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DIRITTO PUBBLICO

DELL’ECONOMIA

Prof.ssa Claudia Golino


Dipartimento di Sociologia e Diritto
dell’Economia
LA CRISI DELLO STATO LIBERALE DI DIRITTO

Lo Stato liberale di diritto non riuscì a resistere


all’allargamento della base sociale determinato
dall’estensione del suffragio universale.
In Italia, dopo le riforme di Giolitti del 1912, il suffragio
si estese al 23% (dal 1,9% del 1861). Si tratta di cifre
molto basse considerando che oggi la percentuale tocca
quota 77%.
Tale trasformazione mise in evidenza le molteplici
contraddizioni sulle quali si reggeva lo Stato liberale di
diritto
LA CRISI DELLO STATO LIBERALE DI DIRITTO

1) Chi erano effettivamente i cittadini tutelati dalle


Costituzioni? I diritti che si volevano garantire erano
assai pochi, soltanto quelli che oggi chiamiamo libertà
negative, ovvero le pretese di escludere ingerenze esterne
nella sfera personale dell’individuo. E tra esse trionfava il
diritto di proprietà.
2) Grande contraddizione sul principio di uguaglianza.
Esso veniva solennemente proclamato, ma in realtà si
mantenevano e si preservavano le disuguaglianze, anche
per il mancato intervento da parte dello Stato, soprattutto
nella sfera economica (caratteristiche del liberismo
economico).
LA CRISI DELLO STATO LIBERALE DI DIRITTO

3) Contraddizione riguardante il principio della sovranità


della nazione. Infatti il suffragio era riservato ad una
percentuale minima della popolazione e la volontà
generale era la volontà di pochi  Stato liberale = Stato
monoclasse, solo la borghesia poteva partecipare alla vita
politica.
4) Una quarta contraddizione riguardava la Costituzione.
Essa faticava a porsi come reale norma sovraordinata del
sistema, per due ragioni:
• La prima era il ruolo centrale che si ritagliava il
Parlamento
• La seconda ragione era di carattere tecnico non c’erano
garanzie nei confronti di leggi incostituzionali
LA CRISI DELLO STATO LIBERALE DI DIRITTO

Con l’ingresso della classe lavoratrice sulla scena politica


nacque lo Stato pluriclasse. Sul punto, è interessante lo
studio di Giannini, che indaga come gli Stati pluriclasse
siano caratterizzati dal fatto che tutte le classi sociali
concorrono al governo politico della nazione.
Per l’effetto di tale fenomeno sociale, in alcuni paesi – tra
cui Italia e Germania – la forma di Stato liberale di diritto
crollò dopo la Prima guerra mondiale e venne sostituita da
forme di Stato autoritarie (rifiuto dei caratteri dello Stato
liberale di diritto) oppure totalitarie (ideologia totalizzante
e pervasiva).
LO STATO CONTEMPORANEO

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, si afferma lo


Stato contemporaneo, il quale ha come finalità principale
perseguita dai pubblici poteri il mantenimento dell’unità
in un contesto pluralista. Per fare ciò, si sottopone il
potere delle maggioranze politiche alla Costituzione e si
promuove la coesione sociale attraverso il perseguimento
dell’uguaglianza sostanziale.
Tale forma di Stato in molti paesi si è sviluppata come una
conseguenza dell’evoluzione dello Stato liberale di diritto,
adeguando le sue strutture alle nuove esigenze. Questa
trasformazione avvenne tra le due Guerre negli USA, in
Francia, UK, Canada, Australia e Scandinavia.
LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO
PLURALISTA

Lo Stato contemporaneo raggruppa diverse sotto-


definizioni, la prima di queste è quella di Stato
pluralista.
Con l’espressione di Stato pluralista si fa riferimento
all’elemento della plurisoggettività dell’ordinamento
giuridico statale, per evidenziare che esistono, e sono
politicamente attivi, soggetti o gruppi di soggetti
profondamente diversi tra loro, e che questa loro diversa
soggettività è riconosciuta dall’ordinamento
(allargamento del suffragio rende la quasi totalità dei
soggetti dell’ordinamento politicamente attiva: art. 2
Cost).
LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO
DEMOCRATICO

Lo Stato democratico è quella forma di Stato nella quale


esiste una tendenziale corrispondenza tra governanti e
governati.
Per definire uno Stato come democratico, non basta che ci
siano libere elezioni, ma occorre che sia presente un
complesso di caratteristiche, che consentano effettivamente al
popolo di esprimere la sovranità (art. 1 comma 2 Cost.), tra
cui ampliare le definizioni dei 4 punti
1) Principio di maggioranza
2) Garanzie verso le minoranze
3) Libere elezioni per libera competizione
4) Le decisioni della maggioranza vanno adottate sotto il
LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO
DEMOCRATICO

Da tutto ciò deriva una nuova separazione dei poteri,


diversa rispetto a quella propria dello Stato liberale.
Il tipo di separazione dei poteri che più interessa nello
Stato democratico è una bipartizione, che distingue il
circuito della decisione politica, dove le maggioranze
decidono, da quello delle garanzie, che è sottratto alle
maggioranze.
Stato liberale Stato contemporaneo
La separazione dei poteri all’interno Lo Stato contemporaneo aggiunge
dello Stato si concentrava su una all’impianto liberale una divisione tra
visione forma del potere per cui si circuito della decisione politica
distingueva solo tra legislativo, (maggioranze>minoranze) e invece
esecutivo e giudiziario. un circuito delle garanzie previste
dalla Costituzione
LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO
COSTITUZIONALE

Lo Stato costituzionale è tale quando la sua forma di


Stato è caratterizzata da una Costituzione rigida.
Quest’ultima è tale quando si pone al vertice del sistema
delle fonti, per cui anche la legge, cioè l’atto prodotto dal
Parlamento deve rispettare la Costituzione, attraverso…

Giustizia costituzionale, cioè un Un procedimento aggravato di revisione


istituto che consente di costituzionale, diverso da quello legislativo, nel
eliminare le leggi contrarie alla senso che sono richieste, maggioranze più
Costituzionale ampie di quelle che possono approvare una
legge.
LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO
COSTITUZIONALE (SINTESI)

Stato costituzionale

Costituzione rigida dove si scrivono i principi comuni

Maggioranze politiche che vincono le elezioni devono rispettare questo nucleo di principi

Per modificare questo nucleo ci Se non lo rispettano c’è un giudice


vuole un vasto accordo, simile a
quello iniziale
LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO SOCIALE

Lo Stato Sociale è quella forma di Stato che ha come


fine l’uguaglianza sostanziale.

Uguaglianza formale vs Uguaglianza sostanziale

Uguaglianza formale vuol dire che Uguaglianza sostanziale significa invece


tutti i soggetti sono uguali davanti uguaglianza di risultato e consiste nella
alla legge e debbono essere trattati rimozione delle differenze che ostacolano
allo stesso modo. il raggiungimento dell’uguaglianza
formale.
UNO STATO DECENTRATO

Un ulteriore strumento per affrontare il problema della


pacifica convivenza nello Stato pluralista è costituito
dalla distribuzione di quote di potere decisionale sul
territorio, in favore di enti infrastatali.
La Costituzione italiana del 1948 segna, sotto questo
punto di vista, una netta frattura col regime fascista e
anche col regime liberale prefascista.
Si passa infatti da uno Stato accentrato a uno Stato
regionale.
UNO STATO DECENTRATO

L’art. 5 della Costituzione esprime la volontà di


distribuire il potere sul territorio, infatti stabilisce che la
Repubblica “riconosce e promuove le autonomie locali”.
Tale principio trova sviluppo nel titolo V della parte II,
dove è disciplinata l’autonomia dei comuni e delle
province, ma soprattutto quella delle regioni, dotate della
potestà legislativa.
La Costituzione prevede due tipi di regioni, quelle a
statuto speciale e quelle a statuto ordinario.
UNO STATO DECENTRATO

Varie riforme sono intervenute sui rapporti intercorrenti


tra Regioni e Stato, determinando come il principio di
sussidiarietà attribuisca le funzioni amministrative
all’ente designato.
Per principio di sussidiarietà si intende solitamente il
riconoscimento di una certa indipendenza a un'autorità
subordinata rispetto a un'autorità di livello superiore,
segnatamente a un ente locale rispetto a un potere
centrale. Si tratta dunque di una ripartizione delle
competenze tra i diversi livelli di potere, principio questo
che costituisce la base istituzionale degli Stati a struttura
federale.
GLI ELEMENTI DELLO STATO

Il principio di sussidiarietà rimanda chiaramente alla


ripartizione tra enti locali e quindi ci mostra il primo
elemento su cui si fonda lo Stato: il territorio nazionale.
Accanto a questo troviamo il popolo, cioè l’insieme di
cittadini e cittadine destinatari delle norme dello Stato.
In ultimo, la sovranità cioè il potere dello Stato di
imporre obblighi sul popolo all’interno del perimetro
territoriale attraverso il potere esecutivo, legislativo e
giudiziale.
OLTRE LO STATO: ORDINAMENTI INTERNAZIONALI E
SOVRANAZIONALI

Tra gli elementi costitutivi dello Stato quello che ha


subito la più profonda evoluzione nell’ambito dello Stato
contemporaneo è la sovranità.
Dal Secondo dopoguerra, si è assistito a una messa in
discussione della sovranità esterna, nel senso di una sua
progressiva limitazione, sia spontaneamente accettata
dagli Stati, sia imposta loro dall’ordinamento
internazionale o da ordinamenti sovranazionali.
OLTRE LO STATO: ORDINAMENTI INTERNAZIONALI E
SOVRANAZIONALI

L’ordine internazionale, inteso come insieme di attività,


strumenti e comportamenti che regolano i rapporti tra
Stati, esisteva fin da quando sono nati gli Stati, essendo
anzi uno degli aspetti consequenziali della sovranità
esterna.

Seconda Guerra Mondiale

Si sviluppa l’ordinamento internazionale, inteso come


ordinamento giuridico il cui elemento plurisoggettività è
rappresentato dagli Stati.
OLTRE LO STATO: ORDINAMENTI INTERNAZIONALI E
SOVRANAZIONALI

Il nuovo ordinamento internazionale è basato non già


sul conflitto e sul predominio, ma sulla individuazione
di stabili rapporti tra Stati fondati sul diritto
internazionale pattizio, cioè Trattati.
Il diritto internazionale moderno lascia meno spazio alle
decisioni unilaterali e cerca, attraverso organizzazione
internazionali e trattati di cercare obiettivi comuni, che
possono andare dalla sicurezza militare a condizioni più
vantaggiose di scambio economico, dalla tutela
dell’ambiente alla regolazione di transizioni finanziarie.
OLTRE LO STATO: ORDINAMENTI INTERNAZIONALI E
SOVRANAZIONALI

Le organizzazioni internazionali si dividono in due


categorie:
1) Quelle a carattere mondiale, a cui tendenzialmente
partecipano tutti gli Stati, a prescindere dalla loro
collocazione geografica;
2) Quelle a carattere regionale, delle quali fanno parte
Stati che appartengono a una medesima area.
OLTRE LO STATO: ONU

La più importante organizzazione internazionale a


carattere mondiale è senz’altro l’ONU.
Nata subito dopo la fine della II Guerra Mondiale, oggi
conta praticamente tutti gli Stati indipendenti del
mondo.
L’ONU è una organizzazione di tipo politico, il cui
compito è quello di mantenere la pace e la sicurezza
internazionale, sviluppare relazioni amichevoli fra le
nazioni, cooperare nella risoluzione dei problemi
internazionali e nella promozione del rispetto dei diritti
umani.
OLTRE LO STATO: ONU

Accanto all’Assemblea generale dove siedono tutti gli


Stati, l’organo più importante è il Consiglio di
Sicurezza – che è organo esecutivo – dove siedono 15
Stati membri, di cui 5 (Cina, Francia, Russia, Regno
Unito e Stati Uniti) a titolo permanente con diritto di
veto, mentre gli altri 10 vengono eletti dall’Assemblea
con mandato biennale.
Al Consiglio spetta porre in essere le attività necessarie
per mantenere la pace e la sicurezza internazionali,
compresa l’organizzazione di missioni di pace, l’invio
di propri contingenti, imposizioni di sanzioni
economiche e in extremis azioni militari collettive.
OLTRE LO STATO: ONU

Il Segretariato è l’organismo che, quotidianamente, si


occupa di far funzionare la macchina dell’ONU. Al suo
vertice vi è il Segretario generale, che rappresenta
l’intera organizzazione.
La Corte internazionale di giustizia (CIG) è l’organo
arbitrale dell’ONU. I quindici giudici che vi siedono,
eletti dall’Assemblea generale e dal Consiglio di
sicurezza, deliberano sulle controversie fra Stati in base
alla volontaria sottoposizione delle parti al loro
giudizio.
OLTRE LO STATO: ONU

La CIG nasce da quell’idea, nata dopo la II Guerra


Mondiale, per cui il diritto internazionale avesse come
compito primario la difesa dei diritti umani attraverso
meccanismi di sorveglianza reciproca tra Stati che
consentissero anche l’ingerenza nei rapporti tra gli Stati
e i loro cittadini.
Partendo dalle critiche e dalle fragilità dei tribunali
penali internazionali istituiti ad hoc venne elaborata
l’idea di una Corte penale internazionale permanente.
OLTRE LO STATO: ONU

Con la fine della II Guerra Mondiale nascono anche le


organizzazione internazionali con finalità economiche.

Fondo monetario internazionale


Banca Mondiale: nata con lo scopo di
(FMI): ha l’obiettivo di
contribuire alla ripresa del sistema
promuovere la cooperazione
produttivo dopo la Seconda Guerra
monetaria internazionale e la
mondiale, oggi agisce nella direzione di
stabilizzazione dei cambi.
aiutare i paesi emergenti
OLTRE LO STATO: WTO

Altra istituzione, questa volta separata dall’ONU,


avente finalità economiche e commerciali è
l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO
acronimo inglese).
Istituita nel 1995 sulla base del preesistente Accordo
generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT)
che, a partire dal 1947, aveva gettato le basi per la
liberalizzazione degli scambi commerciali
internazionali, rappresenta l’ordinamento giuridico del
commercio internazionale.
OLTRE LO STATO: WTO

Quasi tutti gli Stati ne fanno parte (l’Italia, come tutti i


paesi membri dell’UE, è rappresentata da quest’ultima)
e tutti partecipano ai suoi organi interni.
Accanto a queste organizzazioni internazionali a
carattere globale e con obiettivi generali, vi sono poi
organizzazioni sempre a tendenza globale ma con
obiettivi molto più specifici, che possono andare dalla
costruzione di una rete collaborativa delle forze di
polizia nazionali, come l’Interpol, alla organizzazione
delle manifestazioni sportive, come FIFA e CIO.
OLTRE LO STATO: OCSE

Esistono anche organizzazioni che, nate su base


regionale, si sono successivamente sviluppate fino ad
includere Stati di diversi continenti.
È questo il caso della Organizzazione per la
cooperazione e sviluppo economico (OCSE), nata per
attuare il piano Marshall in Europa, ora comprende
paesi da tutto il mondo.
I suoi obiettivi consistono nella promozione di più alti
livelli di crescita economica alla luce del concetto di
sviluppo sostenibile, di occupazione, tenore di vita, ecc.
OLTRE LO STATO: ORGANIZZAZIONI A CARATTERE
REGIONALE

Le organizzazioni internazionali a carattere regionale,


riuniscono sotto obiettivi comuni Stati che
appartengono a una medesima area geografica.
Varie organizzazioni sono state istituite in tutto il
mondo con l’obiettivo da parte degli Stati di
condividere i medesimi obiettivi, cedendo più o meno
sovranità.
OLTRE LO STATO: ORGANIZZAZIONI A CARATTERE
REGIONALE

In America latina esiste il Mercosur, organizzazione del


mercato comune del Sud America istituita nel 1991.
Quest’istituzione ha raggiunto l’eliminazione dei dazi
doganali interni e una tariffa doganale comune verso i
paesi terzi.
Istituzioni similari le troviamo tra i paesi dei Caraibi,
nella regione delle Ande, nel sud-est asiatico.
Di particolare rilevanza è il Nafta, l’accordo di libero
scambio tra USA, Messico e Canada.
OLTRE LO STATO: ORGANIZZAZIONI A CARATTERE
REGIONALE

Sul modello della CEDU (Convenzione Europea dei


diritto dell’uomo) sono state siglate varie Carte dei
diritti, come:
- Convenzione americana sui diritti umani sulla quale
ha giurisdizione la Corte interamericana dei diritti
umani
- Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli
garantita anch’essa da un’apposita Corte.
Prof.ssa Claudia Golino

Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia

claudia.golino@unibo.it

www.unibo.it

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