Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Diritto Internazionale
Che cos’è il diritto internazionale?
In senso (molto) ampio sono le regole della “vita internazionale”:
Rapporti tra stati (in senso classico pace e guerra. La guerra va a rompere l’iniziale stato di pace)
Diritti umani (diritto alla privacy per esempio)
Diritto dell’Ambiente e la sua tutela (di chi è la colpa dell’inquinamento durante l’industrializzazione ? della
responsabilità internazionale)
Ma anche
Trasporti (aerei, navi)
Commercio internazionale (il fatto che noi italiani usiamo computer non italiani, costruiti e importati dall’estero accade
proprio sulla base del diritto internazionale)
o Es. contratti tra privati > es. quello telefonico
Il fatto che stiamo usando internet collegandoci a siti che stanno al di fuori dell’italia è una questione che si rifà sempre al
diritto internazionale = concetto spazio
Possiamo riassumere il diritto internazionale con “Ubi societas, ibi jus” dove c’è una società Internazionale (=
organizzazione sociale) c’è il diritto internazionale:
- un pacchetto di regole. Quindi il diritto internazionale sono le regole della società internazionale che è fatta non solo da stati
ma anche da tanti attori.
- insieme di regole di diritto che formano un insieme unitario ed ordinato e che sono prodotte in conformità a determinate
fonti di produzione esterne a ciascun stato. Il diritto dell’ordinamento giuridico internazionale è un diritto a carattere non
nazionale ed è il più potente sistema di regolazione globale
è la società internazionale ad avere il diritto internazionale➔Società internazionale: insieme di soggetti che intrattiene
relazioni internazionali
La comunità Internazionale è fatta da Stati ed ogni Stato, al suo interno ha un proprio ordinamento giuridico, ogni stato ha
un proprio set di regole che è diverso da quello degli altri stati le norme giuridiche di uno Stato differiscono da quello di
un altro. Non c’è nessun motivo per cui uno stato decide le regole di un altro stato.
All’interno di uno stato vi sono più ordinamenti non statali che pongono regole solo per determinati gruppi di esseri umani
(es. chiesa cattolica: chi la segue rispetta le sue regole) tutte le regole di questi ordinamenti non statali devono essere
conformi alle regole e ai limiti che impone lo Stato in virtù del principio di sovranità = capacità di uno stato di fare delle
regole e di appliccarle sul territtorio, per questo tutte le regole si basano sulla sovranità per cui non ci possono essere delle
leggi che vadano contro la sovranità dello stato. Caso UE = le leggi che vengono fatte devono essere conformi alla
sovranità di tutti i paesi
Tutto quello che vedremo si basa sul principio volontaristico gli stati accettano le regole, se non l’accetta allora quella
regola non vale per lo stato.
Il diritto internazionale ci dà il limite entro cui gli stati possono esercitare la sovranità. Questo principio
non è qualcosa di nuovo poiché c’è sempre stata quest’idea che ci sia un limite, la percezione che ci fosse qualcosa al di
sopra degli stati. (Il diritto internazionale coincide in qualche modo con i limiti dell’umanità) riferimento al fatto che il
sovrano assoluto doveva obbedire a Dio = entità sopra gli stati (prima ancora del diritto internazionale, c’è sempre stata la
neccessità tra le comunità umane di rapportarsi con gli altri gruppi secondo delle regole > es trattati di pace).
Cosa esiste quindi? È un dato di fatto che la pluralità di enti esista ancora. Essi si crearono in modo violento da
comunità umane i quali esprimono un proprio indirizzo interno. Queste comunità umane prendono il nome di STATI.
Dati sono portatori di un proprio ordinamento giuridico e di interessi propri, distinti dagli interessi dei singoli individui
componenti ciascuna comunità. Tuttavia, le comunità umane non vivono isolate infatti si sviluppano relazioni con altre
comunità umane (coesistenza, coordinamento, cooperazione, ma anche interferenza). L’insieme di tutte queste relazioni
crea il fondamento dell’ORDINAMENTO GIURIDICO INTERNAZIONALE (Questo ordinamento nasce perché gli enti- statO
esistono ed interagiscono tra di loro). Tutto questo forma la SOCIETA’ O COMUNITA’ INTERNAZIONALE, che abbraccia
tutte le forme di relazione giuridica internazionale e anche altre diverse tipologie di enti-soggetto.
Pertanto non è il diritto internazionale ad essere sovranazionale ma solo qualche sua norma può essere considerata tale in
quanto i soggetti dell’ordinamento internazionale le riconoscano un valore imperativo.
Si è spesso sostenuto in passato che il diritto internazionale fosse il prodotto della civiltà occidentale cristiana e che fosse
nato con l’inizio dell’era moderna, a partire dal 16^ secolo. ➔affermazione corretta se si intende il diritto internazionale
come l’insieme delle regole, scritte e non scritte, che disciplinano le relazioni tra gli Stati.
Il Diritto internazionale appare da subito quando l’essere umano capisce che vi è un Noi e un Loro (ca. 6mila anni fa)
(questa relazione tra noi e loro necessita di essere regolata), quando si organizzavano i villaggi e riconosceva una
leadership alla propria comunità, e lo stesso vale per gli altri villaggi singolarmente ➔appare quando comunità umane
organizzate si trovano ad interagire con altre comunità simili➔ le relazioni tra i villaggi vanno regolate. Il diritto
internazionale, se concepito come l’insieme delle norme scritte e non scritte, applicabili a dei soggetti o a delle situazioni,è
sempre esistito.
Neccessità di regolare le relazioni tra “noi” e “loro”. Se si guardano testi antichi della nostra civiltà, si vede come il popolo si
deve comportare: esempi
Bibbia: è il testo più antico della nostra sfera culturale, troviamo al suo interno: il concetto di società Internazionale, jus
cogens che dà delle regole di natura oltre le quali non si può andare che valgono per tutta la comunità internazionale, diritti
umani che si applicano all’interno della propria comunità, trattamento dello straniero che viene trattato o meglio o peggio
degli appartenenti alla comunità a seconda di quali siano i rapporti con la comunità da cui proviene.
Nella Bibbia ci sono delle visioni che rimangono ancora al centro del diritto internazionale contemporaneo. Si parla
dell’unità del genere umano e del pluralismo delle Nazioni. Inoltre vi è Lo JUS Inter Gentes, Ovvero il diritto delle relazioni
tra le comunità umane concernente le regole che disciplinano i loro rapporti (sia nella pace che in guerra). Molto importante
è la tutela e la protezione dei diritti dell’individuo, a favore dello straniero.
Antica Grecia: (polis) qui si è arbitrato per la risoluzione delle controversie tra eguali, si pone il trattamento dei PoW = si
pongono le basi del DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO cioè il diritto della guerra sistematizzato nell’800’, di base sono le
regole che si possono ottenere/da seguire in guerra (comportamento dei militari durante la guerra/prigionieri di guerra). I
greci ci lasciano l’idea che il prigioniero di guerra non sia un oggetto ma cmq non viene trattato bene.
All’esame domanda frequente: Differenza tra diritto umanitario internazionale vs diritti umani (ius cogens)
Antica Grecia (arbitrato per la risoluzione delle controversie; trattamento dei PoW).
a) NOI E LORO➔Facevano una distinzione fondamentale tra le loro città e le altre tribù o nazioni che qualificavano come
barbare. Con queste ultime le relazioni si fondavano sulla forza- e no sul diritto e sulla giustizia. Quindi mentre le nazioni
cristiane era il mondo civilizzato, gli altri erano il mondo barbaro e selvaggio. Il diritto internazionale nell’antica Grecia si
applicava soltanto tra le nazioni civili.
b) Si scopre che tra i greci si sviluppò l’arbitrato delle loro controversie; dall’altro lato, i greci contribuirono all’umanizzazione
della guerra (Ovvero al trattamento umano dei prigionieri di guerra).
Antica Roma: l’impatto è enormesvilluppo degli accordi = trattati con nazioni straniere. I romani sono aperti agli altri
popoli riconoscendo la propria superiorità e sottomissione degli altri a Roma, “regole” con le nazioni straniere alcune di
queste regole sono la giustificazione della guerra, su quale base si può invadere un’altra terra.
Roma fu il primo stato a possedere delle norme precise per regolare le sue relazioni con gli altri popoli. Ci sono anche
regole interne per relazionarsi con gli stranieri (es. un romano si sposa con una dell’Emilia Romagna come vanno
riconosciuti i figli, come unni o romani, la signora va considerata come romana?) = diritto internazionale privato
(domanda frequente esame): come regolare quei rapporti che hanno un elemento di estraneità, influenza indiretta tramite
il diritto comune diritto romano rimane in vigore a lungo e gli stati che vengono dopo cioè i regni romani germanici
dovranno subirne l’influenza. Quindi le norme del diritto romano modelleranno il diritto internazionale fino almeno alla pace
di Westphalia. Possiamo fare questo salto perché in epoca medievale si iniziano a mettere in discussione i poteri universali
(vengono messi in discussione i poteri di alcuni monarchi): dai poteri universali ai poteri statali. Da una parte c’è il potere
dell’imperatore e dall’altra quello del papa.
L’impero romano sviluppa anche la prassi dello scambio di ambasciatori, la cui persona era inviolabile pena le più severe
sanzioni.
a) Roma diede vita a un corpo di diritto particolare volto a regolare i rapporti tra cittadini romani e stranieri (JUS
gentium)➔Non essendo diritto internazionale veniva definito come parte del diritto romano applicabile a certi stranieri ossia
un diritto interno in materia internazionale➔Introduce il principio del diritto internazionale: il diritto romano, ci dice su
base di che norme si gestiscono i rapporti con gli stranieri. Permettevano a popoli non romani di stabilirsi nell’ impero in
cambio di qualcosa. Nell’opinione diffusa anche i romani durante l’età imperiale iniziano a fare trattati internazionali con i
regni barbari➔ stipulato tutto attraverso accordi.
b) Influenza indiretta: L’influenza del diritto romano si manifestò sul diritto internazionale dei secoli successivi (divenne il
diritto comune della cristianità e del sacro romano impero germanico)➔molti principi generali di diritto affondano le loro
radici sul diritto romano.
I principi generali del diritto➔ si ritrovano nella civiltà di derivazione europea ma sii trova anche nel diritto islamico per
esempio o nelle strutture meno organizzate in Africa
Diritto Internazionale ci porta allo sviluppo della diplomazia e del diritto diplomatico
- Dove la sovranità si manifesta in base alla decisione che si vuole seguire, sarà il sovrano (re) di ogni singolo stato a
decidere quale fede devono seguire i sudditi
- il territtorio è libero di seguire la religione del proprio sovrano che non può più essere attaccato sulla base di ciò dalla chiesa
cattolica (anche se non è cattolico) nasce il moderno sistema degli stati come “unione” di territorio, popolazione e
potere di governo effettivo.
Nascita della sovranità: Territtorio, popolazione e potere di governo sono ancora oggi quello caratterizza lo stato: l’Italia è
un pezzo di terra dove vivono delle persone soggette ad un potere di governo effettivo.
La sovranità significa essere a pari livello di potere con gli altri stati sovrani.
I padri fondatori del diritto internazionale erano convinti dell’idea che vi era un diritto superiore (diritto di natura) laico,
universale ed eterno. Secondo Grozio è naturale perché sgorga dalla ragione, e questo permette di concentrarsi solo sullo
studio delle situazioni giuridiche e politiche reali e concrete allontanandosi dai dogmi teologici.
Essi speravano di ritrovare i principi del diritto naturale nel diritto in romano. Parallelamente vi era l’insegnamento teologico
religioso, ovvero lo studio dei problemi morali e quindi giuridici suscitati dalle nuove questioni legate alla conquista delle
Americhe da parte di Colombo.
Nell’800 si parla di Concerto Europeo➔tutto porta a sviluppare norme, regole e principi per governare le loro
relazioni e le relazioni con le terre d’oltremare. Questi sono ancora oggi validi o sono quelli da cui poi noi abbiamo
creato le disposizioni che seguiamo nel DI (quindi questa lotta porta alla creazione di nuove regole per definire i rapporti
tra stati).
Alcuni esempi dello sviluppo del diritto internazionale tra il 16° ed il 20° secolo:
Diritto del mare (Grotius), con il principio di libertà dei mari, zone marittime, le acque territoriai (fino a 3 miglia perché è fino
a là che arrivano i cannoni);
Sviluppo del diritto pattizio
Schiavitù (oggi è intangibile), dalla facilitazione alla successiva regolamentazione e proibizione.
Decolonizzazione si sviluppano delle regole da seguire quando i territtori occuppati da questo concerto europeo non
vogliono più stare sotto ad esso, è ciò che succede nelle Americhe = principio applicato inizialmente in parti dell’Asia e
Americhe.
Idea di “soluzione pacifica delle controversie” (1828)
Dopo Napoleone, nascono i soggetti “derivati” dagli stati chiamate unioni amministrative nell’800’ oggi sono le
organizzazioni Internazionali intergovernative ORG internazionali (da non confondere con ONG = non governative, sono
indipendenti dagli stati.) Gli stati iniziano a mettere assieme le proprie neccessità e a delegare delle cose altre per la
regolamentazione di esse.
N.B. Nascono nuovi soggetti: i primi derivano dagli stati➔ soggetti “derivati” dagli Stati➔gli Stati decidono di dare vita a
una cosa nuova che di fatto ha capacità di agire sul piano internazionale (destinatario anche di norme). Ma perché si
creano questi altri soggetti? Perché si capisce che certe cose le fanno meglio gli enti organizzati dagli stati, che ogni
stato fa da se. I primi esempi di unioni amministrative (ora org internazionali) sono quelle che gestivano il transito dei mezzi
in un fiume che funge da confine tra due stati➔ questioni SEMPRE PRATICHE.
Finisce l’uniformità del Diritto internazionale che è quella data dalla comunità degli stati
Nel 19°/20° secolo, si pone il problema della guerra… la guerra è sempre esistita, solo nell’800 si inizia a pensare che
guerra non è buona cosa.
A fine 800, si pensa alla pace perpetua (Kant), si creano le prime corti internazionali alle quali gli stati si impegnano a
rivolgersi prima di dare inizio ad un attacco reciproco. Nascono quindi i primi progetti di pace perpetua tra le nazioni
mediante il diritto internazionale. Kant indicò che la pace universale e permanente presuppone il superamento della
sovranità degli stati e dell’anarchia internazionale, solamente possibile attraverso una Federazione con tutti i popoli della
terra. Ebbe talmente successo che venne posta a fondamento teorico di istituzioni come la società delle Nazione nel 1919 e
l’organizzazione delle Nazioni Unite nel 1945.
L’evoluzione tecnologica porta già dopo la 1GM a un pensiero diverso nei confronti della guerra…con la nascita delle
nazioni unite prima si pensa di fare sanzioni, poi la guerra (proprio per non ripetere ciò che successe nella 1°GM). La
società delle nazioni aveva i suoi problemi, non è stata utile. Il primo paese sanzionato fu l’Italia. Un esempio: Italia
sanzionata dalla società delle nazioni dopo la campagna in Etiopia.
Diritto internazionale privato: per lo più formato da norme di diritto interno (= in italia,insieme di norme italiane che ci
permette di collegare quel contrattp a qualcosa), regola le relazioni private (individuali) con elementi transfrontalieri
(elementi di estraneità vuol dire che un contratto non è ascrivibile a un solo paese; se non ci sono questi elementi, essi
non sono rilevanti).
L’unione europea ha profondamente inciso sul diritto internazionale privato italiano , sia regolando materie che
appartengono tradizionalmente al diritto internazionale privato degli Stati membri Ue , sia attraverso la giurisprudenza della
Corte di giustizia Ue riguardante l’interpretazione di quegli atti. Anche il diritto internazionale privato può essere oggetto di
norme dell’ordinamento internazionale . Le norme di diritto internazionale privato si collocano prevalentemente
nell’ordinamento interno dei singoli stati anche se queste regole hanno oggetto internazional : si tratta infatti di norme
interne in materia internazionale , cioè di una parte del diritto in vigore nello stato relativo ai rapporti con l’estero .
Le relazioni private possono averle anche gli stati, ad esempio se uno stato compra una cosa in questo caso non si parla
più di diritto internazionale pubblico >azienda italiana che investe in Messico
Esistono regole non create dallo stato, ci possono essere contratti regolati da norme create da altri enti.
Tuttavia oggi le cose sono più complesse: trattati multilaterali con effetti sulle aziende private come sono? contratti tra e
private stranieri come sono? Imprese multinazionali? diritto transnazionale: va attraverso i confini delle nazioni.
CONCLUSIONE➔UBI SOCIETAS IBI IUS= Ad una società oggi transnazionale non può che corrispondere un diritto esso
stesso transnazionale ➔DIRITTO TRANSNAZIONALE, diritto che regola delle relazioni che sono attraverso i confini, che
toccano più ordinamenti per diversi aspetti==>sembra di essere nel caos totale, ed è qui che si parla di etica…
ETICA: l’etica discende da diverse tradizioni filosofiche e religiose e arriva a diverse conclusioni. Per il D.i. Contemporaneo
ci sarà un nucleo di norme che derivano dall’etica (=quel senso profondo dal punto di vista comportamentale). L’etica si
riflette nel diritto internazionale contemporaneo, nello IUS COGENS= norme imperative(proteggono interessi superiori ),
inderogabili, su questioni estremamente importanti, sempre rispettate. Non è che poi quindi nel D. Transnazionale vale
tutto, c’è comunque questo forte nucleo di norme, che vale indipendentemente dalla situazione
Il diritto internazionale è IMPERFETTO E INCOMPLETO, perché non copre tutto. Perché si è sviluppato tra sogg
originari del diritto internazionale (Stati), che sono posti tutti a pari livello, che producono norme a liv internazionale
Il diritto internazionale dipende, per quanto riguarda la sua applicazione, in parte dal diritto interno degli Stati. In effetti gli
Stati per lungo tempo sono stati i soli autori ed i soli destinatari del sì che essi creavano.
IMPERFEZIONE: In caso di controversia internazionale non c’è un’autorità istituzionalmente precostituita a cui rivolgersi,
ma spetta agli Stati stessi dirimerla attraverso dei meccanismi giuridici di loro scelta. Quindi, a differenza dell’ordinamento
interno, nell’ordinamento internazionale non esiste un sistema giurisdizionale a competenza generale e
obbligatoria( eccezione: Corte di giustizia dell’unione europea).
Inoltre il diritto internazionale ignora i meccanismi di esecuzione coattiva e le sanzioni tipiche del diritto interno. = ci sono le
norme sanzionarie ma non è detto che vengano appliccate, non sono obbligatorie le sanzioni sono a discrezione
Non esiste alcuna forza armata internazionale che sia automaticamente al servizio del diritto internazionale.
8/09/2023- Lezione 2
Henkin: “Nell’ordinamento nazionale contemporaneo quasi tutti gli stati osservano quasi tutti i loro obblighi e principi
internazionali, quasi sempre” = dato empirico fondamentale nel momento in cui uno stato si comporta contro queste regole,
non sta creando un nuovo tipo di comportamento, ma è violazione proprio perché si comporta bene quasi sempre.
Il diritto internazionale è imperfetto ed incompleto =non esiste un organo di giudizio internazionale o delle forze dell’ordine
(Interpol coordina le forze nazionali), ma sembra funzionare lo stesso.
Parola chiave: sovranità altrimenti stati tutti uguali
Sovranità= tutti gli stati sovrani sono uguali tra loro, non c’è uno che sovrasta su altri.
Tribunale della corte di giustizia: un po’ inutile. Non ti puoi appellare per ricevere veramente giustizia. Potrei benissimo
accettare di non andare al processo secondo questo tribunale. Deve esserci la volontà dello stato di rendere la cosa
effettiva. Ha giurisprudenza obbligatoria (ma qui c’è un atto di volontà dello stato perché entrare dentro significa aderire al
tribunale e alle possibili sanzioni ecc)
Perché creare delle leggi oggi per violarle domani? Se violo una norma gli altri stati allora possono fare lo stesso, si
sentono altrettanto autorizzati a fare la stessa cosa. Intervento di umanità RQP = responsabilità di proteggere, è stata
una scusa accolta, anche se non è credibile, si dice di intervenire per proteggere la popolazione contro lo Stato. Poi
quell’atto verrà condannato come crimine di aggressione ma anche se lo sta commettendo prova a trovare un appiglio
Perchè violare la legge se gli altri poi possono fare lo stesso?
é pericoloso, non è la prima responsabilità di protteggere.
Perchè violare una norma utile? = può essere conveniente violare la norma.
Quali sono le conseguenze della violazione?
Tutto quello che viene dopo non è prevedibile (es Russia non si aspettava una reazione così forte dall’Ucraina), cosa
succede se nessuno poi si rapporta con me = fare affari inport/export anche di beni fondamentali e se gli altri possono
bombardarmi?
l’ONU prevede che nelle violazioni più gravi la comunità internazionale può intervenire militarmente-> es guerra del golfo
Kuwait (1), andare militarmente con carri armati e aerei a liberare il paese.
gli stati rispettano il diritto internazionale = è un dato di fatto. Nessuno nega l’esistenza del diritto internazionale Perché gli
stati non vogliono essere ritenuti responsabili a livello internazionale, è rilevante quello che fanno, ma ciò può dar luogo a
responsabilità internazionale . Riconoscono l’esistenza di un corpo di regole obbligatorie che disciplinano: il diritto
internazionale.
nel valutare le situazioni bisogna fare riferimento solo ad avvenimenti reali e situazioni effettive, non i “desiderata”
gli stati non vogliono essere accusati di comportamenti illeciti.
Es: Ucraina-Russia. Discorsi di Putin prima dell’attacco:incolpa qualcun altro e cerca di giustificare l’intervento sulla base di
due norme: autodifesa e protezione dei proprio cittadini all’estero➔ questo lo dice perché non vuole essere ritenuto
colpevole/responsabile dell’attacco➔ lui, come appunto detto, non vuole essere ritenuto responsabile a livello
internazionale. Il 21 marzo riconosce due stati…e anche qui crea un argomentazione giuridica per giustificare l’attacco e
non considerarlo crimine d’aggressione , che poi avvenne in realtà.
è impossibile per l’operatore del Diritto della politica oggi ignorare il DI visto che in molti ambiti (almeno parte della)
Governance (= tutti gli stati insieme + ONU + organizzazioni internazionali) si ha a livello internazionale
Se uno stato dice che quella norma del DI non gli piace/che è un’invenzione del capitalismo, che va contro gli interessi degli
stati socialisti ,(cosa comune durante la guerra fredda)= ciò/quello che loro proclamano è irrilevante ai fini del diritto, nel
momento in cui le regole vengono comunque rispettate . io posso dire quello che mi pare ma non sto andando contromano.
Gli operatori del diritto (giudici,avvocati,politici, parlamento italiano) non possono ignorare ciò che avviene a livello
internazionale, perché c’è stato un processo evolutivo in cui parte della governance si è spostato sul piano internazionale,
diventa impossibile ignorarlo a meno che non lo si violi consapevolmente causando quanto detto in precedenza (1) =
sanzioni attacchi
ES. Non si possono bloccare gli sbarchi perché si violerebbe il diritto/norme internazionale. Ci sono norme internazionali
che proibiscono il blocco navale e che dicono come l’ita si deve comportare in determinati casi. E lo dicono perché l’italia ha
accettato questa norma all’epoca. Il desiderio di chiudere le frontiero può essere proclamato ma poi in realtà non viene fatto
perché è una violazione del DI. = ennesima prova che il DI non solo esiste e funziona,ma è alla base delle RI. Alla base c’è
sempre una norma che o la si rispetta o c’è una conseguenza negativa da parte dell’intera comunità internazionale.
Etica (Non lo chiede all’esame): l’etica discende da diverse tradizioni filosofiche e religiose e arriva a diverse conclusioni.
Si riflette nel diritto internazionale contemporaneo nello ius cogens, norme imperative, inderogabili, su questioni
estremamente importanti. Etica non è DI.
Mentre un tempo l’ordinamento internazionale e quello interno apparivano come due pianeti separati , oggi , grazie alla
globalizzazione della società internazionale , si nota sempre di più un maggior rapporto/compenetrazione tra i due diritti.
Appare evidente che la ragione d’essere del diritto internazionale è quella di porre e di imporre il rispetto di regole uniformi,
mentre il diritto interno stabilisce delle norme proprie a ciascun paese.
Sempre più norme internazionali aventi diretta efficacia = norma internazionale che una volta in vigore nel paese, l’essere
umano può farla valere davanti a un giudice internazionale (es diritto dell’unione europea ha diretta efficacia). Ad esempio il
tribunale di Ve deve decidere, non perché lo dice la legge dello stato italiano, ma perché lo dice direttamente la norma
internazionale.
Norme internazionali aventi diretta efficacia> non prevedono procedura di implementazione da parte dello stato=> numero
di norme crescente. Una volta che vengono create si implementano direttamente nell’ordinamento interno dello stato Es:
tutti i regolamenti dell’UE.
ruolo crescente dei non-state actors = (gli attori non statali) ovvero il settore privato (non controllato dallo stato) es. croce
rossa, Confindustria, altre associazioni di volontariato… esse si interfacciano direttamente o con lo Stato o con le potenze
straniere.
Dall’ONU all’UE o paesi o semplici individui. Infatti io posso fare causa allo stato italiano se mi viene tolto un dititto, o nello
stesso stato, o a corti superiori.
Non state-actorstutte quelle cose che non sono stati, dalle org internazionali (onu,UE), a Google, Amazon, e tutte le altre
grandi aziende transnazionali, e aziende petrolifere, croce rossa…
Piramide delle fonti = ci dice cosa si applica in quali casi (es diritto italiano, brasiliano …)
Dal punto di vista degli studiosi e degli stati La norma internazionale è superiore rispetto a quella statale:
dal punto di vista logico = l’ordinamento è superiore ai suoi soggetti così come le regole dello stato italiano sono superiori
alla volontà delle singole persone.
Superiorità logica:
L’ordinamento internazionale è superiore agli stati che sono soggetti originari del DI
Il DI delimita lo spazio di manovra che gli stati hanno nell’esercizio della sovranità (in epoca dei nazionalismi, anni 30’, l’idea
che questa sovranità non sia più assoluta inizia a venir fuori) = A sua volta le norme italiane limitano la libertà dell’individuo
italiano (si ritorna al punto precedente).
1) Dall’internazionale al singolo stato = principio viene pienamente riconosciuto a livello internazionale. (quando c’è una
sentenza della corte superiore di giustizia non si può neanche contestare)
Congresso di Vienna sul diritto dei trattati del 1969= “trattato sui trattati”: contiene le regole di funzionamento dei trattati.
Il principio di Superiorità del diritto internazionale a livello internazionale gode di pieno riconoscimento:
Il DI viene consacrato formalmente con la Convenzione di Vienna (CVDT)sul diritto dei trattati 1969che dispone il divieto
di invocare una norma interna per giustificare un inadempimento di un obbligo internazionale = dimostra che le
norme internazionali obbligatorie e vincolanti prevalgono sul diritto interno dello Stato a cui sono opponibili:
Atti costituzionali,
Atti legislativi
Atti amministrativi
Atti giudiziari. (sentenze giudici): il diritto internazionale prevale su qualunque sentenza interna
La tua costituzione sul piano internazionale non è opponibile, non si può far valere in violazione del DI.
Obbligo internazionale non nasce a caso da zero ma nasce dalla codificazione del diritto consuetudinario, e questo significa
quelle regole che venivano già applicate.
Es. Nel DI la cittadinanza di una persona vale solo se questa è effettiva,reale. Il problema si crea quando una persona ne
ha due (e si presume che una sola sia quella vera) magari decide di far valere solo una delle due per ottenere dei vantaggi.
Quelle due cittadinanze sono entrambi valide ai sensi degli stati che le hanno concesse ma per far si che la cittadinanza
valga, quindi possa essere opposta, sul piano internazionale ci deve essere un legame genuino con lo stato= sul piano
interno di ogni paese vale, a livello internazionale no.
CASO MONTIJO: è una controversia tra gli Stati Uniti e la Colombia. La Colombia sosteneva che le norme della propria
costituzione le impedivano di rispettare i termini di un trattato regolarmente se concluso con gli Stati Uniti. Questo voleva
dire affermare la superiorità della costituzione colombiana- cioè del diritto interno- sul diritto internazionale. Gli arbitri alla
fine affermarono che un trattato è superiore alla costituzione.
CASO GEORGES PINSON: relativo ad una controversia tra Francia e Messico, che, come il caso montijo, solleva il
problema dei rapporti tra un trattato internazionale e la costituzione nazionale ( quella messicana relativa alla concessione
della cittadinanza): L’arbitro anche in questo caso affermò la superiorità del diritto internazionale. La superiorità del diritto
internazionale sulla legislazione interna di uno stato è stata riconosciuta tanto nella prassi arbitrale quanto in quella
giudiziaria
Tanti stati, inclusa l’Italia, adottano una soluzione intermedia in cui viene posta al vertice la costituzione stessa (art. 10 della
costituzione) mentre il diritto dei trattati viene collocato da un’altra parte. Gli obblighi internazionali dell’Italia con il trattato si
trovano tra la costituzione e le leggi ordinate.
Una norma internazionale dovrebbe ricevere pieno riconoscimento nel diritto interno mentre le norme interne dovrebbero sempre
essere conformi alle prescrizioni del diritto internazionale. Eppure le cose non sono sempre Così. (es: In un periodo storico alcuni Stati
hanno ufficialmente negato l’esistenza del diritto internazionale: vedi l’urss nei primi anni dopo la rivoluzione del 1
((Raramente il DI ha nella costituzione un ruolo che è superiore alle leggi nazionali e alla costituzione stessa)). NORMA INTERNA
CONTRARIA AL DIRITTO INTERNAZIONALE: può succedere che una norma giuridica nazionale possieda pieno vigore sul piano del diritto
nazionale mentre risulti contraria al diritto internazionale. Vuol dire che la norma sarà valida a livello interno ma risulterà inopponibile
agli altri Stati sul piano del diritto internazionale. In questo caso lo stato non ha sempre l’obbligo di abrogarla o di modificarla per
renderla conforme al diritto internazionale. Se dovesse insorgere la propria responsabilità internazionale, lo stato offensore dovrà
riparare la norma adeguatamente.
Tuttavia…
Prassi degli stati a livello interno: non sempre il diritto internazionale è posto al vertice della gerarchia delle fonti (anzi!) e si
tende a tenere separati i due ambiti
Caso UE :Le norme del diritto dell’unione europea prevalgono su qualsiasi altra norma interna contraria. Esistono dei casi dove la
modifica delle norme interna contraria al diritto internazionale si impone allo stato: questo perché risulta essere l’unico modo
accettabile di riparazione e di cessazione dell’illecito internazionale.
Secondo il diritto Dell’unione europea, se una norma nazionale è incompatibile con il diritto Ue, lo Stato membro che ha violato il
diritto Ue dovrà adottare nel proprio ordinamento giuridico interno tutte le misure necessarie per porre fine a tale antinomia( quindi
dovrà modificare o abrogare). Quindi al fine di rispettare le sentenze della Corte di giustizia, il TFUE art 260 prevede apposite sanzioni
pecuniarie.
Da dove vengono e come ordiniamo le norme del diritto internazionale?
Le norme si creano attraverso il consenso delle parti = tutti gli stati soggetti hanno dato consenso alle norme del DI (in
realtà ciò accade nel 90% delle volte).
Il consenso può essere dato non protestando= non dichiarando di essere contrari (=se non hai niente da dire vuol dire che
non hai obiezioni, hon hai niente da contestare)
Per trovare le origini del diritto iinternazionale contemporaneo, occorre rifarsi a:
1) COMMA 1: La corte, la cui funzione di decidere in base al DI le controversie che le sono sottoposte, applica:
A. convenzioni internazionali= i trattati internazionali, sia generale (valgono in tutto il pianeta) che particolare (valgono solo
in alcuni stati), bilaterali, che stabiliscono norme espressamente riconosciute dagli Stati in lite. La convenzione
internazionale è una norma scritta, accettata e si trova nella pratica degli stati. Dal 1969 in poi quello che ci interessa è il
contenuto e la forma.
B. La consuetudine internazionale (ius cogens), come prova di una pratica generale accettata come diritto.
C. I principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili (articolo che risale agli anni 20, negli anni 20’ ci sono nazioni e
mandati, prottetorati =zone che vengono trattate come stati come se fossero dei bambini che stanno crescendo = con tanta
sorveglianza. Mandato = .un paese già solido. Ci sono stati più paesi creati dalla decolonizzazione che non quelli creati
dalla città colonizzatrice.) I principi generali di diritto sono riconosciuti a fine anni 90’ come “nazioni civili”=civiltà, culture
diverse,famiglie del diritto. I diritti riconosciuti dalle nazioni civili sono quelli che troviamo nel diritto romano-germanico:
civil law. Tutti gli ordinamenti anglossasoni, diritto socialista, diritto sovietico
D. Con riserva delle disposizioni dell’articolo 59, le decisioni giudiziarie e la dottrina degli autori più qualificati delle varie
nazioni come mezzi sussidiari per la determinazione delle norme giuridiche, non possono essere applicati direttamente,
devono essere presi in considerazione dal giudice (corte internazionale) per determinare le norme da applicare al caso.
A,b,c valgono più di d + non vi è una parola che ci porti a pensare che a vale più di b, che vale a sua volta più di c (a,b,c valgono tutti
uguale).
2) COMMA 2: Questa disposizione non pregiudica il potere della corte di decidere una controversia ex aequo et bono (=
secondo quanto è giusto ed equo) qualora le parti siano d’accordo. Se le parti lo vogliono , possono chiedere alla corte per
la cosa che sembra più equa per risolvere la controversia.
La corte internazionale di giustizia ha riconosciuto che il trattato può modificare la consuetudine, ma la consuetudine può
modificare il trattato = sono in pari tra di loro
l’art. 38 è vecchio, abbiamo delle fonti nuove che prima non c’erano: accordi conclusi
Emerge una gerarchia delle norme: possiamo ordinare le fonti secondo un peso e al vertice di questa gerarchia abbiamo
l’onu che deriva dalla carta delle nazioni unite e che serve per fare mantenere la pace e lo ius cogens. Non c’è
consuetudine o trattato che possano andare contro all’onu o allo ius cogens.
Trattato contrario alla carta ONU la società delle nazioni impone che si debba abrogare il trattato ma non riesce nel suo
obbiettivo
L’onu invece adotta una formula più morbida, gli accordi contrari alla carta ONU valgono tra gli stati ma non possono
essere usati nei confronti della comunità internazionale = è un po’ il principio del principio della superiorità del diritto
internazionale contro il diritto interno. Diritto interno rimane in vigore ma non può essere imposto alla comunità
internazionale. Il vantaggio è che la corte internazionale di giustizia è un organo dell’ONU, se voglio che la CIDG risolva
una controversia che si basa su un obbligo che è contrario alla carta onu , non avrò quel diritto.
25/09/2023-Lezione 3
La carta ONU si impone a tutti i paesi e a tutti gli stati, anche ai membri che non fanno parte dell’ONU.
ONU scopi: mantenere la pace, full security, prevenzione dei distastri ambientali, poter fornire il cibo agli esseri umani,
tutela del patrimonio culturale Sono tutti meccanismi che si adottano per mantenere la pace. Bisogna trovare un
meccanismo che sia più solido di quello della società delle nazioni. Il Diritto Internazionale di tutti i rapporti umani è
qualcosa fatto da tante parti e quindi più saranno le parti meno saranno i paletti che tutti saranno disposti ad accettare.
Quindi si evita quel rischio che si era corso con la SdN. La carta della Sdn aveva delle disposizioni molto forti ma dal punto
di vista del contenuto, in particolare riguardo a cosa fare con gli obblighi contrari: cosa fare se un trattato tra Germania e
Italia ai tempi della SdN andava contro alla carta della società delle nazioni la Sdn che lasciava poco spazio al
compromesso:
La SdN aveva un’impostazione molto “forte” obbligo di abrogazione degli obblighi contrari alla carta. Gli stati parte
della Sdn avevano l’obbligo di abrogare gli obblighi contrari.
= il risultato della SdN è che gli stati iniziano ad uscire e a non rispettare più gli obblighi perché la norma era molta dura =
risultato gli stati iniziano a rifiutare. Non funziona perché obbliga gli stati a fare qlcs.
Art. 103 ONU formula giuridicamente più “morbida” lascia più spazio. Bisogna trovare una formula che gli stati
rispetteranno gli obblighi contrari: quando gli stati fra di loro concludono un accordo che va contro la carta dell’ONU, per
quegli obblighi non c’è un obbligo di abrogarli ma rimangono solo in vigore per quelle due parti e NON valgono nei
confronti di tutta la comunità internazionale = tutta la comunità internazionale può reagire contro quegli obblighi: c’è meno
intrusione nella sovranità degli stati perché non si dice cosa devono fare, come era invece il caso della SdN. Per contro ci
sono gli altri che si dotano di strumenti per agire. Una norma non opponibile significa che non la si può usare nei confronti
degli altri. Gli obblighi contrari non opponibili a terzi né tantomeno all’ONU (confermato dalla CIG nel 1984 con la
sentenza sulle attività in Nicaragua). Es una violazione nei confronti di un altro in un paese terzo perché la prevede un
accordo tra A e B c’è una violazione nei confronti di C: è una violazione nei confronti di C che si potrà muovere insieme
alla comunità internazionale come ritiene giusto. Impostazione più morbida che dà agli stati che subiscono l’accordo degli
strumenti.
Questo primato della carta ONU, lo troviamo nella CDV, in vari atti/corti regionali, UE, es. carta della Nato.
Il primato della Carta ONU viene riconosciuto sia dalla CVD (art. 30.I) che da altri trattati internazionali tra cui la Carta
della NATO (art. 7) , il trattato di Rio, la carta delle organizzazioni degli Stati dell’America centrale
Hanno forza vincolante e prevalgono sugli altri obblighi degli stati derivanti da altri trattati CIG 1992 interpretazione e
applicazione Convenzione di Montreal CGUE conferma questa posizione pur non essendo l’UE parte dell’ONU (primo
grado: gli stati membri ne sono parte; secondo grado: tutela dei diritti umani)
Tradotto = se questi atti dell’ONU valgono sopra ogni altro obbligo che lo stato ha verso altre organizzazioni internazionali,
vuol dire che gli atti dell’ONU hanno superiorità anche rispetto all’UE
Il diritto derivato è quella cosa che l’art 38 non prevede per cui il trattato su cui si fonda un’organizzazione internazionale dà
il potere all’organizzazione internazionale di fare regole = law making power = potere normativo = Fare le regole da parte
dell’organizzazione è quello che succede quando il consiglio di sicurezza delle nazioni unite, sulla base del Capo VII della
carta ONU, adotta le sanzioni, dove per sanzioni il Capo VII prevede un grande pacchetto di cose che partono con il
richiamo ma possono arrivare anche ad autorizzare l’intervento militare delle nazioni unite, in questo caso lecito /bombe.
C’è un paese sanzionato dall’ONU, il fatto che io abbia un accordo commerciale con quel paese non vale più, viene meno,
non posso dire che io ho un accordo commerciale con la Rhodesia per esempio perché non viene annullato l’accordo in sé,
ma viene reso inutilizzabile dal fatto che c’è una norma superiore: le sanzioni, che ci impediscono il commercio.
Nel caso vi sia una circostanza di minaccia alla pace, il consiglio di sicurezza può adottare delle misure coercitive, tramite
decisioni che prevedono sanzioni economiche o militari. Tale superiorità del diritto derivato dell’onu, essenziale ai fini del
mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, è espressamente riconosciuta in molte convenzioni
internazionali, bilaterali e multilaterali.
In rarissimi casi di contrasto viene fatto prevalere lo IUS Cogens: Il secondo ambito in cui il Diritto Internazionale prevale
sempre in modo inderogabile è quello dello Ius Cogens Diritto Cogente, ritorno al Diritto Naturale, un “ordine pubblico
internazionale” inderogabile
La violazione dello Ius Cogens comporta la nullità di ogni atto contrario (Art 53 CVLT) è come se quell’atto non
esistesse. es. disposizioni tra Italia e Francia contrarie allo Ius Cogens sono nulle, non producono effetti.
Tuttavia…
Non si definisce con precisione lo Ius Cogens, si danno le caratteristiche generali. Abbiamo la definizione di Ius Cogens ma
non abbiamo la definizione del contenuto. Sappiamo dalla descrizione dell’art 53 che si tratta di una norma:
Imperativa: (tutela degli interessi più alti) che va oltre l’obbligatorio (tutte le norme). Come si fa a capire che sono
imperative? Per l’opinione dei giudici, che danno validità a tutta la comunità internazionale. Si tratta di norme alle quali viene evitata
ogni deroga.
Tutte le norme fondamentali del diritto internazionale fanno parte dello IUS COGENS; così avviene per la regola pacta sunt servanda
che è alla base del carattere vincolante dei trattati: una regola sicuramente fondamentale ma non di ius cogens Poiché si tratta di una
norma di diritto dei trattati.
è un vero e proprio limite alla volontà degli stati. Se anche quei due stati sono d’accordo con qlcs di particolare non lo
possono fare lo stesso.
Il carattere imperativo può avere una duplice giustificazione:
a. è opportuno proteggere gli interessi superiori( della società) Comuni a tutti i suoi membri➔ ciò vuol dire impedire dei comportamenti
immorali o antisociali
b. è opportuno proteggere gli Stati piu deboli➔ siamo di fronte a uno strumento di protezione contro le disuguaglianze di potere nelle
negoziazioni internazionali
Di diritto internazionale: devono essere riconosciute dalla comunità internazionale nel suo insieme.
La norma di Ius cogens in questione deve essere riconosciuta come avente un carattere assoluto, imperativo, inderogabile. Questo
riconoscimento deve essere opera della comunità internazionale degli Stati nel suo insieme. La CDV del 1969 identifica le norme di Ius
cogens di portata universale (ma nulla consente di escludere l’esistenza di norme di ius cogens regionali, ma esse dovranno allora
rispettare le norme di ius cogens universali)
Sarà sempre pendente l’accusa di eurocentrismo, occidentalismo = l’accusa di essere create e modellate da una parte del
mondo e che in realtà non siano così generali.
Non immutabile: lo ius cogens può essere cambiato solo da altre regole ius cogens. Può intervenire un’altra regola dello
ius cogens che ci sposta oltre l’asticella = la norma può cambiare. Una norma di ius cogens non è eterna: può essere modificata
da una norma successiva della stessa natura-NADIA.
IUS COGENS
il CONTENUTO
Le corti: luogo in cui esseri umani si trovano a dover risolvere delle situazioni concrete andando a ricondurle a situazioni
astratte che sono le norme. Perciò cerchiamo di capire come lo ius cogens viene letto nelle corti.
corti interne: sono le corti nazionali
corti regionali dei diritti umani.
Tra le corti interne hanno fatto e fanno riferimenti allo Ius Cogens o al diritto cogente abbiamo anche delle corti italiane in
cui alcune cose vanno oltre al diritto superiore. Ci sono state cose, indipendentemente dal fatto che fossero lecite e fatta
per legge, che però risultano contrarie a delle leggi/diritti superiori.
Es. il signor Severini che era stato deportato nel campo di concentramento c’era stato un accordo fatto per legge che
però risulta contraria a delle leggi superiori anche se erano state integrate.
Ci sono casi in cui il nome di questo diritto più alto si va a ledere all’umanità: Pinochet (dittatore del Chile) può essere
arrestato perché ha violato delle cose che vanno oltre il rispetto dovuto ad un capo di stato.
Una norma che c’è sempre stata nel diritto interno di uno stato può essere sempre messa in dubbio dallo ius cogens/o
essere sorpassata
Si viola il diritto alla vita quando un individuo viene privato arbitrariamente di essa. Quando un individuo viene privato di vita
in base alla legge: pena di morte. Nel momento in cui una persona viene privata della vita in maniera motivata per legge,
sulla base di una sentenza, siamo oltre il diritto alla vita in senso assoluto = incompatibiltà tra diritto alla vita e pena di
morte = nonsense. Dentro contesto europeo/convenzione europea il diritto alla vita è assoluto, non in Bielorussia, quindi
viene proibita per questo principio la pena di morte. (nella convenzione globale se il diritto viene ex lege-al di furoi della
legge- può non essere assoluto)
Gli Stati Uniti e la Cina non vanno contro lo ius cogens perché queste affermazioni avvengono sulla base di una sentenza.
In europa un paese che ha la pena di morte non andrebbe contro lo ius cogens universale ma a quello di livello regionale si,
perché è stato riconosciuta come non ammissibile. Secondo una corrente di dottrina
tutti i diritti umani si rifarebbero allo ius cogens in toto…
Anche questi diritti possono essere problematici nel contenuto, ad esempio l’autodeterminazione dei popoli spesso viene
usata come slogan politico per dimostrare qualunque forma di secessione a uno stato. Il contenuto dell’autoderminazione
dei popoli nasce da dei diritti collettivi. Il diritto all’autoderminazione dei popoli si è potuto applicare nel Kosovo diventa più
complesso motivarlo nell’Alto-Adige/Sud Tirol perché l’autoderminazione dei popoli non richiede che ci sia uno stato ma
richiede che quel popolo possa autogovernarsi e possa esprimere la propria cultura. La seccessione è giustificata quando
non è possibile l’autodeterminazione interna.
Problema: chi e come si stabilisce l’invalidità dell’atto? Quale corte ? gli altri stati, chi sono gli altri stati? torna il
problema del peso che diamo ai paesi più svilluppati nella formazione del diritto internazionale …chi è che fa le regole ?
Abbiamo la carta delle nazioni unite con il suo diritto derivato, sanzioni in virtù del capo VII e abbiamo lo Ius cogens =
entrambe si trovano in cima alla piramide. Non abbiamo risolto il problema della gerarchia. Tutti gli altri trattati come li
riordiniamo?
Nei secoli abbiamo iniziato ad ordinare tutte le fonti del diritto internazionale sulla base di criteri, non sono quelli formali
dell’art 38, ma sono criteri che già conoscevano i romani e una qualche forma di gerarchia nel senso di diritto interno.
Il diritto regionale non può derogare al diritto universale (non sarebbe più tale!):
Carta dell’ONU vs diritto regionale: la carta dell’ONU è aperta ad accordi d’altro tipo. Il diritto regionale tendenzialmente
rimanda alla carta dell’ONU (nel rispetto della carta dell’ONU…) > c’è un riconoscimento reciproco di questo sistema
questo si traduce
da un lato che il livello più basso non potrà andare contro al livello +alto.
Dall’altro lato che le norme si potranno fare delle norme nel rispetto del quadro del diritto universale e delle norme più
stringenti es. diritto alla vita
Livello universale superiore significa che quello sotto non può andare contro
Gli accordi regionali riconoscono la possibilità di concludere accordi bilaterali, locali ma nel rispetto del quadro/accordo
generale. Pensiamo agli accordi di libero scambio all’interno del diritto internazionale dell’economia tra due paesi, e alla
cooperazione rafforzata all’interno dell’unione europea: meccanismo strutturato dell’ue che prevede che se una cosa serve
all’integrazione europea ma non tutti gli stati lo vogliono fare, gli stati che sono d’accordo nel farla possono farla > NON si
può andare contro alla costruzione europea, si può aumentare il grado di integrazione, si può andare oltre. Livello sopra:
minimo comune denominatore; livello sotto: fa e pone delle regole più rigide.
Il diritto regionale ha qualcosa che non ha il diritto universale perché il diritto regionale ha degli attori. Nel diritto universale
tutte le regioni rispondono al diritto universale mentre nel regionale se l’Italia fa un accordo con la Tunisia bilaterale, l’Italia è
sotto il decreto regionale dell’unione europea ma la Tunisia no, la Tunisia è sotto l’unione africana che ha molta meno
cessione di sovranità rispetto all’ue quindi pone molti meno vincoli agli stati.
Gli atti di diritto derivato di un’orgnaizzazione internazionale dovranno essere conformi al diritto originario.
Nel sistema regionale abbiamo delle regole più stringenti rispetto alle regole universali del sistema
Il “trattato sui trattati” è stato firmato a Vienna nel 1969 ed è entrato in vigore il 27 gennaio 1980 (c’è da aspettare questo
lasso di tempo perché servono 35 ratifiche e la 35esima scatta nel 1980), in seguito alla ratifica da parte di 35 stati
(abbiamo già 3 termini chiave per lo studio dei trattati : firma diverso da ratifica diverso da entrata in vigore).
Per vedere se gli obblighi del mio trattato sono in vigore/valgono e io stato A posso far valere un mio diritto nei confronti
dello stato B dovrò fare un incrocio tra questi ultimi due tempi: il primo potrebbe entrare in gioco per un certo tipo di trattati.
La firma è irrilevante nel procedimento ampio solenne del trattato…la firma non vincola il paese ma sarà la ratifica a
vincolarlo. Lo stato non viene vincolato dalle disposizioni di un accordo. La ratifica però avviene e ce lo dice la nostra
costituzione = La ratifica è un problema del diritto interno, del parlamento italiano.
Anche la ratifica potrebbe non essere sufficiente per far si che io possa far valere i miei diritti nei confronti dello stato B.
2/10/2023 – lezione 4
STRUTTURA DI UN TRATTATO
Alcuni sono presenti nella CDV
La struttura tradizionale di un trattato consiste di:
Preambolo, che solitamente è la parte che non contiene obblighi (se però rimandiamo ad un accordo vincolante nel
preambolo, ovvio che tutto quello che verrà contenuto nell’accordo sarà da rivedere alla luce dell’altro trattato a cui
alludiamo nel preambolo. Quindi il significato della norma può assumere un senso o un altro sulla base del preambolo),
parte introduttiva dove si vedono i nomi delle persone che sono lì a concludere, qual era il loro intento , contiene i valori che
fossero rispettati e i fini a lungo termine. Con quale spirito lo hanno pensato ? ➔quindi è la parte fondamentale per
l’interpretazione, non ci sono obblighi nel preambolo. Contiene i motivi che hanno determinato la conclusione del trattato
da parte delle parti.
Il dispositivo (corpo) del trattato➔ è il testo principale, dove sono tenuti tutti gli obblighi e diritti di entrambi le parti
suddivisi in articoli (art.1,2,3..). L’art 1; 2 contengono le definizioni, troviamo oggetto e scopo del trattato= cosa si fa e
perché (es. le parti concludono questo trattato per proteggere =scopo le risorse forestali=oggetto). È qui che si trovano
enunciati i diritti e gli obblighi reciproci delle parti contraenti.
Clausole finali➔sono clausole di autogoverno del trattato, contengono le disposizioni che servono a far vivere il trattato.
Sono le disposizioni che regolano il “funzionamento” del Trattato: quando e come esso entra in vigore, come gli stati
devono comunicare tra loro, in che lingua , quante ratifiche servono per l’entrata in vigore e quanti gg passano per l’entrata
in vigore.
Le clausole finali sono in vigore fin dalla firma, basta firmare per avere l’entrata in vigore. Prima abbiamo detto che firma,
entrata in vigore e ratifica sono 3 momenti diversi. Ma per quanto riguarda le clausole finali firma ed entrata in vigore
coincidono questo perchè se non avessi le clausole finali in vigore non potrei avere tutto il resto che funziona. Mi serve
che le clausoli finali siano in vigore per una questione di funzionamento, per permettere alle 35 ratifiche del CVD di produrre
il risultato.
!!! Perché dobbiamo segnalare la presenza delle clausole finali nel trattato? Le altre clausole entrano in vigore quando
decide il trattato. Le clausole finali entrano in vigore subito perché hanno condizioni di entrata in vigore(es: senza clausole
finali un trattato non potrebbe nemmeno entrare in vigore).Tutto il resto entra in vigore con la ratifica nel caso di trattati
conclusi in forma solenne.
Mentre entra in vigore tutto insieme se il trattato è concluso in froma semplificata, questi trattati sono quelli che hanno
contientuo attuativi, tecnico; quelli più importanti (di natura politica,militare, commerciale) vengono conclusi in forma
solenne.
Allegati➔parte più consistente. Generalemte sono considerati come parte del dispositivo e contengono disposizioni
vincolanti ed informazioni dettagliate su questioni tecniche, applicative o esecutive relative agli articoli che troviamo nel
corpo o dispositivo. Non è autonomo, c’è un rinvio agli allegati da parte delle norme del testo principale e a loro volta gli
allegati fanno riferimento al testo principale per poter funzionare.
CONCLUSIONE DI UN TRATTATO
conclusione del contratto(= entrata in vigore)
quando viene firmato e inizia a produrre effetti
La conclusione dell’accordo è l’aver realizzato l’accordo, averlo completo.
La prassi diplomatica prevede due forme di conclusione:
1) Stipulazione in forma SOLENNE (prevede la ratifica):
Il consenso dello Stato ad essere vincolati da un accordo internazionale viene espresso in un atto formale di ratifica da
parte del capo dello Stato o di altra autorità nazionale competente➔ con ratifica (quella “vera” e completa) > più
elaborata,con passaggi in più dal punto di vista interno per far sì che si possa entrare a farne parte.
in questa forma solenne vi sono complicazioni:
a) dal punto di vista interno➔ PROCEDURA INTERNA (regolata dalla costituzione e dalle leggi italiane)➔in quale modo
lo stato regola come partecipare ad accordi internazionali - ogni paese ha la sua procedura (es. Italia, Stati Uniti con
federalismo) ]
b) dal punto di vista internazionale➔ PROCEDURA INTERNAZIONALE➔ affinchè possa essere riconosciuto e produrre
effetti nello scenario internazionale .[ come il diritto internazionale prevede che si concludono gli accordi internazionali e
iniziano a funzionare]
↳ in forma SOLENNE dobbiamo quindi sdoppiare in due per il dualismo tra diritto internazionale e ciò che accade nei singoli
stati (es. al diritto internazionale non interessa come ratifica l’Italia). Si sdoppiano le procedure per il dualismo che esiste
appunto tra i due livelli. Per mettere in qualche modo d’accordo e affinchè ci sia un controllo di un certo tipo su certi atti.
Ogni paese poi ha le sue procedure.
(Nei sistemi federali c’è il problema di ripartizione delle competenze tra apparato centrale e stati federali).
2) Stipulazione in forma SEMPLIFICATA prevede solo la firma➔ per contrasto sono più semplici nell’elaborazione e sono
accordi attuativi, accordi che già esistono, o tecnici sul funzionamento di qualcosa.
Il consenso dello Stato ad essere vincolato da un accordo internazionale viene manifestato tramite la semplice apposizione
della firma da parte del plenipotenziario che ha negoziato l’accordo stesso.
Art. 11) Prevede che la volontà di uno stato ad essere vincolato da un trattato possa essere espressa attraverso:
La firma
Lo scambio degli strumenti che costituiscono il trattato
La ratifica, viene fatta dal Presidente della Repubblica
L’adesione
Per uno stato il fatto che si vincola, con un accordo internazionale, a comportarsi in un certo modo con gli altri stati, significa
porsi dei limiti alla propria sovranità art 11 ce lo permette.
Art 12 e 13) Disciplina la stipulazione per mezzo della firma o per mezzo dello scambio degli strumenti che costituiscono il
trattato.
Art 14) regola la forma solenne di stipulazione.
Art 15) stabilisce che uno stato può manifestare il proprio consenso ad essere vincolato da un trattato mediante adesione.
LA COSTITUZIONE:
Cosa rappresenta il min 24 ? signfica porsi dei limiti –
o art. 11 → pone limitazioni. La costituzione permette di entrare in trattati internazionali per limitare la sovranità dello stato,
affinchè sia funzionale al perseguimento della pace mondiale e che avvenga in maniera paritaria con gli altri
o art. 87 comma 8 → (settore sulle competenze del presidente della repubblica). La ratifica spetta al Presidente della
Repubblica, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle camere. L’autorizzazione delle camere alla ratifica dei trattati
risponde all’esigenza che la scelta politica di ratificare un trattato o di aderirvi, su materie di particolare rilevanza e
delicatezza, sia condivisa dal governo con il Parlamento.
a) ratifica (atto previsto dalla forma solenne) → non è un atto discrezionale del presidente, lo autorizza il parlamento (art 80).
Contro-ratifica del ministro degli affari esteri di controllo può avvenire
→ in questi 5 casi il presidente DEVE essere autorizzato dal parlamento, con una legge alla ratifica del trattato. a
questo c’è un limite: La stipulazione di un trattato internazionale in forma semplificata va esclusa allorquando l’accordo in
questione appartenga ad una delle fattispecie di cui all’articolo 80 Cost. precedentemente citato; mentre va a messa in tutti
gli altri casi.
art. 75 comma 2 → divieto di referendum abrogativo per le leggi di autorizzazioni alla ratifica ex art. 80 (divieto di
abrogare le leggi ex art 80 con referendum), questo per evitare che una volta che l’accordo è ratificato, quindi ci siamo
assunti degli impegni in quella comunità internazionale. Se ci fosse il decreto moderativo, basterebbe quello per fare si che
quel trattato non produca più effetti sul piano interno e questo creerebbe un problema con tutti gli altri stati. Bisogna tenere
conto del fatto che un trattato rappresenta un viincolo con tutti gli altri stati, non è solo una questione di diritto interno.
Le leggi di ratifica, approvate dalla costituzione, NON possono essere abrogate da un referendum, si scatenerebbe
una crisi interna e allo stesso tempo a livello internazionale la procedura per uscire da un trattato non è sicuramente
l’abrogazione della stessa.
La stessa Brexit non era vincolante nel senso che abrogava l’adesione britannica all’UE via referendum, chiedeva al
governo di compiere dei passi ma toccava al governo agire, era un’ espressione popolare su come il governo doveva
muoversi.
art. 117 → Prevede specifiche competenze delle regioni a concludere accordi con stati e intese con enti territoriali interni ad
altro stato: competenze regionali. La regione può stipulare solo tre categorie di accordi e ha l’obbligo di comunicare l’inizio
delle trattative con lo stato straniero al ministero degli affari esteri.
[RATIFICA➔punto di collegamento tra livello interno ed internazionale. Lo Stato si vincola a delle disposizioni,
potenzialmente responsabile per violazione nei confronti degli altri Paesi membri se Trattato già in vigore]
↳ per i trattati conclusi dal governo in forma semplificata non c’è un ordine di esecuzione: c’è un obbligo di pubblicazione
ex 839/1984 da coordinarsi con la disciplina del Segreto di Stato ex art. 39 della legge 124/2007 (trattati non registrati
non sono opponibili da ONU).
Il trattato viene modificato dall’ONU = fuori dall’italia e dal nostro ordinamento, quella modifica è automaticamente in vigore
anche dentro l’Italia perché la legge italiana rinvia al testo del trattato originale. Con la copia noi siamo vincolati all’originale
ma quello che vale in italia è una copia dell’originale e se noi modifichiamo la copia c’è una discrepanza tra le due cose e
se c’è una discrepanza l’italia può trovarsi in violazione dell’originale. O in caso peggiore parlamento con una maggioranza
fortemente contraria a quell’accordo e se le vuole modificare a suo piacimento solo la copia, quella copia non ha nessuno
status particolare.
a) Prassi italiana, la soluzione preferibile è avere un’ordine di esecuzione = una frase/ art., di solito nella stessa legge di
ratifica, che rinvia direttamente all’originale, quindi il trattato si evolve sia fuori nei vincoli dell’Italia, che dentro. Si dà piena
esecuzione sul territtorio italiano al trattato dell’art 1, secondo quanto previsto nelle clausole finali del trattato. Ordine di
esecuzione = Il Parlamento vota la ratifica e il giorno dopo vota una legge che è uguale al testo del trattato.
b) L’altra soluzione è creare una legge italiana che è uguale al trattato, a questo punto i vincoli dell’Italia verso l’esterno e
quello che succede dentro vivono di vita propria, non sono più direttamente collegati. Una modifica al trattato NON
comporta una modifica alla legge interna e viceversa la legge interna essendo una legge ordinaria può essere modificata
indipendentemente dal trattato.
In entrambi i casi c’è una violazione del Diritto Internazionale ma il paese può accettarla e fregarsene se ritiene che gli
convenga di più essere in violazione.
➔ COMPETENZE LOCALI
↳ generalmente solo lo stato può concludere accordi con Stati esteri ma art 117 Cost. prevede la possibilità per le regioni di
concludere accordi con Stati o con enti di altri stati (cooperazione a livello turistico)
↳ partecipazione, per quelle che sono le loro competenze, alla formazione di atti UE ed attuazione ed esecuzione di atti UE
ed internazionali sul proprio territorio.
Le regioni potrebbero trovarsi con competenze regionali per atti di esecuzione sul proprio territorio (la sanità è regionale).
Quindi le regioni possono concludere accordi.
↳ in alcuni casi abbiamo la stipula diretta di accordi (senza negoziati etc):
applicativi o esecutivi di accordi internazionali in vigore → es accordo Italia-Austria di competenza regionale e devono
concludere un altro accordo ➔In caso vi sia all’interno del quadro di applicazione ed esecuzione di un accordo già
esistente. Le regioni possono concludere certi tipi di accordi (es. accordi internazionali già in vigore internazionalmente.
Accordo Italia Slovenia, accordo con Friuli Venezia Giulia che conclude accordi con Garizia e Slovenia lo stesso fa il sud
tirol con il territtorio austriaco. Se l’accrdo però è con un paese il problema è che il Diritto Internazionale guardando da fuori
vede un soggetto che può invocare la responsabilità internazionale e quindi in questo quadro qui non sarà più il Friuli
Venezia Giulia che conclude l’accordo ma sarà l’Italia, visto da fuori, a concluderlo con la Slovenia per questo motivo è
previsto che la regione notifichi ***)
tecnico-amministrativi → ci dicono come cooperano le regioni a proposito di procedure comuni. Mezzi di trasporto per
accesso ad attrazioni che stanno un po di qua e un po di la /come cooperano le regioni sempre in ambito turistico ad
esempio sui mezzi trasporto fra regioni di confine
di natura programmatica → accordi di intenzione politica futura, si danno delle procedure.
Le regioni dovranno dare comunicazione al ministero degli affari esteri che daranno indicazione su come deve essere
concluso l’accordo → una volta concluso, se accordo regione-Stato, esso deve essere risottoposto al ***al ministero degli
affari esteri che sono in corso dei negoziati e il ministero degli esteri può indicare come questi negoziati devono essere
conclusi. Il ministero degli esteri e il Presidente del Consiglio danno i pieni poteri alla regione per concludere l’accordo.
Se l’accordo è con un altro ente statale, va fatta la stessa cosa ma il ministero degli esteri può non rispondere se non trova
nulla di drammatico, se non c’è obiezione dal ministero allora si può concludere direttamente l’accordo.
Obbligo di comunicazione al MAECI (che può indicare le linee guida): la regione deve poi sottoporre l’accordo al MAECI
nuovamente una volta concluso,e nel caso l’accordo sia tra stato e regione,servirà che lo stato dia/conceda i pieni poteri a
concludere alla regione dalla P(residenza) che darà i pieni poteri; o autorizza mediante silenzio-assenso per accordi con
regioni straniere, ovvero enti locali stranieri
IL RUOLO DELL’UE
In piano internazionale ci si può trovare vincolati senza consenso quando questo viene dato da un’organizzazione
internazionale, la quale per qualche motivo in qualche ambito può vincolare gli Stati membri.
Quindi si bypassa tutto il processo di ratifica/processo interno di partecipazione dell’Italia agli accordi internazionali, se
l’accordo è concluso dall’Unione Europea.
↳ = l’Italia può trovarsi vincolata da accordi ai quali non ha prestato direttamente consenso se previsto da una
organizzazione internazionale OIG - in quel caso il consenso viene prestato da qualcosa che non è lo stato
↳ nel caso dell’UE il discorso è molto più profondo → ad es. l’UE ha piena competenza nella politica commerciale
comune. È l’unione europea (ad avere competenza esclusiva, gli stati hanno ceduto parte della loro sovranità all’UE) che
conclude gli accordi di libero scambio in rappresentanza dei propri Stati membri. Questi accordi commerciali non hanno
visto un esplicito consenso degli Stati. Con la partecipazione all’Unione si cede infatti la competenza al farsi vincolare dal
punto di vista internazionale.
Trattati conclusi in forma mista in cui gli accordi vengono firmati sia dall’ue che da tutti gli stati membri, troviamo 2 parti
dell’accordo: una è l’UE e i 27 stati membri, l’altra è lo stato estero. La forma mista: accordo concluso UE (italia, francia,
spagna…) con il Giappone, comporta che se uno stato esce dall’UE rimane vincolato perché ha concluso l’accordo
firmando sia come parte dell’UE sia come singolo stato.
art. 1 c. VIII → potere esclusivo del Congresso in materia bellica e di crimini internazionali.
art. 1 c. X → divieto per gli stati (federati) di concludere accordi Sia con un altro stato, sia con una potenza straniera, senza
consenso del congresso ma si riconosce la possibilità di farlo con autorizzazione e nel quadro degli impegni
internazionali USA - es. in materia commerciale ogni singolo stato americano ha una qualche forma di legislazione interna
allo stato per concludere contratti (Una volta che la Federazione si è vincolata,spetta agli Stati mettere in pratica quegli
accordi). Il presidente può concludere accordi esecutivi con l’approvazione del senato
↳ in particolare negli USA l’interpretazione della Corte Suprema in merito ai poteri federali è particolarmente estensiva
quindi ha dato molti poteri di vincolo internazionale alla federazione (ma non è sempre così → sono state poste delle
clausole federali nei trattati; così il governo degli USA specifica che vincola gli USA come governo federale e non come
singoli stati)
➔ presidente VS senato
↳ La costituzione del 1787 prevede che gli Stati Uniti possano contrarre obblighi con una potenza straniera solo mediante
trattato internazionale . in materia , la competenza è ripartita tra il presidente , che negozia , e il Senato , che approva
maggioranza qualificata di 2/3 .
In genere la competenza è ripartita tra Presidente e Senato: il presidente negozia e il senato ne approva/autorizza la
conclusione (possibilità per il Presidente di concludere accordi previa autorizzazione del Senato). Nell’ambito del
commercio internazionale (settore importante ai giorni nostri) la costituzione attribuisce espressamente competenza al
Congresso senza neppur far allusione al ruolo del presidente➔ da qui emerge un potenziale conflitto costituzionale.
↳ esiste però l’executive agreements che sono la versione americana dei nostri accordi esecutivi semplificati, Il presidente
può concludere accordi in forma semplificata, quelli che non prevedono controllo parlamentare. Con il lavoro della Corte
Suprema abbiamo capito che ci sono 5 casi in cui il presidente può concludere autonomamente accordi sul piano
internazionale:
1. come accordo attuativo di un accordo preesistente: Questi accordi possono essere conclusi solo dal presidente, in
applicazione di un trattato internazionale anteriore approvato dal Senato a maggioranza di 2/3;
2. con delega in materia commerciale del congresso (che ha poteri esclusivi in materia commerciale)
3. con approvazione a posteriori del congresso (conclusione Del presidente ma con riserva dell’approvazione del
congresso) - il presidente conclude l’accordo apponendo la nota che la conclusione è avvenuta con riserva di
approvazione del congresso - la firma del presidente diventa valida solo con l’apposizione della firma del congresso,
altrimenti è come se non avesse firmato; accordo salt 2 del ’99. = finché il congresso non dà l’ok gli altri non sanno se gli
Usa sono vincolati o meno all’accordo
4. quando rientrano nell’autorità del presidente (teoria dei poteri impliciti per cui un organo ha, oltre ai poteri direttamente
conferitogli, anche quei poteri che gli servono per utilizzare i poteri che gli sono stati conferiti. Era la questione dell’UE che
può fare alcune cose, la soluzione che si trova da un punto di vista logico è che non le avesse potute fare non avrebbe
potuto fare quello per cui era stata realizzata. Quindi la teoria dei poteri impliciti, in questo caso, prevede che il Presidente
abbia quei poteri che gli servono per poter formare i suoi propri poteri.): sono accordi che possono essere conclusi solo dal
presidente quando agisce in quanto comandante in capo delle forze armate o in quanto capo dell’esecutivo;
5. Legittimazione dei poteri impliciti decretati dalla CS non sempre ben accolti o accetti dagli altri organi. Delega del
congresso richiesta dal Presidente, come cosa formale, poiché già stato legittimato a farlo dalla corte scoprema. Quando
conclusi sulla base dei poteri del presidente arricchiti dalla delega del Congresso ➔ Gli accordi possono essere conclusi
dal presidente sia su delega del Congresso sia in base ai propri poteri
↳ in ogni caso gli executive agreements sono di rango inferiore ai trattati conclusi in forma solenne: non possono modificare
una legge federale preesistente e non possono produrre effetti individuali sui singoli stati, vincolando solo gli USA. Vennero
ampiamente usati dopo la fine della seconda guerra mondiale.
IL PROCEDIMENTO INTERNAZIONALE
1) NEGOZIATO – siamo nella fase pre-giuridica
↳ la CVDT lascia libere le parti (internazionali) di concludere l’accordo come meglio credono, ma nella prassi diplomatica
internazionale il procedimento si svolge in 5 (4+1 = una è alternativa ad un’altra: negoziato, firma, ratifica, entrata in vigore;
oppure abbiamo l’adesione che prevede che non si abbia partecipato al negoziato e ad un certo punto ci si vada a vincolare
all’accordo.) fasi standard, l’importante è che si concludano con ratifica e la finale entrata in vigore:
negoziato ➔fase iniziale e può durare mesi o anche anni; avvengono in riunioni bilaterali o multilaterali → negoziato
avviene in congressi o in seno alle organizzazioni internazionali (in tal caso si segue un regolamento di procedura). È la
fase in cui si svolgono le trattative e si procede alla redazione del testo dell’accordo che contiene le norme del trattato.
↳ chi negozia deve avere i pieni poteri (plenipotenziario) che sono una lettera dove c’è scritto che lo stato autorizza
quella persona a negoziare; i pieni poteri vanno verificati all’inizio di ogni negoziato/sessione → i negoziatori possono
variare (in un negoziato che dura anni possono intervenire molti fattori: dal cambio di governo alla morte del soggetto) o
avere diversi poteri (solo negoziato o anche firma?)
↳ durante il negoziato è di primaria importanza stabilire la lingua, se possibile (perché in alcuni contesti ci sarà resistenza
a lasciar cadere alcune lingue nella versione finale), in quale sarà redatto il trattato: è più semplice usarne solo una;
Tuttavia per un trattato multilaterale le versioni secondo Le 5 lingue ufficiali fanno ugualmente fede.
problema della lingua nel negoziato: il fatto di avere uno stesso trattato con uno stesso contenuto in due lingue è
problematico perché se non sappiamo quale delle due vale di più e c’è un contrasto tra le due, come arriviamo ad una
soluzione di una questione? problema di interpretazione. (pag 145) Ci sono tanti casi, il più famoso è quello della
risoluzione del consiglio di sicurezza delle nazioni unite (risoluzione rientra nella categoria di atto unilaterale dell’Onu) del
1967 della guerra dei 6 giorni chiede ad Israele di ritirarsi…territori occuppati
puntini puntini perché la
versione in inglese: ritirarsi FROM occupied territories = non significa per forza ritirarsi da tutti i territtori (ma potrebbe
significare anche questo). L’inglese non mette l’articolo apposta per non intendere in assoluto la cosa.
La versione francese mette l’articolo = ritirarsi DAI territtori occuppati = da tutti i territtori occuppati
Chi sostiene che bisogna ritirarsi da tutti i territtori sostiene la versione francese, chi invece no è per la versione inglese. Il
problema sono le due lingue, si è detto al consiglio di sicurezza che le risoluzioni andavano fatte in queste due lingue. Non
abbiamo ancora trovato una che fa fede rispetto all’altra. Se avessimo una versione sola il problema non si porrebbe, il
problema sono le due lingue e non è la frase in sé. Si è data una nobiltà ad alcune lingue nel consiglio di sicurezza e le
risoluzioni vanno fatte in queste due lingue.
Si trova l’accordo sul testo del trattato, si arriva alla fine e lo si tiene nelle due lingue sperando che non succeda nulla
quindi si adotta il testo. Qualunque ordinamento giuridico che non ha la buona fede alla base non funziona non c’è più il
diritto se non c’è la buona fede alla base.
↳ Al termine delle trattative si ha l’adozione del testo del trattato che richiede il consenso di tutti gli Stati che hanno
partecipato al negoziato. Con l’adozione del trattato si conclude la fase preparatoria di formazione del trattato. Adozione = è
avere qualcosa da sottoporre alla firma. Nell’ONU l’adozione avviene in Assemblea generale = il testo viene adottato e si
apre alla firma. La fase negoziale si chiude con la parafatura* = certificazione che quel testo lì fa parte di un unico blocco
dedicato a chi ha negoziato, ma ancora non siamo nella firma, è una fase precedente. Finita la parafatura allora si firma
Quando tutte le parti sono d’accordo sul testo, il trattato viene adottato e si può procedere con la fase successiva:
firma
ratifica
(adesione) - prevede che non si sia partecipato alle fasi precedenti o quanto meno alle due precedenti
entrata in vigore
a) internazionalmente
b) internamente ai singoli stati
9/10/2023-lezione 5
La firma avviene dopo che il negoziato si è concluso con la parafatura* da parte di chi ha negoziato➔ Consiste
nell’apposizione delle iniziali del negoziatore ,e non della firma per intero, ad ogni pagina del trattato. → se questi hanno
potere di firma possono procedere in prima persona, altrimenti spetta a tre figure che hanno origini storiche nel loro potere
di firma:
PROBLEMA? ➔ Il DI riconosce automaticamente al capo dello stato, capo di gov, ministro, il potere di firmare un trattato.
Se il presidente della repubblica va a firmare trattati esteri? Problema nel diritto italiano. Sarà l’Italia che dovrà trovare un
modo. Non è un problema a livello internazionale. ➔ se i vincoli non vanno rispettati, il problema è a livello interno e no
internazionale . Infatti P. Della Rep è seguito da altre persone che aiutano nelle decisioni e azioni.
Dopo la ratifica il trattato entra in vigore. La procedura di ratifica è di diritto interno. Ogni stato ha una procedura simile a
quella italiana.
Il parlamento controlla gli obblighi cristallizzati che non si possono più cambiare. Qua si valuta se il risultato del negoziato
va bene.
Per il DI, è importante che vi sia l’ok per il trattato da parte del sovrano, gli è irrilevante il quando e la forma (Non
soggetta a regole particolari). Il momento chiave per il DI è quando la ratifica viene depositata (notifica della ratifica). La
maggior parte delle volte la ratifica è espressa.
Siccome il DI è tutto basato sul consenso, è logico che ci debba essere. Non ci sono sanzioni per la mancata ratifica = per il
Diritto internazionale non c’è l’obbligo di ratifica, perché quello che avviene dentro lo Stato è un problema dello stato
soprattutto nell’interstatale. Dove ci potrebbe essere la sanzione? Il DI apprende che il Parlamento ha dato l’autorizzazione.
Il presidente della Rep, seppur obbligato, non firma/ oppure il ministro degli affari esteri non deposita la ratifica .. ➔in questi
casi, quando il popolo ha autorizzato a firmare, e il ministro degli affari esteri non fa nulla➔ problema di diritto interno,
perché il diritto internazionale ancora non sa nulla(sempre il problema dei due livelli), non puo essere vincolato se manca la
ratifica del Ministro➔ problema dei due livelli sempre presenti, e problema nel diritto interno.
La ratifica è un «second look» al Trattato fatto a livello di diritto interno, seguendo le procedure previste dal diritto interno. In
compenso, il diritto internazionale:
• Non prevede un obbligo di ratifica
• Non prevede un termine ultimo (una data) per la ratifica (trattati firmati decenni fa, risulta ancora la firma ma non risultano
ratficati però il paese risulta ancora firmatario. Le caselle vuote saranno Usa, Russia, Cina, sono quelli che firmano e si
prendono tempo per ratificare)
• Non impone una forma particolare per la ratifica (l’unica cosa che impone è che la ratifica vada fatta conoscere
all’esterno)
• Fa discendere effetti giuridici del trattato nei confronti dello Stato, con il deposito della ratifica (o della notifica)
presso il depositario → la manifestazione di consenso va comunicata; (i multilaterali o uno stato di un’organizzazione
internazionale prevedono con il deposito della ratifica che gli altri sanno che io sono vincolato a questa cosa e questa cosa
produce effetti giuridici)
• Non ci sono sanzioni per chi non ratifica (a patto che ci sia il rispetto di oggetto e scopo del trattato)
Con la ratifica lo stato è vincolato agli obblighi (o a «non privare il Trattato di oggetto e scopo» fino all’entrata in vigore)➔
Dal momento del deposito del suo strumento di ratifica presso il governo depositario, lo stato è definitivamente obbligato.
Per i primi stati che ratificano, quel trattato che firmano non è magari già attivo a liv internazionale.
Se è gia in vigore internazionalmente, gli obblighi entrano in vigore per lo stato, se non è ancora in vigore
internazionalmente siamo in una fase di sospensione, dove ci si puo comportare ancora così, consci tuttavia che da un
momento all’altro bisogna iniziare a comportarsi diversamente seguendo il trattato.
Lo stato è vincolato dal testo del trattato nella sua interezza, quindi non può procedere ad una ratifica parziale. La
questione è diversa in caso di riserve ammesse ed ammissibili previste dal corpo del trattato.
4) L’ADESIONE
…cosa succede se
uno Stato vuole entrare a fare parte di un trattato senza partecipare a quelle cose che si è detto prima, quindi non lo
negozia, non lo firma e il trattato prevede che possano entrare le norme in vigore.
Chi non firma il trattato/l’ha abbandonato/non aderisce, ma è interessato.
In questo caso, serve il consenso di chi ha già firmato per far sì che uno stato possa aderirvi➔ il trattato deve essere
aperto all’adesione. Uno Stato che non ha partecipato ai negoziati può diventare parte di un Trattato in un momento
successivo mediante l’adesione.
Nel caso in cui uno stato non abbia firmato il trattato esiste la possibilità di divenirne parte attraverso l’adesione. Vi sono
tuttavia trattati con
a) adesione aperta (aperti per tutti gli Stati al mondo desiderosi di rispettarne i termini)
e quelli con adesione chiusa (per es per ragioni geografiche). Ai trattati dell’Ue solo gli stati europei possono aderirvi. A
volte i trattati sono chiusi, un trattato bilaterale per la cooperazione economica-militare-politica tra Austria e Svizzera sarà
aperto ad Austria e Svizzera, non potrà entrare Italia, si può negoziare però servirà che Austria e Svizzera diano questo ok.
Se le parti danno l’ok e quindi permettono l’adesione di terzi allora uno stato può decidere di vincolarsi alle disposizioni di
un trattato che non ha negoziato, che dunque non ha potere negoziale = quelle sono le cose o le accetta o ne fa parte.
b) Esistono anche trattati semiaperti dove possono accedervi solo stati che rispondono a certe caratteristiche precise.
L’adesione ad un Trattato internazionale non è un diritto ma è soggetta alla volontà delle Parti di permettere o meno
l’adesione di terzi.
Adesione è simile all’ammissione/accessione (trattato o un blocco di trattati, nel caso dell’UE sono 2+1)
ad un’organizzazione internazionale
(la questione è + complicata perché vuol dire accettare non un singolo trattato ma tutto il blocco di trattati che creano
l’organizzazione ed eventualmente tutto il diritto derivato. Per contro è abbastanza più organizzata la procedura di
ammissione. Alla fine di tutto ciò lo Stato si vincolerà sia con gli stati che sono già parte dell’organizzazione internazionale,
sia con l’organizzazione internazionale stessa. Quindi si introduce un elemento nuovo che è l’organizzazione internazionale
come soggetto di diritto.)
che è quando i trattati a cui si vuole far parte, sono quelli che dano vita a una organizzazione internazionale e che di
conseguenza comportano l’accettazione dal punto di vista interno di altri trattati che da questo derivano. La differenza che
qui le Parti sono lo Stato richiedente e l’OIG ed è necessario seguire una specifica procedura di ammisione.
5) ENTRATA IN VIGORE
Entrata in vigore➔ È il momento in cui il trattato inizia a produrre effetti giuridici: un obbligo comportamento ( Per es avere
un certo comportamento nei confronti di altri stati), avere un diritto nei confronti degli altri, è il momento in cui il Trattato
inizia a produrre effetti giuridici sul piano internazionale*. Il diritto internazionale non impone nemmeno delle condizioni
specifiche circa l’entrata in vigore di un trattato, tutto dipende dalla volontà Degli Stati contraenti.
*questo ce lo dicono le clausole finali, dove troviamo quando e come entra un trattato.
Trattati multilaterali: Serviranno un tot di ratifiche depositate per far entrare in vigore internazionalmente il trattato. A questo
numero di ratifiche possono essere aggiunte altri parametri, es un elemento temporale = 60 giorni dopo il deposito della
40ntesima ratifica, può essere richiesta una maggioranza assoluta assoluta di blocco: servono 2/3 delle ratifiche + tutte le
ratifiche di un gruppo di stati particolari per esempio dei membri del consiglio di sicurezza dell’ONU, oltre alle 20 ratifiche
servono anche quelle dei paesi rappresentativi. L’entrata in vigore internazionale non vuol dire entrata in vigore per lo Stato,
che lo stato sia vincolato x concetto di data critica
Es. Convenzione di Vienna = 35 ratifiche, fino al 34esimo stato la ratifica non comporta altro che non sia privare trattato di
un sogg e scopo. Il 35esimo stato entra in vigore internazionalmente, perché lo dicono le clausole finali e fa si che entri in
vigore per tutti i 35 perché aveva ratificato prima. Mettamo che dopo un anno un 36 esimo stato ratifica, per questo stato gli
obblighi e diritti dipendono dalla data della sua ratifica quindi in questo caso il trattato vale da un anno dopo.
L’entrata in vigore internazionale ci serve come elemento di base, minimo comune denominatore = Se non è in vigore
internazionalmente il trattato non può produrre effetti. Per produrre effetti nei confronti dei singoli stati conta la ratifica
del singolo stato.
Chi ratifica per primo, si troverà vincolato da subito, appena il trattato entra in vigore internazionalmente;
per la maggioranza degli stati il trattato entrerà in vigore in un momento successivo.
Il trattato entra in vigore internazionalmente ma poi valuterà ogni singola ratifica per capire quando quel singolo stato ha
degli obblighi. Questo è fondamentale poi nei rapporti tra gli stati parte del trattato, è il lavoro che fanno al ministero degli
esteri, se io sospetto di avere un diritto che mi sia stato violato o che uno stato non stia rispettando un obbligo che ha nei
miei confronti, io dovrò andare a vedere se il trattato è effettivamente in vigore non internazionalmente che è elemento di
base già assicurato, devo vedere se quello stato nei confronti del quale io avevo delle dimostranze effettivamente aveva
quegli obblighi.
Se c’è un trattato con 200 stati e prevede 20 ratifiche per l’entrata in vigore, per i primi 20 sarà semplice ma per tutti gli altri
ci saranno 180 date diverse a partire dalle quali un trattato produce degli effetti.
È definita dalle clausole finali, motivo per cui le clausole finali entrano in vigore con la firma.
Clausola di entrata in vigore prevede l’evento critico, ovvero un numero di ratifiche tali per cui le parti ritengono che con
questo numero di ratifiche il trattato è in vigore a livello internazionale.
Per i trattati multilaterali solitamente questi entrano in vigore al raggiungimento di numero determinato di ratifiche. x
Attenzione al concetto di «data critica»: differenza tra entrata in vigore internazionale ed entrata in vigore per i singoli Stati.
Se servono 5 ratifiche,per i primi 4 che ratificano possono comportarsi come prima fino alla firma del 5^. Ma anche: 10 stati
vogliono ratificare, la clausola prevede che dalla 5^ il trattato entra in vigore internazionalmente, e a livello nazionale per
quei 4 che hanno gia firmato. Il numero di stati viene deciso in base all’urgenza che le parti hanno di fare entrare il trattato
in vigore, quindi dipende dalla materia:
7) Se c’è bisogno di ampio consenso=> 90 stati , 60 ratifiche=> si sceglie percentuale di stati firmatari più alta Per trattati
sensibili multilaterali politici (elaborati e discussi assieme all’ONU), dove si applicava una doppia maggioranza di stati: una
relativa e una assoluta, ovvero spesso si prevede: 90 stati 60 stati compresi i 5 membri del consiglio di sicurezza. Serve
che ci siano cina, usa, francia,russia e gran bretagna=> Se il Regno Unito (partedel consiglio) no firma,il trattato non entrerà
in vigore perché per per gli stati del consiglio il sicurezza è necessaria l’unanimità.
EFFETTI ENTRATA IN VIGORE: dal momento dell'entrata in vigore internazionale di un trattato, sorge l’obbligo, in capo
alle parti contraenti, di rispettare pienamente e di interamente le disposizioni del trattato in causa
Altro problema: il rubio Russo che gira, prodotti Made in Israel ma fatti in Palestina=> paesi che si trovano sotto il controllo
diretto di una amministrazione che non è quella che il DI vede come legittima. ➔ qua si valuta caso per caso
singolarmente.
Vi è una regola di base: i trattati non hanno effetto retroattivo, gli effetti del trattato sono dal giorno in cui entra in vigore
(se le parti non decidono altrimenti).
Il porblema si pone quando due trattati regolano la stessa materia…Ci sono però trattati successivi che disciplinerebbero lo
stesso caso di un trattato precedente➔ potrebbero interferire con l’azione di Trattati precedenti: in tal caso vale il principio
lex posteriori- il principio che vale in diritto interno-, ovvero la legge più nuova prevale sulla più vecchia a parità di materia,
quello che si decide dopo si sostituisce a quello che si è diciso prima. Se rimangono buchi in quella nuova, quella
precedente varrà in questi casi.
Il problema si pone quando tra A e B si conclude una cosa che poi, in contraddizione, si conclude 10 anni dopo tra A e C. In
tal caso A ha degli obblighi con B e degli obblighi con C che potrebbero essere in contraddizione, si cercheranno dei modi
per conciliare queste cose fermo restando che se ad un certo punto questo diventa
impossibile, lo Stato A dovrà sottoporsi il problema (B e C non c’entrano perché rispettano gli obblighi) e se non riesce a
conciliare dovrà decidere quali obblighi rispettare e quali compensare economicamente.
Nella fase finale del negoziato per portare a termina un’adesione/cessione lo Stato A si deve impegnare a denunciare
alcuni trattati incompatibili. Denunciare = uscire da trattati compatibili. È il caso degli accordi di ammissione all’UE, l’ultimo
la Croazia e prevedeva che per la data di ammissione la Croazia denunciasse accordi di cooperazione economica perché
questa è una competenza dell’UE e si sarebbe creato un conflitto di base insanabile.
Succede che a parità di fattispecie, non c’è parità di parti contraenti➔ a,b c, avevano un accordo (1) su come regolare x
cosa. A, e B fanno un altro accordo/trattato (2) cambiando qualcosa. Nei confronti di C (A e B)sono tenuti a seguire ciò che
prevede il trattato che hanno firmato inizialmente (1), perché C non è parte contraente del nuovo trattato➔il nuovo trattato
sostituisce quello vecchio nei confronti delle parti contraenti A e B, ma C no subisce cambiamenti.
Succede che l’uniformità del DI si spezza!!!==> ora ci sono ci sono tre standard diversi:
Obbligo di A nei confronti di B
Obbligo tra A e C
Obbligo tra B e C
Si cerca di trovare compromessi tra le parti se qualcosa non va , o si cerca di negoziare prima dell’entrata in vigore del
trattato con la parte che non fa parte del nuovo trattato.
Può però avvenire che le Parti siano diverse...se diventa impossibile conciliare le obbligazioni allora uno Stato potrebbe
doversi trovare a scegliere quali obblighi rispettare e quali invece violare (e compensare) → ruolo crescente delle clausole
di compatibilità = in caso di contrasto con, ci dicono quali delle due si appliccano.
L’applicazione provvisoria
Questo è ciò che succede in caso di urgenza. Si decide che con la firma entra in vigore provvisoriamente un trattato,
oppure entrano in vigore le disposizioni forndamentali del trattato, poi il resto si vedrà più avanti. Il ministero di
competenza/consglio dei ministri di ogni stato decidono se approvare un’applicazione provvisoria.
Le disposizioni entrano in vigore da subito ma temporaneamente in forma semplificata. Ma cosi come vengono
adottati, possono essere ritirate se lo stato esce dai negoziati. In tal caso alcuni obblighi entrano in vigore da subito per
volontà delle Parti (ma cessano di esserlo se una Parte dichiara di non voler più procedere con il Trattato).
Non tutti i trattati si applicano nella loro interezza a tutti gli stati membri. Alcune disposizioni del trattato non si applicano nei
nostri accordi/Uno Stato potrebbe non essere d’accordo con tutte le disposizioni di un Trattato e potrebbe volere essere
vincolato solo da parte del Trattato, o meglio, escludere alcune disposizioni → formulazione di riserva.
RISERVA=>formulazione che fa uno stato della volontà di non essere vincolato ad una certa disposizione del
trattato.
Chi appone le riserve? La stessa figura che vincola lo stato a livello internazionale. Le riserve devono essere apposte
dall’organo con il potere di vincolare lo Stato e devono essere comunicate agli altri Stati.
Si può formulare sia al momento:
della firma,
della ratifica o
dell’adesione.
La soluzione più corretta sarebbe al momento della firma, così che gli altri stati sanno già a cosa vanno incontro (perché la
riserva a effetti su di loro)
La polizia diplomatica vuole che già durante il negoziato la riserva sia conclusa prima della firma ma in realtà nulla vita che
ci si trovi una riserva con il deposito della ratifica o al momento dell’adesione dello stato.
Le riserve si applicano solo sui trattati multilaterali, NON valgono sui bilaterali perché se siamo in due e ad uno non sta
bene un articolo allora quello lo togliamo.
Condizioni necessarie per poter apporre queste riserve(quando le riserve sono ammissibili): quando i trattati lo prevedono
il trattato( e quindi le Parti) deve ammettere le riserve indipendentemente da oggetto, scopo e ius cogens. Per alcuni motivi
gli stati possono decidere di non ammettere le riserve.
La CIG ha considerate le riserve ammissibili a patto che:
1. Oggetto e scopo: se non sono contrarie a oggetto e scopo essi sono ammissibili. Nel DI non c’è divieto di apporre riserve in
caso di trattati sui diritti umani.
2. Non siano escluse dal Trattato o parti di questo per cui sono espressamente escluse.
Non siano contrarie allo scopo e all’oggetto del trattato
Le riserve sono ammissibili quando le parti lo prevedono, ci sono trattati in cui è scritto che non sono ammesse, altri
rimangono aperti alla possibilità di riservare. Non si potrà apporre una riserva che vada contro all’oggetto e allo scopo. La
combinazione di questi due elementi non esclude a priori la possibilità di riserva in materia dei diritti umani. Le soluzioni
ce le danno le corti o gli organi di controllo su quei trattati. I trattati sui diritti umani prevedono che ci sia un qualcosa che ha
il compito di verificare sul rispetto delle regole. La cosa più funzionante
a livello regionale è la corte europea.
L’organo di controllo valuterà le riserve, ci sarà un controllo a posteriori ed eventualmente le considererà come non
apposte, sarà la corte europea dei diritti umani a togliere una riserva; lo stato magari è anche convinto a togliere quella
cosa perché ha messo la riserva ma la corte in un secondo momento dirà questa riserva, alla luce di quello che è il
funzionamento di quell’accordo, non te la posso accettare. Siamo nella fase della risoluzione delle controversie (corte) e
quindi potrà essere sanzionato lo Stato per la violazione di obblighi che discendevano dal trattato inteso senza la riserva.
In un sistema basato sul principio volontaristico in cui gli stati fanno le cose se le vogliono fare, se uno stato dice che NON
vuole essere vincolato dall'articolo 97 del trattato, allora NON sarà vincolato dall'art. 97 del trattato, nei confronti degli stati
che non dicono niente e se la fanno andare bene, e anche nei confronti di quegli stati che protestano, che formulano
un'obiezione e dicono "a me non sta bene quella riserva sull'art.97" eppure anche nei confronti di quello stato lì, l'art. 97 lo
togliamo.
Es. in un trattato composto da 10 articoli togliamo il n°7
allo stato C non va bene l'art. 7
allo stato A non cambia nulla
per lo stato B l'art. 7 è fondamentale e formula un'obiezione.
L'effetto è che
tra A e C entra in vigore tutto il trattato 10 meno il 7
tra B e C entra in vigore tutto meno il 7
tra A e B, che non hanno formulato nulla, entra in vigore tutto 10.
Se però B si punta e dice che è fondamentale il punto 7, allora si formulerà un'obiezione rafforzata = NON accetto la
riserva e quindi NON faccio entrare in vigore il trattato con C, quindi o tutto o niente.
Nel caso in cui B ha formulato un'obiezione rafforzata (non si applica il trattato tra quelle due parti = non vince nessuno)
risultato:
- tra A e B trattato in vigore pieno.
- Trattato in vigore 10 meno l'art 7 tra A e C
- Nessun trattato in vigore tra B e C, anche se entrambi nei confronti di A hanno degli obblighi; perché l’obiezione di B è
rafforzata.
Questo smonta l’unità del diritto internazionale.
Le possibilità che hanno gli Stati a cui non sta bene la riserva sono 2:
1) O lo manifestano formulando un’obiezione, e questo non produce effetti sull’applicazione della riserva. Vince chi riserva.
2) O l’obiezione è rafforzata e in questo caso non si applica il trattato tra quelle due parti.
3. Quando uno stato si impunta➔STATO CHE OBIETTA➔ considera così rilevante la disposizione su cui si è basata la
riserva del trattato al punto da essere pronto a non fare entrare in vigore il trattato con quello stato proprio perché per
lui quella disposizione era importante . In questo caso bisogna rafforzare l’obiezione esprimendo la volotnà di non voler
concludere il trattato nei confronti di quella parte. In quel caso il trattato entrerà in vigore normalmente tra gli stati che
avevano tranquillamente accettato, tranne gli stati che hanno formulato la riserva e quelli che hanno formulato l’obiezione
riguardo la riserva➔Tra tutti i rapporti tra gli stati, il trattato diventa un insieme di relazioni bilaterali(frammentazione
del regime giuridico del Trattato), bisogna vedere tra stato e stato cosa vale. Ma è sempre meglio che avere stati fuori dal
regime del trattato.
La riserva può essere anche su una parte di un articolo, a quel punto c’è un problema di interpretazione.
Es la convenzione UNCLOS (convenzione delle nazioni unite sul diritto del mare) che prevede che si possono apporre delle
riserve in determinate materie, tra cui attività militari. Se una nave militare fa un'attività di polizia, è un'attività militare o no ?
Toccherà alla corte stessa capire se la riserva era valida o meno, valutando se quella nave militare era in un’operazione
effettivamente militare di guerra o se stava agendo come forza di polizia della guardia costiera. Qui la riserva è solo
sull'attività militare (su una parte dell’articolo) ma non su tutto il meccanismo di risoluzione delle controversie.
16/10/2023 LEZIONE 6
Gli elementi del VIZIO DEL CONSENSO che si possono invocare, le cause:
c. Diritto interno➔quindi che lo stato non voleva invocarsi. Il diritto interno non può essere utilizzato come vizio del consenso
a meno che non ci sia una violazione del diritto interno fondamentale (=una cosa grave) e soprattuto manifesta
(=riconoscibile dall’altra parte) alle parti
Es: il caso da parte della CIG che riguarda l’eliminazione del confine marittimo tra Nigeria e Camerun nei primi anni 2000, i
due presidneti di Camerun e Nigeria concludono questo accordo e poi la Nigeria come paese invoca l’invalidità del trattato
per vizio del consenso per violazione fondamentale e manifesta del proprio diritto interno = solleva la questione dicendo che
il presidente Nigeriano nel concludere questo accordo ha violato il diritto Nigeriano in maniera importante, quindi conclude
di testa sua l’accordo senza passare per le procedure interne. La CIG gli dà ragione (al Camerun) perché il presidente
di per sé può decidere per lo Stato, il presidente è autorizzato dal diritto internazionale a vincolare lo Stato (il suo), quindi la
violazione NON era manifesta, NON era conoscibile dalla controparte. Nel caso in cui il trattato viene concluso dal
Presidente la controparte è autorizzata a ritenere che quella persona possa vincolare il suo Stato e lo stato della
controparte non è tenuto ad indagare sulle procedure interne dello Stato.
Quindi questo accordo era valido,non è stato considerato nullo. A meno che non sia fondamentale e manifesta, non si potrà
invocare la violazione del DI come causa di un vizio del consenso.
Altro caso: se una persona in un accordo tra due aziende produce le garanzie e le assicurazioni, io sono autorizzato a
credere che quella persona possa concludere quel contratto per conto dell’azienda, poi se all’interno dell’azienda ci sono
altre questioni a me riguarda relativamente
Es. Caso di colpo di stato cui viene dato particolare risalto nei media e io avevo già iniziato a negoziare con una persona
e il giorno dopo alla conclusione ne trovo un’altra, in tal caso il sospetto dovrebbe venire per un obbligo di buona fede nel
concludere i negoziati. Però se un capo di stato per sua volontà viola il diritto interno diventa molto difficile per lo Stato
invocare questa cosa; tutto questo serve per dare stabilità al sistema internazionale perché non siamo tenuti a conoscere
tutte le procedure costituzionali di tutti gli stati e se venisse meno questo principio salta la stabilità dell’ordinamento
internazionale, perché basterebbe dire che c’è stata una violazione dell’ordinamento interno per venire meno a qualunque
impegno che si ha assunto su piano internazionale.
6) L’ErroreL’errore che vale per invocare il vizio del consenso è l’errore materiale = errata comprensione di un fatto (non
può essere un’errata comprensione del diritto) di una situazione materiale che sia un fatto fondamentale alla base
dell’espressione/manifestazione di consenso.
Deve essere su una parte fondamentale per l’espressione del consenso (non basta che sia un’idea sbagliata della
situazione, ma un elemento chiave) e questo errore deve essere materialmente presente. Oggi con la tecnologia è
impossibile che abbiamo fare un errore materiale, motivo per cui è quasi impossibile questo vizio del consenso.
Questo tipo di errore oggi è di fatto impossibile, perché è difficile dire che non sapevo come fosse fatto il fiume o come
fossero fatte effettivamente le cose, la rappresentazione della realtà è più precisa oggi.
Es classico erano i trattati sui confini di 50/100 anni fa in cui le carte geografiche potevano rappresentare una realtà che era
diversa da quella che poi si trovava nei territtori soprattutto in alcune zone del pianeta di difficile accesso come zone
tropicali, erano punti inaccessibili perché non c’era la tecnologia e l’aviazione o cmq era molto svilluppata. Era possibile
dunque che si arrivasse ad un’errata idea di quella che poi era la realtà delle cose.
7) Dolo➔la frode, la truffa, inganno. La volontà di ottenere un vantaggio in modo leale nei confronti della contro-parte. È
chiaro che se una delle due parti inganna l’altra volutamente, crea una truffa, quella cosa non può essere ritenuta valida.
È un caso strano perché da un lato appare logico che con il dolo se io racconto una storia alla controparte per farle firmare,
è ovvio che quel consenso è falsato, però non abbiamo delle sentenze/casi provati (esempi) che siano stati ritenuti nulli
basati sul dolo. Questo dolo non è mai stato provato al momento di invocare il vizio di consenso di nullità dei trattati. Un
consenso dato in seguito a trattative fraudolente da considerarsi nullo e comporta l’invalidità di un trattato.
8) Corruzione (dare dei soldi al rappresentante dello stato per ottenere un accordo, può avvenire a tutti i livelli: può essere
anche un’azienda che corrompe il rappresentante dello stato.)➔ Può essere invocata come vizio del consenso se la figura
che ha il potere di vincolare lo stato è corrotta. La corruzione del rappresentante dello stato, firma non per quello per cui è
pagato dallo stato ma perché è pagato da altri, rappresenta un vizio del consenso.
Sono due gli aspetti che porta la corruzione:
Da un lato c’è un aspetto positivo, nel senso che visto che l’accordo potrebbe essere ritenuto in un secondo momento nullo,
questo scoraggia il corruttore. (spendo tutti questi soldi si, ma poi l’accordo potrebbe essere ritenuto nullo non ha
senso) = ci sarà meno corruzione se so che il trattato può essere cancellato
Dall’altro l’elemento di corruzione per il Diritto internazionale porta un certo rischio di instabilità giuridica che nelle
relazioni internazionali crea problemi e non viene colta con favore. Il fatto di poter invocare la corruzione porta un rischio di
instabilità giuridica nelle relazioni internazionali perché qualunque governo che si pone in piena rottura con quello
precedente proverà a dire che quello precente aveva ricevuto dei soldi = il rischio di instabilità giuridica può essere usato
come motivo di rivalsa per venire meno ad impegni.
a. Es. Venezuela di Chavez se arriva dopo mezzo secolo di schieramento capitalistico importante del venezuela (comporta
concessioni, alleanze militari, un allineamento del paese in una certa direzione) arriva un governo di forte rottura con il
passato che può essere ad esempio rivoluzionario (o qualunque altro governo che non è d’accordo con gli accordi presi dal
governo precedente direbbe che erano corrotti) e inizia a dire che tutti quegli accordi sono non validi e quindi non li
rispetterà perché il governo prima aveva ricevuto le mazzette dai capitalisti, c’è il rischio che se questo viene riconosciuto
come valido, ogni volta che c’è un governo di questo tipo salta il sistema delle relazioni internazionali perché tutti gli accordi
dei 50 anni del Venenzuela non varebbero più se fosse così facile invocare la corruzione. Idem con altri esempi.
9) Coercizione/violenza (qui il vizio è assoluto, insanabile = nullità assoluta)=caso dell’uso della forza:
I trattati non sono in sé consensi perché l’accordo di per sé non ha un oggetto invalido, potrebbe essere un accordo
concluso per cose assolutamente lecite, tuttavia in questo caso non è sanabile il vizio.
Se io uso la violenza per ottenere l’ok dalla contro-parte, ottengo l’ok solo perché punto la pistola alla tempia, firmo per non
morire.
a. Violenza esercitata sul rappresentante di uno stato: Per esempio: il trattato del 15 Marzo 1939 che stabilì un protettorato
tedesco sulla Boemia in seguito a pressioni fisiche esercitate da Hitler contro il presidente della Repubblica Cecoslovacca
dell’epoca.
b. Violenze esercitata su uno stato con le minacce o l’uso della forza: carri sovietici del patto di Varsavia entrano in piazza a
Praga 1968, durante la 1° guerra di Praga. Firmato qualche giorno dopo l’accordo di amicizia tra la Cecoslovacchia e
l’unione sovietica, non c’era un oggetto illecito in questo accordo. L’accordo non è valido visto dal piano del diritto
internazionale perché per concluderlo sono stati usati i carri armati, quindi la violenza nei confronti della Cecoslovacchia.
Da concezione del singolo rappresentante ai carri armati
In entrambi i casi gli accordi finali sono stati annullati
(*es di stato che ha subito entrambe le cose a distanza di 50 anni)
a. Nullità ab initio: se la contrarietà allo Ius Cogens si presenta sin dalla conclusione; Se sussiste un contrasto genetico tra
un trattato e una norma di ius cogens già in fase di formazione, il trattato è colpito da nullità ab initio; G.
Nullo da subito se la norma di ius cogens già esiste. Es c’è già un divieto di genocidio, quindi il trattato concluso per
genocidio è nullo quindi la comunità internazionale può reagire, come il trattato per fare una rapina
b. Nullità ex nunc(= Senza effetti retroattivi): se la contrarietà sopraggiunge (formazione di una nuova norma di Ius Cogens)
se invece un trattato non è più conforme ad una norma ius cogens per effetto di una mutazione di quest’ultimo, il trattato
diventa nullo ma solamente ex nunc .
Questo è il caso di nullità sopravvenuta che si manifesta quando un trattato già concluso si rivela contrario ad una nuova
norma imperativa del diritto internazionale (ius cogens).
Più complesso è se la norma di ius cogens si forma in un secondo momento. Lo us cogens è una materia evolutiva, non
sappiamo del ttto cosa c’è dentro. Quindi se il trattato viene concluso oggi è perfettamente lecito fino al punto che non
emerge una nuova norma di ius cogens in materia. a quel punto da quel momento in poi l’accordo sarà invalido senza però
effetto retroattivo, quindi quello che è stato fatto da T0 fino alla formazione della norma di ius cogens rimane. Il problema si
pone da quel momento in poi in cui gli effetti non possono più essere prodotti.
Es. Accordo tra due paesi per eseguire attività che hanno un grosso impatto ambientale, ancora lecito ai fini del diritto
Internazionale generale, sono paesi svincolati dagli obblighi di trattato sulle emissioni; mettiamo che però il controllo delle
emissioni/dell’aria pulita diventa norma di ius cogens= in quel momento lì potrà essere invocata la nullità di quell’accordo su
queste attività che per loro natura emettono molti gas nocivi per l’ambiente. = oggi sono leciti, domani non lo sappiamo
c. Ulteriore causa di nullità
➔ non è causa di nullità in senso stretto parliamo infatti di invalidità/inefficacia relativa dell’accordo, perché deriva NON
dalle regole generali che si usano per il diritto dei trattati ma da un obbligo che pone un trattato ovvero la carta delle nazioni
unite. È un obbligo che l’ONU riprende dalla società delle nazioni. La SDN aveva un’impostazione più forte del diritto
internazionale nei confronti dei diritti interni e della libertà degli stati, vincoli troppo forti comporta il fatto che si iniziano a
ritirare gli stati.
L’ONU poneva l’obbligo di registrare presso l’organizzazione dell’ONU il trattato (non è presso il deposito/depositario,
non c’è l’obbligo di far sapere agli atri ecc) perchè l’organizzazione ne desse pubblicità (pubblicità è diverso da deposito).
La registrazione all’ONU è un obbligo dell’ONU, non è una questione che si è sviluppata nella prassi diplomatica, l’ONU
non ha una responsabilità nei confronti degli stati parte ma ha una responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica, è una
trasposizione del diritto internazionale di quel principio, secondo cui il potere deve essere sotto il controllo dell’opinione
pubblica, che nasce negli Usa.
Le Nazioni unite non hanno nessun obbligo della gestione del trattato, si prendono l’obbligo di renderlo noto a tutti = obbligo
di registrazione = mettere a conoscenza tutta la comunità internazionale rispetto a quelli che sono gli accordi presi.
La Soc delle nazioni aveva un approccio rigido che non funzionò, i trattati non registrati non esistevano..
l’Onu impara da questo e pone l’obbligo di registrazione pena L’INEFFICACIA RELATIVA di questi accordi (=non potranno
essere usati nei confronti delle Nazioni Unite). Ma ci sono stati che non vogliono che si renda noto il trattato che hanno
firmato per poter mantenere relazioni anche con gli stati che non hanno firmato il trattato e risultano, se sono segreti,
inopponibili all’ONU.
ONU ha una responsabilità verso l’opinione pubblica
Obbligo di registrazione = mettere a conoscenza l’opinione pubblica
Registro ONU = strumento di conoscenza di quelli che erano gli accordi registrati in tutti i paesi del mondo, esisteva
all’epoca e usciva ogni tot anni. Non si sostituisce al depositario che ha l’obbligo di far conoscere le parti dell’accordo.
Tutti gli accordi conclusi dall’Italia sono stati registrati dalle nazioni unite. Quindi tutto questo avviene a patto che il trattato
sia stato effettivamente registrato. L’obbligo della registrazione deriva dalla carta stessa delle nazioni unite, ma venire meno
a quell’obbligo delle nazioni unite comporterà delle conseguenze che gli stati potrebbero anche essere disposti ad
accettare. A che neccessità risponde la segreticità del trattato ? mettere a conoscenza l’opinione pubblica. Ci sono dei
trattati che per loro natura gli stati potrebbero anche non volere fare conoscere all’opinione pubblica = trattati segreti, sono
validi, rimangono in vigore tra le parti, e sono inopponibili all’ONU perché l’obbligo di registrare è un obbligo dell’ONU e non
è un obbligo del diritto internazionale generale. Quindi io vengo meno a quell’obbligo che pone l’ONU e quindi non potrò
usare quel trattato nei confronti dell’ONU. Tuttavia gli stati rimangono liberi di concludere accordi anche segreti.
Es. accordi conclusi in seno di un’organizzazione militare, potrebbero non funzionare se portati a conoscenza dell’ONU,
infatti quegli stati preferiscono mantenerli segreti e non potranno essere usati nei confronti dell’ONU. Quindi se c’è una
controversia sulla base di questo accordo non potrò portarlo alla CIG, non potrò far votare in un’assemblea generale la
questione relativa a quella violazione dell’accordo visto che l’accordo per l’ONU non esiste.
Se accordo è tra Italia e Francia (ACCORDI SEGRETI).. perché si parla di INEFFICACIA RELATIVA nei confronti
dell’ONU? La corte internazionale di giustizia è un organo delle Nazioni Unite. Se io ho una controversia, quell’accordo
segreto non è opponibile all’Onu, non lo posso far valere in contesto ONU (per risolvere la controversia), non posso
andare dalla CIG a far risolvere il conflitto, perché per lei non esiste il trattato.
Mantengo la segretezza o mi interessa di più avere la sentenza?
Mi interesse avere la sentenza = vado a registrare l’accordo, non mi interessa avere la segretezza
È possibile tenere un accordo segreto fino all’ultimo e poi registrarlo, è quello che è successo con gli accordi di évian tra
Francia e Algeria. Questi accordi rimasero segreti almeno in parte dei contenuti e poi il governo algerino iniziò a
nazionalizzare, li registra all’ONU anni 1970’, 10 anni dopo.
A questo punto conviene registrare l’accordo, se ne vale la pena ovviamente, e farlo valere presso la CIG, altrimenti si
manterrà la segretezza dell’accordo in base alle dinamiche interne dello stato/i e gli interessi. La registrazione dei trattati è
ora prevista dall’articolo 102 della carta Onu la quale ha accolto il principio della inefficacia relativa se non registrati.
GLI EFFETTI DEI TRATTATI: pacta sunt servanda = i patti devono essere rispettati principio formulato dall’art. 26 della
convenzione di Vienna
Pacta sunt servanda=> gli obblighi vanno rispettati in buona fede che significa trarne piena esecuzione e in maniera
ragionevole e che non vada contro a quello che ha portato alla conclusione del trattato. È un principio che è implicito in ogni
sistema giuridico.
Rispettare= dare piena esecuzione agli obblighi anche se questo comporta adottare delle leggi in parlamento,creare un
fondo, creare un’agenzia governativa di controllo, un meccanismo di comunicazione tra gli stati per un certo settore.. etc..
In buona fede=l’esecuzione deve avvenire in maniera ragionevole e nello spirito che ha portato alla formazione
Il mancato rispetto degli obblighi=> comporta la resposabilità internazionale= da una scusa fino a risoluzione delle
nazioni unite attraverso la forza.
Nessuno stato al mondo dice che non rispetta in buona fede gli obblighi, non capita che uno stato dica infatti “non stiamo
rispettando gli obblighi del trattato n° 26”. Si andrà a litigare sul contenuto degli obblighi= sto rispettando gli obblighi ma per
me gli obblighi sono A, B, C. La controparte dirà no non li stai rispettando perché gli obblighi non sono A,B,C, bensì sono
D,E,F problema dell’interpretazione del contenuto del trattato, questi obblighi che i trattati si sono presi cosa
vogliono dire?
INTERPRETAZIONE (cap 7)
Deve essere fatta
1. Secondo buona fede
2. Secondo il senso ordinario delle parole➔ il tribunale di giustizia dice “È inutile cercare di dare un senso/significato alle
parole che queste non hanno: non cercare altro significato se quella parola vuol dire solo quella cosa nel contesto in cui è
inserita. “Se quell’edificio viene chiamato casa, e ha un giardinetto e ci vivono 4/5 persone di età diversa= sono 2/3
generazioni, tornano a dormire in questo edificio chiamato casa dopo il lavoro, c’è camera da letto, cucina, servizi = allora è
casa; inutile andare a ragionare sul fatto che potrebbe essere chiamata casa ma in realtà è …NO.”
Tante volte questo non sarà possibile e bisognerà dunque passare al livello successivo
3. Calata nel contesto (delle parole)➔ il contesto viene dato dal trattato e si trova nel preambolo (con cui noi riusciamo a
ricostruire il perché le parti si sono riunite per stringere quell’accordo). Il preambolo non contiene obblighi però ci dà l’idea di
come si è arrivati a quell’accordo, in quale contesto.
Un altro strumento utile di interpretazione del contesto del trattato (che non èdetto per forza che ci sia) è la parte finale cioè
la dichiarazione delle parti, alla fine dei lavori del negoziato le parti potrebbero decidere di allegare il loro commento
sull’accordo raggiunto/sui negoziati = Potrebbero anche concludere altri accordi tra di loro per dire “secondo noi
quell’accordo lì vuol dire questo” = dichiarazione interpretativa.
Calata nel contesto vuol dire mettere insieme tutti i documenti anche unilaterali delle parti, anche dichiarazioni dei singoli
stati su come vorebbero il trattato.
Limite: Non bisogna condurre a risultati irragionevoli o assurdi
4. Interpretazione in funzione dell’oggetto e dello scopo (entra in vigore con la firma)➔ il trattato dovrà essere letto in
funzione dell’oggetto e dello scopo, non potrà andarci contro perché questo entrava in vigore già con la firma. Nel momento
in cui si conclude il contratto le parti possono creare degli altri documenti/atti che hanno valore interpretativo. Non si potrà
arrivare ad una conclusione che prevede di andare contro al motivo per cui è stato concluso il trattato (es: protezione della
natura, si arriva al risultato che la natura non va protetta, ma il trattato prevede la produzione di essa)
5. In funzione dell’effetto utile del trattato ➔ le norme devono produrre un effetto nella pratica. Non si può arrivare ad
un’interpretazione che preveda che quella norma non produce nessun effetto. Se gli stati hanno negoziato per anni per
avere delle norme che detengono utili, è perché la norma deve produrre un effetto giuridico.
6. Conforme alla lettera e allo spirito del trattato➔ se si estende l’oggetto dello scopo alla luce del preambolo,si arriva alle
intenzioni, allo spirito (quei valori cui il trattato prova a rispondere), delle parti che hanno fatto parte del trattato.
7. Restrittiva alle limitazioni di sovranità➔ se le parti hanno dato il consenso a restringere, essi si pongono obblighi che
non avrebbero (perché gli interessa), ma limitano la loro sovranità (=anima dello stato) nel minor consenso possibile
necessario per quell’obbligo/trattato.
Interpretazione giusta che verrà accettata sarà quella che prevede che per far funzionare la norma richiede la minore
restrizione di sovranità possibile neccessaria. È un principio di logica: se noi siamo d’accordo che gli stati si sono auto
ridotti la sovranità per fare una cosa, una volta che abbiamo quella cosa lì la sovranità che si saranno ridotti sarà la minima
neccessaria pechè quella cosa possa avvenire. Non possiamo presumere che si siano ridotti la sovranità più di quello che è
neccessario per far funzionare l’accordo (=principio di preservazione).
8. Mediante la prassi successiva➔ strumento per capire come gli stati stanno attuando le norme. Il giudice deve usare la
prassi per dare un senso. Si pensa che già il giorno dopo le parti sono dal giudice a risolvere le controversie, invece
possono passare anche anni prima che le parti iniziano una controversia➔ parti per anni danno esecuzioni agli obblighi.
CIG dice che gli stati comportandosi in un certo modo potrebbero dare luogo ad una consuetudine (norma non scritta) che
modifica il testo del trattato
Se dopo aver fatto tutti questi 8 passaggi non arriviamo a nessuna conclusione e abbiamo ancora dubbi art. 32:
possiamo applicare i mezzi complementari di interpretazione.
i mezzi complementari possono essere usati solo in questi casi per togliere l’assurdità o redimere un dubbio che si ha su 2
interpretazioni:
1. Per confermare un’interpretazione
2. Per definire l’interpretazione quando questa sia ambigua
3. Definire l’interpretazione quando questa sia assurda o irragionevole
Nei lavori preparatori potrebbe venire fuori che la posizione di uno stato era “contraria”. Sono l’ultimo step
complementare, che serve per confermare dubbi o definire interpretazione, fermo restando che il giudice ha sempre
l’obbligo di rendere una sentenza.
I lavori preparatori come compromesso politico perché sono contestabili e in common-law sono il limite del legittimo poterli
usare. Quindi sono problematici e illeggittimi perché i lavori preparatori, essendo nella fase politica, potrebbero trovare un
contenuto diverso da quello del trattato. Se pensiamo ad un negoziato, la posizione di uno stato porebbe essere cambiata
più volte, c’è tutta una fase politica negoziale nei lavori preparatori che diventa difficile usare come mezzo di interpretazione
di un accordo di una cosa giuridica che dovrebbe essere basata su elementi di certezza. Il compromesso che si trova è ok
possono essere usati ma solo come mezzi complementari, non possiamo andare oltre a quello
Da un trattato NON possono in alcun modo derivare obblighi per terzi (ma attenzione/a meno che non ci sia consenso
implicito e ai regimi oggettivi)
In linea di principio un Trattato non può attribuire nemmeno un diritto ad un terzo, a meno che il beneficiario non lo accetti:
(è vero che il diritto è una cosa positiva ma c’è cmq la sovranità dello stato, tu mi stai dando una cosa in più ma io potrei
non volerla nella mia sovranità.)
a. In caso di CLAUSOLA A FAVORE DI TERZO, il consenso si presume in assenza di indicazione contraria (e non si può
revocare il diritto senza consenso dello stato!). Le parti dell’accordo decidono di convolvere un terzo stato, non facente
parte dell’accordo: l’accettazione (poiché si presume che lo stato terzo ne tragga vantaggio) consiste nell’ agire di
conseguenza.
Se nel trattato tra A e B si prevede che la libera circolazione la può fare anche C, se C non la rifiuta può anche C circolare
liberamente.
b. Altro caso in cui viene dato un diritto a terzi, che non richiede il consenso diretto della parte➔in caso della CLAUSOLA
DELLA NAZIONE PIÙ FAVORITA (clausola che incorpora un vantaggio derivante da un altro trattato). È quella clausola
per cui ad uno stato si applica il parametro più favorevole tra tutti quelli disponibili, si applica quindi il migliore dei regimi tra
tutti quelli disponibili.
Es. In un mondo di 4 paesi A, B, C, D
tra A e B si applica il 10% di tariffa doganale
tra A e C il 15 %
A e D negoziano la clausola della nazione +favorita, vuol dire che a D si appicherà il 10% perché è il migliore dei parametri.
Se A e C rinegoziano e scendono a 7 automaticamente cambia anche nei confronti di D, diventa 7% anche per D. Ma D ha
dato il consenso ad essere abbassato a 7%? No però si trova a vantaggio grazie alla clausola della nazione più favorita che
ha negoziato ed è come se non dovesse dare il consenso tutte le volte, si tratta di un rinvio ad altro accordo, è come se
fosse un parametro in bianco la cui casella viene colmata dalla migliore delle possibilità disponibili.
Questa clausola della nazione più favorita è diventata una clausola di base oggi nel commercio internazionale tramite
l’organizzazione mondiale del commercio, non si può fare parte dell’organizzazione mondiale del commercio senza
adottare la clausola della nazione più favorita nei confronti degli altri membri.
17/10 –lezione 7
I REGIMI OGGETTIVI
È un tratttato che può produrre effetti nei confronti di terzi soprattutto sotto forma di obblighi > sono quelle situazioni in cui
un trattato dà vita ad un regime oggettivo.
Regime oggettivo: è un trattato che andrà a disciplinare un qualcosa che per sua natura, che per le modalità con cui viene
fatto, crea delle regole generali che devono, di nuovo per loro natura, applicarsi a tutta la comunità internazionale. Come se
fossero delle consuetudini.
(natura dell’accordo + il modo in cui si è arrivato a quest’accordo che crea delle regole applicabili a tutta la comunità
internazionale anche attraverso un trattato)
Quali sono i settori in cui possiamo trovare questo tipo di accordo?
Secondo caso dove abbiamo norme decise da A e B che si applicano anche a stato C. Regime oggettivo è diverso dal fatto
che una norma del trattato possa evolversi in norma consuetudinaria(altro modo per creare una norma oltre ai trattato).Se
siamo in presenza di consuetudine, quelle norme diventano opponibili a tutta la comunità internazionale.
Altro discorso quello per cui con un trattato si va a decidere che uno stato è neutrale. Se quello stato è neutrale..puo essere
definito stato belligerante da uno stato che non fa parte di quell’accordo ? No, perché è lo status di quello stato.
La CVDT ammette che le norme di un Trattato diventino obbligatorie per terzi dovessero acquisire valore di
consuetudine...tuttavia ci sono dei casi in cui il diritto internazionale riconosce valore erga omnes a norme di diritto pattizio:
Trattati che disciplinano statuti territoriali; es. trattato sull’Antartide, concluso dai paesi che inizialmente avevano
interesse diretto nell’Antartide, che è difficilmente sorvolabile. Questo trattato viene applicato a tutta la comunità
internazionale anche a paesi che entrano in Antartide successivamente (es Italia che ha la sua base in Antartde, un altro
pezzo di Antartide è francese). Laggiù non ci possono andare militari, non si possono compiere attività che non siano di
natura scientifica; tutte queste regole sono decise da un gruppo di paesi e si applicano a tutta la comunità internazionale. I
trattati che disciplinano statuti territoriali sonoa nche quelli con cui si crea uno stato, se si decide per mezzo di un trattato
che uno stato esiste o magari lo status di questo trattato determina la neutralità di un paese, sarà tutta la comunità
internazionale, vista la natura dell’accordo, che dovrà riconoscere l’esistenza di quella cosa.
Trattati che disciplinano via di comunicazione di interesse internazionale; oggi sono meno frequenti, erano soprattutto
i fiumi, quindi quelle vie di comunicazione che avevano interesse per tutta la comunità internazionale.
• Es. Convenzione di Montreux che regola il passaggio delle navi da Instabul
• Es Dichiarazione unilaterale dell’Egitto su Suez (è un canale)
Trattati che istituiscono un ente internazionale (un nuovo Stato o comunemente un’organizzazione internazionale, OIG,
ONU, UE); All’inserimento di questo tipo di trattato nella lista dei trattati che creano i regimi oggettivi ci arriviamo con un
parere della CIG importante.
Es. caso del Marocco, dopo la fine del mandato britannico viene ucciso il conte del Nador da fanatici israeliani. Il conte del
Nador, svedese di cittadinanza, era funzionario delle nazioni unite, si pone il problema di chi possa invocare la
responsabilità internazionale = chi è che ha subito l’omicidio ? la Svezia o l’ONU? È la CIG che può agire per invocare la
responsabilità per chiedere risarcimento, compensazioni. E la CIG stabilisce che gli stati più rilevanti di quel mondo in quel
momento lì > 50 stati che rappresentavano la stragrande maggioranza della comunità internazionale, erano anni 40’>
rimasti pochi stati africani e molti stati delle americhe e dell’Europa + alcuni stati asiatici, hanno stabilito un qualcosa che ha
come scopo tutelare la comunità internazionale. Quindi bisogna desumere che la personalità giuridica dell’ONU
(organizzazione creata da gran parte della comunità internazionale per tutelare la comunità internazionale) sia oggettiva =
che si oppone anche agli altri = trattato ha effetti per terzi e quindi devono riconoscerne l’esistenza. Quindi l’ONU esiste
anche per chi non ne fa parte e non la riconosce. Quando gli stati europei creano UE = questa unione europea esiste anche
per gli stati che ne stanno al di fuori e dicono di non riconoscerla.
(trattati hanno effetti per terzi, bisogna riconoscere volenti o non volenti l’esistenza di quella cosa lì.)
Trattati di disarmo: Le parti sono internazionalmente d’accordo con il disarmo. Alcuni paesi hanno le armi perché le
avevano prima della formazione del trattato. Il trattato dice che non bisogna armarsi dal giorno un cui entra in vigore; per la
loro natura dei contenuti oggettivi, gli stati che li concludono applicano le loro regole agli altri soggetti della comunità
internazionale. Trattato per la riduzione ??? min 14.25 che parte dalle potenze atomiche che decidono che non si può più
produrre nuove armi atomiche perché si rischia di distruggere il pianeta.
Trattati rivisti a larga maggioranza: non sono strettamente un tipo di trattato ma un modo di modificare il trattato. Il
regime di questo trattato si applicherà in modo oggettivo anche a tutti gli altri stati che non hanno votato la ? min 15.33 (va
contro al fatto che serva il consenso e che si producano effetti su terzi).
1. Modifiche all’unanimità
Procedura standard/storica/tradizionale/classica per modificare il trattato.
Il trattato si modifica solo se tutti sono d’accordo unanimità. Uno stato da solo non può decidere di modificare un
trattato, non ci possono essere modifiche unilaterali. Per modificare un trattato dell’UE serviva l’unanimità, non bastava un
gruppo ridotto di stati.
Serve l’unanimità di un determinato gruppo di stati = unanimità relativa
è la soluzione tradizionale, oggi sempre valida per trattati particolarmente importanti e sensibili.
2. Modifiche a maggioranza: invenzione recente, oggi diffusa nel diritto a vocazione internazionale; è prevista per quei
trattati universali (quindi difficilmente potrebbero essere modificati all’unanimità) , si prevede un tot di voti, ma per esempio
nel caso dell’ONU viene introdotta unanimità relativa perché serve il consenso/unanimità dei membri permanenti del
consiglio di sicurezza. Si può prevedere che ci siano degli stati che per statuto/carta/trattato hanno più potere di altri e
quindi serve l’unanimità di questi. Per esempio i membri permanenti delle nazioni unite possono bloccare il funzionamento
dell’organizzazione. All’interno della maggioranza può servire un gruppetto per il quale è richiesta l’unanimità .
3. Modifiche tramite prassi successiva➔ rigettata dal CDV che usa le modifiche tramite prassi successiva come strumento
per interpetare il contenuto degli obblighi.
La Carta delle nazioni unite, non prevede in sé l’astensione, ma dice che serve il voto favorevole dei membri permanenti del
consiglio di sicurezza. La CIG dice che vedendo come si erano comportati gli Stati membri del consiglio di sicurezza fino al
71, dice che in realtà l’astensione di uno stato non è contraria all’obbligo di voti favorevoli e quindi la prassi degli stati ha
modificato il testo del trattato, dal punto di vista delle nazioni unite questo permette che continuino a funzionare come in
realtà era già capitato prima (?).
CIG prova a mettere per iscritto una cosa che già si sapeva/intuiva prevede che una consuetudine può modificare la
norma di un trattato.
Era pacifico che il trattato modificasse la consuetudine, se io codifco una consuetudine nel migliore dei casi la cristalizzo,
ma se inizio ad aggiungere dettagli allora la sto modificando.
Il dubbio nasce quando qualcosa allo scritto potesse essere modificata da una cosa che non era scritta (=consuetudine)
tant’è che nella CVD si parla di mezzo interpretativo.
Dal 71 in poi diventa pacifico che una consuetudine possa modificare la norma di un trattato
consente la modifica per via consuetudinaria (Le parti creano una consuetudine). In via consuetudinaria è stato modificato il veto: la
carta onu prevedeva il voto affermativo dei membri del consiglio di sicurezza (tuti devono votare sì) , in realta, dopo la g. Di Corea , le
parti considerano come voto valido se non ci sono tutti ; nel 71 la corte internazionale di giustizia l’astensione non conta come
veto,non fa parte dei voti validi.
4. Modifiche delle disposizioni solo tra alcune parti➔ se permesse dal trattato si impone la modifica solo alle parti
contraenti (problema della frammentazione del regime giuridico), non è una modifica tra tutte le parti contraenti ma solo tra i
paesi che vogliono adottare quelle modifiche. Si ritorna al caso delle riserve, si va a frammentare il regime del trattato.
Es. UE alcuni paesi vanno avanti nell’integrazione perché sono d’accordo, più omogenei tra di loro in vari fattori dentro
l’UE ma con delle regole che verranno applicate solo a loro.
Euro non tutti i paesi dell’UE hanno l’euro. Nasce un accordo all’interno dell’UE tra i paesi che lo vogliono.
COSA SUCCEDE QUANDO SI MODIFICA? CHE EFFETTO PRODUCE LA MODIFICA DEI TRATTATI?
Le modifiche non si oppongono nei confronti di terzi, quindi solo se certe parti fanno modifiche,le modifiche valgono solo nei
confronti di chi le ha accettate.
Ma in caso di modifica a maggioranza?
Nella visione classica la modifica a maggioranza si applica solo a quei paesi che le hanno accettate, quelli che non le
hanno accettate, nella visione classica, continuano a mantenere e tessere il regime precedente.
Secondo la visione classica le modifiche a maggioranza non sono opponibili alle Parti in minoranza➔FRAZIONAMENTO
DEL TRATTATO O “DIVERSE VELOCITA’”.
Può capitare che la modifica a maggioranza produca effetti anche per le parti che non la volevano, in 2 forme
(oggi si accetta la modifica a maggioranza in 2 forme:)
A. Opponibilità parziale, con clausola di salvaguardia ➔ diritto di recesso. La parte non a favore della
modifica è libera di uscire/abbandonare il trattato, se conviene, altrimenti accettare anche se non si vuole. Il paese che
vuole uscire dall’UE deve valutare cosa perde (=il mercato unico) sarà una questione sua interna (decisione autonoma)
decidere se gli conviene accettare le nuove regole a cui sono contrario (=rimanere nel mercato unico) o uscire dal mercato
unico con tutto quello che comporta per le aziende e i privati del mio paese ? quindi l’opponibilità parziale dà uno strumento
in più allo stato ma difficilmente viene davvero utilizzato perché molto spesso i benefici di rimanere all’interno
dell’organizzazione internazionale sono tali che conviene farsi andare bene le nuove regole.
B. Opponibilità totale/assoluta➔ obbliga a rimanere dentro anche quelle parti che erano contrarie. Quindi nel momento che
si entra a fare parte dell’ONU, si sa che potrebbero cambiare delle regole del gioco, ma cmq non si può uscire si accettano
e fine. È il regime delle nazioni unite (visto che lo scopo è il mantenimento della pace, la quale verrebbe meno se si
permettesse un recesso), non prevede l’uscia dall’ONU, se passano delle regole esse verranno applicate anche alle parti
che sono in minoranza. Lo stato in minoranza è obbligato a farsi andare bene la modifica.(lo stato quanto entra nel trattato
sa a prescindere che altre parti potrebbero modificare parti a lui non gradite).
ESTINZIONE/TERMINAZIONE DI UN TRATTATO?
Fine del trrattato = Il trattato smette di produrre effetti giuridici.
Di norma un Trattato si estingue quando si verifica un evento idoneo a porne fine, sia per le regole del diritto internazionale,
sia per le regole del trattato, questo evento può essere di 2 tipi:
A. PREVISTO DALLE CLAUSOLE/ESTINZIONE “DA CLAUSOLA”. Una clausola finale determina l’estinzione del trattato, è
il trattato stesso che nelle clausole finali prevede la sua estinzione e non produce più effetti:
Termine finale➔ Un termine temporale superato il quale, se non rinnovato, il Trattato cessa di produrre effetti giuridici. Es
il trattato del carbone e dell’acciaio era stato concluso per 50 anni, se nulla cambia quindi se non viene rinnovato, finisce.
L’organizzazione del trattato di sicurezza collettiva subisce rinnovi quinquennali.
Condizione risolutiva➔ il trattato si estingue nel momento in cui si verifica un evento che fa si che il trattato smetta di
produrre effetti giuridici e quindi di esistere. Può essere per esempio il fatto che il numero delle ratifiche scenda sotto un
determinato numero, se le parti contraenti scendono sotto un numero fisso allora il trattato smette di esistere. Sono le parti
che decidono questi elementi.
B. PREVISTO DAL DIRITTO INTERNAZIONALE
Il diritto internazionale dà alle parti la possibilità di sciogliere un trattato (così come dà alle parti la possibilità di creare un
trattato su base volenteristica), può essere fatto in maniera esplicita (è abbastanza raro) e in maniera implicita
(scioglimento implicito per desuetudine = il trattato non viene più applicato dalle parti, decidono di non rispettare più le
regole del trattato. È un caso rarissimo)
Ci sono volte in cui non viene scritto nel trattato: SCIOGLIMENTO DEL TRATTATO, ovvero le Parti ne decretano lo
scioglimento, che avviene in 2 modi:
Es. modo implicito di sciogliere un trattato: A,B,C fanno un trattato su qualcosa e tra 15 anni fanno un nuovo trattato sulla
stessa cosa applichiamo le regole nuove: Lex posterior derogat priori, il trattato nuovo sostituisce in blocco quello
vecchio, devono avere però lo stesso ambito di applicazione.
Il problema è che possono essere cambiate le parti: se prima c’erano A,B,C,D adesso D non c’è più. In questo caso non
possiamo parlare di scioglimento, possiamo parlare di lex posterior tra A,B,C ma nei confronti di D bisognerà continuare
ad applicare il trattato vecchio, a meno che non si preveda anche la soluzione dello scioglimento esplicito ovvero liberarsi
degli obblighi che si avrebbero nei confronti di D.
Caso concreto quando nel 2014: A,B,C decidono ci creare l’unione economica euro-asiatica che si sarebbe andata a
sostituire alla comunità economica euro-asiatica, c’era anche D in mezzo che però non aveva intenzione di partecipare
all’unione perché sarebbe stato un progetto di integrazione che richiedeva troppa sovranità. In questo caso si scioglie il
primo in modo esplicito e si ricorre al meccanismo esplicito per evitare che un meccanismo implicito produca l’effetto che
nei confronti di D ci si trovi vincolati da un trattato precedente che non solo, non si vuole più applicare, ma sarebbe stato
anche incompatibile con le nuove regole.
Ci sono dei casi di trattati che non prevedono nessuno di questi meccanismi sia che siano inerni al trattato che del diritto
internazionale. (Lo sciogliemnto esplicito è sempre possibile)
Non è prevista la denuncia dell’ONU (carta delle nazioni unite), una volta che si entra nell’ONU non se ne esce più.
Esistono trattati come la Carta ONU che appaiono conclusi per l’eternità
L’unico modo per sciolgiere ONU?
Tutte le parti si devono trovare d’accordo per il suo scioglimento. Caso di Taiwan si è trovato fuori dall’ONU ma per una
questione di passaggio di seggio, Taiwan era dentro l’ONU come Cina. Seggio Cina passa all’altra Cina Repubblica
popolare e Taiwan = è l’unico caso in cui abbiamo un pezzo di mondo che si trova al di fuori delle nazioni unite.
QUANDO NON C’È IL CONSENSO DELLE PARTI?casi: Se viene meno l’oggetto (protezione di isola ma che ora viene
sommersa) (Germania est fine) ULTERIORI CAUSE DI ESTINZIONE
Infine vi sono altre situazioni in cui un Trattato si estingue:
• Estinzione delle Parti o dell’Oggetto; se spariscono i paesi/oggetto in questione, allora il trattato non avrà più un
oggetto o uno scopo o delle parte contraenti. Oggetto es. proscigamento di un lago (è successo).
Paese che è sparito in Europa una trentina di anni fa = La Germania est smette di esistere come stato e viene assorbita
nella Repubblica federale tedesca, quindi la Germania est smette di esistere è un assorbimento di uno stato dentro l’altro.
• Impossibilità sopravvenuta; l’obbligo non è più eseguibile/ il trattato non può più essere eseguito perché la realtà è
cambiata. Sono questioni legate alla responsabilità internazionale: Se uno stato considera un trattato sciolto ma questa
cosa non è accettata allora è una violazione del trattato.
• Mutamento fondamentale delle circostanze
Ma cosa succede con le «tensioni internazionali»? cosa succede con un trattato in caso di guerra?
LA CONSUETUDINE
È una regola non scritta basata sui comportamenti degli Stati e sulla percezione che questi hanno del fatto che ci si
comporta così perché questa è una norma. Norma non scritta che si applica a tutto il globo.
Se il progetto di articoli non inventa nuove regole, magari le specifica/precisa, ma queste norme hanno una natura
consuetudinaria ed è quello che è successo alla CDV che è un trattato che diventa un trattato, nasce dallo studio di come
si comportavano gli Stati e quali regole venivano globalmente applicate e una codificazione di queste cose. CDV = Trattato
sul trattato, le cui norme erano la codificazione di diritto non scritto.Se una norma ha questa natura essa si applicherà
indipendentemente dal fatto che il progetto di articoli sia un progetto di articoli e che siano diventati trattati internazionali.
All’art 38 dello Statuto della CIG oltre ai trattati è elencata come fonte di norme di Diritto internazionale la CONSUETUDINE norme
NON SCRITTE. Regola di condotta non scritta ma obbligatoria per i soggetti di diritto internazionale.Sono fonte non scritte di norme;
sono la prova di un comportamento materiale accettata come diritto.
La consuetudine è una norma ma ha un contenuto più impreciso di quello di un trattato proprio perché non è scritto.
In caso di codificazioni del diritto di guerra che inviano al contenuto del trattato, è vero che non si applica il trattato in sé
perché magari è impossibile da applicare in guerra però il contenuto non cambia, perché c’è un rinvio della codificazione di
guerra alle norme del trattato.
Es. codificazione (di soft law, non è un trattato) della guerra navale dice che le ostilità possono essere condotte solo nelle
acque territoriali dei belligeranti. Tutta la disciplina delle acque territoriali la trovo nella UNCLOS (Convenzione delle Nazioni
Unite sul diritto del mare), quindi capisco quali sono le acque dei belligeranti e quali quelle neutrali e come mi devo
comportare nelle acque neutrali. L’unica cosa che mi dice la codificazione del diritto della guerra è che dentro quegli spazi
puoi fare la guerra e in quegli altri no, ma cosa sono quegli spazi e come ci si comporta me lo dice un trattato che per sua
natura potrebbe anche essere sospeso o non essere applicato durante la guerra.
30/10
LA CONSUETUDINE INTERNAZIONALE
All’art 38 dello Statuto della CIG oltre ai Trattati è elencata come fonte di norme di Diritto internazionale la Consuetudine
prova di una pratica (comportamento materiale) accettata come diritto, norme NON scritte.
Regola di condotta non scritta ma obbligatoria per i soggetti di diritto internazionale.
Sono fonte non scritte di norme
Viene utilizzato molto raramente il termine consuetudine , La Corte preferisce usare espressioni come ” diritto comune ” o
diritto internazionale generale”.
Tutti i gruppi umani ce le hanno ovvero hanno comportamenti che sono “percepiti come norma”; per secoli gli stati non
avevano leggi scritte(e provenivano da diverse fonti) e con il diritto consuetudinario si è riordinato tutto ciò attraverso
codicièda sistema in parte non scritto e disordinato a un codice più ordinato. La consuetudine storicamente sia a livello
interno che a livello internazionale:
A livello di diritto interno la consuetudine è stata “assorbita” dalla codificazione (oridinamenti di Civil Law)
A liv internazionale in parte ciò è avvenuto con la codificazione nei Trattati e con l’attività delle OIG
Storicamente gran parte delle norme internazionali erano «pratica accettata come diritto» → oggi meno importante che in
passato.
È così da sempre perché la consuetudine che la’rt 38 definisce come una pratica generale accettata di diritto .è per
eccellenza la forma di diritto non scritto, che è sempre esistito anche nell’ordinamento interno.
Le prime comunità di esseri umani che ancora non sapevano scrivere avevano delle regole di comportamento all’interno
della loro comunità. Quindi c’erano dei comportamenti/regole che ritenevano fossero da seguire e se non venivano seguiti
scattava una punizione da parte della collettività
La consuetudine è la forma più antica di diritto e di legge che gli esseri umani hanno.
La consuetudine è una delle fonti +importanti del diritto internazionale
A livello di ordinamento interno, la consuetudine come fonte forte si è istinta nei paesi di civil law a partire da metà del 700’
(inizia l’estinzione) quando con la forma germanica dell’assolutismo illuminato, e la forma francese che è quella che
promuove lo stato democratico, si inizia un processo di codificazione delle consuetudini che si mettono per iscritto e
quindi si iniziano a fissare.
C’erano delle codificazioni anche precedenti ma erano delle sistematizzazioni, non i codici come li conosciamo noi che
contengono tutte le regole di un determinato settore
Oggi le consuetudine sono ancora presenti nella piramide delle fonti ma nell’ultimo gradino
I codici come li conosciamo noi che sono una legge dello stato che contiene tutte le regole di un determinato settore
metà 700: si inizia con dei protocodici che assomigliano a quelli romani. (civil law, sono più codici. Uno potente che segue
esempio francese. Uno che segue esempio germanico)
Il codice napoleone, è quello che segna il sorpasso del diritto scritto sulla consuetudine, ha la pretesa di ordinare tutte le
regole del diritto civile (siamo a inizio dell’800)
Nei paesi del common Law, la situazione è più complessa c’è la questione del precedente esponenziario.
Il common law si sviluppa in un’isola che non è toccata e ha delle altre forme di illuminismo, la consuetudine qui ha ancora
un valore perché non c’è ancora un diritto non sistematizzato. Anche oggi non possiamo dire che il diritto inglese sia basato
sulla consuetudine ma sia basato su forme diverse più simili rispetto alle nostre.
A livello interno dunque la questione viene superata
Succede qualcosa di simile anche a livello internazionale con le attività delle organizzazioni internazionali, a partire da fine
800’, soprattutto da quando viene creata la SDN prima e poi l’ONU il lavoro che viene fatto dalla commissione del diritto
internazionale delle nazioni unite, la commissione del diritto internazionale trascrive la codifica delle consuetudini in
vigore a livello internazionale = trascrive quelle che fino a quel momento non sono delle consuetudini in vigore a livello
internazionale.
(vedi La convenzione di Vienna sul diritto dei trattati)
La consuetudine NON si adotta, non c’è una procedura formale di adozione. Non potrebbe essere altrimenti perché una
descrizione della consuetudine è la pratica accettata come diritto = La consuetudine si forma
Fino a quest’opera di codificazione che viene fuori dalla voce della commissione internazionale, fino a questo momento il
grosso delle regole della comunità internazionale erano pratica accettata come diritto
Il primo manuale del diritto Occidentale si chiamava “della guerra e della pace”, per tanti anni i trattati sono
fondamentalmente guerra o varianti di guerra.
Le norme generali di comportamento della comunità internazionale, buona parte della costitutizione, il diritto internazionale
generale era composto da consuetudini, in gran parte sono le consuetudini
La consuetudine ha perso quel primato che aveva nel ruolo che aveva nella % di norme derivate nel diritto internazionale
della consuetudine.
La consuetudine è quindi meno importante del passato ma è ancora nel presente e non la si può ignorare
La nostra costituzione parla di diritto internazionale generalelo ius cogens in buona parte deriva da delle norme
consuetudinarie generali che si applicano, quindi non è che la consuetudine non esista più
Il problema contemporaneo che è alla fonte: gli attori che mettevano in atto queste pratiche erano 50 Stati (relazioni
internazionali o), poi entreranno anche gli USA, l’Asia (quando il sistema di stato cambia prendendo ispirazione
dall’Europa), Giappone, Corea...: questo gruppo limitato ha comportamenti percepiti come diritto. Quando diventano più
stati, i nuovi paesi creano contestazione [più stati—contestazione]
= Problemi contemporanei maggior numero di stati, contestazione.
Il trattato e consuetudine hanno pari rango/SONO FONTI COMPLEMENTARI E DI EGUALE AUTORITA’= risultato? Si puo
modificare l’uno con l’altro...PROBLEMA? Lo stato potrebbe sentirsi tentato di non ratificare il trattato perché tanto nelle
componenti fondamentali è gia vincolato dalle consuetudini
Rispetto al diritto interno ha ancora e ha avuto un ruolo maggiore perché manca il legislatore centrale, cioè persona che
fa le regole, oggi lo vediamo nel Parlamento democratico, esisteva dai tempi dell’impero romano.
Il legislatore centrale nel diritto internazionale non esiste, per esempio le convenzioni delle nazioni unite sono fatte su base
volontaria non c’è un’imposizione, non c’è un legislatore centrale che decide come si fanno le regole (togliendo in casi dei
regimi oggettivi).
Le regole che valevano per tutta la comunità internazionale derivavano da questi comportamenti.
Ci si comportava tutti nello stesso modo anche nel cambiare il comportavmento, si cambiava tutti verso la stessa direzione,
quando i paesi di riferimento erano 10-15-20.
Il diritto internazionale riguardava un gruppo ristretto di stati/grandi potenze, erano gli stati europei tanto è che si parla di
concerto europeo.
Gli stati delle Americhe che nell’800’ si rendono indipendenti ma queste sono delle emanazioni degli stati europei, in alcune
alle indipendenze dello stato corrisponde anche un ramo della casa dominante europea che diventa casa regnante nel
nuovo paese nelle Americhe. Es. Impero del Messico. Quindi non sono poi una variante così diversa.
Da metà 800’ le grandi potenze si adattano al modello europeo. Grandi potenze che non sappiamo da che parte mettere: la
Turchia (Impero ottomano che è sempre stato parte della vita europea però era Medio Oriente), Giappone, Cina = paesi
che cercano di adattarsi al modello europeo
Nel dopoguerra i paesi sono molti, si passa da 50 paesi che c’erano nel 45 ad abbondantemente più di un centinaio con il
completamento decolonizzazione.
C’era il problema delle colonie delle colonie: colonie più forti di altre che per loro struttura diventano indipendenti, ma a loro
volta hanno dei pezzi di territtorio che vorrebbero staccarsi.
Oggi siamo in circa 200.
Il maggior numero di stati complica la questione della flessibilità di comportarsi in un certo modo.
Far cambiare il comportamento a 200 stati diventa impossibile non si riesce a trovarsi d’accordo all’interno dell’unione
europea, unanimità.
L’altro problema è che maggior numero di stati corrisponde a nuovi stati = problema di contestazione: la formazione di
queste consuetudini
Vedremo che c’è un proncipio per cui uno stato nuovo nasce con un carico di norme da rispettare che sono quelle del diritto
internazionale generale.
Protesta che nasce quando ci sono vari paesi africani che per la prima volta sperimentano statualità piena: perché devo
rispettare le regole che sono basate sul vostro comportamento accettato come diritto? Viene meno il principio cardine di
uguaglianza.
Principio di Uguaglianza tra gli stati, esprimere in maniera uguale tutti volontariamente la propria adesione alle norme,
se siamo tutti uguali abbiamo tutti il diritto di aderire alle norme che ci piacciono e non alle altre.
Il comportamento accettato come diritto può modificare il trattato, sono fonti complementari, occupano lo stesso posto
gerarchico.
La conseguenza di questo sarà che sui grossi trattati ampi che hanno pretesa di universalità che codificano materie molto
ampie.
Esempio: andare per mare (prima cosa “tecnologica” che gli esseri umani facevano), UNCLOS (convenzione del diritto del
mare) è in larga parte codificazione di diritto consuetudinario. Se hanno uguale rango io non procedo con la ratifica, perché
le norme di base le devo rispettare cmq anche se non codifichiamo,
per la navigazione in mare aperto, i principi base codificati nella UNCLOS quelli sono diritto consuetudinario e li devo
rispettare che ci sia o meno la UNCLOS.
La UNCLOS me li delinea e può aggiungere dei dettagli ma potrei essere tentato di non volere questa precisazione
aggiuntiva e di farmi andare bene le norme generali e di non procedere alla ratifica.
Come scusa potrò dire che considero quel trattato inutile o che la codificazione aggiunge poco visto che sono già norme di
tipo consuetudinario. Motivo per cui le norme base della UNCLOS valgono anche negli Stati Uniti.
Le zone marittime (acque territtoriali) la loro origine ha una natura consuetudinaria,
ampiezza delle acque territtoriali: nascono con un’ampiezza che nasce nel diritto consuetudinario, 3 miglia poi diventate 12
è quanto spazio possono coprire i cannoni per difendere .
Le acque territoriali sono parte dello stato ma tutte le navi hanno il diritto di passare, le navi militari che vogliono attaccare
entrano nel territtorio dello stato passate le 12 miglia e possono essere cannoneggiate dalla costa = gli stati consideravano
loro territtorio la città fino ai cannoni = quel pezzo è mio perché ci arrivo a difenderlo, oltre è un’altra cosa, oggi svilluppata
in 3 cose diverse.
da un lato bisogna provare che esista la consuetudine, quindi che gli stati si comportino in un certo modo
perché lo ritengono una norma di comportamento, perché bisogna comportarsi in quel modo
dall’altro bisogna capire cosa ci va dentro alla consuetudine = il limite della consuetudine è il contenuto
bisogna determinare se esiste una norma consuetudinaria che per 12/200 miglia gli stati hanno diritto di avere. Esiste
quella consuetudine ? gli stati si comportano in quel modo perché devono seguire una norma? Che cosa prevede quella
norma ?
prima si guarda se esiste quella cosa lì e poi si guarda il contenuto
Il giudice identifica e delimita i confini della consuetudine/norma, capire cosa c’è dentro alla norma.
Vedere se prima di noi altri tribunali hanno già riconosciuto l’esistenza, e poi precisarne il contenuto
L’elemento chiave sarà la giurisprudenza, la dottrina darà degli elementi.
Quando c’è una consuetudine di mezzo, c’è una controversia ( = c’è una parte che ha perso), tenderà ad accusare l’organo
decisore: o si è inventato una consuetudine/ha creato una consuetudine che non esisteva,
o per contro potrebbe dire che non è stato in grado di identificare una consuetudine che esisteva. La parte soccombente
che perde si appiglierà al fatto che il giudice o si è preso troppa iniziativa o non è stato in grado di individuare quello che era
il punto.
Il problema grosso è quello del consenso. Per riconoscere l’esistenza di una consuetudine il giudice dovrà partire da alcuni
elementi
se non c’è il consenso come farà a riconoscerne l’esistenza ?
Storicamente processo storico veniva visto come un trattato implicito/contratto non scritto di diritto interno (stretta di mano
che ci si prende un impegno).
Il problema è che se da un lato ciò rispettava in maniera forte il principio di sovranità perché si supponeva che il consenso
ci fosse, seppur in maniera implicita, escludeva il fatto che se c’è un consenso che viene espresso in una qualche forma e
non è scritta allora non può essere universale
Se io e un mio amico ci prendiamo un impegno per cui la legge non prevede una forma contrattuale scritta, e ce lo
prendiamo con una stretta di mano, quell’impegno non vale nei confronti di tutti gli altri nostri amici.
La consuetudine vale per tutta la societas di riferimento. Bisogna ragionare in un altro modo l’accordo non può essere
tacito, deve essere qualcosa di diverso. Oggi lo vediamo come il prodotto delle neccessità relative internazionali
Il problema è che poi la consuetudine veniva fatta valere a tutti gli stati (e non solo quelli che avevano accettato inizialmente
l’accordo implicito)èla condotta degli stati ne dimostra la volontà è Questo approccio esaltava la sovranità ma senza il
consenso di ogni soggetto manca l’universalità.
2) La consuetudine è qualcos’altro. La consuetudine come prodotto delle necessità della vita internazionale : oggi si considera
la consuetudine DIVERSA da un accordo tacito, e bisogna tener conto perciò che:
Oltre allo stato ci sono nuovi soggetti
Accelerazione del processo di formazione => formazione consuetudini diventa molto + veloce. Non bisogna pretendere
che subito i 200 stati firmatari seguano la consuetudine.
Nel caso della piattaforma continentale del Mare del Nord nel 1969: la corte dice che bisogna accettare un comportamento
sentito come diritto a tutta la comunità se la maggioranza la segue. La Corte dell’aia Afferma che la maggioranza
rappresentativa degli Stati fosse sufficiente per constatare l’esistenza di una regola consuetudinaria
L’ELEMENTO OGGETTIVO
L’elemento oggettivo consiste in quello che fanno gli stati, il comportamento che si ripete nel tempo e il primo elemento per
individuarla è la pratica esterna/l’attività esterna degli stati se uno stato si comporta con gli altri stati in un certo modo
quella è la pratica esterna.
Consiste nella PRATICA prassi degli stati: deve essere un elemento ripetuto nel tempo, e deve essere fato in modo
cosciente di fronte ad una norma o a una situazione giuridica internazionale. Il comportamento degli Stati può essere
accertato sia nell’attività “esterna” di questi ma anche attraverso atti di diritto interno:
ATTIVITA ESTERNA
La prova della prassi degli Stati nella loro attività esterna Può essere desunta da atti e documenti relativi alle relazioni
internazionali come:
Trattati
atti unilaterali (dichiarazioni, atti di diritto interno),
la prova della prassi può essere anche accertata attraverso atti di altri soggetti del diritto internaizonale:
o giurisprudenza(delle corti internazionali)
o Prassi delle OIG
qui si può trovare traccia che gli stati seguono quel comportamento perché lo ritengono legge
Troviamo la pratica degli stati nel diritto interno, quindi il giudice che valuta l’elemento oggettivo deve guardare come si
comporta lo stato al di fuori ma soprattutto cosa fa lo stato al suo interno e la giurisprudenza nazionale in materia
internazionale.
Es. Dove è che troviamo le consuetudini sugli ambasciatori che non possono essere arrestati?
Le troveremo andando a leggere sentenze nazionali in cui il giudice rifiuta di procedere perché l’ambasciatore non può
essere processato. Quindi l’attività esterna degli stati per la questione delle immunità non ci serve praticamente a niente
perché bisogna saltare di due livelli ma ci sono norme internazionali che però si manifestano a livello nazionale
Es le zone di pesca, dove è che troveremo se una nave ha violato o meno diritto internazionale sulle zone di pesca
tribunali degli stati costieri che giudicano in un modo o in un altro navi che pescavano che siano sui suoli nazionali o
meno lì si determinerà se entro un tot si può pescare o meno, se ci sono dei divieti = Serviranno gli atti interni per
determinare l’attività interna, è questa che diventa la chiave
Attività esterna: se lo stato si comporta in un certo modo, quella è una pratica nazionale
Il fattore TEMPO è variabile, se vi sono costanza, frequenza e uniformità. Esistono anche consuetudini istantanee. Ma
quanti Stati devono seguire la prassi perché sia atta alla generazione di una norma consuetudinaria?Non importa quanto
tempo, basta che ci siano stati significativi (in alcuni casi anche due). Ma più stati ci sono , meno tempo serve. Ciò che
conta è che sia «una maggioranza rappresentativa di Stati» che andrà valutata ogni volta (incluse le parti in causa)
La pratica per essere tale da costituire una consuetudine non basta una sentenza/che lo stato si sia comportato una volta in
un certo modo, se bastasse un comportamento per crearla sarebbe permesso l’uso della forza armata sugli stati. Serve che
l’emento oggettivo sia continuo e diffuso
Sentenza Nicaragua dell’86’, la Repubblica del Nicaragua contro gli Stati Uniti d'America; qui viene fuori esempio dell’uso
dell’a forza armata = non basta un comportamento, gli stati cosa fanno la maggior parte del tempo?
Andiamo a vedere gli atti unilaterali e gli atti interni e vediamo che per la maggior parte del tempo fanno la pace,
la promuovono e dicono di volerla. Quindi il fatto che uno stato faccia guerra una volta è una violazione della
consuetudine/della sua propria posizione, non è una nuova presa di posizione.
Tutto questo lo riassumiamo con gli aggettivi: costante, uniforme,frequente.
È tutto relativo questa costanza, continuità e diffusione
Se parliamo del diritto del mare comportamenti costanti e riforme frequenti ce li abbiamo da tanto, esistono i porti che
hanno regole specifiche di comportamento
Se parliamo di guerra condotta attraverso internet o di sfruttamento economico dello spazio, uniformità e costanza
andranno lette in quest’ottica.
Quanti stati servono ? maggioranza significativa che non possiamo determinare a priori perché sarà rilevante cosa fanno in
materia di guerra più o meno tutti gli stati del mondo e Stati Uniti, Russia, potenze europee, Cina, Giappone, Sud-Africa,
Brasile ? Si .
In questioni di consuetudini marittime si formano nel 300/400, sarà rilevante il comportamento dell’allora Regno di Boemia,
della confederazione Svizzera, della Mongolia ? in Consuetudini marittime è difficile ma la questione è che quando la
maggioranza significativa dà luogo alla consuetudine, a quel punto questa si applica anche a chi non faceva parte.
Maggioranza significativa andrà valutata volta per volta, caso per caso.
Se c’è una consuetudine quella è e quella rimane.
Consuetudine regionale=potrà valere su una regione geografica o culturale o anche su due soli stati = locale/bilaterale
L’emento soggettivo che si va ad identificare nello stesso modo in cui abbiamo identificato l’elemento oggettivo, quindi con
attività esterna e interno dello stato.
L’elemento soggettivo è quella percezione che gli stati hanno che la pratica sia diritto, e non sia una semplice usanza, che
non sia cortesia internazionale; ma che io sto ponendo in essere un comportamento che se così non fosse io verrei
sanzionato.
Uso è diverso da usanza! Può capitare che gli stati paghino soldi per le vittime per mantenere buoni rapporti con gli altri
stati, ma non perché sono convinti che se non lo fanno saranno soggetti di sanzioni.
Caso: quando si potevano fare testi atomici nell’atmosfera. USA versano bombe nel pacifico sull’isola di Bikini e i pescatori
giapponesi furono esposti alle contaminazioni radioattive e iniziano ad ammalarsi: gli usa non avevano commesso un
illecito (poiché non c’era il divieto di lanciare le bombe atomiche), era semplicemente qualcosa di inetico. Gli usa,però, per
cortesia internazionale, risarciscono i giapponesi un rimborso per le vittime, Solo sulla base di principi umanitari. Ora c’è un
divieto.
dimostrare la motivazione del comportamento: deve essere percepito come diritto.
Sia che lo Stato si astenga dall’agire, sia che ponga in essere un comportamento, in entrambi i casi sarà da determinarsi la
volontà di rispettare una regola considerata obbligatoria
Nel diritto internazionale classico nella controversia tra stati non abbiamo un obbligo generalizzato di versare una quota.
Possiamo immaginare che accada una cosa simile quando siamo in bus e nel posto x sale una persona più anziana a ci
alziamo per farla sedere, lo facciamo per cortesia. Se invece siamo seduti sul posto che ha il bollino con le icone della
persona ingravida/anziana, in questo caso ci dobbiamo alzare, c’è una sanzione se non lo facciamo. Questa è la differenza:
in un caso lo facciamo non perché sennò veniamo sanzionati ma perché risponde ad una nostra spinta etica, non crediamo
di ricevere una sanzione se non ci alziamo.
Nell’altro caso se non ci alziamo ci fanno la multa.
Multa = consuetudine
Gesto gentile = cortesia internazionale
Icortesia internaizonale può avere elemento di pratica diffusa = esempio di tenere aperta la porta alla persona che ci
cammina dietro è un gesto diffuso non c’è una multa per non farlo.
Elemento soggettivo rappresenta questa percezione del fatto che se NON mi comporto così c’è una sanzione quindi mi sto
comportando seguendo una regola obbligatoria e non per un mero gesto di mantenere buoni rapporti.
Manca l’elemento del consenso se io in quella maggioranza significativa non ci voglio più stare ?
Protesta = L’obiettare a una situazione internazionale, dire che non la si riconosce,non si è d’accordo.
Una volta verificata la presenza dei due elementi oggettivo e soggettivo rimane aperta la questione del consenso che viene
«manifestato ma non espresso».
Il fatto che uno stato obietti, bloccherebbe il formarsi di una consuetudine opponibile nei confronti dello Stato che protesta
(se la protesta arriva da un gruppo di stati (maggioranza significativa), la consuetudine si blocca- quanto meno su scala
universale-).
Se stato protesta ma non potrebbe ? Non potrebbe perché la consuetudine è nata prima di lui.
Lo stato “obiettore persistente”, è tenuto a rispettare..ma ci sono eccezioni/casi particolari per cui si creano situa diverse
dalla classsica applicazione a nuovi stati della consuetudine
Questione decolonizzazione: quando un gruppo di stati protestano e non seguono la consuetudine tra loro : si creano altre
consuetudini tra di loro, mentre con gli altri stati dovranno rispettare la prima consuetudine
Se non si può protestare perché si è arrivati tardi, che succede se tutti gli altri stati accettano la protesta? Accettando
tacitamente la protesta ?=si potrebbe verificare che egli si svincoli dalla consuetudine
Ma in linea generale vale che un nuovo stato debba accettare la consuetudine
Sviluppo progressivo: creazione di nuove norme (serve il consenso). Codificazione e sviluppo si integrano per come delineato
dall’Art.13 ONU→la codificazione diventa sia compilativa che innovativa.
La codificazione (di una norma) NON cancella la Consuetudine!
La CDV sul diritto dei trattati codificava ragionando su norme che già c’erano=>introducendo lo ius cogens(idea nuova). Questa attività
ha un elemento innovativo dato dalla codificazione della consuetudine.
Questo tipo di consuetudine rivoluzionaria porrà di nuovo il problema per il giudice che potrà essere accusato di aver
creato una norma o di non averla saputa rilevare, di non essere stato abbastanza abile da capire che quel comportamento
accettato come diritto!
se tutti/tanti i paesi votano a favore una norma che non c’è da altre parti ma che riconoscono nel loro comportamento =
elemento forte del fatto che gli stati considerino quella norma un diritto.
La consuetudine è un fattore di regolazione di quegli spazi non ancora regolati dal diritto e nemmeno dagli Stati .Il
comportamento viene prima che gli stati pongano in essere delle norme.
La Consuetudine ed i principi generali di diritto risultano essere le uniche fonti idonee a regolare i rapporti che si collocano
in tali «spazi»→prassi ed usi transnazionali (ad esempio commerciali come nei mercati delle eurovalute e delle
euroobbligazioni).
Ci sono molti settori/spazi, per es: quando ci sono banche che offrono depositi e investimento in valuta straniera a paesi
che non hanno il dollaro =>si creano nuove consuetudini con la quale si regolano nuovi spazi.g Gli stati saranno felici si
seguire questa consuetudine perché gli stati sono a favore dei depositi offerti
Secondo lo studio della materia: consuetudini e trattati stesso peso (come tipo di fonte NON come contenuto):
consuetudine modifica il trattato e viceversa. I principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili (significato evoluto =
civiltà giuridica) prinicipio – regola più ampia e aperta.
Si ritova un’antica idea dei padri fondatori del diritto internazionale secondo cui il diritto internazionale si applica solo a certe
collettività statali – cristiane – occidentali – europeizzate, dato che i rapporti tra questi paesi civili e i paesi non civili –
barbari NON sono regolati dal dirittto ma semplicemente dalla FORZA
I principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili (ora si intende la Civiltà giuridica) sono la terza fonte elencata
all’art 38 dello statuto CIG
Nazioni civili: negli anni il termine nazioni civili non è cambiato, neanche dopo la decolonizzazione tuttavia il significato è
cambiato, ovvero con nazioni civili si intende una nazione giuridica, una società di diritto.
L’espressione è datata ed ha assunto 4 significati:
1. Principi generali come consuetudine
2. Principi generali come norme fondamentali dell’ordinamento internazionale
3. Principi generali come norme generali dell’ordinamento internazionale (evitando quelle regionali, bilaterali…)
4. In realtà il senso contemporaneo ora è che i principi generali siano principi generali presi dai sistemi giuridici/famiglie
giuridiche del mondo = sono ricavati in base alla normativa interna dei sistemi giuridici del mondo
Secondo alcuni autori vedono i principi come una regola più aperta, ma è anche come conseguenza della loro origine
perché devono essere comuni a tutte le famiglie giuridiche del pianeta. Il p.g. tende ad essere ampio.
Convenzioni e consuetudini hanno uguale ramo. Abbiamo scoperto grazie alla CIG che lo Stato A e B hanno la stessa
importanza. Vediamo C.
Arriviamo nello statuto della corte penale internazionale, nasce dall’esperienza delle guerre in RUANDA e nell’ex
Jugoslavia, quindi decisamente cosmopolita e non si pone dei limiti di civiltà/nazioni civili.
comunità internazionale > si compone di pochi stati che si attribuiscono il diritto di essere stati, in questo contesto si crea la
nazione civile.
Inizialmente ci si riferisce ai principi generali come consuetudini, cioè quelli più importanti di tutto l’ordinamento
internazionale. In altri sentenze i principi generali sono quelli che si applicano a tutta la comunità internazionale.
In senso contemporaneo (che ha più di mezzo secolo di pratica) si andava a pescare negli ordinamenti interni dei paesi.
Principio generale indica la direzione dove guardare. Va ricavato sulla base della normativa interna dei sistemi giuridici del
mondo. Quindi dobbiamo ritrovare tutti i sistemi giuridici del mondo e se noi ritroviamo la stessa regola in tutti i sistemi
politici del mondo vedremo le carratteristiche generali.
La dottrina mette a confronto i diritti quindi prende le costituzioni di due paesi e vede se ci sono uguaglianze, similitudini,
differenze che ci sono tra un paese e un altro. Siccome sul piano internazionale è impossibile farlo tra tutti i paesi del
mondo si fa a famiglie e poi si confrontano le famiglie.
= si confrontano i diritti europei e poi i diritti asiatici
queste famiglie non sono compartimenti stagni
civil law e common law non è che non si parlino
diritto socialista è diritto dormiente
codice civile dell’unione sovietica e della cina è ispirato a quello civile tedesco italiano
sono delle categorizzazioni che ci servono per fare ordine ma elementi di più famiglie saranno ritrovabili all’interno dei
singoli sistemi
Quando in tutte queste famiglie troviamo lo stesso principio esso diviene un principio generale
6/11
I PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO
Sono la 3° fonte dell’art. 38, la quale non ci pone limiti. I principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili
Il senso contemporaneo è l’unico che oggi risponde alla definzione di principio generale di diritto e che mettiamo in queste
famiglie (che non sono compartimenti stagni).
Quale è la DIFFERENZA tra principi generali (fermo lestando che questi non sono scritti) e consuetudine ?
Consuetudine internazionale è esterna
Principio generale va ricavato nella normativa interna. I principi generali nascono dall’ordinamento interno.
Le consuetudini più vecchie (quelle del 600-700 o anche prima) nascono per i rapporti tra gli stati, sono pratiche accettate
come diritto nel rapporto con gli altri stati. è il giudice interno che si sta rapportando con l’esterno = immunità
dell’ambasciatore nel diritto cosuetudinario
Chi mi dice che una cosa che io faccio nell’ordinamento interno voglio che venga applicata anche all’esterno? Così si fa a
casa mia ma non posso dire/imporre che si faccia così anche con gli altri
IL DIBATTITO DOTTRINALE:
Cosa hanno scritto gli accademici?
primo problema: esistono o sono “semplicemnte” delle consuetudini? Una teoria passata li omologa alle consuetudini (
consuetudini = principi generali): non ci sarebbe differenza tra consuetudine e principio generale MA ora questa
imposizione è cambiata. Se fossero state la stessa cosa, non avrebbero allungato l’art 38 per includerle.
Partendo dall’art. 38 vediamo che i principi generali sono ALTRO (nascono nell’ordinamento interno) =fonte autonoma e
diversa dalla consuetudine internazionale che nasce nell’ordinamento internazionale. Il principio generale è un principio
che viene usato poi per norme specifiche di ogni singolo ordinamento interno di ogni paese.
la fonte originaria (ovvero il principio generale) si colloca negli ordinamenti interni e non nell’ordinamento internazionale
Qui si parla di trapianto, esportazione a livello superiore = SUSSUNZIONE DALL’ORDINAMENTO
INTERNAZIONALE(estrazione) = vengono sussunte nell’ordinamento internazionale dall’ordinamento interno il principio
può essere trapiantato nell’ordinamento internazionale.
Il motivo per cui ricorriamo ai principi generali di diritto è che molto spesso l’ordinamento interno/nazionale risolve delle
questioni prima di quanto non lo faccia l’ordinamento internazionale = può capitare che gli ordinamenti privati risolvano il
problema prima ancora dello stato esempio delle consuetudini in materia bancaria, sono le grosse banche che
affrontano prima il problema di conservare-custodire-dare accesso ai dollari fuori dagli USA. Sono le grosse aziende del
settore tecnologico che dicono funzioni Internet prima ancora che lo Stato dica cosa c’è dentro, ora si creano questi
problemi perché lo svilluppo tecnologico è all’ordine del giorno + intelligenza artificiale lo Stato è molto lento sulle cose di
questo tipo.
l'ordinamento interno ha già risolto (normato) - da quando esiste- problemi che l’ordinamento internazionale affronta per la
prima volta (es: quanti secoli era che lo stato giudicava delle situazioni di diritto? =lo stato ha da sempre i giudici/tribunali e
quand’è che la comunità internazionale ha deciso di creare le corti internazionali? =nel 900).
Per risolvere le questioni, non basta che le risolva UN’ordinamento interno, per essere generale c’è da fare il doppio lavoro
di comparazione vedere se all’interno della famiglia esiste + confrontare le famiglie e vedere se ce l’hanno da tutte le
parti. Il minimo comune denominatore su cui potremmo lavorare sarà molto ampio e ci indica la via, perché dobbiamo
trovare la comunanza della regola giuridica a tutte le famiglie = un minimo comune denominatore della regola che riusciamo
a trovare.
All’interno di una famiglia giuridica, a livello regionale i principi generali sono molto usati perché è più semplice, si
prestano a meno litigio. Si può litigare quanto si vuole sul principio generale di diritto comune costituzione europeo del 45,
ma alla fine quelli sono. La costituzione francese ultima, quella italiana del dopo-guerra , quella tedesca del dopo guerra
nascono da un’esperienza abbastanza comune.
La CGUE (corte di giustizia dell’UE) identifica i principi generali come il patrimonio giuridico comune degli stati europei
(e ne ha fatto un uso frequente) e in alcuni casi come le tradizioni costituzionali.
È difficile trovare grosse discrepanze soprattutto tra i principi fondamentali delle costituzioni europee, poi quando si passa
alla fase operativa ogni sistema risponde ad un fenomeno storico suo, per il resto è difficile trovare cose tanto diverse.
[Uno dei problemi può essere che: la corte di giustizia UE ne ha fatto un uso frequente, in settori anche che non erano di
loro competenza . Individuando un patrimonio giuridico comune europeo → la CIG è riuscita a porre le basi - con i principi
generali- alla CDFUE (Carta dei diritti fondamentali) dell’UE. In questo caso la CIg ha guardato a principi generali comuni al
diritto degli stati membri. ]
Oggi arriviamo ad avere una carta dei diritti fondamentali dell’UE (CDFUE) che ha rango dei trattati = ha lo stesso peso
dei trattati. I trattati dell’UE sono 2:
1. Trattato dell’unione europea
2. trattato sul funzionamento dell’UE
la CDFUE = Ha valore di trattato e nasce dai principi generali di diritto NON del mondo ma comuni agli stati europei. Si
parte dal consenso dell’UE
Processo di integrazione europea era molto ambizioso negli anni 50’, si parte con l’economia, falliscono i progetti di
comunità politica e di difesa; il problema è che il mercato unico è difficile vederlo solo dentro all’economia se una persona
vuole andare a lavorare in un altro paese che diritti ha, ha gli stessi che aveva nel suo? Ha il diritto di andare a lavorare da
un’altra parte? Servirà che siano simili i diritti del lavoratore. Il lavoro delle sentenze lo fa la corte di giustizia.
corte di giustizia ricostruisce un pacchetto di diritti fondamentali comuni agli stati europei che si applicano al diritto dell’UE.
Come gli Stati Uniti hanno la loro aspirazione dei diritti, delle libertà, noi abbiamo la carta dei diritti europei che è ricostruita
sulla base dei principi generali di diritto. Poi viene codificata la carta di Nizza nel 2001 + fallimento della costituzione
europea.
Come le consuetudini, i principi generali di diritto possono essere universali, regionali, bilocali.
Il carattere obbligatorio lo troviamo nell’ordinamento interno > sarà la legge dello stato “X” a dire che quella cosa lì è
legge e se questa cosa è legge prima per tutti gli stati della famiglia e poi per tutte le famiglie = allora c’è elemento
soggettivo.
Elemento soggettivo della consuetudine: percezione che sono davanti ad una norma giuridica, quindi se non mi comporto
in un certo modo c’è la responsabilità internazionale.
Con il metodo del diritto comparato, un principio andrà individuato nelle “grandi famiglie di diritto contemporaneo”
esaminare il diritto positivo delle grandi famiglie giuridiche Se rilevato in tutte le famiglie giuridiche il principio potrà
essere trasposto nell’ordinamento internazionale (la procedura NON è automatica: non è detto che possa essere
trasposto: la consuetudine nasce in ambito internazionale e quindi bisogna adattare nulla, il principio generale deve essere
adattato ad un ordinamento diverso –per natura –da quello in cui è nato.)
la rilevazione fatta in questo modo è conforme allo spirito ed alla lettera che ha guidato lo Statuto CIG (corte internazionale
di giustizia).
Se andiamo a vedere come è fatta la CIG, troviamo che per statuto devono essere rappresentate tutte le famiglie e anche
le famiglie giuridiche del mondo > Lo statuto della CIG prevede che P.G. debbano provenire da tutte le grandi famiglie che
siano rappresentati delle grandi forme di civiltà e di diritto del mondo
Se si pone un problema che coinvolge gli stati serve una comprensione di come gli stati coinvolti si approcciano al diritto =
conoscere quell’area
Se non c’è il giudice nel proprio paese, può nominare un giudice
Siamo nell’800 e gli stati non hanno regole per i debiti/interessi, e io faccio un debito con una persona, io debitore ho
l’obbligo di dare i soldi al creditore. Il creditore potrebbe aver prestato dei soldi anche perché uno non ne ha bisogno ma per
avviare un’attività impreditoriale, poiché quei soldi producono una ricchezza e una parte di quella ricchezza la terrà. In
economia si chiamano interessi, lo troviamo in varie forme anche dove è proibito si trova una qualche forma di premio sul
fatto di anticipare dei soldi ( finanza islamica). Creditore e debitore per l’ordinamento interno sono 2 soggetti, i soggetti
nell’ordinamento internazionale sono gli stati.
Posso fare un’analogia se tolgo il fatto che sono stati e tolgo il fatto che sono una persona fisica in diritto interno, ho una
regola in tutti i sistemi per cui il debitore deve dare i soldi al creditore che può chiedergli una %. Se ragiono in termini di
soggetti, se il soggetto creditore può chiedere un’extra al soggetto debitore posso applicarlo agli stati, c’è qualcosa che me
lo impedisce ? NO, posso applicare le regole di diritto privato comune sui debiti agli stati.
Conclusione lo stato creditore chiede degli interessi allo stato debitore = torna il principio di analogia.
Questo è il principio fondamentale che si applica per applicare il principio generale di diritto interno che sono pensati per
altri tipi di soggetti sull’ordine internazionale.
Portare qualcosa che è sacro-santo nel diritto interno e non funziona più ora, il rapporto creditore debitore non funziona più
L’ordinamento internazionale ha specificità diverse da quello interno ci sono dei limiti oggettivi, ad es:
Limiti:
1) Limite del territorio: usucapione non può essere un modo di acquisto del territorio. Usucapione: principio per cui se una
peronsa usa la terra di un altro e quell’altro lascia fare senza chiedere nulla in cambio quella terra diventa della persona
che ci lavora sopra. Visto che lo stato senza territorio non è più tale, il principio dell’usucapione non può immaginarsi
trasposto!
nel diritto interno/privato la proprietà funziona anche che se mi metto a coltivare il campo del mio vicino, lui non dice nulla,
lo vendo = fenomeno dell’usucapione che troviamo in tutte le famiglie.
Il problema è che se un paese usa la Crimea per un tot di anni la può usucapire ? c’è il problema del principio della
sovranità, uno di quei principi su cui si basa tutto il sistema delle relazioni internazionali. Qui l’analogia non funziona. C’è
un limite oggetivo dell’ordinamento internazionale che è quello della sovranità territtoriale che non mi permette di fare
questo passaggio. NON posso considerare l’occupazione di un territtorio come mezzo di acquisizione del territtorio.
2) Limite della natura della giurisdizione internazionale.
Le cose che può fare la giustizia internazionale sono diverse da quelle del diritto interno.
Propongono azione popolare che viene ritrovata in tutti gli ordinamenti. Sul piano internazionale non è che tutti i paesi
possono agire
A questa CIG manca il PM che tutela l’interesse della comunità pubblica, la sua figura era sconosciuta.
Il diritto penale internazionale riguardava, prima del 1945, i pirati/la pirateria crimine contro tutti. Ma non rispondevano
alla comunità internazionale, erano responsabili davanti a tutta la comunità internazionale ma al momento della cattura
rispondeva la giustizia del paese in cui venivano presi. (Ci sono le patenti di corsa per permettere ai pirati di lavorare senza
essere arrestati)
In ambito CPI Si iniziano a stabilire dei principi generali che nascono/originatisi direttamente in ambito internazionale, che
permettono di andare oltre ad alcune caratteristiche fondanti dello stato:
1. principio: l’irrilevanza della qualifica ufficiale del re o imputato (la carica istituzionale non è considerata) = se uno fa il
presidente della Repubblica, questo non è rilevante per la CPI (corte penale internazionale)
2. principio: l’imprescrittibilità delle violazioni: violazioni casi gravi che non possono andare in prescrizione
Sono dei principi che si trovano nell’ordinamento interno e che vanno contro a delle regole che c’erano prima, o contro le
stesse regole di diritto interno.
4 crimini (3+1 perché il crimine di aggressione non è nemmeno riconosciuto), diventa irrilevante la qualifica del re, questo
va contro l’immunità dei capi di stato.
Se un capo di stato si macchia di uno di questi 4 crimini può rispondere davanti alla corte penale internazionale, quindi
viene meno l’immunità indipendentemente dal fatto che sia capo di stato anche in carica.
Per esempio capo di stato ricercato oggi (dal febbraio 2022) è Putin, il presidente della Russia, la corte penale
internazionale ha emesso un mandato di cattura nei suoi confronti, in teoria il capo di stato non è toccabile secondo la
teoria classica dell’immunità è immune. In realtà con tutta l’evoluzione della corte penale internazionale questo principio
viene meno.
L’APPLICAZIONE TRADIZIONALE DEI PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO:
storicamente i principi generali di diritto sono stati applicati in 3 ambiti:
1. Principi di interpretazione: si pensi alle norme di interpretazione codificate nella CVDT, che codifica cose che già
esistevano. Sono i principi generali dell’interpretazione del diritto: il senso ordinario delle parole. Sono i principi di diritto
romano che poi abbiamo ritrovato in tutte le parti, come gli ordinamenti interni leggono il diritto.
2. Principi sulla responsabilità internazionale: i principi generali dell’ordinamento interno vengono ripresi in materia di
responsabilità degli stati. (chi commette un atto illecito è responsabile di quell’atto). La responsabilità internazionale la
vediamo con credito e debito, si riprendono le regole della responsabilità del diritto interno e si portano a liv internazionale.
3. Principi sull’amministrazione della giustizia: il giudice interno è “precedente” rispetto al giudice internazionale
trasposizione delle regole (come funziona il tribunale internazionale – i tribunali funzionano da secoli e le corti internazionali
iniziano a funzionare a inizio 900’). Sono le regole su come funzionano i tribunali internazionali. La procedura da parte
delle corti è difficile, tribunali americani ed europei + tribunali di stampo ispirati al diritto socialista che non riconosce la
tripartizione dei poteri.
Siccome le corti interne esistono da molto prima si prendono le regole interne e si portano alle corti internazionali
Se i principi generali di diritto svolgono un ruolo fondamentale in seno al diritto internazionale – trasnazionale di oggi,
rimangono invece una fonte sussidiaria nel contesto del diritto internazionale pubblico. Storicamente la Dottrina si divide tra
chi ved nei principi generali:
Un elemento con un ruolo centrale nel diritto internazionale
Chi invece considera che abbiano un ruolo marginale = fonte sussidiaria
LA DOTTRINA:
l’art 38 pone come fonte sussidiaria la dottrina più qualificata...ma che cos’è?
Per secoli era Grozio che codificava le norme perché sapeva che esistevano le consuetudini. Poi aumenta molto la
giurisprudenza, e quindi il ruolo della dottrina diminuisce in virtù di un migliore e più generale accesso al diritto positivo
tramite la diffusione di raccolta e sistematiche di trattati pubblicati sotto il periodo della società delle Nazioni e poi l’ONU.
Il diritto internazionale è meno impreciso del diritto interno a causa dei suoi caratteri strutturali, e per questo non stupisce
che la dottrina abbia avuto un ruolo di primordine nel presentare e formulare le norme che disciplinano il diritto
internazionale.
In Diritto internazionale oggi la dottrina formula, spiega il contenuto delle norme. Con lo studio può precisare l’ambito
di applicazione. Si tratta dei lavori dei più qualificati studiosi di diritto internazionale e che servono, nell’impostazione dell’art
38, ad “aiutare” la CIG a determinare le norme da applicare. Non ci si riferisce ad un singolo lavoro o autore, ma al
lavoro di studio del complesso.
Le nazioni Unite prevedono che vi sia la commissione del diritto internazionale, dove vi sono giuristi che studiano il diritto
e scrivono bozze di trattati che potrebbero diventare un trattato ed entrare in vigore con la ratifica. Mettono per iscritto i
principi e le consuetudini in vigore e codificarli in un trattato.
Dottrina = Si tratta dei lavori più qualificati studiosi di Diritto internazionale (dove nel 99% dei casi sono docenti universitari
che spesso praticano attività di consulenza, es caso internazionale dei malò dove gli avvocati erano docenti
universatari del diritto internazionale che hanno la possibilità di studiarlo più a fondo rispetto a tutti gli altri.
Dotrina = in inglese significa posizione giuridica di una corte, ha un altro significato diverso
Ovvio che il tribunale di Venezia legge gli articoli scientifici ma cmq si fa una sua opinione, anche il diritto internazionale si
fa una sua opinione ma è più forte il ruolo perchè sono più sentenze, c’è meno storia, meno regole perché non c’è tutto
l’impianto di diritto e i problemi spesso vengono affrontati prima da chi li studia, prima che si crei il problema.
Es intelligenza artificiale, grosse consulenze vengono fatte su questo. In ambito accademico si parla di diritto del
“Gochain” dal 2009. Nell’università il dilemma della responsabilità da attribuire ad un attacco fatto con l’intelligenza
artificiale nel diritto della guerra = la riflessione era già pronta. Non sarà un lavoro unico.
Se andiamo a cercare delle codificazioni sulla responsabilità internazionale, sul diritto della guerra troviamo prima di
quella della commissione del diritto internazionale ce ne saranno 1-2-5 di docenti del diritto internazionale che vengono
coinvolti o perché sono lenti o perché i singoli progetti es progetto dell’università di Oxford (oxford statements) diritto
militare su internet codificato da un progetto del centro studi della NATO che mette insieme docenti del diritto internazionale
che siccome hanno studiato queste cose discutono e propogono qlcs.
La dottrina va a codificare delle norme anche in settori del diritto internazionale che prima erano completamente
ignorati. Vanno a studiare, codificare, dare dei pareri su come funzionano dei settori che ancora non sono stati codificati,
anch settori che erano solo consuetudinari.
LA GIURISPRUDENZA INTERNAZIONALE:
è l’altra fonte sussidiaria oltre alla dottrina. La Giurisprudenza è l’altro mezzo previsto dall’art 38.
La giurisprudenza va divisa in 2
1) la giurisprudenza internazionale in senso stretto CIG
2) Le corti nazionali che però provano la prassi degli stati (è quello che abbiamo visto con la consuetudine che non
commette degli errori che la prassi dello stato la cerchiamo solo su un piano esterno, la cerchiamo interno anche nella
giurisprudenza delle corti internazionali in materia internazionale)
La giurisprudenza delle corti internazionali può provenire sia da Corti internazionali (soprattutto quelle dell’aia), sia da lodi
arbitrali.
17/11
Cross fertilization delle corti = fenomeno sul ruolo della giurisprudenza internazionale nell’aiutare i giudici internazionali a
marcare la via col dito dove trovare le regole e quale posizione assumere. In questo fenomeno le corti fanno riferimento a
casi simili avvenuti in corti diverse. Casi simili, ragionamenti simili = andiamo a vedere se qlcn ci ha già ragionato. Es. in
diritti umani la corte europea = diritti dell’uomo che viene presa di riferimento dalla corte africana, dalla corte interamericana
o dalla corte dell’unione economica euro-asiatica (succede molto limitatamente). La giurisprudenza internazionale regionae
che influenza in regioni diverse.
Nell’ambito dei diritti umani ci sono alcuni di essi che sono stati scoperti, sviluppati e stabiliti a livello di corti regionali.
Quando un problema lo si pone in un’altra corte lo si va a pescare da chi per primo ci ha ragionato.
È la struttura sui singoli paesi, quindi diventa complicato creare una tradizione di giurisprudenza arbitrale
In rare occasioni la CIG ha fatto riferimento a giurisprudenza arbitrale, a volte in maniera “collettiva” e tendenzialmente per
dare conferma al proprio orientamento.
(Es. caso Alabama, là c’era l’arbitrato)
A tal propósito i tribunail arbitrali hanno contribuito a identificare e precisare numerose norme del DI mancano coerenza
ed uniformità = minore autorevolezza (La giurisprudenza arbitrale è debole)
La giurisprudenza delle corti internazionali può provenire sia da corti internazionali
Arbitro=> figura terza scelta dalle parti per la risoluzione di un arbitrato tra stato
Arbitrato tra stati = procedimento che esiste anche in diritto interno per cui in alcune materie è permesso che se io e un’altra
persona abbiamo un problema con un contratto e litighiamo, invece di andare dal giudice, ci mettiamo d’accordo e facciamo
tutta quella che è la procedura e andiamo da un arbitro = un privato che avrà luogo di decidere la controversia.
In commercio internazionale è una pratica molto svilluppata.
investimenti internazionali che hanno la caratteristica di avere uno stato e un privato.
Es Lenin –Kazakistan = c’è un privato + il Kazakistan come stato quindi nelle sue varie forme; in materia di investimenti
l’arbitrato è il metodo di risoluzione delle controversie tanto è vero che abbiamo una convenzione internazionale che si
chiama “ixi” = un centro di spetmlment ? in materia di investimenti.
L’arbitrato esiste anche tra gli stati, quando 2 stati litigano possono decidere di riferirsi ad un privato e non per forza ad una
CIG.
Es I marò = caso che si è risolto con un arbitrato, una procedura giudiziale al di fuori delle corti = il privato segue delle
regole.
Alcune delle questioni sul mar nero tra russia e ucraina prima della guerra erano finite in arbitrato.
Arbitrato > È un meccanismo di risoluzione delle controversie in cui le due parti possono decidere chi deciderà la loro
controversia
Prima che ci fosse la corte permanente di giustizia internazionale e la CIG, le questioni tra stati finivano di default davanti
all’arbitro, perché non c’era una corte, se non finivano con l’invasione di uno dei due paesi.
Es. Caso Alabama (fine 800’/inizio 900’)
L’arbitrato non è che non segua regole > le regole di procedura possono variare da arbitrato ad arbitrato
Non è che non seguono delle regole o si inventano il diritto.
Se la lite è su un trattato : es la convenzione del diritto del mare = le regole sono quelle sia che si vada da un arbitrato sia
che si vada davanti ad una corte
Il problema grosso per quello che riguarda la giurisprudenza arbitrale è che essendo ogni procedimento arbitrale una storia
a se, è difficle trovare una coerenza ed uniformità nelle decisioni arbitrali.
In realtà soprattutto fino alla prima parte di vita della CIG (circa 1945-70) molte delle norme di diritto internazionale sono
state precisate e identificate proprio da arbitrato.
Lode arbitrale = problema è la minore autorevolezza che fa si che la CIG si riferisca difficilmente a giurisprudenza arbitrale
e se lo fa, lo fa in maniera collettiva = significa che quando ci sono un tot di arbitratati che dimostrano la coerenza e trovano
quella posizione, la CIG la va a riprendere e la prende per confermare quello che ha deciso o quello che sta decidendo (noi
decidiamo così perché riteniamo A-B-C-D questa cosa è stata ritrovata in numerose lode arbitrali)
L’EQUITA’
È un modo per risolvere le controversie che non centra con i trattati/regole etc vista fino ad adesso
Prevista anche questa dall’Art 38 che prevedeva un paragrafo 2: se le parti così decidono la corte può decidere secondo
equità. Equità ha due significati:
Equità come diritto del caso concreto: decisione ex aequo et bono, se le parti così decidono. Se le parti danno questo
compito al giudice o all’arbitro, non deciderà il caso secondo delle regole prestabilite, ma andrà a cercare le regole caso per
caso, secondo quelle che si prestano a risolvere quel caso in maniera equa, senza lasciare nessuno particolarmente
scontento. Alla CIG questo potere non è mai stato dato. È stato dato in alcuni arbitrati all’arbitro soprattutto su questioni di
natura politica.
In quegli arbitrati di natura politica , sono questioni anche di confine in cui è meglio non esacerbare anche avendo ragione è
meglio non portare le cose all’estremo, sembra essere una soluzione ragionevole che le parti si accordano sul fare
prendere la decisione ad un terzo = soluzione più equa.
Agli arbitri è stato dato in forma integrativa, NON vuol dire colmare lacuen del diritto applicabile, vuol dire che NON c’è un
diritto applicabile perché erano settori nuovi del diritto, e quindi deve trovare un diritto applicabile.
Slide: se le parti così decidono, il giudice o l’arbitro si troverà a decidere non secondo diritto ma secondo quelle che ritiene
essere le regole applicabili al caso di specie. I casi in cui i giudici o gli arbitri sono stati chiamati a pronunciarsi Ex aequo et
bono sono estremamente rari.
La possibilità di decidere ex aequo et bono non è mai stata conferita alla CIG, mentre in alcune occasioni è stata attribuita
all’arbitro in questioni di natura politica.
L’affidamento del potere a decidere ex aequo et bono è stato affidato in alcuni casi agli arbitri in forma integrativa
decidere in ambiti in cui non vi erano norme di diritto internazionale applicabili.
Es arbitrato tra Canada e USA su una materia che all’epoca era la prima volta che si poneva, gli stessi stati non avevano
del tutto delle regole. Siamo negli anni 40’ e la materia è “cosa succede se inquino un fiume che però cambia paese,
perché non sa che c’è il confine e porta l’inquinamento di là” di chi è la colpa ? chi risponde? Posso chiedere una
compensazione per quei danni ? Negli anni 40 questo non era un problema, non c’è un diritto applicabile =se l’arbitro non
trova diritto applicabile, viene dato il potere di decidere ex aequo et bono = trovare il caso che permette di risolvere la
questione. Viene trovato nella griurisprudenza interna della corte suprema degli stati uniti, non c’è nulla di internazionale
che ci permette di risolvere la questione. La corte suprema degli USA che ha già deciso una cosa simile, per esempio
l’inquinamento = gli Usa hanno delle entità interne, hanno gli stati federati e quindi si è posto il problema “se tu inquini stato
del new jersey, io che sono a NY devo …?” il problema era già apparso davanti alle corti americane e si era finiti davanti
alla corte suprema. Quindi gli arbitri ottengono quest’orientamento che non è di diritto internazionale, ma lo trovano e
decidono il caso secondo equità. Quell’orientamento altrimenti non applicabile lo prendiamo e lo adattiamo a quello che è il
caso tra Canada e gli USA. Questo viene considerato da parte degli studiosi come punto di partenza del diritto
internazionale dell’ambiente e ci si pone il problema (facendo finta che le regolamentazioni ambientali non esistono): lo
stato A e B confinano, lo stato A non ha regole sull’ambiente, permette di riversare tutto sui fiumi ma finchè è diritto interno
va bene, il problema è se porta tutto di là = questo è il punto di partenza del diritto internazionale dell’ambiente
Da quando esiste il DI, i soggetti erano tutti uguali, non vi era alcuna distinzione(dal 1600 per 3/400 anni). Il problema della
soggettività internazionale è relativo. Ci si accorse però dopo(nel 900) della presenza di altre cose:
le compagnie transnazionali (dette multinazionali)
i pirati=> l’individuo, il criminale nei confronti di tutta l’umanità(era qualcosa che esisteva gia nel 1600)
Quindi oltre allo stato, gli stati danno vita alle org internazionali (al 2^posto) e poi ai privati (3^)( ong, individui) viene
riconosciuto un certo grado di personalità giuridica internazionale. Ong: entità più problematica perchè opera in molti ambiti.
Dal punto di vista dell’effettività è difficile dire che lo Stato sia l’unico soggetto di diritto internazionale.
UE può fare cose internazionalli ? ONU? L’organizzazione internazionale del commercio ? SI
Ong (ONG privata; gli stati non centrano niente; personalità giuridica di D. Interno ma che per sua natura fa cose a livello
internazionale ) è diversa org internazionale (=OIG; ente con personalità sua, deriva dalla volontà degli stati) In origine le
uniche persone erano gli Stati .. poi questi hanno iniziato a creare le OIG… oggi anche i soggetti privati partecipano alla vita
di relazione internazionale
Le ONG: la croce rossa internazionale, Amnesty international, la camera di commercio internazionale, microsoft, la apple,
google fanno cose internazionali ? Noi abbiamo diritti e siamo destinatari di obblighi internazionali? c’è la corte di
Strasburgo dove posso portare l’Italia, Strasburgo non è in Italia e questa corte non fa parte dell’ordinamento italiano
quindi siamo fuori dallo stato, è internazionale, posso farlo ? si
Se ragioniamo secondo il principio di effettività sulla definizione, gli stati creano le organizzazioni internazionali
Con soggetti privati intendiamo anche le ONG che hanno la caratteristica di essere private
Il problema è che i soggetti di diritto internazionale hanno una soggettività giuridica diversa quindi possono esercitare
diversi diritti e sono destinatari di diversi obblighi. L’ampiezza/extent di questi diritti ed obblighi è diversa. Siamo tutti
soggetti di diritto internazionale, io Patrizio non posso dichiarare guerra ad un altro stato o attaccarlo perché abbiamo una
soggettività diversa. Es. facciamo una guerra autorizzata, l’ONU non può autorizzare me a muovere o non può autorizzare
la Microsoft, google; ma può autorizzare gli stati perché ci sono diversi livelli di soggettività.
LO STATO
È il soggetto originario del diritto internazionale unico fino al 1900
Lo stato è il produttore e destinatario immediato di norme ed atti, ha piena capacità processuale, può divenire membro di
OIG e instaurare relazioni diplomatiche…ed è internazionalmente responsabile delle violazioni commesse.
Lo stato è il soggetto che ha la soggettività piena e originaria, quindi quello che può fare tutto e più forte di tutti. Originaria
perché sono soggetti originari della comunità internazionale, e ciò significa che sono produttori destinatari diretti ed
immediati di atti e norme giuridiche interstatali, possono divenire membri di organizzazioni internazionali…
Essendo il diritto un fenomeno umano e storico e quindi da collocarsi, è così perché è stato l’unico soggetto fino al 1900.
Dal 1648 che il mondo si crea in stati come li conosciamo oggi, salta l’organizzazione medievale dei poteri universali, e alla
fine il mondo si organizza secondo il sistema di Westphalia, si organizza volente o nolente spesso con un’imposizione di
quel modello però fatto sta che così è: quando si arriva in Giappone e in Cina, li si obbliga ad adottare il modello di
Westphalia che nel frattempo si era imposto nelle Americhe, nel frattempi i paesi di mezzo che erano già grosse potenze
storiche “si convertono” a quel modello si pensi alle varie riforme del modello ottomano della Persia degli Shaah, quindi il
mondo si va riempiendo di questo tipo di caselle.
Fino al 1900 l’unico soggetto di diritto internazionale era lo stato che è produttore e destinatario immediato (= senza
mediazione) di norme
ha piena capacità processuale, può andare alla CIG.
Può entrare nelle organizzazioni internazionali
può inviare e ricevere ambasciatori
Instaura le relazioni diplomatiche ancora oggi principale veicolo di collegamento tra gli stati.
se lo stato commette un torto è internazionalmente responsabile
stato = Soggetto a competenza piena e originaria
problema = non abbiamo scritto da nessuna parte che cosa è lo stato. lo dobbiamo pescare tra quelli che +/- lo hanno
codificato per primi, convenzione che però valeva per le americhe (Montevideo), siamo negli anni 30’ e definisce lo stato
come una cosa/entità/ soggetto che ha un territtorio + popolo + governo permanente ed effettivo, questa triade di elementi
viene impressa all’esterno del territtorio di quello che è entrare liberamente in relazione con altri soggetti simili quindi con
altri stati. Effettività = è così effettivamente teniamo buona questa definizione, ma ciò crea problemi, troveremo soggetti
strani. Queste cose assieme danno luogo alla sovranità.
Ma …che cos’è lo Stato? lo stato è un soggetto che possiede un territorio, un popolo ed un governo permanente ed
effettivo sovranità
Per molti secoli gli Stati erano considerati i soli soggetti del diritto internazionale, Tant’è che lo stesso concetto di
soggettività giuridica internazionale è stato costruito dalla dottrina a partire dagli Stati per gli Stati.
OGGETTO si divide in inerno ed esterno, elementi base che stanno nella natura dello stato.
SOVRANITA’ INTERNA:
È data dalla triade territtorio + popolo + governo effettivo in amministrazione permanente
= significa che lo stato ha un potere effettivo sul popolo all’interno del territorio rispetto ad ogni altro potere costituito al suo
interno (può dire alla gente che fare, prendere provvedimento in caso la gente non ascolti):
potere di imporre e far rispettare le norme (effettività)
ha l’esclusiva di tale potere rispetto agli altri Stati (esclusività)
Come lo stato si organizza è lasciato alla volontà dello stato
= c’è un pezzo di terra con della gente che ha una struttura di governo, questo vuol dire che lo stato ha un potere effettivo
sul popolo, quindi lo stato ha il potere di fare delle regole e di farle rispettare (= anche le multe che arrivano a casa è
un’espressione dell’effettività/di ciò) e lo stato ha l’esclusiva rispetto agli altri stati di fare questa cosa qui, nessun altro stato
può imporre delle regole e farle rispettare all’interno di quel territtorio.
Quale è l’oggetto della sovranità interna/ che cosa è la sovranità interna è questo potere di imperio effettivo esclusivo.
Quindi emerge che quello che fa al suo interno lo stato, come si organizza lo Stato, la forma che si dà lo stato è una
questione arbitraria dello stato. (In realtà non è esattamente così oggi)
Come lo stato si organizza è lasciato alla volontà dello stato. Vuol dire che altri Stati non possono esercitare la loro autorità
di governo senza alcun senso dello Stato territoriale (esclusivita) e che lo stato ha il potere di far rispettare le proprie leggi
(effettività)
LA SOVRANITA’ ESTERNA:
Una eccessiva dipendenza economica può trasformarsi in eccessiva sovranità limitata
Una volta che abbiamo territtorio + popolo + governo, la sovranità si esprime anche all’esterno.
Pensiamo ad un mondo primitivo fatto di 3 stati, una volta che arriviamo al punto che c’è un altro gruppo umano che fa le
stesse cose, entriamo in relazione = sovranità esterna = È la capacità di entrare in relazione con gli altri poteri in
maniera indipendente ed autonoma. Sono tutte le competenze che lo stato esercita in quanto membro della comunità
internazionale.
Indipendenza ed autonomia andranno lette a seconda delle materie e dei momenti storici
Indipendenza economica non è una discriminante per stabilire l’indipendenza effettiva dello Stato (Ma attenzione
all’eccessiva dipendenza economica che può trasformarsi nella c.d. sovranità limitata) , certo è che se c’è una eccessiva
dipendenza unilaterale, quindi uno stato che è fortmente dipendente da un altro senza che vi sia però una reciprocità,
potremmo introdurre il concetto di sovranità limitata ( si colloca a metà tra il diritto e la politica), ci sarà un margine di libertà
nel governare il territtorio dove ci vive un popolo che sarà più limitato, ma per questo ci serviranno anche molti altri attori. La
sovranità limitata potrebbe essere una forte dipendenza economica da un‘organizzazione internazionale che mi impone
delle riforme.
Cosa rientra in una e nell’altra ? è un fenomeno storicamente determinato, abbiamo delle materie che erano chiaramente di
competenza interna che oggi sono se non regolate quanto meno di interesse internazionale.
Primo caso che salta più all’occhio = abbiamo scoperto i diritti umani e non che ogni stato può organizzarsi proprio come
vuole, e se lo fa gli altri prendono delle misure, quindi c’è una misura di responsabilità o quantomeno di relazioni
internazionali che si complicano. Storicamente però i diritti umani, pensiamo alla magna carta, è una questione dello stato,
come lo stato tratta i propri cittadini, quali diritti concede era una questione di
dominio riservato = quel nucleo di cose dove il diritto internazionale teoricamente non può entrare.
La moneta di un’organizzazione internazionale però non di tutti gli stati, ci sono alcuni stati che non lo adottano perchè non
soddisfano i criteri richiesti, e ci sono stati come la Danimarca che non è tenuta in nessun caso ad adottare l’euro se non
per sua scelta. Nella moneta storicamente c’era disegnata la faccia di chi comanda/del sovrano, era l’espressione più forte
della sovranità dello stato. Da Bretton Woods si internazionalizza la questione della moneta.
Oggi c’è il concetto di sovranità responsabile = quella sovranità che viene in qualche modo limitata se non addirittura
forzata da accordi internazionali. cioè per far farte di alcuni gruppi internazionali/accordi economici, se si vuole commerciare
con quella parte del mondo, se si vuole far parte di quella organizzazione internazionale = ogni stato si organizza come
vuole ma.
Caso di cronaca giuridica > Riforma della giustizia polacca in cui veniva meno l’indipendenza del potere dei giudici
sottoposto al controllo del parlamento, la riforma è stata frenata dall’appartenenza all’UE.
Oggi si ammette la responsabilità di proteggere= principio per cui se uno stato non protegge i propri cittadini gli altri stati
possono proteggere i cittadini di quello stato questo, nella pratica, significa che viene permesso l’intervento militare
contro quello stato, quindi o ci si prende il diritto in maniera unilaterale sulla base di questo principio. È lo stesso principio
che è stato invocato la notte tra il 23/24 febbraio 2022, la protezione delle popolazioni russofone fuori dalla Russia. Il
principio è controverso.
In Corea del Nord > è stato autorizzato l’intervento su varie basi
Introdurre l’intervento di umanità anche su base unilaterale da parte di blocchi del pianeta, c’è stato l’intervento della NATO
in Kosovo. Fenomeno che esiste nel diritto internazionale è che è ammesso
SOVRANITA’ DIGITALE:
Internet = sovranità digitale. La Russia ha provato a scollegarsi da internet globale nei mesi scorsi per un giorno per fare un
esperimento: è andato in tilt il paese, anche se erano convinti di aver creato un’infrastruttura che permetteva il fatto di
rimanere senza internet. C’era gente che si presentava in aeroporto con biglietto che non esisteva o a due persone era
stato dato lo stesso posto, ospedali che erano convinti di aver inviato analisi che non erano mai state ricevute dalle altri
parti = si è bloccato il paese staccandolo da internet. Questo è l’impatto che ha oggi internet sul funzionamento dello stato,
anche se diciamo che il paese non è tanto informatizzato e non lo vediamo. Si prova a staccarsi da internet in un paese in
cui si vuole vedere quanto si è pronti a questo ma è stato un caos per queste 48h fino a quando non si sono ricollegati.
Sono anni che si lavora in russia sul Russian Net (Runet)
Il funzionamento degli aeroporti e lo spazio aereo è un problema della funzionalità dello Stato, gli ospedali è un problema
dello Stato. Queste cose fanno parte della sovranità dello stato (= amministrazioni pubbliche = problemi dello stato).
Vediamo quanto impatto ha il digitale sulla sovranità, oggi la possiamo definire come l’unione della:
Potenza di calcolo
Protezione dei dati (sicurezza dei dati, sappiamo dove sono e non escono da lì)
Connetività sicura (capacità tecnica di elaborare i dati)
Si tratta di 3 elementi che possono portare lo stato sia a dipendere da che ad essere oggetto di attacco da parte di stati
stranieri e imprese private (GAFAM)
Se lo stato ha queste 3 cose, ha una piena sovranità
Gli stati dipendono dai privati, mentre fino alla sovranità interna ed esterna eravamo nei rapporti tra stati, qui c’è il problema
che i server sono di amazon per esempio, che i satelliti per collegarsi in alcune parti del pianeta sono di proprietà e
vengono fatti funzionare, possono anche essere spenti con un clic dallo starlink che fa capo ad un privato.
C’è il problema che gli stati, per questi 3 elementi, vanno a dipendere, non solo tra i rapporti che si creano tra gli stati che
possiamo ancora collocarli quindi in un rapporto tra interno ed esterno, ma da privati che possono essere anche oggetto di
attacco da parte di privati—quindi non solo dipendere =Problema che stiamo iniziando ad affrontare ora. Questa è
l’ennesima conferma che il diritto internazionale non è più solo gli stati ma viviamo in un’altra epoca.
sovranità economica
Sovranità militare
Abbiamo delle regole per lo spazio extra-atmosferico che varranno fino a quando non arriverà qualcuno che proviene dal di
fuori della terra. Non possiamo piantare bandiere con pretesa di conquista. Non possono diventare territtorio degli stati, gli
altri pianeti.
Soggetti concreti c’è un certo grado di combinazione di + territtorio + popolazione + governo di entrare in
relazione con gli altri ma manca un pezzo per poterli considerare stati, quindi li consideriamo con una soggettività
particolare limitata ma non limitata perché dipendono economicamente.
Il caso del Kosovo, noi lo abbiamo riconosciuto come stato, il riconoscimento nell’800 era elemento costitutivo dello stato.
Lo stato era solo quello che il resto del club accettava come stato, oggi no, il riconoscimento dà forza politica allo stato per
affermare la propria soggettività ma non è neccessario. Il kosovo è uno di questi soggetti.
la Santa Sede con il Vaticano che è il territtorio su cui è appoggiata tutta la santa sede cioè la governance di tutta la
chiesa cattolica del pianeta, la santa sede si estende oltre, il vaticano è uno stato in sé ma è molto piccolo.
Cipro del nord: riconosciuto solo dalla Turchia, se la Turchia smette di riconoscere Cipro del Nord quest’ultimo in 12h non
esiste più. Quelli che si chiamavano stati fantoccio nella 2° GM, stati che esistono grz al controllo da parte di uno stato. Se li
guardiamo su una cartina come una fotografia sembrano avere un territtorio, una popolazione, un governo e
autonomamente entrano in relazione poi quando andiamo ad indagare non c’è l’autonomia, sono dipendenti un governo
straniero.
Le due repubbliche del Donbass se guardavamo dal fuori sembrava che controllassero un territtorio, ci fosse un governo
e una popolazione e che entrassero in relazione se non altro di loro e con soggetti simili, con la Russia avevano dei
rapporti, la certezza definitiva arriva nel 2022: erano controllati e dipendenti da Mosca.
Questa categoria qua è lo stato fantoccio che NON ha soggettività internazionale, è responsabile delle violazioni lo stato/la
potenza che li controlla.
Il Kurdistan possiamo ricondurlo a quelli che sono gli insorti per i movimenti di liberazione nazionale, altro soggetto di diritto
internazionale particolare, perché questi hanno quella soggettività internazionale che gli viene riconosciuta nel momento in
cui il conflitto diviene internazionale e quindi iniziano ad entrare per esempio nelle trattative di pace. Quindi hanno extent
della sovranità fino al punto che è neccessario perché possano implementare gli accordi di pace che sono accordi
interrnazionali
Hlp: esempio di scuola/movimento di liberazione nazionale che fa il salto …
Governo non equivale a stato quindi il NON riconoscere un governo NON equivale a NON riconoscere uno stato. Es.
Afghanistan, il fatto che ci sia stata una guera civile che ha portato ai talebani che non sono riconosciuti come legittimo
governo del paese NON fa venire meno il fatto che il mondo riconosca che quella cosa lì è l’Afghanistan.
Nel caso in cui avessimo due governi, ognuno di chi riconosce governo A e governo B –gli si riconosce un’autorità che di
fatto viene esercitata su una parte del paese ma che si estende a tutto il paese.
IL CONCETTO DI JURISDICTION
Potere di imperio come si esercita sul territtorio, sulla popolazione?
Con Jurisdiction si intende l’aspetto formale della sovranità come potere di imperio esercizio di potere dello Stato sul
proprio territtorio ed in alcuni casi anche al di fuori di esso (deve essrci però un collegamento con lo Stato). Una volta che
uno stato ha acquistato la soggettività giuridica internazionale, il diritto internazionale tutela l’esercizio del suo potere di
governo nel proprio territorio.
Il punto di partenza è che lo Stato sul proprio territtorio ha il diritto di esercitare la propria jurisdiction (territorial jurisdiction):
le norme le può creare e farle rispettare a forza:
A fare cose per noi rilevanti
To prescribe = potere di emanare norme atte a regolare la condotta dei soggetti giuridici dell’ordinamento interno;
To adjudicate = competenza giurisdizionale. Ovvero pronunciare decisioni davanti alle corti, non crea problemi in diritto
internazionale di sovrapposizione perché anche se uno stato porta avanti un processo e arriva a sentenza ci sarà il
problema problema o dell’enforce o dell’eventuale mancanza di fare quelle norme. Consiste nel potere dello Stato di
mettere in atto tutte le procedure di esecuzione coattiva al fine di fare rispettare il suo ordinamento giuridico interno.
Il potere di emanare norme dello stato e quello di farle rispettare NON coincidono, parlando dell’aspetto formale.
To enforce (potere di esecuzione coercitiva) > riferimento e mezzi di attuazione coercitiva del diritto = esecuzione in caso
di non rispetto.
Ma se più di uno stato vuole esercitare la propria jurisdiction? conflitti di sovranità
La jurisdiction è la competenza a fare cose, come lo stato fa questo esercizio del potere, come esercita il potere lo Stato,
tendenzialmente sul proprio territtorio ma in altri casi anche al di fuori.
Esercizio del potere tra le acque del territtorio fa parte del territtorio
Ambasciata modo in cui lo stato agisce al di fuori dei propri confini. L’ambasciata è territtorio al di fuori dei propri confini.
Unione Europea esercita i poteri sovrani in sostituzione dello Stato
27/11
Il problema si porrà con il potere di emanare norme (jurisdiction to prescribe) e il potere di esecuzione coercitiva
(jurisdiction to enforce). Nel senso che sul proprio territtorio di jurisdiction le due cose coincidono nel 99% dei casi (ci
saranno alcuni casi limite in cui mancherà una o l’altra).
Ci sono anche dei casi in cui il potere di jurisdiction to prescribe e jurisdiction to enforce NON coincidono = il potere di
emanare norme dello stato non è accompagnato dal potere di esecuzione coercitiva.
Es. È quello che succede nel caso in cui la persona commette un omicidio e viene ritrovato in uno stato diverso da quello in
cui è stato commesso l’omicidio, quindi l’omicidio verrà giudicato/punito da quello stato in modo diverso.
L’italia ha delle norme per punire/arrestare, ha il potere materiale di eseguire coercitivamente se la persona NON è nello
stato ? NO. Le autorità tedesche hanno la jurisdiction to enforce, su richiesta delle autorità italiane arrestano la persona e
poi si fa l’estradizione e via dicendo, è la fase successiva.
Essendo sotto la sovranità territtoriale, territtorio di jurisdiction in un altro stato, l’altro stato deve formalmente verificare che
questa persona sia davvero indagata di reato, che non sia una semplice richiesta immaginaria.
Jurisdiction italiana e tedesca NON coincidiono perché il territtorio della jurisdiction è diverso e NON coincide, da un lato c’è
la norma italiana ma per dare seguito alla norma italiana serve il potere di esecuzione coercitiva che l’Italia NON ha su
territtorio tedesco. Questo dà luogo a quelli che si chiamano conflitti di sovranità, soluzione auspicabile è sempre quella
di collaborazione tra gli Stati ma ciò non sarà sempre possibile.
Es. Lo Stato italiano ha il potere di tassare certe attività e di pretendere il pagamento di tasse ? si! Se sono in Italia vanno a
reperire la mia banca e dal mio conto spariscono dei soldi, se i soldi li ho portati in uno stato che non coopera, l’Italia
controlla la banca dello stato Italiano e vede che c’è zero per cui la persona è fuori dal paese, se la manda alle Isole
Cayman esse non rispondono perché l’Ita non ha modo di prelevare i soldi da queste isole = manca la jurisdiction to
enforce, questo perché in tal caso non c’è cooperazione tra le parti, la norma rimane in vigore ma gli effetti della norma non
vengono prodotti.
Es. Caso del servizio militare “ tutti i cittadini maschi nati entro l’8/11/1986 ” dovevano servire nel servizio militare, se uno
andava all’estero non c’era un modo per fare si che quella persona… almeno che lo stato estero non cooperasse, ma non
era una cosa così rilevante da rimandare indietro le persone.
Mancanza di competenza di attuazione perché manca la competenza normativa: lo stato qui potrà apporre la norma
Ci saranno dei casi in cui non si potrà eseguire coercitivamente la misura pech non si ha la competenza per emanare la
norma, che è di un alro stato.
SOVRANITA’ TERRITORIALE:
il territtorio è l’elemento che dà questo titolo che si ha in virtù dell’esistenza fisica del territtorio. L’esistenza del territtorio
conferisce il titolo allo stato per agire.
Gli elementi dello stato sono 3:
1) Terra: spazio terreste
La terra è il territorio dello Stato (diritto i giurisdizione dello stato), si “inizia” dalla terra base per partire (da qui derivano
mare e aria) serve che ci sia un “ core” del territorio ma il diritto internazionale NON richiede dei confini precisi.
In molti casi pretendere di avere un confine preciso non è possibile, ma ciò non rende gli Stati “meno” Stati dispute di
confine (possono dare luogo a guerre e scontenti).
La terra non deve avere neccessariamente dei confini precisi (sono atti unilaterali quelli che delimitano il confine). Fino a
dove arriva l’Italia potrebbe deciderlo esclusivamente l’Italia. Ciò che potrebbe porre fine alle dispute sono i trattati di
limitazione delle frontiere, quando 2 stati si mettono d’accordo che le frontiere terminano lì = si evitano conflitti.
Diritto internazionale privato: sono regole per lo più di diritto interno, ci sarà quindi un diritto internazionale privato italiano,
un diritto internazionale privato francese = diritto dell’UE ecc, ci dice che il diritto si applica a determinate situazioni
giuridicamente rilevanti tra privati.
Es. se qualcuno di noi decide di contrarre unione civile con una persona di cittadinanza non italiana, quindi se a quella
persona è permesso di compiere questo atto giuridicamente rilevante come esso viene considerato ? sulla base del suo
diritto interno, la capacità che avrà quella persona gliela dirà il diritto specifico di quel paese. Sto applicando materialmente
il diritto straniero ma sulla base di una norma italiana, anche il diritto internazionale privato è un’espressione della sovranità
piena dello Stato, prova di ciò è il fatto che lo stato ponga delle limitazioni. Anche quando il diritto internazionale mi rimanda
al dirtto straniero, in alcuni settori sarò tenuto ad applicare il diritto interno perché le norme italiane saranno di applicazione
necessaria.
(C’è un freno degli effetti che può applicare il diritto sraniero)
Il diritto int privato Regola i rapporti tra privati che devono essere regolati da delle regole e quando l’altro privato o noi
siamo estranei a quell’ordinamento, per questi rapporti tra privati potrebbe esserci l’applicazione sullo stato territoriale di un
diritto straniero ma questo in virtù di rinvio per responsabilità della norma dello stato territoriale.
Sovranità esclusiva: l’esclusione nel proprio territorio dell’esercizio di funzioni statali da parte di altri Stati. Tutte le funzioni
che possono essere esercitate da uno stato su un territorio vengono esercitate dallo Stato territoriale e nessun’altro stato
può intervenire.
a) La norma straniera ha effetto solo sul proprio territtorio, la norma straniera non è applicabile sul territorio dello Stato:
mancanza di extratterritorialità del diritto straniero (ruolo del diritto interno privato)
b) Lo stato deve rispettare la sovranità altrui astenendosi dall’usare misure coercitive sul territorio degli altri: in
questo caso si è suscettibili di far scattare la responsabilità internazionale dello Stato che viola.
Es. il caso sulle relazioni della sovranità sulle misure coercitive, è il caso Eichmann che dopo aver partecipato attivamente
allo sterminio nazista decide di andarsene in Argentina; nel frattempo lo stato di Israele, che si è costituito, inizia a cercare
di ripescare tutti i nazisti ancora in vita per assicuraarli alla giustizia. Eichmann interviene sul territorio Argentino sotto
copertura, senza dire nulla all’Argentina torna ad Israele, ma quando Argentina se ne accorge capisce che Israele fa
un’operazione di polizia sul mio territorio argentino, ma secondo la sovranità esclusiva la devo fare io (Argentina), il caso
finisce alle nazioni unite e si discute per arrivare alla conclusione che la violazione della sovranità di uno stato membro è
incompatibile con la carta delle nazioni unite, quindi Israele è internazionalmente responsabile nei confronti dell’Argentina
per la violazione della sovranità territoriale.
Come si risolve la questione? C’è un pregiudizio morale e non ci sono danni materiali, l’Argentina in più è una forte
comunità eraica di gente scappata dal nazismo, rapporti erano storicamente buoni e Israele ammette di essere
internazionalmente responsabile di aver violato la sovranità territoriale, si scusa dicendo che c’era una certa urgenza
nell’agire prima che questa persona iniziasse a sospettare che lo stavamo tirando dentro è una forma di soddisfazione
all’Argentina e il caso si chiude.
Ruolo dell’ acquiescenza = si può consentire sulla base di un accordo ad un altro stato di agire sul proprio territorio,
l’accordo può essere dato da fatti concludenti
Es. se la polizia di uno stato entra sul territorio di un altro per inseguire un criminale e viene aiutato nella cattura della
polizia dello stato territoriale, poi lo stato territoriale non può più dire che c’è stata una violazione della propria sovranità
perché tramite il proprio comportamento ha dato l’ok a questa situa.
Diritto internazionale privato: norma di applicazione necessaria = regola obbligatoria che supera/va a coprire
Perché sono responsabile nei confronti dello straniero e di San Marino? competenza personale
LA CITTADINANZA UE:
è un raro caso di cittadinanza sovranazionale che è complementare alla cittadinanza degli Stati membri. Dà luogo ad alcuni
diritti nei confronti sia degli altri Stati membri sul piano internazionale:
Assistenza diplomatica/consolare: se la rappresentanza diplomatica del proprio paese di cittadinanza non è presente su
quello stato, o se non è in grado di fornire assistenza effettiva, posso richiedere assistenza da parte di qualunque altro stato
dell’Unione.
CITTADINANZA ITALIANA:
è regolata dalla legge 91 del 1992 che prevede:
In linea generale l’attribuzione jure sanguinis; è una procedura che consente il riconoscimento della cittadinanza italiana a
cittadini stranieri di ceppo italiano. Ai fini del riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis è necessario che i
discendenti dell’avo italiano, compreso il richiedente, non abbiano mai perso cittadinanza italiana.
Vuol dire che figlio/a di cittadino/a italiano/a sia biologico che in seguito ad una procedura di adozione ha cittadinanza
italiana.
Con la costituzione del 48’ che pone l’uguaglianza tra uomo e donna, questo passaggio di cittadinanza viene fatto sia da
padre che da madre, ma bisogna aspettare gli anni 80’ perché c’è un passaggio giurisprudenziale perché la legge che è
ancora in vigore diceva di no e bisognava tornare indietro per dichiarare incostituzionale quel passaggio sulla base della
costituzione del 48’.
In via residuale l’attribuzione jure soli: lo ius soli fa riferimento alla nasciata sul “suolo”, sul territorio dello Stato e si
contrappone, nel novero dei mezzi di acquisto del diritto di cittadinanza, allo “ius sanguinis” imperniato invece sull’elemento
della discendenza o della filiazione.
In via residuale ci sono elementi di jure soli se non si riesce a coprire una situazione con il caso principale, sono dei
residui che possono essere coperti da altre cose.
Lo ius soli si applica per
o chi nasce da genitori/genitore apolimi quindi che non hanno una cittadinanza loro stessi
o chi nasce in Italia
o chi viene ritrovato sul territorio della Repubblica da genitori ignoti (quindi non si sa chi siano i genitori).
o Genitori che hanno una cittadinanza ma che NON sono abili a trasmetterla perché il loro diritto non glie lo permette.
Esistono paesi (es alcuni emirati del mondo arabo) in cui la donna NON può trasmettere la propria cittadinanza sono
casi limite
Caso: Spagna, Gibilterra, Bulgaria
2 madri che vanno in Gibilterra per trasmettere le cittadinanza di paesi piccoli è complicato
Gibilterra non permetteva di trasmettere la cittadinanza
La parte Bulgara ha presentato l’atto di nascita alla Bulgaria solo che quest’ultima lo rifiuta
La Spagna, con sistema simile a quello italiano, non individua un’incapacità delle madri a trasmettere cittadinanza bulgara =
neonato si è ritrovato senza una cittadinanza.
Caso di jure soli: nato in Italia e compimento del centesimo anno
Nato in Italia da genitori stranieri abili a trasmettere la cittadinanza, a 18 anni può acquisire la cittadinanza italiana, ma ci
sono dei criteri da rispettare che vanno a far venire meno questo diritto: es. si scopre che questa persona è stato tanto
tempo fuori dal territorio italiano e perciò non può avere cittadinanza italiana
Per naturalizzazione se se ne hanno i requisiti. Chi è legalmente residente sul territorio della Repubblica maturati i termini
(circa 10 anni se non ci sono altri elementi: cittadinanza dell’UE abbrevia i termini, la persona apolide) può chiedere la
cittadinanza
Per matrimonio: in 2 anni si può chiedere la cittadinanza
Alla cittadinanza italiana si può anche rinunciare (non è detto che si possa fare con tutte le cittadinanze) e può in casi molto
gravi (aver combattuto una guerra con la potenza nemica-esercito occuppante- contro l’italia) essere persa o revocata dallo
Stato
Apolidi=chi non ha la cittadinanza
4/12
È la cittadinanza vista dal lato del diritto internazionale che deve essere reale ed effettiva,
da lato del diritto interno non ci sono problemi
Caso Nottebohm signore tedesco che vive in Guatemala durante gli anni della 2GM, il governo gli porta via tutto e lui
viene internato perché il Guatemala era entrato in guerra con la Germania nazista, lui aveva cittadinanza della potenza
nemica. Nottebohm dice di non centrare niente con la Germania. Dopo 2GM Liechtenstein prova ad esercitare la protezione
diplomatica nei confronti del Nottebohm
Il Lichenstein prova a far sue le pretese del Nottebohm e agire contro lo stato offensore.
La CIG prevede che dice che la cittadinanza del Lichenstein del signor Nottebohm, per il Diritto Internazionale è irrilevante
perché priva priva del legame genuino dell’effettività che il Diritto Internazionale richiede
Perché dice questo? Perché Nottebohm capendo che la Germania non era il place to be a fine anni 30’, quando se ne va in
Guatemala, aveva parenti in Liechtenstein e “si compra la cittadinanza” , prende passaporto sfruttando le leggi del
Liechestain che erano particolarmente aperte per la concessione della cittadinanza, si fa il passaporto del Liechenstein e
arriva in Guatemala dicendo di essere del Lichenstein.
Per il Diritto internazionale, quella cittadinanza non è fondata su alcun legame (cittadinanza = legame tra individuo e stato)
quindi NON è opponibile sul piano internazionale= la cittadinanza NON vale?
No perchè il Diritto internazionale non può dire come lo stato concede la cittadinanza, semplicemente significa che quella
cittadinanza NON può essere fatta valere nei confronto degli altri stati, gli altri stati possono non accettarla —> Se lo stato
decide di far entrare Nottebohm col passaporto del Liechenstein va benissimo, ma lo stato ha anche il diritto di non farlo
perchè la sua cittadinanza non è basata sul legame effettivo.
Per il Diritto del Lichenstein (diritto interno) quella cittadinanza è legale e perfettamente valida.
Si applica ancora oggi con le cittadinanze facili: isole caraibiche, isole del Pacifico, Cipro, Malta, Bulgaria che concedono
la cittadinanza sulla base di un investimento relativamente importante. Era un modo per entrare nel mercato unico. In caso
di controversia sarà da verificare se sono veramente cittadini (maltesi ecc)
Legame genuino con lo Stato.
A differenza della cittadinanza, per la nazionalità, NON c’è un unico criterio di collegamento tra
la persona giuridica e lo stato per determinare l’opponibilità internazionale.
- Aeromomobili il Diritto internazionale non prevede lo stato di immatricolazione (=bandiera per navi).
Aeromobili di uno stato non è permesso di entrare nello spazio aereo dell’altro, in questi accordi non si ha inserito
l’elemento del controllo effettivo. Per circolare gli aeromobili, in funzione della questione dello spazio aereo, hanno bisogno
del permesso degli altri stati. Negli accordi tra le libertà dell’aria (permettere o meno agli aeromobili di uno stato di
sorvolare/entrare nello spazio aereo su un altro) —> hanno inserito l’elemento del controllo effettivo = non sarà il Diritto
Internazionale generale a chiedere il controllo effettivo ma sarà l’accordo con cui l’Italia e la Francia permettono ai rispettivi
aerei di entrare nel rispettivo spazio aereo.
Io faccio entrare due aerei francesi a patto che tu controlli che gli standard vengano rispettati, che i loro diritti siano al pari di
quelli delle persone che vivono in Francia ecc.
- Satelliti—>devono essere registrati presso uno Stato od un’organizzazione internazionale (es. agenzia spaziale europea).
Ci serve sapere di che paese un satellite è per la responsabilità internazionale es—> se ha dei problemi e crolla causando
danni a qualcuno di chi è la responsabilità? La colpa?
Non c’è una richiesta di controllo effettivo, ma esso avviene di fatto = sono pochi i paesi che riescono a lanciare con
successo i satelliti= se qualcosa non va bene si riesce facilmente a risalire a chi ha lanciato il satellite, allo stato
responsabile
1) Applicazione del diritto di uno stato sul territorio di un altro Stato o negli spazi internazionali o addirittura del proprio diritto in
territtorio straniero = ruolo del diritto internazionale privato
Es. leggi francesi, Americane dicono che se una persona può o meno firmare un contratto lo decide il suo diritto, il
diritto della persona = andremo ad applicare il diritto italiano negli Usa, io italiano, sarà il mio diritto italiano a dire se sono
capace o meno di firmare un contratto, solo il diritto americano potrei non esserlo.
Es matrimonio = quando si chiede il nulla aosta a un consolato straniero, se quella persona può o non può non lo
determina l’Italia ma il diritto della persona che ce lo spiega con quel nulla aosta
2) Se i propri cittadini possono causare responsabilità internazionale = cioè lo stato può essere considerato responsabile a liv
internazionale per colpa dei propri cittadini
3) Possibilità dello statto di esercitare la protezione diplomatica a tutela della persona con propria cittadinanza a cui è stato
violato il proprio diritto da uno stato straniero (diverso dall’assistenza diplomatica)
La protezione diplomatica è un diritto dello Stato (e non del cittadino), si basa su una questione che deriva dal passato = dai
mercanti veneziani di Costantinopoli, se al mercante veniva portato via tutta la merce dalle autorità, l’offesa non era mossa
al mercante ma al paese da cui proveniva quindi a Venezia, l’offesa era come se fosse stata fatta allo Stato.
La protezione diplomatica non va confusa con l’assistenza diplomatica, perdo il passaporto = assistenza
In Italia la protezione diplomatica solleva il problema di responsabilità dell’altro stato perchè la vittima materiale del
supposto illecito è cittadino di quello stato.
= La protezione diplomatica non è un diritto della vittima ma è un diritto dello stato con tuto quello comporta incluso il fatto
che non venga esercitato. È lo stato che deciderà se agire o meno in protezione diplomatica.
Personalità passiva = È quando lo Stato invoca la propria jurisdiction su un fatto o una situazione quindi dice di avere
competenza su una situazione sulla base del fatto che la vittima dell’illecito è propria cittadina.
(Non è la protezione diplomatica).
Pers. passiva: vuol dire che lo stato italiano vuole processare davanti alle corti italiane una persona con cittadinanza
straniera per un atto illecito avvenuto all’estero la cui vittima è italiana. va contro territorial e personal jurisdiction.
Principio sparito con la decolonizzazione perché era molto popolare nell’ imperialismo (colonizzazione) trattati ineguali
con le potenze= prevedevano condizioni diverse. Trattato Italia-Thailandia= Poteva prevedere anche condizioni diverse
+incluse al fatto che avessero competenza su delle situazioni avvenute in quello più debole, protagoniste persone del
paese debole la cui vittima però era del paese forte a Bangkok, se un cittadino thailandese uccideva un cittadino italiano
passava davanti alle corti italiane = Quando dopo 2GM si cerca equilibrio questa jurisdiction sul principio di personalità
passiva sparisce.
Per quanto sontroversa, è ritornata in questioni molto gravi, in particolare per il terrorismo = mediante il riconoscimento in
trattati internazionali = gli stati di cittadinanza delle vittime del terrorismo quindi per atti compiuti all’estero da persone con
cittadinanza estera è di nuovo accettabie che possano invocare la propria competenza su quelle situazioni.
LA PROTECTIVE JURISDICTION
4° principio di jurisdiction
= la competenza dello stato per la protezione degli interessi vitali dello stato e della sicurezza nazionale, pretendendo
quindi di avere giurisdizione su persone straniere che in territorio straniero agiscono contro lo stato (devono mettere a
rischio la sua esistenza).
!l’interesse vitale dello stato non si può decidere in maniera arbitraria (Stato non può decidere in materia arbitraria)!
qualunque cosa può essere interesse vitale se mette a rischio l’esistenza dello stato.
Questo deriva dall’obbligo che gli stati hanno di vigilare sul proprio territorio a tutela degli altri stati esteri
Es. Italia deve vigilare che non ci sia una cellula di complottisti che si sta organizzando contro San Marino
-protezione dei propri interessi con misure interne ad efficacia extra territoriale, da non confondersi con la competenza
personale= l’oggetto sono i cittadini stranieri e si da consapevolmente luogo ad un conflitto tra J to prescribe e J. To enforce
—> se quelle persone non finiscono nelle mani dello stato non ci sarà mai un processo e quello che ne deriva
PPT: con
Su tali basi—>giurisdizione universale penale e civile: il giudice nazionale può conoscere controversie prove di
collegamento diretto con lo stato:
Lo stato ha competenza=nel senso che il giudice interno può lavorare su controversie che non hanno nessuno
collegamento con lo stato.
Prima abbiamo sempre trovato un collegamento (es territorio,cittadinanza di chi compie l’atto, cittadinanza della vittima, la
protezione dell’esistenza di uno stato) in questo caso non c’è nessun collegamento, o meglio il collegamento con lo Stato è
dato dal fatto che lo stato fa parte della comunità internazionale.
La corte penale internazionale prevede che gli Stati si adeguino tramite delle leggi interne—> i giudici (dei vari stati) devono
conoscere quelle situazioni che sono oggetto di crimini previsti dalla corte internazionale
Es i crimini di guerra in Ucraina commessi dai russi su persone ucraine in territorio ucraino, c’è l’interesse vitale dell’Italia
coinvolto? No i primi 4 criteri saltano, MA c’è l’interesse della comunità internazionale.
4 crimini: genocidio,crimini contro l’umanità, crimini di guerra poi viene aggiunto il crimine di aggressione; all’inizio era
previsto che ci sarebbe stato ma non c’era, ci hanno lavorato un’altra decina d’anni, la formulazione è stata fatta nel 2010 e
poi è entrata in vigore.
Ppt:
l’immunità dei diplomatici che rende intoccabile il corpo diplo in senso ampio dello stato è di origine consuetudinaria e
serviva a fare si che gli stati continuassero a parlarsi e fare il loro lavoro senza temere che succeddessero cose.
Sono stati quasi sempre stati rispettati nella storia = grande forza norme
Paesi più o meno neutrali durante la 2°GM che facevamo entrare ebrei nelle rappresentanze diplomatiche = anche in questi
casi l’immunità è stata rispettata
Sono rari i casi in cui l’immunità non è stata rispettata
L’immunità è stata codificata negli anni 60’ nella convenzione di Vienna sul regime delle comunità diplomatiche e delle
comunità consolari .
Vanno divise perchè sono 2 cose diverse: Le immunità riguardano esclusivamente l’agente accreditato ed esclusivamente
sul territorio dello stato dov’è accreditato = non c’è un obbligo/diritto di ricevere gli agenti stranieri, potrebbe non essere
accettato dallo stato territoriale (non c’è un automatismo di uno stato che invia un’ambasciatore e questo entra nel paese
senza problemi, può non essere accettato dallo stato) —> serve accreditamento= si presentano delle lettere al sovrano in
cui si dice che quella persona rappresenterà lo stato, non viene sempre accettato, bisogna mandare un’altra persona.
Il fatto che l’ambasciata italiana non sia molto disponibile nei confronti di me che ho perso il passaporto il consolato mi
deve assistere anche se per un attimo di follia lo ho buttato giù da un ponte. In Polonia abbiamo un’ambasciata.
abbiamo tanti consolati americani in italia
quanti consolati italiani troviamo negli USA? 4 o 5
perché succede questo ?
Consolato è per assistenza ai cittadini dello stato, assistenza diretta al pubblico.
Se perdiamo la carta di identità in Italia la pubblica amministrazione
Consolato = esternalizzazione della pubblica amministrazione
Ambasciata= ce n’è una ed è sempre nella capitale, rappresenta lo Stato e il governo
Ne deriva che l’immunità della missione diplomatica e il corpo abbiano un’immunità assoluta sia assoluta sia personale, pari
a quella del capo di stato,ministro degli esteri… immunità assoluta sia funzionale che personale= se il capo missione
commette un reato non può essere arrestato/indagato dalla polizia in presenza di un fatto poco piacevole. Però il
diplomatico può essere considerato come persona non grata e perdere l’accredito.
Es. Caso di Assancho, finché era nell’ambasciata Ecuador non si poteva entrare per prenderlo e nemmeno Assancho
poteva uscire dall’ambasciata
È più una cortesia il fatto che se perdo il passaporto a Praga qualcuno me lo rifaccia, il diritto int però in realtà prevede che
questa cosa sia fatta. Mentre è una neccessità che ci sia un’ambasciatore italiano che tenga i rapporti = c’è una neccessità
storica
È importante che io riceva assistenza
È importante che il console, persona che mi dà assistenza, sia immune (quindi possa fare il suo lavoro), ma che siano
coperti da immunità solo gli atti che compie in funzione del suo lavoro
Quello che avviene nella sede diplomatica non può essere toccato
Agente diplomatico accreditato
COMPETENZE CONCORRENTI
Ci sono casi in cui 2 Stati (o più) hanno competenza internazionale sulla base di titoli diversi= si creano conflitti di
competenza (non sempre risolvibili) che dovranno, quando possibile, essere bilanciati sulla base di alcuni individui. Un
problema di difficile risoluzione si pone con la pretesa di extraterritorialità delle norme di uno Stato, sulla base della
competenza personale o di protezione:
- Norme in materia di concorrenza
-norme in materia di misure restrittive ed embargo
Non sempre risolvibili, soprattutto quando le norme dello stato hanno pretesa di extra territorialità e gli altri stati la
percepiscono come un abuso—> Chi lo percepisce come abuso, a sua volta potrebbe emanare delle norme interne =
statuti di blocco
Es—> legge americana che con pretesa di extra territorialità impedisce ad un’azienda italiana di lavorare con l’Iran, pena il
non poter più commerciare con gli usa ma io sono una controllata dell’azienda statunitense quindi sono tenuto ad avere a
che fare con gli usa. Non posso più commerciare con l’Iran dove però avevo degli affari. L’UE o L’Italia fa una legge in cui
mi vieta di fare un report agli Usa= la legge italiana mi vieta di fare il report per gli Usa, quindi blocca l’extra territorilità della
legge americana.
Problema= gli Usa mi impongono un report ma la legge italiana me lo vieta perchè ritiene sia un abuso quello della legge
americana di imporre ad un’azienda italiana questo tipo di azione—> chi si trova nel mezzo è l’azienda, il soggetto
privato si trova coinvolto in questo fuoco incrociato di extra-territorialità abusiva.
Ideale = esercizio congiunto delle competenze, quindi che gli Stati cooperino. In alcuni settori si riesce a cooperare mentre
in altri è tutto più resistente
IL DOMINIO RISERVATO
Sono quelle materie che storicamente sono di esclusiva competenza statale, nella storia le fa lo stato.
Materie che non possono essere oggetto di norme internazionali= le fa lo stato ed è contingente al momento storico—> il
dominio riservato di 100 anni fa è diverso rispetto a quello attuale, è contingente al livello storico. Sul piano interno ci sono
dei paesi che hanno una concezione di dominio riservato molto forte= Cina.
Già la carta della SdN faceva riferimento a dominio riservato, che era determinato dal Diritto internazionale (NON dal
singolo stato) e che su richiesta dello Stato bloccava il funzionamento del consiglio.
La Carta ONU all'art. 2.7 espande l'idea di dominio riservato includendo le materie che rientrano «essenzialmente» nella
competenza interna di uno Stato MA non pregiudica l’applicazione delle misure del Capo 7
11/12
I BENEFICIARI DELL’IMMUNITA’
Le attività degli individui-organo dello Stato sono attività dello Stato e la Convenzione del 2004 attribuisce importanza allo
Stato-apparato.
Qualunque organo che sia abilitato e compia atti nell'esercizio sovrano dello Stato (Qualunque organo che sia abilitato gode
del principio dell’immunità).
Lo Stato può rinunciare all'immunità dalla giurisdizione di cognizione= prassi diffusa nelle relazioni commerciali
Capo di stato, capo di governo e ministro degli esteri godono della stessa immunità quando viaggiano dei diplomatici. È una
cosa abbastanza rara che si muovessero queste figure fino a fine 800’.
Queste persone godono si dell’immunità però nell’esercizio delle loro funzioni possono rendersi responsabili di violazioni
gravissime che si aggiungono a quella che è la responsabilità dello stato in sé questi atti non sono coperti dalle
immunità.
L’immunità si pone davanti alle giurisdizioni statali straniere ma questi atti gravissimi non sono coperti dall’immunità davanti
ai tribunali internazionali —> principio che si afferma con la corte penale internazionale perchè altrimenti viene meno il
motivo di essere della corte penale internazionale, se fossero coperti da immunità gli atti compiuti dal capo di stato non
avrebbe senso che la CPI non punisca (genocidio, crimini di guerra) solo perchè è un capo di stato. (Caso Pinochet)
L’immunità non riguarda l’attività dei tribunali internazionali quali la corte penale internazionale = passa questo principio per
cui lo status della persona oggetto dell’inchiesta non è rilevante ai fini della condanna. Non è un principio però
diversamente accettato es—>mandato arresto presidente russo, ci sono degli stati che non vogliono eseguirlo = si rifanno
alla vecchia posizione secondo cui il capo di stato non può essere arrestato
Caso ferrini, va avanti da 25 anni. Sono una serie di casi che iniziano davanti alle corte italiane, fanno causa alla Germania
perché ferrini era stato costretto ai lavori forzati dal governo tedesco dall’esercito (no da ss) atti dell’esercito rientrano tra
atti d’imperio quindi coperti da immunità.
Le corti italiane danno contro alla Germania, dicendo che sono atti che vanno contro lo ius cogens = gravi violazioni al
diritto internazionale.
La germania porta la questione davanti alla CIG (tra stati, ita vs ger).
La CIG dice che per valutare gli atti siamo in una fase successiva a quella dove sarebbe intervenuta l’immunità (l’immunità
interviene subito).
Corte costituzionale italiana dice che quelle violazioni sono contrarie ai principi fondamentali della nostra costituzione
italiana quindi la decisione della CIG è incostituzionale perchè va contro i principi fondamentali dell’ordinamento italiano.
Vengono applicati i contro limiti= clausola di salvaguardia che l’ordinamento italiano sì riserva di tenere nel caso in cui
riconosciamo come ordinamento la superiorità del Diritto Internazionale ma ci si riserva di non applicarlo quando va a
ledere i principi fondamentali della costituzione italiana= quando il Diritto Internazionale richieda che si “violino” dei principi
fondamentali della costituzione.
Nei tribunali italiani vince la famiglia Ferrini, si inizia a pignorare le ferrovie tedesche, la Germania riporta l’Italia alla CIG
perchè dice che non si è conformata al Diritto Internazionale (cosa che ha fatto coscientemente) lo dichiara incostituzionale
—> dal punto di vista del DI, non si può usare il diritto interno come scusa per violare il DI.
LE ALIENAZIONI DI SOVRANITA’
Lo stato può decidere di alienare parzialmente la propria sovranità= di cederla a qualcun altro
Sia sulla base di norme consuetudinarie es—>le navi sia private che da guerra per le quali immunità è assoluta o la
presenza (ammessa) di truppe straniere sul territorio
Sia sulla base di norme di diritto pattizio (trattati)—> immunità diplomatiche, i regimi delle capitolazioni con cui uno stato
cedeva sulla base di una diseguaglianza tra gli stati parte della propria sovranità
trattati a tutela delle minoranze= accordi tra stati con cui ci si impegna a non esercitare liberamente la sovranità su una
parte del territorio per beneficiare delle minoranze
Es—>Sarebbe sovranità dell’Italia obbligare all’uso della lingua italiana ovunque? Andrebbe contro gli accordi con i paesi di
frontiera, non si può imporre l’uso dell’italiano perché l’Italia aliena la propria sovranità
Es—>Onu potrà fare l’Onu solo se gli stati riconosceranno che l’Onu ha in determinate materie voce in capitolo come gli
stati, può concludere contratti, avere delle immunità ecc., onu può fare le stesse cose che fa lo stato a livello internazionale
(potrà avere immunità, invocare responsabilità internazionale come lo stato. L’onu potrà essere responsabile
internazionalmente quando invierà nel mondo esseri umani con il casco blu per mantenere la pace, sarà responsabile
l’organizzazione internazionale
Sul piano internazionale riconoscere la personalità giuridica alle OIG significa che lo Stato non ha più il monopolio della
soggettività:
Competenze di attribuzione: quali cose potrà fare l’organizzazione internazionale?
= diverse estensioni della ratio materiae, diverso ambito geografico (universale vs regionale)—>quali cose potrà fare. Sono
queste che ci daranno le caratteristiche e la natura (che nello stato chiamiamo jurisdiction) “Conferred powers”, poteri che
gli stati danno all’organizzazione internazionale
Lo stato fa a,b,c perchè gli stati gli danno la possibilità di fare a, b,c.
Questi a, b,c saranno diversi in base a: materie e stati che gliel’hanno data.
organizzazioni internazionali, regionali e universali= nell’UE a,b,c gliel’hanno data 27 paesi
riconoscimento giurisprudenziale = caso Bernadotte (regimi oggettivi), il problema era chi fosse la parte offesa in
seguito all’omicio del conte bernadotte che era un funzionario ONU dell’allora mandato della Palestina.
Diverso il discorso per il consiglio= tavolo di lavoro dentro l’Ue MA dei capi di stato dei paesi membri. (Molte cose
funzionano all’unanimità)
Gli agenti dell’org int sono agenti dell’org quindi quando si viene assegnata ad essa si risponde ad essa e si agisce
nell’interesse di essa, questo non esclude che ci siano organi che prevedono la partecipazione di funzionari dello stato.
Protezione dell’individuo:
le categorie dei singoli individui più vulnerabili e che ricevono protezione sono apolidi e rifugiati, due categorie che per
motivazioni diverse hanno problemi con la cittadinanza, gli apolidi hanno il problema di non avere cittadinanza mentre i
rifugiati hanno il problema che la cittadinanza non la possono usare perché sono vittime della persecuzione dallo stato che
dà loro la cittadinanza.
L’idea di rifugiato che conosciamo oggi nasce dopo 2GM (Ginevra) perchè bisogna trovare strumento di prevenzione per
chi è perseguitato dal proprio stato nel proprio stato.
Parallelamente, è stata protezione a gruppi di individui vulnerabili:
Le minoranze nazionali (prevedendo dei tribunali per far valere i propri diritti):
Le popolazioni sotto mandato SdN o amministrazione fiduciaria ONU;
I lavoratori
Se la persona è individualmente perseguitata per il proprio credo religioso, gruppo sociale, razza, quindi è soggetto di
discriminazione.
Rifugiato = persecuzione individuale
Apolide= non ha un legame con nessuno stato, si trova in ita senza avere documenti di nessuno stato
18/12
Dopo la 2GM: Il DI fa discendere dei diritti per alcune categorie di essere umani che vengono considerati come più
vulnerabili. Esseri umani oggetto di DI (volontà dello stato deve essere conforme a quello che dice il DI):
Gli apolidi > Se manca la cittadinanza dà problemi anche allo Stato non solo all’individuo. Se l’apolide ha
un problema non sa da chi andare, non avrebbe diritto ad essere assistito da nessuno sul piano internazionale perché
manca quel legame di cittadinanza (rif caso Nottemboh), qualunque consolato lui andasse a bussare gli direbbero che non
hanno nulla a che fare con lui. Apolide non ha una cittadinanza.
I rifugiati > problema: si parte dall’idea che la persona sia perseguitata o che ci sia un fonato timore di essere oggetto di
persecuzione è un rischio che è fondato su dei fatti. Essere perseguitato su base individuale per dei motivi precisi:
razza,religione, opinione, appartenenza ad un gruppo sociale. Nel 51’ non si poneva il problema di identità di genere, si
pone sullo stesso piano uomo e donna (fine 800’)> Idee concrete legate all’epoca. Introducendo il concetto di gruppo
sociale le corti riescono ad estendere la concezione di rifugiato al punto che oggi possiamo parlare di rifugiato climatico ma
certo il clima non basta come elemento di persecuzione. Il clima batte in maniera diversificata uomini e donne. Rifugiato ha
una cittadinanza che non può usare perché lo stato che glie la ha data lo perseguita. Al rifugiato, ai sensi della convezione
di Ginevra, gli viene sostituito il passaporto nazionale con quello delle nazioni unite, in questo modo può andare ovunque
tranne che nel suo paese. Il rifugiato ha una cittadinanza (non la può imporre) ma gli viene tolto il suo passaporto e
scambiato con un documento con il quale non può andare nel suo paese d’origine perché il suo problema è la cittadinanza
nei confronti del suo paese di cittadinanza.
IL SISTEMA ONU
Istituita con l’ONU dagli anni 60’ in poi, con la nascita dell’onu viene proclamata la dichiarazione universale dei diritti
dell’ONU che rimane però NON vincolante, è una dichiarazione che avviene nel 1948. Molti dei diritti enunciati nella
dichiarazione da un lato vengono resi vincolanti con due patti:
1. Diritti civili e politici
2. diritti economici, sociali e culturali
= norme di hard law (?) e in parte divengono norme di diritto consuetudinario, rafforzano la dichiarazione. Formalmente
rimane un atto di soft law.
Nel diritto internazionale contemporaneo con patto intendiamo un trattato che ha come oggetto i diritti umani.
Il patto ONU sui diritti civili e politici da un lato, sui diritti economici-sociali-culturali dall’altro, istituiscono dei comitati.
L’esperienza dei comitati viene ripresa dagli altri grandi patti onu in materia dei diritti umani:
sulla discriminazione razziale e nei confronti delle donne e contro la tortura. Siamo negli anni 60’ e questo processo di
codificazione dei diritti umani va avanti fino agni 80’ con l’istituzione dei comitati = hanno una funzione di controllo, chiedono
rapporto agli stati, accettano ricorsi individuali, ma le decisioni sui ricorsi individuali non vincolano lo stato > sono delle
raccomandazioni che vengono fatte allo Stato ma è un passo avanti che permette all’individuo di rivolgersi direttamente ad
un organo internazionale per far valutare la propria situazione. (Fare il nome dello stato che aveva violato = ruolo delle
ong)
inanzitutto un ruolo è rivestito dall’Assemblea Generale (tramite lo Human Rights Council, organo sussidiario
dell’Assemblea Generale) dall’ECOSOC e dal Consiglio di Sicurezza
Inoltre, nel corso degli anni l’ONU ha istituito un buon numero di organi di controllo sulla base delle Convenzioni stipulate in
seno all’Organizzazione stessa.
Comitato deei diritti umani isitituito dal Patto ONU sui diritti civili e politici
Comitato dei diritti umani istituito dal Patto ONU sui diritti economici, sociali e culturali
Comitato sull’eliminazione della discriminazione razziale
Comitato sull’eliminazione della discriminazione nei confronti delle donne
Comitato contro la tortura
I SISTEMI REGIONALI:
prendono come minimo comune denominatore il pacchetto diritti umani ONU che fanno da standard inderogabile però
declinano …(problema dell’universalità vs relatività in materia diritti umani). Lo standard universale ci viene dalle nazioni
unite che viene poi declinato nei vari contesti regionali con meccanimsi di tutela più efficaci
A livello regionale si svilluppano dei meccanismi che permettono l’accesso diretto dell’individuo e prevedono che ci sia una
sentenza alla fine della procedura. Sentenza = decisione vincolante della parte soccombente, quindi per lo stato in caso di
violazione. Se la violazione viene accettata lo stato è tenuto a porre rimedio, è il caso della corte EDU. CEDU
convenzione europea dei diritti umani. L’ue ha svilluppato di diritti fondamentali che aggiungono tutele a quelli che sono i
paletti edu.
= CDFUE = carta dei diritti fondamentali dell’ue che viene elaborata inizialmente su base giurisprudenziale dalla corte di
giustizia basandosi sulla CEDU e sul fatto che tutti gli stati membri ne sono parte = è un’applicazione dei principi generali
di diritto. L’ue inizialmente non doveva occupparsi dei diritti umani ma viene pensata per occupparsi di economia poi però
si capisce che si deve rapportare anche ai diritti umani perché se uno va a lavorare in un altro paese Che diritti ha il
lavoratore ? ha il diritto all’assistenza sanitaria? Quindi si passa dall’ambito strettamente economico ad ampliare la
costruzione.
La CEDU è uno strumento concluso in seno al consiglio d’europa.
Tutti gli stati europei meno 2 (Bielorussia e Russia che ne è uscita) sono membri della CEDU, quando la corte di giustizia
delle comunità europee si trova ad affrontare delle questioni legate ai diritti umani ma per questioni che rientrevano nella
sua competenza, es il lavoratore che riteneva di avere diritto all’assistenza sanitaria in un paese o un lav che riteneva che i
suoi figli potessero frequentare la scuola nelle stesse condizioni dei figli delle persone con cittadinanza di quel paese lì, la
corte di giustizia dell’ue doveva pescare i principi dei diritti umani e li va a pescare nelle tradizioni costituzionali degli stati
membri che hanno in comune il fatto che fanno parte della CEDU i principi vengono ripresi e ritrasposti.
Sistema della corte interamericana dei diritti umani creato nelle Americhe con sede in Costa Rica, la corte EDU e la corte
interamericana sono quelle che hanno più tradizione alle spalle, e quindi sono quelle a cui si guardano le altre corti
Sistema della carta araba dei diritti umani è in divenire, sono stati conclusi i trattati sono in arrivo le ratifiche ma ancora non
abbiamo giurisprudenza
Fenomeno della cross fertilization, fenomeno per cui varie corti dei diritti umani guardano l’esperienza delle altre. Quindi se
un problema si pone per la prima volta in eu ma è già stato affrontato dalla corte interamericana si potrà guardare verso di
là per trasporlo.
slide: il sistema globale di tutela fornito dalle Nazioni Unite offre un quadro generale della tutela dei diritti umani su scala
planetaria e pone degli standard minimi ai quali gli Stati si conformano livello regionale + efficace
A questo proposito possiamo identificare i seguenti sistemi regioni di tutela dei diritti umani:
Il sistema della CEDU e la CDFUE
Il sistema interamericano della Convenzione Americana dei Diritti Umani
Il sistema africano della Carta Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli
Il sistema basato sulla Carta Araba dei Diritti Umani
LE IMPRESE TRASNAZIONALI
= Soggetto privato con funzione di fare affari
Problema della responsabilità e di quali regole queste aziende sono tenute a rispettare
Per lo più la regolamentazione delle attività delle multinazionali è lasciata a strumenti di soft-law che saranno
particolarmente rispettati dalle imprese trasnazionali per un motivo preciso lo strumento di soft-law viene rispettato nel
momento in cui se non lo rispetto smetto di vendere, calano le vendite
Es. caso scandalo Nike la gente aveva smesso di comprare le magliette. La Nike ha iniziato a rispettare i diritti umani e
ha fatto un enorme campagna per promuoverli nelle loro fabbriche in Asia e contagiare le altre aziende. Non abbiamo
regole di hard law, le pratiche della Nike avevano disgustato l’occidente ma erano perfettamente legali nel contesto in cui
erano avvenute perché ci sono paesi che permettono il lavoro a ragazzi di 12 anni in fabbrica.
La gente smette di comprare e si iniziano a vedere i bollini dei prodotti ecosostenibili, marchi di qualità che garantiscono
che i lavoratori vengono trattati in un certo modo secondo delle linee guida e dei codici di condotta non secondo la legge.
C’è qualche strumento vincolante ma avviene tutto per lo più tramite strumenti di soft-law.
Dal punto di vista della prassi le imprese transnazionali non sono solo oggetto di regole ma hanno anche una capacità di
agire, una limitata personalità giuridica internazionale al punto che in alcuni casi hanno creato le regole e non solo
rispettate.
Le imprese transnazionali hanno acquistato una certa personalità giuridica limitata al mondo degli affari, hanno meno tutele
dell’individuo, ma quando c’è l’azienda di mezzo ci sono i soldi e hanno il potere contrattuale, l’azienda non ha una corte
internazionale cui rivolgersi in caso di violazione dei propri diritti (se non in limitati casi: ue) ma ha il potere contrattuale di
obbligare lo stato prima di entrare in relazione a opporsi su una base paritaria, per esempio ad accettare che le
controversie tra le parti si risolvano davanti ad un arbitro e con la rinuncia dell’immunità statale.
Es. Se l’azienda va a fare un’intervento in Cina , se c’è una controversia si va dall’arbitrato = arbitro a singapore o londra
che decide la controversia tra privato e pubblico e che il pubblico rinunci all’immunità. Se poi il pubblico si rimangia la parola
ma ho la decisione dell’arbitro chiederò che venga eseguita negli US e in qualunque altro paese del mondo, è molto difficile
rimangiarsi la parola.
Lo stato ha sempre guadagno quando qualcuno crea ricchezza con soldi che non appartengono allo stato
Slide: le imprese trasnazionali hanno un’importanza sempre maggiore senza una disciplina a livello internazionale le
normative nazionali rischiano di avere scarsa efficacia.
- Le imprese sono oggetto di diritto internazionale: scarsi strumenti internazionali vincolanti di regolazione (accordi,
attribuzione di potere alle OIG), mentre ci sono strumenti di soft-law. A livello regionale esistono accordi che danno
personalità giuridica internazionale regionale (multinazionali andine, SE)
- Le imprese come soggetto di diritto internazionale: la prassi dimostra che de facto le imprese transnazionali hanno
acquisito una limitata personalità giuridica transnazionale. Meno tutela dell’individuo (ma maggiore su base contrattuale)
LE ONG
= org internazionali non governative.
Sono enti a soggettività internazionale limitata e funzionale, anche se la dottrina non riconosce detta soggettività.
Viene loro riconosciuta soggettività dalle organizzazioni internazionali, in seno alle OIG (intergovernative) le ong hanno un
ruolo definito anche nelle carti costitutive.
Le OIG riconoscono un ruolo alle ong, gli stati possono anche fare finta che non esistano ma poi esistono all’interno delle
organizzazioni internazionali
Le ong hanno:
Sempre personalità giuridica di diritto interno la ong sarà una forma associativa secondo il diritto del paese dove sono
costituite.
Hanno una limitata personalità internazionale senza che gli venga riconosciuta formalmente con l’eccezione del comitato
centrale della croce rossa, formalmente riconosciuto dagli stati.
Personalità funzionale internazionale le ong svolgono le proprie funzioni senza un riconoscimento formale
Spesso un ruolo consultivo riconosciuto dalle OIG
Un ruolo sempre maggiore nell’elaborazione di norme può essere sia un ruolo consultivo in norme di hard law che
possono creare da sole delle norme che poi verranno seguite in virtù (non della loro forza vincolante per lo stato) del fatto
che sono funzionali a quel settore.
Es. diritto dell’economia, ong potrebbero essere non vincolanti a livello dello stato ma a livello di associati a quella ong,
anche la camera di commercio internazionale è una ong.
ONG = associazioni di categoria che raccolgono vari gruppi di interesse, potranno predisporre loro stesse delle norme che
poi devono essere seguite dai consociati oppure saranno linee guida basate sull’esperienza di quel gruppo sociale e quindi
verranno seguite spontaneamente perché funzionali a quel settore di attività.
LA RESPONSABILITA’ INTERNAZIONALE:
dobbiamo mettere insieme i soggetti con le norme per capire cosa succede quando c’è una violazione
I soggetti di DI sono chiamati al rispetto delle norme (che sono meno precise di quelle interne), ma manca un meccanismo
generale di accertamento (non c‘è la procura, questura dove si vanno a denunciare i torti che poi vanno ad innescare i
meccanismi di accertamento) autoaccertamento
In caso di violazione accertata, la sanzione è poco organizzata mancano strumenti di esecuzione coattiva,, mettiamo che
riusciamo anche a farla accertare ma non c’è la polizia = non si può andare a prendere uno Stato.
Il verificarsi di un illecito internazionale porta ad una situazione giuridica chiamata responsabilità internazionale
somma di due norme
1. norma primaria (quella violata) = entrare con i carri armati nei territori di uno stato = violazione della norma primaria:
divieto dell’uso della forza
++++++++++++
2. norma secondaria (quella che prevede e regola le conseguenze della violazione)
Le norme sulla responsabilità internazionale (degli Stati) sono trattate negli articoli CDI =articoli sulla resp int degli stati della
commissione del diritto int
Si tratta di lex generalis se un Trattato prevede delle norme specifiche in materia di responsabilità queste si applicano in
qualità di lex specialis.
I due stati possono accordarsi con più stati in caso di un trattato multilaterale su un regime della responsabilità
internazionale diverso da quello previsto dalle regole generali, nell’attribuzione in un determinato trattato si potrebbe vedere
che certi organi non prevedano l’attribuzione
Un soggetto privato che commette un omicidio è un problema di diritto penale dello stato in cui viene commesso o di dove
lo trovano o di diritto penale degli stati, ma non c’è lo step di responsabilità internazionale sulla questione.
Quando è che si può parlare di responsabilità internazionale del privato? quando il sogg privato ha personalità
internazionale e quindi magari è un capo di stato coinvolto in un conflitto armato per esempio = diritto int umanitario ecc.
L’agire contrariamente ad una norma sia convinzione neccessaria ma non sufficiente, ci sono dei casi (previsti dal diritto
interno e DI) in cui violare una norma non comporta una responsabilità internazionale perché in questa determinata
situazione intervengono le clausole di esclusione, valide anche in diritto interno.
Es. se una persona mi punta una pistola alla testa e io reagisco però l’altra persona muore, tecnicamente vale la legittima
difesa. = categoria che esiste a tutti i livelli del diritto tant’è che la maggior parte della clausole di esclusione sono comuni
all’ordinamento interno.
Forza maggiore = eventi incontrollabili fuori dalla volontà delle parti che rendono impossibile rispettare l’obbligo,non sono
responsabile se non sono in grado di controllare la situazione.
Incezione di inadempimento = sospendere i propri obblighi in risposta ad un’inadempienza della controparte > io non
rispetto più le norme di un trattato perché la mia controparte ha chiesto di rispettare (?), non vale per i diritti umani, se la
controparte non rispetta non posso iniziare a torturare le persone di un paese.
Il mutamento fondamentale delle circostanze (CDV), le circostanze sulle quali ho fondato il mio consenso sono
profondamente cambiate
Lo stato di neccessità : il violare la norma è l’unica possibilità che ho per sopravvivere. Tant’è che una sottospecie dello
stato di neccessità è l’estremo pericolo in cui un individuo/organo viola il DI per salvare delle vite. Es un capitano di una
nave che entra in porto senza autorizzazione perché scappa da un tornado e se rimane in mare la nave affonda. Potrei
anche non violare il DI ma se non lo faccio corro un pericolo maggiore e dev’essere l’unica soluzione.
Responsabilità da fatto lecito: lo Stato NON ha nessun interesse o volontà di violare il DI ma succede qualcosa che lo
rende comunque responsabile > stati che fanno attività lecite che sono però per loro natura attività ultra-pericolose = se
mi esplode una centrale io non ho violato una norma, senza che io ci metta le mani. Io non violo una norma se un mio
satellite perde la rotta e cade sul territorio di un altro stato però sono attività che causano danni importanti come
conseguenza. In questo caso io sarò ritenuto responsabile del pregiudizio causato ma non della condotta in sé. Quando
lo stato intraprende questo tipo di attività sa che dovrà compensare eventuali danni causati e via dicendo.
22/12
LE CAUSE DI ESCLUSIONE DELL’ILLECEITA’ INTERNAZIONALE
Pseudo-eccezione della sovranità:
La prima viene avanzata dagli Stati = imporre la sovranità dello stato con esclusione della sovranità statale: siccome lo
stato agisce nei suoi poteri sovrani allora non sarebbe responsabile di eventuali illeciti non è un eccezione nella pratica
non viene riconosciuta quando si arriva alla controversia. È una percezione 800ntesca dei rapporti tra gli stati per cui quello
che avviene dentro i confini dello Stato è un problema dello Stato.
È come se la responsabilità scattasse solo se io facessi un’offesa nei confronti di un altro stato ma finché sono all’interno
del mio ordinamento posso fare quello che mi pare.
I paesi che provano ad usare questa eccezione di sovranità come scusa per non rispettare il DI sono i paesi che di solito
hanno una forte concezione di dominio riservato
Problema logico = il DI si pone sopra agli ordinamenti nazionali.
Problema di dualismo perché sono due ordinamenti diversi (uno sopra e i vari ordinamenti statali sotto), ma rimane il fatto
che l’ordinamento statale è chiamato dal DI a conformarsi a questo
Se agire in maniera sovrana (=fare qlcs che mi è concesso dall’ordinamento che sta sotto) potesse permettere la violazione
dell’ordinamento che sta sopra = tutto il sistema dei trattati e le consuetudini non esisterebbero più, onu non avrebbe più
motivo di esistere.
L’altra causa di esclusione della responsabilità internazionale è il caso in cui l’ordinamento presenta delle lacune,
l’ordinamento interno è perfetto e completo quindi il giudice interno può in nessun caso può rifiutare la decisione, deve
trovare gli strumenti che gli permettono di decidere.
Se portiamo una causa in tribunale a Ve e ci sono le basi per portarla avanti si arriva ad una decisione, non significa che
abbiamo ragione noi, potrebbe avere ragione l’altra parte ma bisogna ad arrivare ad una decisone. Invence in DI può
capitare il fatto che non si arrivi a nessuna decisione perché l’ordinamento non ha gli strumenti per accertare il fatto =
questione non liquet (strumento equità ecc) = è un caso abbastanza raro.
1996-97 diritto delle armi atomiche: La corte non si può esprimere sull’utilizzo delle armi atomiche, non dice che è lecito o
illecito l’utilizzo, la CIG non può esprimersi = non sarebbe vietato usare le armi atomiche = in realtà la cig non può dire se
sia vietato o se si possano usare
Tecnicamente non sarebbe vietato usare l’arma atomica in auto-difesa. Non si trova disposizione nel DI che
ne vieta in assoluto l’utilizzo minaccia che fa spesso il governo della federazione Russa = noi useremo l’arma atomica
solo per difendere l’integrità del paese = quindi in auto-difesa.
Slide: come nell’ordinamento interno anche in quello internazionale ci sono delle situazioni che rendono le conseguenze di
un illecito meno gravi o che sono tali da rendere un dato comportamento non illecito.
Alcune di queste cause sono comuni tra l’ordinamento interno e quello internazionale: forza maggiore,eccezione di
inadempimento, mutamento fondamentale delle circostanze, stato di neccessità, consenso dello Stato, legittima difesa,
rappresaglia.
Altre invece sono caratteristiche dell’ordinamento internazionale: la (pseudo) eccezione di sovranità, lacune
dell’ordinamento
Violazione dell’atto, abbiamo individuato che il soggetto è lo stato Scatta la responsabilità internazionale che ci dà un
pregiudizio
PREGIUDIZIO
Il comportamento dello stato (soggetto) è oggettivo, non c’è il concetto colpevolezza/dolo si parla di stato responsabile. La
violazione della norma è indipendente da quello che voleva fare lo stato. Lo stato potrebbe violare una norma anche se non
voleva farlo/per sbaglio, anche se non sapeva che doveva comportarsi in un altro modo. Non è rilevante che ci sia un
danno inteso come un danno materiale (rif caso Eichmann) ed eventuali danni morali.
In DI il danno è rilevante, si è responsabili anche in casi a danno 0 caso Eichmann, con il suo rapimento, non abbiamo
nessun danno tecnicamente, eppure non si discute il fatto che ci sia una violazione della sovranità dell’Argentina che
costituisce un illecito internazionale da parte di un soggetto internazionale (=lo stato di Israele) e quindi c’è la responsabilità
di quest’ultimo per un atto internazionalmente illecito.
Questo pregiudizio o l’equivalente degli effetti dell’illecito deve avere 4 caratteristiche per essere considerato tale:
1- La violazione sia derivante da un obbligo = violazione di un diritto, non basta che ci sia la violazione di un interesse di un
altro stato (=non siamo davanti ad un obbligo)
2- La vittima della violazione dev’essere un soggetto di DI =problema perché gli stati sono sempre soggetto di DI, quando
parliamo di soggeti con soggettività o responsabilità limitata = è più complicato.
Quindi deve essere tra due sogg di DI. Non c’era la figura dell’istituto dell’azione popolare, nel DI classico se due stati non
coinvolti rilevano delle violazioni interne con lo stato quelle violazioni non sono subite da un soggetto di DI e quindi il fatto
che siano altri a sollevare questa questione per il DI è irrilevante, non c’è il pubblico ministero che rappresenta gli interessi
della collettività. Questo è cambiato perché in caso di violazione dello ius cogens o in caso di violazioni subite non da un
soggetto di diritto internazionale =quando c’è lo ius cogens di mezzo è tutta la comunità internazionale che ha il diritto di far
valere la responsabilità. È come se gli interessi coinvolti sono talmente alti che toccano tutti i soggetti del DI, non solo quelli
che sono coinvolti direttamente. Es. il fatto che ci siano delle violazioni dello ius cogens in Birmania toccano anche l’Italia
perché sono dei valori che uniscono tutta la comunità internazionale.
3- Il pregiudizio dev’essere diretto, ci dev’essere un rapporto causa-effetto tra l’illecito e il risultato. Gli effetti collaterali del
comportamento non sono rilevanti per il DI, questo non esclude tutti gli effetti collaterali però diciamo che più ci si allontana
dall’evento più diventa difficile creare il rapporto di causa-effetto. Quindi dev’esserci uno stretto rapporto di causa- effetto tra
il comportamento e il pregiudizio. Se ci sono elementi collaterali strettamente collegabili, questi potrebbero anche essere
considerati. Es. il fatto che tra 5 anni non si possa fare una determinata cosa perché la situazione è stata resa più
complicata da quell’illecito diventa difficile far valere la responsabilità di quello stato
4- Può essere un pregiudizio sia materiale o di tipo morale, la cosa più comune è che le due cose siano unite. Il pregiudizio
morale c’è praticamente sempre, non è richiesto che ci sia
Ha la caratteristica di non presentare un danno materiale. Può essere un pregiudizio esclusivamente morale. Lo stato cui è
violata la sovranità quanto meno è offeso. Non è richiesto che ci sia danno morale.
Slide: il comportamento antigiuridico del soggetto è indipendente dall’aspetto psicologico, così come il danno non rileva ai
fini dell’attribuzione della responsabilità internazionale di uno Stato o di una OIG si parl adi pregiudizio.
In un sistema in cui vige l’uguaglianza e la sovranità (stati tutti sovrani e tutti uguali), la responsabilità internazionale non
può operare in automatico, serve che se siamo tra pari, l’altro pari vittima faccia valere la responsabilità internazionale e lo
dica che è stato offeso dal paesequesto non crea nessun problema quando restiamo nel classico cioè quando la vittima è
uno stato o un’organizzazione internazionale.
Più complicato è quando la vittima di violazione è un privato (diritti umani, dell’economia).
Come far valere la responsabilità internazionale di uno Stato che ha violato il diritto internazionale non nei confronti di un
altro stato ma nei confronti di un privato. Il privato è o non è soggetto di responsabilità internazionale? Dipende dai contesti.
In alcuni contesti in cui lo è potrebbe avere capacità diretta di agire = diritto di azione diretta che è la soluzione
contemporanea. La soluzione classica ancora oggi molto praticata è quella della protezione diplomatica diversa
dall’assistenza diplomatica.
PROTEZIONE DIPLOMATICA
Slide:
la protezione diplomatica serviva per portare a livello interstatale la controversia, altrimenti non affrontabile. Per poter agire
in protezione diplomatica ocorre che l’individuo:
Abbia la cittadinanza (o la nazionalità) dello Stato protettore;
Deve avere:
le mani pulite
esperito i ricorsi interni
lo stato che si fa carico dell’offesa fatta al proprio cittadino e solleva la questione nei confronti dell’altro stato quindi la
controversia viene portata a livello interstatale.
Es. i mercanti veneziani a Costantinopoli – Alessandria D’Egitto intervengono i soldati della dognana locale e sequestrano
senza spiegazione tutta la merce e la nave dei mercanti, la vittima di quest’offesa erano i mercanti ma in realtà è come se i
mercanti fossero una proprietà della Repubblica Veneta quindi era Venezia a venire dal comportamento dei soldati di
Alessandria d’Egitto. Ne deriva che la protezione diplomatica non è un diritto della vittima (cittadino protetto) ma è un diritto
dello Stato. Se uno stato mi fa un torto e chiedo la protezione diplomatica dell’italia il diritto di esercitarla è lo stato italiano
e non è della persona. MIN 25.15
Ministro degli esteri Calvo chiede che gli stranieri che investono nel paese rinuncino alla protezione diplomatica, è una
clausola con cui faccio uno State-contract con cui io privato mi impegno nei confronti dello stato a costruire (es ferrovia) e in
cao di controversia non farò attuare la protezione diplomatica. = è un diritto dello stato intervenire. Il diritto di esercitare la
protezione diplomatica è un diritto dello Stato e se lo stato decide di agire io privato non ci posso fare niente.
Oggi la rinuncia della protezione diplomatica è rientrata nell’accordo tra stati in cambio però della rinuncia
Io stato non ci entrerò però tu stato altro ti impegni ad andare davanti ad un giudice terzo che deciderà chi ha ragione tra i
due
Slide:
fenomeno limitato ma crescente è quello dell’accento diretto del privato alla giustizia internazionale:
- Corte EDU
- Convenzione ICSID
- Corte UE
- Arbitrato Internazionale delle multinazionali
EDU, ICSID
Corte UE: il privato può sempre in maniera indiretta… sollevando la questione di diritto UE rilevante di processo al giudice
Arbitrato Internazionale delle multinazionali
Corte di giustizia dell’UE che permette l’azione diretta del privato
Arbitrato internazionale delle multinazionali
LE CONSEGUENZE DELL’ILLECITO:
quando la resposabilità/illecito internazionale viene accertata, essa comporta due obblighi
- Obbligo di cessazione e non ripetizione dell’illecito = non farlo più, smettere di comportarsi in maniera illegittima
- Obbligo di riparazione> chi viene ritenuto responsabile dovrà eliminare il danno creato dal pregiudizio.
Nella teoria classica ci sono 3 forme di riparazione:
1. La restituzione in integro: ripristinare la situazione così com’è quando possibile. Molto spesso la restituzione non è
possibile o non lo è in parte.
2. Proprio per questo il DI preve anche un obbligo di risarcimento monetario dobbiamo tornare alla questione del
pregiudizio diretto, perché se il pregiudizio che vale è quello diretto allora anche il danno …
1GM per la prima volta si usano i sommergibili e si fa saltare una nave mercantile che si pensava nemica : va
compensato quel danno (= costo della nave e la merce contenuta se è andata perduta + quello che io avrei guadagnato
dalla vendita di quella merce ? = problema. Se non c’è un diretto nesso di causa-effetto tra perdita merce e mancato
incasso = diventa +complicato = è il riflettersi del rapporto causa-effetto del pregiudizio
3. Soddisfazione: riparazione del danno morale. Atto chiesto può essere scuse formali o riconoscimento della situazione, es
la turchia continua a non chiamare “genocidio” quello degli Armeni
Dove vanno i soldi è una decisione dello stato, è lo stato che riceve l’indenizzo ed è lo stato che fa quello che vuole con
esso, non c’è nessun obbligo dello stato di distribuire l’indenizzo alle vittime.
Le corti degli stati che impongono al governo centrale di distribuire e creare dei fondi dove le vittime possono
La ripartizione dell’indenizzo viene decisa tradizionalmente dallo stato che lo riceve anche se vi è un’evoluzione in tal senso
FORZA ARMATA
Pienamente proibita nell’uso vede 2 eccezioni, la legittima difesa e l’eventuale decisione del consiglio di sicurezza sulla
base del Capo VII della Carta ONU
Slide:
il divieto dell’uso della forza armata come mezzo di risoluzione delle controversie si è pienamente affermato ma ci sono 2
eccezioni:
1. Legittima difesa;
2. La decisione del CdS in base alla disposizioni del Capo VII della Carta ONU
LA LEGITTIMA DIFESA INTERNAZIONALE
Slide:
l’origine della norma internazionale è consuetudinaria la neccessità dev’essere “instant, overwhelming, leaving no choice
of means, and no moment of deliberation”.
Art. 51 Carta ONU la legittima difesa come autotutela individuale o colletiva in caso di attacco armato e fintanto che il
CdS non ha preso misure in merito (obbligo di portare a conoscenza del CdS la legittima difesa).
Le dichiarazioni di guerra non sono più usate ma si adduce una qualche forma di legittima difesa.
PROBLEMI CONTEMPORANEI
La guerra non la fanno più solo gli stati = abbiamo organizzazioni internazionali con capacità belliche proprie degli stati
mescolate a capacità non tradizionali