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Psw: illari2020
ESAME:
- scritto, 3 domande risposta aperta (max 10p ciascuna), lode a discrezione
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01/03/2023
Diritto costituzionale: Si occupa di studiare le regole che scaturiscono dalla costituzione (il quadro
entro il quale vengono proposte tutte le altre regole giuridiche)
-Nella nostra Costituzione: Principi fondamentali, diritti e doveri, organizzazione dello Stato
Diritto Pubblico: Ha una parte del diritto amministrativo, come operano i ministeri, regioni, comuni,
come applicano regole e controlli.
(esempio caduta governo Draghi) Draghi rassegna le sue dimissioni, Cosa poteva fare il presidente della
Repubblica? -> Art. 88. Scioglie le camere (Chi è il presidente della Repubblica? È il capo dello Stato e
rappresenta l’unità nazionale), nuove elezioni, primo giro di consultazioni da parte del PDR *consuetudine
costituzionale*, conferisce a Meloni l’incarico, accetta senza riserva, presenta la lista dei ministri,
22/10/2020 giuramento nelle mani del presidente della Repubblica. Entro 10 giorni il governo si deve
presentare alle camere, ottiene la fiducia da entrambe le camere
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Governo di forma parlamentare:
La caratteristica saliente di questa forma è che si contempla una forma di fiducia dal Parlamento
Formato da:
Corpo elettorale: Coloro che godono del diritto di voto, eleggono i partiti che compongono il
Parlamento.
Parlamento: Insieme di Camera e Senato, organo di rappresentanza attraverso i Partiti
Mozione di fiducia: caratteristica saliente della forma parlamentare fatta dai leader dei
partiti politici. Nel caso della minoranza si ha più difficoltà a far passare leggi
Cosa comporta? Il Governo sarà sostenuto dalla maggioranza e potrebbe presentare un
disegno di legge sostenuto solo da questa. Più la maggioranza è forte più opererà
rapidamente ed efficacemente.
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02/03/2023
L’idea che la costituzione è alla base, “la Legge fondamentale dello Stato” della creazione dello
Stato,
L’idea stessa di una costituzione scritta e verificabile,
Il processo costituente per cui le costituzioni non sono più atti del singolo sovrano, ma dati dal
consiglio delle “Assemblee Costituzionali”,
La rigidità della costituzione, cioè l’imposizione di conformazione delle altre forme giuridiche al
testo fondamentale
L’impossibilità di modifica della stessa tramite tradizionali sistemi legislativi, se non con un processo
ad hoc,
il controllo di legittimità costituzionale, nato dagli Stati Uniti.
Quando la costituzione non è posta al vertice delle fonti giuridiche la costituzione è detta flessibile, cioè
modificabile da un ordinamento del Parlamento, come nel regime fascista. Il regime politico in questo caso
può prevalere sul quadro dell’ordinamento statale.
La costituzione è anche un patto sociale, una tavola di valori, di idee e sentire di una società.
Si ha una distinzione tra la Costituzione formale, il testo scritto, e la Costituzione Materiale, cioè
l’interpretazione che ne segue dall’organo predisposto al controllo, che plasmano l’ordinamento. (esempio
articolo sulla tutela dell’ambiente, o art. 11 sulla guerra). La costituzione vivente è una via di mezzo.
A cosa serve?
La costituzione è un limite verso il potere dei governanti (principio cardine del costituzionalismo liberale)
“art.16 Dichiarazioni diritti uomo e del cittadino: Una società nei quali la garanzia dei diritti non è
assicurata, e i poteri non ben separati, non ha una costituzione”
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È difatti il vero e proprio fondamento della garanzia dei diritti. Saranno sempre presenti i criteri di
Separazione del potere e della tutela dei diritti.
L’esperienza del costituzionalismo porta ad un cambiamento sociale, economico e giuridico indirettamente
influenzato dal modello francese e americano. In questi paesi il cambiamento liberale è stato autoctono, da
noi è dovuta seguire alla parentesi fascista.
Elementi peculiari
Stabilità, Valori condivisi, Modello organizzativo dello Stato
Questi elementi nascono come strumenti di limitazione del potere del sovrano, per poi diventare elementi
di bilanciamento dei poteri dello Stato.
La Storia
Lo Statuto Albertino
Inizia ad avere effetti giuridici: Costituzione del Regno di Sardegna (4/03/1848 Approvata da Carlo
Alberto-1861)
Non furono le prime, ci furono delle precedenti costituzioni dopo i francesi, Le costituzioni Giacobine:
padana, cisalpina, partenopea ma tutto ciò non venne preso in considerazione da Carlo Alberto, approverà
questa carta su cui si fonda il regno d’Italia.
Poi diventerà adottata dal nascente Stato italiano: Costituzione del Regno d’Italia (1861-1948)
Caratteristiche:
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07/03/2023
Lo statuto albertino
È la carta tipica dello stato liberale e della forma di governo della monarchia costituzionale.
Struttura
Lo statuto albertino si struttura con:
1. Disposizioni relative alla corona, uso clausola “con affetto di padre”
2. Si riconoscono i diritti e doveri dei cittadini
3. Si costituisce la struttura dello stato con senato, camera e ministri
4. Le disposizioni relative all’organo giudiziario
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Trasformazione con il regime fascista
Poiché non era prevista una procedura particolare per la modifica della costituzione, Mussolini riesce a
modificare a proprio piacimento la legge dello stato.
Vi sarà una vera e propria simbiosi tra il partito fascista e le alte cariche dello stato: Nel 1922 il sistema
liberale è in crisi (’29 e crisi usa), in Italia questo porta all’avvento del fascismo con la Marcia su Roma
28/10/1922.
Si accentrano i poteri, si cancellano i diritti, cancella l’istituzione parlamentare, si introduce la carta dei
fasci.
Lo statuto albertino è svuotato.
Questo regime finirà con un altro atto costituzionale. Il 25 luglio del 1943 si riunisce il Gran consiglio del
Fascismo, il governo, e si presenta un ordine del giorno per cui il re deve riprendersi il potere esecutivo.
Mussolini verrà fatto arrestare, non c’è più il parlamento.
Si vuole tornare allo statuto albertino, restaurazione monarchica, torna tutto come prima.
Si scioglie il gran consiglio, le camere dei fasci e delle corporazioni, si proporre di indire nuove elezioni per
le camere dei deputati.
08/03/2023
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Fascismo al governo
L’avvento del fascismo non avviene con un colpo di stato. Mussolini goderà di pieni poteri costituzionali
perché approvati dalla camera, fascistizzazione dello stato, una vera simbiosi tra stato e partito fascista,
soppressione delle istituzioni dello stato liberale. Non restano né i diritti né il parlamento, il governo è il
governo del capo dello stato affiancato dal consiglio del fascismo e dalla camera dei fasci e delle
corporazioni.
Lo stato è libero di disciplinare la totalità degli interessi individuali e collettivi. Il partito nazionale fascista è
l’unico capace di legiferare.
Nel 43 il regime fascista crolla, tra il 24 e 25 luglio c’è la riunione del gran consiglio del fascismo, progettata
da altri esponenti del partito fascista che volevano tradire mussolini. Furono presentati 3 ordini del giorno,
la posizione di mussolini presente in aula era molto traballante, solo il primo viene eseguito: Mussolini si
dimette.
Viene nominato il nuovo capo del governo, Badoglio, che restò al governo fino al 1944.
L’anno prima, nel 1943, viene firmato in segreto con gli alleati l’armistizio di Cassibile.
Nasce il Comitato di Liberazione Nazionale, verrà fatto nell’aprile 1944 Patto di Salerno con monarchia, si
decide di trovare mediazione per restaurare il paese si sospende la scelta tra la monarchia e la repubblica
fino alla fine della guerra.
Il 4 giugno del 1944 gli alleati entrano a Roma, viene liberata. Vittorio Emanuele III si ritira a vita privata,
nomina suo figlio Umberto II nuovo “luogotenente del Regno”. È un tentativo da parte della corona per
legittimarsi.
Viene nominato il primo governo di unità nazionale, governo Bonomi, presidente del CLN. Entra a far
parte l’esarchia, tutti e sei i partiti politici presenti nel CLN, (Democrazia cristiana, Democrazia del lavoro,
Partito comunista, Partito socialista, Partito d’azione, Partito liberale). È una coalizione di difficile
convivenza a favore di una transizione dell’ordinamento.
Le costituzioni provvisorie
Dopo la prima costituzione provvisoria del 1944, nel 1946 si avrà la seconda costituzione provvisoria. Le
due si integrano fra di loro, in particolare nella seconda si specificano alcuni aspetti e si attribuisce la scelta
tra monarchia e repubblica al popolo, da qui poi la scelta del sovrano infastidita di tare il potere al figlio
Umberto.
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Viene istituito con Parri il ministero per la costituente, per educare il popolo si incominceranno a
pubblicare periodicamente informazioni di questa in un’opera di divulgazione più ampia, si parla delle leggi
della costituente, dei partiti politici d’Italia e Gran Bretagna, e parallelamente a ciò ci sarà una raccolta
delle costituzioni, per farsi una conoscenza del costituzionalismo del 2 dopoguerra, vera e proprio opera di
divulgazione civica.
2 giugno 1946: Referendum Istituzionale. Uomini o donne di almeno 21 anni d’età vanno a
votare. Scelta monarchia e repubblica ed elezioni Assemblea costituente. Per la prima
volta in Italia le donne votano, rappresentavano il 53% dei votanti. Vengono elette 21
donne elette all’Assemblea costituente.
La Costituzione sarà definita “scritta metà in latino e metà in russo”: democrazia cristiana e
sinistra 74,8% voti
25 giugno 1946: Assemblea costituente si insedia, si decide che 756 persone insieme non
possono lavorare, viene eletta una commissione ristretta dei 75 Commissione per la
costituzione, presieduta da Meuccio Luini, suddivisa in 3 sottocommissioni che andranno a
scrivere il testo, una sui diritti civili dei cittadini, una sull’ ordinamento costituzionale,
l’ultima sui diritti e doveri economico-sociali dello Stato (cambia la concezione dei diritti).
22 dicembre 1946: Approvazione del testo, mise la firma Enrico de Nicola, liberale,
“Possiamo firmare con sicura coscienza”.
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09/03/2023
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La modifica della Costituzione
La costituzione non è solo un testo scritto, la costituzione è ciò che si vive.
L’applicazione della costituzione avviene grazie alla Corte costituzionale, è costantemente adattata agli usi
e costumi attuali.
Esempi:
Legge 261 del 21 ottobre 2020: Revisione per numero parlamentari (con referendum)
Legge Costituzionale 18 ottobre 2021: Elettorato senato a 18 anni
Legge Costituzionale 8 febbraio 2022: Tutela dell’ambiente tra diritti fondamentali
Nel momento in cui si decide di modificare la costituzione entra in gioco il Potere costituente (colui che dà
forma all’ordinamento) una volta che il nuovo testo è stato adottato questo si esaurisce. È un potere
straordinario, irripetibile ma non del tutto privo di vincoli giuridici.
(Il vincolo del potere costituente italiano del 46 era quello della scelta popolare a favore della Repubblica.)
La costituzione è inoltre
Antifascista
Lunga
Convenzionale o tripartita
Differente procedimento modifica
Statuto Albertino: era sufficiente una legge del parlamento per la sua modifica, lo statuto era pari ordinata
alla legge ordinata, non prevedeva nessuna reazione ad una violazione di esso.
Costituzione del ‘48: rigida, modifica con procedimento aggravato, grado sovraordinato, se le leggi
ordinarie in conflitto con costituzione sono illegittime e devono essere sottoposte a controllo da parte della
corte.
Articolo 138
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare [cfr. art. 87 c.6] quando, entro tre
mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o
cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è
promulgata [cfr. artt. 73 c.1, 87 c.5 ], se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
I progetti di revisione costituzionale devono essere deliberati dalla camera e dal senato e tra le due
deliberazioni devono passare almeno 3 mesi. (Prima vota una camera poi 3 mesi dopo entrambe insieme).
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Le maggioranze richieste determinano 3 ipotesi:
Se nella seconda deliberazione votano a maggioranza assoluta e anche dei 2/3 (dei deputati e dei
senatori), diventa legge il progetto di revisione. (In genere non bastano i voti della maggioranza ma
di una coalizione intera.)
Nella prima deliberazione, secondo l’Art. 64 della costituzione (come operano le camere, come
lavorano, comma 3:
“Per votare le leggi di revisione devono essere presenti almeno la metà+1 del totale e devono
essere approvate dalla metà+1 dei presenti), se già qui non si raggiunge la maggioranza il
procedimento di revisione si ferma.
14/03/23
Il referendum è un referendum costituzionale. Può succedere che un istituto si muova a favore del
referendum per far sì che il popolo confermi tale riforma.
La legge non è approvata dopo il referendum se non confermata dalla maggioranza
dell’adempimento.
Se la maggioranza dei voti del referendum sarà a favore si andrà per la revisione costituzionale,
altrimenti contro.
Art. 139: “La forma repubblicana dello Stato non può essere soggetta a modifica costituzionale”
la monarchia o altro piò avvenire solo con un'altra costituzione.
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16/03/23
Cos’è lo Stato?
È una forma di organizzazione del potere, esercita forza legittima in un determinato territorio.
È un ordinamento a fini generali, può assumere come proprio qualsiasi fine.
Con la nascita dello stato moderno (13-14 secolo, con la crisi del sistema feudale) nasce lo stato come lo
intendiamo tutt’ora.
Il sistema feudale
Il sistema feudale è caratterizzato da una sovranità divisa in pluralità frazionate che agiscono come
autonomi centri di poteri, giurano fedeltà a dei signori a loro volta organizzati in una gerarchia territoriale.
Tali signori esercitavano il potere per la difesa del patrimonio, in cambio della sottomissione i contadini
ottenevano protezione e terre.
Il sistema feudale entra tuttavia in crisi: ad un certo punto più centri autonomi entrano in contrasto fra di
loro, si arriva ad una successione infinita di guerre, saccheggi e miserie.
Tra i teorici dello stato moderno: Thomas Hobbes.
Lui inizia a parlare di Stato di Natura: gli uomini sono naturalmente tutti uguali, la differenza fra loro non è
considerevole, ma è proprio questa uguaglianza che genera il conflitto.
In questo conflitto sono 3 le principali cause di contesa: rivalità, diffidenza ed orgoglio.
Il problema è che in una società dove tutti sono uguali e tutti lottano per la supremazia, senza una fonte
forte di potere si finisce per l’autodistruzione. L’uomo, quindi, passa dall’autosufficienza ad una
accettazione di convivenza, divisa in due momenti: pactum societatis (patto tra le persone per la
convivenza sociale) e il pactum subiectionis (cedono parte della loro libertà ad un ente superiore che
esercita il potere).
Da questo contratto sociale nasce il Leviatano (lo stato come lo intende Hobbes), nasce ossia con il
trasferimento della libertà dall’uomo ad un ente superiore. La moltitudine unita si chiama Stato.
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SOVRANITA’
POPOLO TERRITORIO
Il POPOLO
È quell’insieme di persone fisiche e giuridiche riconosciute dallo Stato. È diverso dal concetto di Nazione,
che è invece il complesso di soggetti legati tra di loro da alcuni fattori in comune (lingua, storia, religione,
ecc.). Non è neanche uguale al concetto di POPOLAZIONE, che è quelle insieme di persone che risiedono
nel territorio dallo stato a prescindere del legame di CITTADINANZA.
(La cittadinanza indica il rapporto tra l’individuo e lo Stato, la sua appartenenza di questo allo Stato. È uno
status, lo status civitatis, a cui si riconoscono tutta una serie di diritti e di doveri.)
Fonti della Cittadinanza.
In base all’ Art.22 nessuno può essere privato della cittadinanza per motivi politici.
Legge 91 del 1992: acquisto di cittadinanza: ius sanguinis (cittadinanza al figlio anche adottivo se
padre o madre hanno la cittadinanza, a prescindere dal luogo in cui nato.) & ius soli (acquista la
cittadinanza italiana il figlio nato in Italia da genitori apolidi o ignoti che vengono da un paese la cui
legge non permette di trasmettere la cittadinanza)
Trattato di Maastricht, si riconosce la cittadinanza europea.
Acquista la cittadinanza:
Lo straniero che abita in Italia senza interruzioni fino al compimento della maggiore età è
necessaria la richiesta entro 1 anno il compimento di tale età.
Su istanza dell’interessato al sindaco o all’entità consolare:
- Il coniuge straniero di un italiano, iuris comunicatio.
- Dallo straniero con genitore o ascendete in linea retta di secondo grado (nonni) che sia italiano
per nascita.
- Dallo straniero maggiorenne adottato e residente in Italia da almeno 5 anni.
- Dallo straniero che presta servizio allo Stato per almeno 5 anni
- Dal cittadino di uno degli stati membri dell’UE dopo quattro anni di residenza nel territorio
italiano
- Dall’apolide dopo 5 anni di residenza in Italia
- Dallo straniero dopo 10 anni di residenza.
Si perde la cittadinanza:
Per rinuncia
In forza di un automatismo (conseguenza automatica per un’azione contro lo Stato)
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Si riacquista
La cittadinanza europea
È cittadino dell’unione chiunque abbia la cittadinanza di uno stato membro.
Art. 20 TFUE: i cittadini europei godono di diritti e doveri
Il Territorio
Il territorio di efficacia dell’ordinamento entro il quale lo stato esercita i suoi poteri.
I confini possono essere naturali o artificiali, nella terraferma e nel mare territoriale (12 miglia marine
dalla costa, Convenzione di Montego Bay).
Nella piattaforma continentale (il fondale marino, importante per lo sfruttamento delle risorse), nel
sottosuolo e nello spazio aereo.
Valgono anche navi, aerei (criterio della bandiera) e nel territorio diplomatico (ambasciate in altri paesi)
La Sovranita’
L’esercizio di potere esclusivo ed originario che spetta allo Stato.
Si distingue:
La sovranità interna
Cioè la supremazia nel proprio territorio su una collettività di individui. Al suo interno lo stato non
riconosce nessun’altro potere all’infuori di se, dove finiscono i propri confini esiste un altro Stato.
Nel nostro ordinamento Art.1 “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti
della costituzione” -> principio democratico.
I limiti sono:
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La sovranità esterna, i modi in cui lo stato esercita il proprio potere in un contesto internazionale.
L’ordinamento giuridico italiano non è un sistema chiuso. Prima la limitazione alla sovranità esterna dello
stato era data dai trattati internazionali, dopo i conflitti mondiali si ha un’apertura verso le organizzazioni
internazionali.
Esempi:
Art.10: Conformazione alle norme del diritto internazionale.
Art. 11: Ripudio della guerra, favorisce organizzazioni internazionali per la pace e lo sviluppo.
Art.117: Potestà legislativa esercitata da Stato e regioni, nel rispetto dei vincoli comunitari e internazionali.
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21/03/23
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Da qui nasce l’idea di sovrano assoluto senza aiuti, con sovranità sul territorio e sul popolo. Il sovrano è tale
per grazia divina, è dio che lo vuole a capo di un ordinamento, ci sono tutta una serie di procedure e
cerimonie che sugellano questo profondo legame.
Nasce la prima organizzazione organizzativa stabile, si instaurano le prime organizzazioni commerciali.
Si incomincia a distinguere Sovrano e Stato. Sovrano è colui che ha il potere d’imperio su un territorio, si ha
la distinzione del patrimonio del sovrano e patrimonio dello stato.
Stato assoluto: nascita del concetto di sovranità, suprema e incondizionata, legibus solutus, tutti i 3 poteri
legislativi al sovrano, non ci sono organi differenziati, ma solo il sovrano attraverso soggetti che fanno capo
a lui. Non esiste il parlamento.
Stato di polizia con la fine del 1600 in alcuni ordinamenti, Prussia fede II, impero austroungarico Giuseppe
II, 1740-80 Maria Teresa d’Austria, dal termine “polis”: dovrebbe essere più attenzione alla comunità,
prima evoluzione dello stato assoluto prima dello stato liberale.
In questi ordinamenti il sovrano guarda in modo diverso alla collettività stanziata sul territorio, si occupa
del “benessere collettivo”. È necessario che l’ordinamento governato abbia delle istituzioni per il pubblico,
si riconoscono alcune posizioni ai singoli, tutelati anche di fronte allo stato. Il fisco è attento ai bisogni
della comunità, cominciano a nascere le prime controversie per le tasse, nasce l’idea dello stato di diritto.
Stato liberale: si fonda soprattutto sulla separazione dei poteri. Questo principio è il cardine di tutta una
serie di altri principi: liberismo economico, il sistema rappresentativo (non ancora universale)
Lo stato si astiene dalla disciplina, se ne sta fuori, le libertà si chiamano le libertà negative, sono
riconosciute al massimo le libertà personale di proprietà e per riconoscere lo stato si astiene dall’
intervento.
Questi concetti danno luogo alle idee di stato di diritto. La classa sociale di riferimento è la borghesia, le
nuove forme di diritti sono garantite dalla legge.
Nuova crisi, gli stati liberali tra le due guerre entrano in crisi: i limiti sono evidenti, come la società di massa
e l’entrata in scena di movimenti estremisti, l’astinenza dell’interventismo non fa sempre bene
all’economia, (Crisi del 29) cambia la concezione economica.
Prima della fine della Seconda guerra mondiale entra sempre di più l’idea della società di massa, della
rappresentanza politica.
C’è una realtà economica diversa, lo stato interviene, corregge l’andamento dei rapporti economici.
Dal punto di vista del diritto pubblico lo stato si muove su più fronti, diventa democratico sociale, si
instaura il suffragio universale maschile e femminile.
Nel democratico, se tutti possono votare nasce l’idea del partito politico, i soggetti per esprimere le proprie
idee sono chiamati a raggrupparsi in partiti.
Nel sociale lo stato interviene per la tutela dell’individuo. Il principio di uguaglianza è compito della
repubblica di rimuovere gli ostacoli per lo sviluppo di ciò (libertà positive, “qualcosa che è vostro, libertà
disciplinate dallo stato”) welfare state e benessere comune.
Lo stato sociale modifica e reinterpreta i diritti sociali già esistenti, crea i diritti politici e di partecipazione,
introducono i diritti sociali.
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I diritti sociali non potevano esistere nello stato liberale, qui invece lo stato interviene (Diritto alla salute,
all’istruzione, all’economia di tutti ecc).
22/03/2023
La Forma Di Governo
Il concetto di forma di governo è un’espressione ideal-tipica, si intendono quell’insieme di organi che
godono del potere di imperio e dei rapporti che tra loro intercorrono.
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Organi che godono di poteri di imperio, rapporti che si sviluppano tra loro, c’è una collaborazione, una
separazione o altro?
Es. Presidenziale: USA, separazione di poteri molto rigida, quasi si contrappongono, presidente e congresso
possono essere di colore politico differente.
Parlamentare: ITA, deriva dal passato monarchico-parlamentare, separazione dei poteri più relativa, il
governo di maggioranza parlamentare collabora tra loro. (dottrina Montesquieu “per assicurare il
funzionamento dello stato non c’è costituzione senza separazione dei poteri e tutela dei diritti”)
I sistemi elettorali
Sistema elettorale: indica gli elementi che incidono sul procedimento elettorale e su questo, incide
maggiormente la Formula elettorale, ossia la formula matematica di traduzione dei voti in seggi
Es 2
A 42%
B45%
C 13%
Se nessuno ottiene la maggioranza assoluta dei voti (51%) si va al ballottaggio, i due canditati con il
maggior numero di voti si ripresentano, vince chi prende più voti.
Proporzionali:
Il principio generale è quello dei partiti che ottengono tanti seggi in proporzione ai voti presi, un partito ha
diritto a tanti seggi in parlamento quanti voti ha ottenuto. (criterio dei collegi plurinominali)
Ci sarà una maggiore rappresentanza politica, ma una minore governabilità.
I seggi in palio non saranno alla lista che ottiene più voti, ma verranno ripartiti alle varie forze politiche in
proporzione ai voti presi.
Idealmente tutti i partiti dovrebbero poter ottenere un seggio, sistema proporzionale puro; tuttavia, sono
stati poste delle clausole di sbarramento
Soglia minima
Liste bloccate (prima il 1, poi 2, poi 3 ecc) “bloccata”, l’elettore non la può modificare, il partito
ha già determinato l’elenco
Preferenze
Può anche essere posto
Premio di maggioranza: i partiti che hanno ottenuto più voti prendono un bonus di seggi
(50%+1 dei voti validi, ha diritto ad un numero di seggi in più)
Correttivi: clausola di sbarramento e premio di maggioranza.
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23/03/2023
Il Parlamento
Nella costituzione: Parte II: ordinamento della repubblica, tit. “il parlamento”, sez.1 Le camere & sez.2 La
formazione delle leggi
Il diritto di voto
IL diritto di voto è sancito nell’Art.48 della costituzione, possono votare tutti i cittadini a prescindere da
distinzioni che abbiamo raggiunto la maggiore età. Il voto è personale, uguale, libero e segreto.
Il diritto di voto non può in alcun modo essere limitato (eccezione: capacità civile o sentenza penale
irrevocabile.
Corpo elettorale: coloro che, all’interno del popolo, godono del diritto di voto.
Elegge (art. 56 e 58)
Il Parlamento: Deputati e camera
Elegge (art.83)
Il presidente della Repubblica (per questo si parla di elezione indiretta)
Nomina (art.92)
Il governo, il PDC e i ministri, il parlamento accorda la fiducia (art.94) dal governo.
Il potere giudiziario non è collegato a nessuno di questi ordini, la magistratura è soggetta solamente alla
legge.
Corte costituzionale: nominati da (art.135): 1/3 PDR, 1/3 Parlamento in seduta comune, 1/3 Supreme
Magistrature (corte cassazione, consiglio di stato, la Corte dei conti)
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Il bicameralismo
Art. 55: il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica
Tipico degli stati federali, più complessi e costituiti da un insieme di stati nel loro territorio. Il
bicameralismo nella tradizione è imperfetto, non svolgono infatti le stesse professioni. (in Germania il
senato non può votare la sfiducia), da noi è perfetto, assicura una maggiore ponderazione della legge, ma
per altri formalizza e appesantisce il processo decisionale. Le uniche differenze nelle due camere sono sulla
eleggibilità dei suoi membri.
Due revisioni recenti.
Legge revisione costituzionale, 19/10/2020
Modifica Art. 56 e 57: modifica numero dei deputati e dei senatori a 400 e 200 (prima 630 e 315), inoltre
mod. art 59: solo 5 sono i senatori a vita (prima non specificato).
Legge revisione costituzionale 18/10/2021
Modifica art 58: modifica elettorato attivo per Camera e Senato a 18 anni
SENATO
SEDE: Palazzo Madama, Roma
ELETTORATO: Attivo 18 anni, passivo 40 anni
SENATORI: 200 di cui 4 eletti all’esterno, più 5 senatori a vita, elezione su base regionale
SENATORE di diritto a vita salvo rinunzia: ex presidenti della repubblica
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Votazione elenco cittadini chiamati ad integrare la Corte costituzionale nei giudizi di messa in stato
d’accusa. (si fa quando il PDR attenta alla costituzione) (Art. 135.VII)
Messa in stato d’accusa PDR (art.90.II)
I Regolamenti Parlamentari
Art.64.I Ciascuna camera adotta il proprio regolamento a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Maggioranza assoluta:
(ricorda) Semplice, relativa: 50%+1 dei presenti, assoluta: 50%+1 dei votanti, qualificata: richiede 2/3
componenti
I regolamenti parlamentari regolano il funzionamento interno di ciascuna camera.
Riserva di competenza regolamentare: il proprio regolamento. Sono comunque fonti primarie
Gruppi Parlamentari
Sono la proiezione dei partiti politici all’interno del parlamento, i partiti portano singoli eletti del partito
che si sono candidati.
L’iscrizione ad un gruppo parlamentare è obbligatoria per ciascun membro della camera (numero minimo
di 20 deputati alla camera e di sei senatori al senato) altrimenti non si può costituire il gruppo
parlamentare. Entro pochi giorni dalla prima riunione devono dichiarare a quale gruppo appartengono, se
non si integrano a nessun gruppo si integrano nel gruppo misto,
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I gruppi parlamentari sono il collegamento tra parlamento e partiti politici, servono a salvaguardare
l’efficienza parlamentare, per evitare paralisi delle sue funzioni a causa delle decisioni del singolo
parlamentare.
Ogni gruppo parlamentare elegge il proprio presidente, i presidenti danno vita alla conferenza dei
presidenti, che è quella che decide il programma dei lavori dell’aula, decide se una determinata legge si
deve discutere quel giorno.
Alla camera i presidenti dei gruppi possono presentare autonomamente delle mozioni e emendamenti.
I presidenti dei gruppi parlamentari vengono sentiti dal PdR durante le consultazioni.
Le Commissioni Parlamentari
Sono organi collegiali, in modo da rispettare la proporzione di vari gruppi parlamentari, assolvono compiti
specifici per il tempo necessario all’adempimento delle loro funzioni
Le giunte sono la giunta per il regolamento per le autorizzazioni a procedere, la giunta per le elezioni. La
prima svolge principalmente un'attività tecnica di consulenza sulle interpretazioni dei regolamenti
parlamentari, la seconda svolge un'attività istruttoria sulle richieste di autorizzazione a procedere, la terza
svolge l'attività di convalida delle lezioni. Il Presidente dell'Assemblea svolge una funzione di garanzia e
controllo del corretto andamento dei lavori parlamentari
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28/03/2023
Primo passaggio: Esecutivo bicefalo (re capo dello stato + scelte politiche importanti, nomina
ministri.
Secondo passaggio: Supremazia del parlamento: governo come espressione della maggioranza che
si forma nel parlamento.
Nei sistemi parlamentari il PdR può assumere ruoli differenti, in particolare: come organo di garanzia
costituzionale e come organo governante, cioè che interviene nel momento in cui è necessario risolvere
determinati problemi.
I poteri
Art.87: “Il presidente è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.”
La costituzione non delinea tutti i poteri del presidente della repubblica, si limita a definirlo come un
organo ampliamente rappresentativo.
Il Presidente della Repubblica ha vari poteri nei confronti del Parlamento,
28
I suoi poteri vengono spesso definiti Poteri a “fisarmonica”:
Quando è necessario che intervenga i poteri del presidente sono molti. In caso di frequenti crisi di governo
il suo ruolo si espande, se invece i rapporti sono stabili il ruolo del PdR si comprime.
Nello specifico, secondo l’ Art.87 il Presidente:
Può inviare messaggi alle Camere prima di approvare una legge: art.74 messaggi a contenuto
vincolato, accompagnano il rinvio presidenziale delle leggi
Può mandare messaggi a contenuto libero: modo formale che il presidente usa per comunicare con
le camere
Indice la prima riunione con le camere e ne fissa la prima riunione. Art.61
Autorizza la presentazione alle camere dei disegni di legge di iniziativa del governo. Art71
Promulga le leggi e gli atti aventi forza di legge e i regolamenti
Accetta e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali previa autorizzazione
con le camere
Comando delle forze armate, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle camere
Presiede consiglio superiore magistratura
Può concedere la grazia e commutare le pene (non è come amnistia e indulto, che sono
provvedimenti generali e astratti, amnistia: estingue il reato; indulto: estingue la pena irrogata). Si
riferiscono invece a persone singole e determinate (grazia: estingue una pena; Commutazione della
pena: sostituisce con sanzione diversa).
Caratteristiche Carica
Può essere eletto pdr da: cittadini >50 gode diritti civili e politici, incompatibilità ufficio pdr con qualsiasi
altra carica.
La legge determina un assegno: corrisposto periodicamente, e una dotazione: attribuzione al patrimonio
con alcuni beni immobili per la residenza e uffici presidenziali.
Cessazione Carica
-Morte
-Conclusione mandato
Diventa senatore a vita 29
-Impedimento permanente
-Dimissioni
-Decadenza per difetto requisito
-Destituzione (post condanna corte cost.)
Controfirma Ministeriale
A norma dell'articolo 89 della Costituzione, gli atti posti in essere dal Presidente della Repubblica non sono
validi, sia non sono controfirmati dal ministro proponente che se ne assume la responsabilità. Gli atti che
hanno valore legislativo e gli atti indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio
dei ministri.
29/93/2023
Il Governo
È indicato nelle sue figure principali:
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il Consiglio dei ministri,
pubblica amministrazione,
organo degli ausiliari.
Il rapporto di fiducia del governo nasce con la controfirma ministeriale, con cui la responsabilità passa dal
monarca (che poi diventerà capo di stato) ai ministri. Essi si presentano in parlamento e rendono conto
dell’operato del monarca/pdr e del premier.
Non in tutte le forme di governo parlamentare c’è un rapporto di fiducia: in quello presidenziale il rapporto
è diverso, il presidente è capo del governo ed è in genere eletto dal popolo. (non più primus inter paris).
Negli stati uniti il congresso (parlamento) non ha un rapporto di fiducia, anzi è frequente che i colori politici
tra questi due siano diversi, servono per controllarsi a vicenda.
Nel momento in cui il governo ottiene la fiducia dal parlamento, non c’è più tanto una suddivisione dei
compiti, ma una collaborazione tra i due in base agli strumenti messi loro a disposizione, ad esempio
votando le leggi di iniziativa del governo e della maggioranza.
Questa collaborazione comporta che la funzione legislativa in particolari circostanze può essere ottenuta
dal governo.
Le circostanze:
Il Decreto-legge: art.77
In casi straordinari di necessità e di urgenza.
Il Decreto Legislativo
Il parlamento deve votare una legge-delega, attraverso la sua funzione legislativa, che attribuisce al
governo la disciplina di riscrittura di codici
Permanenza
Tuttavia, nei regolamenti parlamentari sono previsti alcuni strumenti del Parlamento per controllare il
governo
Interrogazione
Interpellanza
Risoluzione
Mozione Semplice: è un atto più incisivo che il parlamento mette in atto per obbligarlo a fare
qualcosa.
Inchieste particolari
Revoca:
Attraverso mozione di sfiducia: firmata da 1/10 dai membri della camera (non può essere messa in
discussione prima di 3 giorni dalla sua presentazione.
Il voto negativo da parte del parlamento non rappresenta un obbligo alle dimissioni del parlamento, a
meno che non vi sia la “questione di fiducia”.
Procedimento E Formazione
Il procedimento di formazione del governo è disciplinato in maniera assai laconica dall'articolo 92, secondo
comma, della Costituzione.
Queste scarne a disposizioni sono state integrate dalla prassi che ha delineato una sorta di procedimento
non previsto, enorme costituzionali, ma ha tuttavia ritenuto vincolante e pertanto normalmente seguito.
Le consultazioni
Il procedimento di formazione del governo veniva quindi aperto con le consultazioni da parte del
Presidente della Repubblica per scegliere un Presidente del Consiglio che avesse poi la possibilità di
formare un nuovo governo. Il premier incaricato normalmente accettava con riserva. Ciò significa che egli
poteva rinunciare all'incarico quando avesse verificato la impossibilità di formare un nuovo governo
mentre scioglieva la riserva, una volta verificata la possibilità di formare un governo che potesse ottenere
la fiducia. Una volta incaricato anche il premier, doveva svolgere consultazioni per le varie forze politiche.
Questa prassi si è modificata in maniera rilevante dopo la introduzione nel 1993 del sistema elettorale di
tipo proporzionale corretto che ha prodotto una competizione elettorale basata su due coalizioni di partiti.
In questo modello, all'esito della consultazione elettorale, normalmente si avrà una coalizione vincente con
Un leader che è presumibilmente sarà anche il prossimo Presidente del Consiglio dei ministri.
La nomina e il giuramento
Una volta individuato il Presidente del Consiglio ed una volta che questi abbia sciolto la riserva, il
Presidente viene nominato con decreto da parte del Presidente della Repubblica, decreto controfirmato
dal nuovo Presidente del Consiglio. Sulla base delle proposte di quest'ultimo vengono poi ancora con
decreto del Presidente, nominati i ministri.
Successivamente alla nomina Presidente del Consiglio, i ministri giurano nelle mani del Presidente della
Repubblica. Il giuramento ha più di un significato. Esso implica infatti l'accettazione della carica, ma anche
l'entrata in funzione del nuovo governo.
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30/03/2023
La Magistratura
È un organo indipendente, che non ha a che fare con parlamento e governo.
Definizioni preliminari:
È necessario chiarire la differenza tra
Giurisdizione: esercizio di un potere, in questo caso giurisdizionale, dal latino “ius dicere”, “dire qual è il
diritto”
Competenza: è la porzione di giurisdizione attribuita concretamente al singolo giudice, i magistrati hanno il
potere di “ius dicere” ma non si può sempre applicare in tutti i casi e cause.
La funzione giurisdizionale
È una funzione essenziale dello stato.
Art.101 “la giustizia è amministrata in nome del popolo, i giudici sono soggetti soltanto alla legge” (da cui il
concetto di indipendenza).
Nel nostro ordinamento convivono diverse giurisdizioni:
Da un lato abbiamo quella ordinaria, che trova il suo fondamento nell’art.102, esercitata da
magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sull’ordinamento giudiziario. Possono essere
istituiti giudici specializzati per determinate materie ma non straordinari o speciali (fatta eccezione
per quelli già previsti dalla costituzione)
Speciale: non appartiene al circuito dell’amministrazione ordinaria, riguarda materie che la legge
riserva a una magistratura speciale. Sono organi della giurisdizione speciale, ad esempio, i Tribunali
amministrativi regionali e il Consiglio di Stato, la Corte dei conti e i tribunali militari.
A seconda degli ambiti e delle competenze la giurisdizione si differenzia in costituzionale, civile, penale,
amministrativa, contabile, tributaria e militare.
art.103 “Il consiglio di stato hanno giurisdizione per la tutela nei confronti della pubblica amministrazione
degli interessi legittimi dei diritti soggettivi.”
Giurisdizione Ordinaria
Nella giurisdizione italiana vige il principio del doppio grado di giurisdizione (Anche se la costituzione parla
solo di ricorso alla cassazione). In ambito civile hanno giurisdizione di primo grado il giudice di pace e il
tribunale.
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Le sentenze promosse da questi giudici possono essere impugnate (messe in discussione) si chiede dunque
ad un altro giudice di analizzare la questione, e di decidere la correttezza del primo.
Il giudice di pace si appella al tribunale, quella del tribunale davanti alla corte d’appello. Le sentenze di
entrambi sono ricorribili per La Corte di Cassazione
Giurisdizione Penale:
Per quanto riguarda la giurisdizione penale, più grave e più difficile, il processo è diverso.
Vengono posti la Corte d'assise e la Corte d'assise d'appello che nell'ordinamento giuridico italiano
rappresentano gli organi giurisdizionali competenti a giudicare i reati più gravi.
Per giudicare infine le perplessità ultime dei giudici nei vari casi giudiziari, viene preposto un ultimo organo:
La Corte suprema di cassazione che rappresenta il giudice di legittimità di ultima istanza delle sentenze
emesse dalla magistratura ordinaria.
La funzione giudicante è la funzione svolta dagli organi giudiziari (i giudici) a cui è attribuito il
compito di decidere le controversie o di pronunciarsi sugli affari di loro competenza.
La funzione requirente è invece esercitata dai magistrati che svolgono attività di "pubblico
ministero" e hanno il compito di esprimere richieste o pareri in vista delle decisioni degli organi
giudicanti.
Magistratura requirente sono i magistrati del pubblico ministero, intervengono cioè a cura di interessi
pubblici. Non ha funzioni giudicanti, ha delle proprie funzioni autonome ed esercitano funzioni penali.
Con il nuovo codice di procedura penale degli anni 80, il legislatore aveva il compito di adottare un
processo penale di matrice accusatoria (contrapposta al modello inquisitorio) , nella nostra costituzione
con l’Art.112 si esplicita che “il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare la funzione penale”.
Se non ci fosse questa funzione, alcuni fatti che potrebbero costituire reato non verrebbero mai accertati.
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Deve sempre esercitarla in presenza di una notizia di reato fondata. L’imparzialità del pubblico ministero è
prescritta dall’ Art.107 e Art.108, per evitare che l’attivazione della giurisdizione penale sia condizionata da
scelte di favore dei riguardi di taluno.
La carriera unica
Nonostante le diverse funzioni (giudicante e requirente) i magistrati giudicanti e i magistrati del pubblico
ministero fanno parte della magistratura ordinaria, è oggi possibile il passaggio di funzioni.
Ci sono state diverse critiche a questa assimilazione: renderebbe i magistrati giudicanti troppo sensibili alle
richieste dei magistrati requirenti, verrebbe meno l’imparzialità, e il grado di professionalità richiesto è
differente.
Ci sono stati alcuni tentativi di superamento:
- legge castelli 2005 (indicare quale funzione si volesse assumere durante la domanda)
- Legge Mastella 2007 (limitazione volte passaggio di funzioni)
- Referendum 2022, non passato (scegliere carriera all’inizio senza poterla più cambiare)
Giudici Speciali:
Giurisdizione Amministrativa
L’amministrazione è tenuta a rispettare il principio di legalità, l’azione legislativa deve essere esercitata nel
rispetto della legge.
Quando la pubblica amministrazione esercita il suo potere, magari in un caso di un singolo che subisce i
suoi effetti) ha interesse affinché la pubblica amministrazione agisca legittimamente.
Il singolo parte dai TAR (Tribunali Amministrativi Regionali) ossia organi di giurisdizione amministrativa,
competenti a giudicare su ricorsi proposti avverso atti amministrativi da privati che si ritengono lesi in un
proprio interesse legittimo. Le sue sentenze sono appellabili dinanzi al Consiglio di Stato, che fornisce
pareri circa la regolarità e la legittimità, il merito e la convenienza degli atti amministrativi dei singoli
ministeri, del Governo come organo collegiale o delle Regioni.
Solo per questioni relative alla giurisdizione se una parte ritiene che il Consiglio di stato non sia
competente per tale questione (“difetto di giurisdizione”) la sentenza viene impegnata dalla Corte di
cassazione
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La Corte dei conti è l'organo di rilevanza costituzionale che svolge funzioni di controllo e
giurisdizionali nelle materie di contabilità pubblica nonché amministrative e consultive.
Giudici tributari
Le Corti di Giustizia Tributaria sono organi giurisdizionali giudicanti nelle controversie in materia
tributaria, con competenza riguardo alle controversie riguardanti i tributi di ogni genere e specie
comunque denominati.
Giudici Militari
La magistratura militare italiana indica quella parte della magistratura italiana che, ai sensi
dell'ordinamento giudiziario militare italiano, ha giurisdizione circa i reati militari commessi dagli
appartenenti alle forze armate italiane sia in tempo di pace che di guerra.
1 comma: diritto d’azione: tutti possono agire in giudizio per i propri diritti e interessi
2 comma: inviolabile il diritto di difesa in ogni stato e grado di procedimento
3 comma: sicurezze per i non abbienti
4 comma: determina le riparazioni per gli errori giudiziari
Il giusto processo
il giusto processo deve possedere:
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Contradditorio tra le parti, condizioni di parità, davanti a un giudice terzo e imparziale, una legge ne
assicura la ragionevole durata
Composizione magistratura
Tre membri di diritto
PdR
Primo presidente
Procuratore generale
I Membri togati
I diritti fondamentali
I Diritti di natura
Secondo il pensiero giusnaturalista l'uomo ha diritti originari per natura, che sono inalienabili e
imprescrittibili e che neppure lo Stato può sottrargli. Nella letteratura Giuspubblicistica italiana i diritti di
libertà sono stati tradizionalmente divisi in tre grandi gruppi,
Le libertà di Stato,
Le libertà nello Stato,
Le libertà attraverso lo Stato.
Nel primo gruppo libertà dallo Stato starebbero tutti i diritti civili, cioè quelle libertà fondate
sull'autonomia riconosciuta alla persona. Queste libertà si realizzerebbero proprio attraverso un
non intervento da parte dello Stato, tanto è vero che esse vengono anche definite come libertà
negativa.
Le libertà nello Stato sono invece i diritti politici. Esse nacquero a cavallo dell'Ottocento con la
urbanizzazione delle città. Sono dunque diritti definibili come di seconda generazione il diritto di
voto, il diritto di associarsi in partiti politici e sindacati questi diritti non sono quindi definibili come
libertà dallo Stato, ma appunto nello Stato.
I diritti attraverso lo Stato sono invece i diritti sociali. Essi sono definiti in tale modo perché si
realizzano attraverso un intervento da parte dello Stato. Alla base del riconoscimento dei diritti
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sociali vi è l'idea che le stesse libertà tradizionali non possono essere tutelate, se prima lo Stato non
provvede a riequilibrare le esistenti disparità sociali.
La Costituzione per proteggere i diritti di libertà utilizza gli strumenti classici del costituzionalismo
ottocentesco, come la riserva di legge e la riserva di giurisdizione. La legge è vincolata dalla norma
costituzionale e la riserva di giurisdizione si colloca nell'ambito di un procedimento giurisdizionale.
La parte prima della Costituzione disciplina i vari diritti secondo il seguente ordine:
1) Art. 13-18 diritti civili
2) 29-34 diritti sociali
3) 35-47 libertà economiche
4) 48-54 diritti politici
L'articolo due della Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, non si tratta di
diritti dati dallo Stato ma di diritti naturali di cui la repubblica riconosce e ne fa carico in quanto
inviolabili. stabilendo il principio personalista.
L'articolo tre della Costituzione, disciplina il principio di eguaglianza tra le norme. Distingue
l'eguaglianza formale, tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, dell'eguaglianza sostanziale
che implica l'esistenza di situazioni di partenza non eguali e di ostacoli che limitano l'eguaglianza
che compito dello Stato del rimuovere.
Il principio laborista
Il principio laborista segna il contrasto con i valori che qualificavano un tempo un determinato ordine
sociale. Ma costituisce anche strumento per l'affermazione dello sviluppo della personalità per il progresso
materiale della società.
Principio di laicità dello Stato
Il principio di laicità dello Stato significa neutralità dello Stato rispetto alla religione, separazione dello
Stato rispetto alla religione, riconoscimento dell'esistenza di un fenomeno di pluralismo religioso
riconosciuto e tutelato dalla Costituzione.
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19/04/2023
Riserva di giurisdizione: Disposta dal Giudice autonomo e indipendente dagli altri poteri dello Stato
applica la legge.
Riserva di legge: Strumento con il quale la costituzione utilizza per delegare a un'altra fonte la
disciplina di una determinata materia
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Le libertà positive:
I diritti sociali: al lavoro alla salute e allo studio.
Diritto al lavoro: definito dall’ Art.1, legato all’ Art.4. Il nostro ordinamento prescinde da qualsiasi
legge nobiliare, ma sul sacrificio di ciascuno di noi a concorrere al sacrificio materiale e spirituale
per la società.
Diritto alla salute: è diritto fondamentale dell’individuo, a prescindere da qualsiasi categoria e
denominazione. Articolato in due dimensioni: quella individuale (integrità psicofisica, accedere alle
cure) e quella collettiva (protezione della collettività da agenti infettivi)
Diritto allo studio: Si rifanno Art.33-34 istruzione e formazione. La scuola è aperta è tutti, tutti
hanno diritto ad accedere all’istruzione.
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02/05/23
Lo stato federale
È uno stato composto da altri stati.
In alcuni ambiti legislativi questi stati sono indipendenti, godono di autonomia costituzionale, godono a
loro volta di una propria costituzione. Il problema è chiaramente tenere unito lo stato membro con lo stato
generale.
È la costituzione dello stato federale a stabilire il riparto di competenze con lo stato generale, inoltre è
prerogativa la presenza all’interno dell’ordinamento generale una camera di rappresentanza degli stati
membri e la partecipazione degli stati membri ai procedimenti di revisione costituzionale.
Negli stati federali: la competenza legislativa generale è in capo agli stati membri, numerate e
normativizzate dallo stato centrale, attraverso le clausole di competenze residuali.
Lo stato federale ha determinate competenze delineate dagli stati membri, con il tempo, negli Stati Uniti, è
cambiata l’interpretazione attraverso il potere del Congresso.
“I poteri non delegati dalla costituzione agli stati uniti o da essa non vietati sono riservati ai rispettivi stati”,
si indicano i poteri del congresso, tutto il resto resta agli stati membri.
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03/05/2023
Il Regionalismo
Che cos’è l’ordinamento regionale e come funziona?
Vedremo due fasi: la fase precedente alla Rif. Del 2001 e la fase successiva.
Come si è arrivati al regionalismo?
Il regno d’Italia è arrivato tardi all’unità rispetto ad altri paesi europei, per questo motivo le regioni
rimasero per molto tempo esclusivamente degli enti geografici, amministrativamente e politicamente prive
di importanza.
Appunto per mantenere in vita il potere centrale del nuovo regno si preferì evitare di conferire troppo
potere e autonomia alle regioni.
Fu solamente dopo l’Assemblea costituente che il modello delle regioni viene applicato. Furono le grandi
componenti, quella cattolica, quella liberale e quella social-comunista, ad esprimersi in merito con molte
idee contrastanti. Tuttavia, alla fine tutti arrivarono alla conclusione che era necessario proseguire verso la
strada del regionalismo:
Per i cattolici veniva esplicato il culto della personalità, con un governo più vicino ai cittadini
Per i liberali era un discorso per non ingigantire lo stato centrale, al fine di diminuirne i compiti
I socialisti invece all’inizio non vedevano di buon occhio la cosa perché temevano che avrebbero
ostacolato le grandi riforme sociali per il paese.
La più grande paura era che se di colpo fossero nati 22 centri di governo non sarebbe stato detto
che le maggioranze fossero uguali a quelle del governo centrale, rendendo il tutto più difficile da
governare. (Esempio referendum costituzionale del ’46)
Alle fine, tuttavia, le varie parti si convinsero, si lasciano pressocché invariate le circoscrizioni regionali;
tuttavia, anche dopo la costituente le regioni per molto tempo rimangono solo come lettere morte.
Dal 1948-1970 è mancata la volontà politica, si aveva paura delle elezioni.
Nel 1953 con la “legge sherpa n.62” chiarifica che le regioni possono legiferare solo dove lo Stato abbia
emanato una legge quadro, è lo stato deve indicare in che direzione andare e la regione che completa la
disciplina. È chiaro, tuttavia, che rimarrà solo come escamotage, fatta solo per bloccare le regioni, in
quanto lo stato non ha mai emanato queste leggi quadre.
Nel 1968 furono approvate le leggi elettorali regionali, nel 70 tutte le regioni andarono al voto e si
formarono i primi governi regionali.
Alcune eccezioni:
La Sicilia è sempre esistita come regione, questo statuto è “preesistito” e direttamente approvato
dalla costituente.
Le altre regioni a statuto speciale: Sardegna, valle d’Aosta, Trentino e Friuli
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Perché esistono questi statuti? Per due ragioni: Per presenza di una grande arretratezza economica, o per
una maggior tutela delle minoranze linguistiche in quanto regioni di confine.
A partire dal 2001 inizia un vero “ritaglio delle competenze”:
Iniziano ad inquadrarsi delle potestà esclusive delle regioni, fino ad allora solo permesse solo a quelle a
statuto speciale, ma non sono illimitate. Spetta alla regione con limiti impliciti ed esterni, come la
competenza territoriale, la coerenza complessiva dell’ordinamento e il rispetto dei trattati internazionali.
Potestà concorrente: modellata sulla base della legge sherpa, funziona ancora con le leggi quadre, per cui
ancora lo stato inizia ad invadere la competenza della regione.
Potestà attuativa: Potestà regolamentare legata all’attuazione di una legge, (esempio legge
sull’ordinamento penitenziario, legge 364 dell’85, e poi dpr del 2000)
Creazione di una lista di materie che sono di competenza dello stato centrale, una di competenza
concorrente e tutto ciò che non rientra in queste è di competenza esclusiva delle regioni.
(a essere circoscritta è dunque la competenza dello stato centrale)
Creazione Autonomia statuaria: ogni regione ha uno statuto, quello che preferisce.
Lo statuto si qualifica come una fonte regionale (fonti primarie). Lo statuto viene da un
procedimento di consiglio regionale, simile a quello di revisione costituzionale, servono due
deliberazioni del consiglio regionale, a distanza di 3 mesi l’uno dall’altra, se prese maggioranza dei
2/3 il referendum può essere richiesto solo dalla cittadinanza, altrimenti dalla minoranza consiliare.
Lo Statuto deve contenere le regole della pubblicazione degli atti normativi e disposizioni su
possibilità di referendum regionali, e indicazioni sulla forma di governo regionale.
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Nonostante questo faccia pensare a una grande libertà delle regioni la Corte costituzionale ha
sostanzialmente ridimensionato questo potere, le scelte possibili di governo sono state comunque cassate
dalla corte.
Organi necessari (indefettibili) delle Regioni:
Il potere sostitutivo prevede che lo stato si sostituisca alla materia di responsabilità della regione
per motivi di inerzia e di inefficienza.
Il commissariamento è invece la designazione di un commissario in una sede periferica da parte
dell'autorità centrale.
La forma di governo regionale
Nella forma di governo regionale vi sono degli organi necessari propri della regione.
A scanso di equivoci il presidente della regione non può essere assimilato né al Presidente del Consiglio, né
al Presidente della Repubblica, poiché a differenza loro il presidente della regione è eletto direttamente.
Che rapporto ha il Presidente della regione con il consiglio regionale?
Il loro rapporto è un rapporto di controllo, del consiglio sul presidente, il controllo si esplica con la formula:
“simul stabunt vel simul cadent”.
Ciò significa che se il consiglio regionale decide di sfiduciare il Presidente, si dimettono sia il presidente sia
il consiglio e si va a nuove elezioni.
Di cosa si occupano il Consiglio e la Giunta?
Il consiglio approva le leggi regionali, mentre l’esecutivo è in mano alla Giunta, il corrispettivo regionale del
Consiglio dei ministri del governo, gli assessori presiedono nell’ufficio di loro competenza, come i ministri
legiferano per le materie del loro ministero.
Vi sono alcune differenze: innanzitutto il presidente della regione ha molti più poteri sul consiglio se
confrontato con il PdC, Il presidente regionale può infatti nominare e revocare a suo piacimento i membri
della Giunta.
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Questa conferenza permanente è un organo a livello nazione che si occupa di mantenere una cooperazione
tra lo stato centrale e le regioni per gestire tutta la parte di legislazione concorrente.
Tornando all’ Art.117, nell’elencazione delle competenze esecutive dello stato e quelle concorrente può
essere complicato capire di cosa si sta parlando, ci sono delle materie che invadono diverse competenze.
L’autonomia differenziata
È possibile ottenere altri spazi di autonomia per le regioni facendosi delegare materie di competenza dello
Stato che non ne impattano l’unità giuridica necessaria (Art.116), come ad esempio l’istruzione o la sanità.
Federalismo fiscale
Ai sensi dell’Art. 2, per senso di solidarietà lo Stato trasferisce le risorse disponibili alle regioni più
economicamente svantaggiate. Fino al 2001 le regioni ricevevano una certa quantità di soldi basata sul
principio della spessa storica, successivamente il criterio è cambiato in base al costo medio, di determinati
servizi a determinate condizioni del mercato per fare in modo che le regioni potessero adeguarsi ad uno
standard di sostenibilità fiscale.
Per proprio conto la regione può imporre dei propri contributi e delle tasse (addizionale Irpef) anche se
entro certi limiti di sostenibilità.
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05/05/2023
I tipi di referendum
La Costituzione italiana disciplina tre tipologie di referendum
Il referendum approvativo, previsto per le leggi di revisione della Costituzione dall’ Art.138.
Il referendum consultivo, in materia di Regioni ed enti locali
Il referendum abrogativo, sulle leggi e gli atti avente forza di legge, disciplinato dall’Art. 75.
Questo referendum ha la funzione di abrogare una legge o un decreto avente forza di legge, quando
questo:
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Non si può richiedere il referendum su:
Leggi tributarie
Leggi di bilancio
Amnistia
Indulto
Autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali
Perché il referendum possa essere valido occorre che abbia partecipato alla votazione la maggioranza degli
aventi diritto (quorum) e che sia raggiunta la maggioranza dei voti validi.
Il procedimento referendario
La legge attuativa dell’Art.75 venne approvata solamente nel 1970, 20 anni dopo dall’approvazione della
Costituzione, in materia dell’approvazione della legge di divorzio.
La legge disciplina il procedimento referendario distinguendo varie fasi
1) L’iniziativa
Con tale attività, attribuita ai promotori, si presentano alla cancelleria della Corte di Cassazione la
richiesta di referendum.
2) Il deposito delle firme
Nei tre mesi successivi alla richiesta vengono depositate le firme in un periodo che va dal 1° gennaio
al 30 settembre di ciascun anno.
3) Accertamento della legittimità della richiesta
L’accertamento della legittimità della richiesta come verifica degli adempimenti formali, svolta
dall’Ufficio centrale per il referendum, presso la Corte di Cassazione.
4) Giudizio di ammissibilità da parte della Corte costituzionale
5) Si trasmette la richiesta alla Corte costituzionale che deve accettare entro il 20 gennaio la
costituzionalità degli atti del referendum.
6) Indizione
A cura del PdR, si indice il referendum.
7) Votazione e scrutinio
8) Proclamazione del risultato
La legge prevede che la procedura referendaria debba essere sospesa in caso di scioglimento delle Camere,
e che i termini riprendono a partire da 365 giorni successivi alla data dell’elezione.
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In primo luogo, valuta se in presenza di più quesiti essi possano essere accorpati, per via della natura
eccezionale del referendum, e in secondo luogo, con l’art39 della legge 352 del 1970, prevede che in caso
di abrogazione della legge oggetto del referendum, l’ufficio centrale dichiari la cessazione di medesimo.
Tuttavia, per via della possibilità che l’abrogazione della legge possa contenere principi diversi o non
soddisfacenti, questa norma è stata dichiarata in parte incostituzionale.
Da qui è stata aggiunta la previsione che in questo caso l’ufficio centrale deve valutare se e come la nuova
disciplina possa essere scontante dall’oggetto referendario, effettuando nuove disposizioni legislative.
Il giudizio di ammissibilità della Corte costituzionale
Per via della natura stessa della Corte costituzionale, per cui la competenza nel processo referendario è
stata introdotta solo con la legge 352 del 70, la sentenza della Corte ha conseguentemente il solo fine di
consentire o meno l’indizione del referendum.
Accanto ai limiti espressi dalla costituzione per il referendum, la Corte ha evidenziato vari limiti impliciti:
1) Tutte le leggi che complessivamente fanno parte della manovra finanziaria e sulle attuazioni dei
trattati internazionali
2) Le leggi di revisione della Costituzione
3) Le leggi a contenuto costituzionalmente vincolato (quelle necessario per il funzionamento degli
organi costituzionali)
4) Esclusi i referendum cui quesiti multipli non sono riconducibili ad una stessa ratio
Nel corso degli anni l’istituto del referendum abrogativo è molto modificato, i referendum sulla legge
elettorale in particolar modo hanno dato alla luce un nuovo tipo di referendum: il referendum
manipolativo. Si tratta di un referendum che attraverso l’abrogazione di più norme, producono una
normativa, detta di risulta, nuova e diversa dalla precedente. Il risultato che si vuole ottenere è infatti una
nuova normativa che risulta da parti abrogate (e parti rimasti in vita) di una legge.
Il diritto di petizione
Il diritto di petizione si può distinguere dalla iniziativa legislativa perché la richiesta non segue le forme
previste dalla Costituzione, senza alcun requisito formale di presentazione di un progetto di legge.
La petizione è usata per esporre comuni necessità e quindi non necessariamente in collegamento con un
provvedimento legislativo del quale si sollecita l’adozione.
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09/05/23
50
L’ordinamento, nella sua definizione di insieme di regole giuridiche della collettività, non è estromesso da
essa, al contrario, viene plasmato al suo interno, all’interno della società civile stessa. Non si può scindere
l’ordinamento giuridico dalla società civile e dall’indirizzo politico che essa rappresenta, l’elemento politico
interagisce con l’elemento giuridico influenzandosi a vicenda.
Santi Romano scrive:
<<Il diritto è assai più che l’insieme delle regole che un ordinamento si è dato, ma è anche l’insieme delle
istituzioni che ne hanno dato vita, che le fanno rispettare e le interpretano, dalla genesi alla sua efficacia>>.
Quando un ordinamento giuridico è riconosciuto come tale?
Un ordinamento giuridico è dotato dei seguenti requisiti:
La stabilità del gruppo sociale, intesa come dimensione temporale durevole di quel gruppo.
L’organizzazione, le distribuzioni di funzioni, competenze, diritti e doveri.
In una stessa società possono convivere anche più di un ordinamento giuridico, si veda il caso dei vari
codici penali, civili in Italia o anche il semplice regolamento sportivo. Questi chiaramente vengono ordinati
in base ad una gerarchia di importanza, il cui ordinamento massimo è sempre lo Stato.
Esistono inoltre:
Ordinamenti Storici: i cui ordinamenti giuridici non producono più effetti ma di cui è utile lo studio
e la riflessione per capirne i principi alla base.
Ordinamenti Vigenti: le cui regole giuridiche sono efficaci e producono effetti giuridici.
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10/05/23
Fonti atto
Fonti fatto
Fonti di produzione del diritto
Fonti sulla produzione del diritto
Fonti di cognizione
Questo pluralismo di fonti, sebbene già nella natura del nostro ordinamento per garantire una forma di
sistematicità delle norme, può però portare a non pochi contrasti delle fonti.
È compito dell’ordinamento stesso, pertanto, quello di stabilire delle regole con cui risolvere i possibili
contrasti tra questa pluralità di fonti con caratteristiche diverse, utilizzando un criterio prestabilito
piuttosto di un altro.
Le fonti atto
Sono le fonti che provengono da un atto, cioè da una manifestazione di volontà espressa dal legislatore in
senso lato, dal parlamento, dal governo o da atri soggetti che godono dalla potestà legislativa e abilitati a
produrre regole giuridiche.
Questa manifestazione si concretizza nell’ iniziativa legislativa, che può spettare ai diversi soggetti abilitati,
e in caso dal proseguo dell’iter, nella sua fase di formazione e di entrata in vigore.
Le fonti fatto
In questo caso non vi è una volontà espressa dal legislatore di imporre quella regola giuridica, in questo
caso le fonti provengono da un comportamento, dalla consuetudine, da un comportamento materiale
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ripetuto nel tempo che diviene obbligatorio nel tempo, al quale si aggiunge la convinzione della forza
vincolante di quel comportamento, l’elemento soggettivo, “opinio iuris”.
Le fonti di cognizione
Sono documenti o fatti attraverso i quali è data notizia delle fonti di produzione, con cui i consociati
vengono a conoscenza delle regole che sono alla base della convivenza nei confronti di una categoria di
consociati, lo Stato.
La nostra fonte di cognizione più importante è La Gazzetta dello Stato italiano, dove sono pubblicati tutti gli
atti normativi dello stato.
Nell’ordinamento italiano non è un’operazione facile individuare tutte le fonti di diritto, non esiste un unico
testo di riferimento, è necessario integrare il testo costituzionale con altre fonti successive ed anche
anteriori alle predisposizioni del Codice civile.
La prima grande distinzione che possiamo fare è quella della scala gerarchica in base alla loro forza, ossia
dalla loro capacità di modificare altre fonti e di resistere alla modifica da parte di altre.
Per via del principio per cui “Nessuna fonte può istituire altre fonti aventi forza superiore o pari alla fonte di
origine”, la gerarchia delle fonti si compone di tre classi:
1. Fonti costituzionali
2. Fonti primarie
3. Fonti secondarie
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1. Fonti costituzionali
Sulla base della struttura stessa della Costituzione, e sul suo carattere di rigidità, possiamo distinguere tre
tipi di fonti costituzionali:
2. Le fonti primarie
Sono composti di tutti gli atti dotati della stessa forza di legge della legge ordinaria del parlamento. Sono in
un rapporto diretto con la Costituzione anche se non possono istituire fonti costituzionali in quanto
subordinate, trovano la loro fonte sulla produzione all’interno di essa seppure non completamente.
All’interno di queste fonti possiamo trovare diverse fonti molto eterogenee tra loro:
Il Criterio Gerarchico
Nel criterio gerarchico, fatto osservare già nel diritto romano, è previsto che nel caso di contrasto tra due
norme vince quella che nella gerarchia delle fonti occupa il posto più elevato, lex superior.
Questa prevalenza ha come risultato l’annullamento della fonte inferiore sulla fonte superiore,
l’annullamento opera sulla validità della norma, se viene annullata significa che si ritiene non conforme
alle norme che la disciplina.
I vizi possono essere di due tipi:
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Vizi formali: riguarda la forma dell’atto, il procedimento legislativo o la competenza di chi emana un atto
presenta un’irregolarità.
Vizi sostanziali: riguardano i contenuti normativi di una disposizione, la disposizione è viziata perché
produce un’antinomia per via di un contrasto del contenuto delle due fonti. In conseguenza di un
procedimento per la verifica del vizio la norma può essere dichiarata illegittima.
Se fonte è di tipo primario e questa è in contrasto con la Costituzione, la verifica del vizio è di competenza
della Corte costituzionale, se invece è tra una fonte secondaria che contrasta una fonte primaria allora è
previsto il ricorso alla giustizia amministrativa.
Il concetto di illegittimità è più ampio di quello di invalidità, difatti vi possono essere fonti valide, che
hanno rispettato le regole procedurali per la loro approvazione, che però sono illegittime.
Legittima significa infatti che la fonte inferiore deve le regole procedimentali per la sua approvazione e
deve rispettare il contenuto previsto nella fonte superiore
Effetti dell’annullamento
La dichiarazione di illegittimità comporta la perdita di efficacia della norma dichiarata invalida con effetto
retroattivo (ex tunc, da allora) l’atto annullato non può essere applicato a nessun rapporto giuridico anche
se sorto in precedenza all’annullamento, in questo modo l’atto annullato scompare dall’ordinamento.
Per superare casi di antinomie, cioè di confronto di due fonti diverse ma poste nello stesso grado
gerarchico, dovremmo avvalerci di altri criteri di risoluzione, come quello cronologico e di competenza.
Il Criterio Cronologico
Opera su fonti poste sullo stesso grado, esso deriva dal principio della lex posterio, la prevalenza la vince la
fonte successiva a quella anteriore. La fonte più recente prevale su quella più antica.
L’effetto di questo criterio è l’istituto dell’abrogazione, che consiste della cessazione dell’efficacia pro
futuro della norma giuridica precedente. Non opera in termini di validità ma in termini di efficacia, la fonte
abrogata non è più in grado di produrre effetti giuridici per il futuro dal momento di entrata in vigore della
norma abrogartice.
Nel momento in cui la norma successiva entra in vigore in automatico perde efficacia e non è più in vigore
la norma giuridica precedente.
Cosa succede alle norme più vecchie per tutti i rapporti regolati prima della norma abrogartice? I rapporti
antecedenti l’abrogazione continueranno ad essere regolati dalla fonte anteriore.
Ci sono 3 tipi di abrogazione previsti dall’Art.15 D.L.G
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Abrogazione implicita (le nuove disposizioni regolano per intero la materia già regolata da
quella precedente, per contrasto vince la nuova)
11/05/23
Criterio di specialità
Nel caso di norme opposte di uguale grado, o anche dello stesso atto, si deve preferire la norma speciale a
quella generale. La norma speciale deroga a quella generale, entrambe le norme sono efficaci e valide,
tuttavia l’interprete opera una scelta che nella fattispecie è regolata dalla disposizione generale senza che
intervengono fattori indicati dalla norma speciale. Questo criterio è “interpartes”, ossia che vale fra le due
parti, è il giudice che sceglie se usare la norma generale, se applicabile, o quella speciale.
La Riserva di Legge
Le riserve di legge sono di vario tipo:
Riserva di legge in generale: si riferisce in genere alle leggi ordinarie, alle leggi parlamentari e
talvolta agli atti aventi forza di legge del governo.
Riserva di Legge costituzionale: vedi art.116, art.71 “iniziativa legislativa”.
Riserva di legge per regolamento parlamentare
La finalità della riserva di legge è che sia sempre la fonte legislativa, e non amministrativa, come le fonti
secondarie, a disciplinare la materia. L’esempio è quello della Costituzione che disciplina la competenza
alle fonti primarie, cosicché nessun’altra fonte subordinata alla legge possa disciplinare quella materia,
escludendo le fonti secondarie del governo.
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La Costituzione stabilisce riserve di legge soprattutto a tutela di diritti e doveri, (es. Art.13), essa nasce così
essenzialmente per motivi storici: nel passato il re manteneva la sanzione regia ma la funzione legislativa
rimaneva anche del parlamento, in questo modo i rappresentanti potevano aver parola sulla tutela dei
diritti del popolo libero.
In base a chi può intervenire sulla riserva di legge si distinguono:
Riserva di legge formale: solo la legge del parlamento può intervenire, (art.76 e 77)
Riserva di legge ordinaria: la fonte primaria che può intervenire sulla norma è la legge del
parlamento e gli atti aventi forza legge del parlamento.
16/05/23
Il procedimento legislativo
La legge formale
All’interno dell’ordinamento italiano esistono molteplici fonti del diritto, all’interno della categoria delle
fonti primarie troviamo divere leggi molto eterogenee tra loro, sono fonti primarie le leggi ordinarie, gli
atti aventi forza di legge e le leggi delle Regioni e delle province autonome.
Si usa il termine di legge formale per indicare sia la legge che nella gerarchia delle fonti occupa lo stesso
gradino della costituzione (legge costituzionale), sia la legge che occupa il gradino immediatamente
inferiore (legge ordinaria).
La legge formale è un atto normativo prodotto dalla deliberazione delle camere e promulgato dal
presidente della repubblica, in passato è stata la fonte di diritto per eccellenza, massima espressione della
rappresentanza politica legiferante, che la borghesia usava per contrapporsi al sovrano.
La forma della legge è quindi data dal particolare procedimento prescritto dalla costituzione per la sua
formazione.
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Con questo procedimento sono formate sia le leggi ordinarie che le leggi costituzionali, (infatti, il
procedimento di formazione delle leggi costituzionali non è che una variante aggravata del procedimento
legislativo ordinario).
Le leggi ordinarie sono gli atti deliberati dal parlamento secondo il procedimento disciplinato dall’
Art.70 e dai regolamenti parlamentari.
Gli atti con forza di legge, invece, sono atti normativi che non hanno la “forma” della legge, non
sono prodotti dalla deliberazione delle camere e promulgati dal presidente della repubblica, ma
sono equiparati alla legge formale ordinaria perché il parlamento partecipa alla loro formazione:
occupano la stessa posizione nella scala gerarchica, e perciò possono validamente abrogarla ed
essere da essa, e solo da essa abrogati.
Sono quindi fonti che possono sostituirsi alla legge, almeno laddove la costituzione non ponga una
riserva di legge formale
.
Il Decreto-legge e il Decreto legislativo sono entrambi fonti del governo “aventi forza di legge”, hanno la
stessa forza di legge seppur con caratteristiche diverse.
Decreto Legislativo
Art.76: La condizione per cui il governo possa adottare un decreto legislativo avente forza di legge sta
nell’adozione da parte delle camere di una determinazione di principi e criteri direttivi.
Il Decreto Legislativo può essere emanato dal Governo soltanto su delega del Parlamento, nella quale e ai
sensi dell’art. 76 della Costituzione, devono essere indicati contenuti e tempi dell’emanazione. Con la
legge delega il Parlamento demanda al Governo il potere di emanare Decreti Legislativi su materie
complesse e specifiche, come Testi Unici o Codici, che se sottoposte al procedimento ordinario di
formazione delle leggi causerebbero ritardi e rallentamenti nei lavori parlamentari.
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Decreto-Legge
Art.77 : “il Governo non può senza delegazione delle camere emanare decreti legge che abbiano valore di
legge ordinaria”.
Nel caso del Decreto-Legge non si la condizione preventiva dell’atto del parlamento, esso è adottato dal
governo senza nessun intervento preventivo delle camere in casi straordinari di necessità e di urgenza.
Il Decreto-legge ha una efficacia limitata nel tempo: produce i suoi effetti giuridici entro 60 giorni dopo il
quale il parlamento potrà convertite il decreto-legge in legge ordinaria adottando un provvedimento
provvisorio il giorno stesso, presentando alla camera il disegno di legge per la conversione.
Chiaramente, il problema principale del decreto-legge è l’interpretazione che i politici danno alle
“situazioni di necessità e urgenza”, dandone un’interpretazione volutamente ampia per facilitare le proprie
legislazioni.
Il procedimento legislativo
Gli articoli della Costituzione che vanno dal 70 al 74 si occupano del procedimento legislativo, delineando,
seppur nelle linee generali, i momenti fondamentali del procedimento e le sue possibili varianti.
Mentre la Costituzione determina le linee generali del procedimento, le regole di dettaglio sono stabilite
nei regolamenti parlamentari, che sono fonti espressione dell’autonomia del Parlamento, approvate da
ciascuna Camera a maggioranza assoluta.
Il procedimento legislativo è tradizionalmente scomposto in varie fasi:
1. Iniziativa Legislativa
2. Fase Decisoria (Approvazione Delle Camere)
3. Fase Integrativa Dell’efficacia (eventuale)
4. Fase Conoscitiva
Iniziativa Legislativa
È fissata all’Art. 71 in termini generali: esercita l’iniziativa il Governo, ciascun membro delle camere, a
50.000 elettori, e gli altri organi predisposti a legiferare (regioni, consiglio nazionale per economia e lavoro
“CNEL”).
Se l’iniziativa è del governo viene definita “disegno di legge”, se è degli altri agenti “progetto di legge”.
A premessa della proposta è messa una relazione che accompagna il testo e ne spiega gli elementi più
caratterizzanti. L’iniziativa più importante è quella governativa, se il governo ha una forte maggioranza
quella proposta può facilmente diventare legge.
Fase Decisoria
La fase più complessa che trova disciplina nei regolamenti parlamentari, la costituzione si occupa di dare le
indicazioni fondamentali nell’Art. 72.
Per approvare una legge la Costituzione prevede tre tipi di procedimenti: il procedimento in sede
referente (o ordinario), il procedimento in sede deliberante e il procedimento in sede redigente.
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Questo tipo di procedimento decisorio è a sua volta diviso in quattro fasi, come indicato nell’ Art.72: la fase
istruttoria, la fase dell’esame delle linee generali, la fase dell’esame e dell’approvazione degli articoli, la
fase dell’approvazione finale.
In Aula il procedimento ripete sostanzialmente le stesse fasi: viene presentata la relazione generale per
introdurre una discussione che può concludersi anche con un voto di “non passaggio per gli articoli”, ossia
la chiusura immediata del procedimento, se questo non accade il procedimento prevede la discussione
articolo per articolo con voto sugli emendamenti, e voto finale su ogni articolo.
Quando un testo è approvato nella sua versione definitiva da una Camera deve essere inviata all’altra. La
seconda Camera è sovrana nello sceglier il tipo di procedimento, ma il testo finale approvato dovrà essere
identico al primo, solo così sarà conclusa la fase dell’approvazione.
Se viceversa il testo si discosta anche di un solo articolo questo viene rinviato nuovamente all’altra Camera
sino al momento in cui non vi sia un testo eguale da entrambe le parti (la navetta parlamentare).
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3) Procedimento in sede redigente
Il procedimento in sede redigente è previsto dai regolamenti parlamentari e non dalla Costituzione. È detto
anche “misto” in quanto mette insieme le caratteristiche del procedimento in sede deliberante e quelle
della sede referente, è delineato in maniera diversa dai regolamenti di Camera e Senato.
Al Senato costituisce un vero e proprio terzo procedimento intermedio, all’aula è riservata soltanto la
votazione finale del progetto di legge, mentre discussione e approvazione degli emendamenti è
concentrata in commissione.
Alla Camera invece il procedimento redigente è delineato come un sub-procedimento della sede referente:
è infatti la Camera, una volta conclusa la discussione generale, a decidere di affidare la decisione sugli
articoli alla Commissione, riservandosi poi il voto sui medesimi e il voto finale.
La copertura finanziaria
La Costituzione pone un vincolo positivo espresso alla legge del Parlamento, l’Art. 81 mira ad assicurare il
pareggio del bilancio e il sostanziale equilibrio tra entrate ed uscite. La legge deve essere determinata o
mediante modifiche legislative a norme che comportino maggiori entrate, o mediante riduzioni di
autorizzazioni precedenti di spesa. Tutti i disegni di legge di iniziativa governativa inoltre debbono essere
dotati di una relazione tecnica verificata dal Ministero dell’economia.
Fase conoscitiva
La promulgazione
Una volta che la legge è stata approvata nella stessa identica versione da parte delle due Camere, essa è
giuridicamente perfetta ma non ancora efficace, poiché deve essere promulgata dal Presidente della
Repubblica. La promulgazione deve avvenire entro un mese dall’approvazione, con tale decreto egli attesta
che la legge è stata approvata dalle camere e dichiara la propria volontà di promulgarla, pubblicandola
sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Secondo l’Art.74 qualora il Presidente della Repubblica
ritenesse non soddisfacenti i caratteri della nuova norma potrebbe decidere di chiedere una nuova
deliberazione. Questo rinvio alle camere, tuttavia, non può essere eseguito più di una volta.
La pubblicazione
A seguito della promulgazione la legge viene pubblicata, sotto la responsabilità del Ministro di Grazia e di
Giustizia. La legge diviene applicabile dopo un termine di 15 giorni, la cosiddetta vacatio legis, che serve a
rendere la legge conoscibile e conosciuta.
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17/05/23
Le leggi rinforzate
La legge è caratterizzata da un punto di vista formale dall’essere “prodotta” attraverso il procedimento che
abbiamo descritto, e da un punto di vista sostanziale dal contenere norme generali ed astratte. Tuttavia, vi
sono dei casi in cui la legge presenta elementi di difformità rispetto a tale procedimento, e vi sono dei casi
in cui la legge non contiene norme generali ed astratte.
Nel primo caso le leggi sono dette rinforzate, nel secondo caso sono dette leggi provvedimento.
Leggi Rinforzate
La legge rinforzata prevede da parte della Costituzione una procedura aggravata, senza tuttavia modificare
il “tipo” di fonte. È a tutti gli effetti una legge ordinaria con la sola caratteristica che il procedimento
aggravato previsto nella Costituzione per la sua approvazione le attribuisce una resistenza passiva
maggiore rispetto alle altre leggi ordinarie. Per abrogare una legge rinforzata occorrerà un’altra legge
avente pari rinforzo.
La Costituzione prevede modelli diversi di leggi rinforzate:
In alcuni casi il rinforzo è procedimentale, perché la Costituzione prevede una fase ulteriore del
normale procedimento. Questa fase si sostanzia nella previsione di “intese” con altri organi per una
consultazione che si inserisce nel procedimento legislativo.
Un esempio di rinforzo per procedimento è la legge che regola i rapporti tra lo Stato e le confessioni
diverse da quella cattolica, poiché prima dell’inizio del procedimento legislativo occorre acquisire
un accordo tra lo Stato e le rappresentanze di quelle confessioni. Il rinforzo sta proprio nella
necessità di raggiungere un’intesa anteriormente il procedimento legislativo.
In altri casi il rinforzo riguarda la maggioranza necessaria per approvare la legge: costituisce un caso
di rinforzo per maggioranza la legge che prevede l’amnistia e l’indulto. Essi sono concessi con legge
deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera in ogni suo articolo. La
maggioranza molto ampia costituisce il rinforzo necessario per l’approvazione di questa legge
In altri casi ancora si riscontra sia un rinforzo procedimentale e sia per maggioranza, si vedano ad
esempio la legge prevista dalla costituzione all’Art. 116 a proposito della attribuzione di altre
competenze alle Regioni.
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Quando vi è un rinforzo per procedimento, l’intesa si sostanzia in una sorta di accordo tra lo Stato e l’ente
interessato, lo scopo è quello di attribuire all’ente interessato un potere negoziale del quale altrimenti non
è dotato.
Nel caso invece del rinforzo per maggioranza le leggi che adottano tale rinforzo non sarebbero
strettamente collegabili all’indirizzo politico del Governo, in quanto pur senza essere leggi costituzionali,
impattano fortemente sui suoi valori, tanto da richiedere per la loro approvazione anche il consenso della
maggioranza.
Leggi Provvedimento
Le leggi provvedimento costituiscono una categoria di leggi che non contengono norme generali e astratte,
ma hanno invece un contenuto concreto e specifico: si tratta di leggi che invece di disporre, provvedono
direttamente su un caso concreto, svolgendo quindi una attività tipicamente amministrativa.
Si tratta di leggi auto applicative, poiché non necessitano di essere attuate dalla Pubblica Amministrazione
attraverso la produzione di altre norme.
Dalle leggi provvedimento debbono essere tenute distinte le leggi definibili “a basso contenuto di
generalità e di astrattezza”. Queste leggi differiscono dalle leggi provvedimento perché sono comunque
dotate della caratteristica della generalità, sia pure limitata.
Esempio
-legge che pone vincolo di inedificabilità (classica legge provvedimento)
-legge che esclude il pagamento delle tasse per una popolazione terremotata (legge a basso contenuto di
generalità)
Queste tipologie di leggi sono costituzionalmente legittime poiché la Costituzione non prevede una riserva
di amministrazione che escluda la possibilità per il potere legislativo di intervenire in ambiti tipici
dell’amministrazione.
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18/05/23
Decreti-legge
I decreti-legge esistevano anche, sia pure non codificati nello statuto albertino, mentre poi sono stati
codificati nella legge numero 100 del 1926. La Costituzione prevede che il decreto-legge sia fondato sui
requisiti straordinari di necessità e di urgenza, che sia convertito in legge entro 60 giorni e che in mancanza
di conversione il decreto-legge decade con effetti retroattivi. Negli anni il decreto-legge è stato utilizzato in
maniera abnorme, attraverso una interpretazione molto larga dei requisiti di necessità e di urgenza.
Inoltre, in caso di mancata conversione, esso veniva reiterato più volte, cosicché, invece di essere un atto
provvisorio di breve durata è divenuto stabile nel tempo.
I rimedi
Il Filtro Parlamentare
Come primo rimedio è stata introdotta una norma nel regolamento parlamentare che prevedeva un filtro
preliminare di costituzionalità per verificare la sussistenza dei requisiti di necessità e di urgenza.
Questa previsione, tuttavia, non ha svolto alcuna funzione di limitare il numero dei decreti-legge: la
commissione affari costituzionali era composta da deputati in misura proporzionale rispetto ai gruppi
parlamentari, ed era poco incline a svolgere funzioni di giudizio su temi talmente vaghi e ampi.
Legge n.400 del 1988
Con la legge numero 400 del 1988 sono state determinate alcune materie che non potrebbero essere
disciplinate da decreti-legge. Tuttavia, la legge in questione è una legge ordinaria e quindi i vincoli posti
non sono di livello costituzionale. Inoltre, la esclusione della decretazione di urgenza su molte delle materie
indicate era già implicitamente ricavabile dai principi costituzionali.
Legittimità Costituzionale
La giurisprudenza costituzionale a partire dalla fine degli anni 80 ha introdotto una linea più rigorosa sul
controllo di legittimità costituzionale dei decreti-legge:
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La Corte costituzionale può dichiarare incostituzionale un decreto-legge quando manchino
manifestamente i presupposti di necessità e di urgenza e può dichiarare illegittima la reiterazione del
decreto quando non vi siano fatti nuovi che lo giustificano.
Decreti Legislativi
L’altro strumento previsto dalla Costituzione per attribuire un potere normativo primario al Governo è la
delegazione legislativa.
Attraverso lo strumento della delegazione, un soggetto titolare di potere attribuisce ad altri l'esercizio di
quel potere, potere, attraverso lo strumento della delegazione legislativa, circoscrivendo, con regole
predeterminate, la sua capacità di agire.
Il Parlamento attribuisce quindi l'esercizio della funzione legislativa al Governo.
L'articolo 76 della Costituzione consente infatti, che il Parlamento attribuisca l'esercizio della funzione
legislativa al governo, ma non invece il potere legislativo che permane in capo al Parlamento.
Poiché il potere rimane al delegante, quest'ultimo non si spoglia mai del suo potere.
L'articolo 76 delinea il modello della delegazione legislativa attraverso una sequenza di due atti:
1. La legge di delegazione approvata dal parlamento
2. Il decreto legislativo approvato dal Governo
Il vincolo procedimentale è determinato dall'articolo 72, che prevede che sia approvata con il
procedimento legislativo ordinario.
Il vincolo sostanziale è invece determinato dall'articolo 76, che prevede che la legge di delegazione
debba contenere alcuni elementi necessari, tra cui: i principi e criteri direttivi, conferita solo per un
tempo limitato e solo per oggetti definiti.
Il decreto legislativo, infine, deve essere approvato dal Consiglio dei ministri ed emanato dal Presidente
della Repubblica con le regole procedurali di forma previste dall'articolo 14 della legge numero 400 del
1988.
Le trasformazioni
Nel tempo questo modello ha subito trasformazioni.
La legge di delegazione non si limitò più a prevedere i principi e criteri direttivi, l'oggetto e il tempo, ma
spesso prevedeva norme di immediata applicazione. La determinazione dei principi e criteri direttivi è
andata via via sempre più sfumata, e spesso, inoltre, il governo adottò decreti legislativi che poi vennero
corretti da altri decreti legislativi, secondo il modello della delegazione polifasico.
La Corte costituzionale può sindacare il rispetto della legge di delegazione da parte del decreto legislativo,
poiché il decreto legislativo che viola la legge di delegazione viola indirettamente l'articolo 76 della
Costituzione.
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I titoli unici
I testi unici sono raccolti di norme in un unico testo, si distinguono in:
I regolamenti governativi
I regolamenti governativi costituiscono la più importante delle fonti secondarie.
La Costituzione prevede solo che essi vengano emanati dal Presidente della Repubblica, ma non stabilisce
norme in relazione alla loro tipizzazione e al procedimento di approvazione.
La legge numero 400 del 1988 si poneva l'obiettivo di determinare i tipi di regolamenti, ampliare il potere
normativo dell'Esecutivo, spingendo altresì il Parlamento ad approvare leggi di principio, effettuare
un'ampia delegificazione e tipizzare il procedimento.
In primo luogo, distingue i regolamenti tra governativi e ministeriali e interministeriali. I primi sono
deliberati dall’intero Consiglio dei ministri, i secondi da un singolo ministro e gli ultimi da più
ministri congiuntamente.
In secondo luogo, distingue i regolamenti governativi in: esecutivi, integrativi-attuativi,
indipendenti, organizzativi e di delegificazione
I regolamenti ministeriali sono regolamenti approvati da un singolo ministro nell'ambito delle sue
competenze, quando la legge gli attribuisca questo potere. Essi debbono rispettare i regolamenti
governativi e sono dunque fonti di terzo grado.
I regolamenti esecutivi sono finalizzati a rendere concretamente applicabili le norme generali, quelli
integrativi-attuativi finalizzati a disciplinare l’attuazione e l’integrazione delle leggi, quelli
indipendente per disciplinare materie nelle quali non vi sia disciplina legislativa, e quelli
organizzativi per il funzionamento e l’organizzazione delle amministrazioni pubbliche.
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Regolamenti di delegificazione
La delegificazione svolge la funzione di snellire il sistema delle fonti primarie.
Materie coperte da legge, e purché per esse non sia prevista la riserva assoluta di legge, possono essere
normati da un regolamento governativo, quando questo sia a ciò autorizzato da una legge.
La legge stabilisce i principi e i criteri direttivi ai quali il regolamento deve adeguarsi e dispone
l'abrogazione della norma a far data dalla entrata in vigore del regolamento.
Progressivamente la delegificazione ha perso il suo carattere rigoroso, spesso le leggi delegificazione non
contengono principi e criteri direttivi e la delegificazione è contenuta in decreti legislativi. Allo scopo di
alleggerire il sistema delle fonti, sono state emanate sia leggi taglie-leggi sia regolamenti taglie-
regolamenti. Il meccanismo, tuttavia, ha creato molti dubbi di ordine giuridico e non ha contribuito affatto
alla semplificazione del sistema normativo.
Le competenze
Il riparto di competenze tra Stati membri e Unione europea si basa sul principio di attribuzione: l'Unione
esercita solo le competenze attribuite dai Trattati, ciò che non è attribuito rimane agli Stati.
Le competenze Ue possono essere esclusive (solo l'Unione può legiferare), concorrenti (gli Stati possono
legiferare se non lo fa l'Unione), di sostegno, coordinamento o completamento delle competenze degli
Stati.
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Le competenze sono esercitate secondo:
● il principio di sussidiarietà: se non c'è competenza esclusiva, l'Unione interviene solo se i suoi obbiettivi
possono essere raggiunti in modo migliore dall'Unione rispetto ai singoli Stati;
● il principio di proporzionalità: l'intervento dell'Unione non può andare oltre quanto strettamente
necessario a raggiungere i suoi obbiettivi.
Le materie sulle quali interviene l'Unione europea sono dette “politiche”.
Alcuni esempi:
● Libera circolazione di merci, persone, servizi, capitali;
● Trasporti
● Energia
● Ambiente
● Istruzione
Nell'ambito delle varie materie l'Unione adotta veri e propri atti giuridici che hanno efficacia all'interno
degli Stati membri. Si tratta di:
● Regolamenti, atti di portata generale, obbligatori in tutti i propri elementi, direttamente applicabili in
tutti gli Stati membri senza necessità di atti di recepimento;
● Direttive, atti che vincolano lo Stato a un obbiettivo da raggiungere, lasciando allo Stato stesso la scelta
dello strumento più opportuno. Esse, dunque, non sono direttamente applicabili, hanno bisogno di un atto
di recepimento.
Secondo la Corte di Giustizia, però, bisogna distinguere la categoria delle cd. Direttive dettagliate: se una
direttiva contiene norme sufficientemente precise e incondizionate, queste diventano direttamente
applicabili quando scade il termine per lo Stato per provvedere all'attuazione
di esse.
● Decisioni, non hanno contenuto normativo ma si rivolgono a destinatari precisi e predeterminati,
● Raccomandazioni, atti non vincolanti con funzione di indirizzo.
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comunitarie, dunque, dovranno essere sia direttamente applicabili negli Stati membri, sia superiori
rispetto alle fonti interne.
Il Diritto comunitario
Il diritto comunitario è ormai parte integrante del diritto interno degli Stati membri. È dunque molto
importante per gli Stati partecipare attivamente alla formazione di queste regole.
Si parla di due fasi:
trattati self executing, che contengono norme sufficientemente chiare e tali da poter essere
direttamente applicate: per questi l'adattamento si verifica attraverso l'ordine di esecuzione, un
semplice riferimento al trattato che spesso viene inserito nella legge che autorizza il Presidente
della Repubblica alla ratifica.
trattati non self executing, che prevedono impegni e obblighi che necessitano di atti interni di
esecuzione e implementazione. Questi necessiteranno di norme primarie di diritto interno per
funzionare nell'ordinamento.
Con legge costituzionale n. 3/2001 è stato modificato l'art. 117 della Costituzione, che oggi dispone
che la potestà legislativa sia esercitata nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti
dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.
Nel 2007, con due famose sentenze, la Corte costituzionale ha precisato che la legge interna che
contrasta con la legge di ratifica di un trattato internazionale è incostituzionale per violazione
dell'art. 117 della Costituzione. Si tratta delle “sentenze gemelle”, n. 348 e 349/2007, rese a
proposito di un celebre trattato internazionale, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo La
Corte ha utilizzato per i trattati internazionali lo schema delle norme interposte: la legge che viola il
Trattato, viola anche la Costituzione che impone alla legge di rispettarlo.
L'art. 10 della Costituzione si occupa anche del trattamento giuridico dello straniero.
La condizione dello straniero in Italia è regolata dalla legge. Essa, nel regolarla, dovrà rispettare la
Costituzione che, mentre riconosce alcuni diritti ai soli cittadini (ad es. la libertà di circolazione), all'art. 2
riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo.
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