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DIRITTO PUBBLICO COMPARATO

Il diritto comparato ci permette di osservare una dinamica del diritto materiale vivente in corso,
che accade in altri ordinamenti e che ci fa capire certi fenomeni che sono in atto anche nel nostro
ordinamento ma che non potrebbero essere compresi da una mera lettura costituzionale.
Ai giorni nostri assistiamo anche a delle importanti contaminazioni tra i vari ordinamenti giuridici,
ma anche tra famiglie giuridiche: molto spesso, anche all’interno degli ordinamenti di Common
Law, vi è una contaminazione con quelli di Civil Law, e viceversa.
Esiste una reciproca contaminazione che ha portato alcune esperienze tipiche degli ordinamenti di
Common Law all’interno di quelli di Civil Law.
Nei paesi di Common Law si producono, infatti, un gran numero di leggi scritte ai giorni nostri, cosa
che nel passato, senza la reciproca influenza tra famiglie giuridiche, non sarebbe mai stata
possibile.
Il diritto comparato suggerisce delle chiavi di lettura nella proposizione di policy e dei meccanismi
di riforma degli ordinamenti e delle famiglie giuridiche.
FORME DI STATO
La prima forma di stato, che in realtà non è tale, era lo STATO FEUDALE.
I rapporti che intercorrevano tra feudatario e la comunità erano rapporti di tipo privatistico,
accordi tra il feudatario e il popolo privatistici, che riguardavano la concessione in uso dei terreni, il
pagamento di tributi al feudo, ma non c’era una vera e propria organizzazione pubblicistica.
Il feudatario esercitava potere assoluto nel suo regno.
Le prime forme di Stato sono quelle di fine ‘400 e inizio ‘500, quando si iniziano a stabilire rapporti,
in questo caso di natura PUBBLICISTICA, all’interno dei vari stati che si vanno a formare.
Questa dimensione acquisisce un ruolo rilevante e significativo dal punto di vista della dimensione
dello stato moderno dopo la PACE DI WESTFALIA, quando si vanno a costituire gli stati nazione, in
cui si verifica per la prima volta un’identificazione tra Stato e Nazione, in cui si afferma una
correlazione diretta tra dimensione dello stato, del territorio, del popolo che lo abita e dei rapporti
che intercorrono al suo interno.
Tutto ciò avviene in una dimensione in cui il potere pubblico è saldamente nelle mani del
SOVRANO, il quale è costretto a ridurre le prerogative, che riguardano la dimensione tributaria,
per lasciare spazio inizialmente ai nobili, successivamente ad altre classi sociali.
Queste classificazioni e tassonomie sono ovviamente TEORICHE, sono dei modi attraverso cui gli
studiosi del diritto hanno inteso creare una forma di classificazione.
Tra la teoria e la realtà c’è una grande differenza, questo perché non tutte le forme di Stato sono
esattamente sovrapponibili l’una all’altra.
La stessa MACROCATEGORIA, a seconda di come viene declinata nel contesto storico-territoriale,
assume delle caratteristiche differenti.
Le forme di governo rappresentano un’articolazione di come il potere si suddivide all’interno dello
Stato, del modo in cui il potere viene ripartito in un assetto di Governo.
Anch’esse sono veramente differenti se andiamo a considerare la realtà, e non la teoria.
La forma parlamentare inglese è molto differente da, ad esempio, quella italiana.
Le categorie devono essere STORICIZZATE per capire come si sono declinate in un dato contesto.
Perché ci interessa capire le forme di Stato?

 Dalla forma di Stato noi capiamo il rapporto che c’è tra STATO E SOCIETA’.
 Capiamo chi è il TITOLARE DEL POTERE POLITICO e da dove deriva quel potere.
 Capiamo il MODO in cui viene esercitato il potere, come si articola l’esercizio del potere.
 Riconoscimento o meno di DIRITTI di LIBERTA’. Collegato col primo punto.
 Se esiste o non esiste un fondamento di tipo COSTITUZIONALE.
FORME DI STATO

 STATO FEUDALE
Si afferma durante il Medioevo, nella seconda parte di esso.
Secondo alcuni studiosi è caratterizzato dalla sua evoluzione nel cosiddetto STATO DEI
CETI, soprattutto a partire dal XII-XIII secolo, dal momento che inizieranno ad affermarsi
delle nuove classi sociali (artigiani, mercanti, ordini delle professioni).
Si va a creare una forma di organizzazione basata sui principi privatistici ma con
un’attenzione maggiore basata sugli interessi della collettività, o di parte di essa.
 STATO ASSOLUTO XIV-XVIII
Alcuni studiosi distinguono due sottocategorie: lo STATO PATRIMONIALE, come evoluzione
dello Stato Feudale, basato su fondamentalmente regole di carattere privatistico e
improntate alla dimensione patrimoniale (conservazione del patrimonio, possedimento di
beni e di terra), lo STATO ILLUMINATO, cosiddetto assolutismo illuminato.
La crisi dello Stato assoluto apre la strada alla prossima forma di Stato
 STATO LIBERALE
Momento di transizione tra una forma di stato autarchica a una democratica e pluralistica.
Nonostante esso si fondi su un’apertura di riconoscimenti di diritti, non è uno stato
pluralistico che riconosce la piena libertà di tutti i cittadini ma solamente dei cittadini che
appartenevano a determinate classe sociali.
Non si vede subito l’affermazione del PLURIPARTITISMO. Cerniera tra crisi dello Stato
Assoluto e l’affermazione dello Stato Democratico
 STATO DEMOCRATICO
Si afferma dalla crisi dello Stato liberale, che si afferma soprattutto dalle migrazioni dalle
campagne alle città dovute alla Rivoluzione industriale.
Era necessario riconoscere quei diritti sociali che rappresentano le fondamenta di una
rappresentanza politica.
Anche gli operai iniziano ad avere la necessità di essere rappresentati a livello politico e
sociale, è il movimento dal basso che permette di mettere in crisi i presupposti dello Stato
liberale e far emergere una nuova domanda di statualità.
Anche questo incontra, agli inizi del 1900, un momento di crisi, dovuto alla grande
espansione che lo Stato aveva avuto nei decenni in cui si era affermato e in cui venivano
approvate le prime Costituzioni democratiche.
 STATO AUTORITARIO
Nasce dalla crisi dello Stato Democratico nei paesi occidentali dell’Europa
 STATO SOCIALISTA
Nasce dalla crisi dello Stato democratico nei paesi orientali dell’Europa, con caratteristiche
simili agli stati autoritari, ad esempio il MONOPARTITISMO e la personificazione del partito
unico con lo stato.
 STATO IN VIA DI SVILUPPO (TRANSIZIONI COSTITUZIONALI)
Le forme di Stato si modificano mediante un processo di transizione costituzionale, che non
significa che la forma di Stato si modifica solo quando viene modificata la Costituzione.
Possono essere modificati anche in maniera totalmente informale.
Molto spesso sfociano in momenti di sovvertimento dell’ordine costituito, dal basso.
Gli studiosi fanno un’altra distinzione rispetto alle forme di stato, e sono i TIPI DI STATO.
Si va ad analizzare l’ARTICOLAZIONE all’interno di quello Stato, come il potere viene ripartito
all’interno dello Stato. Si va a capire se siamo in presenza di uno stato unitario (potere accentrato)
o di uno stato composto (potere decentrato).

 STATO UNITARIO – POTERE ACCENTRATO


Francia esempio tipico, esistono certamente forme di autonomia locale ma che hanno
esclusivamente funzioni di decentramento amministrativo.
 STATO COMPOSTO – POTERE DECENTRATO
Si divide in due categorie ulteriori:
STATO FEDERALE – STATI UNITI
Nasce AB ORIGINEM dall’unione di stati sovrani, autonomi, indipendenti, che decidono di
avviare un percorso di federazione in cui decidono quale potere intestare alla federazione
e quale risiedono in capo come limitazione della propria sovranità.
Dalla crisi economica del 2008 in avanti gli stati federati hanno iniziato a incontrare molte
difficoltà per quanto riguarda la gestione delle finanze.
Per questo motivo, oggi, troveremo molto difficilmente, se non per motivi di forte
contrapposizione ideologica, un disaccordo tra lo stato federale e lo stato federato.
La dimensione dell’autonomia riguarda, in primo luogo, la DIMENSIONE ECONOMICA.
STATO REGIONALE – ITALIA
Nasce da uno stato unitario che avvia un processo di decentramento.
Cambia a seconda dello stato che andiamo a considerare, l’esperienza italiana è totalmente
differente rispetto a quella spagnola, ad esempio.
Dal punto di vista di come vengono ripartiti i poteri e i compiti, invece, si considera un qualcosa di
totalmente diverso rispetto al tipo di stato.

IL SEGRETO DI STATO
Il segreto di stato è uno di quei segreti che ha a che fare direttamente con la natura stessa e
l’esistenza stessa dello stato, con la possibilità di ciascuno di godere dei diritti che la Costituzione
garantisce.
Il segreto di stato è di natura puramente POLITICA, il sindacato su di esso può essere, infatti,
solamente di natura politica.
Legge 124, 2007, art. 39.
Manipolazione, sottrazione, distruzione. Tutti atti che devono essere impediti nei confronti di tutto
ciò che è protetto da segreto di stato, a salvaguardia del bene non solo della Repubblica ma anche
del cittadino.
Questo articolo prende origine dalla nostra stessa Costituzione, i diritti costituzionali vengono
rispettati in questa norma e vengono assunti come a base, sono imperniati sui diritti costituzionali.
Il principio di difesa della patria, di salvaguardia del cittadino e molti altri sono compresi
nell’articolo. Rispetta e incarna gli articoli 1, 2, 5, 52 della Costituzione.
Art. 52  Dovere di difendere la patria.
Lo Stato si riserva di essere l’unico depositario di alcuni segreti, lo riserva con le forme che il
legislatore gli ha dato. È un diritto fondamentale per la SALVAGUARDIA dei CITTADINI, dello
STATO e della PUBBLICA SICUREZZA.
Non c’è nulla di astratto, il legislatore ha realizzato una norma che descrive i casi in cui il segreto di
stato possa essere applicato, tenendo sempre in considerazione, tuttavia, la nostra Costituzione.
1977  Il Governo pone segreto ad una richiesta dell’autorità giudiziaria, da qui vediamo il primo
caso di segreto di stato nel nostro ordinamento.
Non si può violare la Costituzione, il legislatore è stato attento a rispettarla.
Vi sono stati episodi in cui c’è stato un problema serio ad individuare alcune condotte, che sono
state riportate all’interno del SEGRETO DI STATO. Queste condotte hanno visto un’interpretazione
da parte anche della Corte costituzionale.
L’autorità politica del PRESIDENTE DEL CONSIGLIO è l’unica che può porre il segreto di stato.
Anche durante un interrogatorio può essere posto il segreto di stato, ma previa richiesta
dell’autorità giudiziaria, al PdC, di poter porre segreto di stato.
Principio fondamentale di separazione dei poteri.
Il Segreto di Stato non può essere opposto alla Corte costituzionale, che deve venire a
conoscenza di tutto. La Corte decide, non il PdC.
La Corte e i giudici hanno tutti gli elementi per valutare i comportamenti che hanno portato alla
decisione di porre sotto Segreto di stato una determinata questione.
I servizi di informazione e intelligence dipendono direttamente dal Presidente del Consiglio, a
tutela dell’integrità dello Stato.
Sentenza 24, Sentenza 126 Corte  L’autorità politica si pone da sbarramento all’autorità
giudiziaria per andare a salvaguardare dei determinati principi fondamentali dell’ordinamento.
æspa

Articolo 40, tutela del Segreto di Stato


Il segreto di Stato può essere rinnovato per 15 anni, e alla fine deve essere divulgato.
Se viene posto segreto, neanche il Presidente del Consiglio può violarlo, potrebbe solamente
desecretarlo e successivamente rivelarlo.
Comma 8
Il Segreto di Stato non è opponibile alla Corte costituzionale, in nessun caso. È un qualcosa di
tipico del nostro ordinamento, magari in altri paesi la situazione non viene normata nello stesso
modo.
La Corte deve essere totalmente informata sui fatti e sui comportamenti che hanno portato il
Presidente del Consiglio a porre il Segreto di Stato.
Articolo 41
DIVIETO di riferire riguardo a fatti coperti dal Segreto di Stato.
Comma 6
Non è in ogni caso precluso all’Autorità giudiziaria di procedere in base a documenti autonomi ed
atti coperti dal Segreto.
Dopo 30 anni, il Segreto decade, su fatti di terrorismo o alcuni tipi di reato il Segreto non può
essere posto.
Prima che venisse regolato dalla legge del 2007, l’opponibilità era molto più facile e semplice.
Il diritto di difesa non costituisce una SCRIMINANTE. Neanche nel caso in cui volessi difendermi
potrei rivelare il Segreto di Stato.
Nel caso in cui esso venisse rivelato, l’imputato verrà giudicato ai sensi del Codice penale.
Questo è stato oggetto di pronunce da parte della Corte Europea dei diritti umani, ci troviamo di
fronte a un problema bilanciamento dei diritti: in questo caso ogni principio e diritto viene meno
rispetto a ciò che tutela il Segreto di Stato.
Lo Stato, mirando all’autoconservazione, può obbligare al silenzio.
Mentre in Italia non esiste un omicidio di stato, in altri ordinamenti, quali gli Stati Uniti d’America,
esistono gli Executive orders che permettono anche di comandare un omicidio (caso Bin Laden).

ANALISI DETTAGLIATA EVOLUZIONE FORME DI STATO


STATO FEUDALE
I rapporti sono in realtà privatistici e a base contrattuale, non esiste alcun tipo di potere pubblico
centralizzato che faccia rispettare i rapporti, che si basano sul contratto patrimoniale.
Lo Stato Feudale sfocia nello stato dei ceti attorto al XII-XIII secolo, portando quindi a una
maggiore stratificazione sociale.
STATO ASSOLUTO
La natura privatistica e a base contrattuale dei rapporti connota anche la prima fase dello Stato
assoluto, ovvero la FASE PATRIMONIALE. È caratterizzata dalla prosecuzione di questo tipo
specifico di rapporto, caratteristico della fase feudale.
Lo Stato assoluto è fortemente diverso dallo Stato autoritario.
Nello Stato assoluto la concentrazione del potere è totalmente nelle mani del sovrano.
Ovviamente i sudditi accettavano ciò in ragione del fatto che lo Stato fosse il soggetto titolato a
porre fine al conflitto che deriva dalla vita associata (concetto presente anche in Hobbes).
Veniva accettata questa condizione per garantire la SICUREZZA e PACE SOCIALE che, in altre
condizioni, non sarebbe perseguibile.
Nell’evoluzione storica di questa forma di stato abbiamo una netta limitazione dei poteri del
sovrano, soprattutto tra XVI-XVIII secolo.
Ovviamente non arriveremo allo Stato di diritto, ma è un processo graduale verso l’avvicinamento
ad esso.
Nel ‘700 si comincia a condurre un processo di SEPARAZIONE TRA SOVRANO e CORONA, non era
ovviamente un bene pubblico, ma inizia una lenta evoluzione dello Stato Assoluto, soprattutto in
paesi come l’Inghilterra. Lo Stato inizia ad assumere autonomia dalla corona.
Questo consente ai cittadini di intentare cause contro il patrimonio della corona e permette
l’accesso alla giustizia che prima non era consentito, dal momento che il sovrano veniva
considerato superiore addirittura alla legge.
Pensiamo alla stessa successione ereditaria, non era una LEGGE ma una CONSUETUDINE, che
veniva comunque considerata molto più alta della stessa legge, avendo una valenza divina, non
potevano, generalmente, essere rotte neanche dallo stesso sovrano.
LEGGE CONSUETUDINALE  Elemento distintivo dello Stato assoluto. La garanzia della continuità
viene data dal fatto che il succedersi dei sovrani garantiva la RIPETIBILITA’ della forma.
STATO LIBERALE
L’evoluzione che porta dallo Stato assoluto alla forma di Stato liberale è molto diversa a seconda
del territorio che andiamo a considerare:

 TRASFORMAZIONE RIVOLUZIONARIA (FRANCIA E USA)


In Francia e negli Stati Uniti la trasformazione è stata di tipo rivoluzionario, portando quindi
a una fortissima rottura con il passato, da un lato con l’Ancièn Regime, dall’altro con il
governo inglese.
La trasformazione rivoluzionaria proviene dal basso, da un movimento nato dal popolo.
In questo caso si avrà una netta e forte separazione dei poteri, così come venne teorizzato
da Montesquieu, con netta SUPREMAZIA del Legislativo sull’Esecutivo.
 TRASFORMAZIONE RIFORMISTA (UK E PRUSSIA)
Passaggio di debole rottura rispetto al passato, a causa dell’esperienza pregressa che
aveva portato a un graduale coinvolgimento dei nobili all’interno della vita politica.
In Prussia in particolare, sul finire del ‘700, verranno introdotti tutti quegli elementi che
andranno ad anticipare lo Stato sociale postbellico.
Dopo l’epoca romana, il Medioevo era andato ad affermare un forte PLURALISMO delle fonti del
diritto (DIRITTO COMUNE), che era nato principalmente come elemento di regolazione degli
infiniti rapporti di tipo privatistico e consuetudinario.
Con l’avvento dello Stato liberale si fa un taglio netto con l’Antico Regime. L’affermazione del
legislativo sull’esecutivo e come potere prevalente, fa sì che venga intestato il fatto di poter
giudicare QUALSIASI FATTISPECIE mediante la LEGGE, che diventa strumento privilegiato.
Si afferma il DIRITTO POSITIVO  Assolutismo giuridico che vede nel diritto positivo tutte le fonti
del diritto. Diritto positivo significa che lo Stato va ad intervenire per garantire delle date libertà.
La coincidenza del diritto con la legge porta all’avvio della CODIFICAZIONE di esse.
La rottura dell’Assolutismo francese contamina le altre esperienze con il distacco dalla tradizione
pluralistica delle fonti del diritto, spazzando via secoli di tradizione giuridica e storica.
L’affermazione del diritto positivo porta alla regolazione di OGNI RAPPORTO mediante la legge
scelta dal legislatore. Come facciamo ad avere garanzia che sia giusta?
Dal processo di FORMAZIONE DELLA LEGGE, che è garanzia del contenuto di essa stessa, ma anche
il processo di formazione della legge che dovrebbe garantire la sua giustezza non può essere
considerato come un qualcosa di ASSOLUTO.
Ad esempio, le LEGGI RAZZIALI, vennero approvate mediante procedimento legislativo ma non
possono di certo essere considerate delle leggi giuste.
Il rispetto formale del procedimento non è garanzia del risultato finale che si va ad ottenere.
In questo periodo storico, tuttavia, il Governo esercita, molto spesso e sempre con più frequenza,
parte della funzione legislativa, mediante l’approvazione di atti avente forza di legge, ma il
Parlamento accetta questo passaggio, o mediante legge di delega, o mediante conversione, ad
esempio, del decreto-legge.
Ci troviamo di fronte a una rottura importante rispetto al passato, la legge cambia peso.
Con lo Stato liberale si affermano vari principi di libertà, come il principio del “lasciar fare”.
Si affermano anche vari diritti che circoscrivono l’intervento del POTERE PUBBLICO nella sfera di
libertà del cittadino, limitando quindi l’intervento statale meramente al mantenimento del
pubblico ordine e della convivenza tra persone.
Viene quindi sancita una importante linea di demarcazione tra individuo e Stato.
CRISI STATO LIBERALE
La crisi dello Stato liberale dipende da una domanda da parte dei cittadini, anche in risposta allo
sviluppo economico dovuto ai miglioramenti di vita generali che aveva portato la Rivoluzione
industriale.
Si affermano varie esigenze sociali che si organizzano in eventi di PROTESTA e rivendicazione.
Vengono riconosciuti nuovi diritti, conosciuti come diritti di SECONDA GENERAZIONE, quali il
diritto al lavoro, alla previdenza sociale e alla sicurezza sociale.

Si torna quasi a una concezione di STATO DI POLIZIA (Da poleitis, greco), in cui lo stato agisce in
maniera quasi paternalistica nei confronti dei cittadini, prendendosi cura di essi.
STATO DEMOCRATICO/SOCIALE
Da questa frattura nasce il vero e proprio Stato democratico, all’interno del quale nascono e si
vedono molti processi quale l’evoluzione dei principali partiti che iniziano a raccogliere le masse
sociali al loro interno, si va sempre di più verso un pluralismo partitico.
Nasce una serie di servizi pubblici che prima non erano riservati all’egemonia statale.
Lo Stato inizia a dilatarsi e con esso la sua amministrazione, era diventato anche un modo per far
partecipare la BORGHESIA alla vita pubblica mediante la creazione di una burocrazia statale.
Nasce un percorso che, attraverso la carriera burocratica, potrebbe portare gli individui all’accesso
della vita politica (succede molto spesso in Francia).
Lo Stato inizia a svolgere attività nell’ambito della VITA ECONOMICA, fino ad allora, infatti,
l’economia era prettamente liberista (assenza intervento statale).
Agli inizi del ’900, invece, iniziano a nascere anche le prime SOCIETA’ MUNICIPALIZZATE, che
gestiscono a livello territoriale la gestione dell’acqua, del gas, della luce etc.
È proprio in questo periodo che vediamo e assistiamo al processo di stesura delle prime
costituzioni. Questo Stato Sociale pone lo stato democratico in una condizione di forte crisi, che si
accentuerà, ovviamente, con il grande conflitto mondiale, che porrà le basi per l’instaurazione dei
regimi autoritari.
Stato PLURICLASSE e pluralistico, che comporta il fatto che, rispetto allo Stato liberale, che non si
fondava sul pluralismo, si affermano partiti rappresentativi delle varie classi sociali, riducendo
quella frattura che fino a quel momento c’era stata tra stato e società.
Frattura tipica dello Stato assoluto ma anche dello Stato liberale, che con lo Stato democratico
viene fondamentalmente a ridursi.
Lo Stato democratico viene conosciuto con il nome Stato Sociale perché è uno stato
INTERVENTISTA e assistenzialista, che decide di intervenire in maniera importante nell’economia
e di corrispondere in modo POSITIVO al contenuto dei diritti.
I diritti trovano una corrispondenza positiva all’interno dello Stato, che inizia quindi a erogare
prestazioni. I diritti sociali e politici iniziano a diventare un contenuto positivo: lo Stato si impegna
a conseguire quei determinati diritti, a differenza dei diritti negativi in cui lo Stato si astiene
dall’intervento.
Esperienza di Stato democratico, che inizia a divenire addirittura COSTITUZIONALE, dura in realtà
pochissimo. Non è più solo la legge a legittimare lo Stato, ma la Costituzione diventa le
fondamenta di un determinato ordinamento.
Va in crisi dopo il primo conflitto mondiale, soprattutto in ragione del fatto che non riusciva a
corrispondere a pieno a quell’aspettativa che aveva generato (stato pluriclasse e pluralista), ma
per quali motivi?
Innanzitutto, interviene un conflitto mondiale che mette a dura prova le nazioni, e inizia a
rafforzare il concetto stesso di NAZIONE, che fino a quel momento era molto sfumato.

La domanda di cambiamento presente nella società viene ben interpretata da chi coglie una
grande opportunità da questa situazione: quella di consolidare progressivamente dei regimi di tipo
autoritario/totalitario.
Idea che avesse più valore la costituzione vivente rispetto alla Costituzione formale scritta, a causa
delle istanze che provenivano dallo stesso popolo, considerando quindi più importante i
cambiamenti della società piuttosto che il testo scritto.
STATO AUTORITARIO
Prendiamo come esempio il modello dell’esperienza tedesca, forma di TOTALITARISMO, e quello
dell’esperienza italiana che viene definita come AUTORITARISMO.
Questa distinzione è determinata dal fatto che in Germania si va affermando un partito unico che
addirittura assume un carattere prevalente rispetto allo stesso Stato.
In Italia, invece, con l’affermazione del Partito fascista, abbiamo un fenomeno di coincidenza tra lo
stato e il partito (Gran Consiglio del Fascismo costituzionalizzato).
L’esperienza totalitaria che si sviluppa in Germania nasce su delle base ideologiche molto forti e su
una concezione della prevalenza della nazione e del popolo (wolk) come elemento fondante della
nuova ideologica. È profondamente innervato nella cultura tedesca.
Nasce sul consolidamento del potere del CAPO DEL GOVERNO che diviene il capo dello stato, a
differenza dell’Italia in cui continua a coesistere un capo di stato.
Le caratteristiche comuni, in realtà, sono molte:

 Non si censura la TRADIZIONE LIBERALE. Siamo in un contesto di eterogenesi dei fini,


cambia la prospettiva dello Stato, in particolare rispetto al massiccio intervento che lo Stato
inizia a svolgere in ambito economico, ed è di questi anni il consolidamento di un apparato
BUROCRATICO e amministrativo asservito all’uso dell’esecutivo, che pone le basi dello
statuto giuridico del personale alle dipendenze della Pubblica Amministrazione.
Entrambe sfruttano l’opportunità di allargare i campi di competenza dello Stato,
popolando l’amministrazione statale di personale inquadrato in un regime giuridico
speciale.
 Dottrina di STATALIZZAZIONE COATTIVA dell’intera società.
Il confine dello Stato non è più circoscritto ad alcuni poteri o ad alcuni ambiti della vita
pubblica, ma è pervasivo di tutti gli aspetti della vita associata come comunità e quindi a
questo asservite.
Tutto assume una dimensione totalmente pubblicistica.
Un tratto distintivo dell’esperienza italiana è segnato dal differente rapporto con la RELIGIONE,
l’esperienza autoritaria italiana mantiene un atteggiamento di reciproco riconoscimento e rispetto
dei rispettivi ambiti di autorità con la Chiesa cattolica.
In Germania l’esperienza autoritaria è molto più laica rispetto a quella italiana.
La coesistenza all’interno dello Stato di due poteri ha creato e ha consentito di definire una forma
di dialogo tra Chiesa e Stato ma anche forme di controllo reciproco.
Esperienza molto distintiva della forma di stato autoritario fascista.

Ulteriore tratto distintivo è dato dalla CONCENTRAZIONE DEL POTERE nelle mani dell’esecutivo.
Progressivo depotenziamento del potere legislativo, i Parlamenti sono sempre esistiti ma sono
stati SVUOTATI delle loro funzioni, asservendoli ai compiti residui dell’esecutivo.
Erano strumentali all’azione che l’esecutivo non compiva. Aspetto che mantiene la forma, perché il
potere legislativo continua a esistere, ma esso viene asservito allo stesso Governo.
Parallelismo di forma con forme di Governo contemporanee in Europa negli stati costituzionali, in
cui vediamo una netta prevalenza dell’esecutivo rispetto agli altri poteri dello Stato, soprattutto
rispetto al potere legislativo che ai giorni nostri è molto recessivo.
Anche l’esperienza totalitaria nasce da una cultura e un pensiero che andava in quella direzione,
con individui dotati di forte carisma che si presentano come INTERPRETI di quel sentimento
diffuso nella comunità. Non è un’esperienza imposta, ma che si sviluppa a partire da un
sentimento diffuso all’interno della popolazione a causa della situazione di forte crisi, sia
materiale, che ideologica, derivante dalla fine della Prima Guerra mondiale.
Sono istanze RADICATE NELLA COMUNITA’ sulla quale viene creata e radicata una strategia di
creazione del consenso nei confronti dei partiti, che però si fanno da portavoce a queste domande
che fino a quel momento non avevano trovato risposta.
CENSURA DEL PLURALISMO, la rappresentanza diviene monopartitica e nell’esperienza italiana del
fascismo viene anche incanalata nel meccanismo delle CORPORAZIONI.
Esperienza destinata a restare nell’esperienza dello Stato costituzionale successivo, gli albi
professionali hanno la stessa matrice.
Dal punto di vista dell’AMMINISTRAZIONE è molto rilevante il fatto che si vanno a creare, proprio
in questi anni, quei grandi corpi dello Stato che ancora oggi svolgono funzioni chiave rispetto
all’esecutivo. La ragioneria generale dello Stato viene istituita durante il periodo fascista, e ancora
oggi è uno dei poteri principali dell’alta burocrazia statale, al quale confluiscono tutti i
provvedimenti di spesa che i singoli ministeri possono presentare.
Ci fa capire che nel nostro ordinamento si sono consolidati alcuni poteri che sono sopravvissuti
indenni all’avvento dello Stato costituzionale e ancora oggi rappresentano un’egemonia
importante nella vita amministrativa dello Stato.
L’altro aspetto importante è legato alla DIMENSIONE GERARCHICA del rapporto all’interno degli
uffici dell’amministrazione, ovvero un modello organizzativo fondato sulla dipendenza gerarchica.
Il Ricorso gerarchico è uno di questi aspetti, se voglio ricorrere contro un procedimento
amministrativo posso o scegliere di intraprendere la via giurisdizionale, o fare un ricorso di tipo
gerarchico, che è proposto all’ufficio gerarchicamente sovraordinato, in un’organizzazione che non
è più gerarchico. Il ricorso al prefetto, ad esempio, è un ricorso gerarchico. È un precipitato storico.

STATO COSTITUZIONALE
Forma di Stato che si afferma dopo lo Stato autoritario.
Possiamo parlare di evoluzione della forma di Stato, la nascita di una nuova forma di Stato che ha
come base la Costituzione e il potere costituente.
Ci sono diverse dottrine che attribuiscono al potere costituente una natura intrinseca ed è legato
al concetto di SOVRANITA’.
Dal punto di vista strettamente giuridico questo concetto è legato a un territorio, quindi a dei
confini, ma anche a un popolo che si identifica su quel territorio.
Il potere costituente è strumentale a definire la norma costituzionale.
Nei resoconti dell’Assemblea costituente è facile capire come le varie componenti abbiano trovato
un compromesso tra i vari ideali presenti.

 Lo stato costituzionale si pone in linea di continuità con tutti i diritti sociali, civili e politici
precedentemente affermati, dando ad essi un contenuto attivo ancora maggiore,
richiamando un impegno diretto dello Stato nel PROMUOVERE quel tipo di diritti, facendo
in modo che possano avere un contenuto.
 L’altro contenuto fondamentale dello Stato costituzionale è inserire all’interno
dell’apparato costituzionale l’amministrazione pubblica, impedendo che possa quindi
essere asservita in modo esclusivo al potere dell’esecutivo o a chi temporaneamente
ricopre quel potere, mediante vari istituti quali quello della RISERVA DI LEGGE.
Lo Stato Costituzionale prevede una più o meno dilatata interferenza della funzione
pubblica statale all’interno dei settori economici. Tratto caratteristico che fa parte
anch’esso di un precipitato storico e che si realizza nei vari stati secondo formule diverse.
 Garanzie di EQUILIBRIO tra POTERI dello Stato. Riparto di compiti e funzioni
costituzionalmente previsto.
 Rigidità COSTITUZIONALE, tratto comune a tutte le esperienze costituzionale postbelliche.
Previsione che permette di stabilire un processo di revisione costituzionale limitato e
subordinato al procedimento di legge, è un procedimento aggravato.
 Permanere di una dimensione formale della Costituzione con una dimensione materiale,
ovvero la parte della Costituzione che viene applicata e che ha rilevanza in un dato periodo
storico. La Costituzione materiale è determinata formalmente dalla giurisprudenza della
Corte, ma anche dall’evoluzione della società e delle forme di organizzazione in maniera
informale.

STATO SOCIALISTA
Gli studiosi hanno identificato questa forma di stato nell’Unione Sovietica, ma si è sviluppata
anche in altri stati, nonostante questo è sempre rimasta fortemente connessa allo stato
dell’Unione Sovietica.
La caratteristica principale di questa forma di stato è il fatto che si imponga un modo di
PRODUZIONE COLLETTIVISTICO basato sulla STATALIZZAZIONE dei mezzi di produzione.
Idea di uno stato che diviene produttore, a tutti gli effetti, di beni e servizi, ma anche attore
principale dell’economia di quel dato paese.
Nella forma di stato socialista, questo intervento dello Stato è pressoché di tipo totalitario: non
esiste alcun altro soggetto al di fuori dello stato che è titolato a produrre beni o servizi a favore
della collettività.
Non c’è uno spazio della vita pubblica e anche della vita privata in cui lo STATO NON ENTRI.
Lo stato è omnipervasivo. La forma di stato è l’indice che ci descrive i rapporti che intercorrono tra
stato e società civile, quindi nello stato socialista, il rapporto tra stato e società civile è
ASSOLUTIZZATO e vede la presenza dello stato prevalente e assoluta su tutti gli ambiti della vita
dei cittadini.
La Statalizzazione determinata una netta preponderanza della politica dell’economia e sulla sfera
pubblica rispetto a quella privata.
Non c’è più nessuno spazio della vita privata che resta estraneo alla pervasività dell’intervento
dello Stato. Questo determina funzioni proprie dello Stato socialista che sono pressoché uniche.
L’intervento dello Stato nell’economia avviene in base a una PIANIFICAZIONE PUBBLICA
sistematica, come i famosi programmi quinquennali o decennali di sviluppo economico.
La Repubblica Popolare Cinese vede ancora nella programmazione pubblica dell’economia uno dei
suoi asset principali.
Se andiamo a osservare nei fatti osserviamo che, ad esempio, la forma di stato cinese sia stata
fortemente influenzata anche dalla tradizione liberale nel corso degli anni.
Diversi operatori di mercato che si sono affermati con realtà imprenditoriali in quel contesto, per
una ragione o per un’altra, se non sono funzionali e strumentali alla pianificazione o se non sono in
linea con le indicazioni del partito, vengono messe fuorilegge.
L’unità del potere statale si esprime nel SOVIET, e successivamente dall’ASSEMBLEA POPOLARE
NAZIONALE.
Tale potere statale si caratterizza, a sua volta, nel partito unico, così come negli stati autoritari o
totalitari. Rappresentanza monolitica e omogenea del popolo, attraverso un unico partito, che
svolge un ruolo egemone sia rispetto all’indirizzo politico dello stato, sia rispetto alla pianificazione
della vita pubblica e privata dei cittadini.
Le forme di stato socialista si basano su COSTITUZIONI PROGRAMMATICHE: nelle quali, di fatto, è
contenuto un programma politico con una durata e un arco temporale più o meno lungo (Cuba,
nel 2019, ha approvato una nuova costituzione che da un lato si apre a certi principi che derivano
dall’apertura del paese nei confronti degli Stati Uniti, ma contiene un vero e proprio programma di
attuazione di politiche da parte dello Stato per perseguire determinati fini di interesse collettivo.
La forma di stato socialista sovietica entra in crisi nel 1990, con Gorbaciov.
Nel 1991 il PCUS viene messo al bando con un provvedimento e con la relativa sospensione della
Costituzione: questo provoca una caduta di tutti i regimi socialisti del blocco sovietico, creando
una disgregazione di esso, con transizioni costituzionali che portano alla creazione di svariati stati
che oggi comprendono l’ex galassia di stati ex sovietici.
Dalla disgregazione dell’URSS sono nate esperienze che hanno portato alla nascita di nuovi stati
che rappresentano stati che hanno saputo, pur mantenendo una matrice di un certo tipo,
approvare una trasformazione costituzionale molto significativa.
Ad esempio, le Repubbliche Baltiche si sono sviluppate mediante l’innovazione tecnologica,
attraendo molti investimenti e sviluppando tecnologia che viene ceduta a terze parti.
Ma hanno anche avuto la capacità di introdurre principi che ancora oggi alcuni paesi occidentali
faticano ad introdurre, quale il tema della CITTADINANZA DIGITALE.
Una cittadinanza slegata dalla dimensione propria della sovranità. Il fatto che uno possa definirsi
cittadino di uno Stato senza condividere con quello stato il territorio e l’appartenenza a quel
popolo. Dalla transizione sono quindi nate forme di stato estremamente moderne.
FORME DI GOVERNO
La forma di governo riguarda il rapporto che c’è tra i POTERI all’interno dello Stato, come è
distribuito il potere all’interno dello Stato.
Possiamo distinguere tra forme di governo e tipi di stato (riguarda articolazione territoriale del
potere statuale).
Quando parliamo di forme di governo siamo soliti definire una classificazione che ha anch’essa i
suoi limiti. La forma di governo PARLAMENTARE, ad esempio, è ovviamente declinata in maniera
molto differente a seconda dei contesti storici in cui si è realizzata.
Le forme di governo, così come le forme di stato, sono macrocategorie.

 FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE


 FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE
 FORMA DI GOVERNO SEMIPRESIDENZIALE
 FORMA DI GOVERNO DIRETTORIALE

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FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE


In linea di massima non c’è NESSUN RAPPORTO tra il potere esecutivo e il potere legislativo,
separazione netta tra le funzioni del Parlamento e le funzioni del Governo.
Netta separazione giuridicamente rilevante: non c’è alcuna contaminazione tra i due poteri.
Ci sono elementi di contrappeso determinanti per assicurare un EQUILIBRIO.
Un conto è la forma di governo presidenziale americana, altro conto quella brasiliana.
FORMA PRESIDENZIALE BRASILIANA
Troviamo tratti molto più simili ad esperienze di governi in cui vi è un forte sbilanciamento dei
poteri del presidente.
FORMA PRESIDENZIALE AMERICANA
Il Presidente è dotato di tantissimi poteri, ma anche il Congresso ha altrettanti poteri, andando a
ridimensionare quelli del presidente.
La legge di spesa è votata dal Congresso, con ruolo particolarmente rilevante del Senato
(rappresenta interessi dei singoli stati, dal momento che siamo in un tipo di stato federale).
I vari stati hanno competenze rilevanti nello Stato, tra cui il tema dell’imposizione fiscale.

 Vi è assenza di un RAPPORTO DI FIDUCIA tra il potere esecutivo e quello legislativo


Elezione DIRETTA del Presidente slegata e svincolata dalle elezioni dell’Assemblea
In realtà gli elettori eleggono i rappresentanti dei partiti di maggioranza che andranno poi a
votare per il candidato elettorale che hanno giurato di sostenere.
Ci si può trovare in una situazione in cui il Presidente eletto si trova ad avere una delle due
camere in mano ad un partito differente rispetto a quello che ha portato all’elezione del
Presidente.
Il rapporto originale è tra gli elettori e i presidenti, e non i presidenti e l’assemblea.
 Tutto il potere esecutivo, inoltre, è in mano al PRESIDENTE, che ha il potere di nomina di
tutti i vertici dell’amministrazione federale. È un potere importantissimo.
Anche la nomina dei segretari di stato avviene per mano del presidente, che ha anche in
mano il potere di revoca.
Tutto viene reso pubblico e il più possibile trasparente, ovviamente dentro ciò che è noto.
Il Senato e la Camera hanno anche poteri investigativi rispetto a questi profili.
Ha anche il potere di nomina dei giudici della Corte Suprema americana, che sono nominati
a vita. Sono coloro chiamati a giudicare la costituzionalità delle leggi, ma anche a rivedere i
processi e le interpretazioni sui precedenti.
CHECK AND BALANCE  Rapporto di pesi e contrappesi tra i vari poteri: tra cui il potere di veto
che ha l’Assemblea rispetto ai provvedimenti di spesa.
Va a vincolare la libera iniziativa del presidente rispetto a determinate iniziative che vuole
intraprendere.
Le competenze dell’esecutivo sono determinate dal X EMENDAMENTO, dove si afferma che la
competenza dell’esecutivo sta nei poteri ai quali gli Stati Federali, unendosi, hanno rinunciato.
La stampa viene considerata un quarto potere all’interno di questo ordinamento.
Questa Costituzione così rigida si è, in realtà, progressivamente affievolita, in ragione
dell’indebolimento dei Governi federali, aggravato da una crisi economico-finanziaria che ha
portato i governatori ad essere più deferenti nei confronti del Governo federale per assicurarsi
quella capacità di Governo e di spesa che a livello di stato federato non avevano.
Questo ha comportato un progressivo affievolimento delle prerogative degli stati federali nei
confronti del governo federale: di fatto oggi, anche in questo tipo di stato, assistiamo a una
PREVALENZA dello STATO FEDERALE rispetto agli stati federati.
Un altro potere rilevante che sta a capo del Presidente è quello di INIZIATIVA LEGISLATIVA.
Gli è riconosciuta una iniziativa e anche un conseguente speculare POTERE DI VETO rispetto
all’iniziativa legislativa del Congresso; tuttavia, non è un potere di veto definitivo: ha solo l’effetto
di costringere l’Assemblea a riproporre quello stesso provvedimento ma di approvarlo con una
maggioranza qualificata, che presuppone la condivisione del nuovo provvedimento tra le forze
politiche. C’è possibilità di superare veto.
Il potere legislativo dell’Assemblea è un potere legislativo particolare: trovandoci in un
ordinamento di COMMON LAW, in cui possiamo vedere la prevalenza del precedente giudiziario
come formante principale della fonte del diritto.
L’iniziativa legislativa spetta al congresso che crea gli ACT, provvedimenti che hanno sia valenza
normativa ma anche di indirizzo politico (molto spesso hanno valenza di questo tipo).
Aspetto estremamente importante che ci fa capire ancora una volta che in realtà la prevalenza è
spostata sull’esecutivo.
L’esercizio del potere pubblico è distribuito in mano al Presidente a livello federale e in mano ai
Governatori a livello federato.
Il sistema della giustizia vede al vertice la CORTE SUPREMA, che è l’organo di ultima istanza sia
per la giustizia statale sia per quella federale.
Come se racchiudesse in un unico organismo la nostra Corte di Cassazione e la Corte
costituzionale, organo di ultima istanza.
I giudici, che sono 9, nominati a vita dai presidenti, esprimono la DISSENTING OPINION, cioè, se ci
sono dei giudici dissenzienti rispetto a una pronuncia, esprimono il loro dissenso in un dato
provvedimento associato alla sentenza, che permettono di capire il ragionamento del giudice per
arrivare a una conclusione diversa.
A seconda delle nostre Corti, questi possono decidere QUALI CAUSE ACCETTARE.
La Corte suprema ha una discrezionalità nel decidere quali cause accettare: questa possibilità
permette di scremare il numero di cause che giungono alla corte di ultima istanza, dall’altro lato ha
il pregio di MIGLIORARE LA QUALITA’ delle pronunce ABBASSANDO LA QUANTITA’ di esse.
FORMA DI GOVERNO SEMIPRESIDENZIALE
La troviamo realizzata nella V Repubblica francese. Prevista nella Costituzione del 1958.
Presidente come capo dello Stato con funzioni rilevanti rispetto all’esercizio del potere esecutivo,
ed è l’unico organo competente a DETENERE e DELEGARE l’autorità dello Stato.
Inizialmente il presidente veniva eletto indirettamente, dal 1962 viene invece eletto dal popolo.
Il mandato presidenziale, che inizialmente era di 7 anni, è stato ridotto a 5 dagli anni 2000, e dal
2008 è stato introdotto il limite dei DUE MANDATI.
Il presidente, in questo caso:

 Nomina il Primo Ministro


Svolge la funzione di coordinamento delle attività di Governo, propone al Presidente la
nomina e revoca dei ministri. Non deve ottenere dall’assemblea un voto di fiducia, perché
la FIDUCIA è PRESUPPOSTA in quanto quel Governo è espressione diretta della
responsabilità del Presidente, ed essendo il Presidente eletto direttamente dai cittadini, si
presuppone che abbia la fiducia dell’Assemblea Nazionale.
Nel caso in cui l’Assemblea Nazionale abbia una maggioranza di segno opposto rispetto al
Presidente, il ruolo del Primo Ministro, che solitamente è di secondo piano, diventa
maggiormente rilevante: si deve far carico di MEDIARE tra le istanze e la volontà
dell’Assemblea e quelle del Presidente, che esprime l’indirizzo politico.
Il Primo Ministro si occupa di dirigere l’AMMINISTRAZIONE, perché il Presidente in realtà
è irresponsabile dell’attività che la sua amministrazione svolge.
Tutti gli atti del Presidente che rappresentano esternazione di atti sostanziali e di attività di
Governo, necessitano di essere controfirmati dal ministro competente.
La nomina dell’alta burocrazia necessita di essere controfirmata, così come la stesura di
una legge. Il compito di direzione dell’amministrazione è proprio del Governo.
 Accetta le dimissioni del Governo
Il Governo si deve dimettere nel caso in cui l’Assemblea proponga un’esplicita MOZIONE DI
CENSURA che viene votata dall’Assemblea a maggioranza assoluta.
Meccanismo di fiducia presupposta che può essere spezzato dalla sfiducia (censura).
 Può sciogliere Assemblea Nazionale
L’Assemblea Nazionale dura cinque anni e viene eletta con un sistema MAGGIORITARIO a
doppio turno su collegi UNINOMINALI.
Questo significa che il territorio della nazione è diviso in collegi elettorali, su ogni collegio
esce vincitore colui che ottiene il maggior numero dei voti con un sistema di doppio turno:
si fa un ballottaggio tra i primi due che risultano aver ottenuto il maggior numero di voti nel
singolo collegio.
Il Senato eletto dura in carica NOVE ANNI e un terzo del Senato si rinnova ogni tre anni.
Ha un suffragio indiretto da parte delle comunità territoriali.
Se guardiamo solamente queste funzioni sembrerebbe ricoprire un incarico e un ruolo simile a
quello del Presidente della Repubblica italiano.
La responsabilità che il presidente ha verso l’Assemblea nazionale è di tipo politico ed è una
responsabilità di cui risponde indirettamente solamente nei confronti del Corpo elettorale.
La materia legislativa è di competenza dell’Assemblea Nazionale, salvo i casi in cui ciò riguardi
materie che hanno interesse diretto con le comunità territoriali, perché in Francia ci sono molti
decentramenti amministrativi che rappresentano delle vere e proprie autonomie locali.
Espressione di un decentramento piuttosto che di una autonomia.
Esiste, a livello di organi, il CONSIGLIO COSTITUZIONALE. È composto da nove membri che durano
in carica nove anni.
Tre giudici sono nominati dal presidente, tre nominati dall’Assemblea Nazionale, tre dal Senato.
I Presidenti della Repubblica sono membri di diritto, a vita, del Consiglio Costituzionale.
La caratteristica principale di questo è che prevede il CONTROLLO DI COSTITUZIONALITA’
PREVENTIVO, a differenza del nostro sistema in cui è successivo.
Il controllo preventivo permette di anticipare l’eventuale sollevazione di un controllo di
costituzionalità. In realtà è un controllo di tipo PARAGIURISDIZIONALE, non è giurisdizionale vero
e proprio. È un controllo tecnico che ha in realtà una forte valenza politica.
Molto simile al controllo di Costituzionalità che dovrebbe effettuare la presidenza della Repubblica
prima della promulgazione di una legge.
Quando un provvedimento è maturo per essere di fatto approvato dalle Camere, il Consiglio
Costituzionale viene investito di una verifica di costituzionalità del provvedimento stesso.
2008  Introduzione CONTROLLO COSTITUZIONALITA’ SUCCESSIVO.
Può essere richiesto solamente dal Consiglio di Stato o dalla Corte di Cassazione.
Ha avvicinato il Consiglio Costituzionale al funzionamento delle Corti costituzionali di altri paesi.
I giudici non esprimono la dissenting opinion, non è tipica degli ordinamenti di Civil Law.
FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE INGLESE
Il Regno Unito è uno dei pochissimi paesi occidentali che non ha una costituzione scritta, è una
Monarchia Costituzionale che non ha una costituzione, o meglio, essa non si basa su una normale
fondamentale scritta e ordinata.
La tradizione costituzionale inglese si è affermata e consolidata nel corso dei secoli secondo una
pluralità di fonti, FONTI ATTO e FONTI FATTO.
Anche attraverso fatti costituzionali che sono stati l’esito di vicissitudini politiche e dell’evoluzione
dei fatti politici interni al territorio stesso.
In realtà, la costituzione su cui si fonda il diritto costituzionale inglese, trae origini da consuetudini,
da singoli provvedimenti approvati dalla Camera dei Comuni, ma anche da antichi testi (Magna
Charta) e da fatti politici rilevanti.
Lo UK non aveva una corte suprema fino al 2009, perché il ruolo di Corte Suprema era svolto dai
componenti della CAMERA DEI LORD.
Dal 2005 si è innestato un meccanismo di creazione della Corte suprema che gestisce la situazione
in maniera simile rispetto alla Corte Suprema americana.
Si occupa di conflitti di attribuzione, dal momento che nel secolo scorso è iniziato un processo di
devoluzione nei confronti degli stati quali il Galles, Scozia, Irlanda del Nord.
I governi locali, tuttavia, sono sempre esistiti, nonostante UK fosse uno stato maggiormente
accentrato.
Nel Regno Unito esistono una pluralità di sistemi giuridici (Common Law in Inghilterra e Galles,
mentre lo Scot Law in Scozia. Esiste anche una famiglia autonoma in Irlanda del Nord con
caratteristiche peculiari determinatesi in relazione alla specificità territoriale).
È un modello molto composito di vari PLURALISMI sotto tutti gli aspetti.
Un primo tratto distintivo di questo territorio rispetto a tutti gli altri e rispetto alla tradizione post-
rivoluzionaria francese è il concetto stesso di SOVRANITA’.
Il concetto di sovranità non ha un fondamento giuridico e filosofico-politico, tanto che in Regno
Unito non esiste neanche una solida dottrina di fondamento dello Stato.
Una prima differenza risiede nel fatto che mentre in tutti i paesi occidentali esiste il concetto di
sovranità popolare, nello UK la sovranità appartiene al PARLAMENTO.
Si dice in realtà che si utilizza la formula del Monarca in Parlamento per indicare la sintesi del
concetto di sovranità.
L’ordinamento costituzionale si fonda su due principi fondamentali:

 RULE OF LAW
Supremazia della legge. Ha un significato valoriale, la rule of law sono valori costituzionali
più che fonti vere e proprie del diritto.
Mentre per lo Stato di diritto la legge è la fonte prima e suprema, in questo modello si
pone maggiormente l’accento sul valore costituzionale e sul fine di una fonte, anche
perché, essendo in un ordinamento di Common Law, la legge non è l’unica fonte del diritto.
 SOVRANITA’ PARLAMENTARE
È una forma di governo parlamentare con DUE CAMERE (Lord, Comuni).
In funzione del tipo di maggioranza di cui gode il premier all’interno della Camera Bassa, il suo
ruolo sarà più o meno forte.
Quando sono state attuate le più grandi riforme in Inghilterra, si trattava di periodi in cui i Premier
avevano nella Camera bassa una maggioranza schiacciante.
Il Parlamentarismo inglese è un parlamentarismo VERO: il Parlamento, anche nella sua
componente di maggioranza, ha una propria autonomia.
Il Parlamento inglese è non deferente nei confronti dell’esecutivo: nel momento in cui non si
ottiene il voto in relazione ad alcuni provvedimenti determinanti e del programma di Governo, o di
alcuni provvedimenti quali la Legge di Bilancio, il Premier è costretto a trarre delle conseguenze.
Non è un voto espresso di sfiducia, ma comporta una CRISI DI GOVERNO e la possibilità di
sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni, anche con lo scopo di RAFFORZARE una parte
politica che può essere la stessa maggioranza.
Esiste uno STATUTO DELL’OPPOSIZONE al Governo che ha un suo codice di regolamentazione, non
scritto, ma che prevede, ad esempio, l’istituzione di un GOVERNO OMBRA.
Governo corrispondente al Governo in carica formato dai membri dell’opposizione, che avranno
un ruolo preciso e specifico nel controllare l’azione dell’esecutivo e controproporre iniziative.
Grande capacità di pervasione dell’opposizione nelle decisioni dell’esecutivo.
Il Governo si forma sulla base della maggioranza della Camera dei comuni.
Il Premier viene nominato dalla regina insieme alla sua squadra di Governo, composta da circa
100 membri, di cui solo una parte diventa parte del Gabinetto, avendo un ruolo di supremazia
rispetto alle altre figure che sono invece preposte alla funzione esecutiva.
L’organizzazione dell’amministrazione è formato dal CIVIL SERVICE, personale al servizio dello
Stato: sono funzionari che ricoprono quel ruolo indipendentemente dalla forza politica di Governo.

Il Governo costituito si presenta in Parlamento per presentare il programma di Governo


VINCOLANTE, con il quale si dà l’indirizzo politico che il Governo intende perseguire.
Il ruolo preminente del Premier anche rispetto al Parlamento è certamente dovuto a dei fattori
legati alla progressiva espansione statale.
Nel Regno Unito fino agli anni 30 avevamo uno stato ridotto al minimo, l’introduzione delle
politiche di WELFARE hanno moltiplicato il ruolo delle istituzioni pubbliche nel creare e produrre
beni e servizi per la collettività.
Ha sovradimensionato un esecutivo che fino a quel momento era molto asciutto e molto
subordinato al ruolo esercitato in maniera forte dalla Camera dei Comuni, ma comunque sempre
sotto il controllo dell’alta aristocrazia, che non ha poteri molto rilevanti se non il POTERE DI VETO
su alcuni provvedimenti.
Il ruolo fondamentale del Parlamento è di controllo e di indirizzo politico.
Uno dei maggiori poteri è il POTERE DELLA BORSA che viene esercitato su qualsiasi atto della legge
di bilancio o di imposizione di nuove tasse e tributi.
SISTEMA GIUDIZIARIO
Segue un percorso molto diverso, essendo un ordinamento dove non esiste una magistratura di
carriera o di professione.
Le corti penali sono nominate dalla regina, le altre corti dal Lord Cancelliere, ovvero il presidente
della Camera dei Lord che fino al 2005 esercitava anche la funzione di Corte di ultima istanza.
Il ruolo dei giudici è svolto prevalentemente da AVVOCATI che vengono ordinati come giudici.
Non esiste una vera magistratura di carriera.
C’è anche da dire che le Corti hanno sempre avuto un atteggiamento molto CONSERVATORE
rispetto all’espansione dello Stato. Quando lo Stato ha iniziato ad espandersi ed ampliare la
propria sfera pubblica, le Corti hanno cercato di tutelare e porsi in parziale antagonismo con chi
esercitava la funzione di Governo per limitare la funzione e l’espansione dello Stato.
In epoca più recente è avvenuto il contrario: durante l’epoca della Thatcher e del riformismo
legato a una RIDUZIONE statale, soprattutto nel settore del Welfare, le corti si sono poste come
antagonisti nei confronti del Governo per il riconoscimento di tutta una serie di diritti che prima
venivano garantiti dallo Stato.
RUOLO DEL COMUNE IN ITALIA

Nella Costituzione è previsto uno Stato come ente costitutivo della Repubblica e accanto ad esso
abbiamo una serie di enti dotati di autonomia:

 Regioni
Previste in Costituzione ma attuate solamente nel 1970
 Province
Natura molto mutevole, nell’ordinamento fascista vengono complicate e non sono più
un’espressione di un’autonomia ma di un decentramento.
 Città Metropolitane
Negli anni più recenti abbiamo avuto la loro attuazione. Nasce nelle discipline urbanistiche
alla fine dell’800, ma diventa un tema per il diritto nella seconda metà del ‘900.
Previste per la prima volta in Italia nel 1990 senza venire attuate.
Entrano in costituzione solo nel 2001 e sono state attuate solo nel 2015.
 Comune
Il comune c’è sempre stato ed è l’unica e vera COSTANTE, esistevano ancora prima
dell’esistenza dello Stato italiano.
La Costituzione ha posto dei principi attuati nel tempo (regioni attuate solamente nel 1970),
abbiamo una variabilità delle forme associative tra comuni, ovvero degli enti e modalità di
esercizio di funzioni amministrative tra comuni che sono variate tantissimo.

La caratteristica del nostro ordinamento è il fatto che abbiamo uno STATO REGIONALE, novità
della Costituzione Repubblicana.
In Italia, quindi, coesistono due legislatori: un legislatore statale e venti legislatori regionali, ma le
leggi regionali hanno la stessa forza e natura delle leggi statali.
Ma esiste una competenza territoriale che limita la COMPETENZA della legge regionale al territorio
regionale. L’altro ente costitutivo degli enti territoriali locali è la COMUNITA’ di riferimento.
La base del nostro ordinamento territoriale è l’ARTICOLO 5 (non modificabile nel contenuto
essenziale in quanto principio fondamentale).
Ci dice che lo stato italiano è repubblicano e la Repubblica è una e indivisibile: non può essere
ammesso alcun fermento alla secessione o alla modifica dei confini. Il territorio non è modificabile.

Allo stesso tempo vengono riconosciute le AUTONOMIE locali.


Articolo 114
Primo articolo del Titolo V della Costituzione, in cui ci viene detto che la Repubblica è costituita, in
ordine, da Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni, Stato.
Unici enti locali costituzionalmente garantiti, devono essere sempre garantiti fin quando non verrà
modificata la Costituzione.
Questi enti svolgono funzioni amministrative.
Per il principio di sussidiarietà, tutte le funzioni amministrative dovrebbero spettare ai comuni,
ovvero all’ente più vicino ai cittadini.
Il comune non solo è un qualcosa che preesiste allo Stato moderno, ma è anche l’istituzione più
vicina al cittadino, che gli consente di ottenere delle prestazioni.

ESERCIZIO ASSOCIATO FUNZIONI COMUNALI


Quando i comuni non riescono a svolgere la propria funzione, agiscono in forma associata tra di
loro.
4 MOTORI DELL’EUROPA (Francia, Germania, Italia, Spagna)
Sono quattro regioni fortemente industrializzate dell’Unione Europea e che producono il livello
maggiore di PIL:

 Baden-Wurttemberg
 Catalogna
 Lombardia
 Rodano-Alpi
Queste regioni hanno deciso da sole di essere i quattro motori d’Europa, firmando un accordo di
cooperazione chiamato “Memorandum” per poter aumentare la cooperazione economica e
sociale tra di loro. L’accordo era quello di ottenere una collaborazione a lungo termine nel campo
della ricerca, ambiente, cultura, scienza e così via.
MODELLO FRANCESE DI GOVERNO LOCALE
Elementi caratterizzanti risalgono al modello napoleonico, modello che si è effettivamente
affermato all’esito della Rivoluzione Francese.
Durante la Rivoluzione nascono quelli che oggi sono i comuni francesi, che sono circa 35k in
Francia, un numero spropositato ai nostri occhi.
È dovuta ad avvenimenti storici risalenti alla Rivoluzione Francese, per la quale qualsiasi comunità
anche piccolissima sarebbe diventata Comune. Le nostre frazioni sono comuni in Francia.
Il modello francese di Governo Locale è caratterizzato dai seguenti principi:

 Centralismo e Unitarietà
Sarebbe inaccettabile l’esistenza delle leggi regionali.
 Uniformità
Conseguenza diretta della Rivoluzione Francese, che avviene perché i ceti meno abbienti
iniziano a ribellarsi prima ai signori e successivamente al Sovrano.
La reazione dell’ordinamento è quella di applicare il principio egualitario, ovvero che tutti i
cittadini sono uguali.
Se tutti i cittadini sono uguali anche gli enti che rappresentano la comunità devono essere
uguali. Sono tutti regolati allo stesso modo. Prima erano previsti privilegi.
 Libera Amministrazione
In Lombardia il rapporto tra il numero dei comuni per popolazione è molto simile a quello
francese, infatti, è di pura derivazione napoleonica. Ci sono 1500 comuni, ed è la regione con il più
alto numero di piccoli comuni.
FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE ITALIANA
Nasce con la Costituzione del 1948, che nasce dai lavori dell’Assemblea costituente.
Modello costituzionale fortemente influenzato dai fatti storici accaduti dai decenni precedenti, il
legislatore costituente ha inevitabilmente voluto inserire in Costituzione dei principi volti a
tutelare un assetto istituzionale che per qualche decennio era stato violato in maniera significativa.

BICAMERALISMO PERFETTO
Forma di Governo parlamentare pura, diversa da quella inglese che ha elementi di
razionalizzazione molto netti. Ma anche la forma di Governo tedesca ha elementi di
razionalizzazione molto forti. È rimasta immutata dal 1948 ad oggi.
Le funzioni e i poteri esecutivo e legislativo in realtà sono distribuiti secondo un sistema di
ripartizione tra Parlamento e Governo con una funzione di garanzia intestata al capo dello stato
che vedono sulla carta il Parlamento responsabile dell’indirizzo politico e il Governo, sulla base
dell’indirizzo politico espresso dalla maggioranza del Parlamento, attua quell’indirizzo politico.
Presidente del Consiglio  Coordinatore del potere esecutivo.
Ruolo assegnato dal Presidente della Repubblica sulla base della maggioranza parlamentare e delle
consultazioni, che lo rendono in grado di nominare un PdC che sia in grado di ottenere la fiducia.
VOTO DI FIDUCIA  Espresso, è una vera e propria votazione specifica sul programma di Governo
e sul Governo. Solo da quel momento il Governo entra in carica nel pieno dei suoi poteri.
Il Presidente del Consiglio è un coordinatore dell’indirizzo politico del Governo.
Consiglio dei Ministri  Collegio tra pari. Non c’è qualcuno che abbia un potere superiore ad un
altro, almeno formalmente.
Nel 1992 si apre una vera e propria stagione di frattura con il passato, facendo entrare in crisi il
nostro sistema. Parte l’idea di RAFFORZARE il potere dell’esecutivo, prima del 1992 il Parlamento
aveva un ruolo totalmente centrale nel nostro ordinamento, e quindi anche i Partiti rappresentati
in Parlamento.
Erano il luogo che esprimeva la linea di indirizzo politico. Dal 1992 in poi il potere del Parlamento
inizia una stagione recessiva, perché inizia ad affermarsi, ad esempio, movimenti volti a modificare
il sistema elettorale che in precedenza era di tipo PROPORZIONALE, garantendo la possibilità di
costruire coalizioni di Governo anche in fase successiva.
In realtà, per certi versi, ha continuato una deriva recessiva del ruolo e della funzione del
Parlamento.
2005  Bozza di modifica costituzionale che va sotto il nome di BOZZA DI LORENZAGO.
Volontà di passare ad una forma di Governo di tipo semipresidenziale, accentuando quei poteri
intestati al PdC in una prospettiva semipresidenziale.
Presidente del Consiglio eletto direttamente dai cittadini. Bozza che non vide mai la luce.
Il lento declino del ruolo del Parlamento ha iniziato a manifestarsi in tutta la sua grandezza, fino ad
arrivare agli anni più recenti in cui è nato il fenomeno della DECRETAZIONE e conversione in legge
dei decreti.
Aspetto che si rivela molto importante perché il Governo inizia ad esautorare sistematicamente il
Parlamento nella funzione legislativa.
Gli articolo 77 e 78 della Costituzione che regolano i decreti legge e legislativi dovevano
permettere la regolazione degli stati di emergenza, ma negli ultimi anni c’è stato un abuso dei
decreti legge da parte dei Governi.
A livello di Stato tanto la decretazione di urgenza quanto la delega legislativa
DoGi è una banca dati di riviste. Utile per la bibliografia.
Ci sono diverse fonti che possiamo citare:
1- Dottrina/letteratura formante (informali)
2- Leggi: fonti del diritto formante formale
3- Giurisprudenza: sentenze di corti che hanno valenza di tipo gerarchico diacronico
(referendum legge divorzio) e sincronico (stesso caso ma con giudizi diversi)
4- Soft law: non sono vincolanti, fattispecie non regolate nell’ordinamento, sitografia
IMPORTANTE citare sempre la DIMENSIONE STORICA, l’ambiente sociale, culturale, politico.
Perché un legislatore decide di intervenire in un momento storico su una determinata materia.
Hein online  Banca dati riviste straniere (devo usare vpn)
Academia.edu  uguale a hein ma senza abbonamento o vpn
Lexis Nexis tvb
Ibidem  stessa citazione riportata nel punto precedente
ひらがな

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