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DIRITTO DELLA COMUNICAZIONE E DELL INFORMAZIONE

S D A
Capitolo 1 D
Il diritto non consiste nell applicazione materiale e asettica di dogmi dettati da un legislatore, bensì è
l applicazione razionale e ragionata di principi di libertà e di norme di civile convivenza tra i cittadini e tra i
popoli. È una scienza umanistica e in quanto tale è in continua evoluzione di pari passo con l evoluzione
della società e dell uomo; è una scienza sociale figlia del proprio tempo in una visione storico-economico e
sociale. L ossatura fondamentale dei diritti umani: sono i cosiddetti diritti naturali. I diritti naturali
preesistono come genesi necessaria per ogni società libera e democratica. Il non riconoscimento dei diritti
fondamentali implica il venire meno della libertà, dell uguaglianza e della democrazia.

I diritti naturali

Il concetto di diritto naturale in una società moderna è attuale se non addirittura futuristico rispetto al
nostro momento storico impregnato di nuove tecnologie. L evoluzione dell uomo deve trovare il suo slancio
nel riconoscimento dei diritti naturali e inviolabili. Una delle distinzioni più antiche è quella tra diritto
naturali e diritto positivo (o ius positum).

- Per diritto naturale si intende quell insieme di principi che regolano i rapporti umani e non trovano
fondamento in una norma scritta e che fondano le proprie radici nella concezione diffusa nella
società ed in ogni individuo che i precetti che promanano sono obbligatori. Il diritto naturale è
quindi formato da un nucleo di diritti soggettivi e della collettività unanimemente riconosciuti in
ragione della loro universale ragionevolezza, equità e giustezza in base a un criterio di valutazione
fondato sul principio di solidarietà tra gli uomini. Si tratta del nucleo di diritti che universalmente
regolano i rapporti umani: tra essi rientrano i diritti fondamentali dell uomo quali il diritto alla vita,
alla libertà, alla salute, diritto dell immagine, diritto della riservatezza e il diritto alla libertà di
espressione e del pensiero. I diritti naturali sono immuni dal diritto posto dal legislatore, essi infatti
esistono a priori anche senza una espressa previsione legislativa, nessuna norma può negare la loro
esistenza perché se così fosse non sarebbe una norma di diritto bensì un precetto dittatoriale e
quindi fuori dal concetto di diritto e di giustizia.
- Il diritto positivo è formato dall insieme di norme create dagli organi statali, come tali, sono
espressione della maggioranza della popolazione.

I di i i f da e ali dell

I diritti fondamentali dell uomo rappresentano i valori e i principi che sono l essenza dell essere umano uti
singulo e nelle sue diverse espressioni; sono valori che assumono una valenza giuridica essenziale sì da
costituire lo scheletro fondamentale di tutti gli ordinamenti giuridici, i principi supremi di ogni Stato di
diritto. I diritti fondamentali dell uomo devono essere riconosciuti ad ogni individuo in quanto tale quale
patrimonio irrinunciabile della persona umana. I diritti fondamentali sono ispirazione per ogni ordinamento
anche sovranazionale. Vi possono essere soggetti talmente poveri da non avere alcun diritto reale sulle
cose o diritti di obbligazione e credito verso altri soggetti, ma mai potranno essere privati dei diritti
personalissimi che sono essenziali dell Uomo. I diritti personali appartengono anche alle persone giuridiche,
si tratta di diritti che si acquisiscono con la nascita e si estinguono con la morte, che sono qualificati come
fondamentali, essenziali, imprescindibili, irrinunciabili e sacri.
Ad oggi possiamo e dobbiamo però sostenere che i diritti della personalità rappresentano le colonne
portanti dell affermazione della libertà dell uomo e che a ogni loro negazione corrisponde una negazione
dell essere Umano.
Una prima distinzione è quella che si basa sul contenuto materiale che ci permette di individuare:

a. Diritti individuali: che afferiscono alla persona in quanto essere vivente fulcro unico dei diritti
b. Diritti collettivi che afferi cono all e ere mano in quanto facente parte di una collettività. Le
caratteristiche comuni dei diritti della personalità possono essere:
- Sono assoluti cioè opponibili erga omnes
- Il carattere di inviolabilità ed essenzialità non si può perdere
- Non si possono cedere e sono intrasmissibili agli eredi
- Sono parzialmente disponibili a seconda del loro contenuto; tra le facoltà esclusive di riprodurre,
esporre e pubblicare la propria immagine, il titolare del diritto ha altresì la facoltà di metterla in
commercio direttamente o tramite terzi.
- Si acquistano con la nascita del soggetto e si estinguono con la morte
- Sono imprescrittibili, cioè non si estinguono per il non uso protratto nel tempo

I diritti della personalità non hanno carattere patrimoniale, eccezione il diritto al risarcimento dei danni in
caso di loro violazione. I diritti alla personalità vengono classificati come diritti civili o come diritti pubblici.

Capitolo 2 Le f i del di i dell i f a i e


Nel nostro ordinamento giuridico tra le fonti di produzione del diritto dobbiamo distinguere quelle di diritto
nazionale che sono basate sulla sovranità dello Stato italiano e quelle di diritto sovranazionale che derivano
da poteri normativi di organismi internazionali e quindi si collocano al di fuori e al di sopra del legislatore
italiano. Dagli inizi del Novecento si è sviluppata una nutrita produzione normativa internazionale e
comunitaria la quale può avere efficacia vincolante per gli Stati aderenti e quindi costruire fonti primaria di
produzione del diritto diret amen e nell ambi o di ordinamen i gi ridici in erni dei ingoli S a i Per q an o
riguarda la gerarchia delle fonti del diritto nazionale l ar delle di po i ioni lla legge in generale en clea
le fonti del diritto interno italiano: le leggi, i regolamenti e gli usi.

La gerarchia delle fonti deve essere contemplata alla luce dei seguenti principi: occorre tenere presente i
principi fondamen ali i q ali i ba ano i diri i in iolabili indi id a i dall ar della Co i ione Lo a
di fon i del diri o a rib i o alle norme com ni arie cioè emana e dagli organi dell Unione E ropea e
internazionali è stato recepito nel nostro ordinamento giuridico a livello costituzionale con art.117.
Tra le fonti principali di diritto internazionale occorre ricordare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,
indicata con acronimo UDHR, adottata a Parigi il 10 dicembre 1948 tra i popoli e le Nazioni Unite. A livello
comunitario la prima fonte in ordine cronologico è la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell omo e delle liber à fondamen ali appro a a a Roma il no embre dia Pae i membri del
Consiglio d E ropa S cce i amen e con l e ol ione della UE e il o ampliamen o a pae i dell nione
è sorta la consapevolezza di rivedere la struttura ed il funzionamento della UE; a questo scopo il 13
dicembre 2007 è stato sottoscritto il Trattato di Lisbona che ha modifica o il ra a o ll Unione E ropea
In par icolare il Tra a o di Li bona ha pre i o la Car a dei Diri i Fondamen ali dell Unione E ropea che
a rge d nq e a fon e com ni aria primaria in ma eria di diri i dell omo e q indi anche ai fini della
nostra trattazione.

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani


Brevi cenni storici e sistematici

La UDHR è la prima dichiarazione congiunta tra Stati appartenenti a politiche e aree geografiche disparate,
che anci ce i diri i fondamen ali dell omo E a è na a in eno all Organi a ione delle Na ioni Uni e è
ingolare che l ONU fondi le e radici dell impegna bellica ra gli S a i in g erra con ro l in a ione na i a
La genesi trova spinta dagli scopi delle Nazioni Unite che sono sostanzialmente di mantenimento della pace
e la sicurezza internazionale, che possono essere conseguiti anche attraverso la cooperazione
internazionale nella soluzione dei problemi di carattere economico-sociale, culturale o umanitario e con la
promo ione e l incoraggiamento del rispetto dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali

Efficacia della UDHR ell di amento giuridico interno

Partendo dalla considera ione che l UDHR è una dichiara ione di principi resa in seno all Assemblea
Generale dell ONU e che non assume i caratteri dei trattati interna ionali è conseguen iale concludere che
le normative ivi contenute non hanno carattere giuridicamente vincolante. In ogni caso non vi è dubbio che
l UDHR per la sua natura e genesi costituisca una fonte pri ilegiata di principi interpretati i da tenere
presente nella materia che ci occupa e che impone all interprete la lettura delle altre fonti in maniera
conforme a tali principi.

Norme sostanziali di riferimento

Il primo considerando del preambolo della UDHR afferma che il fondamento delle libertà, della giustizia e
della pace del mondo passa attraverso il riconoscimento dei diritti degli uomini i quali devono essere
protetti da norme giuridiche per e itare rea ioni iolente con la conseguen a che gli Stati membri dell ONU
sono impiegati a perseguire il rispetto e l osser an a uni ersale dei diritti dell uomo e delle libertà
fondamentali.

La sottolinea il diritto di ogni individuo alla libertà di opinione e di espressione, ivi incluso il
diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello ricevere e diffondere informazioni e
idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Il successivo art.29 ribadisce che i diritti e libertà dell Uomo possono essere sottoposti alle
limitazioni stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà
degli altri e per soddisfare le giuste esigen e della morale dell ordine pubblico e del benessere
generale in una società democratica.

In quanto esposto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, possiamo affermare che il diritto alla
libertà di espressione del pensiero è previsto sotto la triplice accezione:

I. Il diritto a creare la propria opinione


II. Il diritto di comunicare il proprio pensiero
III. Il diritto di ricevere informazioni da parte di terzi
Arti.12 UDHR dispone che nessun individuo può essere sottoposto a inferenze arbitrarie nella sua
vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza né la lesione del suo onore e
della sua reputazione e ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali inferenze o lesioni.
Ecco quindi che un primo limite della libertà di espressione del pensiero e del diritto
dell informa ione è dato dai diritti fondamentali che appartengono ai singoli indi idui riser ate a
e privacy, identità personale, immagine, onore e decoro, domicilio.

Le f i dell U i eE ea
Q ad ai d i ie e

Tra le fonti comunitarie di interesse per lo studioso della materia dobbiamo annoverare il Trattato
sull Unione Europea che istituisce appunto l Unione tra stati e che detta i principi basilari dell UE.

Il a a ll U i eE ea

Il trattato UE è stato recentemente modificato dal trattato di Lisbona e si sono ribaditi i valori fondamentali
su cui si basa l Unione Europea ricordando il rispetto dei diritti umani fondamentali in particolare l a
ribadisce che l Unione riconosce i diritti le libertà e i principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali
dell U i e E ea, attribuendo il medesimo valore giuridico dei Trattati.
Il diritto alla libertà di espressione e dell informazione sono diritti fondamentali dell uomo espressamente
riconosciuti dall Unione Europea UE riconosce i diritti fondamentali dell uomo affermando la loro
preesistenza rispetto l ordinamento giuridico e normativo dell Unione in quanto diritti naturali che non
necessitano di espressa previsione normativa.

La Con en ione e opea pe la al ag a dia dei di i i dell omo e delle libe à fondamen ali

Questa Convenzione denominata con l acronimo CEDU è stata sottoscritta a Roma il 4 novembre del 1950,
appena dopo la seconda guerra mondiale, ed è entrata in vigore nel 1953; in Italia è stata rettificata con la
L. 4 agosto 1955, n.848 Essa è stata emanata dal Consiglio d Europa quale entità internazionale di
cooperazione politica con funzioni di garante per evitare che si ripetessero le atrocità e le violazioni dei
diritti umani perpetrate nel corso degli ultimi due conflitti mondiali Il Consiglio d Europa ha tra i suoi scopi
primari quello di conseguire un unione più stretta tra i suoi Stati membri proprio per tutelare e realizzare gli
ideali e i principi che sono patrimonio comune e favorire il progresso economico e sociale mediante la
tutela e lo sviluppo dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali Gli strumenti con i quali il Consiglio
d Europa opera per raggiungere i propri scopi sono

- Raccomandazioni
- Accordi
- Convenzioni sono giuridicamente vincolanti all interno dello Stato

Il corpus normativo della CEDU costituisce un insieme di regole e principi che individuano il livello minimo di
tutela dei diritti umani cui devono adeguarsi tutti gli Stati contraenti; conseguentemente gli Stati contraenti
potranno forgiare un sistema di tutela dei diritti fondamentali dell uomo con modalità differenti da quelle
degli altri ordinamenti giuridici degli altri Stati contraenti purché nel rispetto di quanto previsto come
standard minimo della CEDU. Contrasto tra norme interne e CEDU:

In questa ipotesi si tratta di valutare si tratta di valutare la prevalenza della normativa CEDU o della
norma nazionale e individuare l organo competente a operare tale valutazione Una volta che la
Convenzione è stata ratificata con una legge che la rende esclusiva nell ordinamento giuridico
italiano, le sue norme sono introdotte con immediata efficacia e diretta applicazione. I giudizi
nazionali costituiscono i primi gradi di giudizio in caso di violazione dei diritti dell uomo sono il
primo filtro di fronte al quale viene sottoposta l eventuale discrepanza tra la norma interna e i
principi della CEDU. Il giudice nazionale deve disapplicare la norma interna che sia in contrasto con
la CEDU ed applicare direttamente, senza vaglio di altri organismi giurisdizionali, la normativa
comunitaria in applicazione dell art della Costituzione

Norme di riferimento art.10 della CEDU, secondo il quale ogni persona ha il diritto alla libertà di
espressione, che include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o comunicare informazioni o idee
senza ingerenza da parte dell autorità politica e senza limiti di frontiera il secondo comma dell articolo
ribadisce che l esercizio di tale libertà comporta doveri e responsabilità e può soffrire restrizioni a fronte di
diritti che comprimono elasticamente la libertà di espressione. Il diritto alla libertà di manifestazione del
pensiero si estrinseca così nella sua triplice accezione:

1. Libertà di opinione quale soggetto attivo-creatore di informazione


2. Libertà di ricevere informazioni quale soggetto passivo- ice e e l i f ma i e
3. Libertà di comunicare informazione quale soggetto attivo- eic la e l i f ma i e

Poiché la libertà di manifestazione del pensiero comporta doveri e responsabilità, essa può essere
sottoposta a formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono
misure necessarie alla sicurezza nazionale all integrità territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa
dell ordine e alla prevenzione dei reati alla protezione della salute o della morale per impedire la
divulgazione di informazioni riservate o per garantire l autorità e l imparzialità del potere giudiziario.
Il corpus normativo della CEDU costituisce un insieme di regole e di principi che individuano il livello
minimo di tutela che se non rispettato legittima l azione innanzi alla Corte europea
La norma citata conferisce ai giudizi nazionali la funzione di applicazione diretta delle norme della CEDU in
caso di violazione dei diritti umani la Corte europea dei diritti dell uomo costituisce l ultimo grado di
giudizio dell iter giurisdizionale delle violazioni dei diritti fondamentali dell uomo chiamata a giudicare in
ultima istanza. Il sistema così creato dalla CEDU è di particolare efficacia perché vi è anche quello di
condanna dello Stato al risarcimento dei danni a favore del soggetto ricorrente nell ipotesi in cui la Corte
abbia accettato la violazione dei diritti; la Corte europea decide con sentenza avente efficacia vincolante
per gli Stati contraenti, il potere di sorveglianza nell esecuzione della sentenza è attribuito al comitato dei
Ministri. Soggetti legittimati ad agire innanzi alla Corte dei diritti dell uomo sono gli Stati, i singoli individui o
gruppi di persone o enti giuridici privati che ritengono che i propri diritti e libertà fondamentali riconosciuti
dalla CEDU siano stati violati. Il ricorso innanzi alla Cote deve essere preposto entro il termine perentorio di
sei mesi a partire dalla data della decisione dell autorità giudiziaria nazionale

La Ca a dei Di i i Fondamen ali dell Unione E opea

La Carta venne introdotta nell ambito del Trattato UE con Trattato di Lisbona del Essa riprende le sue
radici dalla CEDU, ma rappresenta una dichiarazione di intenti della UE in merito ai diritti fondamentali
dell uomo che rafforza l importanza dei medesimi a tutti i livelli: legislativo, culturale e sociale. Proprio
l evoluzione della società e gli sviluppi scientifici e tecnologici degli ultimi decenni, che hanno comportato
radicali mutamenti nella società e nel progresso, hanno imposto alla UE di rafforzare la tutela dei diritti
fondamentali conferendo loro maggiore visibilità in una Carta che sia parte integrante del Trattato dell UE
La Carta è suddivisa in sei titoli secondo le tipologie astratte in categorie dei diritti fondamentali:

- Dignità
- Libertà
- Uguaglianza
- Solidarietà
- Cittadinanza
- Giustizia
La è intitolato Libe à d e p e ione e d info ma ione ed afferma che ogni persona ha
diritto alla libertà di espressione che si estrinseca nella libertà di opinione e nella libertà di ricevere
o di comunicare informazioni e idee. Il diritto della libertà di espressione e informazione è ribadito
nella sua triplice accezione come:
1. Libertà di opinione quale fonte creatrice
2. Libertà di ricevere informazioni quale polo ricevente
3. Libertà di comunicare informazioni quale polo trasmittente
Il diritto alla libertà d espressione e d informazione è assoluto e non vi può essere ingerenza da
parte delle autorità pubbliche e può essere esercitato senza limiti di frontiera. Attenzione
particolare è data alla libertà di espressione e d informazione del pensiero artistico e scientifico che
meritano una disposizione normativa autonoma in forza della quale le arti e la ricerca scientifica
sono libere (art.13).
La relativo al Livello di protezione afferma che nessuna disposizione della Carta deve essere
interpretata come limitativa o lesiva dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali con la
conseguenza che tali diritti devono convivere tra di loro in un corretto bilanciamento nelle
fattispecie in cui concorrono; il di i o all info ma ione do à d nq e conco e e ed e e e
bilanciato con i diritti dei singoli soggetti.
La costituzione italiana
Nel nostro ordinamento giuridico interno la fonte principale e sovrana di tutte le forme normative è la
Costituzione. In particolare la prima parte della Costituzione, dall articolo all , è dedicata ai principi
fondamentali che individuano l identità dello Stato repubblicano e democratico.

Art.1 della Costituzione: L I alia è na e bblica dem c a ica e la anità appartiene al popolo,
che la e e ci a nelle f me e nei limi i della C i i ne Il presupposto è che la stessa si sviluppi
tramite tutti gli strumenti democratici predisposti dall ordinamento costituzionale e pilastro
fondamentale è la libertà di espressione e di pensiero. Non può esserci sovranità popolare né
Repubblica democratica se non vi è libertà di pensiero.
Art.2: dispone che la Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell uomo, sia come singolo sia nelle
formazioni sociali; l articolo in esame ribadisce il principio personalista che è stato introdotto alla
luce della centralità della persona umana e dei suoi diritti fondamentali e inviolabili, affinché uno
Stato possa essere considerato uno Stato di diritto e democratico.
Art.3: afferma il principio di eguaglianza sostanziale, sancendo che la Repubblica Italiana ha
l impegno di rimuovere gli ostacoli che impediscono il libero esercizio dei diritti della personalità
umana; ne consegue che il nostro ordinamento giuridico deve essere teso ad eliminare qualunque
tipo di ostacolo che possa limitare o escludere la libertà di manifestazione del pensiero dell uomo.
Art.15: afferma che la libertà e la segretezza di ogni forma di comunicazione sono inviolabili; la
norma si colloca in un esegesi storica che tutela essenzialmente la corrispondenza privata quale
conseguenza delle violazioni perpetrate di periodo fascista precedente alla Costituzione italiana,
ma afferma un principio di carattere generale che tutela la segretezza e la libertà di qualunque
forma di comunicazione. Questo articolo tuteli la libertà della comunicazione quale media-mezzo
o modalità attraverso il quale estrinseca il pensiero dell uomo e cioè il contenente, cioè la tutela del
mezzo attraverso il quale la manifestazione del pensiero e la comunicazione si esprimono.
Art.21: si erge a baluardo della difesa del diritto della libertà di manifestazione del pensiero
affermando il principio che tutti hanno il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Questo articolo prosegue poi con un articolo
disposto a tutela della stampa in quanto tale, si afferma che la stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censura e che non può essere sottoposta a sequestro se non per atto motivato
dall autorità giudiziaria e nelle ipotesi di delitti.
Capitolo 3 Natura, estrinsecazione del diritto e limitazioni
La a a del di i all i f a i e
Il corre o bilanciamen o ra il diri o all informa ione e i diri i concorren i bilanciamen o che de e e ere
condo o dall in erpre e ca e b ca e alla luce delle singole fattispecie concrete che si presentano alla sua
attenzione col risultato che potrà variare anche in maniera diametralmente opposta a favore del diritto
all informa ione opp re al fa ore dei diri i concorren i Dalla natura dell’articolo 21 traiamo una
considerazione: il diritto di esprimere liberalmente e con ogni mezzo il proprio pensiero è riconosciuto a
tutti siano essi cittadini italiani che stranieri senza distinzione di lingua, razza, religione, sesso, opinioni
politiche e condizioni personali e sociali.

Contenuto del diritto: i modi di concretizzazione della libera manifestazione del pensiero
Il diritto d’informazione deve essere inteso nella sua triplice accezione:

- Diritto d’opinione
- Diritto a informarsi
- Diritto di essere informati

Gli ultimi due aspetti coincidono da punto di vista soggettivo ma l’azione è nel primo caso è attiva mentre
nel secondo caso è passiva. La Corte Costituzionale ha sottolineato che esulano dalla libertà di
manifestazione del pensiero i messaggi pubblicitari per la loro finalità commerciale perseguita, non hanno
un nesso con l’espressione della personalità umana ma hanno lo scopo di influire sulla personalità umana
stessa e sulla volontà del consumo di prodotti o di servizi; la comunicazione pubblicitaria può rientrare in
ambito costituzionale nel diverso precetto di cui s ll ar ma con differenze.

- Dal punto di vista fenomenologico la manifestazione del pensiero può concretizzarsi attraverso
forme di comunicazione verbale, scritta o visiva attraverso immagini statiche o in movimento o
anche la combinazione di tutte le predette forme comunicative.
- Dal punto di vista del “mezzo la manifestazione del pensiero può essere veicolata attraverso
qualunque strumento permetta l’estrinsecazione, la veicolazione e la percezione da parte di terzi
del contenuto del pensiero che si vuole esternalizzare: ciò che a norma dell’art.15 abbiamo visto
individuato come il contenente.

Le nuove tecnologie hanno permesso e permettono di individuare i nuovi media tramite i quali ciascuno di
noi può manifestare il proprio pensiero; importante il ruolo dei mass media, in particolare dei giornali, nello
sviluppo della libertà di espressione del pensiero. I mass media sono lo strumento per l’esercizio di attività
di impresa commerciale con lo scopo di lucro, ma ciò non toglie che siano per la collettività strumenti
essenziali di informazione, cronaca, critica riguardanti fatti o avvenimenti di interesse sociale.
Bisogna riconoscere ai mass media il loro ruolo folcloristicamente definito della Corte Europea di Diritti
dell’Uomo di public watchdog cioè pubblici cani da guardia: la definizione sintetizza la funzione di mezzo di
controllo di ciò che rileva per gli interessi pubblici e in particolar modo nei confronti degli enti e delle
persone che gestiscono la res publica. Il diritto di libertà di manifestazione di pensiero si concretizza in:

1. Diritto di cronaca: consiste nel diritto alla narrazione di fatti o avvenimenti in maniera oggettiva e
senza interpretazione alcuna da parte del narratore.
2. Diritto di critica: quando il modo di esprimere un fatto o un avvenimento viene arricchito da un
giudizio soggettivo da parte del narratore.
3. Diritto di satira: consiste nell’esprimere un fatto o un elemento di cronaca ponendo allo sberleffo
quanto narrato al fine di raggiungere un risultato comico. La satira, soprattutto quella politica, è
una delle più alte manifestazioni di democraticità di una società e non può essere soppressa.
4. Diritto di espressione della creatività artistica: trova ulteriore previsione a livello costituzionale
nell articolo per il quale l arte è libera e libero ne è l insegnamento
5. Diritto di parodia: la parodia o opera parodistica è un opera dell ingegno che rilegge in chiave
grottesca o ironica un opera preesistente conservandone la forma esteriore e stravolgendone il
senso intrinseco. La parodia si concretizza in una tecnica diretta a raggiungere un effetto comico
burlesco o satirico riprendendo e stravolgendo i contenuti concettuali di un opera dell ingegno
attraverso l utilizzazione dei suoi stessi elementi estrinseci

Il limite del buoncostume


L ar impone come limite all esercizio della libertà di manifestazione di pensiero il rispetto del buon
costume. Il limite è imposto ma per tutte le forme di manifestazione del pensiero con qualunque mezzo
trasmesse e comunicate. Il problema sta nel trovare una definizione universale di buon costume; il concetto
di buon costume è un concetto variabile che muta a seconda delle società cui si fa riferimento in base alla
cultura e in funzione delle variabili spazio-temporali. La staticità di una norma definitoria sarebbe di
ostacolo all evoluzione dei costumi o al mutare dei medesimi nello spazio Infatti, ciò che non è contrario al
buon costume in Italia, può esserlo in una società contemporanea alla nostra e culturalmente diversa;
oppure può non esserlo più ora a seguito dei mutamenti dei costumi unanimemente accettati e condivisi
dalla società. Da non confondere con la legge morale del singolo la quale non può orientare gli indirizzi di
un ordinamento giuridico e quelli culturali di una società. La percezione dei limiti del buoncostume deve
essere quindi valutata sulla base del comune modo di sentire generale di una determinata società, in un
determinato contesto storico e culturale, intellettuale e sociale, nell ottica dell evoluzione dei costumi
Ultimo concetto è rilevante in questi momenti storici di mutazioni culturale rispetto ai costumi: l interprete
dovrà farsi portatore di un ideologia conservativa, ma di una democrazia elastica che guarda al progresso.
In conclusione il buon costume è formato da un insieme di precetti pre-giuridici e non formalizzati che
impongono un comportamento nella vita sociale di relazione in osservanza dei principi di etica, di moralità
e di pudore sessuale; ciò sia in ambito privato che pubblico in un determinato contesto storico.

I limiti generici e impliciti alla libertà di espressione e di pensiero


Il buon costume non rimane l unico limite alla libertà di manifestazione del pensiero anche se si tratta di
un espressa previsione dell art La definizione stessa di diritto e di libertà ci fornisce l individuazione dei
limiti entro i quali il diritto può essere esercitato: il diritto e la libertà dell individuo si comprimono quando
si scontrano con i diritti e le libertà di pari rango degli altri consociati. Il concetto di diritto ha il sé il
concetto di limite del suo esercizio, non fosse altro per il rispetto dei medesimi diritti degli altri consociati;
nell ambito di un ordinamento giuridico democratico le diverse sfere giuridiche dei diritti devono limitarsi
reciprocamente affinché possano coesistere nell ordinata convivenza civile La libertà di manifestazione del
pensiero è tra le libertà fondamentali enunciate e tutelate dalle fonti sovranazionali e dalla nostra
Costituzione; una libertà che meglio di altre caratterizza uno Stato libero e democratico che tende allo
sviluppo culturale, politico e sociale. Ne consegue che i limiti di questa libertà possono essere posti soltanto
dalla legge e devono trovare fondamento in precetti e principi costituzionali che si ritrovano nella
Costituzione o che si traggono mediante la rigorosa applicazione delle regole dell interpretazione giuridica
Affermiamo che il diritto alla libertà di manifestazione del pensiero incontra i limiti generici del suo
esercizio nel momento in cui viola gli altri diritti fondamentali e inviolabili dell uomo che siano parametri
garantiti dalla Costituzione sì da giustificare la compressione di una libertà fondamentale.

La Corte Costituzionale ha definito la libertà di espressione nel pensiero come ie a a g la e dell di e


de c a ic ; ne consegue che essa è espressione della democrazia non solo come libertà, ma anche come
mezzo per non violare i diritti fondamentali che reggono una democrazia moderna perché diverrebbe
pietra per scalfire le libertà democratiche e trasformare l ordine in disordine. Il diritto alla libertà di
informazione e di pensiero incontra dunque limiti dettati da altri diritti e interessi fondamentali il cui
esercizio può essere in contrasto col primo, sì da imporre un bilanciamento ai fini della valutazione di
prevalenza e di legittimità. La Corte ha definito tali limiti come implici i dipenden i dalla nece i à di
ela e beni di e i che iano pa ame i ga an i i dalla Co i ione
Nell ottica del ius positum la fonte del bilanciamento tra il diritto all informazione e i diritti della personalità
concorrenti è rinvenibile nell art.8 che sancisce il diritto di rettifica.

Ordine pubblico
Il concetto di ordine pubblico non è esplicitamente presente nella Carta costituzionale, esso è deducibile
dalla lettura complessiva e coordinata di tutte le norme che costituiscono i pilastri del nostro ordinamento
giuridico L ordine pubblico deve essere inteso nel senso di ordine legale su cui poggia la convivenza sociale
ed è un bene collettivo che non è da meno della libertà di manifestazione del pensiero e non può dubitarsi
che non sia inerente al vigente sistema costituzionale L ordine pubblico è preposto alla garanzia per tutti i
consociati del libero ed effettivo godimento dei diritti inviolabili dell uomo Per turbamento dell ordine
pubblico si intende l insorgere di un concreto ed effettivo stato di minaccia mediante azioni e mezzi idonei
a minarne o scuoterne l equilibrio e intaccare le strutture giuridiche preposte alla convivenza sociale.
La libertà di propaganda è una delle modalità di espressione della libertà di manifestazione del pensiero ed
è il termometro che misura il grado di democraticità di uno Stato e del suo ordinamento giuridico; tale
considerazione però deve essere contemperata con la tutela degli altri elementi strutturali di un
ordinamento libero e democratico e quindi non deve intendersi come libertà di miniare altri pilastri
fondamentali su cui si basa la convivenza libera e civile.

Diritto alla riservatezza o alla privacy


Cenni introduttivi

L evoluzione storica dell affermazione del diritto alla riservatezza dei dati personali è di recente emersione
e trova attualmente ampia applicazione. Il diritto alla riservatezza o il diritto alla privacy trova le sue radici
dall evoluzione interpretativa attraverso l applicazione estensiva dell art della Costituzione Inoltre il
fondamento del diritto alla privacy si riveniva attraverso l interpretazione analogica dei diritti della
personalità espressamente normate e tra essi l art che tutela il diritto all immagine Il diritto alla
riservatezza assurge a diritto fondamentale dell uomo di rango costituzionale ed è catalogato come diritto
della personalità; in quanto tale esso è assoluto e cioè opponibile erga omnes; indispensabile e
intrasmissibile perché si acquista con la nascita ed è imprescrittibile, cioè non si estingue per il non uso
protratto nel tempo. Esso inoltre è un diritto essenziale e inviolabile.

L esigenza di tutelare gli aspetti più intimi e riservati della vita umana, dapprima sentita in maniera più
evidente dei Paesi di diritto anglosassone e in particolare negli Stati Uniti, è diventata più pressante alla
luce degli sviluppi delle nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione che si fanno più invadenti.
Il diritto alla privacy si è ormai affermato negli ultimi due decenni con due interventi legislativi articolati e
ha assunto una dimensione rilevante nel nostro ordinamento giuridico come risultato positivo
dell evoluzione interpretativa del diritto alla riservatezza La normativa italiana definisce il diritto alla
privacy come il diritto alla protezione dei dati personali, si tratta di una normativa complessa.

Definizione e contenuto del diritto

Il diritto alla riservatezza o alla privacy viene definito come la tutela del modo di essere della persona che si
concretizza nell impedire a terzi di venire a conoscenza degli elementi intimi e personali che si riferiscono
alla sua persona nella complessità ed unitarietà delle componenti. Non è da confondere con il diritto alla
reputazione perché vi è la tutela dei dati personali di un soggetto anche se l utilizzo illecito non lede la
reputazione del medesimo. Il diritto alla riservatezza si distingue rispetto al diritto e all integrità morale in
quanto il divieto della diffusione dei fatti della vita privata prescinde dalla loro attitudine infamante; attiene
a un valore essenziale della persona e rientra nei diritti inviolabili dell uomo proclamati dall art.2 senza che
vi sia condotta lesiva di altri diritti. Quando si parla di tutela della vita privata o della riservatezza si fa
riferimento a un diritto complesso che comprendo aspetti differenti:

1. Dimensione individualistica: da un lato la difesa di una zona di intimità in cui essere lasciati da soli
e in pace con il potere di regolare l accesso a tale sfera da parte di terzi ciascun soggetto ha il
diritto di mantenere riservati i fatti della vita privata.
2. Dimensione sociale: dall altro il potere di controllo sulle informazioni che riguardano la propria
persona in tutte le sue espressioni che si esplica nel diritto di controllare che il trattamento dei
propri dati venga effettuato correttamente con il potere di chiedere la rettifica.

Ai fini dell applicazione della legge sulla privacy per dato personale si deve intendere qualunque
informazione relativa a persone fisiche, giuridiche, ente o associazione, identificati o identificabili.
Dalla norma della legge si evince che dato personale viene definito in maniera ampia e non tassativa che
include tutte le informazioni direttamente o indirettamente riconducibili a una persona fisica o giuridica.

Nell ambito dei dati personali distinguiamo i cosiddetti dati identificativi che sono quelli che permettono
l identificazione diretta dell interessato tra dati identificativi e personali rientrano i tratti fisionomici della
persona fisica e gli elementi costitutivi della corporate identity delle persone giuridiche e degli enti, i tratti
salienti sono tali in quanto identificativi Nell ambito dei dati personali si distinguono i dati sensibili che
sono quei dati personali idonei a rivelare gli aspetti più intimi delle persone quali l origine razziale ed etnica
le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, adesione a partiti o associazioni a
carattere religioso, politico o sindacale, nonché quelli idonei a rilevare lo stato di salute e la vita sessuale.
Il trattamento dei dati personali sensibili e la loro pubblicazione deve ritenersi legittima purché i dati siano
veri, la pubblicazione dei dati sia indispensabile ed essenziale a informare su fatti di interesse pubblico e nei
limiti dell essenzialità della notizia siano rispettate le modalità di esposizione civile.

I i i e de egi di i a eea a e a i e
Il diritto all onore e alla reputazione trova il suo riconoscimento quale diritto fondamentale dell uomo e
della sua personalità, ancora una volta dalla norma aperta dell ar Co L onore costituisce il diritto della
personalità ed è costituito dal complesso degli elementi da cui dipende il valore sociale della persona e più
precisamente le qualità morali, intellettuali, fisiche e altre. Tale diritto si sviluppa attraverso il riflesso
soggettivo che è costituito dall apprezzamento e dal sentimento del proprio valore sociale che un individuo
ha di sé; possiamo definire l e come il valore e il merito morale di un individuo che conferisce prima e
riflette nel tempo la stima, considerazione e rispetto che il medesimo ha di sé stesso.

La reputazione consiste nell accettazione di onore quando questo si attiene agli aspetti dell estrinsecazione
della dignità personale che si manifesta nell aspetto nell espressione o attraverso comportamenti che
caratterizzano il soggetto nella percezione sociale in conformità con i principi e i canoni del comune sentire.
E il contegno il modo di rappresentarsi all esterno

Di i de i agi e
Non vi è dubbio che tra le modalità di manifestazione del pensiero vi possa essere quella che utilizza le
immagini statiche, quali le fotografie, filmati, oppure una comunicazione mista che tenga conto di scritto,
parlato e anche di immagini. Il diritto al ritratto o alla propria immagine trova la sua fonte nelle norme
internazionali; nel nostro ordinamento giuridico la fonte principale è data dall art.2 Cost, che riconosce i
diritti inviolabili dell uomo come norma aperta dall art.10 intitolato Ab all i agi e al i che
dispone il generico divieto dell uso dell immagine di terzi qualora

Immagine sia stata esposta o pubblicata fuori dai casi in cui è consentita dalla legge
Qualora l immagine sia esposta o pubblicata con pregiudizio al decoro e alla reputazione della
persona rappresentata.
Il diritto al ritratto ha natura di diritto fondamentale della personalità con tutte le caratteristiche che gli
sono proprie quali:

- Diritto soggettivo
- Assoluto e quindi opponibile erga omnes
- Imprescrittibile, in quanto non si estingue con il non uso protratto nel tempo
- Inalienabile e intrasmissibile in quanto strettamente personale
- Irrinunziabile
- Avente carattere patrimoniale cioè che dà diritto al risarcimento dei danni in caso di sua violazione
- Parzialmente disponibile poiché il titolare può prestare il proprio consenso affinché i terzi possano
utilizzare la propria immagine.

Il contenuto del diritto al ritratto è individuabile nei tratti fisionomici che rendono identificabile e
riconoscibile il soggetto di riferimento; oltre ai tratti fisionomici, qualunque altro segno distintivo della
persona da questo utilizzato con costanza anche come elemento esterno alla sua fisicità naturale ed
elemento accessorio può assurgere a carattere distintivo e saliente di un soggetto, così da renderlo
identificabile. Si ha quindi il diritto al ritratto quando il soggetto è riconoscibile e identificabile, come segno
distintivo della persona, per il tramite di qualunque elemento che sia considerato come proprio del
soggetto di riferimento. L art L.A afferma che non occorre il consenso della persona ritrattata quando la
riproduzione dell immagine è giustificata:

- Dalla notorietà della persona


- Dall ufficio pubblico ricoperto dalla persona
- Da necessità di giustizia o di polizia
- Da scopi scientifici, didattici o culturali
- Dal fatto che la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico

È fondamentale sottolineare che la legge italiana limita il diritto assoluto all immagine imponendo che la
libera pubblicazione dell immagine del soggetto sia giustificata in funzione della ricorrenza degli elementi
oggettivi delle fattispecie elencate. La legge richiede che il soggetto titolare dello ius excludendi assuma una
determinata posizione o si trovi in una specifica situazione di interesse per la pubblica informazione tale da
giustificare il sacrificio del consenso all utilizzo dell immagine. Sono necessari due elementi costitutivi
affinché l immagine altrui possa essere utilizzata liberamente senza il consenso del titolare; entrambi gli
elementi devono coesistere affinché operi la norma in esame:

Elemento oggettivo il soggetto deve avere le qualifiche specificate dalla legge o rientrare in
quelle situazioni di fatto elencate tassativamente.
Nesso di strumentalità la diffusione del ritratto deve essere collegata all elemento oggettivo e da
questa giustificata in rapporto di strumentalità ai fini della conoscenza da parte del pubblico in
funzione dell interesse sociale oggettivo.

Pertanto l immagine di un soggetto che ricopre un pubblico ufficio può essere riprodotta e pubblicata
soltanto se giustificata in funzione del pubblico ufficio ricoperto dal soggetto. Lo stesso si deve affermare
per la persona nota: l immagine di quest ultima può essere pubblicata soltanto con riferimento ad aspetti
della vita per i quali il soggetto è noto e per la conoscenza dei quali sussiste un oggettivo interesse sociale
alla conoscibilità.

Di i all iden i e nale


Il rapporto che sorge tra il diritto all identità personale e il diritto all immagine con un paragone tra un
paragone tra i due insiemi tra i quali, il più ampio, è dato dall insieme di i all ide i à e ale che
comprende in sé l insieme più piccolo diritto all i agi e. Possiamo definire l identità personale come
l insieme dalle caratteristiche fisiche, morali e ideologiche che contraddistinguono un soggetto come corpo
e anima; si tratta della proiezione sociale della propria personalità individuale. Il diritto all identità
personale mira a garantire la fedele e completa rappresentazione della personalità individuale del soggetto
nella società; il diritto in esame trova la sua diretta fonte normativa senza dover ricorrere a interpretazioni
analogiche come invece operato nella prima fase storica Il diritto all identità personale deve essere tenuto
d acconto nel bilanciamento di legittimità con il diritto della libertà di manifestazione del pensiero come
diritto autonomo rispetto agli altri diritti fondamentali della personalità.

Il di i o all oblio
Introduzione

Il diritto all oblio ha per oggetto l interesse di ciascuno di noi a non rimanere esposto ad una
rappresentazione non più attuale della propria persona derivante dalla reiterata pubblicazione di una
notizia, con pregiudizio della propria reputazione e riservatezza attesa della cessazione dell attualità della
notizia stessa col decorso del tempo dall accadimento del fatto Il diritto all oblio è il venire meno al criterio
del fondamentale della pertinenza Il problema nasce per rispondere alle esigenze di riservatezza e di
tutela dei diritti fondamentali dei soggetti che hanno visto divulgare notizie della loro persona e/o
pubblicato il proprio ritratto nell ambito legittimo dell esercizio del diritto all informazione e che non
devono sopportare che la pubblicazione dei fatti loro riguardanti e della loro immagine si perpetrata nel
tempo. Possiamo individuare gli elementi costitutivi dell istituto in esame nei seguenti parametri

- Decorso del tempo


- Ruolo che l interessato riveste nella vita pubblica
- Rilevanza del fatto
- Ricorrenza o meno dell interesse pubblico all accesso della notizia

Il decorso del tempo da valutare è variabile caso per caso, a seconda della gravità del fatto, della rilevanza
dei soggetti coinvolti; l attualità di un fatto non deve essere valutata con i parametri dell imbarbarimento
culturale dei mass media scandalistici e del target di riferimento di tali pubblicazioni perché in tale
operazione si darebbe spazio al gossip sensazionale e non ai reali valori della cultura sociale.
Il diritto all oblio troverebbe la sua fonte normativa nell ambito dell applicazione dell art Cost Il primo
riconoscimento ufficiale è avvento a cavallo della prima metà del Novecento negli ordinamenti giuridici
statunitense e francese.

Evoluzione giurisprudenziale

In Italia si è soliti indicare come prima sentenza del diritto all oblio quella della Corte di Cassazione del
maggio n ; l individuazione del diritto all oblio nella sua accezione di tutela del segreto del
disonore non corrisponde alla corretta interpretazione del contenuto del diritto e degli scopi che la tutela di
quest ultimo dovrebbe perseguire Il diritto all oblio dovrebbe avere a oggetto qualunque aspetto
riguardante una persona che sia assurta a notorietà in passato e che, al momento della valutazione
dell esistenza del diritto, non ricopre più una funzione che la rende nota o che i fatti che la riguardano non
sono più di attuale interesse sociale, indipendentemente dalla valutazione positiva o negativa di quanto
dovrebbe essere pubblicato Conseguentemente, il diritto all oblio deve riguardare la tutela dei soggetti
noti anche per fatti o elementi di valutazione positivi che, una volta ritiratasi a vita privata, non hanno più
alcun interesse a stare sotto i riflettori.

Successivamente la Corte di Cassazione del ha sancito l esistenza dei diritto all oblio affermando che
con tale istituto si intende il legittimo interesse di ogni persona a non restare indiscriminatamente esposta
ai danni ulteriori che arreca al suo onore e alla sua reputazione la reiterata pubblicazione di una notizia, in
passato legittimamente divulgata, con la conseguenza che non costituisce legittimo esercizio del diritto di
cronaca la pubblicazione di fatti già resi noti anni prima, salvo che eventi sopravvenuti rendano
nuovamente attuali quei fatti facendo sorgere così un nuovo interesse pubblico alla divulgazione
dell informazione. È necessario tenere conto delle eventuali evoluzioni, cambiamenti e modifiche che si
sono verificate nel corso del tempo della prima pubblicazione dell immagine o del fatto della loro
ripubblicazione.

Il fatto storico

L attualità riguarda l interesse della società e non il fatto storico in sé che potrebbe risalire ad un tempo
lontano, ma rappresentare pur sempre un avvenimento pertinente per la collettività e di interesse per la
medesima. Vi sono fatti per la loro importanza non potranno mai cadere nell oblio diventando così fatti
storici destinati alla conoscenza perpetua.

Nuove tecnologie

Il diritto all oblio può trovare applicazione anche in internet soprattutto per quanto riguarda la
pubblicazione attraverso la rete di provvedimenti giudiziari di interesse pubblico che rimangono in internet
per lungo tempo dopo che gli effetti sono stati raggiunti o che sono svaniti. Il problema è amplificato se si
considera che attraverso procedimenti specifici si possono acquisire da internet notizie riguardanti il
soggetto di riferimento. Appare condivisibile che la diffusione su siti web di un gran numero di dati
personali relativi a diverse situazioni che sono comunque riferite ad un medesimo interessato può
comportare un sacrificio sproporzionato ai suoi diritti personali di immagini e di oblio quando vi sia la
pubblicazione di provvedimenti risalenti nel tempo che hanno raggiunto gli scopi per i quali sono stati
emessi. Occorre individuare un giusto equilibrio tra i vari diritti e gli interessi coinvolti.

Capitolo 4 La cronaca: definizione e scopi


Il diritto all informazione si declina in primo luogo tramite il diritto di cronaca che consiste nell oggettiva
narrazione o rappresentazione di fatti e avvenimenti. La cronaca può essere espletata con la comunicazione
letterale, verbale o tramite immagini statiche o in movimento o per mezzo della combinazione di tutte le
modalità di comunicazione ora enunciate. La Corte Suprema di Cassazione ha ribadito che l immagine o
meglio la sequenza di immagini può costituire informazione giornalistica non soltanto quando di per sé sola
o i i ca lo cri o o il parla o ben ì anche q alora emplicemen e lo comple i . Nei moderni mezzi di
comunicazione di massa, scritti, parlati o visivi spesso l informazione critica in ordine a determinanti è
fornita mediante una sequenza di immagini più precise ed eloquenti di qualsiasi messaggio verbale.
Lo scopo della cronaca è di informare la società per renderla edotta degli avvenimenti di pubblico interesse
per consentire ai singoli consociati di formarsi opinioni e orientamenti, garantendo la piena trasparenza
degli aspetti della vita comune o che possono influenzare la vita pubblica.

I limiti del diritto di cronaca vengono individuati nelle tre seguenti condizioni:

1. Verità oggettiva del fatto esposto o rappresentativo che significa che l evento di cronaca deve
essere oggettivamente vero.
2. Principio di pertinenza, richiede un effettivo interesse pubblico e sociale alla comunicazione
dell informazione, da interpretarsi in senso restrittivo data l eccezionalità della norma.
3. Principio di continenza che consiste nell obbligo di correttezza formale dell esposizione dei fatti e
nell utilizzo delle immagini che impone che la pubblicazione venga mantenuta ei limiti
dell obiettività.
I tre requisiti devono ricorrere contemporaneamente e sono strettamente connessi tra di loro. I tre requisiti
sono soggetti di continua interpretazione evolutiva da parte della giurisprudenza e di approfondimenti della
dottrina, soprattutto alla luce della loro pratica applicazione alle nuove tecnologie e alle nuove forme di
comunicazione di massa. In giurisprudenza è stato individuato un quarto indice di legittimità dell esercizio
del diritto di cronaca: l a ali à della n i ia l attualità del fatto è il rovescio della medaglia dell interesse
pubblico alla sua divulgazione. Non rivela l a ali à del fatto in sé, bensì la qualità dell interesse collettivo
sicché un fatto storicamente datato può suscitare ancora interesse presso la collettività e quindi se ne
ricorrono i requisiti elencati, può essere divulgato nel rispetto del diritto della libertà di espressione.
Il concetto di attualità deve altresì essere valutato all interno della considerazione dello spazio temporale
che incorre tra il fatto e la divulgazione della notizia il contrario è l applicazione del diritto all oblio

La verità
Verità oggettiva o verità putativa

La verità può essere intesa come verità oggettiva, assoluta, raggiunta e accertata in base all accertamento
concreto dei fatti, oppure come verità putativa o soggettiva, rilevata in base a presunzioni di realtà non
accertate nei fatti, ritenuta vero senza accertamento. Fino al 1984, la Cassazione ha ricostruito il limite della
verità attorno a due linee interpretative: la prima individuava come esimente del reato di diffamazione a
mezzo stampa la necessità che il fatto fosse vero oggettivamente o che la verità fosse verosimile attraverso
accertamenti e controlli accurati la seconda interpretazione richiedeva l esistenza di una verità obbiettiva
rifiutando il criterio della cosiddetta verosimiglianza.

Le f i dell i f ai e

Nessun esimente può essere applicata al giornalista che fa affidamento sulla sua fonte informativa senza
procedere autonomamente a un approfondito controllo di verità con ogni cura professionale necessaria,
perché egli ha il dovere di non appagarsi di notizie rese pubbliche o fornitegli da altre fonti senza esplicare i
dovuti controlli. Qualora i fatti risultino falsi e la pubblicazione illegittima, il giornalista è responsabile dei
danni derivanti dalla sua azione illecita. Non esistono fonti informative privilegiate o che esimono da
responsabilità il giornalista, obbligando colui che dà la notizia è a controllare la veridicità del fatto o
dell immagine qualunque sia la fonte di provenienza. Le agenzie di stampa non sono fonti di notizie che il
giornalista può considerare sicure a priori senza procedere all accertamento della verità oggettiva il
giornalista debba sempre e comunque accertarsi sulla veridicità del fatto e dell immagine pubblicata in
relazione all evento di cronaca al fine di essere certo di non incorrere in responsabilità civili e penali
Solo nell ambito della cronaca giudiziaria la diffusione di notizie che riguardano reati già accertati
dall autorità giudiziaria e legittimamente resi pubblici fa sì che il giornalista non sia tenuto a verificare la
fonte dalla quale ha tratto la notizia.

Le fonti anonime

Nell ambito dell informazione è quella della notizia che viene comunicata in forza in una fonte anonima; in
tale ipotesi il principio di verità deve essere interpretato con criteri di rigidità poiché si lascerebbe spazio
alla libertà di diffondere notizie non vere e diffamanti nascondendosi dietro il muro dell anonimato
La notizia anonima esige di essere tratta alla stregua di qualsiasi altra fonte e quindi deve essere controllata
sulla sua verità reale. Il giornalista che riceva una notizia di interesse pubblico da una fonte anonima deve
ricercare la verità del fatto in sé e non semplicemente la verità riguardante l accertata esistenza e
circolante dello scritto anonimo un conto è la verità dell esistenza della fonte anonima e un conto è la
verità del suo contenuto L autore della pubblicazione non può quindi replicare che la fonte, essendo
anonima, non consente un controllo di veridicità, poiché l anonimato impedisce solo il riscontro
nell identificazione della fonte ma anche dei fatti contenuti in essa
La verità parziale

In altre parole la rappresentazione dei fatti, incompleta e reticente, può essere idonea ad alterare la verità
sostanziale dei fatti quando siano tralasciati alcuni aspetti della vicenda sì da mutare in maniera rilevante la
valutazione di determinati comportamenti e la portata di taluni avvenimenti. Nella verità parziale omissiva
è importante che l interprete valuti se gli elementi taciuti sono essenziali e rilevanti ai fini della completezza
della notizia relativamente all interesse pubblico con la conseguenza che gli elementi di contorno
potrebbero essere omessi senza incorrere nell illecito della verità parziale Al fine di verificare la parzialità
della verità o meno prendendo in considerazione tutto l impaginato, il pubblicato o il trasmesso dal titolo,
alle immagini, al commento. Tutti gli elementi devono essere equilibrati nel rispetto delle verità globali.
Se la notizia nel suo complesso prospetta una verità parziale, si ha una verità incompleta che deve essere
trattata al pari della notizia falsa.

Il principio della verità non viene rispettato se si espongono i fatti in maniera parziale, tacendo alcuni
particolari rilevanti per il completo significato della notizia. La verità incompleta deve essere equiparata ai
fini dell esimente diritto di cronaca alla notizia falsa

La pertinenza
Definizione e applicazione

Il secondo limite è dato dalla ricorrenza dell interesse della collettività a conoscere il fatto rappresentato o
narrato e cioè alla sua divulgazione. La diffusione di notizie deve soddisfare un interesse per la collettività
per quanto rappresentato al fine di potersi formare un opinione Conseguentemente si tratta di
pubblicazioni che contribuiscono alla trasparenza della vita sociale e che la possono influenzare. Il diritto di
cronaca non esime di per sé dal rispetto dei diritti altrui e non giustifica intromissioni nella sfera privata dei
cittadini, salvo che ciò sia necessario e giustificato dalla posizione del soggetto al fine di contribuire alla
formazione di una pubblica opinione di fatti oggettivamente rilevanti per la collettività.
Il principio della pertinenza è fondamentale perché nella prassi giurisprudenziale finisce con l assorbire la
ricerca della ricorrenza della verità del fatto rappresentato. Infatti se una notizia o un immagine non hanno
rilievo per l interesse sociale, non occorre indagare se le medesime sono vere, perché non sono pubblicabili
difettando del requisito della pertinenza. Anche il criterio della pertinenza deve essere applicato nella
fattispecie concreta esaminando l informazione data in maniera globale e olistica in tutti gli elementi che la
costituiscono letterale, verbale e visivo Infatti, nella modalità complessa di trasmissione dell informazione
alcuni elementi potrebbero risultare non pertinenti ai fini della cronaca.

Nella comunicazione di un fatto ai fini di cronaca occorre distinguere l i e e e bblic richiesto


dall ordinatamente giuridico dall i e e e di de e minato pubblico di riferimento: il primo è un concetto
sociologico e si riferisce ad un aspetto astratto e generico di utilità sociale o per scopi di evoluzione
culturale in senso lato per la collettività indistinta; il secondo è piuttosto l interesse di un determinato
target di pubblico L interesse pubblico non deve essere necessariamente nazionale o internazionale ma
può essere limitato ad ambiti più ristretti, territoriali o settentrionali L uomo pubblico è di interesse della
collettività in ragione dell esercizio della sua funzione pubblica senza che sia consentito invadere la sua
dimensione privata quando questa non abbia alcun riflesso sull esercizio della sua funzione pubblica e della
sua spera di uomo pubblico.

Il caso Von Hannover v. Germany (il cosiddetto caso di Carolina di Monaco)

La Corte Europea dei Diritti Umani ha affermato che alla base della norma sta il comportamento degli
interessi assoluti e fondamentali dell uomo uti singulo e quale appartenente alla collettività. La principessa
Carolina non rivestiva alcuna carica di stato o pubblica del Principato di Monaco, ma svolgeva funzioni di
rappresentazione della famiglia Grimaldi negli eventi pubblici; inoltre il suo stato nobiliare si può affermare
che è persona comunque nota in tutti i ceti sociali della grande maggioranza degli Stati.
La sua lontananza dalla scena politica è rilevante perché impedisce che ci possa essere dubbio sul presunto
interesse pubblico verso alcuni fatti più noti di un personaggio politico. Ci sarebbe anche un interesse della
collettività a essere informati sui comportamenti privati di un politico al fine di poter valutare anche
l aspetto umano nella scelta delle proprie preferenze La principessa Carolina è un personaggio pubblico
forzato, cioè per nascita, e non per sua scelta come avviene nella grande maggioranza dei casi. Dal 1993 al
1997, principessa Carolina di Monaco ha iniziato tre diversi procedimenti in tutti i gradi di giustizia di fronte
alle corti tedesche competenti territorialmente al fine di inibire la pubblicazione di tre serie di servizi
fotografici che erano stati pubblicati in giornali scandalistici. I servizi fotografici mostravano la principessa in
luoghi pubblici con i suoi bambini, con suo marito o in atto di compiere quotidiane attività. In tutti e tre i
procedimenti perseguiti fino all ultimo grado di giudizio la principessa Carolina ha ottenuto l accoglimento
integrale delle domande che si basavano sostanzialmente sulla violazione del proprio diritto all immagine
ed è dovuta ricorrere alla CEDU, affermando che i principi stabiliti dalle corti tedesche per determinare la
tutela del proprio diritto all immagine erano totalmente restrittivi da risultare in violazione dell a CEDU
non fornendo un adeguata tutela della sua immagine Le corti tedesche sono partite dal presupposto che la
principessa è un soggetto noto con la conseguenza che le pubblicazioni delle sue immagini sarebbero
giustificate dalla sua notorietà stante che il diritto alla protezione della sua vita privata doveva fermarsi alle
soglie di casa sua mentre tutte le foto erano state scattate esclusivamente in luoghi pubblici.

In base al criterio del luogo isolato o appartato, il grado di legittimità della pubblicazione di immagini di
personaggi noti dipenderebbe dai comportamenti che questi ultimi hanno adottato in un luogo pubblico
con la conclusione che soltanto le fotografie raffiguranti la principessa in compagnia dell attore Vincent
Lindon dietro le tende di un ristorante francese si manifestava tacitamente il dissenso all utilizzo della
propria immagine; soggetto noto per manifestare il proprio dissenso, deve camminare per strada
coprendosi con il paravento e si tratta di una conclusione assurda e che il ragionamento delle corti
tedesche non può essere condiviso. Possiamo definire note quelle persone che ricoprono un pubblico
ufficio o che svolgono un ruolo nella vita pubblica in ambito politico, economico, artistico e sportivo.
Partendo da questo principio la CEDU ribadisce il concetto che il diritto alla vita privata di cui all a si
estende a tutti gli aspetti relativi all identità personale tra i quali il diritto all immagine il diritto alla vita
privata e alla propria immagine permane anche quando il soggetto si trova in un luogo pubblico; tale
principio si applica anche alle persone note. Di contro la libertà di espressione si estende alla pubblicazione
di fotografie e immagini. Nella valutazione del caso concreto la Corte ha ritenuto che gli articoli e le
immagini pubbliche riferitesi a Carolina di Monaco avevano il solo scopo di soddisfare la curiosità di un
particolare mercato di lettori e riguardavano esclusivamente i dettagli della vita privata della principessa e
non potevano essere considerati un contributo alla crescita e al dibattito degli interessi della società.

I personaggi politici

Più problematica è l interpretazione delle informazioni riguardanti i personaggi che svolgono un ruolo
pubblico nell ambito della politica In tali ipotesi vale il principio per il quale il diritto all informazione
prevale sui diritti fondamentali dell Uomo qualora la pubblicazione delle informazioni forniscano un
contributo al dibattito di interesse generale e cioè quando implichi l interesse del pubblico nel conoscere i
valori riguardanti il soggetto che siano inerenti agli aspetti per il quale il personaggio è pubblico.
Un politico sceglie di assurgere alla notorietà di pubblico e ciò comporta delle responsabilità istituzionali nei
confronti del proprio elettorato e anche nei confronti dei soggetti che non lo hanno votato; inoltre egli è un
dipendente dello Stato stante che riceve uno stipendio dai fondi pubblici, ricavati dalle imposte e dalle
tasse dei cittadini. Il principio di base è sempre quello di un personaggio pubblico, anche per motivi politici,
mantiene degli aspetti della sua vita privata che devono essere rispettati e il suo diritto esclusivo non deve
affievolirsi di fronte a un diritto all informazione del pubblico perché è vero anche il contrario e cioè che i
mass media si scatenano nelle campagne politiche e denigratorie camuffate, nascoste e protette dallo
scudo dell informazione sconfinando in argomenti che per nulla contribuiscono al dibattito pubblico ma
che hanno il solo fine di danneggiare il personaggio preso di mira. Questo sta a significare che il diritto
all informazione rimane pur sempre un diritto fondamentale dell uomo e della collettività, ma deve essere
esercitato nei limiti della correttezza senza sfociare in un abuso di diritto, che è altrettanto pericoloso.

Principio della continenza


Esaminiamo il criterio della continenza e cioè dell esposizione civile del fatto di cronaca che è di interesse
sociale e vero L informazione non deve mai eccedere lo scopo informativo da conseguire e deve essere
improntata a serena obiettività, con conclusione di ogni preconcetto intento denigratorio L operazione dei
fatti deve essere operata in modo misurato ovvero contenuta in spazi strettamente necessari alla
completezza dell informazione; se si utilizzano degli escamotage che possono falsificare il significato della
notizia, suggerendo un interpretazione distorta del fatto, si viola il principio di continenza che impone che
l informazione avvenga con modalità civili

Ciò non esclude che si possono utilizzare toni duri o aspri purché siano proporzionali allo scopo informativo.
Nel valutare l osservanza del principio di continenza occorre tenere conto che il ricevente dell informazione
la percepisce nel suo complesso tenuto conto di tutti gli elementi che la compongono; l interprete del
diritto deve quindi esaminare l esposizione dei fatti in maniera globale con riferimento a tutte le sue
componenti quali: immagini, testo o titolo. Anche soltanto uno degli elementi dell informazione può essere
idoneo a ledere l integrità morale e la reputazione di un soggetto con la conseguenza che l interprete dovrà
colorare di illecito la notizia che sia così confezionata. È necessario che la cronaca sia esposta e pubblicata
con moderazione, proporzione e misuratamente. La continenza esclude gli insulti, le espressioni gratuite e
non necessarie, volgari, umilianti, dileggianti o diffamatorie.

I g a d ch e a e a c aca g d a a
È necessario esaminare una tipologia di cronaca che prende il nome di gi a i d i chie a o cronaca
giudiziaria. Non vi è dubbio che il giornalismo rappresenti una delle massime espressioni della libertà di
manifestazione del pensiero e assurga a ruolo di salvaguardia dell ordinamento democratico contribuendo
alla libera evoluzione di una società democratica. In quanto tale, il giornalismo nelle sue diverse inclinazioni
merita riguardo per la tutela che impone all interprete di applicare i principi generali che si traggono dalle
norme del ius positum con rigida coerenza rispetto al ruolo che il giornalismo svolge.

Il giornalismo d inchiesta che si caratterizza dal fatto che il giornalista si pone autonomamente alla ricerca,
alla raccolta, nell elaborazione di notizie destinate a formare l oggetto di comunicazione al pubblico che
siano di interesse collettivo per sollecitare la conoscenza su tematiche meritevoli di interesse; tutto ciò
viene autonomamente, direttamente e attivamente da parte del giornalista senza ricorrere a fonti esterne,
ufficiali o meno, che pongono il giornalista nella posizione di ricezione passiva di informazioni. Ne sono
un applicazione pratica i format televisivi (Le iene), che diffondono inchieste realizzate dai giornalisti su
argomenti di pubblico interesse di carattere generale create su informazioni raccolte direttamente sul
campo. Nulla quaestio per quanto concerne i criteri di pertinenza e continenza: i fatti devono essere di
interesse pubblico e devono essere di interesse pubblico e devono essere esposti civilmente. Diversa è la
posizione riguardo l applicazione del principio di verità È evidente che nel giornalismo di inchiesta di
valutare l attendibilità e la veridicità della provenienza della notizia viene diluita con sfumature meno
pregnanti, stante che il giornalista attinge direttamente all informazione senza la mediazione di alcuna
fonte; in tale attività egli deve attenersi ai criteri etici e deontologici della sua professione e nella ricerca
della verità oggettiva dei fatti. Il giornalista deve limitarsi ad accertare i fatti, agendo autonomamente
mediante lo svolgimento dell inchiesta e poi renderne edotta la società.

Lo stesso dicasi per il giornalismo di cronaca giudiziaria che è quella particolare specializzazione
giornalistica che si occupa di dare conto di quei procedimenti giudiziari penali L interprete deve cucire su
misura i criteri di verità, pertinenza e continenza. Il limite della verità nella cronaca giudiziaria deve essere
applicato nella fedele corrispondenza della notizia rispetto al contenuto degli atti e degli accertamenti
processuali compiuti dagli organi inquirenti e dalla magistratura; ne consegue che la verità deve essere
valutata esclusivamente sulla base della corrispondenza della notizia rispetto agli atti processuali.

Le interviste
La libertà di informazione e la cronaca si concretizzano attraverso l attività giornalistica possono essere
espresse anche per il tramite di raccolta, utilizzo e pubblicazione delle interviste Con il mezzo dell intervista
il giornalista raccoglie notizie, fatti e opinioni su fatti di interesse pubblico riportategli da un terzo che
assume una posizione rilevante per l opinione pubblica rispetto ai fatti narrati Il giornalista quindi si pone
come mero recettore e intermediario tra l intervistato e il pubblico. Le valutazioni del giurista riguardo
all intervista hanno rilievo quando quest ultima assume connotazioni patologiche e cioè quando l intervista
abbia carattere diffamatorio o non corrisponda ai criteri che rendono la cronaca lecita (verità, pertinenza e
continenza); il focus della problematica riguarda se e quali responsabilità possono essere ascritte
all informatore che raccoglie e pubblica l intervista

L intervista costituisce il mezzo tipico dell attività di un giornalista attraverso il quale vengono raccolte e
diffuse notizie e opinioni di altre persone anche attraverso la pubblicazione sollecitata dalle domande del
giornalista-intervistatore L intervista non è quindi la pura e semplice riproduzione del pensiero
dell intervistato perché in essa si trasfondono le linee guida delle domande dell intervistatore è quindi il
giornalista che crea la notizia che poi riferisce. La Cassazione è intervenuta ed ha applicato correttamente il
principio per il quale il diritto non ha natura statica e immutabile sicché anche alla scriminante del diritto di
cronaca si deve riconoscere una struttura dinamica e flessibile, adattabile di volta in volta a realtà diverse
con la conseguenza che la responsabilità del giornalista intervistatore dovrà essere valutata caso per caso.
Si deve tenere conto:

- Di un effettivo grado di interesse pubblico all oggetto dell intervista


- Della posizione dell intervistatore se si è limitata all oggettiva recezione delle dichiarazioni
dell intervistato o abbia assunto la posizione di dissimulato coautore delle dichiarazioni cioè se sia
stato semplice terzo osservatore o partecipe attivamente ai contenuti dell intervista

L in e i a de e ig a da e fa i e e onaggi di in e e e bblico con ife imen o alla ali à dei ogge i


coinvolti e alla ma e ia di di c ione l in e i a o e de e a me e n ca a e e di me o in e media io e
il con en o è diffama o io l in e i a de e a me e ca a e e di e en o di bblico in e e e e come ale
non suscettibile di censura alcuna da parte dell in e i a o e

La gi ri pr den a della Cor e e ropea dei Diri i dell Uomo


La Suprema Corte di Legittimità la quale confermò il divieto di pubblicazione d immagini riguardanti un
presunto attentatore sulla base del principio della sua presunzione di innocenza e, con riferimento
all a CEDU, affermò che il diritto della libertà di espressione e di cronaca non deve violare degli altri
diritti fondamentali quando ciò non sia giustificato. L a CEDU dispone che ognuno ha diritto alla libertà
di espressione senza interferenze della pubblica autorità senza limiti di frontiera o territoriali; il secondo
comma della norma prevede che l esercizio di queste libertà può essere soggetto a limitazioni, condizioni e
penalità prescritte dalla legge e necessarie, in una società democratica, per la reputazione dei diritti di terzi.
La Corte europea dei Diritti dell Uomo ha interpretato l a , nei due commi esposti, al fine di trovare un
bilanciamento tra i diritti fondamentali della libertà di espressione e della riservatezza e dell immagine dei
soggetti.
Minorenni e cronaca
Le fonti di riferimento

E bene soffermarsi sulla tutela dei minorenni in rela ione alla libertà di espressione del pensiero tramite
l eserci io di cronaca Va da sé che i minorenni necessitano di prote ione e cure particolari sotto tutti gli
aspetti, ivi compreso quello della tutela dei loro diritti fondamentali per assicurare una crescita ed uno
sviluppo equilibrati garantendo loro un processo di maturazione armonioso. L art. della Costituzione
pre ede che la Repubblica protegge la maternità l infan ia e la gio entù fa orendo gli istituti necessari per
tale scopo. La tutela dei minori trova quindi fondamento costituzionale in aggiunta ai diritti fondamentali di
cui all art. Cost la Corte Costitu ionale ha a uto occasione di sottolineare che l informa ione de e
conciliarsi con la tutela dei minori che trova particolare disciplina rispetto ad altri soggetti. L essere umano
acquista la capacità di essere titolare dei diritti la cosiddetta capacità giuridica fin dal momento della
nascita egli è pertanto titolare del diritto fondamentale dell uomo della tutela della propria immagine e
della sua riservatezza.

Ulteriore documento è la cosiddetta Ca a di T e i o , redatta il 5 ottobre 1990 e successivamente


aggiornata dall Ordine dei giornalisti per la tutela dei bambini nell ambito dell eserci io del diritto
all informa ione Tra i principi enunciati nella Carta di Tre iso ricordiamo la garan ia dell anonimato del
minore coinvolto in fatti di cronaca indipendentemente dal ruolo da lui svolto e il divieto di pubblicazione di
tutti quegli elementi che possono con facilità portare all identifica ione di un minorenne quali i dati
anagrafici foto e i filmati tele isi i non schermati L art ieta al giornalista di pubblicare i nomi dei minori
coinvolti in fatti di cronaca e di particolari che possano condurre alla loro identificazione: quindi è vietata
l identifica ione diretta e quella indiretta Di certo è che tra i diritti fondamentali del minorenne possiamo
aggiungere un ulteriore sfaccettatura del diritto all anonimato anche in caso in cui il minorenne sia
coinvolto in fatti che siano di interesse pubblico.

Applicazioni pratiche

Il principio generale è che qualora ricorrano i requisiti fondamentali per l esercizio del diritto di cronaca i
fatti e le immagini possono essere esposti qualora siano essenziali ai fini della formazione della pubblica
opinione sul fatto di interesse sociale. Qualora siano travalicati i limiti della legalità della cronaca si avranno
ripercussioni di carattere risarcitorio in sede civile e, in sede penale, si potrà configurare fattispecie di
teatro. Diversa è la fattispecie di cronaca nera e cioè di pubblicazioni notizie riguardanti minorenni coinvolti
in procedimenti penali; in tale ipotesi de e essere garantito l anonimato del minorenne
Capitolo 5 La critica
Introduzione
Come seconda declinazione della libertà di espressione del pensiero troviamo la critica; si compie
un operazione di critica quando un soggetto manifesta il proprio pensiero interpretando i fatti e ponendosi
in una posizione soggettiva in cui esprime giudizi e opinioni personali su elementi oggettivi e sui personaggi
coinvolti La critica è applicabile in maggiore o minore misura nell ambito di ogni scienza e attività umana;
da qui derivano le varie definizioni di critica come letteraria, estetica, storica, politica e quant altro Essa ha
una funzione essenzialmente sociale, ma anche comunicativa, intesa in tutte le sue accezioni, da quella
comunicazione politica e quella commerciale d impresa ed è rilevante sotto molteplici sfaccettature che si
intersecano con i diritti fondamentali dell uomo concorrenti Si può esprimere la propria opinione critica
attraverso manifestazione verbali, scritte, con immagini e con composizioni di questi tre diversi modi di
espressione. Il diritto di critica rientra tra le massime espressioni della libertà di manifestare il proprio
pensiero che essendo caratterizzato dall espressione di giudizi e di opinioni soggettive deve mantenere un
rispetto rigoroso nei confronti dei diritti coinvolti ed implica una complessa attività interpretativa da parte
dell operatore del diritto che si sviluppa utilizzando i medesimi criteri cardine del diritto più ampio in cui si
inserisce. La posizione soggettiva dell emittente può risolversi sia con una lettura favorevole e in termini
positivi sia con una lettura negativa e colorata da aggettivazioni non benevole e sarcastiche.

In sostanza la critica mira ad informare attraverso il filtro di lettura proprio del soggetto emittente; il che
significa che non sempre sia idoneo a offendere i diritti dei terzi quali la riservatezza, l onore e la
reputazione. In conclusione la differenza tra il diritto di critica e diritto di cronaca sta nella natura del primo
che non si concretizza nella semplice narrazione bensì nella manifestazione di un opinione; dottrina e
giurisprudenza sono conformi sulla differenza tra i due istituti qualificando il diritto di critica come il diritto
del giornalista a esprimere la propria visione della vita e della società. La valutazione della legittimità di una
critica dovrà essere effettuata nell interezza della manifestazione; vi possono essere combinazioni di
pensieri i quali possono essere innocui, ma se valutati globalmente possono divenire lesivi degli altrui diritti
perché superano i limiti di legittimità trasformandosi in un preordinato attacco denigratorio della persona;
la legittimità della critica deve essere valutata anche con una lettura globale dell intera manifestazione del
pensiero e non solo delle singole espressioni che la compongono.

Limiti normativi
La critica si deve sviluppare rispettando i principi di:

- Varietà
- Pertinenza
- Continenza

L esercizio del diritto di critica non può essere trattato fotocopiando i limiti individuati per il diritto di
cronaca, avendo il primo necessità di esplicarsi in un ambito di maggiore libertà.

Verità

Il canone della verità si debba applicare sui fatti oggettivi sui quali si sviluppa l impianto soggettivo della
critica; i fatti costituiscono il presupposto e l oggetto della critica e devono corrispondere a verità La critica
dei fatti non veri è comunque da classificarsi illecita. Per quanto riguarda il criterio della verità si tratta di
verificare se i fatti storici, oggetto della critica, sono veri dal punto di vista oggettivo e se il critico si è
adoperato ai fini della ricerca della verità oggettiva e sostanziale dei fatti con la diligenza professionale.
Il diritto di critica deve attenersi al rispetto della realtà storica dei fatti oggetto di giudizio.
La verità oggettiva dei fatti deve essere valutata nel momento storico della diffusione della notizia oggetto
della critica, con riferimento ai dati disponibili all epoca della notizia stessa, che possono anche essere
ignorate nel periodo della diffusione della notizia e che consentono una visione più ampia e puntuale dei
fatti. Accertata la verità dei fatti, è sufficiente che la critica, affinché sia legittima, sia sorretta da criteri
interpretativi razionali e si basi su fatti reali.

Pertinenza

Il requisito della pertinenza non vi è dubbio che debba essere richiesto un interesse pubblico non solo nei
fatti oggettivi ma anche nel recepire la critica come interpretazione soggettiva del fatto; il diritto di critica è
indi o e o dall in e e e gene ale a cono ce e p n i di i a che con ib i cono al diba i o alla
forma ione e alla c e ci a dell opinione p bblica in al e pa ole l a gomen o de e a e e na ile an a
sociale ravvisabile in un interesse della generalità dei cittadini o in quello di una delimitata categoria dei
soggetti ai quali si indirizza la comunicazione della critica.

Continenza

Requisito della continenza cioè delle modalità espressive con le quali la fonte della critica esprime la propria
opinione. Il problema sorge nella fattispecie di critica negativa nella quale gli apprezzamenti soggettivi si
trad cono in n e p e ione di di en o e di di alo e L e p e ione c i ica i accompagna in n fe o e
polemico poiché la visione soggettiva dei fatti implica la qualificazione dei medesimi attraverso commenti e
aggettivi qualificativi che si possono tradurre in espressioni anche forti.

La critica politica
Nel corso del secolo si è assistito a una particolare evoluzione di uno specifico fenomeno della critica
sociale, la cosiddetta critica politica. L e e ci io del di i o di c i ica in ambi o poli ico non dovrebbe
modificare i criteri interpretativi finora esaminati; pertanto il diritto di critica politica sembra vincolato a
parametri meno rigidi rispetto a quello del diritto di critica in senso generale e il suo esercizio appare
legittimo anche in presenza di toni che sembrerebbero scorretti, apparendo nel comune sentire non
colorati di illecito.
Capitolo 6 La satira
Definizioni e oggetto
La satira è il modo di manifestare il pensiero attraverso la messa in ridicolo o alla berlina di fatti e
avvenimenti in generale o di elementi fisici, passioni, modi o atteggiamenti caratteristici di una o più
persone. In particolare essa si configura come forma di espressione del proprio pensiero attraverso il diritto
di critica esercitato in forma sarcastica e ironica e attraverso un modo di espressone creativo e artistico.
Nasce dall esigenza della libertà di manifestare irrisoriamente contro i personaggi noti e che svolgono ruoli
di potere politico o economico nella società; è insita nel concetto stesso di democrazia e trova radici nella
storia dell evoluzione dei popoli nei regimi autoritari come frangia incontrollabile della voce dell umanità
oppressa. Della satira si può fare anche attività di impresa: i quotidiani commentano argomenti di attualità
attraverso vignette o fotografie satiriche, esistono testate completamente dedicate alla satira e musei dove
si conservano tutte le forme di espressione satirica sviluppatesi nel corso della storia; vengono creati
format televisivi di successo pluriennale di stampo nettamente satirico.

- Orazio ha dedicato alla satira gran parte della propria letteratura in un testo dal titolo Satire nel
quale sostiene che il ridicolo risolve le grandi questioni meglio e più vigorosamente della serietà.
- La satira antica si evolve in lezione morale a partire dal secolo XII e coincide con un modo di
espressione artistico e creativo inizialmente letterario che può concretizzarsi anche attraverso
opere di diversa natura come quelle audiovisive o fotografiche.

Le fonti costituzionali da cui nascono le radici del diritto alla satira devono essere allargate estendendole
non solo all ar Co . che tutela la libera manifestazione del pensiero, ma anche all ar Co . secondo il
quale la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e dell ar Co . in forza del quale l arte è libera e
libero né è l insegnamento. Visto che lo scopo della satira è quello di mettere alla berlina i caratteri salienti
di un soggetto, della sua immagine, del suo modo di esprimersi o del suo carattere o trattare i fatti di
interesse pubblico ma anche attraverso modalità espressive verbali e scritte.
Con riferimento ai soggetti che possono essere bersagliati da questa sottile e tagliente arma di
manifestazione del pensiero occorre soffermarsi sulla considerazione storica che la satira si, da sempre,
rivolta ai politici e al costume politico. La satira politica è la libera espressione della cultura delle istituzioni
intesa come la percezione nella società della sfera politica di un determinato momento della vita di uno
Stato e mira all ironia o sarcasmo o all irrisione di chi esercita un pubblico potere ampliando il dibattito
politico sulle opinioni e comportamenti dei soggetti di riferimento. Ciò non significa che soltanto i
personaggi politici possono essere oggetto di satira, ma ci permette di affermare che la satira trova il suo
normale spazio soprattutto nei confronti di soggetti che rivestono un determinato ruolo o sono persone
note; mettere alla berlina persone del tutto sconosciute non sortirebbe quell effetto sociale necessario
all espressione satirica e configurerebbe violazione dei diritti personali.

Requisiti e limiti
Individuato il contenuto del diritto di satira, occorre precisare che questo non può essere esercitato senza
limiti, i quali devono essere rivenuti nell ordinamento giuridico attraverso il comportamento e il
bilanciamento di tutti gli altri diritti concorrenti; confini che non saranno oggettivi e universali, ma che si
evolveranno e muteranno a seconda del contesto socio-culturale in cui l interprete si trova ad operare.

- Primo requisito essenziale: l esercizio della satira riguarda le qualità dei soggetti bersagliati, essi
devono essere soggetti noti e di pubblico interesse.
- Altro requisito: in qualunque forma la satira si esprima, scritta, orale o figurativa, si concretizza
nell enfatizzazione o deformazione della realtà per provocare il riso; attraverso i connotati della
inverosimiglianza e dell iperbole, si sferzano i costumi giocando sull ironia e sull ilarità.
Se il risultato finale non è sarcastico e non tende a portare la reazione del recettore al riso o al
sorriso, ma suscita esclusivamente reazioni, sentimenti ed emozioni negative o di disprezzo nei
confronti del soggetto bersagliato, non potremmo dire che si rientri nella fattispecie della satira,
ma forse in quella della critica se non in a fa i ecie dell illeci a

La satira sarà soggetta a rispettare gli stessi requisiti previsti per la critica e derivati dalla cronaca: verità,
e i e a e c i e a La a i a è al che l e fa i a i e e la def a i e della eal à e la a
critica sarcastica si deve riferire a fatti e persone che corrispondono al criterio della verità oggettiva. La
aia a alica e i c fi i l gici della le i e dei di i i f da e ali ali l e e il dec e
permettere che vengano impiegate espressioni che scadono nel volgare e che siano diffamatorie.

La satira religiosa
L i e e e del di i è chia a a e a e a ic la e a e i e alla a i a eligi a la ale egli l i i
dece i ha a e e fe ile c l a e degli ca bi interculturali tra diverse popolazioni. La
satira religiosa si caratterizza con la messa alla berlina di personaggi, elementi o fatti che riguardano un
credo religioso. La fattispecie che ci occupa si pone in un conflitto particolare tra le fonti costituzionali: da
la le f i ig a da i il di i di a i a e dall al elle che ela la libe à di eligi e
Nel bilanciamento tra questi due diritti di pari rango si ricorda che il giudizio di liceità della satira esula
al e ì da al e al a i e ig a da e l e e ale ca i g della c i ica a ca ica iché i
tratta di criteri completamente diversi. La satira religiosa si può classificare in tre diverse fattispecie a
ec da che l gge della c i ica i ica sia:

- Personaggio pubblico inserito in una confessione religiosa


- Simboli religiosi o entità spirituali
- Aspetti, eventi o fatti generali che riguardano una comunità religiosa
Capitolo 7 La professione giornalistica e ordinamento
Accesso alla professione e ordinamento
L esercizio dell attività giornalistica rientra nell ambito delle professioni intellettuali essendo caratterizzato
da una natura professionale con carattere marcatamente intellettuale colorata da discrezionalità della
manifestazione. Ricordiamo che l art. Cost. afferma che la stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni e censure con la conseguenza che la professione giornalistica è esente da vincoli nel suo
esercizio; tale principio è ribadito anche nell art. , per il quale è diritto dei giornalisti la libertà di
informazione. L art. Cost prevede che per l abilitazione all esercizio professionale sia prescritto un
esame di stato. Per quanto concerne la professione giornalistica, storicamente la prima legge che è stata
emanata in materia risale al periodo fascista la quale prevedeva filtri e barriere a chi avesse voluto
esercitare la professione di giornalista, consentendo l accesso soltanto a coloro che condividevano
l ideologia fascista Solo nel febbraio del 1963 la professione giornalistica è stata regolamentata sia
nell accesso che ne sul esercizio scremandola da ogni filtro ideologico Alfine dell esercizio della professione
giornalistica è necessaria una qualifica professionale, accertata tramite esame, e l iscrizione all ordine
professionale (si tratta di una professione regolamentata).

Nella professione giornalistica distinguiamo due figure professionali:

Professionisti: sono coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione.


Pubblicisti: sono coloro che svolgono l attività giornalistica non occasionale retribuita esercitando
pure altre professioni o impieghi.

Il giornalista è colui che professionalmente si occupa di fornire informazioni relative ai fatti di interesse
pubblico tramite le declinazioni dell esercizio del diritto alla manifestazione del pensiero e cioè

- Cronaca: descrivendo oggettivamente i fatti


- Critica: colorando i fatti con un parere personale
- Satira: critica saccente e ironica dei fatti

Il giornalista è dunque un mediatore intellettuale tra ii fatti di interesse pubblico e la diffusione della
conoscenza di essi alla società la sua professione non è altro che l estrinsecazione del diritto
all informazione, diritto di ogni persona e che per i giornalisti si trasforma in attività professionale. I doveri
del giornalista sono dunque il rispetto dei principi imposti innanzitutto dalla legge di: verità, pertinenza e
continenza. Nessuno può assumere il titolo o esercitare la professione di giornalista se non è iscritto
nell albo professionale; in caso contrario si incorre in reato di esercizio abusivo di una professione e nel
reato di usurpazione di titoli L ordinamento professionali fa capo all Ordine dei giornalisti che è suddiviso
in Ordine nazionale e vari Ordini regionali; gli Ordini hanno funzione di tenuta dell albo, disciplinari e di
formazione.

La deontologia
Possiamo definire deontologia come l insieme delle norme etico-sociali che disciplinano l esercizio di una
professione che non sono di emanazione statale bensì sono adottate dagli organi amministrativi della
professione stessa. La classificazione delle norme deontologiche trova le sue radici negli studi di Jeremy
Bentham, filoso e giurista inglese vissuto a cavallo tra il e , per il quale la deontologia non era la
dottrina dei doveri cioè quelle regole da mantenere per un comportamento giusto e corretto. Le norme
deontologiche coniugano insieme etica e diritto e vincolano tutti gli iscritti alla professione di riferimento.
Le norme deontologiche emanate dagli organismi amministrativi dei giornalisti regolano il comportamento
dei giornalisti secondo valori etici e morali che devono disciplinare la figura del professionista.
A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, gli organi amministrativi dei giornalisti hanno emanato tutta
una serie di Carte erano circa quindici che regolavano le varie materie prime inerenti i doveri del
giornalista. È nata una forte esigenza di unificazione che fornisse una maggiore chiarezza di interpretazione
e facilitasse l applicazione delle norme; tale esigenza ha trovato sbocco nel 2016 con l emanazione Tes o
Unico dei do eri del giornalis a TU). Il TU recepisce ed integra tutti i principi deontologici sanciti nelle
precedenti Carte in un unico testo di riferimento, che viene integrato soltanto con cinque allegati essi sono:

1. Codice relativo ai dati personali


2. Carta di Treviso relativa alla tutela dei minorenni
3. Glossario della Carta di Roma relativo ai termini giuridicamente appropriati da utilizzare per gli
stranieri migranti
4. Carta dei doveri dell informazione economica
5. Carta di Firenze relativa alla tutela del lavoro dei giornalisti

A seguito del riordinamento, il TU costituisce la fonte deontologica del giornalista:

- Libertà di informazione e di critica art.1 TU ribadisce i principi fondamentali della libertà di


espressione del pensiero attraverso l informazione e la critica
- Fondamenti deontologici art.2 TU impone al giornalista il dovere di ricerca delle notizie secondo
la verità sostanziale dei fatti, il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, la dignità del lavoro
giornalistico ed estende l ambito di applicazione a tutti gli strumenti di comunicazione compresi i
social network.
- Diri o all oblio art.3 TU sancisce come regola deontologica il rispetto del diritto all oblio dei
soggetti.
- Cronaca giudiziaria e processi in TV art.8 impone l obbligo di rispettare sempre la presunzione di
non colpevolezza e in caso di assoluzione o proscioglimento l obbligo di darne notizia con
l appropriato rilievo aggiornando quanto pubblicato precedentemente Suggerisce la massima
cautela nella necessità di identificare le persone incriminate per reati minori con pene lievissime.
- Doveri di rettifica art.9 evidenzia il dovere del giornalista di rettificare tempestivamente e
appropriatamente tutte le informazioni che dopo la loro diffusione si siano rivelate inesatte.

La rettifica
L obbligo di rettifica è posto a carico del giornalista responsabile e del direttore del medium sul quale la
notizia è stata pubblicata; in particolare per la stampa la rettifica deve essere pubblicata non oltre i due
giorni da quello in cui è avvenuta la richiesta da parte del soggetto interessato e legittimato o non oltre il
secondo numero successivo e con modalità ben precise: la rettifica deve essere pubblicata nella stessa
pagina di giornale dove è stata pubblicata la notizia non vera, in testa di pagina e con le medesime
caratteristiche tipografiche. Le rettifiche devono essere pubblicate nella loro interezza purché contenute
nel limite di trenta righe. Sulla coercibilità della rettifica la CEDU ha considerato che la rettifica è essenziale
alla libertà di espressione del pensiero come obbligo legale di pubblicare la verità nel normale contesto
giuridico della libertà di espressione del giornalista nei limiti della verità.

Giornalismo ed editoria
Nel quadro della regolamentazione dell editoria elettronica è bene ricordare che nel nostro ordinamento
giuridico è stata istituita L autorità per le garanzie nelle comunicazioni AGCOM la quale cura la tenuta
del Registro degli operatori di comunicazione (ROC) al quale devono iscriversi le imprese editrici di giornali
quotidiani, periodici e riviste nonché i soggetti esercenti l editoria elettronica e digitale L iscrizione al
registro avviene tramite domanda all AGCOM in caso di mancata domanda l AGCOM diffida i soggetti
obbligati evitati di provvedere entro congruo termine.
La registrazione presso il Tribunale e la registrazione nel ROC presso l AGCOM hanno finalità differenti

1. La prima ha per oggetto la testata ed ha come scopo l individuazione delle responsabilità civili
penali ed amministrative che discendono dalle pubblicazioni cartacee o telematiche.
2. La seconda ha per oggetto gli editori e tutela la trasparenza del settore editoriale.

Le principali figure sono quelle del proprietario dell editore del direttore responsabile o del vice-direttore
responsabile Il proprietario e l editore possono entrambi essere persona fisica o persona giuridica; il
direttore responsabile deve essere cittadino italiano.

Responsabilità per gli illeciti


Un giornalista che pubblica illecitamente una notizia, egli ne risponderà civilmente e penalmente qualora
ne ricorrano i requisiti di legge e sarà responsabile nei confronti dei soggetti lesi per il risarcimento del
danno Accanto all autore dell illecito concorrono altre figure di rilievo del giornalismo e cioè il direttore
responsabile il proprietario e l editore Al direttore responsabile spetta il compito di controllare il
contenuto della testata e di quanto in essa pubblicato nel rispetto delle norme di legge; ciò vale anche per il
vice-direttore responsabile. Il direttore ha altresì la funzione di disporre o quantomeno di approvare
l impaginazione e quindi la presentazione degli articoli attraverso la disposizione nelle pagine la redazione
grafica e letterale dei titoli. La posizione apicale del direttore gli impone di intervenire tempestivamente
richiedendo al giornalista tutte quelle modifiche necessarie e sufficienti per fare rientrare l articolo o la
notizia nell alveo della legittimità

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