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4. Soggetti giuridici
! Soggetti giuridici= coloro a cui le norme si rivolgono nell’imporre obblighi e
nell’attribuzione diritti
● Persone fisiche: soggetti dotati di capacità giuridica, cioè idonei almeno
potenzialmente ad essere titolari di diritti e obblighi; il soggetto deve
possedere anche la capacità di agire
● Persone giuridiche: intende una pluralità di persone che danno vita ad
un’organizzazione al fine di raggiungere una finalità comune. Esistono quelle
private e quelle pubbliche come lo Stato
2. Le forme di Stato
La CLASSIFICAZIONE più tipica e diffusa delle f.d.s. è quella basata sulla loro
EVOLUZIONE STORICA → fornisce dei modelli basati su caratteristiche riassuntive
comuni: sono degli “idealtipi”, delle strutture essenziali dei fenomeni osservati, MA
ogni esperienza mantiene delle sue specificità (per es.: l’assolutismo in Francia ha
caratteristiche specifiche diverse da quello in Spagna, pur presentando tratti
comuni).
➔ Da questo punto di vista le principali f.d.s. sono:
1) Stato patrimoniale;
2) Stato assoluto; 3) evoluzione nello Stato di polizia;
4)Stato liberale;
5) Stato democratico-pluralista;
6) Stato autoritario [ + Stato totalitario];
7) Stato socialista.
STATO PATRIMONIALE
o Tipico del Medioevo/dell’età feudale→Lo stato patrimoniale è l’espressione
giuridico-politica tipica del feudalesimo
o La nozione di “stato” è pressoché inesistente nel senso tipico dell’età moderna e
contemporanea;
o Elevata frammentazione del potere e dei territori (affidati a feudatari);
o Concezione privatistica del potere del feudatario
→ il diritto di proprietà rappresenta la fonte stessa di legittimazione del potere: la
sfera dei diritti si arresta a quella dei soggetti titolari del diritto di proprietà; al di là di
ciò esiste una comunità indistinta di individui
→ gli interessi particolari prevalgono su tutti gli altri in un rapporto di natura
esclusivamente privatistica.
STATO ASSOLUTO
o Tipico dell’età moderna→Lo stato assoluto è l’espressione giuridico-politica del
processo di nascita e affermazione degli “stati nazionali” (caso esemplare: la Francia
di Luigi XIV); si afferma tra il ‘400 e il ‘600
o Concezione del diritto divino dei re;
o Nasce la nozione di “stato” nel senso tipico dell’età moderna e contemporanea +
concezione interventista dello stato
o Elevata centralizzazione del potere in mano al re e alla corona, anche in senso
territoriale (Luigi XIV: «L'état, c'est moi», «Lo Stato sono io») —> Stato centralista
→è contemporaneamente titolare dei tre poteri dello stato: legislativo, esecutivo e
giurisdizionale;
→il suo potere si esercita in modo concentrato dal punto di vista territoriale (forte
centralismo: scarso/inesistente potere dei territori).Il sovrano si pone come unico
rappresentante della comunità, che si considera a lui completamente subordinata. Di
entrambi questi aspetti può essere considerato come simbolo il progetto
(socio-politico prima ancora che architettonico) di Versailles.
o Il re è assoluto (legibus solutus) perché non è sottoposto alla legge, LA CREA,
come espressione della sua volontà→ La volontà del re diventa la fondazione del
diritto
STATO DI POLIZIA
o Tipico del tardo ‘700. Esperienze tipiche: Austria e Prussia (Maria Teresa d'Austria
e il figlio Giuseppe II, Federico il Grande);
o È una forma evoluta dello stato assoluto, di cui mantiene l’indivisibilità dei 3 poteri
in mano al sovrano;
o Stato frutto del “dispotismo illuminato” (Voltaire);
o Il termine “polizia” deriva dal gr. “politeia”: il fine dello stato è quello di accrescere il
benessere della popolazione (N.B.! senza coinvolgerla nelle scelte adottate). Si
esprime attraverso, grandi riforme giuridiche, politico-amministrative sociali:
→realizzazione di codici per organizzare il diritto nei vari settori; →realizzazione di
grandi opere pubbliche (strade, reti fognarie,
scuole, etc.);
→modernizzazione di vari servizi di natura pubblica, come la burocrazia, il fisco, gli
eserciti, la pubblica sicurezza, etc.
STATO LIBERALE
o Nasce nell’Inghilterra del XVII sec., per affermarsi nel corso del XVIII sec. E,
soprattutto, del XIX sec.;
o È espressione di alcune trasformazioni: economiche (passaggio da un’economia
prevalentemente agricola ad una di tipo industriale); politico-sociali (inadeguatezza
della struttura della struttura statale nel soddisfacimento delle esigenze delle nuove
classi emergenti, come la borghesia) —> la borghesia richiede un riconoscimento
politico, intende avere dei seggi in Parlamento perché è consapevole del proprio
ruolo sociale/economico ed intende accrescere il proprio potere economico
o SEPARAZIONE DEI POTERI→significativa limitazione del potere della Corona;
o Affermazione del principio di RAPPRESENTANZA POLITICA—> alcuni soggetti si
occupano di rappresentare in Parlamento gli interessi di specifiche classi sociali
o SI AFFERMA IL RUOLO MODERNO DEL PARLAMENTO—> si autoconvoca
attraverso un ufficio di Presidenza; lavora accanto al re, non per il re; ha valore di
legge ciò che piace al Parlamento
o Debolezza della Costituzione —> concessa dal sovrano, il suo potere = legge
ordinaria
o Si affermano i “diritti (e libertà) di prima generazione”:
1) libertà personale (Habeas corpus);
2) diritto alla proprietà privata;
3) libertà di parola;
4) diritto a un giusto processo —> processo standardizzato ed uniforme
5) diritto di voto (N.B.! estremamente ristretto e basato sul censo →“STATO
MONO-CLASSE”) —> gran parte della società è ancora emarginata
6) Affermazione del principio di UGUAGLIANZA FORMALE
o Anche detto Stato minimo: decide su poche questioni fondamentali, mantiene
l’ordine pubblico, intende mantenere l’incolumità della borghesia, ispirandosi alle
dottrine liberiste non interviene nell’ambito economico
o Per tutte queste sue caratteristiche è anche detto Stato di diritto
o Modello che entra in crisi tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, a causa di una serie
di contraddizioni: all’affermazione dell’ uguaglianza formale non corrispondeva
uguaglianza sostanziale —> aggravamento delle disuguaglianze ed esclusione delle
classi sociali più povere dalla vita politica; progressivo coinvolgimento dello Stato nel
settore economico
STATO DEMOCRATICO-PLURALISTA
o Si afferma dalla metà dell’800 in poi, quando la CLASSE OPERAIA comincia ad
essere consapevole del proprio ruolo economico/sociale
o Espansione dei diritti politici e della rappresentanza: dall’estensione del diritto di
voto al SUFFRAGIO UNIVERSALE (→“ detto anche STATO PLURI-CLASSE” o
Stato costituzionale di diritto)
o Si affermano i PARTITI DI MASSA e cambia quindi la fisionomia dei Parlamenti
o Riconoscimento e promozione dei DIRITTI SOCIALI, anche detti diritti di seconda
generazione —> Dallo “stato minimo” allo “stato interventista” —> progresso sociale,
sanità pubblica, istruzione pubblica, principio di UGUAGLIANZA SOSTANZIALE
o Supremazia della Costituzione —> rigida, lunga, prodotta da un’assemblea
democraticamente eletta, il gradino + alto delle fonti
STATO SOCIALISTA
o Nasce con la caduta del regime zarista in Russia nel 1917
o Scopo → UGUAGLIANZA ECONOMICO-SOCIALE DEI CITTADINI, ESERCITATA
A COSTO DELLE LIBERTÀ INDIVIDUALI.
o Partito comunista come perno centrale attorno al quale ruota tutto il sistema
o Prevalenza di una classe sociale su tutte le altre —> dittatura del proletariato
o La proprietà dei mezzi di produzione (fabbriche, macchinari, terreni, capitali in
generale) è attribuita allo Stato (collettivizzazione)
o Pianificazione economica in mano allo stato → è lo Stato che, attraverso la
pianificazione centrale, decide: che cosa, quanto, dove, come produrre
STATO SOCIALE
o L’obiettivo fondamentale è rimuovere le disuguaglianze presenti nella società,
orientando in questa direzione l’azione dei pubblici poteri —> l’obiettivo è il
raggiungimento dell’ uguaglianza sostanziale
o Stato interventista
o Elementi di continuità con lo Stato liberale: divisione dei poteri, affermazione di
diritti e libertà definiti come assoluti
o Differenze con lo Stato liberale: pieno riconoscimento di istituti come partiti e
sindacati, mutamento dell’atteggiamento dei pubblici poteri, massiccio intervento
nell’economia
o Difficoltà di governo delle istituzioni pubbliche, sottoposte a condizionamenti da
parte di gruppi/interessi diversi
3. Le forme di Governo
Rapporto tra gli organi costituzionali di vertice di un determinato ordinamento —>
modalità organizzativa dei poteri
! NB: organi costituzionali di vertice = organi che non possono venire meno; sono in
un rapporto orizzontale —> tra loro vi è una condizione di parità
Domande a cui rispondere per distinguere le varie tipologie…
● Chi elegge il corpo elettorale?
● Esiste o no un rapporto di fiducia tra legislativo ed esecutivo?
● L’esecutivo può essere sfiduciato?
● Il Parlamento può essere sciolto?
MONARCHIA ASSOLUTA
● Forma di governo che si afferma parallelamente allo Stato assoluto
● Al sovrano spettano tutte le funzioni statuali: la funzione legislativa,
esecutivo-amministrativa e giurisdizionale —> concentrazione del potere in
capo all’organo sovrano
● NB lo Stato del Vaticano è rimasta l’unica forma di Monarchia assoluta di tipo
elettivo; il Papa è infatti un monarca assoluto
MONARCHIA COSTITUZIONALE
● Nasce teoricamente in Inghilterra con Locke e con l’affermazione del principio
di divisione dei poteri —> frantumazione dell’unicità del potere del sovrano e
ripartizione tra organi distinti ed autonomi l’uno rispetto all’altro
● Si afferma alla metà del 1600, dando avvio alla fase dello Stato liberale
● Entra in scena un nuovo protagonista, il Parlamento, nato dall’esigenza di
rappresentanza politica manifestata dai borghesi, nuova classe dominante
● Sovrano titolare della fruizione esecutiva e il Parlamento titolare di quella
giurisdizionale —> situazione dualista
Criterio cronologico
- In caso di contrasto tra due norme si deve preferire quella più recente (lex posterior
derogat priori): sarà la + adeguata rispetto al mutamento sociale, nonchè la più
vicina a noi in fatto di legittimazione
- La prevalenza della norma nuova sulla vecchia si esprime attraverso
l’abrogazione: l’effetto consiste nella cessazione dell’efficacia della norma giuridica
precedente;
● fenomeno fisiologico —> naturale togliere validità a norme non + adatte al
tempo in cui si vive
● Vale “ex nunc” —> a partire dal momento dell’ abrogazione
● Espressa: tramite una fonte atto; rappresenta il modello + semplice da
applicare
● Tacita: la norma + recente è incompatibile con quelle precedenti
● Implicita: non per forza ci deve essere estrema incompatibilità,
semplicemente rispetto alle vecchie disposizioni una nuova fonte atto
ridisciplina un’intera materia
- Diversa dall’abrogazione è la deroga (per alcuni casi): la norma abrogata perde
efficacia per il futuro, la norma derogata non perde la sua efficacia ma ne viene
limitato il campo di applicazione.
- Simile alla deroga è la sospensione (temporaneamente): limitata a un certo
periodo, a certe categorie o zone.
Criterio della specialità in base al quale, in caso di contrasto tra due norme, si
preferisce la norma speciale rispetto a quella generale , anche se quest’ultima è
successiva. La preferenza per la norma speciale non incide né sull’efficacia né sulla
validità della norma generale: entrambe rimangono efficaci e valide. L’interprete
opera solamente una scelta tra le due norme (inter partes). L’effetto tipico della
prevalenza della norma speciale su quella generale è la DEROGA
Criterio della competenza o “criterio non criterio” il quale serve a spiegare come
è attualmente organizzato il sistema delle fonti—> criterio esplicativo (non
prescrittivo) per dire cosa devo non fare gli ordinamenti di ciascun livello; a chi
spettaun certo intervento. La Costituzione assegna competenze “particolari” ad
alcuni atti equiparati alla legge formale: ad esempio, ai regolamenti parlamentari
riserva la competenza a disciplinare il procedimento di formazione delle leggi.
7. IL PARLAMENTO:
struttura
! LEGISLATURA
● Il nostro Parlamento repubblicano ha inizio con la I legislatura nell’aprile del
1948.
● Ogni legislatura (periodo tra una elezione e l’altra) ha una durata normale di 5
anni
● Si parla di Camere in “prorogatio”: prorogazione dei poteri delle Camere
scadute o sciolte anticipatamente, nel periodo di tempo necessario
all’insegnamento delle nuove Camere.
● La legislatura ha inizio con la prima riunione del Parlamento
! PARLAMENTO BICAMERALE
● Come la maggioranza si costituisce da due camere: CAMERA DEI
DEPUTATI con sede a Montecitorio e SENATO DELLA REPUBBLICA con
sede a Palazzo Madama. Si ricorda la riforma costituzionale sul numero dei
parlamentari del 2020 —> Camera dei deputati da 630 a 400 membri; Senato
da 315 a 200 membri + max 5 senatori a vita. Si ricorda la modifica dell’età
minima per votare i membri del Senato (2021) da 25 a 18 anni
● BICAMERALISMO PERFETTO: bicameralismo è uguale, paritario e
indifferenziato —> rispetto agli altri parlamenti in Italia le due camere
svolgono le medesime funzioni. La presenza di due sedi e di questo sistema
sono da considerarsi come meccanismi di decantazione/sicurezza delle
decisioni assunte dall’organo oltre che come un aumento della legittimazione
democratica. Ci sono stati numerosi tentativi di riforma nella direzione della
differenziazione delle due camere, soprattutto nel tentativo di fare della
Camera dei Deputati la sede di rappresentanza generale e del Senato la sede
delle autonomie regionali (ex. Riforma Renzi-Boschi)
! MODALITÀ DI VOTO
• Voto palese = è la regola generale.
• Voto segreto = nei casi di voto su persone (es. votazione del P.d.R. ; Presidenti
delle Camere) o sui diritti di libertà.
Funzioni
LEGISLATIVA: funzione + tipica che vede il Parlamento come produttore di leggi
REVISIONE COSTITUZIONALE
DI INDIRIZZO E CONTROLLO sul Governo e sul suo operato. Avviene attraverso:
● *Interrogazioni: tipologia di istituto giuridico che si concretizza come una
domanda rivolta per iscritto che ha come oggetto la veridicità o meno di un
determinato fatto.
● *Interrogazioni a risposta immediata
● *Interpellanze: verifiche delle intenzioni politiche del Governo
● Commissioni d’inchiesta
● Mozioni, risoluzioni e ordini del giorno —> funzioni di indirizzo del Parlamento
nei confronti del Governo
● Mozione di fiducia: il Presidente del Consiglio, dopo essere stato nominato dal
Presidente della Repubblica, espone le linee del programma di governo e il
Parlamento è tenuto a concedere la fiducia. Questo meccanismo impegna il
Governo a perseguire con puntualità il proprio indirizzo politico, rispettando
gli impegni programmatici assunti in sede di voto di fiducia, ma impegna
anche il Parlamento a contribuire alla sua realizzazione.
● Mozione di sfiducia
* In questi casi il Governo può anche procrastinare la risposta, ma se ciò accadesse
di continuo l’organo sfuggirebbe al controllo parlamentare. In tale occasione il
Governo deve esplicitare la motivazione e indicare la data entro la quale fornirà
risposte. Se la risposta, che è possibile fornire anche in sede di commissione, è
negativa il Parlamento può anche decidere di procedere alla mozione di sfiducia.
IL PROCEDIMENTO LEGISLATIVO
● In funzione del bicameralismo perfetto la Costituzione stabilisce che la
funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere (art. 70) ciò
significa che per divenire legge un progetto deve essere approvato
nell'identico testo da Camera e Senato.
● L’output è la fonte atto, la legge ordinaria (la più tipica delle fonti primarie)
● Il procedimento di formazione della legge (il così detto iter) si articola perciò in
fasi successive: la presentazione del progetto (iniziativa legislativa);
l’esame, la discussione, la votazione e l'approvazione della Camera a cui
è stato presentato per prima; la trasmissione del testo all'altra Camera e
la sua approvazione nella medesima formulazione o con modifiche: se viene
modificato tramite la proposta di emendamenti, il progetto passa da una
Camera all’altra, finché non sarà approvato da entrambe con identica
formulazione (c.d. «navette»); la promulgazione da parte del Presidente
della Repubblica (che può rinviare la legge alle Camere per un riesame) e la
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
1. INIZIATIVA LEGISLATIVA
Consiste nella presentazione ad una delle due Camere di un progetto di legge,
composto da uno o più articoli e preceduto da una relazione illustrativa.
Chi ha potere di iniziativa legislativa?
● Il Parlamento: anche un singolo può dare avvio al procedimento legislativo
ma per avere più forza iniziale si tende ad attivare un gruppo di promotori
trasversale
● Il Governo: non in forma individuale bensì tramite un’iniziativa collegiale.
Alcune materie nelle quali l’iniziativa è di esclusiva spettanza del Governo (ex.
Leggi legate alla manovra di bilancio e quelle di conversione dei
decreti-legge)
● Corpo elettorale: si parla di un’iniziativa legislativa popolare e per essere
presentata alle Camere necessita di almeno 50.000 firme
● CNEL “Consiglio nazionale economia e lavoro”: organo che ha
essenzialmente poteri consultivi, ma che ha anche il compito di contribuire
alla elaborazione della legislazione economica e sociale
● Consigli regionali
Alla Camera, i testi presentati dal Governo vengono definiti disegni di legge, mentre
tutti gli altri vengono denominati proposte di legge. Quando invece ci si riferisce
indifferentemente a tutte le ipotesi di iniziativa legislativa si parla, nel linguaggio
corrente, di progetti di legge.
2. I progetti di legge una volta assegnati ad una delle due camere, vengono
presentati, annunciati all'Assemblea, stampati e distribuiti nel più breve tempo
possibile. Successivamente sono assegnati alla Commissione permanente
competente per la materia trattata dal progetto.
L'ESAME, la DISCUSSIONE, la VOTAZIONE e l’APPROVAZIONE della Camera è
una fase che può seguire diversi procedimenti in base al ruolo svolto dall’intera Aula
e dalle Commissioni;
● PROCEDIMENTO NORMALE in cui la Commissione è in sede referente.
Procedimento che si attiva per materie forti/importanti (ex materie
costituzionali, elettorali, trattati internazionali, conversioni dei decreti legge,
riletture dei testi legge re-inviata dal Presidente della Repubblica. La
Commissione in questo caso si informa attraverso tutti i canali che ha a
disposizione, tuttavia svolge un ruolo minimo, deve solo riferire il testo a tutta
l’Assemblea, la quale sarà tenuta alla sua approvazione. I tempi che
scandiscono la procedura normale e che riguardano il tempo a disposizione
delle Commissioni per leggere il testo di legge e riferire all’assemblea
possono essere abbreviati per urgenza e ridotti quindi alla metà rispetto ai
mesi originari (4 mesi alla Camera, 2 mesi al Senato)
● PROCEDIMENTI SPECIALI—> Commissioni in sede deliberante o
legislativa: la Commissione si sostituisce all’aula, vota articolo per articolo e
poi approva l’intero testo. Si tratta del procedimento in cui la Commissione ha
un ruolo massimo. —> Commissioni in sede redigente: potere intermedio
della Commissione, stende e cura il testo che non può essere modificato, ma
l’approvazione spetta a tutta l’aula
!nb nei procedimenti speciali ci può essere la richiesta di ricondurre all’intera aula
dei testi di cui si sta occupando la Commissione. La richiesta può avvenire dal
Governo, da 1/10 dei membri del Governo, da ⅕ della Commissione stessa
2.1 Una volta che il testo è stato approvato dalla prima Camera, viene trasmesso
all’altra, la quale allo stesso modo procede al suo esame, discussione e
approvazione. Quest'ultima può promuovere delle modifiche (emendamenti) e
rimandare indietro il testo di legge. Nel nostro sistema di bicameralismo perfetto,
la navette fra Camera e Senato continua fino a quando i due rami del Parlamento
non concordano nell'approvare un testo perfettamente identico.
3. LA PROMULGAZIONE E LA PUBBLICAZIONE
Dopo che le due Camere approvano lo stesso testo il Presidente della Repubblica,
come garante della costituzionalità (insieme alla Corte Costituzionale: controllo
successivo ed eventuale) ha la funzione di controllare preventivamente la legittimità
costituzionale del testo di legge.
La promulgazione è l'atto con il quale il Capo dello Stato attesta che un certo testo è
stato approvato come legge e ne ordina la pubblicazione e l'osservanza. La
promulgazione deve avvenire entro il termine massimo di un mese dall’approvazione
definitiva della legge.
MA il Presidente della Repubblica può rinviare la legge alle Camere, con messaggio
motivato, per chiedere una nuova deliberazione —> si parla di rinvio presidenziale
Il rinvio presidenziale riapre il procedimento legislativo, e se la legge viene
nuovamente approvata (con stesso testo) essa questa volta deve essere
necessariamente promulgata: questo perché l’organo collegiale va a prevale su
quello monocratico e perché il Parlamento ha investitura popolare ed è quindi
democraticamente legittimato rispetto al Presidente della Repubblica.
Subito dopo la promulgazione, il ministro della giustizia appone il sigillo dello Stato
e la legge viene pubblicata. La pubblicazione della legge avviene ad opera del
Ministro della giustizia, e consiste tecnicamente nell’inserzione del testo nella
Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana e nella pubblicazione
dello stesso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Entra in vigore - e
diviene quindi obbligatoria per tutti - il quindicesimo giorno successivo alla sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (vacatio legis), a meno che la legge stessa
non prescriva un termine minore o maggiore.
FASE NECESSARIA
Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da
ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre
mesi, per un totale di 4 deliberazioni.
Nella prima deliberazione è richiesta per ciascuna camera la maggioranza relativa o
semplice, per la seconda deliberazione quella assoluta dei componenti di ciascuna
Camera.
- =/ rispetto al procedimento legislativo:
● Numero di deliberazioni richieste —> 2 per ciascuna camera, per un totale di
4. Deve passare un periodo minimo di 3 mesi tra le prime deliberazioni e le
successive due: ciò aiuta a sviluppare ulteriori indagini conoscitive/processo
utile alla decantazione
● Si può attivare un referendum costituzionale
- = rispetto al procedimento legislativo:
● Può partire indistintamente da una camera o dall’altra
● Punta a un testo unico/identico che deve essere approvato da entrambe le
Camere
● Richiesta la maggioranza semplice nella prima deliberazione
● Possibilità della navetta, di produrre emendamenti, ma solo nella prima fase
nel caso del procedimento aggravato
Dopo la prima deliberazione non sono più permessi emendamenti, se
emergono il procedimento deve ripartire dall’inizio. A questo punto, dopo la seconda
deliberazione il procedimento aggravato si biforca:
● Se si è raggiunta la MAGGIORANZA QUALIFICATA DEI ⅔ la legge/modifica
costituzionale si dichiara APPROVATA. Si procede in modo parallelo rispetto
al procedimento legislativo: segue la promulgazione da parte del Presidente
della Repubblica e la successiva pubblicazione (nb! Il rinvio presidenziale non
è impedito nè chiaramente esplicitato nell’articolo 138)
● Se si è raggiunta la MAGGIORANZA ASSOLUTA il testo viene
PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE. Tutto ciò ha VALORE
ESCLUSIVAMENTE CONOSCITIVO DEL TESTO. Entro 3 mesi da ciò può
avere luogo la cosiddetta FASE EVENTUALE: si può richiedere un
REFERENDUM COSTITUZIONALE
9. IL GOVERNO
COMPOSIZIONE —> organi necessari
Il governo è un organo complesso composto da 3 elementi costitutivi, ritenuti
necessari:
• Presidente del Consiglio dei ministri o Premier – Presidenza del Consiglio
• Ministri – e relativi ministeri - • Consiglio dei ministri – organo collegiale costituito
dal Presidente, che lo presiede, e dai ministri
FUNZIONI
• FUNZIONE ESECUTIVA: Attività di indirizzo politico —> occorre dare concretezza
ai valori/ interventi proposti dalla maggioranza politica —> dare forma all’indirizzo
politico —> per realizzare gli obiettivi prefissati si appoggia alla PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE, suo braccio operativo —> FUNZIONI AMMINISTRATIVE
• FUNZIONI NORMATIVE LEGISLATIVE (solo per d.l. e d.lgs.) regolamentari —>
Eccezione rispetto alla tripartizione dei poteri
! NB: il Governo si auto organizza e organizza il suo operato e le sue funzioni tramite
ciò che è espresso nella costituzione e ciò che dipende da fonti esterne
FORMAZIONE
● Regolata dagli articoli 92,93,94
● Vengono indicati alcuni aspetti relativi all’iter di formazione del Governo
1. Il Presidente della Repubblica nomina il Premier
2. Il Presidente della Repubblica nomina i ministri su proposta del Premier
3. Giuramento del Governo entrante
4. Momento della fiducia: si parla di una fiducia iniziale e solenne che avviene
alle Camere tramite mozione motivata e votata attraverso appello nominale. È
la fiducia a permettere la permanenza in carica delle Camere
STRUTTURA
Presenza di ORGANI NECESSARI:
1. Presidente del Consiglio
2. Ministri
3. Consiglio dei ministri
La presenza di organi necessari non impedisce che esistano altre strutture, gli
ORGANI NON NECESSARI —> è il Governo che sceglierà quali figure adottare
nella sua organizzazione
● Vicepremier: la loro presenza associata alla necessità di mantenere equilibri
politici
● Ministri senza portafoglio: non sono titolari di un Ministero, non hanno quindi
una sede fisica del Ministero e ricevono semplicemente una deroga dal
Premier
● Sottosegretari di Stato: figure di vertice politico; coordinatori di alcuni
segmenti di funzioni di indirizzo politico
● Consiglio di Gabinetto: coadiuva il Premier nell’esercizio delle sue funzioni di
direzione della politica generale del Governo e di mantenimento dell’unità dell’
indirizzo politico e amministrativo
● Comitati interministeriali: sorgono per politiche pubbliche complesse, quando
vi è la necessità di far comunicare tra loro dei ministeri
!NB Vi possono essere GOVERNI TECNICI e GOVERNI POLITICI. Ciò che
contraddistingue i primi è la presenza di componenti non parlamentari, bensì
esponenti delle forze politiche o esperti in un particolare campo delle stesse
FUNZIONAMENTO
L’articolo 95 propone la riserva di fonte: i dettagli del funzionamento del Governo
vengono lasciati alla legge ordinaria (in particolare legge 400 del 1988 +
regolamento interno)
La Costituzione ci dice che:
● Il Premier: dirige ed è responsabile della politica generale del Governo —>
coordina Ministri e Ministeri —> mantiene l’unità di indirizzo politico e
amministrativo —> tiene i rapporti con il Presidente della Repubblica, con la
Corte Costituzionale, con le Istituzioni comunitarie, con le Regioni e le
Autonomie locali (poteri di rappresentanza) —> presenta alle Camere i
disegni di legge di iniziativa governativa, sottopone al Presidente della
Repubblica gli atti aventi forza di legge e i regolamenti governativi, concorda
con i Ministri le pubbliche dichiarazioni (potere di esternazione)
● I Ministri hanno doppia responsabilità: individuale —> per gli atti compiuti dal
proprio ministero; collegiale —> per gli atti compiuti dal collegio nel suo
complesso (dal Consiglio dei Ministri). I Ministri compongono il Consiglio e
sono organi di vertice degli apparati amministrativi in quanto titolari di un
Ministero
DECRETO LEGGE
Atto tipico della decretazione d’urgenza in Italia, disciplinato all’Art.77 della
Costituzione —> tentativo di permettere solo in casi davvero eccezionali, e per
periodi rigidamente delimitati, la autoattribuzione da parte del Governo del
potere di adottare atti con forza di legge SENZA PREVIA DELEGA del
Parlamento.
1) straordinarietà = assoluta imprevedibilità;
2) necessità = impossibilità di fare ricorso a strumenti normativi diversi;
3) urgenza = necessaria applicabilità immediata delle norme poste dal decreto. —>
l’atto entra in vigore il giorno stesso della pubblicazione, saltando il meccanismo
della vacatio legis.
Malgrado la severità della disciplina costituzionale, l’uso dei decreti legge in alcuni
periodi si è venuto sviluppando in modo del tutto abnorme, sotto la pressione di un
preteso stato di necessità, derivante dalla lentezza del procedimento legislativo che
si svolge in Parlamento, rispetto alle esigenze di cui è portatore il Governo
FASI DELL’ITER DI APPROVAZIONE
1)Iniziativa: proposta del PDC e Ministro competente;
2) Deliberazione del CDM;
3) Emanazione del PDR;
4) Pubblicazione in GU con la denominazione «Decreto Legge» e con l’indicazione
nel «preambolo» delle ragioni di necessità e urgenza e dell’avvenuta deliberazione
del CDM (art. 15 comma 4 l. 400/88);
5) Entrata in vigore immediata.
FASE INTEGRATIVA DELL’EFFICACIA
1) entra in vigore nel momento indicato dallo stesso dl (no vacatio);
2) immediatamente presentato alle camere per la conversione (riserva di assemblea)
—> le Camere entro 5 giorni sono tenute a riunirsi per l’esame del disegno di
legge di conversione —> è il Parlamento che detiene l’ultimo potere decisionale
3) efficace per sessanta giorni. Ove il decreto legge non sia convertito per voto di
una delle due Camere o per decorrenza del termine di sessanta giorni, perde
efficacia fino dal momento in cui è stato adottato (ex tunc). In questo caso il Governo
non può: rinnovare i decreti legge non convertiti, regolare i rapporti giuridici sorti a
seguito di decreti legge non convertiti ed è invece tenuto a prendersi le sue
responsabilità in merito agli effetti prodotti dai DL e dichiarati illegittimi
REGOLAMENTI
Norma attributiva della potestà regolamentare del Governo→art. 17 della legge n.
400/88 (Procedimento per esercitare tale potere + Tipologie di regolamento ritenute
ammissibili)
PROCEDIMENTO DI ADOZIONE DEI REGOLAMENTI GOVERNATIVI:
1. Iniziativa di uno o più ministri o del Presidente del Consiglio;
2. Parere del Consiglio di Stato (si tratta di un parere obbligatorio, ma non
vincolante, il Governo può discostarsene indicandone i motivi);
3. Deliberazione del Consiglio dei ministri;
4. Emanazione del regolamento da parte del Presidente della Repubblica (la
forma dell’atto è il decreto del Presidente della Repubblica)
5. Controllo della Corte dei Conti (attraverso il visto e la registrazione, la Corte dei
Conti esercita un controllo di legittimità sull’atto);
6. Pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale;
7. Entrata in vigore (di norma 15 giorni dopo la pubblicazione, salvo l’indicazione di
un termine più breve).
TIPOLOGIE DI REGOLAMENTO:
● Regolamenti di esecuzione: disciplinano l’esecuzione delle leggi, dei decreti
legislativi e dei regolamenti comunitari→ funzione applicativa e interpretativa;
● Regolamenti di attuazione e integrazione: attuano ed integrano le norme di
principio contenute nelle leggi e nei decreti legislativi. (si distinguono dai
precedenti perché non si limitano a portare ad esecuzione la norma di legge,
ma contribuiscono ad integrarla dettando la normativa di dettaglio).
● Regolamenti indipendenti: sono emanati nelle materie in cui manca la
disciplina da parte delle leggi o di atti avente forza di legge → non hanno “a
monte” nessun atto normativo primario che soddisfi il principio di legalità
sostanziale —> Non possono intervenire nelle materie riservate alla legge (sia
che si tratti di riserve assolute che relative). —> Si è molto dubitato in passato
della legittimità costituzionale di tali regolamenti. —> Tipologia regolamentare
poco utilizzabile data la difficoltà di identificare materie in cui manchi
completamente una disciplina legislativa.
● Regolamenti c.d. “delegati” o “autorizzati” (delegificazione): la volontà di
questi regolamenti è quella di diminuire l’ipertrofia (eccessiva presenza)
legislativa. Disciplinano materie regolate precedentemente da norme di rango
legislativo sostituendosi a queste. Condizioni per l’adozione di tali regolamenti
sono: che la materia non sia coperta da riserva assoluta di legge;che
l’esercizio di tale potestà regolamentare sia autorizzato con legge;che
nell’adottare la legge di autorizzazione, il Parlamento determini le norme
generali regolatrici della materia; che nella legge di autorizzazione si indichino
altresì le norme di legge che risulteranno abrogate con l’entrata in vigore delle
norme regolamentari.
● Regolamenti ministeriali ed interministeriali: viene attribuita alla potestà
regolamentare anche ai singoli organi del potere esecutivo. Possono essere
adottati solo nelle materie di competenza del singolo ministro (compreso il
Presidente del Consiglio) o di più ministri insieme nel caso dei regolamenti
interministeriali. Profilo procedimentale→ i regolamenti in oggetto si
differenziano da quelli governativi perché non sono deliberati dal Consiglio dei
ministri, ma semplicemente comunicati al Presidente del Consiglio. Inoltre
anziché essere emanati dal Presidente della Repubblica sono adottati con
decreti ministeriali o interministeriali.
CORTE COSTITUZIONALE
Organo connesso alla funzione di GARANZIA DELLA COSTITUZIONE, il quale si
realizza tramite due pilastri:
• Il procedimento di revisione costituzionale, adottato dal Parlamento, con la funzione
di garantire la rigidità della costituzione
• La giustizia costituzionale ha la funzione di garantire la supremazia della
costituzione, nel caso italiano tramite l’introduzione di un organo ad hoc come la
Corte Costituzionale
↪️
– Tutti gli atti normativi primari ad esclusione dei regolamenti parlamentari
↪️
leggi e atti aventi forza di legge dello Stato
leggi delle regioni e delle province autonome
Atti non sindacabili:
• i regolamenti parlamentari
• gli atti normativi secondari (regolamenti)
• gli atti normativi di altri ordinamenti (es.: i regolamenti dell’Unione europea)
• le fonti fatto (consuetudini)
➡️
L’ACCESSO AL GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE
RICORSO INDIRETTO/IN VIA INCIDENTALE —> precondizione di un processo
ordinario (civile, penale) o amministrativo
! Chi solleva la questione di legittimità costituzionale?
• Questione sollevata su istanza di una delle parti nel corso di un giudizio (parti
private o pubblico ministero)
• Questione sollevata dal giudice
-> Le parti e il giudice devono indicare:
• l’oggetto, cioè le disposizioni della legge o dell’atto avente forza di legge dello Stato
o della legge regionale che si ritengono viziate da illegittimità costituzionale
• il parametro, cioè le disposizioni della Costituzione o delle leggi costituzionali che si
assumono violate
! A questo punto il giudice si dice GIUDICE A QUO, rappresenta colui dal quale
parte il procedimento verso la Corte, responsabile di definire la rilevanza e la
↪️
fondatezza della questione
↪️
rilevanza: è necessaria o meno quella norma all’interno di questo procedimento?
fondatezza: il dubbio è consistente o pretestuoso? Vi è la necessità di
selezionare e snellire quanto più possibile il lavoro della Corte
! Se la questione è rilevante e fondata gli atti vengono trasmessi alla corte
Costituzionale e vi è la sospensione temporanea del processo in corso. Se la
questione di legittimità costituzionale è irrilevante e manifestamente infondata —> Il
giudice a quo respinge con ordinanza motivata l’eccezione di illegittimità, che può
essere riproposta all’inizio di ogni grado ulteriore del processo
! Pubblicazione dell’ordinanza nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica (serie
Corte costituzionale, «atti di promovimento del giudizio della Corte costituzionale») e
nel Bollettino Ufficiale delle regioni interessate; le ordinanze sono poi notificate
entro 20 giorni al pubblico ministero e al Presidente del Consiglio (nel caso in
cui la questione di legittimità riguardi una legge dello Stato) o al Presidente della
Giunta regionale (nel caso in cui la questione riguardi invece una legge regionale)
! Nomina da parte del presidente della Corte costituzionale di un giudice
relatore (trascorso il termine precedente) e convocazione della Corte per la
discussione (entro i successivi 20 giorni)
➡️
LE DECISIONI DELLA CORTE COSTITUZIONALE
LA CONCLUSIONE DEI PROCESSI TRAMITE SENTENZE
• Sentenza: quando la Corte «giudica in via definitiva»
- Sentenze di accoglimento: producono l’annullamento delle norme di legge
dichiarate incostituzionali
- Sentenze di rigetto: la Corte costituzionale dichiara non fondata la questione
di legittimità costituzionale e questo si riversa nel processo giurisdizionale: il
giudice a quo per risolvere il processo sarà costretto ad applicare le norme di
legge alle quali la Costituzione ha dichiarato infondati i dubbi di legittimità
costituzionale precedentemente avanzati
! Altri casi di sentenze di accoglimento:
• Sentenze di accoglimento parziale o ablative: illegittimità della disposizione nella
parte in cui il testo di tale disposizione prevede un qualche cosa che invece non
dovrebbe prevedere. Viene lasciata in vita la parte restante e legittima della norma
• Sentenze sostitutive: illegittimità della disposizione nella parte in cui prevede una
determinata norma anziché un’altra, che viene individuata dalla Corte e introdotta
per sostituzione. L’effetto è che la sentenza impone al giudice comune l’applicazione
della norma individuata dalla Corte in sostituzione di quella dichiarata illegittima.
• Sentenze additive o aggiuntive: illegittimità della disposizione nella parte in cui non
prevede una norma costituzionalmente necessaria, che viene integrata al testo dalla
Corte per aggiunta
• Sentenze additive di principio: illegittimità della disposizione nella parte in cui non
prevede qualcosa, senza che la Corte aggiunga una norma specifica, ma
individuando un principio generale la cui
attuazione è lasciata al legislatore
NB Nel caso del processo in via d’azione: se la Corte adotta una sentenza di
accoglimento -> annullamento della legge statale o regionale impugnata; se la Corte
adotta una sentenza di rigetto -> è consentita l'applicazione della legge
2. RISOLUZIONE DEI CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE —> altra funzione della
Corte
• Tipologia: conflitti fra poteri dello Stato (conflitti interorganici) e conflitti fra Stato e
regioni o fra regioni (conflitti intersoggettivi)
• Oggetto: la delimitazione della sfera di attribuzioni costituzionalmente
spettanti ad organi e soggetti costituzionali: a chi spetta la titolarità della
➡️
competenza? come deve essere esercitata la competenza?
FRA POTERI DELLO STATO
«Il conflitto tra poteri dello Stato è risolto dalla Corte costituzionale se insorge tra
organi competenti a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui
appartengono e per la delimitazione della sfera di attribuzioni determinata per i vari
poteri da norme costituzionali» (profilo soggettivo e profilo oggettivo).
• Conflitti tra poteri (ex tra organi detentori del potere legislativo e di quello esecutivo)
risolti dalla Corte costituzionale
• Conflitti di giurisdizione (tra giudici ordinari e giudici speciali): risolti dalla Corte di
cassazione
• Conflitti di competenza (tra organi all’interno. dello stesso potere): risolta da organi
appartenenti allo stesso potere
! QUALI SONO I POTERI DELLO STATO?
-> Potere legislativo
• ciascuna delle due Camere
• commissioni permanenti in sede deliberante
• commissioni parlamentari d’inchiesta
• commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi
radiotelevisivi
-> Potere esecutivo
• presidente del Consiglio
• ministri nei cui confronti sia fatta valere una mozione di sfiducia individuale
• ministro della giustizia
-> Potere giurisdizionale
• ciascun giudice (giudici ordinari e giudici speciali: es.
Corte dei conti)
• pubblici ministeri
• collegio per i reati ministeriali («tribunale dei ministri»)
-> Poteri-organo
• presidente della Repubblica
• Corte costituzionale
• Consiglio superiore della magistratura
• comitati promotori di referendum
! COME LA CORTE COSTITUZIONALE GIUDICA I CONFLITTI FRA POTERI?
L’iter è il seguente:
• Ricorso per conflitto di attribuzione dell’organo interessato (senza termine di
decadenza)
• Giudizio preliminare sull’ammissibilità del conflitto -> ordinanza della Corte che
dichiara ammissibile il ricorso (se sussiste «materia di un conflitto») oppure lo
dichiara inammissibile
• Giudizio nel merito -> sentenza della Corte che dichiara il potere al quale spettano
le attribuzioni in contestazione e, ove sia emanato un atto viziato da incompetenza,
lo annulla
AUTONOMIE TERRITORIALI
Per studiare come i pubblici poteri sono organizzati nella ripartizione delle loro
attività si distingue innanzitutto tra:
● STATO UNITARIO: forma sempre meno frequente nelle democrazie moderne;
indica lo stato centrale come unica vera fonte di potere. Per esempio è la
Francia uno stato di stampo centralista
● STATO FEDERALE: stato composto da un governo centrale + un governo
degli Stati membri. Stato che nasce da preesistenti stati che decidono di unirsi
in una realtà federata
● STATO REGIONALE: gradualmente il potere centrale cede funzioni alle realtà
territoriali (—> opposto dello stato federale). Un esempio è l’Italia
NB è sempre più difficile distinguere tra stato federale e regionale; l’unico vero
elemento di differenza riguarda il fatto che i Parlamenti degli stati federali sono
parlamenti bicamerali in cui 1 delle 2 camere rappresenta gli stati membri.
—> Dalla Costituzione alle riforme: è tra il 1970 e il 2000 che gradualmente lo
Stato, fino a quel momento vero protagonista, decentra il suo potere tramite decreti
di trasferimento delle funzioni.
Riforma Bassanini (a Costituzione invariata). Una svolta si ebbe nel 1997 con la
"legge Bassanini". Essa introduce il principio secondo il quale alle Regioni e gli enti
locali dovevano essere attribuite tutte le funzioni e compiti amministrativi relativi alla
cura e alla promozione dello sviluppo delle rispettive comunità. Tramite queste
innovazioni si intendeva valorizzare soprattutto i comuni e andare a rendere più
efficienti le procedure burocratiche.
Riforma del Titolo V→ Nel 2001 il Parlamento ha approvato una legge
costituzionale di riforma organica del titolo V, la quale ha realizzato un forte
decentramento politico. La riforma ha rafforzato e attuato il disegno di una
Repubblica delle autonomie, articolata su più livelli territoriali di governo. La
costituzione ha previsto che la Repubblica è articolata in Comuni, Province, Città
metropolitane, Regioni e Stato, tutti costituzionalmente dotati di autonomia politica (e
di corrispondente autonomia statutaria) e posti sullo stesso piano. Si tratta di una
riforma che presenta alcuni grandi elementi:
1. Rovesciamento delle attribuzioni di competenze: non si parla più di
un’articolazione in Stato, regioni, città metropolitane, province, comuni; bensì
si attiva quello che possiamo definire lo schema della democrazia di
prossimità in cui si parte quindi dai comuni per arrivare allo Stato
2. Riconoscimento di competenze statali e numerate: lo Stato mantiene una
competenza esclusiva in 17 materie, in 19 materie si ha una legislazione
concorrente fra Stato e Regioni, in tutte le residue materie spetta alle Regioni
la potestà legislativa
3. Riconoscimento di competenze residuali per le regioni: lo schema era
prima invertito, erano date una serie di competenze alle regioni e quelle
residuali allo Stato. Il concetto di residualità indica il protagonismo, di fatto con
questa riforma le regioni vengono autonomizzate e responsabilizzate
4. Scomparsa dell’interesse nazionale e comparsa del Principio di leale
collaborazione. Il principio è di derivazione comunitaria ed è richiamato
all'art. 10 del Trattato CE, laddove si precisa che gli Stati membri sono tenuti
ad adoperarsi con ogni mezzo per agevolare la Comunità nell'adempimento
dei suoi obblighi. Nella riforma del Titolo V viene COSTITUZIONALIZZATO Il
"principio di leale collaborazione", che deve governare i rapporti tra lo Stato e
le Regioni. Prima della riforma del 2001 era previsto che il Governo potesse
bloccare le leggi regionali, impugnandole, nell'interesse nazionale, di fatto il
Governo godeva di una posizione di supremazia rispetto alle Regioni, ma la
riforma del 2001 elimina qualsiasi riferimento all'interesse nazionale
5. Interruzione della dipendenza tra funzioni legislative e competenze
amministrative: il Comune diventa titolare delle funzioni amministrative per
eccellenza.
—> Attribuzione delle funzioni amministrative; con la riforma del Titolo V il
Comune diviene titolare delle funzioni amministrative le quali si basano sui
principi di:
• 1. Sussidiarietà: il livello di Governo superiore interviene solo quando
l'amministrazione più vicina ai cittadini non possa da sola assolvere al compito
(“sussidiarietà VERTICALE”)
• 2. Differenziazione: enti dello stesso livello possono avere competenze diverse
• 3. Adeguatezza: le funzioni devono essere affidate ad enti che abbiano requisiti
sufficienti di efficienza
PROVINCIA
● Ente intermedio tra Comune e regione
● I suoi organi sono il Consiglio provinciale (eletto a suffragio ristretto solo dai
sindaci e dai consiglieri comunali della provincia), la Giunta provinciale
(nominata dal Presidente della Provincia e composta dagli assessori) e il
Presidente della Provincia (funzioni di rappresentanza)
● Ha funzioni di "area vasta" di coordinamento (urbanistica, ambienti, trasporti..)
● Nelle città maggiori la Città metropolitana si sostituisce si sostituisce alla
Provincia
REGIONE
• Consiglio regionale: eletto dagli elettori regionali, titolare della funzione legislativa
e del potere di fare proposte alle Camere
• Presidente della Regione: eletto a suffragio universale e diretto dall'intero corpo
elettorale regionale → rappresenta la Regione, dirige la politica della Giunta e
coordina gli assessori, promulga le leggi e dirige le funzioni amministrative delegate
dallo Stato alla Regione
• La Giunta regionale: l'organo esecutivo della Regione, diretta politicamente dal
Presidente eletto, cui la Costituzione affida il potere di nominare i componenti della
Giunta, nonché il potere di revocarli; si compone di assessori ai quali spetta un
determinato settore dell’amministrazione regionale
• Il Consiglio regionale può esprimere la sfiducia nei confronti del Presidente della
Giunta mediante mozione motivata —> l'approvazione della mozione di sfiducia
determina le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio regionale, con la
conseguenza che si andrà a nuove elezioni per il rinnovo di entrambi gli organi
(simul stabunt simul cadent) —> la presenza della fiducia è ciò che distingue il
meccanismo delle regioni dallo forma di governo presidenziale
ISTITUTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA
DEMOCRAZIA DIRETTA
- si costituisce da quegli istituti che permettono l’esercizio della sovranità
in proprio, saltando le mediazioni degli organi rappresentativi
- Tipologia di democrazia più antica, presente già nell’antica Grecia seppur in
modo censitario/oligarchico —> possono esercitare la sovranità in modo
diretto solo alcune fasce della società
- Tenuta ai margini tra ‘700 ed ‘800 dagli illuministi e dai sostenitori dello stato
liberale: Benjamin Constant agli inizi dell’800 dice esplicitamente che la
democrazia diretta non và accolta bensì contrastata. Questo studioso di
matrice liberale intende tutelare gli interessi della classe dominante,
dimostrando come lo stato moderno, territorialmente esteso, non può essere
adatto ad un tipo di democrazia come quella diretta che era infatti stata
promossa in una realtà piccola come quella della città stato greca, in cui era
naturalmente più facile riunire chi possedeva diritti politici
- È nel primo Novecento con il passaggio dallo stato liberale a quello
democratico pluralista che la questione si ripropone in quanto il popolo
richiede un proprio intervento diretto —> questo meccanismo si interrompe
con i totalitarismi della prima metà del’900
- Saranno le assemblee costituenti a disciplinare degli istituti di democrazia
diretta che non possono più essere ignorati —> è comunque la democrazia in
forma indiretta/di rappresentanza, che continua a rimanere a fondamenta del
principio democratico —> la DEMOCRAZIA DIRETTA ha funzione
INTEGRATIVA interviene dove non arriva la rappresentanza e arricchisce la
capacità di rispondere a quelle esigenze che si affermano come maggioritarie
nella società, senza però alterare il sistema costitutivo, tanto che il potere di
decidere le questioni oggetto d’esame resta radicato in capo agli organi
rappresentativi.
- ASSEMBLEE POPOLARI: istituto più vicino alla forma greca, indica la possibilità
della popolazione di riunirsi per dibattere questioni di interesse comune. Presenti
oggi in Stati Uniti e Svizzera, per ragioni storiche —> queste aree di stampo
calvinista si costituivano da comunità piccole in cui tutti possedevano un ruolo. Non
si affermano a livello statale, bensì si può parlare di un istituto a livello locale —> si
parla di democrazia partecipativa più che di democrazia diretta. Inoltre in Italia pur
non essendo costituzionalizzato, tramite i media sono nate le assemblee popolari di
carattere virtuale/digitale
- REVOCA DEGLI ELETTI: istituto estraneo all’ordinamento italiano, neanche
dibattuto dal Costituente, presente invece nelle realtà statunitense e svizzera. Indica
la possibilità di votare per togliere la carica (voto al contrario) —> chi è stato eletto e
agisce in modo sbagliato può essere destituito
PETIZIONE
L’art. 50 afferma che: “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per
chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”. —> È l’atto con il
quale i cittadini portano a conoscenza delle Camere istanze ed esigenze particolari,
↪️
comuni a una pluralità di individui, affinché il Parlamento stesso vi provveda.
La petizione, sia essa esercitata dal singolo o da una pluralità di individui, deve
rappresentare un interesse pubblico e, pertanto, non è ammissibile per
rivendicare diritti soggettivi o interessi legittimi che invece sono tutelati dall’autorità
↪️
giudiziaria ordinaria o amministrativa.
A differenza dell’iniziativa legislativa popolare, il diritto di petizione può essere
azionato facilmente perché:
1. non richiede particolari formalità, eccettuata l’autenticazione della firma del
proponente —> struttura non necessariamente formale
2. senza limiti di numero —> può essere esercitato anche da una singola
persona, o da gruppi di più persone —> inclusiva dal punto di vista
quantitativa (anche un singolo cittadino può rivolgerla) e qualitativo
(presentabile da tutti i cittadini, anche minorenni) —> diritto di cui ne è titolare
la generalità dei cittadini
3. anche se rivolta ad ottenere provvedimenti legislativi, non prevede la
formulazione di una proposta di legge vera e propria, come invece è richiesto
per l’esercizio dell’iniziativa popolare;
➡️
4. può avere ad oggetto tutte le materie.
è da rilevare che le petizioni ricevono una scarsa attenzione da parte delle
Camere alle quali sono indirizzate, ragion per cui l’istituto è praticamente caduto in
disuso nelle ultime legislature, ed anche in quelle precedenti non ha prodotto
↪️
apprezzabili risultati
possiamo per questo dire che la petizione si traduce non tanto in un esercizio
diretto della sovranità quanto in una funzione di stimolo e di informazione nei
confronti delle Camere: rende loro possibile di conoscere alcune problematiche
↪️
cinquantamila elettori di un progetto redatto in articoli.
istituto giuridicamente più esigente
1. Richiesta quantitativa e quantitativa: almeno 50.000 elettori
2. Requisito formale del testo: si richiede la presentazione di un progetto redatto
in articoli (come per tutti gli altri membri a cui è dato il diritto di iniziativa
↪️
legislativa)
Circa i contenuti: non si prevedono limiti di materia e possono assumere la forma
➡️
sia di progetti di legge ordinaria, sia costituzionale.
Nella prassi si è rivelato un istituto dal potere limitato: non garantisce ai
proponenti l’esame parlamentare della loro proposta. Gli organi parlamentari
hanno l’obbligo di calendarizzare la proposta/di prenderla in considerazione, ma non
hanno l’obbligo di pronunciarsi in materia/di pronunciarsi sulle proposte di iniziativa
popolare e neanche esistono meccanismi che garantiscano forme significative di
priorità procedurale. —> ciò avviene perché il politico italiano è refrattario al
↪️
confronto e all’attivazione delle richieste promosse dalla società civile
la funzione rimane sostanzialmente la stessa della petizione, ossia quella di
stimolo all’attività parlamentare
REFERENDUM
Il referendum può essere (nel nostro ordinamento):
1. COSTITUZIONALE: previsto per le leggi di revisione della Costituzione e le
altre leggi costituzionali; detto anche sospensivo poiché una volta avviata la
procedura referendaria, quest’ultima sospende il perfezionamento del
procedimento di revisione costituzionale fino al momento della consultazione
popolare, la quale deve avere voto favorevole alla revisione stessa. Le
modalità di referendum ricalcano in larga misura quelle previste per il
referendum abrogativo, salvo il giudizio di ammissibilità
2. ABROGATIVO: previsto per le leggi ordinarie dello Stato e per le leggi
regionali
3. TERRITORIALE: previsto obbligatoriamente per la modificazione di Regioni,
Province e Comuni
4. CONSULTIVO: ammesso soltanto a livello regionale e locale; ha come limite
fondamentale il fatto che il risultato non è obbligatorio da prendere in
considerazione per i poteri pubblici
REFERENDUM ABROGATIVO
- l'iniziativa referendaria può essere esercitata dai cittadini (500.000 elettori) o
dalle Regioni (5 Consigli regionali);
- può essere proposta «l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto
avente valore di legge» per legge si deve intendere una legge in senso formale,
approvata dal Parlamento secondo il procedimento ordinario, e per «atto avente
valore di legge» un decreto legge (approvato dal governo in casi eccezionali di
necessità e di urgenza e convertito entro 60 giorni dal parlamento) o un decreto
legislativo (adottato dal governo su delega parlamentare);
- quorum indica il numero minimo di elettori che devono partecipare alla votazione
—> presente un quorum partecipativo —> perché il referendum sia valido e
perciò idoneo ad abrogare la disposizione oggetto del quesito vi è un quorum fissato
nella maggioranza degli aventi diritto al voto, 50% + 1. Inoltre i voti devono anche
essere validamente espressi
- LIMITI del referendum abrogativo: non tutte le leggi possono essere oggetto di
↪️
abrogazione tramite referendum:
alcune materie sono sottratte : «le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di
↪️
indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali».
limiti sulle fonti: non possono essere oggetto di referendum abrogativo le leggi
della Costituzione e quelle di revisione costituzionale
—> SCHEMA DI ATTIVAZIONE
- Iniziativa da parte di 500.000 elettori o 5 consigli regionali
- Doppio controllo esercitato dall’Ufficio centrale per il referendum,
situato presso la Corte di Cassazione. Il primo controllo riguarda la
conformità/legalità delle firme e fornisce un giudizio di procedibilità; il
secondo controllo fornisce un giudizio di ammissibilità da parte della Corte
costituzionale, ed è diretto ad accertare l’inesistenza di una violazione dei
↪️
limiti fissati dalla Costituzione all’istituto referendario
- le richieste referendarie devono essere depositate nel periodo compreso
tra il 1 gennaio e il 30 settembre; l’ordinanza dell’Ufficio centrale per il
referendum deve essere emanata entro il 15 dicembre; la sentenza della
↪️
Corte costituzionale deve essere pubblicata entro il 10 febbraio
- Non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla
scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di
convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere
medesime
- Se la richiesta supera il doppio controllo, spetta al Presidente della
Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, indire con proprio
decreto il referendum in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15
giugno
- L’ultima fase riguarda lo scrutinio, presso l’Ufficio centrale della Cassazione,
e la proclamazione dei risultati
- Nel caso in cui viene approvata l’abrogazione parziale o totale della
legge, è il Presidente della Repubblica che provvede con proprio decreto a
dichiara L’avvenuta abrogazione, i cui effetti decorrono dal giorno successivo
a quello della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
—> ABROGATIVO vs COSTITUZIONALE
- 1= si riferisce a ciò che è già in vigore; 2= si riferisce ad una fonte non ancora
vigente, interviene per approvare una fonte
- 1= può toccare le fonti primarie (leggi formali/ordinarie + atti aventi forza di
legge) ma non la Costituzione; 2= la fonte coinvolta è la Costituzione
- Chi ha potere di iniziativa? 1= 500.000 elettori e 5 consigli regionali; 2=
500.000 elettori, 5 consigli regionali, ⅕ dei membri componenti di una Camera
- Quorum di partecipazione? 1= valido solo se soddisfatto il quorum di 50% + 1
degli aventi diritto al voto; 2= risultato valido a prescindere dal numero dei
votanti
! Tra i referendum abrogativi ricordiamo come più rilevante quello sul divorzio del
1974: il divorzio fu approvato dal Parlamento tramite legge nel 1970, il referendum
subentra su volontà della DC; una parte del mondo cattolico covava infatti l'illusione
che appellandosi direttamente al corpo elettorale, su tale questione si sarebbe
pronunciata una maggioranza conservatrice e clericale.
DIRITTI DI LIBERTÀ
La disciplina dei diritti di libertà costituisce, insieme alla forma di governo/al frame of
governance, uno dei 2 pilastri del Costituzionalismo moderno.
All’evoluzione storica delle diverse forme di Stato si accompagna una parallela
evoluzione della disciplina delle libertà —> progressivamente vengono
riconosciuti diritti e libertà che lo Stato non potrà più ignorare.
↪️
indicare questa nuova forma di Stato si parla di STATO SOCIALE
● dall’affermazione del principio di eguaglianza sostanziale dipendono i
DIRITTI SOCIALI, i più tipici tra quelli di seconda generazione e tramite cui
↪️
l’individuo viene valorizzato in quanto persona
● nella Costituzione è ricco l’elenco dei diritti sociali: diritto al lavoro, diritto
all’assistenza sanitaria, diritto all’istruzione, diritto di sciopero, diritto di difesa
ecc.
↪️
condizioni che rendano effettivo questo diritto
giustificazione sul piano giuridico di tutti gli interventi dello Stato volti a favorire
↪️
livelli occupazionali sempre più alti
comporta l'illegittimità costituzionale di ogni ingiustificato ostacolo nell’accesso al
↪️
mondo del lavoro
si intende il diritto al lavoro anche come diritto alla conservazione del posto di
lavoro
↪️
interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti
i soggetti pubblici sono tenuti ad intervenire direttamente attraverso strutture
↪️
assistenziali, strumenti idonei, ecc
l’impegno dei soggetti pubblici è indirizzato a garantire le condizioni minime di
salute e di benessere psicofisico dell’individuo, indipendentemente dalle sue
condizioni economiche —> vi è infatti un Servizio Sanitario Nazionale
↪️
Art.33-34 la scuola è aperta a tutti
principio fondamentale di libertà di accesso al sistema scolastico: obbligatorietà,
gratuità dell’istruzione inferiore per almeno 8 anni —> illegittima ogni forma di
↪️
discriminazione nell’accesso al sistema scolastico
principio fondamentale del necessario intervento dello Stato attraverso borse di
studio, finanziamenti
↪️ la situazione attuale si caratterizza da interventi disorganici e lontani dal
soddisfare le esigenze inizialmente previste dal Costituente
↪️
l’essere umano è un animale sociale e politico
● per dimostrare la correlazione tra libertà individuali e libertà collettive è
possibile far riferimento al legame tra la tripartizione: libertà di manifestazione
del pensiero, libertà di riunione e libertà d’associazione. È per esempio
l’attivismo politico che si nutre di questi 3 elementi i quali, combinati,
garantiscono gli interessi sociali degli individui + proteggono e promuovono il
buon funzionamento del dibattito democratico
↪️
LIBERTÀ DI MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO
ART. 21 COSTITUZIONE Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
→ Precedenti storici
• 1689 Bill of rights in cui si affermano, in particolare, la libertà di religione, di parola
e di stampa
• 1789 Dichiarazione francese dei diritti dell’uomo e del cittadino definisce il diritto in
esame uno dei diritti “più preziosi” dell’uomo
• 1848 Statuto Albertino art. 28 “La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli
abusi”
LIMITI
• il limite esplicito Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre
manifestazioni contrarie al buon costume: il buon costume rimane un termine vago,
mobile, aperto all’evoluzione sociale; per il Costituente riguarda la sfera del pudore
sessuale, il cui senso si evolve però nel tempo
• limiti impliciti, stabiliti dal legislatore, suddivisi, a loro volta, in due categorie: o
relativi ad interessi pubblici ( di natura collettiva), o relativi ad interessi privati (di
natura individuale)
—> Limiti impliciti riguardanti interessi di natura pubblica/collettiva
• Il segreto di Stato: è vietata la pubblicazione di notizie coperte dal segreto di Stato
a tutela della sicurezza nazionale o dell’interesse politico dello Stato
• Il segreto d’ufficio
• Il segreto investigativo
• L’ordine pubblico
—> Limiti impliciti riguardanti interessi di natura privata
• Tutela dell’onore
• Diritto alla riservatezza, all’identità personale e di immagine
• Diritto di rettifica
• Diritto alla tutela dei minori
• Diritto ad una pubblicità non ingannevole
• Diritto ad una informazione equilibrata ed imparziale durante le campagne elettorali
↪️
LIBERTÀ DI RIUNIONE
RIFERIMENTO DIRETTAMENTE PRESENTE IN COSTITUZIONE→ Articolo 17
+ TUPS —> Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza
- Con il termine riunione si intende la compresenza volontaria di più persone
nello stesso luogo e per un obiettivo comune —> consiste nella consapevole
facoltà di darsi convegno (cd. compresenza), temporaneamente e volontariamente,
in un luogo determinato ed in seguito a preventivo accordo o su invito dei promotori,
al fine di soddisfare uno specifico interesse comune che può essere di varia natura:
politico, culturale, religioso, sportivo etc;
- I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.
- libertà strumentale collettiva a tutela della «socialità della persona» e al diritto di
scambiarsi conoscenze ed opinioni
- si ricollega all’art. 2 perché anche se si pone come «libertà del singolo», non può
essere esercitata individualmente, ma congiuntamente ad altri soggetti; spesso
costituisce lo strumento attraverso cui le formazioni sociali perseguono i propri fini, in
quanto consente il libero dialogo e lo scambio di idee.
- Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico (un cinema, uno stadio, un teatro),
non è richiesto preavviso. —> private: che si svolgono in luoghi privati;
- Delle riunioni in luogo pubblico di transito (via,piazza) deve essere dato preavviso
(distinzione tra preavviso e autorizzazione) alle autorità, che possono vietarle
soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica —> di fronte al
divieto di tenere la riunione, agli organizzatori è possibile far ricorso davanti ad un
giudice amministrativo
—> TIPOLOGIE di riunione
• dimostrazioni: riunioni che danno luogo a manifestazioni per scopi civili o politici;
• assemblee;
• convegni;
• comizi;
• cortei: sono considerate «riunioni in movimento» (o itineranti) dove l’identità del
luogo è puramente relativa a soggetti riuniti e compresenti nello stesso spazio, sia
che rimangano fermi, sia che si muovano;
↪️
LIBERTÀ DI ASSOCIAZIONE
RIFERIMENTI DIRETTAMENTE PRESENTI IN COSTITUZIONE→ Articolo 18 +
TUPS —> Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza
- I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per
fini che non sono vietati al singolo dalla legge penale —> LIMITE opponibile alla
libertà dei cittadini di associarsi liberamente consiste nel perseguimento di fini che
sono vietati al singolo della legge penale (come è vietato al singolo commettere
reati, sarà vietata un’associazione costituita a tal fine.
- Sono PROIBITE le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche
indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
- È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista —>
LIMITE
Art. 20 → associazionismo religioso
Art. 39 → associazionismo sindacale: concepito dal Costituente come
un’organizzazione chiamata a svolgere un ruolo fondamentale in sede di definizione
delle condizioni di lavoro, mediante la contrattazione collettiva. Tuttavia i sindacati
non hanno mai raggiunto un riconoscimento come persona giuridica per i sono
associazioni non riconosciute
Art. 49 → associazionismo partitico: il diritto all’associazione politica rappresenta lo
strumento principale di partecipazione politica dei cittadini. L’unico limite riguarda il
↪️
rispetto del metodo democratico nello svolgimento delle sue attività
Elementi in comune con la lib. di associazione: carattere volontario (ciò esclude
↪️
la famiglia dalle associazioni);
Elementi di distinzione con la lib. di associazione: presenza di un NUCLEO DI
ORGANIZZAZIONE e CARATTERE STABILE.
→ 3 GARANZIE:
➔l’adesione ad una associazione deve essere LIBERA→ oltre alla protezione
positiva vi è anche una protezione della libertà negativa di NON associarsi
(eccezioni: ordini professionali, federazioni sportive);
➔ l’istituzione di una associazione avviene SENZA AUTORIZZAZIONE;
➔ riserva di legge rinforzata → ci si può associare «per fini che non sono vietati ai
singoli dalla legge penale»: garantisce alle associazioni la possibilità di fare tutto ciò
che possono fare i singoli (la legge NON può porre limiti e divieti specifici per le
associazioni).