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Lo Stato italiano è laico, ossia non professa una particolare religione né privilegia una
religione rispetto alle altre. In realtà per decenni, fino al 1984, il cattolicesimo è
rimasto la religione di Stato. Per ragioni storiche e culturali (la presenza del papa a Roma;
il forte radicamento del cattolicesimo presso la popolazione; la nascita dell’Italia, che ha
comportato la fine dello Stato pontificio), era impossibile non dedicare un passaggio
specifico della Costituzione al rapporto tra Stato e Chiesa cattolica.
Insieme all’art. 7, questo articolo regola la professione della religione in Italia; mentre
tuttavia l’art. 7 si riferisce al solo cattolicesimo, data la sua rilevanza nella storia e nella
società italiana, l’art. 8 si riferisce a tutte le altre confessioni ed esprime il principio del
pluralismo religioso. In realtà, fino a quando nel 1984 il cattolicesimo non ha cessato di
essere religione di Stato, questo principio era negato nei fatti. Occorre prestare attenzione
alla formulazione adottata dall’articolo: le religioni sono egualmente libere, a patto di
rispettare la legge italiana, ma sono necessarie intese per regolare i loro rapporti con
lo Stato. Lo Stato non riconosce quindi religioni “personali” o di gruppi che non
dialogano con lo Stato. Sul contenuto dell’art. 8 si è espressa però la Corte costituzionale
nel 1993: non è legittimo discriminare una religione, perché tutte le religioni rappresentano i
bisogni religiosi di chi le pratica.
Dire che l’Italia è una e indivisibile significa affermare l’indivisibilità dello Stato italiano in più
Stati e quindi l’illegalità di ogni tentativo di rendere indipendente una parte dello Stato. Nello
stesso tempo, però, questo articolo sottolinea l’importanza del decentramento
amministrativo e dell’autonomia. Ciò equivale a dire che l’Italia è uno Stato unitario, ma
non accentrato dal punto di vista amministrativo, e nel quale i cosiddetti enti locali, cioè le
Regioni, le Province e i Comuni, svolgono un ruolo fondamentale. La valorizzazione di
questi enti non ha solo uno scopo di efficacia amministrativa, ma deve consentire una
maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica. All’epoca della Costituzione
l’istituzione delle Regioni, che pure venne completata solo negli anni Settanta, aveva anche
lo scopo di contrastare i movimenti antiunitari.
Accordi fra strati: c’è un’apertura rispetto alle fonti che provengono dall’ordinamento
internazionale. I successivi passaggi si concentrano invece sulla condizione dello
straniero in Italia, in una situazione sia di normalità sia di eccezionalità: nel primo caso
si intende la situazione di uno straniero che si trova in Italia per lavoro, turismo, scelta di vita
ecc.; nel secondo, invece, la drammatica situazione di chi si trova in Italia per sfuggire alla
mancanza di libertà del suo Paese di origine, o di chi si rifugia in Italia perché nel suo Paese
è accusato di reati politici (come accade a chi in Paesi non democratici ha criticato il
Governo, promosso manifestazioni, scoperto scandali politici…) o non può esercitare le
libertà democratiche. In questo caso la Costituzione accorda allo straniero, a certe
condizioni di legge, il diritto di asilo, ossia di una “sicura” ospitalità.
Articolo 11: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità
con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte
a tale scopo.
ripudio della guerra è un principio pacifista. E’ una norma sulla politica estera e sulla
base di quest’articolo sono discusse le legittimità su alcune missioni all’estero -> se create
dalle Nazioni Unite non creavano problemi, ma alcuni interventi in sede di NATO
creavano discussioni. L’italia consente limitazione della sovranità italiana per aderire ad un
ordinamento che consenta la pace. ONU -> obbligare gli stati membri a limitazioni sull’uso
della forza nelle relazioni internazionali (non hanno mai messo in azione le forze militanti),
spesso concordate con gli altri Stati. Hanno come organo principale l’assemblea generale
composta da tutti gli stati membri, poi c'è il consiglio di sicurezza (15 membri, di cui 5
permanenti con potere di veto tra cui russia, cina, usa, francia e uk). Fa parte di questo
organismo la corte costituzionale ad AIA.
Inoltre sono sorte altre organizzazioni sovranazionali con la finalità di tutelare i diritti
fondamentali dell’uomo (evoluzionismo della costituzione) e obbligare gli stati al rispetto di
tali. In particolare il Consiglio d’Europa nato nel 1949 e ha tra i suoi scopi quello di tutelare
i diritti dell’uomo e concludere accordi per armonizzare le pratiche giuridiche tra i vari stati
membri. Il c.e riguarda un territorio regionale (una parte del mondo), composto da
un'assemblea parlamentare e comitato di ministri. (Diversa da comunità europea). Crea dei
vincoli agli stati.
Fu approvata negli anni 50 la convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e
delle libertà fondamentali (approvata nel consiglio d’Europa) vincola gli stati membri e fu
istituita la corte europea di Strasburgo. Gli stati aderenti sono 47. Trova un fondamento
nell’articolo 11 italiano, si è sottoposto ad una giurisdizione di sovranità.
Integrazione italiana europea:
1951 fu fondato la ceca
1957 si dette vita all'euratom e alla cee, nel corso degli anni sono aumentati gli stati
aderenti e il fondamento delle comunità ha assicurato la pace e la giustizia tra i paesi (al
fatto che decidono le istituzioni -> integrazione degli stati europei)
Fondamento costituzionale su cui si sono basate le limitazioni di sovranità e
sull’integrazione: si rispettano i regolamenti approvati in sede Europea. L’articolo 11 ne è
fondamento.