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DIRITTO PUBBLICO COMPARATO

NOZIONE E STORIA DI COSTITUZIONE 1. COSA E LA COSTITUZIONE? Per costituzione si intende il complesso di regole fondamentali di una determinata organizzazione sociale, ogni organizzazione ha quindi la propria costituzione. In linguaggio corrente per il termine costituzione viene impiegato con riguardo alle regole fondamentali della organizzazione originaria e sovrana, cio dello Stato, quindi oggi pi corretto dire che la costituzione la legge fondamentale dello Stato. 2. LA COSTITUZIONE NEL SUO PERCORSO STORICO. Lidea di una legge superiore antica, era infatti conosciuta anche in epoca romanoellenistica; mentre lidea di costituzione come legge superiore, emerge solamente in epoca medievale. Sono due le ragioni che contribuiscono allidea di legge fondamentale: 1) la convinzione della superiorit di leggi che trovano fondamento in principi inviolabili perch espressione della coincidenza fra leggi umane e divine; 2) questa superiorit il risultato di lunghi e complessi assestamenti tra vari poteri e ceti (che spesso risultano in consuetudini o documenti formali). E importante notare che ad un certo punto vennero considerate superiori le leggi ritenute opera della storia, ricordiamo a questo punto che nellottica medievale la consuetudine la prima e fondamentale lex, per quanto non scripta, mentre le leges scriptae sono pi che altro la individuazione e la sistemazione da parte del principe di consuetudini gi formate. La strada verso la formalizzazione e la piena giuridicizzazione della legge fondamentale passa sia attraverso i grandi movimenti del pensiero politico, sia attraverso levoluzione delle istituzioni inglesi (espressione di stabile ed efficace combinazione tra monarchia, aristocrazia e popolo). Sul piano storico la Corona inglese dovette cedere a sempre maggiori limitazioni dei propri poteri e prerogative, limitazioni che determinarono lemergere di una democrazia rappresentativa attraverso laffermarsi di un Parlamento bicamerale. In questo contesto si radic il principio di sovranit parlamentare: il Bill of Rights esclude la possibilit da parte del Re di sospendere lesecuzione delle leggi o dispensare dallosservanza senza il consenso del Parlamento. Menzioniamo il contributo alla nozione di costituzione apportato dalle teorie del contratto sociale e del diritto naturale: la sovranit appartiene al popolo, esso la trasmette al Re e la costituzione la riproduzione pura e semplice di questo contratto sociale; per questo motivo superiore ad ogni altra autorit pubblica ed questa che d ad esse il proprio potere. Allo stesso tempo per, secondo il diritto naturale, i diritti fondamentali appartengono alla natura delluomo e non possono quindi mai essere conculcati. Il patto di soggezione con il quale si forma il contratto sociale, pone le limitazioni allesercizio della sovranit, e il rispetto di tali limiti garantito dalla costituzione; allo stesso tempo il contratto sociale la base del potere regio.

Per John Locke il contratto il fondamento della matrice legale dello Stato e delle istituzioni civili, mentre il potere legislativo (espressione della sovranit popolare) rappresenta il potere supremo. La legge per ha la sola funzione di positivizzare i diritti naturali preesistenti dellindividuo, riconoscendoli e garantendoli contro ogni arbitraria invadenza. Locke quindi afferma che il popolo dovr sottostare alle leggi, solo se queste provengono da uno Stato che sia espressione della sua maggioranza. Nessun potere legittimo se non rispetta il patto sociale. Ora la costituzione fonda in s la superiorit del diritto naturale e lorigine consensuale (Paine: una costituzione non latto di un governo, ma latto di un popolo che crea un governo); la costituzione nasce quindi dal popolo, codifica i poteri e si pone come norma sovraordinata allattivit dei poteri previsti dalla costituzione stessa e allo stesso tempo riconosce e tutela i diritti che appartengono al genere umano. Principi comuni a molte costituzioni sono: la separazione dei poteri, la tutela dei diritti, la sovranit popolare e la superiorit della costituzione rispetto alle leggi. Le norme costituzionali sono norme positive, ovvero contenute in documenti formali, a differenza di quelle del diritto naturale e scritte a differenza di quelle consuetudinarie. La costituzione quindi precettiva, pone obbligatoriamente un nuovo ordine politico. La superiorit giuridica della costituzione fatic ad affermarsi, anche trattandosi di costituzioni scritte la superiorit operava soprattutto sul piano politico. 3. COSTITUZIONE E COSTITUZIONALISMO. Il termine costituzionalismo serve a raffigurare un complesso di istituzioni e di principi che, sviluppatisi in England sono stati ripresi dalle costituzioni americana e francese e da tutte quelle ad esse ispirate. Il costituzionalismo il risultato di un processo dialettico tra costituzione inglese e costituzioni scritte da un lato, e teorie politiche e giuridiche dallaltro, dove linfluenza reciproca. Il costituzionalismo poi sinonimo di libert costituzionali. La costituzione secondo il costituzionalismo: ha trovato collocazione nella storia; ha dietro di s teorie giuridiche, politiche, filosofiche volte a disciplinare quanto pi possibile lopera dei governanti e spezzare lunitariet del potere; volta a garantire i governati, ad assumere a base di ogni disciplina il rispetto dei valori fondamentali di dignit delluomo, di eguaglianza, di rispetto delle minoranze, di garanzia delle libert personale, religiosa, di stampa, di esercizio dei diritti politici, etc. Una lettura totalizzante del principio di sovranit del Parlamento fren a lungo laffermarsi in Europa del costituzionalismo; dalla Dichiarazione dei diritti delluomo del 1789, infatti soprattutto lidea di separazione dei poteri ad attirare lattenzione del redattori dei testi costituzionali, che appunto puntavano ad una limitazione del potere parlamentare o regio. Quando la base dello Stato si allarga definitivamente (suffragio universale) la crisi dello Stato liberale diventa irreversibile perch le forti tensioni politiche dovute ai conflitti fra classi, non possono trovare soluzione nella vecchia organizzazione del potere.

Il costituzionalismo repubblicano del I dopoguerra la prima vera rappresentazione costituzionale dello Stato pluriclasse, il cui compito quello di integrare i gruppi sociali (partiti) nello Stato; strumento di questa integrazione saranno i diritti. Con le costituzioni allo Stato viene dato uno scopo preciso: il raggiungimento delleguaglianza anche sostanziale dei cittadini, scopo che dovr ispirare tutta la legislazione ordinaria. Lo Stato diverr quindi interventista (dovr intervenire nelle relazioni economiche e sociali). Contestualmente emergono nuove nozioni che vanno a comporre la disciplina costituzionale quale lidea di stato dei partiti e di stato sociale; queste nozioni trovano la loro consacrazione dei testi costituzionali del secondo dopoguerra. Ricordiamo che i principi del costituzionalismo devono sempre essere tenuti presenti per interpretare le costituzioni, perch nonostante il proliferare di testi costituzionali diversi tra loro, p in atto un processo di omogeneizzazione per quanto riguarda i principi comuni riconducibili appunto al costituzionalismo (europeizzazione delle teorie costituzionalistiche - Trattato che adotta una costituzione per lEuropa - 54 articoli che enunciano una serie di principi base). Possiamo poi ritrovare il costituzionalismo anche in quella sorta di costituzione internazionale che lo statuto delle Nazioni Unite e nellattivit della Corte internazionale di giustizia dellAja e in molte altri documenti internazionali importanti. La nozione di costituzione come espressione del garantismo (della divisione dei poteri, libert politica, tutela diritti fondamentali,etc.) rilevante sia come prodotto teorico-culturale che sul piano del diritto positivo. Le costituzioni occidentali rispondono a principi comuni che investono anche il dispiegarsi concreto dei diritti di libert e anche i c.d. diritti sociali, sicch la presenza di questi principi d unulteriore stabilit al modello della costituzione secondo il costituzionalismo. 4. LE GARANZIE COSTITUZIONALI DEI DIRITTI. Nella concezione di fondo del costituzionalismo, i diritti vengono prima della costituzione; essi sono un patrimonio soggettivo e inalienabile dei cittadini e da essi nasce latto di delega verso i titolari del potere legislativo. I diritti oggetto di garanzie costituzionali sono: le libert negative (assenza di imposizioni), chiamate anche diritti inviolabili. Linviolabilit ha un duplice profilo: 1) ogni eventuale limitazione non possono mai incidere sul contenuto essenziale di tali diritti (inviolabilit negativa); 2) sono diritti che hanno unimmediata efficacia erga omnes ed esigono unattuazione diretta (inviolabilit positiva). Le libert positive che comprendono linsieme di valori diretti a garantire lo svolgimento della personalit nei rapporti politici ed economici: 1) i diritti politi o diritti pubblici; 2) i diritti sociali o meglio i diritti di prestazioni dello Stato. I diritti nuovi o di terza generazione quali il diritto allambiente, allinformazione, alla tutela

della privacy, etc. La Carta dei diritti fondamentali dellUnione europea non ha valore direttamente precettivo per i diritti fondamentali in essa enunciati sono elementi costitutivi del quadro costituzionale. Il riconoscimento e la tutela dei diritti delluomo stanno alla base delle costituzioni democratiche moderne; senza di essi la democrazia non pu funzionare e non pu nemmeno essere concepita. Ci che per effettivamente conta sono le garanzie di tutela ed effettivit dei diritti fondamentali ed in ci le moderne costituzioni si distaccano molto da quelle ottocentesche, in queste ultime le garanzie dei diritti delluomo sono riassunte nella formula dello Stato di diritto, formula che ha cinque principi: 1)lo Stato deve limitarsi a garantire i cittadini da abusi e torti, che prevalichino le libert individuali; 2)le libert individuali non possono essere illimitate; 3)i limiti possono essere posti attraverso la legge o in base ad essa; 4)vige il principio di separazione dei poteri; 5)garanzia giurisdizionale dei diritti. Lo Stato delle democrazie pluralistiche invece lo Stato costituzionale; qui i diritti fondamentali possono essere limitati solo dalla legge (principio della riserva di legge); la divisione dei poteri diviene razionalizzazione dei poteri (ripartizione della sovranit tra poteri fra di loro indipendenti); viene poi instaurata una giurisdizione costituzionale dei diritti fondamentali (limitazione dei diritti e applicazione di tali limiti devono essere conformi alla costituzione). La differenza fra Stato parlamentare di diritto e Stato costituzionale di diritto ha rilievo riguardo alle garanzie dei diritti fondamentali: lo Stato ottocentesco chiamato anche Stato di diritto formale perch seguendo una determinata procedura le libert potevano sempre essere limitate; lo Stato costituzionale invece detto anche Stato di diritto materiale perch si commisura alla tutela dei valori materiali come le le libert fondamentali e i principi democratici. Laffermazione dei diritti delluomo principalmente espressione di un ideale, ma la effettivit di tali diritti postula lefficienza di tutto lo Stato-comunit; sono quindi rilevanti gli istituti di garanzia quali la riserva di giurisdizione. 5. COME NASCE LA COSTITUZIONE: IL POTERE COSTITUENTE. La costituzione si bassa su una volont politica dotata di particolare forza, il c.d. potere costituente. Suo carattere tipico loriginariet (si legittima in via di fatto). Nei fatti tale potere appartenuto al Re, ad unoligarchia o ad un potere esterno allo Stato, in teoria risiede per nel popolo. Tutte le decisioni prese una volta esaurito il potere costituente sono espressione del potere costituito, esso opera seguendo le indicazioni del primo, dunque soggetto a regole predeterminate. Seguendo i tracciati della Rivoluzione francese, il potere costituente un potere inviolabile, irrevocabile, non trasmissibile che si esprime in momenti particolarmente

critici della vita di uno Stato, si fonda infatti sulla sovranit popolare. Il potere costituente si esprime sopprimendo la vecchia costituzione e ponendone una nuova, oppure modificando la vecchia costituzione nei suoi principi fondamentali. Possiamo quindi affermare che il potere costituente esprime una situazione fattuale che si autolegittima in virt del proprio affermarsi e che si compendia nella formula per cui non legale ma legittimo. Il nuovo ordinamento creato dal potere costituente diviene effettivo quando acquisisce riconoscimento e stabilit presso i consociati. Proprio perch sorge, e si afferma in via di fatto e in virt del fatto, la volont costituente del popolo non riconducibile a nessun procedimento formale, si radica solo in s stessa (la costituzione, regola giuridica fondamentale, nasce da unattivit antigiuridica). Il potere costituente non presenta forme predeterminate per manifestarsi. Si pu comunque osservare che nel procedimento costituente liniziativa appartiene ad unautorit straordinaria; tale autorit pu essere un organo costituito ad hoc o pu essere previsto dalla costituzione vigente che comunque acquista la natura di organo straordinario. In entrambi i casi v assunzione fattuale di poteri non contemplati dallordinamento costituito. Solitamente la funzione dellautorit straordinaria che assume liniziativa costituente finalizzata alla preparazione di unAssemblea costituente. Di solito lAssemblea ha solo funzione costituente alla quali si aggiungono tutt'al pi funzioni accessorie. Le regolo di composizione dellAssemblea e le procedure da seguire sono diverse di volta in volta anche se essa deve fondarsi su libere elezioni a suffragio universale. E poi molto diffusa la ratifica della costituzione a mezzo di referendum popolare. 6. CLASSIFICAZIONE DELLE COSTITUZIONI: MODELLI E CICLI COSTITUZIONALI. Le costituzioni vengono classificate per cicli, rappresentati da periodi storici caratterizzati da costituzioni rispondenti a valori e obiettivi comuni. Secondo tale criterio si soliti individuare: le costituzioni rivoluzionarie settecentesche (Dichiarazione dindipendenza americana 1776 e tutte le varie costituzioni della Rivoluzione francese); le costituzioni napoleoniche che ebbero larga influenza in Italia (carta della Repubblica italiana 1802); le costituzioni della Restaurazione che si caratterizzavano perch, pur riconoscendo un ruolo primario alla Monarchia, la sottoponevano a limitazioni e ponevano i presupposti per trasformarle in Monarchie parlamentari; le costituzioni liberali che si caratterizzano per la caducazione del legittimismo, per il primato del Parlamento, per il riconoscimento della costituzione come patto e per laffermarsi dellindipendenza del potere giudiziario; le costituzioni dei paesi latino-americani promulgate tra il 1819-1863 sotto la spinta del movimiento constitucionalista che era per lindipendenza e per la costituzione modellata su quella statunitense e quindi caratterizzata dalla forma di Stato repubblicana, dalla divisione dei poteri, dalle garanzie dei diritti dei cittadini e talvolta dalla struttura federale;

le costituzioni democratiche razionalizzate del primo dopoguerra (Germania 1919 Austria 1920) razionalizzano i rapporti tra organi del governo e riconoscono i diritti sociali; le costituzioni di tipo democratico sociale elaborate nel secondo dopoguerra (Francia, Italia, Germania) introducono il controllo di costituzionalit delle leggi e riconoscono il pluralismo. Talvolta invece che a cicli di fa riferimenti a modelli i quali si proiettano nel tempo, al di l dei cicli; sono chiamate costituzioni modello perch largamente imitate (costituzione USA, le costituzioni della Rivoluzione francese, la costituzione consuetudinaria inglese). 7. COSTITUZIONE FORMALE E COSTITUZIONE MATERIALE. Per costituzione formale si intende la costituzione nel testo approvato dallAssemblea costituente o dallorgano competente. Ad essa si contrappone la costituzione materiale che non si esprime con un testo scritto ma come valore fondamentale che sorregge la costituzione formale, essa il modo di esistere dello Stato. La costituzione materiale, partendo da quella formale la integra con decisioni politiche fondamentali in cui si riconoscono le forze della comunit; non quindi fonte del diritto ma inerisce al metodo dindagine del diritto costituzionale. La teoria della costituzione materiale rischia di far s che il diritto si risolva nel mero fatto e nella effettivit, potrebbe quindi accadere che le norme di tale costituzione prevalgano su quelle della costituzione formale in quanto cos ritengono e pretendono le forze politiche dominanti (la tesi della costituzione materiale rischia di porre il presupposto per la prevalenza del fatto sul diritto). La teoria della costituzione materiale serve ad individuare i valori dominanti o i superprincipi della costituzione che attraverso l'interpretazione dei meri aspetti formali non sarebbe possibile. La costituzione materiale non dunque un qualcosa di diverso dalla costituzione formale e tanto meno qualcosa che da essa esula; essa parte dalla costituzione formale e da essa diverge perch la riempie di significati desunti dai valori, fini, ideali, positivizzato i presupposti dalle forze sociali e politiche dominanti, che si riconoscono nella scelta costituzionale, sempre per in modo da non stravolgere la costituzione formale. 8. LE COSTITUZIONI SECONDO LA LORO ORIGINE. Le costituzioni popolari sono espressione della sovranit popolare che individua e designa lautorit costituente. Le costituzioni possono per avere altre origini. Le costituzioni concesse (octroyes) sono frutto di una autolimitazione del Sovrano, esse sono quindi espressione formale del potere del Sovrano anche se dietro vi sono forti spinte popolari o comunque diverse influenze, non nascono quindi spontaneamente dal Re (Statuto Albertino). Le costituzioni pattizie sono quelle che si fondano sullaccordo tra Re e Assemblea rappresentativa del popolo (cost. francese 1830). Le costituzioni plebiscitarie sono quelle approvate dal popolo con un plebiscito, provengono quindi da un potere non direttamente rappresentativo del popolo e

mancano di dibattito democratico e di alternativa. Le costituzioni imposte o eteronome sono quelle date da un ordinamento esterno, solitamente come conseguenza di eventi bellici o concessioni di indipendenza (cost. Iraq TAL e cost. 2005). Le costituzioni di derivazione estera in virt di accordi internazionali (Cipro) provengono dalla decisione di uno Stato diverso, non si pu quindi propriamente parlare di potere costituente (poteri coloniali - la cost. frutto di trattative con gli esponenti politici locali), notare per che una volta che lo Stato acquista lindipendenza avr la facolt do modificare al costituzione impostagli. Le costituzioni condizionate si hanno quando la libert del potere costituente non illimitata ma condizionata da accordi internazionali (Weimar). 9. COSTITUZIONI RIGIDE E COSTITUZIONI FLESSIBILI. Si definiscono rigide le costituzioni che per essere modificate richiedono un procedimento aggravato, mentre chiameremo flessibili quelle modificabili con una semplice legge ordinaria (cost. flessibile - valore politico). La rigidit caratteristica del costituzionalismo perch garantisce durata e stabilit e conferisce forza al prodotto del potere costituente espresso come superiorit gerarchica, mentre le costituzioni flessibili sono principalmente costituzioni concesse dal Sovrano, dove la flessibilit conseguenza di assenza di procedure rinforzate di revisione e di controllo di costituzionalit delle legge. Normalmente si sostiene che la Costituzione inglese sia flessibile in quanto risultante da assestamenti e di equilibri tra Re e Parlamento, ma a ben guardare essa pi rigida di quelle del continente in quanto, per modificarla non basta un procedimento aggravato, ma necessario un largo consenso, oppure le nuove norme devono essere acquisite nello spirito nazionale. 10. COSTITUZIONI SCRITTE, CONSUETUDINARIE, LUNGHE E BREVI. Le costituzioni consuetudinarie nascono dal ripetersi e consolidarsi di usi e tradizioni, che sentite come vincolanti si amalgamano e integrano con leggi formali. Esempio lampante quello inglese, anche se la costituzione inglese meglio qualificabile come organica, storica o cumulativa, per sottolineare la sua formazione attraverso laccumulo graduale di leggi, consuetudini, convenzioni. Ad esse si contrappongono le costituzioni scritte salvaguardano i contenuti e la chiarezza della costituzione stessa; esse sono frutto di esigenze di razionalit, certezza del diritto, eguaglianza e conoscibilit. Durante la Restaurazione, anche se scritta, la costituzione non si caratterizza pi come documento solenne e sovraordinato, c poi da dire che anche se scritta una costituzione non insensibile alle evoluzioni della societ. Si differenzia poi tra costituzioni lunghe e brevi, dove brevi sono quelle che disciplinano le competenze e lassetto degli organi al vertice dello Stato e si limitano ad enunciare le libert fondamentali garantite (principalmente le costituzioni del 800). Le lunghe invece nascono sotto la spinta del pluralismo e sono quelle costituzioni che introducono regole di razionalizzazione dei rapporti tra organi di vertice, riconoscono e disciplinano i diritti sociali e dettano norme a protezione delle autonomie. La costituzione breve una garanzia per i cittadini che possono cos meglio

comprenderla, ma pi chiara per quanto riguarda il lavoro interpretativo. Le brevi hanno lo scopo di limitare il potere, le lunghe conformano e indirizzano il potere. La piccola costituzione invece quella che regola i rapporti fondamentali tra poteri dello Stato e che anticipa la costituzione vera e propria. 11. COSTITUZIONI UNITESTUALI, PLURITESTUALI, PROVVISORIE, INSTABILI. Unitestuali sono le costituzioni contenute in un unico testo, pluritestuali sono invece quelle rappresentate da pi testi. Si pu anche parlare di costituzione frammentata quando accanto al testo costituzionale vi una quantit di leggi costituzionali. Oppure si pu parlare di costituzioni provvisorie quando ci si prepara ad una costituzione pi approfondita e completa. Infine si parla di costituzioni instabili quando in uno Stato (di recente indipendenza o incerta democrazia) lo scontro politico sempre forte e ci determina continue modifiche costituzionali anche attraverso procedure non legali. LE DINAMICHE DELLA COSTITUZIONE 1. LA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE: PREMESSA. La costituzione reca con s un implicito carattere di stabilit che per non assoluta in quanto le costituzioni possono essere modificate. La revisionabilit caratteristica ineliminabile delle costituzioni. 2. LA REVISIONE DELLE COSTITUZIONI FLESSIBILI. Lidea dellimmutabilit della costituzione (Toqueville) non sostenibile, in quanto essere debbono adattarsi alle variabili concezioni politiche e sociali. La revisione delle costituzioni flessibili non incontra alcun limite, in quanto il silenzio di una legge intorno ad un argomento altro non significa che il volersi riferire ai principi generali del diritto: principio fondamentale che ogni legge modificabile quindi anche la costituzione pu essere modificata. Nelle costituzioni flessibili si nega la differenza fra potere costituente e potere costituito 3. LA REVISIONE NELLE COSTITUZIONI RIGIDE: I LIMITI SOSTANZIALI. La revisione delle costituzioni rigide sottoposta sia a limiti procedurali che a limiti sostanziali. I limiti sostanziali sono di tre tipi: tempo, circostanza contenuto. I limiti temporali consistono in un periodo di tempo durante il quale vietata al revisione. I limiti circostanziali sono quelle disposizioni che vietano la revisione in circostanze di emergenza e tensione. I limiti di contenuto impongono che la costituzione non sia modificabile in ogni sua parte, esistono punti che non sono modificabili; questi limiti di contenuto possono essere impliciti o espliciti. Limiti impliciti vengono considerati i principi fondamentali e i diritti inviolabili. Non va per trascurata la difficolt che si incontra nel trovare il c.d. contenuto essenziale dei diritti fondamentali, in quanto la non revisionabilit riguarda il principio o la singola

libert e non tutta la relativa disciplina costituzionale. 4. PROCEDURE DI REVISIONE NELLE COSTITUZIONI RIGIDE: TIPOLOGIE PRINCIPALI. Le c.d. procedure aggravate di revisione non sono uniformi, allinterno di una costituzione possono infatti esserci pi procedure. Per chiarezza distinguiamo i vari tipi. Potere di revisione affidato ad unassemblea ad hoc ovvero ad un organo speciale che ha la funzione esclusiva di procedere alla revisione. Potere di revisione affidato alla ordinaria Assemblea legislativa (4ex. in Italia sono stabilite le procedure aggravate). Potere di revisione affidato alla ordinaria Assemblea legislativa, in cui laggravamento consiste nella necessit di due approvazioni ad intervallo di tempo ad opera della stessa Assemblea. Potere di revisione affidato ad un organo formato nel contesto di organi gi esistenti, ad esempio in Francia (III Repubblica) la revisione era affidata alle due Camere riunite in Assemblea nazionale. Potere di revisione affidato nella fase di iniziativa alla ordinaria Assemblea legislativa cui segue lo scioglimento della stessa, dopo di che lapprovazione della riforma affidata alla nuova Assemblea. Revisione con partecipazione degli Stati membri nel senso che necessaria lapprovazione da parte di un certo numero di Stati membri, una procedura che costituisce espressione del principio per cui la sovranit ripartita tra il popolo e gli Stati (non la procedura costante per gli Stati federali). Revisione affidata alle Assemblee legislative ma sanzionata da referendum obbligatorio per esempio in Svizzera per la revisione delle costituzioni del Cantoni. Revisione affidata alle Assemblee legislative ma sanzionata con referendum eventuale, se il referendum non viene attivato si crede che il popolo esprima un tacito consenso. Revisione effettuabile con procedure diverse c la possibilit di scelta tra varie procedure. 5. PROCEDURE DI REVISIONE NELLE COSTITUZIONI A C.D. RIGIDIT VARIABILE. Allinterno della stessa costituzione possono esserci vari gradi di rigidit nel senso che, fermo restando laggravamento delle procedure per modificare la costituzione, talune revisioni richiedono un aggravamento ancora pi intenso. Le rigidit aggravate sono solitamente finalizzate alla tutela del patto federale che ha dato luogo allistituzione dellordinamento federale; talvolta esse sono riferite allimportanza delle materie, ma in ogni caso quasi tutte le costituzioni moderne sono caratterizzate da rigidit variabile. Interessante da questo punto di vista la costituzione canadese: 1931 Statute of Westminster, perfeziona e riconosce lindipendenza e sovranit del Canada, 1949 British North America Act, il potere di revisione costituzionale passa al Parlamento canadese (parziale in talune materie). Questo Act prevede tre diverse procedure di

revisione: in via generale la costituzione modificabile con deliberazione del Parlamento federale; se la modifica riguarda le materie particolarmente rilevanti (Corona, Governatore, rappresentanza provinciale, composizione Corte Suprema, uso lingue ufficiali, modificazione della stessa norma sulla revisione) necessaria la deliberazione sia delle Camere federali che di tutte le Province; se la modificazione concerne solo alcune Province, sufficiente laccordo, tra Parlamento federale e legislativo della Provincia interessata. 6. REVISIONI TOTALI. Le revisioni totali sono, secondo parte della dottrina, una contraddizione. E vero che il potere costituente, essendo potere di fatto, incontra solamente i limiti che il suo detentore riterr di porsi; vero per anche il fatto che il costituzionalismo pone dei limiti al potere costituente nel rispetto dei diritti fondamentali e del principio di eguaglianza. In realt il dibattito sulle revisioni totali nasce da un equivoco, che scaturisce da due diverse letture di costituzione. Se si concepisce la costituzione nel suo aspetto forale di norma sulle norme, e si vede il potere costituente solo come forza politica svincolata dal diritto, chiaro che la revisione totale non potere costituente. Se invece, per costituzione si intende quella materiale, cio un sistema ordinato attraverso un complesso di valori in cui si riconoscono le forze politiche e sociali prevalenti, evidente che ove tale sistema venga alterato, siamo di fronte ad un procedimento costituente. Il potere costituente non si limita a disciplinare il potere costituito ma giunge a disciplinare anche le modalit legali di formazione ed esercizio del potere costituente stesso. La revisione totale pu richiedere procedure particolarmente complesse (Svizzera) oppure procedure di revisione ordinarie (Argentina). C da distinguere fra revisioni in senso proprio e riforme: le prime riguardano aspetti limitati, le seconde invece per vastit, completezza e organicit producono una rottura dellequilibrio originario della costituzione e pertanto sarebbero da ritenersi illegittime. Nel nostro paese la maggioranza dei costituzionalisti respinge per la soluzione dellassemblea costituente perch essendo prevista dalla costituzione, si configura come la procedura tipica delle situazioni che emergono a seguito della caduta del sistema costituzionale in vigore. 7. LE REVISIONI TACITE. Sono considerate tacite quelle modifiche effettuate in via di evoluzione interpretativa; la costituzione sottoposta infatti a interpretazione evolutiva perch dato il suo valore stabile deve essere in grado di assorbire la evoluzione del costume. E necessario menzionare poi il forte rapporto di interscambio tra le disposizioni costituzionali e i fatti storici e sociali che reagiscono sulla interpretazione. Sulla costituzione poi agisce anche levoluzione della storia e della scienza (ad esempio levoluzione della tecnologia che ha portato a dichiarare incostituzionale il

monopolio dello Stato delle trasmissioni televisive e radiofoniche). Le costituzioni si modificano anche per effetto della legislazione ordinaria, laddove questa modifichi i termini di riferimento della legislazione positiva su cui si fondato il costituente; la costituzione si trova infatti alla sommit di una serie di norme poste dalla legge ordinaria di cui detta solo principi generalissimi o a cui rinvia tout court, sicch la modificazione della legislazione ordinaria finisce per agire sugli stessi significati delle norme costituzionali che non sono da ritenersi cristallizzati nel significato del momento in cui furono posti. Una pietrificazione delle disposizioni costituzionali blocca il mutamento del significato dei concetti; ogni atto interpretativo va a collocarsi in una trama fitta di leggi ordinarie ai cui condizionamenti non si pu sfuggire. Si pu quindi dire che le il significato delle norme costituzionali determinato anche dalla legislazione ordinaria; esse sono a fattispecie aperta in quanto risultanti dal combinarsi di norme costituzionali e altre fonti legislative. Altre ipotesi di modifiche tacite sono quelle che trovano la loro origine in consuetudini e convenzioni. Teniamo presente che lo spazio per la consuetudine limitato, sono ammesse solo le consuetudini integrative, cio precisative della costituzione o che colmano spazi vuoti,ma non in contrasto con la costituzione. 8. LE REVISIONI CONSEGUENTI ALLA RATIFICA DI TRATTATI COMPORTANTI LIMITAZIONI DI SOVRANIT. Le modifiche tacite della costituzione si pu parlare anche con riferimento alla ratifica di trattati che incidono sulle competenze costituzionali stabilite. In particolare la istituzione dellordinamento comunitario, con correlativa attribuzione ad organi della Unione europea di funzioni legislative e giurisdizionali, ha senzaltro inciso sulla nostra costituzione, in quanto modifica le norme costituzionali in tema di esercizio della funzione legislativa e di monopolio statale della giurisdizione, e forse modifica anche la forma si Stato dei Paesi membri. Secondo la nostre Corte costituzionale, vi sono decisioni o atti normativi che producono una limitazione della sovranit, sovrana resta la costituzione, tanto che loperare nellordinamento interno degli atti comunitari deriva da unautolimitazione prevista dalla costituzione stessa. 9. DEROGA E ROTTURA DELLA COSTITUZIONE. La deroga un istituto di carattere generale che non determina, come la revisione, labrogazione o la sostituzione di una o pi disposizioni costituzionali: la costituzione rimane integra, solo che determinate disposizioni sono sottratte al regime costituente ordinario e invece sottoposte ad una normativa ad hoc a carattere speciale o limitato nel tempo. Con riguardo alle deroghe alla costituzione, viene utilizzato pi spesso il termine rottura. Siccome la rottura una modifica della costituzione, essa dovr seguire le forme procedurali della revisione, e anchessa soggetta agli stessi limiti espressi o taciti. Sono talvolta le stesse costituzioni che impongono o facoltizzano espressamente discipline derogatorie. Nel primo caso si parla di autorottura, nel secondo avremo delle rotture autorizzate.

10. SOSPENSIONE DELLA COSTITUZIONE: NOZIONE E ORGANI COMPETENTI. La sospensione della costituzione costituisce una figura affine alla rottura, anzi talvolta di difficile distinzione. Gli elementi differenziatori di questo istituto rispetto alla rottura sono rappresentati dalla necessaria temporaneit e dellincidenza estesa alla efficacia di tutta o di parte della costituzione. Si ha sospensione ogniqualvolta lintera carta costituzionale o determinate disposizioni costituzionali, concernenti in genere il riparto delle attribuzionista i vari organi e le garanzie delle libert fondamentali, vengono in via temporanea rese inefficaci per fronteggiare situazioni di crisi interna o internazionale, mediante linstaurazione di un ordinamento o regime detto anchesso di emergenza. La giustificazione della sospensione della costituzione si trova nel principio di necessit che assurge in tal modo a fonte di diritto, operante quando il sistema delle fonti di produzione disciplinato dalla costituzione non pi sufficiente ad assicurare la difesa delle istituzioni, oppure ancora nel principio di necessit come mera occasio nella quale i fini fondamentali che compongono al c.d. costituzione materiale acquisiscono essi stessi forza normativa, forgiando gli istituti necessari alla sopravvivenza dellordinamento. La maggior parte delle costituzioni tende, in diversa misura e con una notevole variet di soluzioni, a regolamentare gli stati di emergenza, disciplinando i presupposti, i soggetti istituzionali competenti, i controlli su di essi, le modalit di esercizio dei poteri, gli effetti normativi, non solo al fine di assicurare una adeguata risposta organizzativa alle situazioni di emergenza, ma anche allo scopo di prevenire i pericoli di eversione connessi al regime di emergenza. Le costituzioni monarchiche prevedevano in tali casi la riappropriazione da parte del Sovrano dei pieni poteri (clausole di salvaguardia dellassolutismo), mentre nelle costituzioni contemporanee si assiste ad una razionalizzazione degli stati di emergenza al fine di sottoporre la concentrazione dei poteri in capo ad un organo costituzionali (dittatura costituzionale o commissoriale). Una tendenza comune in questi casi quella di accentuare i poteri operativi dellorgano pi attrezzato a fornire una risposta adeguata, ovvero, lEsecutivo. Ci particolarmente evidente in un ordinamento presidenziale come quello statunitense. Il rafforzamento dei poteri del Capo dello Stato non comunque esclusivo degli ordinamenti a tendenza presidenziale, ad esempio negli ordinamenti ad esecutivo dualista, il rafforzamento dellEsecutivo pu riguardare tanto il Capo dello Stato quanto il Governo. Nelle forme di governo parlamentari tende a prevalere la posizione del Governo in via esclusiva o con la concorrente competenza del Capo dello Stato. 11. CONTENUTI E LIMITI DELLA SOSPENSIONE. Una volta acclarato che sempre possibile la dichiarazione dello stato di emergenza e di crisi e la connessa istituzione di un regime di sospensione o di affievolimento dei diritti, il problema di fondo quello di stabilire i limiti di tale regime. Di norma le costituzioni prevedono disposizioni del tutto generiche, oppure rinviano alla legislazione ordinaria; in pratica i limiti della sospensione alle garanzie costituzionali

sono tracciati dalla legislazione ordinaria e dalla giurisprudenza. Notiamo per che di recente si suole prescindere dalla dichiarazione formale dello stato di emergenza o di tensione, questo avviene soprattutto per non dichiarare ufficialmente la situazione di emergenza (nonostante ci si d comunque luogo a limitazioni delle garanzie). Le limitazioni alle garanzie costituzionali vengono fondate, in assenza di una previsione costituzionale, nel diritto alla sicurezza che fa da controlimiti agli altri diritti. 12. LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE. La rigidit e la tendenziale stabilit della costituzione hanno una serie di linee di difesa. La pi efficace il controllo di costituzionalit delle leggi. Altrettanto importante la difesa attraverso le procedure aggravate di revisione costituzionale. La stessa sospensione della costituzione ha scopo difensivo della costituzione stessa minacciata da gravi pericoli di disgregazione. La difesa della costituzione un obbligo che grava su tutti: in primo luogo sui titolari di funzioni pubbliche (costituzionali o no), simbolicamente sancito dal giuramento di fedelt alla costituzione richiesto ai titolari di organi costituzionali. In secondo luogo sui semplici cittadini che hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne costituzione e leggi. La difesa della costituzione poi individuabile anche in atti tipici degli organi costituzionali. 13. IL DIRITTO DI RESISTENZA. La prima forma classica di difesa della costituzione spettante al popolo il diritto di resistenza, esso consiste nellinosservanza dei comandi costituzionali, pur provenienti da organi costituiti (resistenza passiva), o anche nella reazione verso comportamenti incostituzionali (resistenza attiva). La resistenza vera a e propria quella collettiva come diritto della gente ad opporsi ad uno Stato tiranno; essa va distinta dalla rivoluzione, nonostante i due termini vengano spesso confusi: la rivoluzione ha come scopo la rottura con il passato e linstaurazione di un nuovo ordinamento, mentre la resistenza serve a restaurare lordine costituzionale calpestato dal potere costituito. Ancora diversa la disubbidienza civile che si ha quando i cittadini danno luogo a comportamenti disobbedienti verso obblighi discendenti dalla legge legittimamente posto dallautorit, ma ritenuti non aderenti alla coscienza sociale. Il diritto alla resistenza ebbe una prima teorizzazione della dottrina cristiana, ovvero, in caso di conflitto tra precetti civili e precetti divini, questi ultimi avevano la prevalenza. Nel medioevo poi il diritto alla resistenza ebbe a trovare fondamento nella legge superiore cui sottoposto anche il Re. Dalla sede teorica il diritto di resistenza passa nelle costituzioni degli Stati Uniti del Nord America e di qui nelle prime costituzioni francesi (non presente nella cost. USA). Il diritto alla resistenza comincia laddove ogni rimedio giuridico non pi consentito; e la sua affermazione come diritto richiede, in via di pura fattualit, la cessazione del comportamento anticostituzionale. In altre parole, la resistenza lecita se vittoriosa,

se sconfitta viene considerata attivit antigiuridica. 14. LA DEMOCRAZIA PROTETTA. Una seconda forma di difesa della costituzione di raggiunge attraverso le regole che vietano e sanzionano i comportamenti volti a scardinare la costituzione stessa. La norma penale punisce i comportamenti che sacrificano beni rappresentanti un valore per al comunit quali la vita, la sicurezza pubblica e privata, il pudore, la dignit, etc. In tale normativa di difesa dello Stato spesso vengono inserite misure di repressione del dissenso ideologico e politico; notiamo che comunque non chiaro il confine tra difesa della costituzione e lezione del libero esercizio del diritto di manifestazione del pensiero e di critica o del diritto di associazione. Per questo motivo ricordiamo che nei Paesi a regime autoritario sono diffuse le norme che vietano qualunque attivit critica delle istituzioni. Negli ordinamenti a regime costituzionale invece sentito il conflitto fra due valori costituzionalmente protetti: la difesa delle pubbliche istituzioni da atti tendenzialmente eversivi da un lato, e il diritto dei cittadini ad associarsi e a manifestare liberamente il proprio pensiero in materia politica dallaltro. Liberalismo non protetto o democrazia pura: vi sono stati ordinamenti in cui la concezione democratica era talmente forte da determinare atteggiamenti di incondizionata tolleranza e neutralit nei confronti dellopposizione anticostituzionale; ci era dovuto anche al fatto che non esistessero veri e propri movimenti politici che combattessero i principi che ispiravano gli ordinamenti di tali Stati. 15. DISCIPLINA DELLA C.D. OPPOSIZIONE ANTICOSTITUZIONALE. Nel periodo della guerra fredda negli USA vennero emanate delle leggi che introdussero un ordinamento protetto. La legislazione di protezione ottenne lavallo della USSC e il principio di prevalenza dellordine pubblico consent lintroduzione di norme finalizzate ad impedire manifestazioni pubbliche ritenute suscettibili di minacciare la public peace, incidendo cos sul libero diritto di riunione. Notare che la prevalenza della sicurezza, rispetto ai principi liberali statali ha negli USA una lunga tradizione. Se ogni ordinamento giuridico possiede strumenti per la repressione delle azioni politiche eversive con la citata legislazione gli USA hanno operato preventivamente, ovvero perseguendo le associazioni politiche in quanto tali prima che concretamente operino per il rovesciamento delle istituzioni. Vi sono poi ordinamenti che hanno disciplinato il problema gi in costituzione prevedendo norme volte a predisporre un sistema di difesa dellordine costituzionale in relazione ad attivit che sono espressione di libert costituzionale. Il GG ad esempio stabilisce la perdita dei principali diritti pubblici soggettivi nei confronti dei cittadini che ne abbiano abusato per combattere lordinamento fondamentale democratico e liberale; proibisce inoltre le associazioni anticostituzionali. Tali divieti sono stati applicato con ragionevolezza e proporzionalit infatti un partito si considera incostituzionale quando dimostra una vera intenzione a danneggiare o eliminare il sistema di valori instaurato dal Grundgesetz, s da far emergere una seria preoccupazione per il futuro.

Anche la Spagna si mossa in questa direzione, approvando una legge che vieta i partiti che svolgono attivit suscettibili di mettere a repentaglio principi democratici, diritti delluomo o che approvino il terrorismo. Pure nei Paesi ex-socialisti forte la protezione dellordinamento da forze antisistema (esteso controllo sulle effettive finalit dei partiti. In Italia un esempio di democrazia protetta si ha nel senso che le libert fondamentali vengono limitate o annullate in funzione della tutela di interessi ritenuti vitali per la tenuta della costituzione (divieto di ricostruzione del partito fascista; concorso con metodo democratico dei partiti alla determinazione della politica nazionale). Ad esempio per la nostra costituzione non permette il vietare i partiti antisistema (che non si ispirano al complesso di valori che pervadono lattuale ordinamento). Il tema della sovversione dellordinamento centrale: il requisito della sovversivit sussiste quando lassociazione non si limita a propagandare o perseguire trasformazioni dellordinamento ma miri a realizzare pratiche di un programma di azione politica. A seguito di tale indirizzo si passati ad uninterpretazione adeguatrice ai principi costituzionali. 16. LA PROTEZIONE DELLA COSTITUZIONE NELLE SITUAZIONI DI EMERGENZA: IL TERRORISMO INTERNAZIONALE. Molti ordinamenti statuali prevedono forme pi o meno intense di affievolimento o sospensione dei diritti e delle garanzie costituzionali, in funzione protettiva dello Stato. La dottrina pi recente individua cinque diversi modelli di protezione dellordinamento da minacce volte al sovvertimento dellordine costituito: 1) quello britannico, fondato sulla deliberazione del regime di eccezione da parte dellEsecutivo; 2) quello statunitense, che prevede deroghe ad alcuni diritti costituzionalmente garantiti nei soli casi di ribellione o invasione; 3) quello che consente a determinate istituzioni di imporre veri e propri stati deccezione per periodi di tempo limitati; 4) quello che considera lo stato di guerra come lunico regime deccezione; 5) quello che affida al Parlamento la scelta tra limitare alcuni diritti o imporre sospensioni allapplicazione di singole disposizioni o di intere parti della costituzione. Il pericolo posto dal terrorismo internazionale post 11 settembre ha suggerito ai Paesi vittima di attentati di non dichiarare apertamente lo stato demergenza, ma di adottare norme antiterrorismo chiaramente derogatorie di garanzie costituzionali fondamentali. Ad esempio: Canada ha introdotto una sere di leggi particolarmente restrittive di taluni diritti civili costituzionalmente garantiti; Germania non vi sono state significative modifiche al sistema penale, da segnalare lapprovazione della legge antiterrorismo che amplia i poteri della polizia criminale federale. In Italia,

lunica reazione possibile era attraverso ladozione di decreti legge da parte del Governo; la nostra legislazione in tema di terrorismo non incide sulle garanzie costituzionali in quanto il pericolo del terrorismo non mai stato ravvisato in maniera tale da necessitare di rigide misure extra ordinem.
FAMIGLIE E SISTEMI DI PRODUZIONE DEL DIRITTO 1. DEFINIZIONI. La definizione tradizionale di fonti del diritto : atti o fatti idonei a produrre diritto. Per i nostri scopi per utile cercare un minimo comune denominatore tra i vari atti e fatti idonei a innovare gli ordinamenti nel corso della storia e nei diversi ordinamenti. Lanalisi comparatistica ci qui molto utile; innanzitutto ci dimostra la relativit del concetto di fonte e concorre a tratteggiarne unarea di significato ben preciso; ci insegna che il diritto pu essere prodotto da fonti legali (legalmente previste) e anche fuori da esse (fonti extra ordinem); infine ci suggerisce di attenuare la distinzione fra fonti di cognizione e di produzione, soprattutto riguardo al fatto che la contrapposizione tra le due completamente estranea allarea del diritto consuetudinario. 2. LA CONSUETUDINE. I giuscomparatisti del continente europeo contrappongono generalmente la tradizione romano-germanica alla tradizione anglosassone; c per da dire che recenti studi sembrano attribuire a common law e ius commune una base storica nel medesimo sostrato politicoculturale. La consuetudine ancora oggi molto importante nei Paesi africani e asiatici che non hanno subito il dominio coloniale. La consuetudine una fonte eteronoma, nel senso che si impone per il fatto di esserci o,meglio, per la mera constatazione di un comportamento ripetuto nel passato. Oggi si riconosce alla consuetudine un ruolo marginale in quanto fonte inadeguata del diritto rispetto a metodi di produzione pi sofisticati. La consuetudine pu essere praeter legem anche se pi frequentemente secundum legem; mentre invece per quanto riguarda la consuetudine abrogatrice essa generalmente esclusa in quanto sono proprio le fonti-atto ad escludere che la mancata applicazione di una legge possa comportarne lespulsione dallordinamento per desuetudine. 3. LE CONVENZIONI COSTITUZIONALI. Se le consuetudini costituzionali stanno andando via via scomparendo a causa dellavvento delle costituzioni rigide, vi sono altre fonti non scritte che continuano a operare in campo costituzionale. Ad esempio larea del government (rapporti reciproci fra i titolari degli organi costituzionali detentori dellindirizzo politico) sfugge alla possibilit di una dettagliata disciplina ed quindi regolata quasi completamente dalle conventions of the consitution. Queste possono essere considerate regole di comportamento costituzionale vincolanti per gli operatori politici di grado supremo che non vengono per fatte valere da organi giudiziari; esse si atteggiano a regole non-legali che stabiliscono il modo attraversi il quale le norme giuridiche dovranno essere applicate. A queste convenzioni stata riconosciuta efficacia prescrittiva qualora fossero provviste di determinati requisiti. 4. I PRINCIPI GENERALI DEL DIRITTO. Parlando di principi del diritto si intendono figure giuridiche che nei vari ordinamenti assumono talvolta denominazioni pi altisonanti come principi generali dellordinamento

giuridico dello Stato o principi fondamentali riconosciuti dalle leggi della Repubblica. Nonostante la vaghezza delle definizioni, possiamo escludere che i principi in considerazione siano principi metafisici o pre-giuridici: bens vero che taluni di essi furono elaborati partendo dallidea che fosse la divinit oppure la ragione a forgiarli. I principi assolvono generalmente tre funzioni: innanzitutto agevolano linterpretazione della legge, cui tendenzialmente andrebbe ascritto un significato aderente ai principi che la ispirano o che sono sottesi a normative analoghe; in secondo luogo servono a integrare il diritto codificato; e talvolta vengon utilizzati per limitare lambito di competenza di organi o enti. Tutto ci non serve per a chiarire se i principi siano norme vere e proprie o se invece siano mere matrici ci norme; possiamo dire che i principi producono diritto, ma non sono n atti, n fatti in quanto costruzioni della dottrina o della giurisprudenza; inoltre se il legislatore afferma che una disposizione principio, o che una legge legge di principio, il carattere di fonte va assegnato allatto normativo e non al principio. 5. RELIGIONE E DIRITTO. Le consuetudini come background del diritto positivo, vengono spesso a intrecciarsi con le fonti religiose. Il rapporto fra religione e diritto ha infatti un rilievo non trascurabile. Il diritto canonico comprende una parte considerata proveniente dalla volont divina (quando questo ordinamento venuto a sovrapporsi alle fonti laiche stata compromessa la separazione tra religione e diritto. Lislamismo ha prodotto invece un diritto storico che invece che procedere parallelamente a quello laico ha conquistato lo Stato, il diritto islamico libridazione tra dottrina religiosa e costumi della societ tribale. Il sistema della fonti tuttuno con lo shar (la strada da seguire), lordinamento civile e penale, essendo parte integrante della fede, non pu discostarsi da essa. Allinterno delle numerose comunit giuridiche islamiche, si distinguono varie e cospicue scuole dottrinali le quali interpretano in modo diverso il diritto musulmano sin dai tempi antichissimi dellgira. Anche il diritto ebraico, quale risulta dallinsieme dei testi biblici contenenti la rivelazione divina (Torah) e dallinterpretazione dei teologi (Talmud), non soltanto diritto religioso ma ispira talune fonti dello Stato dIsraele. La Scuola vedica, il bramanesimo, linduismo e il buddismo fornirono lo schema delle fonti giuridiche autoctone poi soffocate e soppiantate da quelle occidentali. 6. COMMON LAW V. CIVIL LAW Famiglie: insieme di ordinamenti giuridici che presentano tra di loro significative somiglianze tra gli elementi fondamentali e stabilizzanti delle loro fonti. Parlando di civil law si intende oggi il complesso degli ordinamenti giuridici statali che ritrovano nel ceppo del diritto romani i principi fondamentali della propria struttura; mentre la locuzione common law sta ad indicare il sistema giuridico tipico dellInghilterra. 7. IUS COMMUNE. Il termine civil law, indica latamente la tradizione romanistica dello ius commune (modo di organizzare il dir. romano tipico del continente europeo); da questo punto di vista ius commune e common law sono quindi concetti antitetici. Inghilterra: organizzazione di tipo feudale, Kings Council sovrintende lamministrazione della giustizia (nucleo di giudici-giuristi con sede a Westminster), gli itinerant judges applicavano a tutti i cittadini le stesse norme non curandosi dei costumi locali. Il common

law diviene quindi un ordinamento unico ed eguale a tutto il territorio (diritto comune indipendente dalla tradizione romanista). Vi fu cos una progressiva nazionalizzazione del diritto con accentramento delle modalit elaborative presso lamministrazione giudiziaria. Il diritto inglese, trovando origine nelle Corti si presentava come un insieme di principi e tecniche contenuti nella massa di casi decisi giudizialmente. Il common law nasce e si evolve come diritto giurisprudenziale. LA CODIFICAZIONE. Iniziata a met del XVIII secolo, la codification (Code Napolon), ha riguardato il diritto civile, penale e le procedure di amministrazione della giustizia, la codification diede luogo al modo francese di fare diritto, mentre invece in Inghilterra a causa della mancanza di differenziazione tra diritto e diritto positivo, alle considerazioni teoriche del positivismo giuridico si contrappongono i principi e le regole create dai giudici. Ovviamente non si pu considerare il common law come diritto non scritto in quanto laccertamento della giurisprudenza esige la raccolta dei casi decisi, il che avvenuto attraverso il law reporting e i books of authority.

FONTI DI CIVIL LAW 1. LA GRANDE CODIFICAZIONE EUROPEA. Lesigenza di certezza da sempre ha indotto luomo a raccogliere in compilazioni organiche il diritto formatosi su base consuetudinaria, religiose, politica (Viora) Questi codici presuppongono la sopravvivenza dei diritti particolari e del jus commune; cos fu per i codici di Federico di Prussia (ALR Allgemeines Landrecht), i codici napoleonici, il cod.civ. prussiano (ABGB Allgemeines Burgerliches Gesetzbuch), il BGB tedesco, etc. Dall800 la legge per antonomasia dunque il codice. In particolare la codificazione francese vide una progressiva attenuazione del carattere rivoluzionario e di rottura dalla tradizione giuridica e dalle elaborazioni della giurisprudenza: nel Code Civil si raggiunge un equilibrio tra astrattezza e sistema casistico; il legame con il diritto romano stretto sia per contenuto che per sistemazione della materia. La codificazione tedesca invece present caratteristiche ben diverse: la scuola storica di Savigny e i germanisti respinsero lidea di un unico codice che unificasse il diritto dei tanti Stati in cui erano divisi i popoli germanici, essi puntavano al contrario, allo sviluppo del diritto attraverso la consuetudine. Pandettistica la scienza con il compito di unificare il diritto dei popoli tedeschi. 2. RECEZIONI E CIRCOLAZIONE DEI MODELLI CONTINENTALI. I territori restaurati dopo la caduta di Napoleone assistettero quasi tutti a repentina abrogazioni dei codici francesi, e alla momentanea reviviscenza del jus commune, ma la sua palese inadeguatezza, le esigenze di unificazione del diritto e le pressioni dei movimenti liberali, indussero i vari principi a procedere a nuove codificazioni. Nonostante alcuni problemi di adattamento, il modello codicistico pose ovunque salde radici accompagnando laltro grande movimento coevo, quello della formalizzazione dello costituzioni. Il diritto costituzionale nasce quindi come diritto formalmente legislativo. 3. LA CRISI DELLA LEGGE NELLO STATO SOCIALE.

La critica ai codici provenne da vari fronti (componenti politiche, Chiesa, dottrina, giurisprudenza), ma il colpo pi decisivo venne inflitto dal legislatore stesso. Soprattutto dopo la prima guerra mondiale la legislazione lavoristica, assicurativa, previdenziale, etc, venne ad affiancarsi ai codici attraverso un corpo di leggi speciali, la tecnica legislativa si corrompe e queste leggi non presentano pi la limpidezza dei codici. 4. IRRIGIDIMENTO DELLE COSTITUZIONI E COMPLICAZIONE DEGLI ORDINAMENTI GIUR Le costituzioni dell800, predisposte per dare rigorosa tutela allautonomia degli individui, non seppero resistere allammissione al potere delle classi sociali estromesse accompagnate da unenunciazione esaustiva dei c..d. diritti sociali. Lo stesso sistema delle fonti si arricchisce di atti che leggi non sono, ma che sono dotati di forza di legge passiva, il termine legge viene poi utilizzato per indicar atti di alcuni enti autonomi. Per questi motivi la gerarchia delle fonti formata solamente dai tre gradini di legge, regolamento e usi, risulta ormai inidoneo. Oggi la legge del Parlamento in civil law ha competenza residuale, non frequente riscontrare una competenza generale di queste leggi. Dal punto di vista strettamente giuridico la sfera di competenza della legge costituzionalmente determinata, fissata dalla costituzione la competenza di una fonte, il criterio di gerarchia ricompare allinterno di microsistemi gerarchici. 5. LA COSTITUZIONE COME META-FONTE E LE FONTI DEL DIRITTO NEI PRINCIPALI ORDINAMENTI CONTEMPORANEI. Il vertice della gerarchia delle fonti sempre occupato dalla costituzione, nonostante le fonti siano in aumento. In alcuni ordinamenti si riscontra una sorta di super-costituzione, la cui esistenza dichiarata dalle stesse disposizioni che ne escludono la revisione o dai Tribunali costituzionali. Le costituzioni solitamente enunciano la loro supremazia, disciplinano la legge e il suo procedimento di formazione, ma quasi mai si occupano dellinterpretazione, abrogazione o efficacia delle norme nello spazio. A causa di queste omissioni, la disciplina delle fonti minori viene per lo pi demandata alla legge. 6. LA RISERVA DI LEGGE. Quando le costituzioni erano flessibili, le riserve rappresentavano un limite che gravava sulle fonti subordinate oltre che sulla p.a. Il potere legislativo poteva per derogare alla costituzione rimuovendo tale limite. Con le costituzioni rigide invece le riserve rappresentavano un vincolo per il Parlamento sul quale pesava lobbligo di attuare al disciplina solo attraverso la legge. Una riserva di legge ordinaria comporta il divieto per il legislatore di abbandonare la propria competenza in favore di un regolamento e anche quello di sottrarre la disciplina di una determinata materia al regime normale della legge, a favore di fonti munite di una forza maggiore o diversa. Nelle riserve di legge formali non sufficiente che la materia sia disciplinata da un atto avente forza di legge (in caso contrario riserva materiale). 7. LEGGI PROVVEDIMENTO E LEGGI FORMALI. Le leggi provvedimento sono leggi il cui contenuto un concreto provvedimento amministrativo, esse sono tipiche dello Stato sociale in quanto tendono a realizzare le pulsioni di uguaglianza e una pi compiuta giustizia sostanziale. Esempi di leggi meramente

formali la legge di bilancio. 8. IL PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE DELLA LEGGE. (A) Generalit: il procedimento formativo della legge viene disciplinato dalla costituzione, da regolamenti parlamentari, da fonti non scritte; la scelta della fonte competente a disciplinare il procedimento legislativo ha conseguenze sulla forma di governo e sulla forma di Stato. (B) La fase delliniziativa: in tutti gli ordinamenti spetta ai componenti delle Camere, anche se talora sufficiente la semplice domanda di un provvedimento legislativo; liniziativa parlamentare pu di solito esercitarsi su tutte le materie, tenendo conto del limite soggettivo (la domanda si pu presentare solo alla propria Camera) e di quello oggettivo (esistono particolari riserve a favore del Governo). Per esempio negli USA sulla base del principio di separazione dei poteri liniziativa spetta solo ai membri di Camera e Senato, nelle forme di governo parlamentari e semipresidenziali essa spetta pure al Governo ed anche ad altri soggetti. La priorit delliniziativa governativa garantita a volte da regole non scritte, altre da disposizioni dei regolamenti parlamentari. (C) La fase costitutiva: lesame del testo legislativo si svolge generalmente con il sistema delle tre letture: la prima si svolge in aula in forma di annuncio di deposito, la seconda nelle commissioni competenti dove vengono vagliati gli eventuali emendamenti, e la terza nuovamente in aula dove lassemblea chiamata a svolgere lesame finale del testo. Anche le modalit di voto sul testo legislativo hanno rilievo nella valutazione della governabilit di ciascun sistema, solitamente si segue la regola della maggioranza dei presenti ma essa non esente da eccezioni. (D) Lintervento del Capo di Stato: salvo alcune eccezioni lintervento del Capo di Stato si registra nella fase perfettiva o integrativa dellefficacia attraverso tre diverse modalit di partecipazione al procedimento legislativo: il rinvio al Parlamento della delibera legislativa, la sanzione e la promulgazione. (E) La pubblicazione: in tutti gli ordinamenti lefficacia della legge subordinata alla sua pubblicazione su un giornale ufficiale la quale determina una presunzione di conoscenza decorso un lasso di tempo variabile. 9. LEGGI RINFORZATE O ATIPICHE E LEGGI ORGANICHE. Alla specialit della materia si accompagnano leggi il cui contenuto predeterminato da precedenti accordi, condizionato da previe intese o comunque da pareri costituzionalmente previsti, attentano allunitariet della legge. Spesso nelliter legis si innestano due subprocedimenti al fine di acquisire pareri da organi, costituzionali o meno, che possono essere obbligatori o facoltativi e che assumono rilievo giuridico oltre che politico. Il regime normale di formazione delle leggi viene talora derogato, ma quale sia il criterio per derogare al regime ordinario da rinvenire in una preventiva delimitazione delle materie affidate a fonti differenti dalle leggi ordinarie. Il criterio materiale adottato nei seguenti casi: qualche ordinamento bicamerale o pluricamerale stabilisce un regime differenziato per distinti gruppi di materie oggetti di legiferazione, alcune possono essere adottata da una sola Camera altre necessitano il voto dellintero Parlamento; talora richiesta la maggioranza qualificata per leggi su determinati settori; la costituzione belga stabilisce che alcune leggi vengano approvate a maggioranza di voti di ciascun gruppo linguistico di entrambe le Camere;

procedimenti speciali sono richiesti in materia di concordato con la Santa Sede e intese con organizzazioni religiose. Legge organica: atto-fonte del Parlamento assunto con procedimento aggravato in materie che prevalentemente riguardano i pubblici poteri. 11. LA LEGISLAZIONE DELEGATA. Con le leggi delegate il Parlamento concede una delega preventiva a regolare una determinata materia per decreto, cui attribuita forza di legge; spesso la legislazione delegata si imposta in via di prassi in quanto non disciplinata dalla costituzione. Alcune costituzioni disciplinano le leggi delegate secondo lo schema trinario autorizzazioneordinanza-ratifica (lapprovazione parlamentare eventuale), altre seguono invece un iter binario che parte con la legge di delega e si conclude con la legge delegata. 12. DECRETI E ORDINANZE DI NECESSITA. Con i decreti-legge lEsecutivo ad assumere un atto per poi sottoporlo al vaglio del Parlamento. Le costituzioni assumono tre atteggiamenti rispetto ai decreti-legge: raramente sono espressamente vietati; frequentemente non vengono presi in considerazione; talvolta vengono ammessi dietro ratifica parlamentare. Se essi vengono vietati, lunico caso in cui possono essere ammessi, in caso di necessit. Nella maggior parte dei casi non esiste un limite per tali fonti in ambito materiale, esse vengono usate principalmente per far fronte a calamit naturali o di emergenza e per introdurre misure fiscali senza dar luogo a speculazioni. 13. LE FONTI DEGLI ENTI TERRITORIALI PERIFERICI. (A) Costituzioni e statuti: i singoli enti territoriali sono per lo pi retti da una costituzione (atto dello Stato membro) o da uno statuto (recepito dallordinamento centrale con legge costituzionale). (B) La ripartizione delle competenze. Generalit: il criterio di competenza serve a distinguere le materie pertinenti alluno o agli altri enti. Gli ordinamenti regionali subordinano le legi delle Regioni alla costituzione, allo statuto e alle leggi dello Stato (leggi generali, l. quadro, l. di base). Anche in caso di competenza esclusiva delle Regioni, la legge ordinaria statale opera come limite. (C) La ripartizione delle competenze negli ordinamenti federali europei: in Germania lautonomia legislativa dei Lnder configurata quale residuale; la tipologia della legislazione concorrente si scomposta in tre sottospecie a seguito della recente revisione costituzionale. La prima tipologia di leggi concorrenti quella che esisteva gi e rimane soggetta alla clausola di necessit dellintervento legislativo federale. La seconda tipologia di leggi concorrenti non richiede di giustificare la necessit dellintervento legislativo e il legislatore federale pu dunque intervenire sempre, senza necessit di motivazione. La terza tipologia di leggi concorrenti riguarda gli ambiti in cui la disciplina federale derogabile in tutto o in parte. (B2) La ripartizione delle competenze negli ordinamenti regionali europei: in Italia la potest legislativa esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della costituzione, nonch dei vincoli derivanti dallordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali; lart.117 enumera le materie di esclusiva competenza statale (politica estera, rapporti internazionali, mercati finanziari, ordine pubblico e sicurezza, previdenza sociale, etc) e le materie concorrenti (commercio con lestero, grandi reti di trasporto e navigazione, tutela della salute, casse di risparmio e rurali, protezione civile, etc).

14. FONTI COMUNITARIE E DIRITTI INTERNI. In ciascuno Stato dellUnione, i regolamenti comunitari si impongono per forza propria, sono direttamente applicabili da tutte le autorit e vincolano i privati per la forza ad essi attribuita dallordinamento europeo. Il rapporto tra leggi e atti normativi interni un rapporto di competenza che si instaura in virt del trasferimento di competenze statali alla Comunit. La distinzione fra regolamenti e direttive. Principio secondo il quale nessuno Stato pu addurre a scusa dei propri inadempimenti la propria organizzazione interna. 15. I REGOLAMENTI. Sotto influenza della rivoluzione francese, le costituzioni approvate a cavallo dei due secoli espressero il principio per cui al Governo competesse la sola esecuzione delle leggi, con il passare del tempo tale rigorosit si dimostr impraticabile. Oggi al Governo viene assegnato un potere regolamentare, che per sembrerebbe impraticabile se sganciato da una previa legge secondo il principio di legalit. Bisogna per sempre operare un attento esame per ammettere o escludere la costituzionalit dei regolamenti, che pur operando nellambito della legge, essendo ad essa subordinati tuttavia dispongano in materie non toccate dallattivit legislativa. Una potest regolamentare con efficacia esterna viene talvolta conferita ai singoli Ministri, ad amministrazioni separate dallo Stato, ad agenzie, ad autorit indipendenti e a enti territoriali. 16. FONTI-ATTO RESIDUALI. (A) I regolamenti parlamentari: a seconda dellordinamento possono esser considerati fonti legali del diritto, oppure regole di natura meramente interna. Essi si collocano in posizione mediamente sottoposta alla costituzione, sottraendo alla legge o alla legge organica la competenza relativa allorganizzazione e allesercizio delle funzioni del Parlamento. Quali norme interposte tra costituzione e legge possono rappresentare un parametro nel giudizio di costituzionalit? Solitamente no, a meno che assieme alla norma regolamentare non ne sia violata anche una di rango costituzionale. (B) Sentenze costituzionali: le sentenze dei Tribunali costituzionali munite di efficacia erga omnes, il loro risultato finale sempre quello di espungere norme dellordinamento giuridico. (C) Il referendum abrogativo: anchesso annoverato tra le fonti del diritto, in Italia la sua indole di fonte del diritto dovuta allatto con cui il Capo di Stato recepisce la volont del popolo. ORDINAMENTI DI MATRICE ANGLOSASSONE 1. IL TRAPIANTO DEL COMMON LAW. Il principale flusso di esportazione del common law coincide con i domini coloniali dellImpero britannico. Esso ha avuto un diverso grado di penetrazione, a seconda del tipo di rapporto istituzionale con la madrepatria e del grado di efficienza del diritto autoctono. Cospicue tracce di common law si trovano in India, dove il common ha importato il diritto privato a partire dal 1600, la stessa costituzione indiana successiva allindipendenza ha lasciato sopravvivere gran parte del diritto inglese inteso come quintessenza di justice, equity and good conscience.

2. IL DIRITTO DELLE DUE IRLANDE. Lapplicazione del diritto inglese in Irlanda inizi nel XII secolo, loriginario diritto celtico, noto come Brehon, continu ad essere utilizzato in aree dove il diritto inglese era pi blando, tuttavia a partire dal 600, il common law divenne il diritto vigenti in Irlanda. La costituzione irlandese del 1937 riprende molti istituti del parlamentarismo britannico, ma presenta, come quella nordamericana, un carattere rigido, contiene una Bill of Rights e accoglie la costituzionalit delle leggi abbinata al controllo preventivo. Gli organi giudiziari sono organizzati in una piramide in ordine decrescente di importanza formale: Supreme Court, Court of Criminal Appeal, High Court, Circuit Courts, District Court; i giudici continuano comunque a seguire i precedenti inglesi e le leggi irlandesi spesso si conformano alle soluzioni di Westminster. Per quanto riguarda il diritto sostanziale e processuale nord-irlandese si pu constatare una conformit con quello inglese. 3. LO STRANO CASO DELLA SCOZIA. Nel 1603 la Scozia venne annessa allInghilterra e nel 1707 il suo Parlamento venne chiuso, nonostante ci il diritto sostanziale scozzese riuscito a conservare una qualche impermeabilit ed anche il sistema delle corti ha mantenuto una sua autonomia. Sul piano del diritto legiferato, gli statutes inglesi fanno talora espressa menzione della loro limitata vigenza territoriale o adottano soluzioni particolari, mentre in casi dubbi spetta agli interpreti stabilire se una legge di Westminster debba o meno applicarsi anche in territorio scozzese. Linfluenza civilian non ah espresso un vero e proprio apparato di fonti di tipo continentale, e a causa del ruolo unificante della House of Lords, la Scozia ha accolto i principi del common law. Dal 1965 a Westminster comincia ad operare una apposita Law Commission of Scotland con il compito di accertare la compatibilit delle riforme legislative con il diritto scozzese. Devolution - Scotland Act 1998. 4. COMMON LAW CANADESE. Nel 1791 il Canada Act divise il Canada in due Province: il Canada superiore e inferiore, nel Canada superiore venne adottato il diritto britannico anche per le questioni civilistiche. Dal 1867 il Canada fu eretto in unico Dominion dal British North America Act, ciascuna Provincia ha cos la propria organizzazione giudiziaria formata da corti di primo grado, di appello e corti minori, chiamate ad applicare anche il diritto federale. Oggi al vertice delle fonti si colloca il Canada Act del 1982, con esso si riconosce il valore supremo del British North America Act e ai successivi emendamenti; si determina cos la costituzione come fonte sovraordinata rispetto alle altre. Il B.N.A.A. conferiva alle Province e al Parlamento centrale un insieme dettagliato di poteri esclusivi; il federalismo canadese risultava quindi assai sbilanciato nella sua normativa costituzionale originaria. La Corte Suprema canadese non titolare in via esclusiva della funzione di controllo di costituzionalit, ma assolve nondimeno a un compito nomofilattico, essendo giudice di ultimo appello per qualsiasi tipo di controversia. 5. ...E AUSTRALIANO. Il common law fu esteso allAustralia nel 1828. Nel 1901, il Commonwealth of Australia Constitution Act diede vita ad una Federazione autonoma sul modello nordamericano. La costituzione federale prevede una High Court of Australia quale corte di ultima istanza

competente sia nelle materie statali, sia in quelle federali. Il testo costituzionale prevede una Camera Alta direttamente rappresentativa dei diversi Stati e specifica le materie nelle quali pu esplicarsi il potere legislativo dello Stato centrale. Oltre alle materie specifiche, il Parlamento federale dispone anche di poteri impliciti; gli Stati membri invece detengono poteri residui in materia civile e penale sulla falsariga del common law. 6. DIRITTO NEOZELANDESE. La sovranit britannica fu proclamata in NZ nel 1840. Invece che annettersi al Commonwealth australiano, la NZ divenne un Dominion autonomo nel 1907, come Stato unitario con ununica assemblea legislativa. Alcune innovazioni, via via introdotte dalla giurisprudenza neozelandese, hanno anche modificato non pochi principi tradizionali del common law, tuttavia la struttura delle fonti anchessa un sottosistema di quello inglese, nonostante vi siano convenzioni costituzionali supportate dal una costituzione scritta, manca per il controllo di costituzionalit delle leggi. 7. LA SINGOLARIT DALLORDINAMENTO SUDAFRICANO. Quello sudafricano un ordinamento stratificato che assomiglia curiosamente al diritto israeliano; sin dallinizio della colonizzazione possiamo infatti vedere un trapianto di diritto romano-olandese. Il regime delle fonti sudafricane ormai primariamente disciplinato dal diritto costituzionale. Il Constitution Act del 1983 che aveva posto un impianto giuspubblicistico pseudo-federale, stato sostituito dal Consitution of the Republic of South Africa Act del 1997. Tale costituzione si autodefinisce the supreme law of the Republic e dispone quindi che ogni legge con essa incompatibile sia invalida, disciplina poi una gerarchia di norme giuridiche e assegna una vera e propria competenza legislativa ordinaria e costituzionale alle nove Province (esse possono emanare la propria constitution purch non sia in contrasto con la costituzione federale). 8. LA VERSIONE STATUNITENSE. Gli organi giudiziari creati nelle varie Colonie sin dalla prima met del 600 non mancarono successivamente di far propri molti istituti del diritto inglese;ma il grosso della recezione avvenne nel 700, una volta stabilizzatesi le condizioni di vita coloniale, a tramite dei pi autorevoli giuristi dellepoca, primo fra tutti William Blackstone. I suoi Commentaries furono diffusi e studiati nelle school of law, che svolsero un ruolo notevole nella evoluzione giuridica del Paese. Ad ogni modo gi nel 1776 in ciascuna colonia era radicato il common law e la rivoluzione non modific questo stato di cose. 9. COSTITUZIONALIZZAZIONE DEL COMMON LAW. Sullesportazione del common law negli USA si innestata una forma di codification: una costituzione rigida. Gli USA hanno assunto lassetto di Stato federale con la costituzione di Filadelfia, che rappresenta, assieme ai primi dieci emendamenti ed a quelli successivamente apportati, la loro struttura giuridica fondamentale. Il riparto delle rispettive competenze legislative elenca tassativamente le materie spettanti al Congresso e alle leggi dello Stato centrale. Originariamente al Congresso erano affidate poche materie, mentre alla autonomia residua degli Stati membri erano affidate materie fondamentali quali il diritto civile e penale. La costituzione pone poi del limiti sostanziali alla potest legislativa del Congresso: alcuni risultano dalla sez.8; altri dal testo costituzionale. Del resto gli Stati membri mantengono la loro potest normativa di rango costituzionale, organizzando direttamente il proprio assetto mediante una costituzione statale che disciplina lesercizio delle competenze e i loro organi interni; in ciascun ordinamento statale opera

altres una struttura giudiziaria che si affianca a quella centrale, e queste corti possono conoscere anche il diritto federale. Lo Stato centrale detiene anche dei poteri impliciti in quanto il Congresso ha competenza per quanto riguarda il porre in essere tutte le leggi necessarie e opportune per lesercizio delle attribuzioni ad esso spettanti (viene cos allargata la sua sfera di autonomia legislativa). Lassetto federale statunitense a conosciuto una notevole dilatazione della sfera spettante allo Stato centrale per mezzo degli organi giudiziari, in particolare al Corte Suprema e i giudici federali che hanno adattato la carta di Filadelfia al mutare delle stagioni politico-sociali. Gli USA si sono trasformati in una democrazia legislativamente protetta attraverso la delega permanente al Presidente dei poteri necessari per la gestione del c.d. stato di emergenza, in deroga allordinario apparato di garanzie giurisdizionali, mentre il Congresso si autoespropriato a favore dellEsecutivo anche nella misura in cui stata autorizzata listituzione con atti amministrativi di organi giudiziari speciali. 10. UN DIRITTO GIURISPRUDENZIALE: LA CASE LAW O DIRITTO DEI CASI. Il common law nacque proprio in antitesi agli usi locali ad opera dei giudici. La giustizia regia aveva comunque un carattere di eccezionalit rispetto a quella feudale e per ottenerne lintervento occorreva rivolgersi alla Cancelleria (writ o brevis). I writs rappresentavano il presupposto per lesercizio delle real actions e delle personal actions. Non si pu considerare il common law come un insieme di consuetudini atecniche in quanto si fonda su schemi formalizzati e immutabili non molto diversi da quelli del diritto romano. Infatti il modus procedendi del common law accordava alla parte elsa alcuni diritti dazione e al convenuto una tutela che contribuivano a conferire al processo il carattere di un rito officiato dal giudice. Vi analogia dinamica fra diritto civile e diritto penale giacch anche in capo processual-penalistico il metodo di giudizio ha sempre seguito la procedura accusatoria, che pone sullo stesso piano le parti le quali hanno il compito di provare le circostanze della causa. La tradizione ci presenta il giudice come lorgano monocratico che presiede un solenne giudizio, la cui terziet garantita dallistituto della giuria chiamata a pronunciarsi sulle questioni di fatto. A partire dal 1167, le azioni penali furono promosse ovunque da speciali giur, competenti nelle varie Contee al presentment o incriminazione degli indiziati e, successivamente, anche negli ordinari giudizi civili si afferm la presenza dei c.d. recognitores: un corpo di dodici vicini, che venivano riuniti dai commissioners ogni qualvolta una parte contestasse le prove addotte dallaltra. Nel secondo XIV, poi, determinazione dei fatti di causa, attraverso al verifica della verit o falsit delle istanze, fu affidata stabilmente ad una giuria, i cui membri, di pari grado delle parti, agivano da veri e propri giudici, pronunziando un verdetto inappellabile. 11. COMMON LAW E EQUITY. Nel corso del tempo il Re e i Lords si composero in tre distinte strutture giudiziarie centrali: Kings Bench, Common Pleas, Exchequer, ed in relazione a questa triade che si connota lespressione common law mentre lequity la giurisprudenza posta in esser dalla Court of Chancery. Dal secolo XIV le regole e tecniche del common law sub un graduale irrigidimento delle forme; con laumento delle suppliche il Kings Council rinunci via via a prenderle in esame, delegando questa incombenza al Cancelliere il quale ne giudica lammissibilit. La Court of Chancery divenne quindi un organo giudiziario a s stante che per era abilitata ad agire soltanto coattivamente mediante injunction o con altri mezzi sulla persona del convenuto (equity acts in personam). Enrico VII sottrasse la Cancelleria ai canonisti per trasferirla ai common lawyers, sprovvisti di preparazione nel diritto romanico-

canonico, le opere della migliore dottrina giuspubblicistica si incaricano via via di razionalizzare il corpus giurisprudenziale dellequity. Lequity sub quindi un processo di stabilizzazione, analogo a quello del common law, che fin per trasformare lequit i un secondo e ben strutturato complesso di casi giudiziali, di istituti o di doctrines. 12. IL SISTEMA DEL PRECEDENTE. Il common law un diritto giurisprudenziale, lordinamento non composto di leggi ma dallinsieme delle sentenze collegate fra loro da un peculiare istituto, il precedent, ovvero, lobbligo tendenziale del giudice di conformarsi alle decisioni anteriori che presentano elementi di analogia con quella sottoposta al suo esame. Bisogna distinguere fra doctrine if precedent e stare decisis: il precedente indica la prassi di rispettare le decisioni anteriori nellelaborare le sentenze; nel diritto anglosassone i precedenti risultano vincolanti e devono essere necessariamente seguiti nei successivi casi analoghi. Il precedent fa giurisprudenza e crea diritto, lo stare decisis ha invece impronta consuetudinaria. Le legal rules estraibili dalle sentenze non rappresentano tuttavia per il magistrato anglosassone un dogma assoluto ci che vincola il punto di diritto, vale a dire il criterio adottato per risolvere il singolo caso e non le affermazioni di contorno rispetto al principio giuridico sottostante. Talvolta poi le corti si discostano deliberatamente dai propri precedenti perch una decisione di manifesta errata o errata per il tempo presente: da qui nasce il distinguishing. Oppure pu aver luogo loverruling quando un precedente sia divenuto illogico. Negli ordinamenti di derivazione anglosassone, le sentenze comprendono una motivazione e un dispositivo ma, la pi ampia pubblicit concessa allopinione del singolo membro del collegio che dissenta sulla motivazione o sul dispositivo. Parleremo di concurring opinion quando il giudice spiega perch condivide in tutto o in parte la decisione della corte, di dissenting opinion si parla invece quando il giudice non condivide la decisione della corte. 13. CONSTITUTIONAL LAW. In Inghilterra non esiste una costituzione scritta, quindi non esistendo una legge superiore esiste comunque a pieno titolo un vero e proprio diritto costituzionale senza una costituzione, per molto aspetti analogo a quello che si studia sul continente, una constitutional law, ovvero un insieme pi o meno ordinato di regole riguardanti lorganizzazione e le funzioni dei fondamentali organi dello Stato. 14. JUDICIAL REVIEW. Il judicial review un sindacato di costituzionalit delle leggi. 15. RULE OF LAW E STATO DI DIRITTO. Nella cultura giuridica anglosassone non attecch mai lidea che i principi giuridici derivino da unautorit sovrana. Francis Bacon afferm il primato del common law e del Parlamento come corte di giustizia, sentenzi in nome della rule of law, che: il Re non pu con una sua proibizione o proclama far divenire trasgressione ci che prima non lo era. Il common law quindi anche una filosofia giuridica, cio una maniera di intendere il rapporto tra Stato e diritto. Nel diritto anglosassone la dicotomia tra diritto pubblico e diritto privato sconosciuta in quanto anche i provvedimenti della p.a. sono sempre stati sottoposti al sindacato dei giudici ordinari. La impostazione classica ha poi sempre ritenuto il droit administratif continentale incompatibile con la rule of law. A tutti i suddetti problemi in Inghilterra si ovviato tramite la creazione di special

tribunals. 16. IL DIRITTO LEGIFERATO. Il giudice di common law non selezionato tramite concorso ma nomina politica. Gli statutes presuppongono lesistenza del common law e hanno natura derogatoria. Common law e equity si contrappongono alla statutory law (formule verbali che indicano la normativa posta in essere dallorgano legislativo statale)

LE FORME DI STATO Definizione: La forma di stato indica l'insieme di principi e regole fondamentali che caratterizzano un ordinamento statale e che disciplinano i rapporti fra stato e cittadini mentre, per quanto riguarda i rapporti fra stato centrale e enti autonomi territoriali si parla di tipo di stato. STATO UNITARIO E COMPOSITO Lo stato unitario: si ha quando il potere solo dello stato centrale o di soggetti periferici da esso dipendenti, decentramento burocratico. Lo stato composto: si ha quando il potere si distribuisce fra stato centrale ed enti territoriali con poteri propri, decentramento politico. Il primo tipo di stato quello presente in francia spagna e italia mentre, negli stati uniti, in svizzera ed in germania vi lo stato federale come modello originario di stato composto. Prima di tutto in questi 3 paesi si ebbe la confederazioni di stati per cui vari stati indipendenti danno vita ad un'organizzazione comune per cui si tratta di un'organizzazione comune semplificata con la pariteticit della rappresentanza degli stati e con l'unanimit per l'adozione di decisioni di carattere vincolante. La fragilit delle confederazioni le trasformarono in stati federali, unica via x creare un vincolo + solido e garantire autonomia finanziaria. FEDERALISMO Il federalismo da un punto di vista politico filosofico visto come governo mondiale dell'umanit per garantire la pacifica convivenza fra popoli. Lo stato federale nasce per: associazione o integrazione di stati indipendenti e vi sono stati che si danno un assetto federale fin dalla loro indipendenza (usa 1787,svizzera 1848, Federazione tedesca 1867). dissociazione di un precedente stato unitario come l'argentina e il belgio che si trasformato prima in stato regionale e poi federale(Argentina 1853, Brasile 1891, Messico 1917). Caratteri giuridici comuni che contrassegnano gli stati federali:

-Gli stati federali hanno un ordinamento statale federale che riconosce l'autonomia di enti politici territoriali collocati fra stato e enti locali detti negli stati uniti stati membri e in messico ad es cantoni che hanno prorpie costituzioni, -in oltre si ha una ripartizione nella costituzione federale di competenze fra stato centrale e stati membri -un assetto bicamerale del parlamento, con una camera che rappresenta tutto il corpo elettorale e un'altra gli stati membri detta negli usa senato. Tale seconda camera puo avere criteroio paritetico per cui ogni stato ha lo stesso numero di rappresentanti o differenziato per la popolazione facendo eleggere i senatori o dal corpo elettorale o dai parlamenti statali o dai governi statali o dall'esecutivo federale. Vi sono i modelli del senato dove si esprimono i voti individualmente e senza vincolo di mandato e quello del consiglio tipico della germania i cui consiglieri sono delegati dai governi statali ed esprimono un unico voto. -Lo stato federale ha una composizione del governo rappresentativa. -gli stati membri partecipano alla revisione costituzionale ed in oltre vi un organo federale di tipo giurisdizionale. NATURA DELLO STATO FEDERALE Vi l'individuazione del soggetto titolare di sovranit e si ritiene per alcuni che: -la sovranit sia ripartita fra stato centrale e stati membri per cui lo stato federale sarebbe uno stato di stati, teoria di Madison,in cui egli afferma che le autorit locali e municipali formano przioni distinte ed indipendenti della sovranit, non + soggette entro le rispettive sfere all'autorit generale, di quanto questa non sia soggetta a lora entro la propria sfera. Che il potere del governo si estende solo a pochi soggetti enumerati e lascia ai diversi stati una residua individualit inviolabile su tutti gli altri oggetti. -titolari della sovranit siano gli stati membri. Avanzata soprattutto per giustificare alcune posizioni delgli stati membri che rivendicarono la loro indipendenza.questa teoria da intendere oggi in senso negativo. -La teoria per prevalente attribuisce la sovranit allo stato federale per cui vi una superiorit del diritto federale su quello degli stati membri che sono enti non sovrani ma, autonomi parificati alle regioni. Viene attribuito costituzionalmente allo stato federale la competenza sulle competenze. Potere dello stato centrale di controllare gli affari dello stato membro attraverso l'ispezione federale. -Altri autori fanno uno schema tripartito che vede lo stato federale come l'insieme di tre diversi ordinamenti, quello degli stati membri, quello dello stato centrale e quello

che sintesi dei primi 2 ma, tale teoria non reale. I principi costituzionali che regolano i rapporti fra i diversi livelli di governo vengono individuati nel : -principio di autonomia: distinguerebbe gli stati membri dalle regioni e dagli enti locali, capacit di potersi dare proprie costituzioni soggette a controllo solo successivo. -principio di partecipazione:Le entit federate partecipano alla formazione della volont dello stato per la seconda camera e per la necessit della maggioranza degli stati membri per la revisione costituzionale per cui lo stato federale uno stato politicamente decentrato basato su forti autonomie territoriali. Per i sostenitori di tali teorie lo stato federale uno stato politicamente decentrato,basato su forti autonomie territoriali. Ma oltre queste teorie definite come statiche vi sono altre per cos dire dinamiche: Si passati da uno stato federale liberale ad uno stato federale sociale per cui nel primo vi la libert dei privati e del mercato mentre nel secondo vi la partecipazione delle collettivit locali alle scelte politiche per cui vi un rapposrto stretto tra federalismo e democrazia pluralistica. EVOLUZIONE DEGLI STATI FEDERALI La distinzione di cui tener conto nello studio dellevoluzione dei modelli federali quella tra modello anglosassone e modello europeo. Nel modello anglosassone vi la tendenza a distinguere in modo rigido le competenze esclusive del governo centrale da quelle dei governi periferici mediante lelencazione delle materie di competenza del Parlamento federale. Mentre nei paesi anglosassoni le funzioni amministrative seguono quelle legislative e gli stati membri sono responsabili nelle stesse materie sia della legislazione che dellesecuzione delle leggi, in ambito europeo il federalismo si configura come federalismo desecuzione nel quale al predominio centrale nella legislazione corrisponde lintervento dei membri nellattuazione delle scelte normative. Del tutto particolare il caso del Belgio che si connota per un federalismo di sovrapposizione basato sulla stratificazione di quattro aree linguistiche e di due entit federate: le tre regioni e le tre comunit tra le quali non c coincidenza territoriale. Inoltre il federalismo belga un federalismo asimmetrico con poteri e competenze variabili da comunit a comunit, ma anche un federalismo di dissociazione che si basa cio sulla distinzione tra i due principali gruppi linguistici(francese e olandese) e sulla netta separazione delle competenze.

Con laffermarsi dello stato sociale si assistito al rafforzamento del ruolo dello stato centrale che si concretizzato soprattutto nellampliamento delle competenze esercitate a livello federale, ma anche a tendenze di tipo centrifugo- con il riemergere di antiche fratture nazionali o di tipo cooperativo per cui ogni attivit pubblica di rilievo devessere oggetto dellintervento congiunto e coordinato dei diversi livelli di governo.il federalismo cooperativo si caratterizza per tre principi: 1. principio di sussidiariet che comporta che gli interventi del livello superiore di governo siano giustificati solo quando non possono essere efficacemente compiuti dal livello inferiore; ne consegue che in pratica si registra un estensione delle funzioni dello stato e la perdita di competenze assolutamente esclusive degli stati membri. 2. federalismo fiscale che comporta che ogni livello di governo si procuri autonomamente risorse adeguate allesercizio delle proprie competenze e al volume delle spese; in nessuno stato federale,per, le entit federate godono di unautonomia esclusiva nella percezione delle entrate come tipicamente avviene, invece, in una confederazione di stati. 3. principio di collaborazione che comporta indispensabili forme di accordo e cooperazione tra i diversi livelli di governo che possono esser orizzontali,quando riguardano le entit federate, e verticali,quando intercorrono tra gov.centrale e gov.periferico. la cooperazione pu essere inoltre istituzionalizzata- che a sua volta pu essere obbligatoria o facoltativa- o spontanea. Quella istituzionalizzata pu essere obbligatoria o facoltativa(solo se richiesta da uno dei partners) La cooperazione pu avere ad oggetto l'attivit normativa o, quella amministrativa la difficolt ad individuare precisamente lo stato federale ci rinviene proprio dalla tendenza centripeta e da quella centrifuga, uguali ma dissimili fra loro. La tendenza dell'ultimo secolo stata di tipo centipeto e con costituzioni rigide, verificatasi nel governo Regan con il nome di new federalism, basata su una forte competizione economica. LO STATO REGIONALE Il regionalismo ha suddiviso uno stato centralizzato in entit autonome e precede alla formazione di stati regionali come in italia si ha avuto con luigi sturzo. Il movimento regionalistico si distingue da quello federale perch concepisce la regione come un livello di governo collocato fra lo stato e gli enti locali territoriali lo stato regionale molto pi recente di quello federale e deriva dalla suddiiion in nuove entit di stati caratterizzati da tradizione centralistica, i caratteri dello stato regionale sono: 1. il riconoscimento nella costituzione di enti territoriali autonomi con propri statuti

2. l'attribuzione alle regioni di competenze normative e amministrative 3. l'esistenza di un senato non rappresentativo delle regioni m eletto a base regionale 4. una partecipazione limitata alla revisone costituzionale e l'attribuzione alla corte costituzionale della risoluzione per i conflitti fra stato e regioni. Il termine regione pu assumere almeno tre significati differenti: 1- circoscrizione o ufficio di decentramento burocratico (regno unito) 2- regione amministrativa (Francia) 3- regione politica (Belgio,Italia,Spagna) Altra distinzione rilevante quella tra regionalizzazione omogenea (che prevede una disciplina uniforme degli enti regionali) e differenziata che prevede lattribuzione di livelli dautonomia diversi da regione a regione; lattribuzione differenziata pu essere motivata dalle particolari necessit di alcune regioni che acquisiscono compiti diversi ma non assumono natura giuridica differenziata rispetto alle altre ,regioni a statuto speciale, e alle comunit autonome spagnole anche se con la revisione del titolo V in italia le regioni ordinarie possono acquisire condizioni particolari di autonomia. In passato il criterio di riparto delle competenze legislative prevedeva un'elencazione di quelle regionali e la competenza residuale era dello stato, in italia con l'art 117 si attribuita alle regioni la potest delle materie non espressamente riservate allo stato. Per le funzioni regolamentari e amministrative in italia sono attribuite alle regioni per le materie non riservate allo stato e con sussidiariet a favore dei comuni. Lo stato regionale si ha quando le regioni hanno fondamento nella costituzioni, sono enti politici autonomi, hanno competenze legislative ; solo l'italia e la spagna rientrano in tale categoria perch il portogallo ed il regno unito lo sono parzialmente e la francia invece in via di regionalizzazione. TEORIE NATURA GIURID STATO REGIONALE Le teorie possono esser ridotte a tre filoni fondamentali: 1- Teorie che configurano lo stato regionale come sottospecie dello stato unitario degradando in varia misura le regioni ad enti non qualitativamente diversi dagli enti locali; la potest legislativa ad esse attribuita sarebbe di natura regolamentare a causa della limitatezza degli ambiti e dei penetranti controlli esercitati dallo Stato.si tra6tterebbe quindi di enti autarchici che fanno parte dellordinamento con la stessa natura ed efficacia di quelli statali. 2- Teorie che considerano lo stato regionale uno stato intermedio fra lo stato federale e quello unitario.Il concetto fondamentale attorno cui la teoria ruota quello di autonomia intesa come potest di un ente di emanare leggi valide per lordinamento generale dello stato o come titolarit costituzionalmente garantita di poteri propri; autonomia e non autarchia, ossia mera potest amministrativa degli enti locali di uno stato unitario ma decentrato. 3- Teorie che configurano lo stato regionale come un tipo di stato decentrato, al

pari dello stato federale. Le Regioni, cos come gli stati federati, sono enti non sovrani ma autonomi che godono di capacit amministrative e legislative. EVOLUZIONE STATI REGIONALI L'evoluzione degli stati regionali ha avuto una tendenza centrifuga con il rafforzamento delle condizioni di autonomia e dei poteri delle regioni come risulta in spagna. Nella revisione del titolo V della costituzione italiana vi sono aspetti di tipo federale con la ripartizione delle competenze a favore delle regioni ma, non si puo qualificare l'ordinamento italiano come federale perch ad es nn vi un senato di tipo federale. Si avuto lo sviluppo del regionalismo cooperativo con la partecipazione delle regioni alla formazione dell'indirizzo politico statale o mediante strutture e procedure di raccordo e anche al livello di unione europea si permessa la partecipazione delle regione alle politiche comunitarie. Lo stato regionale si differenzia sempre piu da quello unitario che riconosce solo gli enti locali che non posseggono la copertura costituzionale delle regioni ma, hanno la stessa autonomia politica di queste. Le regioni possiedono anche autonomia legislativa e partecipano all'indirizzo politico statale. Dal confronto fra esperienze regionali e federali si ha l'elemento del concetto di autonomia che alcuni autori ritengono possedere solo agli stati membri ma, l'autonomia intesa come garanzia costituzionale sussiste anche per le regioni. Le competenze di tipo giurisdizionale e di ordine pubblico sono solo degli stati membri. Negli stati regionali non esiste una camere rappresentativa delle regioni che hanno anche una partecipazione ala revisione costituzionale piu limitata. Lo stato federale e quello regionale non costituiscono forme distinte e inconciliabili ma, sono 2 manifestazioni di decentramento politico quindi si ha uno stato unitario con decentramento burocratico prevalentemente amministrativo e uno stato decentrato con decentramento istituzionale di tipo politico. All'interno dello stato decentrato la distinzione fra regionalismo e federalismo incide sulla forma di governo,ma anche sulla distribuzione dei poteri fra stato centrale ed autonomie territoriali. UNIONE EUROPEA La struttura istituzionale dellUnione comprende i seguenti organi: - Consiglio europeo, composto dai capi di stato o di governo dei paesi membri che decidono gli orientamenti politici generali e gli impulsi necessari allo sviluppo dellUnione. - Commissione, composta da 20 membri e con un presidente scelto dai governi e approvato dal parlamento, titolare di poteri di iniziativa in materia normativa, di esecuzione delle politiche comunitarie e di controllo nei confronti degli stati membri. - Parlamento europeo, composto da 626 deputati eletti per 5 anni a suffragio universale, svolge funzioni consultive e funzioni decisionali

- Corte di giustizia, composta da 15 giudici e 8 avvocati giudica i conflitti riguardanti linterpretazione e lapplicazione del diritto comunitario, su iniziativa degli stati, delle istituzioni comunitarie e dei privati. Non facile definire la natura giuridica dellUnione che, per alcuni aspetti, assimilabile ad una Confederazione e per altri ad uno stato federale. Cos come la Confederazione, nasce in base ad un trattato di diritto internazionale in cui non sono chiaramente indicate le materie di competenza ma le politiche da svolgere. Gli stati mantengono il diritto di recesso ed richiesto il consenso unanime per la modifica del trattato istitutivo. La struttura istituzionale non tale da configurare uno stato: mancano popolo, territorio ed un livello di governo distinto e sovraordinato rispetto ai membri. LUnione, per, cos come uno stato federale, ha come soggetti di diritto sia gli stati che i cittadini.Il primato del diritto comunitario su quello interno comporta una sottrazione di sovranit agli stati anche perch lordinamento comunitario ha poteri normativi/amministrativi e giurisdizionali propri la cui effettivit non limitata ne dipendente dai governi, come nelle Confederazioni.In conclusione lUE appare oggi difficilmente inquadrabile nelle categorie tradizionali impiegate dai giuristi per qualificare processi federalistici; la difficolt accentuata dal fatto che si tratta di una realt dinamica, di cui non si conosce levoluzione futura. LA CLASSIFICAZIONE DELLE FORME DI STATO Il concetto di forma di stato, inteso come insieme dei principi e delle regole fondamentali che disciplinano i rapporti tra lo stato-apparato e la societ, strettamente correlato al concetto di regime politico e a quello di costituzione materiale.La classificazione che ha dominato il pensiero politico per quasi duemila anni quella di Aristotele che distingue le forme di governo a seconda del numero di soggetti titolari della sovranit proponendo tre forme buone di governo: monarchia, aristocrazia e politeia e tre forme degenerate: tirannia, oligarchia e democrazia. La distinzione tra Monarchia e Repubblica stata poi a lungo proposta come criterio fondamentale di classificazione delle forme di stato ma appare superata poich difficilmente in grado di fungere da discrimine fra le forme di stato contemporanee in cui lesistenza di un Capo di Stato monarchico o repubblicano non modifica la sostanza degli stati democratici ne della forma di governo parlamentare. Fra i criteri ad oggi pi utilizzati porta alla bipartizione delle forme di stato in due grandi categorie: lo stato democratico- caratterizzato da una struttura pluralista, pluripartitica, a potere ripartitoe lo stato autocratico- monolitico, monopartitico e a potere concentrato. Lo stato democratico risulta fondato su una titolarit collettiva e su un esercizio ripartito del potere, su una modalit di formazione delle decisioni basata sul consenso popolare e sulle finalit proprie di unideologia liberal-democratica, mentre lo stato autocratico si caratterizza per la titolarit ristretta e lesercizio accentrato del potere, da una modalit di assunzione e di attuazione delle decisioni basata sullimposizione e da finalit ispirate ad ideologie antitetiche a quella liberaldemocratica.

DEMOCRAZIA E AUTOCRAZIA La concezione di stato democratico oggi prevalente una concezione procedurale che configura la democrazia come un processo finalizzato ad adottare decisioni politiche nel quale una maggioranza governa nel rispetto dei diritti delle minoranze. Inaccettabile e superata la concezione di democrazia in senso sostanziale come sistema che garantisce i diritti economico-sociali e intende realizzare uneguaglianza effettiva, in contrapposizione alla democrazia formale, fondata su libert personali e sulleguaglianza di fronte alla legge. In definitiva la democrazia sicuramente un sistema di regole procedurali ma anche un insieme di principi e valori in esse incorporati o presupposti, che sancitonormalmente- a livello costituzionale ed condiviso dalla societ e non quindi liberamente reversibile da una maggioranza elettorale o parlamentare. La categoria stato autocratico assume un carattere residuale e negativo poich comprende tutte le esperienze che non possono esser qualificate come democratiche; la dittatura una forma di concentrazione del potere nelle mani di un organo e si divide in 2categorie fondamentali: commissariale o sovrana. La dittatura commissariale quella in cui il dittatore nominato in circostanze eccezionali e trova come presupposto fondamentale lo stato di necessit(Roma del 3 e 5 secolo). La dittatura sovrana prevede lazione di un potere costituente che, in rottura con lordinamento costituzionale preesistente, si configura come un potere illegittimo e di fatto. In entrambi i casi, per, la dittatura una fase transitoria che si conclude o con il ritorno al funzionamento normale dellordinamento preesistente o con il suo definitivo superamento. Il regime autoritario pu esser definito, in senso generico, come quella forma di dominio politico fondato su una forte concentrazione del potere, un basso livello di consenso e di mobilitazione popolare, luso della forza e la repressione dellopposizione. Il regime totalitario, invece, assume caratteristiche proprie che lo distinguono da un regime genericamente autoritario che sono: proclamazione di unideologia ufficiale dello stato, partito unico quale fonte suprema del potere, capo carismatico quale personificazione del potere, mobilitazione permanente delle masse, struttura di tipo poliziesco che prevale su quella militare. L'ORDINAMENTO FEUDALE Per esaminare levoluzione storica delle forme di stato bene rifarsi ai seguenti criteri: - Natura del rapporto stato-societ che dipende da ideologia e modo di produzione dominante; - Individuazione del titolare del potere politico e del modo di esercizio dello stesso; - Derivazione del potere e individuazione della sua fonte di legittimazione - Riconoscimento o meno dei diritti di libert - Esistenza o meno di una costituzione Di forma di Stato in senso proprio si pu parlare solo con la nascita degli statinazione (Europa della seconda met del XVI secolo) e non quindi possibile far riferimento allordinamento feudale che si fonda su un tessuto sociale composto di

comunit dalle dimensioni ridotte e isolate, basate su economie agricole autosufficienti e incentrate sullo scambio in natura. Nel sistema feudale c una totale identificazione fra la persona fisica del Signore e la propriet privata della terra, nonch sul potere esercitato sui contadini. Di particolare rilievo il rapporto tra Re e feudatari: questi acquisiscono il dominio politico del feudo e si obbligano a procurare al Signore la forza armata e le entrate necessarie alle spese. La sovranit del RE teorica, non vi un ordinamento sovrano posto al di sopra degli altri; c una pluralit di ordinamenti autonomi: la Chiesa, le comunit urbane, i ceti artigiani e mercantili, le terre comuni. Inoltre nel feudo non c un apparato militare permanente, non c impersonalit del potere e non si pu parlare di diritti di libert: la maggior parte della popolazione sottoposta a vincoli di servaggio, Nobilt e clero possono rivendicare alcuni previlegi,come quello di essere giudicati da propri pari. LO STATO ASSOLUTO Lo stato assoluto si sviluppa nel XIV sec e costituisce la prima forma di stato identificandosi con la nascita dello stato nazione. Si unificarono sotto il dominio del re ampi territori come avvenne in Inghilterra, Francia e Spagna. Vi un economia che unisce all'assetto agricolo il capitalismo mercantile e sostituisce allo scambio in natura quello fra merci e denaro, si arrivati cosi al rafforzamento della borghesia. Lo stato assoluto nato anche per l'espansione demografica e per un surplus nella produzione agricola. Nello sviluppo dello stato assoluto possibile distinguere 2 fasi: -Assolutismo Empirico del 500 e 700 per cui si parla di stato patrimoniale con un forte intreccio fra fine pubblicistico e privatistico -Assolutismo Illuminato, seconda fase del 700 con cui si ha lo stato di polizia con finalit pubblicistiche per realizzare il benessere dei sudditi. Nasce lo stato apparato che persegue per conto del re fini pubblicistici con un: -corpo amministrativo burocratico di funzionari stipendiati -un esercito permanente -un sistema di esazione dei tributi -distinzione fra patrimonio privato del re e patrimonio pubblico. La sovranit spetta alla corona organo impersonale e continuo per, continuano ad operare gli ordinamenti autonomi con ampio spazio alle autorit locali. Il re ha nelle sue mani i poteri esecutivi e legislativi poich le assemblee rappresentative sono solo consultive, ha un potere di origine divina che si trasmette per via ereditaria quindi non rappresentativa e i suoi rappresentanti hanno con lui un rapporto di diritto privato. Nello stato assoluto non vi sono diritti ma pretese di natura privatistico patrimoniale di cui vanta chi ha un titolo di prorpiet che pu per danni ingiusti rivalersi nei confronti del fisco. Si afferma la distinzione tra atti di imperio,che intervengono in materia pubblicistica

e costituiscono esercizio della sovranit e atti di gestione,impugnabili in via giurisdizionale. Lo stato assoluto non uno stato costituzionale e la sovranit ha limiti solo nelle leggi supreme del regno. L'assolutismo trionfer in francia. LO STATO LIBERALE La base economica dello stato liberale il modo di produzione capitalistico, basato sulla propriet privata dei mezzi di produzione, sulla concorrenza e sul profitto. Questo tipo di stato nasce presto in Inghilterra, dove il passaggio da stato assoluto a liberale avviene con una certa gradualit e senza traumi politici e sociali. Negli Usa la costruzione dello stato liberale avviene in modo naturale con la costituzione di Filadelfia mentre in Francia occorre un aspro conflitto rivoluzionario tra borghesia e nobilt. In Germania e in Italia lo stato liberale nasce da un compromesso dallalto che matura una connotazione fortemente statalista e centralista. In generale lo stato liberale si caratterizza per una distinzione tra sfera pubblica ( che ha per oggetto il mantenimento dellordine e luso legale della forza)e sfera privata (vi si esplicano i rapporti economici). Lo stato non interventista anche se la tendenza quella di subordinare il fattore politico a quello economico. Titolare della sovranit non pi la Corona ma la Nazione, coloro che esprimono una comune visione ideale e sociale e tendono a individuare la borghesia quale classe dominante. In realt, poich la nazione pu agire solo attraverso gli organi statali la sovranit nazionale diventa sovranit statale o parlamentare. La separazione dei poteri uno dei principi cardine di questa forma di stato assieme a quello della rappresentanza politica per cui la nazione opera solo mediante rappresentanti provenienti dal suo seno scelti attraverso le elezioni. E poi stabilito il divieto del mandato imperativo secondo cui gli eletti rappresentano lintera nazione e non solo coloro che li hanno votati anche se il suffragio ristretto esclude dal voto molti elettori rendendo lo stato uno stato monoclasse. Altra caratteristica dello stato liberale sta nel riconoscimento dei diritti di libert(diritti civili e libert negative) tutelati dalla costituzione che si configura come legge superiore,come d'altronde dimostra l'ondata di costituzioni europee ed anglosassoni. Si parla di stato legislativo in cui la legge atto fondamentale che deve garantire equilibrio tra autorit dello stato e libert dei singoli.

LO STATO DEMOCRATICO Lo stato democratico nasce dalla crisi dello stato liberale e si pone in continuit con questo poich ne fa propri i principi e gli istituti estendendoli per a diversi ceti sociali. Lo sviluppo capitalistico e lemergere delle contraddizioni sociali determinano, da un lato, lesigenza di un intervento regolatore dello stato e, dallaltro, lo sviluppo di partiti di massa caratterizzati da forte centralizzazione e da organizzazione aperta fondata su militanti e apparati professionali permanenti.

La prima caratteristica essenziale che differenzia lo stato democratico da quello liberale che in esso si attenua la separazione fra stato e societ e fra politica ed economia. Affermando la pari dignit di tutte le persone indipendentemente dalla loro condizione sociale si attenua la separazione tra stato e societ, fra politica ed economia -oggetto di decisioni politiche. Lo stato democratico si qualifica come stato sociale per sottolineare la nuova finalit di redistribuzione del reddito in modo da ridurre le disuguaglianze e favorire le classi pi deboli. Il principio costitutivo di questo stato che la sovranit appartiene al popolo che la esercita mediante il suffragio universale; lo stato dunque uno stato rappresentativo e pluriclasse. Il pluralismo sottintende la liceit del conflitto fra diversi gruppi ed interessi purch si svolga secondo le regole e i metodi democratici. La separazione dei poteri permane ma subisce modifiche rispetto a quella dello stato liberale: -si moltiplicano le funzioni statali non riconducibili alle tre tradizionali, -si affermano nuovi poteri costituzionali che svolgono funzioni di garanzia, controllo e intermediazione nei confronti degli organi titolari delle altre funzioni, -vengono riconosciute autorit amministrative indipendentiche esercitano funzioni normative, amministrative e talvolta giurisdizionali, assumono ruoli determinanti soggetti esterni allo stato-apparato come i partiti politici. Dalla combinazione tra democrazia e pluralismo scaturiscono le poliarchie: sistemi basati su una pluralit di gruppi in competizione per la gestione del potere che accresce il livello della partecipazione popolare ed arricchisce la democrazia reale. Nello stato democratico si affermano nuove categorie di diritti: libert positive (diritti politici e sociali) ma anche principi di libert e uguaglianza, intesa sia in senso formale che in senso sostanziale. Lo stato democratico uno stato costituzionale caratterizzato da costituzioni aperte, lunghe e rigide che mutano, almeno in parte, il ruolo del giudice, chiamato a svolgere unazione di prudente mediazione fra potere statale e societ. LA DIFFUSIONE DEL MODELLO DEMOCRATICO La diffusione del modello democratico si ha avuta prima in germania, giappone e italia dopo la seconda guerra mondiale, poi negli anni 70 in grecia portogallo e spagna con la caduta dei regimi autocratici, poi negli anni 80 per i paesi in via di sviluppo e neglia anni 90 per i paesi ex socialisti e dell'ex unione sovietica. La difficolt per la democratizzazione di trapiantare principi e valori dell'occidente in paesi che non li hanno assimilati per cui si avranno democrazie di facciata dovute allo scontro delle civilt democratico occidentali e le altre per cui l'unica alternativa di ricercare una convivenza che escluda la superiorit di una civilt sulle altre. Attualmente possiamo considerare effettivamente democratici solo 1/3 dei paesi esistenti, paesi che affrontano la crisi dello Stato democratico-sociale che si manifesta su terreni distinti quali quello: Socio-economico: le ragioni della crisi possono esser rinvenute nella globalizzazione delleconomia che sfuggita alle capacit di previsione e controllo dei singoli stati

che hanno assistito ad un progressivo declino della prevalenza politica e allascesa della possibilit di un governo democratico mondiale o di una pluralit di governi democratici sovranazionali che orientino e controllino lo sviluppo economico. Da qui deriva un ridimensionamento del ruolo degli Stati che faticano, inoltre, a far fronte alle domande sociali che lo sviluppo ha contribuito ad alimentare. Politico: una crisi imputabile, principalmente, alla crisi ideale, funzionale e strutturale dei partiti che si sono ridotti a strumenti di gestitone del potere il cui fine essenziale garantire la perpetuazione della presenza al governo. I partiti non svolgono pi la funzione di collegamento tra comunit sociale e stato e perdono la loro struttura di massa approdando a quella gerarchica incentrata sul leader che adotta le decisioni al di fuori di procedure e controlli democratici. Giuridico -costituzionale: si osserva che il voto popolare sempre pi condizionato dai mass media e dalla promessa di contro partite che determinano un voto di scambio, a scapito del voto di opinione. Inoltre, la crisi del parlamento (quale organo della rappresentanza politica) incapace di dare risposte repentine ai problemi che insorgono favorisce lascesa dellesecutivo e dei detentori del potere economico. A questo si debbono, infine, sommare le questioni connesse al terrorismo internazionale e la crisi delle costituzioni troppo spesso denigrate e sottovalutate. La crisi della politica ha favorita l'ascesa a ruoli di governo dei detentori del potere economico e la risp al terrorismo ha limitato le libert civili. In alcuni paesi si verifica la crisi di idea di costituzione che sostengono la superiorit della costituzione vivente, identificata nel sistema politico ed elettorale. In ogni caso per la democrazia ha dimostrato la sua superiorit storica su ogni altro regime contemporaneo ed riuscita a conciliare libert con eguaglianza uscendo anche da uno stato nazionale per proiettarsi ad una dimensione sovranazionale. LO STATO AUTORITARIO Lo stato autoritario quello che si imposto in europa fra le 2 guerre mondiali e gli esempi pi significativi sn l'italia con il fascismo e la germania con il nazionalsocialismo che nascono sempre come risp allo stato liberale. Ha come ideologia una illiberale e antipluralistica e d vita ad un sistema autocratico proponendosi di distruggere il movimento operaio e di sopprimere il dissenso. Sia il fascismo che il nazionalsocialismo esaltano la nazione,per il primo un'entit morale,politica ed economica mentre nel secondo intesa come comunit popolare basata sul sangue e la razza nn che in Italia nn si avranno cmq leggi razziali. In italia il partito si integra nello stato mentre in Germania questo superiore allo stato. L'italia viene definita uno stato totalitario in costruzione perch si fanno salve le libert religiose ma solo di quella cattolica,permane la corona ma solo simbolicamente per cui come in germania che uno stato totalitario vi il partito unico ed il capo carismatico ma la mobilitazione delle masse resta passiva. Nello stato autoritario si ha una statalizzazione coattiva per cui interventista e la

concentrazione del potere fortissima a livello sia verticale che orizzontale per cui le autonomie territoriali si sopprimono ed il potere legislativo al di sotto di quello esecutivo con una posizione di predominio per il capo del governo. In italia imp il gran consiglio del fascismo presieduto dal capo del governo perch esprime pareri obbligatori sulle leggi . Si ha una rappresentanza monopartitica e corporativa e la camera dei deputati sostituita da quella nn elettiva camera dei fasci. Vi quindi un unico partito che diviene ente di diritto pubblico e lo stato autoritario anche corporativo per cui si nega il pluralismo e la legittimit del conflitto infatti il corporativismo copre l'assenza di una concezione autonoma dell'economia dello stato autoritario che illiberale e repressivo che nega e limita i diritti politici e civili. La costituzione preesistente rimane formalmente in vigore ma viene erosa da quella vivente. LO STATO SOCIALISTA Lo stato socialista affermatosi in russia si esteso in vari paesi dell'asia e a cuba e la crisi che lo ha travolto soprattutto nell'urss nn lo deve far sottovalutare. Anche lo stato socialista nasce in contrapposizione a quello liberale ed ha delle caratteristiche simili allo stato autoritario,in esso si impone un modo di produzione collettivistico che sostituisce al mercato un piano economico quinquennale e una parziale accettazione del mercato si avuto negli urss e anche la cina ha cercato ultimamente di superare l'economia pianificata. L'ideologia dello stato socialista collettivistica,classista e internazionalista e si fonda sul marxismo e leninismo quindi sulla dittatura del proletariato per arrivare ad una societ comunista senza classi. La statalizzazione vede una preponderanza della politica sull'economia e della sfera pubblica su quella privata e lo stato apparato gestito da un ceto burocratico privilegiato ,l'urss un classico esempio di regime totalitario e per popolo si deve intendere l'alleanza degli operai e dei contadini. L'unit del potere statale vince sulla separazione dei poteri con il parlamento come organo superiore. Doppia dipendenza: ogni organo del potere dipende orizzontalmente dal corpo elettorale e verticalmente dall'organo di livello superiore e l'organo che preminente la presidenza collegiale del parlamento che esercita tramite decreti il potere legislativo e di nomina e revoca e di cui fanno parte i massimi esponenti del partito. Ci che la differenzia dalla democrazia e che si ha un mandato imperativo e la revocabilit degli eletti inoltre si ha un carattere monolitico ed omogeneo delle rappresentanza. Il ruolo guida del partito comunista riconosciuto dalla costituzione e si ha un centralismo democratico pr cui ogni organo eletto ed responsabile verso i propri elettori, le decisioni degli organi di livello superiore sono vincolanti per quelli inferiori e la linea approvata dalla maggioranza deve essere attuata. riconosciuto ampio spazio ai diritti economico sociali ei diritti politici sono funzionalizzati alla tutela degli interessi dello stato della societ e della collettivit

anche se questi vengono negati all'opposizione. Il principio della legalit socialista nn assistito da una giustizia costituzionale perch il sindacato di costituzionalit affidato alla stessa assemblea per cui nn garantita l'indipendenza della magistratura. Si ha anche la procura che vigila sulla legalit socialista con un organo eletto dal parlamento nazionale in oltre si hanno costituzioni bilancio brevi e flessibili che divengono programmatiche lunghe e rigide per cui si hanno importanti revisioni costituzionali per la poca stabilita di tali governi. La crisi dell'unione sovietica e degli stati socialisti ha origine dalla riforma di gorbaciof per cui si separano i poteri, si modifica il sistema elettorale, si afferma il pluralismo politico e l'urss cosi eroso si disgrega in seguito ad un fallito colpo di stato nel 91 per cui si mette fuorilegge il partito comunista dando vita ad un regime transitorio. L'urss poi cessato di esistere dando vita ad una comunit di stati indipendenti. La cecoslovacchia si divide invece in repubblica ceca e repubblica slovacca e l'ex jugoslavia composta dalle odierna croazia, slovenia, macedonia, bosnia, serbia e montenegro. Tra l 89 e il 98 tutti gli stati ex socialisti danno vita a nuove costituzione per un modello democratico pluralistico. In tutti questi paesi emergono seri problemi come il mancato riconoscimenti dei diritti alle minoranza, l'arretratezza economica e la limitazione dei diritti dell'opposizione. CENNI AGLI STATI IN VIA DI SVILUPPO Gli stati in via di sviluppo sono per la maggior parte quelli dell'america centrale e meridionale dll'africa e dell'asia e sono anche detti paesi del terzo mondo. Gli elementi comuni sono la colonizzazione, il sottosviluppo e la debolezza dell'identit nazionale. Tutti questi paesi hanno avuto il dominio coloniale ottenendo l'indipendenza nel 20sec e tutti sono sottosviluppati dal punto di vista economico e sociale e la ricchezza a vantaggio di ristretti gruppi privilegiati poich vi un economia rurale basata sullo scambio in natura e condizioni di servaggio. Molti di questi stati nascono senza un'identit nazionale, spesso entro confini arbitrariamente disegnati e avendo un pluralismo etnico o tribale per cui l'elite assume un'ideologia ultra nazionalista. Nell'evoluzione costituzionale dei paesi in via di sviluppo vi un primo ciclo in cui si adottano le costituzioni liberaldemocratiche ad es dell'ex potenza coloniale ed un ciclo fallimentare in quanto sono diverse le condizioni economiche sociali e culturali rispetto al paese modello. Il messico e l'india hanno compiuto una rivoluzione nazionale per cui adottano una costituzione democratica che riconosce il pluralismo e un sistema federale. Un secondo ciclo costituzionale si ha con i regimi autoritari nati da colpi di stato militari per cui l'esercito svolge un ruolo fondamentale. Un terzo ciclo dei paesi socialisti come gli stati asiatici e Cuba che adottano il socialismo nazionale con un'ideologia nazionalista.

Il 4 ciclo quello di fine anni 80 dei paesi del centro e sud america. Un paese che passato da regime autoritario a democratico la repubblica sud africana grazie a Mandela per cui si ha avuta una nuova costituzione con carta dei diritti e principi democratici. Nei paesi dell'america latina vi un potere forte del presidente ai danni del popolo e in algeria vi sono guerre fra terroristi islamici e l'esercito. Paesi che hanno avuto controtendenze di tipo autoritario sono la Thailandia per cui si hanno regimi di tipo militare. Il fenomeno piu anti democratico quello che si rif ad una forma di stato arcaica con la riscoperta della religione come fondamento che d vita allo stato teocratico come ad es si ha in Iran in cui si sono costituzionalizzati i principi del corano. LE FORME DI GOVERNO la forma di governo indica l'insieme delle regole per la distribuzione del potere fra gli organi al vertice, una nozione quindi pi ristretta di quella di forma di stato ed strumentale ad esse perch lo stato apparato il mezzo per il perseguimento dei fini generali. La distinzione tra forma di stato e forma di governo recente e risale alla separazione fra stato e societ avutasi con lo stato assoluto e alla distribuzione del potere fra diversi organi avutasi con lo stato liberale che quindi non si ha negli stati autocratici e invece negli stati democratici esiste un legame molto stretto tra forma di stato e forma di governo. CRITERI DI CLASSIFICAZIONE Nella prassi costituzionale vi sono diverse forme di governo, ma soltanto nella forma Stato liberale e in quello democratico-pluralistico, mentre assai diverso nelle forme di Stato di tipo autocratico, caratterizzate da una forte concentrazione del potere, nelle quali si affermato che la forma di Stato assorbe largamente quella di governo, riducendola a un insieme di modalit organizzative piuttosto marginali (Leopoldo Elia) In che modo possiamo classificare le forme di governo? Vediamo alcuni criteri A)Grado di separazione esistente fra i poteri: -forme di governo a separazione rigida (presidenziale) e -forme di governo a separazione flessibile o basate sulla collaborazione tra i poteri (parlamentare). B) Individuazione dellorgano titolare dellindirizzo politico: -forma di governo costituzionale pura (monarchica o presidenziale), -forma di governo costituzionale parlamentare (monarchica o repubblicana) -forma di governo costituzionale direttoriale (repubblicana)

-a seconda che la titolarit dellindirizzo politico venga attribuita al Capo dello Stato -al raccordo Governo-Parlamento -allorgano collegiale che svolge congiuntamente le funzioni di Governo e di Capo dello Stato C)Forme di governo monistiche e dualistiche : Si basa sul criterio della composizione del potere esecutivo e distingue, a seconda che al suo vertice sia posto un unico organo (il Governo o il Capo dello Stato) o vi siano entrambi gli organi, tra forme di governo a esecutivo monista (presidenziale, parlamentare e direttoriale) e a esecutivo dualista (parlamentare, semiparlamentare, semipresidenziale) D)Legittimazione degli organi una distinzione che ha avuto grande fortuna nella dottrina italiana pi recente quella tra forme di governo monistiche e dualistiche. Una parte della dottrina utilizza il criterio della composizione del potere esecutivo e distingue tra forme di governo ad esecutivo monista (presidenziale, parlamentare e direttoriale) e ad esecutivo dualista (parlamentare, se mi parlamentare, se mi presidenziale). Il criterio proposto discutibile per la sua staticit, in quanto, non tenendo conto della dinamica dei rapporti tra i poteri, esclude delle forme di governo dualistiche quella presidenziale degli Stati Uniti, caratterizzata dalla natura monocratica dell'esecutivo, impersonato dal presidente, mentre vi include le forme di governo parlamentare con un presidente eletto dal parlamento e quelle monarchiche. Il criterio di distinzione tra monismo e dualismo pi corretto quello della legittimazione degli organi posti al vertice del potere esecutivo e di quello legislativo. Pertanto risultano monistiche le forme di governo nelle quali il solo parlamento direttamente legittimato dal corpo elettorale e da esso deriva il governo: quella direttoriale e quella parlamentare, tanto repubblicana, nella quale il presidente eletto da un organo parlamentare, quanto monarchica, dal momento in cui il re viene ad essere emarginato dalla direzione del potere esecutivo. Sono dualistiche le forme di governo nelle quali i due organi di vertice dell'esecutivo e delle legislativo hanno una distinta legittimazione. Alle forme di governo dualistiche viene talvolta attribuita la capacit di garantire l'equilibrio tra l'organo legislativo e quello esecutivo. Tuttavia nei fatti la forma di governo presidenziale si caratterizzata per uno squilibrio a vantaggio del presidente, con l'eccezione degli Stati Uniti d'America, dove si sono alternati fasi storiche di prevalenza del parlamento e del presidente. E)Natura del rapporto parlamento governo e il ruolo del capo dello stato. due sono i criteri che pare opportuno impiegare: luno attiene al rapporto tra parlamento e governo, l'altro alla derivazione e al ruolo del capo dello Stato. Circa il primo aspetto, il criterio fa riferimento all'esistenza o meno di un rapporto di fiducia tra parlamento e governo, in base alla quale viene operata la classica bipartizione tra forma di governo parlamentare e forma di governo presidenziale.

Vari autori prendono in considerazione una terza categoria, la forma di governo direttoriale, la quale prevede che linvestitura iniziale del governo da parte del parlamento non corrisponde nel corso della legislatura il potere dell'assemblea di revocare la fiducia n d'altra parte l'esecutivo pu ricorrere allo scioglimento delle camere. Il rapporto di fiducia comporta sempre la responsabilit politica del governo nei confronti del parlamento, che questo pu far valere mediante l'approvazione di una mozione di sfiducia che costringe il primo a dimettersi. A sua volta l'esecutivo pu decidere di porre la questione di fiducia sulla sua politica generale o su una proposta specifica, con la quale annuncia che in caso di voto negativo del parlamento assegner le dimissioni. Il criterio del rapporto di fiducia tra parlamento e governo pu essere utilmente integrato con quello rappresentato dalla derivazione e dal ruolo del capo dello Stato: questo pu essere un monarca oppure un presidente, eletto da un organo ristretto o dal popolo, e la sua posizione pu essere estranea all'indirizzo politico o di partecipazione attiva alla sua determinazione. Se si tiene conto dei due criteri, possibile classificare le forme di governo in cinque categorie: 1. La monarchia costituzionale dove nn si ha un rapporto di fiducia fra parlamento e governo e i ministri sono responsabili nei confronti del capo di stato titolare del potere esecutivo 2. Il governo parlamentare dove vi il rapporto di fiducia per cui il governo deriva dal parlamento e il capo dello stato, se presidente, eletto da un organo parlamentare 3. Il governo presidenziale dove nn vi il rapporto di fiducia e il potere di sciogliere il parlamento e il presidente eletto dal popolo 4. il governo direttoriale dove il governo eletto dal parlamento e svolge collegialmente le funzioni di capo di stato 5. Il governo semi-presidenziale dove il governo nominato dal presidente ed responsabile nei confronti del parlamento ed il presidente eletto a suffragio universale La prima forma di governo ha solo valore storico. MONARCHIA COSTITUZIONALE La monarchia costituzionale caratterizza il passaggio fra stato assoluto e stato liberale. Si afferma prima in inghilterra con la bill of rights con il trono di guglielmo d'orange che attribuisce al parlamento poteri per la successione al trono. In europa continentale si ha con la rivoluzione francese per cui il corpo legislativo e il re hanno qualit di rappresentanti della nazione. All'epoca della restaurazione tale governo viene definito governo costituzionale puro per cui il monarca non piu assoluto ma, deve rispettare le regole della costituzione per cui si tratta di governo dualistico con potere esecutivo del re e legislativo del parlamento, il governo non esiste e i ministri del re sono un organo consultivo poich egli il titolare dell'indirizzo politico. Il parlamento non ha per un ruolo secondario per cui il re per scioglierlo deve

convocare una nuova camera elettiva entro un termine e tale camera ha potere di accusa per i ministri e immunit dei singoli parlamentari. La dinamica della forma di governo in europa continentale porta ad una preminenza del re, mentre in inghilterra tende a prevalere l'organo legislativo. FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE La monarchia costituzionale si trasforma per via consuetudinaria e convenzionale in monarchia parlamentare. In Gran Bretagna ci si verifica nel corso del XVIII secolo: dopo il 1714 con lascesa al trono di Giorgio I della dinastia degli Hannover, il Cabinet, nato fin dallepoca degli Stuart per riunire i pi stretti collaboratori del Re e che derivava la sua denominazione dalla stanza privata di lavoro di questi, si riunisce autonomamente sotto la presidenza di un Ministro (il Primo Lord del Tesoro), che assume un ruolo preponderante, trasformandosi progressivamente in Primo Ministro. In Francia con la costituzione del 1830 si afferma nella prassi la procedura per cui uninterpellanza parlamentare pu sfociare in un dibattito e nel voto di un ordine del giorno motivato contro il Governo; anche in Belgio, in Italia e in altri ordinamenti la prassi va nel senso dellaffermarsi della responsabilit politica del Governo nei confronti del Parlamento. La responsabilit politica del Governo nei confronti del Parlamento si afferma grazie allevoluzione dellistituto dellimpeachment, attraverso il quale la Camera elettiva si libera dei Ministri politicamente sgraditi, i quali rispondono politicamente degli atti che hanno controfirmato. Tale responsabilit da individuale diventa collegiale, anche grazie al ruolo di direzione svolto dal Primo Ministro. Il Capo dello Stato, su richiesta del Governo, fa ricorso al potere di scioglimento in contrapposizione alla volont politica della maggioranza del Parlamento ostile al Governo, rimettendo la soluzione del conflitto al corpo elettorale. Quindi il Re continua a svolgere un ruolo importante, partecipando insieme al Governo alla determinazione dellindirizzo politico, ma, con un Parlamento titolare non solo del potere legislativo, ma anche di un potere di controllo politico sullEsecutivo. In questa fase il dualismo riscontrabile a tre livelli: istituzionale, nel rapporto di equilibrio fra potere esecutivo e potere legislativo, entro il potere esecutivo che a due teste, sociale, derivante dal confronto fra aristocrazia e borghesia, le quali trovano il proprio punto di riferimento rispettivamente nel Re e nella Camera elettiva. La posta in gioco rappresentata dalla conquista dellegemonia sul Governo e quindi della titolarit dellindirizzo politico. Pertanto storicamente quella dualistica si configura come una fase transitoria,destinata a sfociare nella supremazia dellorgano espressione della classe vittoriosa.

La forma di governo parlamentare si caratterizza in senso monistico in Gran Bretagna nel corso del XIX secolo: nel 1832 viene varata unimportante riforma elettorale, che aumenta il corpo elettorale del 50% circa, e ridistribuisce i seggi dai villaggi contadini in via di spopolamento (i cc.dd. borghi putridi) alle citt in espansione, favorendo il rafforzamento della borghesia nella Camera dei Comuni; nel 1834 per lultima volta il Re (Guglielmo IV) revoca il Primo Ministro (Lord Melbourne) e scioglie la Camera che sostiene il Governo, ma le elezioni riconfermano la maggioranza uscente e il Re costretto a inchinarsi alla volont popolare. In Francia la responsabilit politica collegiale dei Ministri di fronte alle Camere viene proclamata nelle leggi costituzionali del 1875 che inaugurano la III Repubblica (art. 6, l. 25 febbraio 1875 sullorganizzazione dei poteri pubblici), ma laffermarsi del monismo avviene soprattutto in seguito alla crisi del 16 maggio 1877: il Presidente della Repubblica Mac Mahon costringe alle dimissioni il Primo Ministro moderato Simon, lo sostituisce con una persona di sua fiducia e scioglie la Camera dei deputati che aveva votato un ordine del giorno contro il nuovo Governo, ma le nuove elezioni danno la vittoria ai repubblicani e il Presidente costretto prima a sottomettersi alla volont popolare,accettando di formare un governo espressione della maggioranza, e dopo due anni a dimettersi dalla carica. Negli altri Paesi europei laffermazionedel modello monista si accompagna alla progressiva estensione del suffragio e alla graduale emarginazione del Capo dello Stato rispetto alla formazione del Governo e alla determinazione dellindirizzo politico. Nella forma di governo parlamentare monistica il Governo deriva ormai dalla volont del Parlamento ed entrambi gli organi sono titolari dellindirizzo politico. atti dovuti; altri risultano fortemente condizionati dalla volon La maggior parte dei poteri del Capo dello Stato sono meramente formali: alcuni si configurano come t della maggioranza parlamentare (come la nomina dei Ministri) o passano sostanzialmente nelle mani del Governo (il che si verifica per tutti gli atti normativi del potere esecutivo e per lo scioglimento del Parlamento) o, pi raramente, sono condivisi fra questi e il Capo dello Stato. Nella forma di governo parlamentare possono considerarsi due modelli: quello a prevalenza del Governo, tipico dellesperienza inglese (ma anche ormai in Italia), e quello a prevalenza del Parlamento, tipico dellesperienza francese. FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE PREVALENZA GOVERNO:Il regno unito il regno unito ha una forma di governo parlamentare monista classica, ma basata in gran parte su regole non scritte, consuetudine arie o convenzionali. La peculiarit dell'ordinamento britannico quella di non avere una costituzione scritta, il che non significa che non abbia una costituzione sostanziale, la quale costituita, oltre che da regole non scritte, da un insieme di leggi. Il monismo della forma di governo deriva dalla centralit del rapporto tra corpo elettorale, camera dei comuni e governo, con la conseguente progressiva emarginazione della corona e della camera dei Lords.

Grazie al sistema politico bipartitico il corpo elettorale, votando per la camera dei comuni, nelle leggi direttamente il primo ministro, ma d anche una indicazione di governo a favore del partito che otterr la maggioranza assoluta dei seggi, ed il suo leader. Solo la camera dei comuni legittimato a votare la sfiducia al governo. Nell'ambito del governo il gabinetto, che comprende una ventina di ministri, funge di fatto da comitato direttivo del parlamento, in quanto pu contare su una maggioranza coesa all'interno della camera dei comuni, che approva le leggi necessarie all'attuazione del suo programma. A sua volta il primo ministro, leader del partito che detiene la maggioranza dei seggi alla camera, svolge un ruolo fondamentale e cio la proposta di nomine e di revoca dei ministri, ma delinea anche la direzione del governo, essendo geneticamente collocato al di sopra di ministri e potendo avvalersi di organismi ristretti. Inoltre gli esercita ampiamente il patronage, vale a dire il potere di proporre al re la nomina di titolari di svariate cariche. Infine di fatto il primo ministro a decidere lo scioglimento della camera dei comuni. Per quel che riguarda i rapporti parlamentogoverno, l'esecutivo una volta nominato, non ha bisogno di un vero e proprio voto di fiducia iniziale. Emerge che la forma di governo britannica il governo del gabinetto. Tuttavia n gli anni 60 con la leadership di Blair, vari autori hanno preferito usare l'espressione di governo del primo ministro. Vi stato ora un aumento della popolarit e dei poteri del primo ministro ma, nella forma di governo e esistono vari contrappesi: la corona, il partito di maggioranza, l'opposizione: - Tutti poteri pi significativi della corona nel tempo hanno acquistato carattere prevalentemente formale. Il fenomeno come primo ministro il leader del partito che ha ottenuto la maggioranza alle elezioni. Infine per lo scioglimento della camera diventa decisiva l'iniziativa del primo ministro. Quindi il monarca mantiene tre diritti: quello di essere consultato, quello di incoraggiare, quello di mettere in guardia. Tuttavia in situazioni eccezionali il re pu riacquistare un certo margine di azioni, cos nell'ipotesi di crisi del partito di maggioranza. Si ritiene che il re possa revocare il primo ministro, quando questi attenti alla democraticit dell'ordinamento. - Il secondo contrappeso allo strapotere del premier rappresentato dal partito maggioritario. Il primo ministro non eletto direttamente dal corpo elettorale, ma diventa tale in quanto stato scelto come leader del partito maggioritario. Ci comporta che nella gestione di governo e gli tenga conto degli orientamenti manifestati dal proprio partito e debba conservare la fiducia.

- infine il terzo e pi importante contrappeso al dominio del primo ministro e della maggioranza rappresentato dal ruolo dell'opposizione, alla quale attribuito, oltre il diritto di criticare e di controllare l'azione del governo, quello di avanzare le proprie proposte politico- programmatiche per garantire il realizzarsi dell'alternanza alla testa dell'esecutivo. RAZIONALIZZAZIONE DELLA FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE A PREV PARLAMENTO III REPUBB FRANCESE nel corso della terza Repubblica si afferma la prevalenza del parlamento sul governo. All'inizio vi era una forma di governo parlamentare dualistica. Da un lato viene sancita la responsabilit politica del governo nei confronti del parlamento e viene proclamata la Repubblica con un presidente eletto per sette anni dall'assemblea nazionale e i cui poteri sono soggetti alla controfirma ministeriale. Dall'altro lato l'esecutivo bicefalo; i ministri sono nominati dal presidente e nulla esclude che siano responsabili anche nei suoi confronti; accanto alla camera dei deputati elettiva posto in posizione paritaria un senato, eletto indirettamente e rappresentativo soprattutto dei piccoli comuni rurali conservatori; infine il capo dello Stato pu scegliere la camera su parere conforme del senato. Poi si passa una forma di governo monistica in quanto il potere di scioglimento cade in disuso e il presidente della Repubblica svolge un ruolo estraneo all'indirizzo politico. Nella determinazione dell'indirizzo politico il parlamento a svolgere un ruolo preponderante, che controlla il governo, ma anche interviene attivamente nell'amministrazione dei singoli dicasteri. Inoltre, poich la responsabilit politica del governo non giuridicamente disciplinata, si inaugura la prassi per cui sufficiente un voto negativo del parlamento, o anche di una sua commissione, su una proposta dell'esecutivo per provocarne le dimissioni. I governi sono fortemente instabili, in quanto derivano da accordi di coalizione tra partiti scarsamente disciplinati. In definitiva l'esperienza francese si basa su una molteplicit di partiti flessibili e sulla supremazia del parlamento. RAZIONALIZZAZIONE DELLA FORMA DI GOV PARLAMENTARE DOPO I GUERRA MONDIALE:Repubblica di Weimar Dopo la prima guerra mondiale si istaurano una serie di costituzioni repubblicane e ci si propone di razionalizzare il parlamento per stabilizzare l'esecutivo mettendo per iscritto alcune norme del rapporto di fiducia e stabilendo che il governo ha l'obbligo di dimettersi solo per una mozione di sfiducia del parlamento.

Ad un monismo forte si ispira la costisuzione austriaca avutasi grazie Kelsen al cui cento vi il parlamento e il consiglio nazionale da cui derivano sia il governo sia il presidente della repubblica eletto dall'assemblea federale e che riunisce le 2 camere con una prevalenza di quella elettiva con la creazione del primo tribunale costituzionale.Il consiglio Nazionale non pu essere sciolto ma si pu autosciogliere. Piu equilibrato il monismo della costutuzione cecoslovacca (1920) con maggiori poteri al senato e al presidente della repubblica con una piu forte razionalizzazione della mozione di sfiducia che prevede alcune garanzie ad esempio deve essere proposta da 100 deputati e discussa ameno 8 giorni dopo. Altri ordinamenti dualistici che prevedono accanto al parlamento un presidente sono quello della germania e della finlandia ma, sia la regolamentazione del voto di sfiducia, sia il rafforzamento di uno o dell'altro organo costituzionale decretano il fallimento della razionalizzazione e la nascita di regimi autoritari. La costituzione di Weimar la prima costituzione democratica delle germania che entra in vigore nel 1919 per un compromesso e una mediazione tra forze popolari e conservatrici per cui vi un dualismo di principi tra la sovranit popolare e l'autorit quindi tra camera e elettiva e presidente del Reich. La novit piu rilevante un presidente eletto dal popolo e alla previsione del rapporto di fiducia corrisponde il potere del presidente di sciogliere la camera. Il parlamento costituito oltre che dalla camere elettiva da un senato con potere di veto sulle leggi ordinarie e di revisione costituzionale.inoltre pu richiedere il referendum popolare in qualsiasi momento. Il governo ha un principio monocratico rappresentato dal cancelliere e uno collegiale rappresentato dal consiglio dei ministri. Il presidente de Reich eletto a suffragio universale per 7 anni ed rielegibile avendo poteri come la nomina del cancelliere e dei ministri e lo scioglimento della camera. Il Rapporto di fiducia comporta l'obbligo di dimettersi da parte dei ministri in caso di sfiducia. Ma non vi un termine per la fiducia iniziale, quindi questo provoca la presenza di governi di minoranza. Nella forma di governo vi una duplice componente l'una parlamentare rappresentativa basata sulla fiducia tra camera elettiva e governo e l'altra presidenziale plebiscitaria fondata su l rapporti fra corpo elettorale e capo dello stato.La forma di governo quindi dualista,basata su un equilibrio fragile,pluripartitismo estremo con partiti anti sistema, inoltre un sistema altamente proporzionale x elezione delle camere. Fino al 1930 nella prassi prevale la componente parlamentare,la repubblica di Weimar deve la sua fine ad un ripetuto autosciglimento del parlamento che non

voleva approvare le misure eccezionali adottate dall'esecutivo, successivamente emerge con Hitler quella presidenziale attraverso referendum popolare. RAZIONALIZZAZIONE II DOPOGUERRA: IV REP FRANCESE dopo la seconda guerra mondiale vi sono due successive ondate di costituzioni che si propongono di razionalizzare le istituzioni parlamentari e di garantire tanto la democraticit quanto l'efficienza della forma di governo parlamentare. La nuova razionalizzazione consiste non solo nel disciplinare rapporto di fiducia nei suoi vari esperti, attinenti all'investitura del governo, alla mozione di sfiducia e alla questione di fiducia, al fine di garantire la stabilit dell'esecutivo, ma anche nel prevedere vari organi di garanzia, chiamati a mediare e a risolvere i potenziali conflitti tre poteri dello Stato. In Francia, dopo la parentesi rappresentato dal governo dittatoriale di Vichy, indomani della liberazione viene inaugurata la quarta Repubblica con l'approvazione mediante referendum popolare di una nuova costituzione. La costituzione prevede una forma di governo parlamentare monistica razionalizzata. Il parlamento composto di due camere, l'assemblea nazionale eletto con un sistema proporzionale, ed il consiglio della Repubblica, che rappresenta le politica locali, ma si tratta di un bicameralismo imperfetto, in quanto la seconda camera non esercita il controllo politico del governo e sul terreno legislativo funge da camera di riflessione. Esecutivo composto da due organi: il presidente della Repubblica, il quale eletto del parlamento per sette anni, pu essere rieletto una sola volta ed titolare di poteri ridotti; il governo, che comprende il Consiglio dei Ministri ed il presidente del consiglio. Gli elementi di razionalizzazione della forma di governo sono: 1) il procedimento di formazione del governo, l'articolo 45 della costituzione stabilisce che il presidente del consiglio viene prima designato dal presidente della Repubblica, poi ottiene la fiducia dell'assemblea nazionale a maggioranza assoluta dei componenti, infine viene nominato capo dello Stato insieme ai ministri da lui scelti. 2) La questione di fiducia, la quale pu essere posta dal presidente del Consiglio dei Ministri su delibera di quest'ultimo su una misura specifica e pu essere negata solo dalla maggioranza assoluta dell'assemblea nazionale, e dall'articolo 50, che richiede un'analoga maggioranza per l'approvazione di una mozione di censura, che obbliga il governo di mettersi. 3) Infine l'articolo 51, stabilisce rigide condizioni per il ricorso allo scioglimento dell'assemblea nazionale, che pu essere deliberato in Consiglio dei Ministri solo quando nell'arco di 18 mesi si siano avute due crisi di governo parlamentare.

FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE IN ITALIA in Italia la decisione della forma di governo parlamentare viene compiuta all'interno dell'assemblea costituente, con l'intento di dare stabilit all'azione di governo e di evitare le degenerazioni del parlamentarismo. La forma di governo monistica, razionalizzata e corretta. Il presidente della Repubblica deriva dal parlamento e dei rappresentanti dell'unit nazionale distinto dal potere esecutivo. La rilevanza di alcuni poteri, come la nomina del governo e il scioglimento delle camere non riduce il presidente ad una funzione meramente notarile ed in situazioni di crisi politico- istituzionale e gli assume un ruolo crescente di intermediazione politica e di intervento attivo nella polemica politica. La razionalizzazione della forma di governo risulta dalla disciplina del rapporto di fiducia, dall'attribuzione al presidente del consiglio di una funzione di derivazione e di coordinamento dell'attivit del governo, nella previsione di atti normativi primari di competenza dell'esecutivo. Tuttavia si tratta di una razionalizzazione debole, che si riduce a regolamentare soprattutto la mozione di sfiducia e non adotta adeguati meccanismi volti a garantire la stabilit del governo. Viene quindi a prevalere la natura corretta della forma di governo, consistente nella previsione di un sistema di limiti e di garanzia nei confronti del potere della maggioranza, quali il decentramento regionale, il controllo sulla legittimit costituzionale delle leggi, il referendum abrogativo. In definitiva la forma di governo risulta flessibili e aperta ad esiti diversi, dipendenti dal ruolo dei partiti e dall'evoluzione del sistema politico. Quindi, la forma di governo il grande merito di realizzare l'obiettivo storico di garantire la convivenza tra forze divise ed il radicamento della democrazia pluralistica, ma il suo funzionamento manifesta una serie di limiti: linstabilit e l'eterogeneit dei governi, la debolezza del presidente del consiglio, inefficienza dell'accordo parlamento- governo e l'indebolimento dello stesso parlamento. All'inizio degli anni '90 si produce una crisi del sistema politico, determinata da fattori sia internazionali sia interni, con il conseguente affermarsi di nuovi partiti e di nuovi schieramenti politici. Parallelamente entra in crisi la forma di governo, che non riesce pi a garantire una funzionamento adeguato delle istituzioni.

Da qui prende avvio una fase di transizione dove camere senato vengono trasformati in sistemi maggioritari a turno unico per tre quarti dei seggi e proporzionali per il quarto restante. Di conseguenza il sistema dei partiti tende verso una bipolarizzazione tra centrodestra e centrosinistra. Ma si tratta di un bipolarismo imperfetto, in quanto vi sono partiti che rimangono esterni ai due poli. Inoltre non si verifica una consistente riduzione del numero dei partiti rappresentati perch i partiti minori possono sfruttare il loro peso per la conquista dei seggi nei collegi uninominali, per la qual sufficiente la maggioranza relativa, per ottenere un buon numero di candidature di coalizione. Dalla riforma dei sistemi elettorali e dalla trasformazione del sistema politico consegue una funzionamento parzialmente maggioritario della forma di governo. Tuttavia non si produce una apprezzabile stabilit del governo. Per altri aspetti funzionamento della forma di governo risulta ipermaggioritario, in quanto squilibrato favore della maggioranza. Ci deriva dalla mancata adozione di uno statuto dell'opposizione, che riconosca a questa adeguati poteri e diritti, e dal mancato adeguamento dei quorum di garanzia. Fino ad oggi non vi stata nessuna revisione costituzionale relativa la forma di governo. In particolare naufragato di fronte alla camera dei deputati il progetto di riforma dell'intera parte seconda della costituzione. REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA nel 1949 la legge fondamentale di Boon, divenuta la costituzione della Germania unificata, adotta una forma di governo parlamentare razionalizzata, che garantisce al cancelliere cio il primo ministro una posizione importante. prevista l'elezione diretta del cancelliere da parte della camera dei deputati. L'assemblea pu eleggere a maggioranza assoluta il candidato proposto dal presidente federale oppure, se questo non viene eletto, una persona diversa. In caso di esito negativo si procede a una terza votazione, nella quale risulta eletto chi ottiene pi voti: se si tratta della maggioranza assoluta, il presidente tenuto a nominarlo a cancelliere; se la maggioranza solo relativa, il capo dello Stato pu scegliere tra la nomina e lo scioglimento della camera dei deputati. Spetta al cancelliere proporre la nomina e la revoca, dei ministri al presidente federale. La posizione del cancelliere e la stabilit del governo sono rafforzato da vari meccanismi di razionalizzazione che sono: - mozione di sfiducia costruttiva, in base alla quale la camera dei deputati pu votare la sfiducia al cancelliere solo se ne elegge contestualmente uno a maggioranza assoluta, dovendo intercorrere tra presentazione della mozione ed elezione almeno 48 ore. I vantaggi sono evitare i tempi morti delle crisi di governo, ma anche rafforzare la stabilit dell'esecutivo in carica. - La questione di fiducia, che viene posta dal cancelliere e deve ottenere l'approvazione della maggioranza assoluta della camera dei deputati. Qualora ci non si verifichi, se la camera non elegge a maggioranza assoluta un nuovo cancelliere entro 21 giorni, il presidente pu procedere al suo scioglimento su proposta del cancelliere oppure pu dichiarare lo stato di emergenza

legislativa. - Ricorso allo stato di emergenza legislativa, che pu essere dichiarata dal presidente, su richiesta del governo e con l'assenso del senato, quando la camera dei deputati respinge un progetto di legge del quale il governo abbia dichiarato l'urgenza. In queste ipotesi, qualora il progetto venga nuovamente respinto dalla camera, diventa legge con l'assenso del solo senato e nell'arco di sei mesi ogni altro progetto di legge respinto dalla camera dei deputati pu essere approvato con le stesse modalit. - Scioglimento della camera dei deputati da parte del presidente federale. La costituzione prevede due ipotesi: l'elezione di un cancelliere a maggioranza solo relativa e la mancata approvazione di una questione di fiducia. La forma di governo parlamentare in Germania ha un funzionamento di tipo maggioritario, reso possibile sia dai meccanismi di razionalizzazione sia dalla natura del sistema elettorale e del sistema dei partiti. TENDENZE PARLAMENTARISMO CONTEMPORANEO dalle costituzione del primo dopoguerra emergono tre tendenze della forma di governo parlamentare: 1) la tendenza monistica si manifesta nella centralit del rapporto tra maggioranza parlamentare e governo, mentre il capo dello Stato viene considerato estraneo al gioco politico e collocato in una posizione di imparzialit. Occorre distinguere il monismo di diritto o di fatto. La prima ipotesi si realizza nella repubblica parlamentare, nelle quali il presidente eletto dal parlamento o da un'assemblea paritetica di deputati ed i delegati degli stati membri. 2) La seconda tendenza del parlamentarismo contemporaneo rappresentata dalla razionalizzazione dei rapporti parlamento- governo. Vari ordinamenti prevedono l'elezione parlamentare del solo primo ministro. Il voto di fiducia iniziale all'intero governo raro. Nella maggioranza delle monarchie parlamentari il governo entra in funzione con la nomina del re e quindi la fiducia del parlamento la presunta. La mozione di sfiducia regolamentata in modo da rafforzare la stabilit del governo e da evitare che questo sia messo in crisi da qualsiasi voto negativo del parlamento. Infine, per quel che riguarda il scioglimento del parlamento, si verifica una dissociazione tra la titolarit formale del potere, che spetta quasi sempre al capo dello Stato e la sua titolarit sostanziale, che, tramite la proposta e/ o la controfirma, del governo, anche se in alcuni casi si configura come un potere condiviso o spettante al solo capo dello Stato. Numerosi ordinamenti disciplinano le cause giustificate dello scioglimento. Varie costituzioni fanno esplicito riferimento allincapacit del parlamento di formare un governo o alla crisi di governo provocata dal rigetto della fiducia o dall'approvazione di una mozione di sfiducia, configurando un'ipotesi di scioglimento funzionale. Mentre si ha una scioglimento maggioritario, prevalente nei riordinamenti anglosassoni, determinato dalla volont del primo ministro di scegliere il momento pi favorevole alla maggioranza per andare a nuove elezioni o di sottoporre al

corpo elettorale un'importante decisione politica. 3) La terza tendenza del parlamentarismo contemporaneo quella al rafforzamento del governo e soprattutto del primo ministro. In particolare nel 1970 Elia ha proposto una tripartizione: la forma di governo parlamentare a bipartitismo rigido, tipica del regno unito e caratterizzata dall'elezione popolare di fatto del primo ministro e dalla prevalenza di questi sul governo e del governo sul parlamento; quella a multipartitismo temperato, contrassegnata dall'assenza sia di investitura popolare del primo ministro sia di una forte instabilit governativa; quella a multipartitismo estremo, caratterizzata dalla instabilit dei governi e dalla debolezza del primo ministro. Nel 1978 Colliaed ha distinto le forme di governo parlamentare in stabilizzate e non stabilizzate, a seconda della stabilit o meno della maggioranza. Si possono distinguere le forme di governo parlamentare contemporanea in due sottotipi: maggioritarie e non maggioritarie. Le prime si affermano in societ omogenee e si basano sul ruolo determinante della maggioranza e sul predominio del potere esecutivo. Le seconde sono, invece, tipiche delle societ eterogenee, attraversata da forti differenziazioni sociali, etniche, religiose, e si fondano sul coinvolgimento delle minoranze nell'adozione delle decisioni fondamentali o nella stessa partecipazione al governo. La forma di governo parlamentare maggioritarie e caratterizzata da sistemi politici bipartitici o bipolari e si afferma nelle societ democratiche nelle quali non vi sono profonde fratture etniche. La forma di governo parlamentare non maggioritarie caratterizzata da sistemi politici multipartitici e multipolari ed di regola favorita da sistemi elettorali non selettivi. Essa si afferma nelle societ eterogenee. FORMA DI GOVERNO NEOPARLAMENTARE O A ELEZIONE DIRETTA I MINISTRO:Lo stato d'israele la forma di governo ad elezione diretta del primo ministro costituisce per alcuni una variante del parlamentarismo. Il principe opposto alla base del suo funzionamento aut simul stabunt aut simul cadent: il parlamento pu sfiduciare il primo ministro, ma in tal caso sciolto automaticamente anche; a sua volta il primo ministro pu sciogliere il parlamento, ma ci comporta le sue dimissioni. Il primo ministro eletto dal popolo non pu essere sostituito nel corso della legislatura e la sfiducia votata dal parlamento ne determina lo scioglimento automatico, n gli ordinamenti a parlamentarismo maggioritario il primo ministro non inamovibile e la sfiducia parlamentare non sfocia necessariamente nello scioglimento. Fino ad oggi l'unico Stato che ha adottato un modello del genere Israele. Il primo ministro deve essere il leader di un partito politico gi rappresentato in parlamento e viene eletto dal popolo con un sistema maggioritario a doppio turno, in base al quale, se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta dei voti turno, si tiene un secondo turno di ballottaggio riservato ai due candidati pi votati. Qualora il parlamento approvi una mozione di sfiducia a maggioranza assoluta o non adotti la legge di bilancio entro tre mesi dell'inizio dell'anno finanziario, essa viene

sciolta automaticamente e si procede a nuove elezioni sia dell'assemblea che del primo ministro. A sua volta questi, in accordo con il presidente della Repubblica, pu sciogliere il parlamento quando la maggioranza parlamentare si oppone al governo, rendendone impossibile il regolare funzionamento, ed anche in tal ipotesi si procede a nuove elezioni contestuali dei due organi. Il presidente della Repubblica eletto dal parlamento, titolare di poteri ridotti e non partecipa alla determinazione dell'indirizzo politico. Tuttavia nello schema neoparlamentare vengono introdotti una serie di correttivi. In primo luogo previsto che entro quarantacinque giorni dalla pubblicazione del risultato elettorale il primo ministro deve presentare la lista dei ministri ed il programma di governo al parlamento, il quale pu rifiutare la fiducia, determinando nuove elezioni. In secondo luogo previsto che si proceda ad elezioni speciali del solo primo ministro nei seguenti casi: se questi non riesce a costituire il governo entro quarantacinque giorni dall'elezione; nell'ipotesi di dimissioni volontarie, di morte o di impedimento permanente; se il premio viene rimosso dalla carica in seguito a condanna penale per un reato che implica in dignit morale; se viene meno il numero minimo dei ministri. Tale asimmetria accentuata dal sistema dei partiti che a multipartitismo estremo con una proliferazione di piccoli partiti. In conseguenza degli esiti negativi prodotti, l'elezione popolare del primo ministro viene abbandonata con una riforma della legge fondamentale sul governo del 2001. FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE La forma di governo presidenziale(stati uniti) ha un potere esecutivo monocratico affidato al presidente della repubblica e da una separazione dei poteri rigida dovuta all'inesistenza del rapporto di fiducia e dallo scioglimento del parlamento. In america latina si sn avute delle degenerazioni per cui al presidente si attribuito il potere legislativo mentre nelle federazione russa si ha un modello dualistico che ha al vertice un presidente eletto dal popolo che oltre al fare il capo di stato determina le direttive delle politica interna ed esterna del paese ma questo un modello di preminenza presidenziale. La forma presidenziale prevede invece due poteri con legittimazione elettorale separata per cui pu dare avvio a controlli reciproci fra presidente e parlamento ma si pu vedere anche che un presidente forte porti ad un sistema troppo maggioritario e viceversa un presidente debole a situazioni di stallo ,il presidenzialismo efficiente solo negli stati uniti d'america. U.S.A il potere legislativo viene attribuito ad un parlamento costituito da due camere: la

camera dei rappresentanti, eletta per due anni dall'intero corpo elettorale ed il senato, eletto ogni sei anni, ma rinnovato per un terzo ogni biennio. Il potere esecutivo viene affidato ad un presidente, che anche capo dello Stato, il quale a una derivazione popolare e dura in carica per un mandato di quattro anni, rinnovabile una sola volta. L'elezione presidenziale avviene in due fasi: La prima fase sfocia nella designazione dei candidati alla presidenza ed alla vicepresidenza nelle convenzioni nazionali del partito democratico e di quello repubblicano. La seconda fase prevede in ogni stato ai primi di novembre l'elezione. Successivamente questi votano a scrutinio segreto per presidente e vicepresidente ed all'inizio di gennaio il presidente del senato effettua lo spoglio di fronte alle camere riunite e proclama eletti i candidati che ottengono la maggioranza assoluta dei voti; infine il 20 gennaio il presidente prende ufficialmente possesso della carica. Qualora nessun candidato raggiunga la maggioranza prescritta, la camera elegge il presidente fra i tre candidati pi votati con il voto favorevole della maggioranza degli stati mentre il senato elegge il vicepresidente tra i due candidati pi votati. Intorno al presidente vi una struttura esecutiva che pu essere descritta come un insieme di cerchi concentrici. Nel primo di questi vi sono i suoi pi stretti collaboratori, che costituiscono l Executive office, il quale si articola in varie strutture che svolgono funzioni consultive, di preparazione delle decisioni e di controllo interno sull'esecuzione di queste. Il secondo cerchio costituito dai dipartimenti, presieduti dai segretari, nominati e revocabili dal presidente, tra questi il segretario di Stato, che risiede il Dipartimento di affari esteri. La riunione periodica del presidente con i segretari d vita al gabinetto. Nel cerchio pi lontano ci sono le autorit indipendenti chiamate a svolgere rispettivamente attivit amministrativa di settore e attivit di carattere economico, in base a leggi del congresso che affidano loro poteri non sono amministrativi, ma anche normativi e quasi- gesti essenziali nelle materie di loro competenza. Infine il potere giudiziario attribuito alla corte suprema federale, composta da nove giudici nominati a vita dal presidente, ed ai giudici di grado inferiore. Tradizionalmente si sostiene che la forma di governo degli stati uniti fondata sulla divisione rigida dei poteri, derivante dall'inesistenza del rapporto di fiducia e del potere di scioglimento e dall'attribuzione a ciascuno di essi di una funzione esclusiva. Tuttavia il principio della separazione va combinato con quello del bilanciamento dei

poteri, in base al quale attraverso un sistema di freni e contrappesi ogni potere ha la possibilit di controllare e di condizionare gli altri nellesercizio delle rispettive funzioni. Il parlamento ha innanzitutto il potere della borsa, in quanto attraverso l'approvazione del bilancio e delle pi importanti leggi di spesa decide in quale misura stanziare i fondi che occorrono al presidente per l'attuazione delle sue politiche. Inoltre il congresso esercita un'importante potere di controllo. Specifici poteri di controllo sono attribuiti al senato, che deve dare il suo consenso alle nomine presidenziali dei funzionari federali, ed a maggioranza dei due terzi dei presenti anche a stati conclusi dal presidente. Infine la camera dei rappresentanti al potere di messa in stato d'accusa del presidente ed di ogni altro funzionario federale. Da parte sua il presidente pu influenzare l'attivit legislativa del congresso, autorizzato a presentare ogni anno una proposta di bilancio federale. Inoltre il presidente ha il potere di veto sulle leggi approvate dal congresso, che pu rinviare alle camere per ragioni sia di legittimit sia di merito politico. Le camere possono superare il veto solo riapprovando la legge rinviata con la maggioranza dei due terzi dei membri. Infine il potere esecutivo ha acquistato il potere di adottare atti con forza di legge. Negli ultimi decenni del secolo scorso si verifica un altro importante fenomeno, che incide sul funzionamento della forma di governo: si tratta del governo diviso, per cui il presidente si trova quasi sempre affari conti con una maggioranza dell'altro partito in uno o in entrambi i rami del congresso. Quindi si passa da un governo di istituzioni separate che condividono il potere ad uno di istituzioni separate che competono per un potere condiviso. Ci indebolisce l'esecutivo, costringendo il presidente a negoziare con i singoli parlamentari. Ma soprattutto da vita ad un inedito governo di due partiti in cui ciascuno di essi insidiato in uno dei due rami ed opera come di maggioranza. La debolezza dei partiti e il ruolo importante di gruppi di pressione, producono conseguenze istituzionali importanti. In primo luogo basso livello della partecipazione elettorale, in secondo luogo vi una crescente personalizzazione della politica, che riguarda sia il presidente,alla ricerca di un rapporto sempre pi diretto con lopinione pubblica, sia con i congressmen, i quali possono vantare lappoggio finanziario di importanti gruppi di pressione e non a caso sono quasi sempre confermati nella carica nelle successive elezioni. In definitiva emerge una preminenza del presidente, che, incontra numerosi problemi ed ostacoli. FORMA DI GOVERNO DIRETTORIALE:La confederazione svizzera la forma di governo direttoriale tipica della sola confederazione Svizzera definita come assembleare o convenzionale. In tale forma di governo il parlamento sarebbe titolare di tutti i poteri e ridurrebbe il governo ad organo meramente esecutivo della sua volont.

Forma di governo della Svizzera viene modellata su quella adottata dalla costituzione francese dell'anno III della rivoluzione, la quale prevedeva accanto ad un parlamento bicamerale un direttorio di cinque membri, eletto ma non revocabile dal primo, che svolgeva contemporaneamente le funzioni di governo, nominando i singoli ministri, e di capo dello Stato. La forma di governo svizzero pu essere compresa solo dalle caratteristiche del paese: si tratta di una nazione non in senso etnico, in quanto lo Stato comprende una pluralit di comunit etniche, linguistiche e religiose caratterizzate da una tradizione plurisecolare di autonomia a livello cantonale e urbano, ma in senso politico, come frutto di una libera scelta rispettosa del pluralismo e delle autonomie e per questo favorevole alla creazione di un organo di governo- capo dello Stato collegiale e rappresentativo. Altri due fattori sono: la particolare collocazione internazionale del paese, fondata su una politica di neutralit, ed il ruolo importante degli istituti di democrazia diretta ( iniziativa popolare e referendum ). L'organo esecutivo deriva dal parlamento, in quanto i suoi membri sono eletti individualmente dall'assemblea federale, ma la derivazione solo iniziale, in quanto non previsto un voto di sfiducia nei quattro anni della legislatura. A sua volta il consiglio federale non ha il potere di scioglimento delle camere. L'organo di vertice del potere esecutivo non eletto dal popolo e non ha natura monocratica, ma collegiale, in quanto tra i sette membri che lo costituiscono uno assume a rotazione per un anno la carica di presidente della confederazione. Il potere dell'assemblea federale sottoposto al duplice limite rappresentato dai diritti del popolo e dei cantoni. In secondo luogo all'assemblea esercita un controllo sul consiglio federale e pu conferire gli dei mandati relativi alle competenze governative, ma non pu revocare i consiglieri federali dalla carica. In terzo luogo si sostenuto che l'attribuzione all'assemblea dei poteri residui non abbia carattere generale, ma valga solo per gli atti di tipo legislativo. Infine la tutela della sicurezza interna ed esterna, sono attribuite sia all'assemblea che al consiglio. In conclusione entrambi gli organi sono titolari dell'indirizzo politico. L'organo direttoriale svolge importanti funzioni di tipo normativo nella forma di regolamenti o di atti con forza di leggi, emanati con o senza delegazione legislativa o su autorizzazione del parlamento. Il consiglio formato da un numero ridotto di membri, ciascuno dei quali, eletto

personalmente dall'assemblea federale. FORMA DI GOVERNO SEMI-PRESIDENZIALE la forma di governo semipresidenziale si fonda sulla compresenza di due elementi: uno parlamentare ( la responsabilit politica del governo nei confronti del parlamento ) l'altro presidenziale (l'elezione popolare di un presidente della Repubblica titolare di importanti poteri propri). Ne consegue un esecutivo dualistico, caratterizzato dalla compresenza del presidente e del primo ministro, posto a capo di un governo sostenuto dalla maggioranza parlamentare. Le ragioni che hanno spinto i paesi a darsi un presidente eletto dal popolo sono varie: - la conquista dell'indipendenza e la necessit di sostituire al monarca dell'ex madrepatria un monarca repubblicano; - la volont di contrapporre al pluralismo politico, che si esprimeva nel parlamento, l'unit e l'autorit dello Stato, impersonata da un presidente con una forte legittimazione; - la fuoriuscita da una dittatura e la ricerca di una garanzia di democraticit nell'elezione popolare del presidente. La natura mista della forma di governo semipresidenziale pu dare vita ad esiti pratici molto differenziati, a seconda che prevalga l'elemento presidenziale o quello parlamentare. Sulla base dell'esperienza pratica e dell'influenza del sistema politico possibile distinguere tre sottotipi: 1 ) il primo pu essere definito a preminenza del primo ministro, che il vero leader della maggioranza, mentre il presidente svolge un ruolo simbolico formale; 2 ) il secondo sottotipo ad esecutivo effettivamente diarchico, con una separazione di competenze tra primo ministro- governo e presidente, al quale sono attribuiti importanti poteri propri; 3 ) infine il terzo sottotipo a preminenza del presidente, il quale ha una posizione di superiorit gerarchica nell'esecutivo, grazie all'esistenza di una maggioranza parlamentare del suo stesso orientamento politico. V REPUBBLICA FRANCESE la quinta Repubblica nasce dalla crisi della quarta Repubblica, determinata da ragioni sia istituzionali sia politiche. In origine i costituenti pensano di dare vita ad un sistema parlamentare fortemente razionalizzato, nel quale ad un parlamento frazionato a causa del tradizionale multipartitismo estremo faccia da contrappeso un potere esecutivo composto da un

governo, al quale vengono attribuiti importanti poteri per garantire l'attuazione in parlamento del suo programma, e da un presidente della Repubblica, che in funzione di arbitro chiamato ad assicurare il regolare funzionamento dei poteri pubblici e la continuit dello Stato. L'evoluzione della forma di governo verso il predominio del potere esecutivo, ed al suo interno del capo dello Stato, viene sancita nel 1962 con l'introduzione dell'elezione a suffragio universale del presidente della Repubblica. L'elezione popolare esalta l'uso dei poteri del presidente e in particolare di quelli che, non essendo soggetti controfirma ministeriali, risultano poteri propri del capo dello Stato, tra i quali sono particolarmente significativi la nomina del primo ministro, il ricorso a referendum legislativo, la scioglimento dell'assemblea nazionale, l'assunzione dei poteri di crisi nell'ipotesi di grave e immediata minaccia contro la Repubblica e di interruzione del regolare funzionamento dei poteri costituzionali. Nella prassi presidente non solo nomina, ma costringe alle dimissioni il primo ministro quando ritenga di doverlo sostituire, ricorrendo al referendum legislativo anche per modificare la costituzione, scioglie l'assemblea nazionale quando la maggioranza di opposso orientamento politico o quando ritiene conveniente andare a nuove elezioni. Il potere esecutivo dualistico, in quanto accanto al presidente vi il governo che determina e dirige la politica nazionale ed il primo ministro che dirige l'azione del governo. Il parlamento composto due camere: l'assemblea nazionale, eletto dal corpo elettorale per cinque anni, ed il senato. Entrambe sono titolari della funzione legislativa e di quella di revisione costituzionale, ma il rapporto di fiducia intercorre solo tra assemblea nazionale e governo vari sono i fattori di debolezza del parlamento: - durata limitata delle sessioni e controllo governativo sull'ordine del giorno; - la costituzione elenca le materie di competenza della legge, stabilendo che tutte le altre hanno natura regolamentare e, qualora una proposta di legge o un emendamento che guardi queste ultime, il governo pu dichiararli irricevibili; - inoltre il governo pu intervenire mediante ordinanze con forza di legge nelle materie legislative su legge di autorizzazione del parlamento. Per quanto riguarda i rapporti tra governo parlamento, vige la regola della incompatibilit tra carica ministeriale e mandato parlamentare ed il rapporto di fiducia cos fortemente razionalizzato da garantire al governo una posizione di preminenza. Lassemblea nazionale pu approvare una mozione di censura, ma a maggioranza assoluta e vengono conteggiati solo i voti favorevoli, per cui chi si astiene o non partecipa al voto si pronuncia di fatto a favore del governo. Infine il primo ministro pu porre la questione di fiducia sulla votazione di un testo e che questo considerato adottato dall'assemblea, a meno che non venga presentata entro ventiquattr'ore e successivamente approvata una mozione di censura. Quindi emerge che nella quinta Repubblica vi un forte squilibrio tra potere esecutivo potere legislativo. Tale squilibrio stato parzialmente compensato dalla duttilit della forma di governo, che ha superato le due prove dell'alternanza al governo tra maggioranza ed

opposizione e della coabitazione tra presidente primo ministro. STATI EX SOCIALISTI tutti questi ordinamenti prevedono una struttura triadica al vertice dello Stato con un parlamento elettivo, un capo dello Stato ed un governo politicamente responsabile nei confronti del parlamento. Tuttavia occorre distinguere tra gli stati europei da un lato e la Russia ed i paesi facenti parte della comunit di stati indipendenti dall'altro. Dal punto di vista formale gli ordinamenti del primo gruppo possono dividersi in due sottogruppi, a seconda che adottino una forma di governo parlamentare razionalizzata o una semipresidenziale. Occorre sottolineare due linee di tendenza prevalenti. La prima attribuisce una posizione centrale al parlamento, e tale centralit si esprime soprattutto su tre terreni: nella prevalenza del monocameralismo, nella previsione che il governo debba avere un voto di investitura del parlamento e possa essere sfiduciato in qualsiasi momento; nella stretta regolamentazione dello scioglimento. La seconda tendenza consiste nel circoscrivere i poteri del capo dello Stato anche quando questi sia eletto dal popolo. L'elezione popolare, infatti, non sempre collocata all'idea di un presidente forte e posto alla testa del potere esecutivo, ma risponde ad altre ragioni ( come l'esigenza di dare visibilit istituzionale al cambiamento della forma di governo o alla conquista dell'indipendenza ). Ci spiega come mai tra i paesi che hanno adottato uno schema teorico semipresidenziale, la maggioranza abbia uno funzionamento di tipo parlamentare e solo alcuni di tipo dualistico. Del tutto peculiare la forma di governo della federazione russa disciplinata dalla costituzione del 1993. Si tratta di un modello dualistico, che prevede al vertice dello Stato un presidente eletto dal popolo, il quale, oltre ad essere capo dello Stato, determina le direttive fondamentali della politica interna ed esterna del paese ed titolare di poteri forti non soggetti a controfirma. Il governo doppiamente responsabile verso il presidente, che lo pu revocare, e verso la duma ( che la camera rappresentativa dell'intera nazione ), la quale pu votare la sfiducia a maggioranza assoluta, ma il presidente pu esprimere il suo dissenso e, qualora entro tre mesi la duma voti nuovamente la sfiducia, pu optare tra l'accettazione delle dimissioni del governo e lo scioglimento dell'assemblea. Il presidente del governo nominato dal capo dello Stato con l'assenso della duma, ma, se questo respinge per tre volte la candidatura proposta, il presidente della federazione, procedere al suo scioglimento. Infine i paesi che fanno parte della CSI hanno importato il modello russo in un contesto ancora pi arretrato. Il presidente eletto dal popolo, spesso con modalit e con esiti plebiscitaria, ed titolare dell'indirizzo politico, di poteri di tipo legislativo, di nomina e revoca del governo, di scioglimento del parlamento, di ricorso al referendum, spesso utilizzato per confermare il proprio mandato.

L'ORGANIZZAZIONE COSTITUZIONALE Lo stato come persona giuridica ha con i sogg agenti in suo nome ,un rapporto che dapprima viene classificato di rappresentanza giuridica e poi come rapporto organico poich gli organi dello stato sono soggetti che agiscono in nome e per conto dello stesso mediante atti imputabili allo stato persona giuridica. Vi sono organi definiti costituzionali assistiti da uno speciale status e da garanzie particolari che caratterizzano la democraticit della forma di stato come il parlamento, il governo, il capo di stato e le corti costituzionali ma, anche il corpo elettorale viene talvolta qualificato come organo costituzionale. IL POPOLO la democrazia rappresentativa si ha quando il popolo tramite il corpo elettorale elegge dei rappresentanti che adottano le principali decisioni, invece la democrazia diretta quella degli antichi che fa riferimento alle votazioni con le quali il popolo prende decisioni su questioni determinate. La democrazia dei moderni che quella del primo tipo si ha per la grande estensione territoriale e demografica e quindi per rendere possibile le eguaglianze politiche trasformando la volont di tutti in volont generale per cui le votazioni popolari si trasformano in plebisciti. Il sistema elettorale costituito dallinsieme delle regole che si adottano in una rappresentativa per trasformare le preferenze degli elettori in voti e i voti in seggi. Un sistema elettorale composto da due elementi fondamentali: il sistema di votazione e il metodo per l'attribuzione seggi. Quest'ultimo richiede lapplicazione di una formula matematica predefinita, che viene detta formula elettorale. Tradizionalmente, la formula elettorale era classificabile in due grandi categorie: formule maggioritarie (che sono le pi antiche e tendono a premiare i candidati o partiti vincitori in collegi uninominali o plurinominali); formule proporzionali (che sono state elaborate a partire dalla seconda met dellOttocento e tendono a stabilire un rapporto proporzionale tra i voti ottenuti da un partito ed i seggi ad esso assegnati). A partire dagli anni Novanta si fatta sempre pi ampia una terza categoria, quella dei sistemi misti. Nelle formule appartenenti a tale terza categoria compaiono elementi caratterizzanti di entrambe le due precedenti categorie, talvolta relazionati tra di loro (come nei sistemi italiani per Camera e Senato del 1993), talvolta assolutamente indipendenti (come nel sistema russo o in quello giapponese, entrambi del 1993). Il sistema di votazione ha dato origine alla teoria del voto, a partire dal metodo di Borda e dal metodo di voto di Condorcet, entrambi sviluppati in Francia intorno al 1770 (anche se

scritti di Raimondo Lullo ritrovati solo nel 2001 dimostrano che egli aveva gi ideato entrambi i metodi nel XII secolo). I primi contributi all'attribuzione di seggi sono successivi al 1787, anno di approvazione della Costituzione degli Stati Uniti, negli USA e furono riscoperti indipendentemente in Europa alla fine del XIX secolo. La ricerca scientifica contemporanea si concentra pi sullesame degli effetti politici e statistici delle leggi elettorali (in particolare valutando il comportamento strategico dei partiti e/o degli elettori sugli esiti del voto, impiegando la teoria dei giochi) che sullo studio astratto delle regole. Sistema maggioritario Il sistema elettorale maggioritario quello matematicamente pi semplice ed ha accompagnato le prime forme di rappresentanza politica diretta, nel mondo classico (Grecia) e fin dal Seicento (mondo anglosassone), con l'eccezione del Maggior Consiglio della Repubblica di Venezia, per il quale dal XIII secolo al XVIII secolo si us il voto per approvazione. Oggigiorno in Italia vige per lelezione della Camera un sistema maggioritario plurinominale, nellambito di un Collegio Unico Nazionale: il partito o la coalizione che ottenga la maggioranza relativa (anche soltanto per un voto) ha diritto al 55% dei seggi (tranne l'assai difficile ipotesi che su base proporzionale gliene spettino di pi). Queste formule maggioritarie, basate su collegi plurinominali e caratterizzate da una riserva di seggi in favore del vincitore, sono dette di voto limitato, in quanto nacquero alla fine dellOttocento (quando vennero utilizzate con poco successo in Italia, Francia e Gran Bretagna) in unottica inversa a quella attuale: non per garantire una maggioranza sicura allo schieramento vincitore, bens per garantire una rappresentanza alle minoranze. Queste ultime, infatti, rischiavano di ottenere pochi seggi (o addirittura nessuno) nellambito dei collegi plurinominali classici, in cui tutti i seggi in palio venivano assegnati allo schieramento vincitore. Nella prassi, il voto limitato tende spesso ad essere confuso con il sistema proporzionale con premio di maggioranza. Questultimo, tuttavia, se ne differenzia in quanto attribuisce un bonus di seggi supplementari soltanto al partito o alla coalizione che abbia ottenuto la maggioranza assoluta dei voti (cio il 50%+1); cos prevedeva, per esempio, la cosiddetta Legge Truffa del 1953. Mentre, come si detto, la riserva di seggi prevista dalle formule di voto limitato premia il partito o la coalizione di maggioranza relativa. In Gran Bretagna, Stati Uniti, India ed in Francia (ma anche in parecchi Stati francofoni) il sistema maggioritario basato su un collegio uninominale in ciascuno dei quali in palio un unico seggio, che viene assegnato al candidato che ottiene il maggior numero di voti; a differenza di quanto comunemente si pensa, il sistema uninominale cos posto in essere il punto di approdo di un lungo cammino, dato che sia in Gran Bretagna che in Francia si era partiti dallutilizzo di sistemi plurinominali. Nellirrisolta dualit tra aspetto microelettorale (= regole che consentono lindividuazione delle persone chiamate a comporre lassemblea elettiva); ed

aspetto macroelettorale (= regole che consentono di determinare il numero di seggi spettanti nellassemblea elettiva alle singole forze politiche) le formule maggioritarie uninominali costituiscono un paradosso, in quanto tendono (sul piano macroelettorale) a dare vita ad una maggioranza dotata di un numero di seggi pi elevato rispetto alla percentuali di voti ottenuti, ma regolano soltanto laspetto microelettorale, in quanto lelettore chiamato unicamente ad esprimere il voto per uno dei candidati presenti nel suo collegio. Il risultato finale nasce da un dato empirico, e cio dal fatto che per comune esperienza si genera in tal modo una solida maggioranza (di seggi) che pu dare vita ad un governo stabile, proponendo di norma il proprio leader come capo del Governo. Siccome, poi, i partiti prima delle elezioni gi indicano agli elettori la persona che proporranno come capo del Governo, leffetto finale che gli stessi elettori possono indirettamente scegliere anche questultimo. Il sistema uninominale In un contesto uninominale, in linea di principio, ci sono due metodi per designare il rappresentante di un determinato collegio: uno nel quale vince lelezione chi ottiene la maggioranza relativa dei voti qualunque essa sia, e un secondo in cui vince solo chi ottiene la maggioranza assoluta, il 50%+1 delle preferenze. In questultima ipotesi, essendo improbabile che il corpo elettorale si frazioni non indicando alcun candidato vincente, da prevedersi di norma un secondo turno di votazioni, a meno che lelettore non possa operare una classificazione dei candidati, meccanismo che permette unistantanea individuazione del vincitore della contesa politica. Si possono dunque distinguere fra tre sistemi elettorali uninominali: sistema uninominale a un turno (uninominale secco), sistema uninominale a doppio turno, sistema uninominale a voto alternativo con maggioranza assoluta. Sistema uninominale a un turno (uninominale secco) Il sistema uninominale a un turno, detto anche plurality con maggioranza relativa, il pi semplice e pi antico meccanismo elettorale in assoluto: esso prevede la vittoria del candidato che ha riportato il maggior numero di preferenze. il sistema in vigore nel Regno Unito e nella stragrande maggioranza degli Stati Uniti. Questo tipo di scrutinio tende a sovrarappresentare i partiti pi grandi, a parziale detrimento di quelli medi ma soprattutto di quelli piccoli. Secondo la critica del politologo italiano Giovanni Sartori, invece, il sistema uninominale secco potrebbe contribuire all'instabilit del sistema politico, essendo possibile che piccoli partiti acquisiscano un ruolo sproporzionato grazie a cosiddetti accordi di desistenza. Nel caso di un sistema partitico stabile e ben consolidato, questo metodo comporta inoltre una tendenza naturale degli elettori al voto strategico o utile, in caso di

evidente improbabilit o impossibilit di vittoria del candidato preferito. Sistema uninominale a doppio turno Con il sistema elettorale a doppio turno (detto anche majority) un candidato deve raggiungere o superare la maggioranza assoluta (50% + 1) per essere eletto al primo turno. Se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta, si ricorre ad una seconda votazione. Il numero di candidati ammessi a questo secondo turno divide questo tipo di scrutinio in due sottosistemi. Il primo, il pi classico, quello che vede contendersi il seggio i due candidati pi votati al primo turno (in tale ipotesi, il secondo turno assume il nome di ballottaggio), e veniva utilizzato in Italia prima della Grande Guerra. Il secondo, utilizzato attualmente in Francia (e quindi conosciuto come sistema uninominale "alla francese"), elimina dalla contesa solamente i candidati che non abbiano raggiunto una determinata soglia, consentendo quindi l'eleggibilit nella seconda tornata anche a maggioranza relativa. Il sistema a doppio turno incoraggia lelettore a esprimere un voto sincero al primo turno, mentre comporta la tendenza al voto strategico nella seconda tornata. Sistema uninominale a voto alternativo con maggioranza assoluta Il sistema uninominale a voto alternativo con maggioranza assoluta o instant runoff la versione a turno unico del sistema majority. Tipicamente usato come base del sistema elettorale australiano, prevede la possibilit per l'elettore di non votare un singolo candidato, ma di classificare un numero a sua scelta di candidati secondo il proprio ordine di gradimento. Questo permette di avere un meccanismo di elezione simile al sistema a doppio turno, evitando per di chiamare l'elettore al voto pi di una volta. Qualora nessun candidato abbia raggiunto la maggioranza assoluta di prime preferenze, il candidato meno votato viene eliminato, e le sue schede vengono ripartite fra i rimanenti candidati secondo le seconde preferenze in esse riportate. Qualora di nuovo nessun candidato abbia raggiunto la maggioranza assoluta, viene eliminato ancora una volta il candidato meno votato e le sue schede ripartite fra i rimanenti candidati, secondo la preferenza successiva al suo nome (seconda o terza) in esse riportata. Il meccanismo continua in tal guisa finch un candidato abbia raggiunto la prescritta maggioranza assoluta. Ad ogni redistribuzione vengono necessariamente eliminate le schede che abbiano esaurito il loro ordine di preferenza, ovvero le schede dove l'elettore ha espresso un ordine di preferenza solo per alcuni candidati, astenendosi dall'esprimere un ordine di preferenza per i restanti. Il sistema alternativo ha il vantaggio di consentire una riproduzione dell'intenzione di voto dell'elettore ancora pi sincera e fedele dello stesso sistema a doppio turno. Alcuna considerazione di carattere strategico o di cosiddetto voto utile infatti

richiesta all'elettore che deve solo semplicemente limitarsi ad esprimere le sue sincere preferenze nell'ordine che considera il pi giusto verso i candidati. L'eccessivo frazionamento di una parte politica, cos come eventuali accordi di desistenza per ovviarvi, hanno poco impatto in questo sistema. Considerazioni generali sui sistemi uninominali Una particolarit del sistema elettorale uninominale specie di quello basato sulla maggioranza relativa l'eventualit che la rappresentativit venga distorta, in genere aumentando la vittoria in termini di seggi del primo partito o coalizione a danno relativo del secondo e a gravissimo danno del terzo partito. Inoltre, con questo sistema elettorale sono avvantaggiati i partiti che vincono di misura in molti collegi, e sono generalmente svantaggiati quelli che vincono in pochi collegi con alta maggioranza. In Gran Bretagna la facolt per il partito al governo di poter, prima di ogni elezione, ridisegnare geograficamente i collegi in modo da ridistribuire alte maggioranze in maggioranze al limite del 51% ma pi numerose, comporta evidenti vantaggi per il partito al potere. A questo proposito, si ricorda l'arte del "Gerrymandering" messa in atto dal governatore Elbridge Gerry del Massachusetts negli USA, che disegnava (o cercava di fare) collegi elettorali che gli permettessero la rielezione. Nell'uninominale sono inoltre avvantaggiati i partiti localistici o con forte base locale, anche se con percentuali modeste a livello nazionale, contro quelli che pur presentando percentuali rilevanti a livello nazionale, hanno una base elettorale fortemente delocalizzata sul territorio nazionale. All'interno dei sistemi uninominali poi, quelli a doppio turno tendono a premiare i partiti di centro, mentre quelli a turno unico favoriscono formazioni ideologicamente pi schierate. Il motivo di ci facilmente comprensibile: se si va al ballottaggio, qualora vi sia presente un partito di centro che parta anche da una posizione di svantaggio, esso ne uscir tendenzialmente vincitore, perch sapr, meglio del suo avversario, attrarre i voti dei partiti esclusi: quelli di sinistra se si trover a confrontarsi con un avversario di destra o viceversa. Il sistema proporzionale Il sistema elettorale proporzionale, o di lista, fu introdotto nel corso del Novecento su spinta delle grandi formazioni politiche di massa, quelle centriste popolari, e quelle di sinistra socialiste. Il primo paese ad applicarlo fu il Belgio nel 1900. Elemento caratterizzante del sistema proporzionale l'assegnazione dei seggi in circoscrizioni elettorali plurinominali, suddividendoli fra le varie liste in proporzione ai voti ottenuti. Si presenta quindi come un sistema elettorale basato sulla democraticit e rappresentativit in quanto permette di fotografare le divisioni politiche effettive del Paese. Aspetto positivo, quindi, che salta subito all'occhio la possibilit di una rappresentanza parlamentare che rifletta in maniera meno distorta possibile la reale

situazione politica di un paese, con una significativa tutela delle minoranze. Qualora i partiti siano notevolmente frazionati, per, il proporzionale riflette questo frazionamento reale in parlamento e la formazione di un governo richiede coalizioni che uniscano pi partiti, con conseguente forte instabilit. I meccanismi proporzionali sono essenzialmente due: quello del quoziente e i pi alti resti, e quello dei divisori e le pi alte medie. Metodo del quoziente Nella prima famiglia di metodi proporzionali, si stabilisce un quoziente elettorale che sar il costo di un seggio in termini di voti, e si vede quante volte tale quoziente entra nel totale dei voti che una lista ha preso in una circoscrizione. La parte decimale del quoziente servir per assegnare i seggi che non si riusciti ad assegnare con le parti intere del quoziente. Tali seggi andranno alle liste che avranno i resti pi alti in ordine decrescente. Metodo dei divisori Nella seconda famiglia di metodi proporzionali, quello dei divisori e le pi alte medie, si dividono i voti totali di ciascuna lista di candidati in un collegio per una serie di coefficienti lunga fino al numero di seggi da assegnare nel collegio, e si assegnano i seggi alle liste in base ai risultati in ordine decrescente, fino ad esaurimento dei seggi da assegnare. La serie dei divisori ci che differenzia i vari metodi:
1. Metodo D'Hondt (noto in USA come metodo Jefferson): si dividono i totali di

voti delle liste per 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, ... fino al numero di seggi da assegnare nel collegio. Voto di preferenza Il sistema proporzionale pu prevedere o meno la possibilit per l'elettore di esprimere una o pi preferenze per un candidato all'interno della lista votata. In questo caso, vengono eletti nell'ambito di ogni lista i candidati che hanno ottenuto il numero maggiore di preferenze. Se invece non previsto il voto di preferenza, i candidati vengono scelti secondo l'ordine in cui compaiono in lista, delegando ai partiti l'individuazione degli eletti: si parla in questo caso di lista bloccata. Il voto di preferenza ha benefici controversi. A favore vi la maggiore possibilit di scelta per l'elettore; contro vi il fatto che il singolo candidato, per ottenere la preferenza, costretto ad una costosa campagna elettorale personale, e la necessit di raccogliere i fondi necessari pu potenzialmente stimolare episodi di corruzione. Le modalit di indicazione della persona prescelta sono due: spuntare il nome in una lista dei candidati prestampata sulla scheda elettorale, oppure scrivere il nominativo per esteso. La seconda modalit soggetta a una maggiore discrezionalit dei presidenti di seggio, che possono stabilire se sono valide o meno le schede che non riportano interamente nome e cognome, le iniziali o diverse abbreviazioni, oppure

parole aggiuntive che non fanno parte del nome del candidato. Questa seconda modalit adatta al controllo dei voti clientelari. Il voto anonimo, ma l'elettore in cambio di favori personali pu accordarsi per scrivere il nominativo con il nominativo completo di secondo nome e alcune parti abbreviate, creando un numero di combinazioni che rendono riconoscibile un numero elevato di schede e verificabile il rispetto di altrettanti accordi clientelari. Sistemi corretti (o misti) Come abbiamo visto, non esiste un sistema elettorale che si possa considerare perfetto, ma entrambi i tipi possiedono i propri vantaggi e i propri svantaggi. Per ovviare a tali inconvenienti, cercando di recuperare le caratteristiche positive di ciascun sistema ma limitando quelle negative, si sono col tempo andati ad elaborare sistemi corretti, o misti, dei due modelli originari. Sistemi maggioritari corretti L'aspetto negativo del maggioritario , lo abbiamo visto, la scarsa, se non nulla, rappresentanza e di conseguenza tutela delle formazioni politiche minori. Per ovviare a tale problema, stata proposta e talvolta adottata (ma solo in tempi molto recenti, dal 1993 in avanti) l'introduzione di quote proporzionali: la maggior parte dei seggi viene assegnata con criterio maggioritario uninominale, mentre una parte viene assegnata con criterio proporzionale. Essenziale a tal fine il collegamento dei singoli candidati uninominali con pi ampie liste di partito o coalizione espresse a livello nazionale. Il primo esempio in tal senso venne costituito dalle leggi italiane 276 e 277 del 1993, relative rispettivamente allelezione del Senato ed allelezione della Camera. Esse erano entrambe caratterizzate dallassegnazione di circa il 75% dei seggi in collegi maggioritari uninominale; e del restante 25% con criterio proporzionale, previo lo scorporo dei voti ottenuti dai vincitori dei collegi uninominali. La conseguenza era che il riparto proporzionale ridimensionava di molto leffetto maggioritario determinato dal collegio uninominale, portando la coalizione vincitrice a disporre di un ridotto numero di seggi di vantaggio sullopposizione. Un ulteriore elemento di debolezza dei Governi fu determinato dal fatto che, in tal modo, divenivano determinanti i seggi ottenuti dalle liste minoritarie od estremiste, allinterno della coalizione vincitrice. In ogni caso, ci dipese non solo dalla formula elettorale, ma anche del fatto che le coalizioni presero labitudine, sin dalle elezioni del 1994, di proporre un solo candidato per collegio; ed utilizzarono un criterio proporzionale per spartirsi le candidature. Ma successivamente alle elezioni si crearono in Parlamento tanti gruppi parlamentari quanti erano i partiti che avevano dato vita a ciascuna coalizione. Resta il fatto che le due leggi erano tra loro piuttosto diverse, in quanto per il Senato si operavano dei conteggi su base regionale e l dove una coalizione avesse vinto in tutti i collegi uninominale in palio in una Regione (circostanza che non fu infrequente), essa non partecipava al successivo riparto

proporzionale; per la Camera vigeva un imperfetto meccanismo di scorporo dei voti (in un Collegio Unico Nazionale), in quanto venivano sottratti non quelli ottenuti dal vincitore nel collegio uninominale, bens quelli del secondo classificato; inoltre, per la parte proporzionale lelettore disponeva di una seconda scheda. Le distorsioni furono amplificate quando (soprattutto nel 2001) le coalizioni sfruttarono gli imperfetti meccanismi di collegamento tra candidati e liste, dando vita a delle liste civetta, che comprendevano candidati non rappresentativi ed erano finalizzate unicamente a portare in detrazione i voti ottenuti dai vincitori dei collegi uninominali, permettendo alle liste di partito di aggirare il meccanismo dello scorporo. In entrambi i sistemi, i seggi proporzionali spettanti a ciascuna lista venivano poi attribuiti ai candidati che avessero ottenuto le pi alte percentuali elettorali. Come si gi accennato, un secondo gruppo di sistemi misti quello dei sistemi paralleli, come quello russo e di numerosi paesi dell'Est Europa, che prevedono banalmente una quota di seggi assegnati proporzionalmente ed una con sistema maggioritario, senza che vi sia alcun collegamento fra le due parti. La quota proporzionale pu essere anche molto alta, arrivando a coprire fino alla met dei seggi in palio. Sistemi proporzionali corretti Si detto che l'inconveniente maggiore provocato dalla proporzionale quello di creare instabilit governativa, sia perch, garantendo i partiti minori, consegna loro in verit la possibilit di condizionare i governi in misura ben maggiore del proprio reale peso elettorale, sia perch, a causa dell'alta frammentazione, le maggioranze sono spesso assai risicate ed esposte a continue imboscate da parte dell'opposizione. Per ovviare al primo inconveniente, sono stati elaborati sistemi che limitino il meccanismo proporzionale sottraendo i partiti minori ai benefici che esso fornirebbe loro. Esistono due metodi, uno implicito ed uno esplicito, per ottenere tale scopo: A - quello implicito si ottiene limitando la dimensione delle circoscrizioni elettorali. Caratteristica saliente della proporzionale rispetto al maggioritario , lo abbiamo visto, l'ampio numero di elettori, e conseguentemente seggi, compresi nella circoscrizione proporzionale rispetto ai collegi maggioritari. Riducendo l'ampiezza della circoscrizioni, dunque, si riduce il tasso di proporzionalit del sistema, diminuendo le probabilit dei partiti minori di ottenere i pochi seggi disponibili in ciascuna delle succitate circoscrizioni. il meccanismo previsto dal sistema elettorale spagnolo e, de facto, dal sistema elettorale svizzero per la Camera bassa elvetica. B - quello esplicito consiste nell'introdurre una clausola di sbarramento (o di accesso), cio una percentuale minima di voti che il partito deve ottenere per poter entrare in Parlamento. Ne esempio il sistema elettorale tedesco che stabilisce di regola nel 5% la soglia minima di voti necessari per entrare a far parte del Bundestag.

Per aggirare invece il secondo problema, quello delle scarse maggioranze su cui si basano solitamente i governi nati da elezioni proporzionali, un meccanismo tipico (ma assai poco utilizzato nel mondo) quello di attribuire un premio di maggioranza (bonus), consistente in una quota variabile di seggi assegnati in regalo alla lista o coalizione vincitrice della tornata elettorale, qualora non abbia gi raggiunto un livello predeterminato di seggi. Tale sistema costringe i partiti a coalizzarsi fin da prima delle elezioni come accade col maggioritario. La democrazia diretta la forma di democrazia nella quale i cittadini, in quanto popolo sovrano, non sono soltanto elettori che delegano il proprio potere politico ai rappresentanti ma sono anche legislatori aventi il diritto, costituzionalmente garantito, di proporre e votare direttamente le leggi ordinarie e la costituzione attraverso diversi istituti di consultazione popolare e diverse forme di partecipazione popolare. La democrazia diretta stata la prima forma di un governo democratico, essendosi affermata nel V secolo a.C. ad Atene. Un successivo esempio notevole di democrazia diretta stata la Comune di Parigi oltre ai soviet in Russia e Germania nel 1917 che si erano formati in seguito alle idee rivoluzionarie che serpeggiavano in Europa in quegli anni. La democrazia diretta venne anche utilizzata nelle assemblee decisionali del Sessantotto. Pu essere considerata democrazia diretta la forma organizzativa che in Messico si dato il ramo civile del movimento zapatista chiapaneco. Fra i sostenitori della democrazia diretta vi sono sicuramente gli anarchici del ramo socialista, che rifiutano la democrazia rappresentativa. Uno strumento di democrazia diretta che sta affermandosi nella nostra cultura il bilancio partecipativo dall'esperienza di Porto Alegre in Brasile. Le nuove tecnologie informatiche e di comunicazione potrebbero essere sfruttate per nuove forme di democrazia diretta e-democracy (per esempio oggi concepibile, almeno in Occidente, un referendum elettronico). L'Italia prevede tre strumenti di democrazia diretta: il referendum, l'iniziativa popolare legislativa e la petizione. L'influenza di tali strumenti , nel complesso, abbastanza marginale. La Petizione popolare (art. 50 Cost.) marginale perch da sempre ignorata dalle Camere a cui destinata, ma il valore di uno strumento costituzionale non dipende da quanto viene tenuto in considerazione da chi dovrebbe tenerne conto, ma dal valore implicito. La Petizione non ancora stata regolamentata con Legge dal Parlamento. L'iniziativa popolare legislativa (art. 71 Cost.) marginale perch da sempre ignorata dalle Commissioni parlamentari a cui destinata, ma il valore di uno strumento costituzionale non dipende da quanto viene tenuto in considerazione da chi dovrebbe tenerne conto. L'iniziativa popolare legislativa stata vanificata attraverso i Regolamenti interni delle Camere che prevedono che i Disegni Di Legge di iniziativa parlamentare abbiano la precedenza su quelli di iniziativa popolare, in netto contrasto con il principio fondamentale che caratterizza la Democrazia stabilito dal comma 2 art. 1 della Costituzione italiana: "la sovranit appartiene al popolo". Seppur sia

vero che alla fine il Parlamento a dover realizzare la Legge, anche vero che la Legge, prima di divenire tale, si presenta inizialmente come Disegno Di Legge, che deve essere discusso ed eventualmente modificato (emendato) dai componenti della Commissione parlamentare competente per materia che lo deve esaminare. La nota stonata proprio nelle priorit assegnate alla discussione dei Disegni Di legge in giacenza nelle varie Commissioni parlamentari poich dovrebbero essere esaminati e discussi PRIMA quelli di iniziativa popolare, essendo il popolo ad essere sovrano. I referendum a livello nazionale sono di due tipi: Abrogativo (art. 75 Cost.) e Confermativo (art. 138 Cost.) e sono anch'essi marginali perch le Leggi abrogate dal popolo mediante referendum ex art. 75 Cost. sono state reintrodotte dal Parlamento senza consultarsi col popolo, ma il Referendum abrogativo nazionale secondo la Costituzione italiana un potente strumento di DD in quanto uno strumento di controllo del popolo sull'operato del Parlamento, strumento che stato ostacolato notevolmente con i paletti imposti mediante la sua legge attuativa (Legge 352/70) e che consistono nell'autenticazione delle 500.000 firme dei cittadini sostenitori da presentarsi in soli tre mesi di tempo (impresa possibile ai soli partiti politici di cui fanno parte i parlamentari stessi). Mentre la legge attuativa (352/70) prevede infatti che soltanto 10 cittadini possano proporre quesito referendario con cui abrogare parzialmente o totalmente una Legge, la legge stessa impedisce poi ai 10 cittadini proponenti il quesito di raccogliere le 500.000 firme di altri cittadini sostenitori per portare l'intera popolazione alle urne. I referendum a livello locale sono attualmente di tre tipi: Abrogativo, Consultivo e Propositivo poich in applicazione dei principi costituzionali che prevedono l'autonomia legislativa ed attuativa degli Enti locali (artt. 114, 117, 118 e 123 Cost.) negli Statuti e nei Regolamenti comunali e regionali possono essere introdotti qualsiasi tipo di referendum che trovano applicazione a livello territoriale quindi potrebbero essere introdotti anche quelli di tipo Deliberativo e Revocativo poich la legge non lo vieta (comma 3 art. 8 Dlgs 267/00). La Svizzera l'unico stato che applica la democrazia diretta a livello nazionale, cantonale e comunale. Il popolo pu bloccare una legge o una modifica della costituzione deciso dal parlamento tramite referendum o pu imporre un cambiamento legislativo o costituzionale tramite un'iniziativa popolare. In due cantoni svizzeri, il Canton Appenzello Interno e il Glarona, la votazione avviene in modo tradizionale tramite alzata di mano (Landsgemeinde); altrove il voto viene espresso al seggio o per corrispondenza. In quasi tutte le democrazie moderne, comunque, esistono istituti di democrazia diretta, anche se perlopi sono fortemente limitati dai rispettivi governi o parlamenti. Democrazia diretta in Svizzera Generale In Svizzera la democrazia ha sia forma diretta che rappresentativa. La fusione delle

due forme non una caratteristica unica della Svizzera, ma rispetto agli altri paesi ci accentuato. I cittadini possono sia proporre leggi sia respingere leggi gi approvate dal parlamento. Sono presenti numerosi metodi per consultare il popolo, a seconda della questione: Iniziativa popolare per la revisione totale della Costituzione federale. 100 000 aventi diritto di voto possono proporre la revisione totale della Costituzione e tale revisione sottoposta al Popolo per approvazione. Iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione federale elaborata. 100 000 aventi diritto di voto possono chiedere la revisione parziale della Costituzione presentata in forma di progetto elaborato e tale revisione sottoposta al voto del Popolo e dei Cantoni. Referendum obbligatorio. Devono essere approvate dal voto del Popolo e dei Cantoni le modifiche della Costituzione, ladesione a organizzazioni di sicurezza collettiva o a comunit sopranazionali e le leggi federali dichiarate urgenti (prive di base costituzionale e con durata di validit superiore a un anno). Devono essere approvate dal Popolo le iniziative popolari per la revisione totale della Costituzione, le iniziative popolari per la revisione parziale della Costituzione presentate in forma di proposta generica e respinte dai rappresentanti ed il principio di una revisione totale della Costituzione in caso di disaccordo fra i due rami del parlamento. Referendum facoltativo. Se 50 000 aventi diritto di voto o otto Cantoni (repubbliche federate della Svizzera) ne fanno richiesta sono sottoposti al voto del Popolo: le leggi federali, le leggi federali dichiarate urgenti (con durata di validit superiore a un anno), i decreti federali, i trattati internazionali. La popolazione votante si aggira intorno al 40%. Per aumentare questa percentuale si sta sperimentando luso del voto elettronico. Particolare In Svizzera, come in tutti i paesi democratici, i cittadini eleggono i propri rappresentanti. Ma la Svizzera d ai cittadini anche la possibilit di partecipare direttamente al processo decisionale. Bench la democrazia diretta non sia una prerogativa unica della Svizzera, il sistema svizzero probabilmente il pi ampio nel mondo. I cittadini svizzeri possono sia fare proposte legislative, sia respingere la legislazione gi approvata dal Parlamento. L'unico caso in cui il Parlamento pu agire contro questo diritto se la proposta legislativa anticostituzionale o se viola il diritto internazionale. Iniziativa popolare Se gli elettori (di solito un gruppo di interesse) raccolgono 100.000 firme a favore di una determinata iniziativa, la questione deve essere sottoposta ad una votazione in tutto il paese. In teoria, un'iniziativa pu trattare solo temi di carattere istituzionale, ma in pratica sono tenute su questioni molto diverse. Di recente sono state lanciate

iniziative su questioni quali i tagli alle spese militari (respinta) e la limitazione della popolazione straniera al 18% (respinta). Iniziative pi "originali" hanno riguardato una semplificazione della procedura per l'apertura delle case da gioco (accolta) e il divieto della produzione e della vendita dell'assenzio (accolta). La prima iniziativa lanciata con il sistema attuale, per la quale si vot nel 1893, chiedeva che fosse vietato il metodo ebraico di macellazione senza lo stordimento iniziale dell'animale. Pass, contro il parere del Parlamento. Referendum Gli svizzeri usano il termine "referendum" per indicare una votazione popolare indetta per opporsi ad un testo legislativo gi approvato dall'Assemblea federale. Se una persona o un gruppo contrario al testo legislativo proposto riesce a raccogliere 50.000 firme entro 100 giorni dalla sua data di pubblicazione ufficiale, gli elettori saranno chiamati a decidere. Nella maggior parte dei casi un referendum indetto solo se coloro che hanno un interesse particolare per la questione riescono a raccogliere un numero sufficiente di firme. Tuttavia, le autorit sono tenute ad indire un referendum se la legge proposta riguarda un emendamento costituzionale o la firma di un importante accordo internazionale senza possibilit di recesso. Quanto si vota? Il popolo svizzero chiamato a votare circa quattro volte all'anno su una ventina di questioni di importanza nazionale. Ci possono essere anche pi referendum ed/od iniziative a livello cantonale e comunale, su questioni prettamente locali come l'acquisto di quadri particolari per il museo municipale, l'orario di apertura dei negozi, una modifica della destinazione d'uso di un terreno. Le autorit locali cercano di far coincidere le proprie votazioni con quelle nazionali, in modo da non chiamare gli elettori alle urne troppo spesso. La discussione sempre importante Alcune votazioni sono chiare e comprensibili ed interessano la gente perch riguardano la loro citt, il loro lavoro o i loro figli. Altre volte il quesito non cos chiaro e gli elettori non sono sicuri dellinflusso che potrebbe avere sulla loro vita quotidiana. Solo la met delle proposte dei referendum e solo un decimo di quelle delle iniziative popolari sono approvate dagli elettori. La partecipazione al voto di solito intorno al 40%. Si sta ora considerando la sperimentazione del voto per via elettronica, con la speranza di incrementare in questo modo la partecipazione. Anche se uniniziativa non approvata, il dibattito che ne deriva costituisce un importante contributo alla vita politica, e pu spesso cambiare gli atteggiamenti a lungo termine.

Parlamento Il parlamento il corpo legislativo dello stato, ossia un organo complesso, costituito essenzialmente da uno o pi organi collegiali di tipo assembleare (camere), la cui funzione precipua, sebbene non unica, approvare le leggi. Il nome deriva dalla parola francese parlement, riferita all'azione di parlare: un parlamento quindi un luogo dove si discute, si dibatte per giungere a delle decisioni. Nelle repubbliche presidenziali il parlamento tradizionalmente denominato congresso, secondo l'esempio statunitense. Le federazioni hanno un parlamento federale e uno per ciascuno stato federato. Organi analoghi al parlamento sono spesso presenti anche in altri enti territoriali, ma in questo caso si usano di solito denominazioni diverse (frequentemente consiglio). Negli stati moderni il parlamento rappresenta la componente principale del potere legislativo, che in alcuni ordinamenti coincide con il parlamento dello stato centrale mentre in altri comprende anche i parlamenti degli stati federati o gli analoghi organi delle regioni o di altri enti territoriali dotati di autonomia legislativa. Breve inquadramento storico La parola "parlamento" venne impiegata, per la prima volta, nella Chanson de Roland, sebbene il concetto che esprime - un'istituzione collegiale intermedia tra l'intero popolo costitutivo di una comunit e coloro i quali di questa comunit hanno la direzione - sia un dato comune di antropologia culturale, come testimoniano le assemblee, variamente denominate, delle poleis greche e il Senato Romano. Nel 1115, un secolo esatto prima della Magna Charta, i Cistercensi si erano dotati di una Charta Charitatis con la quale conferivano al Parliamentum degli abati la summa potestas del loro ordine[4]. Nel 1248 il termine "parlamento" compare in Inghilterra per designare un'assemblea formata da due rami, uno ecclesiastico (vescovi e abati con il rango di barone) e uno laico (baroni diretti della Corona). A tale assemblea nel 1254 venne assicurata una stabile struttura, facendovi entrare anche i rappresentanti elettivi delle contee. Nel 1297, infine, con lo Statuto de tallagio non concedendo, si conferm il principio per cui ogni contribuzione poteva essere imposta solo dietro assenso comune degli "arcivescovi, vescovi ed altri prelati, conti, sovrani, uomini d'arme, borghesi, ed altri uomini liberi del regno nostro", nonch il diritto dell'assemblea elettiva a controllare la validit delle elezioni, sottraendo quindi agli agenti del Re tale privilegio. Come ben si vede, erano gi presenti in nuce i moderni principi della sovranit ed indipendenza del parlamento. Istituzioni simili al parlamento inglese ma con denominazioni diverse erano sorte anche in altre monarchie europee: si pensi agli Stati generali in Francia e nei Paesi Bassi, alle Cortes castigliane o alle Corts aragonesi. Anche queste erano articolate in pi assemblee (tre o quattro) corrispondenti ai vari ordini in cui era divisa la societ (ad esempio, in Francia: nobilt, clero e terzo stato).

Ruolo del parlamento L'esistenza del parlamento pu essere considerata diretta conseguenza del principio di sovranit popolare. In Italia esso sancito dall'art. 1, secondo comma, della Costituzione: "La sovranit appartiene al popolo". Il suo ruolo stato efficacemente descritto da Hegel con l'espressione di: "porticato tra lo Stato e la societ civile". Il parlamento nasce come organo in cui viene espresso il consenso o meno all'attivit impositiva del sovrano. significativo, al riguardo, che nasca proprio in Inghilterra: per il diritto germanico, infatti, attributo degli uomini liberi l'esenzione da ogni tributo, il quale, quindi, deve essere da costoro - o dai loro rappresentanti autorizzato. Nel tempo i parlamenti hanno esteso le loro competenze e svolgono oggi funzioni di indirizzo politico, legislative, di coordinamento, di controllo e di garanzia costituzionale. L'esistenza di un parlamento viene usualmente associata alla democrazia, in realt non mancano regimi non democratici che possiedono un organo cos denominato, con struttura e funzioni solitamente non dissimili da quelle dei parlamenti democratici. La differenza sostanziale con questi ultimi che i parlamenti non democratici, anche quando sono elettivi, non sono eletti nell'ambito di una reale competizione tra pi partiti: in certi casi un solo partito autorizzato a presentare le candidature, in altri casi vi sono pi partiti ma le condizioni in cui si svolgono le elezioni sono tali da assicurare la vittoria ad uno solo. In casi come questi il parlamento non pi il portavoce della volont popolare ma, semplicemente, il luogo dove vengono ratificate le decisioni prese da chi detiene effettivamente il potere (organi del partito unico, giunta militare ecc.): la sottoposizione di tali decisioni al voto parlamentare ha il solo scopo di ostentare una parvenza di democraticit o un fittizio consenso popolare alle scelte del regime. Maggioranza e opposizione Se l'elezione del parlamento avviene nel contesto di una competizione tra partiti, gli eletti apparterranno molto probabilmente a partiti diversi pi o meno contrapposti. In questo caso, di regola, emerge un partito o una coalizione di partiti che controlla la maggioranza dei voti: la maggioranza parlamentare; in contrapposizione ad essa, i rimanenti partiti costituiscono l'opposizione. Va notato che mentre la maggioranza caratterizzata da una certa omogeneit e unit di azione tra i partiti che la compongono, lo stesso non necessariamente vero per l'opposizione, che pu essere costituita da partiti in netto contrasto tra loro (si pensi ad una maggioranza di centro a fronte della quale l'opposizione costituita da partiti di destra e sinistra); solo nei sistemi bipartitici o, quantomeno, bipolari l'opposizione presenta un'omogeneit e unit d'azione paragonabile a quella della maggioranza, tanto che in questi sistemi si pu configurare il ruolo del leader dell'opposizione. Nelle forme di governo in cui esiste un rapporto fiduciario tra parlamento e governo, la maggioranza parlamentare coincide tendenzialmente con la maggioranza di governo, ossia con il partito o la coalizione di partiti che sostiene il governo. Ci non invece necessariamente vero nelle forme di governo dove detto rapporto fiduciario

non esiste: in questo caso possibile, e fisiologico, che i partiti che costituiscono la maggioranza parlamentare siano diversi da quelli che sostengono il governo. Se il parlamento articolato in pi camere, possibile che le maggioranze parlamentari siano diverse. Si tratta di un'evenienza piuttosto rara e, di per s, fonte di possibili disfunzioni, almeno laddove le camere hanno uguali poteri sovrapposti, ed questo il caso dell'Italia. Struttura Camere Costituente essenziale del parlamento un organo collegiale di tipo assembleare detto camera. Si distinguono parlamenti monocamerali, bicamerali e multicamerali secondo che siano costituiti da una, due o pi di due camere. I parlamenti multicamerali sono stati molto rari nella storia e attualmente nessuno stato ha un parlamento di questo tipo. Se il parlamento costituito da due camere, una viene tradizionalmente denominata camera alta, l'altra camera bassa. Nella pratica la denominazione ufficiale attribuita alle camere varia da ordinamento ad ordinamento: per la camera bassa (o per l'unica camera dei parlamenti monocamerali) le denominazioni pi utilizzate sono camera dei rappresentanti, camera dei deputati, assemblea legislativa, assemblea nazionale, dieta ecc. e rappresentanti o deputati sono per lo pi detti i suoi membri; per la camera alta la denominazione di gran lunga pi utilizzata senato, i cui membri sono detti senatori; in certi ordinamenti federali la camera alta detta consiglio degli stati e consiglieri i suoi membri. La camera bassa ha usualmente un centinaio di membri nei paesi con popolazione attorno ai tre milioni di abitanti; raramente ha pi di 400-600 membri, anche nei paesi di maggiori dimensioni. In tutti gli ordinamenti, con l'unica eccezione di quello britannico, la camera alta ha un numero minore di membri rispetto alla camera bassa. Nei parlamenti bicamerali alcune deliberazioni possono essere assunte da un collegio costituito dalle due camere riunite in seduta comune. In particolare, le camere eleggono in seduta comune il presidente della repubblica e le altre cariche dello stato per le quali prevista l'elezione parlamentare. In alcuni ordinamenti le camere deliberano in seduta comune sulle questioni per le quali si sono gi pronunciate separatamente in modo discordante. Oltre che con la deliberazione in seduta comune, i contrasti tra le camere possono essere risolti con diverse modalit. In alcuni ordinamenti la questione deferita ad un commissione bicamerale affinch elabori un testo di compromesso, da sottoporre all'approvazione delle due camere; in altri ordinamenti, tra cui quello italiano, la questione sottoposta reiteratamente al voto delle due camere sinch non si arriva ad una deliberazione concorde (cosiddetta navetta parlamentare).

Elezione Nei parlamenti democratici almeno una delle camere, e precisamente la camera bassa, eletta direttamente dal popolo. In realt, negli ordinamenti attuali, con la notevole eccezione della Camera dei Lord britannica e di alcuni stati ex domini britannici, come il Canada[6], anche la camera alta ormai elettiva, seppur con modalit differenziate rispetto alla camera bassa, ad esempio prevedendo un'et minima pi elevata per votare o essere eletti, un diverso sistema elettorale, diversi collegi elettorali. In alcuni ordinamenti (ad esempio in Francia) la camera alta eletta in modo indiretto, dai cosiddetti grandi elettori, a loro volta eletti dal popolo, mentre in certe federazioni i membri della camera alta sono eletti dai parlamenti degli stati federati. L'elettorato attivo del parlamento uno dei principali diritti politici ed andato col tempo estendendosi in tutti gli ordinamenti: inizialmente, nell'XIX secolo, era limitato ai cittadini che possedevano un certo censo, di solito commisurato all'ammontare dei tributi versati (suffragio censitario), in seguito taluni ordinamenti lo hanno esteso ai cittadini che avevano un certo grado d'istruzione (suffragio capacitario), infine stato esteso, nel XX secolo, a tutti i cittadini, dapprima di sesso maschile e poi d'ambo i sessi (suffragio universale). Attualmente adottato quasi ovunque in suffragio universale: l'elettorato attivo riconosciuto a tutti i cittadini al disopra di una certa et (la maggiore et o, in qualche ordinamento, un'et leggermente superiore); se tale et differenziata per le due camere, maggiore quella prevista per la camera alta. In genere l'elettorato passivo viene riconosciuto a coloro cui spetta l'elettorato attivo, prevedendo tuttavia un'et minima superiore. Struttura interna delle camere All'interno di ciascuna camera sono istituiti alcuni organi per il suo funzionamento, in particolare: la presidenza; le commissioni; i gruppi. Presidenza Ciascuna camera elegge tra i propri membri il presidente che nei parlamenti dei paesi anglosassoni, in particolar modo nelle camere basse, di solito denominato speaker (portavoce). Per l'elezione del presidente usualmente richiesta una maggioranza qualificata, a sottolineare l'imparzialit che connota il suo ruolo. In molti ordinamenti - ma non in quelli anglosassoni - il presidente affiancato da vicepresidenti ed eventualmente da segretari e, in alcuni ordinamenti, tra cui quello francese e quello italiano, da questori, anch'essi eletti dalla camera tra i propri membri, che assieme al presidente costituiscono un organo collegiale, l'ufficio di presidenza o praesidium. Nelle camere non elettive il presidente di solito non eletto dai membri ma nominato

dal capo dello stato. Negli Stati Uniti, cos come in altre repubbliche presidenziali, soprattutto latinoamericane, che hanno seguito il modello statunitense, presidente di diritto della camera alta il vicepresidente della repubblica o, a livello statale, il luogotenente governatore. Il presidente convoca le sedute della camera e ne dirige lo svolgimento, anche con poteri disciplinari e di polizia, assicurando, in particolare, l'ordinato svolgimento dei dibattiti e delle votazioni, di cui proclama il risultato. Tali funzioni dovrebbero essere svolte in modo imparziale nei confronti di maggioranza e opposizione, a prescindere dalla parte politica nella quale il presidente si riconosce; di fatto, mentre in certi sistemi (ad esempio quello britannico) richiesta al presidente una rigorosa imparzialit, in altri (come quello statunitense) gli concesso un ruolo pi partigiano. Dal presidente dipendono gli uffici che supportano il funzionamento della camera, separati dalla pubblica amministrazione e diretti da un alto funzionario che nei paesi anglosassoni usualmente denominato clerk mentre altrove per lo pi denominato segretario generale. In vari ordinamenti il presidente, oltre alle funzioni quale organo interno della camera, ne ha altre proprie, ad esempio quella di nominare i titolari di alcuni organi di cui si vuole assicurare l'imparzialit (come le autorit indipendenti). Negli ordinamenti repubblicani i presidenti delle camere hanno funzioni vicarie del presidente della repubblica in mancanza del vicepresidente; in questo caso, se il parlamento bicamerale, primo in ordine di successione di solito il presidente della camera alta. Commissioni Funzioni attribuite alle Commissioni solito distinguere: approvazione di apposite risoluzioni volte a manifestare ordinamenti ed indirizzi su specifici argomenti. di controllo, attraverso le far valere le responsabilit politiche del Governo. di tipo consultativo, esercitate ogniqualvolta sia necessario acquisire il parere di una Commissione per gli aspetti di una specifica competenza. di tipo conoscitivo, esercitata attraverso la promozione di specifiche indagini. Le commissioni hanno un'organizzazione interna analoga a quella della camera, con un proprio presidente, eventualmente affiancato da un ufficio di presidenza, e possono essere a loro volta articolate in sottocommissioni. Gruppi Ciascuna camera si articola in gruppi secondo l'appartenenza partitica dei suoi membri: normalmente tutti i parlamentari che appartengono ad un determinato partito costituiscono un gruppo, sicch questo la proiezione del partito nel parlamento (il cosiddetto parlamentary party dei sistemi anglosassoni). Pu anche accadere che pi partiti costituiscono un gruppo unico, di solito nell'ambito di una coalizione o come passo verso la fusione, o che un partito abbia pi gruppi, di solito preludio ad una

scissione. In molti parlamenti i gruppi hanno una disciplina ufficiale; un'eccezione rappresentata dai parlamenti anglosassoni, dove i gruppi, pur avendo una rilevanza politica non inferiore a quella di altri parlamenti, non sono ufficialmente previsti dalle norme che disciplinano l'organizzazione e il funzionamento delle camere. Dove i gruppi hanno un ruolo ufficiale di solito previsto un numero minimo di membri per la loro costituzione; i parlamentari che, per questo motivo, non riescono a costituire un gruppo o che, comunque, non aderiscano ad alcun gruppo, vanno a costituire il gruppo misto. In certi paesi, tra cui quelli anglosassoni e quelli scandinavi, il ruolo di leader del partito coincide con quello di leader del suo gruppo parlamentare (della camera bassa, se il parlamento bicamerale), tanto che, spesso, viene eletto da quest'ultimo. Altrove, invece, il gruppo parlamentare elegge un proprio leader (capogruppo o presidente) distinto dal leader del partito. Funzioni Le funzioni si distinguono in funzioni legislative,che non interessano al momento, di indirizzo politico e di controllo. Funzioni di indirizzo politico In tutti i sistemi democratici il parlamento svolge funzioni di indirizzo politico la cui incisivit, tuttavia, varia con la forma di governo adottata: i sistemi parlamentari e semi-presidenziali, infatti, sono caratterizzati dal rapporto fiduciario esistente tra governo e parlamento, mentre nella repubblica presidenziale e nella monarchia costituzionale tale rapporto non sussiste. Oltre al rapporto fiduciario con il governo in tutti i sistemi, compresi quelli presidenziali, il parlamento dispone di una serie di strumenti per incidere sull'indirizzo politico: tra questi rientra la stessa funzione legislativa, visto che la legge, nello stato di diritto, ispirato al principio di legalit, pu vincolare l'attivit degli altri poteri dello stato. Anche i poteri di controllo sul governo, di cui dispongono tutti i parlamenti democratici, possono essere considerati uno strumento attraverso il quale il parlamento partecipa alla definizione dell'indirizzo politico. Rapporto fiduciario con il governo Nei sistemi parlamentari e semipresidenziali il governo deve avere la fiducia del parlamento. In alcuni ordinamenti (tra cui quello italiano) questo comporta che il primo ministro, nominato dal capo dello stato, deve sottoporre il proprio programma di governo al voto di fiducia del parlamento e, nel caso non lo ottenga, si deve dimettere. In molti altri ordinamenti, invece, la fiducia al momento della nomina presunta, sicch non necessario un voto di fiducia preliminare; in altri ancora, infine, il voto di fiducia sostituito da un voto d'investitura del parlamento prima della nomina da parte del capo dello stato o, addirittura, prevista l'elezione del primo ministro da parte del parlamento.

In tutti i sistemi parlamentari e semi-presidenziali il venir meno della fiducia del parlamento, che si manifesta nel voto di sfiducia (o, pi esattamente, nel voto favorevole su di una mozione di sfiducia proposta da membri del parlamento o nel voto sfavorevole su una questione di fiducia posta dallo stesso governo) comporta l'obbligo di dimissioni del governo (la cosiddetta crisi di governo). Va aggiunto che di solito il governo si dimette gi nel momento in cui, essendo venuto a mancare l'appoggio di uno o pi partiti della sua coalizione, ritiene di aver perso la maggioranza in parlamento, evitando cos di sottoporsi al voto di sfiducia (si parla, in questo caso, di crisi di governo extraparlamentare). In alcuni ordinamenti (ad esempio quello tedesco), il rapporto di fiducia intercorre tra primo ministro e parlamento mentre in altri, pi numerosi (ad esempio quello italiano), intercorre tra l'intero governo e il parlamento: la prima soluzione, ovviamente, tende ad accentuare la posizione di preminenza del primo ministro, poich in questo modo i ministri dipendono direttamente solo da lui; la seconda soluzione, invece, accentua la collegialit del governo. Un'altra variabile riguarda quali camere nei parlamenti bicamerali sono coinvolte nel rapporto fiduciario: in alcuni ordinamenti (ad esempio quello britannico) richiesta la fiducia della sola camera bassa, in altri (ad esempio quello italiano) la fiducia di entrambe le camere. La necessit che il primo ministro abbia la fiducia del parlamento limita considerevolmente l'effettivo margine di scelta del capo dello stato al momento della nomina. In particolare, nei sistemi bipartitici o bipolari il capo dello stato non pu far altro che nominare primo ministro il leader del partito o della coalizione che, avendo vinto le elezioni, ha la maggioranza in parlamento. Nei sistemi multipartitici, invece, il capo dello stato mantiene un pi ampio margine di scelta, soprattutto quando non si delinea in parlamento una coalizione di maggioranza in grado di sostenere il governo. In alcuni sistemi (tipicamente quelli che seguono il cosiddetto sistema Westminster) il primo ministro, come del resto gli altri ministri, deve essere membro del parlamento; in altri (tra i quali quello italiano) pu esserlo o meno, ma di fatto normalmente lo ; infine, in alcuni sistemi (tra i quali quello francese e molte altre repubbliche semipresidenziali) il primo ministro non pu essere membro del parlamento e, se lo , deve dimettersi al momento della nomina. Funzioni di controllo Approvazione del bilancio dello stato Lo strumento a disposizione del Parlamento per controllare l'attivit di spesa e di entrata del Governo l'approvazione del bilancio preventivo che il Governo stesso redige (entro il 31 dicembre di ogni anno, secondo l'art. 81 della Costituzione italiana). Tutte le spese e le entrate debbono essere infatti preventivamente autorizzate dal Parlamento, in base al principio no taxation without representation.

Altre funzioni di controllo L'autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali compete in buona parte ai Parlamenti, quando non si tratti di accordi stipulati dall'Esecutivo in forma semplificata per la loro rilevanza minore. Storicamente, lo scopo della previsione era evitare che si eludesse il potere legislativo negoziando tra Esecutivi materie rientranti nelle competenze dei rispettivi Legislativi, per poi darvi ingresso nei rispettivi ordinamenti giuridici senza passare per il voto parlamentare. In molti Parlamenti s' estesa la previsione di sedi consultive su atti del governo, originariamente prevista al Senato statunitense per le nomine di componenti dell'Esecutivo ed alti funzionari pubblici (ambasciatori, ecc.). Funzioni giurisdizionali In alcuni ordinamenti costituzionali prevista la natura giudicante del Parlamento, che svolge un ruolo (di propulsione dell'accusa o addirittura di decisione finale) in ordine ai processi nei confronti delle altre cariche dello Stato (es. impeachment nei regimi anglosassoni ovvero messa in istato d'accusa del Capo dello Stato in quelli continentali). Una diversa forma di giurisdizione quella - riservata alle Camere in alcuni ordinamenti, come quello italiano (art. 66 della locale Costituzione) - di verifica dei poteri, per accertare la legittimit delle proclamazioni operate dagli uffici elettorali. IL GOVERNO Il termine governo (dal verbo latino gubernare, 'reggere il timone', a sua volta derivato dal greco kybernn) utilizzato nel linguaggio giuridico e politologico con vari significati. In un senso molto ampio il governo l'insieme dei soggetti che in uno stato detengono il potere politico. Questo significato, laddove vige la separazione dei poteri, abbraccia tutti gli organi dello stato e degli altri enti pubblici, appartengano essi al potere legislativo, esecutivo o giudiziario. Si fa riferimento a questo significato quando si dice che il governo, assieme al territorio e al popolo, uno degli elementi costitutivi dello stato. Il significato pu essere ulteriormente ampliato includendovi anche le forze politiche e sociali, quali i partiti e i sindacati, che pur non essendo parti dello stato o enti pubblici, partecipano comunque all'esercizio del potere politico. In un senso pi ristretto il governo l'insieme dei soggetti che in uno stato detengono il potere politico in posizione di indipendenza, perch collocati al vertice e non subordinati ad altri soggetti (superiores non reconoscentes). Negli stati moderni questi soggetti s'identificano con gli organi costituzionali, ossia quegli organi che in posizione di reciproca indipendenza partecipano alla definizione dell'indirizzo politico dello stato: il parlamento, il vertice del potere esecutivo, il capo dello stato, la corte costituzionale o la corte suprema alla quale affidato il controllo di legittimit costituzionale. Il complesso dei rapporti intercorrenti tra questi organi, disciplinati dalla costituzione, costituisce la forma di governo dello stato.

In un senso ancora pi ristretto con governo s'intende uno solo dei predetti organi costituzionali, quello posto al vertice del potere esecutivo, dal quale dipende la pubblica amministrazione. Va notato che questo significato si distingue dal precedente solo dove vige la separazione dei poteri: nello stato assoluto, infatti, i due significati coincidono e identificano il monarca con i suoi diretti collaboratori. Il governo ha progressivamente emarginato il capo di stato dando rilievo al primo ministro per cui si parla di principio monocratico o collegiale per il rapporto fra questo e l'organo collegiale. La direzione del governo affidata ad un organo monocratico che il presidente nelle forme presidenziali ed il primo ministro in quelle parlamentari. Tal volta prevista anche la vice presidenza attribuita ad una persona importante del partito al potere o del secondo partito in ordine di importanza ma, si possono nominare piu viceministri. La struttura del governo varia notevolmente secondo la forma di governo adottata. In generale, si tratta di un organo complesso, ossia articolato in pi organi monocratici o collegiali, tra i quali si possono annoverare: il capo dello stato, monocratico o collegiale, sebbene nei sistemi parlamentari la sua appartenenza al governo sia dubbia; il vicario del capo dello stato monocratico, ove presente (vicepresidente della repubblica o sim.); il capo del governo, ove diverso dal capo dello stato (primo ministro, presidente del consiglio dei ministri, cancelliere ecc.); il vicario del capo del governo, ove presente (vice primo ministro, vicepresidente del consiglio dei ministri ecc.); i ministri o segretari di stato (o, semplicemente, segretari); eventuali organi monocratici che coadiuvano i ministri e svolgono funzioni vicarie degli stessi (segretari di stato, sottosegretari di stato, vice ministri ecc.); eventuali organi monocratici con funzioni particolari (ad esempio, l'attorney general nei paesi di common law o il procuratore generale al quale fa capo il pubblico ministero in certi paesi di civil law); un organo collegiale, il gabinettoo consiglio dei ministri (in alcuni ordinamenti denominato consiglio di stato, consiglio esecutivo o, semplicemente, governo), che riunisce i ministri (in certi ordinamenti i soli ministri membri del gabinetto) sotto la presidenza del capo dello stato o del capo del governo; eventuali organi collegiali, per lo pi denominati consigli o comitati, che riuniscono parte dei ministri con funzioni di coordinamento settoriale (sono i cosiddetti comitati interministeriali). Per la struttura, la nomina e le funzioni dei vari organi sopra elencati si rimanda alle singole voci ad essi dedicate. Lo status dei membri del governo d a questi il dovere di perseguire l'interesse pubblico e di evitare il conflitto di interessi che si ha quando chia ha una carica

elettiva o pubblica gestisce un interesse economico privato che influenzi i suoi doveri, a disciplinare ci ci pensano soprattutto gli stati uniti stabilendo principi e regole alle quali si devono uniformare le cariche pubbliche, nel regno unito vi sono codici regolamentari e deontologici mentre in europa continentale vi sono previsioni costituzionali sull'incompatibilit per cui in germani il ministro non puo appartenere ad un consiglio di amministrazione di un impresa con scopo di lucro. Per quanto riguarda la responsabilit del primo ministro e dei ministri, in regno unite e in germania ad es non previsto alcun trattamento differenziato e il soggetto competente a sollevare l'accusa quasi sempre il parlamento mentr il giudice o quello ordinartio o la corte suprema o quella costituzionale o il parlamento stesso. In italia e in francia i membri del governo sono sottoposti alla magistratura ordinaria e si resa costituzionale la legge che non rendeva perseguibili nel corso del mandato i titolari di late cariche. Il governo si forma con un procedimento complesso e puo avere o elezione da parte del corpo elettorale come nei governi presidenziali o elezione parlamentare del primo ministro o nomina del primo ministro da parte del capo di stato dove ad es in italia deve seguire il voto di fiducia. Nelle forma di governo maggioritarie l'indicazione del primo ministro compita dal corpo elettorale attraverso l'elezione del parlamento, nelle forme non maggioritarie la scelta del primo ministro frutto di un accordo post elettorale fra i partiti. La fase praparatoria della formazione del governo sono gli atti prima della nomina del primo ministro e la scelta del leader spetta o al gruppo parlamentare o ad un organo di partito, il capo dello stato prima di nominare il primo ministro fa delle consultazioni e tal volta si hanno anche dei mandati esplorativi per poi conferire l'incarico di formare il governo. Il presidente in grecia deve nominare il primo ministro del partito che abbia la maggioranza assoluta o quella relativa. La fase costitutiva sfocia nella formazione del governo e per la nomina dei ministri nella forma di governo presidenziale spetta al presidente con il consenso del senato mentre nelle altre forme spetta al primo ministro e in francia su proposta di questo al capo dello stato mentre in italia compiuta dai partiti della coalizone e non prevista revoca. Alla nomina del governo segue il giuramento dei suoi componenti a cui a volte segue il voto di fiducia del parlamento che se non vi potrebbe legittimare i governi di minoranza che si hanno anche quando si vota a maggioranza semplice. I governi elettorali servono per gestire la fase di indizione delle nuove elezioni e di regola spetta al governo uscente tuttavia si possono formare governi di garanzia. La crisi parlamentare determinata da un voto di sfiducia del parlamento mentre quella extraparlamentare ha ragioni esterne. Il voto di sfiducia si puo avere quando nessun partito abbia ottenuto la maggioranza dei seggi oppure quando un partito della maggioranza decida di allearsi con l'opposizione infatti le crisi sono per lo piu dovute alla rottura del patto di coalizione fra i partiti della maggioranza per cui il primo ministro chiede le dimissioni prima che la crisi si trasferisca in parlamento, si puo avere anche come crisi parlamentare quella

dovuta ad un voto negativo su un importante legge di indirizzo politico per cui il governo puo capire di non godere piu dell'appoggio della maggioranza parlamentare e chiedere le dimissioni. Le crisi extraparlamentari possono essere determinate da ragioni non politiche come morte o impedimento del primo ministo, determinate da nuove elezioni parlamentari per cui il governo presenta le proprie dimissioni, determinate dal nuovo presidente della repubblica acui il governo presenta le dimissioni per vedersele rifiutate, e detrminate da ragioni di partito quando si discute del primo ministro o per un coinflitto fra i partiti di coalizione. Il primo ministro ha una supremazia politica sugli altri ministri per per limitare il suo potere bisogna ricordarsi che egli deve essere riconosciuto come leader dal partito di maggioranza e inoltre l'organo collegiale titolare di importanti competenze. Nelle forma di governo con funzionamento maggioritariovi preminenza del primo monistro che puo scegliere e revocare i ministri su cui ha poteri di direttiva, ha un apparato informativo e organizzativo e la possibilit di costituire organi collegiali ristretti. Nelle forme che hanno un funzionamento di tipo maggioritario la formazione di governi di coalizione fra partiti riduce il primo ministro che funge da mediatore fa le componenti politiche e ci rafforza i singoli ministri. IL CAPO DELLO STATO Capo di Stato Il capo dello Stato la persona o il gruppo di persone poste al vertice dello Stato, i cui effettivi poteri, tuttavia, variano notevolmente secondo la forma di governo adottata: dalla titolarit di tutti i pubblici poteri (come avviene nello stato assoluto), all'esercizio di funzioni di governo fino ad un ruolo quasi esclusivamente cerimoniale. Pu essere il titolare della sovranit, come avveniva negli ordinamenti del passato, o un organo della persona giuridica titolare della sovranit (lo Statopersona, dove un soggetto unitario), come avviene, invece, negli ordinamenti attuali. Soltanto nel primo caso, dunque, il capo dello stato un sovrano nel senso proprio del termine, sebbene questo titolo venga utilizzato anche per designare gli altri capi di stato monarchici, compresi quelli con un ruolo puramente cerimoniale. Al di l dei poteri effettivamente attribuiti, in tutti i sistemi politici il capo dello Stato ha il ruolo di personificare l'unit, la continuit, la legittimit dello stato, ruolo che stato efficacemente descritto da Charles de Gaulle, con riferimento al Presidente della Repubblica francese, dicendo che egli incarna "une certaine ide de la France" (una certa idea della Francia). Monarchie e repubbliche Tradizionalmente gli stati si distinguono in monarchie e repubbliche, secondo la natura del capo dello stato. In passato la distinzione si basava su chi deteneva effettivamente il potere supremo: una sola persona, nel caso della monarchia, una

pluralit di persone nel caso della repubblica. Negli stati moderni, invece, la distinzione ha perso molta della sua importanza, essendo pi rilevante quella basata sulla forma di stato e governo adottata. Negli stati di tipo liberaldemocratico la forma di governo pu essere monarchia o repubblica parlamentare, repubblica presidenziale o semipresidenziale, monarchia costituzionale o repubblica direttoriale. Sono repubbliche anche gli stati comunisti, mentre gli stati autoritari e totalitari possono essere monarchie (come l'Italia fascista o la Spagna franchista) o repubbliche (come la Germania nazista e la gran parte delle dittature militari odierne), sebbene, in tutti questi casi, sia difficile scorgere analogie con le repubbliche e monarchie liberaldemocratiche che vadano oltre l'aspetto puramente formale. Sono invece oggi molto rare le monarchie assolute e del tutto scomparse le repubbliche aristocratiche (con la possibile eccezione delle Samoa). In generale, secondo la dottrina odierna, sono considerate repubbliche gli stati dove il capo dello stato, organo monocratico o collegiale, rappresenta il popolo, dal quale eletto direttamente oppure indirettamente, attraverso suoi rappresentanti (di solito il parlamento). Nelle monarchie, invece, il capo dello stato, persona fisica titolare della sovranit o organo monocratico della persona giuridica titolare della sovranit, non rappresenta il popolo. A questa differenza se ne aggiungono altre che, tuttavia, non sono sempre presenti e, quindi, non valgono da sole quale criterio distintivo: il capo dello stato repubblicano elettivo, quello monarchico quasi mai e, nei pochi casi in cui lo , non rappresenta comunque chi, direttamente o indirettamente, lo ha eletto; nella maggior parte dei casi il monarca accede alla carica per diritto ereditario; il capo di stato repubblicano dura in carica per un periodo limitato di tempo, mentre la carica del monarca vitalizia, anche se non mancano casi, tra gli stati non democratici, di repubbliche in cui l'ufficio di capo dello stato vitalizio. Storicamente si nota una netta tendenza al passaggio dalla monarchia alla repubblica, tanto che attualmente gli stati sono in grande maggioranza repubbliche. Permane la monarchia in alcuni stati europei o extraeuropei in cui ha una lunga tradizione, mentre sono rari i casi di stati di recente indipendenza che hanno adottato la forma monarchica. Struttura Nelle monarchie il capo dello Stato la persona fisica o l'organo monocratico della persona giuridica titolare della sovranit ed genericamente denominato monarca, anche se nei singoli stati assume denominazioni specifiche: re (la pi diffusa), imperatore, principe, granduca, sultano, emiro ecc.; correlativamente la monarchia prende il nome di regno, impero, principato, granducato, sultanato, emirato ecc. Alcuni di questi titoli hanno anche una controparte femminile - regina, imperatrice, principessa, granduchessa ecc. - che designa sia la moglie del monarca, sia il monarca di sesso femminile (il cui marito, peraltro, non porta i corrispondenti titoli maschili ma, per lo pi, il titolo di principe consorte).

Pu essere considerato un capo di Stato monarchico anche il Papa nel suo ruolo temporale di sovrano dello Stato della Citt del Vaticano e della Santa Sede. Capi di Stato repubblicani Nelle repubbliche il capo dello stato pu essere un organo monocratico o collegiale. Nel primo caso ha oggi quasi ovunque il titolo di presidente della repubblica o presidente federale (in certe federazioni, ad esempio quella tedesca) o semplicemente presidente (ad esempio negli Stati Uniti e in altre repubbliche presidenziali). Il capo dello stato un collegio nelle repubbliche direttoriali, nel qual caso detto direttorio (e direttori i suoi membri) potendo, peraltro, assumere denominazioni specifiche nei vari ordinamenti (ad esempio, in Svizzera, Consiglio federale). collegiale anche il capo degli stati comunisti, dove assume varie denominazioni: consiglio di stato, praesidium o comitato permanente del parlamento ecc. Dove il capo di stato collegiale, il presidente del collegio svolge alcune delle funzioni protocollari e cerimoniali che altrove sono svolte dal capo dello stato monocratico. Casi particolari Vi sono stati nei quali il capo dello stato ha una configurazione particolare; si possono ricordare:
il Giappone, dove l'imperatore (Tenn) definito dalla costituzione vigente

quale "simbolo" e non quale capo dello stato ma comunque considerato come un capo dello stato ai fini del protocollo diplomatico; la Repubblica di San Marino che al vertice ha i due Capitani Reggenti eletti per un mandato di sei mesi; un certo numero di ex domini britannici (tra cui Canada, Australia, Nuova Zelanda) che, ottenuta l'indipendenza, continuano a riconoscere, quale loro capo dello stato, il monarca britannico, rappresentato da un governatore generale il quale svolge, di fatto, le funzioni del capo dello stato; Andorra, che ha due capi di stato, formalmente monarchici, di cui uno il Presidente della Repubblica francese, l'altro il Vescovo di Urgell; la Malesia, il cui capo dello stato federale (Yang di-Pertuan Agong) eletto da e tra i capi degli stati federati, alcuni repubblicani o altri monarchici; la Corea del Nord, dove a Kim Il-sung fu attribuito il titolo di Presidente perpetuo; dopo la sua morte la carica di presidente stata abolita e funzioni di capo dello stato sono state demandate al presidente dell'Assemblea Suprema del Popolo, in qualit di Capo dello Stato per gli affari esteri, sebbene il ruolo simbolico di capo dello stato sia rivestito da Kim Jong-il, Presidente del Comitato di Difesa Nazionale e Segretario generale del Partito dei Lavoratori.

Accesso alla carica Nelle monarchie il potere viene assunto attraverso: La discendenza (a seconda delle leggi della nazione possono assumere il ruolo

di capo di stato solo i figli maschi oppure anche le femmine) Per elezione (nel Sacro Romano Impero e nell'Impero Germanico vi erano i principi elettori che eleggevano un nuovo imperatore) Nelle repubbliche Il capo di stato repubblicano, monocratico o collegiale, sempre elettivo. Il capo dello stato monocratico pu essere eletto: direttamente dal popolo (nelle cosiddette elezioni presidenziali); da un collegio di grandi elettori a loro volta eletti dal popolo; dal parlamento, se bicamerale in seduta comune, eventualmente integrato da rappresentanti delle autonomie territoriali (ad esempio, in Italia, delle regioni). L'elezione popolare diretta o attraverso i grandi elettori tipica delle repubbliche presidenziali e semi-presidenziali, anche se non mancano eccezioni, e tende ad attribuire un rilevante peso politico al presidente eletto, che emerge come rappresentante diretto del popolo, senza la mediazione del parlamento. Vi sono, peraltro, repubbliche nelle quali il presidente, pur eletto direttamente dal popolo e dotato sulla carta di poteri pi incisivi del capo di stato parlamentare, ha di fatto un ruolo non dissimile da quest'ultimo. Per l'elezione del presidente pu essere richiesta la maggioranza assoluta (come negli Stati Uniti) o relativa (come in Francia). Quando nessun candidato ottiene la maggioranza prescritta, alcuni ordinamenti ricorrono ad una seconda votazione popolare (ballottaggio) dove sufficiente la maggioranza semplice; vari sono i criteri per l'ammissione dei candidati al ballottaggio: tutti quelli che hanno partecipato al primo turno, i due pi votati ( la formula pi diffusa, adottata, ad esempio, in Francia), tutti quelli che hanno conseguito una certa percentuale di voti ecc. Altri ordinamenti, invece, demandano tale scelta al parlamento (cos negli Stati Uniti). L'elezione parlamentare tipica delle repubbliche parlamentari e tende ad attribuire al presidente eletto un ruolo politicamente neutrale, tanto pi che le costituzioni ne prevedono l'elezione con maggioranza qualificata (ad esempio i 2/3 o i 3/4), anche se, di solito, dopo un certo numero di votazioni senza che nessun candidato abbia raggiunto tale maggioranza, sufficiente la maggioranza assoluta. Il capo dello stato collegiale pu essere eletto dal parlamento (come nel caso del Consiglio federale svizzero e del capo dello stato collegiale degli stati comunisti) o direttamente dal popolo (come il Consiglio Nazionale di Governo uruguaiano tra il 1952 e il 1967). I requisti per l'elezione a capo dello stato sono di solito pi restrittivi di quelli per l'elezione dei membri del parlamento: spesso prescritta un'et minima superiore (ad esempio, in Italia, 50 anni, contro i 40 per l'elezione al Senato della Repubblica e i 25 per l'elezione alla Camera dei deputati); la Costituzione degli Stati Uniti richiede per il presidente, oltre la cittadinanza, la nascita sul territorio statunitense e la residenza

sullo stesso per almeno quindici anni ecc. Quando il presidente eletto direttamente dal popolo, i requisiti per l'elettorato attivo sono di norma gli stessi delle elezioni parlamentari. Durata del mandato Il monarca rimane in carica per tutta la vita, salvo che vi rinunzi con un atto che prende il nome di abdicazione. Al di fuori dei casi eccezionali di presidenti a vita, il capo di stato repubblicano, monocratico o collegiale, rimane invece in carica per un periodo limitato di tempo, stabilito dalla costituzione. La durata del mandato si aggira sui 4-5 anni quando il capo di stato detiene anche il potere esecutivo, mentre maggiore (per lo pi 6-7 anni) nei sistemi parlamentari. Dove il presidente della repubblica eletto dal parlamento la durata del mandato presidenziale sempre superiore a quella della legislatura per evitare che lo stesso parlamento possa eleggere due presidenti: in questo modo viene accentuata l'indipendenza del capo dello stato dal parlamento e, quindi, la sua neutralit. Alcuni ordinamenti, specie presidenziali (come quello statunitense) e semipresidenziali, limitano a due i mandati presidenziali consecutivi, sicch il presidente pu ricandidarsi una sola volta (salvo che il precedente mandato e quello per cui si candida non siano consecutivi). Normalmente la carica di capo dello stato considerata il culmine della carriera politica, cos i presidenti cessati dalla carica tendono a non assumere altre cariche politiche; in certi ordinamenti, peraltro, sono di diritto membri a vita della camera alta (in Italia, ad esempio, sono senatori vita). Supplenza Nelle repubbliche Le funzioni del presidente della repubblica, in caso di assenza o impedimento, possono essere svolte:
da un organo apposito, che funge da suo vicario e che prende il nome di

vicepresidente della repubblica (o vicepresidente federale o, semplicemente, vicepresidente, in relazione al titolo ufficiale del presidente); questa la soluzione di solito adottata nelle repubbliche presidenziali; dal presidente di una delle camere, per lo pi la camera alta (come in Italia, ma in Polonia invece la camera bassa), o dal primo ministro (come in Russia); questa la soluzione adottata dalla generalit dei sistemi non presidenziali, nonch dalle repubbliche presidenziali in caso di assenza o impedimento anche del vicepresidente. Dove prevista la figura del vicepresidente, lo stesso pu essere eletto simultaneamente al presidente ( il caso degli Stati Uniti dove si vota su candidature congiunte, il cosiddetto ticket), eletto separatamente o nominato dal presidente dopo

la sua elezione; vi sono anche ordinamenti in cui i vicepresidenti sono due (ad esempio, in Costarica). generalmente previsto che, in caso di morte o impedimento permanente del presidente, il vicepresidente gli succeda nella carica, portando a termine il suo mandato. Oltre a fungere da vicario del presidente, il vicepresidente membro del gabinetto presidenziale anche se il suo ruolo varia, secondo gli ordinamenti e la statura politica dello stesso vicepresidente, da compiti puramente cerimoniali alla partecipazione alla direzione politica del governo. In certe repubbliche presidenziali, sul modello degli Stati Uniti, il vicepresidente presidente di diritto della camera alta. Nelle monarchie Nelle monarchie la supplenza del capo dello stato pu rendersi necessaria non solo in caso di assenza o impedimento ma anche, se la carica ereditaria, in caso di minore et o incapacit del sovrano, nonch in caso di interregno, ossia estinzione della linea di successione del sovrano in attesa che ne venga stabilita una nuova. Si parla, in questi casi, di reggenza e le funzioni del sovrano possono essere svolte, secondo gli ordinamenti, da un organo monocratico (il reggente), un organo collegiale (il consiglio di reggenza) o entrambi; la titolarit di tali organi per lo pi attribuita a membri della famiglia reale (erede al trono, madre o padre del sovrano ecc.) Una parziale supplenza del Papa esercitata dal Collegio dei Cardinali e dal Cardinale Camerlengo durante la sede vacante, ossia il periodo di tempo che intercorre tra la morte o la rinuncia di un papa e l'elezione del suo successore. Poteri Nella forma di governo presidenziale il presidente anche titolare dell'esecutivo e nel caso di quello francese se sostenuto dalla maggioranza ha anche i poteri del primo ministro del regno unito mentre, il presidente russo ha anche l'iniziativa legislativa e l'indizione del referendum. Gli atti del capo dello stato possono essere o con natura sostanziale o meramente formali perch sanciti dalla volont di un altro organo infatti, importante la controfirma ministeriale degli atti del capo dello stato necessaria per il re e in alcuni casi anche evitabile per il presidente come ad es in italia il potere di esternazione che l'insieme dei messaggi orali, discorsi, con cui il presidente esprime il suo pensiero. Lo sciglimento anticipato del parlamento non si ha negli stati uniti, in svizzera ed in norvegia e solitamente rientra fra le competenze del capo di stato ma, bisogna chiedersi a chi spetti la dicisione, se sia richiesta oppure no la cointrofirma del governo che non si ha inb francia o negli stati ex socialisti mentre in lettonia viene sottoposto a referendum, in ogni caso generalmente la titolarit del governo. In alcuni casi lo scioglimento frutto dalla concorde volont del capo dello stato e del primo ministro come in italia e si possono stabilire anche i presupposti o i limiti di tempo, con un termine iniziale o uno finale prima del quale non ammesso lo scioglimento o il tempo che deve decorrere dopo che uno ve ne sia gia stato o il divieto di farlo nell'ultima fase del mandato, 6 mesi ad es in italia.

Si pu chiedere anche il parere preventivo non vincolante di ciascuna camera in italia del primo ministro in francia ecc cmq si ha uno scioglimento maggioritario se deciso dal governo o dallla maggioranza parlamentare con in germania, lo scioglimento funzionale quando il parlamento non in grado di formare il governo, italia, lo scioglimento arbitrato per il conflitto tra parlamento ed un altro organo costituzionale che in francia il presidente, lo scioglimento di consultazione per cui vi puo essere quello automatico libero e lo scioglimento tecnico che deriva da revisione costituzionale o da legge ordinaria. I capi dello stato monarchici hanno un'irresponsabilit penale assoluta e permanente poich i poteri di cui sono formalmante titolari sostanzialmente sono di altri. Per i presidenti della repubblica si ha una responsabilit politica diffusa perch soggetto alla critica dei cittadini ed istituzionale perch si puo far valere dal potere di elezione mediante la non rielezione e cio soprattutto nella forma presidenziale o con la rimozione dalla carica su iniziativa del parlamento a maggioranza qualificata. Un intermedio tra responsabilit politica e giuridica l'impeachment statunitense per cui il presidente se accusato di tradimento concussione o altro giudicato dal senato che lo rimuove dalla carica mentre in russia la destituzione solo teorica. Per gli atti compiuti nell'esercizio delle proprie funzioni si parla di irresponsabilir che non vale per per l'attentato alla costituzione come in italia, la violazione di leggi come in germania, l'alto tradimento come in italia, i gravi reati come in portogallo e le azioni scorrette o incompatibili con la carica come in israele. L'iniziativa proviene da una minoranza qualificata e lo stato di accusa deliberato a maggioranza parlamentare, il soggetto che giudica o organo parlamentare o giudic speciale o la corte costituzionale come in italia e la sanzione puo essere penale a cui si puo aggiungere la rimozione dalla carica. Per gli atti extra funzionali non prevista immunit ma, in francia non si puo procedere fino alla fine del mandato. GIUSTIZIA COSTITUZIONALE QUESTIONI DEFINITORIE. Giustizia costituzionale: riscontro tra costituzione e norme a essa subordinate assistito dal potere di espellere le norme contrastanti dallordinamento giuridico. ANTICHI PRECEDENTI: DAL DIRITTO ATTICO AL BONHAMS CASE. Il pi immediato precedente del moderno controllo di costituzionalit forse il famoso caso Bonham discusso davanti alla Court of Common Pleas nel 1610; Sir Coke sosteneva qui la sottoposizione del Re alla lex terrae esponendo la sua nozione di legge fondamentale ed identificandola con i principi del common law. Il judicial review nasce quindi in Inghilterra ma l non attecch. Anche in Francia il controllo di costituzionalit trovo resistenza: un controllo doveva ben esserci, ma non poteva essere esercitato dai giudici bens dallo stesso potere legislativo, o quanto meno, da organi chiamati ad agire allinterno del procedimento legislativo in via preventiva per consentire che latto si controllo assumesse la stessa

natura della legge. IL CONTROLLO GIURISDIZIONALE GENESI DEL JUDICIAL REVIEW NEGLI USA. A differenza dellInghilterra, gi dalla seconda met del 700 Otis e Adams sostenevano che una legge contraria alla costituzione nulla; negli USA a partire dell800 il sindacato di costituzionalit acquist in importanza grazie allaffermarsi della costituzione rigida. La US Constitution non prevede il sindacato di costituzionalit delle leggi ma lo riconosce in modo implicito. Il controllo di costituzionalit si afferm in giurisprudenza gi nei primi anni di applicazione della carta federale attraverso il caso Marbury v. Madison secondo la sentenza del chief justice john Marshal secondo cui la costituzione una legge ,pertanto, essendo compito di ogni giudice procedere all'interpretazione delle leggi per decidere le controversie a esso sottoposte. La costituzione per si pone come fonte di legge e quindi gerarchicamente superiore alle leggi ordinarie che devono conformarsi ad essa, e qualora cos non fosse il giudice deve annullarle o dichiararle inefficaci; il judicial review venne poi esteso nei confronti delle leggi degli Stati membri con il caso Fletcher v. Peck e conobbe i suoi maggiori successi dopo la guerra civile con lapprovazione dei c.d. civil war amendments. Negli USA quindi, ciascun giudice abilitato a sindacare la conformit delle leggi alla costituzione nellesercizio della sua ordinaria attivit giudicante. La corte suprema non detiene quindi il monopolio del judicial review, detiene per giurisdizione originaria per quanto riguarda casi relativi ad ambasciatori, consoli, rappresentanti diplomatici e controversie aventi a parte uno Stato. Essa si via via per trasformata sempre pi in una corte costituzionale attraverso leliminazione della sua giurisdizione dappello e consentendole di scegliere a sua discrezione il proprio docket (casi da decidere). Si esprime di ultima istanza sui ricorsi presentati dalle corti distrettuali con: writ of certiorari con i quali una delle parti del processo principale chiede alla corte suprema di riesaminare il caso,salvo per una assoluta discrezionalit della core di scegliere quali casi riesaminare e quali no. Certification of question con i quali si avoca la causa in capo alla corte suprema oppure quando si vuole indicare la giusta interpretazione se le precedenti interpretazioni della corte suprema sono inconciliabili. La corte suprema non ha mai svolto attivit di consulenza. UN MODELLO EURISTICO: VERFASSUNGSGERICHTSBARKEIT E COST. AUSTRIACA 1920 Kelsen credeva che la verifica della conformit delle leggi dovesse essere posta in essere da un organo organizzato a tribunale (inamovibile) e che essa dovesse essere

imposta attraverso il controllo repressivo, considerando il potere del Tribunale di annullare le leggi come conseguenza del poter legislativo di tale organo. Inoltre tutte le pubbliche autorit devono aver il potere di sospendere lapplicazione di una legge che considerano incostituzionale e investire della questione il Tribunale. Oggetto del giudizio dovrebbero essere leggi, regolamenti, regolamenti di esecuzione, atti normativi generali, trattati internazionali; lannullamento della legge ha efficacia pro futuro. EVOLUZIONE DEL CONTROLLO DI COSTITUZIONALIT IN FRANCIA. L costituzione del 1946 consegnava il controllo in mano al Comit constitutionnel le cui garanzie di terziet erano assai labili e la cui composizione era politica; inoltre il controllo era limitato nelloggetto, modalit daccesso e veniva esercitato preventivamente. Il Comit poteva verificare se le leggi dellAssemblea comportassero revisione costituzionale, in tal caso esso poteva rinviare la legge allAssemblea. Con la costituzione del 1958 lorgano chiamato a giudicare le leggi, il Conseil constitutionnel, sempre un organo di derivazione politica; esso ha il compito di svolgere ilc controllo preventivo obbligatorio sulle leggi organiche e i regolamenti parlamentari e quello facoltativo sulle leggi e sui trattati. Negli anni 70 ci fu un cambio radicale nella giustizia costituzionale francese: il Conseil divenne a tutti gli effetti una corte costituzionale importando nel bloc de costitutionnalit il preambolo della costituzione; nel 74 poi venne dato il potere di adire al Conseil anche a sessanta deputati o a sessanta senatori allargando quindi la possibilit di investire una questione dei legittimit costituzionale il Conseil. LIBRIDAZIONE DEI MODELLI PIU ANTICHE: IL CONTROLLO INCIDENTALE DI COSTIT. Gli ordinamenti intermedi tra quello austriaco e quello statunitense prevedono un organo unico e specializzato per rendere giustizia costituzionale, ma ciascun giudice interessato allesercizio del controllo di costituzionalit e deve quindi operare un giudizio preliminare sulla conformit della legge e in caso investire della questione la Corte costituzionale (giudizio incidentale). In Italia e in Germania, il controllo costituzionale di due tipi: concreto quando verte sullinterpretazione della legge fondamentale in seguito a controversie e sula portata di diritti e dovere di un organo supremo federale o di altri interessati; astratto quando non ha origina da un procedimento giudiziario ma mira a un mero raffronto tra disposizioni di grado diverso.

In Spagna si possono presentare questioni al Tribunale costituzionale in tre modi: via incidentale; ricorso diretto (presentato dal Presidente del Governo, dal Defensor del Pueblo, da cinquanta senatori/deputati, dagli organi collegiali ed esecutivi delle Comunit autonome), recurso de amparo (ciascuna persona fisica o giuridica, nonch il Defensor del Pueblo e il pubblico ministero possono denunciare la violazione di gran parte dei diritti o libert fondamentali disciplinati dalla costituzione. UN QUARTUM GENUS? SINDACATO DIFFUSO E CONCENTRAZIONE DEL CONTROLLO Al di fuori del common law, si ha un controllo parzialmente diffuso in Portogallo, dove data la possibilit di adire il Tribunal Constitucional contro la decisione del giudice che disapplica la legge. La costituzione portoghese vieta ai giudici di applicare norme che violino le disposizione della costituzione e istituisce un Tribunal Constitucional per conoscere lincostituzionalit. In Grecia la costituzione stabilisce che i tribunali sono tenuti a non applicare una legge che sia contraria alla costituzione (Corte Suprema speciale). In Russia la costituzione impone ai giudici di applicare direttamente la costituzione in caso di legge contrastante con essa, essi possono per anche investire della questione la Corte costituzionale. DIFFUSIONE DEL CONTROLLO PREVENTIVO. Il controllo a priori non ha incontrato molta fortuna, tranne che negli ordinamenti che subirono linflusso francese. Questo perch si riscontra spesso lesigenza di sottoporre le disposizioni legislative alla prova dellinterpretazione. Il controllo successivo risulta pi vantaggioso dal punto di vista delleconomia giuridica: consente ai giudici di salvare la vigenza di talune disposizioni, ed evita che questioni meramente astratte, che non si realizzano nella vita quotidiana, vengano sottoposte allattenzione di Corti costituzionali. CIRCOLAZIONE DEL CONTROLLO DIFFUSO. Tra i pi significativi ordinamenti di common law che si ispirano al modello statunitense ci sono Canada e Australia. In Canada la Corte Suprema non ha monopolio sul controllo di costituzionalit che compete anche a ciascun giudice; i giudici sono nominati dal Governatore generale e rimangono in carica fino ai 75 anni, possono essere rimossi solo dal Governatore. In Australia il grado di accentramento del controllo di costituzionalit (che qualsiasi giudice pu effettuare) appare maggiormente accentuato, anche in virt de poteri conferiti allAlta Corte dAustralia. Il procuratore generale dello Stato o della Federazione possono esercitare una specifica azione relativa ai vizi di legittimit costituzionale nei confronti di leggi

federali o statali che invadono le materie riservate alle altre. Quindi, ciascun giudice pu disapplicare la legge incostituzionale ed la Corte al vertice dellapparato ad avere lultima parola in tema di judicial review. IL CAPO DELLO STATO COME CUSTODE DELLA COSTITUZIONE E IL CONTROLLO DI COSTITUZIONALIT INTERNO. un primo esempio dato dallattribuzione al Capo di Stato di funzioni relative al controllo di costituzionalit. In nessun ordinamento liberal-democratico viene affidato in esclusiva al Capo di Stato la difesa della Costituzione, per in quasi tutti gli ordinamenti esso partecipa a tale funzione: non solo dove egli legittimato, talora concorre con altri organi, a ricorrere alla Corte costituzionale o a richiedere una sua decisione o un suo parere, ma pi in generale, in connessione allesercizio del potere di messaggio. Una seconda ipotesi data dal controllo sulla sussistenza dei requisiti di necessit e urgenza dei decreti-legge, che i regolamenti delle Camere italiane affidano ancor oggi alle commissioni affari costituzionali e/o allaula. LE CORTI EUROPEE. (C. di giustizia delle Comunit europee/C. europea dei diritti delluomo) Anche per le Corti europee si pone il problema se possano considerarsi vere Corti costituzionali. Si tratta di due istanze giurisdizionale la prima a carattere sovranazionale, la seconda a carattere internazionale, che svolgono una funziona materialmente costituzionale allinterno dei rispettivi ordinamenti e, sempre pi intensamente, anche allinterno degli ordinamenti degli Stati membri. La Corte di giustizia delle Comunit europee opera come giurisdizione costituzionale assicurando il rispetto del diritto nellinterpretazione e nellapplicazione del Trattato; essa si compone di un giudice per ciascuno Stato e 8 avvocati generali nominati di comune accordo dagli Stati membri; i giudici durano in carica 6 anni (rinnovabili); la Corte pu riunirsi in seduta plenaria o per sezioni. Ad essa si affianca un Tribunale di prima istanza di 27 giudici e 8 avvocati generali. Questa Corte predica il principio della diretta applicabilit del diritto comunitario, leffetto diretto e il correlato obbligo di disapplicazione del diritto interno. La Corte europea dei diritti umani un originale meccanismo internazionale di tutela giurisdizionale dei diritti umani istituito dallart.19 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti delluomo delle libert fondamentali; questa Convezione funge da costituzione del Consiglio dEuropa. Questa Corte composta da un giudice per Stato contraente, eletti per 6 anni dallAssemblea del Consiglio dEuropa. Ladesione alla Convezione comporta di per s laccettazione della competenza obbligatoria della Corte in ordine a tutte le questioni concernenti linterpretazione e l'applicazione della Convenzione e dei suoi protocolli addizionali; la Corte pu essere investita di un ricorso interstatale, allorch uno Stato membro imputi a un altro Stato linosservanza di una qualunque disposizione della Convenzione; o di un ricorso individuale, allorch una persona fisica, unorganizzazione non governativa o un

gruppo di privati sostenga di essere vittima di una violazione da parte di una delle parti contraenti dei diritti riconosciuti nella Convezione. Le sentenze della Corte sono obbligatorie e definitive, hanno carattere dichiarativo e producono effetti inter partes, esse riguardano lapplicazione concreta della norma interna nei confronti del ricorrente. MODALIT ORGANIZZATIVE: LA SELEZIONE DEI GIUDICI DELLE CORTI SUPREME. Il controllo di costituzionalit si definisce giurisdizionale qualora venga posto in essere da un organo del quale siano assicurate lautonomia e lindipendenza. Dove esso viene esercitato in via diffusa (USA), le garanzie vanno a coincidere con quelle proprie della magistratura. I giudici della USSC e delle altre corti federali sono nominati a vita dal Presidente, previo advise and consent del Senato, tenendo conto della qualificazione professionale. Per essere eletti alla USSC non serve una laurea in giurisprudenza, i criteri che il Presidente deve seguire sono di tipo geografico, sessuale, religioso, etnico, ma non di equilibrio politico. Negli USA come in altri ordinamenti, lindipendenza viene garantita, in primis, dalla mancanza di aspettative dei giudici verso il potere politico.

CRITERI DI NOMINA O DELEZIONE NELLE CORTI COSTITUZIONALI AD HOC. Per garantire autonomia e indipendenza dei Tribunali costituzionali, le costituzioni generalmente richiedono che i candidati abbiano unadeguata preparazione giuridica, e che possano entrare a comporre i Tribunali costituzionali solo giuristi di chiara fama. Labitudine dei giudici costituzionali al reasoning giuridico, anzich alle argomentazioni dei politici, gi idonea ad assicurare un certo distacco del potere politico. In Italia ci si presto orientati verso la costituzione di organo apposito, collegato con Parlamento e con il PdR che ne eleggono i 2/3, il restante terzo eletto dalle supreme magistrature ordinaria e amministrative (15 giudici totali), il mandato di 9 anni non rinnovabile. In alcuni Paesi poi il collegamento con le Camere parlamentari appare pi stretto; a parte alcune eccezioni il mandato non a vita. LACCESSO ALLE CORTI COSTITUZIONALI; IN PARTICOLARE IL RICORSO DIRETTO. Negli ordinamenti decentrati il ricorso da parte di enti periferici verso leggi o atti della Federazione o Stato centrale e viceversa, contemplato quasi ovunque. In questi casi il PdR solitamente lorgano pi indicato a bloccare preventivamente

una legge, o a impugnarla successivamente; talvolta la facolt dimpugnare una legge conferita al Governo, al Primo Ministro o a singoli Ministri; altre volte ancora tale facolt data alle Assemblee parlamentari o ai loro Presidenti; infine dilagante ormai lattribuzione alle minoranze parlamentari del potere di ricorrere alla Corte costituzionale. LA TUTELA DELLE LIBERT E DEI DIRITTI DEI CITTADINI: AMPARO E VERFASSUNGSBESCHWENDE. Lidea che ciascun cittadino possa rivolgersi a un giudice, lamentando la lesione di diritti costituzionalmente protetti da parte di atti o comportamenti di autorit amministrative, giurisdizionali, legislative, ha due luoghi e due date di nascita. Da un lato per la prima volta viene elaborata e messa in pratica in America Latina (1841), non sempre il ricorso di tutela (amparo) trae fondamento da espresse disposizioni costituzionali. Dallaltro, un istituto analogo era gi presente nelle costituzioni del Baden e della Baviera (1818). I ricorsi per la tutela dei diritti si presentano con diverse varianti, in forma di azione popolare, promossa per lo pi da una pluralit di cittadini o da associazioni esponenziali di interessi, di ricorso di habeas corpus (contro provvedimenti limitativi della libert), habeas data (ricorso per ottenere dalla p.a. informazioni o rettifiche di dati riguardanti il ricorrente), mandado de segurana (violazione della libert personale), amparos (che riguardano atti e comportamenti illegali messi in atto da pubblici funzionari). Nel continente europeo (secondo il modello tedesco) sono impugnabili gli atti amministrativi e giurisdizionali, ammesso amparo anche contro atti di soggetti privati, e vige senza eccezione il principio di sussidiariet con i rimedi giurisdizionali ordinari: la lesione dei diritti o interessi pu essere determinata da disposizioni e da atti giuridici e da meri comportamenti dei poteri pubblici. Il Tribunale costituzionale potr di fatto decidere quali amparos esaminare e quali escludere, senza dover motivare il diniego. Nella Repubblica federale tedesca, la Verfassungsbeschwende pu avere a oggetto atti amministrativi, giurisdizionali, legislativi va presentata solo dopo lesaurimento delle vie giudiziarie e tuttavia il Tribunale costituzionale pu decidere subito, ogni qualvolta il ricorso sia di interesse generale o quando al ricorrente possa derivare un danno grave e inevitabile. TIPOLOGIA E FORZA DELLE DECISIONI DI COSTITUZIONALIT, LE SENTENZE COSTITUZIONALI QUALI FONTI DI DIRITTO. Lo schema di funzionamento delle decisioni emesse dalle Corti costituzionali pu essere cos sommariamente riassunto: riscontrato un vizio di costituzionalit, nei sistemi dove il controllo accentrato il Tribunale costituzionale annulla la legge incostituzionale (erga omnes). Dove invece il sindacato diffuso il giudice disapplica la legge nella causa sottoposta al suo esame, il precedente vincola (pi o meno) i giudici di grado inferiore.

Allorch la pronuncia emessa dal giudice di grado pi elevato, tutti i giudici inferiori sono tenuti a disapplicare la legge dichiarata incostituzionale. In generale una sentenza composta dalla motivazione (ragioni della decisione) e da un dispositivo (decisione concreta della vertenza). Allinterno della motivazione la c.d. ratio decidendi assume un rilievo maggiore degli obiter dicta, e cio delle considerazioni accessorie. Nei sistemi a controllo accentrato, la distinzione tra dispositivo e motivazione importante, infatti il dispositivo a provocare lannullamento della legge. Nei sistemi a modello diffuso invece, il valore del precedente abbraccia lintera ratio decidendi della motivazione. Pare fondata la tesi per cui anche nei sistemi di civil law le sentenze dei Tribunali costituzionali siano munite di efficacia erga omnes; esse raggiungono il risultato di eliminare delle norme ma anche di crearne di nuove. SENTENZE DI ACCOGLIMENTO, DI RIGETTO E ALTRI TIPI DI PRONUNCE. Sentenze parziali: la Corte pu annullare parte della legge. Sentenze interpretative: una disposizione pu avere pi significati, la Corte pu dichiarare incostituzionale, non la disposizione ma una sua interpretazione. Interpretazione conforme alla costituzione: principio che viene limitato allesigenza di non rendere interpretazioni astruse o cervellotiche al solo fine di far salva una legge. Sentenze additive: una legge dichiarata incostituzionale nella parte in cui non prevede alcunch. Sentenze manipolative: una legge dichiarata incostituzionale nella parte in cui prevede una cosa anzich unaltra. GIUDICI E PARLAMENTO DI FRONTE AL VINCOLO DELLE SENTENZE. In numerosi ordinamenti la pronuncia che dichiara costituzionale o meno una legge vincola solo le parti; in altri Paesi tuttavia pure le decisioni di rigetto si prestano ad avere efficacia erga omnes, qualora il giudizio sia proposto con ricorso, mentre, se esso origina da un incidente di costituzionalit, i giudici possono conformarsi al precedente. Fatta eccezione per gli ordinamenti di common law, gran parte delle costituzioni che disciplina il processo costituzionale dettano disposizioni mirate a disciplinare lefficacia delle sentenze in relazione ai soggetti da esse vincolati. L dove il sindacato di costituzionalit, esercitato da un organo ad hoc, anche incidentale, qualche volta la costituzione o le leggi dichiarano espressamente che la sentenza ha effetto di giudicato, ed in quanto tale intangibile; ci tuttavia attiene soprattutto agli effetti tra le parti o comunque a quelli direttamente attinenti alla controversia.

LEFFICACIA TEMPORALE DELLE PRONUNCE. Se il controllo preventivo, la decisione sortisce leffetto di precludere lentrata in vigore dellatto e se mai, di volta in volta. lobbligo o la facolt di riconsiderare latto viziato da parte dellorgano che lha emanato. Per lo pi le sentenze di incostituzionalit operano dalla data di pubblicazione della decisione, oppure dopo una breve vacatio o da giorno stesso della decisione; una certa retroattivit per ineluttabile. Nei sistemi a sindacato diffuso la scelta del giudice rispetto al caso retroagisce rispetto alle parti; nei sistemi a sindacato accentrato la retroattivit si registra non solo nei confronti dei contendenti, ma altres travolge la disposizione o la norma in relazione ai rapporti giuridici non ancora esauriti. I vuoti cagionati dalla dichiarazione di incostituzionalit non possono talora essere colmati tempestivamente, un rimedio a questo problema differire lefficacia della sentenza, per dare tempo al legislatore di apprestare le adeguate misure (no > 18 mesi). I Tribunali possono dilazionare lefficacia delle sentenze senza limiti di tempo. IL DISCORSO DELLE CORTI E IL LORO UDITORIO; PROCESSI DI DECISIONE (O DI INVENZIONE) E PROCESSI DI GIUSTIFICAZIONE (O DI VALIDAZIONE). Se si parte dal presupposto che il giudice costituzionale opera un sillogismo, mettendo a rapporto la norma-parametro con la norma oggetto della pronuncia, la conseguenza la costituzionalit di questultima, mentre la motivazione sarebbe solo la giustificazione del processo logico seguito. Sono le stesse Corti (che superiorem non recognoscentes) ad individuare i valori meritevoli di tutela e ad attribuire loro, in un dato momento storico, una posizione privilegiata. La dottrina politologica nordamericana utilizza il termine costituency per designare linsieme di soggetti alla cui verifica sottoposta una decisione. La collegialit rappresenta una caratteristica costante dellorgano chiamato a giudicare le leggi, e dunque i processi formativi delle decisioni sono sovente difficili da analizzare, soprattutto dove non sia possibile manifestare opinioni individuali dissenzienti o concorrenti. Siccome le sentenze costituzionali non sono suscettibili di revisione, se non in casi eccezionali, le argomentazioni contenute nella parte motiva, sono mezzo di convalidazione di una decisione inferiore e perseguono lo scopo di esibire a un giudice superiore la base tecnica che fonda la decisione (tale giudice il legislatore ordinario o costituzionale). LIMITI ALL ATTIVIT DELLE CORTI. Alle Corti costituzionali sono posti limiti di varia natura per prevenire irreparabili conflitti con altri organi supremi dello Stato. Innanzitutto le Corti devono confrontarsi con i condizionamenti dei testi e dei contesti linguistici ed extralinguistici in cui si trovano ad operare. La loro attivit condizionata dalluso che viene fatto dei vari frammenti linguistici nei linguaggi specializzati e comune.

Le Corti sono poi soggette alle disposizioni della costituzione e della legislazione implementativa per quanto riguarda la loro composizione e le modalit di funzionamento. La Corte costituzionale italiana, come altri Tribunali costituzionali, rifiuta a sua volta di sindacare la discrezionalit del legislatore che non sia stata esercitata con arbitrio o con irrazionalit, o che comporti ladozione di sentenze che implichino scelte ampiamente discrezionali che esulano dai poteri della Corte o che richiedano di contemperare il diritto alla salute con altri interessi costituzionalmente protetti. DALLA REGOLAZIONE DELLE COMPETENZE NEGLI ORDINAMENTI POLICENTRICI ALLA GIURISDIZIONE DELLE LIBERT E DELLEGUAGLIANZA. Se le radici della giustizia affondano in una concezione metafisica del diritto, il moderno sindacato di costituzionalit delle leggi si ancora a elementi pi concreti, positivi: esso presuppone la rigidit della costituzione quale strumento di tutela delle regole in essa stabilite; esige altres che a svolgere il controllo sia un organo non direttamente interessato nelle controversie. Il legame tra giustizia costituzionale e decentramento stretto anche in Europa: nelle costituzioni degli Stati tedeschi approvate dopo il 1830 la giurisdizione costituzionale delle controversie tra organi dello Stato o comunque in materia di diritto statale non poteva attecchire in difetto di istanze federali. Oggi il ruolo delle Corti costituzionali quali arbitri dei conflitti importante, ma la progressiva incorporazione nei testi costituzionali di carte dei diritti, la necessit di rendere operante il principio deguaglianza, lesigenza di bilanciare e ribilanciare i valori confliggenti ha reso via via pi aggressiva una giurisprudenza costituzionale che ha ovunque posto la tutela dei diritti al centro della propria attivit. LE ALTRE FUNZIONI DELLE CORTI COSTITUZIONALI. Lindole particolarissima delle decisioni delle Corti costituzionali, ha suggerito di conferire loro una serie di altre funzioni che richiedono lesercizio di un ruolo arbitrale. A questo proposito sono emblematiche le discipline dettate dal Grundgesetz; tra le competenze speciali del Bundesverfassungsgericht compaiono infatti: (a) la dichiarazione della perdita dei diritti fondamentali per i singoli che ne abusano per combattere lordinamento; (b) la dichiarazione di costituzionalit di partiti politici che, per le finalit perseguite o per il comportamento dei propri aderenti, si prefiggono di danneggiare o sopprimere lordinamento democratico e liberale o di minacciare lesistenza della RTF; (c) decisioni su controversie tra organi, determinate da diverse interpretazioni della Legge fondamentale

(d) svariati tipi di decisioni sulle controversie tra Bund e Lander; (e) la verifica delle elezioni, ai sensi della legge federali attuativa del GG. Tra le attribuzioni diverse dal controllo di costituzionalit di norme primarie, che la costituzione o la legge assegnano al Tribuna Constitucional, si registrano anche in Spagna i giudizi sui conflitti di competenza tra Stato e Comunit autonome e tra queste; nonch sui conflitti tra organi supremi dello Stato i quali possono essere positivi o negativi e decidono di chi sia la competenza. Svariati ordinamenti hanno caricato il proprio Tribunale costituzionale di funzioni ulteriori, che possono essere raggruppate a seconda che afferiscano alla forma di Stato, oppure alla forma di governo o a entrambe. Tra le prime, compaiono quelle riguardanti, negli ordinamenti protetti contro lattivit di partiti o associazioni anticostituzionali, le decisioni sulla natura dei medesimi, come pure in qualche caso lirrogazione delle relative sanzioni, affidate alla Corte costituzionale. In qualche caso le Corti controllano anche i bilanci dei partiti. Tra le funzioni connesse alla forma di governo, la prima riguarda i conflitti tra organi o poteri dello Stato. Le Corti costituzionali sono poi quasi ovunque interessate nelle procedure di impeachment nei confronti del PdR e/o di Ministri, di parlamentari, giudici o altri funzionari. In qualche ordinamento spetta alle Corti pure il compito di accertare limpedimento temporaneo o definitivo del capo dello Stato,e vagliano i presupposti per procedere allinterim. Investono i rapporti tra autorit e cittadini come pure le relazioni tra organi altre funzioni spesso assegnate ai Tribunali costituzionali, come vigilanza sulle operazioni elettorali, politiche o presidenziali o anche amministrative e/o la decisione sui relativi ricorsi. Cos pure in qualche caso i Tribunali sono chiamati a sovraintendere alla regolarit delle procedure referendarie o, come in Italia, allammissibilit della relativa richiesta, a dichiarare la perdita del mandato elettorale, a rendere pareri sulla proclamazione di misure demergenza. MODELLI E ORDINAMENTI ATTUALI. In relazione al contesto strutturale in cui sono inseriti gli organi di giustizia costituzionale, le Corti possono occupare una posizione monopolista, oppure in concorrenza con altri soggetti. Questa classificazione fa leva sulla classica dicotomia tra controllo diffuso e controllo accentrato, ancorandosi peraltro anche ad altri elementi diversi dalla divisione tra pi giudici della funzione di giustizia costituzionale. Lindole monopolista o concorrenziale di un sistema si pu apprezzare anche da una prospettiva differente, ossia la presenza, allinterno di uno stesso ordinamento complessivo, di pi livelli di giustizia costituzionale. Combinando le due variabili, si possono dunque distinguere sistemi unitari integralmente accentrati; sistemi plurali parzialmente accentrati, nei quali ciascun

livello territoriale ha un solo organo abilitato a fare giustizia costituzionale, ma allinterno dellordinamento complessivo convivono con competenze diverse pi Tribunali costituzionali; sistemi plurali parzialmente decentrati, l dove la funzione distribuita tra i vari giudici e una Corte Suprema, ma non c sovrapposizione di livelli. Unulteriore classificatoria si poggia sulle funzioni svolte. Si possono distinguere a questo fine sistemi monofunzionali da quelli plurifunzionali. In riferimento alloggetto, i sistemi di giustizia costituzionale possono collocarsi lungo una ideale linea graduata a seconda che siano pi o meno integrali quando le Corti possono conoscere lillegittimit delle leggi, di atti amministrativi, di atti politici, trattati e persino di leggi di revisione, oppure parziali. Le modalit di accesso sono, a loro volta, rilevanti in ragione non solo del tipo di accesso quanto della univocit o pluralit di tipi utilizzati e della qualit dei soggetti titolari. Possiamo dunque operare una duplice distinzione. Da un parte collochiamo alcuni ordinamenti (puri) che utilizzano di fatto un unico sistema: quello incidentale degli USA e quello preventivo di estrazione francese. Dallaltra, tutti i numerosi ordinamenti misti che impiegano congiuntamente pi modalit. Circa la qualit dei soggetti coinvolti, agli ordinamenti chiusi che li circoscrivono tassativamente a enti o organi dello Stato si giustappongono i sistemi aperti dove il controllo concreto ha per protagonisti, oltre a enti o organi anche i giudici e ancor pi quelli dove laccesso p assicurato pure a tutte le persone fisiche.

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