ORDINAMENTO DELLA
REPUBBLICA
Created Jun 14, 2021
Property
Tags diritto
La medicina, chimica (bomba atomica) a metà tra i due tipi di scienze (etica)
(è diverso in base alle comunità e ai diversi momenti storici): basti pensare alle
legislazioni sulla pena di morte e sulla problematica dei diritti universalmente
validi
→ esempio: limiti di velocità in autostrada: una norma giuridica del Codice della
strada prevede i 130 km/H, che possono essere giusti o ingiusti, efficaci o
inefficaci, ma sono pur sempre validi e sanzionabili.
Alcuni autori, come Gustav Radbruch, hanno però sottolineato che a volte può
esistere un 'diritto ingiusto' ed anche un 'diritto inesistente', formule
apparentemente contraddittorie, ma che mirano a far prevalere la 'giustizia'
sulla certezza del diritto.
2 dopo la caduta del muro di Berlino , i familiari dei morti sul muro fanno causa agli
ex militari della repubblica democratica tedesca e in realtà anche alla Germania
intera(Stato).
La difesa dello Stato tedesco ha gli stessi presupposti di quella a Norimberga
(eseguivano una legge).
Novità: ogni norma apporta un’innovazione nel quadro normativo, sia che
introduca una regola, sia che modifichi o integri una norma già esistente, sia
che la sostituisca mutandone la forma e dunque rinnovandola.
Caratteri RELATIVI
Tra le classificazioni del diritto, si distingue anche il diritto positivo dal diritto
naturale.
Diritto non scritto: la vita dei popoli primitivi era essenzialmente disciplinata
da regole contenute in consuetudini, tramandate da generazioni e spesso
legate ai mores maiorum
Tra queste sezioni di diritto pubblico interno sono state applicate ulteriori
distinzioni, quali tra diritto parlamentare, diritto regionale, diritto degli enti
locali, diritto urbanistico, diritto sanitario ecc.
Al di sopra del diritto pubblico interno, oltre al diritto internazionale, per gli Stati
dell’Unione europea vi è anche il diritto comunitario che costituisce un sistema
di diritto sovranazionale, autonomo rispetto al diritto internazionale.
2: Lo stato
popolo
territorio
sovranità
POPOLO
Cittadinanza italiana
Ai sensi di questa legge è cittadino per nascita ‘il figlio di padre o madre
cittadini’ e ‘chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori
sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei
genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono’.
la condanna per uno dei delitti previsti nel libro secondo, titolo I, capi I,II,III
del codice penale
Si ricorda infine che l’assemblea della Camera dei deputati ha approvato nel
2015 un testo unificato di modifiche alla legislazione in materia di
cittadinanza.
TERRITORIO
Il territorio è definito
dalla superficie della terra emersa delimitata dalle frontiere dello Stato,
dal cd. ‘territorio mobile’, costituito dalle navi e dagli aeromobili dello Stato
Per mare territoriale si intende la fascia di mare adiacente alle coste, sulla quale
lo Stato esercita la propria sovranità, la cui ampiezza è mutata nel tempo: si è
così passati dalle classiche 3 miglia (assunte un tempo sulla base della gittata
dei cannoni) all’odierno limite massimo di 12 miglia, secondo la regola generale
art.3 della Convenzione sul diritto del mare 1982 (Montego Bay) ; anche se tale regola
La sovranità territoriale dello Stato nello spazio aereo è limitata allo spazio
atmosferico. (Trattato del 1967 sullo spazio extra-atmosferico).
Le ambasciate invece non costituiscono territorio dello Stato ma godono
dell’immunità territoriale, secondo cui lo stato ospitante non può esercitare la
sua potestà d’imperio nelle predette sedi senza il consenso degli stessi agenti
diplomatici.
Anche se il territorio, ora come in passato, viene annoverato tra gli elementi
costitutivi di uno Stato, non si può negare che oggigiorno il rapporto tra potere
statale e territorio è diventato meno inteso che in passato anche a seguito dei
fenomeni di globalizzazione: ciò vale ancor di più per lo spazio economico
dell’Unione europea, tra i cui Stati si è creato uno spazio privo di frontiere
interne.
SOVRANITÀ
caratteri:
originalità (lo Stato non deriva da alcuno la sua podestà di imperio: lo Stato
trova in sé la propria legittimazione, il fondamento e la ragione della propria
validità)
POLITICITÁ
COMPLETEZZA
Un'esigenza imprescindibile dell'ordinamento giuridico statale è la
'completezza'.
Questo principio comporta che anche in assenza di norme che pongano la
disciplina da applicare ad un caso concreto, sia sempre possibile trarre dal
sistema ordinamentale la regola da applicare al caso di specie.
SOCIETÀ CIVILESTATO
In ogni ordinamento statale il rapporto tra apparati pubblici dotati di poteri
autoritativi e la società civile è indefettibile cioè che non può mancare.
La distinzione tra una ‘sfera pubblica’ ed una ‘privata’ è, infatti, un dato
riscontrabile negli ordinamenti statali nelle varie epoche: in qualsiasi sistema
statale non è mai stato possibile in definitiva pervenire alla totale soppressione
del privato per risolvere tutto nel pubblico.
La crisi della sovranità finisce per riflettersi nel mutevole rapporto tra Stato-
apparato e società civile.
3: Forme di stato
A partire della seconda metà del XIV secolo si affaccia sullo scenario storico
europeo una nuova forma di organizzazione sociale che si contrappone alla
frammentazione della società feudale: sotto la spinta dei Re si avvia un processo
di unificazione di ampi territori sotto il dominio di un'unica autorità sovrana.
Si tratta dei primi Stati-nazione che si formano in Inghilterra, in Francia e in
Spagna.
Forme di Stato:
liberale 17001800
democratico 1900
La forma di Stato che si delinea nella prima fase storica è lo Stato assoluto che
si caratterizza per i seguenti elementi:
→ essa risponde alle leggi sulla successione che, insieme alle leggi naturali e
di origine divina, assicurando la continuità del trono.
inglese 1688
→ aprirono una fase storica che determinò il radicamento negli Stati Uniti e in
Europa occidentale della forma di Stato liberale ; fase storica che si protrasse
fino alla seconda metà del XIX secolo.
Naturalmente, i tratti storici, politici, economici e sociali che caratterizzarono
questo processo si differenziarono tra Stato e Stato: le vicende dello Stato
liberale nel Regno Unito, in Francia, in Germania e in Italia furono assai
differenziale tra loro sia sotto il profilo temporale che strutturale.
Sul piano economico lo Stato liberale è uno Stato 'non interventista' infatti
assicura le regole per l'ordinato svolgimento dei rapporti economici e sociali,
confidando nell'efficienza propria delle corrette relazioni economiche in
contesto di libero mercato. STATO MINIMO
Seppure in una prima fase l'idea della separazione dei poteri fosse intesa in
maniera rigida, ben presto si riconobbe come tra i tre poteri vi fossero delle
naturali interferenze funzionali: l'osmosi tra i tre poteri assicurava infatti
forme di collaborazione insieme a meccanisti di condizionamento e
controllo reciproco (meccanismi di check and balance degli Stati Uniti). La
separazione dei poteri, in definitiva, assicura un governo moderato fondato
sulla dissociazione del potere sovrano e la distribuzione dei poteri tra le
diverse classi sociali antagoniste (aristocrazia e borghesia); garantisce la
libertà del sistema e quindi la libertà dell'individuo.
Seppure in una prima fase l'idea della separazione dei poteri fosse intesa in
maniera rigida, ben presto si riconobbe l'osmosi fra i tre poteri che assicurava
eccezione: Stati Uniti → 're repubblicano'; non è possibile avere negli USA titoli
nobiliari Costituzione) infatti si distaccano dalla monarchia che era odiata
quindi elezione diretta del capo dello Stato che detiene il potere esecutivo
Contraddizioni:
STATO INTERVENTISTA
Vi sono poi iniziative volte a regolamentare l'economia di mercato; viene
tutelata la libertà di concorrenza, ma al tempo stesso si vuole che l'iniziativa
economica privata non contrasti con i primari interessi sociali e garantisca il
rispetto della dignità della persona umana.
Welfare state, lo Stato sociale o lo Stato del benessere: lo Stato si prefigge la
redistribuzione della ricchezza in modo da realizzare l'eguaglianza sostanziale , la
giustizia sociale, vantaggi economici e sociali anche per le classi più deboli ed
emarginate.
Lo Stato sociale rappresenta quel volto dello Stato democratico che si mostra
attento alle categorie sociale economicamente più deboli; questa attenzione si
manifesta attraverso una ripartizione del prodotto derivante dai beni
economici diversa rispetto a quella che scaturiva, nello Stato liberale, dai
meccanismi di liberalismo economico.
Il principale strumento giuridico attraverso il quale lo Stato sociale realizza
questa redistribuzione della ricchezza prodotta è il sistema tributario.
Ancora più articolate sono le parti volte a disciplinare i rapporti tra pubblici
poteri e l’esercizio delle rispettive funzioni. In questo contesto si consolida il
carattere della rigidità costituzionale, e quindi il primato sulle altre fonti del
diritto, attraverso la previsione di un procedimento aggravato per la revisione
costituzionale. Intorno agli anni '20 in Austria Vienna) il magistrato Hans
Kelsen (diviene un giudice della Corte, dopo le leggi antisemite è costretto a
lasciarla) pensa che sia importante che le Costituzioni siano rigide e
difficilmente modificabili (questo davanti all'approvazione di leggi antisemite):
ollabora alla stesura della Costituzione austriaca del '20 dove viene istituita la
Corte Costituzionale (ha il compito di tutelare la Costituzione rispetto alle leggi
ordinarie). Questo poi si diffonde negli altri paesi dopo le dittature.
Rispetto allo Stato liberale, si evolve anche il concetto di Stato di diritto, in
quanto esprime non soltanto una legalità in senso formale, ma anche una
legalità in senso sostanziale, ovvero nella quale l’esercizio della potestà
amministrativa deve fare i conti con una legislazione sempre più penetrante
riguardo la forma di esercizio di tale potestà, ma anche con riferimento
all’oggetto e alle finalità degli atti della pubblica amministrazione. Diventa
dunque sempre più rilevante il ruolo assegnato alle Corti Costituzionali, in
quanto custodi della legalità costituzionale.
Nei paesi dove la Costituzione non è scritta c'è una ' Costituzione sostanziale '
formata da leggi ordinarie molto importanti. (stati dove la sovranità
parlamentare molto importante e molto forte e quindi viene meno l'appoggio
alla Corte Costituzionale)
Per bilanciare le criticità dei sistemi rappresentativi sono stati previsti, accanto
ai meccanismi di democrazia rappresentativa, Alcuni istituti di democrazia
diretta volte a consentire al popolo l'esercizio diretto di funzioni e di poteri
decisionali.
La Costituzione italiana, a questo riguardo, ha previsto diverse specie di
referendum: dal referendum abrogativo delle leggi ordinarie (articolo 75), a
quello approvativo o sospensivo nella revisione costituzionale (articolo 138) ai
referendum territoriali (articolo 132).
FEDERALISMO
Un altro modo di distinguere le forme di Stato riguarda la distribuzione
territoriale del potere.
UNITARIO Stato nel quale i poteri sono accentrati negli organi centrali o anche
delegati ad organi periferici dipendenti da quelli centrali, privi di poteri
decisionali (decentramento amministrativo o burocratico)
Gli Stati federali storicamente sono nati per associazione di Stati USA, RFT,
Svizzera), anche se esistono casi di Stati federali nati per dissociazione
Belgio). Ad ogni modo, in tempi odierni, si assiste al seguente fenomeno: gli
Stati federali tendono sempre più ad aumentare le competenze dello Stato
centrale e gli Stati unitari o regionali sempre più a decentrarsi.
Esistono poi esperienze che presentano caratteristiche ibride, che danno luogo
cioè a forme di regional-federalismo : si pensi al caso della Spagna, la cui
Stato socialista
Nello Stato socialista, il principio dello Stato di diritto viene sostituito dal
principio della sovranità popolare, costituita dall’alleanza degli operai e dei
contadini, tradotta sul piano istituzionale nell’accentramento dei poteri nelle
mani degli organi del potere statale, il cui ruolo guida è esercitato dal partito
comunista.
Stato autoritario
La direzione politica del paese è posta nelle mani del Capo del Governo. Il
Parlamento si colloca in una posizione subordinata all'esecutivo: è il Governo
che legifera decreti con forza di legge o regolamenti nelle materie a esso
riservate
Nei casi in cui, la massima autorità religiosa coincida con il vertice del
governo dello Stato stesso si ha uno Stato teocratico assoluto o della 'teocrazia
pura'. Ne ha rappresentato un'esperienza il regime teocratico in Afghanistan
tra il 1996 e il 2002 o nel caso del Sudan nel XIX secolo
Teocrazia costituzionale:
4: Forme di governo
La forma di Stato esprime il quadro dei principi e dei valori costituzionali che
presiedono al
rapporto tra autorità e libertà, tra governanti e governati;)
Nel corso del XVI secolo, in Europa si afferma l’era dell’assolutismo classico
caratterizzato da un sistema di governo posto nelle mani del re, il quale agiva
sostanzialmente privo di freni e vincoli.
Locke
Il primo a teorizzare il principio di separazione dei poteri, nel contesto
dell'esperienza costituzionale inglese, fu Locke. Il costituzionalismo liberale si
manifestò, in Inghilterra, in due fasi: in un primo tempo il potere monarchico fu
limitato dal riconoscimento del ruolo del parlamento; in un secondo momento il
parlamento assunse la supremazia sulla monarchia.
funzione esecutiva/federativa → Re
funzione legislativa → parlamento
Montesquieu
Rousseau
→ attribuisce un valore assoluto al principio democratico e identifica il
sovrano nella volontà generale della collettività facendo confluire quindi la
funzione esecutiva e legislativa nelle mani dell'assemblea democratica il potere
legislativo ed esecutivo, ma dato che questa sarebbe una prospettiva ideale e
utopica, Rousseau ammette e riconosce la distinzione tra i tre poteri dello
Stato: una distinzione puramente funzionale che assegna al popolo riunito in
assemblee l'espressione della volontà generale attraverso le leggi.
funzione esecutiva che assolve alla cura concreta degli interessi pubblici
e, di regola, assume la forma di decreto
Il principio della separazione dei poteri che si afferma con lo Stato liberale trova
la sua espressione, almeno in una prima fase, in quelle costituzioni che
Il criterio della legittimazione degli organi posti al vertice del potere esecutivo e
del potere legislativo può essere utilizzato anche con riferimento alle forme di
L'assetto dei partiti politici (ma anche della legge elettorale) e le loro
caratteristiche ideologiche influiscono in modo determinante sull'effettivo
funzionamento della forma di governo anche se le regole costituzionali che
dettano i limiti politici all'azione degli attori politici e degli organi costituzionali
incidono sulla fisionomia che il partito finisce per darsi → nel determinare una
data forma di governo si confrontano e relazionano, influenzandosi
reciprocamente, il dato giuridico-costituzionale e il dato empirico-politico
(prassi, consuetudini)
PRESIDENTE
CONGRESSO
Nel quadro del bilanciamento dei poteri è rilevante il potere del Presidente di
porre il veto sospensivo sulle leggi approvate dal Congresso; solo con
un'ulteriore approvazione a maggioranza dei due terzi il Congresso può
superare l'opposizione presidenziale.
Il sistema USA presenta quindi molti check and balance : poteri bilanciati dalla
necessità di intervento di altri poteri
CORTE SUPREMA
pregi
difetti
Il Primo ministro è inoltre nominato dal sovrano in seguito alle elezioni politiche:
per convenzione costituzionale, viene investito delle funzioni di capo del
governo il leader del partito che ha vinto le elezioni si determina così un
quadro di assoluta omogeneità tra il governo e la maggioranza parlamentare; è
improbabile che la Camera dei Comuni voti la sfiducia al governo.
La Camera dei Lord, a sua volta, pur essendo formalmente contitolare della
funzione legislativa, ha visto progressivamente ridursi il proprio ruolo politico
(camera poco rappresentativa della popolazione)
Il Tribunale costituzionale
Il sistema spagnolo
Il Re, Capo dello Stato è “arbitro” tra le istituzioni, può presiedere il Consiglio
dei Ministri, nomina il Presidente del Consiglio dopo che questi ha ottenuto la
maggioranza assoluta in Parlamento e nomina e revoca i Ministri, su proposta
del Presidente del Consiglio.
La Francia della seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso era
attraversata da turbolenze di natura politica e istituzionale (un parlamento
Il Presidente:
nomina il Primo Ministro, che però deve avere la fiducia del Parlamento
scioglie il Parlamento
Consiglio degli Stati che è formato dai rappresentanti dei Cantoni (due per
ciascuno)
4 protestanti e 3 cattolici;
In ogni caso nessun Cantone 26 può avere più di un rappresentante nel
consiglio federale.
Non è prevista alcuna forma di revoca del mandato o sfiducia parlamentare; né
il direttorio può determinare lo scioglimento anticipato dell'Assemblea → tra i
due organi, infatti, si determina una netta separazione che assicura stabilità
La costituzione del 1848, riformata nel 2000, ha disegnato un sistema federale
che riconosce ampie autonomie ai Cantoni.
Esistono molte forme di intervento diretto dei cittadini nel governo attraverso
5: Unione europea
Origini del processo di integrazione europea:
La crisi degli stati nazionali evidenziata dalla seconda guerra mondiale fece
sviluppare quelle idee di una forma di integrazione europea.
Ci fu un primo tentativo di creare una Comunità Europea di Difesa CED per
istituire una forma di cooperazione militare, ma il progetto, condiviso da sei
paesi (gli stessi che daranno vita alla CECA, si arenò con la mancata ratifica
del trattato siglato a Parigi nel 1952.
tutela libertà di circolazione delle persone, dei beni, dei servizi e dei capitali,
nonché la garanzia della libera concorrenza
Si ha poi il trattato di Maastricht (del 1992, ratificato nel 1993 con cui si crea
l' Unione Europea UE. Gli Stati cedevano porzioni di sovranità all'Unione da
gestire, però, con metodo intergovernativo. Veniva poi introdotto il principio di
sussidiarietà come principio regolatore degli interventi dell'Unione anche in
ambiti non suoi esclusivi.
Negli anni successivi sono stati ratificati nuovi trattati, in particolare quello di
Lisbona (entrato in vigore nel 2009 che ha abrogato tutti i precedenti trattati.
Questo nuovo trattato ha: chiarito il riparto delle competenze tra Unione e Stati
membri, ha rafforzato il principio democratico e la tutela dei diritti fondamentali,
anche attraverso l'attribuzione alla Carta dei diritti di Nizza del medesimo
valore giuridico dei trattati.
Al vertice il Consiglio Europeo , composto dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi
membri e dal Presidente di Commission, definisce gli orientamenti generali e le
priorità politiche generali dell'Unione, ma non partecipa all'attività legislativa.
Corte di Giustizia
Tribunale
(sede: Lussemburgo)
La Banca Centrale Europea : istituzione sempre più importante per i paesi che
hanno adottato l'Euro come moneta. La BCE, assieme alle banche centrali
nazionali, costituisce il Sistema europeo delle banche centrali e la BCE e le
banche nazionali centrali la cui moneta è l'euro, costituiscono l'Eurosistema e
conducono la politica monetaria dell'Unione.
principio di attribuzione
Principio di attribuzione:
-unione doganale
-politica monetaria
-conservazione delle risorse biologiche del mare nel quadro della politica
comune della pesca
Il periodo liberale
Statuto Albertino
scritto in francese poi tradotto in italiano: Statuto (in ricordo del glorioso
passato medievale italiano, infatti i comuni italiani avevano i loro Statuti)
Albertino (da Carlo Alberto)
breve → 84 articoli 139 attuali), dei quali solo 9 dedicati ai diritti e ai doveri (no
arresti non giustificati, diritto di priorità e poco altro: classici diritti liberali,
libertà dallo Stato).
FORMA DI STATO: nello Statuto erano presenti connotazioni tipiche dello Stato
liberale classico. Era infatti enunciato il principio dell'eguaglianza di tutti i
cittadini dinanzi alla legge ed erano riconosciuti i classici diritti fondamentali del
costituzionalismo liberale dell'epoca, in particolare diritti di libertà civile, tra i
quali un valore particolare era attribuito al diritto di proprietà.
La prassi del periodo liberale: i diritti individuali sono stati molto limitati
dall'intervento (che non aveva limiti) del legislatore, anche se con il Codice
Zanardelli del 1889 si abolisce la pena di morte che la Toscana già aveva
abolito e che diventò condizione indispensabile affinché la Toscana entrasse a
far parte del Regno d'Italia (dopo Unità si uniforma il codice penale dei vari ex
Stati).
Ancora più limitato era poi il ruolo riconosciuto alle comunità locali; in un
contesto di notevole accentramento, tipico dello Stato liberale di stampo
francese.
Nominava giudici.
Prese poi sempre più piede l'esigenza che lo stesso Governo godesse della
fiducia del Parlamento (ed in particolare della Camera elettiva) → passaggio
dalla forma di governo costituzionale ad una forma di governo costituzionale
parlamentare di tipo 'dualistico', in quanto il Governo incominciò a necessitare
di una duplice fiducia, quella del Re e quella del Parlamento.
Vittorio Emanuele II si oppose più volte ai Governi, ma senza esiti perchè ormai
era il Parlamento a decidere. Nel 1878, morto il Re, De Pretis presentò le
dimissioni nelle mani di Umberto I, che però le rifiutò perchè il Governo aveva
l'appoggio del Parlamento.
Come per ogni Stato liberale, anche in Italia il suffragio durante il periodo
liberale è molto limitato: nel 1848 solo il 2% della popolazione aveva il diritto di
voto (sopra i 25 anni e 40 lire d'imposta), nel 1882 solo il 7%, mentre nel 1919 si
introduce il suffragio 'universale' maschile (maggiore età) e si adotta il sistema
proporzionale, cancellando i piccoli collegi uninominali.
Lo Stato 'monoclasse' liberale italiano entra in crisi anche per la nascita dei
partiti politici di massa: nel 1892 il Partito Socialista e nel 1919 il Partito
Popolare
Il periodo fascista
La legge elettorale, in effetti, fu uno dei primi problemi del Governo Mussolini:
chiese di inserirla nei “pieni poteri” che il Parlamento gli aveva affidato in
materia tributaria e amministrativa, ma il Re si oppose. Ad ogni modo, i popolari
chiesero che il “premio” scattasse con il 40% dei voti, ma Mussolini non
accettò: si ricordi che Mussolini definiva le elezioni dei “ludi cartacei”, ossia, dei
“giochi di carta”.
Il 6 aprile 1924 si tennero le elezioni: le due liste fasciste ottennero il 66% dei
voti: seppur ridotta all’osso ancora esisteva un’opposizione in Parlamento.
“se il fascismo non è stato che olio ricino e manganello e non invece una
passione superba della migliore gioventù, a me la colpa! Se il fascismo è stato
un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione”.
Sin dal 1925 il 'Duce' diviene Capo del Governo (non si chiama più
presidente del Consiglio dei Ministri); a nominare e revocare i Ministri,
tuttavia, era ancora formalmente il Re (era questa la sua più importante
funzione residuale).
Si risolve il problema del rapporto con la Chiesa: nel 1929 sono firmati i
'Patti Lateranensi' da cui nasce lo Stato della 'Citta del Vaticano' e il
Concordato, per regolare, tra l'altro, il matrimonio, l'insegnamento, il pubblico
impiego e altro.
Il 24 luglio del 1943 il Gran Consiglio del Fascismo (non più convocato dal
1939, approva il cd. 'ordine del giorno Grandi', con il quale, appellandosi allo
Statuto, ancora formalmente in vigore, si chiede al Re di assumere l'effettivo
comando delle Forze Armate e di prendere le supreme decisioni. Con l'ordine
del giorno, secondo molti storici, si voleva soltanto la sostituzione di Mussolini
e il distaccamento dalla Germania nazista, ma gli effetti furono ben più generali.
Lo stesso 25 luglio 1943 furono letti due 'proclami' alla radio: uno, del Re, che
diceva di avere accettato le dimissioni e di aver nominato Badoglio, l'altro, di
Badoglio, che gelò gli animi con il tanto temuto 'la guerra continua'.
Il primo Governo Badoglio 25 luglio 1943 17 aprile 1944, composto da militari
e tecnici, tentò di compiere una 'restaurazione monarchica': il ritorno
all'ordinamento statutario in vigore fino all'avvento del fascismo, depurandolo
delle istituzioni e delle leggi fasciste.
primo Comitato di Liberazione Nazionale CLN formato dai partiti della cd.
L’evoluzione della situazione: dopo che gli Alleati sfondarono la “linea Gustav”, il
4 giugno 1944 data la liberazione di Roma. Il CLN potè uscire dalla
clandestinità.
Seguì il primo governo De Gasperi 10 dicembre 19451 luglio 1946, sotto il
quale si tennero le prime elezioni del dopoguerra, le elezioni di 5680 Consigli
comunali: la scelta di anticiparle rispetto a quella della Costituente fu molto
dibattuta, anche se le percentuali di voto poi furono all’incirca simili.
Parteciparono alle elezioni comunali circa l’80% degli aventi diritto.
alla Repubblica andarono il 54% dei voti 12,7 milioni), alla Monarchia il 45%
10,7 milioni): le schede tra bianche e nulle furono 1,4 milioni: comunque la
Repubblica avrebbe vinto, anche se le bianche e le nulle fossero state tutte
monarchiche
Democrazia
L’Assemblea Costituente 556 membri nell'Assemblea costituente di cui 7
donne) iniziò i suoi lavori il 25 giugno, con un discorso del decano, Vittorio
Emanuele Orlando.
La Costituzione, per Aldo Moro, è una “ piramide rovesciata ” che realizza una
sorta di “socialità progressiva”: dall’individuo alla famiglia, dalla famiglia alle
associazioni, dalle associazioni ai partiti e ai sindacati, dai partiti ai Comuni, alle
Regioni e su fino allo Stato.
lunga: contiene l'insieme dei diritti inviolabili e dei doveri fondamentali (art
1354 sia l'articolazione della forma di governo e della forma di Stato.
nel Titolo dei rapporti economici III vengono disciplinati non solo i diritti
dei privati ma anche la presenza dello Stato nell'economia. Questo si sviluppa
secondo tre direttrici: 1. il riconoscimento di diritti, negati dai regimi
precedenti, quali il diritto di sciopero o di associazione sindacale; 2 la
proprietà e l'iniziativa economica vengono assoggettate ai limiti
dell'interesse generale; 3 il riconoscimento della possibilità per lo Stato di
assumere le vesti di imprenditore e di poterlo fare, in certi casi, in condizioni
di monopolio.
l'unico limite esplicito si rinviene nell'art 139 Cost., il quale stabilisce che:
→ la carica elettiva e non ereditaria del Capo dello Stato non è modificabile
vi sono poi alcuni limiti impliciti (confermati dalla Corte) che scaturiscono
dall'art 139 e dal comma 1 dell'art. 1 Cost. → i 'principi supremi' che
caratterizzano l'ordinamento democratico italian debbono essere ritenuti
immodificabili: primi articoli della Costituzione (principi fondamentali artt.1
12, il principio della separazione dei poteri e il 'nucleo essenziale' dei diritti e
dei doveri elencati nella Parte I (artt.1354; l
L'art 3.1Cost sottolinea la 'pari dignità sociale' di tutti i cittadini (ma in realtà di
tutte le persone come da interpretazione estensiva del formulato da parte della
Corte costituzionale) e del valore supremo della dignità umana.
Principio di eguaglianza:
'Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge':
📌 L'espressione 'fonti del diritto' sta ad indicare quegli organi, quelli atti,
quei fatti che pongono in essere le norme giuridiche, innovando in tal
modo l'ordinamento giuridico.
Le fonti primarie (previste così dalla Costituzione) che sono le leggi (statali
e regionali) e gli atti aventi forza di legge cioè i decreti legge e i decreti
legislativi delegati;
lex posterior generalis non derogat priori speciali: una legge generale non
prevale su una legge speciale anche se precedente ma le fonti coesistono
ed è compito dell'interprete valutare caso per caso quale debba essere
applicata.
diversi sia tra fonti di uno stesso ente. Così, una legge dello Stato troverà il
proprio limite in una legge regionale in materia di competenza regionale e
viceversa. A livello sovranazionale il criterio troverà invece applicazione nei
rapporti tra Stato ed Unione europea nella disciplina delle materie di rispettiva
competenza. La violazione del criterio di separazione determina l'invalidità
dell'atto che dovrà essere annullato dalla Corte costituzionale.
→ Ci si rifà alla fonte superiore che attribuisce la competenza ad una delle due
fonti primarie.
tenderò a dare una certa importanza alla fonte più specifica rispetto a quella
generale.
Diritto vivente: sistemi di civil law e common law: nei primi, di tradizione
romanistica, il diritto positivo è fondato su sistemi di norme scritte, sia di rango
Due più importanti atti che hanno valore e forza di legge nelle fonti primarie:
decreto legislativo delegato e decreto legge.
In realtà, entrambi godono della forza 'attiva' e 'passiva' propria delle legge
formale, ossia della capacità di abrogare fonti primarie ad essi preesistenti e di
resistere all'abrogazione da parte di fonti subordinate successive.
(solo il decreto legislativo presenta, invece, anche il 'valore' della legge, inteso
come completa equiparazione giuridica della stessa, che deriva dalla delega ad
esercitare la funzione legislativa che il Parlamento conferisce al Governo).
→ art 70 'la funzione legislativa è esercitata dalle due Camere'
Il fatto che le leggi sono la regola, la fonte primaria per eccellenza, è dovuto al
fatto che sono espressione di democraticità dato che il Parlamento è l'organo
eletto direttamente ed inoltre è lì che si ha il dialogo tra i rappresentanti del
popolo (presente maggioranza ed opposizione: non possibile nel Consiglio dei
ministri).
La cautela del Costituente nei confronti degli atti normativi del Governo si
evince da diversi elementi:
Non esistono termini precisi, più si crede nella centralità del Parlamento più il
tempo sarà breve, più la maggioranza è succube del Governo più il tempo sarà
allungato. (scadenza legislatura è vincolo logico)
Il decreto legge viene adottato dal Governo, sotto la sua responsabilità, con
deliberazione del Consiglio dei Ministri, in caso straordinari di necessità ed
urgenza ed emanato dal Presidente della Repubblica (di regola il giorno stesso
o quello successivo alla sua approvazione).
L'urgenza di provvedere può derivare sia da una situazione emergenziale (es.
calamità naturale) sia dall'esigenza di fornire immediata regolamentazione ad
una situazione già sorta e destinata a degenerare in assenza di interventi (es.
ambito economico e fiscale, cd. 'decreti catenaccio').
Il decreto legge entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale e contestualmente il Governo presenta in Parlamento il
disegno di legge di conversione.
Una conseguenza dell'alluvione dei decreti legge è la reiterazione dei d.l.: dato
che gli se il decreto legge non viene convertito i suoi effetti decadono fin da
quando è stato approvato, il Governo ha cominciato a reiterare i decreti leggi
prima della scadenza: il governo reitera, riapprova il decreto legge in scadenza.
Si può reiterare anche all'infinito.
Alcuni dati: i dati sono quasi disarmanti: nelle prime legislature, l’utilizzo della
decretazione d’urgenza fu “controllata”: 29 d.l. nella prima, 60 nella seconda,
30 nella terza, 94 nella quarta, 69 nella quinta. L’impennata si ebbe, come
detto, dalla sesta legislatura 124 d.l.). Nella settima legislatura furono emanati
167 d.l., nell’ottava 275 d.l. e nella nona 307 d.l. Le legislature più recenti,
potremmo dire fino alla sentenza n. 360 del 1996, si attestarono su numeri
elevati: nella decima i d.l. furono 466, nell’undicesima 490 e nella dodicesima
ben 718. La correlazione tra aumento della decretazione d’urgenza e il
fenomeno della reiterazione è spiegata proprio dai numeri: se nella quarta
legislatura dei 94 d.l. emanati soltanto uno fu reiterato, già nell’ottava, a fronte
di 275 d.l. emanati, ben 71 vennero reiterati, quindi più di un quarto. Il fenomeno
correlativo crebbe a dismisura, tanto che nella dodicesima legislatura su 718
d.l. emanati (che significa più di 28 d.l. al mese in media) ne furono reiterati ben
546, quindi quasi l’ottanta per cento
La Corte ha infatti stabilito che i decreti legge non convertiti non posso essere
ripresentati, avendo le Camere, anche con l'inerzia, manifestato la propria
volontà.
Per quanto riguarda l'alluvione la Corte non si è molto espressa dato che anche
la maggioranza deve ritenere il decreto urgente e necessario se lo approva, la
Corte se dichiarasse cosa è urgente e cosa no si sostituirebbe alla
Camera/Governo facendo scelte politiche.
RISERVA DI LEGGE
→ strumento mediante il quale la Costituzione individua la fonte abilitata a
disciplinare una determinata materia.
assoluta, caso in cui la legge o gli atti avente forza di legge devono
disciplinare la materia in tutti i suoi aspetti, senza margine di intervento per
le fonti subordinate
relativa, caso in cui alla fonte primaria compete la disciplina almeno dei
principi relativi alla materia e al regolamento governativo la disciplina della
parte rimanente.
REFERENDUM ABROGATIVO
Per la Corte, sin dalla sentenza n. 16 del 1978, il quesito del referendum deve
essere “chiaro”, “univoco” ed “omogeneo”: in poche parole, non può trarre in
“inganno” l’elettore, che deve poter scegliere senza costrizioni legate al come è
letteralmente formulato il quesito stesso.
La Costituzione prevede:
Poteri d'indirizzo:
Nella forma di governo parlamentare italiana attori dell'indirizzo politico sono
Parlamento (maggioranza parlamentare) e Governo legati dal rapporto di
fiducia che li fa operare in stretto rapporto tra di loro (mozione di fiducia e voto
sulla questione di fiducia).
Poteri garanti:
A garanzia dell'ordinamento e del funzionamento del sistema costituzionale
vigilano due poteri 'garanti' della Costituzione: il Presidente della Repubblica e
la Corte costituzionale.
Caratteristiche:
8: Corpo elettorale
Nella Costituzione gli organi che vengono trattati sono in successione:
Parlamento, Presidente della Repubblica e Governo (solo 5 articoli, i
Costituenti temevano il governo e le possibili derive perchè in fin dei conti la
dittatura fascista è stata una dittatura di governo; risente dei vent'anni della
dittatura)
Stranieri al di fuori area UE qualora siano titolari di una carta di soggiorno,
possono partecipare alla vita pubblica locale. Tuttavia, una circolare
ministeriale del 2004 ha escluso la possibilità di riconoscere ai cittadini
extracomunitari il diritto di voto per l'elezione del Sindaco e del Consiglio
comunale. Diversamente, la Corte costituzionale attribuisce il voto agli
stranieri nell'ambito dei referendum consultivi regionali e locali
Il diritto-dovere di voto
Art 48 il voto è:
L'esercizio del voto è dovere civico. Cosa significa? Non c'è obbligo giuridico di
voto, ma è deontologicamente un dovere civico. Progressivo abbandono della
Non basta avere il diritto di voto per avere una democrazia (sarebbe una
democrazia anche il fascismo); il diritto di voto è un elemento necessario ma
non sufficiente quindi.
L'elettorato indica la capacità elettorale, ovvero la capacità di agire in modo
rilevante dal punto di vista politico-costituzionale, e si distingue in:
Il suffragio universale maschile è stato istituito nel 1912 dove tutti i cittadini che
avessero compiuto 30 anni erano legittimati al voto, senza distinzione per ceto,
censo o professione. Il suffragio universale venne introdotto nel 1945 e le
donne esercitarono il diritto di voto per la prima volta in occasione delle elezioni
amministrative del 1946. Fino al 1975 la maggiore età si raggiungeva al
compimento dei 21 anni, poi abbassati a 18.
Quando il diritto di vto può essere limitato? L’elettorato attivo può essere
limitato solo in particolari casi, menzionati all’articolo 48 comma 4 della
Costituzione e disciplinati da legge ordinaria, ovvero nei casi di sentenza
penale irrevocabile o cause di incapacità civile e indegnità morale.
Anche per l'elettorato passivo sono previste alcune cause ostative che limitano
o escludono la capacità di accedere alla competizione elettorale o di svolgere il
mandato elettivo.
Sono incompatibili coloro che già ricoprono altre cariche istituzionali, per
cui - per evitare contaminazioni nella composizione dei potere dello Stato e
assicurare l'esercizio imparziale di ciascuna funzione pubblica- si richiede
l'assunzione e l'espletamento in via esclusiva del mandato istituzionale. Il
soggetto può quindi candidarsi e partecipare alla competizione elettorale, ma
se viene eletto deve optare per un solo incarico istituzionale.
Sistemi elettorali
MAGGIORITARIO
PROPORZIONALE
Anche il Presidente del Consiglio non sarà necessariamente il leader del partito
di maggioranza relativa, ma l'Esecutivo potrebbe essere affidato per motivi di
equilibrio al leader o agli esponenti di partiti di minore consistenza elettorare.
Nel 1919 viene introdotto il proporzionale (il passaggio da stato liberale a stato
democratico vede anche il passaggio da maggoritario a proporzionale, grazie
ad esempio ai popolari, cioè il partito cattolico)
Mussolini introduce poi un premio di maggioranza al proporzionale: 2/3 dei
seggi al vincitore (prima di dittatura) a cui si appone Matteotti: Legge Acerbo
il 'premio', come disse Einaudi nel suo 'Scrittorio', Presidente che comunque
non rinviò, deve stare 'lontano' dai due terzi, per evitare di 'snaturare' la
revisione della Costituzione: argomento forte
Nel 1993 per la necessità di riformare il sistema partitico italiano, i cui connotati
tradizionali erano profondamente cambiati per motivi interni ed internazionali, e
per l'urgenza di superare la fase di instabilità politica divenuta ormai cronica, si
giunge alla prima riforma del sistema elettorale mediante la trasformazione
dell'impianto di rappresentanza politica secondo il sistema maggioritario.
(legge Mattarella): maggioritario per 3/4 seggi e proporzionale per il resto; nel
1993 inizia quindi la storia dei sistemi elettorali misti.
Questa legge introdusse una formula mista, a base proporzionale con premio
di maggioranza che veniva attribuito alla coalizione che otteneva la
maggioranza relativa.
Questa legge venne poi ulteriormente modificata per effetto della sentenza 35
del 2017 della Corte costituzionale, la quale dichiarava la parziale
incostituzionalità dell’Italicum, annullandone specifici frammenti, ridefinendo
così in modo implicito la formula per la scelta dei deputati in senso
sostanzialmente proporzionale.
In definitiva è possibile affermare che il sistema elettorale italiano, per un breve
arco di tempo, è dipeso dalle pronunce della Corte costituzionale, in quanto è
stato definito da due sentenze di parziale incostituzionalità, ovvero la 1 del
2014 e la 35 del 2017, le quali avevano profondamente inciso rispettivamente
sulla legge 270 del 2005(porcellum), rimasta in vigore per l’elezione del Senato
in un’ottica proporzionale, e sulla legge 52 del 2015(italicum), che riguardava
l’elezione della Camera dei deputati.
9: Parlamento
ordinamento della Repubblica (organizzazione costituzionale): dall'art. 55 al
139
Nel 1925 venne abolita la fiducia parlamentare al Governo e nel 1939 la Camera
dei Deputati fu sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, non eletta
da cittadini ma composta dai componenti dei Consigli nazionali del Partito
Nazionale Fascista e del Consiglio Nazionale delle Corporazioni.
MONOCAMERALISMO/BICAMERALISMO
La struttura (monocamerale o bicamerale) del Parlamento di uno Stato
democratico riflette la scelta, operata dalle singole Carte costituzionali, su il
tipo di rappresentanza e il ruolo che l'organo è chiamato a svolgere. Si rileva, in
generale, che la struttura monocamerale mira a dare un'unica rappresentanza
della volontà popolare; la scelta bicamerale evidenzia invece l'esigenza o la
volontà di fondare il mandato parlamentare su elementi diversi della società
che si ritiene necessario porre alla base del rapporto rappresentativo.
due modelli di bicameralismo:
senatori a vita: Art. 59: è senatore di diritto e a vita chi è Stato Presidente della
Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque
cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale,
scientifico, artistico e letterario (eredità dello Statuto albertino, il senato era
integralmente composto da membri nominati dal re).
5 numero massimo o 5 per ogni Presidente?
Diversi, inoltre, come già visto, sono i requisiti anagrafici richiesti per
l’esercizio
dell’elettorato attivo e passivo per Camera e Senato.
sistema elettorale
La durata ordinaria della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,
definita Legislatura, è fissata dalla Costituzione in 5 anni (art.60.
Nella formazione originaria di questo articolo la durata delle due Camere non
era equiparata Camera 5, Senato 6; nel 1963, in virtù del bicameralismo
perfetto si decise di introdurre la fissazione in cinque anni per entrambe le
camere.
La Costituzione affida al Presidente della Repubblica il compito di indire le
elezioni delle
nuove Camere al termine della Legislatura, fissandone anche la prima riunione
Art.87.3, e di
deliberare lo scioglimento anticipato delle Camere sentiti i loro Presidenti Art.
88.
il Presidente
l'Ufficio di presidenza
i gruppi parlamentari
PRESIDENTE
Ogni Camera elegge il proprio Presidente, il cui compito è quello di
rappresentare la propria
Camera d'appartenenza e di organizzarne i lavori. Inoltre, ai Presidenti delle
due Camere, talvolta di concerto, sono attribuite alcune ulteriori funzioni, quali
la nomina di componenti di autorità indipendenti (esempio Autorità Garante per
la concorrenza e il mercato) o di organi di autogoverno di alcune magistrature
Consiglio della magistratura militare) o di Presidenti di organi parlamentari,
quali le commissioni bicamerali di inchiesta e il Consigliodell’Ufficio
parlamentare di bilancio.
Inoltre, il Presidente del Senato svolge il ruolo di supplente del Capo dello
Stato in caso di
impedimento di quest’ultimo, mentre il Presidente della Camera presiede il
Parlamento in seduta comune.Il Presidente si pone dunque come organo
super partes.
COMMISSIONI
Rilevante è la partecipazione numerica ai gruppi parlamentari, in quanto incide
sulla formazione
delle CommissionI (i posti in commissione sono assegnati in base alla
proporzione dei seggi in aula divisi per gruppi parlamentari)
Le Commissioni sono dunque articolazioni interne alle Camere e si distinguono
in:
Presidente possono chiedere la verifica del numero dei presenti. Nel quorum
strutturale incidono in modo significativo gli astenuti al voto che, mentre nella
Camera possono rimanere in aula, al Senato deve allontanarsi dall’aula,
risultando quindi assente.
indennità: il suo importo annuo e i suoi elementi sono stabiliti dalla legge;
inoltre è assicurato ai parlamentari un trattamento provvidenziale, disciplinato
da un regolamento interno. La ratio di questa prerogativa si rinviene nella
volontà del Costituente di consentire a chiunque di svolgere un mandato
parlamentare, senza preoccupazioni per il mantenimento proprio o della
famiglia. A partire dal 2012 è stata poi soppressa la rendita vitalizia prima
prevista per i parlamentari al termine del mandato, che è stata sostituita da
una pensione, calcolata con il metodo contributivo e assoggettata a specifici
requisiti riguardanti il periodo di contribuzione e l'età.
ineleggibilità e incompatibilità
ineleggibilità: previste dalla legge: impedisce alla persone che ricoprono carica
ineleggibile di concorrere alle elezioni (esempio capo polizia, preti), sono quindi
motivazione valide in principio.
incompatibità: possono fare campagna elettorale e se eletti devono scegliere
una tra le due camere Presidente della Regione, sindaco con più di 5000
abitanti ecc.
PROCEDIMENTO LEGISLATIVO
iniziativa
approvazione
promulgazione
pubblicazione.
ignorantia legis non excusat → nessuno può dire di non conoscere la legge dopo
la pubblicazione della legge su Gazzetta; cognizione del testo della legge.
diventa efficace con la pubblicazione, non più solo perfetta
Come mai la posizione al II titolo, prima del Governo? I Costituenti del Governo
non volevano occuparsene, dopo 20 anni di dittatura governativa (dedica al
Governo solo 5 articoli)
Il bisogno di un capo dello Stato: cenni a Freud
per avere una società bisogna avere anche un movimento verticale dove si
ritrova il padre come figura chiave che aiuta la famiglia (e poi Capo dello Stato
nella società) ad andare avanti → l'uccisione del padre per interiorizzare la
norma → il Capo dello Stato è come il padre della famiglia ma nella società, ha
un ruolo inestimabile, tanto importante come il padre di famiglia.
Questo pensiero di Freud può avere una deriva autoritaria: vedi la nascita di
capi carismatici come Hitler e Mussolini (inizialmente Freud era favorevole a
Mussolini ma poi si discosto e criticò i vari capi)
Anche nelle primissime società esisteva figura di capo, di guida, questa figura
simbolica nel tempo poi non è mai scomparsa; effetti taumaturgici del re →
esigenza di avere un punto di riferimento che nel tempo si è laicizzato, ma nella
carica di Capo dello Stato c'è un momento di unità e riconoscimento, padre da
uccidere → non esiste paese al mondo senza capo dello Stato, potremmo
farne a meno ma non ne facciamo a meno (questo quindi è un bisogno innato
della società)
vorremmo non avere un Capo dello Stato (una sola persona prende
decisioni) ma lo abbiamo; non si intromette e guida/indirizza con comunicati,
rinvio leggi, nomina Ministri su proposta del Consiglio dei ministri
Il quorum necessario per essere letto: nei primi tre scrutini è richiesta la
maggioranza dei due terzi, dal quarto quella assoluta.
''É senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della
Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque
cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale,
scientifico, artistico e letterario.''
Ai sensi dell'art 59.2, il Presidente della Repubblica ha la possibilità di nominare
senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti
nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
Retaggio del periodo statuario, questo potere ha fatto molto discutere dottrina
e politica. Nel primo caso poichè la Costituzione non chiarisce se ogni
Presidente possa nominare cinque senatori a vita, oppure, se cinque è il
numero massimo di senatori che possono esservi in Senato. Nel secondo caso,
Sui motivi del rinvio parte delle dottrine ritiene che essi debbano riguardare
violazioni della Costituzione, sottolineando il ruolo di garante della Costituzione
del Capo dello Stato. Altri autori ritengono che il Capo dello Stato posso
decidere di rinviare una legge anche per ulteriori motivazioni, come ad esempio
poichè incoerente rispetto ad altre previsioni di legge. Per quanto riguarda la
questione temporale, nel caso di rinvio delle leggi di conversione dei decreti il
Presidente dovrebbe rinviare il più presto possibile per evitare la decadenza del
decreto legge.
I Presidenti si sono di regola dimostrati molti cauti da un punto di vista
quantitativo per il rinvio delle leggi: sessantuno rinvii in sessantanove anni
Cossiga 23, Saragat 0.
Il Parlamento, una volta che il Presidente rinvia la legge, può assumere tre
posizioni: riapprovare la legge senza alcuna modifica, riapprovarla con
modifica, soprassedere.
Alcuni, basandosi sull'art 74.2, sostengono che il Capo dello Stato nel momento
in cui il Parlamento riapprova la legge rinviata, senza o con modifiche, deve
procedere con la promulgazione. Altri sostengono che non possa esistere in
capo al Presidente un obbligo di promulgazione, in quanto, tra le altre
Il Presidente può inviare messaggi alle Camere, cd. 'messaggi liberi' (art 87.2,
che possono riguardare qualunque problema che il Presidente ritenga debba
essere valutato con particolare attenzione dal Parlamento come la necessità di
riformare l'assetto istituzionale, l'esigenza di intraprendere significative riforme
in campo economico, nonchè casi politicamente più complessi, come la
necessità di un generale ripensamento della condizione delle carceri.
I Presidenti hanno utilizzato questo potere in modo ancora più cauto rispetto a
quello di rinvio delle leggi. Si dovette attendere il terzo Presidente per il primo
messaggio libero.
Si può collocare a metà tra un messaggio libero e una dichiarazione ufficiale
l'usale discorso del Presidente che pronuncia dopo il giuramento davanti al
Parlamento in seduta comune con il quale accetta formalmente l'elezione.
Così come nei confronti del Parlamento e delle leggi, allo stesso modo il
Presidente della Repubblica può svolgere un ruolo particolarmente significativo
rispetto al Governo e ai suo atti.
'Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei
Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e,
su proposta di questo, i Ministri.'
Il Presidente, ai sensi dell'art 92.2, nomina il Presidente del Consiglio e, su
proposta di questo, i Ministri.
Questa attribuzione si inserisce nella fase di procedimento di formazione del
Governo immediatamente successiva a quelle delle consultazioni e
Per quanto riguarda le Forze Armate (attribuzione simbolica dato che non
rappresenta in senso stretto il superiore gerarchico dei corpi militari) egli ne ha
il comando, presiede il Consiglio Supremo della Difesa (in determinati frangenti
politici, il Consiglio ha assunto un ruolo significativo quale sede nella quale si
sono prese importanti decisioni politiche anche grazie al ruolo svolto dal Capo
dello Stato) e dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere (mai
concretizzato e vincolato dalla decisione del Parlamento). (ai sensi dell'art.
87.9.
CASO CIAMPI solo di recente la questione è stata portata davanti alla Corte
costituzionale, poichè in uno specifico caso il Presidente della Repubblica e il
Governo, in particolare il Ministro della Giustizia, non sono riusciti a raggiungere
Le 'esternazioni' presidenziali
Non solo: l'art. 90 dispone che il Presidente non è responsabile degli atti
compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento e per
attentato alla Costituzione. In questi casi è messo in stato d'accusa dal
Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri, ed il
giudizio spetta alla Corte costituzionale in composizione integrata.
La controfirma ministeriale è significativa dell'assunzione della relativa
responsabilità in capo al Governo.
La controfirma si rifà anche a convenzioni e a prassi.
Per quanto riguarda le convenzioni si sono avuti: atti del Presidente esenti dalla
controfirma e comunque considerati unitamente validi: le dimissioni (in quanto
atto personalissimo), gli atti di promovimento dei conflitti di attribuzione tra
poteri dello Stato dinanzi alla Corte costituzionale (altrimenti si priverebbe il
Capo dello Stato del potere di ricorrere all'organo di chiusura dell'ordinamento),
nonchè il atti adottati in qualità di presidente di organi collegiali (non sono
Lo studio della figura del Presidente della Repubblica non può prescindere da
una considerazione tanto dal dato formale quanto di quello sostanziale.
11: Governo
Non esiste il Capo del Governo!
→ Non solo: nel Titolo III della Parte II vengono compresi tre istituti differenti:
'Il Consiglio dei Ministri', 'La Pubblica Amministrazione e 'Gli organi ausiliari'.
Tuttavia il ruolo del Governo, nella realtà e nel tempo, si è strutturato in modo
ben diverso dal modello originario, infatti va oggi considerato in una visione
ben differente da quella prevista dalla Carta costituzionale dato che si pone
come l'istituzione investita dell'esercizio di importanti funzioni di indirizzo
'Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dei
ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri.'
La Composizione:
La legge n.400 del 1988 sull'organizzazione del Governo rappresenta una
legge direttamente attinente alla cd. 'materia costituzionale', non soltanto
perchè ha dato attuazione (dopo 40 anni! al comma 3 dell'art. 95Cost ('la
legge provvede all'ordinamento della Presidenza del Consiglio..') ma anche e
sopratutto perchè rappresenta la normativa che 'costituisce' concretamente il
Governo della Repubblica.
In questo senso - disciplinandone e stabilizzandone gli organi in una struttura
più articolata di quella prevista dalla Carta - essa si pone come la legislazione
sostanziale che consente effettivamente all'Esecutivo di funzionare e di
esercitare le competenze secondo quei principi fondamentali indicati dalla
Costituzione solo in modo generale.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
I Ministri:
La formazione
Art. 92.2:
'Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e,
su proposta di questo, i ministri'
Art. 93:
'Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di assumere le funzioni,
prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica'
→ Pertanto, il Governo si costituisce con decreti del Presidente della
Repubblica di nomina, seguiti dal giuramento di fedeltà alla Repubblica e di
Questo significa che prima di dare l'incarico procedere ad una serie di colloqui
con esponenti politici ed istituzionali (presidenti dei gruppi parlamentari,
affiancati dai presidenti e dai segretari dei partiti, Presidenti ed ex-Presidenti
delle Camere, ex-Presidenti della Repubblica, sindacati) affinchè sia scelto
colui che avrà la maggiore possibilità di formare un Governo stabile: l'istituto
delle consultazione si è affermato come consuetudine costituzionale e permette a
ciascun partito o gruppo parlamentare di manifestare la propria intenzione di
concorrere in termini concreti alla futura maggioranza.
→ non ci sono limiti alle consultazione dato che è una prassi non scritta e che si
adatta alla contingenza
La formazione inizia quando il Presidente del Consiglio si dimette
(giuridicamente si dimette tutto il Governo) e rassegna le dimissioni al
Presidente della Repubblica.
Il procedimento di formazione del Governo deve essere unico, cioè, il
Presidente della Repubblica deve nominare tutto il Governo.
formare un governo.
Questi governi sono spesso criticati come 'governi del Presidente' e come privi
di legittimazione democratica, ma tali critiche sono superate nei fatti dalla
fiducia che il Parlamento ha accordato loro.)
Tuttavia quando i membri dell'Esecutivo, a cominciare dal Presidente del
Consiglio, sono tratti dalla società civile e non dai partiti, e questo grazie alle
loro competenze e capacità 'professionali', che li rendono (o dovrebbero
renderli) meno dipendenti da motivazioni ideologiche (e da logiche elettorali) e
meglio in condizione di raggiungere obiettivi concreti prefissati.
Le funzioni:
'I ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri, e
individualmente degli atti dei loro dicasteri'
La cessazione:
'Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda
o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
(..) Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del
Governo non importa obbligo di dimissioni.'
L’approvazione della mozione di sfiducia, anche solo da parte di una delle due
Camere, comporta
le automatiche dimissioni governative e l’entrata in crisi del governo.
Artt. 76 e 77 Cost
76
Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che
abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la
sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno
stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono
appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.
I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro
sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare
con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.'
Atti:
Essi sono tutti emanati nella forma di d.P.R., dopo essere stati deliberati dal
Consiglio dei ministri.
importante.
cinque Regioni Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Trentino, Friuli) alle quali, ai
sensi dell'art 116, sono attribuite 'forme e condizioni particolari di
autonomia'. Tale previsione trova fondamento nell'esistenza, in queste
Nel 1990 veniva approvato l'ordinamento degli enti locali che riconosceva ai
Comuni e alle Provincie la possibilità di approvare i propri statuti.
Art 126 elezione diretta del vertice dei Comuni e Regioni, ma in caso di morte o
dimissioni o impedimento permanente del Presidente della Giunta regionale e
Sindaco si ha la fine della carica e lo scioglimento di tutto il Consiglio: se si
sfiducia il Presidente anche il consiglio si scioglie (smul stabunt simul cadent)
Legge costituzionale 2001, n.2: riforma gli statuti delle Regioni speciali e
della loro forma di governo, estendendo i contenuti della l.cost n1 del 1999
Art 126.3 principio del simul stabunt simul cadent: il Presidente può, però
essere sfiduciato dal Consiglio attraverso una mozione di sfiducia,
sottoscritta da almeno un quinto dei suoi componenti, approvata per
appello nominale e votata a maggioranza assoluta degli stessi. La sfiducia
provoca le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio regionale,
rendendo necessarie nuove elezioni, così come avviene nel caso di
dimissioni volontarie, impedimento permanente, morte, rimozione del
Presidente o per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri.
La l. cost. n.2 del 2001, di riforma agli statuti delle Regioni speciali, ha esteso
a queste ultime i contenuti, previsti per le regioni ordinarie dalla l. cost n.1 del
1999, sulla forma di governo, prevedendo, pertanto, un modello incentrato
sull'elezione diretta del Presidente.
Art 5 :
'La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali;
attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento
amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze
dell'autonomia e del decentramento.'
L'articolo 5, pur affermando il principio dell'unità ed indivisibilità della
Repubblica, individua, al contempo, i valori costituzionali dell'autonomia locale
e del decentramento amministrativo.
Art 114 :
L'originale testo recitava 'la Repubblica si riparte in Regioni, Provincie e
Comuni', individuando questi enti come articolazioni territoriali dell'ordinamento
repubblicano. La Carte costituzionale del 1948 quindi non si è limitata a
valorizzare le autonomie locali preesistenti, ma ha previsto un nuovo ente di
Governo, la Regione, alla quale sono attribuite competenze legislative ed
amministrative'.
L'art. 114 della Costituzione disegna quella che viene chiamata la Repubblica
delle autonomie:
'La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città
metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato'
Questo assetto è delineato nella riforma del 2001; lo Stato perde quindi la
competenza generale a legiferare, potendolo fare solo nelle materie elencate
come sue esclusive nel testo costituzionale, mentre le Regioni hanno
competenza su tutte le aree di competenza non comprese negli elenchi di
materie previste dalla Costituzione nell'art 117.
Agli enti territoriali viene garantita una vera e propria autonomia costituzionale
che si esplicita nel potere di adottare dei propri statuti e una piena potestà
regolamentare ed amministrativa.
Città metropolitane: con la riforma del titolo V del 2001 appare la Città
metropolitana nel novero degli enti territoriali a garanzia costituzionale. Si deve
attendere poi la cd. 'legge Delrio' 2014 per avere il passaggio ad esse delle
relative funzioni a partire dal 1 gennaio 2015.
Gli statuti, le leggi e gli atti amministrativi delle Regioni ordinarie erano
sottoposti a controlli statali preventivi di legittimità e di merito.
Gli atti amministrativi delle Regioni e degli enti locali erano sottoposti a
controllo di legittimità e di merito
Il Consiglio regionale poteva, in certi casi, essere sciolto con decreto del
PdR (possibilità mantenuta anche nell'attuale art.126Cost).
art 117.4 una clausola residuale, potestà legislativa residuale, per cui tutte
le materie non comprese nei due elenchi precedenti spetta alle Regioni la
potestà legislativa
Quanto alle Regioni speciali, la riforma del 2001 non ha inciso direttamente sulla
disciplina dei loro poteri, contenuta, come già visto, nei l. cost del 2001, ha però
previsto che le disposizioni relative alle Regioni ordinarie si applicano anche alle
Regioni a statuto speciale 'per le parti che prevedono forme di autonomia più
ampie rispetto a quelle già attribuite'.
Quanto alle funzioni amministrative, invece, l'art 118.1 Cost. prevede che la
generalità delle stesse sia attribuita ai Comuni, salvo casi in cui, per assicurarne
l'esercizio unitario, in applicazione dei principi di sussidiarietà,
differenziazione e adeguatezza, non siano riferite ai livelli di governo via via di
maggiori dimensioni.
La cd. legge Delrio, in attesa che fosse approvata la riforma costituzionale che
contemplava l'abolizione delle Provincie e prevedeva gli 'enti di vasta area',
disciplinati con legge dello Stato, ha previsto l'istituzione delle Citta
metropolitane e ha dettato una nuova disciplina delle Provincie (configurate da
enti di secondo livello dato che non eletti direttamente dai cittadini) e delle
unioni e fusioni di Comuni (introdotte alcune modifiche alla loro potestà
statuaria e regolamentare e ha previsto una nuova semplificazione della loro
disciplina)
In base all'art.119 della Cost, Regioni ed enti locali hanno risorse che possono
essere:
La perdurante innatuazione della legge sul federalismo fiscale del 2009, sia per
ragioni politiche che per l'avvento della crisi economico-finanziaria che ha il
colpito il nostro Paese, nonchè una serie di tagli lineari agli enti territoriali,
hanno portato ad un indebolimento dell'autonomia finanziaria degli enti locali
rispetto a come era stata concepita dalla riforma del 2001.
13: Magistratura
All'interno del sistema costituzionale della Repubblica, la Magistratura, alla
quale la Costituzione dedica il Titolo IV della Parte Seconda, costituisce un
ordine a cui è affidato l'esercizio della funzione giurisdizionale, quale attività
pubblica statuale di individuazione, interpretazione ed applicazione della legge
ad una fattispecie concreta, allo scopo di risolvere un controversia insorta fra
due soggetti.
La Costituzione ha esplicitamente stabilito all'art. 104.1, che la magistratura
deve essere autonoma ed indipendente da ogni altro potere: autonomia intesa
come facoltà di auto-governo nel senso che l'ordine giudiziario non deve
subire, né nel suo complesso (cd. 'autonomia istituzionale'), né rispetto alla
Magistratura italiana:
Art. 101 della Costituzione:
'La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto
alla legge'
indipendenza funzionale
indipendenza organizzativa
Materia civile:
Materia penale:
Il p.m, pur assumendo la qualifica di 'parte' processuale sia nel rito penale, sia
nel rito civile (dove non sempre interviene), appartiene (secondo l'originale
disegno della Costituzione su questo assai diverso da altre esperienze
straniere in cui la pubblica accusa è elettiva o dipendente dal potere esecutivo)
all'ordine giudiziario e condivide, con gli altri organi giudicanti, i meccanismi di
reclutamento e di progressione di carriera, e lo stesso organo di auto-governo
(il Consiglio Superiore della Magistratura) → infatti il p.m. italiano non è
paragonabile alla figura del 'avvocato dell'accusa'.
In ragione del suo ruolo peculiare, la Costituzione impone alla legge di
riconoscere anche al p.m, così come al giudice, una posizione di 'indipendenza'
(art. 108.2Cost)
L'art 107.1 Cost. assicura ai magistrati (giudici e p.m) l'inamovibilità' dalla sede
giudiziaria assegnata e dalle funzioni attribuite.
Il magistrato, quindi, non può essere dispensato o sospeso dal servizio, nè
destinato ad altra sede o funzione, salvo che con il suo consenso o nei casi
tassativamente previsti dalla legge sull'ordinamento giudiziario in base ad una
apposita deliberazione del C.S.M → si tratta di una specifica e fondamentale
'guarentigia' costituzionale, rivolta ad assicurare l'autonomia e l'indipendenza
della magistratura, la terzietà del giudizio e l'imparzialità e la serenità, tanto del
giudice, quanto del p.m., nello svolgimento delle loro attività rispetto alle
pressioni che potrebbero derivare anche solo dall'astratta possibilità di
sospensione o rimozione dal servizio.
Per quanto riguarda la mobilità 'interna' dei magistrati, ovvero alla loro carriera,
il passaggio da una qualifica o funzione all'altra all'interno della magistratura
giudicante o di quella requirente, si basa attualmente, a differenza che in
passato dove era fondato su meccanismi automatici unicamente legati
all'anzianità di servizio, su un'apposita valutazione di professionalità, alla quale
ciascun magistrato è sottoposto ogni quattro anni sino al raggiungimento della
settima valutazione, che ha lo scopo di accertare la capacità, la laboriosità ecc
secondo criteri ed elementi oggettivi prestabiliti in via generale dalla legge e da
atti del CSM.
La legge tipizza gli illeciti che essi possono commettere sia nell'esercizio
delle loro funzioni, sia al di fuori di esse, e quelli connessi alla commissione
dei reati. → illecito/responsabilità disciplinare
Ai sensi dei commi 1 e 2 dell'art. 111Cost ogni processo deve essere 'giusto' e
'regolato dalla legge', e si deve svolgere in contraddittorio tra le parti in
condizione di parità, davanti ad un giudice terzo ed imparziale, secondo una
durata ragionevole.
Il giudizio civile - predisposto alla tutela dei diritti soggetti nei rapporti tra
privati - è promosso a iniziativa di parte da colui il quale vanti una pretesa
('attore') verso un altro soggetto ('convenuto'), mediante un 'atto di
citazione'. Il rito è ispirato al 'principio dispositivo' nel senso che alle parti
spetta portare le prove a fondamento delle loro ragioni.
GIUDIZIO PENALE
Per quanto collocati in posizione diversa rispetto a quella in cui sono contenute
le norme sulla giurisdizione, assumono rilievo nel procedimento penale anche i
principi relativi alla 'irretroattività della legge penale incriminatrice', di
'personalità della responsabilità penale e di 'presunzione di non colpevolezza' ai
sensi dell'artt. 25 e 25 Cost
HANS KELSEN
Hans Kelsen (giurista, professore di diritto costituzionale) visse a Vienna (amico
di Freud): iniziò ad aver paura ad insegnare all'Università dato il diffondersi
dell'antisemitismo (aveva origini ebraiche), e iniziò a viaggiare fino ad arrivare
negli USA.
Maturò l'idea della giustizia costituzionale: istituire cioè una Corte/Tribunale a
cui dare il compito di garantire la rigidità della Costituzione: dichiarare se le
leggi approvate dal Parlamento (a volte anche in maniera unanime)
rispettavano le indicazioni, i principi della Costituzione.
L'unico precedente era la Corte suprema USA, anche se per certi aspetti
differente:
USA
L'origine del sindacato di costituzionalità delle leggi è riconducibile al caso
Marbury vs. Madison, deciso dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1804, in
cui il Chief Justice (carica del presidente della Corte suprema) Marshall
sostenne che, in presenza di un contrasto fra una legge del Congresso e la
Costituzione federale, doveva essere quest'ultima, quale 'supreme Law of the
Land' a prevalere sull'altra, e che di conseguenza andava riconosciuto ai giudici
( e in ultima istanza alla Corte suprema) il potere-dovere di disapplicare la
legge costituzionalmente illegittima nell'ambito della funzione di
interpretazione e applicazione del diritto propria del potere giudiziario.
Aveva così origine lo 'judical review of legislation' secondo le caratteristiche del
modello americano che ancor oggi caratterizza l'esperienza costituzionale degli
Stati Uniti unicamente in via di precedente giudiziario, non essendo mai stato
codificato nella Costituzione federale.
EUROPA
Nell'esperienza europea il sindacato di costituzionalità delle leggi ebbe un
origine e assunse un impianto differenti per una molteplicità di fattori (come la
centralità assunta, a seguito della Rivoluzione francese, dal principio di
soggezione del giudice alla legge) che hanno condotto ad attribuire la
funzione di controllo di costituzionalità delle legge ad un organo ad hoc
dotato di caratteristiche strutturali e funzionali proprie, e non a tutti i giudici
(modello americano).
a) per un terzo, nominati dal Presidente della Repubblica con atto formalmente
e sostanzialmente presidenziale, controfirmato dal Presidente del Consiglio dei
Ministri.
b) per un terzo, eletti dal Parlamento in seduta comune, e quindi dall'organo
massimamente rappresentativo della Nazione, con votazione a scrutinio
segreto e a maggioranza dei due terzi dei componenti per i primi tre scrutini e
di tre quinti dei componenti per i successivi scrutini sino a che non sia
raggiunta la soglia richiesta in modo tale da garantire una larga convergenza di
voti sulla scelta che escluda nomine di 'parte' o di 'maggioranza', per garantire
l'imparzialità e terzietà dell'organo.
c) per un terzo eletti dalle supreme magistrature, ordinaria e amministrative,
che assicurano il collegamento con la Magistratura, e in specifico:
uno dal Consiglio di Stato e uno dalla Corte dei Conti, per le magistrature
speciali, con votazione a maggioranza assoluta del collegio al primo
scrutinio e, ove questa non venga raggiunta, con turno di ballottaggio tra i
candidati che abbiano raggiunto il maggior numero di voti nel secondo
scrutinio.
Quale che sia l'organo che li nomina o li elegge, i giudici costituzionali debbono
essere professori universitari ordinari in materie giuridiche o avvocati con
almeno vent'anni di esercizio professionale o magistrati.
I giudici costituzionali durano in carica nove anni, decorrenti dal giorno del
giuramento al PdR e non sono nuovamente nominabili.
controllo di tipo 'accentrato': caso in cui sia istituito un organo 'ad hoc',
unico ad essere dotato di funzioni di garanzia costituzionale
ITALIA
In Italia, invece, la preferenza per il controllo di costituzionalità di tipo
giurisdizionale accentrato si giustifica per ragioni sistematiche/storiche. → da
una parte il principio di soggezione del giudice ordinario alla legge (art.101 di
derivazione franco-rivoluzionaria e napoleonica, dall'altra la mancanza del
principio del 'precedente vincolante' rischiava di ingenerare eccessiva
incertezza sulla validità delle leggi. Inoltre era diffuso all'epoca dell'Assemblea
costituente, il timore che affidare il controllo di costituzionalità delle leggi a una
generazione di giudici in parte formatasi nel periodo precedente.
L'accesso per via incidentale implica, per forza di cose, un controllo di tipo
'successivo' e 'concreto' dato che la legge deve essere in vigore per poter
essere applicata dal giudice nella specifica controversia dalla quale scaturisce
la richiesta d'intervento dell'organo di controllo costituzionale.
ITALIA
Dal punto di vista degli 'effetti' del giudizio di costituzionalità delle leggi:
Il controllo di costituzionalità può essere attivato per due vie: via 'principale' e
via 'incidentale':
Le sentenze si distinguono:
Il rigetto della questione, invece, ha effetto solo 'inter pares' nel senso che,
una volta risolto, il dubbio di costituzionalità del giudice a quo, quest'ultimo
riassume il processo e perviene a decisione applicando la legge che aveva
sottoposto a vaglio di costituzionalità.
sentenze 'pro futuro': la Corte modula sul piano temporale gli effetti delle
proprie decisioni.
Fra le funzioni attribuite alla Corte, l'art.134.2, individua quella di risoluzione dei
'conflitti di attribuzione' fra i poteri dello Stato, e tra lo Stato e le Regioni e fra le
Regioni.
La Corte svolge un ruolo di garanzia dell'equilibrio costituzionale complessivo,
risolvendo 'conflitti di attribuzione' che hanno per oggetto l'interpretazione e
l'applicazione di norme costituzionali che attribuiscono un determinato compito
a un dato organo costituzionale.
Si distinguono in:
Alla Corte costituzionale sono state, infine, attribuite due ulteriori funzioni.
1 Giudizio sull'accusa di alto tradimento di attentato alla Costituzione da parte
del Presidente della Repubblica, promossa dal Parlamento in seduta comune a
maggioranza assoluta.
Numerosi, d’altra parte, sono i doveri previsti dalla Carta, ma più che doveri sui
singoli, l’attenzione è richiamata dalla novità rappresentata dalla previsione di
situazioni di diritto-dovere, per le quali certi diritti sono correlati a dei doveri.
I diritti di uguaglianza
La libertà personale
Con l’articolo 13 , la Costituzione riconosce il diritto della libertà personale.
La libertà di domicilio
Ai sensi dell’ articolo 14 , la libertà di domicilio rappresenta un diritto inviolabile,
esteso a tutti gli uomini senza distinzioni, sia come singoli sia come formazioni
sociali.
Il domicilio può essere oggi definito come ogni luogo in cui una persona, sia
essa fisica o giuridica, abbia legittimamente la disponibilità per l’espletamento
di attività legate alla propria vita privata o di relazione.
Dunque oltre all’abitazione in senso stretto, la garanzia costituzionale si
estende alla camera d’albergo, allo studio professionale e via dicendo.
Per quanto riguarda le restrizioni imponibili alla libertà di domicilio, il secondo
comma riproduce con riferimento alle ipotesi d’ispezioni, perquisizioni e
Ciò significa che, in via ordinaria, solo il giudice sulla base di una legge può
autorizzare, motivando l’atto, ispezioni, perquisizioni e sequestri.
Libertà e segretezza sono definiti diritti inviolabili, per cui i titolari sono tutti gli
uomini e i soggetti collettivi.
Risulta tuttavia piuttosto complesso definire quali siano i confini del diritto
costituzionalmente tutelato, in quanto la norma si riferisce
contemporaneamente alla libertà e alla segretezza, provocando delle
incongruenze.
La libertà di riunione
La libertà di associazione
La libertà di associazione è disciplinata dall’ articolo 18 , secondo il quale i
cittadini possono associarsi liberamente, dunque la scelta è frutto della propria
volontà, per cui l’esercizio del diritto non è condizionato obbligatoriamente.
Per associazione si intende un’organizzazione di individui, dotata di una
tendenziale stabilità ed orientata al perseguimento di fini comuni.
La Costituzione pone tre limiti al diritto di costituire delle associazioni, di cui
uno di carattere generale e due specifici.
Il limite generale scaturisce dal divieto di associarsi per fini che sono vietati ai
singoli dalla legge penale; i due limiti specifici consistono nel divieto di
costituire associazioni segrete e associazioni che perseguono scopi politici
attraverso organizzazioni di carattere militare.
Il primo comma afferma che Stato e Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio
ordine, indipendenti e sovrani.
Inoltre cita, come profili rientranti nella libertà religiosa, anche il diritto di
propagandare la propria religione e il diritto di praticare, tanto in privato quanto
il pubblico, il proprio culto.
L’unico limite previsto dalla Costituzione alla pratica del culto religioso, è quello
del buon costume, inteso nel senso del pudore sessuale.
L’ articolo 20 precisa poi come il carattere ecclesiastico di un’associazione o il
fine di culto della medesima non possano essere oggetto di limitazioni
legislative ad hoc, di gravami fiscali aggiuntivi o restrizione della capacità
giuridica.
Un cenno a parte lo meritano quei diritti di liberà che, pur non essendo
formalmente enunciati nel testo costituzionale, trovano un loro fondamento
dalla lettura evolutiva di altri diritti costituzionalmente riconosciuti, come il
diritto al nome e all’identità personale, il diritto all’onore e alla reputazione, e il
diritto alla riservatezza.
L’articolo 14, della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, prevede che lo
straniero ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo per sottrarsi alle
persecuzioni.
Nell’articolo 10, comma 3, è disciplinato il diritto d’asilo , in base al quale il
cittadino straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle
libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel
territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
A tale fine è stato istituito nel 1965 l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione
contro gli Infortuni sul Lavoro INAIL, unico centro a livello nazionale di
prevenzione, sicurezza e ricerca in materia antinfortunistica nel mondo del
lavoro. Vi è poi l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale INPS, ente presso
cui devono essere obbligatoriamente iscritti tutti i lavoratori dipendenti pubblici
o privati e la maggior parte dei lavoratori autonomi, che non abbiano una
propria cassa previdenziale autonoma. L’INPS rappresenta il principale ente
previdenziale italiano che garantisce i diritti dei lavoratori e dei loro familiari dai
rischi derivanti dalla perdita del lavoro e anche una pensione, a fronte di una
contribuzione obbligatoria versata dal lavoratore nell’arco della vita lavorativa.
L’ articolo 39 della Costituzione configura una norma mai attuata, per volontà
stessa dei sindacati italiani. La norma proclama la libertà dell’organizzazione
sindacale.
La Costituzione prevede poi il diritto di sciopero, che si esercita nell’ambito
delle leggi che lo regolano.
L’ articolo 40 garantisce la sospensione dal lavoro per la tutela degli interessi
del lavoratori, consentendo al lavoratore la libertà di non effettuare le
prestazioni di lavoro senza che vi siano conseguenze sul piano civile, penale,
amministrativo, tranne la sospensione del lavoro.
I diritti politici
Come stabilito dalla Costituzione, rientrano tra i diritti politici, il diritto di voto, il
diritto di associarsi in partiti, il diritto di petizione, il diritto di accesso ai pubblici
uffici e alle cariche elettive, il diritto d’iniziativa legislativa, il diritto di richiedere
e partecipare ai referendum popolari, ovvero quei diritti che garantiscono ai
cittadini di partecipare, singolarmente o in forma associata, direttamente o
indirettamente, alla vita politica del Paese ed alla formazione delle decisioni
pubbliche.
Sono da considerare diritti fondamentali, in quanto parte essenziale,
costitutiva, della democrazia liberale.
Diritto di voto
Il diritto di voto è lo strumento più rilevante per permettere ai cittadini di
partecipare all’organizzazione politica del Paese sia in via diretta, con il
referendum, sia in via indiretta, con le libere elezioni dei rappresentanti negli
organi decisionali dello Stato e degli enti locali.
L’ articolo 48 , afferma il principio del suffragio universale, secondo il quale sono
elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno conseguito la maggiore età.
Il secondo comma prevede 4 requisiti fondamentali per rendere libera
l’espressione del voto, ovvero, il voto è:
eguale: ogni voto di ogni elettore si riconosce di pari peso, al di là del sesso
e delle condizioni personali, sociali ed economiche.
A tale scopo si è previsto d’istituire una circoscrizione Estero per l’elezione delle
Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma
costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Diritto di petizione
L’ articolo 50 afferma che tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere
per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.
Il primo comma sancisce che tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono
accedere agli uffici pubblici e alle cariche pubbliche in condizioni di
eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. L’articolo è stato poi
integrato, stabilendo che la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le
pari opportunità tra donne e uomini.
Il secondo comma pone invece l’attenzione sui requisiti fissati dalla legge per
accedere ai pubblici impieghi e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza
con riguardo al possesso della cittadinanza.