
uno stato esterno. Lo stato per funzionare deve essere sovrano e quindi darsi delle regole, valori e
quindi avere una costituzione. Solo se si è sovrano si può avere la costituzione. Il popolo diventa
fonte di legittimazione dello stato ed è proprietario dei poteri sovrano. Ci sono però oggi dei limiti
di fatto dati dalla globalizzazione e dai limiti giuridici perchè essendo ormai un mondo tutto
collegato anche grazie alle tecnologie consideriamo tutti i cittadini. Oggi però va contro il concetto
di stato quel concetto di stato federale che sta sempre prendendo più piede, in quanto c'è una
divisione di ruoli e quindi sembra quasi che lo stato non sia più detentore dei suoi poteri. Ad oggi
infatti si discute anche a che modello di territorio appartenga l'Europa.

C'è un costituzionalismo di matrice liberale che dice che l'uomo ha diritto alla proprietà privata,
alla vita e alla libertà. Nascono infatti le teorie giusnaturaliste, ovvero i cittadini trasferiscono questi
valori in un' autorità che deve garantire queste cose. Infatti basta pensare ad Hobbes e Locke, per il
secondo lo stato è lo sviluppo di una condizione positiva che deve essere migliorata per Hobess
invece lo stato di natura è una condizione di grave conflitto e per uscire infatti si delega al sovrano
il potere di disporre di se stessi. Il leviatano infatti soggetta ttti i sudditi al suo potere. Da Hegel
invece che si oppone alle idee contrattualiste viene fuori un idea diversa, ovvero è il cittadino che
dipende dallo stato e viene unito da esso non viceversa e lo stato è del tutto separato dalla società.
Nasce dalla sua idea la destra Hegeliana. Se uno stato nasce su ideologie si può parlare di stato
etico, basta pensare al nazismo e fascismo. Marx invece capovolse il concetto economico di Hegel e
anche l'idea del rapporto fra stato e società. Per lui il principale costruttore della società è la società
civile non lo stato. Er lui la storia dell'uomo è una continua lotta tra classi sociali. Per lui lo stato è
uno strumento delle classi per sopraffare con il loro potere sulle altre. Era quindi un semplice mezzo
da usare.
Le forme di governo consistono nel modo in cui viene distribuito il potere in uno stato, mentre le
forme di stato rigurardano il rapporto tra governati e governanti. Le forme di stato sono :

 Lo Stato assoluto si forma con la dissoluzione dell'ordinamento feudale e consiste in un


sovrano che è riconosciuto e legittimato da Dio, il quale ha accentrato su di se tutti i poteri e
la società è divisa in classi, legittimando in modo maggiore l'Aristocrazie;
 Lo Stato liberale nasce come frutto della lotta tra borghesia e ristocrazia. In questo stato
non tutti possono votare ma solo chi ha determinate capacità. Però tutti i cittadini hanno
riconosciuto il diritto di libertà e di proprietà. E' uno stato monoclasse.
 Lo stato liberaldemocratico nasce all'inizio 900 e vengono dati i diritti di voto a tutti i
cittadini maggioreni inoltre si garantisce l'organizzazione degli individui in partiti etc in
modo da rappresentare più classi possibili. Questo è uno stato pluriclasse.
 Lo Stato sociale, che porta al riconoscimento di tutti i diritti dell'individuo e quindi lo stato
interviene sia a livello sociale che economico.
 Lo Stato costituzionale cioè si fissano i diritti e i doveri degli individui in costituzioni fisse
e rigide che vanno rispettate.
 Lo Stato Fascista si ispirava alla storia totalitaria degli ideali Hegeliani.
 Lo Stato Socialista invece sostiene la lotta di classe delle teorie Marxiste. Entrambi sono
tipi di stato ormai in regressione.
 Lo Stato confessionale è quello in cui non si accetta la separazione tra potere religioso e
statale. Vedesi la sharia.

Lo stesso stato italiano è definito uno stato sociale basato su una parte di stato costituzionale ma
anche di stato liberaldemocratico. In questo stato tutti i cittadini hanno soliti diritti e doveri difesi
dallo stato che si fa garante di ogni singolo individuo. La sovranità appartiene al popolo e ogni
individuo è uguale, infatti è rispettato il diritto di eguaglianza. La sfera politica è autonoma dal
potere religioso e lo stesso potere sovrano è sottoposto alla legge. C'è la separazione dei poteri,
nessun organo può apprpriarsi di tutti i poteri.

RIASSUNTO CAPITOLO 3 : Ordinamento Internazionale

C'è la teoria degli ordinamenti giuridici infatti il diritto non è monopolio dello stato. Anche
perchè alla luce di un mondo sempre più globale e unito ci si deve interrogare sui rapporti giuridici
che c'è tra i vari ordinamenti. Il diritto internazionale si ritiene sia nato dopo il trattato di
Westfalia del 1648, che riconobbe la comunità degli stati e la nascita dello stato moderno. Ma una
volta che uno stato si riconosce sotto un organizzazione e quindi non ritiene di avere niente e
nessuno sopra la sua legislazione, come si inserisce la comunità internazionale in questo rango?
Sorgono apunto dei problemi giuridici e dei dubbi. Basta pensare che la comunità internazionale
non è fornita di un organo legislativo, le norme del dirito internazionale sono prodotti delle fonti di
fatto o sennò ci sono i trattati che uniscono sotto un vincolo i vari stati. Alla fine gli stati tendono
sempre a pensare all'autotutela prima di guardare in totalità e unione. Pensiamo al rapporto tra
ordinamento giuridico internazionale e quello italiano. Ci sono concezioni pluraliste e concezioni
moniste, che riducono ad unità ordinamento internazionale e nazionale.

 Ordinamento internazionale e italiano

Ovviamente si creano dei rapporti tra ordinamento internazionale e nazionale, chi sposa la
concezione pluralista questo lo sa. Chi invece segue quella monista, vede tutto come un‟ unica
unità. Kelsen sostiene invece il primato dell‟ordinamento internazionale, dove c‟è un governo
mondiale che deve imporsi sugli altri. Per i pluralisti invece ogni ordinamento è da solo e non è
detto che quello che ha valore giuridico in un certo territorio, abbia la stessa valenza in un altro. Ci
sono però degli obblighi di diritto internazionale ai quali gli stati devono sottostare in base a
origine pattizia oppure consuetudinaria. Gli obblighi di natura pattizia sono più semplici; i
trattati prevedono la ratifica tramite firma dei vari stati. La ratifica è quando uno stato fa propri
i negozi di un altro stato mediante una firma, questo avviene tramite i rapporti che il ministro
degli esteri lega con i vari governi. La ratifica secondo l‟articolo 80 della costituzione italiana
prevede che a firmare sia il presidente e viene usata quando ci sono variazioni di territorio, trattati
con natura politica e così via.

 Adattamento agli obblighi internazionali

Lo stato opera su due piani diversi e deve operare nella direzione di adattarsi sui piani del diritto
internazionale. Infatti deve conformarsi alle decisioni prese in campo di diritto internazionale,
adatto il proprio regolamento. L’adattamento all‟ordinamento internazionale prevede delle
modalità. Tre modalità :

- Procedimenti ordinari, la cui fonte è la legge e ci si deve creare appunto una formazione
legislativa. Ci si deve quindi adattare alle decisioni prese a livello internazionale.
- Procedimento speciale, avviene tramite l’ordine di esecuzione e quindi questo rinnovo
legale viene introdotto nella legge, in modo allegato. Il parlamento ordina così
l‟adattamento.
- Procedimento automatico, non c‟è bisogno di nessun iter o atto statale ma l‟ordinamento
nazionale si adatta in modo automatico a quello internazionale. Non sempre però è efficace
ma alcune volte è necessario l‟intervento dello stato.

 I diritti umani

Ci sono tanti principi riconosciuti a livello internazionale, come “i patti conclusi vanno rispettati”,
oppure “ogni stato ha uguale sovranità” , oppure “ il divieto della pirateria” etc. Con la fine della
prima e seconda guerra mondiale il diritto internazionale ha ricevuto molti cambiamenti. Infatti si è
introdotto una cosa importante ovvero i diritti umani. Ogni essere vivente ha dei diritti che ogni
stato deve garantire. Basta pensare alla dichiarazione internazionale dei diritti dell’uomo del
1948 che porta molte novità; il diritto internazionale adesso riguarda anche i cittadini, non solo lo
stato. Per far si che si rispettino le scelte internazionali sono stati introdotti proprio dei tribunali
internazionali. Esiste infatti la corte internazionale penale che è permanente e che opera contro le
persone o cittadini che si siano macchiati dei peggio atti come assassini etc.

 Organizzazione ONU

Ci sono le organizzazioni internazionali che si sono date degli scopi comuni. La principale è l’onu
ovvero l’organizzazione delle nazioni unite. Venne creata dalla carta di S.Francisco, appena la
guerra finì (sottoscritta in data 26 Giugno 45) stipulata da 50 paesi. Il suo intento era quello di
ricreare ciò che la società delle nazioni non era riuscita a fare con la prima guerra mondiale. Ha
sede a New York e ha come organi principali:

- L’assemblea generale, composta da tutti gli stati membri e delibera a maggioranza


semplice, tranne che per le cose più complicate con maggioranza a 2/3.
- Il consiglio di sicurezza, è composta da 15 membri di cui 5 permanenti ( ovvero i vincitori
della guerra cioè Cina, Francia, Usa , Inghilterra e Russia) e gli altri 10 decisi e cambiati
ogni due anni dall‟assemblea stessa. I 5 godono del diritto di veto e possono scombinare le
votazioni su temi importanti legati appunto ai loro interessi. La loro presenza è sempre
necessaria sulle questioni di voto.
- Consiglio economico e sociale, è composto da 54 membri eletti dall‟assemblea e cambiati
ogni 3 anni.
- La corte internazionale di giustizia, composta da 15 giudici eletti dal consiglio di
sicurezza e dall‟assemblea generale.
- Il segretario generale viene eletto per 5 anni dall‟assemblea generale e ha compito di
mediazione e di iniziativa. Ruolo importante e delicato.

I singoli stati non possono fare ricorso all‟uso della forza, se non si trovano sotto attacco al quale
possono difendersi. L‟uso della forza è rimandato solo al consiglio di sicurezza. Gli interventi
autorizzati sono le cosiddette missioni dei caschi blu. L‟Italia venne ammessa all‟onu nel 1955. C‟è
un dibattito se gli interventi militari siano costituzionali o meno, ma si è arrivati alla conclusione
che lo sono nell‟ambito di partecipazioni militari con i caschi blu. Fece discutere la partecipazione
alla missione del 1999 in Kosovo, decisa dalla Nato ma non dall‟onu. Ci sono organizzazioni
internazionali regionali, come la Nato , che prevede l‟aiuto ad uno stato membro che sia attaccato.
Ci sono organizzazioni che non sono a fine militare come il Consiglio d’Europa che garantisce
l‟applicazione della cedu ovvero della garanzia del rispetto del diritto.

RIASSUNTO CAPITOLO 4 : L‟unione Europea

 Dalle comunità all‟unione europea

L‟Italia a livello giuridico intrattiene rapporti anche con l‟Unione Europea, sul cui valore ci si
continua a interrogare tutt‟oggi. Questa nasce il 1 Novembre 1993 con la entrata in funzione del
trattato di Maastricht ratificato un anno prima. L‟unione Europea è frutto di un processo di 40 anni,
iniziò oltretutto nel 1951 quando venne istituita la ceca ovvero la comunità europea del carbone e
dell‟acciaio tra alcuni paese come Francia, Germania, etc. La politica voleva muoversi per creare
una conciliazione tra Germania e Francia che parteciparono alla guerra mondiale con esiti differenti.
Venne così creata l’Euratom,per unirsi sullo sviluppo dell‟energia nucleare e della Cee ovvero
della comunità economica europea. Questa formazione avvenne con la realizzazione del Trattato di
Roma del 1957. Si voleva creare la possibilità di attuare uno scambio doganale con tariffe e regole
uguali per tutti gli stati. Si arrivò nel 1965 alla fusione delle comunità che avevano un unico
consiglio. Dal 1970 la comunità è stata dotata sempre più di una certa, seppur limitata, autonomia
giuridica e decisionale alla quale vengono demandate diverse materie importanti e quindi decisioni.
Nel 1974 nasce un vero e proprio consiglio e quindi un modo per decidere che è quello del
Consiglio Europeo. La corte di Giustizia garantisce che il diritto venga rispettato all‟interno della
comunità e lo fa con un continuo dibattito giuridico. La comunità europea si allarga di anno in anno
introducendo i vari paesi, non ultimo la Romania. Il tratta di Maastricht non solo mette le basi per la
moneta unica ma viene poi creato il trattato sull‟unione europea che unisce le precedenti comunità
(la ceca c‟è fino al 2002), una economia congiunta ma anche una collaborazione tra forze di
giustizia.

 Organizzazione

L‟unione europea si basa su organi importantissimi che sono :

- Il consiglio europeo, non è un istituzione comunitaria, decide all‟unanimità ed è formato dai


capi di governo o stato di ogni aderente e dal presidente della commissione. Ogni 6 mesi
viene scelta la presidenza politica tra ogni stato. Questo manda l‟indirizzo politico
dell‟Europa.
- Il consiglio è formato da un rappresentate per ogni stato membro che deve impegnare il
governo nelle varie attività. Prende decisioni importanti su temi politici, di sicurezza, di
controllo economico e così via. A seconda del tema dibattuto si riuniscono i rappresentanti
di ogni governo, ad esempio ministro dell‟agricoltura sulla discussione agricoltura e così
via.
- Il parlamento europeo, composto da più di 700 parlamentari eletti da ogni stato per 5 anni.
Purtroppo non c‟è ancora una legge elettorale europea comune. E‟ organizzato con gruppi
politici composto da minimo 20 rappresentati di 1/5 dei paesi europei. Ci sono 20
commissioni, c‟è un regolamento che prevede a votazione a maggioranza di voti e non ha
sede unica ma si sposta da Strasburgo Bruxelles e Lussemburgo. Ha il potere di sorvegliare
e valutare le spese, valutare i trattati di adesioni di stati, gli accordi, le sanzioni, ha anche
funzione legislativa, può controllare il bilancio e controllare la commissione tanto da poter
fare commissioni d‟inchiesta e fare interrogazioni.
- La Commissione, è composta da 27 membri uno per stato e ha un presidente eletto dal
parlamento. Ha diverse funzioni come quella di poteri di iniziativa, di vigilanza, di bilancio
e controllo della concorrenza tra mercati e stati.
- La Corte di Giustizia, ha un proprio statuto, composta da 27 giudici e 8 avvocati che
propongono e controllano le varie attività da mettere sotto i riflettori. Compito di questo
organi è di far rispettare le regole del diritto a tutta la comunità. E‟ quella che giudica le
controversie fra stati e così via. E‟ una specie di corte di cassazione della comunità. A questa
infatti si affianca il Tribunale di Primo grado regola le varie azioni intraprese da singoli
etc contro la comunità, è una sorta di organo per alleggerire il peso alla corte.
- Ci sono organizzazioni settoriali come la Banca Centrale ( BCE) che deve mantenere la
stabilità dei prezzi e inoltre stampare le monete. Invece La corte dei conti europea deve
controllare la stabilità dei conti della comunità.

 Come funziona la Comunità Europea? Ecco le fonti

L‟ordinamento dell‟ Ue si fonda sui trattati che vengono via via ratificati dagli stati e dai quali
derivano le norme e quindi sono le fonti del diritto della comunità europea. Un trattato non esclude
o cancella l‟altro anzi lo integra. L‟Ue si basa su principi base che sono il rispetto dei cittadini,
trasparenza delle decisioni, porsi degli obiettivi da raggiungere, libertà e sicurezza e giustizia,
rispetto dei diritti, parità tra uomo e donna, grande protezione dell‟ambiente.

- La sussidiarietà ovvero che la comunità interviene se uno stato per raggiungere un certo
obiettivo non riesce a raggiungerlo e quindi interviene la comunità per fare ottenere pari
risultati a tutti.
- La cittadinanza Europea, è riconosciuta a tutti i cittadini dei paesi membri e non cancella
quello dello stato ma la integra aumentando i diritti e conferendo lo stato di libera
circolazione e soggiorno nei territori Ue.
- La carta dei diritti fondamentali, di cui se ne discute il valore giuridico in quanto non è
entrata a far parte dei trattati. E‟ innovativa perché raggruppa i diritti politici con quelli
economici etc , ha 54 articoli. Ogni persona ha gli stessi diritti senza distinzione alcuna.

C‟è il diritto comunitario derivato , nel quale ci sono regolamenti che si applicano direttamente in
ogni stato, le direttive invece vincolano lo stato ad un raggiungimento di certi obiettivi in un
determinato tempo. Le decisioni servono per legiferare su stati concreti, quindi cose specifiche e
non generali. I pareri servono per far rendere un idea di indirizzo politico, ma non hanno alcun
valore giuridico. Questo tipo di diritto ha un certo tipo di procedimento che consiste nella
codecisione cioè il procedimento più applicato, cooperazione e consultazione. L‟Italia facendo
parte dell‟Ue ha assunto degli obblighi che deve rispettare. La peculiarità dell‟ordinamento europeo
è che si fonda sui trattati che hanno durata illimitata,per molti è un ordinamento prefederativo nel
senso che prevede sviluppi negli anni ed è ancora in corso, infatti si parla di un ordinamento in
federazione di stati nazione.
 Arriviamo al trattato di Lisbona…

La costituzione per l‟Europa per portare il tutto a un processo unificato doveva essere ratifica nel
2004 a Roma ma i paesi promotori come Francia e Paesi Bassi l‟affossarono con un referendum che
disse no e questa finì appunto su un binario morto. Poi venne il trattato di Lisbona che vene
ratificato ma con modifiche visto il no al referendum dell‟Irlanda. Questo trattato non parla della
costituzione precedentemente citata, ma in pratica la esprime nelle scritte. Questo trattato introduce
molte novità ovvero l‟unione sostituisce la comunità facendo cadere il sistema a pilastri; 1 milione
di cittadini europei può chiedere di attuare una norma su un certo argomento; viene introdotto il
presidente del consiglio europeo che sta in carica 2 ani e mezzo; la commissione dal 2010 non
sarebbe più stata composta da 27 membri cioè uno a stato, ma da 18 cioè 2/3 in modo assolutamente
paritario.

RIASSUNTO CAPITOLO 5 : Le fonti del Diritto

Ogni ordinamento pone delle regole affinchè determinate norme vengano ritenute parte stessa
dell‟ordinamento. Si chiamano fonti del diritto quegli atti o fatti che l‟ordinamento abilita a
produrre norme giuridiche. Requisiti delle norme devono essere generalità e astrattezza, nel primo
caso significa che devono essere riferite a tutti i cittadini, nel secondo cioè deve essere un regola
ripetibile nel tempo. Ci sono le fonti di produzione del diritto ovvero atti o fatti che producono
imperativi riconosciuti dall‟ordinamento, oppure le fonti sulla produzione sono norme che
disciplinano i modi di produzione del diritto oggettivo. Per Kelsen le fonti del diritto dipendevano
solo da queste a prescindere dal contenuto. Alle fonti sulla produzione è affidato il compito di
trovare soggetti che stabiliscano norme giuridiche e le procedure che questi soggetti devono seguire.
Si parla di fonti fatti quando si producono norme senza uno specifico processo, mentre fonti atto
quando la norma è prodotta da un soggetto istituzionale portatore di una precisa volontà. Le norme
devono essere pubblicate in forma ufficiale, tutti devono conoscere la legge e nessuno può dire non
la conoscevo, interpretare e applicare il diritto.

 I soggetti che concorrono a produrre diritto

Le fonti del diritto ci indicano quali soggetti debbano concorrere a introdurre norme
nell‟ordinamento. Prima , anche fino al codice italiano del 42, si prendeva come fonte la legge già
esistente. Con la nascita dello stato liberal democratico cambia un po‟ tutto e prende importanza la
costituzione rigida dalla quale si ottengono le maggiori fonti del diritto. La costituzione ha
introdotto il criterio della competenza dividendo i vari ruoli che spettano ai soggetti stabiliti su
determinati ambiti.

 La costituzione, fonte sulle fonti

La costituzione è la massima fonte sulle fonti, cioè legittima tutti i processi di produzione del diritto
e disciplina i modi di produzione. Si limita a regolare solo i processi di produzione più importanti
ovvero quelle che creano norme di rango costituzionale e quelle che creano norme di rango
primario. Negli atti primari il sistema delle fonti è da considerarsi chiuso. Non si possono
considerare atti primari oltre quelli costituzionali , in caso contrario si dovrebbe modificare la
costituzione. Agli atti primari va riconosciuto forza di legge. Il sistema secondario delle fonti è
invece aperto. Nell‟ordinamento ci deve essere unità, coerenza cioè senza contraddizioni e
completezza cioè non ci devono essere lacune o vuoti normativi.
 Criteri per ordinare le fonti del diritto

Nel nostro ordinamento i criteri per trarre le norme giuridiche tratte dalle fonti vengono tratte dalla
costituzione. I criteri sono 3 :

- Criterio Cronologico, regola la successione degli atti normativi nel tempo. Ovvero una
norma creata da ultimo entra in vigore abrogando la precedente, per il principio secondo il
quale l‟ultima norma ha più valore giuridico della precedente. La norma assume subito
l‟efficacia ed entra in funzione, subito applicabile a tutti e obbligatoria. Queste non hanno
efficacia retroattiva. La retroattività non è mai assoluta. Tutto questo perché non si può
incrinare una legge che ha subito un iter e che viene poi svalutata da una norma successiva.
In materia penale il divieto retroattivo è inderogabile e sempre assoluto. L‟abrogazione
circoscrive il valore della norma in questione, non la cancella. Differente è la deroga con la
quale si mantiene una norma ma la si circoscrive nel tempo. L‟abrogazione può essere :

- Espressa, disposta direttamente dal legislatore e nel testo vengono indicate le disposizioni
abrogate;

- Per incompatibilità (o tacita) cioè non viene cancellata dal legislatore ma automaticamente
non è più valevole essendoci un contrasto di compatibilità tra due norme o simile;

- Per nuova materia cioè la nuova disciplina si sostituisce alla precedente;.

Ci sono le clausole di abrogazione espressa che prevede un obbligo di espressione per abrogare
una determinata materia/norma. In questo modo si può razionalizzare il processo di produzione di
diritto in una determinata materia.

- Criterio Gerarchico, cioè la norma che vale è quella appartenente alla fonte superiore o
sovraordinata. Se si applica la norma sovraordinata quella sottordinata non è abrogata, ma
invalida, per non aver rispettato la successione gerarchica. Pertanto deve essere annullata ad
opera dei competenti organi, nel caso in cui una norma sia incostituzionale spetta alla Corte
Costituzionale dichiararla tale. L‟invalidità quindi pone la cancellazione della norma che
risulta invalida sia riferita al presente e futuro ma anche al passato, quindi ha carattere
retroattivo.

- Criterio della competenza, cioè quando le fonti sono ordinate dalla costituzione secondo
una certa scelta di competenze. Se una norma non è competente, e quindi invalida, deve
essere cancellata dall‟ordinamento. ( Basta pensare a norme territoriali etc).

 L‟interpretazione del diritto

L‟applicazione del diritto, che porta a risolvere situazioni di antinomie, è soggetto a interpretazione.
Non essendoci criteri interpretativi nella costituzione ci si basa sull‟articolo 12 delle preleggi del
1942. Abbiamo :

- Interpretazione testuale/letterale che è il significato proprio delle parole;


- Interpretazione Teleologica basata sul legislatore e il suo senso soggettivo o su dato
oggettivo;
- Interpretazione logico sistematica basato sulla connessione del contesto e
dell‟ordinamento.
Nell‟articolo 12 si fa riferimento all‟uso interpretativo analogico, ovvero se ci sono lacune si
riempie la lacuna legiferando con norme di casi simili.Ad esempio se manca una legislazione aerea
si usa quella marittima e si parla di analogia legis; nel caso in cui non ci siano corrispondenze si fa
una specie di raccolta di principi generali dall‟ordinamento e si parla di analogia iuris. L‟articolo
14 invece prevede il divieto di analogia per norme in ambito penale e per leggi speciali. Basandosi
sulla costituzione in caso di dubbio non si può fare una legge in alcun modo lesiva dei diritti sanciti
dalla costituzione stessa. Si chiama criterio di stretta interpretazione. Abbiamo poi
l’interpretazione autentica che è quella effettuata dal legislatore, sono retroattive perché il
significato dato dal legislatore riguarda norme già in vigore. La corte costituzionale dichiara
incostituzionale questo tipo di legge se invece di interpretare, passano a innovare.

 Le fonti del diritto

Abbiamo innanzitutto la costituzione e le fonti costituzionali. La costituzione è l‟atto supremo


dell‟ordinamento. La sua caratteristica è la rigidità ovvero per una eventuale modifica ci deve
essere un corposo processo costituzionale. Infatti nell‟articolo 138 è specificato che per la modifica
è prevista la legge di revisione costituzionale ( sono emendamenti che aggiungono o modificano
parti della costituzione) oppure leggi costituzionali di determinate materie e affiancano la
costituzione. Il processo di formazione di leggi costituzionali è diverso da quello ordinario e si
chiama procedimento aggravato . Ci sono due letture del progetto di legge alla camera e dal
giorno della pubblicazione entro i 3 mesi si può richiedere un referendum costituzionale, dopo i
quali se non richiesto o se richiesto e non raggiunto il quorum la legge rimane promulgata.
Se però il progetto di legge è accettato da 2/3 della camera allora si promulga senza referendum.
Ci sono dei limiti però alla revisione costituzionale infatti è vietato i mutamento ma accettata la
modificazione. Ad esempio ci sono dei principi sempre da rispettare come i diritti di tutti i cittadini,
il rispetto dello stato laico etc etc.

 Le fonti comunitarie

Abbiamo infatti già parlato di direttive e regolamenti. Il dibattito verte se la nostra costituzione sia
in grado di permettere il recepimento degli obblighi comunitari. I tribunali italiani applicano il
diritto comunitario previa modifica del legislatore stesso. Nel nostro paese alla fine è stata accettata
l‟interpretazione secondo la quale l‟articolo 11 della costituzione permette di recepire l‟ordinamento
comunitario. L‟unico limite stabilito è il rispetto dei principi supremi della nostra costituzione come
il rispetto dei diritti dei cittadini e così via, ma questo è già spiegato nell‟ordinamento comunitario e
quindi è introdotta come un qualcosa in più essendo già ovvio. Il percorso di questo problema è
stato lungo all‟inizio la corte costituzionale ritenne che il rapporto giuridico andasse letto in senso
cronologico finendo per conformarsi alla giurisprudenza della corte di giustizia. E questo vale per i
regolamenti. Per le direttive invece avranno nel sistema delle fonti il posto che più gli è degno e la
corte costituzionale riconosce alle regioni piena autonomia di ricezione di tali direttive.

 Legge ordinaria dello stato

Le gente è fonte e competenza generale e può riguardare tutto tranne ciò che è già disposto dalla
costituzione. Le leggi ordinarie dello stato vanno considerate materie che riguardano interessi e
valori generali. La legge è l‟atto fonte abilitato a produrre norme e dotato quindi di forza legge, nel
rispetto della costituzione. Si parla di riserve di legge ovvero la costituzione affida alla legge una
determinata materia. Non può quindi intervenire in altre materia ma solo in quella riservata. Ci
sono riserve assolute quando l‟intera materia è riservata alla legge ; riserve relative quando alla
legge spetta un parte essenziale o circoscritta; riserve rinforzate cioè l‟intervento legislativo deve
avvenire con certe procedure.
 Decreti Legislativi
La costituzione attribuisce attribuisce al governo poteri normativi di rango primario che sono
decreti legge e decreti legislativi che hanno la solita importanza e valore della legge ordinaria. La
potestà però non è autonoma del governo ma la costituzione vuole sempre l‟intervento del governo,
infatti il governo non può adottare decreti legislativi senza una legge di delegazione, mentre i
decreti legge usati per urgenze devono essere convertiti entro 60 giorni in legge dalle camere.
Il procedimento di delegazione è un procedimento duale svolto dal parlamento e dal governo. La
legge di delegazione deve conferire al governo il potere di avere atti aventi forza di legge. Va
individuato l‟oggetto e anche il limite entro la quale la delega deve essere ottenuta e svolta. Il
decreto legge è l‟atto che il governo emana in attuazione della legge di delegazione, deliberato dal
consiglio dei ministri e emanato dal presidente della repubblica.

 Decreto legge
Il governo può adottarli e sono momentanei ed equiparati alla legge ordinaria. Ma devono essere
misure concrete, infatti sono inseriti nella costituzione per essere usati nelle emergenze ad esempio
e non come veicolo per scansare il ruolo del parlamento. Se entro 60 giorni non viene convertito
dalle camere in legge, decade la sua funzione e valore. Non si può fare un decreto legge di un
qualcosa di cui sia stata già negata la conversione in legge, non si possono regolare i rapporti
giuridici con i decreti legge e non si possono reintrodurre cose che la corte costituzionale ha
dichiarato illegittime. Appena in mano al governo diventa un disegno di legge di conversione che
andrà alle camere dove potrà essere modificato con aggiunte e poi accettato. Questo sarà composto
da un solo articolo nel quale c‟è scritto nel contenuto della conversione in legge. Se il decreto
dovesse decadere, si può introdurre una legge regolatrice , per evitare danni a cittadini o vuoti
normativi in assenza di questo decreto.

 Referendum Abrogativo ( Rinvio )


E‟ un esercizio di potestà normativa che permette ai cittadini di abrogare leggi o parti di essere
ritenute in qualche modo a danno dello stato, nonostante l‟approvazione del governo.

 Fonti Legislative Specializzate


Qui dentro vi troviamo fonti diverse anche tra loro ma che hanno comune di rivolgersi a qualcosa di
specifico che non rientra da altre parti. Abbiamo infatti :

- Leggi di esecuzione dei patti lateranensi, che regolano i patti tra i due stati e che
andrebbero modificati tramite processo costituzionale se non ratificati da entrambe le parti;
- Leggi che disciplinano i rapporti tra stato e confessioni religiose tramite intese;
- Leggi che permettono di staccare una provincia da una regione etc;
- Leggi di amnistia o indulto.

 Le fonti espressione di autonomia degli organi costituzionali

Ogni camera, come prevedere l‟articolo 64 della costituzione, ha il proprio regolamento. I


regolamenti parlamentari sono atti fonte di rango primario a competenza riservata. Ci sono anche i
regolamenti parlamentari speciali che regolano il funzionamento di organi particolari delle camere.

 Regolamenti degli altri organi costituzionali

Organi come la corte costituzionale secondo la costituzione può avere un proprio regolamento che
ne stabilisca le funzioni. Così come per la presidenza della repubblica che può avere propri
regolamenti per l‟apparato amministrativo, non per tutto l‟organo. Così come si riconosce una certa
autonomia al governo, in quanto è quello che crea le leggi in rapporto con il parlamento.
 Le fonti regolamentari

I Regolamenti sono fonti secondarie del diritto, ovvero subordinate a quelle primarie. Ci sono dei
regolamenti dell’esecutivo che possono essere regolamenti governativi, ministeriali o
interministeriali. I regolamenti governativi sono approvati dal consiglio dei ministri e posti a
visione del consiglio di stato che deve approvarli entro 45 giorni. Ci sono regolamenti di esecuzione
per rendere l‟applicazione delle leggi più veloce, i regolamenti di attuazione per far applicare i
decreti legislativi, i decreti indipendenti per far creare una norma su una mancanza legislativa ,
quelli di organizzazione per organizzare la struttura e le mansioni e quelli di delegificazione che
servono per abrogare norme vigenti.

 Le fonti del diritto regionale

Le fonti del diritto regionale sono :

- Gli statuti ordinari, che per l‟approvazione ha due fasi una necessaria cioè viene proposto
appunto un test e votato e approvato dalla maggioranza dei componenti regionali. La fase
eventuale è che venga messo ai voti sotto referendum ai cittadini. E‟ uno statuto a
competenza specializzata e sovraordinato rispetto alle leggi regionali.
- Legge regionale, è approvata secondo gli statuti regionali e incontra i limiti che incontra
anche la legge statale. Infatti alle regioni spetta la potestà legislativa residuale, cioè in
materie che non spettano allo stato e al governo. La potestà legislativa concorrente delimita
invece i poteri tra stato e regioni.
- I regolamenti regionali, la potestà regolamentare spetta allo stato salvo eccezioni in materie
specifiche.

Ci sono anche degli statuti speciali ch sono approvati secondo legge costituzionale e sono presenti
in regioni con condizioni autonome come Valle d‟Aosta, Friuli e Trentino etc.

 Le fonti locali
Lo statuto è creato e votato ed è l‟atto fondamentale costitutivo dell‟organizzazione dell‟ente
locale. C‟è un procedimento aggravato di approvazione e se non viene approvato a maggioranza si
rinvia la votazione nelle successive sedute per 30 giorni. Poi ci sono i regolamenti sono previsti in
ogni comune o ente come province ed è previsto questo diritto dalla stessa costituzione.

 Le fonti fatto

La consuetudine è la fonte fatto più riconosciuta ed è composta da due elementi :

- Il fatto che un comportamento venga ripetuto nel tempo;


- Che quel comportamento ripetuto sia giuridicamente riconosciuto.

Se non vi sono questi due elementi si parla di prassi, cioè una mera situazione non vincolante in
quanto giuridicamente non riconosciuta. Le consuetudini per essere valide devono essere secundum
legem, praeter legem ( cioè fuori norma ) ma mai contra legem altrimenti non è valida e viola le
disposizioni normative. Le fonti fatto in materia costituzionale integrano già il valore normativo
della costituzione e si parla di consuetudini costituzionali e si impongono a tutti gli atti legislativi
subordinati.

 Fonti di cognizione
Sono atti scritti non aventi forza normativa volta a far conoscere il diritto oggettivo. I testi unici ad
esempio lo sono e raccolgono tutti gli atti normativi preesistenti inserendoli in un unico testo. Tutti
gli atti normativi vengono poi pubblicati all‟interno della gazzetta ufficiale e entrano in vigore nei
15 giorni successivi alla pubblicazione stessa.

 Le fonti esterne riconosciute

Sono fonti del diritto italiano anche fonti a cui si riconosca un rinvio. Ad esempio l‟adattamento
automatico della nostra struttura normativa che si adatta al diritto internazionale.

RIASSUNTO CAPITOLO 6 : I diritti fondamentali

Il catalogo dei diritti va arricchendosi tanto che si parla di prima, seconda , terza e quarta
generazione dei diritti. La formazione dello stato moderno è stata accompagnata dalla dichiarazione
di molti diritti come il bill of rights in Inghilterra nel 1689, ma la più importante fu quella chiamata
dichiarazione dei diritti dell‟uomo e del cittadino che portò alla formazione della rivoluzione
francese nel 1789. Si iniziarono così a formare i diritti civili ovvero quella sfera del cittadino che
riguarda solo lui stesso e sono libertà intoccabili come la libertà personale, di domicilio, economica,
proprietà, etc. Con l‟emergere del proletariato iniziarono a entrare i così detti diritti politici ovvero
il cittadino iniziava ad essere considerato all‟interno delle attività dello stato. Quindi i cittadini
ottenere il diritto di voto e di partecipazione, nasceva così lo stato pluriclasse distruggendo quello
monoclasse e passando dallo stato liberale a quello liberaldemocratico. Entrarono in vigore anche i
diritti sociali dome il diritto all‟istruzione, alla salute, all‟abitazione, al lavoro etc.
In questo volume abbiamo scelto di usare la denominazione diritti fondamentali che raggruppa
tutti i tipi di diritti. Le distinzioni nette infatti non portano a niente, anzi confondono le idee. Per
diritti umani si intende il raggiungimento di quei diritti perseguiti dall‟onu per tutte le popolazioni.

 Situazioni Giuridiche Soggettive

Viene usata la tecnica di tutela per garantire gli stessi diritti a tutti. Si affida infatti la tutela a
specifiche istituzioni che sono le autorità garanti. Sono soggetti di diritto coloro che godono della
capacità giuridica e infatti il nostro ordinamento riconosce come soggetto di diritto le persone
fisiche ma anche le persone giuridiche. La capacità giuridica per le persone fisiche si acquista alla
nascita, mentre quella di agire alla maggiore età. Un soggetto può venirsi a trovare in situazioni
giuridiche favorevoli ( come poteri etc) e non favorevoli ( come i doveri etc). Il potere giuridico è la
possibilità astratta di ottenere determinati effetti giuridici. Il diritto soggettivo si differenzia perché
è una situazione attuale e concreta e si dividono in assoluti cioè valevoli per tutti allo stesso
modo(vi sono inclusi i diritti fondamentali) e quelli relativi la cui soddisfazione è collegata solo al
singolo soggetto. L’interesse legittimo serve a legalizzare un proprio interesse con cui un individuo
gode di poteri strumentali, ma questo a differenza del diritto soggettivo che è ora w subito, questo
non deve andare contro l‟interesse pubblico. Le situazioni giuridiche non favorevoli sono gli
obblighi ovvero che abbiamo verso qualcuno, i doveri che non sono collegati a qualcuno ma riferiti
al nostro comportamento e le soggezioni cioè chi è soggetto ad un potere.

 Cittadino e straniero

Bisogna chiarire chi sono i titolari delle situazioni giuridiche soggettive e infatti dobbiamo chiarire
il concetto di cittadini, straniero e di cittadinanza. Il concetto di cittadino nasce con la rivoluzione
francese con la quale si stabilì che non era cittadino chi appartiene alla comunità e non è straniero,
ma chi assolve ai diritti civili e politici e quindi il cittadino diventa cellula del paese. Si parla infatti
del concetto di Ius Sanguinis cioè avente cittadinanza per sangue e quindi per nascita oppure di ius
soli cioè che anche chi nasce sul territorio da figli straniere prende la cittadinanza.
Le legge del 5 febbraio 1992 disciplina come si prende o si perde la cittadinanza ovvero:

- Ha la cittadinanza chi secondo ius sanguinis nasce da genitori italiani o con cittadinanza
italiana oppure da ignoti oppure in uno stato di apolidia ( senza polis/cittadinanza);
- Per estensione di un coniuge che essendo italiano ne chiede richiesta per parente;
- Per concessione, a seconda di una presenza di requisiti come ad esempio chi è residente da
10 anni, etc etc.

Si ha sempre diritto alla doppia cittadinanza e si perde la cittadinanza per espressa rinuncia.
Importante è anche considerare che donna e uomo sono messi sullo stesso piano proprio volte a
garantire il massimo di tutela a coloro che sono in situazioni di apolidia. La legge è restrittiva nei
casi di richiesta di naturalizzazione. La costituzione stabilisce che:

- Non si può togliere la cittadinanza per questioni politiche;


- Il cittadino può essere estradato se ha compiuto reati in altri paesi, ma non per questioni
politiche ;

L‟italiano quindi fa parte della comunità europea ed è un cittadino europeo è quindi comunitario.
Extracomunitario significa che proviene al di fuori della comunità europea. Straniero quindi è colui
che non è cittadino italiano ne apolide. La disciplina di regolazione delle regole migratorie etc è
regolato dal trattato di Shengen del 1990 e la legge Turco-Napolitano del 98 fu modificata dalla
Bossi – Fini del 2002. Quindi allo straniero su suolo pubblico sono garantiti i diritti fondamentali e
a chi ha regolare permesso di soggiorno gli stessi diritti dei cittadini italiani e uguale a tutti i
lavoratori stranieri. La nostra carta costituzionale garantisce i diritti fondamentali a tutti ma in
alcuni casi è un po‟ “vuota” perché non specifica le categorie e quindi se non legifera il governo c‟è
una mancanza di norme e quindi certe situazioni non sono costituzionalmente garantite. Il Diritto
di asilo è riconosciuto come diritto soggettivo ma l‟Italia non ha ancora una legislazione organica
su questo tema a differenza di altri stati. L‟estradizione dello straniero avviene se c‟è un genocidio,
l‟espulsione se non sono state rispettate le norme italiane e viene preposta dal prefetto e lo straniero
viene accompagnato alla frontiera. Lo straniero regolare può essere trattenuto in un centro di
accoglienza e poi rimandato nel suo paese. C‟è anche il respingimento alla frontiera fatto dalla
polizia di frontiera per non fare entrare le persone in modo non controllato.

 I diritti inviolabili nell‟articolo 2 della Costituzione

Secondo questo articolo la costituzione garantisce i diritti inviolabili dell‟uomo ed è proprio grazie
a questo che l‟ordinamento garantisce i diritti alle persone. I diritti inviolabili sono :

- Assoluti;
- Non cedibili ;
- Irrinunciabili ;
- Imprescrittibili, cioè non si cancelano.

Questi diritti sono riconosciuti a tutti anche ad un nascituro. La costituzione stabilisce il principio
personalista cioè ambiti personali che nessuno può invadere e quello pluralista cioè l‟uomo inserito
nella società a cui va garantito l‟inserimento e i medesimi diritti degli altri individui. La corte
costituzionale ha stabilito che questo articolo deve essere valevole per tutto, compreso per il
legislatore che deve legiferare tenendo conto di questo. E‟ un‟ articolo a fattispecie aperta.
 I diritti della personalità

Sono diversi e sono :

- Il diritto alla vita;


- Diritto all’onore;
- Diritto all’identità personale;
- Diritto alla libertà sessuale;
- Diritto alla riservatezza (privacy).

 Doveri costituzionali

Nella seconda parte dell‟articolo 2 sono sanciti dei doversi come il mantenimento dei figli dello
studio etc, educazione, spese pubbliche, rispetto della patria e fedeltà ala Repubblica.

 Protezione internazionale

Il 900 è stato caratterizzato da un riconoscimento internazionale dei diritti ma ci sono delle


problematiche ovvero se questi trattati o simili siano applicabili alle legislazioni in essere oppure
quale sia la loro posizione nel sistema delle fonti. La corte costituzionale italiana ha sempre avuto
un atteggiamento oscillante tanto da recepire alcune volte le norme, altre volte no. Comunque se
viene recepito una norma internazionale questa viene inserita con legge di esecuzione e quindi
assumono norma di legge ordinaria.

 Diritti e vincoli europei

Documento fondamentale per la tutela dei diritti umani è la CEDU, cioè la convenzione europea dei
diritti dell‟uomo e delle libertà fondamentali. Infatti è nata così la corte europea dei diritti dell‟uomo
alla quale si possono operare ricorsi individuali. C‟è anche la carta dei diritti fondamentali
del‟unione europea e proprio grazie a queste carte sia l‟unione che gli stati vengono regolamentati.
Tutto questo sta creando un sistema di diritti nei quali gli individui si trovano riconosciuti.

 La libertà personale

La prima libertà garantita è la libertà personale ovviamente con i dovuti limiti ad esempio nel caso
coercitivo delle forze d‟ordine quando si tratta di ritiro di patenti etc. Ci possono essere delle misure
negative che incidono sulla persona fino a degradarla. La libertà personale non include però la
libertà morale, cioè quella libertà di creare e fare i propri comportamenti. Ci sono infatti delle
restrizioni della libertà personale che la costituzione prevede, ma solo in base ai termini di legge. Ci
sono dei limiti sostanziali alla penalizzazione, ovvero i reati vanno dichiarati in modo chiaro, la
legge non può ascrivere una colpa di qualcuno ad altri, la colpa va assunta per dolo o per colpa (cioè
negligenza), nessuno inoltre può essere punito con una legge entrata in vigore dopo i fatto compiuto
quindi non c‟è retroattività. Possiamo parlare del‟arresto in flagranza di reato e del fermo indiziati
di reato. Possiamo parlare di misure di sicurezza e di misure di prevenzione. Un‟ altra forma di
restrizione è custodia cautelare oltre alla reclusione. Ovviamente ci sono dei principi di trattamento
del detenuto che devono rispettare la persona e quindi rispettare i principi umani. Un altro problema
però è il giudizio della pena che viene rimandato al grado di soggettività al giudice seguendo certi
principi di scala. Questo è un tema molto difficile.
 Libertà di circolazione

L‟articolo 16 della costituzione garantisce al cittadino di muoversi sul territorio liberamente,


stabilire dove lavorare e dove avere residenza e dimora. Il fatto che non parli di stranieri non
significa che ad essi va negata, anzi in questo modo viene rimandata al legislatore. Ai cittadini
comunitari spetta un regime particolare che prevede loro il libero movimento nei territori ue e di
trovare lavoro dove vogliono grazie agli accordi di Shengen.
La costituzione riconosce per la prima volta la libertà di circolazione, cosa che non prevedeva lo
statuto albertino. In costituzione c‟è il divieto assoluto di ogni restrizione per motivi politici.
Sempre questo articolo garantisce la libertà di espatrio in ogni momento e la possibilità di rientrare
nel territorio quando vogliono. Infatti l‟autorità amministrativa deve rilasciare il passaporto perché è
un diritto soggettivo oltretutto vicino all‟espatrio c‟è la libertà di emigrazione.

 Libertà di Domicilio

L‟articolo 14 della costituzione lo prevede e non va violato, è una proiezione spaziale della persona.
Solo tramite perquisizioni domociliari può essere invaso tale spazio, ma tramite un mandato
accettato perché si ritiene che nel luogo vi siano cose inerenti ad una certa indagine. La privata
dimora è dunque tutelata dalla stessa costituzione.

 Libertà di comunicazione

L‟articolo 15 garantisce a tutti di poter comunicare con una o più persone e quindi garantisce la
segretezza delle comunicazioni. Al momento c‟è la legislazione vigente in materia di intercettazioni
e simili prevede la richiesta del pubblico ministero per poter usare quei dati come indagine. Da non
molti anni c‟è il dubbio su come controllare le reti informatiche, anche per i problemi terroristici.

 Libertà di manifestazione e diritto all‟informazione

L‟articolo 21 della costituzione permette a tutti di poter manifestare liberamente le proprie idee
tramite i mezzi di diffusione. La libertà di espressione sarebbe parziale se ad essa non venisse
riconosciuta la libertà di scelta del mezzo. Ovviamente è garantito anche il diritto al silenzio e
inoltre possiamo dire che ci sono dei limiti espliciti come il buon costume e i limiti impliciti
calcolati a seconda delle situazioni. Ad esempio la costituzione nell‟articolo 33 parla proprio
dell‟arte e sostiene che l‟arte dipinta non deve avere censura ne subire controllo all‟inizio in quanto
l‟arte non ha pudore. Differente per le rappresentazioni teatrali che invece devono avere controlli. Il
concetto che sta alla base della libertà , però , è che la libertà di un individuo non deve mai
cancellare o sovrastare la libertà di un altro individuo. E‟ vietato oltretutto ogni apologia di reato
come il vilipendio di stato o offesa alla costituzione o nazione. Ogni individuo, inoltre, ha la libertà
di informarsi e di essere informato tramite tutti i mezzi messi a disposizione. Anche se la
costituzione non prevede in modo esplicito questo diritto lo si intravede in modo giuridico
dall‟articolo 21. Però l‟unico mezzo che cita la costituzione come mezzo di informazione è la
stampa non cita nemmeno la radio ormai diffusa a quel tempo. La pubblicazione a mezzo stampa
non è soggetta al previo controllo delle autorità. La regolamentazione della televisione avviene per
la prima volta con la legge Mammì che garantiva un pluralismo nelle voci televisive e prevedeva
l‟inserimento di capitale privato anche ne settore pubblico etc. Venne anche istituita l‟autorità per le
garanzie nelle comunicazioni. Nel 2000 venne introdotta la legge della par condicio ma dichiarata
incostituzionale dalla corte costituzionale. Nel 2002 arriva la legge Gasparri che porta la R.a.i ad
essere S.p.a , un sistema integrato della comunicazione e poi si permette agli editori stampa di poter
entrare nel mercato televisivo.
 Libertà di religione e coscienza

Garantite da tutte le carte dei diritti, la libertà di fede e professione religiosa è importante anche per
società di atei etc. Chiunque può professare e agire secondo la propria coscienza in ambiti in cui la
legge non può obbligare o entrare.

 Libertà di ricerca scientifica

Nell‟articolo 33 la costituzione afferma la libertà di scienza e quindi la promozione della ricerca


scientifica. Anche nell‟ambito delle biotecnologie e di ricerca.

 Libertà di istruzione

Viene garantita dall‟articolo 33 della costituzione che garantisce la libertà di insegnamento volto a
formare la personalità dell‟individuo per la sua crescita e formazione. Alle scuole private viene
riconosciuto il solito valore delle scuole pubbliche ma senza oneri per lo stato. Per la costituzione
le scuole devono essere aperte e ovviamente con corsi obbligatori fino all‟età di 8 anni minimo. Il
diritto all‟istruzione comprende anche il diritto allo studio cioè lo stato deve introdurre mezzi non
solo economici per permettere a chi ha problemi finanziare e non solo di portare a termine e
conseguire i propri studi. Per questo articolo le università hanno diritto a darsi ordinamenti
autonomi nei limite delle leggi statali e di introdurre sistemi e corsi di ricerca importanti per lo
sviluppo e la scienza.

 Libertà di riunione

Regolata dall‟articolo 17 della costituzione. Viene data ai cittadini possibilità di riunirsi e devono
intendersi riunioni di persone che perseguono lo stesso obiettivo. Le manifestazioni sono riunioni in
movimento. Assolutamente però queste devono svolgersi in modo pacifico e senza uso o portata di
armi. C‟è una differenza tra riunioni in luogo aperto al pubblico, cioè delimitato da strutture, nel
quale ognuno può entrare e partecipare ma senza avvertire le autorità per l‟organizzazione, invece
in un luogo pubblico serve previa autorizzazione.

 La libertà di associazione

La libertà di associazione venne da sempre osteggiata perché vista come un intrusione nel rapporto
stato e cittadino. Basta pensare alla repressione durante il periodo fascista. Alla fine con l‟avvento
repubblicano venne inserito l‟articolo 18 a queste dedicato. Differenti dalle riunioni perché hanno
un valore giuridico riconosciuto e l‟articolo 18 inserisce la libertà di associazione, la loro stessa
libertà e nessuno può essere costretto ad aderire alle associazioni. Le associazioni sportive etc che
sono obbligatorie non sono comunque ritenute illegali in quanto vogliono raggiungere un obiettivo.
L‟articolo 18 vieta l‟uso di associazioni per fini vietati per legge ai singoli. Sono vietate infatti le
associazioni segrete o quelle che operano a scopi politici come terroristi etc.

 La famiglia

La costituzione riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, sia civile che
religioso. Ma non esclude le famiglie di fatto in quanto in realtà parla anche di bambini nati fuori
dal matrimonio a cui va garantito ogni diritto. Infatti nell‟articolo 2 riconosce le formazioni sociali e
la stessa carta Ue demanda ai vari stati la legalizzazione delle coppie di fatto e delle coppie
omosessuali. Viene riconosciuta uguaglianza tra coniugi e nel 75 c‟è stata proprio una legislazione
in merito. Oggi viene messa in discussioni l‟uso automatico del cognome del padre da applicare ai
figli.

 Proprietà privata

L‟articolo 42 sancisce le basi della costituzione economica, che deve appunto creare un sistema
organico. Infatti afferma che la proprietà è pubblica o privata senza limitarne grandezze etc. La
proprietà privata è garantita dalla legge che ne tutela i diritti e crea le leggi per regolamentarla.
Importante è creare una funzione sociale della proprietà privata. Si può anche espropriare un terreno
e infatti il proprietario viene privato delle attività e diritti che lo competono.

 Sindacati e diritto di sciopero

Nello stesso articolo 18 una disciplina di funzione è garantita ai sindacati che hanno una grande
sostanza sociale. L‟articolo 40 prevede il diritto di sciopero, a differenza del regime fascista che lo
vietata e perseguitava. La serrata non è più punita legalmente, ma se l‟amministratore dovesse farla
sarebbe costretto a risarcire i lavoratori per il mancato lavoro. Si crea così e si afferma lo sciopero
economico che prevede scioperi per far valere i diritti ai lavoratori. Anche lo sciopero per finalità
politiche è stato accettato, a meno che non serva a sovvertire la costituzione o simili. Nel 1990 vene
stabilito i limiti negli scioperi del servizio pubblico che dovevano garantire a livello minimo i
servizi per non creare scompiglio a chi lavora e al sistema economico. In caso contrario vengono
sanzionati.

 Diritti al lavoro

L‟articolo 4 parla di diritto al lavoro e obbliga lo stato a provvedere a qualsiasi mezzo per
promuovere in modo effettivo tutto ciò. Il diritto al lavoro non è di per se utile per avere un lavoro
ma comunque è inviolabile. C‟è la libertà di scegliere e svolgere la mansione che l‟individuo vuole
e inoltre il diritto del lavoratore a non essere licenziato in modo arbitrario e ad avere una
retribuzione minima che consenta a lui e alla sua famiglia di vivere una vita dignitosa. Inoltre si ha
diritto alle ferie e al riposo settimanale retribuito.

 Il diritto alla salute


E‟ un diritto fondamentale dell‟individuo tanto da istituire un servizio sanitario nazionale per
controllare e curare tutta la popolazione perchè è un bene di tutti. E‟ un diritto primario della
persona e si ha il diritto a ricevere i trattamenti sanitari. La legge Basaglia nel 1978 cancellò i
manicomi. Oggi si discute sull‟accanimento terapeutico. Tutto questo viene garantito dall‟articolo
32 della costituzione.

 Diritto all‟assistenza e alla provvidenza

L‟articolo 38 garantisce l‟assistenza sociale ai singoli che non riescono a mantenersi e garantisce la
previdenza sociale ai lavoratori che sono in cinta o hanno altri problemi Questi diritti servono anche
per dare un controllo sociale e far funzionare meglio il sistema.

 Diritto all‟abitazione

Si ha diritto all‟alloggio? La costituzione ne parla nell‟articolo 47 e nonostante sia garantito da tutte


le carte dei diritti la costituzione non ne parla ma rimanda al legislatore che deve garantire il sistema
a tutti i cittadini.
 Diritti contro diritti?

Ci possono essere casi in cui ci siano delle incoerenze e i diritti vadano contro i diritti.

 Eguaglianza

La costituzione nell‟articolo 3 enuncia due cose fondamentali parla dell‟eguaglianza dicendo che
può essere formale, cioè tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzioni di
razza,sesso etc e quella sostanziale che mette la repubblica dinnanzi ai suoi doveri richiamandola a
eliminare tutti gli ostacoli che non permettono l‟effettiva partecipazione degli individui alla realtà e
vita sociale. Tutto deve promuovere l‟eguaglianza. Infatti c‟è il divieto delle discriminazioni in
qualsiasi ambito

RIASSUNTO CAPITOLO 7 : Il potere politico e l‟organizzazione

La funzione di elaborare, individuare ed applicare le leggi viene divisa in carica diverse, proprio per
agevolare il sistema e la massima imparzialità dei poteri che non devono essere in mano ad un unico
governo od organo. Questa separazione dei poteri era stata teorizzata da Montesquie e da Locke. La
terzietà è importante ma non avviene questa divisione nel potere legislativo e amministrativo. La
capacità di esercitare le forme lecite di indirizzo politico viene chiamato forma di governo e viene
definito sistema politico ciò che lo influenza. La definizione di forma di governo : “la forma di
governo attiene al modo come fra gli organi della comunità politica organizzata si distribuisce il
potere di indirizzarla verso determinati fini generali”.

 Forme di governo

La moderna classificazione dello stato si è formata nel periodo dell‟800 ed è per questo che si da
grande risalto al rapporto governo/parlamento etc. Quello che ha dato vita ai sistemi di oggi può
essere considerato il modello inglese che è una monarchia costituzionale e che oggi non ha la
costituzione scritta. Le origini del governo presidenziale possiamo considerarle collegate alla
nascita e al completamento degli U.S.A che ha la più antica costituzione risalente al 1787 e
prendendo ( credono loro..) spunto dall‟Inghilterra crearono un presidente che era separato dai
poteri del congresso. La separazione dei poteri è rimasta caratteristica odierna dei governi
presidenziali. Possiamo così schematizzare:

MONARCHIA COSTITUZIONALE

REPUBBLICA PRESIDENZIALE REPUBBLICA DIRETTORIALE

MONARCHIA ORLEANISTA

REPUBBLICA SEMI PRESIDENZIALE MONARCHIA O REPUBBLICA


PARLAMENTARE

Nel governo inglese, nel 700, entrò al governo la figura del primo ministro. La camera dei comuni
pose le basi di un tipo di governo, ovvero senza il voto e il sostegno delle camere il governo non
poteva andare avanti. Tanto che poi la camera dei comuni si iniziò a dividere in due parti, quella che
sosteneva e quella che non sosteneva il governo e il suo operato.
Negli altri paesi, con l‟inizio della restaurazione post rivoluzione francese si iniziò a prendere
d‟esempio il modello inglese ma quello che pensavano loro fosse basato sulla divisione dei poteri
con il re con la camera di nomina regia. Nel 1830 con la nuova costituzione di F.Orleans creando
una monarchia orleanista cioè il parlamento doveva rispondere sia al re che al parlamento. Fino ad
oltre la 1 guerra mondiale si protrasse l‟idea che il parlamentarismo dovesse essere basato sulla
divisione duale. Questo avveniva ovunque meno che in Inghilterra dove il parlamento era già
Monista. Fra la 1 e 2 guerra mondiale il costituzionalismo guadagnò molto fervore e si iniziò un
processo di razionalizzazione del parlamentarismo, ma ci furono anche modelli come Weimar che
nel 1919 rilanciò il dualismo. L‟Austria o la Finlandia crearono un sistema nel quale c‟era un
presidente direttamente elettivo e nacque il parlamento semi presidenziale, dove il governo era
parlamentare. Si arrivò persino alla V repubblica francese, governo semi presidenziale con la figura
del forte ruolo del presidente.

 Tipologie di Governo

Governo presidenziale : Presidente  Assemblea  corpo elettorale

E‟ una forma di governo monocratica e titolare del potere esecutivo è il presidente. Modello di
riferimento è quello degli usa nei quali il presidente viene eletto a sua volta da grandi elettori che
sono eletti in 50 stati. Vige un regime di separazione dei poteri e il corpo elettorale elegge altresì
anche il parlamento. C‟è un ruolo di cooperazione ma non può mai cadere nessuna carica, il tempo
deve essere portato a termine. Le leggi le fa il congresso e il presidente in materia ha potere limitato
e ha una volta sola il potere di veto e la legge viene rimandata al congresso che se vuole farla
passare deve rieleggerla ai 2/3 di maggioranza. Ci può essere il caso del governo diviso perché ogni
2 anni dall‟inizio mandato ci sono le elezioni di mezzo termine e quindi il presidente può trovarsi
con un congresso composto da altri membri del partito e che non lo sostengono e quindi deve
abbassarsi a trovare delle alleanze o simili. Non c‟è quindi la situazione come da noi del governo
dei partiti, ma il governo dei singoli. I singoli parlamentari godono di autonomia.

Governo parlamentare : Corpo elettorale  parlamento  governo  Presidente

Si chiama così perché l‟esecutivo è considerato espressione del parlamento, è una forma di governo
che conosce molte varianti ed è molto diffusa specialmente in Europa. Il capo di stato ha il diritto di
nomina. Il governo rimane in vita se il parlamento vuole investire in quell‟esecutivo altrimenti cade.
Il presidente infatti ha il potere di sciogliere le camere per evitare una paralisi parlamentare che
affossi la crescita dello stato. Il capo dello stato generalmente ha rappresentanza cerimoniale o
limitate. E‟ un sistema collegiale, tipo da noi in Italia abbiamo in consiglio dei ministri. Questo
sistema è quello più sensibile al rapporto con i partiti. Ecco la differenza con il sistema
presidenziale. Il modello collegiale è chiamato modello Westminster, nei quelli emerge la figura del
primo ministro che da un indirizzo politico. La direzione sarà monocratica dove il primo ministro
sarà vero leader.

Governo semi-presidenziale : Corpo elettorale  Assemblea  Governo  Presidente

Si chiama così perché riporta caratteristiche del sistema presidenziale e del sistema parlamentare,
ma in realtà voleva con questo nome apporre maggiormente l‟accento sulla figura del presidente. Il
modello è la Francia della V repubblica e qui il presidente ha tutti i poteri del presidente, presidente
del consiglio dei ministri e rappresentante all‟estero. Presidente e parlamento sono eletti dal popolo
in modo separato e il presidente ha il potere di condizionare il parlamento, come il parlamento di
condizionare il lavoro del governo. L‟esecutivo non è monocratico ma duale ed è nomina
presidenziale. E‟ differente dal sistema presidenziale perché è un sistema a due testa, il presidente
può anche indire le elezioni anticipate.
Governo Direttoriale : Corpo elettorale  Parlamento  Direttorio

E‟ un caso in cui il potere esecutivo è esercitato da un organo collegiale chiamato così in riferimento
alla Francia rivoluzionaria ed è eletto non dai cittadini, ma dal parlamento. Però il parlamento una
volta eletto il “direttorio” non può sfiduciarlo o invitarlo a dimettersi a differenza del sistema
parlamentare. Basta pensare come modello a quello svizzero in un cui l‟assemblea fedeale elegge il
consiglio che ha la presidenza rinnovata ogni anno dai membri interni.

Negli anni sono state fatte tante proposte, come il governo del primo ministro oppure di premier
direttamente elettivo.

 Forma di governo in Italia

L‟ordinamento statutario del 1848 nacque con caratteri di monarchia costituzionale. Si iniziò però a
sviluppare in direzione del governo parlamentare. I presidenti del consiglio ritennero utile avvalersi
del ruolo dell‟assemblea elettiva ma ritennero utile anche tenere cauto il potere regio per placare i
litigi che vi erano tra partiti e fazioni. Il ruolo della corona è sempre stato di intervenire nel rapporto
politico dello stato e quindi abbiamo sempre avuto un governo dualista di tipo parlamentare. Poi il
ruolo della corona venne distrutto durante il periodo fascista ma tornò durante la costituente tanto
che si creò una figura del presidente della repubblica non molto chiara sul suo ruolo e sui veri
poteri. Ma in realtà con il tempo si capì che l‟importanza di eleggere il presidente del consiglio e di
sciogliere le camere era più di un semplice potere.

 Costituzione e prassi italiana

Tomasi Perassi fece un ordine del giorno durante la costituente nel quale dichiarava di volere un
governo dettato al parlamentarismo ma che mettesse delle disposizioni per evitare una
degenerazione. La nostra costituzione infatti è molto lacunosa sul tema. E‟ il presidente della
repubblica che elegge il presidente del consiglio e il governo necessita della fiducia delle camere. Si
può presentare anche una mozione di sfiducia, fatta da 1/10 dei parlamentari, ma non da presentarsi
subito ma dopo 3 giorni. Nella costituzione non è rinvenibile niente che porti vantaggi al presidente
del consiglio anche con i rapporti dei ministri etc, anzi. Basta vedere che il nostro sistema
parlamentare ha portato ad una frammentazione molto forte tanto da far diventare il governo a
direzione plurima dissociata, creando gruppi parlamentari, gruppi misti etc che ponevano i dictat al
governo portando ad una ingovernabilità. Basta pensare anche al periodo DC.

 Trasformazioni della forma di governo in Italia

Negli anni 70 il sistema elettorale entra in crisi e si inizia un processo di cambiamento anche se
tardivo che non fa certo superare la crisi degli anni 80. C‟era bisogno di sviluppo e stabilità e questo
male si inseriva in situazioni di direzione plurima. Si iniziò a ricorrere ai referendum popolari e si
portò il sistema proporzionale a maggioritario in modo da iniziare un percorso di costruzione
bipolare. Questa logica negli anni si è talmente ingrossata da portare a personalizzare le campagne
elettorali e a dare maggiore importanza al presidente del consiglio tanto da orientare i governi verso
legislatura monocratica fondati su coalizioni decise prima grazie al voto.
RIASSUNTO CAPITOLO 8 : La sovranità Popolare

La sovranità appartiene al popolo, così è scritto nell‟articolo 1 della costituzione per garantire e
ribadire la sovranità popolare. Tanto che la nostra costituzione è molto originale con questa dicitura,
tanto che molti stati hanno preso ispirazione. Il popolo ha possesso della sovranità in senso
giuridico, ne mantiene sempre il possesso e non può mai cederla. Con il corpo elettorale è il
popolo stesso a scegliersi il destino decidendo chi lo dovrà rappresentare e quindi rispondere a
questioni politiche etc. Lo stato mantiene comunque la sua persona giuridica, ma la sovranità
popolare usa lo stato come uno strumento per la sua volontà. Il popolo ha molti mezzi per esercitare
il suo volere come appunto le elezioni , i referendum etc. Il popolo in senso giuridico è composto da
tutte quelle persone che sono legate tra loro da un vincolo giuridico che è la cittadinanza. Il popolo
è l‟insieme di tutti i cittadini, mentre la popolazione è composta da coloro che si trovano entro certi
limiti territoriali. Nazione è un concetto ancora diverso che non è un vincolo giuridico ma sociale e
a volte politico. Il vincolo di cittadinanza crea uno status giuridico infatti i cittadini hanno diritti e
doveri politici stabiliti anche dalla costituzione stessa.

 Il popolo che vota

L‟articolo 48 della costituzione parla proprio del diritto di voto, che fino al 1975 era per i
maggiorenni a 21 anni, oggi sceso a 18. Il voto è un dovere civico e ci sono delle restrizioni ad
esempio per chi non ha capacità di agire oppure con delle sentenze e così via. Il diritto di voto
all‟estero è disciplinato in forme speciali. Per la costituzione sono elettori tutti cittadini donne e
uomini che hanno raggiunto la maggiore età. Ci si chiede però se chi è sul territorio nazionale ormai
da anni che paga tasse e svolge la sua vita civica regolare, possa o non possa votare per
costituzione. La minoranza dice che può, la maggioranza no. Infatti secondo però delle direttive Ue
possono votare con votazione attiva e passiva tutti i residenti dei comuni alle comunali, non
possono però votare a quelle governativa. Ovviamente i cittadini dell‟unione europea. A chi viene
proibito il voto attivo ovviamente trova proibito anche quello passivo. C‟è un ufficio anagrafe nei
comuni che segue l‟aggiornamento di chi può e non può votare e invia la tessera elettorale in modo
automatico a chi ha compiuto la maggiore età. Per la costituzione il voto deve essere personale,
segreto, libero e uguale( non è legittimo il voto plurimo). C‟è il riferimento al voto come dovere
civico è un compromesso tra forze costituenti che erano più presenti o meno sul territorio, essendo
la Dc meno presente sul territorio come forza trascinante chiese di inserire questo cavillo e infatti
fino al 1993 si prevedeva per le persone che non votavano di trovare il loro nome affisso su
bacheche e così via. Per gli italiani residenti all‟estero ci sono specifiche normative. In Europa
vengono allestiti seggi appositi ma in paesi come l‟America del sud no allora si prevede di fare il
voto su corrispondenza, anche se la costituzione vieta la non presenza al momento del voto. E‟
sembrata l‟unica clausola inseribile per superare questo problema.

 Il Popolo che elegge

La nostra rimane una democrazia rappresentativa, cioè eleggiamo qualcuno che rappresenti una
nostra volontà. Il popolo è sovrano e quindi forma il corpo elettorale e usa gli strumenti a sua
disposizione. Potrebbero infatti benissimo esistere modalità diverse dall‟elezione. Il nostro sistema
elettivo ci permette di eleggere:

1) 630 deputati della camera;


2) 315 senatori;
3) Presidenti delle regioni e relativi consiglieri;
4) Sindaci e consiglieri ;
5) Presidenti delle province e consiglieri ;
6) Consiglieri di circoscrizione nei comuni oltre i 100 mila abitanti;
7) 72 parlamentari europei.

La nostra legislazione elettorale, che differisce da molte oltre così com‟è consono, prevede la
trasformazione dei voti dei cittadini in seggi. Questa legislazione indica le modalità di voto e i
tempi in cui dovranno svolgersi , come vanno presentate le candidature, come allestire i seggi
elettorali e così via. Quindi facendo un elenco :

- Modalità inizio elezioni;


- Disciplina elettorato attivo e passivo;
- Modalità esercizio di voto;
- Modalità candidature;
- Procedimento di tutte le fasi elettorali;
- Finanziamenti per le campagne elettorali;
- Tutela all‟ordine.

 Formule e Sistemi elettorali

Un sistema elettorale o chiamato anche formule elettorale è un sistema che permette di trasformare i
voti del cittadini in seggi. Bisogna però distinguere tra elezioni monocratiche o collegiali. Nel
primo caso è semplice , se c‟è una sola persona basta decidere che vince chi riceve più voti tra i
candidati per eleggerne uno solo. Oppure si può trovare un‟ alternativa ad esempio si elegge chi
riceve il massimo dei voti raggiungendo però con numero di votanti almeno una % stabilita e
stabilire cosa fare se nessuno lo raggiunge. Nel nostro caso ad esempio si fanno i ballottaggi. In
ogni caso comunque si è di fronte a un risultato maggioritario, chi vince è chi riceve maggior
numero di voti. Più complicato è nelle situazioni dell‟organo collegiale, ovvero si tende a formare
un governo che non sia rappresentato da un unico partito e da alcune zone, ma da tante liste che
hanno partecipato allo schieramento in modo da rappresentare anche il territorio. Si può ottenere
una maggioranza sia con formule maggioritarie che proporzionali. Nel caso maggioritario si dice,
per definizione, che vince chi ottiene più voti rispetto agli aventi diritto di voto. Quindi prende più
seggi, prende più posta in palio. Nel proporzionale invece si tende a dividere i seggi in base al
rapporto percentuale e a dividere i seggi con un mero calcolo matematico. Questo però non
garantisce la rappresentanza territoriale, anzi. Si può anche stabilire che un partito che non
raggiunga almeno una certa percentuale di voti non abbia diritto ad entrare con seggi rappresentati.
Si possono formare anche sistemi misti, come in Italia, dove c‟è un sistema con parti maggioritarie
e parti proporzionale e il sistema si regge sulla presenza dei partiti. Questi sistemi si chiamano
sistemi misti.

 Elezioni Parlamentari

Il nostro è un sistema parlamentare misto e il sistema elettorale di camera e senato prevede che con
un sistema proporzionale venga previsto un premio con il quale si ripartiscono i seggi alla camera,
al senato invece c‟è una pluralità di premi, e si attribuisca comunque un numero minimo di seggi a
chi vinca. La struttura elettorale è identica per camera e senato ma essendo applicate a territori
diversi, porta ad ottenere risultati diversi. Alla camera i 617 seggi ( 1 alla V. D‟Aosta e gli altri ai
deputati esteri) sono suddivisi in 26 circoscrizioni e al Senato i 309 seggi ( 6 ai rappresentati
all‟estero) sono da suddividersi a livello regionale. Al Senato i seggi sono assegnati per un minimo
di 7 posti a tutte le regioni e poi i seggi sono calcolati i base al numero di abitanti secondo l‟ultimo
censimento.

- Sia alla camera che al senato concorrono liste di candidati e si vota per una delle liste alla
camera e al senato;
- Ciascuna forza politica può decidere di presentarsi in coalizione ma deve sapere che ogni
forza dovrà stipulare un programma unico e avere un capo unico della coalizione;
- Le liste sono formate da componenti di nomi non superiori al numero di circoscrizione;
- Sulla scheda di camera e senato non compaiono i nomi in lista che invece sono presenti sui
tabellari appesi, ma solo i simboli delle liste;
- Ci si può candidare sia nelle liste di camera e senato, ottenendo così più voto e controllo;
- Le liste sono bloccate, cioè prendono il seggio coloro che rispettivamente si trovano in lista;

Ci sono anche le soglie di sbarramento, per le coalizioni al 2 % e per le singole liste al 4%. Quindi
la ripartizione dei seggi avviene tra coloro che hanno superato la soglia di sbarramento. Si
ripartiscono i seggi nella coalizione a seconda di quanti voti raggiunto. In caso di non
raggiungimento del 2% si danno 340 seggi a chi ha preso più voti, dividendo i seggi mancanti alle
liste con meno voti e si stabilisce in che circoscrizione ogni lista ha i propri seggi rappresentati.
Questo per quanto concerne la camera.

Al senato è come alla camera ma non a livello nazionale ma regionale. C‟è uno sbarramento liste
all‟8% e coalizioni al 3%. Se una lista o più liste hanno ricevuto il 55% dei voti, il riparto è
proporzionale; se così non è la divisione avviene in maggioritario, cioè il 55 % dei seggi il prende
chi ha ricevuto più voti. E‟ probabile che chi vinca al senato vinca alla camera, ma questo non è
detto; ci possono essere casi di creazione di un senato debole con una camera forte, ad esempio
nelle elezioni 2006. Nel caso della circoscrizione estero il sistema è proporzionale e si può
esprimere anche un nominativo. 12 seggi vanno alla camera e 6 al senato.

 Le elezioni regionali

L‟articolo 122 della costituzione stabilisce che è demandato alle regioni la decisione di come
svolgere le elezioni ovviamente nel rispetto delle indicazioni fondamentali stabilite dallo stato. Ci
possono essere tante tipologie di elezioni, quante sono le regioni. E‟ una legislazione regionale
transitoria che ha introdotto oltre alle liste provinciali anche una lista regionale a sostegno del
presidente, il quale è a capo di questa lista che ricopre 1/5 dei seggi disponibili. Vi si attinge a
questa lista proprio per attribuire un premio di maggioranza. Si vota su una sola scheda in un unico
turno per presidente e consiglio. Si può votare il candidato presidente, la lista che lo sostiene oppure
fare il voto disgiunto. Una volta eletto il presidente che riceve più voti si elegge non meno del 55%
dei seggi a favore delle liste sostenute ed è questo il premio. Si combina elezione diretta del
presidente con elezione di tipo proporzionale. In questo modo si può garantire la governabilità.

 Elezioni comunali e provinciali

Come dice l‟articolo 117 della costituzione queste elezioni sono materie delle stato ed è
caratterizzata da elezione diretta. Per i comuni si parla di comuni minori, con meno di 15 mila
abitanti, o maggiori con più di 15 mila. Poi abbiamo le province. Tutte e tre le formule hanno un
sistema volto a garantire ai tre organi una larga maggioranza senza pericolo di minoranze per chi
eletto. Nei comuni maggiori abbiamo :

- Scheda unica per eleggere consiglio e sindaco il quale è collegato obbligatoriamente ad


un'unica lista;
- Si può votare per il sindaco, per la lista e inserire il nome di preferenza;
- Per essere eletti si deve avere la maggioranza assoluta, in caso contrario si va al ballottaggio
e dopo la vittoria a questo si ottiene il 60% dei seggi.
Nei comuni minori:

- Qui si vota una volta sola e vince chi riceve più voti e viene eletto i 2/3 dei seggi a favore
della lista del candidato e i restanti seggi divisi con i restanti candidati.

Per la provincia è molto più simile ai comuni maggiori, solo che qui si parla di collegi uninominali.
Non si può fare voto disgiunto ne scegliere una preferenza.

 Elezioni Europee

La nostra legge europea è una delle più vecchie del nostro ordinamento. I 72 seggi sono ripartiti in
base agli abitanti delle 5 circoscrizioni scelte. E‟ richiesto che una lista ottenga il massimo dei voti,
non un quoziente da raggiungere. Ci sono le preferenze ma è ovvio che essendoci zone meno
popolose il rischio che quei candidati non passino è alto, basta vedere che Sardegna e Sicilia sono
della stessa circoscrizione.

 Il Contorno

- Le liste vengono presentate e devono essere sottoscritte da un totale di firme per essere poi
portate al tribunale e validate;
- Ci sono disposizioni che regolano le spese elettorali da fare, la regolazione delle tv e delle
testate, la tipologia delle spese elettorali, i rimborsi e i limiti etc.
- Inoltre accesso di parità ai mezzi di informazione.

 Trasformazione delle leggi elettorali

Dal 1993 si sono introdotte modifiche volte a modificare la legislazione proporzionale e creando un
qualcosa che accomuna le diverse formule in vigore. Infatti le elezioni sono fatte così per creare un
sistema bipolare, per facilitare la governabilità, tutte prevedono uno sbarramento che ovviamente
può variare e quindi sono tutti sistemi definibili misti. Però siccome non si poteva modificare la
costituzione non è cambiato il modo di voto del governo, infatti il cittadino vota una lista di partiti
divisi in schieramenti. Differente invece nel caso delle regioni,comuni e province. Sulla questione
nazionale prima avevamo una legge che creava il governo tramite voto sui colleggi, dal 2005 invece
con premio di maggioranza.

 Con i referendum il popolo delibera

Visto che la costituzione è nata dalla costituente che nacque proprio dal referendum del 46 , che
decise di optare sulla repubblica e non sulla monarchia, è ovvio che nella costituzione venne inseriti
i referendum. Il referendum è la proposta di un quesito che viene posto all’attenzione popolare
il quale va votato provocando effetti diversi. Ci sono referendum che hanno un carattere
meramente consultivo, che comunque non va ignorato e alcuni invece che hanno carattere
decisionale. Il referendum consiste che diventa valevole per tutti la decisione presa a maggioranza,
senza cambiamenti. Importante è che i referendum da costituzione possono essere proposti da base
popolare a differenza di altri ordinamenti dove sono proponibili solo dall‟alto.

Ci sono vari tipi di referendum che sono:

- Referendum Costituzionale art.138 cost. E‟ un tipo di referendum confermativo o


approvativo. Una legge costituzionale se non passa alla maggioranza assoluta dei 2/3 nella
seconda votazione viene posto a referendum popolare e possono richiedere il referendum
500 mila elettori, 1/5 dei componenti della camera e senato o 5 consigli regionale. L‟ufficio
centrale per il referendum poi decide sulla legittimità della richiesta e poi il Pres. Della
repubblica previa deliberazione del consiglio dei ministri. Non c‟è un quorum elettorale e se
vincono i si passa altrimenti no. Sono stati usati due volte nel caso del 2001 e del 2005
durante il governo Berlusconi. Ovviamente entrambi bocciati, volevano modificare la parte
V del titolo 2 della costituzione e l‟altro uguale.

- Referendum Abrogativo art. 75 cost. Fu l‟unico tipo di referendum scelto dalla costituente
per limitare il potere parlamentare. Furono però posti anche dei limiti ovviamente e parte
sempre con la domanda “ si vuole abrogare..” una parte o una intera legge alla quale i
cittadini rispondono si o no. Possono richiederlo 500 mila elettori o 5 consigli regionali. Il
referendum abrogativo riguarda qualcosa di natura legislativa da abrogare e va garantita la
legittimità del procedimento. Sono inammissibile per costituzioni leggi tributarie, di
bilancio, di indulto e sui trattati internazionali. Questo per permettere al legislatore di
procedere. NE sono poi stati aggiunti altri di limiti come su leggi costituzionali etc. Ulteriori
vincoli sono sulla formulazione del quesito che ovviamente deve essere chiaro e coinciso e
con una domanda secca. Infatti più domande vanno divise in modo da poter dare la scelta a
chi vota. E‟ essenziale l‟omogeneità della richiesta. Quindi omogenea, chiara e univoca. Un
altro divieto è quello di porre referendum su leggi elettorali che servono sul proseguimento
dell‟azione legislativa. Il processo referendario è così diviso :

- Richiesta referendum;
- Verifica ammissibilità ;
- Presidente della Repubblica firma;
- Se il referendum è valido e supera il quorum si cancella la legge in caso di vittoria;
- In caso contrario è un nulla di fatto.

Ci possono essere referendum per modificazioni territoriali come inserimento di un comune o


provincia in un‟ altra regione, referendum per approvare statuti regionali, e così via.
Il primo referendum lo si ebbe nel 74 dopo che la Dc e il governo approvarono una legge per
riconoscere i referendum. F così che entrò il divorzio in Italia. Tutt‟oggi ci sono problemi di
legittimità cioè c‟è un dibattito su scegliere l‟ammissibilità di richieste, del rispetto delle scelte
referendarie e così via. E‟ un lungo dibattito.
L‟associazionismo partitico permette al popolo di partecipare esprimendo preferenze e voti.
L‟articolo 49 della costituzione riconosce ai cittadini la possibilità di associarsi liberamente. Negli
ultimi anni i partiti però hanno sempre più potere diventando una vera e propria casta e prendendo
anche finanziamenti. Ci sono altri strumenti dati al popolo come la petizione che però non ha quasi
mai avuto effetto e l’iniziativa legislativa popolare ovvero raccogliendo 50 mila firme si mandano
poi ad una delle due camere con una legge proposta e verrà valutata.

RIASSUNTO CAPITOLO 9 : Il parlamento

I parlamenti contemporanei sono organi di natura elettiva, legati al tipo di ordinamento dello stato.
In questo capitolo andremo a capire come sono nati i parlamenti moderni, da quali basi.

Inizialmente vi erano delle specie di assemblee che iniziarono a modificarsi in qualcosa che noi
conosciamo dall‟Inghilterra. Il parlamento inglese si era diviso in due camere stabilendo un sistema
bicamerale. Il re aveva comunque avuto sempre il potere esecutivo, ma piano piano si iniziò ad
intaccare il sistema a vantaggio del parlamento. Con il suffragio universale il parlamento diventava
sempre più rappresentazione del popolo, anche grazie alla nascita dei partiti di massa. Piano piano
iniziò a nascere anche il governo che divenne un comitato direttivo che forniva le dritte e le
mansioni al parlamento. Con l‟avvento degli stati costituzionali il parlamento dovette cedere la sua
definizione di sovrano, cedendola come ad esempio nella nostra costituzione al popolo.
 Il parlamento in Italia fino alla Costituente

Il nostro parlamento è il diretto erede del parlamento regio dell‟Italia monarchica che a sua volta si
era formato sulla base del parlamento subalpino istituito nel 1848. Quello monarchico prevedeva la
formazione di due camere, una di rappresentanza nazionale cioè la camera e l‟altra di
rappresentanza regia il senato. Il governo infatti si è sempre rivolto alla camera per essere sostenuto
mentre suggeriva al re chi eleggere e inserire all‟interno del senato. Si formò così un
bicameralismo che però non era paritario. La camera durante il fascismo conobbe il cancella mento
di questa e con la sostituzione della camera dei fasci che serviva per essere completamente
controllata dal governo. All‟assemblea costituente infatti si pose il problema di come dovesse essere
il futuro parlamento, se basarsi su una bicamerale o su una camera sola. Il problema da vedere era
anche che ruolo attribuire alle due camere. Il timore per i monocameralisti era quello di avere una
delle due camere controllate dal governo, ma la costituente levò questo dubbio introducendo la
sovranità popolare per entrambe le camere. Si formò così un bicameralismo perfetto, perché le due
camere hanno più o meno i soliti ruoli, ma questo permette proprio un maggior controllo
dell‟attività governativa e della forza popolare. Il problema del paritario però si pone sul fatto che il
senato solo chi ha compiuto 25 può votare. Forse qualche disparità tra le due camere c‟è.

 Com‟è composto il parlamento italiano?

Il parlamento italiano è un organo costituzionale complesso formato da due camere, Camera e


Senato nelle quali si può essere eletti rispettivamente a 25 e 40 anni e che possono essere votati
rispettivamente da chi ha compiuto 18 anni e 25 anni. L‟elezione avviene a suffragio universale,
proprio per ribadire che il popolo è sovrano, e diretto cioè non si votano asseble che poi andranno a
decidere, ma il nostro voto incide subito sulla decisione. La legge 65 cost. prevede che ci siano dei
termini di ineleggibilità come ad esempio casi di doppia carica etc e quindi il cittadino non può
essere eletto. I senatori a vita sono scelti in un numero di massimo 5 persone dal presidente della
repubblica, gli altri invece sono generalmente i presidenti della repubblica che una volta finita la
carica prendono quel posto, anche se non di obbligo. Il voto dei senatori a vita può risultare
importante , basta vedere il governo Prodi 2006 o quello Berlusconi del 1994. Ci sono anche i seggi
dati alle circoscrizioni estero, nelle quali solo italiani che vivono all‟estero possono partecipare e
solo italiani che vivono all‟estero possono votare. Tutto questo mostra come il bicameralismo sia
perfetto e le due camere siano pressoché identiche tranne per i numeri di componenti.

 Durata in carica

Le camere durano in carica 5 anni, almeno che non ci sia lo stato di guerra come sancito dal‟articolo
60 della costituzione e che all‟articolo 78 della stessa da tale funzioni alle camere di poter deliberare
lo stato di guerra. C‟è comunque il divieto di proroga perché non verrebbe rispettato il principio di
cambio al potere. Poi per dare continuità lavorativi le camere continuano a lavorare anche dopo le
elezioni, ma ad esempio non si possono indire le elezioni 45 giorni prima della cessione delle
camere e la prima riunione deve avvenire entro 20 giorni dalle elezioni stesse.

 Parlamento in seduta comune

Serve solamente per questioni elettive e le due camere si riuniscono insieme alla camera e devono
eleggere il presidente della Repubblica oppure metterlo in stato di accusa; eleggere i membri del
consiglio superiore della magistratura ; eleggere 1/3 dei membri della corte costituzionale. Il
parlamento in questo caso è presieduto dal presidente della camera che richiama alla votazione del
presidente della Repubblica.
 Disciplina Costituzionale delle due camere

C‟è un diritto parlamentare che regola le due camere che si forma da fonti costituzionali. Le regole
principali sono che si elegge un presidente di ogni camera eletto nella rispettiva camera; ogni
camera adotta un proprio regolamento e lo fa a maggioranza assoluta, questo per garantire il
massimo di autonomia di entrambe; Le sedute sono pubbliche almeno che non si usi il caso di
quelle segrete che però sono rare e vengono redatte in sintesi o in modo completo stenografate, il
pubblico infatti può assistere; le votazioni sono di solito assunto con la maggioranza dei voti, ma si
deve raggiungere un numero legale di presente, quindi la metà più uno, sennò il voto è nullo; al
senato una delibera è accettata se si raggiungere la maggioranza di coloro che partecipano al voto,
astenuti compreso, infatti se un parlamentare che si astiene vuole dare risultato alla posizione
conviene non presentarsi in aula ; i componenti del governo hanno diritto ad assistere le sedute e il
dovere presentarsi ogni volta che sia richiesto.
Inoltre sullo status giuridico del parlamentare:

- Si può essere eletti solo ad una camera;


- Sono le camera a decidere se dimettere o no il parlamentare per casi di corruzione etc;
- Ogni parlamentare rappresenta l‟intera nazione;
- Ogni parlamentare riceve un indennità stabilita dalla rispettiva camera;
- Gode di immunità come insindacabilità cioè i parlamentari non possono essere chiamati a
rispondere su come votano e su come dicono le cose; inviolabilità i sindacati non possono
ricevere nessun divieto di libertà personale;

 Organizzazione delle camere

Le due camere sono organizzate in modo sostanzialmente identico. Gli organi delle camere sono :

- Il presidente, che viene eletto a maggioranza qualificata, rappresenta all‟esterno le camere e


ne dirige i lavori, ordinando anche lo svolgimento delle sedute; per le cose amministrative
viene aiutato anche dai questori. Generalmente il presidente è stato eletto fra i membri
del‟opposizione, cosa interrottasi nel 1994 da quando è invece membro della maggioranza.
- Ufficio di presidenza, è composto in modo da rappresentare tutti i parlamentari e lavora su
compiti di compatibilità, interni, etc.
- Conferenza dei presidenti di gruppo, decide l‟orario di sedute, il calendario e così via.
Composto dai capigruppo e assiste il presidente in tutto ciò che concerne lo svolgimento dei
lavori. Il governo può inviarvi un proprio rappresentante e in base al tempo disponibile la
maggioranza approva ciò che concerne il programma di governo. La conferenza delibera a
all‟unanimità alla camera e a maggioranza qualificata al senato.
- Le giunte. Quella del regolamento segue il lavoro del presidente e ne consiglia modifiche;
quella delle elezioni controlla le regole di votazione e di elezione di parlamentari che magari
sono corrotti; quella delle autorizzazioni a procede, come prevede l‟articolo 68 cost. , che
decide se deliberare sull‟indagine di un parlamentare da parte dei magistrati .
- Commissioni permanenti, come sostiene l‟articolo 72, svolgono un ruolo importante per lo
svolgimento delle varie attività parlamentari, quelle fisse oggi sono 14 e ricoprono vari ruoli
come quella costituzionale , della giustizia, difesa, bilancio, etc. La loro composizione
rispecchia la formazione parlamentare ovvero ci sarà una maggioranza di componenti
composta dai parlamentari della maggioranza e una minoranza dai parlamentari di
minoranza. La maggioranza elegge i presidenti i quali svolgono un ruolo molto importante,
ovvero è quello che convoca le commissioni e ne dirige i lavori. Inoltre ogni camera può
fare una commissione speciale oppure una commissione di inchiesta. Ci sono anche molte
commissioni bicamerali, cioè miste, come la commissione su questioni regionali etc.
- I gruppi parlamentari, sono richiamati dalla costituzione nell‟articolo 70 e sono lo
strumento di organizzazione dei partiti politici all‟interno delle camere. Gli aderenti devono
dichiarare a che gruppo appartengono e se non lo fanno confluiscono ne gruppo misto. Ogni
gruppo deve essere formato minimo da 20 parlamentari alla camera e 10 al senato.
All‟interno dei gruppi misti è permessa la composizione di componenti politiche. Ci sono i
presidenti dei gruppi che dirigono i lavori e fanno valere le richieste e regolano il tempo di
aula e chi deve parlare scegliendolo all‟interno del proprio gruppo.

 Funzioni delle camere

Nella costituzione non c‟è un preciso catalogo delle funzioni del parlamento, ma ci si basa sulla
storia parlamentare italiana e dalla parte II sull‟ordinamento della Repubblica. Il termine funzione
può essere spiegato sia in termini giuridici che istituzionali. Nel primo caso si guarda ai poteri e alle
due camere è dato il potere legislativo che comunque non è esercitata solo dallo stato come dice
l‟articolo 117 cost. , e viene dunque esercitata collettivamente dalle due camere come dice l‟articolo
70 cost. Nel‟altro caso come dice l‟articolo 94 cost. , ogni camera avvalendosi del proprio
regolamento svolge delle funzioni. Ci sono così la funzione di indirizzo, di controllo e di
informazione.

 Il procedimento legislativo

Questo consta di diverse fasi :

- Fase di iniziativa, con la quale si presentano progetti legislativi e ne hanno titolo il governo,
consigli regionali, il popolo e ciascun membro delle camere. I parlamentari possono
presentare il progetto solo alla camera a cui appartengono, gli altri invece a entrambe. Il
governo ovviamente presenta un proprio progetto accordandosi con entrambi i gruppi delle
camere e dei relativi parlamentari per migliorare il processo legislativo.
- Fase istruttoria, che viene affidata alle commissioni. Non è una fase che può essere evitata,
essendo richiamata dalla stessa costituzione. I progetti vengono presentati e discussi in
commissioni specifiche e le altre commissioni sono comunque chiamate a dare un giudizio.
Il ruolo delle commissioni ovviamente dipende dal procedimento legislativo scelto.
- Fase deliberativa, che si svolge con 3 procedure diverse. Durante l‟esame della proposta si
può passare da un procedimento all‟altro. (A) Procedimento ordinario dove il presidente
illustra il progetto e la commissione ha un ruolo istruttorio perché prima lo discute , lo
esamina articolo per articolo, e poi crea un testo che invia all‟assemblea. (B) Il
procedimento misto consiste che la commissione può redigere un testo semi definitivo,
quindi senza discussione alle camere e quindi prendere o lasciare. (C) Infine vi è il
procedimento in sede legislativa ovvero si può benissimo far passare un progetto senza
passare dalle assemblee, almeno che governo o 1/5 del parlamento non si opponga. Lo
prevede l‟articolo 72 della costituzione. Per alcune materie questa modalità è da escludere.
- Discussione in aula. Se ovviamente il procedimento scelto è quello ordinario c‟è una
discussione generale, e salvo deliberazione in contrario si passa all‟esame e votazione
articolo per articolo. Seguono anche le dichiarazioni di voto da parte dei rappresentanti dei
gruppi.
- Si manda il messaggio all’altra camera, in caso di approvazione viene mandato un
messaggio all‟altra camera che dovrà approvare il progetto così com‟è perché in caso di
modifica dovrà essere rivotato dall‟altra camera.
- Promulgazione da parte del presidente della repubblica che dovrà firmare o meno il
progetto, per poi andare in pubblicazione.
- Le camere prevedono progetti speciali in situazioni di urgenza come la conversione di
decreti legge o esami di progetti di legge costituzionali o di bilancio.
- C’è la legge finanziaria che dura circa 2 anni e mezzo e il governo presenta entro il 30
Settembre di ogni anno il progetto da approvare entro il 31 Dicembre dello stesso. C‟è una
presentazione del documento di programmazione economico-finanziaria alla quale vanno
presentati disegni di legge collegati. Ormai i governi usano questo strumento per inserire
tutto e di più, per fare un pacchetto unico, usando maxi emendamenti.
- La legge comunitaria è lo strumento con la quale di permette di adeguare il nostro
ordinamento all‟ordinamento europeo e ogni anno infatti il governo entro il 31 Gennaio
presenta alle camere il disegno di legge.
- Legge di semplificazione permette di racchiudere in un'unica legge diverse leggi ed articoli
in modo da semplificare l‟assetto normativo e ridurre quindi le spese.

 Le procedure di indirizzo

Le camere concorrono a determinare l‟indirizzo politico e quindi cooperano con lo stesso governo,
nel caso della maggioranza. Le camere usano diversi strumenti, come ad esempio rapporto
fiduciario, ovvero votazione sulla mozione di fiducia al nuovo governo ma anche mozioni di
sfiducia presentate dall‟opposizione. Gli strumenti delle camere sono :

- Le mozioni sono lo strumento per fare una deliberazione su diversi argomenti ed ha lo


stesso iter di un normale progetto di legge. Le camere le fanno per chiedere al governo di
muoversi in una certa direzione piuttosto che in un'altra, ma possono anche crearne alcune
dirette alle camere stesse e questo ha un segnale molto forte.
- Risoluzione è identico alle mozioni solo che si distingue per essere usato a fini conclusivi di
un dibattito o di una richiesta a governo che porta appunto a conclusione di un dibatti.
- Ordini del giorno sono di significato ridimensionato, ma sono presentati in corso
dell‟esame di un progetto legge o mozione rivolti appunto al governo.

Ogni camera ovviamente può muoversi nei limiti del rapporto con governo e maggioranza. Il
governo si adopererà in modo che tutte le cose provenienti dalla maggioranza siano di indirizzo
governativo. Se invece un atto di indirizzo è proposto dall‟opposizione la maggioranza farà in modo
di accantonarlo o sostituirlo. L‟opposizione può presentare progetti di legge che difficilmente
verranno approvati e forse nemmeno discussi in aula. Ma almeno possono far sentire le proprie idee
agli elettori.

 Controllo e informazione

Le procedure di informazione e controllo sono diverse. Abbiamo :

- Le interrogazione sono a risposta immediate e al governo viene fatta una domanda alla
quale rispondono solitamente i ministri competenti in modo orale o scritto. Chi ha posto la
domanda ha facoltà di dire se la risposta è soddisfacente e di replicare in pochi minuti, ma
senza aprire un dibattito.
- Le interpellanza invece sono diverse, sempre richieste al governo ma qui si chiede come
mai il governo ha agito in una certa maniera oppure come intende agire su una certa
questione. Si possono chiedere anche mozioni in modo da creare un dibattito. Al termine di
tutto ciò la camera detta i suoi indirizzi.

Le commissioni possono chiedere audizioni cioè chiamano il governo o chi per lui a rispondere su
argomenti di politica amministrativa, oppure relazioni sull‟esecuzione di leggi oppure creare
indagini conoscitive con una serie di audizioni. Secondo l‟articolo 82 della costituzione si possono
fare commissioni di inchiesta che hanno gli stessi poteri e limitazioni dell‟autorità giudiziaria e
hanno per oggetto materie
L‟articolo 95 della costituzione ci dice come sono divisi i ruoli e infatti :

- Il Presidente del consiglio ha il compito di dirigere la direzione della politica di governo,


sulla quale ha responsabilità politica;
- Deve mantenere l’unità dell’indirizzo politico e amministrativo ;
- Può promuovere l’attività dei ministri;
- Il suo potere chiave è la nomina dei ministri;
- Può porre la fiducia alle camere;
- Controfirma gli atti deliberati dal consiglio e presenta alle camere i disegni di legge
d’iniziativa governativa;
- Può apporre il segreto di stato e nomina i servizi di intelligence;
- Promuove e coordina le azioni dell’ Ue in Italia.

Ha sede in palazzo Chigi e si chiama Presidenza Del Consiglio.

Il consiglio dei Ministri del quale poco dice la costituzione, invece determina la politica generale
del governo , regola eventuali conflitti tra ministri e regola qualsiasi deliberazione su attività
politiche. Infatti;

- Decide in merito al voto di fiducia ;


- Decide su quale indirizzo di politica internazionale e comunitaria intraprendere;
- Decide sulla presentazione di disegni di legge e atti normativi ;
- Decide sulle nomine ad amministrare enti pubblici ;
- Decide sull’annullamento di atti amministrativi;
- Crea ricorsi su leggi , ad esempio regionali, che vanno contro le legge dello stato.

C‟è un regolamento su come devono riunirsi, su quando convocare riunioni e discussioni e come
decidere l‟ordine del giorno ed è un regolamento adottato dal presidente del consiglio.

Infine abbiamo i ministri che sono al vertice delle rispettive amministrazioni e rispondono degli atti
del consiglio dei ministri e dei singoli atti dei loro enti. Quando viene formato un governo si
possono nominare ministri che non abbiano alcun ministero per facilitare il lavoro del presidente
del consiglio. Questi sono i ministri senza portafoglio che siedono a pari degli altri ministri.

Ci sono altri organi di governo, ovvero;

- Vicepresidenti del consiglio dei ministri;


- Sottosegretari di stato alla presidenza del consiglio;
- Viceministri;
- Comitati interministeriali :
- Il consiglio dei ministri può nominare commissari straordinari di governo.

 Come si forma il Governo?

Il nostro governo nel nostro ordinamento non è un organo a durata fissa perché questo dipende dalle
elezioni parlamentari. Come prevede la costituzione il governo si costituisce per nomina del
presidente del consiglio da parte del presidente della repubblica al quale verrà proposta dal primo
una lista di ministri da eleggere( art. 92 cost. ). Come dice l‟articolo 94 il governo deve ottenere la
fiducia di entrambe le camere, e deve presentarsi ad esse entro 10 giorni per ricevere la fiducia. La
costituzione è molto striminzita a riguardo e molto generale, in questo modo si obbliga comunque il
presidente a scegliere una personalità in grado di ricevere la fiducia il più possibile. Avvengono così
le consultazione presidenziali nelle quali si fanno vari incontri per capire la situazione politica. E‟
una prassi sempre usata anche se non è sempre stata uguale sia come tempi che come forma. Se alle
elezioni il risultato mette una maggioranza partitica forte e coesa le consultazioni durano poco, in
caso contrario invece possono durare molto per trovare appunto un‟ accordo. Il presidente della
repubblica non da subito l‟incarico ma da l‟incarico di formare il governo alla personalità
prescelta con riserva, in modo che prima lui sondi il terreno e il presidente della repubblica rimane
con il suo potere. Darà l‟incarico nel momento in cui in volta definitiva il presidente con riserva gli
darà una lista di ministri da eleggere. Dopo questo viene eletto e ci sarà la fiducia parlamentare, in
modo che prima vi sia una formazione che deve essere poi accettata dalle camere. Da sempre c‟è
stata l‟influenza dei partiti anche se negli ultimi anni è via via diminuita. Alla fine l‟articolo 93
prevede il giuramento con il quale i membri di governo promettono fedeltà alla repubblica e
rispetto della costituzione. All‟inizio però il governo eseguirà cose di ordinaria amministrazione,
poi dovrà nominare i sottosegretari, stenderà il programma e lo presenterà alle camere alle quali
verrà posto un voto di fiducia da votare, chiamata mozione di fiducia. La votazione avviene a
scrutinio palese e ad appello nominale. La fiducia quindi di entrambe le camere completa il
processo di formazione governativa.

 La responsabilità del Governo

Il governo risponde del proprio operato a vario titolo e deve essere sempre garante del proprio ruolo
di unione con il parlamento che ,come prevede l‟articolo 94, può sfiduciarlo in ogni momento,
oppure negando la fiducia quando è il governo a sollecitarla. Tutto ciò che viene fatto è sottoposto a
giudizio dell‟opinione pubblica. Nella responsabilità penale dobbiamo dividere tra reati commessi
dal presidente del consiglio e tra coloro che svolgono l‟esercizio delle funzioni. L‟articolo 96
prevede che le indagini preliminari siano date a un collegio composto da tre magistrati che sono
estratti a sorte ogni 2 anni, gli atti vengono trasmessi alle camere alle quali si chiede
l‟autorizzazione a procedere e viene deliberata dalle camere di appartenenza e può essere negata
l‟autorizzazione solo se a maggioranza assoluta si reputi che l‟imputato abbia agito a livello
costituzionale per il bene del paese. Prima era la corte costituzionale a giudicare ma con u
referendum abrogativo si cancellò tale norma che per molti paralizzava il lavoro della corte. Salvo
quanto previsto dal‟articolo 96 una legge del 2003 sancì che il presidente del consiglio non potesse
essere sottoposto a processi penali per fatti antecedenti alla carica e una nuova legge di sospensione
dei processi venne rifatta durante il governo Berlusconi 2008.

 Come cessa dalle funzioni il governo

Il governo cessa dalla sua funzione quando un nuovo governo giura nelle mani del Presidente Della
Repubblica. C‟è anche la situazione di crisi di governo avviene con la dimissione del presidente
del consiglio. C‟è anche il rimpasto che non è una chiusura dell‟azione di governo, ma si
sostituiscono più ministri e se un ministro si dimette si chiama ad interim l‟incarico di reggere un
ministero. Se però viene approvata una mozione di sfiducia il governo deve dimettersi. Ma è lo
stesso governo che può porre la questione di fiducia e il voto contrario equivale ad una mozione di
sfiducia. Basta pensare al Governo Prodi. I governi in carica si sono sempre dimessi all‟indomani
della nuova entrata dell‟esecutivo ed è una norma di correttezza. La nostra costituzione per i
ministri non parla di revoca ma si pone la sfiducia individuale che venne legittimato dalla corte
costituzionale da una sentenza del 1996. Questo strumento venne introdotto per coprire un‟assenza
nella costituzione per poter dare uno strumento al presidente del consiglio.

 Il governo e i rapporti con altri organi

- Il Parlamento , c‟è un rapporto fiduciario tra governo e parlamento al cui interno il lavoro
del governo è fondamentale per la stabilità;
- Presidente della Repubblica è sempre informato sulle attività parlamentari e firma tutti gli
atti e leggi che vengono approvate dal parlamento;
- Corte costituzionale il presidente del consiglio solleva il conflitto di attribuzione davanti
alla corte e solleva questioni di legittimità ;
- Potere giudiziario è affidato solo al ministro della giustizia che deve controllare l‟operato
dei magistrati e controllare l‟organizzazione. Il governo in tutto ciò non ha alcun potere;
- Regioni ed enti locali mancava un organo costituzionale e venne fatto di recente per creare i
rapporti fra i vari enti. Qui vengono svolti compiti di informazione etc;
- Unione Europea il governo concorre alla partecipazione visto che al consiglio europeo
partecipa lo stesso presidente del consiglio europeo che ha rafforzato il ruolo dell‟esecutivo
nel diritto e nell‟organizzazione comunitaria.

RIASSUNTO CAPITOLO 12 : Ordinamenti Regionale e Locali

Con la costituzione del 1948 per la prima volta l‟ordinamento italiano si trasforma in una repubblica
che riconosce le autonomie territoriali e che riparte il territorio in regioni oltre ai già presenti
comuni e province. L‟ordinamento italiano inizialmente fu accentrato e uniforme, sul modello
napoleonico. Basta vedere che l‟unità si era fondata sull‟alleanza tra borghesia e corona e
riconoscimento dello statuto della Sardegna come costituzione del nuovo stato. A votare non erano
tutti. Prima vi erano i prefetti che stabilivano le modalità voto e facevano i dovuti controlli. Questo
fino al secolo scorso m orme,
Nel primo caso ad esempio abbiamo la violazione dell‟articolo 3 e quindi un individuo è
discriminato in base al sesso; Nel secondo caso se lo stato interviene su una legge di competenza
regionale. C‟è anche il vizio di irragionevolezza che viola il principio di ragionevolezza.
Vi sono due modi per accedere al giudizio di legittimità :

- In via d‟azione, lo stato contro leggi regionali:


- In via incidentale, se un dubbio sorge durante il giudizio.
La corte deve quindi avere una vera controversia per poter giudicare, limita i ricorsi diretti a
soggetti istituzionali e non c‟è il ricorso diretto da parte dei cittadini.

 I Giudizi sulle leggi

Nel caso del giudizio in via incidentale, si ha quando la legittimità costituzionale sia stata presentata
nel procedimento in corso davanti a un‟ autorità giudiziaria. La corte quindi ha a disposizione un
giudizio principale. Guardiamo i vari punti.

(A) Bisogna individuare quali organi possano porre la questione di legittimità alla corte, cioè il
giudice a quo. Si è aperta tale richiesta non solo ai giudici ordinari o amministrativi ma
anche alla commissione delle liquidazioni , i collegi arbitrali e così via. La corte richiede
due requisiti : quello soggettivo cioè esistenza di un giudice e quello oggettivo ossia
l‟esistenza di un giudizio in senso tecnico. Per la corte anche il giudice costituzionale può
essere il giudice a quo.
(B) Chi può sollevare la questione di legittimità? Sollevata su istanza da una delle parti o
d‟ufficio anche dal giudice innanzi al quale pende il giudizio principale. Le parti e il giudice
devono precisare i motivi e i parametri della richiesta e quindi citare le parti della
costituzione violata e la legge in questione.
(C) Per far procedere il tutto il giudice a quo deve dire se sia una richiesta rilevante a livello
costituzionale e che non sia infondata. La rilevanza vede una questione rilevante cioè la
legge in esame deve essere applicata. La questione non deve essere manifestamente
infondata cioè basta che via sia un dubbio ma che non sia pretestuosa. Il giudice a quo deve
sospender e il giudizio e rimettere la richiesta alla corte e se non si riscontrano i due requisiti
sopra si respinge la richiesta.
(D) Deciso il rinvio alla corte si avvertono le parti e se è una legge dello stato si notifica anche al
presidente del consiglio. L‟ordinanza è pubblicata sulla gazzetta e dopo 20 giorni dalla
notifica si costituiscono le parti del processo d‟innanzi alla corte. Le richiesta rimangono
invariate ma presentandosi davanti alla corte le parti presentano le loro deduzioni.
(E) Dopo i 20 giorni la corte nomina un giudice relatore e convoca la corte entro 20 giorni dopo
per la discussione della questione.

Nel caso del giudizio in via d‟azione si apre direttamente con il ricorso dello stato su delle leggi
regionali oppure dalle regioni con ricorso contro leggi dello stato in materie di competenza
regionale. E‟ un procedimento astratto nel senso che le disposizioni impugnate vengono valutate sul
contenuto e quindi c‟è un introduzione e i soggetti coinvolti possono fare ricorso alla corte. Tutto
questo è previsto dall‟articolo 127. I ricorsi hanno carattere successivo, cioè post approvazione
legge. Il ricorso dello stato è presentato dal presidente del consiglio previa deliberà del consiglio dei
ministri, dalle regioni è fatto dalla giunta regionale. Lo stato può invocare la legittimità delle leggi
per qualsiasi vizio mentre le regioni solo nel caso di invasione della propria materia di competenza.

 Tipologie delle sentenze

Il giudizio di costituzionalità delle leggi si chiude con una decisione della corte costituzionale.
Hanno anche una forma tipica cioè sentenza o ordinanza, e c‟è anche una struttura tipica ovvero
motivazioni di fatto, cioè esposizione dei fatti della causa, motivazioni in diritto ragioni che
spiegano la scelta fatta e dispositivo soluzione delle controversie. A seconda del contenuto la corte
prende decisioni processuali, cioè senza entrare nel merito o invece decisioni di merito entra nel
merito della questione e la risolve. Queste possono avere un esito diverso cioè di accoglimento o
rigetto della questione. Nella sentenza interpretativa di rigetto si ritiene non fondata la questione di
legittimità. Hanno comunque uno schema comune.

 Sentenze di accoglimento manipolativo

Le sentenze di accoglimento hanno effetto manipolativo. Si chiamano così perché la corte non si
limita ad eliminare le norme, ma modifica con la sua mano il tutto. Ci sono infatti le seguenti
decisioni :

Sentenze di accoglimento parziale dichiarando illegittima una parte della legge e viene manipolato
il testo di legge. Il testo viene ridotto nel numero di interpretazioni possibili.

Sentenze sostitutive dove la corte dichiara illegittima una norma e la sostituisce con un „altra e qui
manipola il testo aggiungendo un significato nuovo rispetto al testo precedente.

Sentenze aggiuntive dichiarano illegittima una norma perché è in assenza di una norma che la
renderebbe legittima e quindi la crea e la inserisce la corte. Qui colpisce le omissioni del legislatore.

Sentenze additive di principio ne fa ricorso per non toccare le prerogative del parlamento e si
limitano a individuare il principio generale in base al quale certe materie vanno disciplinate per non
invadere il campo non suo.

Ci sono anche le sentenze monito che sono dei suggerimenti inseriti nelle dichiarazioni della corte
che sono dei suggerimenti al legislatore, una sorta di creazione di dialogo che non devono essere
rispettati per forza dal parlamento, ma vista l‟autorevolezza della corte è difficile ignorarli.

 Effetti della dichiarazione di illegittimità

Le sentenze incidono direttamente sulle fonti del diritto. Nell‟articolo 136 si dice che quando la
corte dichiara l‟incostituzionalità la norma dal giorno dopo cessa di funzionare. L‟articolo 137
oltretutto stabilisce che le sentenze della corte sono inoppugnabili. Queste sentenze non valgono
verso rapporti esauriti ma solo pendenti quindi non è del tutto retroattiva. Infatti in caso di
prescrizione, decadenza o passata in giudicato. La corte non può decidere sugli effetti del tempo
della norma abolita, ma può vedere di limitarne gli effetti e diluirli nel tempo.

 L‟attribuzione

Secondo l‟articolo 134 la corte costituzionale giudica altresì sull‟attribuzione dei ruoli legislativi di
stato e regioni. Ovvero conflitti degli organi dello stato chiamati interorganici oppure conflitti tra
stato e regione chiamati intersoggettivi. La corte costituzionale risolve il conflitto stabilendo a chi
spetta la titolarità della competenza e come deve essere esercitata. Ogni competenza può essere
violata con qualsiasi atto / fatto. La parte lesa deve avere comunque interesse a ricorrere e che si
portino i fatti e le ragioni del conflitto.

 Conflitti tra poteri dello stato

L‟articolo 37 della legge costituzionale del 1953 dice che il conflitto tra poteri dello stato è risolto
dalla corte costituzionale. In questo modo si distingue i conflitti costituzionali da quelli di legge
ordinaria che prima del 48 appunto non erano stati differenziati. La corte costituzionale deve dire
quali sono i poteri dello stato e se esiste materia di conflitto.

(A) Dal punto di vista soggettivo non è sufficiente far riferimento alla divisione dei poteri.
Nel‟ambito del potere giurisdizionale la corte ha ammesso ciascun giudice per la tutela della
funzione giurisdizionale. Poteri dello stato sono anche quelli chiamati poteri organi.
(B) Sotto il profilo oggettivo i poteri sono tutelati da norme costituzionali e quindi non tutti
possono essere tutelati d‟innanzi alla corte.

Il Giudizio davanti alla corte si divide in due fasi, ovvero giudizio sull‟ammissibilità del conflitto e
l‟ordinanza dichiara ammissibile il conflitto e la corte notifica agli organi. Poi nel giudizio nel
merito la corte risolve il conflitto fra le parti chiamate in causa e annulla i poteri che non spettano ai
relativi organi.

 Conflitto tra stato e regioni

Sia stato che regione possono proporre ala corte un ricorso se uno dei due organi invade l‟altro in
materia di rispettiva competenza. Al di fuori di atti legislativi qualsiasi atto è idoneo a determinare
materia di conflitto. Viene fatto il ricorso ed entro 60 giorni ci deve essere il giudizio e nel mentre si
può anche chiedere la sospensiva e la corte decide con ordinanza sulla richiesta sospensiva.

La corte inoltre per la sua posizione è titolata a giudicare sulle accuse mosse dal parlamento contro
il presidente della Repubblica in base all‟articolo 90 della costituzione. E inoltre come specificato
concordato con la chiesa, cancellato quasi del tutto il voto segreto, procedure di bilancio,
legislazione antitrust, rivisto il codice di procedura penale e riformato il sistema radiotelevisivo con
la legge Mammì che divise il duo polio rai – mediaset.

Una quarta fase si inaugura con un referendum sulla legislazione elettorale con l‟esigenza di fare
muro contro il comunismo e Mario Segni volle aggirar e il sistema partitico cavalcando la sfiducia
nei partiti. Ma il 18 Aprile 1993 si tenne il referendum e ci furono inoltre tante indagini della
magistratura che portarono a far sparire tanti partiti a causa della corruzione. Si introdussero nuove
formule di legge elettorale a prevalenza maggioritaria, nuovo regolamento sul finanziamento dei
partiti e si risanò il bilancio del debito pubblico dovendo entrare nella comunità europea.

 Ordinamento Italiano a 70 anni dalla costituzione

In tutti questi anni la situazione è mutata e sotto molti aspetti migliorata. Si è portato a compimento
tutta l‟attuazione della costituzione e dei 139 articoli ne sono stati modificati solo 32. Infatti non c‟è
mai stata una riforma costituzionale ma revisioni. I valori e principi sono rimasti e si sono inseriti
sempre più nella società italiana. Nel 1999 si è conclusa con l‟attuazione dell‟articolo 95 tutto il
processo costituzionale, con l‟organizzazione del governo. Ci sono aspetti essenziali :

- Corte costituzionale ha sempre più assunto prestigio ed ha anche accorciato tempi di


decisioni ;
- Il presidente del consiglio ha assunto sempre più potere;
- Il potere normativo si è sempre più spostato dal parlamento all‟esecutivo ;
- Il presidente della repubblica ha svolto il ruolo che la costituzione gli da ma essendoci un
sistema politico inadeguato si è esposto anche troppo in alcuni casi;
- La magistratura ha ottenuto la sua indipendenza anche se è sempre sotto critica per la
lentezza delle cause e oltretutto si vorrebbe dividere le carriere dei magistrati giudicanti e
dell‟accuso, riforma contrastata dalla magistratura;
- Le regioni hanno sempre preso più piede in un ottica di decentramento dei poteri, anche con
enti come comuni e regioni;
- Le pubbliche amministrazioni sono in continua mutazione e sempre più al servizio del
cittadino.

Da molti però sono stati trovati elementi di debolezza nella costituzione ad esempio i cittadini
hanno carenza nelle loro aspettative di servizi , come dicevamo nella lentezza della magistratura e
inoltre anche se negli ultimi anni arriva il tardivo consolidarsi di un sistema bipolare.

 La costituzione e i tentativi di riformarla

Fino alla fine degli anni 70 ovviamente ai partiti, che avevano fatto anche parte della costituente,
non conveniva modificare in alcun modo la costituzione. Ma nella seconda metà degli anni 70 la
crisi istituzionale si faceva sentire e per questo motivo il partito socialista si fece portare di riforme
costituzionali. Dal 1979 il tema non è più uscito dal parlamento e dal dibattito. Però ci sono
difficoltà nel procedere ad una revisione organica della costituzione. Mai ci sono stati molti
consensi ad un ipotesi del genere, ci siamo limitati alla revisione della parte II. E‟ sempre stata forte
l‟idea che ogni revisione dovesse essere accompagnata da una larga maggioranza ma in realtà
l‟articolo 138 della costituzione ci parla della più piccola maggioranza qualificata, ovvero la metà
più uno dei componenti del parlamento. Questo ha portato ad attribuire ad ogni partito politico
anche piccolo un vero potere di veto e mettendo in crisi qualsiasi riforma, ponendo tutti le loro
esigenze. Nel 2001 alla vigilia delle elezioni venne approvata la riforma del titolo V dal centro
sinistra e poi venne chiesto il referendum costituzionale che bocciò la riforma. Poi vinse il centro
destra che portò avanti una più grossa riforma che toccava 80 articoli della costituzione. Andò a
modificare la forma di governo, rafforzò il ruolo del presidente del consiglio e il senato avrebbe
partecipato alla forma legislativa in modo più limitato. Inoltre si ridusse la figura del presidente
della repubblica a garante della costituzione. Il senato venne nominalmente definito federale
sarebbe stato a suffragio universale ma accentuando la base regionale e sarebbero state ridate allo
stato alcune riforme concorrenti ( articolo 117 ). La campagna referendaria confermò il no e questa
riforma venne abrogata. Come critica diciamo :

- E‟ urgente differenziare le due camere magari dando al Senato una rappresentanza più locale
con regioni etc. Quindi è necessario cancellare il rapporto di fiducia che c‟è tra senato e
governo;
- E‟ importante dare più poteri al presidente del consiglio per riuscire a far tenere meglio la
compagine governativa ed è importante dare anche un riconoscimento costituzionale
all‟opposizione ;
- Fare una modifica all‟articolo 117 in modo equilibrato e non stravolgendo il tutto, basandosi
sull‟esperienza giuridica di questi anni.

Nelle commissioni si lavorava anche a norme che disciplinino meglio i rapporti fra ordinamento
italiano e ue, norme del titolo sulla magistratura e piuttosto impossibile fare cambiamenti sulla parte
I che riguarda i diritti e che in realtà servirebbe per concedere diritti, i nuovi diritti. Nella legislatura
Prodi qualche passo in avanti si era fatto, ma poi è caduto il governo. Con il nuovo governo
sembrerebbe abbandonata l‟idea di riusare l‟articolo 138 ma di fare una riforma sulla parte II più
allargata ai voti possibili. Il dibattito sulla riforma elettorale è sempre acceso e c‟è chi non vuole
modificarlo per far avanzare il bipolarismo e c‟è chi invece vuole modificarlo e inserire il sistema
tedesco.

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