Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia LA CRISI DELLO STATO LIBERALE DI DIRITTO
Lo Stato liberale di diritto non riuscì a resistere
all’allargamento della base sociale determinato dall’estensione del suffragio universale. In Italia, dopo le riforme di Giolitti del 1912, il suffragio si estese al 23% (dal 1,9% del 1861). Si tratta di cifre molto basse considerando che oggi la percentuale tocca quota 77%. Tale trasformazione mise in evidenza le molteplici contraddizioni sulle quali si reggeva lo Stato liberale di diritto LA CRISI DELLO STATO LIBERALE DI DIRITTO
1) Chi erano effettivamente i cittadini tutelati dalle
Costituzioni? I diritti che si volevano garantire erano assai pochi, soltanto quelli che oggi chiamiamo libertà negative, ovvero le pretese di escludere ingerenze esterne nella sfera personale dell’individuo. E tra esse trionfava il diritto di proprietà. 2) Grande contraddizione sul principio di uguaglianza. Esso veniva solennemente proclamato, ma in realtà si mantenevano e si preservavano le disuguaglianze, anche per il mancato intervento da parte dello Stato, soprattutto nella sfera economica (caratteristiche del liberismo economico). LA CRISI DELLO STATO LIBERALE DI DIRITTO
3) Contraddizione riguardante il principio della sovranità
della nazione. Infatti il suffragio era riservato ad una percentuale minima della popolazione e la volontà generale era la volontà di pochi Stato liberale = Stato monoclasse, solo la borghesia poteva partecipare alla vita politica. 4) Una quarta contraddizione riguardava la Costituzione. Essa faticava a porsi come reale norma sovraordinata del sistema, per due ragioni: • La prima era il ruolo centrale che si ritagliava il Parlamento • La seconda ragione era di carattere tecnico non c’erano garanzie nei confronti di leggi incostituzionali LA CRISI DELLO STATO LIBERALE DI DIRITTO
Con l’ingresso della classe lavoratrice sulla scena politica
nacque lo Stato pluriclasse. Sul punto, è interessante lo studio di Giannini, che indaga come gli Stati pluriclasse siano caratterizzati dal fatto che tutte le classi sociali concorrono al governo politico della nazione. Per l’effetto di tale fenomeno sociale, in alcuni paesi – tra cui Italia e Germania – la forma di Stato liberale di diritto crollò dopo la Prima guerra mondiale e venne sostituita da forme di Stato autoritarie (rifiuto dei caratteri dello Stato liberale di diritto) oppure totalitarie (ideologia totalizzante e pervasiva). LO STATO CONTEMPORANEO
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, si afferma lo
Stato contemporaneo, il quale ha come finalità principale perseguita dai pubblici poteri il mantenimento dell’unità in un contesto pluralista. Per fare ciò, si sottopone il potere delle maggioranze politiche alla Costituzione e si promuove la coesione sociale attraverso il perseguimento dell’uguaglianza sostanziale. Tale forma di Stato in molti paesi si è sviluppata come una conseguenza dell’evoluzione dello Stato liberale di diritto, adeguando le sue strutture alle nuove esigenze. Questa trasformazione avvenne tra le due Guerre negli USA, in Francia, UK, Canada, Australia e Scandinavia. LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO PLURALISTA
Lo Stato contemporaneo raggruppa diverse sotto-
definizioni, la prima di queste è quella di Stato pluralista. Con l’espressione di Stato pluralista si fa riferimento all’elemento della plurisoggettività dell’ordinamento giuridico statale, per evidenziare che esistono, e sono politicamente attivi, soggetti o gruppi di soggetti profondamente diversi tra loro, e che questa loro diversa soggettività è riconosciuta dall’ordinamento (allargamento del suffragio rende la quasi totalità dei soggetti dell’ordinamento politicamente attiva: art. 2 Cost). LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO DEMOCRATICO
Lo Stato democratico è quella forma di Stato nella quale
esiste una tendenziale corrispondenza tra governanti e governati. Per definire uno Stato come democratico, non basta che ci siano libere elezioni, ma occorre che sia presente un complesso di caratteristiche, che consentano effettivamente al popolo di esprimere la sovranità (art. 1 comma 2 Cost.), tra cui ampliare le definizioni dei 4 punti 1) Principio di maggioranza 2) Garanzie verso le minoranze 3) Libere elezioni per libera competizione 4) Le decisioni della maggioranza vanno adottate sotto il LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO DEMOCRATICO
Da tutto ciò deriva una nuova separazione dei poteri,
diversa rispetto a quella propria dello Stato liberale. Il tipo di separazione dei poteri che più interessa nello Stato democratico è una bipartizione, che distingue il circuito della decisione politica, dove le maggioranze decidono, da quello delle garanzie, che è sottratto alle maggioranze. Stato liberale Stato contemporaneo La separazione dei poteri all’interno Lo Stato contemporaneo aggiunge dello Stato si concentrava su una all’impianto liberale una divisione tra visione forma del potere per cui si circuito della decisione politica distingueva solo tra legislativo, (maggioranze>minoranze) e invece esecutivo e giudiziario. un circuito delle garanzie previste dalla Costituzione LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO COSTITUZIONALE
Lo Stato costituzionale è tale quando la sua forma di
Stato è caratterizzata da una Costituzione rigida. Quest’ultima è tale quando si pone al vertice del sistema delle fonti, per cui anche la legge, cioè l’atto prodotto dal Parlamento deve rispettare la Costituzione, attraverso…
Giustizia costituzionale, cioè un Un procedimento aggravato di revisione
istituto che consente di costituzionale, diverso da quello legislativo, nel eliminare le leggi contrarie alla senso che sono richieste, maggioranze più Costituzionale ampie di quelle che possono approvare una legge. LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO COSTITUZIONALE (SINTESI)
Stato costituzionale
Costituzione rigida dove si scrivono i principi comuni
Maggioranze politiche che vincono le elezioni devono rispettare questo nucleo di principi
Per modificare questo nucleo ci Se non lo rispettano c’è un giudice
vuole un vasto accordo, simile a quello iniziale LO STATO CONTEMPORANEO COME STATO SOCIALE
Lo Stato Sociale è quella forma di Stato che ha come
fine l’uguaglianza sostanziale.
Uguaglianza formale vs Uguaglianza sostanziale
Uguaglianza formale vuol dire che Uguaglianza sostanziale significa invece
tutti i soggetti sono uguali davanti uguaglianza di risultato e consiste nella alla legge e debbono essere trattati rimozione delle differenze che ostacolano allo stesso modo. il raggiungimento dell’uguaglianza formale. UNO STATO DECENTRATO
Un ulteriore strumento per affrontare il problema della
pacifica convivenza nello Stato pluralista è costituito dalla distribuzione di quote di potere decisionale sul territorio, in favore di enti infrastatali. La Costituzione italiana del 1948 segna, sotto questo punto di vista, una netta frattura col regime fascista e anche col regime liberale prefascista. Si passa infatti da uno Stato accentrato a uno Stato regionale. UNO STATO DECENTRATO
L’art. 5 della Costituzione esprime la volontà di
distribuire il potere sul territorio, infatti stabilisce che la Repubblica “riconosce e promuove le autonomie locali”. Tale principio trova sviluppo nel titolo V della parte II, dove è disciplinata l’autonomia dei comuni e delle province, ma soprattutto quella delle regioni, dotate della potestà legislativa. La Costituzione prevede due tipi di regioni, quelle a statuto speciale e quelle a statuto ordinario. UNO STATO DECENTRATO
Varie riforme sono intervenute sui rapporti intercorrenti
tra Regioni e Stato, determinando come il principio di sussidiarietà attribuisca le funzioni amministrative all’ente designato. Per principio di sussidiarietà si intende solitamente il riconoscimento di una certa indipendenza a un'autorità subordinata rispetto a un'autorità di livello superiore, segnatamente a un ente locale rispetto a un potere centrale. Si tratta dunque di una ripartizione delle competenze tra i diversi livelli di potere, principio questo che costituisce la base istituzionale degli Stati a struttura federale. GLI ELEMENTI DELLO STATO
Il principio di sussidiarietà rimanda chiaramente alla
ripartizione tra enti locali e quindi ci mostra il primo elemento su cui si fonda lo Stato: il territorio nazionale. Accanto a questo troviamo il popolo, cioè l’insieme di cittadini e cittadine destinatari delle norme dello Stato. In ultimo, la sovranità cioè il potere dello Stato di imporre obblighi sul popolo all’interno del perimetro territoriale attraverso il potere esecutivo, legislativo e giudiziale. OLTRE LO STATO: ORDINAMENTI INTERNAZIONALI E SOVRANAZIONALI
Tra gli elementi costitutivi dello Stato quello che ha
subito la più profonda evoluzione nell’ambito dello Stato contemporaneo è la sovranità. Dal Secondo dopoguerra, si è assistito a una messa in discussione della sovranità esterna, nel senso di una sua progressiva limitazione, sia spontaneamente accettata dagli Stati, sia imposta loro dall’ordinamento internazionale o da ordinamenti sovranazionali. OLTRE LO STATO: ORDINAMENTI INTERNAZIONALI E SOVRANAZIONALI
L’ordine internazionale, inteso come insieme di attività,
strumenti e comportamenti che regolano i rapporti tra Stati, esisteva fin da quando sono nati gli Stati, essendo anzi uno degli aspetti consequenziali della sovranità esterna.
Seconda Guerra Mondiale
Si sviluppa l’ordinamento internazionale, inteso come
ordinamento giuridico il cui elemento plurisoggettività è rappresentato dagli Stati. OLTRE LO STATO: ORDINAMENTI INTERNAZIONALI E SOVRANAZIONALI
Il nuovo ordinamento internazionale è basato non già
sul conflitto e sul predominio, ma sulla individuazione di stabili rapporti tra Stati fondati sul diritto internazionale pattizio, cioè Trattati. Il diritto internazionale moderno lascia meno spazio alle decisioni unilaterali e cerca, attraverso organizzazione internazionali e trattati di cercare obiettivi comuni, che possono andare dalla sicurezza militare a condizioni più vantaggiose di scambio economico, dalla tutela dell’ambiente alla regolazione di transizioni finanziarie. OLTRE LO STATO: ORDINAMENTI INTERNAZIONALI E SOVRANAZIONALI
Le organizzazioni internazionali si dividono in due
categorie: 1) Quelle a carattere mondiale, a cui tendenzialmente partecipano tutti gli Stati, a prescindere dalla loro collocazione geografica; 2) Quelle a carattere regionale, delle quali fanno parte Stati che appartengono a una medesima area. OLTRE LO STATO: ONU
La più importante organizzazione internazionale a
carattere mondiale è senz’altro l’ONU. Nata subito dopo la fine della II Guerra Mondiale, oggi conta praticamente tutti gli Stati indipendenti del mondo. L’ONU è una organizzazione di tipo politico, il cui compito è quello di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, cooperare nella risoluzione dei problemi internazionali e nella promozione del rispetto dei diritti umani. OLTRE LO STATO: ONU
Accanto all’Assemblea generale dove siedono tutti gli
Stati, l’organo più importante è il Consiglio di Sicurezza – che è organo esecutivo – dove siedono 15 Stati membri, di cui 5 (Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti) a titolo permanente con diritto di veto, mentre gli altri 10 vengono eletti dall’Assemblea con mandato biennale. Al Consiglio spetta porre in essere le attività necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionali, compresa l’organizzazione di missioni di pace, l’invio di propri contingenti, imposizioni di sanzioni economiche e in extremis azioni militari collettive. OLTRE LO STATO: ONU
Il Segretariato è l’organismo che, quotidianamente, si
occupa di far funzionare la macchina dell’ONU. Al suo vertice vi è il Segretario generale, che rappresenta l’intera organizzazione. La Corte internazionale di giustizia (CIG) è l’organo arbitrale dell’ONU. I quindici giudici che vi siedono, eletti dall’Assemblea generale e dal Consiglio di sicurezza, deliberano sulle controversie fra Stati in base alla volontaria sottoposizione delle parti al loro giudizio. OLTRE LO STATO: ONU
La CIG nasce da quell’idea, nata dopo la II Guerra
Mondiale, per cui il diritto internazionale avesse come compito primario la difesa dei diritti umani attraverso meccanismi di sorveglianza reciproca tra Stati che consentissero anche l’ingerenza nei rapporti tra gli Stati e i loro cittadini. Partendo dalle critiche e dalle fragilità dei tribunali penali internazionali istituiti ad hoc venne elaborata l’idea di una Corte penale internazionale permanente. OLTRE LO STATO: ONU
Con la fine della II Guerra Mondiale nascono anche le
organizzazione internazionali con finalità economiche.
Fondo monetario internazionale
Banca Mondiale: nata con lo scopo di (FMI): ha l’obiettivo di contribuire alla ripresa del sistema promuovere la cooperazione produttivo dopo la Seconda Guerra monetaria internazionale e la mondiale, oggi agisce nella direzione di stabilizzazione dei cambi. aiutare i paesi emergenti OLTRE LO STATO: WTO
Altra istituzione, questa volta separata dall’ONU,
avente finalità economiche e commerciali è l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO acronimo inglese). Istituita nel 1995 sulla base del preesistente Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) che, a partire dal 1947, aveva gettato le basi per la liberalizzazione degli scambi commerciali internazionali, rappresenta l’ordinamento giuridico del commercio internazionale. OLTRE LO STATO: WTO
Quasi tutti gli Stati ne fanno parte (l’Italia, come tutti i
paesi membri dell’UE, è rappresentata da quest’ultima) e tutti partecipano ai suoi organi interni. Accanto a queste organizzazioni internazionali a carattere globale e con obiettivi generali, vi sono poi organizzazioni sempre a tendenza globale ma con obiettivi molto più specifici, che possono andare dalla costruzione di una rete collaborativa delle forze di polizia nazionali, come l’Interpol, alla organizzazione delle manifestazioni sportive, come FIFA e CIO. OLTRE LO STATO: OCSE
Esistono anche organizzazioni che, nate su base
regionale, si sono successivamente sviluppate fino ad includere Stati di diversi continenti. È questo il caso della Organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico (OCSE), nata per attuare il piano Marshall in Europa, ora comprende paesi da tutto il mondo. I suoi obiettivi consistono nella promozione di più alti livelli di crescita economica alla luce del concetto di sviluppo sostenibile, di occupazione, tenore di vita, ecc. OLTRE LO STATO: ORGANIZZAZIONI A CARATTERE REGIONALE
Le organizzazioni internazionali a carattere regionale,
riuniscono sotto obiettivi comuni Stati che appartengono a una medesima area geografica. Varie organizzazioni sono state istituite in tutto il mondo con l’obiettivo da parte degli Stati di condividere i medesimi obiettivi, cedendo più o meno sovranità. OLTRE LO STATO: ORGANIZZAZIONI A CARATTERE REGIONALE
In America latina esiste il Mercosur, organizzazione del
mercato comune del Sud America istituita nel 1991. Quest’istituzione ha raggiunto l’eliminazione dei dazi doganali interni e una tariffa doganale comune verso i paesi terzi. Istituzioni similari le troviamo tra i paesi dei Caraibi, nella regione delle Ande, nel sud-est asiatico. Di particolare rilevanza è il Nafta, l’accordo di libero scambio tra USA, Messico e Canada. OLTRE LO STATO: ORGANIZZAZIONI A CARATTERE REGIONALE
Sul modello della CEDU (Convenzione Europea dei
diritto dell’uomo) sono state siglate varie Carte dei diritti, come: - Convenzione americana sui diritti umani sulla quale ha giurisdizione la Corte interamericana dei diritti umani - Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli garantita anch’essa da un’apposita Corte. Prof.ssa Claudia Golino
Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia