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Diritto Internazionale
Che cos’è il diritto internazionale?
In senso (molto) ampio sono le regole della “vita internazionale”:
 Rapporti tra stati (in senso classico pace e guerra. La guerra va a rompere l’iniziale stato di pace)
 Diritti umani (diritto alla privacy per esempio)
 Diritto dell’Ambiente e la sua tutela (di chi è la colpa dell’inquinamento durante l’industrializzazione ?  della
responsabilità internazionale)

Ma anche
 Trasporti (aerei, navi)
 Commercio internazionale (il fatto che noi italiani usiamo computer non italiani, costruiti e importati dall’estero accade
proprio sulla base del diritto internazionale)
o Es. contratti tra privati > es. quello telefonico
 Il fatto che stiamo usando internet collegandoci a siti che stanno al di fuori dell’italia è una questione che si rifà sempre al
diritto internazionale = concetto spazio

Possiamo riassumere il diritto internazionale con “Ubi societas, ibi jus” dove c’è una società Internazionale (=
organizzazione sociale) c’è il diritto internazionale:
- un pacchetto di regole. Quindi il diritto internazionale sono le regole della società internazionale che è fatta non solo da stati
ma anche da tanti attori.
- insieme di regole di diritto che formano un insieme unitario ed ordinato e che sono prodotte in conformità a determinate
fonti di produzione esterne a ciascun stato. Il diritto dell’ordinamento giuridico internazionale è un diritto a carattere non
nazionale ed è il più potente sistema di regolazione globale

Pluralismo delle societas


 Ogni norma ha un elemeno oggettivo (il fatto che viene valutato) e un elemento soggettivo (=come lo si valuta, giusto o
sbagliato).
 Il diritto internazionale, trovandosi all’interno della società internazionale che è una struttura complessa
a) da un lato ordina e determina il comportamento dei soggetti (funzione prescrittiva = dice le regole secondo cui gli stati si
devono rapportare) in quanto membri di una società
b) dall’altro il diritto è il prodotto storico del comportamento dei soggetti/ di quella stessa società e dei rapporti esistenti fra
i membri della stessa. Quindi queste regole vengono seguite ma sono anche create dal comportamento degli stati  se
vengono create in questo modo le regole, è proprio perché gli stati si comportano in quella maniera.

è la società internazionale ad avere il diritto internazionale➔Società internazionale: insieme di soggetti che intrattiene
relazioni internazionali

 La comunità Internazionale è fatta da Stati ed ogni Stato, al suo interno ha un proprio ordinamento giuridico, ogni stato ha
un proprio set di regole che è diverso da quello degli altri stati  le norme giuridiche di uno Stato differiscono da quello di
un altro. Non c’è nessun motivo per cui uno stato decide le regole di un altro stato.
 All’interno di uno stato vi sono più ordinamenti non statali che pongono regole solo per determinati gruppi di esseri umani
(es. chiesa cattolica: chi la segue rispetta le sue regole) tutte le regole di questi ordinamenti non statali devono essere
conformi alle regole e ai limiti che impone lo Stato in virtù del principio di sovranità = capacità di uno stato di fare delle
regole e di appliccarle sul territtorio, per questo tutte le regole si basano sulla sovranità per cui non ci possono essere delle
leggi che vadano contro la sovranità dello stato. Caso UE = le leggi che vengono fatte devono essere conformi alla
sovranità di tutti i paesi

Tutto quello che vedremo si basa sul principio volontaristico  gli stati accettano le regole, se non l’accetta allora quella
regola non vale per lo stato.

Il diritto internazionale ci dà il limite entro cui gli stati possono esercitare la sovranità. Questo principio
non è qualcosa di nuovo poiché c’è sempre stata quest’idea che ci sia un limite, la percezione che ci fosse qualcosa al di
sopra degli stati. (Il diritto internazionale coincide in qualche modo con i limiti dell’umanità)  riferimento al fatto che il
sovrano assoluto doveva obbedire a Dio = entità sopra gli stati (prima ancora del diritto internazionale, c’è sempre stata la
neccessità tra le comunità umane di rapportarsi con gli altri gruppi secondo delle regole > es trattati di pace).

NORMA SOCIALE: COMPOSIZIONE


- L’oggetto cioè il fatto che la norma valuta
- La valutazione ossia “la qualifica che la norma annette all’azione contemplata e che importa per determinati soggetti a cui
si indirizza, certi effetti sociali”
Curiosità: Parlare di diritto sovranazionale in Italia vorrebbe dire che l’Italia stessa, Gli Stati Uniti, Il Marocco o il Brasile,
fossero agli ordini di un potere superiore da cui dipendesse la loro sovranità e l’ordinamento giuridico proprio➔tutto questo
nella realtà non è così poiché non esiste una società umana universale retta da un diritto amministrativo globale o da un
diritto sovranazionale/ universale/ globale.

Cosa esiste quindi? È un dato di fatto che la pluralità di enti esista ancora. Essi si crearono in modo violento da
comunità umane i quali esprimono un proprio indirizzo interno. Queste comunità umane prendono il nome di STATI.
Dati sono portatori di un proprio ordinamento giuridico e di interessi propri, distinti dagli interessi dei singoli individui
componenti ciascuna comunità. Tuttavia, le comunità umane non vivono isolate infatti si sviluppano relazioni con altre
comunità umane (coesistenza, coordinamento, cooperazione, ma anche interferenza). L’insieme di tutte queste relazioni
crea il fondamento dell’ORDINAMENTO GIURIDICO INTERNAZIONALE (Questo ordinamento nasce perché gli enti- statO
esistono ed interagiscono tra di loro). Tutto questo forma la SOCIETA’ O COMUNITA’ INTERNAZIONALE, che abbraccia
tutte le forme di relazione giuridica internazionale e anche altre diverse tipologie di enti-soggetto.
Pertanto non è il diritto internazionale ad essere sovranazionale ma solo qualche sua norma può essere considerata tale in
quanto i soggetti dell’ordinamento internazionale le riconoscano un valore imperativo.

Quando inizia la storia?


Il diritto internazionale “appare” quando comunità umane organizzate si trovano ad interagire con altre comunità simili.

Si è spesso sostenuto in passato che il diritto internazionale fosse il prodotto della civiltà occidentale cristiana e che fosse
nato con l’inizio dell’era moderna, a partire dal 16^ secolo. ➔affermazione corretta se si intende il diritto internazionale
come l’insieme delle regole, scritte e non scritte, che disciplinano le relazioni tra gli Stati.

Il Diritto internazionale appare da subito quando l’essere umano capisce che vi è un Noi e un Loro (ca. 6mila anni fa)
(questa relazione tra noi e loro necessita di essere regolata), quando si organizzavano i villaggi e riconosceva una
leadership alla propria comunità, e lo stesso vale per gli altri villaggi singolarmente ➔appare quando comunità umane
organizzate si trovano ad interagire con altre comunità simili➔ le relazioni tra i villaggi vanno regolate. Il diritto
internazionale, se concepito come l’insieme delle norme scritte e non scritte, applicabili a dei soggetti o a delle situazioni,è
sempre esistito.

Neccessità di regolare le relazioni tra “noi” e “loro”. Se si guardano testi antichi della nostra civiltà, si vede come il popolo si
deve comportare: esempi
 Bibbia: è il testo più antico della nostra sfera culturale, troviamo al suo interno: il concetto di società Internazionale, jus
cogens che dà delle regole di natura oltre le quali non si può andare che valgono per tutta la comunità internazionale, diritti
umani che si applicano all’interno della propria comunità, trattamento dello straniero che viene trattato o meglio o peggio
degli appartenenti alla comunità a seconda di quali siano i rapporti con la comunità da cui proviene.
Nella Bibbia ci sono delle visioni che rimangono ancora al centro del diritto internazionale contemporaneo. Si parla
dell’unità del genere umano e del pluralismo delle Nazioni. Inoltre vi è Lo JUS Inter Gentes, Ovvero il diritto delle relazioni
tra le comunità umane concernente le regole che disciplinano i loro rapporti (sia nella pace che in guerra). Molto importante
è la tutela e la protezione dei diritti dell’individuo, a favore dello straniero.
 Antica Grecia: (polis) qui si è arbitrato per la risoluzione delle controversie tra eguali, si pone il trattamento dei PoW = si
pongono le basi del DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO cioè il diritto della guerra sistematizzato nell’800’, di base sono le
regole che si possono ottenere/da seguire in guerra (comportamento dei militari durante la guerra/prigionieri di guerra). I
greci ci lasciano l’idea che il prigioniero di guerra non sia un oggetto ma cmq non viene trattato bene.
All’esame domanda frequente: Differenza tra diritto umanitario internazionale vs diritti umani (ius cogens)
Antica Grecia (arbitrato per la risoluzione delle controversie; trattamento dei PoW).
a) NOI E LORO➔Facevano una distinzione fondamentale tra le loro città e le altre tribù o nazioni che qualificavano come
barbare. Con queste ultime le relazioni si fondavano sulla forza- e no sul diritto e sulla giustizia. Quindi mentre le nazioni
cristiane era il mondo civilizzato, gli altri erano il mondo barbaro e selvaggio. Il diritto internazionale nell’antica Grecia si
applicava soltanto tra le nazioni civili.
b) Si scopre che tra i greci si sviluppò l’arbitrato delle loro controversie; dall’altro lato, i greci contribuirono all’umanizzazione
della guerra (Ovvero al trattamento umano dei prigionieri di guerra).

 Antica Roma: l’impatto è enormesvilluppo degli accordi = trattati con nazioni straniere. I romani sono aperti agli altri
popoli riconoscendo la propria superiorità e sottomissione degli altri a Roma, “regole” con le nazioni straniere alcune di
queste regole sono la giustificazione della guerra, su quale base si può invadere un’altra terra.
Roma fu il primo stato a possedere delle norme precise per regolare le sue relazioni con gli altri popoli. Ci sono anche
regole interne per relazionarsi con gli stranieri (es. un romano si sposa con una dell’Emilia Romagna come vanno
riconosciuti i figli, come unni o romani, la signora va considerata come romana?) = diritto internazionale privato
(domanda frequente esame): come regolare quei rapporti che hanno un elemento di estraneità, influenza indiretta tramite
il diritto comune diritto romano rimane in vigore a lungo e gli stati che vengono dopo cioè i regni romani germanici
dovranno subirne l’influenza. Quindi le norme del diritto romano modelleranno il diritto internazionale fino almeno alla pace
di Westphalia. Possiamo fare questo salto perché in epoca medievale si iniziano a mettere in discussione i poteri universali
(vengono messi in discussione i poteri di alcuni monarchi): dai poteri universali ai poteri statali. Da una parte c’è il potere
dell’imperatore e dall’altra quello del papa.
L’impero romano sviluppa anche la prassi dello scambio di ambasciatori, la cui persona era inviolabile pena le più severe
sanzioni.
a) Roma diede vita a un corpo di diritto particolare volto a regolare i rapporti tra cittadini romani e stranieri (JUS
gentium)➔Non essendo diritto internazionale veniva definito come parte del diritto romano applicabile a certi stranieri ossia
un diritto interno in materia internazionale➔Introduce il principio del diritto internazionale: il diritto romano, ci dice su
base di che norme si gestiscono i rapporti con gli stranieri. Permettevano a popoli non romani di stabilirsi nell’ impero in
cambio di qualcosa. Nell’opinione diffusa anche i romani durante l’età imperiale iniziano a fare trattati internazionali con i
regni barbari➔ stipulato tutto attraverso accordi.
b) Influenza indiretta: L’influenza del diritto romano si manifestò sul diritto internazionale dei secoli successivi (divenne il
diritto comune della cristianità e del sacro romano impero germanico)➔molti principi generali di diritto affondano le loro
radici sul diritto romano.

I principi generali del diritto➔ si ritrovano nella civiltà di derivazione europea ma sii trova anche nel diritto islamico per
esempio o nelle strutture meno organizzate in Africa

 Diritto Internazionale  ci porta allo sviluppo della diplomazia e del diritto diplomatico

LA NASCITA DEL DIRITTO INTERNAZIONALE MODERNO:


Fine del medioevo, Pace di Westphalia (1648): fine dei poteri universali per questioni religiose: cuius regio eius
religio nascita degli stati sovrani (= moderno sistema degli Stati):

- Dove la sovranità si manifesta in base alla decisione che si vuole seguire, sarà il sovrano (re) di ogni singolo stato a
decidere quale fede devono seguire i sudditi
- il territtorio è libero di seguire la religione del proprio sovrano che non può più essere attaccato sulla base di ciò dalla chiesa
cattolica (anche se non è cattolico)  nasce il moderno sistema degli stati come “unione” di territorio, popolazione e
potere di governo effettivo.
Nascita della sovranità: Territtorio, popolazione e potere di governo sono ancora oggi quello caratterizza lo stato: l’Italia è
un pezzo di terra dove vivono delle persone soggette ad un potere di governo effettivo.
La sovranità significa essere a pari livello di potere con gli altri stati sovrani.

LO SVILUPPO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE MODERNO


Il trattato di Westfalia del 1648 pose fine alla guerra dei 30 anni e viene perciò considerato il punto di partenza del diritto
internazionale tradizionale(➔ ovvero un diritto che governa i rapporti tra Stati sovrani su un piano egalitario).
tra il 16° e 20° secolo la comunità degli stati viene chiamata “Concerto Europeo” = pochissimi paesi europei ai quali si
aggiungono gli usa e qualche paese della colonizzazione nelle Americhe.
1700/1800➔dopo la pace di westphalia, con il colonialismo e l’imperialismo c’è la lotta di questi Stati europei (v.
Concerto Europeo) che fanno a gara per prendersi i pezzi di terreno, si parla di sforzo tra stati europei per vincere la
competizione (anni 1600 diventa importante il mercantilismo > vince chi ha più risorse) e ciò porta allo sviluppo di regole e
norme per governare le loro relazioni e le relazioni con le terre d’oltremare.

I padri fondatori del diritto internazionale erano convinti dell’idea che vi era un diritto superiore (diritto di natura) laico,
universale ed eterno. Secondo Grozio è naturale perché sgorga dalla ragione, e questo permette di concentrarsi solo sullo
studio delle situazioni giuridiche e politiche reali e concrete allontanandosi dai dogmi teologici.
Essi speravano di ritrovare i principi del diritto naturale nel diritto in romano. Parallelamente vi era l’insegnamento teologico
religioso, ovvero lo studio dei problemi morali e quindi giuridici suscitati dalle nuove questioni legate alla conquista delle
Americhe da parte di Colombo.
Nell’800 si parla di Concerto Europeo➔tutto porta a sviluppare norme, regole e principi per governare le loro
relazioni e le relazioni con le terre d’oltremare. Questi sono ancora oggi validi o sono quelli da cui poi noi abbiamo
creato le disposizioni che seguiamo nel DI (quindi questa lotta porta alla creazione di nuove regole per definire i rapporti
tra stati).
Alcuni esempi dello sviluppo del diritto internazionale tra il 16° ed il 20° secolo:
 Diritto del mare (Grotius), con il principio di libertà dei mari, zone marittime, le acque territoriai (fino a 3 miglia perché è fino
a là che arrivano i cannoni);
 Sviluppo del diritto pattizio
 Schiavitù (oggi è intangibile), dalla facilitazione alla successiva regolamentazione e proibizione.
 Decolonizzazione  si sviluppano delle regole da seguire quando i territtori occuppati da questo concerto europeo non
vogliono più stare sotto ad esso, è ciò che succede nelle Americhe = principio applicato inizialmente in parti dell’Asia e
Americhe.
 Idea di “soluzione pacifica delle controversie” (1828)
 Dopo Napoleone, nascono i soggetti “derivati” dagli stati  chiamate unioni amministrative nell’800’  oggi sono le
organizzazioni Internazionali intergovernative ORG internazionali (da non confondere con ONG = non governative, sono
indipendenti dagli stati.) Gli stati iniziano a mettere assieme le proprie neccessità e a delegare delle cose altre per la
regolamentazione di esse.

N.B. Nascono nuovi soggetti: i primi derivano dagli stati➔ soggetti “derivati” dagli Stati➔gli Stati decidono di dare vita a
una cosa nuova che di fatto ha capacità di agire sul piano internazionale (destinatario anche di norme). Ma perché si
creano questi altri soggetti? Perché si capisce che certe cose le fanno meglio gli enti organizzati dagli stati, che ogni
stato fa da se. I primi esempi di unioni amministrative (ora org internazionali) sono quelle che gestivano il transito dei mezzi
in un fiume che funge da confine tra due stati➔ questioni SEMPRE PRATICHE.

IL DIRITTO INTERNAZIONALE NEL 19°-20° SECOLO


Nel XX secolo, dopo la 1° GM, il diritto internazionale assume la “forma” che vediamo oggi:
 Limitazione e divieto dell’uso della forza armata, si crea la società delle nazioni che è un tentativo ma funziona malissimo.
 2° GM, si crea una struttura più forte della precedente ovvero l’ONU e Nuovi soggetti (organizzazioni internazionali,
organizzazioni private, addirittura l’individuo assume una sua rilevanza) ed in maggior numero (decolonizzazione, da pochi
stati nel 1900 a circa 50 stati fondatori dell’ONU nel 1945 fino ad arrivare ai +-200 di oggi). L’Onu ha una struttura
imperfetta ma cmq non ci sono più state guerre mondiali.
 Istituzionalizzazione della giurisdizione internazionale = si creano delle corti internazionali. Il giudice di queste corti
risponde in nome di qualcos’altro (corte internazionale);
 Nuovi ambiti di applicazione: accordi tecnici, diritti umani, diritto internazionale dell’economia, diritto internazionale
dell’ambiente …
 Nuovi “luoghi” di applicazione come lo spazio o internet

Finisce l’uniformità del Diritto internazionale che è quella data dalla comunità degli stati

Nel 19°/20° secolo, si pone il problema della guerra… la guerra è sempre esistita, solo nell’800 si inizia a pensare che
guerra non è buona cosa.
A fine 800, si pensa alla pace perpetua (Kant), si creano le prime corti internazionali alle quali gli stati si impegnano a
rivolgersi prima di dare inizio ad un attacco reciproco. Nascono quindi i primi progetti di pace perpetua tra le nazioni
mediante il diritto internazionale. Kant indicò che la pace universale e permanente presuppone il superamento della
sovranità degli stati e dell’anarchia internazionale, solamente possibile attraverso una Federazione con tutti i popoli della
terra. Ebbe talmente successo che venne posta a fondamento teorico di istituzioni come la società delle Nazione nel 1919 e
l’organizzazione delle Nazioni Unite nel 1945.

L’evoluzione tecnologica porta già dopo la 1GM a un pensiero diverso nei confronti della guerra…con la nascita delle
nazioni unite prima si pensa di fare sanzioni, poi la guerra (proprio per non ripetere ciò che successe nella 1°GM). La
società delle nazioni aveva i suoi problemi, non è stata utile. Il primo paese sanzionato fu l’Italia. Un esempio: Italia
sanzionata dalla società delle nazioni dopo la campagna in Etiopia.

Il 19° secolo è il periodo in cui il diritto internazionale moderno si è formato


La società interstatuale  sono le prime forme di cooperazione tra gli stati sovrani. Gli stati sovrani operavano su un
piano di parità basandosi su rapporti di reciprocità. Pian piano diventarono consultazioni diplomatiche congressi e
conferenze tra Stati (le prime organizzazioni internazionali si istituirono alla fine del 19° secolo)
Una società omogenea  la società internazionale del 19° secolo era composta da stati relativamente omogenei sul
piano politico, economico e sociale
La società internazionale per tutto questo periodo fu dominata da un basso numero di stati europei (Germania, Inghilterra,
Austria, Francia e Russia = i 5 paesi europei più forti) sotto forma di concerto europeo. Le grandi questioni dell’epoca
venivano risolte da questo gruppo di stati.
In questo periodo abbiamo lo sviluppo dei trattai multilaterali: i primi erano destinati a proteggere le persone.
Questi trattati permettevano che più stati potevano contrarre degli obblighi internazioanli, quindi permettevano di creare
norme giuridiche internazionali applicabili a tutti.

DIRITTO INTERNAZIONALE E DIRITTO DELL’UE


L’unione europea NON è uno Stato ma è ancora un’organizzazione internazionale a vocazione regionale che
ambisce in futuro a diventare uno stato federale. Il diritto dell’UE ooggia sul diritto internazionale e pattizio, e dunque è
essa stessa una creatura del diritto internazionale: le sue norme si sovrappongono a quelle dell’ordinamento giuridico
nazionale dei singoli Stati membri e al contempo vanno coordinate con le altre norme del diritto internazionale. Si tratta
dell’ECCEZIONE: diritto sovranazionale dell’UE poiché i suoi atti unilaterali possiedono un campo applicazione inusuale
rispetto al diritto internazionale.
Il patto della SDN: ha come finalità quella di limitare il diritto degli stati di ricorrere alla forza bellica per risolvere le loro
controversie
Istituzionalizzazione di una giurisdizione internazionale: erano falliti tutti gli sforzi per la creazione di un tribunale
internazionale permanente. Tuttavia dopo la 1°GM con un accordo speciale del 1920 si crea la Corte permanente di
giustizia internazionale (CPGI) e il resto dello statuto ora sta all’origine dell’attuale statuto della CIG.
Dal secondo dopoguerra la società internazionale ha conosciuto mutamenti…è un importante periodo di sviluppo del
DI➔nuovi soggetti in quanto a qualità (tipologia), lo stato non è più solo e l’individuo conta come responsabile (prima
ancora di dare diritti al singolo).
Ci sono organizzazioni private, non governative.. Già con la 1°GM l’individuo diventa soggetto destinatario di norme, nomi e
cognomi e vengono processati , soggetti che crescono come qualità (non c’è solo più lo stato) e come quantità (gli stati
passano dal concerto europeo, ovvero pochi, ad essere 200)
 RIASSUMENDO: sorgono nuovi soggetti (org internazionali, org private, l’individuo) ed in maggior numero
(decolonizzazione, da pochi Stati nel 1900 a circa 50 stati fondatori dell’ONU nel 1945 fino ad arrivare a +-200).
Inizialmente c’erano le unioni amministrative ma che fu un fenomeno marginale. Appaiono nuovi attori della società
internazionale, quindi si ha una perdita dell’iniziale omogeneità.
 Nuovi ambiti di applicazione del diritto: Firma di accordi tecnici, diritti umani, d.i dell’economia, d.i dell’ambiente
 Nuovi “luoghi” d’applicazione come lo SPAZIO O INTERNET.
▪ ➔FINISCE L’UNIFORMITA’ DEL DIRITTO ITNERNAZIONALE

Il diritto internazionale contemporaneo


Finisce l’uniformità nel XX sec➔diventa sempre + difficile porre dei paletti, trovare confine tra pubblico e privato
Inizialmente ➔il compito del diritto era quello di regolare le competenze dei suoi soggetti e di ordinarle: ed era una funzione
molto semplice poiché bastava occuparsi di una sola categoria di soggetti( Gli Stati, che possedevano uno statuto identico).
Con la progressiva formazione di nuovi soggetti del diritto internazionale, oggi, non dispongono più di una competenza
identica. La GERARCHIA dei soggetti/attori del diritto internazionale puo essere stabilita in funzione dell’estensione delle
loro competenze

“come è fatto” il diritto internazionale contemporaneo?


Differenziazione ratione personae e ratione materiae ! (più soggetti e più tipologia di oggetti) in virtù del soggetto e
dell’oggetto/della realtà
 Diritto internazionale pubblico: nella definizione tradizionale si intende il diritto che regola i rapporti tra gli stati. (quelle cose
che interessano la collettività. Anche volendo individuare un settore, abbiamo anche relazioni con organizzazioni
internazionali anche governative.)
Da un lato le materie e dall’altro i soggetti, ogni incrocio tra materie e soggetti ha una sua specificità.
Crea diritti ed obblighi solo per questi ultimi. È una definizione che vale ancora oggi. Le norme di diritto internazionale
pubblico hanno origine internazionale – cioè si collocano nell’ordinamento giuridico internazionale e possono avere ad
oggetto dei fatti sia di diritto internazionale che di diritto interno.

 Diritto internazionale privato: per lo più formato da norme di diritto interno (= in italia,insieme di norme italiane che ci
permette di collegare quel contrattp a qualcosa), regola le relazioni private (individuali) con elementi transfrontalieri
(elementi di estraneità  vuol dire che un contratto non è ascrivibile a un solo paese; se non ci sono questi elementi, essi
non sono rilevanti).
L’unione europea ha profondamente inciso sul diritto internazionale privato italiano , sia regolando materie che
appartengono tradizionalmente al diritto internazionale privato degli Stati membri Ue , sia attraverso la giurisprudenza della
Corte di giustizia Ue riguardante l’interpretazione di quegli atti. Anche il diritto internazionale privato può essere oggetto di
norme dell’ordinamento internazionale . Le norme di diritto internazionale privato si collocano prevalentemente
nell’ordinamento interno dei singoli stati anche se queste regole hanno oggetto internazional : si tratta infatti di norme
interne in materia internazionale , cioè di una parte del diritto in vigore nello stato relativo ai rapporti con l’estero .
Le relazioni private possono averle anche gli stati, ad esempio se uno stato compra una cosa in questo caso non si parla
più di diritto internazionale pubblico >azienda italiana che investe in Messico

Esistono regole non create dallo stato, ci possono essere contratti regolati da norme create da altri enti.

Tuttavia oggi le cose sono più complesse: trattati multilaterali con effetti sulle aziende private come sono? contratti tra e
private stranieri come sono? Imprese multinazionali?  diritto transnazionale: va attraverso i confini delle nazioni.
CONCLUSIONE➔UBI SOCIETAS IBI IUS= Ad una società oggi transnazionale non può che corrispondere un diritto esso
stesso transnazionale ➔DIRITTO TRANSNAZIONALE, diritto che regola delle relazioni che sono attraverso i confini, che
toccano più ordinamenti per diversi aspetti==>sembra di essere nel caos totale, ed è qui che si parla di etica…

ETICA: l’etica discende da diverse tradizioni filosofiche e religiose e arriva a diverse conclusioni. Per il D.i. Contemporaneo
ci sarà un nucleo di norme che derivano dall’etica (=quel senso profondo dal punto di vista comportamentale).  L’etica si
riflette nel diritto internazionale contemporaneo, nello IUS COGENS= norme imperative(proteggono interessi superiori ),
inderogabili, su questioni estremamente importanti, sempre rispettate. Non è che poi quindi nel D. Transnazionale vale
tutto, c’è comunque questo forte nucleo di norme, che vale indipendentemente dalla situazione

Caratteristiche del diritto internazionale contemporaneo


Il diritto interno/degli stati (ciò che succede nella superficie asciutta+ prime 12 miglia di mare) degli stati è PERFETTO E
COMPLETO.
Il diritto internazionale è imperfetto ed incompleto
 PERFEZIONE: l’ordinamento giuridico interno è perfetto nella misura in cui sono escluse le lacune del diritto.
 PIENEZZA: La completezza dell’ordinamento giuridico interno è evidente sia a livello della produzione delle norme
giuridiche, sia a livello della loro attuazione e coercitiva.

 Il diritto internazionale è IMPERFETTO E INCOMPLETO, perché non copre tutto. Perché si è sviluppato tra sogg
originari del diritto internazionale (Stati), che sono posti tutti a pari livello, che producono norme a liv internazionale
 Il diritto internazionale dipende, per quanto riguarda la sua applicazione, in parte dal diritto interno degli Stati. In effetti gli
Stati per lungo tempo sono stati i soli autori ed i soli destinatari del sì che essi creavano.
 IMPERFEZIONE: In caso di controversia internazionale non c’è un’autorità istituzionalmente precostituita a cui rivolgersi,
ma spetta agli Stati stessi dirimerla attraverso dei meccanismi giuridici di loro scelta. Quindi, a differenza dell’ordinamento
interno, nell’ordinamento internazionale non esiste un sistema giurisdizionale a competenza generale e
obbligatoria( eccezione: Corte di giustizia dell’unione europea).
 Inoltre il diritto internazionale ignora i meccanismi di esecuzione coattiva e le sanzioni tipiche del diritto interno. = ci sono le
norme sanzionarie ma non è detto che vengano appliccate, non sono obbligatorie le sanzioni sono a discrezione
 Non esiste alcuna forza armata internazionale che sia automaticamente al servizio del diritto internazionale.

Cosa significa ciò nella pratica? Divisione in manifestazione del diritto


 Produzione  decentralizzata (negli stati avviene a livello centrale); se la creazione di norme negli stati la fanno gli operai
costituzionalmente deputati a farlo (avviene a livello interno,centrale centralizzata); a livello internazionale invece è
DECENTRALIZZATA
Apparato statale > tutte quelle organizzazioni dello stato
 Applicazione  decentralizzata (negli stati avviene in forma centralizzata) a livello interno negli stati avviene in forma
centralizzata; a livello internazionale è DECENTRALIZZATA; non c’è un parlamento centrale: l’Onu non ha l’obbligo di
creare norme uniformi per tutto il pianeta. Non c’è un unico stato mondiale che regola come applicare le norme negli altri
paesi.
Controllare o meno se c’è una violazione.
Lo stato ha il dirittto a usare la forza per porre fine all’illecito (ma tutto questo non succede nello stato)
Ci sono molte cose che il diritto internazionale non controlla ancora bene. La stessa produzione di norme è adibita a piccoli
stati che in gruppo decidono cosa va bene e cosa no (infatti bisogna controllare quali stati aderiscono a quelle determinate
regole). Le varie norme e convenzioni verranno appliccate in ogni paese a livello nazionale secondo il quadro giuridico di
ogni paese.
Es. Convenzione di Instabul. L’Italia applicherà queste norme a seconda del suo ordinamento giuridico valutando le sue
leggi e i suoi interessi
 Accertamento ed esecuzione coattiva a livello internazionale non esistono “forze dell’ordine” o “tribunali” o polizia
internazionali universali

8/09/2023- Lezione 2

L’ordinamento internazionale contemporaneo

Henkin: “Nell’ordinamento nazionale contemporaneo quasi tutti gli stati osservano quasi tutti i loro obblighi e principi
internazionali, quasi sempre” = dato empirico fondamentale nel momento in cui uno stato si comporta contro queste regole,
non sta creando un nuovo tipo di comportamento, ma è violazione proprio perché si comporta bene quasi sempre.

Il diritto internazionale è imperfetto ed incompleto =non esiste un organo di giudizio internazionale o delle forze dell’ordine
(Interpol coordina le forze nazionali), ma sembra funzionare lo stesso.
Parola chiave: sovranità altrimenti stati tutti uguali

Produzione ed applicazione sono decentralizzate (negli Stati è’ centrale)

Sovranità= tutti gli stati sovrani sono uguali tra loro, non c’è uno che sovrasta su altri.

Tribunale della corte di giustizia: un po’ inutile. Non ti puoi appellare per ricevere veramente giustizia. Potrei benissimo
accettare di non andare al processo secondo questo tribunale. Deve esserci la volontà dello stato di rendere la cosa
effettiva. Ha giurisprudenza obbligatoria (ma qui c’è un atto di volontà dello stato perché entrare dentro significa aderire al
tribunale e alle possibili sanzioni ecc)

 Perché creare delle leggi oggi per violarle domani? Se violo una norma gli altri stati allora possono fare lo stesso, si
sentono altrettanto autorizzati a fare la stessa cosa. Intervento di umanità RQP = responsabilità di proteggere, è stata
una scusa accolta, anche se non è credibile, si dice di intervenire per proteggere la popolazione contro lo Stato. Poi
quell’atto verrà condannato come crimine di aggressione ma anche se lo sta commettendo prova a trovare un appiglio
 Perchè violare la legge se gli altri poi possono fare lo stesso?
é pericoloso, non è la prima responsabilità di protteggere.
 Perchè violare una norma utile? = può essere conveniente violare la norma.
 Quali sono le conseguenze della violazione?
Tutto quello che viene dopo non è prevedibile (es Russia non si aspettava una reazione così forte dall’Ucraina), cosa
succede se nessuno poi si rapporta con me = fare affari inport/export anche di beni fondamentali e se gli altri possono
bombardarmi?
l’ONU prevede che nelle violazioni più gravi la comunità internazionale può intervenire militarmente-> es guerra del golfo
Kuwait (1), andare militarmente con carri armati e aerei a liberare il paese.

Rapporto tra: politica internazionale, diritto e relazioni internazionale


Le diverse scuole di RI e politologia si approcciano al diritto internazionale in modi diversi ma , in ogni caso, anche quelli più
ostili, sono costrette ad ammettere l’esistenza del diritto internazionale:

 gli stati rispettano il diritto internazionale = è un dato di fatto. Nessuno nega l’esistenza del diritto internazionale Perché gli
stati non vogliono essere ritenuti responsabili a livello internazionale, è rilevante quello che fanno, ma ciò può dar luogo a
responsabilità internazionale . Riconoscono l’esistenza di un corpo di regole obbligatorie che disciplinano: il diritto
internazionale.
 nel valutare le situazioni bisogna fare riferimento solo ad avvenimenti reali e situazioni effettive, non i “desiderata”
 gli stati non vogliono essere accusati di comportamenti illeciti.
Es: Ucraina-Russia. Discorsi di Putin prima dell’attacco:incolpa qualcun altro e cerca di giustificare l’intervento sulla base di
due norme: autodifesa e protezione dei proprio cittadini all’estero➔ questo lo dice perché non vuole essere ritenuto
colpevole/responsabile dell’attacco➔ lui, come appunto detto, non vuole essere ritenuto responsabile a livello
internazionale. Il 21 marzo riconosce due stati…e anche qui crea un argomentazione giuridica per giustificare l’attacco e
non considerarlo crimine d’aggressione , che poi avvenne in realtà.
 è impossibile per l’operatore del Diritto della politica oggi ignorare il DI visto che in molti ambiti (almeno parte della)
Governance (= tutti gli stati insieme + ONU + organizzazioni internazionali) si ha a livello internazionale

DIRITTO INTERNAZIONALE E POLITICA INTERNAZIONALE


 Il diritto impone delle regole di condotta con la possibilità in caso di inosservanza di tutte quelle sanzioni che sono proprio
del diritto internazionale
 La politica non fa che ispirare delle regole di condotta che non hanno niente di assoluto e sono sempre modificabili secondo
le circostanze e l’utilità.
La politica internazionale appartiene al settore scientifico e disciplinare delle scienze politiche, e dato che le relazioni sono
di tipo politico, economico e giuridico, risulta evidente che il diritto internazionale e la materia regina delle relazioni
internazionali

Farnesina = ministero degli affari esteri italiano

Se uno stato dice che quella norma del DI non gli piace/che è un’invenzione del capitalismo, che va contro gli interessi degli
stati socialisti ,(cosa comune durante la guerra fredda)= ciò/quello che loro proclamano è irrilevante ai fini del diritto, nel
momento in cui le regole vengono comunque rispettate . io posso dire quello che mi pare ma non sto andando contromano.

Concetto 800ntesco di Dominio riservato della Cina

Gli operatori del diritto (giudici,avvocati,politici, parlamento italiano) non possono ignorare ciò che avviene a livello
internazionale, perché c’è stato un processo evolutivo in cui parte della governance si è spostato sul piano internazionale,
diventa impossibile ignorarlo a meno che non lo si violi consapevolmente causando quanto detto in precedenza (1) =
sanzioni attacchi

ES. Non si possono bloccare gli sbarchi perché si violerebbe il diritto/norme internazionale. Ci sono norme internazionali
che proibiscono il blocco navale e che dicono come l’ita si deve comportare in determinati casi. E lo dicono perché l’italia ha
accettato questa norma all’epoca. Il desiderio di chiudere le frontiero può essere proclamato ma poi in realtà non viene fatto
perché è una violazione del DI. = ennesima prova che il DI non solo esiste e funziona,ma è alla base delle RI. Alla base c’è
sempre una norma che o la si rispetta o c’è una conseguenza negativa da parte dell’intera comunità internazionale.

Etica (Non lo chiede all’esame): l’etica discende da diverse tradizioni filosofiche e religiose e arriva a diverse conclusioni.
Si riflette nel diritto internazionale contemporaneo nello ius cogens, norme imperative, inderogabili, su questioni
estremamente importanti. Etica non è DI.

Rapporto tra: Diritto Internazionale e diritto interno (allo stato)


Sempre più compenetrazione tra DI e Diritto interno

Mentre un tempo l’ordinamento internazionale e quello interno apparivano come due pianeti separati , oggi , grazie alla
globalizzazione della società internazionale , si nota sempre di più un maggior rapporto/compenetrazione tra i due diritti.
Appare evidente che la ragione d’essere del diritto internazionale è quella di porre e di imporre il rispetto di regole uniformi,
mentre il diritto interno stabilisce delle norme proprie a ciascun paese.

 Sempre più norme internazionali aventi diretta efficacia = norma internazionale che una volta in vigore nel paese, l’essere
umano può farla valere davanti a un giudice internazionale (es diritto dell’unione europea ha diretta efficacia). Ad esempio il
tribunale di Ve deve decidere, non perché lo dice la legge dello stato italiano, ma perché lo dice direttamente la norma
internazionale.
Norme internazionali aventi diretta efficacia> non prevedono procedura di implementazione da parte dello stato=> numero
di norme crescente. Una volta che vengono create si implementano direttamente nell’ordinamento interno dello stato Es:
tutti i regolamenti dell’UE.
 ruolo crescente dei non-state actors = (gli attori non statali) ovvero il settore privato (non controllato dallo stato) es. croce
rossa, Confindustria, altre associazioni di volontariato… esse si interfacciano direttamente o con lo Stato o con le potenze
straniere.
Dall’ONU all’UE o paesi o semplici individui. Infatti io posso fare causa allo stato italiano se mi viene tolto un dititto, o nello
stesso stato, o a corti superiori.
Non state-actorstutte quelle cose che non sono stati, dalle org internazionali (onu,UE), a Google, Amazon, e tutte le altre
grandi aziende transnazionali, e aziende petrolifere, croce rossa…

La superiorità del diritto internazionale:


Superiorità = una norma vale/è più pesante più di un’altra, in caso di antinomia quella che viene scelta/ quale prevale

Piramide delle fonti = ci dice cosa si applica in quali casi (es diritto italiano, brasiliano …)

Dal punto di vista degli studiosi e degli stati La norma internazionale è superiore rispetto a quella statale:

dal punto di vista logico = l’ordinamento è superiore ai suoi soggetti così come le regole dello stato italiano sono superiori
alla volontà delle singole persone.

Superiorità logica:
L’ordinamento internazionale è superiore agli stati che sono soggetti originari del DI
Il DI delimita lo spazio di manovra che gli stati hanno nell’esercizio della sovranità (in epoca dei nazionalismi, anni 30’, l’idea
che questa sovranità non sia più assoluta inizia a venir fuori) = A sua volta le norme italiane limitano la libertà dell’individuo
italiano (si ritorna al punto precedente).

Come viene vista questa superiorità?


Entrambe le dimensioni lo riconoscono questo principio di superiorità
dal punto di vista internazionale c’è pieno riconoscimento di questo principio.
 O viene riconosciuto con il principio del pienamente riconosciuto a livello internazionale (davanti al giudice della corte di
giustizia internazionale per esempio)
 O principio riconosciuto dagli stati ma con prassi differenziate (quale posto in costituzione/vale o no nella costituzione?)

1) Dall’internazionale al singolo stato = principio viene pienamente riconosciuto a livello internazionale. (quando c’è una
sentenza della corte superiore di giustizia non si può neanche contestare)
Congresso di Vienna sul diritto dei trattati del 1969= “trattato sui trattati”: contiene le regole di funzionamento dei trattati.
Il principio di Superiorità del diritto internazionale a livello internazionale gode di pieno riconoscimento:
Il DI viene consacrato formalmente con la Convenzione di Vienna (CVDT)sul diritto dei trattati 1969che dispone il divieto
di invocare una norma interna per giustificare un inadempimento di un obbligo internazionale = dimostra che le
norme internazionali obbligatorie e vincolanti prevalgono sul diritto interno dello Stato a cui sono opponibili:

 Atti costituzionali,
 Atti legislativi
 Atti amministrativi
 Atti giudiziari. (sentenze giudici): il diritto internazionale prevale su qualunque sentenza interna
La tua costituzione sul piano internazionale non è opponibile, non si può far valere in violazione del DI.

Obbligo internazionale non nasce a caso da zero ma nasce dalla codificazione del diritto consuetudinario, e questo significa
quelle regole che venivano già applicate.

Es. Nel DI la cittadinanza di una persona vale solo se questa è effettiva,reale. Il problema si crea quando una persona ne
ha due (e si presume che una sola sia quella vera) magari decide di far valere solo una delle due per ottenere dei vantaggi.
Quelle due cittadinanze sono entrambi valide ai sensi degli stati che le hanno concesse ma per far si che la cittadinanza
valga, quindi possa essere opposta, sul piano internazionale ci deve essere un legame genuino con lo stato= sul piano
interno di ogni paese vale, a livello internazionale no.

TRE CASI CELEBRI


IL CASO DELL’ALABAMA, L’alabama era una nave militare delle forze sudiste della Confederazione americana durante
la guerra di secessione. La Confederazione l’aveva acquistata in un cantiere navale inglese. 7 anni dopo finisce la guerra e
il gov degli usa porta davanti un arbitro il regno unito, che dice che in costituzione non presenta norme costituzionali
riguardo il divieto di vendita di armi ad altri stati. Dinanzi al collegio arbitrale La Gran Bretagna chiedeva di essere
esonerata da ogni responsabilità nella misura in cui essa- pur essendo all’epoca una potenza neutrale— non disponeva
degli strumenti giuridico costituzionali necessari per impedire la costruzione sul proprio territorio di navi da guerra da
rivendere a Stati terzi. Il collegio arbitrale rigettava tale argomentazione difensiva fondata sull’insufficienza di mezzi giuridici
di ordine interno. Per gli arbitri non si trattava di una motivazione sufficiente a giustificare una violazione da parte della Gran
Bretagna degli obblighi internazionali di neutralità a proprio carico durante la guerra di secessione americana. Alla fine si
stabili così la responsabilità britannica per violazioni di norme consuetudinarie in materia di neutralità nel conflitto armato
internazionale. L’arbitro dice che è un problema interno del Regno Unito, e che lui era obbligato a rispettare l’ordine
internazionale, che diceva di rimanere neutrale di fronte ad uno scontro tra due stati altri.

CASO MONTIJO: è una controversia tra gli Stati Uniti e la Colombia. La Colombia sosteneva che le norme della propria
costituzione le impedivano di rispettare i termini di un trattato regolarmente se concluso con gli Stati Uniti. Questo voleva
dire affermare la superiorità della costituzione colombiana- cioè del diritto interno- sul diritto internazionale. Gli arbitri alla
fine affermarono che un trattato è superiore alla costituzione.

CASO GEORGES PINSON: relativo ad una controversia tra Francia e Messico, che, come il caso montijo, solleva il
problema dei rapporti tra un trattato internazionale e la costituzione nazionale ( quella messicana relativa alla concessione
della cittadinanza): L’arbitro anche in questo caso affermò la superiorità del diritto internazionale. La superiorità del diritto
internazionale sulla legislazione interna di uno stato è stata riconosciuta tanto nella prassi arbitrale quanto in quella
giudiziaria

CONTRASTO NORMA INTERNAZIONALE E NORMA INTERNA ?


 I tribunali internazionali si limitano a dichiarare l’inopponibilità della norma interna contraria ma NON la cancellano = la
norma infatti rimane valida a livello interno. = quella norma, a livello internazionale non vale, perché vale la norma
internazionale. Ciò vuol dire che se constatano una contrarietà insanabile tra la norma interna e quella internazionale, non
annulleranno ne riformuleranno la prima: dichiareranno semplicemente la norma interna “inopponibile” sul piano
internazionale, quindi inefficace
 un tribunale internazionale non ha l’autorità di abrogare una norma interna allo stato, perché il tribunale internazionale
non si può sostituire al parlamento > torna la sovranità: popolo sovrano  parlamento rappresenta il popolo  è il
parlamento italiano che decide quali regole valgono in italia, nel momento in cui si esce dall’ita la comunità internazionale
dice se quella regola è conforme o meno all’ordinamento internazionale.
 non esiste un obbligo generalizzato di modifica della norma Interna contraria. È conveniente per lo stato, soprattutto
quando questa norma viene fuori in maniera ripetuta, modificarla in modo che sia conforme alle ordinanze internazionali.
MA efficacia internazionale ed interna sono diverse, quindi potrebbero sorgere controversie e in tal caso lo stato potrebbe
decidere di fornire un’adeguata riparazione (=pagare nella forma richiesta : compensazione monteria, restituzione) non
abrogando la norma ma mantenendola attiva/valida sul piano interno.
La norma contraria del diritto dell’UE deve essere disapplicata ma non può essere abrogata dall’UE per il principio di
sovranità. In caso di contrasto tra la norma UE e la norma italiana si cerca di trovare un equilibrio e si modificano le norme
italiane a meno che non ci siano interessi molto alti

2) Dal singolo stato all’internazionale = dal diritto interno all’internazionale


Non troviamo problemi nella prassi del diritto giuridico internazionale (giuristi che lavorano nella farnesina).
Quando lo stato italiano si muove nei rapporti intrastatali = diritto interno  se questo ragionamento logico venisse
completato dagli stati la conclusione logica sarebbe che tutti gli stati del pianeta porterebbero al vertice il DI = La superiorità
del DI viene riconosciuta sia dagli Stati che dai soggetti derivati (gli abitanti di quel paese)
Problemi sorgono perchè gli stati nel piano interno tendono a tenere separati il DI da quello interno e non pongono al
vertice il DI
stati del Benelux: uno dei pochi che pone nella piramide interna il di al vertice
Cina uno degli stati più grossi a mettere il di nel fondo della piramide

Tanti stati, inclusa l’Italia, adottano una soluzione intermedia in cui viene posta al vertice la costituzione stessa (art. 10 della
costituzione) mentre il diritto dei trattati viene collocato da un’altra parte. Gli obblighi internazionali dell’Italia con il trattato si
trovano tra la costituzione e le leggi ordinate.

LA SUPERIORITA’ A LIVELLO INTERNO:


Dal punto di vista interno la superiorità del diritto internazionale è comunque riconosciuta. La superiorità del diritto
internazionale non è mai stata messa in discussione dai soggetti derivati del diritto internazionale: le organizzazioni
internazionali intergovernative(OIG). La superiorità del diritto internazionale è pacifica sia per le persone giuridiche di diritto
internazionale(OIG ed Enti pubblici) che per i soggetti privati
Il principio di superiorità del diritto internazionale è riconosciuto sia dai soggetti derivati, sia dagli stati.
 carta onu= pone il principio del rispetto degli obblighi nati dai trattati e dalle altre fonti del diritto internazionale
 congresso Vienna 1969 = che riconosce la norma consuetudinaria: norma pacta sunt servanda = i patti si rispettano➔il patto
– a liv. Internazionale- è superiore al patto interno), è la convenzione che pone i principi per capire come funzionano le altre
convenzioni
Prassi degli stati A LIVELLO INTERNAZIONALE (come si comportano gli stati a liv internazionale -- servizio giuridico delle cancellerie,
riconoscimento del Diritto Interno nei loro rapporti): Tutti gli Stati del mondo hanno creato un servizio giuridico in seno ai loro
ministeri degli affari esteri.
Gli Stati ammettono che le loro relazioni siano regolate dal diritto internazionale , e che esista uno ”Stato di Diritto” All’interno della
società internazionale .
+ Riconoscimento del DI nei loro rapporti➔ si riconosce come superiore e gli stati sembrano conformarsi a questo.

Una norma internazionale dovrebbe ricevere pieno riconoscimento nel diritto interno mentre le norme interne dovrebbero sempre
essere conformi alle prescrizioni del diritto internazionale. Eppure le cose non sono sempre Così. (es: In un periodo storico alcuni Stati
hanno ufficialmente negato l’esistenza del diritto internazionale: vedi l’urss nei primi anni dopo la rivoluzione del 1

((Raramente il DI ha nella costituzione un ruolo che è superiore alle leggi nazionali e alla costituzione stessa)). NORMA INTERNA
CONTRARIA AL DIRITTO INTERNAZIONALE: può succedere che una norma giuridica nazionale possieda pieno vigore sul piano del diritto
nazionale mentre risulti contraria al diritto internazionale. Vuol dire che la norma sarà valida a livello interno ma risulterà inopponibile
agli altri Stati sul piano del diritto internazionale. In questo caso lo stato non ha sempre l’obbligo di abrogarla o di modificarla per
renderla conforme al diritto internazionale. Se dovesse insorgere la propria responsabilità internazionale, lo stato offensore dovrà
riparare la norma adeguatamente.

Tuttavia…
Prassi degli stati a livello interno: non sempre il diritto internazionale è posto al vertice della gerarchia delle fonti (anzi!) e si
tende a tenere separati i due ambiti

Caso UE :Le norme del diritto dell’unione europea prevalgono su qualsiasi altra norma interna contraria. Esistono dei casi dove la
modifica delle norme interna contraria al diritto internazionale si impone allo stato: questo perché risulta essere l’unico modo
accettabile di riparazione e di cessazione dell’illecito internazionale.

Secondo il diritto Dell’unione europea, se una norma nazionale è incompatibile con il diritto Ue, lo Stato membro che ha violato il
diritto Ue dovrà adottare nel proprio ordinamento giuridico interno tutte le misure necessarie per porre fine a tale antinomia( quindi
dovrà modificare o abrogare). Quindi al fine di rispettare le sentenze della Corte di giustizia, il TFUE art 260 prevede apposite sanzioni
pecuniarie.
Da dove vengono e come ordiniamo le norme del diritto internazionale?
Le norme si creano attraverso il consenso delle parti = tutti gli stati soggetti hanno dato consenso alle norme del DI (in
realtà ciò accade nel 90% delle volte).
Il consenso può essere dato non protestando= non dichiarando di essere contrari (=se non hai niente da dire vuol dire che
non hai obiezioni, hon hai niente da contestare)
Per trovare le origini del diritto iinternazionale contemporaneo, occorre rifarsi a:

 relazioni tra stati


 ART.38 -della corte internazionale di giustizia (CIG)= è la corte dell’Onu/delle nazioni unite, istituita per risolvere le dispute
tra gli stati (il singolo non può arrivarci o presentarsi perché egli non è lo stato)-

1) COMMA 1: La corte, la cui funzione di decidere in base al DI le controversie che le sono sottoposte, applica:
A. convenzioni internazionali= i trattati internazionali, sia generale (valgono in tutto il pianeta) che particolare (valgono solo
in alcuni stati), bilaterali, che stabiliscono norme espressamente riconosciute dagli Stati in lite. La convenzione
internazionale è una norma scritta, accettata e si trova nella pratica degli stati. Dal 1969 in poi quello che ci interessa è il
contenuto e la forma.
B. La consuetudine internazionale (ius cogens), come prova di una pratica generale accettata come diritto.
C. I principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili (articolo che risale agli anni 20, negli anni 20’ ci sono nazioni e
mandati, prottetorati =zone che vengono trattate come stati come se fossero dei bambini che stanno crescendo = con tanta
sorveglianza. Mandato = .un paese già solido. Ci sono stati più paesi creati dalla decolonizzazione che non quelli creati
dalla città colonizzatrice.) I principi generali di diritto sono riconosciuti a fine anni 90’ come “nazioni civili”=civiltà, culture
diverse,famiglie del diritto. I diritti riconosciuti dalle nazioni civili sono quelli che troviamo nel diritto romano-germanico:
civil law. Tutti gli ordinamenti anglossasoni, diritto socialista, diritto sovietico
D. Con riserva delle disposizioni dell’articolo 59, le decisioni giudiziarie e la dottrina degli autori più qualificati delle varie
nazioni come mezzi sussidiari per la determinazione delle norme giuridiche, non possono essere applicati direttamente,
devono essere presi in considerazione dal giudice (corte internazionale) per determinare le norme da applicare al caso.
A,b,c valgono più di d + non vi è una parola che ci porti a pensare che a vale più di b, che vale a sua volta più di c (a,b,c valgono tutti
uguale).

2) COMMA 2: Questa disposizione non pregiudica il potere della corte di decidere una controversia ex aequo et bono (=
secondo quanto è giusto ed equo) qualora le parti siano d’accordo. Se le parti lo vogliono , possono chiedere alla corte per
la cosa che sembra più equa per risolvere la controversia.

Equità ha due significati di cui uno è ex aequo et bono

La corte internazionale di giustizia ha riconosciuto che il trattato può modificare la consuetudine, ma la consuetudine può
modificare il trattato = sono in pari tra di loro

l’art. 38 è vecchio, abbiamo delle fonti nuove che prima non c’erano: accordi conclusi

Emerge una gerarchia delle norme: possiamo ordinare le fonti secondo un peso e al vertice di questa gerarchia abbiamo
l’onu che deriva dalla carta delle nazioni unite e che serve per fare mantenere la pace e lo ius cogens. Non c’è
consuetudine o trattato che possano andare contro all’onu o allo ius cogens.

Trattato contrario alla carta ONU  la società delle nazioni impone che si debba abrogare il trattato ma non riesce nel suo
obbiettivo

L’onu invece adotta una formula più morbida, gli accordi contrari alla carta ONU valgono tra gli stati ma non possono
essere usati nei confronti della comunità internazionale = è un po’ il principio del principio della superiorità del diritto
internazionale contro il diritto interno. Diritto interno rimane in vigore ma non può essere imposto alla comunità
internazionale. Il vantaggio è che la corte internazionale di giustizia è un organo dell’ONU, se voglio che la CIDG risolva
una controversia che si basa su un obbligo che è contrario alla carta onu , non avrò quel diritto.

25/09/2023-Lezione 3

ESISTE UNA GERARCHIA DELLE NORME?


La consuetudine è una norma che si trova nelle pratiche degli stati
Il sistema delle fonti dato dall’art. 38 non pone una gerarchia tra le fonti ma osservando lo sviluppo del DI si vede che:
 Ci sono nuove tipologie di fonti (atti unilaterali, soft law, atti trasnazionali)
 Emerge una qualche forma di gerarchia  alcune norme appaiono più “importanti”di altre si possono ordinare le fonti
secondo un sistema logico
In particolare ci sono due ambiti in cui il Diritto Internazionale si impone a ogni soggetto dell’ordinamento, in maniera
inderogabile:
 Obblighi derivanti dalla Carta ONU mantenimento della pace;
 Ius Cogens  diritto cogente, con significato particolare in continua evoluzione

OBBLIGHI DELLA CARTA ONU


Convenzione internazionale è una norma scritta, accettata dal 69’ in poi.

La carta ONU si impone a tutti i paesi e a tutti gli stati, anche ai membri che non fanno parte dell’ONU.
ONU scopi: mantenere la pace, full security, prevenzione dei distastri ambientali, poter fornire il cibo agli esseri umani,
tutela del patrimonio culturale Sono tutti meccanismi che si adottano per mantenere la pace. Bisogna trovare un
meccanismo che sia più solido di quello della società delle nazioni. Il Diritto Internazionale di tutti i rapporti umani è
qualcosa fatto da tante parti e quindi più saranno le parti meno saranno i paletti che tutti saranno disposti ad accettare.
Quindi si evita quel rischio che si era corso con la SdN. La carta della Sdn aveva delle disposizioni molto forti ma dal punto
di vista del contenuto, in particolare riguardo a cosa fare con gli obblighi contrari: cosa fare se un trattato tra Germania e
Italia ai tempi della SdN andava contro alla carta della società delle nazioni la Sdn che lasciava poco spazio al
compromesso:

 La SdN aveva un’impostazione molto “forte”  obbligo di abrogazione degli obblighi contrari alla carta. Gli stati parte
della Sdn avevano l’obbligo di abrogare gli obblighi contrari.
= il risultato della SdN è che gli stati iniziano ad uscire e a non rispettare più gli obblighi perché la norma era molta dura =
risultato gli stati iniziano a rifiutare. Non funziona perché obbliga gli stati a fare qlcs.
 Art. 103 ONU formula giuridicamente più “morbida” lascia più spazio. Bisogna trovare una formula che gli stati
rispetteranno  gli obblighi contrari: quando gli stati fra di loro concludono un accordo che va contro la carta dell’ONU, per
quegli obblighi non c’è un obbligo di abrogarli ma rimangono solo in vigore per quelle due parti e NON valgono nei
confronti di tutta la comunità internazionale = tutta la comunità internazionale può reagire contro quegli obblighi: c’è meno
intrusione nella sovranità degli stati perché non si dice cosa devono fare, come era invece il caso della SdN. Per contro ci
sono gli altri che si dotano di strumenti per agire. Una norma non opponibile significa che non la si può usare nei confronti
degli altri. Gli obblighi contrari non opponibili a terzi né tantomeno all’ONU (confermato dalla CIG nel 1984 con la
sentenza sulle attività in Nicaragua). Es una violazione nei confronti di un altro in un paese terzo perché la prevede un
accordo tra A e B  c’è una violazione nei confronti di C: è una violazione nei confronti di C che si potrà muovere insieme
alla comunità internazionale come ritiene giusto. Impostazione più morbida che dà agli stati che subiscono l’accordo degli
strumenti.
Questo primato della carta ONU, lo troviamo nella CDV, in vari atti/corti regionali, UE, es. carta della Nato.
 Il primato della Carta ONU viene riconosciuto sia dalla CVD (art. 30.I) che da altri trattati internazionali tra cui la Carta
della NATO (art. 7) , il trattato di Rio, la carta delle organizzazioni degli Stati dell’America centrale

OBBLIGHI DELLA CARTA ONU NELLA PRATICA


–LE SANZIONI
Il problema si pone se questi obblighi sono solo quelli che derivano dalla carta o anche quelli di diritto derivato.
Le sanzioni in virtù del Capo VII della carta ONU sono atti unilaterali dell’ONU quindi diritto derivato (Diritto derivato: corpus
normativo che deriva dai principi e dagli obbiettivi dei trattati).

Hanno forza vincolante e prevalgono sugli altri obblighi degli stati derivanti da altri trattati CIG 1992 interpretazione e
applicazione Convenzione di Montreal CGUE conferma questa posizione pur non essendo l’UE parte dell’ONU (primo
grado: gli stati membri ne sono parte; secondo grado: tutela dei diritti umani)

Tradotto = se questi atti dell’ONU valgono sopra ogni altro obbligo che lo stato ha verso altre organizzazioni internazionali,
vuol dire che gli atti dell’ONU hanno superiorità anche rispetto all’UE

Devono essere applicate da tutti gli Stati membri ONU


Alcuni esempi
 1966 Sanzioni alla Rhodesia (=attuale Zimbabwe) Per la prima volta vengono adottate sanzioni economiche selettive
contro la rhodesia del Sud, la quale aveva dichiarato la propria indipendenza in condizioni internazionalmente illecite.
Furono sentenze americane contro aziende americane che avevano contratti con la Rhodesia. Le Sanzioni della Rhodesia
obbligano gli usa a interrompere un accordo commerciale con l’ardesia
 1990 Intervento armato in Iraq : in occasione della guerra del Golfo Guerra del golfo + Creazione dei tribunale speciale
fine anni 90’ sono quell’esperienza che poi ci porta alla corte penale internazionale.
 Anni 90’ Creazione di tribunali speciali (a carattere repressivo) per Giudicare i crimini di guerra commessi in Ruanda
(=Africa) e Ex Jugoslavia.
Il diritto derivato è parte delle nazioni unite, ma il diritto derivato più famoso è quello dell’UE. Il diritto derivato deriva dal
fatto che nella carta dell’ONU gli stati si mettono d’accordo e fanno delle regole, tra queste c’è il potere dell’ONU dei
meccanismi per produrre altre regole che si impogono agli stati.
Regolamento ue = diritto derivato = deriva dai trattati dell’unione europea.

Il diritto derivato è quella cosa che l’art 38 non prevede per cui il trattato su cui si fonda un’organizzazione internazionale dà
il potere all’organizzazione internazionale di fare regole = law making power = potere normativo = Fare le regole da parte
dell’organizzazione è quello che succede quando il consiglio di sicurezza delle nazioni unite, sulla base del Capo VII della
carta ONU, adotta le sanzioni, dove per sanzioni il Capo VII prevede un grande pacchetto di cose che partono con il
richiamo ma possono arrivare anche ad autorizzare l’intervento militare delle nazioni unite, in questo caso lecito /bombe.

(PAG 82 libro + tabella)

L’organizzazione prevale sul diritto e sugli accordi degli stati.


Il diritto derivato dell’ONU prevale sugli accordi e i diritti degli stati, quindi ha una gerarchia superiore.

come si traduce il primato Carta delle nazioni su tutto il resto ?


ci sono gli atti contrari all’atto delle nazioni unite inclusi nel diritto derivato sulla base del Capo VII su come non sono
opponibili al diritto dell’ONU.

C’è un paese sanzionato dall’ONU, il fatto che io abbia un accordo commerciale con quel paese non vale più, viene meno,
non posso dire che io ho un accordo commerciale con la Rhodesia per esempio perché non viene annullato l’accordo in sé,
ma viene reso inutilizzabile dal fatto che c’è una norma superiore: le sanzioni, che ci impediscono il commercio.

Nel caso vi sia una circostanza di minaccia alla pace, il consiglio di sicurezza può adottare delle misure coercitive, tramite
decisioni che prevedono sanzioni economiche o militari. Tale superiorità del diritto derivato dell’onu, essenziale ai fini del
mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, è espressamente riconosciuta in molte convenzioni
internazionali, bilaterali e multilaterali.

IUS COGENS o diritto cogente:


Al vertice c’è un trattato: quello sulla carta ONU e il diritto derivato = sono i trattati unilaterali dell’organizzazione
internazionale. Formalmente sono firmati ONU. Il diritto derivato è una fonte non previsto dall’art 38 che compare al vertice
della piramide. La seconda cosa che mettiamo al vertice della piramide è lo ius cogens.
Ha delle regole che sono troppo alte per essere violate perché si trovano già in natura, in realtà lo ius cogens moderno
ha qlcs del diritto naturale ma non è impostato solo su questo diritto naturale ma che vanno oltre quel senso. Il diritto alla
vita lo troviamo in tutte le concezioni ideologiche e religiose.

In rarissimi casi di contrasto viene fatto prevalere lo IUS Cogens: Il secondo ambito in cui il Diritto Internazionale prevale
sempre in modo inderogabile è quello dello Ius Cogens Diritto Cogente, ritorno al Diritto Naturale, un “ordine pubblico
internazionale” inderogabile
La violazione dello Ius Cogens comporta la nullità di ogni atto contrario (Art 53 CVLT) è come se quell’atto non
esistesse. es. disposizioni tra Italia e Francia contrarie allo Ius Cogens sono nulle, non producono effetti.

Tuttavia…
Non si definisce con precisione lo Ius Cogens, si danno le caratteristiche generali. Abbiamo la definizione di Ius Cogens ma
non abbiamo la definizione del contenuto. Sappiamo dalla descrizione dell’art 53 che si tratta di una norma:

 Imperativa: (tutela degli interessi più alti) che va oltre l’obbligatorio (tutte le norme). Come si fa a capire che sono
imperative? Per l’opinione dei giudici, che danno validità a tutta la comunità internazionale. Si tratta di norme alle quali viene evitata
ogni deroga.
Tutte le norme fondamentali del diritto internazionale fanno parte dello IUS COGENS; così avviene per la regola pacta sunt servanda
che è alla base del carattere vincolante dei trattati: una regola sicuramente fondamentale ma non di ius cogens Poiché si tratta di una
norma di diritto dei trattati.
è un vero e proprio limite alla volontà degli stati. Se anche quei due stati sono d’accordo con qlcs di particolare non lo
possono fare lo stesso.
Il carattere imperativo può avere una duplice giustificazione:
a. è opportuno proteggere gli interessi superiori( della società) Comuni a tutti i suoi membri➔ ciò vuol dire impedire dei comportamenti
immorali o antisociali
b. è opportuno proteggere gli Stati piu deboli➔ siamo di fronte a uno strumento di protezione contro le disuguaglianze di potere nelle
negoziazioni internazionali
 Di diritto internazionale: devono essere riconosciute dalla comunità internazionale nel suo insieme.
La norma di Ius cogens in questione deve essere riconosciuta come avente un carattere assoluto, imperativo, inderogabile. Questo
riconoscimento deve essere opera della comunità internazionale degli Stati nel suo insieme. La CDV del 1969 identifica le norme di Ius
cogens di portata universale (ma nulla consente di escludere l’esistenza di norme di ius cogens regionali, ma esse dovranno allora
rispettare le norme di ius cogens universali)
Sarà sempre pendente l’accusa di eurocentrismo, occidentalismo = l’accusa di essere create e modellate da una parte del
mondo e che in realtà non siano così generali.
 Non immutabile: lo ius cogens può essere cambiato solo da altre regole ius cogens. Può intervenire un’altra regola dello
ius cogens che ci sposta oltre l’asticella = la norma può cambiare. Una norma di ius cogens non è eterna: può essere modificata
da una norma successiva della stessa natura-NADIA.

IUS COGENS
il CONTENUTO
 Le corti: luogo in cui esseri umani si trovano a dover risolvere delle situazioni concrete andando a ricondurle a situazioni
astratte che sono le norme. Perciò cerchiamo di capire come lo ius cogens viene letto nelle corti.
 corti interne: sono le corti nazionali
 corti regionali dei diritti umani.
Tra le corti interne hanno fatto e fanno riferimenti allo Ius Cogens o al diritto cogente abbiamo anche delle corti italiane in
cui alcune cose vanno oltre al diritto superiore. Ci sono state cose, indipendentemente dal fatto che fossero lecite e fatta
per legge, che però risultano contrarie a delle leggi/diritti superiori.
Es. il signor Severini che era stato deportato nel campo di concentramento c’era stato un accordo fatto per legge che
però risulta contraria a delle leggi superiori anche se erano state integrate.
Ci sono casi in cui il nome di questo diritto più alto si va a ledere all’umanità: Pinochet (dittatore del Chile) può essere
arrestato perché ha violato delle cose che vanno oltre il rispetto dovuto ad un capo di stato.
Una norma che c’è sempre stata nel diritto interno di uno stato può essere sempre messa in dubbio dallo ius cogens/o
essere sorpassata

ma…il contenuto può essere determinato solo dalla comunità Internazionale!


Manca però un elenco di norme di Ius Cogens nella CVDT.

C’è accordo nell’ammettere nello Ius Cogens:


 “crimini contro l’umanità” (Convenzioni di Ginevra), diritto alla vita, divieto di tortura, divieto di schiavitù, divieto di
incarcerazione per debiti, divieto di pena senza base giuridica, libertà di pensiero, divieto di uso della forza, non
riconoscimento delle situazioni di fatto in violazione del diritto internazionale, diritto all’autodeterminazione dei popoli (in eu
viene considerato come ius cogens regionale), diritti umani e libertà “intangibili” CEDU (per stati interessati).

Sono invece dibattute:


 Libertà dei mari e dello spazio, diritti umani in toto

Si viola il diritto alla vita quando un individuo viene privato arbitrariamente di essa. Quando un individuo viene privato di vita
in base alla legge: pena di morte. Nel momento in cui una persona viene privata della vita in maniera motivata per legge,
sulla base di una sentenza, siamo oltre il diritto alla vita in senso assoluto = incompatibiltà tra diritto alla vita e pena di
morte = nonsense. Dentro contesto europeo/convenzione europea il diritto alla vita è assoluto, non in Bielorussia, quindi
viene proibita per questo principio la pena di morte. (nella convenzione globale se il diritto viene ex lege-al di furoi della
legge- può non essere assoluto)

Gli Stati Uniti e la Cina non vanno contro lo ius cogens perché queste affermazioni avvengono sulla base di una sentenza.
In europa un paese che ha la pena di morte non andrebbe contro lo ius cogens universale ma a quello di livello regionale si,
perché è stato riconosciuta come non ammissibile. Secondo una corrente di dottrina
tutti i diritti umani si rifarebbero allo ius cogens in toto…

Anche questi diritti possono essere problematici nel contenuto, ad esempio l’autodeterminazione dei popoli spesso viene
usata come slogan politico per dimostrare qualunque forma di secessione a uno stato. Il contenuto dell’autoderminazione
dei popoli nasce da dei diritti collettivi. Il diritto all’autoderminazione dei popoli si è potuto applicare nel Kosovo diventa più
complesso motivarlo nell’Alto-Adige/Sud Tirol perché l’autoderminazione dei popoli non richiede che ci sia uno stato ma
richiede che quel popolo possa autogovernarsi e possa esprimere la propria cultura. La seccessione è giustificata quando
non è possibile l’autodeterminazione interna.

IUS COGENS—VIOLAZIONE ED EFFETTI


Un atto in violazione dello Ius Cogens è invalido
 Invalidità ex tunc se al momento della conclusione l’atto è già contrario allo Ius Cogens. Se un atto internazionale nasce già
invalido è invalido dall’origine e non procura mai effetti.
 Invalidità ex nunc se la norma di Ius Cogens emerge in seguito alla conclusione del trattato (non vi è effetto retroattivo). Se
invece la norma di Ius cogens non imputabile e quindi può essere modificata in seguito se un atto si trova ad essere
contrario alla norma di ius cogens in un secondo momento cioè quando si conclude l’accordo va tutto bene e 10 anni dopo
interviene una norma di ius cogens = da quel momento in poi l’atto sarà invalido ma non prima, non c’è un effetto retroattivo

Problema: chi e come si stabilisce l’invalidità dell’atto? Quale corte ? gli altri stati, chi sono gli altri stati? torna il
problema del peso che diamo ai paesi più svilluppati nella formazione del diritto internazionale …chi è che fa le regole ?

Abbiamo la carta delle nazioni unite con il suo diritto derivato, sanzioni in virtù del capo VII e abbiamo lo Ius cogens =
entrambe si trovano in cima alla piramide. Non abbiamo risolto il problema della gerarchia. Tutti gli altri trattati come li
riordiniamo?

Nei secoli abbiamo iniziato ad ordinare tutte le fonti del diritto internazionale sulla base di criteri, non sono quelli formali
dell’art 38, ma sono criteri che già conoscevano i romani e una qualche forma di gerarchia nel senso di diritto interno.

COME SI SVILUPPA LA GERARCHIA?


Detto di Carta ONU e Ius Cogens resta il problema di come si sviluppa la gerarchia delle fonti.
Sulla base dell’Art38 Statuto CIG trattati, consuetudini e principi generali di diritto appaiono avere lo stesso rango. E in caso
di antinomia?
 Criterio cronologico  lex posterior derogat propri : Quello che viene dopo deroga quello che viene prima. Nella
medesima materia tra i medesimi stati quello che viene dopo è la regola che vale.
 Criterio di specialità: se c’è un settore generale che ha delle regole e al suo interno abbiamo delle norme anche in
contrasto ma che normano un settore specifico rispetto a tutta la questione queste si applicheranno al caso specifico. Se
nel regolamento dell’uni c’è scritto che dobbiamo comportarci in un certo modo, ma poi c’è un modo specifico per le aule di
Santa Marta, in queste aule applicheremo quelle specifiche di SM e non quelle generali  lex specialis derogat generali
 Criterio di competenza: soggetti e competenze possedute. Chi fa cosa e chi può fare cosa?
 Criterio gerarchico lex superiori derogat inferiori… quello che sta sopra prevale su quello che sta sotto . questa
geraechia la dobbiamo trovare nella struttura stessa del DI. Ma si è visto che non vi è verticalizzazione “classica”! eppure
possiamo trovare una “gerarchia” diversa…
Il DI ha vari livelli, non ci sono più solo accordi fra stati che decidono solo se farsi o non farsi la guerra/commerciare le
condizioni…c’è tutta una questione più ampia: DIU*

UNA PECULIARE APPLICAZIONE DEL CRITERIO GERARCHICO:


il criterio gerarchico può essere applicato in riferimento a 3 casistiche:
 Diritto internazionale universale* vs diritto internazionale regionale (alcuni gruppi di paesi);
 Diritto internazionale regionale vs trattati internazionali bilaterali;  i paesi al loro interno fanno accordi tra di loro = diritto
interstatale bilaterale. Ita fa accordo con Francia, si applica in tutte le regioni del paese ma solo in questi due = bilaterale.
 La gerarchia applicata alle fonti in seno alle organizzazioni internazionali. Possiamo applicare la gerarchia, che ricorda
quella dello stato, alle fonti all’interno dell’organizzazione internazionale = vedere all’interno dell’ONU quale atto dell’ONU
ha più peso in un determinato paese.

GERARCHIA: DIRITTO INTERNAZIONALE UNIVERSALE VS REGIONALE


Riconoscimento reciproco: Carta ONU legittima gli accordi regionali e spesso gli accordi regionali rimandano alla Carta
ONU o al diritto internazionale generale.

Il diritto regionale non può derogare al diritto universale (non sarebbe più tale!):

 Convenzioni che impediscono la propria modifica da parte di accordi particolari;


 Convenzioni
 Convenzioni Universali…

Carta dell’ONU vs diritto regionale: la carta dell’ONU è aperta ad accordi d’altro tipo. Il diritto regionale tendenzialmente
rimanda alla carta dell’ONU (nel rispetto della carta dell’ONU…) > c’è un riconoscimento reciproco di questo sistema
questo si traduce
 da un lato che il livello più basso non potrà andare contro al livello +alto.
 Dall’altro lato che le norme si potranno fare delle norme nel rispetto del quadro del diritto universale e delle norme più
stringenti  es. diritto alla vita
Livello universale superiore significa che quello sotto non può andare contro

Gli accordi regionali riconoscono la possibilità di concludere accordi bilaterali, locali ma nel rispetto del quadro/accordo
generale. Pensiamo agli accordi di libero scambio all’interno del diritto internazionale dell’economia tra due paesi, e alla
cooperazione rafforzata all’interno dell’unione europea: meccanismo strutturato dell’ue che prevede che se una cosa serve
all’integrazione europea ma non tutti gli stati lo vogliono fare, gli stati che sono d’accordo nel farla possono farla > NON si
può andare contro alla costruzione europea, si può aumentare il grado di integrazione, si può andare oltre. Livello sopra:
minimo comune denominatore; livello sotto: fa e pone delle regole più rigide.

Il diritto regionale ha qualcosa che non ha il diritto universale perché il diritto regionale ha degli attori. Nel diritto universale
tutte le regioni rispondono al diritto universale mentre nel regionale se l’Italia fa un accordo con la Tunisia bilaterale, l’Italia è
sotto il decreto regionale dell’unione europea ma la Tunisia no, la Tunisia è sotto l’unione africana che ha molta meno
cessione di sovranità rispetto all’ue quindi pone molti meno vincoli agli stati.

GERARCHIA : DIRITTO INTERNAZIONALE REGIONALE VS ACCORDI BILATERALI


Superiorità frequentemente riconosciuta negli stessi accordi regionali e nei trattati bilaterali:
trattati UE:
 trattati tra Stati membri-_> ammesso un regime più stringente ma non in contraddizione con la costruzione europea (v.
anche cooperazione rafforzata)  C’è un problema di obblighi nei confronti di uno stato terzo e della ragione, se gli obblighi
di uno stato terzo sono contrari all’ue, se questi obblighi c’erano già quando lo stato è entrato a far parte dell’ue gli obblighi
rimangono in vigore. I diritti che invece hanno determinato l’orientamento dell’ue vengono meno = non può più farli valere.
Se questo paese (che aveva degli obblighi suoi contrari a quelli dell’ue) entra a far parte dell’ue, quell’obbligo è contrario ai
diritti dell’ue = che non permette accordi commerciali centralizzati, deve essere l’ue che centralizza.
 trattati tra stati e membri e stati terzi:
 Se pre-entrata in vigore: obblighi restano in vigore, diritti solo se non contrari al diritto UE.
 Se post-entrata in vigore: in caso di contrasto l’accordo è inopponibile all’UE (ma! Procedura d’informazione preventiva)
 se uno stato che è già parte dell’ue (es. Ita) e vuole fare un accordo contrario al diritto ue, quell’accordo verrà ritenuto
inopponibile all’ue = l’ita sarà in violazione del diritto ue, potrà continuare a far rispettare gli accordi con la tunisia ,ma si
beccherà tutte le conseguenze dell’essere in violazione del diritto dell’ue = procedure, corte di giustizia…
 Trattati in materia d’economia: clausole di compatibilità (possibilità di concludere accordi più favorevoli nel contesto di
aree di libero scambio)
 Per evitare tutto questo, quando gli stati stringono accordi che sono di competenza o esclusiva o condivisa con l’ue ed
entrano in negoziato di stati terzi = far quadrare il diritto internazionale non è facile = c’è la procedura di (in)formazione
preventiva, in cui lo stato lavora con l’ue per evitare che si creino questi meccanismi di conflitti e che poi l’ue sia costretta a
procedere con procedure ad inflazione

GERARCHIA: LE FONTI IN SENO ALLE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI


Gli stati creano delle organizzazioni internazionali e danno loro dei poteri tra cui quello di fare norme: “law making power”.
Questo diritto che deriva dal law making power delle organizzazioni internazionali si chiama diritto derivato.
 Diritto primario = è quello della carta
 Diritto secondario = è quello che sulla base della carta viene introdotto. Deve rispettare quello primario

Gli atti di diritto derivato di un’orgnaizzazione internazionale dovranno essere conformi al diritto originario.

Superiorità della Carta costitutiva (diritto originario) sul diritto derivato.


Dalla Carta Costitutiva  contiene le competenze di attribuzione (vengono attribuite dagli stati) e riparto di competenze tra
gli organi interni. Chi fa cosa nella costituzione? = questo non è tanto diverso da ciò che troviamo nella costituzione italiana
= cosa fa il parlamento? Cosa fa il governo? Quanto vale ogni atto ad ogni livello di organizzazione internazionale? quanto
vale ogni atto ad ogni livello di organizzazione internazionale.

Law making power dell’UE ha effetto soprattutto sui privati.


Le organizzazioni dotate di Law making power (= fare regole per gli altri. Law making power dell’UE ha effetto soprattutto
sui privati.) producono diritto derivato che può avere effetti anche sugli stati e sui privati:
 Mancanza di controllo generalizzato: ruolo sussidiario della CIG –(ci sono molte organizzazioni internazionali, un po’ di
organizzazioni internazionali che hanno questo potere di produrre non solo norme interne ma anche norme che producono
effetti al di fuori dell’organizzazione, non c’è però un meccanismo di controllo sul rispetto della norma secondaria che
rispetta quella primaria e questo è colmato ma in maniera di appoggio dalla CIG per quanto riguarda le nazioni unite)
 Rara esistenza di controllo generalizzato: Corte di giustizia dell' UEes. caso di controllo generalizzato, dove ogni
norma del diritto secondario è sottoposta a verifica /controllo giudiziario è la Corte di giustizia dell’unione europea.

La corte internazionale di giustizia ha un compito sussidiario.


L’atto non poteva resistere perché gli stati non avevano dato il potere di fare quell’atto, gerarchicamente si pone sopra; lo
stato può mettere in dubbio questa gerarchia questa situa si salva con i meccanismi di controllo.

Nel sistema regionale abbiamo delle regole più stringenti rispetto alle regole universali del sistema

I TRATTATI INTERNAZIONALI—COSA SONO?


I trattati sono la prima fonte dell’art. 38
I trattati internazionali sono accordi scritti (Art. 2 CVDT) vincolanti (Art. 26 CVDT) tra gli Stati (1969) regolati dal diritto
internazionale. ---
(Nota al giorno d’oggi non sono gli stati concludono accordi internazionali ma anche le OIG (per le quali c’è la convenzione
di vienna del 1986) le ONG…si può usare il termine “accordo” più generale)
Il nomen iuris: titolo dato all’accordo non è importante!
La convenzione di Vienna codifica il comportamento ritenuto giuridicamente vincolante tra gli stati che facevano trattati in
senso moderno. L’architrave ritenuto il principio dei trattati sarà la regola 7 su 70
trattati = accordi (non conclusi) tra gli stati. …se il trattato che consideriamo è un accordo di libero scambio …

I TRATTATI INTERNAZIONALI –COME INDENTIFICARLI?


Per lo studio dei trattati useremo la convenzione di Vienna del 69’.
Il nomen iuris non è importante, questo significa che un trattato per essere trattato non deve per forza chiamarsi trattato,
ragion per cui i Trattati possono essere identificati con diversi “nomi”:
trattato, convenzione, carta (è quella che istituisce un’organizzazione internazionale), atto finale, patto, scambio di note (tra
due ambasciate, può essere che esso costituisca un trattato e quindi ci siano delle cose da rispettare), protocollo,
memorandum d’intesa ? dichiarazione congiunta? = può essere uno scambio di norme che costituiscono un trattato

I TRATTATI INTERNAZIONALI –CLASSIFICAZIONE


Per fare “ordine” nello studio dei trattati, possiamo dividerli in:
 bilaterali vs multilaterali.
 trattati contrasto vs trattati normativi: da una parte obblighi e diritti precisi, dall’altra regole che si applicano a tutta la
comunità firmataria (no a liv. internazionale)… anche in guerra ci sono i trattati normativi che danno vita ad un regime
giuridico.
 la riserva in un trattato: il fatto che accetto l’accordo nella sua interezza con l’esclusione di un aticolo particolare/specifico
che non mi va bene. La riserva negli accordi bilaterali non ha senso di esistere: deve andare tutto bene ad entrambi. Più
stati fanno parte di un trattato e più c’è un contro-rischio di spezzetamento giuridico = che si vadano a creare dei regimi
giuridici differrenziati sulla base di uno stesso accordo
Trattato contratto = obblighi e diritti reciproci, vs trattati normativi = trattati che creano delle regole che si applicano a tutta la
comunità di paesi firmatari. La guerra non pone fine ai trattati ma sappiamo che tra i trattati che sono suscettibili di rimanere
in vigore anche durante la guerra ci sono i trattati normativi.

I TRATTATI INTERNAZIONALI—LA CVDT: convenzione di Vienna


Oggi la convenzione di Vienna sul diritto dei trattati (CVDT) è il riferimento per lo studio, l’analisi e per interfacciarsi con i
Trattati tra Stati. Le regole della CDV sono su come funziona lo strumento del trattato e non il contenuto delle norme.

Il “trattato sui trattati” è stato firmato a Vienna nel 1969 ed è entrato in vigore il 27 gennaio 1980 (c’è da aspettare questo
lasso di tempo perché servono 35 ratifiche e la 35esima scatta nel 1980), in seguito alla ratifica da parte di 35 stati
(abbiamo già 3 termini chiave per lo studio dei trattati : firma diverso da ratifica diverso da entrata in vigore).

Per vedere se gli obblighi del mio trattato sono in vigore/valgono e io stato A posso far valere un mio diritto nei confronti
dello stato B dovrò fare un incrocio tra questi ultimi due tempi: il primo potrebbe entrare in gioco per un certo tipo di trattati.
La firma è irrilevante nel procedimento ampio solenne del trattato…la firma non vincola il paese ma sarà la ratifica a
vincolarlo. Lo stato non viene vincolato dalle disposizioni di un accordo. La ratifica però avviene e ce lo dice la nostra
costituzione = La ratifica è un problema del diritto interno, del parlamento italiano.
Anche la ratifica potrebbe non essere sufficiente per far si che io possa far valere i miei diritti nei confronti dello stato B.

2/10/2023 – lezione 4

CDV E I SUOI PRINCIPI BASE


La CDV è stata redatta attorno a due principi di base:
 Autonomia delle parti. Un approccio deriva dal dirito dei contratti di Common Law diritto anglosassone, le parti
contraenti quindi gli stati sono libere e autonome di concludere, sono libere di accettare o di non accettare i vincoli del
trattato
 gli obblighi vanno rispettati “pacta sunt servanda “ = liberamente si scelgono i vincoli del trattato ma finchè si rimane
dentro esso bisogna rispettare le norme. Un focus sull’aspetto formale dei trattati piuttosto che su quello sostanziale: le
conseguenze di una violazione sono oggetto del diritto internazionale sulla reponsabilità degli Stati (responsabilità
internazionale). La CDV non tocca l’aspetto sostanziale dei trattati (ovvero che succede in caso di violazione), ci dice però
quando c’è la violazione.

STRUTTURA DI UN TRATTATO
Alcuni sono presenti nella CDV
La struttura tradizionale di un trattato consiste di:
 Preambolo, che solitamente è la parte che non contiene obblighi (se però rimandiamo ad un accordo vincolante nel
preambolo, ovvio che tutto quello che verrà contenuto nell’accordo sarà da rivedere alla luce dell’altro trattato a cui
alludiamo nel preambolo. Quindi il significato della norma può assumere un senso o un altro sulla base del preambolo),
parte introduttiva dove si vedono i nomi delle persone che sono lì a concludere, qual era il loro intento , contiene i valori che
fossero rispettati e i fini a lungo termine. Con quale spirito lo hanno pensato ? ➔quindi è la parte fondamentale per
l’interpretazione, non ci sono obblighi nel preambolo. Contiene i motivi che hanno determinato la conclusione del trattato
da parte delle parti.
 Il dispositivo (corpo) del trattato➔ è il testo principale, dove sono tenuti tutti gli obblighi e diritti di entrambi le parti
suddivisi in articoli (art.1,2,3..). L’art 1; 2 contengono le definizioni, troviamo oggetto e scopo del trattato= cosa si fa e
perché (es. le parti concludono questo trattato per proteggere =scopo le risorse forestali=oggetto). È qui che si trovano
enunciati i diritti e gli obblighi reciproci delle parti contraenti.
 Clausole finali➔sono clausole di autogoverno del trattato, contengono le disposizioni che servono a far vivere il trattato.
Sono le disposizioni che regolano il “funzionamento” del Trattato: quando e come esso entra in vigore, come gli stati
devono comunicare tra loro, in che lingua , quante ratifiche servono per l’entrata in vigore e quanti gg passano per l’entrata
in vigore.
Le clausole finali sono in vigore fin dalla firma, basta firmare per avere l’entrata in vigore. Prima abbiamo detto che firma,
entrata in vigore e ratifica sono 3 momenti diversi. Ma per quanto riguarda le clausole finali firma ed entrata in vigore
coincidono questo perchè se non avessi le clausole finali in vigore non potrei avere tutto il resto che funziona. Mi serve
che le clausoli finali siano in vigore per una questione di funzionamento, per permettere alle 35 ratifiche del CVD di produrre
il risultato.
!!! Perché dobbiamo segnalare la presenza delle clausole finali nel trattato? Le altre clausole entrano in vigore quando
decide il trattato. Le clausole finali entrano in vigore subito perché hanno condizioni di entrata in vigore(es: senza clausole
finali un trattato non potrebbe nemmeno entrare in vigore).Tutto il resto entra in vigore con la ratifica nel caso di trattati
conclusi in forma solenne.
Mentre entra in vigore tutto insieme se il trattato è concluso in froma semplificata, questi trattati sono quelli che hanno
contientuo attuativi, tecnico; quelli più importanti (di natura politica,militare, commerciale) vengono conclusi in forma
solenne.
 Allegati➔parte più consistente. Generalemte sono considerati come parte del dispositivo e contengono disposizioni
vincolanti ed informazioni dettagliate su questioni tecniche, applicative o esecutive relative agli articoli che troviamo nel
corpo o dispositivo. Non è autonomo, c’è un rinvio agli allegati da parte delle norme del testo principale e a loro volta gli
allegati fanno riferimento al testo principale per poter funzionare.

 CONCLUSIONE DI UN TRATTATO
 conclusione del contratto(= entrata in vigore)
 quando viene firmato e inizia a produrre effetti
La conclusione dell’accordo è l’aver realizzato l’accordo, averlo completo.
La prassi diplomatica prevede due forme di conclusione:
1) Stipulazione in forma SOLENNE (prevede la ratifica):
 Il consenso dello Stato ad essere vincolati da un accordo internazionale viene espresso in un atto formale di ratifica da
parte del capo dello Stato o di altra autorità nazionale competente➔ con ratifica (quella “vera” e completa) > più
elaborata,con passaggi in più dal punto di vista interno per far sì che si possa entrare a farne parte.
 in questa forma solenne vi sono complicazioni:
a) dal punto di vista interno➔ PROCEDURA INTERNA (regolata dalla costituzione e dalle leggi italiane)➔in quale modo
lo stato regola come partecipare ad accordi internazionali - ogni paese ha la sua procedura (es. Italia, Stati Uniti con
federalismo) ]
b) dal punto di vista internazionale➔ PROCEDURA INTERNAZIONALE➔ affinchè possa essere riconosciuto e produrre
effetti nello scenario internazionale .[ come il diritto internazionale prevede che si concludono gli accordi internazionali e
iniziano a funzionare]

↳ in forma SOLENNE dobbiamo quindi sdoppiare in due per il dualismo tra diritto internazionale e ciò che accade nei singoli
stati (es. al diritto internazionale non interessa come ratifica l’Italia). Si sdoppiano le procedure per il dualismo che esiste
appunto tra i due livelli. Per mettere in qualche modo d’accordo e affinchè ci sia un controllo di un certo tipo su certi atti.
Ogni paese poi ha le sue procedure.

(Nei sistemi federali c’è il problema di ripartizione delle competenze tra apparato centrale e stati federali).

2) Stipulazione in forma SEMPLIFICATA prevede solo la firma➔ per contrasto sono più semplici nell’elaborazione e sono
accordi attuativi, accordi che già esistono, o tecnici sul funzionamento di qualcosa.
 Il consenso dello Stato ad essere vincolato da un accordo internazionale viene manifestato tramite la semplice apposizione
della firma da parte del plenipotenziario che ha negoziato l’accordo stesso.

La CDV SUI TRATTATI


La costituzione ci permette di fare accordi internazionali.
si occupa dei modi di stipulazione dei trattati agli articoli da 11 a 15:

 Art. 11) Prevede che la volontà di uno stato ad essere vincolato da un trattato possa essere espressa attraverso:
 La firma
 Lo scambio degli strumenti che costituiscono il trattato
 La ratifica, viene fatta dal Presidente della Repubblica
 L’adesione

Per uno stato il fatto che si vincola, con un accordo internazionale, a comportarsi in un certo modo con gli altri stati, significa
porsi dei limiti alla propria sovranità  art 11 ce lo permette.

Art 12 e 13) Disciplina la stipulazione per mezzo della firma o per mezzo dello scambio degli strumenti che costituiscono il
trattato.
Art 14) regola la forma solenne di stipulazione.
Art 15) stabilisce che uno stato può manifestare il proprio consenso ad essere vincolato da un trattato mediante adesione.

LE PROCEDURE INTERNE ITALIANE

LA COSTITUZIONE:
Cosa rappresenta il min 24 ? signfica porsi dei limiti –

↳ le principali norme di rango costituzionale in merito si trovano:

o art. 11 → pone limitazioni. La costituzione permette di entrare in trattati internazionali per limitare la sovranità dello stato,
affinchè sia funzionale al perseguimento della pace mondiale e che avvenga in maniera paritaria con gli altri
o art. 87 comma 8 → (settore sulle competenze del presidente della repubblica). La ratifica spetta al Presidente della
Repubblica, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle camere. L’autorizzazione delle camere alla ratifica dei trattati
risponde all’esigenza che la scelta politica di ratificare un trattato o di aderirvi, su materie di particolare rilevanza e
delicatezza, sia condivisa dal governo con il Parlamento.
a) ratifica (atto previsto dalla forma solenne) → non è un atto discrezionale del presidente, lo autorizza il parlamento (art 80).
Contro-ratifica del ministro degli affari esteri di controllo può avvenire

 art 80 → legge di autorizzazione parlamentare alla ratifica in 5 aree


1) variazione dei confini dello stato: questione del confine orientale è rimasta aperta a lunga -trieste
2) arbitrati e regolamenti giudiziari: il decidere di vincolarsi e di sottomettersi alla decisione di un terzo con effetti vincolanti.
Se c’è un problema con un altro stato, accettare un accordo arbitrale o una regolamentazione del tribunale di giustizia vuol
dire accettare che quello che verrà detto da quell’organo noi lo faremo.
3) modifiche di leggi: quegli accordi internazionali che prevedono modifiche di leggi italiane, serve che il parlamento voti.
4) oneri finanziari: se l’accordo internazionale prevede degli oneri finanziari, quindi un costo per lo Stato italiano
5) impegni di natura politica, sono i trattati più complessi e importanti ad es. un’alleanza militare, entrare a far parte di
un’organizzazione internazionale

→ in questi 5 casi il presidente DEVE essere autorizzato dal parlamento, con una legge alla ratifica del trattato.  a
questo c’è un limite: La stipulazione di un trattato internazionale in forma semplificata va esclusa allorquando l’accordo in
questione appartenga ad una delle fattispecie di cui all’articolo 80 Cost. precedentemente citato; mentre va a messa in tutti
gli altri casi.

 art. 75 comma 2 → divieto di referendum abrogativo per le leggi di autorizzazioni alla ratifica ex art. 80 (divieto di
abrogare le leggi ex art 80 con referendum), questo per evitare che una volta che l’accordo è ratificato, quindi ci siamo
assunti degli impegni in quella comunità internazionale. Se ci fosse il decreto moderativo, basterebbe quello per fare si che
quel trattato non produca più effetti sul piano interno e questo creerebbe un problema con tutti gli altri stati. Bisogna tenere
conto del fatto che un trattato rappresenta un viincolo con tutti gli altri stati, non è solo una questione di diritto interno.

Le leggi di ratifica, approvate dalla costituzione, NON possono essere abrogate da un referendum, si scatenerebbe
una crisi interna e allo stesso tempo a livello internazionale la procedura per uscire da un trattato non è sicuramente
l’abrogazione della stessa.
La stessa Brexit non era vincolante nel senso che abrogava l’adesione britannica all’UE via referendum, chiedeva al
governo di compiere dei passi ma toccava al governo agire, era un’ espressione popolare su come il governo doveva
muoversi.

 art. 117 → Prevede specifiche competenze delle regioni a concludere accordi con stati e intese con enti territoriali interni ad
altro stato: competenze regionali. La regione può stipulare solo tre categorie di accordi e ha l’obbligo di comunicare l’inizio
delle trattative con lo stato straniero al ministero degli affari esteri.

IL PROCENDIMENTO INTERNO ITALIANO: ➔RATIFICA ED ESECUZIONE:(p.128)


↳ aver ratificato un trattato NON significa/non coincide con l’esecuzione dello stesso sul territorio dello stato italiano →
bisogna però dare forza al Trattato a livello interno, serve un ordine di esecuzione, dato in due maniere:
 includere nella legge di autorizzazione alla ratifica un articolo che prevede l’ordine d’esecuzione. Per i casi ex art. 80
l’ordine di esecuzione viene solitamente incluso nella legge di autorizzazione alla ratifica;
 Oppure l’emanazione di un atto di diritto interno dal testo identico a quello del trattato = copia e incolla del trattato
dentro una legge , facendolo diventare legge dello stat italiano.

[RATIFICA➔punto di collegamento tra livello interno ed internazionale. Lo Stato si vincola a delle disposizioni,
potenzialmente responsabile per violazione nei confronti degli altri Paesi membri se Trattato già in vigore]

↳ per i trattati conclusi dal governo in forma semplificata non c’è un ordine di esecuzione: c’è un obbligo di pubblicazione
ex 839/1984 da coordinarsi con la disciplina del Segreto di Stato ex art. 39 della legge 124/2007 (trattati non registrati
non sono opponibili da ONU).
Il trattato viene modificato dall’ONU = fuori dall’italia e dal nostro ordinamento, quella modifica è automaticamente in vigore
anche dentro l’Italia perché la legge italiana rinvia al testo del trattato originale. Con la copia noi siamo vincolati all’originale
ma quello che vale in italia è una copia dell’originale e se noi modifichiamo la copia c’è una discrepanza tra le due cose e
se c’è una discrepanza l’italia può trovarsi in violazione dell’originale. O in caso peggiore parlamento con una maggioranza
fortemente contraria a quell’accordo e se le vuole modificare a suo piacimento solo la copia, quella copia non ha nessuno
status particolare.

 In seguito al deposito della ratifica il paese si vincola verso l’esterno


 Quello che avviene verso l’interno non è toccato dalla ratifica. Il diritto interno non prevede un’incorporazione automatica
internazionale.
La ratifica si ferma a livello di governo, per non far commettere violazioni dobbiamo addattarci all’interno.
Con la ratifica ci vincoliamo verso l’esterno, serve però che quel trattato sia valido anche verso l’interno. Quindi alla
ratifica dobbiamo aggiungere un qualcosa per far produrre quest’effetto verso interno.

Ci sono 2 procedure per fare ciò:

a) Prassi italiana, la soluzione preferibile è avere un’ordine di esecuzione = una frase/ art., di solito nella stessa legge di
ratifica, che rinvia direttamente all’originale, quindi il trattato si evolve sia fuori nei vincoli dell’Italia, che dentro. Si dà piena
esecuzione sul territtorio italiano al trattato dell’art 1, secondo quanto previsto nelle clausole finali del trattato. Ordine di
esecuzione = Il Parlamento vota la ratifica e il giorno dopo vota una legge che è uguale al testo del trattato.
b) L’altra soluzione è creare una legge italiana che è uguale al trattato, a questo punto i vincoli dell’Italia verso l’esterno e
quello che succede dentro vivono di vita propria, non sono più direttamente collegati. Una modifica al trattato NON
comporta una modifica alla legge interna e viceversa la legge interna essendo una legge ordinaria può essere modificata
indipendentemente dal trattato.
In entrambi i casi c’è una violazione del Diritto Internazionale ma il paese può accettarla e fregarsene se ritiene che gli
convenga di più essere in violazione.

In entrambi i casi quella cosa lì sta funzionando ma è meglio l’ordine di esecuzione.


Se il trattato viene modificato dall’ONU (= fuori dall’Italia, dal nostro ordinamento), nel caso in cui c’è un’ordine di
esecuzione che reinvia a quel trattato lì, quella modifica entra in vigore anche dentro l’Italia perché la legge italiana reinvia
al testo del trattato originale. Con la copia noi siamo vincolati all’originale ma quello che vale in Italia è una copia
sull’originale e se noi modifichiamo la copia c’è una discrepanza tra le due cose, e se c’è una discrepanza Italia può trovarsi
in violazione dell’originale. Soluzione potrebbe essere modificare anche la copia italiana, ma se il parlamento non la
volesse modificare perché c’è una maggioranza di governo fortemente contraria a quell’accordo e se lo vuole modificare a
suo piacimento solo la copia ? quella copia non ha nessuno status particolare, né legge ordinaria. (pag 134)

IL PROCEDIMENTO INTERNO ITALIANO


Accordo semplificato può essere un accordo tra ministeri di vari paesi per implementare/decidere parametri o darsi una
procedura rispetto ad un accordo concluso in forma solenne. Negli accordi in forma semplificata possiamo introdurre quei
dettagli che lo stato ritiene non debbano essere note. In questo contrasto, visto che il segreto di stato viene imposto quando
deve essere tutelata l’esistenza dello stato, quando ci sono dei rishci importanti per il funzionamento del sistema stesso
dello Stato prevale sulla pubblicazione.
Ci sono delle cose che talvolta devono rimanere segrete perché altrimenti non funzionerebbe più lo stato.
Es. operazione antimafia non può essere sottopposta al controllo dell’opinione pubblica.

➔ COMPETENZE LOCALI
↳ generalmente solo lo stato può concludere accordi con Stati esteri ma art 117 Cost. prevede la possibilità per le regioni di
concludere accordi con Stati o con enti di altri stati (cooperazione a livello turistico)

↳ partecipazione, per quelle che sono le loro competenze, alla formazione di atti UE ed attuazione ed esecuzione di atti UE
ed internazionali sul proprio territorio.

Le regioni potrebbero trovarsi con competenze regionali per atti di esecuzione sul proprio territorio (la sanità è regionale).
Quindi le regioni possono concludere accordi.
↳ in alcuni casi abbiamo la stipula diretta di accordi (senza negoziati etc):

 applicativi o esecutivi di accordi internazionali in vigore → es accordo Italia-Austria di competenza regionale e devono
concludere un altro accordo ➔In caso vi sia all’interno del quadro di applicazione ed esecuzione di un accordo già
esistente. Le regioni possono concludere certi tipi di accordi (es. accordi internazionali già in vigore internazionalmente.
Accordo Italia Slovenia, accordo con Friuli Venezia Giulia che conclude accordi con Garizia e Slovenia lo stesso fa il sud
tirol con il territtorio austriaco. Se l’accrdo però è con un paese il problema è che il Diritto Internazionale guardando da fuori
vede un soggetto che può invocare la responsabilità internazionale e quindi in questo quadro qui non sarà più il Friuli
Venezia Giulia che conclude l’accordo ma sarà l’Italia, visto da fuori, a concluderlo con la Slovenia per questo motivo è
previsto che la regione notifichi ***)
 tecnico-amministrativi → ci dicono come cooperano le regioni a proposito di procedure comuni. Mezzi di trasporto per
accesso ad attrazioni che stanno un po di qua e un po di la /come cooperano le regioni sempre in ambito turistico ad
esempio sui mezzi trasporto fra regioni di confine
 di natura programmatica → accordi di intenzione politica futura, si danno delle procedure.

Le regioni dovranno dare comunicazione al ministero degli affari esteri che daranno indicazione su come deve essere
concluso l’accordo → una volta concluso, se accordo regione-Stato, esso deve essere risottoposto al ***al ministero degli
affari esteri che sono in corso dei negoziati e il ministero degli esteri può indicare come questi negoziati devono essere
conclusi. Il ministero degli esteri e il Presidente del Consiglio danno i pieni poteri alla regione per concludere l’accordo.

Se l’accordo è con un altro ente statale, va fatta la stessa cosa ma il ministero degli esteri può non rispondere se non trova
nulla di drammatico, se non c’è obiezione dal ministero allora si può concludere direttamente l’accordo.

Obbligo di comunicazione al MAECI (che può indicare le linee guida): la regione deve poi sottoporre l’accordo al MAECI
nuovamente una volta concluso,e nel caso l’accordo sia tra stato e regione,servirà che lo stato dia/conceda i pieni poteri a
concludere alla regione dalla P(residenza) che darà i pieni poteri; o autorizza mediante silenzio-assenso per accordi con
regioni straniere, ovvero enti locali stranieri

IL RUOLO DELL’UE
In piano internazionale ci si può trovare vincolati senza consenso quando questo viene dato da un’organizzazione
internazionale, la quale per qualche motivo in qualche ambito può vincolare gli Stati membri.

Quindi si bypassa tutto il processo di ratifica/processo interno di partecipazione dell’Italia agli accordi internazionali, se
l’accordo è concluso dall’Unione Europea.
↳ = l’Italia può trovarsi vincolata da accordi ai quali non ha prestato direttamente consenso se previsto da una
organizzazione internazionale OIG - in quel caso il consenso viene prestato da qualcosa che non è lo stato
↳ nel caso dell’UE il discorso è molto più profondo → ad es. l’UE ha piena competenza nella politica commerciale
comune. È l’unione europea (ad avere competenza esclusiva, gli stati hanno ceduto parte della loro sovranità all’UE) che
conclude gli accordi di libero scambio in rappresentanza dei propri Stati membri. Questi accordi commerciali non hanno
visto un esplicito consenso degli Stati. Con la partecipazione all’Unione si cede infatti la competenza al farsi vincolare dal
punto di vista internazionale.
Trattati conclusi in forma mista in cui gli accordi vengono firmati sia dall’ue che da tutti gli stati membri, troviamo 2 parti
dell’accordo: una è l’UE e i 27 stati membri, l’altra è lo stato estero. La forma mista: accordo concluso UE (italia, francia,
spagna…) con il Giappone, comporta che se uno stato esce dall’UE rimane vincolato perché ha concluso l’accordo
firmando sia come parte dell’UE sia come singolo stato.

IL PROCEDIMENTO INTERNO USA


Come funziona uno stato federale?

➔ federazione VS stati federati


Dal punto di vista attuativo c’è molto più margine di competenze per gli Stati federali rispetto che alle regioni italiane.
↳ la competenza internazionale (e quindi la conclusione dei trattati) è attribuita dalla costituzione americana agli organi del
gov. federale, in particolare tradizionalmente il presidente va a negoziare è dunque il negoziatore

 art. 1 c. VIII → potere esclusivo del Congresso in materia bellica e di crimini internazionali.
 art. 1 c. X → divieto per gli stati (federati) di concludere accordi Sia con un altro stato, sia con una potenza straniera, senza
consenso del congresso ma si riconosce la possibilità di farlo con autorizzazione e nel quadro degli impegni
internazionali USA - es. in materia commerciale ogni singolo stato americano ha una qualche forma di legislazione interna
allo stato per concludere contratti (Una volta che la Federazione si è vincolata,spetta agli Stati mettere in pratica quegli
accordi). Il presidente può concludere accordi esecutivi con l’approvazione del senato

↳ in particolare negli USA l’interpretazione della Corte Suprema in merito ai poteri federali è particolarmente estensiva
quindi ha dato molti poteri di vincolo internazionale alla federazione (ma non è sempre così → sono state poste delle
clausole federali nei trattati; così il governo degli USA specifica che vincola gli USA come governo federale e non come
singoli stati)

➔ presidente VS senato
↳ La costituzione del 1787 prevede che gli Stati Uniti possano contrarre obblighi con una potenza straniera solo mediante
trattato internazionale . in materia , la competenza è ripartita tra il presidente , che negozia , e il Senato , che approva
maggioranza qualificata di 2/3 .

In genere la competenza è ripartita tra Presidente e Senato: il presidente negozia e il senato ne approva/autorizza la
conclusione (possibilità per il Presidente di concludere accordi previa autorizzazione del Senato). Nell’ambito del
commercio internazionale (settore importante ai giorni nostri) la costituzione attribuisce espressamente competenza al
Congresso senza neppur far allusione al ruolo del presidente➔ da qui emerge un potenziale conflitto costituzionale.

↳ esiste però l’executive agreements che sono la versione americana dei nostri accordi esecutivi semplificati, Il presidente
può concludere accordi in forma semplificata, quelli che non prevedono controllo parlamentare. Con il lavoro della Corte
Suprema abbiamo capito che ci sono 5 casi in cui il presidente può concludere autonomamente accordi sul piano
internazionale:

1. come accordo attuativo di un accordo preesistente: Questi accordi possono essere conclusi solo dal presidente, in
applicazione di un trattato internazionale anteriore approvato dal Senato a maggioranza di 2/3;
2. con delega in materia commerciale del congresso (che ha poteri esclusivi in materia commerciale)
3. con approvazione a posteriori del congresso (conclusione Del presidente ma con riserva dell’approvazione del
congresso) - il presidente conclude l’accordo apponendo la nota che la conclusione è avvenuta con riserva di
approvazione del congresso - la firma del presidente diventa valida solo con l’apposizione della firma del congresso,
altrimenti è come se non avesse firmato; accordo salt 2 del ’99. = finché il congresso non dà l’ok gli altri non sanno se gli
Usa sono vincolati o meno all’accordo
4. quando rientrano nell’autorità del presidente (teoria dei poteri impliciti per cui un organo ha, oltre ai poteri direttamente
conferitogli, anche quei poteri che gli servono per utilizzare i poteri che gli sono stati conferiti. Era la questione dell’UE che
può fare alcune cose, la soluzione che si trova da un punto di vista logico è che non le avesse potute fare non avrebbe
potuto fare quello per cui era stata realizzata. Quindi la teoria dei poteri impliciti, in questo caso, prevede che il Presidente
abbia quei poteri che gli servono per poter formare i suoi propri poteri.): sono accordi che possono essere conclusi solo dal
presidente quando agisce in quanto comandante in capo delle forze armate o in quanto capo dell’esecutivo;
5. Legittimazione dei poteri impliciti decretati dalla CS non sempre ben accolti o accetti dagli altri organi. Delega del
congresso richiesta dal Presidente, come cosa formale, poiché già stato legittimato a farlo dalla corte scoprema. Quando
conclusi sulla base dei poteri del presidente arricchiti dalla delega del Congresso ➔ Gli accordi possono essere conclusi
dal presidente sia su delega del Congresso sia in base ai propri poteri

↳ in ogni caso gli executive agreements sono di rango inferiore ai trattati conclusi in forma solenne: non possono modificare
una legge federale preesistente e non possono produrre effetti individuali sui singoli stati, vincolando solo gli USA. Vennero
ampiamente usati dopo la fine della seconda guerra mondiale.

IL PROCEDIMENTO INTERNAZIONALE
1) NEGOZIATO – siamo nella fase pre-giuridica
↳ la CVDT lascia libere le parti (internazionali) di concludere l’accordo come meglio credono, ma nella prassi diplomatica
internazionale il procedimento si svolge in 5 (4+1 = una è alternativa ad un’altra: negoziato, firma, ratifica, entrata in vigore;
oppure abbiamo l’adesione che prevede che non si abbia partecipato al negoziato e ad un certo punto ci si vada a vincolare
all’accordo.) fasi standard, l’importante è che si concludano con ratifica e la finale entrata in vigore:

 negoziato ➔fase iniziale e può durare mesi o anche anni; avvengono in riunioni bilaterali o multilaterali → negoziato
avviene in congressi o in seno alle organizzazioni internazionali (in tal caso si segue un regolamento di procedura). È la
fase in cui si svolgono le trattative e si procede alla redazione del testo dell’accordo che contiene le norme del trattato.

↳ chi negozia deve avere i pieni poteri (plenipotenziario) che sono una lettera dove c’è scritto che lo stato autorizza
quella persona a negoziare; i pieni poteri vanno verificati all’inizio di ogni negoziato/sessione → i negoziatori possono
variare (in un negoziato che dura anni possono intervenire molti fattori: dal cambio di governo alla morte del soggetto) o
avere diversi poteri (solo negoziato o anche firma?)

↳ durante il negoziato è di primaria importanza stabilire la lingua, se possibile (perché in alcuni contesti ci sarà resistenza
a lasciar cadere alcune lingue nella versione finale), in quale sarà redatto il trattato: è più semplice usarne solo una;
Tuttavia per un trattato multilaterale le versioni secondo Le 5 lingue ufficiali fanno ugualmente fede.

problema della lingua nel negoziato: il fatto di avere uno stesso trattato con uno stesso contenuto in due lingue è
problematico perché se non sappiamo quale delle due vale di più e c’è un contrasto tra le due, come arriviamo ad una
soluzione di una questione? problema di interpretazione. (pag 145) Ci sono tanti casi, il più famoso è quello della
risoluzione del consiglio di sicurezza delle nazioni unite (risoluzione rientra nella categoria di atto unilaterale dell’Onu) del
1967 della guerra dei 6 giorni chiede ad Israele di ritirarsi…territori occuppati
puntini puntini perché la

 versione in inglese: ritirarsi FROM occupied territories = non significa per forza ritirarsi da tutti i territtori (ma potrebbe
significare anche questo). L’inglese non mette l’articolo apposta per non intendere in assoluto la cosa.
 La versione francese mette l’articolo = ritirarsi DAI territtori occuppati = da tutti i territtori occuppati

Chi sostiene che bisogna ritirarsi da tutti i territtori sostiene la versione francese, chi invece no è per la versione inglese. Il
problema sono le due lingue, si è detto al consiglio di sicurezza che le risoluzioni andavano fatte in queste due lingue. Non
abbiamo ancora trovato una che fa fede rispetto all’altra. Se avessimo una versione sola il problema non si porrebbe, il
problema sono le due lingue e non è la frase in sé. Si è data una nobiltà ad alcune lingue nel consiglio di sicurezza e le
risoluzioni vanno fatte in queste due lingue.

Si trova l’accordo sul testo del trattato, si arriva alla fine e lo si tiene nelle due lingue sperando che non succeda nulla
quindi si adotta il testo. Qualunque ordinamento giuridico che non ha la buona fede alla base non funziona non c’è più il
diritto se non c’è la buona fede alla base.

↳ Al termine delle trattative si ha l’adozione del testo del trattato che richiede il consenso di tutti gli Stati che hanno
partecipato al negoziato. Con l’adozione del trattato si conclude la fase preparatoria di formazione del trattato. Adozione = è
avere qualcosa da sottoporre alla firma. Nell’ONU l’adozione avviene in Assemblea generale = il testo viene adottato e si
apre alla firma. La fase negoziale si chiude con la parafatura* = certificazione che quel testo lì fa parte di un unico blocco
dedicato a chi ha negoziato, ma ancora non siamo nella firma, è una fase precedente. Finita la parafatura allora si firma

Quando tutte le parti sono d’accordo sul testo, il trattato viene adottato e si può procedere con la fase successiva:

 firma
 ratifica
 (adesione) - prevede che non si sia partecipato alle fasi precedenti o quanto meno alle due precedenti
 entrata in vigore
a) internazionalmente
b) internamente ai singoli stati

9/10/2023-lezione 5

2) LA FIRMA, i primi effetti si hanno con la firma.


Con la firma ci si lega ad un testo preciso, con la firma il negoziato non si negozia più. Il diritto internazionale riconosce il
potere di firma = il potere di chiudere formalmente il negoziato e di cristalizzare il testo (per poi passarlo a capo di stato,
capo di gov, ministro degli esteri.)
Chi è che firma? Oggi abbiamo una pluralità di trattati, la firma può essere apposta anche dagli stessi negoziatori,
dagli ambasciatori, da chi è stato incaricato dallo stato di negoziare. Questa persona deve avere anche i pieni poteri di
firmare, non solo di negoziare, non è detto che chi aveva i pieni poteri di negoziato abbia anche i pieni poteri di firma,
possono non coincidere le due cose.

La firma avviene dopo che il negoziato si è concluso con la parafatura* da parte di chi ha negoziato➔ Consiste
nell’apposizione delle iniziali del negoziatore ,e non della firma per intero, ad ogni pagina del trattato. → se questi hanno
potere di firma possono procedere in prima persona, altrimenti spetta a tre figure che hanno origini storiche nel loro potere
di firma:

 Capo dello Stato,


 Capo del Governo, dall’800 assume nella sua persona gli obblighi del monarca assoluto
 Ministro/a degli Affari Esteri, che si dedica al lato estero delle relazioni/ al rapporto con gli altri stati.
 C’è una 4^ figura, generalmente accettata: l’ambasciatore di un certo paese, a patto che l’accordo sia bilaterali e riguardi a
temi di stretta relazione diplomatica con lo stato che rappresenta

PROBLEMA? ➔ Il DI riconosce automaticamente al capo dello stato, capo di gov, ministro, il potere di firmare un trattato.
Se il presidente della repubblica va a firmare trattati esteri? Problema nel diritto italiano. Sarà l’Italia che dovrà trovare un
modo. Non è un problema a livello internazionale. ➔ se i vincoli non vanno rispettati, il problema è a livello interno e no
internazionale . Infatti P. Della Rep è seguito da altre persone che aiutano nelle decisioni e azioni.

➔ Cosa esprime la firma?


a. Cristallizza il testo del trattato=gli stati sono certi che le parole non si cambiano più = NON si discute più. (es. quando si
fece il Congresso di Vienna si era sicuri che una volta firmato tutti avrebbero portato lo stesso tipo di testo alla Corte di
riferimento a capo)
Inoltre la firma ha anche la funzione di autenticare il testo
b. NON vincola lo Stato (a meno che non si tratti di accordi conclusi in forma semplificata, non preveda la ratifica, es.
accordo esecutivo/tecnico ) → se non vincola, ci sono obblighi? Non esiste un obbligo di ratifica ma solo obblighi che
derivano dalla buona fede (senza questa non funziona a livello giuridico) di sottoporre il trattato alle autorità competenti
dello stato (in Italia è il parlamento).
 In forma solenne(per trattati importanti, dell’art 80 cost)➔non ci sono vincoli tranne uno: quello di non agire contro l’oggetto
e scopo del trattato. In questo caso la firma non costituisce che una fase intermedia nel procedimento internazionale di
conclusione di un trattato.
1° obbligo di buona fede = divieto di privare il Trattato del suo oggetto o del suo scopo.
es. trattato per la conservazione delle risorse ittiche, lo stato può continuare a rispettare i parametri che vuole, perché
non è vincolato, però non può fare estinguere pesce allevato di mare perché viene meno lo scopo quindi la protezione
dell’oggetto delle risorse ittiche. Questo non vuol dire che deve già attenersi ai parametri che verranno decisi dopo ma non
può agirvi contro.
 In forma semplificata➔ si è vincolati➔ La firma del trattato impegna in modo definitivo lo stato e non serve la ratifica.
2° obbligo di buona fede: sottoporre il trattato alle autorità competenti dello Stato*, vincolarsi verso fuori e dare seguito
all’interno. (in italia il parlamento è sovrano e non posso prevedere un obbligo di ratifica).
Non esiste un obbligo di ratifica, ma si ricava/esiste dal principio di buona fede = un obbligo di buona fede di
sottoporre il trattato alle autorità competenti*. Se si firma in buona fede, significa che chi firma ha l’intenzione che il trattato
entri in vigore, con la ratifica. (ES: nel 2004-2005 la costituzione europea non è mai entrata in vigore). C’era l’obbbligo di
seguire l’iter parlamentare (farlo vedere al parlamento) per procedere con l’eventuale ratifica.
La firma puo essere posta anche con riserva➔ chi firma non sa se è autorizzato a firmare. Sotto la firma scriverà che
quella firma è con riserva di approvazione da parte di qualche altro organo interno e a quel punto si attende l’ok o meno
3) LA RATIFICA
Oggi l’ONU avrebbe lavorato su piano inerno ed esterno = vincolo verso fuori e vincolo verso dentro.
Chi avrebbe dato seguito alle disposizioni del trattato su piano interno ? il monarca/sovrano del 500’
Come avvenivano i negoziati dei trattati bilaterali nel 1500-1600? Avvenivano quando partiva un’ambasciata da un paese e
andava nell’altro a negoziare, però dovevano tornare dal sovrano che ratificava quindi dava l’ok finale e poi si depositava la
ratifica, si comunicava alla controparte che ci si vincolava.
Anche oggi il principio è lo stesso: l’ordinamento interno valuta da un lato se vincolarsi verso l’esterno e come dare
esecuzione all’interno.

Dopo la ratifica il trattato entra in vigore. La procedura di ratifica è di diritto interno. Ogni stato ha una procedura simile a
quella italiana.
Il parlamento controlla gli obblighi cristallizzati che non si possono più cambiare. Qua si valuta se il risultato del negoziato
va bene.
Per il DI, è importante che vi sia l’ok per il trattato da parte del sovrano, gli è irrilevante il quando e la forma (Non
soggetta a regole particolari). Il momento chiave per il DI è quando la ratifica viene depositata (notifica della ratifica). La
maggior parte delle volte la ratifica è espressa.
Siccome il DI è tutto basato sul consenso, è logico che ci debba essere. Non ci sono sanzioni per la mancata ratifica = per il
Diritto internazionale non c’è l’obbligo di ratifica, perché quello che avviene dentro lo Stato è un problema dello stato
soprattutto nell’interstatale. Dove ci potrebbe essere la sanzione? Il DI apprende che il Parlamento ha dato l’autorizzazione.
Il presidente della Rep, seppur obbligato, non firma/ oppure il ministro degli affari esteri non deposita la ratifica .. ➔in questi
casi, quando il popolo ha autorizzato a firmare, e il ministro degli affari esteri non fa nulla➔ problema di diritto interno,
perché il diritto internazionale ancora non sa nulla(sempre il problema dei due livelli), non puo essere vincolato se manca la
ratifica del Ministro➔ problema dei due livelli sempre presenti, e problema nel diritto interno.

La ratifica è un «second look» al Trattato fatto a livello di diritto interno, seguendo le procedure previste dal diritto interno. In
compenso, il diritto internazionale:
• Non prevede un obbligo di ratifica
• Non prevede un termine ultimo (una data) per la ratifica (trattati firmati decenni fa, risulta ancora la firma ma non risultano
ratficati però il paese risulta ancora firmatario. Le caselle vuote saranno Usa, Russia, Cina, sono quelli che firmano e si
prendono tempo per ratificare)
• Non impone una forma particolare per la ratifica (l’unica cosa che impone è che la ratifica vada fatta conoscere
all’esterno)
• Fa discendere effetti giuridici del trattato nei confronti dello Stato, con il deposito della ratifica (o della notifica)
presso il depositario → la manifestazione di consenso va comunicata; (i multilaterali o uno stato di un’organizzazione
internazionale prevedono con il deposito della ratifica che gli altri sanno che io sono vincolato a questa cosa e questa cosa
produce effetti giuridici)
• Non ci sono sanzioni per chi non ratifica (a patto che ci sia il rispetto di oggetto e scopo del trattato)

Con la ratifica lo stato è vincolato agli obblighi (o a «non privare il Trattato di oggetto e scopo» fino all’entrata in vigore)➔
Dal momento del deposito del suo strumento di ratifica presso il governo depositario, lo stato è definitivamente obbligato.
Per i primi stati che ratificano, quel trattato che firmano non è magari già attivo a liv internazionale.
Se è gia in vigore internazionalmente, gli obblighi entrano in vigore per lo stato, se non è ancora in vigore
internazionalmente siamo in una fase di sospensione, dove ci si puo comportare ancora così, consci tuttavia che da un
momento all’altro bisogna iniziare a comportarsi diversamente seguendo il trattato.
Lo stato è vincolato dal testo del trattato nella sua interezza, quindi non può procedere ad una ratifica parziale. La
questione è diversa in caso di riserve ammesse ed ammissibili previste dal corpo del trattato.

CARATTERE DELLA RATIFICA:


Non obbligatorio e puramente discrezionale➔ uno stato non è tenuto a ratificare un trattato anche se i suoi negoziatori
ne abbiano firmato il testo o abbiano promosso la sua adozione➔ il rifiuto di ratifica è lecito in diritto internazionale, e lo
stato che ha rifiutato non è responsabile sul piano internazionale.
(È quello che sta succedendo con il Mess, è un trattato europeo firmato ma non ha sottoposto ancora a ratifica e per linea
politica non ha intenzione di farlo e dal punto di vista internazionale non c’è un obbligo di farlo. C’è un obbligo di sottoporlo
al parlamento ma non c’è un termine.)

Rimane il problema a livello di diritto interno.


Che succede se al momento della ratifica, che viene autorizzata dal parlamento, o il presidente non ratifica o il presidente
ratifica ma non avviene il deposito, quindi manca la fase in cui gli altri lo sanno?
Tecnicamente è stato ratificato, ma dal momento in cui io non lo ho comunicato verso l’esterno gli altri non possono saperlo
dal punto di vista del Diritto Internazionale. Dal punto di vista del Diritto Internazionale questa situazione non è sanzionabile
perché non siamo ancora usciti dalla casella del Diritto interno.
Il problema si porrà nel diritto costituzionale/interno, sarà il parlamento a dire io ti ho chiesto la ratifica il presidente la ha
fatta e tu non la hai depositata (ma si torna al tribunale interno), per il diritto internazionale il fatto che ci sia un trattato
ratificato dal presidente ma non comunicato all’esterno = fatto non conosciuto perché quella ratifica non è nota e quindi
non possono esserci degli effetti.
Una volta che si deposita la ratifica partono gli effetti giuridici = bisogna rispettare tutti i paletti del trattato, a meno che il
trattato non sia ancora in vigore, potrebbe essere che ratifichiamo prima che il trattato entri in vigore e rimaniamo vincolati
agli obblighi di prima (oggetto e scopo da proteggere e attendere…)

4) L’ADESIONE
…cosa succede se
 uno Stato vuole entrare a fare parte di un trattato senza partecipare a quelle cose che si è detto prima, quindi non lo
negozia, non lo firma e il trattato prevede che possano entrare le norme in vigore.
 Chi non firma il trattato/l’ha abbandonato/non aderisce, ma è interessato.
In questo caso, serve il consenso di chi ha già firmato per far sì che uno stato possa aderirvi➔ il trattato deve essere
aperto all’adesione. Uno Stato che non ha partecipato ai negoziati può diventare parte di un Trattato in un momento
successivo mediante l’adesione.
Nel caso in cui uno stato non abbia firmato il trattato esiste la possibilità di divenirne parte attraverso l’adesione. Vi sono
tuttavia trattati con
a) adesione aperta (aperti per tutti gli Stati al mondo desiderosi di rispettarne i termini)
e quelli con adesione chiusa (per es per ragioni geografiche). Ai trattati dell’Ue solo gli stati europei possono aderirvi. A
volte i trattati sono chiusi, un trattato bilaterale per la cooperazione economica-militare-politica tra Austria e Svizzera sarà
aperto ad Austria e Svizzera, non potrà entrare Italia, si può negoziare però servirà che Austria e Svizzera diano questo ok.
Se le parti danno l’ok e quindi permettono l’adesione di terzi allora uno stato può decidere di vincolarsi alle disposizioni di
un trattato che non ha negoziato, che dunque non ha potere negoziale = quelle sono le cose o le accetta o ne fa parte.
b) Esistono anche trattati semiaperti dove possono accedervi solo stati che rispondono a certe caratteristiche precise.
L’adesione ad un Trattato internazionale non è un diritto ma è soggetta alla volontà delle Parti di permettere o meno
l’adesione di terzi.

Adesione è simile all’ammissione/accessione (trattato o un blocco di trattati, nel caso dell’UE sono 2+1)
ad un’organizzazione internazionale
 (la questione è + complicata perché vuol dire accettare non un singolo trattato ma tutto il blocco di trattati che creano
l’organizzazione ed eventualmente tutto il diritto derivato. Per contro è abbastanza più organizzata la procedura di
ammissione. Alla fine di tutto ciò lo Stato si vincolerà sia con gli stati che sono già parte dell’organizzazione internazionale,
sia con l’organizzazione internazionale stessa. Quindi si introduce un elemento nuovo che è l’organizzazione internazionale
come soggetto di diritto.)
 che è quando i trattati a cui si vuole far parte, sono quelli che dano vita a una organizzazione internazionale e che di
conseguenza comportano l’accettazione dal punto di vista interno di altri trattati che da questo derivano. La differenza che
qui le Parti sono lo Stato richiedente e l’OIG ed è necessario seguire una specifica procedura di ammisione.

5) ENTRATA IN VIGORE
Entrata in vigore➔ È il momento in cui il trattato inizia a produrre effetti giuridici: un obbligo comportamento ( Per es avere
un certo comportamento nei confronti di altri stati), avere un diritto nei confronti degli altri, è il momento in cui il Trattato
inizia a produrre effetti giuridici sul piano internazionale*. Il diritto internazionale non impone nemmeno delle condizioni
specifiche circa l’entrata in vigore di un trattato, tutto dipende dalla volontà Degli Stati contraenti.
*questo ce lo dicono le clausole finali, dove troviamo quando e come entra un trattato.
Trattati multilaterali: Serviranno un tot di ratifiche depositate per far entrare in vigore internazionalmente il trattato. A questo
numero di ratifiche possono essere aggiunte altri parametri, es un elemento temporale = 60 giorni dopo il deposito della
40ntesima ratifica, può essere richiesta una maggioranza assoluta assoluta di blocco: servono 2/3 delle ratifiche + tutte le
ratifiche di un gruppo di stati particolari per esempio dei membri del consiglio di sicurezza dell’ONU, oltre alle 20 ratifiche
servono anche quelle dei paesi rappresentativi. L’entrata in vigore internazionale non vuol dire entrata in vigore per lo Stato,
che lo stato sia vincolato x concetto di data critica

Es. Convenzione di Vienna = 35 ratifiche, fino al 34esimo stato la ratifica non comporta altro che non sia privare trattato di
un sogg e scopo. Il 35esimo stato entra in vigore internazionalmente, perché lo dicono le clausole finali e fa si che entri in
vigore per tutti i 35 perché aveva ratificato prima. Mettamo che dopo un anno un 36 esimo stato ratifica, per questo stato gli
obblighi e diritti dipendono dalla data della sua ratifica quindi in questo caso il trattato vale da un anno dopo.
L’entrata in vigore internazionale ci serve come elemento di base, minimo comune denominatore = Se non è in vigore
internazionalmente il trattato non può produrre effetti. Per produrre effetti nei confronti dei singoli stati conta la ratifica
del singolo stato.
Chi ratifica per primo, si troverà vincolato da subito, appena il trattato entra in vigore internazionalmente;
per la maggioranza degli stati il trattato entrerà in vigore in un momento successivo.
Il trattato entra in vigore internazionalmente ma poi valuterà ogni singola ratifica per capire quando quel singolo stato ha
degli obblighi. Questo è fondamentale poi nei rapporti tra gli stati parte del trattato, è il lavoro che fanno al ministero degli
esteri, se io sospetto di avere un diritto che mi sia stato violato o che uno stato non stia rispettando un obbligo che ha nei
miei confronti, io dovrò andare a vedere se il trattato è effettivamente in vigore non internazionalmente che è elemento di
base già assicurato, devo vedere se quello stato nei confronti del quale io avevo delle dimostranze effettivamente aveva
quegli obblighi.
Se c’è un trattato con 200 stati e prevede 20 ratifiche per l’entrata in vigore, per i primi 20 sarà semplice ma per tutti gli altri
ci saranno 180 date diverse a partire dalle quali un trattato produce degli effetti.

È definita dalle clausole finali, motivo per cui le clausole finali entrano in vigore con la firma.
Clausola di entrata in vigore prevede l’evento critico, ovvero un numero di ratifiche tali per cui le parti ritengono che con
questo numero di ratifiche il trattato è in vigore a livello internazionale.
Per i trattati multilaterali solitamente questi entrano in vigore al raggiungimento di numero determinato di ratifiche. x
Attenzione al concetto di «data critica»: differenza tra entrata in vigore internazionale ed entrata in vigore per i singoli Stati.
Se servono 5 ratifiche,per i primi 4 che ratificano possono comportarsi come prima fino alla firma del 5^. Ma anche: 10 stati
vogliono ratificare, la clausola prevede che dalla 5^ il trattato entra in vigore internazionalmente, e a livello nazionale per
quei 4 che hanno gia firmato. Il numero di stati viene deciso in base all’urgenza che le parti hanno di fare entrare il trattato
in vigore, quindi dipende dalla materia:

6) Priorità di far entrare trattato a liv internazionale=> 90 stati, 5 ratifiche


Per chi ha deciso di ratificare, vincolarsi, c’è subito un regime funzionante

7) Se c’è bisogno di ampio consenso=> 90 stati , 60 ratifiche=> si sceglie percentuale di stati firmatari più alta Per trattati
sensibili multilaterali politici (elaborati e discussi assieme all’ONU), dove si applicava una doppia maggioranza di stati: una
relativa e una assoluta, ovvero spesso si prevede: 90 stati 60 stati compresi i 5 membri del consiglio di sicurezza. Serve
che ci siano cina, usa, francia,russia e gran bretagna=> Se il Regno Unito (partedel consiglio) no firma,il trattato non entrerà
in vigore perché per per gli stati del consiglio il sicurezza è necessaria l’unanimità.

EFFETTI ENTRATA IN VIGORE: dal momento dell'entrata in vigore internazionale di un trattato, sorge l’obbligo, in capo
alle parti contraenti, di rispettare pienamente e di interamente le disposizioni del trattato in causa

6. APPLICAZIONE DEL TRATTATO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO


L’applicazione nello spazio= dove applichiamo il trattato. Si presume (se non specificato altrimenti), che il trattato si applichi
su tutto il territorio di uno stato➔ gli stati hanno dovuto specificare questa cosa perché se da un lato sappiamo che gli stati
sono l’unico pieno soggetto del diritto internazionale, dall’altro lato gli stati hanno forme di funzionamento interno che
variano tra di loro.
In mancanza di diversa istruzione, se un trattato entra in vigore
 es se un trattato entra in vigore per l’Italia, entra in vigore su tutto il territtorio della Repubblica, a patto che l’Italia non abbia
dichiarato diversamente. In realtà va specificato che cosa è la mancanza di diversa istruzione = ci sono dei trattati che per
loro natura, per la loro materia possono applicarsi su tutto il territorio nazionale.
Infatti esistono ancora stati “ di derivazione coloniale”, sotto diferse forme, e gli stati potrebbero voler escludere
espressamente tali territori. Un modo semplice per capire l’applicazione nello spazio di un trattato è i rimasugli dei vecchi
imperi coloniali, il trattato può applicarsi allo stato francese metropolitano ma non alle dipendenze.
L’altro problema dell’applicazione nello spazio: cosa succede nell’applicazione dello spazio in caso delle occupazioni
militari (es dentro l’UE con Cipro, metà Cipro è occuppata dalla Turchia secondo il Diritto internazionale.), che danno luogo
a contestazioni e problemi di vario tipo. Ue: i Paesi Bassi hanno una serie di stati costituenti che hanno regimi diversi
(Caraibi), mentre il resto dei territori francesi hanno un’altra valuta,non fanno parte dell’Ue etc.

Altro problema: il rubio Russo che gira, prodotti Made in Israel ma fatti in Palestina=> paesi che si trovano sotto il controllo
diretto di una amministrazione che non è quella che il DI vede come legittima. ➔ qua si valuta caso per caso
singolarmente.

Vi è una regola di base: i trattati non hanno effetto retroattivo, gli effetti del trattato sono dal giorno in cui entra in vigore
(se le parti non decidono altrimenti).
Il porblema si pone quando due trattati regolano la stessa materia…Ci sono però trattati successivi che disciplinerebbero lo
stesso caso di un trattato precedente➔ potrebbero interferire con l’azione di Trattati precedenti: in tal caso vale il principio
lex posteriori- il principio che vale in diritto interno-, ovvero la legge più nuova prevale sulla più vecchia a parità di materia,
quello che si decide dopo si sostituisce a quello che si è diciso prima. Se rimangono buchi in quella nuova, quella
precedente varrà in questi casi.

Il problema si pone quando tra A e B si conclude una cosa che poi, in contraddizione, si conclude 10 anni dopo tra A e C. In
tal caso A ha degli obblighi con B e degli obblighi con C che potrebbero essere in contraddizione, si cercheranno dei modi
per conciliare queste cose fermo restando che se ad un certo punto questo diventa
impossibile, lo Stato A dovrà sottoporsi il problema (B e C non c’entrano perché rispettano gli obblighi) e se non riesce a
conciliare dovrà decidere quali obblighi rispettare e quali compensare economicamente.
Nella fase finale del negoziato per portare a termina un’adesione/cessione lo Stato A si deve impegnare a denunciare
alcuni trattati incompatibili. Denunciare = uscire da trattati compatibili. È il caso degli accordi di ammissione all’UE, l’ultimo
la Croazia e prevedeva che per la data di ammissione la Croazia denunciasse accordi di cooperazione economica perché
questa è una competenza dell’UE e si sarebbe creato un conflitto di base insanabile.

Succede che a parità di fattispecie, non c’è parità di parti contraenti➔ a,b c, avevano un accordo (1) su come regolare x
cosa. A, e B fanno un altro accordo/trattato (2) cambiando qualcosa. Nei confronti di C (A e B)sono tenuti a seguire ciò che
prevede il trattato che hanno firmato inizialmente (1), perché C non è parte contraente del nuovo trattato➔il nuovo trattato
sostituisce quello vecchio nei confronti delle parti contraenti A e B, ma C no subisce cambiamenti.
 Succede che l’uniformità del DI si spezza!!!==> ora ci sono ci sono tre standard diversi:
 Obbligo di A nei confronti di B
 Obbligo tra A e C
 Obbligo tra B e C

Si cerca di trovare compromessi tra le parti se qualcosa non va , o si cerca di negoziare prima dell’entrata in vigore del
trattato con la parte che non fa parte del nuovo trattato.
Può però avvenire che le Parti siano diverse...se diventa impossibile conciliare le obbligazioni allora uno Stato potrebbe
doversi trovare a scegliere quali obblighi rispettare e quali invece violare (e compensare) → ruolo crescente delle clausole
di compatibilità = in caso di contrasto con, ci dicono quali delle due si appliccano.

L’applicazione provvisoria
Questo è ciò che succede in caso di urgenza. Si decide che con la firma entra in vigore provvisoriamente un trattato,
oppure entrano in vigore le disposizioni forndamentali del trattato, poi il resto si vedrà più avanti. Il ministero di
competenza/consglio dei ministri di ogni stato decidono se approvare un’applicazione provvisoria.
Le disposizioni entrano in vigore da subito ma temporaneamente in forma semplificata. Ma cosi come vengono
adottati, possono essere ritirate se lo stato esce dai negoziati. In tal caso alcuni obblighi entrano in vigore da subito per
volontà delle Parti (ma cessano di esserlo se una Parte dichiara di non voler più procedere con il Trattato).

CLAUSOLA DI NON APPLICAZIONE:


Accade a volte che alcune parti contraenti di un certo trattato multilaterale decidano che lo stesso trattato non si applicherà
nei loro rapporti reciproci➔ questo è un esempio di divisibilità dei trattati- è un tipo di clausola visibile nel diritto del
commercio internazionale
Alcuni trattati in virtù della loro natura (oggetto e scopo), se il negoziato si profila molto lungo, e c’è un’urgenza però di
iniziare ad applicare quei paletti perché la situazione potrebbe degenerare, le parti possono decidere di iniziare ad applicare
provvisoriamente l’accordo, applicano le disposizioni ma il problema è che se il negoziato va male e una delle parti decide
che non firmerà a quel punto si annulla l’applicazione provvisoria. Si riparte da zero.

IL RUOLO DEL DEPOSITARIO


Riveste principalmente un ruolo passivo: è il custode del testo autentico del trattato + è il notaio internazionale.
Obblighi depositario: deve impegnarsi a registrare tutti gli atti collegati al trattato e tutti gli strumenti di ratifica. Il depositario
agisce come «custode» del Trattato, può essere uno Stato parte (presso il Ministero degli Esteri) o un’Organizzazione
internazionale.
Depositario = figura notarile internazionale
1. Da un lato fa da «cancelliere»: custodisce il testo originale, riceve le ratifiche, le riserve, le denunce.A lui bisogna
presentare la denuncia in caso una delle parti decida di uscire dal regime imposto dal trattato. Tutto ciò deve essere
pubblico..l’Italia sa gli obblighi che ha verso uno stato parlando col depositario di quello stato.
2. Dall’altro ha una funzione di «notaio» e deve mettere a disposizione delle Parti tutte le informazioni sul
Trattato→permettere agli Stati di conoscere i propri obblighi ed i propri diritti.
È una figura prevista dal DI, e ci deve sempre essere. Non bisogna confonderla con la registrazione del trattato presso le
Nazioni Unite. Il depositario è una figura notarile internazionale che c’è sempre stata, da non confondere con la pubblicità
del trattato.

LE RISERVE AI TRATTATI --(possibile domanda esame : gli effetti della riserva!)


(Problema: alcuni stati potrebbero non essere d’accordo con tutto il trattato. Un paese potrebbe non volersi vincolare da
1/2/3 articoli del trattato; se il trattato lo permette un paese potrebbe formulare la riserva.)

Non tutti i trattati si applicano nella loro interezza a tutti gli stati membri. Alcune disposizioni del trattato non si applicano nei
nostri accordi/Uno Stato potrebbe non essere d’accordo con tutte le disposizioni di un Trattato e potrebbe volere essere
vincolato solo da parte del Trattato, o meglio, escludere alcune disposizioni → formulazione di riserva.
RISERVA=>formulazione che fa uno stato della volontà di non essere vincolato ad una certa disposizione del
trattato.

Chi appone le riserve? La stessa figura che vincola lo stato a livello internazionale. Le riserve devono essere apposte
dall’organo con il potere di vincolare lo Stato e devono essere comunicate agli altri Stati.
Si può formulare sia al momento:
 della firma,
 della ratifica o
 dell’adesione.
La soluzione più corretta sarebbe al momento della firma, così che gli altri stati sanno già a cosa vanno incontro (perché la
riserva a effetti su di loro)
La polizia diplomatica vuole che già durante il negoziato la riserva sia conclusa prima della firma ma in realtà nulla vita che
ci si trovi una riserva con il deposito della ratifica o al momento dell’adesione dello stato.
Le riserve si applicano solo sui trattati multilaterali, NON valgono sui bilaterali perché se siamo in due e ad uno non sta
bene un articolo allora quello lo togliamo.

 AMMISIBILITA’ DELLE RISERVE


La convenzione di Vienna riconosce formalmente alle parti contraenti di un trattato il diritto di formulare delle riserve per
iscritto ed in modo solenne. Questo diritto è però sottoposto a tre limiti : la CIG dice che sono ammesse a patto che:
1. La possibilità di formulare delle riserve non deve essere stata esclusa dal trattato in questione
2. La riserva non deve riguardare quelle disposizioni in base alle quali le parti contraenti hanno espressamente escluso
questa possibilità
3. La riserva non deve essere incompatibile con l’oggetto e lo scopo del trattato in questione

Condizioni necessarie per poter apporre queste riserve(quando le riserve sono ammissibili): quando i trattati lo prevedono
 il trattato( e quindi le Parti) deve ammettere le riserve indipendentemente da oggetto, scopo e ius cogens. Per alcuni motivi
gli stati possono decidere di non ammettere le riserve.
 La CIG ha considerate le riserve ammissibili a patto che:
1. Oggetto e scopo: se non sono contrarie a oggetto e scopo essi sono ammissibili. Nel DI non c’è divieto di apporre riserve in
caso di trattati sui diritti umani.
2. Non siano escluse dal Trattato o parti di questo per cui sono espressamente escluse.
Non siano contrarie allo scopo e all’oggetto del trattato

Le riserve sono ammissibili quando le parti lo prevedono, ci sono trattati in cui è scritto che non sono ammesse, altri
rimangono aperti alla possibilità di riservare. Non si potrà apporre una riserva che vada contro all’oggetto e allo scopo. La
combinazione di questi due elementi non esclude a priori la possibilità di riserva in materia dei diritti umani. Le soluzioni
ce le danno le corti o gli organi di controllo su quei trattati. I trattati sui diritti umani prevedono che ci sia un qualcosa che ha
il compito di verificare sul rispetto delle regole. La cosa più funzionante
a livello regionale è la corte europea.
L’organo di controllo valuterà le riserve, ci sarà un controllo a posteriori ed eventualmente le considererà come non
apposte, sarà la corte europea dei diritti umani a togliere una riserva; lo stato magari è anche convinto a togliere quella
cosa perché ha messo la riserva ma la corte in un secondo momento dirà questa riserva, alla luce di quello che è il
funzionamento di quell’accordo, non te la posso accettare. Siamo nella fase della risoluzione delle controversie (corte) e
quindi potrà essere sanzionato lo Stato per la violazione di obblighi che discendevano dal trattato inteso senza la riserva.

 GLI EFFETTI DELLE RISERVE


Il punto di vista/quali sono gli effetti delle riserve nei confronti delle parti che non appongono riserve (“per me questa cosa è
importante e non ci metto la riserva”…ci sono 2 scenari
1. lo stato contrario, potrebbe non fare niente (comunque accettare la riserva) ➔ STATO CHE ACCETTA➔cap7
aqquiescenza.
2. Lo stato potrebbe RIMANERE SILENTE, anche se no è d’accordissimo; Da punto di vista del trattato non cambia
niente. Ma lo stato che è stato zitto in futuro non potrà fare niente (perchè avrà accettato), lo stato che ha protestato puo
bloccare il tutto dicendo di non avere mai accettatto.
Dal punto di vista dello studio dei trattati, per questi 2 casi, si fa poco

In un sistema basato sul principio volontaristico in cui gli stati fanno le cose se le vogliono fare, se uno stato dice che NON
vuole essere vincolato dall'articolo 97 del trattato, allora NON sarà vincolato dall'art. 97 del trattato, nei confronti degli stati
che non dicono niente e se la fanno andare bene, e anche nei confronti di quegli stati che protestano, che formulano
un'obiezione e dicono "a me non sta bene quella riserva sull'art.97" eppure anche nei confronti di quello stato lì, l'art. 97 lo
togliamo.
 Es. in un trattato composto da 10 articoli togliamo il n°7
 allo stato C non va bene l'art. 7
 allo stato A non cambia nulla
 per lo stato B l'art. 7 è fondamentale e formula un'obiezione.
L'effetto è che
 tra A e C entra in vigore tutto il trattato 10 meno il 7
 tra B e C entra in vigore tutto meno il 7
 tra A e B, che non hanno formulato nulla, entra in vigore tutto 10.
Se però B si punta e dice che è fondamentale il punto 7, allora si formulerà un'obiezione rafforzata = NON accetto la
riserva e quindi NON faccio entrare in vigore il trattato con C, quindi o tutto o niente.
Nel caso in cui B ha formulato un'obiezione rafforzata (non si applica il trattato tra quelle due parti = non vince nessuno)
 risultato:
- tra A e B trattato in vigore pieno.
- Trattato in vigore 10 meno l'art 7 tra A e C
- Nessun trattato in vigore tra B e C, anche se entrambi nei confronti di A hanno degli obblighi; perché l’obiezione di B è
rafforzata.
Questo smonta l’unità del diritto internazionale.
Le possibilità che hanno gli Stati a cui non sta bene la riserva sono 2:
1) O lo manifestano formulando un’obiezione, e questo non produce effetti sull’applicazione della riserva. Vince chi riserva.
2) O l’obiezione è rafforzata e in questo caso non si applica il trattato tra quelle due parti.

3. Quando uno stato si impunta➔STATO CHE OBIETTA➔ considera così rilevante la disposizione su cui si è basata la
riserva del trattato al punto da essere pronto a non fare entrare in vigore il trattato con quello stato proprio perché per
lui quella disposizione era importante . In questo caso bisogna rafforzare l’obiezione esprimendo la volotnà di non voler
concludere il trattato nei confronti di quella parte. In quel caso il trattato entrerà in vigore normalmente tra gli stati che
avevano tranquillamente accettato, tranne gli stati che hanno formulato la riserva e quelli che hanno formulato l’obiezione
riguardo la riserva➔Tra tutti i rapporti tra gli stati, il trattato diventa un insieme di relazioni bilaterali(frammentazione
del regime giuridico del Trattato), bisogna vedere tra stato e stato cosa vale. Ma è sempre meglio che avere stati fuori dal
regime del trattato.

La riserva può essere anche su una parte di un articolo, a quel punto c’è un problema di interpretazione.
 Es la convenzione UNCLOS (convenzione delle nazioni unite sul diritto del mare) che prevede che si possono apporre delle
riserve in determinate materie, tra cui attività militari. Se una nave militare fa un'attività di polizia, è un'attività militare o no ?
Toccherà alla corte stessa capire se la riserva era valida o meno, valutando se quella nave militare era in un’operazione
effettivamente militare di guerra o se stava agendo come forza di polizia della guardia costiera. Qui la riserva è solo
sull'attività militare (su una parte dell’articolo) ma non su tutto il meccanismo di risoluzione delle controversie.

16/10/2023 LEZIONE 6

LA QUESTIONE DELL’INVALIDITA’ DEI TRATTATI:


come il contratto può essere valido o meno sul piano del diritto interno anche il il trattato può essere valido o meno
sul piano del diritto internazionale. Ci sono dei motivi che portano alla potenziale invalidità dell’accordo.
Molte delle cause di invalidità dei trattati sono state tradizionalmente prese a prestito dai sistemi giuridici nazionali e
appaiono come dei principi generali di diritto riconosciuti dalle Nazioni civili. In Diritto internazionale le validità stato vengono
enunciate dagli articoli 46-53 della CDV. I due (+1) motivi per l’invalidita dei trattati.

Nullità sulla base della CDV è per:


1) Vizio del consenso➔non è annullità assoluta, ma è un atto annullabile/nullità relativa(=sanabile);le parti possono
invocarne la nullità se vogliono, quindi non riconoscere più gli effetti giuridici del trattato. Ma potrebbe anche andare bene
alle parti, magari non è come si credeva perché non ero nella piena comprensione del fenomeno, quindi l’atto non è nullo di
suo ma è anullabile. Se contraggo un’unione con un’altra persona in stato di alterazione: mi presento ubriaco al comune
posso dire che quel contratto che ho firmato non è valido perché io non ero nel pieno delle mie facoltà. Però d’altro lato
posso anche dire che lo volevo comunque firmare, sono andato a festeggiare la sera prima e sono arrivato in questo stato
però il contratto lo volevo firmare quindi il consenso è viziato però è sanabile nel senso che passato il momento per me
andava bene uguale.
Vizio del consenso dato dalla violazione dello ius cogens = nullità assoluta (penso in teoria )
2) Illiceità (contro lo ius dell’oggetto)➔ius cogens (nullità assolutà), nullità in cui è l’ogetto o scopo l’illecito (es: contastto
uccisione umano che è contratto nullo). Se un trattato va contro lo ius cogens allora questo sarà invalido. Illiceità
dell’oggetto è paragonabile ad un contratto di lavoro per fare una rapina, questo contratto non è valido nell’ordinamento
italiano indipendemente dalla mia volontà perché va contro le leggi dell’ordinamento italiano = contro lo ius cogens.

Gli elementi del VIZIO DEL CONSENSO che si possono invocare, le cause:
c. Diritto interno➔quindi che lo stato non voleva invocarsi. Il diritto interno non può essere utilizzato come vizio del consenso
a meno che non ci sia una violazione del diritto interno fondamentale (=una cosa grave) e soprattuto manifesta
(=riconoscibile dall’altra parte) alle parti
 Es: il caso da parte della CIG che riguarda l’eliminazione del confine marittimo tra Nigeria e Camerun nei primi anni 2000, i
due presidneti di Camerun e Nigeria concludono questo accordo e poi la Nigeria come paese invoca l’invalidità del trattato
per vizio del consenso per violazione fondamentale e manifesta del proprio diritto interno = solleva la questione dicendo che
il presidente Nigeriano nel concludere questo accordo ha violato il diritto Nigeriano in maniera importante, quindi conclude
di testa sua l’accordo senza passare per le procedure interne. La CIG gli dà ragione (al Camerun) perché il presidente
di per sé può decidere per lo Stato, il presidente è autorizzato dal diritto internazionale a vincolare lo Stato (il suo), quindi la
violazione NON era manifesta, NON era conoscibile dalla controparte. Nel caso in cui il trattato viene concluso dal
Presidente la controparte è autorizzata a ritenere che quella persona possa vincolare il suo Stato e lo stato della
controparte non è tenuto ad indagare sulle procedure interne dello Stato.
Quindi questo accordo era valido,non è stato considerato nullo. A meno che non sia fondamentale e manifesta, non si potrà
invocare la violazione del DI come causa di un vizio del consenso.
 Altro caso: se una persona in un accordo tra due aziende produce le garanzie e le assicurazioni, io sono autorizzato a
credere che quella persona possa concludere quel contratto per conto dell’azienda, poi se all’interno dell’azienda ci sono
altre questioni a me riguarda relativamente
 Es. Caso di colpo di stato cui viene dato particolare risalto nei media e io avevo già iniziato a negoziare con una persona
e il giorno dopo alla conclusione ne trovo un’altra, in tal caso il sospetto dovrebbe venire per un obbligo di buona fede nel
concludere i negoziati. Però se un capo di stato per sua volontà viola il diritto interno diventa molto difficile per lo Stato
invocare questa cosa; tutto questo serve per dare stabilità al sistema internazionale perché non siamo tenuti a conoscere
tutte le procedure costituzionali di tutti gli stati e se venisse meno questo principio salta la stabilità dell’ordinamento
internazionale, perché basterebbe dire che c’è stata una violazione dell’ordinamento interno per venire meno a qualunque
impegno che si ha assunto su piano internazionale.
6) L’ErroreL’errore che vale per invocare il vizio del consenso è l’errore materiale = errata comprensione di un fatto (non
può essere un’errata comprensione del diritto) di una situazione materiale che sia un fatto fondamentale alla base
dell’espressione/manifestazione di consenso.
Deve essere su una parte fondamentale per l’espressione del consenso (non basta che sia un’idea sbagliata della
situazione, ma un elemento chiave) e questo errore deve essere materialmente presente. Oggi con la tecnologia è
impossibile che abbiamo fare un errore materiale, motivo per cui è quasi impossibile questo vizio del consenso.
Questo tipo di errore oggi è di fatto impossibile, perché è difficile dire che non sapevo come fosse fatto il fiume o come
fossero fatte effettivamente le cose, la rappresentazione della realtà è più precisa oggi.
 Es classico erano i trattati sui confini di 50/100 anni fa in cui le carte geografiche potevano rappresentare una realtà che era
diversa da quella che poi si trovava nei territtori soprattutto in alcune zone del pianeta di difficile accesso come zone
tropicali, erano punti inaccessibili perché non c’era la tecnologia e l’aviazione o cmq era molto svilluppata. Era possibile
dunque che si arrivasse ad un’errata idea di quella che poi era la realtà delle cose.
7) Dolo➔la frode, la truffa, inganno. La volontà di ottenere un vantaggio in modo leale nei confronti della contro-parte. È
chiaro che se una delle due parti inganna l’altra volutamente, crea una truffa, quella cosa non può essere ritenuta valida.
È un caso strano perché da un lato appare logico che con il dolo se io racconto una storia alla controparte per farle firmare,
è ovvio che quel consenso è falsato, però non abbiamo delle sentenze/casi provati (esempi) che siano stati ritenuti nulli
basati sul dolo. Questo dolo non è mai stato provato al momento di invocare il vizio di consenso di nullità dei trattati. Un
consenso dato in seguito a trattative fraudolente da considerarsi nullo e comporta l’invalidità di un trattato.
8) Corruzione (dare dei soldi al rappresentante dello stato per ottenere un accordo, può avvenire a tutti i livelli: può essere
anche un’azienda che corrompe il rappresentante dello stato.)➔ Può essere invocata come vizio del consenso se la figura
che ha il potere di vincolare lo stato è corrotta. La corruzione del rappresentante dello stato, firma non per quello per cui è
pagato dallo stato ma perché è pagato da altri, rappresenta un vizio del consenso.
Sono due gli aspetti che porta la corruzione:
 Da un lato c’è un aspetto positivo, nel senso che visto che l’accordo potrebbe essere ritenuto in un secondo momento nullo,
questo scoraggia il corruttore. (spendo tutti questi soldi si, ma poi l’accordo potrebbe essere ritenuto nullo  non ha
senso) = ci sarà meno corruzione se so che il trattato può essere cancellato
 Dall’altro l’elemento di corruzione per il Diritto internazionale porta un certo rischio di instabilità giuridica che nelle
relazioni internazionali crea problemi e non viene colta con favore. Il fatto di poter invocare la corruzione porta un rischio di
instabilità giuridica nelle relazioni internazionali perché qualunque governo che si pone in piena rottura con quello
precedente proverà a dire che quello precente aveva ricevuto dei soldi = il rischio di instabilità giuridica può essere usato
come motivo di rivalsa per venire meno ad impegni.
a. Es. Venezuela di Chavez  se arriva dopo mezzo secolo di schieramento capitalistico importante del venezuela (comporta
concessioni, alleanze militari, un allineamento del paese in una certa direzione) arriva un governo di forte rottura con il
passato che può essere ad esempio rivoluzionario (o qualunque altro governo che non è d’accordo con gli accordi presi dal
governo precedente direbbe che erano corrotti) e inizia a dire che tutti quegli accordi sono non validi e quindi non li
rispetterà perché il governo prima aveva ricevuto le mazzette dai capitalisti, c’è il rischio che se questo viene riconosciuto
come valido, ogni volta che c’è un governo di questo tipo salta il sistema delle relazioni internazionali perché tutti gli accordi
dei 50 anni del Venenzuela non varebbero più se fosse così facile invocare la corruzione. Idem con altri esempi.
9) Coercizione/violenza (qui il vizio è assoluto, insanabile = nullità assoluta)=caso dell’uso della forza:
I trattati non sono in sé consensi perché l’accordo di per sé non ha un oggetto invalido, potrebbe essere un accordo
concluso per cose assolutamente lecite, tuttavia in questo caso non è sanabile il vizio.
Se io uso la violenza per ottenere l’ok dalla contro-parte, ottengo l’ok solo perché punto la pistola alla tempia, firmo per non
morire.
a. Violenza esercitata sul rappresentante di uno stato: Per esempio: il trattato del 15 Marzo 1939 che stabilì un protettorato
tedesco sulla Boemia in seguito a pressioni fisiche esercitate da Hitler contro il presidente della Repubblica Cecoslovacca
dell’epoca.
b. Violenze esercitata su uno stato con le minacce o l’uso della forza: carri sovietici del patto di Varsavia entrano in piazza a
Praga 1968, durante la 1° guerra di Praga. Firmato qualche giorno dopo l’accordo di amicizia tra la Cecoslovacchia e
l’unione sovietica, non c’era un oggetto illecito in questo accordo. L’accordo non è valido visto dal piano del diritto
internazionale perché per concluderlo sono stati usati i carri armati, quindi la violenza nei confronti della Cecoslovacchia.
Da concezione del singolo rappresentante ai carri armati
In entrambi i casi gli accordi finali sono stati annullati
(*es di stato che ha subito entrambe le cose a distanza di 50 anni)

 INVALIDITA’PER ILLECITA’ DELL’OGGETTO


=>la contrarietà dell’oggetto del Trattato allo Ius Cogens rende l’oggetto illecito➔nullità del trattato (maggior flessibilità
rispetto al diritto dei contratti)
Es. trattato concluso ai fini di invadere un altro paese trattato nullo perché va contro lo ius cogens
Es. trattato concluso ai fini di commettere dei crimini all’umanità  trattato è nullo perché va contro lo ius cogens

a. Nullità ab initio: se la contrarietà allo Ius Cogens si presenta sin dalla conclusione; Se sussiste un contrasto genetico tra
un trattato e una norma di ius cogens già in fase di formazione, il trattato è colpito da nullità ab initio; G.
 Nullo da subito se la norma di ius cogens già esiste. Es c’è già un divieto di genocidio, quindi il trattato concluso per
genocidio è nullo quindi la comunità internazionale può reagire, come il trattato per fare una rapina

b. Nullità ex nunc(= Senza effetti retroattivi): se la contrarietà sopraggiunge (formazione di una nuova norma di Ius Cogens)
se invece un trattato non è più conforme ad una norma ius cogens per effetto di una mutazione di quest’ultimo, il trattato
diventa nullo ma solamente ex nunc .
Questo è il caso di nullità sopravvenuta che si manifesta quando un trattato già concluso si rivela contrario ad una nuova
norma imperativa del diritto internazionale (ius cogens).
 Più complesso è se la norma di ius cogens si forma in un secondo momento. Lo us cogens è una materia evolutiva, non
sappiamo del ttto cosa c’è dentro. Quindi se il trattato viene concluso oggi è perfettamente lecito fino al punto che non
emerge una nuova norma di ius cogens in materia. a quel punto da quel momento in poi l’accordo sarà invalido senza però
effetto retroattivo, quindi quello che è stato fatto da T0 fino alla formazione della norma di ius cogens rimane. Il problema si
pone da quel momento in poi in cui gli effetti non possono più essere prodotti.
 Es. Accordo tra due paesi per eseguire attività che hanno un grosso impatto ambientale, ancora lecito ai fini del diritto
Internazionale generale, sono paesi svincolati dagli obblighi di trattato sulle emissioni; mettiamo che però il controllo delle
emissioni/dell’aria pulita diventa norma di ius cogens= in quel momento lì potrà essere invocata la nullità di quell’accordo su
queste attività che per loro natura emettono molti gas nocivi per l’ambiente. = oggi sono leciti, domani non lo sappiamo
c. Ulteriore causa di nullità
➔ non è causa di nullità in senso stretto parliamo infatti di invalidità/inefficacia relativa dell’accordo, perché deriva NON
dalle regole generali che si usano per il diritto dei trattati ma da un obbligo che pone un trattato ovvero la carta delle nazioni
unite. È un obbligo che l’ONU riprende dalla società delle nazioni. La SDN aveva un’impostazione più forte del diritto
internazionale nei confronti dei diritti interni e della libertà degli stati, vincoli troppo forti comporta il fatto che si iniziano a
ritirare gli stati.
L’ONU poneva l’obbligo di registrare presso l’organizzazione dell’ONU il trattato (non è presso il deposito/depositario,
non c’è l’obbligo di far sapere agli atri ecc) perchè l’organizzazione ne desse pubblicità (pubblicità è diverso da deposito).
La registrazione all’ONU è un obbligo dell’ONU, non è una questione che si è sviluppata nella prassi diplomatica, l’ONU
non ha una responsabilità nei confronti degli stati parte ma ha una responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica, è una
trasposizione del diritto internazionale di quel principio, secondo cui il potere deve essere sotto il controllo dell’opinione
pubblica, che nasce negli Usa.
Le Nazioni unite non hanno nessun obbligo della gestione del trattato, si prendono l’obbligo di renderlo noto a tutti = obbligo
di registrazione = mettere a conoscenza tutta la comunità internazionale rispetto a quelli che sono gli accordi presi.
La Soc delle nazioni aveva un approccio rigido che non funzionò, i trattati non registrati non esistevano..
l’Onu impara da questo e pone l’obbligo di registrazione pena L’INEFFICACIA RELATIVA di questi accordi (=non potranno
essere usati nei confronti delle Nazioni Unite). Ma ci sono stati che non vogliono che si renda noto il trattato che hanno
firmato per poter mantenere relazioni anche con gli stati che non hanno firmato il trattato e risultano, se sono segreti,
inopponibili all’ONU.
ONU ha una responsabilità verso l’opinione pubblica
Obbligo di registrazione = mettere a conoscenza l’opinione pubblica
Registro ONU = strumento di conoscenza di quelli che erano gli accordi registrati in tutti i paesi del mondo, esisteva
all’epoca e usciva ogni tot anni. Non si sostituisce al depositario che ha l’obbligo di far conoscere le parti dell’accordo.
Tutti gli accordi conclusi dall’Italia sono stati registrati dalle nazioni unite. Quindi tutto questo avviene a patto che il trattato
sia stato effettivamente registrato. L’obbligo della registrazione deriva dalla carta stessa delle nazioni unite, ma venire meno
a quell’obbligo delle nazioni unite comporterà delle conseguenze che gli stati potrebbero anche essere disposti ad
accettare. A che neccessità risponde la segreticità del trattato ? mettere a conoscenza l’opinione pubblica. Ci sono dei
trattati che per loro natura gli stati potrebbero anche non volere fare conoscere all’opinione pubblica = trattati segreti, sono
validi, rimangono in vigore tra le parti, e sono inopponibili all’ONU perché l’obbligo di registrare è un obbligo dell’ONU e non
è un obbligo del diritto internazionale generale. Quindi io vengo meno a quell’obbligo che pone l’ONU e quindi non potrò
usare quel trattato nei confronti dell’ONU. Tuttavia gli stati rimangono liberi di concludere accordi anche segreti.
 Es. accordi conclusi in seno di un’organizzazione militare, potrebbero non funzionare se portati a conoscenza dell’ONU,
infatti quegli stati preferiscono mantenerli segreti e non potranno essere usati nei confronti dell’ONU. Quindi se c’è una
controversia sulla base di questo accordo non potrò portarlo alla CIG, non potrò far votare in un’assemblea generale la
questione relativa a quella violazione dell’accordo visto che l’accordo per l’ONU non esiste.
Se accordo è tra Italia e Francia (ACCORDI SEGRETI).. perché si parla di INEFFICACIA RELATIVA nei confronti
dell’ONU? La corte internazionale di giustizia è un organo delle Nazioni Unite. Se io ho una controversia, quell’accordo
segreto non è opponibile all’Onu, non lo posso far valere in contesto ONU (per risolvere la controversia), non posso
andare dalla CIG a far risolvere il conflitto, perché per lei non esiste il trattato.
Mantengo la segretezza o mi interessa di più avere la sentenza?
 Mi interesse avere la sentenza = vado a registrare l’accordo, non mi interessa avere la segretezza
 È possibile tenere un accordo segreto fino all’ultimo e poi registrarlo, è quello che è successo con gli accordi di évian tra
Francia e Algeria. Questi accordi rimasero segreti almeno in parte dei contenuti e poi il governo algerino iniziò a
nazionalizzare, li registra all’ONU anni 1970’, 10 anni dopo.
A questo punto conviene registrare l’accordo, se ne vale la pena ovviamente, e farlo valere presso la CIG, altrimenti si
manterrà la segretezza dell’accordo in base alle dinamiche interne dello stato/i e gli interessi. La registrazione dei trattati è
ora prevista dall’articolo 102 della carta Onu la quale ha accolto il principio della inefficacia relativa se non registrati.

GLI EFFETTI DEI TRATTATI: pacta sunt servanda = i patti devono essere rispettati principio formulato dall’art. 26 della
convenzione di Vienna
 Pacta sunt servanda=> gli obblighi vanno rispettati in buona fede che significa trarne piena esecuzione e in maniera
ragionevole e che non vada contro a quello che ha portato alla conclusione del trattato. È un principio che è implicito in ogni
sistema giuridico.
 Rispettare= dare piena esecuzione agli obblighi anche se questo comporta adottare delle leggi in parlamento,creare un
fondo, creare un’agenzia governativa di controllo, un meccanismo di comunicazione tra gli stati per un certo settore.. etc..
 In buona fede=l’esecuzione deve avvenire in maniera ragionevole e nello spirito che ha portato alla formazione
 Il mancato rispetto degli obblighi=> comporta la resposabilità internazionale= da una scusa fino a risoluzione delle
nazioni unite attraverso la forza.
Nessuno stato al mondo dice che non rispetta in buona fede gli obblighi, non capita che uno stato dica infatti “non stiamo
rispettando gli obblighi del trattato n° 26”. Si andrà a litigare sul contenuto degli obblighi= sto rispettando gli obblighi ma per
me gli obblighi sono A, B, C. La controparte dirà no non li stai rispettando perché gli obblighi non sono A,B,C, bensì sono
D,E,F  problema dell’interpretazione del contenuto del trattato, questi obblighi che i trattati si sono presi cosa
vogliono dire?

EFFETTO DIRETTO DEI TRATTATI:


Sempre più frequentemente le norme dei Trattati (e quindi l’effetto dei Trattati) pongono obblighi o creano diritti in capo a
soggetti privati. In tal caso è da determinarsi se tale effetto si abbia in maniera diretta, vale a dire con la sola entrata in
vigore del Trattato per quello Stato → e obblighi dei trattati e diritti che ne derivano siano quindi invocabilI davanti a un
giudice SENZA un intervento normativo dello Stato. Mentre nella concezione classica il trattato dopo essere entrato
nell’ordinamento parlava al governo, se la norma ha effetto diretto bypassa il governo e parla direttamente ai giudici, ciò
vuol dire che la norma può essere applicata in tribunale. I trattati comunque richiedono la ratifica e l’ordine di esecuzione
anche se ad effetto diretto.
Lo stato deve solo astenersi dal fare qualcosa (obbligo negativo = richiede che lo stato non faccia qualcosa)in cui gli
obblighi/diritti del trattato discendono oltre che allo stato anche agli individui senza la fase intermedia (l’ordine di
esecuzione). Può succedere che la questione dell’ordine di seduzione venga bypassata e che gli effetti degli accordi
internazionali discendono direttamente dal liv. internazionale fino al centro della terra➔vuol dire che dal momento che è in
vigore quel trattato io cittadino posso andare dal giudice di Venezia perché c’è un trattato internazionale che mi da
diritto/chiedere che venga rispettato.
 Es. regolamenti dell’UE: quando andiamo su internet per la prima volta su un sito ci viene chiesto di accettare o rifiutare
termini e condizioni, questo deriva dal GDPR che è un regolamento dell’UE, le aziende hanno questo obbligo e diritto che
ne deriva direttamente da un accordo internazionale, inq uesto caso un atto unilaterale dell’organizzazione internazionale.
Effetto diretto = ho un diritto posto direttamente dal diritto internazionale, quindi posso andare dal giudice e lo stato si deve
impegnare con dei meccanismi di tutela. Difficilmente però il 100% del regolamento ha effetto diretto perché a volte il
regolamento richiede che lo stato faccia qualcosa, finché lo stato non fa qualcosa, non posso avere il risultato.
(Il contenuto dell’obbligo è capire se c’è effetto diretto.Il contenuto dell’effetto diretto passerà all’interpretazione)
È importante l’interpretazione perché per capire se c’è l’effetto diretto serve l’interpetazione della norma. L’effetto diretto,
per esserci, deve avere delle caratteristiche.

LA DETERMINAZIONE DEL SIGNIFICATO DEI TRATTATI


Che vuol dire ciò che è scritto nel trattato? Che significato ha?
La determinazione dell’ esatto significato di un testo giuridico di chiama INTERPRETAZIONE.
Le regole di interpretazione dei trattati si ricavano dalla logica e dal buon senso. Grozio e i suoi successori attinsero alle
regole del diritto romano per interpretare i trattati. L’interpretazione di un trattato può essere effettuata dalle parti stesse o,
con il loro consenso, da un giudice od arbitro internazionale. Nel preambolo ci dà l’idea su come si è arrivati a
quell’accordo.
I principi di interpretazioni che permettono di determinare quella che è la portata delle norme, sono riassunti in 3 norme
della CDV (2 sull’interpretazione in senso stretto -tutte cose che discendono dal diritto romano- +1 che analizza la
problematica del trattato in due o più lingue):
 Art. 31=> norma generale per l’interpretazione. Insieme di principi e norme che il giudice deve applicare sempre per
capire il significato di una norma.
 Art. 32=> extra nel caso in cui dopo l’applicazione dell’art 31 non si sia giunta ad una conclusione. Questo articolo introduce
elementi complementari per l’interpretazione. –inutile cercare di dare un senso alle parole che non hanno. Se quelle parole
lì hanno un senso solo non ‘è bisogno di andare oltre verso l’interpretazione.
 Art 33=> norma per l’interpretazione di trattati in più lingue. Ci pone davanti al dilemma del cosa fare se ci sono 2 versioni
linguistiche diverse che hanno lo stesso peso.

INTERPRETAZIONE (cap 7)
Deve essere fatta
1. Secondo buona fede
2. Secondo il senso ordinario delle parole➔ il tribunale di giustizia dice “È inutile cercare di dare un senso/significato alle
parole che queste non hanno: non cercare altro significato se quella parola vuol dire solo quella cosa nel contesto in cui è
inserita. “Se quell’edificio viene chiamato casa, e ha un giardinetto e ci vivono 4/5 persone di età diversa= sono 2/3
generazioni, tornano a dormire in questo edificio chiamato casa dopo il lavoro, c’è camera da letto, cucina, servizi = allora è
casa; inutile andare a ragionare sul fatto che potrebbe essere chiamata casa ma in realtà è …NO.”
Tante volte questo non sarà possibile e bisognerà dunque passare al livello successivo
3. Calata nel contesto (delle parole)➔ il contesto viene dato dal trattato e si trova nel preambolo (con cui noi riusciamo a
ricostruire il perché le parti si sono riunite per stringere quell’accordo). Il preambolo non contiene obblighi però ci dà l’idea di
come si è arrivati a quell’accordo, in quale contesto.
Un altro strumento utile di interpretazione del contesto del trattato (che non èdetto per forza che ci sia) è la parte finale cioè
la dichiarazione delle parti, alla fine dei lavori del negoziato le parti potrebbero decidere di allegare il loro commento
sull’accordo raggiunto/sui negoziati = Potrebbero anche concludere altri accordi tra di loro per dire “secondo noi
quell’accordo lì vuol dire questo” = dichiarazione interpretativa.
Calata nel contesto vuol dire mettere insieme tutti i documenti anche unilaterali delle parti, anche dichiarazioni dei singoli
stati su come vorebbero il trattato.
Limite: Non bisogna condurre a risultati irragionevoli o assurdi
4. Interpretazione in funzione dell’oggetto e dello scopo (entra in vigore con la firma)➔ il trattato dovrà essere letto in
funzione dell’oggetto e dello scopo, non potrà andarci contro perché questo entrava in vigore già con la firma. Nel momento
in cui si conclude il contratto le parti possono creare degli altri documenti/atti che hanno valore interpretativo. Non si potrà
arrivare ad una conclusione che prevede di andare contro al motivo per cui è stato concluso il trattato (es: protezione della
natura, si arriva al risultato che la natura non va protetta, ma il trattato prevede la produzione di essa)
5. In funzione dell’effetto utile del trattato ➔ le norme devono produrre un effetto nella pratica. Non si può arrivare ad
un’interpretazione che preveda che quella norma non produce nessun effetto. Se gli stati hanno negoziato per anni per
avere delle norme che detengono utili, è perché la norma deve produrre un effetto giuridico.
6. Conforme alla lettera e allo spirito del trattato➔ se si estende l’oggetto dello scopo alla luce del preambolo,si arriva alle
intenzioni, allo spirito (quei valori cui il trattato prova a rispondere), delle parti che hanno fatto parte del trattato.
7. Restrittiva alle limitazioni di sovranità➔ se le parti hanno dato il consenso a restringere, essi si pongono obblighi che
non avrebbero (perché gli interessa), ma limitano la loro sovranità (=anima dello stato) nel minor consenso possibile
necessario per quell’obbligo/trattato.
Interpretazione giusta che verrà accettata sarà quella che prevede che per far funzionare la norma richiede la minore
restrizione di sovranità possibile neccessaria. È un principio di logica: se noi siamo d’accordo che gli stati si sono auto
ridotti la sovranità per fare una cosa, una volta che abbiamo quella cosa lì la sovranità che si saranno ridotti sarà la minima
neccessaria pechè quella cosa possa avvenire. Non possiamo presumere che si siano ridotti la sovranità più di quello che è
neccessario per far funzionare l’accordo (=principio di preservazione).
8. Mediante la prassi successiva➔ strumento per capire come gli stati stanno attuando le norme. Il giudice deve usare la
prassi per dare un senso. Si pensa che già il giorno dopo le parti sono dal giudice a risolvere le controversie, invece
possono passare anche anni prima che le parti iniziano una controversia➔ parti per anni danno esecuzioni agli obblighi.

CIG dice che gli stati comportandosi in un certo modo potrebbero dare luogo ad una consuetudine (norma non scritta) che
modifica il testo del trattato
Se dopo aver fatto tutti questi 8 passaggi non arriviamo a nessuna conclusione e abbiamo ancora dubbi  art. 32:
possiamo applicare i mezzi complementari di interpretazione.

I LAVORI PREPARATORI: MEZZI COMPLEMENTARI D’INTERPRETAZIONE


usati in caso di conclusione univoca, quando non sappiamo quale delle due parti ha ragioni, quando l’uso delle regole
d’interpretazione non hanno portato ad un risultato, e non si ha un chiaro significato. Il CDV ci dice che abbiamo uno
strumento complementare, che in alcuni paesi è al limite della legittimità➔ I LAVORI PREPARATORI, che hanno una
funzione confermativa. Tutti quegli atti formali/informali reperibili legati a tutta la fase di negoziato (che può durare anni). I
paesi dove questi sono problematici sono quasi sempre i Common Law (Inghilterra) perché nella loro tradizione, questa
tecnica non si basa su consensi

i mezzi complementari possono essere usati solo in questi casi per togliere l’assurdità o redimere un dubbio che si ha su 2
interpretazioni:
1. Per confermare un’interpretazione
2. Per definire l’interpretazione quando questa sia ambigua
3. Definire l’interpretazione quando questa sia assurda o irragionevole

Nei lavori preparatori potrebbe venire fuori che la posizione di uno stato era “contraria”. Sono l’ultimo step
complementare, che serve per confermare dubbi o definire interpretazione, fermo restando che il giudice ha sempre
l’obbligo di rendere una sentenza.
I lavori preparatori come compromesso politico perché sono contestabili e in common-law sono il limite del legittimo poterli
usare. Quindi sono problematici e illeggittimi perché i lavori preparatori, essendo nella fase politica, potrebbero trovare un
contenuto diverso da quello del trattato. Se pensiamo ad un negoziato, la posizione di uno stato porebbe essere cambiata
più volte, c’è tutta una fase politica negoziale nei lavori preparatori che diventa difficile usare come mezzo di interpretazione
di un accordo di una cosa giuridica che dovrebbe essere basata su elementi di certezza. Il compromesso che si trova è ok
possono essere usati ma solo come mezzi complementari, non possiamo andare oltre a quello

INTERPRETAZIONE DEI TRATTATI IN PIU’ LINGUE


Il problema delle lingue si pone dal negoziato, anche se il trattato è autenticato in più lingue bisognerebbe
sceglierne una, ma per motivi politici non sempre avviene. Conciliare il significato delle lingue, significato che sia simile in
tutte le lingue, fare si che tutte le lingue esprimano lo stesso significato. Bisognerebbe trovare un significato che possa
funzionare in tutte le lingue autentiche del trattato.
Il giudice dirà che dal punto di vista giuridico risolve il problema di interpretazione di questo livello. Spesso capita che il
trattato sia autenticato/tradotto con lo stesso peso giuridico in più lingue. In questo caso vanno conciliate le interpretazioni
di tutte le lingue➔problematico! Se il Trattato è autenticato in più lingue → entrambe da interpretare.
Può essere che un articolo dia due modi di agire diversi in due Paesi/se due lingue di eguale forza arrivano a soluzioni
diverse, la linea guida per conciliare il trattato in più lingue ce lo da L’OGGETTO E LO SCOPO del trattato
L’Ideale è averne una che prevale in caso di discrepanza  In caso di discrepanza, solo nel caso in cui si presenta una
controversia proprio sul fatto che due versioni autentiche portano su due strade diverse, si decide quale lingua prevale. In
alcuni trattati troviamo scritto “questo trattato originale è autentico in Russo in caso di discrepanze prevale il Russo”

GLI EFFETTI DEI TRATTATI RISPETTO A TERZI


I trattati vincolano esclusivamente le Parti contraenti in virtù del principio per cui da un accordo non possono derivare né
principi né obblighi per terzi -…SLIDE

Cosa succede con le terze parti?


Italia e Francia fanno un trattato, cosa succede alla Svizzera per esempio? Ora parliamo del problema degli effetti dei
trattati a terze parti (=al di fuori del trattato).
In qualunque contratto gli accordi a terzi non recano ne giovamento ne danno in virtù del➔PRINCIPIO EFFICIACIA
RELATIVA, secondo cui il trattato è efficace solo per le parti COINVOLTE. Quindi in linea di massima i trattati non possono
produrre effetti se non per le parti contraenti.
Es. questione dell’innoponibilità all’ONU: l’Onu sa quegli obblighi sono in vigore tra A e B, però quegli obblighi non valgono
per l’ONU. Principio per cui se firmiamo un contratto di lavoro, andiamo noi a lavorare non è che il contratto di lavoro
nomina un nostro amico, siamo noi che dobbiamo andare a lavorare e non ci sono effetti per terzi.
In realtà, a causa della “globalizzazione”, sempre maggiore interazione tra le componenti del pianeta terra, sono emerse
alcune eccezioni.
Problema: con gli anni, sia per volontà delle parti che sviluppo della cominutà internazionale , si sono creati dei casi dove il
trattato pone delle norme che valgono anche per terzi. In altre parole, con i decenni però sono emerse alcune eccezioni
anche importanti a tale principio sia relativamente all’efficacia relativa dei Trattati sia relativamente alla creazione di regimi
oggettivi.

Da un trattato NON possono in alcun modo derivare obblighi per terzi (ma attenzione/a meno che non ci sia consenso
implicito e ai regimi oggettivi)
In linea di principio un Trattato non può attribuire nemmeno un diritto ad un terzo, a meno che il beneficiario non lo accetti:
(è vero che il diritto è una cosa positiva ma c’è cmq la sovranità dello stato, tu mi stai dando una cosa in più ma io potrei
non volerla nella mia sovranità.)
a. In caso di CLAUSOLA A FAVORE DI TERZO, il consenso si presume in assenza di indicazione contraria (e non si può
revocare il diritto senza consenso dello stato!). Le parti dell’accordo decidono di convolvere un terzo stato, non facente
parte dell’accordo: l’accettazione (poiché si presume che lo stato terzo ne tragga vantaggio) consiste nell’ agire di
conseguenza.
Se nel trattato tra A e B si prevede che la libera circolazione la può fare anche C, se C non la rifiuta può anche C circolare
liberamente.
b. Altro caso in cui viene dato un diritto a terzi, che non richiede il consenso diretto della parte➔in caso della CLAUSOLA
DELLA NAZIONE PIÙ FAVORITA (clausola che incorpora un vantaggio derivante da un altro trattato). È quella clausola
per cui ad uno stato si applica il parametro più favorevole tra tutti quelli disponibili, si applica quindi il migliore dei regimi tra
tutti quelli disponibili.
Es. In un mondo di 4 paesi A, B, C, D
 tra A e B si applica il 10% di tariffa doganale
 tra A e C il 15 %
 A e D negoziano la clausola della nazione +favorita, vuol dire che a D si appicherà il 10% perché è il migliore dei parametri.
Se A e C rinegoziano e scendono a 7 automaticamente cambia anche nei confronti di D, diventa 7% anche per D. Ma D ha
dato il consenso ad essere abbassato a 7%? No però si trova a vantaggio grazie alla clausola della nazione più favorita che
ha negoziato ed è come se non dovesse dare il consenso tutte le volte, si tratta di un rinvio ad altro accordo, è come se
fosse un parametro in bianco la cui casella viene colmata dalla migliore delle possibilità disponibili.
Questa clausola della nazione più favorita è diventata una clausola di base oggi nel commercio internazionale tramite
l’organizzazione mondiale del commercio, non si può fare parte dell’organizzazione mondiale del commercio senza
adottare la clausola della nazione più favorita nei confronti degli altri membri.
17/10 –lezione 7

I REGIMI OGGETTIVI
È un tratttato che può produrre effetti nei confronti di terzi soprattutto sotto forma di obblighi > sono quelle situazioni in cui
un trattato dà vita ad un regime oggettivo.
Regime oggettivo: è un trattato che andrà a disciplinare un qualcosa che per sua natura, che per le modalità con cui viene
fatto, crea delle regole generali che devono, di nuovo per loro natura, applicarsi a tutta la comunità internazionale. Come se
fossero delle consuetudini.
(natura dell’accordo + il modo in cui si è arrivato a quest’accordo che crea delle regole applicabili a tutta la comunità
internazionale anche attraverso un trattato)
Quali sono i settori in cui possiamo trovare questo tipo di accordo?

Secondo caso dove abbiamo norme decise da A e B che si applicano anche a stato C. Regime oggettivo è diverso dal fatto
che una norma del trattato possa evolversi in norma consuetudinaria(altro modo per creare una norma oltre ai trattato).Se
siamo in presenza di consuetudine, quelle norme diventano opponibili a tutta la comunità internazionale.
Altro discorso quello per cui con un trattato si va a decidere che uno stato è neutrale. Se quello stato è neutrale..puo essere
definito stato belligerante da uno stato che non fa parte di quell’accordo ? No, perché è lo status di quello stato.
La CVDT ammette che le norme di un Trattato diventino obbligatorie per terzi dovessero acquisire valore di
consuetudine...tuttavia ci sono dei casi in cui il diritto internazionale riconosce valore erga omnes a norme di diritto pattizio:
 Trattati che disciplinano statuti territoriali; es. trattato sull’Antartide, concluso dai paesi che inizialmente avevano
interesse diretto nell’Antartide, che è difficilmente sorvolabile. Questo trattato viene applicato a tutta la comunità
internazionale anche a paesi che entrano in Antartide successivamente (es Italia che ha la sua base in Antartde, un altro
pezzo di Antartide è francese). Laggiù non ci possono andare militari, non si possono compiere attività che non siano di
natura scientifica; tutte queste regole sono decise da un gruppo di paesi e si applicano a tutta la comunità internazionale. I
trattati che disciplinano statuti territoriali sonoa nche quelli con cui si crea uno stato, se si decide per mezzo di un trattato
che uno stato esiste o magari lo status di questo trattato determina la neutralità di un paese, sarà tutta la comunità
internazionale, vista la natura dell’accordo, che dovrà riconoscere l’esistenza di quella cosa.
 Trattati che disciplinano via di comunicazione di interesse internazionale; oggi sono meno frequenti, erano soprattutto
i fiumi, quindi quelle vie di comunicazione che avevano interesse per tutta la comunità internazionale.
• Es. Convenzione di Montreux che regola il passaggio delle navi da Instabul
• Es Dichiarazione unilaterale dell’Egitto su Suez (è un canale)
 Trattati che istituiscono un ente internazionale (un nuovo Stato o comunemente un’organizzazione internazionale, OIG,
ONU, UE);  All’inserimento di questo tipo di trattato nella lista dei trattati che creano i regimi oggettivi ci arriviamo con un
parere della CIG importante.
Es. caso del Marocco, dopo la fine del mandato britannico viene ucciso il conte del Nador da fanatici israeliani. Il conte del
Nador, svedese di cittadinanza, era funzionario delle nazioni unite, si pone il problema di chi possa invocare la
responsabilità internazionale = chi è che ha subito l’omicidio ? la Svezia o l’ONU? È la CIG che può agire per invocare la
responsabilità per chiedere risarcimento, compensazioni. E la CIG stabilisce che gli stati più rilevanti di quel mondo in quel
momento lì > 50 stati che rappresentavano la stragrande maggioranza della comunità internazionale, erano anni 40’>
rimasti pochi stati africani e molti stati delle americhe e dell’Europa + alcuni stati asiatici, hanno stabilito un qualcosa che ha
come scopo tutelare la comunità internazionale. Quindi bisogna desumere che la personalità giuridica dell’ONU
(organizzazione creata da gran parte della comunità internazionale per tutelare la comunità internazionale) sia oggettiva =
che si oppone anche agli altri = trattato ha effetti per terzi e quindi devono riconoscerne l’esistenza. Quindi l’ONU esiste
anche per chi non ne fa parte e non la riconosce. Quando gli stati europei creano UE = questa unione europea esiste anche
per gli stati che ne stanno al di fuori e dicono di non riconoscerla.
(trattati hanno effetti per terzi, bisogna riconoscere volenti o non volenti l’esistenza di quella cosa lì.)
 Trattati di disarmo: Le parti sono internazionalmente d’accordo con il disarmo. Alcuni paesi hanno le armi perché le
avevano prima della formazione del trattato. Il trattato dice che non bisogna armarsi dal giorno un cui entra in vigore; per la
loro natura dei contenuti oggettivi, gli stati che li concludono applicano le loro regole agli altri soggetti della comunità
internazionale. Trattato per la riduzione ??? min 14.25 che parte dalle potenze atomiche che decidono che non si può più
produrre nuove armi atomiche perché si rischia di distruggere il pianeta.
 Trattati rivisti a larga maggioranza: non sono strettamente un tipo di trattato ma un modo di modificare il trattato. Il
regime di questo trattato si applicherà in modo oggettivo anche a tutti gli altri stati che non hanno votato la ? min 15.33 (va
contro al fatto che serva il consenso e che si producano effetti su terzi).

LA MODIFICA DEI TRATTATI:


I trattati in vigore non sono eterni e non sono immutabili, ma le disposizioni possono essere cambiate anche
dopo l’entrata in vigore del trattato, seguendo le clausole finali. Modifica, emendamento e revisione vengono usati
intercambiabilmente ma in alcuni contesti, ad esempio ONU, ci sono discipline diverse per l’emendamento e per la
revisione
Modifica=> termine generale puo significare tutto, modifica può avere singificato di:
(tutti i trattati internazionali possono NON essere modificati
i trattati prevedono dei meccanismi interni al gruppo di stati che fa parte del trattato nella terminologia ONU abbiamo 2
aticoli diversi:)
1. Emendamento: modifica minore per far funzionare il trattato, cambiare parti non fondamentali (es. art. 108 si è passati da
11 a 15 membri del consiglio di sicurezza perché ci sono più paesi nel mondo che entrano a fare parte dell’ONU)
2. Revisione:modifiche fondamentali anche con riunioni

Ogni regime di trattato ha le sue procedure specifiche

COME AVVIENE LA MODIFICA DEI TRATTATI?


Ci sono varie procedure. Il trattato può essere modificato solo con il consenso amichevoli delle parti contraenti➔ e c’è
quindi il divieto di modifiche unilaterali. [necessario il consenso del consiglio di sicurezza].
Le modalità di modifica sono solitamente previste nelle clausole finali di un trattato, dove si definiscono tra le altre cose
quante parti contraenti devono adottare la modifica:

1. Modifiche all’unanimità
Procedura standard/storica/tradizionale/classica per modificare il trattato.
Il trattato si modifica solo se tutti sono d’accordo  unanimità. Uno stato da solo non può decidere di modificare un
trattato, non ci possono essere modifiche unilaterali. Per modificare un trattato dell’UE serviva l’unanimità, non bastava un
gruppo ridotto di stati.
Serve l’unanimità di un determinato gruppo di stati = unanimità relativa
è la soluzione tradizionale, oggi sempre valida per trattati particolarmente importanti e sensibili.
2. Modifiche a maggioranza: invenzione recente, oggi diffusa nel diritto a vocazione internazionale; è prevista per quei
trattati universali (quindi difficilmente potrebbero essere modificati all’unanimità) , si prevede un tot di voti, ma per esempio
nel caso dell’ONU viene introdotta unanimità relativa perché serve il consenso/unanimità dei membri permanenti del
consiglio di sicurezza. Si può prevedere che ci siano degli stati che per statuto/carta/trattato hanno più potere di altri e
quindi serve l’unanimità di questi. Per esempio i membri permanenti delle nazioni unite possono bloccare il funzionamento
dell’organizzazione. All’interno della maggioranza può servire un gruppetto per il quale è richiesta l’unanimità .
3. Modifiche tramite prassi successiva➔ rigettata dal CDV che usa le modifiche tramite prassi successiva come strumento
per interpetare il contenuto degli obblighi.
La Carta delle nazioni unite, non prevede in sé l’astensione, ma dice che serve il voto favorevole dei membri permanenti del
consiglio di sicurezza. La CIG dice che vedendo come si erano comportati gli Stati membri del consiglio di sicurezza fino al
71, dice che in realtà l’astensione di uno stato non è contraria all’obbligo di voti favorevoli e quindi la prassi degli stati ha
modificato il testo del trattato, dal punto di vista delle nazioni unite questo permette che continuino a funzionare come in
realtà era già capitato prima (?).
CIG prova a mettere per iscritto una cosa che già si sapeva/intuiva prevede che una consuetudine può modificare la
norma di un trattato.
Era pacifico che il trattato modificasse la consuetudine, se io codifco una consuetudine nel migliore dei casi la cristalizzo,
ma se inizio ad aggiungere dettagli allora la sto modificando.
Il dubbio nasce quando qualcosa allo scritto potesse essere modificata da una cosa che non era scritta (=consuetudine)
tant’è che nella CVD si parla di mezzo interpretativo.
Dal 71 in poi diventa pacifico che una consuetudine possa modificare la norma di un trattato
 consente la modifica per via consuetudinaria (Le parti creano una consuetudine). In via consuetudinaria è stato modificato il veto: la
carta onu prevedeva il voto affermativo dei membri del consiglio di sicurezza (tuti devono votare sì) , in realta, dopo la g. Di Corea , le
parti considerano come voto valido se non ci sono tutti ; nel 71 la corte internazionale di giustizia l’astensione non conta come
veto,non fa parte dei voti validi.
4. Modifiche delle disposizioni solo tra alcune parti➔ se permesse dal trattato si impone la modifica solo alle parti
contraenti (problema della frammentazione del regime giuridico), non è una modifica tra tutte le parti contraenti ma solo tra i
paesi che vogliono adottare quelle modifiche. Si ritorna al caso delle riserve, si va a frammentare il regime del trattato.
Es. UE alcuni paesi vanno avanti nell’integrazione perché sono d’accordo, più omogenei tra di loro in vari fattori dentro
l’UE ma con delle regole che verranno applicate solo a loro.
Euro  non tutti i paesi dell’UE hanno l’euro. Nasce un accordo all’interno dell’UE tra i paesi che lo vogliono.

COSA SUCCEDE QUANDO SI MODIFICA? CHE EFFETTO PRODUCE LA MODIFICA DEI TRATTATI?
Le modifiche non si oppongono nei confronti di terzi, quindi solo se certe parti fanno modifiche,le modifiche valgono solo nei
confronti di chi le ha accettate.
Ma in caso di modifica a maggioranza?
Nella visione classica la modifica a maggioranza si applica solo a quei paesi che le hanno accettate, quelli che non le
hanno accettate, nella visione classica, continuano a mantenere e tessere il regime precedente.
Secondo la visione classica le modifiche a maggioranza non sono opponibili alle Parti in minoranza➔FRAZIONAMENTO
DEL TRATTATO O “DIVERSE VELOCITA’”.
Può capitare che la modifica a maggioranza produca effetti anche per le parti che non la volevano, in 2 forme
(oggi si accetta la modifica a maggioranza in 2 forme:)
A. Opponibilità parziale, con clausola di salvaguardia ➔ diritto di recesso. La parte non a favore della
modifica è libera di uscire/abbandonare il trattato, se conviene, altrimenti accettare anche se non si vuole. Il paese che
vuole uscire dall’UE deve valutare cosa perde (=il mercato unico) sarà una questione sua interna (decisione autonoma)
decidere se gli conviene accettare le nuove regole a cui sono contrario (=rimanere nel mercato unico) o uscire dal mercato
unico con tutto quello che comporta per le aziende e i privati del mio paese ? quindi l’opponibilità parziale dà uno strumento
in più allo stato ma difficilmente viene davvero utilizzato perché molto spesso i benefici di rimanere all’interno
dell’organizzazione internazionale sono tali che conviene farsi andare bene le nuove regole.
B. Opponibilità totale/assoluta➔ obbliga a rimanere dentro anche quelle parti che erano contrarie. Quindi nel momento che
si entra a fare parte dell’ONU, si sa che potrebbero cambiare delle regole del gioco, ma cmq non si può uscire si accettano
e fine. È il regime delle nazioni unite (visto che lo scopo è il mantenimento della pace, la quale verrebbe meno se si
permettesse un recesso), non prevede l’uscia dall’ONU, se passano delle regole esse verranno applicate anche alle parti
che sono in minoranza. Lo stato in minoranza è obbligato a farsi andare bene la modifica.(lo stato quanto entra nel trattato
sa a prescindere che altre parti potrebbero modificare parti a lui non gradite).

ESTINZIONE/TERMINAZIONE DI UN TRATTATO?
Fine del trrattato = Il trattato smette di produrre effetti giuridici.
Di norma un Trattato si estingue quando si verifica un evento idoneo a porne fine, sia per le regole del diritto internazionale,
sia per le regole del trattato, questo evento può essere di 2 tipi:
A. PREVISTO DALLE CLAUSOLE/ESTINZIONE “DA CLAUSOLA”. Una clausola finale determina l’estinzione del trattato, è
il trattato stesso che nelle clausole finali prevede la sua estinzione e non produce più effetti:
 Termine finale➔ Un termine temporale superato il quale, se non rinnovato, il Trattato cessa di produrre effetti giuridici. Es
il trattato del carbone e dell’acciaio era stato concluso per 50 anni, se nulla cambia quindi se non viene rinnovato, finisce.
L’organizzazione del trattato di sicurezza collettiva subisce rinnovi quinquennali.
 Condizione risolutiva➔ il trattato si estingue nel momento in cui si verifica un evento che fa si che il trattato smetta di
produrre effetti giuridici e quindi di esistere. Può essere per esempio il fatto che il numero delle ratifiche scenda sotto un
determinato numero, se le parti contraenti scendono sotto un numero fisso allora il trattato smette di esistere. Sono le parti
che decidono questi elementi.
B. PREVISTO DAL DIRITTO INTERNAZIONALE
Il diritto internazionale dà alle parti la possibilità di sciogliere un trattato (così come dà alle parti la possibilità di creare un
trattato su base volenteristica), può essere fatto in maniera esplicita (è abbastanza raro) e in maniera implicita
(scioglimento implicito per desuetudine = il trattato non viene più applicato dalle parti, decidono di non rispettare più le
regole del trattato. È un caso rarissimo)

Ci sono volte in cui non viene scritto nel trattato: SCIOGLIMENTO DEL TRATTATO, ovvero le Parti ne decretano lo
scioglimento, che avviene in 2 modi:

 SCIOGLIMENTO PER MUTUOCONSENSO DELLE PARTI


1. Perchè tutte le parti Di comune accordo decidono di sciogliere (scioglimento esplicito)
2. In forma implicita, quando le parti concludono un altro accordo con lo stesso oggetto, scopo e ambito di applicazione,
che regola tutte le stesse cose, ma che sostituisce il trattato precedente

Es. modo implicito di sciogliere un trattato: A,B,C fanno un trattato su qualcosa e tra 15 anni fanno un nuovo trattato sulla
stessa cosa  applichiamo le regole nuove: Lex posterior derogat priori, il trattato nuovo sostituisce in blocco quello
vecchio, devono avere però lo stesso ambito di applicazione.
Il problema è che possono essere cambiate le parti: se prima c’erano A,B,C,D adesso D non c’è più. In questo caso non
possiamo parlare di scioglimento, possiamo parlare di lex posterior tra A,B,C ma nei confronti di D bisognerà continuare
ad applicare il trattato vecchio, a meno che non si preveda anche la soluzione dello scioglimento esplicito ovvero liberarsi
degli obblighi che si avrebbero nei confronti di D.
 Caso concreto quando nel 2014: A,B,C decidono ci creare l’unione economica euro-asiatica che si sarebbe andata a
sostituire alla comunità economica euro-asiatica, c’era anche D in mezzo che però non aveva intenzione di partecipare
all’unione perché sarebbe stato un progetto di integrazione che richiedeva troppa sovranità. In questo caso si scioglie il
primo in modo esplicito e si ricorre al meccanismo esplicito per evitare che un meccanismo implicito produca l’effetto che
nei confronti di D ci si trovi vincolati da un trattato precedente che non solo, non si vuole più applicare, ma sarebbe stato
anche incompatibile con le nuove regole.

 SCIOGLIMENTO SU INIZIATIVA DI UNA DELLE PARTI


➔esercizio del diritto di recesso.Una parte sola vuole sciolgiere i vincoli con se stesso, deve essere permessa dall’accordo.
(vedi Regno Unito con la Brexit).
Può succeddere che sia una parte/paese solo che vuole sciogliere i propri vincoli e smettere di avere quegli obblighi = caso
della Brexit. In questo caso il trattato prevede dei meccanismi di denuncia = recesso dall’organizzazione internazionale.
In questo caso il trattato smette di produrre effetti per lo stato che manifesta tale volontà mediante la DENUNCIA (che
deve essere prevista dal trattato) sono il contrario della ratifica con cui mi vincolo, con la denuncia invece ritiro la ratifica ,
mentre con la denuncia reinvio la ratifica. In questo caso il trattato smette di produrre effetti per un’unica parte/un unico
paese. Il trattato prevede delle clausole di tramonto ➔ sunset clauses, quindi un regime da applicare per un periodo di
tempo intanto che si completa l’uscita dal regime del trattato (è quel periodo finestra della Brexit che serviva per negoziare il
nuovo accordo)

 Ci sono dei casi di trattati che non prevedono nessuno di questi meccanismi sia che siano inerni al trattato che del diritto
internazionale. (Lo sciogliemnto esplicito è sempre possibile)
Non è prevista la denuncia dell’ONU (carta delle nazioni unite), una volta che si entra nell’ONU non se ne esce più.
Esistono trattati come la Carta ONU che appaiono conclusi per l’eternità
L’unico modo per sciolgiere ONU?
Tutte le parti si devono trovare d’accordo per il suo scioglimento. Caso di Taiwan si è trovato fuori dall’ONU ma per una
questione di passaggio di seggio, Taiwan era dentro l’ONU come Cina. Seggio Cina passa all’altra Cina Repubblica
popolare e Taiwan = è l’unico caso in cui abbiamo un pezzo di mondo che si trova al di fuori delle nazioni unite.

SOSPENSIONE DEL TRATTATO


Esiste la possibilità di SOSPENDERE (per una sola parte) un trattato in particolari momenti e con il consenso delle parti,
per evitare che venga meno l’accordo. Gli obblighi non si applicano ma temporaneamente

QUANDO NON C’È IL CONSENSO DELLE PARTI?casi: Se viene meno l’oggetto (protezione di isola ma che ora viene
sommersa) (Germania est fine) ULTERIORI CAUSE DI ESTINZIONE
Infine vi sono altre situazioni in cui un Trattato si estingue:
• Estinzione delle Parti o dell’Oggetto; se spariscono i paesi/oggetto in questione, allora il trattato non avrà più un
oggetto o uno scopo o delle parte contraenti. Oggetto es. proscigamento di un lago (è successo).
Paese che è sparito in Europa una trentina di anni fa = La Germania est smette di esistere come stato e viene assorbita
nella Repubblica federale tedesca, quindi la Germania est smette di esistere è un assorbimento di uno stato dentro l’altro.
• Impossibilità sopravvenuta;  l’obbligo non è più eseguibile/ il trattato non può più essere eseguito perché la realtà è
cambiata. Sono questioni legate alla responsabilità internazionale: Se uno stato considera un trattato sciolto ma questa
cosa non è accettata allora è una violazione del trattato.
• Mutamento fondamentale delle circostanze
Ma cosa succede con le «tensioni internazionali»? cosa succede con un trattato in caso di guerra?

GLI EFFETTI DELLA GUERRA


La rottura di relazioni diplomatiche tra due Stati non è causa di estinzione del trattato, a meno che le relazioni diplomatiche
siano fondamentali per l’attuazione del trattato = a meno che il trattato stesso non sia basato sulle relazioni diplomatiche...e
che succede con la guerra?
La CVDT non si pronuncia/non parla in merito alla guerra, tradizionalmente questa comportava l’estinzione ma oggi questa
si considera riguardare solo alcuni Trattati (ad es. bilaterali dal contenuto politico) → sospensione dei Trattati
La commissione del diritto internazionale dell’ONU ritiene che la guerra sia una situazione di eccezionalità e quindi servono
delle regole eccezionali = non si possono applicare in guerra (=stuazione di rottura di normalità) regole che vigono nella
normalità. La CDV per questo motivo non ne parla.
La questione non è disciplinata in maniera definitiva → Progetto di Articoli sugli Effetti dei Conflitti Armati sui Trattati.
Ovviamente restano in vigore i Trattati di Diritto Internazionale Umanitario!
In passato in casi di guerra si è provato ad ancorare l’estinzione dei trattati ali art 61-62-63, quindi impossibilità
sopravvenuta, mutamento fondamentale delle circostanze, rottura delle relazioni diplomatiche.
l’approcio tradizionale era quello di dire che i trattati smettono di funzionare in caso di guerra e per i bilaterali questo può
ancora valere (es. un bilaterale che instaura un’alleanza militare è come se due stati si facessero la guerra tra loro, quel
bilaterale lì viene meno), ma in realtà soprattutto nel contesto dei trattati unilaterali questo non va più bene; anche perché
sono i cambiati i contenuti dei trattati. (il primo manuale del diritto internazionale si chiamava “della guerra e della pace”).
Tradizionalmente la guerra era considerata una causa di estinzione dei trattati. Oggi si ritiene che lo scoppio di un conflitto
armato internazionale tra due Stati non metta necessariamente fine a tutti i trattati conclusi tra di essi. Si può dire che i
conflitti armati producono la sospensione parziale o totale dell’esecuzione dei trattati
Es. Trilaterale  2 stati iniziano a sparare, la 3° parte potrebbe dire “io non sto sparando a nessuno e a me non cambia
niente, a me dovete continuare ad applicare la stessa tariffa doganale che mi applicavate prima perché io con la guerra non
c’entro niente e ho ancora il diritto ad esportare le mie merci nei vostri paesi”
PROGETTO DI ARTICOLI:
è un idea di trattato della commissione del diritto internazionale delle nazioni unite che non è divenuta tale. Quindi il lavoro
tecnico-scientifico è stato fatto, ma non fa mai il salto da lavoro tecnico fatto da persone del settore a trattato internazionale
a vincoli tra gli stati.
tuttavia i progetti di articoli rimangono un punto di riferimento perché è il lavoro di chi capisce questa questione e questa
competenza gli viene riconosciuta dalla comunità internazionale.
Il lavoro degli specialisti del diritto internazionale viene riconosciuto di provata fama e competenza.
Dall’altro lato, proprio perché il progetto viene fatto a queste persone, c’è una codificazione della consuetudine, quindi
questi progetti di artcoli codificano norme consuetudinarie che in quanto tali si applicano a tutta la comunità
internazionale.
Se io codifico una consuetudine, è vero che quella codificazione in sé non è un vincolo per A e B ma se il contenuto è una
consuetudine allora la consuetudine è si un vincolo per A,B,C,D e tutti i paesi del mondo.
La norma consuetudinaria per sua natura è generale, si applica a tutto il pianeta purchè sia una consuetudine universale. Ci
sono anche consuetudini locali quindi che valgono tra due paesi e non per tutto il pianeta.

LA CONSUETUDINE
È una regola non scritta basata sui comportamenti degli Stati e sulla percezione che questi hanno del fatto che ci si
comporta così perché questa è una norma. Norma non scritta che si applica a tutto il globo.
Se il progetto di articoli non inventa nuove regole, magari le specifica/precisa, ma queste norme hanno una natura
consuetudinaria ed è quello che è successo alla CDV che è un trattato che diventa un trattato, nasce dallo studio di come
si comportavano gli Stati e quali regole venivano globalmente applicate e una codificazione di queste cose. CDV = Trattato
sul trattato, le cui norme erano la codificazione di diritto non scritto.Se una norma ha questa natura essa si applicherà
indipendentemente dal fatto che il progetto di articoli sia un progetto di articoli e che siano diventati trattati internazionali.

All’art 38 dello Statuto della CIG oltre ai trattati è elencata come fonte di norme di Diritto internazionale la CONSUETUDINE norme
NON SCRITTE. Regola di condotta non scritta ma obbligatoria per i soggetti di diritto internazionale.Sono fonte non scritte di norme;
sono la prova di un comportamento materiale accettata come diritto.

Progetto di articoli sugli effetti dei conflitti armati sui trattati


In quali casi la commissione del diritto internazionale ritiene che i trattati possano continuare a produrre effetti all’interno dei
conflitti armati?

La guerra come mezzo di relazione internazionale è proibita


La carta dell’ONU vieta l’uso/la minaccia della forza nei rapporti con gli altri stati. Quindi dichiarare guerra ci pone in
violazione della carta ONU poi nella realtà succede che si chiamano con un altro nome e si giustificano sulla base del diritto
internazionale.
La carta delle nazioni unite vieta l’uso legittimo della forza come strumento di aggressione nelle RI e in realtà poi lo
permette in due casi legati alla difesa = ribaltamento di prospettiva = non stiamo attaccando, stiamo difendendo
dall’aggressore. Si giustificano ma tramite questo gioco di prestigio non possono più essere considerate come tali.
La dichiarazione di guerra può ancora avere un senso a livello di diritto interno cioè la costituzione di un paese potrebbe
prevedere che senza dichiarazione di guerra non si possono chiamare alle armi = non ci possa essere la coscrizione
obbligatoria, la dichiarazione in questo caso sarà un atto di diritto interno.

La consuetudine è una norma ma ha un contenuto più impreciso di quello di un trattato proprio perché non è scritto.

Categorie i trattato che potenzialmente continuano a funzionare:


 Trattati di diritto internazionale umanitario (= diritto delle guerra), da non confondere con i diritti umani = sono due cose
separate.
 Trattati che crano un regime permanente o uno status
 Trattati che delineano i confini (es. Guerra tra Russia e Ucraina non ha cambiato i confini tra i due paesi nel dopo guerra
queste cose potranno essere ridiscusse)
 Trattati normativi  se dei trattati pongono delle regole da applicare in uno spazio, in tal caso non c’è motivo per cui
queste regole non continuino ad applicarsi anche drante la guerra (es. ONU sul diritto del mare, le acque territtoriali,
internazionali per quale motivo non dovrebbero più essere appliccate perché due paesi si combattono?)
 Trattati sulle giustizie penali internazionali  il fatto che Russia e Ucraina combattano non fa venire meno gli obblighi
nei confronti che derivano dalla dichiarazione dell’Ucraina nei confronti della comunità internazionale.
 Trattati sui corsi d’acque sulle piattaforme che si trovano in acqua
 Trattati che istituiscono le organizzazioni internazionali, seppure gli stati combattano non viene meno l’esistenza delle
organizzazioni internazionali
 Trattati sulla risoluzione delle controversie, se fanno parte di una corte questo non viene meno
 Trattati sui rapporti consolari diplomatici, non vuol dire che devono mantenere relazioni diplomatiche, vuol dire che le
immunità dei quartieri umani/neutrali ? (ad esempio) vengano rispettate anche in caso di guerra, ma i paesi possono
rompere le relazioni diplomatiche. Il fatto che due paesi sono in guerra non cambia il fatto che essi siano coperti da privilegi
dell’immunità. Immunità vanno rispettate indipendentemente dal fatto che ci sia la guerra.

In caso di codificazioni del diritto di guerra che inviano al contenuto del trattato, è vero che non si applica il trattato in sé
perché magari è impossibile da applicare in guerra però il contenuto non cambia, perché c’è un rinvio della codificazione di
guerra alle norme del trattato.
Es. codificazione (di soft law, non è un trattato) della guerra navale dice che le ostilità possono essere condotte solo nelle
acque territoriali dei belligeranti. Tutta la disciplina delle acque territoriali la trovo nella UNCLOS (Convenzione delle Nazioni
Unite sul diritto del mare), quindi capisco quali sono le acque dei belligeranti e quali quelle neutrali e come mi devo
comportare nelle acque neutrali. L’unica cosa che mi dice la codificazione del diritto della guerra è che dentro quegli spazi
puoi fare la guerra e in quegli altri no, ma cosa sono quegli spazi e come ci si comporta me lo dice un trattato che per sua
natura potrebbe anche essere sospeso o non essere applicato durante la guerra.

30/10

LA CONSUETUDINE INTERNAZIONALE
All’art 38 dello Statuto della CIG oltre ai Trattati è elencata come fonte di norme di Diritto internazionale la Consuetudine 
prova di una pratica (comportamento materiale) accettata come diritto, norme NON scritte.
Regola di condotta non scritta ma obbligatoria per i soggetti di diritto internazionale.
Sono fonte non scritte di norme

Viene utilizzato molto raramente il termine consuetudine , La Corte preferisce usare espressioni come ” diritto comune ” o
diritto internazionale generale”.
Tutti i gruppi umani ce le hanno ovvero hanno comportamenti che sono “percepiti come norma”; per secoli gli stati non
avevano leggi scritte(e provenivano da diverse fonti) e con il diritto consuetudinario si è riordinato tutto ciò attraverso
codicièda sistema in parte non scritto e disordinato a un codice più ordinato. La consuetudine storicamente sia a livello
interno che a livello internazionale:
 A livello di diritto interno la consuetudine è stata “assorbita” dalla codificazione (oridinamenti di Civil Law)
 A liv internazionale in parte ciò è avvenuto con la codificazione nei Trattati e con l’attività delle OIG
Storicamente gran parte delle norme internazionali erano «pratica accettata come diritto» → oggi meno importante che in
passato.

È così da sempre perché la consuetudine che la’rt 38 definisce come una pratica generale accettata di diritto .è per
eccellenza la forma di diritto non scritto, che è sempre esistito anche nell’ordinamento interno.
Le prime comunità di esseri umani che ancora non sapevano scrivere avevano delle regole di comportamento all’interno
della loro comunità. Quindi c’erano dei comportamenti/regole che ritenevano fossero da seguire e se non venivano seguiti
scattava una punizione da parte della collettività
 La consuetudine è la forma più antica di diritto e di legge che gli esseri umani hanno.
 La consuetudine è una delle fonti +importanti del diritto internazionale
A livello di ordinamento interno, la consuetudine come fonte forte si è istinta nei paesi di civil law a partire da metà del 700’
(inizia l’estinzione) quando con la forma germanica dell’assolutismo illuminato, e la forma francese che è quella che
promuove lo stato democratico, si inizia un processo di codificazione delle consuetudini che si mettono per iscritto e
quindi si iniziano a fissare.
C’erano delle codificazioni anche precedenti ma erano delle sistematizzazioni, non i codici come li conosciamo noi che
contengono tutte le regole di un determinato settore
Oggi le consuetudine sono ancora presenti nella piramide delle fonti ma nell’ultimo gradino

I codici come li conosciamo noi che sono una legge dello stato che contiene tutte le regole di un determinato settore 
metà 700: si inizia con dei protocodici che assomigliano a quelli romani. (civil law, sono più codici. Uno potente che segue
esempio francese. Uno che segue esempio germanico)
Il codice napoleone, è quello che segna il sorpasso del diritto scritto sulla consuetudine, ha la pretesa di ordinare tutte le
regole del diritto civile (siamo a inizio dell’800)
Nei paesi del common Law, la situazione è più complessa c’è la questione del precedente esponenziario.
Il common law si sviluppa in un’isola che non è toccata e ha delle altre forme di illuminismo, la consuetudine qui ha ancora
un valore perché non c’è ancora un diritto non sistematizzato. Anche oggi non possiamo dire che il diritto inglese sia basato
sulla consuetudine ma sia basato su forme diverse più simili rispetto alle nostre.
A livello interno dunque la questione viene superata
 Succede qualcosa di simile anche a livello internazionale con le attività delle organizzazioni internazionali, a partire da fine
800’, soprattutto da quando viene creata la SDN prima e poi l’ONU il lavoro che viene fatto dalla commissione del diritto
internazionale delle nazioni unite, la commissione del diritto internazionale trascrive la codifica delle consuetudini in
vigore a livello internazionale = trascrive quelle che fino a quel momento non sono delle consuetudini in vigore a livello
internazionale.
(vedi La convenzione di Vienna sul diritto dei trattati)
La consuetudine NON si adotta, non c’è una procedura formale di adozione. Non potrebbe essere altrimenti perché una
descrizione della consuetudine è la pratica accettata come diritto = La consuetudine si forma

Fino a quest’opera di codificazione che viene fuori dalla voce della commissione internazionale, fino a questo momento il
grosso delle regole della comunità internazionale erano pratica accettata come diritto

Il primo manuale del diritto Occidentale si chiamava “della guerra e della pace”, per tanti anni i trattati sono
fondamentalmente guerra o varianti di guerra.
Le norme generali di comportamento della comunità internazionale, buona parte della costitutizione, il diritto internazionale
generale era composto da consuetudini, in gran parte sono le consuetudini
La consuetudine ha perso quel primato che aveva nel ruolo che aveva nella % di norme derivate nel diritto internazionale
della consuetudine.
La consuetudine è quindi meno importante del passato ma è ancora nel presente e non la si può ignorare
La nostra costituzione parla di diritto internazionale generalelo ius cogens in buona parte deriva da delle norme
consuetudinarie generali che si applicano, quindi non è che la consuetudine non esista più

IL RUOLO DELLA CONSUETUDINE INTERNAZIONALE


Stessa cosa accade a livello internazionale: vedi CDV, che è il trattato sul trattato, le cui norme erano la codificazione di
diritto non scritto.
La consuetudine internazionale è ancora valida oggi e il DI nasce da questo tipo di fonte, ovvero quella
consuetudinaria. In diritto internazionale la Consuetudine ha avuto un ruolo più importante che in diritto interno →
maggiore flessibilità; mancanza di un «legislatore centrale».

Il problema contemporaneo che è alla fonte: gli attori che mettevano in atto queste pratiche erano 50 Stati (relazioni
internazionali o), poi entreranno anche gli USA, l’Asia (quando il sistema di stato cambia prendendo ispirazione
dall’Europa), Giappone, Corea...: questo gruppo limitato ha comportamenti percepiti come diritto. Quando diventano più
stati, i nuovi paesi creano contestazione [più stati—contestazione]
= Problemi contemporanei maggior numero di stati, contestazione.
Il trattato e consuetudine hanno pari rango/SONO FONTI COMPLEMENTARI E DI EGUALE AUTORITA’= risultato? Si puo
modificare l’uno con l’altro...PROBLEMA? Lo stato potrebbe sentirsi tentato di non ratificare il trattato perché tanto nelle
componenti fondamentali è gia vincolato dalle consuetudini

Rispetto al diritto interno ha ancora e ha avuto un ruolo maggiore perché manca il legislatore centrale, cioè persona che
fa le regole, oggi lo vediamo nel Parlamento democratico, esisteva dai tempi dell’impero romano.
Il legislatore centrale nel diritto internazionale non esiste, per esempio le convenzioni delle nazioni unite sono fatte su base
volontaria non c’è un’imposizione, non c’è un legislatore centrale che decide come si fanno le regole (togliendo in casi dei
regimi oggettivi).
Le regole che valevano per tutta la comunità internazionale derivavano da questi comportamenti.
Ci si comportava tutti nello stesso modo anche nel cambiare il comportavmento, si cambiava tutti verso la stessa direzione,
quando i paesi di riferimento erano 10-15-20.
Il diritto internazionale riguardava un gruppo ristretto di stati/grandi potenze, erano gli stati europei tanto è che si parla di
concerto europeo.
Gli stati delle Americhe che nell’800’ si rendono indipendenti ma queste sono delle emanazioni degli stati europei, in alcune
alle indipendenze dello stato corrisponde anche un ramo della casa dominante europea che diventa casa regnante nel
nuovo paese nelle Americhe. Es. Impero del Messico. Quindi non sono poi una variante così diversa.
Da metà 800’ le grandi potenze si adattano al modello europeo. Grandi potenze che non sappiamo da che parte mettere: la
Turchia (Impero ottomano che è sempre stato parte della vita europea però era Medio Oriente), Giappone, Cina = paesi
che cercano di adattarsi al modello europeo
Nel dopoguerra i paesi sono molti, si passa da 50 paesi che c’erano nel 45 ad abbondantemente più di un centinaio con il
completamento decolonizzazione.
C’era il problema delle colonie delle colonie: colonie più forti di altre che per loro struttura diventano indipendenti, ma a loro
volta hanno dei pezzi di territtorio che vorrebbero staccarsi.
Oggi siamo in circa 200.
Il maggior numero di stati complica la questione della flessibilità di comportarsi in un certo modo.
Far cambiare il comportamento a 200 stati diventa impossibile non si riesce a trovarsi d’accordo all’interno dell’unione
europea, unanimità.
L’altro problema è che maggior numero di stati corrisponde a nuovi stati = problema di contestazione: la formazione di
queste consuetudini

Vedremo che c’è un proncipio per cui uno stato nuovo nasce con un carico di norme da rispettare che sono quelle del diritto
internazionale generale.

Protesta che nasce quando ci sono vari paesi africani che per la prima volta sperimentano statualità piena: perché devo
rispettare le regole che sono basate sul vostro comportamento accettato come diritto? Viene meno il principio cardine di
uguaglianza.
Principio di Uguaglianza tra gli stati, esprimere in maniera uguale tutti volontariamente la propria adesione alle norme,
se siamo tutti uguali abbiamo tutti il diritto di aderire alle norme che ci piacciono e non alle altre.

Il comportamento accettato come diritto può modificare il trattato, sono fonti complementari, occupano lo stesso posto
gerarchico.
La conseguenza di questo sarà che sui grossi trattati ampi che hanno pretesa di universalità che codificano materie molto
ampie.
Esempio: andare per mare (prima cosa “tecnologica” che gli esseri umani facevano), UNCLOS (convenzione del diritto del
mare) è in larga parte codificazione di diritto consuetudinario. Se hanno uguale rango io non procedo con la ratifica, perché
le norme di base le devo rispettare cmq anche se non codifichiamo,
per la navigazione in mare aperto, i principi base codificati nella UNCLOS quelli sono diritto consuetudinario e li devo
rispettare che ci sia o meno la UNCLOS.
La UNCLOS me li delinea e può aggiungere dei dettagli ma potrei essere tentato di non volere questa precisazione
aggiuntiva e di farmi andare bene le norme generali e di non procedere alla ratifica.
Come scusa potrò dire che considero quel trattato inutile o che la codificazione aggiunge poco visto che sono già norme di
tipo consuetudinario. Motivo per cui le norme base della UNCLOS valgono anche negli Stati Uniti.
Le zone marittime (acque territtoriali) la loro origine ha una natura consuetudinaria,
ampiezza delle acque territtoriali: nascono con un’ampiezza che nasce nel diritto consuetudinario, 3 miglia poi diventate 12
è quanto spazio possono coprire i cannoni per difendere .
Le acque territoriali sono parte dello stato ma tutte le navi hanno il diritto di passare, le navi militari che vogliono attaccare
entrano nel territtorio dello stato passate le 12 miglia e possono essere cannoneggiate dalla costa = gli stati consideravano
loro territtorio la città fino ai cannoni = quel pezzo è mio perché ci arrivo a difenderlo, oltre è un’altra cosa, oggi svilluppata
in 3 cose diverse.

I PROBLEMI DELLA CONSUETUDINE INTERNAZIONALE:


Per sua natura la consuetudine presenta delle problematiche:
1. Ne va provata/accertata l’esistenza, poiché non è scritta: spetta al giudice riconoscerne l’esistenza
2. Ne vanno delimitati i confini
In questa operazione giocano un ruolo fondamentale due mezzi sussidiari per la determinazione del DI:
a) La dottrina: testi di un certo spessore che permetteranno al giudice di orientarsi in un certo ambito per capire
b) La giurisprudenza ne riconosce l’esistenza (o la crea?) e la precisa

 da un lato bisogna provare che esista la consuetudine, quindi che gli stati si comportino in un certo modo
perché lo ritengono una norma di comportamento, perché bisogna comportarsi in quel modo
 dall’altro bisogna capire cosa ci va dentro alla consuetudine = il limite della consuetudine è il contenuto

bisogna determinare se esiste una norma consuetudinaria che per 12/200 miglia gli stati hanno diritto di avere. Esiste
quella consuetudine ? gli stati si comportano in quel modo perché devono seguire una norma? Che cosa prevede quella
norma ?
prima si guarda se esiste quella cosa lì e poi si guarda il contenuto

Il giudice identifica e delimita i confini della consuetudine/norma, capire cosa c’è dentro alla norma.
Vedere se prima di noi altri tribunali hanno già riconosciuto l’esistenza, e poi precisarne il contenuto
L’elemento chiave sarà la giurisprudenza, la dottrina darà degli elementi.
Quando c’è una consuetudine di mezzo, c’è una controversia ( = c’è una parte che ha perso), tenderà ad accusare l’organo
decisore: o si è inventato una consuetudine/ha creato una consuetudine che non esisteva,
o per contro potrebbe dire che non è stato in grado di identificare una consuetudine che esisteva. La parte soccombente
che perde si appiglierà al fatto che il giudice o si è preso troppa iniziativa o non è stato in grado di individuare quello che era
il punto.
Il problema grosso è quello del consenso. Per riconoscere l’esistenza di una consuetudine il giudice dovrà partire da alcuni
elementi
se non c’è il consenso come farà a riconoscerne l’esistenza ?
Storicamente processo storico veniva visto come un trattato implicito/contratto non scritto di diritto interno (stretta di mano
che ci si prende un impegno).
Il problema è che se da un lato ciò rispettava in maniera forte il principio di sovranità perché si supponeva che il consenso
ci fosse, seppur in maniera implicita, escludeva il fatto che se c’è un consenso che viene espresso in una qualche forma e
non è scritta allora non può essere universale
Se io e un mio amico ci prendiamo un impegno per cui la legge non prevede una forma contrattuale scritta, e ce lo
prendiamo con una stretta di mano, quell’impegno non vale nei confronti di tutti gli altri nostri amici.
La consuetudine vale per tutta la societas di riferimento. Bisogna ragionare in un altro modo l’accordo non può essere
tacito, deve essere qualcosa di diverso. Oggi lo vediamo come il prodotto delle neccessità relative internazionali

SU COSA SI BASA LA CONSUETUDINE INTERNAZIONALE?


La consuetudine è una norma NON SCRITTA MA OBBLIGATORIA DEL DIRITTO INTERNAZIONALE…  Problema del
consenso?
1) Consuetudine come “trattato implicito “ tra stati: la visione tradizionale vede la consuetudine come un acccordo “tacito” tra
Stati Era un trattato non scritto cui consenso era stato dato in maniera tacita.

Il problema è che poi la consuetudine veniva fatta valere a tutti gli stati (e non solo quelli che avevano accettato inizialmente
l’accordo implicito)èla condotta degli stati ne dimostra la volontà è Questo approccio esaltava la sovranità ma senza il
consenso di ogni soggetto manca l’universalità.

2) La consuetudine è qualcos’altro. La consuetudine come prodotto delle necessità della vita internazionale : oggi si considera
la consuetudine DIVERSA da un accordo tacito, e bisogna tener conto perciò che:
 Oltre allo stato ci sono nuovi soggetti
 Accelerazione del processo di formazione => formazione consuetudini diventa molto + veloce. Non bisogna pretendere
che subito i 200 stati firmatari seguano la consuetudine.
Nel caso della piattaforma continentale del Mare del Nord nel 1969: la corte dice che bisogna accettare un comportamento
sentito come diritto a tutta la comunità se la maggioranza la segue. La Corte dell’aia Afferma che la maggioranza
rappresentativa degli Stati fosse sufficiente per constatare l’esistenza di una regola consuetudinaria

Fenomeno, separato dagli accordi, sul quale oggi giocano un ruolo.


Sono consuetudini di altre origini, non più solo degli stati, ci sono nuovi soggetti. Con il progresso soprattutto tecnologico,
c’è un’accelerazione del processo di formazione che non sarebbe possibile se stessimo parlando di accordi impliciti.
L’accordo implicito comunque richiede un negoziato, la consuetudine non è tecnicamente negoziato in senso stretto, la
consuetudine prescinde dall’accordo
Nel momento di passaggio tra le due categorie c’è il caso sulla piattaforma del mare del nord 1969’ in cui si introduce il
concettto di maggioranza significativa degli stati
Per l’esistenza e per delimitare i confini entrerà in gioco il concetto di maggioranza significativa degli stati, che permette di
bypassare il fatto che non si presti il consenso in maniera esplicita.
Determinare esistenza e delimitare i confini si basa su 2 elementi/La norma consuetudinaria ha 2 elementi
 oggettivo dato dalla pratica
 soggettivo  accettata come diritto

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA CONSUETUDINE:
è prova di una pratica accettata come diritto...ma che vuol dire? La consuetudine andrà provata e precisata onere
sulla parte che la invoca e compito del giudice o dell’arbitro nel farlo.
Due elementi:
1. Elemento oggettivo rappresentato nell’espressione che lo definisce come ”una pratica”tra gli stati”
2. Elemento soggettivo ”accettata come diritto”= quel comportamento si ritiene da seguirlo perché si ritiene di essere
davanti alla legge.

L’ELEMENTO OGGETTIVO
L’elemento oggettivo consiste in quello che fanno gli stati, il comportamento che si ripete nel tempo e il primo elemento per
individuarla è la pratica esterna/l’attività esterna degli stati  se uno stato si comporta con gli altri stati in un certo modo
quella è la pratica esterna.
Consiste nella PRATICA  prassi degli stati: deve essere un elemento ripetuto nel tempo, e deve essere fato in modo
cosciente di fronte ad una norma o a una situazione giuridica internazionale. Il comportamento degli Stati può essere
accertato sia nell’attività “esterna” di questi ma anche attraverso atti di diritto interno:

 ATTIVITA ESTERNA
La prova della prassi degli Stati nella loro attività esterna Può essere desunta da atti e documenti relativi alle relazioni
internazionali come:
 Trattati
 atti unilaterali (dichiarazioni, atti di diritto interno),
la prova della prassi può essere anche accertata attraverso atti di altri soggetti del diritto internaizonale:
o giurisprudenza(delle corti internazionali)
o Prassi delle OIG
qui si può trovare traccia che gli stati seguono quel comportamento perché lo ritengono legge

ATTIVITA’ INTERNA in materia internazionale


Anche gli atti di diritto interno “ in materia internazionale” possono rilevare ai fini di accertamento sulla pratica degli stati:
 Atti legislativi legge sulla cittadinanza,in materia di nazionalizzazioni
 Atti giudiziari sentenze che invocano norme di diritto internazionale, come ad esempio quelle in materia di privilegi ed
immunità degli stati e dei diplomatici

Troviamo la pratica degli stati nel diritto interno, quindi il giudice che valuta l’elemento oggettivo deve guardare come si
comporta lo stato al di fuori ma soprattutto cosa fa lo stato al suo interno e la giurisprudenza nazionale in materia
internazionale.
Es. Dove è che troviamo le consuetudini sugli ambasciatori che non possono essere arrestati?
Le troveremo andando a leggere sentenze nazionali in cui il giudice rifiuta di procedere perché l’ambasciatore non può
essere processato. Quindi l’attività esterna degli stati per la questione delle immunità non ci serve praticamente a niente
perché bisogna saltare di due livelli ma ci sono norme internazionali che però si manifestano a livello nazionale
Es le zone di pesca, dove è che troveremo se una nave ha violato o meno diritto internazionale sulle zone di pesca 
tribunali degli stati costieri che giudicano in un modo o in un altro navi che pescavano che siano sui suoli nazionali o
meno lì si determinerà se entro un tot si può pescare o meno, se ci sono dei divieti = Serviranno gli atti interni per
determinare l’attività interna, è questa che diventa la chiave

Attività esterna: se lo stato si comporta in un certo modo, quella è una pratica nazionale

L’ELEMENTO OGGETTIVO-CONTINUITA’ E DIFFUSIONE


Perché la pratica sai idonea a generare una consuetudine, c’è bisogno che essa sia ripetuta e costante(diffusa e
coerente) uso costante, uniforme, frequente. Non si deve trattare di fatti isolatièci deve essere una certa frequenza di
comportamenti da parte degli attori della società internazionale e una certa generalità di questa prassi.

Il fattore TEMPO è variabile, se vi sono costanza, frequenza e uniformità. Esistono anche consuetudini istantanee. Ma
quanti Stati devono seguire la prassi perché sia atta alla generazione di una norma consuetudinaria?Non importa quanto
tempo, basta che ci siano stati significativi (in alcuni casi anche due). Ma più stati ci sono , meno tempo serve. Ciò che
conta è che sia «una maggioranza rappresentativa di Stati» che andrà valutata ogni volta (incluse le parti in causa)

La pratica per essere tale da costituire una consuetudine non basta una sentenza/che lo stato si sia comportato una volta in
un certo modo, se bastasse un comportamento per crearla sarebbe permesso l’uso della forza armata sugli stati. Serve che
l’emento oggettivo sia continuo e diffuso
Sentenza Nicaragua dell’86’, la Repubblica del Nicaragua contro gli Stati Uniti d'America; qui viene fuori esempio dell’uso
dell’a forza armata = non basta un comportamento, gli stati cosa fanno la maggior parte del tempo?
Andiamo a vedere gli atti unilaterali e gli atti interni e vediamo che per la maggior parte del tempo fanno la pace,
la promuovono e dicono di volerla. Quindi il fatto che uno stato faccia guerra una volta è una violazione della
consuetudine/della sua propria posizione, non è una nuova presa di posizione.
Tutto questo lo riassumiamo con gli aggettivi: costante, uniforme,frequente.
È tutto relativo questa costanza, continuità e diffusione
 Se parliamo del diritto del mare comportamenti costanti e riforme frequenti ce li abbiamo da tanto, esistono i porti che
hanno regole specifiche di comportamento
 Se parliamo di guerra condotta attraverso internet o di sfruttamento economico dello spazio, uniformità e costanza
andranno lette in quest’ottica.
Quanti stati servono ? maggioranza significativa che non possiamo determinare a priori perché sarà rilevante cosa fanno in
materia di guerra più o meno tutti gli stati del mondo e Stati Uniti, Russia, potenze europee, Cina, Giappone, Sud-Africa,
Brasile ? Si .
In questioni di consuetudini marittime si formano nel 300/400, sarà rilevante il comportamento dell’allora Regno di Boemia,
della confederazione Svizzera, della Mongolia ? in Consuetudini marittime è difficile ma la questione è che quando la
maggioranza significativa dà luogo alla consuetudine, a quel punto questa si applica anche a chi non faceva parte.
Maggioranza significativa andrà valutata volta per volta, caso per caso.
Se c’è una consuetudine quella è e quella rimane.

Consuetudine regionale=potrà valere su una regione geografica o culturale o anche su due soli stati = locale/bilaterale

L’ELEMENTO SOGGETTIVO (psicologico)


La pratica è “accettata” come diritto: OPINIO JURIS.
Ciò che andrà dimostrato è la percezione soggettiva di una parte a comportarsi in un certo modo perché deve, non per
gentilezza.
L’elemento soggettivo permette di differenziare la consuetudine dalla cortesia internazionale.
 Cortesia internazionale: Regole di buon comportamento o di convenienza politica ma che non hanno l’efficacia
obbligatoria propria delle norme giuridiche comportamenti che agevolano lo stare bene con gli altri paesi, ma non sono una
norma.non è un diritto. Si capisce bene nei rapporti di diritto interno ma anche interpersonali

L’emento soggettivo che si va ad identificare nello stesso modo in cui abbiamo identificato l’elemento oggettivo, quindi con
attività esterna e interno dello stato.
L’elemento soggettivo è quella percezione che gli stati hanno che la pratica sia diritto, e non sia una semplice usanza, che
non sia cortesia internazionale; ma che io sto ponendo in essere un comportamento che se così non fosse io verrei
sanzionato.

Uso è diverso da usanza! Può capitare che gli stati paghino soldi per le vittime per mantenere buoni rapporti con gli altri
stati, ma non perché sono convinti che se non lo fanno saranno soggetti di sanzioni.

Caso: quando si potevano fare testi atomici nell’atmosfera. USA versano bombe nel pacifico sull’isola di Bikini e i pescatori
giapponesi furono esposti alle contaminazioni radioattive e iniziano ad ammalarsi: gli usa non avevano commesso un
illecito (poiché non c’era il divieto di lanciare le bombe atomiche), era semplicemente qualcosa di inetico. Gli usa,però, per
cortesia internazionale, risarciscono i giapponesi un rimborso per le vittime, Solo sulla base di principi umanitari. Ora c’è un
divieto.
 dimostrare la motivazione del comportamento: deve essere percepito come diritto.
 Sia che lo Stato si astenga dall’agire, sia che ponga in essere un comportamento, in entrambi i casi sarà da determinarsi la
volontà di rispettare una regola considerata obbligatoria

Cortesia internazionale vs consuetudine internazionale


Deve esserci un fattore di percezione ?
Es. prima che si avesse particolare attenzione dell’ambiente, nel primo periodo del dopoguerra c’era poca percezione dei
rischi della bomba atomica, in quel poco che ci abbiamo messo per capire gli effetti a lungo termine delle radiazioni della
bomba atomica (la gente non mangiava/non camminava più ) = morti di cancro.
Non c’erano norme che vietassero o prevedessero delle compensazioni per eventuali ….
Succede che quando si inizia a capire che c’è effettivamente un rischio e in alcuni paesi rimangono vittime di test fatti in alto
mare, navi mercantili di pescatori che si sono trovati nelle zone contaminate dalle radiazioni, gli
stati decidono di pagare una compensazione (dare dei soldi al governo) per mantenere buoni rapporti, non perché pensano
ci sia una norma.
Gli stati decidono di dare dei soldi per aiutare le vittime reali (lo decide lo stato) = gli stati lo fanno per mantenere buoni
rapporti.

Nel diritto internazionale classico nella controversia tra stati non abbiamo un obbligo generalizzato di versare una quota.
Possiamo immaginare che accada una cosa simile quando siamo in bus e nel posto x sale una persona più anziana a ci
alziamo per farla sedere, lo facciamo per cortesia. Se invece siamo seduti sul posto che ha il bollino con le icone della
persona ingravida/anziana, in questo caso ci dobbiamo alzare, c’è una sanzione se non lo facciamo. Questa è la differenza:
in un caso lo facciamo non perché sennò veniamo sanzionati ma perché risponde ad una nostra spinta etica, non crediamo
di ricevere una sanzione se non ci alziamo.
Nell’altro caso se non ci alziamo ci fanno la multa.
 Multa = consuetudine
 Gesto gentile = cortesia internazionale
Icortesia internaizonale può avere elemento di pratica diffusa = esempio di tenere aperta la porta alla persona che ci
cammina dietro è un gesto diffuso non c’è una multa per non farlo.
Elemento soggettivo rappresenta questa percezione del fatto che se NON mi comporto così c’è una sanzione quindi mi sto
comportando seguendo una regola obbligatoria e non per un mero gesto di mantenere buoni rapporti.
Manca l’elemento del consenso se io in quella maggioranza significativa non ci voglio più stare ?

IL RUOLO DELLA PROTESTA


Atti unilaterali dello stato, sono divisi in categorie ed una di queste è la protesta = atto unilaterale per cui uno stato dichiara
di non riconoscere una situazione di fatto, questo per evitare che il suo silenzio/comportamento possa essere scambiato
come accettazione di una situazione.
Faccio sapere al mondo che non accetto quella situazione. Questo perché nel diritto internazionale c’è il fenomeno della
quiescenza per cui si potrebbe dire che non hai mai detto niente quindi per te la situazione va bene e non la puoi cambiare
adesso.
Non prevede consenso esplicito = si può protestare

Protesta = L’obiettare a una situazione internazionale, dire che non la si riconosce,non si è d’accordo.
Una volta verificata la presenza dei due elementi oggettivo e soggettivo rimane aperta la questione del consenso che viene
«manifestato ma non espresso».
Il fatto che uno stato obietti, bloccherebbe il formarsi di una consuetudine opponibile nei confronti dello Stato che protesta
(se la protesta arriva da un gruppo di stati (maggioranza significativa), la consuetudine si blocca- quanto meno su scala
universale-).

Se stato protesta ma non potrebbe ? Non potrebbe perché la consuetudine è nata prima di lui.
Lo stato “obiettore persistente”, è tenuto a rispettare..ma ci sono eccezioni/casi particolari per cui si creano situa diverse
dalla classsica applicazione a nuovi stati della consuetudine
 Questione decolonizzazione: quando un gruppo di stati protestano e non seguono la consuetudine tra loro : si creano altre
consuetudini tra di loro, mentre con gli altri stati dovranno rispettare la prima consuetudine
 Se non si può protestare perché si è arrivati tardi, che succede se tutti gli altri stati accettano la protesta? Accettando
tacitamente la protesta ?=si potrebbe verificare che egli si svincoli dalla consuetudine
Ma in linea generale vale che un nuovo stato debba accettare la consuetudine

Cosa c’entra la protesta con la consuetudine ?


Se uno stato capisce che si sta formando una consuetudine protesta, potrebbe bloccare la formazione della consuetudine
nei propri confronti, e se sono tanti gli stati che protestano e magari significativi bloccare proprio la relazione della
consuetudine
La questione che si pone è cosa succede con il nuovo stato ?
Lo stato Obbiettore persistente che continua a dire in modo persistente che non vuole la consuetudine, se la
consuetudine si sta formando ok la adottiamo ma con le consuetudini che già ci sono ?
Perché devo accettare delle consuetudini che già ci sono ?
Es. gli stati che si trovano sulla costa dicono che già gli hanno mangiato le risorse, adesso sono indipendente e devo
rispettare le regole vostre nelle quali non ho avuto voce in capitolo, anzi in alcuni contesti non avevo nessuna voce in
capitolo per quello che succeddeva all’interno dello stato
 regola generale: le consuetudini vanno rispettate ma si pongono due domande interessanti:
3) cosa succede se a protestare sono un blocco/gruppo di stati e non uno solo ? fare si che il contenuto della protesta diventi
una nuova consuetudine per quegli stati, sempre che ne siano contenti
4) cosa succede se uno stato protesta ? Niente perché trova già un pacchetto di norme che deve accettare/rispettare.
Cosa succede se gli altri stati accettano questa protesta ? dunque interviene la quiescenza, quindi quel non far niente o
meglio comportarsi secondo certe regole = lo stato obbietta contro una determinata consuetudine e gli altri stati nel loro
comportamento con quello stato si comportano di conseguenza
Dalla quiescenza potrebbe derivare una cancellazione/non opponibilità della consuetudine per quello stato

Con la protesta espriamo il dissenso, non espriamo il consenso


funziona al contrario rispetto al trattato, se nel trattato si esprime consenso esplicito qui l’unica cosa che si può fare è
esprimere la propria obiezione, espriamo dissenso e quindi ne usciamo.
Se nel trattato entriamo, nella consuetudine possiamo tirarci fuori durante la fase di formazione quando la consuetudine è
formata non si può più uscirne.

LA CONSUETUDINE INTERNAZIONALE OGGI:


Tramite la Consuetudine si sono fissate alcune norme generali di Diritto Internazionale come la buona fede o l’uguaglianza
sovrana degli Stati.
La consuetudine svolge funzioni molto diverse nella società internazionale contemporanea: può adattarsi alle necessità di
tutti, di alcuni o di due Stati solamente= portata geografica variabile. Ed inoltre può colmare le lacune del diritto pattizio
ha 4 carratteristiche applicative
1) siccome è flessibile, si adatta anche alle neccessità di gruppi della comunità internazionale. Ha una portata territtoriale che
può variare.
2) Ruolo tradizionale è quello di fissare/stabilizzare la norma giuridica. Nella sentenza si leggerà che gli stati si considerano
uguali sovrani tra loro, abbiamo fissato il principio di uguaglianza tra gli stati.
3) può modificare le norme preesistenti, lo abbiamo visto 1971 Namibia, consiglio di sicurezza che per via consuetudinaria
ha cambiato la carta ONU
4) può colmare alcune lacune del diritto dei trattati, che sono delle norme scritte più precise, ma quello che non è scritto non
c’è e dobbiamo colmarlo da un’altra parte

1. LA PORTATA TERRITORIALIALE DELLA CONSUETUDINE:


Si va ad adattare alle necessità degli stati(tutti, alcuni,2) anche in senso geografico:LA PORTATA TERRITORIALE DELLA
CONSUETUDINE: oggi è accettato che vi siano consuetudini regionali ed anche locali. Come per i Trattati, si pone il
problema su «dove» si applichi la norma consuetudinaria → da Art. 38 le consuetudini sono generali ma la CIG ha
ammesso la possibilità (e raramente l’esistenza) di consuetudini regionali o locali!
a) Consuetudine GENERALE: quando rilevata questa si applica in maniera uniforme a tutti gli stati, senza applicazioni parziali
o riserve…sono frequentemente invocste dinanzi alla CIG
b) Consuetudine REGIONALE: la flessibilità della consuetudine fa si che possano esserci dei comportamenti accettati
come diritto solo tra alcuni gruppi di paesi. Esempio classico di consuetudine regionale: in ambito europeo la norma
consuetudinaria conosciuta/identificata dalla corte europea dei diritti umani per cui c’è il divieto di applicazione della pena di
morte = consuetudine, è un comportamento riconosciuto come diritto da parte di un gruppo di stati.
Ad esempio se lo riconosce la corte EDU non sarà compresa la Bielorussia che non fa parte del consiglio d’Europa.
c) Consuetudine LOCALE anche tra 2 STATI: potrebbe esistere anche nei rapporti fra due stati, il caso sull’amministrazione
della giustizia dell’Andorra tra Francia e Spagna. Tra india e Portogallo : pare che vi fosse una norma di diritto
consuetudinario sul passaggio/transito di civili e merci portoghesi in territorio indiano (norma di diritto consuetudinario che
valeva solo per loro senza estendersi al resto).// anche reati Andorra. India è stata colonizzata e divisa tra vari paesi
europei.
Si è appurato che civili e merci potevano passare ma i militari portoghesi non potevano attraversare il territtorio degli altri

2. CONSUETUDINE COME ELEMENTO DI STABILIZZAZIONE


Stabilizza la norma giuridicaruolo tradizionale. La carta ONU
Se codifica vuol dire che c’è gia una consuetudine da sistemare.
La Consuetudine ha per secoli disciplinato le relazioni tra Stati sovrani.
Con lo sviluppo del diritto pattizio si è vista una codifica della Consuetudine.
Codificazione: non si crea nuovo diritto ma si sistematizza quello esistente. Ha per scopo quello di tradurre in forma scritta e di
raccogliere in forma sistematica le norme di diritto internazionale generale.

Sviluppo progressivo: creazione di nuove norme (serve il consenso). Codificazione e sviluppo si integrano per come delineato
dall’Art.13 ONU→la codificazione diventa sia compilativa che innovativa.
La codificazione (di una norma) NON cancella la Consuetudine!
La CDV sul diritto dei trattati codificava ragionando su norme che già c’erano=>introducendo lo ius cogens(idea nuova). Questa attività
ha un elemento innovativo dato dalla codificazione della consuetudine.

questi comportamenti accettati come diritto vengono standardizzati/stabilizzati


il ruolo della commissione del diritto internazionale dell’ONU nasce per codificare quello che è il diritto che già esiste (caso
della convenzione di Vienna)
Può dare luogo a nuove norme di tipo consuetudinario soprattutto in ambiti nuovi ci sono delle regole che nascono prima
come consuetudine prima di essere messe per iscritto
NON ratificare la consuetudine NON la cancella
Il fatto che vi sia la UNCLOS non cancella la norma consuetudinaria, questo si collega al principio di LEX GENERALIS =
consuetudine che nel suo elemento di generalità si applica a tutta la comunità internazionale
LEX SPECIALIS = trattato
Codifica vuol dire che c’è gia una consuetudine da sistemare.
La Consuetudine ha per secoli disciplinato le relazioni tra Stati sovrani.
Con lo sviluppo del diritto pattizio si è vista una codifica della Consuetudine.
Codificazione: non si crea nuovo diritto ma si sistematizza quello esistente.
Ha per scopo quello di tradurre in forma scritta e di raccogliere in forma sistematica le norme di diritto internazionale
generale.

3. LA CONSUETUDINE COME FATTORE DI RICAMBIO:


a) la consuetudine detta “revisionista” può modificare le norme di un trattato mediante una prassi successiva uniforme e
costante
es. l’astensione in senso al CdS ONU è stata considerata diversa dal veto proprio in qualità di modifica consuetudinaria
(data dalla prassi uniforme e costante)
b) la consuetudine “rivoluzionaria” può creare nuove norme di diritto internazionale.
(La consuetudine diventa dirompente nel creare nuove norme che non erano pensabili prima, da un lato io non c’ero e ho
delle norme da rispettare) risulta dalla combinazione di 3 fattori
 un elemento politico (paesi con necessità forti)
 giuridico sociale: il tempo necessario alla formazione della consuetudine tende a ridursi
 tecnino – se da un voto a larga maggioranza emerge che tutti gli stati che hanno votato sono d’accordo con l’esistenza di
una norma, il giudice non potrà discutere ciò –Sul piano tecnico gli accenni laterali delle organizzazioni internazionali hanno
contribuito a dinamizzare e velocizzare il tradizionale processo di formazione delle norme consuetudinarie

Quale è l’elemento che rende norme che già esistono accettabili?


Il numero = sono molti di più i paesi che sorgono dalla decolonizzazione e che hanno la forza di imporre nuove consuetudini
che poi si imporranno al resto del pianeta.
Quindi non conviene più litigare sul non rispettare le acque territtoriali ma conviene molto di più creare una consuetudine
favorevole (visto che siamo molti di più) al nostro gruppo di paesi, concordarci e per esempio stabilire che i dazi doganali
siano tendenti al nullo per i paesi meno svilluppati; che la zona economica esclusiva mi dia accesso a quelle risorse.
Risorse acque nigeriane

Questo tipo di consuetudine rivoluzionaria porrà di nuovo il problema per il giudice che potrà essere accusato di aver
creato una norma o di non averla saputa rilevare, di non essere stato abbastanza abile da capire che quel comportamento
accettato come diritto!
se tutti/tanti i paesi votano a favore una norma che non c’è da altre parti ma che riconoscono nel loro comportamento =
elemento forte del fatto che gli stati considerino quella norma un diritto.

Preferenze commerciali nei confronti dei paesi meno svilluppati


Si impone come norma consuetudinaria la zona economica esclusiva = Cile

4. LA CONSUETUDINE COME FATTORE DI REGOLAZIONE TRANSNAZIONALE


la consuetudine serve a regolare spazi che non sono ancora regolati né dal diritto internazionale né dal diritto degli stati.
Se non abbiamo regole l’unico strumento adatto saranno i comportamenti degli attori.
dobbiamo definire quando si esce dalla terra, spazi dove partecipano gli stati e spazi che per loro natura non vedono gli
stati come attori
obbligazioni prezzate in una valuta diversa da quella del paese
min 16…nascono per servire un’uniformità di alcune norme su vari paesi in funzione del commercio internazionale, si
andranno a vedere le parti dei collegiali lo stesso procedimento della consuetudine tra stati che si estende ai nuovi attori
del diritto internazionale

La consuetudine è un fattore di regolazione di quegli spazi non ancora regolati dal diritto e nemmeno dagli Stati .Il
comportamento viene prima che gli stati pongano in essere delle norme.
La Consuetudine ed i principi generali di diritto risultano essere le uniche fonti idonee a regolare i rapporti che si collocano
in tali «spazi»→prassi ed usi transnazionali (ad esempio commerciali come nei mercati delle eurovalute e delle
euroobbligazioni).
Ci sono molti settori/spazi, per es: quando ci sono banche che offrono depositi e investimento in valuta straniera a paesi
che non hanno il dollaro =>si creano nuove consuetudini con la quale si regolano nuovi spazi.g Gli stati saranno felici si
seguire questa consuetudine perché gli stati sono a favore dei depositi offerti

I PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO RICONOSCIUTI DALLE NAZIONI CIVILI


I principi generali (sono la 3° fonte dell’art 38, la quale non ci pone limiti) di diritto riconosciuti dalle nazioni civili

Secondo lo studio della materia: consuetudini e trattati  stesso peso (come tipo di fonte NON come contenuto):
consuetudine modifica il trattato e viceversa. I principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili (significato evoluto =
civiltà giuridica)  prinicipio – regola più ampia e aperta.
Si ritova un’antica idea dei padri fondatori del diritto internazionale secondo cui il diritto internazionale si applica solo a certe
collettività statali – cristiane – occidentali – europeizzate, dato che i rapporti tra questi paesi civili e i paesi non civili –
barbari NON sono regolati dal dirittto ma semplicemente dalla FORZA

I principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili (ora si intende la Civiltà giuridica) sono la terza fonte elencata
all’art 38 dello statuto CIG
Nazioni civili: negli anni il termine nazioni civili non è cambiato, neanche dopo la decolonizzazione  tuttavia il significato è
cambiato, ovvero con nazioni civili si intende una nazione giuridica, una società di diritto.
 L’espressione è datata ed ha assunto 4 significati:
1. Principi generali come consuetudine
2. Principi generali come norme fondamentali dell’ordinamento internazionale
3. Principi generali come norme generali dell’ordinamento internazionale (evitando quelle regionali, bilaterali…)
4. In realtà il senso contemporaneo ora è che i principi generali siano principi generali presi dai sistemi giuridici/famiglie
giuridiche del mondo = sono ricavati in base alla normativa interna dei sistemi giuridici del mondo
Secondo alcuni autori vedono i principi come una regola più aperta, ma è anche come conseguenza della loro origine
perché devono essere comuni a tutte le famiglie giuridiche del pianeta. Il p.g. tende ad essere ampio.

Convenzioni e consuetudini hanno uguale ramo. Abbiamo scoperto grazie alla CIG che lo Stato A e B hanno la stessa
importanza. Vediamo C.
Arriviamo nello statuto della corte penale internazionale, nasce dall’esperienza delle guerre in RUANDA e nell’ex
Jugoslavia, quindi decisamente cosmopolita e non si pone dei limiti di civiltà/nazioni civili.
comunità internazionale > si compone di pochi stati che si attribuiscono il diritto di essere stati, in questo contesto si crea la
nazione civile.
Inizialmente ci si riferisce ai principi generali come consuetudini, cioè quelli più importanti di tutto l’ordinamento
internazionale. In altri sentenze i principi generali sono quelli che si applicano a tutta la comunità internazionale.
In senso contemporaneo (che ha più di mezzo secolo di pratica) si andava a pescare negli ordinamenti interni dei paesi.
Principio generale indica la direzione dove guardare. Va ricavato sulla base della normativa interna dei sistemi giuridici del
mondo. Quindi dobbiamo ritrovare tutti i sistemi giuridici del mondo e se noi ritroviamo la stessa regola in tutti i sistemi
politici del mondo vedremo le carratteristiche generali.

PRINCIPI GENERALI RICAVATI DAI SISTEMI GIURIDICI DEL MONDO:


la corte non può essere chiamata a fare una comparazione dei sistemi giuridici di tutto il mondo fondamentale il ruolo
della Dottrina (la dottrina che studia i sistemi giuridici del mondo è affine al diritto internazionale perché il diritto comparato
compara 3 famiglie di diritto diversi). Non è pensabile che un giudice si studi tutti i sistemi giuridici in una determinata
materia.
Il “principio generale” per poter essere qualificato come tale deve essere presente in tutti i grandi sistemi giuridici del
mondo
 Civil law = derivano dal diritto romano, humano
 Common law = diritto anglosassone/inglese (Regno Unito, Usa, Singapore, Australia), diritto consuetudinario (britannico
americano australiano…)
 Diritto socialista: nell’evoluzione dell’ONU. Ispirato al Civil Law. Di tutti quei paesi che erano socialisti. Unione Sovietica,
Usa, Cina
 Sistemi e connotazione religiosa: diritto islamico, diritto a ispirazione buddhista, Arabia Saudita, Costituzione del Corano;
però Tunisia è alla base del Common Law, diritto dei paesi confuciani dell’Asia Orientale
 Sistemi a connotazione tradizionale dell’Africa Subsahariana: costituzioni ispirati dai sistemi Civil Law che poi
introducono con l’indipendenza elementi presenti nel diritto consuetudinario delle popolazioni di quei paesi.
Queste sono le famiglie dove si andranno a trovare questi principi generali confrontando queste famiglie
 Studiare tutti questi sistemi

La dottrina mette a confronto i diritti quindi prende le costituzioni di due paesi e vede se ci sono uguaglianze, similitudini,
differenze che ci sono tra un paese e un altro. Siccome sul piano internazionale è impossibile farlo tra tutti i paesi del
mondo si fa a famiglie e poi si confrontano le famiglie.
= si confrontano i diritti europei e poi i diritti asiatici
queste famiglie non sono compartimenti stagni
civil law e common law non è che non si parlino
diritto socialista è diritto dormiente
codice civile dell’unione sovietica e della cina è ispirato a quello civile tedesco italiano

sono delle categorizzazioni che ci servono per fare ordine ma elementi di più famiglie saranno ritrovabili all’interno dei
singoli sistemi
Quando in tutte queste famiglie troviamo lo stesso principio esso diviene un principio generale
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I PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO
Sono la 3° fonte dell’art. 38, la quale non ci pone limiti. I principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili
Il senso contemporaneo è l’unico che oggi risponde alla definzione di principio generale di diritto e che mettiamo in queste
famiglie (che non sono compartimenti stagni).

Quale è la DIFFERENZA tra principi generali (fermo lestando che questi non sono scritti) e consuetudine ?
 Consuetudine internazionale è esterna
 Principio generale va ricavato nella normativa interna. I principi generali nascono dall’ordinamento interno.

Le consuetudini più vecchie (quelle del 600-700 o anche prima) nascono per i rapporti tra gli stati, sono pratiche accettate
come diritto nel rapporto con gli altri stati. è il giudice interno che si sta rapportando con l’esterno = immunità
dell’ambasciatore nel diritto cosuetudinario

Chi mi dice che una cosa che io faccio nell’ordinamento interno voglio che venga applicata anche all’esterno? Così si fa a
casa mia ma non posso dire/imporre che si faccia così anche con gli altri

IL DIBATTITO DOTTRINALE:
Cosa hanno scritto gli accademici?
primo problema: esistono o sono “semplicemnte” delle consuetudini?  Una teoria passata li omologa alle consuetudini (
consuetudini = principi generali): non ci sarebbe differenza tra consuetudine e principio generale MA ora questa
imposizione è cambiata. Se fossero state la stessa cosa, non avrebbero allungato l’art 38 per includerle.

Partendo dall’art. 38 vediamo che i principi generali sono ALTRO (nascono nell’ordinamento interno) =fonte autonoma e
diversa dalla consuetudine internazionale che nasce nell’ordinamento internazionale. Il principio generale è un principio
che viene usato poi per norme specifiche di ogni singolo ordinamento interno di ogni paese.
la fonte originaria (ovvero il principio generale) si colloca negli ordinamenti interni e non nell’ordinamento internazionale
Qui si parla di trapianto, esportazione a livello superiore = SUSSUNZIONE DALL’ORDINAMENTO
INTERNAZIONALE(estrazione) = vengono sussunte nell’ordinamento internazionale  dall’ordinamento interno il principio
può essere trapiantato nell’ordinamento internazionale.

Il motivo per cui ricorriamo ai principi generali di diritto è che molto spesso l’ordinamento interno/nazionale risolve delle
questioni prima di quanto non lo faccia l’ordinamento internazionale = può capitare che gli ordinamenti privati risolvano il
problema prima ancora dello stato  esempio delle consuetudini in materia bancaria, sono le grosse banche che
affrontano prima il problema di conservare-custodire-dare accesso ai dollari fuori dagli USA. Sono le grosse aziende del
settore tecnologico che dicono funzioni Internet prima ancora che lo Stato dica cosa c’è dentro, ora si creano questi
problemi perché lo svilluppo tecnologico è all’ordine del giorno + intelligenza artificiale lo Stato è molto lento sulle cose di
questo tipo.

l'ordinamento interno ha già risolto (normato) - da quando esiste- problemi che l’ordinamento internazionale affronta per la
prima volta (es: quanti secoli era che lo stato giudicava delle situazioni di diritto? =lo stato ha da sempre i giudici/tribunali e
quand’è che la comunità internazionale ha deciso di creare le corti internazionali? =nel 900).
Per risolvere le questioni, non basta che le risolva UN’ordinamento interno, per essere generale c’è da fare il doppio lavoro
di comparazione  vedere se all’interno della famiglia esiste + confrontare le famiglie e vedere se ce l’hanno da tutte le
parti. Il minimo comune denominatore su cui potremmo lavorare sarà molto ampio e ci indica la via, perché dobbiamo
trovare la comunanza della regola giuridica a tutte le famiglie = un minimo comune denominatore della regola che riusciamo
a trovare.

L’USO IN GIURISPRUDENZA DEI PRINCIPI GENERALI


L’invocazione dalle parti dei principi generali di diritto contenziosi è frequente, mentre rara è la loro ammissione da parte del
giudice o dell’arbitro.
Siamo nello stesso contenitore della consuetudine e dei trattati,
Presenta delle cose per cui non potremmo tenerla fino in fondo al top della piramide
 Prima che esistesse l’art 38, i principi generali erano molto usati  il diritto internazionale era LACUNOSO.
(noi abbiamo alla fine degli arbitrati interstatali dell’800’ che di base sono poco più del diritto romano, di base si vanno a
ripescare lì = la società internazionale nell’800’ si complica, gli stati fanno più cose ma le regole sono le stesse, sono quelle,
NON si è ancora avuto il tempo di creare nuove regole e quindi bisogna tornare indietro a quello che si ha.
 Corti dell’Aia = CIG, spesso riconosce l’esistenza dei principi generali cui fa riferimento ma durante il ragionamento
concreto li esclude dal caso/porta ad escluderli  vedi problema intestatale
Si farà un sacco di ricorsi ai principi generali su opinioni separate/dissenzienti = quando c’è un giudice e i comuni esseri
umani: 8 votano in un senso e 1 non è d’accordo. La deicisione è quella che hanno preso gli 8 ma c’è la possibilità per
l’uno di scrivere perché una memoria (un suo parere sul caso) e spiegare perché non è d’accordo. Questa cosa ha un peso
nello svilluppo del diritto ma NON ha un peso ai fini, la sentenza è stata emessa e quella è. I principi generali abbondano.

All’interno di una famiglia giuridica, a livello regionale i principi generali sono molto usati perché è più semplice, si
prestano a meno litigio. Si può litigare quanto si vuole sul principio generale di diritto comune costituzione europeo del 45,
ma alla fine quelli sono. La costituzione francese ultima, quella italiana del dopo-guerra , quella tedesca del dopo guerra
nascono da un’esperienza abbastanza comune.

La CGUE (corte di giustizia dell’UE) identifica i principi generali come il patrimonio giuridico comune degli stati europei
(e ne ha fatto un uso frequente) e in alcuni casi come le tradizioni costituzionali.
È difficile trovare grosse discrepanze soprattutto tra i principi fondamentali delle costituzioni europee, poi quando si passa
alla fase operativa ogni sistema risponde ad un fenomeno storico suo, per il resto è difficile trovare cose tanto diverse.
[Uno dei problemi può essere che: la corte di giustizia UE ne ha fatto un uso frequente, in settori anche che non erano di
loro competenza . Individuando un patrimonio giuridico comune europeo → la CIG è riuscita a porre le basi - con i principi
generali- alla CDFUE (Carta dei diritti fondamentali) dell’UE. In questo caso la CIg ha guardato a principi generali comuni al
diritto degli stati membri. ]
Oggi arriviamo ad avere una carta dei diritti fondamentali dell’UE (CDFUE) che ha rango dei trattati = ha lo stesso peso
dei trattati. I trattati dell’UE sono 2:
1. Trattato dell’unione europea
2. trattato sul funzionamento dell’UE

la CDFUE = Ha valore di trattato e nasce dai principi generali di diritto NON del mondo ma comuni agli stati europei. Si
parte dal consenso dell’UE
Processo di integrazione europea era molto ambizioso negli anni 50’, si parte con l’economia, falliscono i progetti di
comunità politica e di difesa; il problema è che il mercato unico è difficile vederlo solo dentro all’economia se una persona
vuole andare a lavorare in un altro paese che diritti ha, ha gli stessi che aveva nel suo? Ha il diritto di andare a lavorare da
un’altra parte? Servirà che siano simili i diritti del lavoratore. Il lavoro delle sentenze lo fa la corte di giustizia.

corte di giustizia ricostruisce un pacchetto di diritti fondamentali comuni agli stati europei che si applicano al diritto dell’UE.
Come gli Stati Uniti hanno la loro aspirazione dei diritti, delle libertà, noi abbiamo la carta dei diritti europei che è ricostruita
sulla base dei principi generali di diritto. Poi viene codificata la carta di Nizza nel 2001 + fallimento della costituzione
europea.

LA DETERMINAZIONE DEI PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO


Trattandosi di fonte non scritta, toccherà, come nel caso della Consuetudine, a giurisprudenza (e dottrina) la
determinazione.
Saranno da ricavarsi nel diritto interno il giudice li crea o si limita a riconoscerli ?

PRINCIPI DI DIRITTO INTERNO:


Anche i principi generali, come la consuetudine hanno:
 Un elemento oggettivo: la presenza nei diversi sistemi giuridici interni. È dato dall’esistenza, dal fatto che si ritrova
all’interno del sistema giuridico.
 Un elemento soggettivo: il carattere obbligatorio in tali sistemi giuridici
I principi generali di diritto sono stati individuati inizialmente nel diritto privato (ruolo dello ius civile romano) e solo
successivamente (e limitatamente) nel diritto pubblico e processuale. Per tutto il Medioevo fino all’Illuminismo lo ius civile
romano è quello che fa da regola per il diritto Medievale.

Come le consuetudini, i principi generali di diritto possono essere universali, regionali, bilocali.
Il carattere obbligatorio lo troviamo nell’ordinamento interno > sarà la legge dello stato “X” a dire che quella cosa lì è
legge e se questa cosa è legge prima per tutti gli stati della famiglia e poi per tutte le famiglie = allora c’è elemento
soggettivo.

Elemento soggettivo della consuetudine: percezione che sono davanti ad una norma giuridica, quindi se non mi comporto
in un certo modo c’è la responsabilità internazionale.

Principi di diritto privato = rapporti tra gli stati

PRINCIPI COMUNI AI GRANDI SISTEMI GIURIDICI DEL MONDO


Proprio perché c’è dubbio nel diritto interno, Il solo fatto che esista in tutte le famiglie non basta, è una condizione senza la
quale non posso fare la sussunzione. Non basterà trovare la presenza per andare a fare la trasposizione.

Con il metodo del diritto comparato, un principio andrà individuato nelle “grandi famiglie di diritto contemporaneo” 
esaminare il diritto positivo delle grandi famiglie giuridiche  Se rilevato in tutte le famiglie giuridiche il principio potrà
essere trasposto nell’ordinamento internazionale (la procedura NON è automatica: non è detto che possa essere
trasposto: la consuetudine nasce in ambito internazionale e quindi bisogna adattare nulla, il principio generale deve essere
adattato ad un ordinamento diverso –per natura –da quello in cui è nato.)
la rilevazione fatta in questo modo è conforme allo spirito ed alla lettera che ha guidato lo Statuto CIG (corte internazionale
di giustizia).
Se andiamo a vedere come è fatta la CIG, troviamo che per statuto devono essere rappresentate tutte le famiglie e anche
le famiglie giuridiche del mondo > Lo statuto della CIG prevede che P.G. debbano provenire da tutte le grandi famiglie che
siano rappresentati delle grandi forme di civiltà e di diritto del mondo

Se si pone un problema che coinvolge gli stati serve una comprensione di come gli stati coinvolti si approcciano al diritto =
conoscere quell’area
Se non c’è il giudice nel proprio paese, può nominare un giudice

LA TRASPOSIZIONE NELL’ORDINAMENTO INTERNAZIONALE


I principi generali di diritto vanno trasposti dall’ordinamento interno a quello internazionale
 Comunanza della regola giuridica, dobbiamo ragionare sul minimo comune denominatore. Non si può agire contro la
propria azione precedente, non posso disconoscere quello che è il mio comportamento precedente = è un atto di diritto
romano-germanico. Il principio dell’estoppel* trova corrispondenza nel principio di non contraddizione del diritto romano
“nemo venire contra factum proprium…”  va cercato l’elemento comune = bisogna cercare l’elemento comune al principio
che ritroviamo in tutti gli ordinamenti del mondo (es: il principio di buona fede ha significati diversi tra noi e i paesi Common
Law): bisogna trovare i punti in comune.
*Estoppel = divieto di far valere un diritto o un’eccezione che siano in contrasto con la precedente condotta della parte
 Ragionamento per analogia (nell’applicazione sul piano internazionale)
chi sono i soggetti? Quali sono le conseguenze? Questa cosa la può fare? La conseguenza può subirla anche un
soggeto dell’ordinamento internazionale? Sì allora possiamo trasporla.
o Etiopia caso: chiedono che ci sia un diritto di azione popolare sulla base del principio generale, e che quindi gli stati
possano agire dal basso nei confronti di una manifesta violazione dell’ordinamento. Il ragionamento che bisogna fare è
quello per analogia
o Altro caso in principi generali sono stati riconosciuti: se una persona ha un debito, e non lo paga, in tutti gli ordinamenti del
mondo c’è un’interesse. Se lo stato prende in prestito da uno stato altro, lui lo deve restituire. Non c’è motivo per cui debba
pagare l’interesse.

Siamo nell’800 e gli stati non hanno regole per i debiti/interessi, e io faccio un debito con una persona, io debitore ho
l’obbligo di dare i soldi al creditore. Il creditore potrebbe aver prestato dei soldi anche perché uno non ne ha bisogno ma per
avviare un’attività impreditoriale, poiché quei soldi producono una ricchezza e una parte di quella ricchezza la terrà. In
economia si chiamano interessi, lo troviamo in varie forme anche dove è proibito si trova una qualche forma di premio sul
fatto di anticipare dei soldi ( finanza islamica). Creditore e debitore per l’ordinamento interno sono 2 soggetti, i soggetti
nell’ordinamento internazionale sono gli stati.
Posso fare un’analogia se tolgo il fatto che sono stati e tolgo il fatto che sono una persona fisica in diritto interno, ho una
regola in tutti i sistemi per cui il debitore deve dare i soldi al creditore che può chiedergli una %. Se ragiono in termini di
soggetti, se il soggetto creditore può chiedere un’extra al soggetto debitore posso applicarlo agli stati, c’è qualcosa che me
lo impedisce ? NO, posso applicare le regole di diritto privato comune sui debiti agli stati.
Conclusione lo stato creditore chiede degli interessi allo stato debitore = torna il principio di analogia.
Questo è il principio fondamentale che si applica per applicare il principio generale di diritto interno che sono pensati per
altri tipi di soggetti sull’ordine internazionale.

IL RUOLO DEL GIUDICE NELLA TRASPOSIZIONE:


(Casi in cui non si può trasporrre)
il giudice (o l’arbitro) deve essere molto accorto nel trasporre i principi generali dall’ordinamento interno a quello
internazionale incertezza e soggettività
ci sarà sempre un elemento di incertezza e instabilità per quanto il giudice sia una persona ultra-preparata è pur sempre un
essere umano con una sua sensibilità. Non è che l’essere umano sbaglia ma può valutare/ragionare in modo diverso.

Portare qualcosa che è sacro-santo nel diritto interno e non funziona più ora, il rapporto creditore debitore non funziona più
L’ordinamento internazionale ha specificità diverse da quello interno  ci sono dei limiti oggettivi, ad es:
Limiti:
1) Limite del territorio: usucapione non può essere un modo di acquisto del territorio. Usucapione: principio per cui se una
peronsa usa la terra di un altro e quell’altro lascia fare senza chiedere nulla in cambio  quella terra diventa della persona
che ci lavora sopra. Visto che lo stato senza territorio non è più tale, il principio dell’usucapione non può immaginarsi
trasposto!
nel diritto interno/privato la proprietà funziona anche che se mi metto a coltivare il campo del mio vicino, lui non dice nulla,
lo vendo = fenomeno dell’usucapione che troviamo in tutte le famiglie.
Il problema è che se un paese usa la Crimea per un tot di anni la può usucapire ? c’è il problema del principio della
sovranità, uno di quei principi su cui si basa tutto il sistema delle relazioni internazionali. Qui l’analogia non funziona. C’è
un limite oggetivo dell’ordinamento internazionale che è quello della sovranità territtoriale che non mi permette di fare
questo passaggio. NON posso considerare l’occupazione di un territtorio come mezzo di acquisizione del territtorio.
2) Limite della natura della giurisdizione internazionale.
Le cose che può fare la giustizia internazionale sono diverse da quelle del diritto interno.
Propongono azione popolare che viene ritrovata in tutti gli ordinamenti. Sul piano internazionale non è che tutti i paesi
possono agire
A questa CIG manca il PM che tutela l’interesse della comunità pubblica, la sua figura era sconosciuta.

Il diritto penale internazionale riguardava, prima del 1945, i pirati/la pirateria crimine contro tutti. Ma non rispondevano
alla comunità internazionale, erano responsabili davanti a tutta la comunità internazionale ma al momento della cattura
rispondeva la giustizia del paese in cui venivano presi. (Ci sono le patenti di corsa per permettere ai pirati di lavorare senza
essere arrestati)

In ambito CPI Si iniziano a stabilire dei principi generali che nascono/originatisi direttamente in ambito internazionale, che
permettono di andare oltre ad alcune caratteristiche fondanti dello stato:
1. principio: l’irrilevanza della qualifica ufficiale del re o imputato (la carica istituzionale non è considerata) = se uno fa il
presidente della Repubblica, questo non è rilevante per la CPI (corte penale internazionale)
2. principio: l’imprescrittibilità delle violazioni: violazioni casi gravi che non possono andare in prescrizione

Sono dei principi che si trovano nell’ordinamento interno e che vanno contro a delle regole che c’erano prima, o contro le
stesse regole di diritto interno.
4 crimini (3+1 perché il crimine di aggressione non è nemmeno riconosciuto), diventa irrilevante la qualifica del re, questo
va contro l’immunità dei capi di stato.
Se un capo di stato si macchia di uno di questi 4 crimini può rispondere davanti alla corte penale internazionale, quindi
viene meno l’immunità indipendentemente dal fatto che sia capo di stato anche in carica.
Per esempio capo di stato ricercato oggi (dal febbraio 2022) è Putin, il presidente della Russia, la corte penale
internazionale ha emesso un mandato di cattura nei suoi confronti, in teoria il capo di stato non è toccabile secondo la
teoria classica dell’immunità è immune. In realtà con tutta l’evoluzione della corte penale internazionale questo principio
viene meno.
L’APPLICAZIONE TRADIZIONALE DEI PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO:
storicamente i principi generali di diritto sono stati applicati in 3 ambiti:
1. Principi di interpretazione: si pensi alle norme di interpretazione codificate nella CVDT, che codifica cose che già
esistevano. Sono i principi generali dell’interpretazione del diritto: il senso ordinario delle parole. Sono i principi di diritto
romano che poi abbiamo ritrovato in tutte le parti, come gli ordinamenti interni leggono il diritto.
2. Principi sulla responsabilità internazionale: i principi generali dell’ordinamento interno vengono ripresi in materia di
responsabilità degli stati. (chi commette un atto illecito è responsabile di quell’atto). La responsabilità internazionale la
vediamo con credito e debito, si riprendono le regole della responsabilità del diritto interno e si portano a liv internazionale.
3. Principi sull’amministrazione della giustizia: il giudice interno è “precedente” rispetto al giudice internazionale 
trasposizione delle regole (come funziona il tribunale internazionale – i tribunali funzionano da secoli e le corti internazionali
iniziano a funzionare a inizio 900’). Sono le regole su come funzionano i tribunali internazionali. La procedura da parte
delle corti è difficile, tribunali americani ed europei + tribunali di stampo ispirati al diritto socialista che non riconosce la
tripartizione dei poteri.
Siccome le corti interne esistono da molto prima si prendono le regole interne e si portano alle corti internazionali

L’APPLICAZIONE CONTEMPORANEA DEI PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO


Prima eravamo nell’ambito classico fino al 1945, adesso che abbiamo più attori e più ambiti di applicazione/ più materie le
cose cambiano. In qualche modo le OIG possono ricortare lo Stato  l’ONU ha un consiglio di sicurezza
Con l’evoluzione del DI contemporaneo e la comparsa di nuovi attori e nuovi ambiti di applicazione  anche i principi
generali di diritto si sviluppano in nuove direzioni:
 Relativamente alle organizzazioni internazionali (OIG): le org internazionali riprendono delle funzioni/dei funzionamenti
tipici dello stato (es. assemblea generale/consiglio di sicurezza dell’ONU assomiglia al Parlamento di uno stato e il
Consiglio di Sicurezza assomiglia ad un governo);  analogie tra la struttura dello Stato e quella delle ORG. Un’assemblea
generale, un parlamento un capo di stato e un governo non sono la stessa cosa perché funzionano in maniera diversa,
però la struttura parlamentare e la struttura sui rapporti con il personale amministrativo, l’obbligo che le udienze vadano
verbalizzate, il fatto che un atto dell’ONU non abbia un effetto retroattivo = sono analogie
Il rapporto dell’organizzazione internazionale e stati saranno ispirati dai principi generali, convenzione di Vienna dell’86 sui
trattati tra Organizzazione e stati, la responsabilità internazionale in questo caso è più complicata. Se un casco blu fa qlcs
che è proibito in guerra di chi è la colpa ? (vedi cap 3) L’organizzazione internazionale può avere una responsabilità se
identificata come soggetto. Regole interne di rapporto di rapporti di lavoro con il personale saranno ispirate.
L’organizzazione internazionale assume una sua amministrazione che viene comparata a funzione pubblica e si applicano
quegli stessi principi
le OIG presentano tratti originatisi nello stato > maggiore è l’integrazione, maggiore sarà la similitudine con lo Stato.
 Funzionamento interno delle OIG: molti principi che regolano il funzionamento delle OIG sono principi generali di origine
nazionale
 Rapporti OIG-stati: anche i rapporti con gli stati sono regolati da principi generali ricavati da ordinamenti internazionali
 Rapporti OIG-personale
 Relativamente ai rapporti tra Stati e Privati: abbiamo soggetti diversi, abbiamo cose che non sono codificate e forse
codificabili dagli Stati per definizione. Uno stato che si fa le regole per poi rapportarsi con privati e stranieri
Nel diritto trasnazionale i principi generali sono usati in materia di contratti internazionali ed applicati nell’arbitrato
trasnazionale.
a) Diritto dei contratti trasnazionali:
diritto dei contratti trasnazionazionali sia tra privati ma anche tra privati e stranieri. Un contratto con cui un’azienda italiana
va ad investire in India, molte clausole specifiche di questi contratti sono riprese/basate da principi generali (forza
maggiore, buona fede  principio generale che esiste in ogni ordinamento), o addirittura si fa riferimento ai principi generali
in toto. Sono regole accettate e condivise da tutta la comunità internazionale perché si ritrovano nel diritto interno.
principi UNIDROIT = codificazione fatta a un’organizzazione internazionale, soft law (in diritto romano) che però davanti ad
un arbitro possono essere scelti come legge applicabile ad un contratto. Se pensiamo ad un contratto che potremmo aver
fatto con un qlcs di straniero troviamo che dietro c’è scritto questo contratto è regolato dalle leggi dell’olanda > è la legge
che governa un contratto (tipo meta che ha sede in Olanda)
b) Applicazione arbitrale:
in alcuni casi è addirittura la convenzione su cui si basa l’arbitrato a invitare a decidere secondo i principi generali, in altri
casi in cui è l’arbitro a ricorrervi oggi ruolo dei principi UNIDROIT. È l’arbitro internazionale che decidere queste cose in
materia di arbitrato tra stato-privato. Si reperiscono numerosi esempi in cui gli arbitri hanno fatto riferimenti ai principi
generali di diritto.
In ambito arbitrale > siamo in un rapporto ultra-privato perché siamo in un rapporto commerciale ma anche davanti ad un
giudice privato = ad un arbitrato internazionale , lì troviamo come legge applicabile i principi generali quindi NON la legge
italiana, belga ecc ma la legge privata = è la codificazione dei principi generali che si ritrovano nei contratti internazionali.
Codificazione dei principi generali di diritto nel settore del commercio internazionale

I PRINCIPI GENERALI COME FONTE DELLA SOCIETA’ TRASNAZIONALE


Il Diritto pattizio e quello consuetudinario presentano lacune  in particolare quello scritto è parziale e incompleto.
I principi generali di Diritto rappresentano un serbatoio di norme applicabili in caso di lacune:
 Nuovi settori del diritto
 Rapporti tra soggeti a diverso statuto giuridico.

FUNZIONI DEI PRINCIPI GENERALI DI DIRITTO:


nei confronti della società trasnazionale = nei confronti della società di oggi dove abbiamo il presidente degli USA,
presidente della commissione europea, CEO di Amazon, facebook, tesla e un paio di ONG di tipo economico > stanno
discutendo e probabilmente faranno un accordo, decideranno delle regole, abbiamo lo stato, l’organizzazione
internazionale alla quale poi risponderanno un tot di stati, aziende private, organizzazioni che in teoria non fanno nulla. In
una società così i principi generali sono ancora oggi una fonte molto forte, perchè ci permettono di pescare delle regole che
già esistono sul piano interno in attesa che ci sia una norma consuetudinaria o un trattato in materia (regole scritte)
soprattutto quando abbiamo dei settori che sono nuovi e che non abbiamo mai incontrato prima e quindi non possiamo fare
il ragionamento per analogia, e quando i soggetti sono diversi = quando uno stato si trova ad avere a che fare con un
privato.
soggetti diversi = hanno obblighi e diritti diverso, le regole che si applicano sono diverse.
Se applico delle regole diverse a soggetti ma che sono diversi in quella determinata relazione sono sullo stesso piano, se
l’investitore va a fare un investimento in uno stato con lo stato, uno rimane stato può fare cose, l’altro rimane privato = può
fare altre cose, ma quel rapporto lì è diretto tra stato e privato = uno stato prende dei soldi, l’altro sta ricevendo delle
prestazioni. In questo caso ricorre a dei principi generali di diritto.
Si prestano a fare questa trasposizione.
se abbiamo identificato la figura del creditore e del debitore diventa così importante che nel rapporto uno sia uno stato e
uno sia un privato ? No uno deve pagare e l’altro deve ricevere dei soldi per aver subito una prestazione.
State-contract > contratti veri e propri chiusi al pubblico, privati possiamo pescare i diritti dai principi generali.

Se i principi generali di diritto svolgono un ruolo fondamentale in seno al diritto internazionale – trasnazionale di oggi,
rimangono invece una fonte sussidiaria nel contesto del diritto internazionale pubblico. Storicamente la Dottrina si divide tra
chi ved nei principi generali:
 Un elemento con un ruolo centrale nel diritto internazionale
 Chi invece considera che abbiano un ruolo marginale = fonte sussidiaria

La prassi porta al superamento del dibattito:


A ) principi generali di diritto come elemento fondamentale del Diritto trasnazionale contemporaneo: il Diritto pattizio e
quello consuetudinario presentano lacune  in particolare quello scritto è parziale ed incompleto. I Pirncipi generali di
diritto rappresentano un serbatoio di norme applicabili in caso di lacune:
 Nuovi settori del Diritto (Cyber rapine)
 Rapporti tra soggetti a diverso statuto giuridico
B) Principi generali come fonte sussidiarie nel diritto internazionale pubblico/tra gli stati: storica “diffidenza” nei confronti
dei pincipi generali  imprecisi, individuazione soggettiva ( o quantomeno non totalmente oggettiva), accuse di
“imperialismo”
 I principi generali permettono di adattarsi ai cambiamenti colmando le lacune. Nel lavoro della CIG si riscontra come questa
eviti di citari i principi direttamente (li applica rilevandoli però come fonte diversa) ma vengono spesso citate dai giudici nelle
opinioni dissenzienti o individuali.
 Nonostante il ruolo di “gap filler” non tutte le lacune possono essere colmate ed in linea teorica esiste la possibilità di un
non liquet. (tappa le lacune=questo non vuol dire che si arrivi sempre ad avere gli elementi per decidere, e sebbene in
alcuni contesti vi sia la proibizione del rifiuto di decidere, le Corti internazionali anche con l’uso dei P.G. di diritti vi sia
sempre il rischio). Primo esempio di non liquet della CIG in cui il diritto dice che le armi nucleari non sono proibite ma non vi
è neanche un aperto e libero uso. ⇒ funzione sussidiaria che non permette di coprire ogni singola casistica.
Diffidenza storica sui principi generali:
 Imprecisi
 Soggettivi e non abbastanza oggettivi
 Manifestazione, esportazione del diritto nei confronti di chi il diritto l’ha imposto
>> indecisione che porta la CIG, quando li usa, ad ancorarli a qualcos’altro (consuetudine, norma di un trattato...)

I PRINCIPI GENERALI COME FONTE SUSSIDIARIA TRA GLI STATI:


se però ci spostiamo al diritto tra gli stati (rispondiamo alla domanda dell’art 38), i principi generali vanno collocati sotto a
consuetudine e trattato che sono al vertice della piramide, quindi i principi generali avranno un ruolo sussidiario NON
perché le regole siano meno importanti o NON permettano di essere applicate ma per una serie di motivi:
 ordinamento internazionale è superiore ai suoi soggetti che sono gli stati. Delle norme che si generano ad un livello
inferiore non possono avere lo stesso peso delle norme che si generano ad un livello superiore. Il principio generale nasce
a livello degli stati  elemento che non ci permette di porre i principi generali allo stesso livello di consuetudine e trattato,
che invece hanno ruolo superiore.
Il livello superiore non potrebbe riconoscere lo stesso peso.
 Non vedere le famiglie come dei compartimenti stagni. Accusa di imperialismo (diritto romano)
 I principi generali hanno un ruolo importante di “gap filler”, come colmatore di lacune. I principi generali, quando manca il
diritto riusciamo a trovare una norma di ordinamento interno, nonostante questo ruolo non sempre ciò può avvenire. Mentre
nell’ordinamento interno questo NON è possibile perché l’ordinamento interno non lo permette, in diritto internazionale è
possibile il NON LIQUET = non prendere una decisione perché il diritto non è chiaro = Non tutte le lacune possono
essere colmate ed in linea teorica esiste la possibilità di un non liquet. Un primo caso di non liquet ce lo abbiamo nel parere
che viene chiesto sulla proibizione delle armi atomiche alla CIG nel 1996, cui viene chiesto se le armi atomiche debbano
essere vietate, siamo nel clima di grande ottimismo dopo la fine della guerra quando si andava verso l’era di pace. La CIG
NON riesce ad esprimersi (rimane in posizione intermedia) e proprio per questo di base non sono proibite. Se c’è
l’aggressione di un territtorio uno potrebbe in linea teorica usare le armi atomiche in sua difesa., non c’è una cosa che lo
proibisca tecnicamente.
IL RUOLO SUSSIDIARIO E TRANSITORIO
La CIG usa pochissimo i principi generali e non li usa mai per decidere i casi in maniera diretta, ci gira sempre interno, li
rileva come provenienti da fonte diversa, riconosce questi principi generali come consuetudine perché sono prima gli stati a
comportarsi così o sono già stati codificati come trattati quindi ci hanno pensato gli stati a farlo. Vengono tirati fuori nei
commenti della sentenza per dire perché non sono d’accordo con la sentenza.
 Il principio generale di diritto può precisare un Trattato o una Consuetudine ma NON può derogare ad alcun trattato o ad
una consuetudine rango inferiore.
In un caso come l’altro, l’assorbimento dei principi generali di diritto in una norma di diversa natura fa acquisire i loro
caratteri di quest’ultima.
La motivazione è da trovarsi nella superiorità del Diritto Internazionale mentre i principi generali derivano dall’ordinamento
interno  rappresentano però un elemento di coerenza per questo.
I principi generali di diritto hanno natura transitoria nella misura in cui possono diventare norma consuetudinaria o venire
codificati in un Trattato.
Sono un elemento di coerenza, se la regola internazionale risponde (a tutte) le regole che ci sono negli ordinamenti
interni può essere considerata come principio generale = c’è uniformità nell’approccio dei singoli ordinamenti nei confronti
di quella osservazione nel piano internazionale
Il fatto di avere un principio di generale in tutte le famiglie è un elemento di coerenza, c’è una coerenza tra i due livelli. Se
una norma internazionale trova un principio generale che è condiviso in tutte le famiglie, quella norma internazionale sarà di
difficile contestazione perché c’è una coerenza generale di omogeneità nell’approccio degli ordinamenti.
 Il principio generale può diventare sia norma consuetudinaria, gli stati si comportano sul piano internazionale seguendo
quel principio generale, oppure codificato in trattato. Per questo si parla di natura transitoria. Quando il principio generale
inizia ad essere applicato tra gli stati stessi sul piano internazionale diventa in poco tempo consuetudine e può diventare
una norma interna quindi può salire di rango diventando norma di trattato o consuetudine.

LA DOTTRINA:
l’art 38 pone come fonte sussidiaria la dottrina più qualificata...ma che cos’è?
Per secoli era Grozio che codificava le norme perché sapeva che esistevano le consuetudini. Poi aumenta molto la
giurisprudenza, e quindi il ruolo della dottrina diminuisce in virtù di un migliore e più generale accesso al diritto positivo
tramite la diffusione di raccolta e sistematiche di trattati pubblicati sotto il periodo della società delle Nazioni e poi l’ONU.
Il diritto internazionale è meno impreciso del diritto interno a causa dei suoi caratteri strutturali, e per questo non stupisce
che la dottrina abbia avuto un ruolo di primordine nel presentare e formulare le norme che disciplinano il diritto
internazionale.
In Diritto internazionale oggi la dottrina formula, spiega il contenuto delle norme. Con lo studio può precisare l’ambito
di applicazione. Si tratta dei lavori dei più qualificati studiosi di diritto internazionale e che servono, nell’impostazione dell’art
38, ad “aiutare” la CIG a determinare le norme da applicare. Non ci si riferisce ad un singolo lavoro o autore, ma al
lavoro di studio del complesso.
Le nazioni Unite prevedono che vi sia la commissione del diritto internazionale, dove vi sono giuristi che studiano il diritto
e scrivono bozze di trattati che potrebbero diventare un trattato ed entrare in vigore con la ratifica. Mettono per iscritto i
principi e le consuetudini in vigore e codificarli in un trattato.

Dottrina = Si tratta dei lavori più qualificati studiosi di Diritto internazionale (dove nel 99% dei casi sono docenti universitari
che spesso praticano attività di consulenza, es caso internazionale dei malò dove gli avvocati erano docenti
universatari del diritto internazionale che hanno la possibilità di studiarlo più a fondo rispetto a tutti gli altri.
Dotrina = in inglese significa posizione giuridica di una corte, ha un altro significato diverso
Ovvio che il tribunale di Venezia legge gli articoli scientifici ma cmq si fa una sua opinione, anche il diritto internazionale si
fa una sua opinione ma è più forte il ruolo perchè sono più sentenze, c’è meno storia, meno regole perché non c’è tutto
l’impianto di diritto e i problemi spesso vengono affrontati prima da chi li studia, prima che si crei il problema.
Es intelligenza artificiale, grosse consulenze vengono fatte su questo. In ambito accademico si parla di diritto del
“Gochain” dal 2009. Nell’università il dilemma della responsabilità da attribuire ad un attacco fatto con l’intelligenza
artificiale nel diritto della guerra = la riflessione era già pronta. Non sarà un lavoro unico.

LA MAGGIOR IMPORTANZA IN DIRITTO INTERNAZIONALE


Per secoli l’opera di codificazione avveniva per conto dei principali autori, ruolo poi assunto dalle fonti di cognizione formali
e dall’opera di codificazione della Consuetudine. Per contro vi è sempre una crescente importanza della Giurisprudenza! i
giudici interni si sono generalmente dimostrati reticenti nell’utilizzo della Dottrina.
Codice del diritto internazionale > è una codificazione “privata” giurista che ha messo insieme la carta delle nazioni unite,
carta della CIG + CPI. = questa era l’unica forma che avevamo di codificazione delle consuetudini e di quei trattati che
c’erano fino a che non avevamo delle opere di codificazione più strutturate fatte dalla commissione di diritto internazionale
Non è il singolo autore che lavora sulla dottrina
LA DOTTRINA NELLA FORMULAZIONE DI NORME:
la dottrina inanzittutto può precisare l’ambito di applicazioni ed il contenuto di norme consuetudinarie, in misura limitata
anche codificandole  tale processo avviene in forma “collettiva” (institut du Droit International, Law Association,
Accademia dell’Aia).
Oggi si può assimilare alla Dottrina l’attività du codificazione della CDI prima che questa diventi atto vincolante. Dottrina può
contribuire alla formazione di regole in settori nuovi del diritto internazionale o cmq il rapido mutamento: ruolo nel codificare
e delineare norme in nuovi settori del Diritto internazionale, come ad esempio: il diritto del mare, dello spazio, dell’ambiente
del cambiamento climatico e per esempio il Tallin Manual (teso di riferimento in materia di guerra cybenetica, realizzato dal
gruppo di accademici di tutto il mondo convocati dal centro di ricerca della NATO) e gli Oxford Statements (dichiarazioni di
6/7 articoli l’una, fatte da gruppo di giuristi messi assieme all’uni di Oxford, per definire la questione di cybersicurezza in
rapporto al settore della sanità)  questi non sono diritto forte, ma quando lo stato deve operare in materia, guarderà
questi manuali.

ci sono delle associazioni sia pubbliche che private di giuristi internazionali:


Instut du droit international + International Law Association > sono i più importanti, le voci più autorevoli in materia.
L’Accademia dell’Aia  è all’Aia che ci sono le corti dove tutti gli anni si tengono dei corsi sui problemi di attualità del
diritto internazionale che li tengono altissimi docenti della materia
Questi corsi dell’aia vengono poi pubblicati sotto forma di monofgrafie = divengono manuali a tutti gli effetti su settori non
ancora paarticolarmente indagati.

Se andiamo a cercare delle codificazioni sulla responsabilità internazionale, sul diritto della guerra troviamo prima di
quella della commissione del diritto internazionale ce ne saranno 1-2-5 di docenti del diritto internazionale che vengono
coinvolti o perché sono lenti o perché i singoli progetti es progetto dell’università di Oxford (oxford statements)  diritto
militare su internet codificato da un progetto del centro studi della NATO che mette insieme docenti del diritto internazionale
che siccome hanno studiato queste cose discutono e propogono qlcs.

La dottrina va a codificare delle norme anche in settori del diritto internazionale che prima erano completamente
ignorati. Vanno a studiare, codificare, dare dei pareri su come funzionano dei settori che ancora non sono stati codificati,
anch settori che erano solo consuetudinari.

LA GIURISPRUDENZA INTERNAZIONALE:
è l’altra fonte sussidiaria oltre alla dottrina. La Giurisprudenza è l’altro mezzo previsto dall’art 38.
La giurisprudenza va divisa in 2
1) la giurisprudenza internazionale in senso stretto  CIG
2) Le corti nazionali che però provano la prassi degli stati (è quello che abbiamo visto con la consuetudine che non
commette degli errori che la prassi dello stato la cerchiamo solo su un piano esterno, la cerchiamo interno anche nella
giurisprudenza delle corti internazionali in materia internazionale)
La giurisprudenza delle corti internazionali può provenire sia da Corti internazionali (soprattutto quelle dell’aia), sia da lodi
arbitrali.

LA GIURISPRUDENZA DELLE CORTI INTERNAZIONALI : GIURISPRUDENZA DELLE CORTI DELL’AIA


La giurisprudenza delle corti internazionali, ci basiamo soprattutto sulla corte dell’aia
Le sentenze della CIG non sono vincolanti né per la corte stessa né per la CIG
Non solo non c’è lo stare decisis (principio per cui se una corte ha deciso un caso in un modo, i casi che presentano le
stesse caratteristiche vanno esaminati in quel modo lì)
Giurisprudenza internazionale = Legge/mezzo sussidiaria perché hanno un valore persuasivo
Sentenze della corte internazionale di giustizia, solo che la sentenza della CIG è vincolante solo per le parti in causa (non
vincola nemmeno la corte)  non è presente lo STARE DECISIS ma non vi è nemmeno un carattere vincolante per la
stessa CIG > efficacia relativa
Si riscontra però un forte valore persuasivo nelle sentenze della CIG
Ovviamente i pareri consultivi, per loro natura, non sono vincolantim ma anche questi hanno un forte peso oltre che
giuridico anche morale e politico.
La CIG ha dato seguito alle proprie decisioni e si è mantenuta allineata alla propria giurisprudenza  spesso influenzano
anche altre Corti internazionali.
La CIG ha anche “ufficializzato” Consuetudini poi codificate. Parere vincolante: non vincola nemmeno le parti.

17/11

LA GIURISPRUDENZA ARBITRALE (tra stati) =


Giurisprudenza = ruolo sussidiario cioè aiuta il giudice ad individuare le regole da applicare ad un’eventuale controversia.
In diritto internazionale partiamo come riferimento
C’è anche una giurisprudenza interna in materia internazionale: se deve decidere una questione che siano investimenti,
cittadinanze, immunità degli stati davanti alle corti interne  ci sarà tutta una giurisprudenza interna in materia
internazionale. Questa ci serve come prova della prassi, dell’esistenza di norme consuetudinarie o di quello che è il
comportamento degli stati.
Es. se prendiamo i drafts che vengono proposti all’assemblea generale da parte della commissione del diritto
internazionale, quelli con il commento della commissione del diritto internazionale ai singoli articoli, troviamo che quando
loro redigono progetti dei trattati: art 1 + 2 pagine di commenti che rimandano “questa regola di origine consuetudinaria la si
ritrova nella giurisprudenza italiana, in quella inglese, giapponese” facendo riferimento a casi nazionali.
Come giurisprudenza ci rifacciamo alla giurisprudenza internazionale che ha un problema fondamentale =( delle decisioni
giudiziarie internazionali quindi delle sentenze che quando si parla di arbitrato quel tipo di decisione la chiamiamo lode
arbitrale) = non abbiamo un sistema uniforme di corti su scala mondiale a cui fare riferimento come può essere la
giurisprudenza italiana, giurisprudenza francese, giurisprudenza dell’UE dove eventualmente ci si rifa alla corte di giustizia
Abbiamo una serie di corti internazionali con varie competenze che permettono l’azione di vari soggetti che hanno natura
giuridica diversa e dobbiamo trovare quello che è il riferimento, il rif per il nostro corso incentrato sull’idea del diritto
internazionale pubblico in senso più classico = le corti dell’aia:
 CIG
 Corte permanente di giustizia internazionale

La giurisprudenza delle corti internazionali può provenire…

Le sentenze della CIG presentano una serie di problemi:


Alla CIG ci si va se si vuole, NON c’è un obbligo (e questo vale per tutte le CIG, se non ché per alcune c’è un momento in
cui questo consenso viene prestato = se uno stato entra a far parte dell’UE non può poi dire che non presta il consenso alla
corte di giustizia)
La CIG agisce su base di volontarietà = se gli stati/le parti in causa sono d’accordo
Le sentenze pronunciate dalla CIG sono vincolanti solo per le parti in causa manca lo stare decisis, principio che troviamo
soprattutto nel diritto anglossassone nel 600’ quando viene codificato, ed è il fatto per cui la corte deve attenersi alle sue
decisioni precedenti nelle decisioni se un caso presenta le stesse caratteristche di un caso precedente bisognerà tenersi
su quelle posizioni.
La CIG non è tenuta a rifarsi alle sue stesse posizioni
In realtà nella pratica della CIG (questo avveniva già con la corte permanente di giustizia internazionale e nella fase di
passaggio), le sentenze della CIG hanno un forte valore persuasivo, ciò significa che se leggiamo la sentenza troviamo
delle espressioni del tipo “come la corte ha già avuto modo di precisare nelle sentenze precedenti/come la corte ha
affermato nel caso x,y” quindi è la corte che va per sua scelta a rifarsi, per una questione di giustizia della CIG, alle sue
stesse posizioni mantenendo una coerenza nelle proprie decisioni.

Anche nei pareri consultivi, la CIG tiene una certa valenza.


I pareri consultivi NON sono vincolanti per natura, sono quei pareri che potrebbero venire richiesti dall’ordine dell’ONU.
I pareri consultivi sono questioni piuttosto ampie che vengono chiesti in qualche modo quando qlcs viene richiesto in modo
collegiale dall’assemblea generale dell’ONU = è la comunità internazionale dell’ONU che chiede
Es. possibilità o meno di utilizzare armi atomiche
Es.il fatto che ci sia un parere sull’indipendenza del Kosovo che in realtà si pronuncia sulla legalità o meno, non entra nel
merito della questione
Pareri consultivi sono su questo tipo di questioni e hanno un forte peso
 nell’influenzare sia le decisioni della CIG
 nell’influenzare altre corti internazionali.
La CIG = è la più autorevole per la Russia dove viene riconosciuta come la Corte ONU, riconosciuta come la Corte di
giustizia dell’organizzazione che mette insieme tutti i paesi e quindi ha una forte autorevolezza  influenza il lavoro delle
altre corti. Le altre corti possono essere sia corti che agiscono su scala universale ma che hanno una materia di azione più
limitata (= tribunale di Amburgo per il diritto del mare), sia corti regionali (corte di giustizia dell’UE) =aAnche queste corti
possono avere una competenza che si restringe, le materie ammesse sono più limitate

Fondamentale che la CIG afferma che esiste una consuetudine


Il fatto che quella consuetudine venga ritrovata dalla CIG, dà come un bollino di ufficialità all’esistenza di quella
consuetudine che poi verrà codificata dalla commissione del diritto internazionale se sarà il casoquindi siamo sempre in
ambito ONU

Cross fertilization delle corti = fenomeno sul ruolo della giurisprudenza internazionale nell’aiutare i giudici internazionali a
marcare la via col dito dove trovare le regole e quale posizione assumere. In questo fenomeno le corti fanno riferimento a
casi simili avvenuti in corti diverse. Casi simili, ragionamenti simili = andiamo a vedere se qlcn ci ha già ragionato. Es. in
diritti umani la corte europea = diritti dell’uomo che viene presa di riferimento dalla corte africana, dalla corte interamericana
o dalla corte dell’unione economica euro-asiatica (succede molto limitatamente). La giurisprudenza internazionale regionae
che influenza in regioni diverse.
Nell’ambito dei diritti umani ci sono alcuni di essi che sono stati scoperti, sviluppati e stabiliti a livello di corti regionali.
Quando un problema lo si pone in un’altra corte lo si va a pescare da chi per primo ci ha ragionato.

LA GIURISPRUDENZA ARBITRALE TRA STATI DELLE CORTI NAZIONALI


In rare occasioni la CIG ha fatto riferimento a giurisprudenza arbitrale, a volte in maniera “collettiva” e tendenzialmente per
dare conferma al proprio orientamento.
A tal proposito i tribunali hanno contribuito a identificare e precisare numerose norme del Diritto internazionale  mancano
di coerenza ed uniformità = minore autorevolezza

È la struttura sui singoli paesi, quindi diventa complicato creare una tradizione di giurisprudenza arbitrale
In rare occasioni la CIG ha fatto riferimento a giurisprudenza arbitrale, a volte in maniera “collettiva” e tendenzialmente per
dare conferma al proprio orientamento.
(Es. caso Alabama, là c’era l’arbitrato)
A tal propósito i tribunail arbitrali hanno contribuito a identificare e precisare numerose norme del DI  mancano coerenza
ed uniformità = minore autorevolezza (La giurisprudenza arbitrale è debole)
La giurisprudenza delle corti internazionali può provenire sia da corti internazionali

Arbitro=> figura terza scelta dalle parti per la risoluzione di un arbitrato tra stato
Arbitrato tra stati = procedimento che esiste anche in diritto interno per cui in alcune materie è permesso che se io e un’altra
persona abbiamo un problema con un contratto e litighiamo, invece di andare dal giudice, ci mettiamo d’accordo e facciamo
tutta quella che è la procedura e andiamo da un arbitro = un privato che avrà luogo di decidere la controversia.
In commercio internazionale è una pratica molto svilluppata.
investimenti internazionali che hanno la caratteristica di avere uno stato e un privato.
Es Lenin –Kazakistan = c’è un privato + il Kazakistan come stato quindi nelle sue varie forme; in materia di investimenti
l’arbitrato è il metodo di risoluzione delle controversie tanto è vero che abbiamo una convenzione internazionale che si
chiama “ixi” = un centro di spetmlment ? in materia di investimenti.
L’arbitrato esiste anche tra gli stati, quando 2 stati litigano possono decidere di riferirsi ad un privato e non per forza ad una
CIG.
Es I marò = caso che si è risolto con un arbitrato, una procedura giudiziale al di fuori delle corti = il privato segue delle
regole.
Alcune delle questioni sul mar nero tra russia e ucraina prima della guerra erano finite in arbitrato.
Arbitrato > È un meccanismo di risoluzione delle controversie in cui le due parti possono decidere chi deciderà la loro
controversia

Prima che ci fosse la corte permanente di giustizia internazionale e la CIG, le questioni tra stati finivano di default davanti
all’arbitro, perché non c’era una corte, se non finivano con l’invasione di uno dei due paesi.
Es. Caso Alabama (fine 800’/inizio 900’)
L’arbitrato non è che non segua regole > le regole di procedura possono variare da arbitrato ad arbitrato
Non è che non seguono delle regole o si inventano il diritto.
Se la lite è su un trattato : es la convenzione del diritto del mare = le regole sono quelle sia che si vada da un arbitrato sia
che si vada davanti ad una corte
Il problema grosso per quello che riguarda la giurisprudenza arbitrale è che essendo ogni procedimento arbitrale una storia
a se, è difficle trovare una coerenza ed uniformità nelle decisioni arbitrali.
In realtà soprattutto fino alla prima parte di vita della CIG (circa 1945-70) molte delle norme di diritto internazionale sono
state precisate e identificate proprio da arbitrato.
Lode arbitrale = problema è la minore autorevolezza che fa si che la CIG si riferisca difficilmente a giurisprudenza arbitrale
e se lo fa, lo fa in maniera collettiva = significa che quando ci sono un tot di arbitratati che dimostrano la coerenza e trovano
quella posizione, la CIG la va a riprendere e la prende per confermare quello che ha deciso o quello che sta decidendo (noi
decidiamo così perché riteniamo A-B-C-D questa cosa è stata ritrovata in numerose lode arbitrali)

L’EQUITA’
È un modo per risolvere le controversie che non centra con i trattati/regole etc vista fino ad adesso
 Prevista anche questa dall’Art 38 che prevedeva un paragrafo 2: se le parti così decidono la corte può decidere secondo
equità. Equità ha due significati:
 Equità come diritto del caso concreto: decisione ex aequo et bono, se le parti così decidono. Se le parti danno questo
compito al giudice o all’arbitro, non deciderà il caso secondo delle regole prestabilite, ma andrà a cercare le regole caso per
caso, secondo quelle che si prestano a risolvere quel caso in maniera equa, senza lasciare nessuno particolarmente
scontento. Alla CIG questo potere non è mai stato dato. È stato dato in alcuni arbitrati all’arbitro soprattutto su questioni di
natura politica.
In quegli arbitrati di natura politica , sono questioni anche di confine in cui è meglio non esacerbare anche avendo ragione è
meglio non portare le cose all’estremo, sembra essere una soluzione ragionevole che le parti si accordano sul fare
prendere la decisione ad un terzo = soluzione più equa.
Agli arbitri è stato dato in forma integrativa, NON vuol dire colmare lacuen del diritto applicabile, vuol dire che NON c’è un
diritto applicabile perché erano settori nuovi del diritto, e quindi deve trovare un diritto applicabile.
Slide: se le parti così decidono, il giudice o l’arbitro si troverà a decidere non secondo diritto ma secondo quelle che ritiene
essere le regole applicabili al caso di specie. I casi in cui i giudici o gli arbitri sono stati chiamati a pronunciarsi Ex aequo et
bono sono estremamente rari.
La possibilità di decidere ex aequo et bono non è mai stata conferita alla CIG, mentre in alcune occasioni è stata attribuita
all’arbitro in questioni di natura politica.
L’affidamento del potere a decidere ex aequo et bono è stato affidato in alcuni casi agli arbitri in forma integrativa
decidere in ambiti in cui non vi erano norme di diritto internazionale applicabili.

Es arbitrato tra Canada e USA su una materia che all’epoca era la prima volta che si poneva, gli stessi stati non avevano
del tutto delle regole. Siamo negli anni 40’ e la materia è “cosa succede se inquino un fiume che però cambia paese,
perché non sa che c’è il confine e porta l’inquinamento di là” di chi è la colpa ? chi risponde? Posso chiedere una
compensazione per quei danni ? Negli anni 40 questo non era un problema, non c’è un diritto applicabile =se l’arbitro non
trova diritto applicabile, viene dato il potere di decidere ex aequo et bono = trovare il caso che permette di risolvere la
questione. Viene trovato nella griurisprudenza interna della corte suprema degli stati uniti, non c’è nulla di internazionale
che ci permette di risolvere la questione. La corte suprema degli USA che ha già deciso una cosa simile, per esempio
l’inquinamento = gli Usa hanno delle entità interne, hanno gli stati federati e quindi si è posto il problema “se tu inquini stato
del new jersey, io che sono a NY devo …?” il problema era già apparso davanti alle corti americane e si era finiti davanti
alla corte suprema. Quindi gli arbitri ottengono quest’orientamento che non è di diritto internazionale, ma lo trovano e
decidono il caso secondo equità. Quell’orientamento altrimenti non applicabile lo prendiamo e lo adattiamo a quello che è il
caso tra Canada e gli USA. Questo viene considerato da parte degli studiosi come punto di partenza del diritto
internazionale dell’ambiente e ci si pone il problema (facendo finta che le regolamentazioni ambientali non esistono): lo
stato A e B confinano, lo stato A non ha regole sull’ambiente, permette di riversare tutto sui fiumi ma finchè è diritto interno
va bene, il problema è se porta tutto di là = questo è il punto di partenza del diritto internazionale dell’ambiente

 Equità come strumento/criterio interpretativo delle norme:


(--la 2° accezione dell’equità è quella di criterio interpretativo di nome vigenti in diritto internazionale. In questo caso l’equità
porta a temperare il formalismo di alcune norme, ad esempio indenizzo interpretando in modo equo il trattato, delimitazione
delle piattaforme continentali limitrofi—)
fa si che la corte si sposti nella lettura di una norma onde evitare di pervenire a soluzioni che ritiene inique, qui applica una
norma ma si sposta verso qullo che è lo “spirito” della norma più che la lettera, applica quello che è scritto ma cercando di
leggerlo con gli occhi dell’idea e dell’ideale dello spirito con cui quella norma è stata creata. In questo caso la norma rimane
applicata ma viene smorsato quel formalismo che avrebbe condotto ad un risultato non coincidente con quello che la norma
si prefiggeva. 2 esempi di settori in cui è stato applicato
 L’equità nella giurisprudenza della CIG: es delimitazione delle piattaforme continenentali limitrofi
Es:se pensiamo alle acque territoriali (3 miglia dalla costa). Se c’è scoglio in mezzo al mare a meno di 3 miglia dalle coste
vere del paese. Sarebbe equo la norma di dividere lo spazio a metà o non tenerne conto?
 Dare un Indenizzo /indenizzo interpretando in modo equo il trattato=
Es: tribù nativa americana Cayugas che abitava nel territorio inconsapevole della futura creazione del confine america-
Canada. Vanno in canada,però lo stato di NY, da un indennizzo.L’accordo si interpreta secondo il principio di indennità.
Indennizzo dato a tutti
caso indiani Kayuga, una nazione nativa americana a cui viene portato via tutto come nella prima fase della colonizzazione,
quando subentra la fase degli indenizzi succede che la nazione kayuga non sta più dove stava, parte della nazione è fuori
degli USA. Canada e USA li hanno creati i colonizzatori e questi si sono spostati di là, se si fosse interpretata la norma in
senso stretto, l’indenizzo sarebbe toccato solo a quella parte della nazione kayuga che è negli USA, perché si tratta di una
questione americana che era pensata come un gesto americano per dare indenizzo alla nazione kayuga. Tutta la nazione,
anche quelli che sono andati dall’altro lato del confine possono ricevere questo indenizzo, sono da includere tra le persone
da indenizzare. Lo spirito di questo accordo con la nazione kayuga era quello di indenizzare il danno fatto, per il torto
storico fatto alla nazione kayuga

In conclusione esistono due concezioni tradizionali di equità.


 Da un lato, solo se richiesto dalle parti, l’equità consente al giudice di decidere ex aequo et bono ed eventualmente di
disapplicare una regola di diritto positivo ingiusta funzione correttiva dell’equità
 Dall’altro lato l’equità è un metodo di interpretazione e di conciliazione di regole di diritto internazionale preventivamente
determinate ed applicabili ad una certa situazione di fatto: è dunque interpretando una data norma giuridica in modo
equitativo che si può raggiungere una soluzione giusta ed equa per le parti in causa

LA SOGGETTIVITA’ GIURIDICA INTERNAZIONALE


I soggetti di diritto internazionale: quella entità che per sua natura/legge può agire e fare cose che producono un effetto
giuridico= avere obbligo od esercitare un diritto
Nell’ord interno abbiamo 2 tipi: persona fisica e persona giuridica

Personalità giuridica internazionale:


= non esiste una norma che ci dica chi è soggetto di diritto internazionale
= È la Possibilità di esercitare dei diritti ed essere destinatari di obblighi in un dato ordinamento non esiste una norma che
attribuisca espressamente la personalità giuridica internazionale!
In origine le uniche persone erano gli stati… poi questi hanno iniziato a creare OIG..oggi anche i soggetti privati partecipano
alla vita di relazione internazionale…

Da quando esiste il DI, i soggetti erano tutti uguali, non vi era alcuna distinzione(dal 1600 per 3/400 anni). Il problema della
soggettività internazionale è relativo. Ci si accorse però dopo(nel 900) della presenza di altre cose:
 le compagnie transnazionali (dette multinazionali)
 i pirati=> l’individuo, il criminale nei confronti di tutta l’umanità(era qualcosa che esisteva gia nel 1600)
Quindi oltre allo stato, gli stati danno vita alle org internazionali (al 2^posto) e poi ai privati (3^)( ong, individui) viene
riconosciuto un certo grado di personalità giuridica internazionale. Ong: entità più problematica perchè opera in molti ambiti.

i soggetti di diritto internazionale hanno diversa soggettività giuridica.


1. Soggetti che possiedono una competenza piena ed originaria: Gli Stati
2. Soggetti che possiedono delle competenze derivate, specifiche e funzionali: le organizzazioni internazionali
3. Soggetti che possiedono delle competenze limitate ma effettive: soggetti privati
Abbiamo il principio di effettività = diritto, una cosa perché effettivamente esiste, fatualmente esiste
Uno stato non riconosciuto se ha certi elementi è uno stato, indipendentemente dal fatto che gli altri lo riconoscano. Es
caso di Taywan = ha una popolazione, un territtorio e un governo effettivo ed entra in relazioni internazionali con gli altri, ma
non è riconosciuto quasi da nessuno, nemmeno gli alleati militari lo riconoscono come stato, sono circa una 15 i paesi che
riconoscono Taywan, Taywan riconosce il governo del partito comunista sulla Cina continentale ma non riconosce che
siano due paesi diversi, unità della Cina.

Dal punto di vista dell’effettività è difficile dire che lo Stato sia l’unico soggetto di diritto internazionale.
UE può fare cose internazionalli ? ONU? L’organizzazione internazionale del commercio ? SI
Ong (ONG privata; gli stati non centrano niente; personalità giuridica di D. Interno ma che per sua natura fa cose a livello
internazionale ) è diversa org internazionale (=OIG; ente con personalità sua, deriva dalla volontà degli stati) In origine le
uniche persone erano gli Stati .. poi questi hanno iniziato a creare le OIG… oggi anche i soggetti privati partecipano alla vita
di relazione internazionale
Le ONG: la croce rossa internazionale, Amnesty international, la camera di commercio internazionale, microsoft, la apple,
google fanno cose internazionali ? Noi abbiamo diritti e siamo destinatari di obblighi internazionali? c’è la corte di
Strasburgo dove posso portare l’Italia, Strasburgo non è in Italia e questa corte non fa parte dell’ordinamento italiano
quindi siamo fuori dallo stato, è internazionale, posso farlo ? si
Se ragioniamo secondo il principio di effettività sulla definizione, gli stati creano le organizzazioni internazionali

Con soggetti privati intendiamo anche le ONG che hanno la caratteristica di essere private
Il problema è che i soggetti di diritto internazionale hanno una soggettività giuridica diversa quindi possono esercitare
diversi diritti e sono destinatari di diversi obblighi. L’ampiezza/extent di questi diritti ed obblighi è diversa. Siamo tutti
soggetti di diritto internazionale, io Patrizio non posso dichiarare guerra ad un altro stato o attaccarlo perché abbiamo una
soggettività diversa. Es. facciamo una guerra autorizzata, l’ONU non può autorizzare me a muovere o non può autorizzare
la Microsoft, google; ma può autorizzare gli stati perché ci sono diversi livelli di soggettività.

LO STATO
È il soggetto originario del diritto internazionale unico fino al 1900
Lo stato è il produttore e destinatario immediato di norme ed atti, ha piena capacità processuale, può divenire membro di
OIG e instaurare relazioni diplomatiche…ed è internazionalmente responsabile delle violazioni commesse.
Lo stato è il soggetto che ha la soggettività piena e originaria, quindi quello che può fare tutto e più forte di tutti. Originaria
perché sono soggetti originari della comunità internazionale, e ciò significa che sono produttori destinatari diretti ed
immediati di atti e norme giuridiche interstatali, possono divenire membri di organizzazioni internazionali…
Essendo il diritto un fenomeno umano e storico e quindi da collocarsi, è così perché è stato l’unico soggetto fino al 1900.
Dal 1648 che il mondo si crea in stati come li conosciamo oggi, salta l’organizzazione medievale dei poteri universali, e alla
fine il mondo si organizza secondo il sistema di Westphalia, si organizza volente o nolente spesso con un’imposizione di
quel modello però fatto sta che così è: quando si arriva in Giappone e in Cina, li si obbliga ad adottare il modello di
Westphalia che nel frattempo si era imposto nelle Americhe, nel frattempi i paesi di mezzo che erano già grosse potenze
storiche “si convertono” a quel modello si pensi alle varie riforme del modello ottomano della Persia degli Shaah, quindi il
mondo si va riempiendo di questo tipo di caselle.
Fino al 1900 l’unico soggetto di diritto internazionale era lo stato che è produttore e destinatario immediato (= senza
mediazione) di norme
 ha piena capacità processuale, può andare alla CIG.
 Può entrare nelle organizzazioni internazionali
 può inviare e ricevere ambasciatori
 Instaura le relazioni diplomatiche ancora oggi principale veicolo di collegamento tra gli stati.
 se lo stato commette un torto è internazionalmente responsabile
stato = Soggetto a competenza piena e originaria
problema = non abbiamo scritto da nessuna parte che cosa è lo stato. lo dobbiamo pescare tra quelli che +/- lo hanno
codificato per primi, convenzione che però valeva per le americhe (Montevideo), siamo negli anni 30’ e definisce lo stato
come una cosa/entità/ soggetto che ha un territtorio + popolo + governo permanente ed effettivo, questa triade di elementi
viene impressa all’esterno del territtorio di quello che è entrare liberamente in relazione con altri soggetti simili quindi con
altri stati. Effettività = è così effettivamente  teniamo buona questa definizione, ma ciò crea problemi, troveremo soggetti
strani. Queste cose assieme danno luogo alla sovranità.
Ma …che cos’è lo Stato? lo stato è un soggetto che possiede un territorio, un popolo ed un governo permanente ed
effettivo  sovranità
Per molti secoli gli Stati erano considerati i soli soggetti del diritto internazionale, Tant’è che lo stesso concetto di
soggettività giuridica internazionale è stato costruito dalla dottrina a partire dagli Stati per gli Stati.

CHE COS’E’ LA SOVRANITA’


--per capire cos’è la sovranità serve il concetto di competenza:
 competenza in senso sostanziale: quale è l’oggetto dei poteri dello stato? sovranità interna ed esterna dello stato
 competenza in senso formale: quale è la capacità di agire dello stato? concetto di jurisdicition
--È l’espressione delle competenze dello stato. Competenze in senso sostanziale = che cosa può fare lo stato, l’oggetto dei
poteri dello stato. + come può fare le cose lo stato, quale è la capacità di fare queste cose che può fare lo stato > subentra
il concetto di jurisdiction
Cosa può fare lo stato quindi l’oggetto?

OGGETTO si divide in inerno ed esterno, elementi base che stanno nella natura dello stato.

SOVRANITA’ INTERNA:
È data dalla triade territtorio + popolo + governo effettivo in amministrazione permanente
= significa che lo stato ha un potere effettivo sul popolo all’interno del territorio rispetto ad ogni altro potere costituito al suo
interno (può dire alla gente che fare, prendere provvedimento in caso la gente non ascolti):
 potere di imporre e far rispettare le norme (effettività)
 ha l’esclusiva di tale potere rispetto agli altri Stati (esclusività)
Come lo stato si organizza è lasciato alla volontà dello stato
= c’è un pezzo di terra con della gente che ha una struttura di governo, questo vuol dire che lo stato ha un potere effettivo
sul popolo, quindi lo stato ha il potere di fare delle regole e di farle rispettare (= anche le multe che arrivano a casa è
un’espressione dell’effettività/di ciò) e lo stato ha l’esclusiva rispetto agli altri stati di fare questa cosa qui, nessun altro stato
può imporre delle regole e farle rispettare all’interno di quel territtorio.
Quale è l’oggetto della sovranità interna/ che cosa è la sovranità interna  è questo potere di imperio effettivo esclusivo.
Quindi emerge che quello che fa al suo interno lo stato, come si organizza lo Stato, la forma che si dà lo stato  è una
questione arbitraria dello stato. (In realtà non è esattamente così oggi)
Come lo stato si organizza è lasciato alla volontà dello stato. Vuol dire che altri Stati non possono esercitare la loro autorità
di governo senza alcun senso dello Stato territoriale (esclusivita) e che lo stato ha il potere di far rispettare le proprie leggi
(effettività)

LA SOVRANITA’ ESTERNA:
Una eccessiva dipendenza economica può trasformarsi in eccessiva sovranità limitata
Una volta che abbiamo territtorio + popolo + governo, la sovranità si esprime anche all’esterno.
Pensiamo ad un mondo primitivo fatto di 3 stati, una volta che arriviamo al punto che c’è un altro gruppo umano che fa le
stesse cose, entriamo in relazione = sovranità esterna = È la capacità di entrare in relazione con gli altri poteri in
maniera indipendente ed autonoma. Sono tutte le competenze che lo stato esercita in quanto membro della comunità
internazionale.
Indipendenza ed autonomia andranno lette a seconda delle materie e dei momenti storici
Indipendenza economica non è una discriminante per stabilire l’indipendenza effettiva dello Stato (Ma attenzione
all’eccessiva dipendenza economica che può trasformarsi nella c.d. sovranità limitata) , certo è che se c’è una eccessiva
dipendenza unilaterale, quindi uno stato che è fortmente dipendente da un altro senza che vi sia però una reciprocità,
potremmo introdurre il concetto di sovranità limitata ( si colloca a metà tra il diritto e la politica), ci sarà un margine di libertà
nel governare il territtorio dove ci vive un popolo che sarà più limitato, ma per questo ci serviranno anche molti altri attori. La
sovranità limitata potrebbe essere una forte dipendenza economica da un‘organizzazione internazionale che mi impone
delle riforme.

RAPPORTO TRA SOVRANITA’ INTERNA ED ESTERNA > come dialogano


Sovranità interna ed esterna non sono compartimenti stagni ed il confine tra queste è flessibile o sfumato, alcune materie
che rientravano nella sovranità interna dello stato oggi sono di regolazione o di interesse internazionale:
 moneta (addirittura con l’euro si ha una moneta senza stato)  di regolazione internazionale
 come il governo tratta il proprio popolo sul territtorio era libero: i diritti umani, tradizionalmente rientrati nel dominio riservato
e oggi materia di interesse internazionale
Un’idea che si fa largo oggi è quella della sovranità responsabile “forzata” da accordi internazionali ad esempio
economici o dall’appartenenza ad OIG, addirittura oggi si ammette la R2P = responsabilità di proteggere; con cui la
comunità internazionale sarebbe autorizza ad intervenire e violare il principio della sovranità(no più esclusività) se si rileva
che c’è una violazione

Cosa rientra in una e nell’altra ? è un fenomeno storicamente determinato, abbiamo delle materie che erano chiaramente di
competenza interna che oggi sono se non regolate quanto meno di interesse internazionale.
Primo caso che salta più all’occhio = abbiamo scoperto i diritti umani e non che ogni stato può organizzarsi proprio come
vuole, e se lo fa gli altri prendono delle misure, quindi c’è una misura di responsabilità o quantomeno di relazioni
internazionali che si complicano. Storicamente però i diritti umani, pensiamo alla magna carta, è una questione dello stato,
come lo stato tratta i propri cittadini, quali diritti concede era una questione di
dominio riservato = quel nucleo di cose dove il diritto internazionale teoricamente non può entrare.
La moneta di un’organizzazione internazionale però non di tutti gli stati, ci sono alcuni stati che non lo adottano perchè non
soddisfano i criteri richiesti, e ci sono stati come la Danimarca che non è tenuta in nessun caso ad adottare l’euro se non
per sua scelta. Nella moneta storicamente c’era disegnata la faccia di chi comanda/del sovrano, era l’espressione più forte
della sovranità dello stato. Da Bretton Woods si internazionalizza la questione della moneta.
Oggi c’è il concetto di sovranità responsabile = quella sovranità che viene in qualche modo limitata se non addirittura
forzata da accordi internazionali. cioè per far farte di alcuni gruppi internazionali/accordi economici, se si vuole commerciare
con quella parte del mondo, se si vuole far parte di quella organizzazione internazionale = ogni stato si organizza come
vuole ma.
Caso di cronaca giuridica > Riforma della giustizia polacca in cui veniva meno l’indipendenza del potere dei giudici
sottoposto al controllo del parlamento, la riforma è stata frenata dall’appartenenza all’UE.

Oggi si ammette la responsabilità di proteggere= principio per cui se uno stato non protegge i propri cittadini gli altri stati
possono proteggere i cittadini di quello stato questo, nella pratica, significa che viene permesso l’intervento militare
contro quello stato, quindi o ci si prende il diritto in maniera unilaterale sulla base di questo principio. È lo stesso principio
che è stato invocato la notte tra il 23/24 febbraio 2022, la protezione delle popolazioni russofone fuori dalla Russia. Il
principio è controverso.
In Corea del Nord > è stato autorizzato l’intervento su varie basi
Introdurre l’intervento di umanità anche su base unilaterale da parte di blocchi del pianeta, c’è stato l’intervento della NATO
in Kosovo. Fenomeno che esiste nel diritto internazionale è che è ammesso

SOVRANITA’ DIGITALE:
Internet = sovranità digitale. La Russia ha provato a scollegarsi da internet globale nei mesi scorsi per un giorno per fare un
esperimento: è andato in tilt il paese, anche se erano convinti di aver creato un’infrastruttura che permetteva il fatto di
rimanere senza internet. C’era gente che si presentava in aeroporto con biglietto che non esisteva o a due persone era
stato dato lo stesso posto, ospedali che erano convinti di aver inviato analisi che non erano mai state ricevute dalle altri
parti = si è bloccato il paese staccandolo da internet. Questo è l’impatto che ha oggi internet sul funzionamento dello stato,
anche se diciamo che il paese non è tanto informatizzato e non lo vediamo. Si prova a staccarsi da internet in un paese in
cui si vuole vedere quanto si è pronti a questo ma è stato un caos per queste 48h fino a quando non si sono ricollegati.
Sono anni che si lavora in russia sul Russian Net (Runet)
Il funzionamento degli aeroporti e lo spazio aereo è un problema della funzionalità dello Stato, gli ospedali è un problema
dello Stato. Queste cose fanno parte della sovranità dello stato (= amministrazioni pubbliche = problemi dello stato).
Vediamo quanto impatto ha il digitale sulla sovranità, oggi la possiamo definire come l’unione della:
 Potenza di calcolo
 Protezione dei dati (sicurezza dei dati, sappiamo dove sono e non escono da lì)
 Connetività sicura (capacità tecnica di elaborare i dati)
Si tratta di 3 elementi che possono portare lo stato sia a dipendere da che ad essere oggetto di attacco da parte di stati
stranieri e imprese private (GAFAM)
Se lo stato ha queste 3 cose, ha una piena sovranità
 Gli stati dipendono dai privati, mentre fino alla sovranità interna ed esterna eravamo nei rapporti tra stati, qui c’è il problema
che i server sono di amazon per esempio, che i satelliti per collegarsi in alcune parti del pianeta sono di proprietà e
vengono fatti funzionare, possono anche essere spenti con un clic dallo starlink che fa capo ad un privato.
C’è il problema che gli stati, per questi 3 elementi, vanno a dipendere, non solo tra i rapporti che si creano tra gli stati che
possiamo ancora collocarli quindi in un rapporto tra interno ed esterno, ma da privati che possono essere anche oggetto di
attacco da parte di privati—quindi non solo dipendere =Problema che stiamo iniziando ad affrontare ora. Questa è
l’ennesima conferma che il diritto internazionale non è più solo gli stati ma viviamo in un’altra epoca.
sovranità economica
Sovranità militare

Abbiamo delle regole per lo spazio extra-atmosferico che varranno fino a quando non arriverà qualcuno che proviene dal di
fuori della terra. Non possiamo piantare bandiere con pretesa di conquista. Non possono diventare territtorio degli stati, gli
altri pianeti.
Soggetti concreti  c’è un certo grado di combinazione di + territtorio + popolazione + governo di entrare in
relazione con gli altri ma manca un pezzo per poterli considerare stati, quindi li consideriamo con una soggettività
particolare limitata ma non limitata perché dipendono economicamente.
Il caso del Kosovo, noi lo abbiamo riconosciuto come stato, il riconoscimento nell’800 era elemento costitutivo dello stato.
Lo stato era solo quello che il resto del club accettava come stato, oggi no, il riconoscimento dà forza politica allo stato per
affermare la propria soggettività ma non è neccessario. Il kosovo è uno di questi soggetti.
la Santa Sede con il Vaticano che è il territtorio su cui è appoggiata tutta la santa sede cioè la governance di tutta la
chiesa cattolica del pianeta, la santa sede si estende oltre, il vaticano è uno stato in sé ma è molto piccolo.
Cipro del nord: riconosciuto solo dalla Turchia, se la Turchia smette di riconoscere Cipro del Nord quest’ultimo in 12h non
esiste più. Quelli che si chiamavano stati fantoccio nella 2° GM, stati che esistono grz al controllo da parte di uno stato. Se li
guardiamo su una cartina come una fotografia sembrano avere un territtorio, una popolazione, un governo e
autonomamente entrano in relazione poi quando andiamo ad indagare non c’è l’autonomia, sono dipendenti un governo
straniero.
Le due repubbliche del Donbass se guardavamo dal fuori sembrava che controllassero un territtorio, ci fosse un governo
e una popolazione e che entrassero in relazione se non altro di loro e con soggetti simili, con la Russia avevano dei
rapporti, la certezza definitiva arriva nel 2022: erano controllati e dipendenti da Mosca.
 Questa categoria qua è lo stato fantoccio che NON ha soggettività internazionale, è responsabile delle violazioni lo stato/la
potenza che li controlla.

Il Kurdistan possiamo ricondurlo a quelli che sono gli insorti per i movimenti di liberazione nazionale, altro soggetto di diritto
internazionale particolare, perché questi hanno quella soggettività internazionale che gli viene riconosciuta nel momento in
cui il conflitto diviene internazionale e quindi iniziano ad entrare per esempio nelle trattative di pace. Quindi hanno extent
della sovranità fino al punto che è neccessario perché possano implementare gli accordi di pace che sono accordi
interrnazionali
Hlp: esempio di scuola/movimento di liberazione nazionale che fa il salto …

E I SOGGETTI “SIMILI” ALLO STATO?


Ci sono alcuni soggetti che possono “somigliare” allo stato ma non sono esattamente stati
Non hanno capacità giuridica internazionale i soggetti federati di uno Stato
Casi particolari, che hanno perlopiù una soggettività limitata, tenuti ad obblighi e a fare cose ma limitatamente, sono invece:
 movimenti di liberazione nazionale ed insorti quando essi hanno un controllo effettivo di parte di territorio, essi
diventano destinatari di norme internazionali volte a porre fine al conflitto + norme imperative di DI a salvaguardia del
singolo individuo. Essi dovranno far rispettare queste norme
 Stati falliti es. Somalia, il mondo riconosce che lì c’è la Somalia però il parlamento della Somalia si riunisce a Nairobi
(che non è in Somalia), è una categoria extra ma che ha poco litis giuridico perché c’è un contesto di guerra dove la guerra
è per sua natura una rottura dell’ordine naturale delle cose
 Stati fantoccio ⇒non godono di alcuna soggettività internazionale perchè la responsabilità internazionale è di chi la
controlla (la resp internazionale sulle rep del Donbass: è mosca). Pezzo di territorio la cui responsabilità è di un altro
stato( Governi fantoccio manovrati dalla Germania nazista)
 Governi in esilio =c’è il riconoscimento del governo ma di solito è una condizione temporanea-potrebbe succeddere che
non si ristabilisce mai che ad un certo punto si riconosce il governo effettivo nel paese, è il caso dei governi a Londra
durante la 2°GM. ⇒es cina in ambito onu : per anni ci son stati stati che hanno riconosciuto come legittimo governo quello
di Taiwan; il governo effettivo è quello del partito comunista cinese, e viene riconosciuto questo dopo anni.
 Microstati = la triade è molto limitata al punto da limitare la sovranità dello stato per popolazione o per territtorio. Non c’è
un’effettiva autonomia nell’entrare in relazione con gli altri paesi. La sovranità di san marino per quanto in diritto
internazionale sia effettiva le scelte che potrà prendere saranno limitate. ⇒vorrebbe avere i 3 fattori +1 .stati che hanno un
territorio troppo piccolo o troppo poco popolato (es: Islanda). Oppure gli stati dell’Oceania. Quale effettivo potere di governo
possono avere sul popolo?
 La santa Sede e Città del Vaticano =la struttura di governance della chiesa cattolica. La città del Vaticano nasce per dare
appoggio alla sana sede. La santa sede fa accordi con tutti i paesi
 Lo SMOM ⇒chi ha perso la terra e già quando aveva non era normale: sovrano militare ordine di Malta. Loro hanno sede a
roma in realtà perchè furono cacciati da Malta. Loro comunque concludono accordi con altre entità rendendoli soggetti del
diritto, ma non hanno il territorio.
= ultimo retaggio di un ordine cavalleresco del medioevo, dell’epoca delle crociate che si è perpetrato. Sono i cavalieri di
malta, è il sovrano militare ordine di Malta, c’è un momento di continuità perché egli è riuscito a sopravvivere a tutti gli
stravolgimenti delle relazioni internazionali al punto di aver mantenuto una sua soggettività internazionale pur non avendo
più uno stato, avendo una popolazione che è cittadina di stati perché sono membri dell’ordine, su cui c’è un governo
effettivo dell’ordine ed entra in relazioni internazionali con gli altri paesi. Questo sovrano fa un ruolo umanitario in zone di
guerra crea campi per rifugiati, ha sede amministrativa oggi a roma e dipende direttamente dal papa.

Governo non equivale a stato quindi il NON riconoscere un governo NON equivale a NON riconoscere uno stato. Es.
Afghanistan, il fatto che ci sia stata una guera civile che ha portato ai talebani che non sono riconosciuti come legittimo
governo del paese NON fa venire meno il fatto che il mondo riconosca che quella cosa lì è l’Afghanistan.
Nel caso in cui avessimo due governi, ognuno di chi riconosce governo A e governo B –gli si riconosce un’autorità che di
fatto viene esercitata su una parte del paese ma che si estende a tutto il paese.

IL CONCETTO DI JURISDICTION
Potere di imperio come si esercita sul territtorio, sulla popolazione?
Con Jurisdiction si intende l’aspetto formale della sovranità come potere di imperio  esercizio di potere dello Stato sul
proprio territtorio ed in alcuni casi anche al di fuori di esso (deve essrci però un collegamento con lo Stato). Una volta che
uno stato ha acquistato la soggettività giuridica internazionale, il diritto internazionale tutela l’esercizio del suo potere di
governo nel proprio territorio.
Il punto di partenza è che lo Stato sul proprio territtorio ha il diritto di esercitare la propria jurisdiction (territorial jurisdiction):
le norme le può creare e farle rispettare a forza:
A fare cose per noi rilevanti
 To prescribe = potere di emanare norme atte a regolare la condotta dei soggetti giuridici dell’ordinamento interno;
 To adjudicate = competenza giurisdizionale. Ovvero pronunciare decisioni davanti alle corti, non crea problemi in diritto
internazionale di sovrapposizione perché anche se uno stato porta avanti un processo e arriva a sentenza ci sarà il
problema problema o dell’enforce o dell’eventuale mancanza di fare quelle norme. Consiste nel potere dello Stato di
mettere in atto tutte le procedure di esecuzione coattiva al fine di fare rispettare il suo ordinamento giuridico interno.
Il potere di emanare norme dello stato e quello di farle rispettare NON coincidono, parlando dell’aspetto formale.
 To enforce (potere di esecuzione coercitiva) > riferimento e mezzi di attuazione coercitiva del diritto = esecuzione in caso
di non rispetto.
Ma se più di uno stato vuole esercitare la propria jurisdiction?  conflitti di sovranità

La jurisdiction è la competenza a fare cose, come lo stato fa questo esercizio del potere, come esercita il potere lo Stato,
tendenzialmente sul proprio territtorio ma in altri casi anche al di fuori.
Esercizio del potere tra le acque del territtorio fa parte del territtorio
Ambasciata  modo in cui lo stato agisce al di fuori dei propri confini. L’ambasciata è territtorio al di fuori dei propri confini.
Unione Europea esercita i poteri sovrani in sostituzione dello Stato

27/11

Jurisdiction: come lo stato esercita il proprio potere


Il potere di imperio sul territorio del proprio stato è un diritto dello stato  è il primo dei 5 principi di jurisdiction, giurisdizione
territoriale ma noi parliamo di territorio di jurisdiction.
Questo potere di imperio/jurisdiction si divide in 3:
la combinazione di 2 elementi ci crea problemi
se vediamo questo potere di imperio scopriamo che lo stato
 jurisdiction to prescribe: lo Stato ha il diritto di emanare delle norme
 jurisdiction to adjudicate: lo Stato ha il potere di giudicare le situazioni giuridicamente rilevanti = competenza
giurisdizionale. Il fatto che si possa andare in tribunale alla fine richiederà una competenza per dare seguito quindi il potere
di esecuzione coercitiva.
 jurisdiction to enforce : lo Stato ha il potere di esecuzione coercitiva.

Il problema si porrà con il potere di emanare norme (jurisdiction to prescribe) e il potere di esecuzione coercitiva
(jurisdiction to enforce). Nel senso che sul proprio territtorio di jurisdiction le due cose coincidono nel 99% dei casi (ci
saranno alcuni casi limite in cui mancherà una o l’altra).
Ci sono anche dei casi in cui il potere di jurisdiction to prescribe e jurisdiction to enforce NON coincidono = il potere di
emanare norme dello stato non è accompagnato dal potere di esecuzione coercitiva.
 Es. È quello che succede nel caso in cui la persona commette un omicidio e viene ritrovato in uno stato diverso da quello in
cui è stato commesso l’omicidio, quindi l’omicidio verrà giudicato/punito da quello stato in modo diverso.
L’italia ha delle norme per punire/arrestare, ha il potere materiale di eseguire coercitivamente se la persona NON è nello
stato ? NO. Le autorità tedesche hanno la jurisdiction to enforce, su richiesta delle autorità italiane arrestano la persona e
poi si fa l’estradizione e via dicendo, è la fase successiva.
Essendo sotto la sovranità territtoriale, territtorio di jurisdiction in un altro stato, l’altro stato deve formalmente verificare che
questa persona sia davvero indagata di reato, che non sia una semplice richiesta immaginaria.
Jurisdiction italiana e tedesca NON coincidiono perché il territtorio della jurisdiction è diverso e NON coincide, da un lato c’è
la norma italiana ma per dare seguito alla norma italiana serve il potere di esecuzione coercitiva che l’Italia NON ha su
territtorio tedesco. Questo dà luogo a quelli che si chiamano conflitti di sovranità, soluzione auspicabile è sempre quella
di collaborazione tra gli Stati ma ciò non sarà sempre possibile.
 Es. Lo Stato italiano ha il potere di tassare certe attività e di pretendere il pagamento di tasse ? si! Se sono in Italia vanno a
reperire la mia banca e dal mio conto spariscono dei soldi, se i soldi li ho portati in uno stato che non coopera, l’Italia
controlla la banca dello stato Italiano e vede che c’è zero per cui la persona è fuori dal paese, se la manda alle Isole
Cayman esse non rispondono perché l’Ita non ha modo di prelevare i soldi da queste isole = manca la jurisdiction to
enforce, questo perché in tal caso non c’è cooperazione tra le parti, la norma rimane in vigore ma gli effetti della norma non
vengono prodotti.
 Es. Caso del servizio militare “ tutti i cittadini maschi nati entro l’8/11/1986 ” dovevano servire nel servizio militare, se uno
andava all’estero non c’era un modo per fare si che quella persona… almeno che lo stato estero non cooperasse, ma non
era una cosa così rilevante da rimandare indietro le persone.

RAPPORTO TRA JURISDICTION TO PRESCRIBE E TO ENFORCE:


frequentemente vi è coincidenza tra jurisdiction to prescribe e to enforce (si pensi alla territorial jurisdiction) ma ci sono
casi in cui le due non concidono e più di uno Stato pretendano di esercitare la sovranità  conflitto di giurisdizione:
 Competenza normativa senza competenza di attuazione coercitiva
Es: la leva obbligatoria: lo stato ha potuto fare la legge della leva obbligatoria senza problema. Se io ero in africa, lo stato
poteva obbligarmi a venire in Italia a fare militare ? No perchè ero in un altro territorio fuori da quello italiano.
Ci son stati che tassano il reddito delle persone sulla base di chi è cittadino di quello stato, non sulla base di chi è sul
territorio. Un esempio sono gli USA. Se cittadino americano è in italia: gli Stati Uniti possono tassare il reddito senza
problema ⇒ JURISDICTION diversa.

 Mancanza di competenza di attuazione perché manca la competenza normativa: lo stato qui potrà apporre la norma
Ci saranno dei casi in cui non si potrà eseguire coercitivamente la misura pech non si ha la competenza per emanare la
norma, che è di un alro stato.

SOVRANITA’ TERRITORIALE:
il territtorio è l’elemento che dà questo titolo che si ha in virtù dell’esistenza fisica del territtorio. L’esistenza del territtorio
conferisce il titolo allo stato per agire.
Gli elementi dello stato sono 3:
1) Terra: spazio terreste
La terra è il territorio dello Stato (diritto i giurisdizione dello stato), si “inizia” dalla terra base per partire (da qui derivano
mare e aria) serve che ci sia un “ core” del territorio ma il diritto internazionale NON richiede dei confini precisi.
In molti casi pretendere di avere un confine preciso non è possibile, ma ciò non rende gli Stati “meno” Stati  dispute di
confine (possono dare luogo a guerre e scontenti).
La terra non deve avere neccessariamente dei confini precisi (sono atti unilaterali quelli che delimitano il confine). Fino a
dove arriva l’Italia potrebbe deciderlo esclusivamente l’Italia. Ciò che potrebbe porre fine alle dispute sono i trattati di
limitazione delle frontiere, quando 2 stati si mettono d’accordo che le frontiere terminano lì = si evitano conflitti.

2) Mare: spazio marittimo


Deriva dalla terra, si conta quanto mare ha quella terra a partire dalla costa.
Gli stati costieri hanno sempre rivendicato il controllo sul mare adiacente  rapporto con la libertà di navigazione.
L’UNCLOS che oggi codifica il diritto del mare stabilisce che questo sia diviso in 4 parti:
 Mare territtoriale: dove valgono le regole dello stato, è come se fossimo a terra. Diritto di passaggio inoffensivo: bisogna
permettere alle navi il passaggio. (12 miglia)
Fa parte del territtorio dello stato il mare territoriale, nelle acque territoriali la competenza dello stato è piena. Non avendo il
mare dei confini così controllabili (a differenza della terra), viene stabilito in via consuetudinaria il diritto di passaggio
inoffensivo (nelle 12 miglia) che è il diritto delle navi di qualunque paese di attraversare quelle acque purché passino
senza recare una minaccia alla sicurezza dello stato, quindi le navi militari possono passare purché non stiano
cannoneggiando la costa.
Il fatto che una nave sia militare e trasporti armamenti potrebbe essere detto inoffensivo anche questo perché non sto
venendo a recare una minaccia, il fatto che una nave sia militare e che sia anche armata non comporta automaticamente
che la nave sia offensiva.
 Zona contigua: lo stato può esercitare alcune delle sue competenze per evitare illeciti (perquisizioni) (24 miglia sempre a
partire dalla costa). È una zona che gli stati dichiarano per poter prevenire attività contro il territtorio dello Stato = crimini. Lo
stato mantiene un potere di polizia nelle acque contigue.
Es: C’è una nave e si sospetta stia contrabandando o sia coinvolta in attività illegali, se è nelle 24 miglia non c’è piena
sovranità dello stato.
Uno stato che ha fatto tutta la dichiarazione piena, può controllare ma non è più parte del territorio dello stato.
 Zona economica esclusiva: lo stato ha facoltà di sfruttare tutte le risorse economiche che trova sia in acqua che sotto
(fino a 200 miglia a partire dalla costa), allo stato interessa soprattutto quello che sta sotto. Uno dei motivi per cui la
Groenlandia è uscita dall’UE e l’Islanda ha interrotto e non ha più ripreso il suo percorso di adesione è il fatto di conservare
la sovranità sulle risorse ittiche. Quello che c’è sotto è dello stato, può essere sfruttato dallo stato, in maniera quasi assoluta
(per quello che riguarda la pesca non è del tutto assoluta), quelle acque sono libere.
 Acque internazionali: alto mare, non ci sono più regole quasi (in realtà sarebbe l’opposto, tutti gli stati hanno potere di
agire in alto mare come fermare le navi che non hanno bandiere – pirateria) (oltre le 200 miglia dalla costa). Sono aperte
aperte e libere allo sfruttamento da parte di tutti i paesi del pianeta.
Quello che c’è sotto il fondale viene gestito dall’autorità per il fondale marino che permette lo sfruttamento delle risorse a ?
scientifici, stipula degli accordi trasnazionali, accordi misti tra un’organizzazione internazionale e aziende private spesso
finanziate da stati perché sono importanti, per lo sfruttamento delle risorse che si trovano sul fondale.
Quello che avviene in alto mare NON è soggetto della giurisdizione di nessuno stato o di tutti gli stati  se c’è una nave
senza bandiera (= i pirati) in alto mare tutte le navi possono procedere con il controllo e il fermo.

3) Aria: spazio aereo


L’aria deriva dalla terra e dal mare, lo spazio aereo di uno stato sarà dato dalla colonna d’aria che sta sopra alla terra, e
dalle 12 miglia, quindi la colonna d’aria che sta sopra anche alle acque territoriali.
Lo spazio aereo si estende sulla terra e sulle acque territtoriali di uno Stato che eserciterà la sovranità all’interno di tali
confini  serve l’autorizzazione dello Stato per ogni aeromobile che vuole transitarvi. A fini di “difesa nazionale” gli Stati
hanno istituito delle zone di identificazione.
In aria NON esiste il diritto di passaggio inoffensivo (a differenza del mare dove esiste), le libertà dei cieli sono negoziate
dagli stati sulla base di accordi unilaterali e multilaterali.
Non c’è stato così tanto tempo perché si sviluppassero le norme, molte di esse vengono riprese, primi accordi sull’aviazione
civile ricalcano gli accordi che c’erano tra gli stati sulla navigazione. Per aria si va veloce, non ci sono le 12 miglia.
Identificazione di un veivolo militare, se in mare ci sono le 12 miglia per il passaggio inoffensivo e se le intenzioni cos
inoffensive non sono c’è tutto il tempo per reagire, se entra un aereo militare nelle 12 miglia non si fa in tempo a capire le
sue intenzioni perché è già entrato sul territorio dello Stato gli stati hanno istituito la zona di difesa di identificazione
aerea (siamo negli atti unilaterali degli Stati) che vengono usate per estendere il proprio controllo anche su spazi che
sarebbero di altri stati (questo lo fa la Cina)
Il problema è che è una deroga alla libera utilizzazione dello Stato aereo, il problema è che gli stati ne hanno abusato, gli
stati hanno istituito delle zone di controllo aereo infinitamente estese e ben oltre quello che è la loro naturale accettabile
estensione e questo ha dato luogo a dispute tra Stati  es zone di difesa cinese è andata a toccare delle parti dove c’era la
giurisidizione del Giappone che ha avuto dei problemi con gli USA che hanno usato le zone per estendere la loro capacità

IL PROBLEMA DELLA DELIMITAZIONE DELLE FRONTIERE:


gli Stati determinano i loro “spazi” con atti unilaterali  trattati di delimitazione delle frontiere per evitare conflitti con gli altri
stati (con effetti di erga omnes).

Per i nuovi Stati: uti possidetis iuris  si mantengono i confini coloniali.


Ancora oggi ci sono tuttavia numerosi contenziosi in atto per la delimitazione delle frontiere (per non parlare di veri e propri
scontri armati)
I nuovi stati nascono con i confini dell’unità amministrativa che c’era prima, in casi particolari i nuovi stati nascono da
processi di decolonizzazione, si staccano da un altro stato. Questo fa si che si mantengano i confini coloniali. In realtà
questo vale anche per altri casi che abbiamo pure in Europa, se la Slovenia o la Croazia sono fatte così è perché quella era
un’entità amministrativa unica della Repubblica Federale Iugoslava che si stacca (idem Lettonia, Estonia..), quando un
paese si divide anche in maniera militare i confini riconosciuti sono quelli dell’identità da cui si vanno a staccare.
Questo non risolve i problemi perché siamo pieni nel mondo di contenziosi anche violenti.
Alcuni spazi NON possono essere oggetto di appropriazione (NON ci può essere la territorial jurisdiction) o rivendicazione
da parte degli Stati: il mare internazionale, le vie di comunicazione internazionali (=gli stretti, dev’essere garantito il
passaggio indipendentemente da chi esercita il controllo), lo spazio extraatmosferico (finchè ci arriviamo solo noi; alcuni
navi hanno il diritto di passaggio anche in condizioni di guerra), in virtù di Trattato anche l’Antartide (che ha effetti su tutta la
comunità internazionale).
Quindi in linea di massima lo spazio atmosferico NON può essere oggetto dell’appropriazione. La bandiera sulla luna non
vuol dire che parte del paese degli USA.
Un’isola dei Caraibi ? di chi è quell’isola, visto che i Caraibi non sono uno stato?

LA NATURA DELLA SOVRANITA’ TERRITTORIALE


La sovranità territoriale ha la caratteristica di essere piena ed esclusiva
 Sovranità piena: il diritto di esercitare tutte le funzioni (legislativa, amministrativa, territoriale) dello Stato sul territorio
(potestà d’imperio). Il Diritto internazionale riconosce come internazionalmente validi gli atti interni dello Stato  es una
sentenza pronunciata da un tribunale italiano in Italia è per il diritto internazionale valida (in linea di massima); una legge
dello stato del Vietnam è per il di valida. Il limite a questo potere di imperio sono i confini che pone il diritto internazionale
che non accetta il diritto interno come scusa per violare il diritto internazionale, una violazione fatta sul diritto interno per il
diritto internazionale è una violazione. Conformità al diritto internazionale.
Gli atti interni di uno Stato compiuti entro i confini di questo sono in linea di principio internazionalmente validi. Ma non ci
sono limiti? Il limite è il Diritto Internazionale lo stato non può invocare la sovranità per venire meno ad obblighi o
commettere violazioni.
Anche le norme di diritto interno privato sono espressione della sovranità! Se lo stato applica la legge di un altro Stato lo fa
sulla base del proprio diritto privato e questo cmq è limitato da norme di applicazione necessaria ed ordine pubblico.

Diritto internazionale privato: sono regole per lo più di diritto interno, ci sarà quindi un diritto internazionale privato italiano,
un diritto internazionale privato francese = diritto dell’UE ecc, ci dice che il diritto si applica a determinate situazioni
giuridicamente rilevanti tra privati.
Es. se qualcuno di noi decide di contrarre unione civile con una persona di cittadinanza non italiana, quindi se a quella
persona è permesso di compiere questo atto giuridicamente rilevante come esso viene considerato ? sulla base del suo
diritto interno, la capacità che avrà quella persona gliela dirà il diritto specifico di quel paese. Sto applicando materialmente
il diritto straniero ma sulla base di una norma italiana, anche il diritto internazionale privato è un’espressione della sovranità
piena dello Stato, prova di ciò è il fatto che lo stato ponga delle limitazioni. Anche quando il diritto internazionale mi rimanda
al dirtto straniero, in alcuni settori sarò tenuto ad applicare il diritto interno perché le norme italiane saranno di applicazione
necessaria.
(C’è un freno degli effetti che può applicare il diritto sraniero)
Il diritto int privato Regola i rapporti tra privati che devono essere regolati da delle regole e quando l’altro privato o noi
siamo estranei a quell’ordinamento, per questi rapporti tra privati potrebbe esserci l’applicazione sullo stato territoriale di un
diritto straniero ma questo in virtù di rinvio per responsabilità della norma dello stato territoriale.

 Sovranità esclusiva: l’esclusione nel proprio territorio dell’esercizio di funzioni statali da parte di altri Stati. Tutte le funzioni
che possono essere esercitate da uno stato su un territorio vengono esercitate dallo Stato territoriale e nessun’altro stato
può intervenire.
a) La norma straniera ha effetto solo sul proprio territtorio, la norma straniera non è applicabile sul territorio dello Stato:
mancanza di extratterritorialità del diritto straniero (ruolo del diritto interno privato)
b) Lo stato deve rispettare la sovranità altrui astenendosi dall’usare misure coercitive sul territorio degli altri: in
questo caso si è suscettibili di far scattare la responsabilità internazionale dello Stato che viola.
Es. il caso sulle relazioni della sovranità sulle misure coercitive, è il caso Eichmann che dopo aver partecipato attivamente
allo sterminio nazista decide di andarsene in Argentina; nel frattempo lo stato di Israele, che si è costituito, inizia a cercare
di ripescare tutti i nazisti ancora in vita per assicuraarli alla giustizia. Eichmann interviene sul territorio Argentino sotto
copertura, senza dire nulla all’Argentina torna ad Israele, ma quando Argentina se ne accorge capisce che Israele fa
un’operazione di polizia sul mio territorio argentino, ma secondo la sovranità esclusiva la devo fare io (Argentina), il caso
finisce alle nazioni unite e si discute per arrivare alla conclusione che la violazione della sovranità di uno stato membro è
incompatibile con la carta delle nazioni unite, quindi Israele è internazionalmente responsabile nei confronti dell’Argentina
per la violazione della sovranità territoriale.
Come si risolve la questione? C’è un pregiudizio morale e non ci sono danni materiali, l’Argentina in più è una forte
comunità eraica di gente scappata dal nazismo, rapporti erano storicamente buoni e Israele ammette di essere
internazionalmente responsabile di aver violato la sovranità territoriale, si scusa dicendo che c’era una certa urgenza
nell’agire prima che questa persona iniziasse a sospettare che lo stavamo tirando dentro  è una forma di soddisfazione
all’Argentina e il caso si chiude.

Ruolo dell’ acquiescenza = si può consentire sulla base di un accordo ad un altro stato di agire sul proprio territorio,
l’accordo può essere dato da fatti concludenti
Es. se la polizia di uno stato entra sul territorio di un altro per inseguire un criminale e viene aiutato nella cattura della
polizia dello stato territoriale, poi lo stato territoriale non può più dire che c’è stata una violazione della propria sovranità
perché tramite il proprio comportamento ha dato l’ok a questa situa.

Diritto internazionale privato: norma di applicazione necessaria = regola obbligatoria che supera/va a coprire

I LIMITI ALL’ESERCIZIO DELLA SOVRANITA’ TERRITORIALE


L’esercizio della sovranità territoriale deve essere conforme al diritto internazionale:
 La delimitazione del territorio dev’essere conforme al diritto internazionale
 La sovranità territtoriale dev’essere esercitata nel rispetto della sovranità territoriale degli altri questo comporta che non si
può invadere un altro paese.
 La sovranità territoriale dev’essere rispettosa dei diritti degli altri Stati (non si possono tollerare atti contro Stati terzi
sul proprio territorio; mantenere rapporti di buon vicinato) e dei diritti dello straniero presente sul proprio territorio (standard
minimo di sicurezza e protezione).
o Es. Se lo stato è a conoscenza che c’è un movimento che vuole invadere San Marino e non fa niente per fermarlo, l’Italia è
internazionalmente responsabile per la violazione della sovranità.
o Es. se ci fossero delle ronde (forze militari) che vanno a perlustrare le persone con una determinata cittadinanza e l’Italia
NON fa nente, di nuovo l’Italia è responsabile nei confronti dello Stato di cittadinanza di quelle persone perché non ha ben
protetto l’incolumità di quelle persone .
 Sempre più importante poi il limite posto dal rispetto degli interessi fondamentali e collettivi della comunità internazionale.
La comunità int ha degli interessi fondamentali che gli Stati sono tenuti a rispettare. La propria sovranità territoriale
dev’essere rispettosa di quella degli altri Stati ma anche di questi interessi ondamentali della comunità internazionale.
Una delle forme di questi interessi fondamentalli è lo IUS COGENS, quelle norme che nessuno Stato
può violare perché sono di interesse comune.
 Intervento di Umanità o responsabilità di proteggere il diritto/dovere di intervenire sul territorio di un altro stato (=violazione
della sovranità territoriale) per proteggere l’interesse della comunità internazionale che può essere una violazione dei
diritti ??? nei confronti della popolazione

Perché sono responsabile nei confronti dello straniero e di San Marino?  competenza personale

LA COMPETENZA PERSONALE (PERSNAL JURISDICTION)


Insieme alla competenza sul territorio lo Stato ha competenza sul popolo  competenza personale (personal jurisdiction)
… così come abbiamo dovuto determinare dove arriva lo Stato, dobbiamo determinare chi fa parte del popolo?
Il legame da cui partire è quello di cittadinanza: “legame giuridico fondato su un fatto sociale di attaccamento, un’effettiva
solidarietà di esistenza, interessi e sentimenti, unita ad una reciprocità di diritti e di doveri”
Lo Stato è l’unico titolare del potere di attribuzione della cittadinanza (che è riservata alle persone fisiche) le persone
giuridiche hanno la nazionalità (ed anche navi, aerei e satelliti).
Il diritto internazionale pone pochissimi limiti all’attribuzione della cittadinanza, che derivano per lo più dal fatto che non
possono essere violate norme cogenti = non si può discriminare nell’attribuire la cittadinanza.

L’ATTRIBUZIONE DELLA CITTADINANZA:


su base consuetudinaria lo Stato è libero di decidere come attribuire la propria cittadinanza e come toglierla. Lo Stato
attribuisce la propria cittadinanza alle persone fisiche, la nazionalità per le persone giuridiche, e per ragioni di praticità ad
alcuni beni (navi aeromobili satelliti)
Nel linguaggio tecnico la cittadinanza è quella delle persone fisiche (!!esame), per le persone giuridiche (=aerei automobili,
dirigibili) parliamo di nazionalità.
 Cittadinanza per le persone fisiche
 Nazionalità per le persone giuridiche
Il diritto internazionale consuetudinario ci dice che uno Stato è libero di attribuire la cittadinanza al territorio che vuole. MA
potrebbero esserci dei limiti che pone il diritto internazionale, per esempio ci sono degli Stati che fanno parte della
convenzione per combattere la politica, in quel caso mi impegno a NON far rimanere fuori delle persone.
 Significato pratico della cittadinanza nel diritto internazionale privato: il legame della cittadinanza svolge le funzioni che si
possono riassumere in:
• Esprime una relazione di appartenenza ad uno Stato nei confronti del quale sostituisce il titolo della partecipazione alla
vita dello Stato; lo stato riconosce la cittadinanza del cittadino.
quindi il perché una persona che può essere eletta in parlamento può votare, può presentare dei reclami, può o deve
seguire le forze armate
• Costituisce il titolo per la partecipazione alla vita dello Stato;
• Funziona da criterio di collegamento in diritto interno privato; (ci si può rinviare al diritto di un altro stato in caso di
matrimonio per la cittadinanza). Il diritto internazionale privato non ci dice caso di matrimonio
• Quella di un paese UE attribuisce anche la cittadinanza UE. La cittadinanza dell’UE è una cittadinanza aggiuntiva a
quella razionale, la cittadinanza di un paese UE attribuisce questa cittadinanza UE che si aggiunge e dà una serie di diritti,
come il diritto di andare a risiedere in un altro paese dell’unione e il fatto che posso votare nel paese in cui risiedo per le
elezioni europee quindi di partecipare alla vita del paese in cui vivo.

LA CITTADINANZA UE:
è un raro caso di cittadinanza sovranazionale che è complementare alla cittadinanza degli Stati membri. Dà luogo ad alcuni
diritti nei confronti sia degli altri Stati membri sul piano internazionale:
 Assistenza diplomatica/consolare: se la rappresentanza diplomatica del proprio paese di cittadinanza non è presente su
quello stato, o se non è in grado di fornire assistenza effettiva, posso richiedere assistenza da parte di qualunque altro stato
dell’Unione.

CITTADINANZA ITALIANA:
è regolata dalla legge 91 del 1992 che prevede:
 In linea generale l’attribuzione jure sanguinis; è una procedura che consente il riconoscimento della cittadinanza italiana a
cittadini stranieri di ceppo italiano. Ai fini del riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis è necessario che i
discendenti dell’avo italiano, compreso il richiedente, non abbiano mai perso cittadinanza italiana.
Vuol dire che figlio/a di cittadino/a italiano/a sia biologico che in seguito ad una procedura di adozione ha cittadinanza
italiana.
Con la costituzione del 48’ che pone l’uguaglianza tra uomo e donna, questo passaggio di cittadinanza viene fatto sia da
padre che da madre, ma bisogna aspettare gli anni 80’ perché c’è un passaggio giurisprudenziale perché la legge che è
ancora in vigore diceva di no e bisognava tornare indietro per dichiarare incostituzionale quel passaggio sulla base della
costituzione del 48’.
 In via residuale l’attribuzione jure soli: lo ius soli fa riferimento alla nasciata sul “suolo”, sul territorio dello Stato e si
contrappone, nel novero dei mezzi di acquisto del diritto di cittadinanza, allo “ius sanguinis” imperniato invece sull’elemento
della discendenza o della filiazione.
In via residuale ci sono elementi di jure soli  se non si riesce a coprire una situazione con il caso principale, sono dei
residui che possono essere coperti da altre cose.
Lo ius soli si applica per
o chi nasce da genitori/genitore apolimi quindi che non hanno una cittadinanza loro stessi
o chi nasce in Italia
o chi viene ritrovato sul territorio della Repubblica da genitori ignoti (quindi non si sa chi siano i genitori).
o Genitori che hanno una cittadinanza ma che NON sono abili a trasmetterla perché il loro diritto non glie lo permette.
Esistono paesi (es alcuni emirati del mondo arabo) in cui la donna NON può trasmettere la propria cittadinanza  sono
casi limite
 Caso: Spagna, Gibilterra, Bulgaria
2 madri che vanno in Gibilterra per trasmettere le cittadinanza di paesi piccoli è complicato
Gibilterra non permetteva di trasmettere la cittadinanza
La parte Bulgara ha presentato l’atto di nascita alla Bulgaria solo che quest’ultima lo rifiuta
La Spagna, con sistema simile a quello italiano, non individua un’incapacità delle madri a trasmettere cittadinanza bulgara =
neonato si è ritrovato senza una cittadinanza.
 Caso di jure soli: nato in Italia e compimento del centesimo anno
Nato in Italia da genitori stranieri abili a trasmettere la cittadinanza, a 18 anni può acquisire la cittadinanza italiana, ma ci
sono dei criteri da rispettare che vanno a far venire meno questo diritto: es. si scopre che questa persona è stato tanto
tempo fuori dal territorio italiano e perciò non può avere cittadinanza italiana
 Per naturalizzazione se se ne hanno i requisiti. Chi è legalmente residente sul territorio della Repubblica maturati i termini
(circa 10 anni se non ci sono altri elementi: cittadinanza dell’UE abbrevia i termini, la persona apolide) può chiedere la
cittadinanza
 Per matrimonio: in 2 anni si può chiedere la cittadinanza
Alla cittadinanza italiana si può anche rinunciare (non è detto che si possa fare con tutte le cittadinanze) e può in casi molto
gravi (aver combattuto una guerra con la potenza nemica-esercito occuppante- contro l’italia) essere persa o revocata dallo
Stato
Apolidi=chi non ha la cittadinanza
4/12

AULA 2D 17.30 MARTEDI’ 12/12

IL LEGAME REALE ED EFFETTIVO


Se il diritto internazionale non pone regole allo Stato per l’attribuzione della cittadinanza, per contro prevede che questa per
poter essere opponibile sul piano internazionale sia reale e fondata su un legame effettivo

È la cittadinanza vista dal lato del diritto internazionale che deve essere reale ed effettiva,
da lato del diritto interno non ci sono problemi

Caso Nottebohm signore tedesco che vive in Guatemala durante gli anni della 2GM, il governo gli porta via tutto e lui
viene internato perché il Guatemala era entrato in guerra con la Germania nazista, lui aveva cittadinanza della potenza
nemica. Nottebohm dice di non centrare niente con la Germania. Dopo 2GM Liechtenstein prova ad esercitare la protezione
diplomatica nei confronti del Nottebohm
Il Lichenstein prova a far sue le pretese del Nottebohm e agire contro lo stato offensore.
La CIG prevede che dice che la cittadinanza del Lichenstein del signor Nottebohm, per il Diritto Internazionale è irrilevante
perché priva priva del legame genuino dell’effettività che il Diritto Internazionale richiede
Perché dice questo? Perché Nottebohm capendo che la Germania non era il place to be a fine anni 30’, quando se ne va in
Guatemala, aveva parenti in Liechtenstein e “si compra la cittadinanza” , prende passaporto sfruttando le leggi del
Liechestain che erano particolarmente aperte per la concessione della cittadinanza, si fa il passaporto del Liechenstein e
arriva in Guatemala dicendo di essere del Lichenstein.
Per il Diritto internazionale, quella cittadinanza non è fondata su alcun legame (cittadinanza = legame tra individuo e stato)
quindi NON è opponibile sul piano internazionale= la cittadinanza NON vale?
No perchè il Diritto internazionale non può dire come lo stato concede la cittadinanza, semplicemente significa che quella
cittadinanza NON può essere fatta valere nei confronto degli altri stati, gli altri stati possono non accettarla —> Se lo stato
decide di far entrare Nottebohm col passaporto del Liechenstein va benissimo, ma lo stato ha anche il diritto di non farlo
perchè la sua cittadinanza non è basata sul legame effettivo.
Per il Diritto del Lichenstein (diritto interno) quella cittadinanza è legale e perfettamente valida.

Si applica ancora oggi con le cittadinanze facili: isole caraibiche, isole del Pacifico, Cipro, Malta, Bulgaria che concedono
la cittadinanza sulla base di un investimento relativamente importante. Era un modo per entrare nel mercato unico. In caso
di controversia sarà da verificare se sono veramente cittadini (maltesi ecc)
Legame genuino con lo Stato.

LA NAZIONALITA’ DELLE PERSONE GIURIDICHE


Se la cittadinanza riguarda le persone fisiche, la nazionalità vale per le persone giuridiche.
Parliamo di nazionalità in senso giuridico
Scelta arbitraria dello Stato a chi e come dare la nazionalità
Così come attribuisce la cittadinanza a persone fisiche, lo stato è libero di attribuire la nazionalità che riguarda le persone
giuridiche.
Se per le persone serviva un criterio o di sangue o del suolo (non è che ius soli e ius sanguinis siano gli unici criteri
possibili) la cittadinanza la danno sulla base della residenza = è una scelta dello stato
Per la nazionalità delle aziende delle persone giuridiche, i due criteri saranno:
 La sede sociale : legame con il territorio dove ci sono gli interessi dell’azienda/gli interessi degli affari, dove si riunisce
fisicamente il consiglio di amministrazione
 Luogo di incorporazione: dove si registra l’azienda, dove si perfeziona il processo di costituzione dell’azienda. Dove si va
dal notaio per registrare la società. (Ordinamento dicommon Law)
Ci saranno vari criteri per determinare se quella nazionalità è finta o valida davanti agli altri paesi= criteri che cambiano
perché l’organizzazione delle varie corporazioni è sempre più complicata.
 Il controllo societario = ha carattere eccezionale, viene usato solo in materia di investimenti davanti all’ICSIT (centro
internazionale per la risoluzione di dipsute e controversie in materia di investimenti) sarà quello che rileva. Il controllo
societario è chi controlla la società, chi ci mette i capitali
In materia di investimenti non conterà nulla dove ha sede l’azienda, ma conterà il controllo societario cioè chi è che prende
le decisioni
Controllo societario = Chi investe e mette i soldi e prende le decisioni porta la sua nazionalità sull’investimento.
(Il Paris Saint German rimane una società di diritto francese)
Se con la nostra azienda vogliamo fare un investimento diretto e comprare dal nulla una frabbrica in Cina, per la rete cinese
ci verrà chiesto di costituire una società cinese con sede sociale in Cina, se applicchiamo gli altri criteri quella è un’azienda
cinese. Se quella è un’azienda cinese, quell’investimento estero in che modo è tutelato? Nessuno a livello internazionale,
dal punto di vista internazionale quella situazione non esisterebbe. È una situazione che si svolgerebbe esclusivamente
all’interno della Cina. L’investitore straniero non ha nessuna garanzia perché mancano gli strumenti del diritto
internazionale a sua tutela.
Individuando la nazionalità con il controllo societario si permette di bypassare questa questione e quindi la
nazionalità/cittadinanza dell’investitore rileva anche in caso di rapporto che altrimenti sarebbe confinato nei confini (in
questo caso) cinesi.
Quello è un rapporto internazionale ma se però non rilevasse questo elemento, l’elemento internazionale si perde perchè
tutto avviene in Cina.
Se l’investitore deve richiedere la protezione diplomatica all’Italia perchè ci sono dei problemi/accedere a dei meccanismi
previsti nel trattato bilaterale tra il mio paese e quello di investimento, sarà rilevante che io sia in controllo di quella società.

A differenza della cittadinanza, per la nazionalità, NON c’è un unico criterio di collegamento tra
la persona giuridica e lo stato per determinare l’opponibilità internazionale.

La nazionalità viene attribuita anche a navi, aerei, aeromobili e satelliti.


- Navi Questione dello stato di bandiera; bandiera del Panama a Piazzale Roma, il Panama ha un consolato a VE per la
questione del porto, il Panama è uno dei paesi con più navi della sua nazionalità quindi è tenuta ad esercitare quel controllo
a giurisdizione su quello che avviene sulle navi deve esercitare un controllo effettivo sulle navi, il problema è che queste
bandiere sono di comodo = ci sono degli stati in cui i controlli sono fittizi per cui molti le omologano a quel paese, le
condizioni che vengono loro permesse non sono esattamente le stesse che verrebbero concesse ad altri paesi.
La nave senza bandiera è di giurisdizione di tutti gli stati

- Aeromomobili  il Diritto internazionale non prevede lo stato di immatricolazione (=bandiera per navi).
Aeromobili di uno stato non è permesso di entrare nello spazio aereo dell’altro, in questi accordi non si ha inserito
l’elemento del controllo effettivo. Per circolare gli aeromobili, in funzione della questione dello spazio aereo, hanno bisogno
del permesso degli altri stati. Negli accordi tra le libertà dell’aria (permettere o meno agli aeromobili di uno stato di
sorvolare/entrare nello spazio aereo su un altro) —> hanno inserito l’elemento del controllo effettivo = non sarà il Diritto
Internazionale generale a chiedere il controllo effettivo ma sarà l’accordo con cui l’Italia e la Francia permettono ai rispettivi
aerei di entrare nel rispettivo spazio aereo.
 Io faccio entrare due aerei francesi a patto che tu controlli che gli standard vengano rispettati, che i loro diritti siano al pari di
quelli delle persone che vivono in Francia ecc.
- Satelliti—>devono essere registrati presso uno Stato od un’organizzazione internazionale (es. agenzia spaziale europea).
Ci serve sapere di che paese un satellite è per la responsabilità internazionale es—> se ha dei problemi e crolla causando
danni a qualcuno di chi è la responsabilità? La colpa?
Non c’è una richiesta di controllo effettivo, ma esso avviene di fatto = sono pochi i paesi che riescono a lanciare con
successo i satelliti= se qualcosa non va bene si riesce facilmente a risalire a chi ha lanciato il satellite, allo stato
responsabile

PPT: così come attribuisce

LE CONSEGUENZE DELL’ATTRIBUZIONE DI NAZIONALITA’


Gli effetti dell’attribuzione della cittadinanza o della nazionalità si incentrano su 3 questioni fondamentali:

1) Applicazione del diritto di uno stato sul territorio di un altro Stato o negli spazi internazionali o addirittura del proprio diritto in
territtorio straniero = ruolo del diritto internazionale privato
Es.  leggi francesi, Americane dicono che se una persona può o meno firmare un contratto lo decide il suo diritto, il
diritto della persona = andremo ad applicare il diritto italiano negli Usa, io italiano, sarà il mio diritto italiano a dire se sono
capace o meno di firmare un contratto, solo il diritto americano potrei non esserlo.
Es matrimonio = quando si chiede il nulla aosta a un consolato straniero, se quella persona può o non può non lo
determina l’Italia ma il diritto della persona che ce lo spiega con quel nulla aosta

2) Se i propri cittadini possono causare responsabilità internazionale = cioè lo stato può essere considerato responsabile a liv
internazionale per colpa dei propri cittadini
3) Possibilità dello statto di esercitare la protezione diplomatica a tutela della persona con propria cittadinanza a cui è stato
violato il proprio diritto da uno stato straniero (diverso dall’assistenza diplomatica)
La protezione diplomatica è un diritto dello Stato (e non del cittadino), si basa su una questione che deriva dal passato = dai
mercanti veneziani di Costantinopoli, se al mercante veniva portato via tutta la merce dalle autorità, l’offesa non era mossa
al mercante ma al paese da cui proveniva quindi a Venezia, l’offesa era come se fosse stata fatta allo Stato.
La protezione diplomatica non va confusa con l’assistenza diplomatica, perdo il passaporto = assistenza
In Italia la protezione diplomatica solleva il problema di responsabilità dell’altro stato perchè la vittima materiale del
supposto illecito è cittadino di quello stato.
= La protezione diplomatica non è un diritto della vittima ma è un diritto dello stato con tuto quello comporta incluso il fatto
che non venga esercitato. È lo stato che deciderà se agire o meno in protezione diplomatica.

LA JURISDICTION SUL PRINCIPIO DI PERSONALITA’ PASSIVA


Collegato alla competenza personale è il controverso principio di «personalità passiva» tramite cui lo Stato rivendica la
propria competenza a tutela dei propri cittadini vittime di gravi illeciti.

Personalità passiva = È quando lo Stato invoca la propria jurisdiction su un fatto o una situazione quindi dice di avere
competenza su una situazione sulla base del fatto che la vittima dell’illecito è propria cittadina.
(Non è la protezione diplomatica).
Pers. passiva: vuol dire che lo stato italiano vuole processare davanti alle corti italiane una persona con cittadinanza
straniera per un atto illecito avvenuto all’estero la cui vittima è italiana.  va contro territorial e personal jurisdiction.
Principio sparito con la decolonizzazione perché era molto popolare nell’ imperialismo (colonizzazione)  trattati ineguali
con le potenze= prevedevano condizioni diverse. Trattato Italia-Thailandia= Poteva prevedere anche condizioni diverse
+incluse al fatto che avessero competenza su delle situazioni avvenute in quello più debole, protagoniste persone del
paese debole la cui vittima però era del paese forte a Bangkok, se un cittadino thailandese uccideva un cittadino italiano
passava davanti alle corti italiane = Quando dopo 2GM si cerca equilibrio questa jurisdiction sul principio di personalità
passiva sparisce.
Per quanto sontroversa, è ritornata in questioni molto gravi, in particolare per il terrorismo = mediante il riconoscimento in
trattati internazionali = gli stati di cittadinanza delle vittime del terrorismo quindi per atti compiuti all’estero da persone con
cittadinanza estera è di nuovo accettabie che possano invocare la propria competenza su quelle situazioni.

Caso heichmann  in cui


PPT: collegato alla competenza personale è il controverso principio

LA PROTECTIVE JURISDICTION
4° principio di jurisdiction
= la competenza dello stato per la protezione degli interessi vitali dello stato e della sicurezza nazionale, pretendendo
quindi di avere giurisdizione su persone straniere che in territorio straniero agiscono contro lo stato (devono mettere a
rischio la sua esistenza).
!l’interesse vitale dello stato non si può decidere in maniera arbitraria (Stato non può decidere in materia arbitraria)!
qualunque cosa può essere interesse vitale se mette a rischio l’esistenza dello stato.
Questo deriva dall’obbligo che gli stati hanno di vigilare sul proprio territorio a tutela degli altri stati esteri
Es. Italia deve vigilare che non ci sia una cellula di complottisti che si sta organizzando contro San Marino

-protezione dei propri interessi con misure interne ad efficacia extra territoriale, da non confondersi con la competenza
personale= l’oggetto sono i cittadini stranieri e si da consapevolmente luogo ad un conflitto tra J to prescribe e J. To enforce
—> se quelle persone non finiscono nelle mani dello stato non ci sarà mai un processo e quello che ne deriva

PPT: con

LA GIURISDIZIONE UNIVERSALE – Universal Juridisction


5° principio
 Teoria dello sdoppiamento funzionale = Lo stato tutela gli interessi sovrani dello Stato ma è anche chiamato a tutelare gli
interessi fondamentali della Comunità Internazionale
È un concetto relativamente nuovo anche se ci sono alcuni stati che lo prevedono da fine 700’
Lo possiamo abbinare alls categoria dei diritti internazionali dello Ius Cogens = regole che reggono in piedi tutta la comunità
internazionale
Situazioni che possono mettere a rischio l’autorità internazionale:
 repressione pirateria
 tratta esseri umani
 crimini contro l’umanità
 prevenire il verificarsi di situazioni dannose per l’intero sistema internazionale

Su tali basi—>giurisdizione universale penale e civile: il giudice nazionale può conoscere controversie prove di
collegamento diretto con lo stato:
Lo stato ha competenza=nel senso che il giudice interno può lavorare su controversie che non hanno nessuno
collegamento con lo stato.
Prima abbiamo sempre trovato un collegamento (es territorio,cittadinanza di chi compie l’atto, cittadinanza della vittima, la
protezione dell’esistenza di uno stato) in questo caso non c’è nessun collegamento, o meglio il collegamento con lo Stato è
dato dal fatto che lo stato fa parte della comunità internazionale.
La corte penale internazionale prevede che gli Stati si adeguino tramite delle leggi interne—> i giudici (dei vari stati) devono
conoscere quelle situazioni che sono oggetto di crimini previsti dalla corte internazionale
Es i crimini di guerra in Ucraina commessi dai russi su persone ucraine in territorio ucraino, c’è l’interesse vitale dell’Italia
coinvolto? No i primi 4 criteri saltano, MA c’è l’interesse della comunità internazionale.
4 crimini: genocidio,crimini contro l’umanità, crimini di guerra poi viene aggiunto il crimine di aggressione; all’inizio era
previsto che ci sarebbe stato ma non c’era, ci hanno lavorato un’altra decina d’anni, la formulazione è stata fatta nel 2010 e
poi è entrata in vigore.

Ppt:

L’ESERCIZIO DELLA POTESTA’ DI GOVERNO SUI CITTADINI ALL’ESTERO


I criteri che abbiamo visto (i primi 2 in particolare) ci portano a delle Situazioni un cui lo stato ha titolo di competenza (J) ma
non è piena. Se la persona con cittadinanza dello stato X è fuori dall territorio X come lo stato può esercitare la propria
Jurisdiction personale se c’è un conflitto fra le due cose?
 La competenza personale prevale sulla sovranità territoriale

4 casi tra sovranità territoriale e gli altri 4 principi:

1) Personal jurisdiction prevale in maniera assoluta sulla sovranità territoriale.


La sovranità territoriale è sottoposta alla competenza personale dello Stato straniero per quanto riguarda gli agenti
diplomatici e consolari, i Capi di Stato, di Governo ed I Ministri degli Esteri -› regime delle immunità
La ragione è quella di permettere agli stati di mantenere i contatti e di offrire assistenza ai propri connazionali.
La competenza personale prevale sempre o quasi su quella territoriale= si applicherà sempre il diritto lo stato di
cittadinanza e non quello (stato) in cui si trova —>l’ambasciatore/diplomatico. Se quest’ultimo commette reati in vacanza
sono cavoli suoi. Le norme sull'immunità sono di origine consuetudinaria, quelle diplomatiche e consolari sono state
codificate dalla CVRD del |96| e la CVRC del 1963 —> L’immunità dei diplomatici è di origine consuetudinaria e serviva
storicamente per far si che gli stati potessero continuare a parlarsi senza temere che succedessero cose.

l’immunità dei diplomatici che rende intoccabile il corpo diplo in senso ampio dello stato è di origine consuetudinaria e
serviva a fare si che gli stati continuassero a parlarsi e fare il loro lavoro senza temere che succeddessero cose.
Sono stati quasi sempre stati rispettati nella storia = grande forza norme
Paesi più o meno neutrali durante la 2°GM che facevamo entrare ebrei nelle rappresentanze diplomatiche = anche in questi
casi l’immunità è stata rispettata
Sono rari i casi in cui l’immunità non è stata rispettata
L’immunità è stata codificata negli anni 60’ nella convenzione di Vienna sul regime delle comunità diplomatiche e delle
comunità consolari .
Vanno divise perchè sono 2 cose diverse: Le immunità riguardano esclusivamente l’agente accreditato ed esclusivamente
sul territorio dello stato dov’è accreditato = non c’è un obbligo/diritto di ricevere gli agenti stranieri, potrebbe non essere
accettato dallo stato territoriale (non c’è un automatismo di uno stato che invia un’ambasciatore e questo entra nel paese
senza problemi, può non essere accettato dallo stato) —> serve accreditamento= si presentano delle lettere al sovrano in
cui si dice che quella persona rappresenterà lo stato, non viene sempre accettato, bisogna mandare un’altra persona.

Immunità simili ma diverse tra il corpo consolare e l’ambasciata:


Consolato e ambasciata = perchè più consolati, ma 1 ambasciata
Consolato= assistenza diretta al pubblico—>esternalizzazione della pubblica amministrazione

Il fatto che l’ambasciata italiana non sia molto disponibile nei confronti di me che ho perso il passaporto il consolato mi
deve assistere anche se per un attimo di follia lo ho buttato giù da un ponte. In Polonia abbiamo un’ambasciata.
abbiamo tanti consolati americani in italia
quanti consolati italiani troviamo negli USA? 4 o 5
perché succede questo ?
Consolato è per assistenza ai cittadini dello stato, assistenza diretta al pubblico.
Se perdiamo la carta di identità in Italia la pubblica amministrazione
Consolato = esternalizzazione della pubblica amministrazione
Ambasciata= ce n’è una ed è sempre nella capitale, rappresenta lo Stato e il governo
Ne deriva che l’immunità della missione diplomatica e il corpo abbiano un’immunità assoluta sia assoluta sia personale, pari
a quella del capo di stato,ministro degli esteri… immunità assoluta sia funzionale che personale= se il capo missione
commette un reato non può essere arrestato/indagato dalla polizia in presenza di un fatto poco piacevole. Però il
diplomatico può essere considerato come persona non grata e perdere l’accredito.
Es. Caso di Assancho, finché era nell’ambasciata Ecuador non si poteva entrare per prenderlo e nemmeno Assancho
poteva uscire dall’ambasciata

È più una cortesia il fatto che se perdo il passaporto a Praga qualcuno me lo rifaccia, il diritto int però in realtà prevede che
questa cosa sia fatta. Mentre è una neccessità che ci sia un’ambasciatore italiano che tenga i rapporti = c’è una neccessità
storica
È importante che io riceva assistenza
È importante che il console, persona che mi dà assistenza, sia immune (quindi possa fare il suo lavoro), ma che siano
coperti da immunità solo gli atti che compie in funzione del suo lavoro
Quello che avviene nella sede diplomatica non può essere toccato
Agente diplomatico accreditato

La missione diplomatica gode di immunità dalla giurisdizione:


- Penale → assoluta, perché includono l’immunità personale e funzionale;
- Civile ed amministrativa → immune alla giurisdizione e amministrativa.
L’immunità civile deriva da un processo giuridico meno lineare quindi comporta eccezioni;
- Esenzione dall’obbligo di testimonianza: non è tenuto a presentare testimonianza in giudizio di fronte ai giudici dello stato
in cui si trova come ambasciatore
- Immunità da misure esecutive: a volte questa immunità viene revocata in caso di gravi violazioni dei diritti umani o dello
jus cogens.
È importante che il console sia immune ma solo gli atti che compie nell’esercizio delle sue funzioni

Ppt: la sovranità territoriale

LA COMPETENZA PERSONALE FA DA LIMITE ALLA SOVRANITA’ TERRITORIALE ALTRUI


Lo stato deve rispettare le norme in maniera di trattamento dello straniero. Se vi dovesse essere una violazione lo stato di
cittadinanza può agire mediante protezione diplomatica a tutela del proprio cittadino:
La sovranità territoriale può essere esercitata ma il fatto che le persone siano di cittadinanza diversa ci fa correre il rischio
che lo stato di cittadinanza agisca in protezione diplomatic (e che l’atto non sia lecito) = In una tale situazione, la
competenza personale dello Stato di cittadinanza rappresenta un freno all'esercizio della sovranità territoriale di un altro
Stato
La sovranità territoriale ad es. mi permette di procedere a delle nazionalizzazioni illecite (non compensate) però nulla Aosta
materialmente che io agisca, se lo faccio so che lo stato di cittadinanza agirà contro di me (=mi devo comportare bene con
gli stranieri perchè sennò rischio che lo stato agisca contro di me).

LA SOVRANITA’ TERRITORIALE LIMITA ALLA COMPETENZA PERSONALE ALTRUI


L’esercizio della competenza personale dello stato è limitato dal fatto che la persona si trovi in un altro territorio,
in questo caso il limite viene superato solo nel momento in cui i due stati cooperano, solo se c’è collaborazione tra gli stati
Lo Stato ha competenza personale ma non ha la jurisdiction to enforce= serve per forza la cooperazione
Es. —>Estradizione accade quando un italiano compie un crimine in Italia, e poi va in un altro paese: la Jurisdiction
personale c’è, perché è compito dell’Italia punirlo in quanto cittadino italiano che compie un illecito in Italia, però non ha la
Jurisdiction to enforce perché il cittadino è fisicamente in un altro paese. Serve quindi la cooperazione dello Stato
territoriale estero per poter esercitare la propria competenza personale, per esempio con l’istituto dell’estradizione (lo Stato
territoriale rimanda la persona nello Stato dove è stato compiuto l’illecito).

COMPETENZE CONCORRENTI
Ci sono casi in cui 2 Stati (o più) hanno competenza internazionale sulla base di titoli diversi= si creano conflitti di
competenza (non sempre risolvibili) che dovranno, quando possibile, essere bilanciati sulla base di alcuni individui. Un
problema di difficile risoluzione si pone con la pretesa di extraterritorialità delle norme di uno Stato, sulla base della
competenza personale o di protezione:
- Norme in materia di concorrenza
-norme in materia di misure restrittive ed embargo

Non sempre risolvibili, soprattutto quando le norme dello stato hanno pretesa di extra territorialità e gli altri stati la
percepiscono come un abuso—> Chi lo percepisce come abuso, a sua volta potrebbe emanare delle norme interne =
statuti di blocco
Es—> legge americana che con pretesa di extra territorialità impedisce ad un’azienda italiana di lavorare con l’Iran, pena il
non poter più commerciare con gli usa ma io sono una controllata dell’azienda statunitense quindi sono tenuto ad avere a
che fare con gli usa. Non posso più commerciare con l’Iran dove però avevo degli affari. L’UE o L’Italia fa una legge in cui
mi vieta di fare un report agli Usa= la legge italiana mi vieta di fare il report per gli Usa, quindi blocca l’extra territorilità della
legge americana.
Problema= gli Usa mi impongono un report ma la legge italiana me lo vieta perchè ritiene sia un abuso quello della legge
americana di imporre ad un’azienda italiana questo tipo di azione—> chi si trova nel mezzo è l’azienda, il soggetto
privato si trova coinvolto in questo fuoco incrociato di extra-territorialità abusiva.
 Ideale = esercizio congiunto delle competenze, quindi che gli Stati cooperino. In alcuni settori si riesce a cooperare mentre
in altri è tutto più resistente

I titoli/limiti di jurisdiction ci dicono in quali ambiti lo stato può agire

LA PROTEZIONE DELLE COMPETENZE DELLO STATO


Oltre a porre limitazioni all'esercizio della sovranità, il Diritto internazionale protegge questo esercizio/capacità di agire nello
Stato, in particolare mediante:
 dominio riservato
 privilegi e immunità opponibili agli altri stati
Serve esercizio congiunto delle competenze= che gli stati cooperino. In alcuni fattori si riesce in altri meno. Il DI protegge in
due modi: dominio riservato previsto dall’art.2 paragrafo 7 della carta Onu.

IL DOMINIO RISERVATO
Sono quelle materie che storicamente sono di esclusiva competenza statale, nella storia le fa lo stato.
Materie che non possono essere oggetto di norme internazionali= le fa lo stato ed è contingente al momento storico—> il
dominio riservato di 100 anni fa è diverso rispetto a quello attuale, è contingente al livello storico. Sul piano interno ci sono
dei paesi che hanno una concezione di dominio riservato molto forte= Cina.
Già la carta della SdN faceva riferimento a dominio riservato, che era determinato dal Diritto internazionale (NON dal
singolo stato) e che su richiesta dello Stato bloccava il funzionamento del consiglio.
La Carta ONU all'art. 2.7 espande l'idea di dominio riservato includendo le materie che rientrano «essenzialmente» nella
competenza interna di uno Stato MA non pregiudica l’applicazione delle misure del Capo 7

IL CONTENUTO DEL DOMINIO RISERVATO:


Il contenuto del dominio riservato è legato ad un determinato momento (contingente) e quindi evolutivo.
La CIG ha sempre rifiutato la determinazione da parte degli Stati dicendo che solo il Diritto Internazionale e quindi la CIG ne
deve precisare i limiti.
La CIG ha sempre detto che è il Diritto Internazionale a determinare il dominio riservato, non il singolo stato.
L’ ONU non ha mai considerato che il dominio riservato potesse frenare l’azione dell’Onu—> siccome l’Onu agisce per
prevenire la pace, se lo fa non è dominio riservato. Al punto che ci chiediamo se oggi esista dal punto di vista del Diritto
Iinternazionale un settore della vita dello stato immune al Diritto Internazionale, che i diritto internazionale non tocca in
nessun modo.

DOMINIO RISERVATO OGGI


Alcune competenze sembrano essere “naturalmente” esclusive dello Stato: Quali settori sono immuni al Dritto
Internazionale?
-il sistema politico dello stato= è stato considerato per secoli intrinsecamente un settore esclusivo dello Stato ma ci sono
casi di sistemi politici definiti da trattati
Es 1995 Daikon? La costituzione della Bosnia la troviamo in un trattato internazionale= alcuni stati hanno o non hanno dei
vincoli nel loro sistema politico sulla base di un trattato internazionalo. É vero che lo stato si organizza come vuole ma non
è immune.
 il modo in cui gli stati trattano i cittadini= con lo sviluppo dei diritti umani c’è un’erosione di quella che era la competenza
statale
 organizzazione economica=in un mondo interdipendente e influenzata da fuori, anche da meccanismi di condizionalità FMI
o BIRS.
 moneta impero romano aveva la faccia del monarca. Oggi l’euro non la ha
= non esistono settori che per loro natura siano immuni e destinati per sempre a rimanere estranei al diritto internazionale.
Non vuol dire che lo stato non se lo gestisca in maniera autonoma. Se lo stato lo gestisce in maniera autonoma non
significa che il diritto int non possa intervenire (es. Genocidio in Bosnia)

se l’onu agisce limita il dominio riservato, l’azione dell’onu va oltre

LE IMMUNITA’ DEGLI STATI STRANIERI


Se ne parla davanti alle corti di giustizia
Gli stati sono immuni e non possono essere toccati/giudicati dagli altri stati

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Chi e cosa diventa immune secondo il diritto int?

I BENEFICIARI DELL’IMMUNITA’
Le attività degli individui-organo dello Stato sono attività dello Stato e la Convenzione del 2004 attribuisce importanza allo
Stato-apparato.
Qualunque organo che sia abilitato e compia atti nell'esercizio sovrano dello Stato (Qualunque organo che sia abilitato gode
del principio dell’immunità).
Lo Stato può rinunciare all'immunità dalla giurisdizione di cognizione= prassi diffusa nelle relazioni commerciali
Capo di stato, capo di governo e ministro degli esteri godono della stessa immunità quando viaggiano dei diplomatici. È una
cosa abbastanza rara che si muovessero queste figure fino a fine 800’.
Queste persone godono si dell’immunità però nell’esercizio delle loro funzioni possono rendersi responsabili di violazioni
gravissime che si aggiungono a quella che è la responsabilità dello stato in sé  questi atti non sono coperti dalle
immunità.
L’immunità si pone davanti alle giurisdizioni statali straniere ma questi atti gravissimi non sono coperti dall’immunità davanti
ai tribunali internazionali —> principio che si afferma con la corte penale internazionale perchè altrimenti viene meno il
motivo di essere della corte penale internazionale, se fossero coperti da immunità gli atti compiuti dal capo di stato non
avrebbe senso che la CPI non punisca (genocidio, crimini di guerra) solo perchè è un capo di stato. (Caso Pinochet)
L’immunità non riguarda l’attività dei tribunali internazionali quali la corte penale internazionale = passa questo principio per
cui lo status della persona oggetto dell’inchiesta non è rilevante ai fini della condanna. Non è un principio però
diversamente accettato es—>mandato arresto presidente russo, ci sono degli stati che non vogliono eseguirlo = si rifanno
alla vecchia posizione secondo cui il capo di stato non può essere arrestato

L’IMMUNITA’ RATIONE MATERIAE: quali atti sono coperti dall’immunità?


l’atto in sé potrebbe non essere coperto dall’immunità indipendentemente da chi lo compie.
Ci sono degli atti che a priori sono coperti da immunità mentre altri non lo sono
fino al 1945 per essere uno Stato serviva essere ammessi nel club (oggi funzione dichiarativa del riconoscimento dello
stato)
Ogni atto dello stato straniero è coperto da immunità fino a metà 900= teoria dell’immunità assoluta.
Da fine 800-inizio 900 nel continente europeo inizia a sollevarsi il problema davanti alle corti nazionali che forse lo stato sta
facendo delle cose che per l’evoluzione politica,economica ecc che potrebbe fare il privato (non sono cose propriamente
dello stato)= gli atti commerciali. Quando lo stato iniziava a fare contratti di fornitura per quale motivo se lo stato non mi
paga non posso fargli causa in un territorio straniero davanti a corti del mio paese dove io ho sede legale?
Oggi vale la teoria dell’immunità ristretta= distinzione tra atti iure imperi e iure gestioni. (principio di analogia dei principi
generali:) sostituendo il nome dello stato,funziona il rapporto se mettiamo delle categorie generali? Abbiamo creditore-
debitore, acquirente-venditore, funziona il rapporto?
Si, Lo può fare solo lo stato? No—> gli atti di gestione (quel tipo di rapporti) non c’è motivo per cui siano coperti da
immunità= iure gestioni.
Nella convenzione del 2004 questo principio passa, alcuni stati potrebbero dirsi d’accordo in senso ampio, ma non (essere
d’accordo) con la qualifica dell’atto in sé
Es—> Stato immune dalla giurisdizione esecutiva (=l’esecuzione di una sanzione nei confronti dello stato),lo stato potrebbe
dire che quei soldi in realtà non possono essere pignorati, congedati perchè servono per le funzioni proprie dello stato,
rientrerebbero nell’impero e non nella gestione. ( ci sarà da discutere sui due stati)

Atti di imperio, contrari allo ius cogens sono coperti da immunità?


seppure la giurisprudenza internazionale e nazionale appaiano ancora incerte, dal punto di vista logico emerge una
incompatibilità tra ius cogens ed immunità!=c’è incertezza ma dal punto di vista logico se lo jus cogens si pone al vertice del
diritto nazionale, appare illogico che un atto contrario allo jus cogens possa essere coperto da immunità qualunque sia la
natura dell’atto.

Caso ferrini, va avanti da 25 anni. Sono una serie di casi che iniziano davanti alle corte italiane, fanno causa alla Germania
perché ferrini era stato costretto ai lavori forzati dal governo tedesco dall’esercito (no da ss)  atti dell’esercito rientrano tra
atti d’imperio quindi coperti da immunità.
Le corti italiane danno contro alla Germania, dicendo che sono atti che vanno contro lo ius cogens = gravi violazioni al
diritto internazionale.
La germania porta la questione davanti alla CIG (tra stati, ita vs ger).
La CIG dice che per valutare gli atti siamo in una fase successiva a quella dove sarebbe intervenuta l’immunità (l’immunità
interviene subito).
Corte costituzionale italiana dice che quelle violazioni sono contrarie ai principi fondamentali della nostra costituzione
italiana quindi la decisione della CIG è incostituzionale perchè va contro i principi fondamentali dell’ordinamento italiano.
Vengono applicati i contro limiti= clausola di salvaguardia che l’ordinamento italiano sì riserva di tenere nel caso in cui
riconosciamo come ordinamento la superiorità del Diritto Internazionale ma ci si riserva di non applicarlo quando va a
ledere i principi fondamentali della costituzione italiana= quando il Diritto Internazionale richieda che si “violino” dei principi
fondamentali della costituzione.
Nei tribunali italiani vince la famiglia Ferrini, si inizia a pignorare le ferrovie tedesche, la Germania riporta l’Italia alla CIG
perchè dice che non si è conformata al Diritto Internazionale (cosa che ha fatto coscientemente) lo dichiara incostituzionale
—> dal punto di vista del DI, non si può usare il diritto interno come scusa per violare il DI.

LE ALIENAZIONI DI SOVRANITA’
Lo stato può decidere di alienare parzialmente la propria sovranità= di cederla a qualcun altro
 Sia sulla base di norme consuetudinarie es—>le navi sia private che da guerra per le quali immunità è assoluta o la
presenza (ammessa) di truppe straniere sul territorio
 Sia sulla base di norme di diritto pattizio (trattati)—> immunità diplomatiche, i regimi delle capitolazioni con cui uno stato
cedeva sulla base di una diseguaglianza tra gli stati parte della propria sovranità
 trattati a tutela delle minoranze= accordi tra stati con cui ci si impegna a non esercitare liberamente la sovranità su una
parte del territorio per beneficiare delle minoranze
Es—>Sarebbe sovranità dell’Italia obbligare all’uso della lingua italiana ovunque? Andrebbe contro gli accordi con i paesi di
frontiera, non si può imporre l’uso dell’italiano perché l’Italia aliena la propria sovranità

LA SUCCESSIONE E CONTINUITA’ DI STATO


Cosa succede quando uno stato cambia?
—>Il fatto che cambi il regime/governo NON cambia gli obblighi internazionali dello stato = si denunciano gli accordi
contrari alla propria nuova ideologia, non cambiano gli impegni che si è preso, uscire da un trattato in maniera ordinata
secondo le procedure, si deve sempre legare al Diritto Internazionale riconoscendo la validità. Si riconosce che si hanno
degli obblighi e che il trattato esiste, dopo si può cercare di uscire.
—>cambiamenti di territorio:
- il territorio viene ceduto in base a un accordo tra le parti= gli obblighi dello stato predecessore vengono meno e
subentrano gli obblighi dello stato successore
(Le consuetudini sono sempre vigenti dal momento della nascita)
- caso di fusione, A+B=C—> due stati A-B si fondono tra loro e danno vita ad uno stato nuovo C
- annessione/incorporazione/assorbimento, uno si estingue e l’altro rimane invariato, A+B=A uno stato assorbe l’altro.
- dissoluzione, uno stato si estingue e ne nascono altri, A non esiste più si estingue ma si formano B,C,D (contrario della
fusione).
- secessione, A rimane ma ci sono anche B e C =es—> parte come secessione Jugoslavia (slovenia,Croazia ecc = si
staccano) c’è, poi si dissolve quando nascono Serbia e Montenegro.
URSS è a metà= si parla quasi solo di dissoluzione anche se all’inizio c’è secessione con il ripristino della propria sovranità
occupata dai paesi del baltico.

SUCCESSIONE DI STATI NEI TRATTATI:


Per gli stati nuovi bisogna vedere la natura dei trattati (che producono un effetto utile)
- trattati localizzabili,quelli legati alla natura del territorio rimangono ancorati ad esso= il nuovo ente che nasce si ritrova
come parte contraente del nuovo stato.
- I trattati sui diritti umani rimangono in vigore (spesso i nuovi stati ri aderiscono con il nuovo nome)
- I trattati non localizzabili non vincolano lo stato successore, lo stato parte pulito
Es. c’era un accordo commerciale con la Jugoslavia, sarà da rifare con altri paesi perché non vincolati dal paese
precedente.
- Membership in organizzazioni internazionali= solo lo stato predecessore (in teoria esiste ancora) mantiene il seggio,
quello nuovo deve ri aderire. Per un giorno l’URSS è stata il Kazakistan perchè tutti avevano dichiarato l’uscita dal’urss
tranne il Kazakistan, membro permanente del consiglio di sicurezza, dissoluzione più o meno ordinata, gli stati nuovi inclusi
la nuova Federazione Russa dichiarano come successore la Federazione Russa stessa. Hanno trasformato il nome urss in
russia, c’è dichiarazione congiunta di tutti i 12 paesi. La dissoluzione dell’URSS viene dichiarata da Russia, Bielorussia,
Ucraina. Gli altri stati seguono, accettano la dissoluzione, inviano una dichiarazione al segretario delle Nazioni Unite
dicendo che si sciolgono e che sono nuovi stati indipendenti ma che riconoscono come successore la Federazione Russa =
In materia debitoria, lo stato successore si farà carico dei debiti pregressi (dell’URSS)
I confini seguiranno il principio di uti possidetis = l’unità amministrativa che è li è quella che nasce come stato.

LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI INTERGOVERNATIVE - OIG


2° soggetto apparso nella comunità internazionale = OIG, organizzazioni internazionali intergovernative.
Sono degli enti autonomi, che hanno dei propri organi, che gli stati hanno creato per cooperare in maniera
permanete/stabile al fine di ottenere dei risultati.
Nell’800 gli stati non riescono a star dietro es. vie navigazione internazionale, si crea unione amministrativa per gestire delle
questioni che lo stato per sua natura NON può gestire che pian piano evolvono come OIG
Intergovernative= sono soggetti derivati dallo stato (figlie dalla volontà degli stati) e al loro interno saranno rappresentati gli
stati.
In alcuni casi rari si può dotare l’organizzazione di un potere sugli stati= poteri sovranazionali (sono rari in senso tecnico-
giuridico)
Le organizzazioni internazionali NON hanno né territorio né popolo quindi non hanno sovranità inteso come potere di
imperio.

PERSONALITA’ GIURIDICA DELLE OIG


Problema della personalità giuridica= la personalità giuridica è la chiave per capire se l’organizzazione internazionale può
fare cose (che potere ha sul piano internazionale) o se è un vero strumento degli stati.
Le OIG godono nel diritto interno degli Stati della personalità giuridica «necessaria allo svolgimento delle proprie funzioni»
(Art. 104 Carta ONU) =NON hanno ne territorio ne popolo
es. FAO perchè viene riconosciuta,può comportarsi in una certa maniera? La carta delle nazioni unite parla di capacità
funzionali= devono avere la personalità giuridica di diritto interno necessaria per lo svolgimento delle proprie funzioni,
serve che lo stato riconosca quella capacità giuridica che serve all’organizzazione per fare quello per cui è nata.
Sul piano internazionale vuol dire che l’organizzazione internazionale potrà esercitare delle funzioni e godere di diritti che
saranno esercitabili solo se presumiamo che non ci sia solo lo stato

Es—>Onu potrà fare l’Onu solo se gli stati riconosceranno che l’Onu ha in determinate materie voce in capitolo come gli
stati, può concludere contratti, avere delle immunità ecc., onu può fare le stesse cose che fa lo stato a livello internazionale
(potrà avere immunità, invocare responsabilità internazionale come lo stato. L’onu potrà essere responsabile
internazionalmente quando invierà nel mondo esseri umani con il casco blu per mantenere la pace, sarà responsabile
l’organizzazione internazionale

Sul piano internazionale riconoscere la personalità giuridica alle OIG significa che lo Stato non ha più il monopolio della
soggettività:
 Competenze di attribuzione: quali cose potrà fare l’organizzazione internazionale?
= diverse estensioni della ratio materiae, diverso ambito geografico (universale vs regionale)—>quali cose potrà fare. Sono
queste che ci daranno le caratteristiche e la natura (che nello stato chiamiamo jurisdiction) “Conferred powers”, poteri che
gli stati danno all’organizzazione internazionale
Lo stato fa a,b,c perchè gli stati gli danno la possibilità di fare a, b,c.
Questi a, b,c saranno diversi in base a: materie e stati che gliel’hanno data.
organizzazioni internazionali, regionali e universali= nell’UE a,b,c gliel’hanno data 27 paesi
riconoscimento giurisprudenziale = caso Bernadotte (regimi oggettivi), il problema era chi fosse la parte offesa in
seguito all’omicio del conte bernadotte che era un funzionario ONU dell’allora mandato della Palestina.

L’INTERPRETAZIONE DEI POTERI DELLE OIG


Le competenze e attribuzioni delle OIG le troviamo scritte nella carta costitutiva.
Si pone dunque il problema di capire quali siano gli effettivi poteri di cui un'OlG dispone:
Poteri impliciti = L’organizzazione internazionale avrà quei poteri che sono necessari per lo svolgimento delle proprie
funzioni. L’unico limite all’esercizio dei poteri delle OIG è la carta costitutiva! membri di ue hanno il potere esclusivo di
concludere accordi di libero scambio con l’estero visto che siete voi che avete creato un’unione doganale e uno spazio
economico comune, avete dato il potere di gestire queste cose e perché si possano gestire queste cose serve che gli
accordi con gli altri li faccia chi gestisce queste cose e non i singoli stati.
In diritto UE la teoria dei poteri impliciti è stata formalizzata all’art.352 TFUE
Es. nel contratto di lavoro non è espressamente scritto che possiamo usare i pc ma il nostro lavoro consiste nel mandare
delle e-mail, non è scritto nel contratto ma si dava per implicito, quindi si può usare il pc.

COSA POSSONO FARE LE OIG?


Sommando le competenze di attribuzione e i poteri impliciti, in linea generale tutte le OIG possono:
 concludere accordi e instaurare rapporti diplomatici con gli stati e con altre organizzazioni internazionali
 presentare reclami a livello internazionale= invocare la responsabilità di qualcuno
 proteggere le proprie funzioni= vuol dire anche protezione economica
 comparire dinanzi ai tribunali internazionali
 invocare la responsabilità internazionale= o andare in arbitrato
 risponderanno delle violazioni autonomamente (non gli stati membri) = potranno essere internazionalmente responsabile,
cosi come lo stato risponde di eventuali violazioni internazionali commesse da civili (privato) che rispondono però alle
disfunzioni dello stato= le violazioni del privato sono del privato ma se il privato si trova sotto controllo dello stato risponde
lo stato allo stesso modo se uno stato membro di una organizzazione internazionale viola il DI perchè lo prevede l’org int,
risponderà l’org int.
Se l’org int viola autonomamente il DI, sarà l’Org Int a rispondere.
Es—>Sanzioni contro UE se UE viola il diritto del WTO, pagano gli stati membri
Le org internazionali NON hanno poteri coercitivi= non esiste un esercito delle organizzazioni internazionali
Es—>i caschi blu dell’Onu sono messi a disposizione dagli stati per l’Onu
Es—> le truppe della NATO= sono le truppe degli stati membri della nato
A queste competenze in casi rarissimi, le organizzazioni internazionali possono amministrare temporaneamente un
territorio (competenza territoriali) es—>Kosovo,Bosnia erzegovina

IMMUNITA’ E PRIVILEGI DELLE OIG:


I funzionari delle OIG sono indipendenti ed autonomi e godono insieme all'OIG di immunità e privilegi che non sono di
origine consuetudinaria ma trovano fondamento nei c.d.
Accordi di sede = I privilegi delle org int esistono e cosi come i diplomatici hanno tot privilegi, quelli delle org int sono simili.
(Mentre le immunità degli stati sono antichissime) sono di natura più recente e di diritto pattizio, le immunità e i privilegi
delle organizzazioni internazionali= li troviamo nell’accordo di sede (trattato particolare) —> quando si stabilisce una oi,
questa conclude un accordo di sede con il paese che lo ospita.
Le immunità di cui godono i propri agenti sono funzionali=Gli agenti avranno immunità simile a quella del console Mentre
l’org int in sè (il segretario generale che le rappresenta) avrà un’immunità quasi assoluta, molto simile a quella dei capi di
stato (=immunità della giurisdizione di cognizione ed esecutiva quasi assoluta) Rimane il problema aperto, cosa avviene in
caso di violazioni di diritti umani? Es—>guerra del Kosovo, violazione da parte dei caschi blu dell’Onu dichiara di non aver
giurisdizione perchè la corte europea non ha giurisdizione sull’ONU (erano truppe dell’onu), si va alla corte europea perché
le persone avevano passaporto norvegese. La corte europea non ha giurisdizione dell’ONU. Non può rispondere la
norvegia delle violazioni.
Gentiloni, commissario europeo proposto dall’Italia, risponderà per l’Ue.Gentiloni deve rispondere all’agenda dell’unione
europea. Il funzionario dell’organizzazione agisce in funzione dell’organizzazione

Diverso il discorso per il consiglio= tavolo di lavoro dentro l’Ue MA dei capi di stato dei paesi membri. (Molte cose
funzionano all’unanimità)
Gli agenti dell’org int sono agenti dell’org quindi quando si viene assegnata ad essa si risponde ad essa e si agisce
nell’interesse di essa, questo non esclude che ci siano organi che prevedono la partecipazione di funzionari dello stato.

I SOGGETTI A CAPACITA’ LIMITATA


Oltre a Stati ed OIG, godono oggi di una certa personalità giuridica internazionale anche degli attori «privati»:
 multinazionali
 organizzazioni internazionali non governative
 individui
L’individuo:
L'individuo è stato a lungo considerato oggetto e NON soggetto di Diritto internazionale= emanare ed applicare le norme
che lo riguardassero era compito dello stato.
Sono sempre stati considerati come soggetto di diritto= visto dal diritto internazionale ma con il filtro di qualcun altro, è lo
stato che deve poi definire come e perché.
Processo lento che trova affermazione sul piano internazionale nel 2° dopo guerra—> dichiarazione universale dei diritti
umani= non è un trattato per cui tecnicamente non è vincolante, è una dichiarazione di cui molti principi sono diventati di
natura consuetudinaria trasposti in cinvenzioni ratificate di patti onu, ma come atto in sè non è li che troviamo i vincoli.
Lentamente però l'individuo ha iniziato a godere di capacità di agire direttamente sul piano internazionale, senza passare
(essere filtrato da) per lo schermo statale= io cittadino italiano posso andare contro la repubblica Italiana alla corte di
Strasburgo che non è parte dello stato italiano. Agisco sul piano internazionale = fuori dal piano statale.
Trattandosi dell'elemento più vulnerabile inizialmente l'individuo ha inizialmente goduto di meccanismi di protezione e
successivamente di capacità di azione per far valere i propri diritti con uno Stato e presso corti internazionali= Inizialmente
si parte dal dare diritti all’individuo affidandosi allo stato, in un secondo momento io posso agire.

 Protezione dell’individuo:
le categorie dei singoli individui più vulnerabili e che ricevono protezione sono apolidi e rifugiati, due categorie che per
motivazioni diverse hanno problemi con la cittadinanza, gli apolidi hanno il problema di non avere cittadinanza mentre i
rifugiati hanno il problema che la cittadinanza non la possono usare perché sono vittime della persecuzione dallo stato che
dà loro la cittadinanza.
L’idea di rifugiato che conosciamo oggi nasce dopo 2GM (Ginevra) perchè bisogna trovare strumento di prevenzione per
chi è perseguitato dal proprio stato nel proprio stato.
Parallelamente, è stata protezione a gruppi di individui vulnerabili:
 Le minoranze nazionali (prevedendo dei tribunali per far valere i propri diritti):
 Le popolazioni sotto mandato SdN o amministrazione fiduciaria ONU;
 I lavoratori
Se la persona è individualmente perseguitata per il proprio credo religioso, gruppo sociale, razza, quindi è soggetto di
discriminazione.
Rifugiato = persecuzione individuale
Apolide= non ha un legame con nessuno stato, si trova in ita senza avere documenti di nessuno stato

18/12

Dopo la 2GM: Il DI fa discendere dei diritti per alcune categorie di essere umani che vengono considerati come più
vulnerabili. Esseri umani oggetto di DI (volontà dello stato deve essere conforme a quello che dice il DI):
 Gli apolidi > Se manca la cittadinanza  dà problemi anche allo Stato non solo all’individuo. Se l’apolide ha
un problema non sa da chi andare, non avrebbe diritto ad essere assistito da nessuno sul piano internazionale perché
manca quel legame di cittadinanza (rif caso Nottemboh), qualunque consolato lui andasse a bussare gli direbbero che non
hanno nulla a che fare con lui. Apolide non ha una cittadinanza.
 I rifugiati > problema: si parte dall’idea che la persona sia perseguitata o che ci sia un fonato timore di essere oggetto di
persecuzione è un rischio che è fondato su dei fatti. Essere perseguitato su base individuale per dei motivi precisi:
razza,religione, opinione, appartenenza ad un gruppo sociale. Nel 51’ non si poneva il problema di identità di genere, si
pone sullo stesso piano uomo e donna (fine 800’)> Idee concrete legate all’epoca. Introducendo il concetto di gruppo
sociale le corti riescono ad estendere la concezione di rifugiato al punto che oggi possiamo parlare di rifugiato climatico ma
certo il clima non basta come elemento di persecuzione. Il clima batte in maniera diversificata uomini e donne. Rifugiato ha
una cittadinanza che non può usare perché lo stato che glie la ha data lo perseguita. Al rifugiato, ai sensi della convezione
di Ginevra, gli viene sostituito il passaporto nazionale con quello delle nazioni unite, in questo modo può andare ovunque
tranne che nel suo paese. Il rifugiato ha una cittadinanza (non la può imporre) ma gli viene tolto il suo passaporto e
scambiato con un documento con il quale non può andare nel suo paese d’origine perché il suo problema è la cittadinanza
nei confronti del suo paese di cittadinanza.

Parallelamente è stata data protezione a gruppi di individui vulnerabili:


 Le minoranze nazionali (prevedendo dei tribunali per valere i propri diritti)> sul finire della 1GM viene riordinata la cartina
dell’eu sulla sua forma più o meno definitiva. Ci sono gruppi di persone che si sentono di appartenere ad un gruppo che
costituisce la maggioranza in un altro stato (=trionfo degli stati nazione), che ha diritto a delle tutele.
 Le popolazioni sotto mandato della SdN o amministrazione fiduciaria ONU > siamo negli anni 20’, il mondo è fatto da
stati, sono stati perché si riconoscono tra di loro come tali, il resto del pianeta vale meno ai loro occhi, tant’è che nella Sdn
c’è tutto un sistema di mandati. Sono comunità umane che hanno un buon grado di sviluppo sociale che potrebbero essere
degli stati se accompagnati nell’ultimo miglio = è la questione dei mandati inglesi, francesi. Francia e Regno Unito non
possono fare tutto quello che vogliono lì ma hanno dei limiti imposti dalla sdn perché il loro governo nel mandato non è
finalizzato allo sfruttare quelle aree come se fosse parte del loro territorio ma è finalizzata ad accompagnare la popolazione
di quell’area alla statualità piena. Quelle terre non sono colonie ma terre che vanno accompagnate per diventare Stato.
 I lavoratori> si crea un’organizzazione internazionale che deve cercare di garantire delle regole che valgano per tutti gli
stati sul trattamento dei lavoratori

IL SISTEMA ONU
Istituita con l’ONU dagli anni 60’ in poi, con la nascita dell’onu viene proclamata la dichiarazione universale dei diritti
dell’ONU che rimane però NON vincolante, è una dichiarazione che avviene nel 1948. Molti dei diritti enunciati nella
dichiarazione da un lato vengono resi vincolanti con due patti:
1. Diritti civili e politici
2. diritti economici, sociali e culturali
= norme di hard law (?) e in parte divengono norme di diritto consuetudinario, rafforzano la dichiarazione. Formalmente
rimane un atto di soft law.
Nel diritto internazionale contemporaneo con patto intendiamo un trattato che ha come oggetto i diritti umani.
Il patto ONU sui diritti civili e politici da un lato, sui diritti economici-sociali-culturali dall’altro, istituiscono dei comitati.
L’esperienza dei comitati viene ripresa dagli altri grandi patti onu in materia dei diritti umani:
sulla discriminazione razziale e nei confronti delle donne e contro la tortura. Siamo negli anni 60’ e questo processo di
codificazione dei diritti umani va avanti fino agni 80’ con l’istituzione dei comitati = hanno una funzione di controllo, chiedono
rapporto agli stati, accettano ricorsi individuali, ma le decisioni sui ricorsi individuali non vincolano lo stato > sono delle
raccomandazioni che vengono fatte allo Stato ma è un passo avanti che permette all’individuo di rivolgersi direttamente ad
un organo internazionale per far valutare la propria situazione. (Fare il nome dello stato che aveva violato = ruolo delle
ong)

inanzitutto un ruolo è rivestito dall’Assemblea Generale (tramite lo Human Rights Council, organo sussidiario
dell’Assemblea Generale) dall’ECOSOC e dal Consiglio di Sicurezza
Inoltre, nel corso degli anni l’ONU ha istituito un buon numero di organi di controllo sulla base delle Convenzioni stipulate in
seno all’Organizzazione stessa.
 Comitato deei diritti umani isitituito dal Patto ONU sui diritti civili e politici
 Comitato dei diritti umani istituito dal Patto ONU sui diritti economici, sociali e culturali
 Comitato sull’eliminazione della discriminazione razziale
 Comitato sull’eliminazione della discriminazione nei confronti delle donne
 Comitato contro la tortura

I SISTEMI REGIONALI:
prendono come minimo comune denominatore il pacchetto diritti umani ONU che fanno da standard inderogabile però
declinano …(problema dell’universalità vs relatività in materia diritti umani). Lo standard universale ci viene dalle nazioni
unite che viene poi declinato nei vari contesti regionali con meccanimsi di tutela più efficaci
A livello regionale si svilluppano dei meccanismi che permettono l’accesso diretto dell’individuo e prevedono che ci sia una
sentenza alla fine della procedura. Sentenza = decisione vincolante della parte soccombente, quindi per lo stato in caso di
violazione. Se la violazione viene accettata lo stato è tenuto a porre rimedio, è il caso della corte EDU. CEDU 
convenzione europea dei diritti umani. L’ue ha svilluppato di diritti fondamentali che aggiungono tutele a quelli che sono i
paletti edu.
= CDFUE = carta dei diritti fondamentali dell’ue che viene elaborata inizialmente su base giurisprudenziale dalla corte di
giustizia basandosi sulla CEDU e sul fatto che tutti gli stati membri ne sono parte = è un’applicazione dei principi generali
di diritto. L’ue inizialmente non doveva occupparsi dei diritti umani ma viene pensata per occupparsi di economia poi però
si capisce che si deve rapportare anche ai diritti umani perché se uno va a lavorare in un altro paese Che diritti ha il
lavoratore ? ha il diritto all’assistenza sanitaria? Quindi si passa dall’ambito strettamente economico ad ampliare la
costruzione.
La CEDU è uno strumento concluso in seno al consiglio d’europa.
Tutti gli stati europei meno 2 (Bielorussia e Russia che ne è uscita) sono membri della CEDU, quando la corte di giustizia
delle comunità europee si trova ad affrontare delle questioni legate ai diritti umani ma per questioni che rientrevano nella
sua competenza, es il lavoratore che riteneva di avere diritto all’assistenza sanitaria in un paese o un lav che riteneva che i
suoi figli potessero frequentare la scuola nelle stesse condizioni dei figli delle persone con cittadinanza di quel paese lì, la
corte di giustizia dell’ue doveva pescare i principi dei diritti umani e li va a pescare nelle tradizioni costituzionali degli stati
membri che hanno in comune il fatto che fanno parte della CEDU i principi vengono ripresi e ritrasposti.

Sistema della corte interamericana dei diritti umani creato nelle Americhe con sede in Costa Rica, la corte EDU e la corte
interamericana sono quelle che hanno più tradizione alle spalle, e quindi sono quelle a cui si guardano le altre corti
 Sistema della carta araba dei diritti umani è in divenire, sono stati conclusi i trattati sono in arrivo le ratifiche ma ancora non
abbiamo giurisprudenza
 Fenomeno della cross fertilization, fenomeno per cui varie corti dei diritti umani guardano l’esperienza delle altre. Quindi se
un problema si pone per la prima volta in eu ma è già stato affrontato dalla corte interamericana si potrà guardare verso di
là per trasporlo.
slide: il sistema globale di tutela fornito dalle Nazioni Unite offre un quadro generale della tutela dei diritti umani su scala
planetaria e pone degli standard minimi ai quali gli Stati si conformano  livello regionale + efficace
A questo proposito possiamo identificare i seguenti sistemi regioni di tutela dei diritti umani:
 Il sistema della CEDU e la CDFUE
 Il sistema interamericano della Convenzione Americana dei Diritti Umani
 Il sistema africano della Carta Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli
 Il sistema basato sulla Carta Araba dei Diritti Umani

LE IMPRESE TRASNAZIONALI
= Soggetto privato con funzione di fare affari
Problema della responsabilità e di quali regole queste aziende sono tenute a rispettare
Per lo più la regolamentazione delle attività delle multinazionali è lasciata a strumenti di soft-law che saranno
particolarmente rispettati dalle imprese trasnazionali per un motivo preciso lo strumento di soft-law viene rispettato nel
momento in cui se non lo rispetto smetto di vendere, calano le vendite
Es. caso scandalo Nike  la gente aveva smesso di comprare le magliette. La Nike ha iniziato a rispettare i diritti umani e
ha fatto un enorme campagna per promuoverli nelle loro fabbriche in Asia e contagiare le altre aziende. Non abbiamo
regole di hard law, le pratiche della Nike avevano disgustato l’occidente ma erano perfettamente legali nel contesto in cui
erano avvenute perché ci sono paesi che permettono il lavoro a ragazzi di 12 anni in fabbrica.
La gente smette di comprare e si iniziano a vedere i bollini dei prodotti ecosostenibili, marchi di qualità che garantiscono
che i lavoratori vengono trattati in un certo modo secondo delle linee guida e dei codici di condotta non secondo la legge.
C’è qualche strumento vincolante ma avviene tutto per lo più tramite strumenti di soft-law.
Dal punto di vista della prassi le imprese transnazionali non sono solo oggetto di regole ma hanno anche una capacità di
agire, una limitata personalità giuridica internazionale al punto che in alcuni casi hanno creato le regole e non solo
rispettate.
Le imprese transnazionali hanno acquistato una certa personalità giuridica limitata al mondo degli affari, hanno meno tutele
dell’individuo, ma quando c’è l’azienda di mezzo ci sono i soldi e hanno il potere contrattuale, l’azienda non ha una corte
internazionale cui rivolgersi in caso di violazione dei propri diritti (se non in limitati casi: ue) ma ha il potere contrattuale di
obbligare lo stato prima di entrare in relazione a opporsi su una base paritaria, per esempio ad accettare che le
controversie tra le parti si risolvano davanti ad un arbitro e con la rinuncia dell’immunità statale.
Es. Se l’azienda va a fare un’intervento in Cina , se c’è una controversia si va dall’arbitrato = arbitro a singapore o londra
che decide la controversia tra privato e pubblico e che il pubblico rinunci all’immunità. Se poi il pubblico si rimangia la parola
ma ho la decisione dell’arbitro chiederò che venga eseguita negli US e in qualunque altro paese del mondo, è molto difficile
rimangiarsi la parola.
Lo stato ha sempre guadagno quando qualcuno crea ricchezza con soldi che non appartengono allo stato

Slide: le imprese trasnazionali hanno un’importanza sempre maggiore senza una disciplina a livello internazionale le
normative nazionali rischiano di avere scarsa efficacia.
- Le imprese sono oggetto di diritto internazionale: scarsi strumenti internazionali vincolanti di regolazione (accordi,
attribuzione di potere alle OIG), mentre ci sono strumenti di soft-law. A livello regionale esistono accordi che danno
personalità giuridica internazionale regionale (multinazionali andine, SE)
- Le imprese come soggetto di diritto internazionale: la prassi dimostra che de facto le imprese transnazionali hanno
acquisito una limitata personalità giuridica transnazionale. Meno tutela dell’individuo (ma maggiore su base contrattuale)

LE ONG
= org internazionali non governative.
Sono enti a soggettività internazionale limitata e funzionale, anche se la dottrina non riconosce detta soggettività.
Viene loro riconosciuta soggettività dalle organizzazioni internazionali, in seno alle OIG (intergovernative) le ong hanno un
ruolo definito anche nelle carti costitutive.
Le OIG riconoscono un ruolo alle ong, gli stati possono anche fare finta che non esistano ma poi esistono all’interno delle
organizzazioni internazionali
Le ong hanno:
 Sempre personalità giuridica di diritto interno la ong sarà una forma associativa secondo il diritto del paese dove sono
costituite.
Hanno una limitata personalità internazionale senza che gli venga riconosciuta formalmente con l’eccezione del comitato
centrale della croce rossa, formalmente riconosciuto dagli stati.
 Personalità funzionale internazionale le ong svolgono le proprie funzioni senza un riconoscimento formale
 Spesso un ruolo consultivo riconosciuto dalle OIG
 Un ruolo sempre maggiore nell’elaborazione di norme  può essere sia un ruolo consultivo in norme di hard law che
possono creare da sole delle norme che poi verranno seguite in virtù (non della loro forza vincolante per lo stato) del fatto
che sono funzionali a quel settore.
Es. diritto dell’economia, ong potrebbero essere non vincolanti a livello dello stato ma a livello di associati a quella ong,
anche la camera di commercio internazionale è una ong.
ONG = associazioni di categoria che raccolgono vari gruppi di interesse, potranno predisporre loro stesse delle norme che
poi devono essere seguite dai consociati oppure saranno linee guida basate sull’esperienza di quel gruppo sociale e quindi
verranno seguite spontaneamente perché funzionali a quel settore di attività.

L’ELEMENTO SOGGETTIVO: UN SOGGETTO DI DIRITTO INTERNAZIONALE


Per dare luogo a responsabilità, il comportamento illecito deve essere attribuibile ad un soggetto di DI:
- Lo stato
- Un’OIG
- Un soggetto privato

LA RESPONSABILITA’ INTERNAZIONALE:
dobbiamo mettere insieme i soggetti con le norme per capire cosa succede quando c’è una violazione
I soggetti di DI sono chiamati al rispetto delle norme (che sono meno precise di quelle interne), ma manca un meccanismo
generale di accertamento (non c‘è la procura, questura dove si vanno a denunciare i torti che poi vanno ad innescare i
meccanismi di accertamento) autoaccertamento
In caso di violazione accertata, la sanzione è poco organizzata mancano strumenti di esecuzione coattiva,, mettiamo che
riusciamo anche a farla accertare ma non c’è la polizia = non si può andare a prendere uno Stato.
Il verificarsi di un illecito internazionale porta ad una situazione giuridica chiamata responsabilità internazionale 
somma di due norme
1. norma primaria (quella violata) = entrare con i carri armati nei territori di uno stato = violazione della norma primaria:
divieto dell’uso della forza
++++++++++++
2. norma secondaria (quella che prevede e regola le conseguenze della violazione)
Le norme sulla responsabilità internazionale (degli Stati) sono trattate negli articoli CDI =articoli sulla resp int degli stati della
commissione del diritto int

IL PROGETTO DI ARTICOLI SULLA RESPONSABILITA’ INTERNAZIONALE


Il progetto di articoli sulla responsabilità internazionale degli stati della CDI è una codificazione di alcuni aspetti del diritto
della responsabilità internazionale  altri aspetti, che non sono entrati nella qualificazione, sono lasciati al diritto
consuetudinario.

Si tratta di lex generalis  se un Trattato prevede delle norme specifiche in materia di responsabilità queste si applicano in
qualità di lex specialis.
I due stati possono accordarsi con più stati in caso di un trattato multilaterale su un regime della responsabilità
internazionale diverso da quello previsto dalle regole generali, nell’attribuzione in un determinato trattato si potrebbe vedere
che certi organi non prevedano l’attribuzione

Atto di soft law con ruolo ricognitivo e orientativo della prassi


2011: approvazione di un progetto di articoli sulla responsabilità delle OIG (Articoli OIG e CDI)  meno pesanti di quelle
sugli Stati perché ci sono molti meno comportamenti, ma è un punto di partenza per le controversie in merito e per la
questione della responsabilità internazionale
Esiste la resp internazionale delle organizzazioni internazionali

L’EVOLUZIONE DELLA RESPONSABILITA’ INTERNAZIONALE


Ad una maggior complessità della Società Internazionale corrisponde una maggior complessità della struttura della
responsabilità internazionale:
 Inizialmente i soggetti della responsabilità internazionale erano gli stati
 viene poi in un secondo momento riconosciuta la responsabilità internazionale delle organizzazioni internazionali. (es. I
caschi blu dell’onu  responsabilità int dell’onu = dell’org internazionale, a patto che sia l’onu a controllare quelle truppe.)
 Oggi (dopo gli anni 90’), in seguito a sviluppi in materia penale, umanitaria e di diritto dell’economia (in particolare degli
investimenti), si parla anche per determinati ambiti di una responsabilità internazionale dei privati, intendiamo che il
privato è direttamente responsabile sul piano internazionale cioè risponde secondo le regole del DI.
C’è un centro permanente a Washington DC dove si risolvono dagli anni 60’ dispute in materia di investimenti tra stato e
privato. Possiamo avere resp internazionale sia di individui (soprattutto in materia penale e umanitaria) che del diritto
dell’economia in materia trasnazionale.
 Responsabilità delle imprese trasnazionali, obbligo di proteggere e rispettare i diritti umani si parte con dei principi guida
dell’ONU che indicano alle imprese come dovrebbero comportarsi (UN Guiding Principles on Business and HR) = non
siamo davanti al diritto hard-law.
Questi guiding principles sono di ispirazione per normative nazionali o sovranazionali che diventano o diritto statale o
diritto dell’UE in materia del comportamento che devono tenere le aziende.

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA RESPONSABILITA’ INTERNAZIONALE


Responsabilità int: situazione che deriva dalla violazione di una norma. È una situazione che ha due elementi:
 Oggettivo = una violazione di una norma di diritto internazionale
 Soggettivo = violazione di una norma da parte di un soggetto di diritto internazionale  Dobbiamo attribuire un atto
internazionalmente lecito a un soggetto di diritto internazionale che sia uno stato, un’organizzazione internazionale o un
soggetto privato
La norma violata dovrà essere applicabile se per lo stato il problema non si pone, più complicato quando si parla di OIG o di
soggetti privati  la soggettività delle org internazionali è limitata e funzionale quindi dovrà agire come soggetto di DI.

Un soggetto privato che commette un omicidio è un problema di diritto penale dello stato in cui viene commesso o di dove
lo trovano o di diritto penale degli stati, ma non c’è lo step di responsabilità internazionale sulla questione.
Quando è che si può parlare di responsabilità internazionale del privato? quando il sogg privato ha personalità
internazionale e quindi magari è un capo di stato coinvolto in un conflitto armato per esempio = diritto int umanitario ecc.

L’ATTRIBUZIONE DELLA RESPONSABILITA’ ALLO STATO


Primi articoli CDI
Bisogna identificare il soggetto che conta come organo dello stato.
Un atto non vive di vita propria ma sarà compiuto da degli esseri umani che vanno identificati come organi dello Stato =
Quando a violare il DI è per esempio una legge, quindi l’organo dello stato sarà il parlamento, varia a seconda
dell’organizzazione dello stato.
 Atti legislativi: uno Stato può violare una norma internazionale mediante le azioni del proprio potere legislativo  leggi
interne in violazione di obblighi internazionali.
 Atti giudiziari: atti delle corti nazionali possono dare luogo alla resp int se avvengono in maniera contraria al DI (diniego di
giustizia) es. caso 41 bis, sono le norme di carcere duro per mafia e terrorismo che prevedono delle norme che spesso
sono state condannate dalla corte europea perché contrarie al DI. Accettare la responsabilità int e no tenere la norma è
quello che deve fare lo stato. Per lo stato è come accettare di prendere la multa perché occupo quel parcheggio = accetto
di violare la regola coscientemente perché per me quella norma lì è utile in qualche modo.
 Atti dell’esecutivo: tutti quegli atti che compie il governo possono eventualmente dare luogo alla resp int
In questo caso sono gli organi amministrativi dello stato a violare un obbligo internazionale

LA RESPONSABILITA’ DELLO STATO PER ATTI DI PRIVATI


Più complicato è quando la responsabilità degli stati è imputabile ai privati e quindi al singolo individuo.
Non possiamo dare la colpa allo Stato per quello che fanno i privati
In linea generale atti commessi da privati non danno luogo a responsabilità internazionale con 3 eccezioni:
1. Il comportamento di enti che esercitano prerogative dello Stato (attenzione agli organi dello Stato messi a disposizione di
un altro Stato) ; Lo stato potrebbe(per es) per risparmiare risorse sulla sicurezza, potrebbe affidare la guardia di una base
militare all’estero ad una compagnia militare privata. Se quei privati della compagnia di sicurezza violano delle regole di DI
di chi è la responsabilità? Se quegli enti/individui stanno esercitando delle prerogative che sono statali
2. Il comportamento di individui o enti privati che agiscono sotto istruzioni o addirittura controllo dello Stato
 Potrebbe anche succedere che il privato agisca come privato, anche in un contesto di guerra civile ma viene fuori che
agisce sotto istruzioni o nei casi più gravi sotto il controllo di uno stato = L’atto del privato porta a ritenere responsabile lo
stato  es lo spionaggio, gli atti di spionaggio possono comportare delle infrazioni al DI
Atti di terrore o movimenti di insurrezioni finanziati dirrettamente dallo stato che fanno quello che richiede lo Stato è
responsabilità dello Stato
Hacking se viene fuori che gli hacker agiscono in collegamento con i servizi di sicurezza dello stato = privato da luogo
alla responsabilità dello stato
3. Il comportamento del privato, che agisce formalmente in maniera autonoma, viene riconosciuto e adottato dallo Stato come
proprio.
Es. Iran con rivoluzione islamica, gli studenti islamici, formalmente non ancora al potere o scollegati da quello che era il
nuovo stato Iraniano assaltano l’ambasciata degli USA, il governo iraniano aveva obbligo di immunità diplomatica + non
permettere atti contro gli altri paesi sul proprio territtorio, indipendentemente dai rapporti in cui erano. Il governo iraniano
non prende nessuna misura e inzia a a fare i complimenti agli assaltatori = li fa diventare degli eroi della rivoluzione. In
questo caso il comportamento del privato viene trasferito allo Stato

L’ELEMENTO OGGETTIVO: LA VIOLAZIONE DI UNA NORMA


Per avere la violazione di una norma serve un comportamento dello Stato (o altro soggetto) contrario ad un obbligo
internazionale > condizione neccessaria ma non sufficiente (attenuanti e cause di esclusione)
Oltre al soggetto ci serve che il comportamento o l’atto violi una norma di DI. Può essere:
- Il compiere un atto
- Il NON compiere un atto > può dare luogo ad una responsabilità internazionale, il non aver agito nei contro gli studenti
(caso Iran) comporta un illecito.
 = fatto illecito commissivo o ommissivo: l’illecito può essere un’azione o un ommissione
Questo illecito può essere sia un comportamento, sia un risultato non raggiunto  se io ho l’obbligo di raggiungere un
risultato ma non lo raggiungo.
 fatto illecito di condotta o di risultato: l’illecito può consistere in un comportamento o in un risultato (non raggiunto)
Illeceità di quel comportamento ce lo dice solo il DI, questo vuol dire che un determinato comportamento potrebbe essere:
 illecito sul piano internazionale ma lecito sul piano interno
 illecito sul piano interno ma lecito sul piano internazionale (DI può rendere non opponibile la norma interna = non la vede
ma la norma interna rimane valida sul piano interno = le due cose possono essere scollegate)
 illecita su entrambi i piani

L’agire contrariamente ad una norma sia convinzione neccessaria ma non sufficiente, ci sono dei casi (previsti dal diritto
interno e DI) in cui violare una norma non comporta una responsabilità internazionale perché in questa determinata
situazione intervengono le clausole di esclusione, valide anche in diritto interno.
Es. se una persona mi punta una pistola alla testa e io reagisco però l’altra persona muore, tecnicamente vale la legittima
difesa. = categoria che esiste a tutti i livelli del diritto tant’è che la maggior parte della clausole di esclusione sono comuni
all’ordinamento interno.
 Forza maggiore = eventi incontrollabili fuori dalla volontà delle parti che rendono impossibile rispettare l’obbligo,non sono
responsabile se non sono in grado di controllare la situazione.
 Incezione di inadempimento = sospendere i propri obblighi in risposta ad un’inadempienza della controparte > io non
rispetto più le norme di un trattato perché la mia controparte ha chiesto di rispettare (?), non vale per i diritti umani, se la
controparte non rispetta non posso iniziare a torturare le persone di un paese.
 Il mutamento fondamentale delle circostanze (CDV), le circostanze sulle quali ho fondato il mio consenso sono
profondamente cambiate
 Lo stato di neccessità : il violare la norma è l’unica possibilità che ho per sopravvivere. Tant’è che una sottospecie dello
stato di neccessità è l’estremo pericolo in cui un individuo/organo viola il DI per salvare delle vite. Es un capitano di una
nave che entra in porto senza autorizzazione perché scappa da un tornado e se rimane in mare la nave affonda. Potrei
anche non violare il DI ma se non lo faccio corro un pericolo maggiore e dev’essere l’unica soluzione.

Ci sono 3 cause sempre più comuni all’ordinamento interno:


 L’uso della forza con il consenso dello stato territtoriale
 Legittima difesa
 Rappresaglia

UNA NORMA PATTIZIA O CONSUETUDINARIA:


troviamo le norme o nei trattati o nelle consuetudini
mentre nella violazione del diritto pattizio o consuetudinario abbiamo una norma e ci siamo comportati in maniera contraria
nella responsabilità da fatto lecito tecnicamente non mi sono comportato in modo contrario a niente però rimango
responsabile.
 Diritto pattizio: la violazione di una norma di diritto pattizio può avvenire sia per la violazione di un obbligo contenuto in un
trattato, sia per la violazione di un obbligo derivante da un atto unilaterale di una OIG
 Diritto consuetudinario: le Corti hanno rilevato in numerose occasioni come la violazione di una norma consuetudinaria
comporti la responsabilità dello Stato
Indipendentemente dalla fonte, anche l’ommissione (non-fare) comporta la resposanilità internazionale

Responsabilità da fatto lecito: lo Stato NON ha nessun interesse o volontà di violare il DI ma succede qualcosa che lo
rende comunque responsabile > stati che fanno attività lecite che sono però per loro natura attività ultra-pericolose = se
mi esplode una centrale io non ho violato una norma, senza che io ci metta le mani. Io non violo una norma se un mio
satellite perde la rotta e cade sul territorio di un altro stato però sono attività che causano danni importanti come
conseguenza. In questo caso io sarò ritenuto responsabile del pregiudizio causato ma non della condotta in sé. Quando
lo stato intraprende questo tipo di attività sa che dovrà compensare eventuali danni causati e via dicendo.
22/12
LE CAUSE DI ESCLUSIONE DELL’ILLECEITA’ INTERNAZIONALE
Pseudo-eccezione della sovranità:
La prima viene avanzata dagli Stati = imporre la sovranità dello stato con esclusione della sovranità statale: siccome lo
stato agisce nei suoi poteri sovrani allora non sarebbe responsabile di eventuali illeciti  non è un eccezione nella pratica
non viene riconosciuta quando si arriva alla controversia. È una percezione 800ntesca dei rapporti tra gli stati per cui quello
che avviene dentro i confini dello Stato è un problema dello Stato.
È come se la responsabilità scattasse solo se io facessi un’offesa nei confronti di un altro stato ma finché sono all’interno
del mio ordinamento posso fare quello che mi pare.
I paesi che provano ad usare questa eccezione di sovranità come scusa per non rispettare il DI sono i paesi che di solito
hanno una forte concezione di dominio riservato
Problema logico = il DI si pone sopra agli ordinamenti nazionali.
Problema di dualismo perché sono due ordinamenti diversi (uno sopra e i vari ordinamenti statali sotto), ma rimane il fatto
che l’ordinamento statale è chiamato dal DI a conformarsi a questo
Se agire in maniera sovrana (=fare qlcs che mi è concesso dall’ordinamento che sta sotto) potesse permettere la violazione
dell’ordinamento che sta sopra = tutto il sistema dei trattati e le consuetudini non esisterebbero più, onu non avrebbe più
motivo di esistere.

L’altra causa di esclusione della responsabilità internazionale è il caso in cui l’ordinamento presenta delle lacune,
l’ordinamento interno è perfetto e completo quindi il giudice interno può in nessun caso può rifiutare la decisione, deve
trovare gli strumenti che gli permettono di decidere.
Se portiamo una causa in tribunale a Ve e ci sono le basi per portarla avanti si arriva ad una decisione, non significa che
abbiamo ragione noi, potrebbe avere ragione l’altra parte ma bisogna ad arrivare ad una decisone. Invence in DI può
capitare il fatto che non si arrivi a nessuna decisione perché l’ordinamento non ha gli strumenti per accertare il fatto =
questione non liquet (strumento equità ecc) = è un caso abbastanza raro.
1996-97 diritto delle armi atomiche: La corte non si può esprimere sull’utilizzo delle armi atomiche, non dice che è lecito o
illecito l’utilizzo, la CIG non può esprimersi = non sarebbe vietato usare le armi atomiche = in realtà la cig non può dire se
sia vietato o se si possano usare
Tecnicamente non sarebbe vietato usare l’arma atomica in auto-difesa. Non si trova disposizione nel DI che
ne vieta in assoluto l’utilizzo  minaccia che fa spesso il governo della federazione Russa = noi useremo l’arma atomica
solo per difendere l’integrità del paese = quindi in auto-difesa.

Slide: come nell’ordinamento interno anche in quello internazionale ci sono delle situazioni che rendono le conseguenze di
un illecito meno gravi o che sono tali da rendere un dato comportamento non illecito.
Alcune di queste cause sono comuni tra l’ordinamento interno e quello internazionale: forza maggiore,eccezione di
inadempimento, mutamento fondamentale delle circostanze, stato di neccessità, consenso dello Stato, legittima difesa,
rappresaglia.
Altre invece sono caratteristiche dell’ordinamento internazionale: la (pseudo) eccezione di sovranità, lacune
dell’ordinamento

Violazione dell’atto, abbiamo individuato che il soggetto è lo stato Scatta la responsabilità internazionale che ci dà un
pregiudizio

PREGIUDIZIO
Il comportamento dello stato (soggetto) è oggettivo, non c’è il concetto colpevolezza/dolo si parla di stato responsabile. La
violazione della norma è indipendente da quello che voleva fare lo stato. Lo stato potrebbe violare una norma anche se non
voleva farlo/per sbaglio, anche se non sapeva che doveva comportarsi in un altro modo. Non è rilevante che ci sia un
danno inteso come un danno materiale (rif caso Eichmann) ed eventuali danni morali.
In DI il danno è rilevante, si è responsabili anche in casi a danno 0  caso Eichmann, con il suo rapimento, non abbiamo
nessun danno tecnicamente, eppure non si discute il fatto che ci sia una violazione della sovranità dell’Argentina che
costituisce un illecito internazionale da parte di un soggetto internazionale (=lo stato di Israele) e quindi c’è la responsabilità
di quest’ultimo per un atto internazionalmente illecito.
Questo pregiudizio o l’equivalente degli effetti dell’illecito deve avere 4 caratteristiche per essere considerato tale:
1- La violazione sia derivante da un obbligo = violazione di un diritto, non basta che ci sia la violazione di un interesse di un
altro stato (=non siamo davanti ad un obbligo)
2- La vittima della violazione dev’essere un soggetto di DI =problema perché gli stati sono sempre soggetto di DI, quando
parliamo di soggeti con soggettività o responsabilità limitata = è più complicato.
Quindi deve essere tra due sogg di DI. Non c’era la figura dell’istituto dell’azione popolare, nel DI classico se due stati non
coinvolti rilevano delle violazioni interne con lo stato quelle violazioni non sono subite da un soggetto di DI e quindi il fatto
che siano altri a sollevare questa questione per il DI è irrilevante, non c’è il pubblico ministero che rappresenta gli interessi
della collettività. Questo è cambiato perché in caso di violazione dello ius cogens o in caso di violazioni subite non da un
soggetto di diritto internazionale =quando c’è lo ius cogens di mezzo è tutta la comunità internazionale che ha il diritto di far
valere la responsabilità. È come se gli interessi coinvolti sono talmente alti che toccano tutti i soggetti del DI, non solo quelli
che sono coinvolti direttamente. Es. il fatto che ci siano delle violazioni dello ius cogens in Birmania toccano anche l’Italia
perché sono dei valori che uniscono tutta la comunità internazionale.
3- Il pregiudizio dev’essere diretto, ci dev’essere un rapporto causa-effetto tra l’illecito e il risultato. Gli effetti collaterali del
comportamento non sono rilevanti per il DI, questo non esclude tutti gli effetti collaterali però diciamo che più ci si allontana
dall’evento più diventa difficile creare il rapporto di causa-effetto. Quindi dev’esserci uno stretto rapporto di causa- effetto tra
il comportamento e il pregiudizio. Se ci sono elementi collaterali strettamente collegabili, questi potrebbero anche essere
considerati. Es. il fatto che tra 5 anni non si possa fare una determinata cosa perché la situazione è stata resa più
complicata da quell’illecito diventa difficile far valere la responsabilità di quello stato
4- Può essere un pregiudizio sia materiale o di tipo morale, la cosa più comune è che le due cose siano unite. Il pregiudizio
morale c’è praticamente sempre, non è richiesto che ci sia
Ha la caratteristica di non presentare un danno materiale. Può essere un pregiudizio esclusivamente morale. Lo stato cui è
violata la sovranità quanto meno è offeso. Non è richiesto che ci sia danno morale.

Slide: il comportamento antigiuridico del soggetto è indipendente dall’aspetto psicologico, così come il danno non rileva ai
fini dell’attribuzione della responsabilità internazionale di uno Stato o di una OIG si parl adi pregiudizio.

IL DIRITTO A FAR VALERE LA RESPONSABILITA’ INTERNAZIONALE


Slide:
la responsabilità internazionale non opera “in automatico”  offensore e vittima erano gli Stati.
se la vittima è uno Stato o un’OIG  si utilizzano i mezzi per la composizione pacifica della controversia.
Se la vittima è un privato, due soluzioni:
- Soluzione classica protezione diplomatica
- Soluzione contemporanea  diritto di azione diretta del privato

In un sistema in cui vige l’uguaglianza e la sovranità (stati tutti sovrani e tutti uguali), la responsabilità internazionale non
può operare in automatico, serve che se siamo tra pari, l’altro pari vittima faccia valere la responsabilità internazionale e lo
dica che è stato offeso dal paesequesto non crea nessun problema quando restiamo nel classico cioè quando la vittima è
uno stato o un’organizzazione internazionale.
Più complicato è quando la vittima di violazione è un privato (diritti umani, dell’economia).
Come far valere la responsabilità internazionale di uno Stato che ha violato il diritto internazionale non nei confronti di un
altro stato ma nei confronti di un privato. Il privato è o non è soggetto di responsabilità internazionale? Dipende dai contesti.
In alcuni contesti in cui lo è potrebbe avere capacità diretta di agire = diritto di azione diretta che è la soluzione
contemporanea. La soluzione classica ancora oggi molto praticata è quella della protezione diplomatica diversa
dall’assistenza diplomatica.

PROTEZIONE DIPLOMATICA
Slide:
la protezione diplomatica serviva per portare a livello interstatale la controversia, altrimenti non affrontabile. Per poter agire
in protezione diplomatica ocorre che l’individuo:
 Abbia la cittadinanza (o la nazionalità) dello Stato protettore;
 Deve avere:
le mani pulite
esperito i ricorsi interni

lo stato che si fa carico dell’offesa fatta al proprio cittadino e solleva la questione nei confronti dell’altro stato quindi la
controversia viene portata a livello interstatale.
Es. i mercanti veneziani a Costantinopoli – Alessandria D’Egitto intervengono i soldati della dognana locale e sequestrano
senza spiegazione tutta la merce e la nave dei mercanti, la vittima di quest’offesa erano i mercanti ma in realtà è come se i
mercanti fossero una proprietà della Repubblica Veneta quindi era Venezia a venire dal comportamento dei soldati di
Alessandria d’Egitto. Ne deriva che la protezione diplomatica non è un diritto della vittima (cittadino protetto) ma è un diritto
dello Stato. Se uno stato mi fa un torto e chiedo la protezione diplomatica dell’italia il diritto di esercitarla è lo stato italiano
e non è della persona. MIN 25.15

quando la protezione diplomatica nasce iniziano a crearsi dei rapporti di forza.


Se nascono de…

Ministro degli esteri Calvo chiede che gli stranieri che investono nel paese rinuncino alla protezione diplomatica, è una
clausola con cui faccio uno State-contract con cui io privato mi impegno nei confronti dello stato a costruire (es ferrovia) e in
cao di controversia non farò attuare la protezione diplomatica. = è un diritto dello stato intervenire. Il diritto di esercitare la
protezione diplomatica è un diritto dello Stato e se lo stato decide di agire io privato non ci posso fare niente.

Oggi la rinuncia della protezione diplomatica è rientrata nell’accordo tra stati in cambio però della rinuncia
Io stato non ci entrerò però tu stato altro ti impegni ad andare davanti ad un giudice terzo che deciderà chi ha ragione tra i
due

Per poter agire lo stato deve decidere a seconda di due elementi


1. Formale = caso Nottehbohm …comportamento della persona. La dottrina delle “mani pulite”/clear hands vuol dire che il
privato si dev’essere comportato bene e non dev’essere la causa del comportamento sbagliato. Lo stato prima di
intervenire con la protezione diplomatica deve …che l’imprenditore
2. Esaurimento dei ricorsi interni: privato rimane un privato, che prima si comporti dentro lo stato e che poi eventualmente
che esca. Il privato si comporta da privato e poi lo stato eventualmente interverrà. Sistema giudiziario dello stato violatore
È come se prima fosse…c’è un cittadino straniero ma pur sempre una questione di dir interno. Se c’è una situazione …
materia dei diritti umani
I ricorsi interni devono essere reali ed effettivi = i tempi devono essere giusti

Il problema che esclude la protezione diplomatica è la doppia cittadinanza nottehbohm

L’AZIONE DIRETTA DEI PRIVATI:


L’azione diretta dei privati è limitato è sempre maggiore, è l’alternativa alla prot diplomatica = non aspetto lo stato e porto io
la questione a livello internazionale

Slide:
fenomeno limitato ma crescente è quello dell’accento diretto del privato alla giustizia internazionale:
- Corte EDU
- Convenzione ICSID
- Corte UE
- Arbitrato Internazionale delle multinazionali

EDU, ICSID
Corte UE: il privato può sempre in maniera indiretta… sollevando la questione di diritto UE rilevante di processo al giudice
Arbitrato Internazionale delle multinazionali
Corte di giustizia dell’UE che permette l’azione diretta del privato
Arbitrato internazionale delle multinazionali

LE CONSEGUENZE DELL’ILLECITO:
quando la resposabilità/illecito internazionale viene accertata, essa comporta due obblighi
- Obbligo di cessazione e non ripetizione dell’illecito = non farlo più, smettere di comportarsi in maniera illegittima
- Obbligo di riparazione> chi viene ritenuto responsabile dovrà eliminare il danno creato dal pregiudizio.
Nella teoria classica ci sono 3 forme di riparazione:
1. La restituzione in integro: ripristinare la situazione così com’è quando possibile. Molto spesso la restituzione non è
possibile o non lo è in parte.
2. Proprio per questo il DI preve anche un obbligo di risarcimento monetario  dobbiamo tornare alla questione del
pregiudizio diretto, perché se il pregiudizio che vale è quello diretto allora anche il danno …

Si parla di nucleo emergente o di

1GM  per la prima volta si usano i sommergibili e si fa saltare una nave mercantile che si pensava nemica : va
compensato quel danno (= costo della nave e la merce contenuta se è andata perduta + quello che io avrei guadagnato
dalla vendita di quella merce ? = problema. Se non c’è un diretto nesso di causa-effetto tra perdita merce e mancato
incasso = diventa +complicato = è il riflettersi del rapporto causa-effetto del pregiudizio

3. Soddisfazione: riparazione del danno morale. Atto chiesto può essere scuse formali o riconoscimento della situazione, es
la turchia continua a non chiamare “genocidio” quello degli Armeni
Dove vanno i soldi è una decisione dello stato, è lo stato che riceve l’indenizzo ed è lo stato che fa quello che vuole con
esso, non c’è nessun obbligo dello stato di distribuire l’indenizzo alle vittime.
Le corti degli stati che impongono al governo centrale di distribuire e creare dei fondi dove le vittime possono

La ripartizione dell’indenizzo viene decisa tradizionalmente dallo stato che lo riceve anche se vi è un’evoluzione in tal senso

LA RESPONSABILITA’ DELLE OIG


Slide:
oggi si ammette che anche le OIG possano essere internazionalmente responsabili violazioni dei suoi organi o dei suoi
agenti ( o di organi dello Stato messi a disposizione dell’OIG) nell’esercizio delle loro funzioni.
Invocabile ad esempio in caso di violazioni durante operazioni di peacekeeping sotto la bandiera ONU  serve che il
controllo sia effettivo
Le OIG risulta anche responsabilità di violazioni degli Stati membri obbligati da un atto della OIG stessa.

Oggi la responsabilità internazionale:


- Delle Organizzazioni internazionali: i caschi blu dell’onu se commettono violazioni è colpa dell’onu se c’è controllo effettivo
- Se uno stato viola il DI perché ha agito secondo l’obbligo dell’OIG sarà colpa dello stato

RESPONSABILITA’ DEI PRIVATI


Slide:
se pure l’individuo è stato oggetto di attenzione per i suoi comportamenti sul piano internazionale da sempre (la pirateria),
la sua responsabilità rimaneva una questione interna agli Stati.
Oggi invece si ammette la responsabilità internazionale dei privati in 3 casi:
1. Responsabilità penale internazionale;
2. Responsabilità a carattere sovranazionale-regionale;
3. Responsabilità a carattere transnazionale (in sviluppo).

Oggi sul piano internazionale abbiamo anche la responsabilità dei privati


Abbiamo una responsabilità a carattere regionale, in cui la commissione multa un’azienda, quella multa lì l’azienda la deve
a liv europeo e non a livello statale
La responasbilità transnazionale = se io multinazionale perdo un arbitrato nei confronti di un’altra multinazionale

L’USO DELLA FORZA


L’art 10 della cost prevede un …dice che entrano direttamente nell’ordinamento italiano, le consuetudini saranno sempre
più ampie dei trattati.
Se una legge italiana dovesse risultare contraria al trattato prevale il trattato perché è come se si ponesse a metà tra la
costituzione e la legge, il trattato funziona come
Risoluzione delle controversie  il fatto che abbiamo una sospetta responsabilità del paese x
Carta delle nazioni unite chiama gli stati a risolvere le controversie in maniera pacifica, c’è un’obbligo di non risolverle in
altro modo, nulla aosta
Bisogna aspettare ..l’aggressione diventa un crimine di cui i responsabili sono i singoli esseri umani, l’aggressione è un
grande piano per usare la forza , l’aver pianificato … stato

Ma che cos’è l’uso della forza

FORZA ARMATA
Pienamente proibita nell’uso vede 2 eccezioni, la legittima difesa e l’eventuale decisione del consiglio di sicurezza sulla
base del Capo VII della Carta ONU

Slide:
il divieto dell’uso della forza armata come mezzo di risoluzione delle controversie si è pienamente affermato ma ci sono 2
eccezioni:
1. Legittima difesa;
2. La decisione del CdS in base alla disposizioni del Capo VII della Carta ONU
LA LEGITTIMA DIFESA INTERNAZIONALE
Slide:
l’origine della norma internazionale è consuetudinaria  la neccessità dev’essere “instant, overwhelming, leaving no choice
of means, and no moment of deliberation”.
Art. 51 Carta ONU  la legittima difesa come autotutela individuale o colletiva in caso di attacco armato e fintanto che il
CdS non ha preso misure in merito (obbligo di portare a conoscenza del CdS la legittima difesa).
Le dichiarazioni di guerra non sono più usate ma si adduce una qualche forma di legittima difesa.

NATO prevede che ci si difenda a vicenda


Se si viene attaccati ci si può difendere
Se vengno attaccato in un certo modo
Obbligo di rispetto dei diritti umani dei territori occupati, per quanto possibile
Valgono le regole di una situazione di non normalità

I PROBLEMI DELLA LEGITTIMA DIFESA


Problema della legittim difesa
Le guerre continuano ad esserci ma vengono giustificate sulla base di quelle cause che la renderebbero lecita

PROBLEMI CONTEMPORANEI
La guerra non la fanno più solo gli stati = abbiamo organizzazioni internazionali con capacità belliche proprie degli stati
mescolate a capacità non tradizionali

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