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COSTITUZIONE ITALIANA del 1948

È la prima espressione di costituzione democratica


del nostro Paese, attualmente vigente seppur in una
versione più volte modificata.

Carta dei principi fondamentali,

dei diritti e doveri dei cittadini (Parte prima)

e sull’ordinamento della Repubblica (Parte seconda).

I Costituenti si preoccuparono di costruire una


forma di stato e di governo (V. Ordinamento della
Repubblica) capace di tradurre in concreto i
“Principi fondamentali” su cui si basa la
Costituzione onde garantire a tutti i cittadini il
godimento dei diritti e l’adempimento dei doveri,
al fine di realizzare i presupposti di una moderna
democrazia.

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Caratteri fondamentali della DEMOCRAZIA:

 Sovranità popolare.

 Riconoscimento e tutela dei diritti e delle libertà


fondamentali e garanzia giurisdizionale degli
stessi. Garanzia della libertà personale e di
manifestazione del pensiero.

 Uguaglianza formale e sostanziale fra i cittadini.

 Garanzia del pluralismo sociale, culturale,


politico ed economico.

 Partecipazione diffusa e paritaria del popolo alle


decisioni secondo gli istituti della democrazia
rappresentativa e democrazia diretta.

 Suffragio universale e adozione delle decisioni


secondo il principio di maggioranza.

 Trasparenza dei processi decisionali e controllo


sull’attività dei poteri pubblici

 Tutela delle minoranze e dei “soggetti deboli”

 Separazione dei poteri.

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PRINCIPI FONDAMENTALI

Sono i principi che esprimono le finalità e le basi ideali


dello stato democratico-sociale di diritto su cui si fonda
l’ordinamento giuridico-costituzionale italiano.

Costituiscono il NUCLEO INDEROGABILE DELLA


COSTITUZIONE

Sono tutti “coessenziali” nella definizione dell’identità


dello Stato e dell’ordinamento giuridico della Repubblica
italiana.
Sono formalmente contenuti nei primi 12 articoli della
Costituzione, - “Principi fondamentali” -
significativamente anteposti alle parti Prima (Diritti e
Doveri dei cittadini) e seconda (Ordinamento della
Repubblica) della Carta fondamentale – e sostanzialmente
ribaditi da altre norme costituzionali

Essi hanno valore di:

 principi fondanti che devono ispirare la vita della


Repubblica
 nucleo inderogabile di valori giuridici
 fonte giuridica e criteri ermeneutici per
l’individuazione di norme implicite
 limite alla revisione costituzionale
 i “criteri guida” dei poteri pubblici nell’esercizio
delle loro funzioni (ma sono anche la ratio
giustificativa e di legittimità del loro esercizio da
parte di chi esercita i pubblici poteri in nome del
popolo).
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“PRINCIPI FONDAMENTALI” - ARTT. 1-12
Cost.

 PRINCIPIO PERSONALISTA
 PRINCIPIO DEMOCRATICO
 PRINCIPIO PLURALISTA
 PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
 PRINCIPIO LAVORISTA
 PRINCIPIO SOLIDARISTA
 PRINCIPIO DI UNITÀ ED
INDIVISIBILITÀ DELLA REPUBBLICA
 PRINCIPIO AUTONOMISTA
 PRINCIPIO DI LAICITÀ DELLO STATO
 PRINCIPIO PACIFISTA

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I) PRINCIPIO PERSONALISTA – Art. 2 ed art.
3, 2° comma Cost.-

Fulcro dell’Ordinamento costituzionale e polo di


attenzione dei pubblici poteri è la PERSONA
UMANA, che deve essere considerata dai pubblici
poteri quale fine e mai come mezzo della loro
azione.

Esso esprime una “priorità di valore” fra Stato ed


individui:

“Non è la persona per lo Stato,


ma è lo Stato per la persona”

FINE ULTIMO DELL’ORGANIZZAZIONE


SOCIALE E DELL’ESERCIZIO DEI PUBBLICI
POTERI DEVE ESSERE LO SVILUPPO DELLE
PERSONE, DI OGNI SINGOLA PERSONA, E LA
TUTELA DEI LORO DIRITTI.

Centralità dell’individuo nell’ordinamento giuridico


implica rifiuto di concezioni utilitariste che
legittimo il sacrificio anche di un solo individuo per
il benessere dei più.

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Centralità del riconoscimento e della garanzia
concreta dei diritti e delle libertà fondamentali
dell’uomo (non del solo cittadino) quale obiettivo
ultimo cui tende l’ordinamento ed in ragione del
quale si giustificano le limitazioni che esso impone
ai singoli consociati ed ai gruppi sociali

ART. 2 COST.:
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità,
e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale”.

Il riconoscimento accanto ai

“DIRITTI INVIOLABILI”

anche dei

“DOVERI INDEROGABILI DI SOLIDARIETÀ


POLITICA ECONOMICA E SOCIALE”

individua il rapporto di reciprocità che regola i


rapporti fra i cittadini e fra i cittadini e lo Stato.
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Il riconoscimento della persona e dei suoi diritti come
fulcro dell’ordinamento e criterio guida all’azione dei
poteri pubblici si riverbera in alcune importanti garanzie:

 Limite alla revisione costituzionale per diritti


inviolabili della persona umana.

 Limiti di intervento dei pubblici poteri con una


serie di divieti espressamente previsti in Costituzione:

esempi:

 art 13 – “La libertà personale è inviolabile”

 art. 25 – principio di legalità delle pene e delle


misure di sicurezza

 art. 27 – principio di personalità della responsabilità


penale; principio di innocenza; Principio di
umanizzazione della pena e divieto di trattamenti
inumani o degradanti per la persona. Divieto della
pena di morte

 art. 32 – 2° comma – limite del rispetto delle


persona umana nei “trattamenti sanitari
obbligatori”.

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II) IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA

Il principio personalista esprime un valore primario


del nostro ordinamento democratico senza il cui
riconoscimento non si potrebbe affermare la natura
realmente democratica della Repubblica, ma anche
un criterio guida cruciale nell’interpretazione degli
altri principi, desumibile altresì da una serie di altre
norme a tutela dei diritti e delle libertà della persona
che occupano una posizione preminente nella
Costituzione, ed in particolare dall’art. 3 Cost., che
sancisce il principio di uguaglianza fra i cittadini.

ART. 3 COST.:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono
eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,
di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale, che, limitando di fatto
la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese.”

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1° comma - Esplicita come l’azione generale dello
Stato debba tenere nella medesima considerazione
ogni singolo cittadino senza discriminazioni fra ceti,
categorie, sesso ecc. Lo Stato è cioè di tutti e di
ognuno, per tutti e per ognuno senza esclusioni o
limitazioni aprioristiche di classe, ceto, categorie
sociali ecc.

2° comma - Il richiamo al “pieno sviluppo della


persona umana”, obiettivo cui anche lo Stato deve
tendere:

 ribadisce questa posizione di preminenza e


centralità riconosciuta alla persona umana nel
nostro ordinamento

 legittima interventi dello Stato a tutela dei diritti


civili, politici e sociali dei cittadini, prevedendo,
qualora necessario, anche trattamenti
differenziati giustificati da situazioni soggettive
diverse ed “azioni positive” a riequilibrio di
condizioni di oggettivo svantaggio.
La rimozione delle diseguaglianze è
funzionale anche alla piena e paritaria
partecipazione di tutti i cittadini alla vita
politica democratica.

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III) PRINCIPIO PLURALISTA – Art. 2 Cost. e
altri

Art. 2 Cost. riconosce e garantisce la tutela dei diritti


inviolabili dell’uomo “sia come singolo che nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”.

Valorizzazione della persona anche nelle sue


proiezioni sociali: famiglia, associazioni, partiti
politici, sindacati, gruppi religiosi ecc. (che ricevono
poi riconoscimento e tutela in singole norme della
Costituzione) ed estensione alle formazioni sociali
della garanzia dei diritti del singolo.

Diritti delle formazioni sociali:

 libertà organizzativa nella determinazione di


regole e finalità
 libertà di manifestazione del pensiero, di
domicilio, ecc.

Intervento dello Stato nelle formazioni sociali è


limitato, in genere, ai casi di:

 violazione di legge

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 tutela dei diritti dei singoli componenti (si
atteggia nelle realtà in forme diverse a seconda
della realtà sociale).

TUTELA GLOBALE
DELLA PERSONA UMANA,

anche e soprattutto negli ambiti in cui si svolgono


poi concretamente alcuni fra i più importanti diritti.

Valorizzazione della dimensione sociale


dell’individuo, superamento della concezione
individualista tipica del liberismo classico e rifiuto
di concezioni egoistiche di isolamento o
segregazione sociale

 libertà di associazione, di organizzazione, di


manifestazione del pensiero

 garanzia delle condizioni per la coesistenza


fra i singoli e fra le formazioni sociali

 strumento di crescita e progresso culturale,


sociale, politico.

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PLURALISMO e PLURALISMO
ISTITUZIONALE IDEOLOGICO

PARTECIPAZIONE, PLURALISMO,
DEMOCRAZIA. LA DEMOCRAZIA DEI
PARTITI e NEI PARTITI

ART. 49 Cost.-
“Tutti i cittadini hanno diritto ad associarsi
liberamente in partiti per concorrere con metodo
democratico a determinare la politica nazionale”.

Problemi di attuazione del principio democratico nei


partiti ed in particolare della rappresentatività dei
partiti rispetto alle istanze popolari, seppur “di
parte”, come è proprio di un organismo “di parte”
come il PARTITO POLITICO (pars totum)

dalla DEMOCRAZIA (potere al popolo)


alla PARTITOCRAZIA (potere ai partiti)

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IV) PRINCIPIO SOLIDARISTA – Art. 2 Cost.

Tutti i cittadini sono tenuti ad adempiere ai “doveri


inderogabili di solidarietà politica economica e
sociale”.

Principio di necessaria partecipazione alla vita pubblica e


responsabilizzazione dei consociati. Esempi:

 Dovere di svolgere un’attività lavorativa (art. 4)


 Dovere di difendere la patria (art. 52)
 Obbligo di contribuire alle spese pubbliche secondo un
criterio di proporzionalità (art. 53) e quindi alla garanzia del
funzionamento dello Stato e dell’erogazione dei servizi e
dell’assistenza pubblica.

Consente l’esistenza ed il funzionamento del


modello dello STATO SOCIALE

 Garanzia dei diritti sociali (salute, istruzione,


lavoro, ecc.)
 Ripartizione delle risorse fra: famiglie,
mercato/soggetti economici, enti dello Stato
 Promozione dell’intervento statale in aiuto
delle fasce sociali più deboli.

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V) PRINCIPIO LAVORISTA – Art. 1 e 4 Cost.

Art 1 Cost.: “L’Italia è una repubblica democratica


fondata sul lavoro”.

La vita ed il progresso sociale, politico della


Repubblica si incentrano sul lavoro come elemento
dinamico dello sviluppo civile, sociale e politico

 dello stato
 dei singoli

non solo come elemento di rilevanza economica e


fattore di sviluppo economico

Per tali motivi:

 Si chiede a tutti consociati di contribuire al progresso


della nazione secondo le proprie capacità

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 LAVORO è quindi inteso come un DIRITTO -
DOVERE

DIRITTO AL LAVORO:

 REALIZZAZIONE DELLA PERSONALITA’ secondo


attitudini individuali

 CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO MATERIALE E


SPIRITUALE DELLA SOCIETÀ

comporta che il diritto al lavoro non dovrebbe essere il diritto ad


un qualsiasi lavoro, ma il diritto ad un lavoro adatto alle proprie
condizioni (anche fisiche) e capacità.

Anche se l’accezione preminente del principio lavorista resta


legata al DIRITTO AL LAVORO quale fonte di sostentamento
e non necessariamente di realizzazione personale.

VALORE PROGRAMMATICO - MA NON PER QUESTO


MENO VINCOLANTE - DELL’ART. 4 COST.

Impegno della Repubblica a “promuovere le condizioni che


rendano effettivo questo diritto”:

 POLITICHE PER L’OCCUPAZIONE (intervento dello


Stato in economia e nella regolamentazione normativa del
lavoro)

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 AZIONI POSITIVE IN MATERIA DI LAVORO (es.:
tutela dei lavoratori disabili, delle lavoratrici madri)

Uno dei diritti cruciali per la realizzazione dello


STATO SOCIALE, l’EMANCIPAZIONE DEI
CETI E CATEGORIE PIÙ DEBOLI e la gestione
dei CONFLITTI SOCIALI.

LAVORO  LIBERTÀ

La mancata garanzia del diritto al lavoro ha fatto


spesso della promessa di una occupazione la moneta
di scambio per la coercizione al voto di persone in
situazione di indigenza e/o debolezza sociale

L’effettività del principio lavorista è quindi


funzionale al corretto funzionamento della
democrazia e dei suoi meccanismi decisionali

INDIPENDENZA  LIBERTÀ DI SCELTA


ECONOMICA

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POSSIBILITÀ DI AUTONOMA
AUTODETERMINAZIONE
NELL’ESERCIZIO DEI DIRITTI

VI) PRINCIPIO DEMOCRATICO – Art. 1 Cost.


e altri

Considerato da autorevole dottrina il principio più


pervasivo del nostro ordinamento perché
“racchiude in sé il germe degli altri” (C. Mortati), si
esprime prioritariamente nell’ Art. 1 Cost.:
“L'Italia è una Repubblica democratica,
fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la
esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione.”

La legittimità dell’ordinamento giuridico e la


validità delle sue regole nasce e si giustifica in
relazione alla sovranità popolare, e quindi, alla
sua volontà, da cui promanano i pubblici poteri.

Questo è il senso dell’ art. 1, 2° co. Cost.: “La


sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle
forme e nei limiti della Costituzione”.
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I poteri dello Stato devono trovare una
legittimazione diretta o indiretta nell’investitura
popolare, perché sia garantita la democraticità del
sistema ordinamentale.

Accezione sostanziale:

principio democratico coincide con l’affermarsi


della sovranità popolare, ovvero con il rispetto
della volontà del popolo e dei suoi rappresentanti,
secondo le forme della democrazia diretta e
democrazia rappresentativa (art. 1 – 2° Co. Cost.)

Accezione formale:

principio democratico consiste nel rispetto delle


regole formali-procedimentali della democrazia,
ovvero nella conservazione e preservazione di una
“forma di stato e di una “forma di governo” che
rispecchiano, traducendoli in pratica, i caratteri
fondamentali della democrazia (art. 1 – 1°
comma). Es.: garanzia della separazione dei poteri.

La volontà popolare, infatti, non può trasformarsi in arbitrio, né


in dittatura della maggioranza, ma deve esprimersi “nelle forme
e nei limiti della Costituzione” (art. 1- 2° comma Cost.), ovvero,
nel rispetto dei principi e delle garanzie, sostanziali e procedurali,
che assicurano la sopravvivenza e la continuità del modello
democratico.
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Anche poteri pubblici devono operare ed organizzarsi nel
rispetto delle regole democratiche, quindi, anche secondo regole
di trasparenza, pubblicità ed accessibilità delle attività, atti, e
procedure pubbliche nei confronti di tutti i cittadini.

PRINCIPIO DEMOCRATICO COME


PRINCIPIO COMPOSITO E COMPLESSO

che mira, tramite la garanzia della DEMOCRAZIA


FORMALE, intesa quale rispetto delle istituzioni
democratiche e delle regole formali della democrazia

alla realizzazione della

DEMOCRAZIA SOSTANZIALE, ovvero di quella


forma di organizzazione sociale e politica che ambisce a
concretizzare il governo del popolo ed assicurare a tutti i
cittadini in condizione di parità la effettiva tutela dei
diritti e delle libertà fondamentali, in particolare:

 la tutela dei diritti e libertà fondamentali, in


particolare della libertà personale e di manifestazione
del pensiero

 l’uguaglianza e la non discriminazione e/o esclusione


dal godimento ti tali diritti e libertà

 il pluralismo sociale e politico

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 la partecipazione diffusa e paritaria alla vita politica e
sociale secondo il principio del suffragio universale e
il criterio maggioritario

 trasparenza nei processi decisionali


 la tutela delle minoranze.

Ciò si traduce nel vincolo di tutela


dei DIRITTI CIVILI, SOCIALI E POLITICI.

L’importanza di garantire :
 l’effettiva fruizione di tutti i diritti e le libertà
fondamentali
 l’effettiva conoscenza dei propri diritti
per poter realizzare un modello statale realmente democratico.

L’esercizio pieno e consapevole dei propri diritti politici


(e quindi l’esercizio della vita democratica) passa
necessariamente dalla piena garanzia dei diritti civili e sociali:

Non ci può essere esercizio libero e consapevole dei diritti


politici:

 Diritto di elettorato attivo – diritto a votare


 Diritto di elettorato passivo – diritto a candidarsi per poter
essere votati
 Diritti di libera espressione della volontà popolare tramite le
forme della democrazia diretta: referendum, petizioni,
iniziativa popolare di legge.

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senza la previa ed effettiva fruizione dei diritti civili e dei
diritti sociali, ed in particolare:

 del diritto all’istruzione ed alla formazione


 del diritto alla completa e corretta informazione
 della garanzia del pluralismo culturale, politico e giuridico

Non può realizzarsi in assenza di una loro effettività un modello


compiuto, reale e maturo di democrazia.

Solo tramite la garanzia propedeutica di tali diritti la

LIBERTÀ DI MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO

su cui si fonda la vita democratica e l’esercizio dei diritti


politici può tradursi in

LIBERTÀ DI MANIFESTAZIONE
DEL PROPRIO PENSIERO

realmente libero e consapevole

 Legame fra il PRINCIPIO DEMOCRATICO e gli


altri principi - in particolare con il PRINCIPIO DI
UGUAGLIANZA, PRINCIPIO PLURALISTA,
PRINCIPIO LAVORISTA

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 Rapporti di interrelazione ed interdipendenza fra tutti
i diritti e le libertà fondamentali


COESSENZAILITA’
DI TUTTI I PRINCIPI FONDAMENTALI
E DI TUTTI I DIRITTI E LIBERTA’
FONDAMENTALI
CRISI DELLA DEMOCRAZIA

L’ATTUAZIONE COORDINATA E COMBINATA


DEI PRINCIPI COSTITUZIONALI

mira a garantire i presupposti giuridico-sociali per la


realizzazione di una

DEMOCRAZIA EGALITARIA, APERTA,


PARTECIPATIVA PLURALISTA,

dove le diverse anime sociali interagiscono in piena


autonomia (libertà di pensiero e di espressione) ed in
condizioni di parità

Ma molti di questi principi restano nei fatti “principi


fondamentali, ma non ancora realizzati” il cui connotato
rimane quasi esclusivamente programmatico ma non
garantito nei fatti
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I PRESUPPOSTI DELLA DEMOCRAZIA:

 formazione civile e sociale (consapevolezza del proprio


status giuridico di cittadino e conoscenza dei diritti
fondamentali, diritti civili, sociali e politici)

 libera formazione del pensiero (formazione politico-


culturale specifica e pluralista)

 libera espressione del pensiero (accesso ai mass-media,


pluralismo dei mass-media, libertà di espressione senza
rischi di ritorsione/ricatto sul lavoro o altri settori della vita)

 libera manifestazione del voto (voto libero ed


incondizionato senza forme di coartazione e controlli diretti
o indiretti)

 GARENZIA DEI DIRITTI SOCIALI: ISTRUZIONE,


LAVORO E SALUTE.  CONDIZIONI DI BISOGNO
costringono spesso i singoli a barattare il voto con la
garanzia degli stessi diritti aliunde offerta, di fatto limitando
o negando il libero esercizio dei DIRITTI POLITICI.
CRUCIALITÀ DEL LAVORO

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 libera partecipazione alla vita politica (possibilità di accesso
alla vita dei partiti e delle altre realtà che partecipano alla
vita politica)

restano ancora per molti, e quindi per il sistema, una conquista


ancora tutta da raggiungere.

DEMOCRAZIA FORMALMENTE DICHIARATA,


MA SOSTANZIALMENTE INCOMPIUTA
PROBLEMI E CRITICITA’ NELLA
REALIZZAZIONE DI UN MODELLO
PIENAMENTE DEMOCRATICO

 Scarsa partecipazione popolare alla vita politica.


Limiti del sistema informativo e scarsa fiducia dei
cittadini nelle regole del sistema democratico vigente.

 Sovraccarico di domanda sulle istituzioni politiche –


sviluppo della democrazia tende a far aumentare la
domanda di diritti e servizi da garantire col rischio di
collasso del sistema.

 Governabilità – problemi della stabilità ed efficienza


nell’azione di governo.

Importanza delle interazioni fra sistemi politici,
sistemi partitici e sistemi elettorali

 Condizionamenti politici ed economici all’attuazione


della democrazia:

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a) interni – continenza dei bilanci e scelte politiche di
priorità nella garanzia di determinati
diritti o servizi

b) esterni – vincoli nascenti dalla partecipazione ad


organismi politici sovranazionali o dal
contesto internazionale (es. stato di
guerra, adesione a trattati ecc.)

 Affermarsi di NUOVI POTERI nella vita politica


nazionale ed internazionale che agiscono quali NUOVI
SOGGETTI DELLA VITA PUBBLICA IN
POSIZIONE DI PREMINENZA RISPETTO AI
CITTADINI E SPESSO ANCHE ALLO STATO:

a) soggetti economici (banche, aziende di grandi


dimensioni, multinazionali, ecc.)
b) soggetti mediatici (gruppi editoriali, televisioni,
ecc.)
c) soggetti sociali (lobbies, gruppi di pressione,
ecc.)

 Sviluppo di un “PLURALISMO ASIMMETRICO”


fra i soggetti che partecipano all’azione politica, che
godono di poteri e capacità di intervento politico
fortemente diversificati e condizionati dalle
diversissime capacità economiche e condizioni di
accesso alla formazione ed all’informazione.


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LIMITI E CONDIZIONAMENTI

a) alla partecipazione di tutti i cittadini all’azione


politica
b) alla effettiva conoscenza delle dinamiche politiche
contemporanee ed interazioni fra poteri
c) alla possibilità di intervenire consapevolmente e
criticamente nei processi decisionali pubblici

CRISI DEI PARTITI COME ORGANI


RAPPRESENTATIVI DELLA POPOLAZIONE
E DELL’INTERESSE PUBBLICO

Trasformazione dei partiti:

 da soggetti di rappresentanza della popolazione per


connotazione ideologica e programmi politici
differenziati

 a soggetti di espressione spesso più di interessi


economico-lobbistici che non delle istanze di
garenzia di diritti civili politici e sociali della
cittadinanza.

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SPOSTAMENTO DEI PARTITI DA UNA
CONNOTAZIONE IDEOLOGICA AD UNA
CONNOTAZIONE LOBBISTICA E
PARTICOLAREGGIATA.

Le c.d. LOBBIES, però, sono espressione, sia a destra che


a sinistra, di POTERI FORTI, quasi mai dei c.d. POTERI
DEBOLI, ovvero delle istanza delle componenti sociali più
deboli ed emarginate, che infatti trovano espressione
sempre di più in

GRUPPI SPONTANEI O ORGANIZZATI


PARA-POLITICI E NELLE ASSOCIAZIONI

che nascono per rispondere ad un disagio diffuso di ampie


fasce della popolazione e si propongono di agire nella vita
politica tramite la manifestazione del dissenso, ma non
hanno una organizzazione né una identità esclusivamente
politica.

 SCOLLAMENTO FRA VOLONTÀ POPOLARE


A VOLONTÀ POLITICA

 SVUOTAMENTO DEL PRINCIPIO DI


RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA

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che rischiano di tradursi, se esasperati, in una

USURPAZIONE DI SOVRANITÀ
DA PARTE DEI PARTITI

Anche i CITTADINI, però, perso il loro SENSO DI


IDENTITÀ COME SOGGETTI AGENTI NELLA
DEMOCRAZIA per identificarsi sempre di più in
categorie sociali: studenti, imprenditori, disoccupati,
casalinghe, operai ecc., secondo un criterio identificativo
centrato sull’identità lavorativa (o “non lavorativa”)
piuttosto che sull’identità civile e sociale.

Ma prima di essere studenti, imprenditori, disoccupati,


casalinghe, operai ecc. essi sono

 CITTADINI DI UNO STATO DEMOCRATICO

 SOGGETTI POLITICI DELLO STATO

 CENTRO DI IMPUTAZIONE DI DIRITTI E DI


DOVERI

Prospettiva importante, da non dimenticare, perché pone i


cittadini di uno stato democratico in una preminente
condizione di forza e dignità giuridica rispetto allo Stato
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ed agli altri soggetti agenti in una democrazia,
valorizzando quel nucleo di prerogative inderogabili
che, a qualsiasi categoria lavorativa si appartenga, non
può essere ingiustificatamente compresso e sacrificato.

SPUNTI DI RIFLESSIONE SULLE POSSIBILI


“CURE” PER LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA:

A) EMERSIONE NELLA VITA SOCIALE E POLITICA


DI SOGGETTI RAPPRESENTATIVI DIVERSI:
ASSOCIAZIONI, ONG, GRUPPI DI PRESSIONE
SOCIALE ecc. che possano assumere una incisività
sempre maggiore nella vita politica (che al momento però
non hanno, poiché a tuttora resta nelle mani dei partiti la
possibilità di agire direttamente nella vita politica facendo
eleggere i propri rappresentanti nelle assemblee elettive).

B) ESPANSIONE E VALORIZZAZIONE DEGLI


ISTITUTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA, verso forme
di democrazia maggiormente partecipative.

Potrebbe senz’altro essere uno stumento di


riappropriazione dell’esercizio della sovranità, ma si
scontra con il rischio di strumentalizzazioni di una
popolazione ancora in gran parte disinteressata ai temi
della politica o, peggio, strumentalizzabile da un sistema
informativo non ancora realmente pluralista, da una
informazione distorta e parziale sui temi di rilevanza
civile, sociale e politica.
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Rischi di strumentalizzazione sono ancora più forti in un
contesto di disagio sociale, in cui il bisogno in cui versano
ampie fasce della popolazione rende i soggetti deboli
ancora più deboli nella loro capacità di autodeterminarsi
consapevolmente e serenamente.

C) RIVOLUZIONE CULTURALE PER LA


RIAPPROPRIAZIONE DEI VALORI
COSTITUZIONALI DELL’ ORDINAMENTO
REPUBBLICANO E RIAFFERMAZIONE DEI
PRINCIPI SU CUI SI FONDA L’ASSETTO
COSTITUZIONALE.

RIFONDAZIONE DELLO
STATO SOCIALE

NON CI PUÒ ESSERE DEMOCRAZIA


SENZA GIUSTIZIA SOCIALE

ovvero senza la

GARANZIA DEI DIRITTI SOCIALI.

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GIUSTIZIA SOCIALE = obiettivo preminente
rispetto allo sviluppo economico

PRINCIPIO PERSONALISTA  è l’economia che


deve svilupparsi conformemente alle esigenze sociali e nel
rispetto della Persona, non può essere il contrario

Nella storia Costituzionale italiana:

COSTITUZIONE > COSTITUZIONE


ECONOMICA SOCIALE

Necessario riaffermare:

 CENTRALITÀ DELLE POLITICHE SOCIALI

 RIEQUILIBRIO FRA INTERESSI SOCIALI ED


INTERESSI ECONOMICI

ORGANIZZAZIONI SOCIALI SONO SISTEMI


INTEGRATI ED INTERCOMUNICANTI

In un contesto sociale le scelte egoistiche in ambito economico,


istituzionale, territoriale, si rivelano nel lungo periodo sempre
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miopi, perché impoveriscono il sistema, e così facendo si
riverberano inevitabilmente sugli ambiti i sui gruppi sociali che in
un primo momento potevano sembrare favoriti dalle scelte
esclusivamente di parte.

Gli obiettivi delle POLITICHE ECONOMICHE E DI


SVILUPPO devono essere contemperati con gli obiettivi delle
POLITICHE SOCIALI, altrimenti diventano sterili ed
ingiustificate, poiché le scelte politiche, nel RISPETTO NELLA
RATIO PER CUI ESISTE LO STATO DEMOCRATICO,
devono tendere al benessere di tutti, non di pochi.
INDIRIZZO POLITICO DI QUALUNQUE
GOVERNO DOVREBBE PER VINCOLO
COSTITUZIONALE GARANTIRE

 EQUO RISPETTO DI TUTTI I SOGGETTI


SOCIALI

 EQUA PARTECIPAZIONE DI TUTTI I


SOGGETTI SOCIALI

 CONDIVISIONE DEI VANTAGGI DEL


PROGRESSO CULTURALE E MATERIALE
DELLA SOCIETÀ

ovvero

REALIZZAZIONE DELLA GIUSTIZIA


E DEL RIEQUILIBRIO SOCIALE

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Ma per ottenere questo obiettivo non ci si può affidare
unicamente all’attività legislativa ed all’azione dei pubblici poteri:

LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLA VITA


POLITICA E LA PRESSIONE SOCIALE, dei singoli e dei
gruppi sociali, resta l’unica forza capace di realizzare, tramite
un’azione pacifica, ma ferma e consapevole, la richiesta di
effettiva garanzia dei principi e degli obiettivi democratici che
Costituzione repubblicana si era prefissata.

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