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1.

Caratteri fondamentali del fenomeno


giuridico
1. Il diritto e la società
● Diritto: complesso di regole di condotta che disciplinano i rapporti tra i membri
di una collettività in un dato momento storico
! Il fenomeno giuridico
● Un complesso di regole che nasce dove esiste una qualche forma di
aggregazione sociale
● La sua nascita dipende dall’emergenza di finalità comuni —> trasformazione
in Città-Stato
● Lo Stato ha origine da un processo evolutivo nelle strutture sociali che si pone
di pari passo con la formazione di un tessuto di regole
● Caratterizzato dalla storicità: riflette l’evoluzione economica, sociale e
culturale della collettività

2. Le caratteristiche del fenomeno giuridico


● Effettività: il fenomeno giuridico è un mezzo strutturato e standardizzato, un
modello applicabile in tutti i casi, una regola collegata a specifiche sanzioni
che, almeno nella teoria, oltre ad esistere sul piano formale dovrebbe avere
anche valore concreto
● Certezza: si cerca di utilizzare dei paradigmi (strutture, istituti..) che diano
certezza effettiva dell’applicazione delle regole del diritto
● Ordine
● Relatività: il diritto può subire delle mutazioni a seconda delle esigenze della
comunità sociale

3. Il contenuto delle norme giuridiche


! Norma giuridica
● regola di comportamento obbligatoria per tutti i componenti di una
determinata società
● Intende disciplinare una fattispecie astratta (racchiude gli eventi cui
riconoscere determinati effetti giuridici)
● Posizioni soggettive di svantaggio: la norma impone doveri, obblighi, oneri
● Posizioni soggettive di vantaggio: diritto ad esigere dagli altri un
comportamento conforme a quello imposto dalla norma giuridica (ex diritto
soggettivo e interesse legittimo)

4. Soggetti giuridici
! Soggetti giuridici= coloro a cui le norme si rivolgono nell’imporre obblighi e
nell’attribuzione diritti
● Persone fisiche: soggetti dotati di capacità giuridica, cioè idonei almeno
potenzialmente ad essere titolari di diritti e obblighi; il soggetto deve
possedere anche la capacità di agire
● Persone giuridiche: intende una pluralità di persone che danno vita ad
un’organizzazione al fine di raggiungere una finalità comune. Esistono quelle
private e quelle pubbliche come lo Stato

5. Il concetto di ordinamento giuridico e la pluralità degli


ordinamenti giuridici
! Ordinamento giuridico= sistema, insieme di regole di diritto che si presenta dotato
di complessità e stabilità
● Costituito anche dall’apparato organizzativo, di soggetti istituzionali, che ne
assicurino la produzione (Parlamento), l’applicazione (Governo) e
l’osservanza (Magistratura)
! Pluralità degli ordinamenti giuridici —> Distinzione in fini
● ordinamenti particolari quelli che si propongono di raggiungere finalità varie
delimitate ad un certo settore;
● ordinamenti generali quelli che propongono il soddisfacimento del “bene
comune”. Gli ordinamenti generali o politici si dividono in originari, come lo
Stato, o derivati, sottoposti cioè ad un altro ordinamento dal quale ripetono i
loro poteri (ex. Comune, Provincia, Regione). Questi ultimi sono anche detti
substatali, al tempo stesso esistono ordinamenti sovranazionali come l’Onu,
la Nato e l'Unione europea.
● Esigenza di assicurare convivenza armonica e relazioni reciproche tra i
diversi ordinamenti
● Lo Stato può assumere atteggiamenti di diversa apertura rispetto agli altri
ordinamenti
! Lo Stato-apparato inteso come ordinamento giuridico assicura una pacifica
convivenza, regolando i conflitti e perseguendo le finalità dello Stato-comunità, con
cui si intende la collettività sociale

6. Ordinamenti giuridici di “common law” e “civil law”


“COMMON-LAW”:
● Ordinamento anglosassone, americano e del Commonwealth
● Ordinamenti che si basano su un tessuto di regole, molte delle quali non
scritte ma ricavate da decisioni giurisprudenziali, dall’esperienza e dalla
prassi, vi è un’interpretazione univoca del diritto
● Ci si attiene a casi analoghi; vige il principio dello stare decisis, secondo cui
nessun giudice può discostarsi dai principi di diritto affermati da un giudice di
grado uguale/superiore in un caso analogo —> la sentenza del giudice
acquista valore normativo, diventando fonte di diritto
● Le decisioni del giudice hanno efficacia erga omnes
“CIVIL LAW”
● Ordinamento italiano e del resto d’Europa
● Ordinamenti/sistemi giuridici che si basano su un tessuto di regole scritte
grazie all’intervento di istituzioni legittimate
● Il ruolo del giudice è solo quello di interpretare la regola giuridica scritta e
applicarla al caso concreto
● Decisioni prive di efficacia erga omnes

! La differenza di fondo riguarda la modalità di produzione delle norme giuridiche e i


soggetti coinvolti

8. L’interpretazione del diritto come metodo e come fonte


! L’attività giurisdizionale consiste nell’applicazione della norma giuridica ad una
fattispecie concreta (un singolo caso/vicenda) —> non sempre è facile identificare
quale norma occorra applicare al caso concreto, perciò il giudice deve interpretare.
L’interpretazione del diritto è un metodo che consente di svolgere adeguatamente
l’attività giurisdizionale, ma può portare anche alla creazione di nuove norme
giuridiche (questo negli ordinamenti di “common law”
● Interpretazione letterale sulla base del significato lessicale delle parole che
compongono la norma in questione
● Interpretazione logica per individuare la coerenza interna della legge e fare
ricorso ai suoi modelli preparatori
● Interpretazione analogica ossia ricerca di una norma che è stata applicata in
un caso concreto analogo
● Interpretazione sistematica ossia la ricerca di una norma adatta che viene
riesumata andando ad analizzare il sistema giuridico complessivo

2.Le forme di Stato e di governo nella loro


evoluzione storica
1. Il concetto di forma di Stato e di forma di governo
LE FORME DI STATO —> il RAPPORTO che intercorre tra AUTORITÀ dotate di
potestà d’imperio [GOVERNANTI]
e SOCIETÀ CIVILE [GOVERNATI]; rapporto verticale

➔ Quindi potremmo dire che la f.d.s. risponde a tre domande di base:


1) Qual è la finalità dello Stato “X”?
2) Che tipo di rapporto esiste tra l’apparato statale dello Stato “X” e i cittadini? —>
diritti e libertà e la loro effettiva presenza/applicazione
3) Quanto e come i membri della società civile possono PARTECIPARE alle
decisioni pubbliche? [Sono semplici “sudditi” o “cittadini” in senso compiuto?]
LE FORME DI GOVERNO —> Rapporto tra organi costituzionali; l’insieme degli
strumenti e dei mezzi mediante i quali una determinata organizzazione statuale
persegue le sue finalità; rapporto orizzontale

2. Le forme di Stato
La CLASSIFICAZIONE più tipica e diffusa delle f.d.s. è quella basata sulla loro
EVOLUZIONE STORICA → fornisce dei modelli basati su caratteristiche riassuntive
comuni: sono degli “idealtipi”, delle strutture essenziali dei fenomeni osservati, MA
ogni esperienza mantiene delle sue specificità (per es.: l’assolutismo in Francia ha
caratteristiche specifiche diverse da quello in Spagna, pur presentando tratti
comuni).
➔ Da questo punto di vista le principali f.d.s. sono:
1) Stato patrimoniale;
2) Stato assoluto; 3) evoluzione nello Stato di polizia;
4)Stato liberale;
5) Stato democratico-pluralista;
6) Stato autoritario [ + Stato totalitario];
7) Stato socialista.

STATO PATRIMONIALE
o Tipico del Medioevo/dell’età feudale→Lo stato patrimoniale è l’espressione
giuridico-politica tipica del feudalesimo
o La nozione di “stato” è pressoché inesistente nel senso tipico dell’età moderna e
contemporanea;
o Elevata frammentazione del potere e dei territori (affidati a feudatari);
o Concezione privatistica del potere del feudatario
→ il diritto di proprietà rappresenta la fonte stessa di legittimazione del potere: la
sfera dei diritti si arresta a quella dei soggetti titolari del diritto di proprietà; al di là di
ciò esiste una comunità indistinta di individui
→ gli interessi particolari prevalgono su tutti gli altri in un rapporto di natura
esclusivamente privatistica.

STATO ASSOLUTO
o Tipico dell’età moderna→Lo stato assoluto è l’espressione giuridico-politica del
processo di nascita e affermazione degli “stati nazionali” (caso esemplare: la Francia
di Luigi XIV); si afferma tra il ‘400 e il ‘600
o Concezione del diritto divino dei re;
o Nasce la nozione di “stato” nel senso tipico dell’età moderna e contemporanea +
concezione interventista dello stato
o Elevata centralizzazione del potere in mano al re e alla corona, anche in senso
territoriale (Luigi XIV: «L'état, c'est moi», «Lo Stato sono io») —> Stato centralista
→è contemporaneamente titolare dei tre poteri dello stato: legislativo, esecutivo e
giurisdizionale;
→il suo potere si esercita in modo concentrato dal punto di vista territoriale (forte
centralismo: scarso/inesistente potere dei territori).Il sovrano si pone come unico
rappresentante della comunità, che si considera a lui completamente subordinata. Di
entrambi questi aspetti può essere considerato come simbolo il progetto
(socio-politico prima ancora che architettonico) di Versailles.
o Il re è assoluto (legibus solutus) perché non è sottoposto alla legge, LA CREA,
come espressione della sua volontà→ La volontà del re diventa la fondazione del
diritto

STATO DI POLIZIA
o Tipico del tardo ‘700. Esperienze tipiche: Austria e Prussia (Maria Teresa d'Austria
e il figlio Giuseppe II, Federico il Grande);
o È una forma evoluta dello stato assoluto, di cui mantiene l’indivisibilità dei 3 poteri
in mano al sovrano;
o Stato frutto del “dispotismo illuminato” (Voltaire);
o Il termine “polizia” deriva dal gr. “politeia”: il fine dello stato è quello di accrescere il
benessere della popolazione (N.B.! senza coinvolgerla nelle scelte adottate). Si
esprime attraverso, grandi riforme giuridiche, politico-amministrative sociali:
→realizzazione di codici per organizzare il diritto nei vari settori; →realizzazione di
grandi opere pubbliche (strade, reti fognarie,
scuole, etc.);
→modernizzazione di vari servizi di natura pubblica, come la burocrazia, il fisco, gli
eserciti, la pubblica sicurezza, etc.

STATO LIBERALE
o Nasce nell’Inghilterra del XVII sec., per affermarsi nel corso del XVIII sec. E,
soprattutto, del XIX sec.;
o È espressione di alcune trasformazioni: economiche (passaggio da un’economia
prevalentemente agricola ad una di tipo industriale); politico-sociali (inadeguatezza
della struttura della struttura statale nel soddisfacimento delle esigenze delle nuove
classi emergenti, come la borghesia) —> la borghesia richiede un riconoscimento
politico, intende avere dei seggi in Parlamento perché è consapevole del proprio
ruolo sociale/economico ed intende accrescere il proprio potere economico
o SEPARAZIONE DEI POTERI→significativa limitazione del potere della Corona;
o Affermazione del principio di RAPPRESENTANZA POLITICA—> alcuni soggetti si
occupano di rappresentare in Parlamento gli interessi di specifiche classi sociali
o SI AFFERMA IL RUOLO MODERNO DEL PARLAMENTO—> si autoconvoca
attraverso un ufficio di Presidenza; lavora accanto al re, non per il re; ha valore di
legge ciò che piace al Parlamento
o Debolezza della Costituzione —> concessa dal sovrano, il suo potere = legge
ordinaria
o Si affermano i “diritti (e libertà) di prima generazione”:
1) libertà personale (Habeas corpus);
2) diritto alla proprietà privata;
3) libertà di parola;
4) diritto a un giusto processo —> processo standardizzato ed uniforme
5) diritto di voto (N.B.! estremamente ristretto e basato sul censo →“STATO
MONO-CLASSE”) —> gran parte della società è ancora emarginata
6) Affermazione del principio di UGUAGLIANZA FORMALE
o Anche detto Stato minimo: decide su poche questioni fondamentali, mantiene
l’ordine pubblico, intende mantenere l’incolumità della borghesia, ispirandosi alle
dottrine liberiste non interviene nell’ambito economico
o Per tutte queste sue caratteristiche è anche detto Stato di diritto
o Modello che entra in crisi tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, a causa di una serie
di contraddizioni: all’affermazione dell’ uguaglianza formale non corrispondeva
uguaglianza sostanziale —> aggravamento delle disuguaglianze ed esclusione delle
classi sociali più povere dalla vita politica; progressivo coinvolgimento dello Stato nel
settore economico

STATO DEMOCRATICO-PLURALISTA
o Si afferma dalla metà dell’800 in poi, quando la CLASSE OPERAIA comincia ad
essere consapevole del proprio ruolo economico/sociale
o Espansione dei diritti politici e della rappresentanza: dall’estensione del diritto di
voto al SUFFRAGIO UNIVERSALE (→“ detto anche STATO PLURI-CLASSE” o
Stato costituzionale di diritto)
o Si affermano i PARTITI DI MASSA e cambia quindi la fisionomia dei Parlamenti
o Riconoscimento e promozione dei DIRITTI SOCIALI, anche detti diritti di seconda
generazione —> Dallo “stato minimo” allo “stato interventista” —> progresso sociale,
sanità pubblica, istruzione pubblica, principio di UGUAGLIANZA SOSTANZIALE
o Supremazia della Costituzione —> rigida, lunga, prodotta da un’assemblea
democraticamente eletta, il gradino + alto delle fonti

STATO AUTORITARIO [ + STATO TOTALITARIO]


o Nasce con l’obiettivo primario di sostituire l’apparato dello Stato liberale e
accentrare il potere intorno alla figura del Capo
o La sovranità è esercitata da un PARTITO EGEMONE o da un DITTATORE
N.B.!→La divisione dei poteri è mantenuta, ma privata di equilibrio e sottomessa a
questi.
o ABOLIZIONE DELLO STATO DI DIRITTO E DEL PRINCIPIO DI LEGALITÀ
→l'attività del potere pubblico viene esercitata al di sopra della legge e senza
garanzie per i cittadini.
o Il Capo ed i vertici dello Stato, non sottostanno a nessun organo di controllo, quindi
non è possibile alcun accertamento delle responsabilità dell'operato dei vertici del
regime;
o LIMITAZIONE DEI DIRITTI INDIVIDUALI FONDAMENTALI quali la libertà
personale, la libertà di parola, la libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di
stampa —> politica repressiva
o LIMITAZIONE DEL PLURALISMO POLITICO→repressione di qualsiasi forma di
dissenso (divieto di costituire associazioni, o organizzazioni private, diverse da
quelle espressamente autorizzate) —> presenza del partito unico
o (ri-)accentramento statale → apparato burocratico, basato su rigidi principi
gerarchici.
o Stato esplicitamente e marcatamente interventista —> impegnato in ogni ambito
della vita economica/sociale

STATO SOCIALISTA
o Nasce con la caduta del regime zarista in Russia nel 1917
o Scopo → UGUAGLIANZA ECONOMICO-SOCIALE DEI CITTADINI, ESERCITATA
A COSTO DELLE LIBERTÀ INDIVIDUALI.
o Partito comunista come perno centrale attorno al quale ruota tutto il sistema
o Prevalenza di una classe sociale su tutte le altre —> dittatura del proletariato
o La proprietà dei mezzi di produzione (fabbriche, macchinari, terreni, capitali in
generale) è attribuita allo Stato (collettivizzazione)
o Pianificazione economica in mano allo stato → è lo Stato che, attraverso la
pianificazione centrale, decide: che cosa, quanto, dove, come produrre

STATO SOCIALE
o L’obiettivo fondamentale è rimuovere le disuguaglianze presenti nella società,
orientando in questa direzione l’azione dei pubblici poteri —> l’obiettivo è il
raggiungimento dell’ uguaglianza sostanziale
o Stato interventista
o Elementi di continuità con lo Stato liberale: divisione dei poteri, affermazione di
diritti e libertà definiti come assoluti
o Differenze con lo Stato liberale: pieno riconoscimento di istituti come partiti e
sindacati, mutamento dell’atteggiamento dei pubblici poteri, massiccio intervento
nell’economia
o Difficoltà di governo delle istituzioni pubbliche, sottoposte a condizionamenti da
parte di gruppi/interessi diversi

LO STATO UNITARIO, LO STATO FEDERALE, LO STATO REGIONALE


o Il principio dell’autonomia territoriale è un’acquisizione recente per i Paesi europei,
infatti nello Stato napoleonico, fortemente accentrato, il principio autonomistico non
trovava alcuno spazio —> principio che trova pieno riconoscimento soltanto con le
Costituzioni del secondo dopoguerra
o Principio largamente diffusosi negli ultimi anni —> crescente difficoltà a far fronte a
sistemi economici/interessi politici sempre più complessi
o Lo Stato federale è caratterizzato dalla competenza generale dei membri della
federazione; da questa competenza sono escluse le materie che vengono
espressamente riservate dalle norme costituzionali agli organi federali —>
autonomia delle autorità locali più ampia
o Nello Stato regionale sono gli organi centrali dello Stato ad avere una competenza
generale, salvo specifiche competenze affidate alle Regioni.

3. Le forme di Governo
Rapporto tra gli organi costituzionali di vertice di un determinato ordinamento —>
modalità organizzativa dei poteri
! NB: organi costituzionali di vertice = organi che non possono venire meno; sono in
un rapporto orizzontale —> tra loro vi è una condizione di parità
Domande a cui rispondere per distinguere le varie tipologie…
● Chi elegge il corpo elettorale?
● Esiste o no un rapporto di fiducia tra legislativo ed esecutivo?
● L’esecutivo può essere sfiduciato?
● Il Parlamento può essere sciolto?

MONARCHIA ASSOLUTA
● Forma di governo che si afferma parallelamente allo Stato assoluto
● Al sovrano spettano tutte le funzioni statuali: la funzione legislativa,
esecutivo-amministrativa e giurisdizionale —> concentrazione del potere in
capo all’organo sovrano
● NB lo Stato del Vaticano è rimasta l’unica forma di Monarchia assoluta di tipo
elettivo; il Papa è infatti un monarca assoluto

MONARCHIA COSTITUZIONALE
● Nasce teoricamente in Inghilterra con Locke e con l’affermazione del principio
di divisione dei poteri —> frantumazione dell’unicità del potere del sovrano e
ripartizione tra organi distinti ed autonomi l’uno rispetto all’altro
● Si afferma alla metà del 1600, dando avvio alla fase dello Stato liberale
● Entra in scena un nuovo protagonista, il Parlamento, nato dall’esigenza di
rappresentanza politica manifestata dai borghesi, nuova classe dominante
● Sovrano titolare della fruizione esecutiva e il Parlamento titolare di quella
giurisdizionale —> situazione dualista

FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE


● Tipica degli Stati Uniti d’America
● il corpo elettorale elegge il presidente e il parlamento (“Congresso” in USA)
● Il presidente è titolare del potere esecutivo (insieme capo dello stato e capo
del governo) —> affiancato da collaboratori e segretari, in particolare si
ricorda il segretario di stato (ministro degli esteri)
● Dualismo degli organi, distinti tra loro: Presidenza e Congresso (Parlamento
bicamerale, costituito dai rappresentanti dei singoli stati federali
● Non esiste un rapporto di fiducia che attesti la responsabilità dell’esecutivo di
fronte al legislativo—> il parlamento non può sfiduciare il presidente
● il presidente non può sciogliere il parlamento
● Elezione di medio termine —> sostituisce il rapporto di fiducia; il corpo
elettorale può manifestare il dissenso verso l’operato del presidente andando
a rinnovare il Parlamento e scegliendo membri del partito opposto a quello del
Presidente —> vi è un controllo sul Presidente e sul suo partito

FORMA DI GOVERNO DIRETTORIALE


● Svizzera come unico esempio
● L’obiettivo è garantire la stabilità dell’Esecutivo
● il corpo elettorale elegge il parlamento (Assemblea federale)
● l’esecutivo (“Direttorio” o “Consiglio federale” = capo dello stato + governo) è
collegiale ed è eletto dal parlamento
● Non vi è un rapporto di fiducia —> il parlamento (“Assemblea federale”) non
può sfiduciare il governo; il governo non può sciogliere il parlamento
● Simile al Presidenzialismo perché vi è separate a tra esecutivo e legislativo e
manca un rapporto di fiducia

FORMA DI GOVERNO SEMIPRESIDENZIALE


● Dominante nel continente europeo —> Francia
● il corpo elettorale elegge il presidente e il parlamento (= Presidenzialismo)
● il presidente ha funzioni rilevanti anche di indirizzo politico È indipendente dal
parlamento ma non può governare da solo deve servirsi di un governo (da lui
nominato)
● il vertice dell’esecutivo è «a due teste» o “bicefalo” (presidente —> eletto in
forma diretta dal corpo elettorale + primo ministro/premier —> rappresenta il
governo; viene eletto dal Presidente )
● il governo è legato al parlamento da rapporto fiduciario ( =/ da
Presidenzialismo; = al governo parlamentare)
● il parlamento può sfiduciare il governo
● il presidente può sciogliere il parlamento

FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE


● il corpo elettorale elegge il parlamento
● Fase monista —> al centro del sistema si colloca il Parlamento
● il capo dello stato —> ha funzioni limitate (ed è eletto dal parlamento, nel caso
delle repubbliche)
● Il capo dello stato —> può essere un monarca (ex monarchie parlamentari: in
questo caso si tratta di una figura più iconografica che giuridica); può essere
Presidente della Repubblica (prende decisioni + importanti)
● Il capo dello stato —> è un organo monocratico super partes; figura di
garanzia che custodisce la costituzione; ago della bilancia tra le forze
politiche; ruolo di nomina del Presidente del Consiglio
● l’esecutivo (primo ministro e gabinetto; “presidente del consiglio” e “consiglio
dei ministri” in Italia) si poggia sul rapporto di fiducia con il parlamento —> il
Governo una volta formato si presenta al Parlamento per ottenere
approvazione circa il programma di attività che intende svolgere
● il parlamento può sfiduciare il governo —> si parla di mozione di sfiducia;
spesso in Italia i governi cadono prima dei 5 anni
● il capo dello stato può sciogliere il parlamento —> si tratta di uno scioglimento
provocato dal Governo ma eseguito dal Presidente della Repubblica
● RAZIONALIZZAZIONE —> Fenomeno direttamente connesso alla STABILITÀ
DEL GOVERNO; fenomeno che porta ad adottare o meno delle regole per la
stabilità/continuità dei governi
—> Razionalizzazione FORTE (sfiducia costruttiva, Germania): il cancelliere, una
volta eletto dal Parlamento, può essere sfiduciato solo contestualmente all’elezione
di un nuovo Cancelliere
—> Razionalizzazione DEBOLE (caso italiano): dopo la sfiducia si riazzera tutto e
c’è ricorso a nuove consultazioni elettorali; non ci sono regole che sanciscono la
stabilità dell’esecutivo

FORMA DI GOVERNO DITTATORIALE


● Si afferma nel periodo tra le due guerre mondiali e si affianca da una forma di
Stato di tipo totalitario
● Capo del Governo non più "primus inter pares” ma centro motore dell’intero
sistema costituzionale —> funzioni dell’Esecutivo, potere di nomina e revoca
dei membri del Governo (scomparsa dell’istituto della fiducia parlamentare),
comando delle forze armate
● Si parla di regime a partito unico

FORMA DI GOVERNO DEGLI STATI SOCIALISTI


● Nasce con la Costituzione sovietica del 1936
● Soviet —> rete di assemblee elettive gerarchicamente ordinate
● Soviet supremo —> Parlamento della tradizione occidentale
● Presidium —> Compiti propri del Capo dello Stato e del Governo
● Istituzioni legate insieme da un rapporto fiduciario
● Scala gerarchica immaginaria che culmina nel Soviet supremo —> le
decisioni degli organi inferiori cedono di fronte a quelle dell’organo di livello
superiore

4. Forma di Stato, forma di Governo e sistema delle fonti


normative
! Nesso molto stretto tra l’assetto del potere politico, la sua distribuzione tra i diversi
organi dello Stato, la natura dei rapporti tra Stato e cittadini e il parallelo sviluppo del
sistema delle fonti normative
● Sistema di fonti normative = insieme dei principi che individuano le fonti
produttrici di regole giuridiche e ne disciplinano le reciproche interrelazioni.
—> nello Stato assoluto i decreti reali rappresentavano l’unica vera fonte normativa
—> con lo Stato liberale e l’avvento delle costituzioni si fissano non solo nuovi
valori/principi, ma anche regole fondamentali di distribuzione del potere tra i diversi
organi dello Stato e norme che disciplinano la produzione di altre regole giuridiche
—> nella forma parlamentare si dà ampio spazio alle fonti normative costituite
dall’Esecutivo
—> durante la fase autoritaria è il Governo l’unico vero centro di decisione politica
—> con le Costituzioni del secondo dopoguerra si arricchisce il sistema delle fonti
normative, ma al tempo stesso si opta per costituzioni sempre più rigide in cui il
sistema delle fonti trova il suo radicamento (spiegazione) proprio nella costituzione

16. Il sistema delle fonti normative- le fonti del


diritto
● Comunemente definite come “contenitori di norme giuridiche”
● Si definisce “fonte del diritto” l’atto o il fatto abilitato dall’ordinamento
giuridico a produrre norme giuridiche.
Alcuni requisiti tipici delle fonti:
● Generalità: la norma è destinata ad una pluralità indeterminata
● Astrattezza: la norma tende a valere nel tempo per tutti i rapporti che saranno
ad essa riconducibili
● Innovatività: la norma deve avere un contenuto precettivo/giuridicamente
vincolante
Alcune prime nozioni fondamentali:
• fonti di produzione: tutti gli atti e i fatti abilitati dall’ordinamento giuridico a
produrre nuove norme giuridiche.
È l’ordinamento che deve: individuare l’organo di produzione di quella norma +
individuare il tipo di procedimento della produzione. Le fonti primarie e secondarie
sono esempi di fonti di produzione
• fonti di cognizione: strumenti attraverso i quali i contenuti delle norme giuridiche
vengono rese conoscibili a chi deve rispettarli: si parla di connotazione pubblica delle
norme. La pubblicazione delle norme svolge una funzione essenziale per la
conoscibilità del testo legale: una volta avvenuta la pubblicazione legale si ha la
presunzione di conoscenza del testo da parte dei soggetti.
Possono essere ufficiali: Gazzetta Ufficiale (della Repubblica e dell’Unione
Europea), Bollettino Ufficiale della Regione; Il testo in esse pubblicato è quello che
“entra in vigore”. Al fine di consentire lo studio e la conoscenza dei nuovi atti, essi
entrano in vigore dopo un periodo di vacatio legis, di regola di 15 giorni. Trascorso
tale periodo, vigono la presunzione di conoscenza della legge e l’obbligo del giudice
di applicarla.
Oppure fonti non ufficiali:
- Possono essere fornite da soggetti pubblici (ad es: Ministeri o Regioni) o privati
(Riviste specializzate).
- Le notizie pubblicate su di esse non hanno valore legale.
• fonti atto/fonti fatto
Le fonti di produzione si distinguono in due categorie:
A) Fonti-atto (atti normativi):
La fonte-atto è l’espressione di volontà normativa di un soggetto cui l’ordinamento
attribuisce l’idoneità a porre in essere norme giuridiche”.
• prevalenti negli ordinamenti di “civil law”
• Hanno la capacità di porre norme vincolanti per tutti —> “erga omnes”
• Implicano l’agire volontario di un organo abilitato dall’ordinamento giuridico
attraverso una norma di riconoscimento.
• documento scritto
• deve essere chiaro, deve contenere obbligatoriamente delle caratteristiche (tipicità
dell’atto)
B) Fonti-fatto (fatti normativi):
Sono fonti-fatto tutti quei comportamenti riconosciuti dal corpo sociale come
giuridicamente vincolanti nonché gli atti di produzione normativa esterni al nostro
ordinamento (es: trattati internazionali; atti comunitari).
• residuali; presenti soprattutto nel sistema di “common law”
• consuetudine è considerata la fonte-fatto per eccellenza. Nasce da un
comportamento sociale ripetuto nel tempo e si caratterizza dall’adesione sociale alle
sue prescrizioni. Una consuetudine particolare è la consuetudine costituzionale: si
tratta di comportamenti (riconosciuti dal corpo sociale) che disciplinano i rapporti fra
organi costituzionali: ad esempio, le consultazioni del Presidente della Repubblica
nel corso della formazione del nuovo Governo. Una ulteriore tipologia di
consuetudine è quella sancita dall’articolo 10 della Costituzione, che fa riferimento
alle consuetudini internazionali: non si tratta di norme che hanno origine nei
trattati bensì di regole non scritte e tuttavia considerate obbligatorie dalla generalità
degli Stati. L’adeguamento dell’ordinamento italiano alle consuetudini internazionali è
automatico, nonostante queste consuetudini non dipendano dalla volontà di
produzione del singolo stato interno.

LE NORME NEL TEMPO E NELLO SPAZIO


L’efficacia nel tempo di una norma significa tutto il tempo in cui quella è valida dal
momento della sua emanazione alla sua abrogazione.
L’efficacia nello spazio di una norma significa tutto il territorio in cui quella è valida.
Nel caso del diritto pubblico le norme sono applicabili all’interno dello Stato; in quello
privato le norme sono applicabili a volte anche tra soggetti in Stati diversi

LA PIRAMIDE DELLE FONTI DI PRODUZIONE


● Fonti costituzionali: Costituzione —> massima forza di resistenza al
cambiamento; può subire modifiche solo attraverso un procedimento
aggravato. + leggi costituzionali e di revisione costituzionale
● Fonti primarie: Legge ordinaria dello Stato (parlamento = produttore); Leggi
regionali, incapaci di abrogare o modificare precedenti leggi statali; Atti avente
forza di legge (prodotti dall’organo esecutivo): decreti legge, caratterizzati
dalla precarietà del loro contenuto normativo, e decreti legislativi. L’aumento
progressivo dell’uso di atti con forza di legge emanati dal Governo, testimonia
la loro tendenza ad espandere i propri poteri normativi; Regolamenti e altre
norme dell’Unione, quest’ultime non confliggono con i principi supremi
dell’ordinamento costituzionale nazionale; in caso questo si verificasse il
giudice nazionale è costretto a disapplicare la legge nazionale che interferisce
nella stessa materia disciplinata dalla fonte comunitaria
● Fonti secondarie: atti approvati dalle singole pubbliche amministrazioni +
regolamenti (governativi, regionali)

FUNZIONAMENTO DELLE FONTI: TECNICHE DI RINVIO AD ALTRI


ORDINAMENTI
- In base al principio di esclusività, soltanto lo Stato ha il potere esclusivo di
riconoscere le proprie fonti, indicando gli atti e i fatti che possono produrre norme
nell’ordinamento.
- Per quanto riguarda le norme di altri ordinamenti, esse valgono nell’ordinamento
statale solo se lo Stato lo consente. Inizialmente i trattati internazionali sono fonti
fatto, devono essere riconosciute dallo Stato per avere una validità interna Lo
strumento usato dallo Stato per rendere applicabili al proprio interno le norme di altri
ordinamenti è conosciuto come tecnica del rinvio.
RINVIO FISSO/MATERIALE
● Fisso perchè la disposizione dell’ordinamento interno recepisce quell’atto in
modo diretto —> il trattato xy viene solitamente allegato (“…”) alla norma
interna
● Si recepisce un atto singolo, specifico, ben determinato
● Applicazione semplice
RINVIO MOBILE
● Non si tratta di un atto specifico, ma di una fonte + genericamente indicata,
questo perché la situazione potrebbe cambiare nel tempo (ex. Situazioni
sanitarie, economiche, bancarie)
● Chi dovrà applicare la norma dovrà ricercare nel tempo la fonte poiù adatta
—> + complesso il lavoro di interpretazione

FUNZIONAMENTO DELLE FONTI: LE ANTINOMIE E LE TECNICHE DI


RISOLUZIONE DEI CONTRASTI TRA NORME
- Si definiscono antinomie le norme che, in uno stesso ordinamento, presentano
contenuti che sono/possono essere in contrasto tra loro
- Presenti soprattutto negli ordinamenti di “civil-law” —> inquinamento normativo,
ossia la presenza eccessiva di fonti atto
- Si tratta di un problema per chi deve applicare la norma. In base a quali criteri
scegliere? In questi casi è compito dell’interprete risolvere tali contrasti, individuando
la norma applicabile al caso.

Criterio cronologico
- In caso di contrasto tra due norme si deve preferire quella più recente (lex posterior
derogat priori): sarà la + adeguata rispetto al mutamento sociale, nonchè la più
vicina a noi in fatto di legittimazione
- La prevalenza della norma nuova sulla vecchia si esprime attraverso
l’abrogazione: l’effetto consiste nella cessazione dell’efficacia della norma giuridica
precedente;
● fenomeno fisiologico —> naturale togliere validità a norme non + adatte al
tempo in cui si vive
● Vale “ex nunc” —> a partire dal momento dell’ abrogazione
● Espressa: tramite una fonte atto; rappresenta il modello + semplice da
applicare
● Tacita: la norma + recente è incompatibile con quelle precedenti
● Implicita: non per forza ci deve essere estrema incompatibilità,
semplicemente rispetto alle vecchie disposizioni una nuova fonte atto
ridisciplina un’intera materia
- Diversa dall’abrogazione è la deroga (per alcuni casi): la norma abrogata perde
efficacia per il futuro, la norma derogata non perde la sua efficacia ma ne viene
limitato il campo di applicazione.
- Simile alla deroga è la sospensione (temporaneamente): limitata a un certo
periodo, a certe categorie o zone.

Criterio gerarchico è un altro criterio per individuare la norma applicabile al caso. In


base a tale criterio, la norma superiore si deve preferire a quella gerarchicamente
inferiore
- La prevalenza della norma superiore su quella inferiore si esprime attraverso
l’annullamento: si tratta di una perdita di validità che dipende dal l'illegittimità della
norma
● una norma inferiore non rispetta una superiore
● situazione patologica .
● Al contrario dell’abrogazione, l’annullamento opera non solo per il futuro ma
anche per il passato —> validità “ex tunc”
● Gli effetti che decorrono sono retroattivi —> la norma era illegittima anche da
prima perciò chi ricorre ha ragione; ma la decisione è da rivedere solo se il
caso viene risollevato

Criterio della specialità in base al quale, in caso di contrasto tra due norme, si
preferisce la norma speciale rispetto a quella generale , anche se quest’ultima è
successiva. La preferenza per la norma speciale non incide né sull’efficacia né sulla
validità della norma generale: entrambe rimangono efficaci e valide. L’interprete
opera solamente una scelta tra le due norme (inter partes). L’effetto tipico della
prevalenza della norma speciale su quella generale è la DEROGA

Criterio della competenza o “criterio non criterio” il quale serve a spiegare come
è attualmente organizzato il sistema delle fonti—> criterio esplicativo (non
prescrittivo) per dire cosa devo non fare gli ordinamenti di ciascun livello; a chi
spettaun certo intervento. La Costituzione assegna competenze “particolari” ad
alcuni atti equiparati alla legge formale: ad esempio, ai regolamenti parlamentari
riserva la competenza a disciplinare il procedimento di formazione delle leggi.

RISERVE DI LEGGE E PRINCIPIO DI LEGALITÀ


- Si ha una riserva di legge quando una norma costituzionale riserva a certe fonti la
disciplina di una determinata materia. Essa, perciò, è una regola riguardante
l’esercizio della funzione legislativa.
- La riserva di legge, affermatasi con il sorgere dei Parlamenti medievali, ha una
funzione garantista, che si è rafforzata ulteriormente nelle costituzioni
contemporanee a causa della loro rigidità.
- La Costituzione riconosce alcuni temi più sensibili e dice quali fonti possono
intervenire per disciplinare quella materia —> si intende escludere la possibilità che
fonti non adeguate tocchino temi delicati
● Riserva di legge costituzionale: la Costituzione rinvia esplicitamente ad una
legge costituzionale.
● Riserva di legge formale ordinaria: impone che sulla materia intervengano
solo atti legislativi prodotti dal Parlamento.
● Riserva di legge assoluta: prescrive che una materia sia integralmente
regolata dalla legge ordinaria o da atti ad essa equiparati. Es.: art.13,2 che
consente che la libertà personale sia limitata “nei soli casi e modi previsti dalla
legge”. In molti casi, alla riserva di legge assoluta si aggiunge la riserva di
giurisdizione: la disciplina della materia non solo è regolata integralmente
dalla legge ma per la sua applicazione è anche necessaria un’autorizzazione
giudiziaria. Es.: art.13 che consente che la libertà personale sia limitata “per
atto motivato dell’autorità giudiziaria”.
● Riserva di legge relativa: non esclude che, alla disciplina della materia,
concorra il regolamento amministrativo.
● Riserva di legge rinforzata: talvolta la Costituzione non si limita a rinviare alla
legge la disciplina di una materia ma pone ulteriori vincoli al legislatore (Es:
art. 16).

7. IL PARLAMENTO:
struttura
! LEGISLATURA
● Il nostro Parlamento repubblicano ha inizio con la I legislatura nell’aprile del
1948.
● Ogni legislatura (periodo tra una elezione e l’altra) ha una durata normale di 5
anni
● Si parla di Camere in “prorogatio”: prorogazione dei poteri delle Camere
scadute o sciolte anticipatamente, nel periodo di tempo necessario
all’insegnamento delle nuove Camere.
● La legislatura ha inizio con la prima riunione del Parlamento

! PARLAMENTO BICAMERALE
● Come la maggioranza si costituisce da due camere: CAMERA DEI
DEPUTATI con sede a Montecitorio e SENATO DELLA REPUBBLICA con
sede a Palazzo Madama. Si ricorda la riforma costituzionale sul numero dei
parlamentari del 2020 —> Camera dei deputati da 630 a 400 membri; Senato
da 315 a 200 membri + max 5 senatori a vita. Si ricorda la modifica dell’età
minima per votare i membri del Senato (2021) da 25 a 18 anni
● BICAMERALISMO PERFETTO: bicameralismo è uguale, paritario e
indifferenziato —> rispetto agli altri parlamenti in Italia le due camere
svolgono le medesime funzioni. La presenza di due sedi e di questo sistema
sono da considerarsi come meccanismi di decantazione/sicurezza delle
decisioni assunte dall’organo oltre che come un aumento della legittimazione
democratica. Ci sono stati numerosi tentativi di riforma nella direzione della
differenziazione delle due camere, soprattutto nel tentativo di fare della
Camera dei Deputati la sede di rappresentanza generale e del Senato la sede
delle autonomie regionali (ex. Riforma Renzi-Boschi)

! ORGANIZZAZIONE INTERNA DEL PARLAMENTO —> è necessaria la presenza


di alcune strutture
PRESIDENTI DELLE CAMERE
● La loro elezione avviene subito dopo l’elezione dei membri parlamentari
● Richiede maggioranza assoluta per i primi 3 scrutini, poi ballottaggio (Senato)
● Richiede maggioranza qualificata dei ⅔ per i primi due scrutini, poi
maggioranza assoluta (Camera dei deputati)
● Eletti tramite voto segreto e non in seduta comune
● Figure istituzionali e “super partes” —> esce dal proprio gruppo di
rappresentanza politica e deve rispettare il principio di imparzialità
● Il presidente del Senato sostituisce il Presidente della Repubblica in caso di
impedimenti
● Si occupano della programmazione dei lavori parlamentari —> definizione del
“calendario dei lavori”
● Devono far rispettare i regolamenti parlamentari
● Presiedono le sedute: dirigono la discussione e devono assicurare il
mantenimento dell’ordine
● Nello svolgimento delle funzioni sono coadiuvati dall’Ufficio di presidenza,
anch’esso eletto dall’assemblea tra i suoi membri
● Attualmente La Russa per il Senato e Fontana per la Camera
GRUPPI PARLAMENTARI
● Proiezione dei partiti politici all’interno del Parlamento
● L’appartenenza alla gruppo è garanzia della possibilità di esercizio della
propria funzione
● Ogni gruppo ha un suo regolamento
● Si deve dichiarare in forma esplicita l’apparenza al gruppo —> coloro che non
operano nessuna scelta, vengono cacciati o decidono di uscire in un secondo
momento dal proprio gruppo, vanno a comporre il cosiddetto gruppo misto
● Per costituire un gruppo politico vi deve essere un numero minimo di 20
deputati e/o 10 senatori
COMMISSIONI PARLAMENTARI
● Organizzano il lavoro interno al Parlamento + funzioni di vigilanza e
controllo
● Commissioni permanenti per materia: sono quelli più noti; sono
specializzati per materia (ex. Giustizia, salute, trasporti..) e svolgono un ruolo
fondamentale nella fase di approvazione delle leggi
● Commissioni monocamerali —> composte da membri appartenenti ad una
sola Camera
● Commissioni bicamerali —> egual numero di deputati e senatori
● Commissioni d’inchiesta —> indagano su questioni particolari
GIUNTE
● Strutture permanenti più ristrette
● Si occupano di questioni delicate incentrate nel funzionamento dell’istituto
parlamentare
● Ex: giunta per il regolamento, la giunta delle elezioni, giunta per le
autorizzazioni e il comitato per la legislazione..

! 5 CASI IN CUI IL PARLAMENTO SI RIUNISCE IN SEDUTA COMUNE


1. Elezione del Presidente della Repubblica
2. Giuramento del Presidente della Repubblica
3. Messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica
4. Elezione di 5 giudici costituzionali
5. Selezione di membri del consiglio superiore della magistratura

! FUNZIONAMENTO DELLE CAMERE


• Quorum (numero legale): la seduta e le sue deliberazioni sono valide se è
presente la metà più uno degli appartenenti all’organo —> deve esservi la
maggioranza assoluta
! TIPI DI MAGGIORANZA
• Semplice (voto favorevole della metà +1 dei presenti) = in Parlamento è la regola
generale (es. per le leggi ordinarie, il voto di fiducia).
• Assoluta (voto favorevole della metà +1 dei componenti) ad es. per l’approvazione
di una legge cost.; per i primi tre scrutini durante la nomina del Presidente del
Senato e per il terzo scrutinio per l’elezione del Presidente della Camera dei deputati
• Qualificata (voto favorevole dei ⅔ dei componenti) ad es. per le prime 3 votazioni
per eleggere il Presidente della Repubblica; per le prime 2 votazioni per eleggere il
Presidente della Camera dei deputati

! MODALITÀ DI VOTO
• Voto palese = è la regola generale.
• Voto segreto = nei casi di voto su persone (es. votazione del P.d.R. ; Presidenti
delle Camere) o sui diritti di libertà.

! CONDIZIONE DI PARLAMENTARE e PRIVILEGI


Requisiti:
• Per ricoprire l’incarico di deputato o senatore non occorrono particolari requisiti né
titoli di studio.
Rappresentanza politica:
I parlamentari sono rappresentanti dei cittadini
(democrazia rappresentativa).
• Devono rappresentare tutta la Nazione e non solo gli elettori che li hanno eletti =
DIVIETO DI MANDATO IMPERATIVO.
• Non possono quindi essere revocati dall’incarico né se non rispettano le promesse
fatte né se cambiano il partito politico nel quale sono stati eletti.
1. Insindacabilità:
• I parlamentari non rispondono nè dei voti dati nè delle opinioni espresse
nell’esercizio delle loro funzioni.
• I parlamentari devono infatti essere liberi di esprimere le proprie opinioni senza il
timore di azioni giudiziarie da parte di chi potrebbe sentirsi eventualmente leso.
2. Immunità parlamentare:
E’ necessaria l’autorizzazione della Camera di appartenenza per:
• arresto (prima della sentenza definitiva)
• perquisizioni
• intercettazioni telefoniche.
• Si può arrestare un parlamentare senza autorizzazione solo in caso di: sentenza
irrevocabile, arresto in flagranza

Funzioni
LEGISLATIVA: funzione + tipica che vede il Parlamento come produttore di leggi
REVISIONE COSTITUZIONALE
DI INDIRIZZO E CONTROLLO sul Governo e sul suo operato. Avviene attraverso:
● *Interrogazioni: tipologia di istituto giuridico che si concretizza come una
domanda rivolta per iscritto che ha come oggetto la veridicità o meno di un
determinato fatto.
● *Interrogazioni a risposta immediata
● *Interpellanze: verifiche delle intenzioni politiche del Governo
● Commissioni d’inchiesta
● Mozioni, risoluzioni e ordini del giorno —> funzioni di indirizzo del Parlamento
nei confronti del Governo
● Mozione di fiducia: il Presidente del Consiglio, dopo essere stato nominato dal
Presidente della Repubblica, espone le linee del programma di governo e il
Parlamento è tenuto a concedere la fiducia. Questo meccanismo impegna il
Governo a perseguire con puntualità il proprio indirizzo politico, rispettando
gli impegni programmatici assunti in sede di voto di fiducia, ma impegna
anche il Parlamento a contribuire alla sua realizzazione.
● Mozione di sfiducia
* In questi casi il Governo può anche procrastinare la risposta, ma se ciò accadesse
di continuo l’organo sfuggirebbe al controllo parlamentare. In tale occasione il
Governo deve esplicitare la motivazione e indicare la data entro la quale fornirà
risposte. Se la risposta, che è possibile fornire anche in sede di commissione, è
negativa il Parlamento può anche decidere di procedere alla mozione di sfiducia.

IL PROCEDIMENTO LEGISLATIVO
● In funzione del bicameralismo perfetto la Costituzione stabilisce che la
funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere (art. 70) ciò
significa che per divenire legge un progetto deve essere approvato
nell'identico testo da Camera e Senato.
● L’output è la fonte atto, la legge ordinaria (la più tipica delle fonti primarie)
● Il procedimento di formazione della legge (il così detto iter) si articola perciò in
fasi successive: la presentazione del progetto (iniziativa legislativa);
l’esame, la discussione, la votazione e l'approvazione della Camera a cui
è stato presentato per prima; la trasmissione del testo all'altra Camera e
la sua approvazione nella medesima formulazione o con modifiche: se viene
modificato tramite la proposta di emendamenti, il progetto passa da una
Camera all’altra, finché non sarà approvato da entrambe con identica
formulazione (c.d. «navette»); la promulgazione da parte del Presidente
della Repubblica (che può rinviare la legge alle Camere per un riesame) e la
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
1. INIZIATIVA LEGISLATIVA
Consiste nella presentazione ad una delle due Camere di un progetto di legge,
composto da uno o più articoli e preceduto da una relazione illustrativa.
Chi ha potere di iniziativa legislativa?
● Il Parlamento: anche un singolo può dare avvio al procedimento legislativo
ma per avere più forza iniziale si tende ad attivare un gruppo di promotori
trasversale
● Il Governo: non in forma individuale bensì tramite un’iniziativa collegiale.
Alcune materie nelle quali l’iniziativa è di esclusiva spettanza del Governo (ex.
Leggi legate alla manovra di bilancio e quelle di conversione dei
decreti-legge)
● Corpo elettorale: si parla di un’iniziativa legislativa popolare e per essere
presentata alle Camere necessita di almeno 50.000 firme
● CNEL “Consiglio nazionale economia e lavoro”: organo che ha
essenzialmente poteri consultivi, ma che ha anche il compito di contribuire
alla elaborazione della legislazione economica e sociale
● Consigli regionali
Alla Camera, i testi presentati dal Governo vengono definiti disegni di legge, mentre
tutti gli altri vengono denominati proposte di legge. Quando invece ci si riferisce
indifferentemente a tutte le ipotesi di iniziativa legislativa si parla, nel linguaggio
corrente, di progetti di legge.
2. I progetti di legge una volta assegnati ad una delle due camere, vengono
presentati, annunciati all'Assemblea, stampati e distribuiti nel più breve tempo
possibile. Successivamente sono assegnati alla Commissione permanente
competente per la materia trattata dal progetto.
L'ESAME, la DISCUSSIONE, la VOTAZIONE e l’APPROVAZIONE della Camera è
una fase che può seguire diversi procedimenti in base al ruolo svolto dall’intera Aula
e dalle Commissioni;
● PROCEDIMENTO NORMALE in cui la Commissione è in sede referente.
Procedimento che si attiva per materie forti/importanti (ex materie
costituzionali, elettorali, trattati internazionali, conversioni dei decreti legge,
riletture dei testi legge re-inviata dal Presidente della Repubblica. La
Commissione in questo caso si informa attraverso tutti i canali che ha a
disposizione, tuttavia svolge un ruolo minimo, deve solo riferire il testo a tutta
l’Assemblea, la quale sarà tenuta alla sua approvazione. I tempi che
scandiscono la procedura normale e che riguardano il tempo a disposizione
delle Commissioni per leggere il testo di legge e riferire all’assemblea
possono essere abbreviati per urgenza e ridotti quindi alla metà rispetto ai
mesi originari (4 mesi alla Camera, 2 mesi al Senato)
● PROCEDIMENTI SPECIALI—> Commissioni in sede deliberante o
legislativa: la Commissione si sostituisce all’aula, vota articolo per articolo e
poi approva l’intero testo. Si tratta del procedimento in cui la Commissione ha
un ruolo massimo. —> Commissioni in sede redigente: potere intermedio
della Commissione, stende e cura il testo che non può essere modificato, ma
l’approvazione spetta a tutta l’aula
!nb nei procedimenti speciali ci può essere la richiesta di ricondurre all’intera aula
dei testi di cui si sta occupando la Commissione. La richiesta può avvenire dal
Governo, da 1/10 dei membri del Governo, da ⅕ della Commissione stessa
2.1 Una volta che il testo è stato approvato dalla prima Camera, viene trasmesso
all’altra, la quale allo stesso modo procede al suo esame, discussione e
approvazione. Quest'ultima può promuovere delle modifiche (emendamenti) e
rimandare indietro il testo di legge. Nel nostro sistema di bicameralismo perfetto,
la navette fra Camera e Senato continua fino a quando i due rami del Parlamento
non concordano nell'approvare un testo perfettamente identico.
3. LA PROMULGAZIONE E LA PUBBLICAZIONE
Dopo che le due Camere approvano lo stesso testo il Presidente della Repubblica,
come garante della costituzionalità (insieme alla Corte Costituzionale: controllo
successivo ed eventuale) ha la funzione di controllare preventivamente la legittimità
costituzionale del testo di legge.
La promulgazione è l'atto con il quale il Capo dello Stato attesta che un certo testo è
stato approvato come legge e ne ordina la pubblicazione e l'osservanza. La
promulgazione deve avvenire entro il termine massimo di un mese dall’approvazione
definitiva della legge.
MA il Presidente della Repubblica può rinviare la legge alle Camere, con messaggio
motivato, per chiedere una nuova deliberazione —> si parla di rinvio presidenziale
Il rinvio presidenziale riapre il procedimento legislativo, e se la legge viene
nuovamente approvata (con stesso testo) essa questa volta deve essere
necessariamente promulgata: questo perché l’organo collegiale va a prevale su
quello monocratico e perché il Parlamento ha investitura popolare ed è quindi
democraticamente legittimato rispetto al Presidente della Repubblica.
Subito dopo la promulgazione, il ministro della giustizia appone il sigillo dello Stato
e la legge viene pubblicata. La pubblicazione della legge avviene ad opera del
Ministro della giustizia, e consiste tecnicamente nell’inserzione del testo nella
Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana e nella pubblicazione
dello stesso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Entra in vigore - e
diviene quindi obbligatoria per tutti - il quindicesimo giorno successivo alla sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (vacatio legis), a meno che la legge stessa
non prescriva un termine minore o maggiore.

REVISIONE COSTITUZIONALE —> oltre al Parlamento lo possono richiedere


500.000 elettori e 5 consigli regionali
COSTITUZIONE —> Vertice delle fonti dell’ordinamento giuridico italiano
RIGIDITÀ DELLA COSTITUZIONE è garantita da:
1) Predisposizione di organi e procedure di controllo per verificare che le fonti
normative siano conformi ai principi costituzionali
(Pres. Repubblica in fase di promulgazione esercita un controllo preventivo; Corte
costituzionale esercita un controllo successivo)
2) Previsione di un procedimento speciale (AGGRAVATO) per modificare il testo
della Costituzione o integrarlo.
Quali sono gli OUTPUT del PROCEDIMENTO AGGRAVATO di revisione
costituzionale disciplinato all’ARTICOLO 138?
● LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE: Atto destinato a modificare
materialmente la Costituzione —> Scopo: modificare il dettato costituzionale
● LEGGE COSTITUZIONALE: Funzione integrativa della Costituzione con leggi
della stessa forza —> Scopo: attuare istituti e previsioni contenuti nel dettato
costituzionale
Il procedimento si compone di due fasi: fase necessaria e fase eventuale;

FASE NECESSARIA
Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da
ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre
mesi, per un totale di 4 deliberazioni.
Nella prima deliberazione è richiesta per ciascuna camera la maggioranza relativa o
semplice, per la seconda deliberazione quella assoluta dei componenti di ciascuna
Camera.
- =/ rispetto al procedimento legislativo:
● Numero di deliberazioni richieste —> 2 per ciascuna camera, per un totale di
4. Deve passare un periodo minimo di 3 mesi tra le prime deliberazioni e le
successive due: ciò aiuta a sviluppare ulteriori indagini conoscitive/processo
utile alla decantazione
● Si può attivare un referendum costituzionale
- = rispetto al procedimento legislativo:
● Può partire indistintamente da una camera o dall’altra
● Punta a un testo unico/identico che deve essere approvato da entrambe le
Camere
● Richiesta la maggioranza semplice nella prima deliberazione
● Possibilità della navetta, di produrre emendamenti, ma solo nella prima fase
nel caso del procedimento aggravato
Dopo la prima deliberazione non sono più permessi emendamenti, se
emergono il procedimento deve ripartire dall’inizio. A questo punto, dopo la seconda
deliberazione il procedimento aggravato si biforca:
● Se si è raggiunta la MAGGIORANZA QUALIFICATA DEI ⅔ la legge/modifica
costituzionale si dichiara APPROVATA. Si procede in modo parallelo rispetto
al procedimento legislativo: segue la promulgazione da parte del Presidente
della Repubblica e la successiva pubblicazione (nb! Il rinvio presidenziale non
è impedito nè chiaramente esplicitato nell’articolo 138)
● Se si è raggiunta la MAGGIORANZA ASSOLUTA il testo viene
PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE. Tutto ciò ha VALORE
ESCLUSIVAMENTE CONOSCITIVO DEL TESTO. Entro 3 mesi da ciò può
avere luogo la cosiddetta FASE EVENTUALE: si può richiedere un
REFERENDUM COSTITUZIONALE

FASE EVENTUALE (Referendum popolare/ REFERENDUM COSTITUZIONALE)


● Lo scopo è quello di sottoporre il testo all’approvazione popolare per
aumentare la LEGITTIMAZIONE DEMOCRATICA
● Natura sospensiva-confermativa: il referendum sospende il
perfezionamento del procedimento della legge costituzionale o di revisione
fino al momento in cui l’elettorato non ne abbia confermato il contenuto
● Spicca il ruolo delle MINORANZE tra i soggetti che possono farne richiesta:
MINORANZE DEL CORPO ELETTORALE (Raccolta di 500.000 firme);
MINORANZE TERRITORIALI (5 Consigli regionali); MINORANZE
POLITICHE (1/5 dei membri di ciascuna camera)
● VALIDITÀ del Referendum -> non è previsto il raggiungimento di un quorum
minimo di partecipazione: il voto è valido indipendentemente da quante
persone votano, questo perché si intende proteggere le minoranze; =/ dal
referendum abrogativo. Se prevalgono i “si” la legge/modifica viene
promulgata e poi pubblicata; se prevalgono i “no”, prevale il corpo elettorale
sul Parlamento
● L’elettore NON partecipa alla formazione del nuovo testo ha il SOLO potere di
respingerlo
● Può dire solo SI o NO all’intero testo, senza potersi esprimere in modo
differenziato su una parte rispetto alle altre —> rischio
manipolazione/influenza del comportamento elettorale e del conseguente
risultato

LIMITI ALLA REVISIONE COSTITUZIONALE espressi dall’ Articolo 139


“La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”
LIMITI IMPLICITI
1) sovranità popolare (art. 1)
2) diritti “inviolabili” dell'uomo (art. 2)
3) principio di unità ed "indivisibilità" della Repubblica (art. 5)
4) “principi supremi dell'ordinamento costituzionale”, in larga parte riconducibili ai
primi 12 articoli della Costituzione, i cosiddetti “principi fondamentali”

9. IL GOVERNO
COMPOSIZIONE —> organi necessari
Il governo è un organo complesso composto da 3 elementi costitutivi, ritenuti
necessari:
• Presidente del Consiglio dei ministri o Premier – Presidenza del Consiglio
• Ministri – e relativi ministeri - • Consiglio dei ministri – organo collegiale costituito
dal Presidente, che lo presiede, e dai ministri

FUNZIONI
• FUNZIONE ESECUTIVA: Attività di indirizzo politico —> occorre dare concretezza
ai valori/ interventi proposti dalla maggioranza politica —> dare forma all’indirizzo
politico —> per realizzare gli obiettivi prefissati si appoggia alla PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE, suo braccio operativo —> FUNZIONI AMMINISTRATIVE
• FUNZIONI NORMATIVE LEGISLATIVE (solo per d.l. e d.lgs.) regolamentari —>
Eccezione rispetto alla tripartizione dei poteri
! NB: il Governo si auto organizza e organizza il suo operato e le sue funzioni tramite
ciò che è espresso nella costituzione e ciò che dipende da fonti esterne

—> CONTENUTI COSTITUZIONALI SUL GOVERNO: cosa ci dice la Costituzione


sul Governo?
1. FORMAZIONE
2. STRUTTURA
3. FUNZIONAMENTO

FORMAZIONE
● Regolata dagli articoli 92,93,94
● Vengono indicati alcuni aspetti relativi all’iter di formazione del Governo
1. Il Presidente della Repubblica nomina il Premier
2. Il Presidente della Repubblica nomina i ministri su proposta del Premier
3. Giuramento del Governo entrante
4. Momento della fiducia: si parla di una fiducia iniziale e solenne che avviene
alle Camere tramite mozione motivata e votata attraverso appello nominale. È
la fiducia a permettere la permanenza in carica delle Camere

STRUTTURA
Presenza di ORGANI NECESSARI:
1. Presidente del Consiglio
2. Ministri
3. Consiglio dei ministri
La presenza di organi necessari non impedisce che esistano altre strutture, gli
ORGANI NON NECESSARI —> è il Governo che sceglierà quali figure adottare
nella sua organizzazione
● Vicepremier: la loro presenza associata alla necessità di mantenere equilibri
politici
● Ministri senza portafoglio: non sono titolari di un Ministero, non hanno quindi
una sede fisica del Ministero e ricevono semplicemente una deroga dal
Premier
● Sottosegretari di Stato: figure di vertice politico; coordinatori di alcuni
segmenti di funzioni di indirizzo politico
● Consiglio di Gabinetto: coadiuva il Premier nell’esercizio delle sue funzioni di
direzione della politica generale del Governo e di mantenimento dell’unità dell’
indirizzo politico e amministrativo
● Comitati interministeriali: sorgono per politiche pubbliche complesse, quando
vi è la necessità di far comunicare tra loro dei ministeri
!NB Vi possono essere GOVERNI TECNICI e GOVERNI POLITICI. Ciò che
contraddistingue i primi è la presenza di componenti non parlamentari, bensì
esponenti delle forze politiche o esperti in un particolare campo delle stesse
FUNZIONAMENTO
L’articolo 95 propone la riserva di fonte: i dettagli del funzionamento del Governo
vengono lasciati alla legge ordinaria (in particolare legge 400 del 1988 +
regolamento interno)
La Costituzione ci dice che:
● Il Premier: dirige ed è responsabile della politica generale del Governo —>
coordina Ministri e Ministeri —> mantiene l’unità di indirizzo politico e
amministrativo —> tiene i rapporti con il Presidente della Repubblica, con la
Corte Costituzionale, con le Istituzioni comunitarie, con le Regioni e le
Autonomie locali (poteri di rappresentanza) —> presenta alle Camere i
disegni di legge di iniziativa governativa, sottopone al Presidente della
Repubblica gli atti aventi forza di legge e i regolamenti governativi, concorda
con i Ministri le pubbliche dichiarazioni (potere di esternazione)
● I Ministri hanno doppia responsabilità: individuale —> per gli atti compiuti dal
proprio ministero; collegiale —> per gli atti compiuti dal collegio nel suo
complesso (dal Consiglio dei Ministri). I Ministri compongono il Consiglio e
sono organi di vertice degli apparati amministrativi in quanto titolari di un
Ministero

—> PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE DEL GOVERNO: viene normato da fonti


diverse
! Per quali ragioni/cause è necessario creare un nuovo Governo?
● Scadenza della legislatura
● Crisi di governo: può essere parlamentare —> adotta gli istituti tipici della
fiducia (ex. Mozione di sfiducia, dimissioni del Premier); extraparlamentare
—> le componenti interne cominciano a scontrarsi ed è necessario un
rinnovo; la caduta del Governo avviene estraniando il Parlamento dal suo
decisivo potere di giudizio sulla permanenza del rapporto fiduciario nei
riguardi del Governo. I Governi dimissionari rimangono tali fino alla nomina
del nuovo Governo e intervengono solo “al disbrigo degli affari correnti”
● NB: Le dimissioni di un Ministro non provocano crisi di Governo; è poi
possibile ammettere un voto di sfiducia individuale: rappresenta lo strumento
attraverso cui viene salvato il rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento
nell’ipotesi in cui esso sia messo a repentaglio dal comportamento di un
singolo Ministro

Opportuno distinguere innanzitutto tra:


● Democrazie immediate: ordinamenti in cui il Premier, capo del potere
esecutivo, è scelto direttamente dal corpo elettorale; un esempio sono gli Stati
Uniti con il loro sistema presidenziale
● Democrazie mediate: ordinamenti in cui dopo le elezioni dei membri in
Parlamento si procede mediando tramite il Presidente della Repubblica a
selezionare il futuro capo dell’esecutivo
! Fasi delle democrazia mediata italiana:

• Fase preparatoria - Consultazioni


Il Presidente della Repubblica interviene con la consuetudine ormai istituzionalizzata
delle consultazioni —> consulta figure di vertice interne ed esterne al Parlamento +
soggetti istituzionali (ex. Presidenti delle camere, ex presidenti della Repubblica). Ha
possibilità di condurre queste in 2 modalità:
● Ipotesi meno conflittuale, quella del Pre incarico —> lo riceve chi ha ottenuto
una maggioranza elettorale —> buone probabilità che il pre incaricato diventi
Premier
● Ipotesi del mandato esplorativo —> il soggetto, solitamente uno dei due
presidenti delle Camere, deve consultarsi a sua volta con altre forze politiche,
per trovare un nome a cui dare l’incarico

• Fase costitutiva - Conferimento dell’incarico


Il Presidente della Repubblica fornisce l’incarico.
L’incaricato deve:
- identificare la squadra di Governo, quei Ministri che poi saranno proposti
- Stilare un programma politico

• Fase precettiva - Nomina del Presidente del Consiglio e dei Ministri


Tramite dei decreti presidenziali di nomina e separati il Presidente della
Repubblica nomina prima il Premier e, su sua proposta, i Ministri

• Fase integrativa dell’efficacia - Giuramento e fiducia


Entro 24 ore dai decreti vi è il giuramento davanti al Presidente della Repubblica
—> solo dopo il Giuramento dei componenti del Governo vi è la piena assunzione
delle funzioni governative
Entro 10 giorni occorre presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia; se questa
non viene data si riparte dal meccanismo delle consultazioni.
Prima della fiducia, il Governo, soprattutto tramite la figura del Premier, è tenuto ad
adottare atti di grande rilevanza politica ed istituzionale. Si pensi all’approvazione del
programma politico, alla nomina degli incarichi ecc.
NB I atto formale del nuovo Governo è quello di controfirmare la propria nomina
presente nei decreti

LE FUNZIONI NORMATIVE DEL GOVERNO


Governo → possibilità di adottare atti normativi con forza pari a quella della legge
ordinaria, MA con ampi LIMITI dettati dalla Costituzione (su scelta precisa del
costituente) e dalla legge 400 del 1988. La Costituzione fissa i limiti a due casi:
1) per motivi di improrogabile urgenza/necessità —> decretazione d’urgenza:
decreto legge
2) per un atto di volontà espressa del parlamento —> decretazione legislativa:
decreto legislativo
La legge 400 del 1988 introduce l’OBBLIGO DI AUTOQUALIFICAZIONE, ossia
l’obbligo per questi atti normativi di auto denominarsi di volta in volta come “decreto
legge”, “decreto legislativo”, “regolamento”.
Gli “atti aventi forza di legge” sono dotati di:
1) capacità innovativa nei confronti dell’atto legislativo precedente;
2) capacità di resistenza all’abrogazione o alla deroga da parte di un
regolamento/fonte secondaria.
TIPI DI ATTI NORMATIVI:
● LIVELLO PRIMARIO: atti aventi forza di legge (stessa forza della legge
ordinaria) —> decreti legge e decreti legislativi
● LIVELLO SECONDARIO: regolamenti; atti rilevanti dal carattere integrativo
● NB il DPCM (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) può avere
doppia natura: se reca un regolamento —> fonte secondaria; se non reca un
regolamento —> atto di natura amministrativa del Governo (ha meno potere
del regolamento)

IL DECRETO LEGISLATIVO (o “decreto delegato” o “legge delegata”)


● Atto adottato sulla base di una LEGGE DELEGA (o “di delegazione”)—>
provvedimento con il quale il parlamento delega (in modo piuttosto
circoscritto) il governo a dati poteri legislativi, determinando l’oggetto della
delega stessa, il termine entro cui il Governo potrà esercitare la funzione
legislativa delegata, i principi normativi (costituiscono quegli elementi
necessari della futura disciplina) ed i criteri direttivi ( direttive da concretizzare
con la legislazione delegata) che il Governo dovrà rispettare nel dettare la
nuova disciplina dotata di forza di legge. —> costituisce la fase di avvio del
decreto legislativo —> Pur costituendo un’importante opportunità politica, il
Governo non è obbligato ad accettare la delega
● La legge delega viene fatta nell’interezza dell’Assemblea
● La legge delega è sempre revocabile da parte del Parlamento. Può farlo
esplicitamente: tramite atto; implicitamente: attraverso l’esercizio diretto da
parte del Parlamento del potere legislativo in precedenza delegato
● Contenuto della delega
SU QUALI SETTORI PUÒ INTERVENIRE LA FUNZIONE NORMATIVA DEL
GOVERNO?
● Su quelle materie in cui la sede governativa risulta più idonea di quella
parlamentare per l’elaborazione di normative che richiedono competenza
tecnica —> il Governo è dotato di strutture come Ministeri, con funzionari,
risorse e strumenti specializzati
● Le materie di delegazione riguardano spesso: codici, testi unici, riforme su
interi settori
FASI DELL’ITER DI APPROVAZIONE
1) Iniziativa: proposta del Ministro competente;
2) Deliberazione del CDM;
3) Eventuali adempimenti ulteriori;
4)Emanazione presidenziale del decreto legislativo (a cui il testo viene trasmesso
20 gg prima della scadenza della delega, in virtù della sua funzione di controllo);
5) Pubblicazione in GU con la denominazione «Decreto Legislativo», indicando la
legge di delegazione, la deliberazione del CDM e gli atri adempimenti,
eventualmente prescritti dalla legge delega (art. 14 comma 1 l. 400/88);
6) Entrata in vigore dal quindicesimo giorno successivo alla data di
pubblicazione (a meno che la legge delega preveda un termine diverso).
! È ormai frequente l’inserimento di clausole che consentono al Governo di
correggere entro un lungo termine una legge o lo steso decreto legislativo che è
delegato ad adottare, tramite le cosiddette DELEGHE CORRETTIVE

DECRETO LEGGE
Atto tipico della decretazione d’urgenza in Italia, disciplinato all’Art.77 della
Costituzione —> tentativo di permettere solo in casi davvero eccezionali, e per
periodi rigidamente delimitati, la autoattribuzione da parte del Governo del
potere di adottare atti con forza di legge SENZA PREVIA DELEGA del
Parlamento.
1) straordinarietà = assoluta imprevedibilità;
2) necessità = impossibilità di fare ricorso a strumenti normativi diversi;
3) urgenza = necessaria applicabilità immediata delle norme poste dal decreto. —>
l’atto entra in vigore il giorno stesso della pubblicazione, saltando il meccanismo
della vacatio legis.
Malgrado la severità della disciplina costituzionale, l’uso dei decreti legge in alcuni
periodi si è venuto sviluppando in modo del tutto abnorme, sotto la pressione di un
preteso stato di necessità, derivante dalla lentezza del procedimento legislativo che
si svolge in Parlamento, rispetto alle esigenze di cui è portatore il Governo
FASI DELL’ITER DI APPROVAZIONE
1)Iniziativa: proposta del PDC e Ministro competente;
2) Deliberazione del CDM;
3) Emanazione del PDR;
4) Pubblicazione in GU con la denominazione «Decreto Legge» e con l’indicazione
nel «preambolo» delle ragioni di necessità e urgenza e dell’avvenuta deliberazione
del CDM (art. 15 comma 4 l. 400/88);
5) Entrata in vigore immediata.
FASE INTEGRATIVA DELL’EFFICACIA
1) entra in vigore nel momento indicato dallo stesso dl (no vacatio);
2) immediatamente presentato alle camere per la conversione (riserva di assemblea)
—> le Camere entro 5 giorni sono tenute a riunirsi per l’esame del disegno di
legge di conversione —> è il Parlamento che detiene l’ultimo potere decisionale
3) efficace per sessanta giorni. Ove il decreto legge non sia convertito per voto di
una delle due Camere o per decorrenza del termine di sessanta giorni, perde
efficacia fino dal momento in cui è stato adottato (ex tunc). In questo caso il Governo
non può: rinnovare i decreti legge non convertiti, regolare i rapporti giuridici sorti a
seguito di decreti legge non convertiti ed è invece tenuto a prendersi le sue
responsabilità in merito agli effetti prodotti dai DL e dichiarati illegittimi

REGOLAMENTI
Norma attributiva della potestà regolamentare del Governo→art. 17 della legge n.
400/88 (Procedimento per esercitare tale potere + Tipologie di regolamento ritenute
ammissibili)
PROCEDIMENTO DI ADOZIONE DEI REGOLAMENTI GOVERNATIVI:
1. Iniziativa di uno o più ministri o del Presidente del Consiglio;
2. Parere del Consiglio di Stato (si tratta di un parere obbligatorio, ma non
vincolante, il Governo può discostarsene indicandone i motivi);
3. Deliberazione del Consiglio dei ministri;
4. Emanazione del regolamento da parte del Presidente della Repubblica (la
forma dell’atto è il decreto del Presidente della Repubblica)
5. Controllo della Corte dei Conti (attraverso il visto e la registrazione, la Corte dei
Conti esercita un controllo di legittimità sull’atto);
6. Pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale;
7. Entrata in vigore (di norma 15 giorni dopo la pubblicazione, salvo l’indicazione di
un termine più breve).
TIPOLOGIE DI REGOLAMENTO:
● Regolamenti di esecuzione: disciplinano l’esecuzione delle leggi, dei decreti
legislativi e dei regolamenti comunitari→ funzione applicativa e interpretativa;
● Regolamenti di attuazione e integrazione: attuano ed integrano le norme di
principio contenute nelle leggi e nei decreti legislativi. (si distinguono dai
precedenti perché non si limitano a portare ad esecuzione la norma di legge,
ma contribuiscono ad integrarla dettando la normativa di dettaglio).
● Regolamenti indipendenti: sono emanati nelle materie in cui manca la
disciplina da parte delle leggi o di atti avente forza di legge → non hanno “a
monte” nessun atto normativo primario che soddisfi il principio di legalità
sostanziale —> Non possono intervenire nelle materie riservate alla legge (sia
che si tratti di riserve assolute che relative). —> Si è molto dubitato in passato
della legittimità costituzionale di tali regolamenti. —> Tipologia regolamentare
poco utilizzabile data la difficoltà di identificare materie in cui manchi
completamente una disciplina legislativa.
● Regolamenti c.d. “delegati” o “autorizzati” (delegificazione): la volontà di
questi regolamenti è quella di diminuire l’ipertrofia (eccessiva presenza)
legislativa. Disciplinano materie regolate precedentemente da norme di rango
legislativo sostituendosi a queste. Condizioni per l’adozione di tali regolamenti
sono: che la materia non sia coperta da riserva assoluta di legge;che
l’esercizio di tale potestà regolamentare sia autorizzato con legge;che
nell’adottare la legge di autorizzazione, il Parlamento determini le norme
generali regolatrici della materia; che nella legge di autorizzazione si indichino
altresì le norme di legge che risulteranno abrogate con l’entrata in vigore delle
norme regolamentari.
● Regolamenti ministeriali ed interministeriali: viene attribuita alla potestà
regolamentare anche ai singoli organi del potere esecutivo. Possono essere
adottati solo nelle materie di competenza del singolo ministro (compreso il
Presidente del Consiglio) o di più ministri insieme nel caso dei regolamenti
interministeriali. Profilo procedimentale→ i regolamenti in oggetto si
differenziano da quelli governativi perché non sono deliberati dal Consiglio dei
ministri, ma semplicemente comunicati al Presidente del Consiglio. Inoltre
anziché essere emanati dal Presidente della Repubblica sono adottati con
decreti ministeriali o interministeriali.

8. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Le funzioni del Presidente della Repubblica
Il Presidente della Repubblica negli ordinamenti moderni svolge sostanzialmente
due tipi di funzioni.
A) FUNZIONE DI CARATTERE POLITICO: Nella forma di governo presidenziale
(es. Stati Uniti) e nella forma di governo semipresidenziale (es. Francia), il
Presidente della Repubblica ricopre anche un ruolo di tipo politico, non è solo capo
di Stato ma anche capo del Governo
B) ESTRANEITÀ AL CIRCUITO POLITICO: Nelle forme di governo parlamentari,
come quella italiana, la sua funzione non è quella di definire l’indirizzo politico del
paese, bensì quella di garante dello Stato, alto notaio della Repubblica e dunque
quanto più possibile estraneo alle dinamiche politiche.
Nello specifico, nel caso italiano, il Presidente della Repubblica è una FIGURA CON
DEI POTERI A FISARMONICA: può avere sia forma ridotta che estesa —> figura
flessibile che permette a chi la riveste di adattare l’esercizio dei propri poteri agli
sviluppi della nostra forma di governo:
- funzioni di alto notaio della Costituzione —> non viene toccata la componente
politica —> fisarmonica ridotta
- Dinamiche prettamente politiche —> ex. scioglie le camere, nomina i ministri
—> fisarmonica + estesa
Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità
nazionale —> potere di moderazione, di influenza e di indirizzo in grado di
assicurare una sintesi tra le diverse forze politiche
Il capo dello Stato è organo
- monocratico
- super partes
- equidistante
- imparziale
Nel suo essere organo super partes, il PdR non è titolare di alcuna delle tre funzioni
tipiche dello Stato MA partecipa a ciascuna di esse, in quanto:
Rispetto alla FUNZIONE LEGISLATIVA
Il presidente della Repubblica fa parte dell’ingranaggio che fa funzionare il
meccanismo legislativo dell’Italia. L’articolo 87 della Costituzione attribuisce in
questo capo al Capo dello Stato il potere di:
● Eleggere i senatori a vita
● Inviare messaggi formali al Parlamento per orientare delle scelte: rappresenta
il più solenne e libero potere di stimolo del Presidente della Repubblica nei
confronti dell’organo rappresentativo del corpo elettorale
● Scioglimento delle Camere: atto da compiere nel momento in cui non vi è
altra soluzione al carattere disfunzionale del Parlamento. In relazione a
questo potere la Costituzione obbliga il PdR a confrontarsi con i Presidenti
delle Camere ma non ad essere in dovere di seguire le loro considerazioni. Il
PdR non può inoltre sciogliere le camere nel “semestre bianco” (6 mesi
precedenti alla fine del suo mandato, in cui non gode di una piena
legittimazione politica), a meno che non ci sia l’ipotesi del cosiddetto “ingorgo
costituzionale”; nel momento in cui le camere sono vicine ad esaurire il loro
mandato ed è presente il rischio di situazioni di crisi, il PdR è autorizzato allo
scioglimento
● Convocazione straordinaria delle camere
● Fissa la data della prima riunione delle Camere (deve tenersi entro 20 giorni
dalla loro elezione)
● Garante della Costituzione nella fase di promulgazione delle leggi: può
adottare il rinvio presidenziale

Rispetto alla FUNZIONE ESECUTIVA


● Attiva il meccanismo delle consultazioni
● nomina il Presidente del Consiglio e dei ministri
● Autorizza la presentazione dei disegni di legge governativi alle Camere
● Emana gli atti normativi del Governo

Rispetto alla FUNZIONE GIURISDIZIONALE


● In funzione di garanzia, presiede il Consiglio Superiore della Magistratura,
ossia l’organo di autogoverno della Magistratura

Rispetto alla CORTE COSTITUZIONALE


● Il PdR ha potere di nomina di cinque giudici costituzionali

Rispetto al CORPO ELETTORALE


● Indice la data delle elezioni e dei referendum: si tratta di un’attività in sostanza
vincolata dalle disposizioni costituzionali e legislative

I poteri del Presidente su altre istituzioni


In base all’articolo 87 della Costituzione, il presidente della Repubblica ha il potere
di:
● accreditare e di ricevere i rappresentanti diplomatici di altri Paesi
● Concede la grazia
● Rettifica i trattati internazionali
● Riceve i diplomatici
NOMINA:
● Funzionari dello Stato
● il presidente e i consiglieri della Corte dei conti, cioè della magistratura
contabile;
● il presidente del Consiglio di Stato;
● presidenti e direttori generali di enti pubblici di rilevanza nazionale, dopo la
prima nomina effettuata dal Governo.

Il Capo dello Stato, in quanto tale, è anche presidente di diritto:


● del Consiglio supremo della Difesa, al quale partecipa insieme al Capo di
Stato Maggiore della Difesa, al presidente del Consiglio e ai ministri degli
Esteri, dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, della Difesa e dello
Sviluppo economico —> comando delle Forze armate italiane
● del Consiglio superiore della magistratura (il CSM).

Responsabilità e giuramento del Presidente della Repubblica


Il Presidente della Repubblica, pur restando naturalmente soggetto al pieno rispetto i
della Costituzione e delle leggi, non è penalmente responsabile degli atti
compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per
attentato alla Costituzione —> se messo in stato d’accusa sarà poi giudicato dalla
Corte Costituzionale.
La responsabilità degli atti promossi dal PdR è propria del Governo, i cui ministri
controfirmano gli atti del Presidente.

Le elezioni del Presidente della Repubblica


Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi
membri. All'elezione partecipano anche tre delegati per ogni Regione eletti dal
Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze.
La Valle d'Aosta ha un solo delegato.
L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a
maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la
maggioranza assoluta.
Perché queste maggioranze? Da una parte (maggioranza qualificata dei 2/3) per
fare in modo che il consenso intorno al nome di chi deve diventare Presidente della
Repubblica sia ampio e, dall’altro (magg. assoluta), che il protrarsi dell’elezione
possa, in qualche modo, delegittimare il futuro Presidente della Repubblica,
sminuendolo agli occhi degli italiani.
Per poter essere eletto, deve soddisfare tre requisiti:
- essere cittadino italiano
- godere dei diritti civili e politici
- avere almeno 50 anni.
il Presidente della Repubblica, nel momento della sua elezione, è chiamato a
prestare il giuramento, il quale è previsto dall’articolo 91 della Costituzione e che
consiste in un atto di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione,
fatto dinanzi alle Camere riunite in seduta comune

Durata del mandato del Presidente della Repubblica


Il Presidente della Repubblica dura in carica sette anni e questa durata, differente
da quella del Parlamento che è di 5 anni, è stata, anche in questo caso, pensata per
svincolarlo dal Parlamento che lo ha eletto, lasciandogli maggiore libertà di azione.
—> garanzia teorica di imparzialità
Al termine del suo mandato il Presidente della Repubblica diviene automaticamente
senatore a vita, quindi avrà un proprio ufficio e le proprie funzioni da senatore.
Da questo punto di vista, anche in altri ordinamenti sono previste delle misure
analoghe: per esempio il Presidente della Repubblica francese, al termine del suo
mandato, diviene automaticamente membro del Consiglio Costituzionale che è
l’equivalente della nostra Corte Costituzionale.
Il mandato presidenziale può essere interrotto da dimissioni volontarie, da
decadenza (ossia dal venir meno di uno dei requisiti), da destituzione, dall’
impedimento permanente.

14. IL POTERE GIURISDIZIONALE


LA MAGISTRATURA
IL GIUDICE NEGLI ORDINAMENTI DI COMMON LAW E DI CIVIL LAW
● Nei COMMON LAW —> (ex. Gran Bretagna e Stati Uniti) si parla di giudice
professionista: si diventa giudice tramite la carriera avvocatizia, non seguendo
un percorso formativo specifico, ma semplicemente passando da una
funzione privata ad una funzione pubblica
● Nei CIVIL LAW —> (ex. Europa continentale, tipo modello francese): si parla
di giudice funzionario dello Stato che segue un percorso burocratico. Tipico
meccanismo continentale che segue la separazione dei poteri: un giudice.
Tanto più apprezzabile quanto più estraneo alla politica e agli altri poteri

DEFINIZIONE DI FUNZIONE GIURISDIZIONALE


«Funzione diretta all’applicazione della legge, attivata su impulso delle parti
(passività del giudice), per risolvere un conflitto o una controversia, esercitata ad
opera di un soggetto terzo (terzietà del giudice), vincolato solo alla legge, nel rispetto
del principio del contraddittorio fra le parti, della pubblicità del procedimento e della
motivazione delle decisioni»
- Funzione statale
- Diretta all’applicazione della legge
- Nasce su impulso delle parti che forniscono l’iniziativa
- Il fine è la risoluzione di una controversia
- Entrambe le parti hanno potere contraddittorio: si espongono + hanno potere
di controbattere
- Vi è l’obbligo di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali (sentenze)
+ chiarezza nel procedimento seguito per ottenere quella sentenza
! Tipologie e parti nel processo:
• attore (promuove l’azione) e convenuto (chiamato a rispondere) —> processo
civile: riguarda le controversie che insorgono tra soggetti privati
• l’accusa è rappresentata dal pubblico ministero, che agisce in nome dello Stato e
chiede, a carico dell’ imputato, ossia della persona accusata di un reato, la pena che
ritiene più idonea—> processo penale: si giudica una persona accusata di un reato
• ricorrente e resistente —> processo amministrativo, si agisce contro la pubblica
amministrazione; un privato contesta e chiede l’annullamento di un provvedimento
della Pubblica amministrazione, che ritiene ingiusto e lesivo dei propri interessi.
! Quali atti produce un procedimento?
- sentenza: atto conclusivo di un procedimento giudiziario
- Ordinanze e decreti: decisioni momentanee del giudice, serventi al
procedimento, ne regolano lo sviluppo ma non ne segnano la decisione
definitiva

UNITÀ DELLA GIURISDIZIONE


E PLURALITÀ DELLE GIURISDIZIONI
- Giurisdizione ordinaria (civile e penale)
- Giurisdizioni speciali
«... non possono essere istituti giudici straordinari, o giudici speciali...» (art. 102.2
Cost.) —> ma in alcune materie si richiedono giudici altamente specializzati —> casi
di specialità della materia necessitano giudici con un elevato grado di competenza
tecnica.
La nostra Costituzione contempla tali tipologie di giudici speciali:
• giurisdizione amministrativa —> Tribunali amministrativi regionali e Consiglio di
Stato
• giurisdizione contabile —> Corte dei conti
• giurisdizione militare
• altre giurisdizioni (es. tributaria) —> Commissioni tributarie
I GIUDICI ORDINARI: I GRADI DI GIURISDIZIONE
A chi mi rivolgo se voglio una revisione della sentenza? Vi è un CRITERIO
VERTICALE

- corte d’assistenza competente per i processi di maggiore gravità, quali


omicidio e strage
- giudice di pace: procedimento breve che serve a smaltire il lavoro del
magistrato; per evitare che la sentenza si prolunghi troppo
- Corte d'assise: giudica reati + gravi, è una corte integrata da 6 membri estratti
da un albo
- Corte di cassazione (negli ordinamenti di civil law rappresenta, insieme alla
Corte costituzionale il vertice dell’ordinamento giurisdizionale): è la suprema
corte che ha il compito di mettere fine al procedimento. Ha una funzione
nomofilattica: assicura l’esatto osservanza e l’uniforme interpretazione della
legge. Tuttavia non si è vincolati in via stringente alla cassazione, ma se il
giudice se ne distacca deve indicarne la motivazione

STRUTTURA DELL’ORDINAMENTO GIUDIZIARIO: LA MAGISTRATURA


ORDINARIA e il CRITERIO ORIZZONTALE
• Magistrati con funzioni giudicanti (giudici) —> giudici ordinari che svolgono
funzioni di produzione di sentenze
- giudice di pace
- giudice di tribunale
- giudice di corte di appello
- giudice di corte di cassazione
• Magistrati con funzioni requirenti (funzione proprie dei pubblici ministeri PM) —>
funzione preparatoria/di stimolo al giudizio, organi a cui non spetta la decisione della
controversia ma che si attivano nell’interesse generale alla giustizia —> il loro status
professionale non è differenziato rispetto a quello degli organi giudicanti
- procuratore della Repubblica presso il tribunale
- procuratore generale della Repubblica presso la corte d’appello
- procuratore generale presso la corte di cassazione
NB: IL PUBBLICO MINISTERO
Garanzie e indipendenza del p.m.:
• «gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme sull’ordinamento
giudiziario» (art. 107.4 Cost.)
• «ha l’obbligo di esercitare l’azione penale» (art. 112 Cost.)

Come è ripartita la Magistratura sul territorio? Secondo un CRITERIO


ORIZZONTALE: Distretti giudiziari (attualmente 29) —> Corti d’appello, solitamente
situate nei capoluoghi) divise in circondari

LA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA, CONTABILE, TRIBUTARIA E MILITARE

- la Corte dei conti ha giurisdizione nelle materie di contabilità pubblica e nelle


altre specificate dalla legge
- Soggetti ai giudizi amministrativi e contabili sono gli amministratori, gli
impiegati ed i contabili dello Stato, delle Regioni, degli enti locali, degli enti
pubblici
- Giudici dal carattere inquisitorio: agiscono a prescindere dalle richieste delle
parti
TRIBUTARIA
- Commissioni provinciali + Commissioni regionali —> entrambe di
composizione mista
MILITARE
- Tribunali militari + Corte militare d’appello —> giudicano reati compiuti da
appartenenti alle Forze armate non solo per il periodo di guerra, ma anche in
tempo di pace

STATUS DI GIUDICE: concetti di INDIPENDENZA ESTERNA ED INTERNA


Principi costituzionali sul potere giudiziario:
• accesso alla magistratura per concorso pubblico: necessità di possedere la laurea
in giurisprudenza e di aver conseguito il diploma rilasciato dalle Scuole di durata
biennale
• INDIPENDENZA ESTERNA: autonomia e indipendenza da ogni altro potere,
soprattutto da quello esecutivo —> la Costituzione prevede un organo ad hoc, il
Consiglio Superiore della Magistratura
• INDIPENDENZA INTERNA: distinzione dei magistrati soltanto per diversità di
funzioni; i giudici sono soggetti alla sola legge e quindi indipendenti dal singolo
magistrato anche se superiore gerarchicamente —> divieto di operare distinzioni tra i
magistrati applicando principio gerarchico
• inamovibilità dei magistrati —> divieto di procedere alla sospensione/rimozione
del servizio, o alla destinazione ad altra sede se non in seguito alla decisione del
CSM —> garanzia dell’indipendenza dei giudici
LA RESPONSABILITÀ DEI MAGISTRATI

- Si parla di responsabilità disciplinare quando non si commettono reati ma


mancanze relative alla propria funzione, si violano dunque i doveri di
imparzialità, correttezza, diligenza, riserbo —> le sanzioni vanno dall’
ammonimento alla rimozione del magistrato
- La responsabilità civile si ha nel caso in cui il giudice emette una sentenza
ingiusta per dolo (vuole volontariamente danneggiare qualcuno), per colpa
grave (grave negligenza professionale) o per diniego di giustizia (si rifiuta di
compiere un atto dovuto); in questo caso il risarcimento è a carico dello Stato,
il quale si rivarrà poi nei confronti del giudice colpevole.

IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA


! Organo di autogoverno della Magistratura —> introdotto per tutelare l’autonomia
dei magistrati
Composizione del CSM, per un totale di 27 membri:
• 3 membri di diritto: presidente della Repubblica (che lo presiede), primo
presidente e procuratore generale della corte di cassazione
• 16 membri eletti dai magistrati ordinari: membri togati
• 8 membri eletti dal Parlamento in seduta comune: membri laici, tra i quali il
CSM elegge il vicepresidente
ATTRIBUZIONI DEL CSM E DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
Consiglio superiore della magistratura
• carriera e stato giuridico dei magistrati: assunzioni, assegnazioni, trasferimenti,
nomina e revoca, valutazioni di professionalità, promozioni e provvedimenti
disciplinari (art. 105 Cost.) —> funzioni inerenti alla carriera e allo status dei
magistrati
Contro i provvedimenti disciplinari (quelli che possono condurre a delle sanzioni nei
confronti dei magistrati giudicati) del CSM è ammesso il ricorso in cassazione; gli
altri provvedimenti del CSM possono essere impugnati davanti al giudice
amministrativo.
Ministro della giustizia
• organizzazione e funzionamento dei servizi relativi alla giustizia

I PRINCIPI COSTITUZIONALI DEL PROCESSO


• Diritto alla tutela giurisdizionale
• Diritto di difesa: si assicura a tutti il diritto ad agire in giudizio a tutela dei propri
interessi e diritti legittimi
• Gratuito patrocinio
• Giudice naturale
• Irretroattività delle norme penali
• Responsabilità penale personale
• Presunzione di non colpevolezza: deve esservi fino a quando non intervenga
una sentenza di condanna definitiva; è volto ad evitare che il soggetto coinvolto nella
vicenda processuale possa subire degli effetti negativi anticipati rispetto al momento
di accertamento di specifiche responsabilità
• Giusto processo regolato dalla legge
• Contraddittorio tra le parti
• Parità tra accusa e difesa
• Giudice terzo e imparziale
• Ragionevole durata
• Contraddittorio nella formazione della prova
• Obbligo di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali: consente al cittadino
che sia parte di un procedimento che si svolge davanti al giudice, di basare su
questa motivazione la sua eventuale difesa contro l’atto a lui sfavorevole nei diversi
gradi del giudizio + consente a chi non è direttamente coinvolto di conoscere,
discutere, criticare tali motivazioni
• Possibilità di ricorso in cassazione per violazione di legge

CORTE COSTITUZIONALE
Organo connesso alla funzione di GARANZIA DELLA COSTITUZIONE, il quale si
realizza tramite due pilastri:
• Il procedimento di revisione costituzionale, adottato dal Parlamento, con la funzione
di garantire la rigidità della costituzione
• La giustizia costituzionale ha la funzione di garantire la supremazia della
costituzione, nel caso italiano tramite l’introduzione di un organo ad hoc come la
Corte Costituzionale

↪️LA GIUSTIZIA COSTITUZIONALE: DEFINIZIONE E AMBITI


Rispetto agli altri blocchi, come per esempio quello sulla tripartizione dei poteri,
l’ambito di giustizia costituzionale è più recente, è stata l’America il primo stato
moderno ad introdurre la giustizia costituzionale, intesa come potere/organo che si
pone domande rispetto a quanto, come, se sia possibile distanziarsi/uscire dalla
Costituzione.
I 3 obiettivi/funzioni di giustizia costituzionale sono:
• Il CONTROLLO DI COSTITUZIONALITÀ degli atti legislativi sia sotto il profilo
formale sia sotto il profilo sostanziale. Sotto il profilo formale: ci si interroga se l’iter
di produzione e approvazione di una norma sia avvenuto in modo corretto; nel caso
del profilo sostanziale: ci si interroga sul rispetto della norma in relazione
all’ordinamento costituzionale.
I vizi che può presentare una legge, sindacabili dalla Corte sono quelli di violazione
della Costituzione, di incompetenza e per eccesso di potere legislativo
• RISOLUZIONE DI CONTROVERSIE SULLE ATTRIBUZIONI: non sempre gli
organi costituzionali agiscono entro i limiti/perimetri delle proprie funzioni. Si parla di
conflitto interorganico —> controversie tra organi dello Stato come potere
esecutivo vs legislativo; conflitto intersoggettivo —> nel caso di controversie tra
Stato - regione, o tra regioni
• La TUTELA dei DIRITTI FONDAMENTALI costituzionalmente garantiti

MODELLI DI GIUSTIZIA COSTITUZIONALE —> la differenza risiede nel potere del


giudice ordinario
• SISTEMA DIFFUSO (modello americano)
– controllo di costituzionalità permesso a tutti i giudici —> tutti i giudici possono
sindacare la costituzionalità di una legge
• SISTEMA ACCENTRATO (modello austriaco)
– controllo di costituzionalità affidato a un apposito tribunale costituzionale che
decide in via definitiva e con efficacia erga omnes, espungendo dall’ordinamento la
legge incostituzionale

MODALITÀ DI ATTIVAZIONE DELLA GIUSTIZIA COSTITUZIONALE :


• Controllo preventivo (es. Francia) o successivo (es. Germania): attivato prima o
dopo l’entrata in vigore della legge
• Attivazione in via diretta -> prevede accesso diretto alla Corte
• Attivazione in via indiretta -> non ci si rivolge direttamente alla Corte, ma è
previsto un accesso in via incidentale: il presupposto è un procedimento
giurisdizionale ordinario o amministrativo. A poter sollevare la questione di legittimità
costituzionale sono il giudice incaricato del procedimento e gli avvocati delle parti
➡️LA GIUSTIZIA COSTITUZIONALE IN ITALIA: UN MODELLO MISTO
• Vi è un controllo accentrato tramite un organo costruito ad hoc, la Corte
Costituzionale
• Tutti i giudici possono attivarne lo scrutinio di costituzionalità (in questo senso
diffuso): la possibilità di dare inizio ad un’azione indirizzata alla Corte è legata
all’esistenza di una concreta controversia pendente davanti a un giudice
• Si combina accesso diretto (ricorso in via d’azione) e accesso indiretto (ricorso in
via incidentale): i ricorsi diretti sono limitati allo Stato e alle regioni, escludendo altri
soggetti come le minoranze parlamentari o il ricorso di ciascun cittadino per la tutela
dei diritti fondamentali —> in Italia non è semplice accedere alla Corte in maniera
diretta

LA CORTE COSTITUZIONALE: FONTI


• Costituzione
• Leggi costituzionali
• Leggi ordinarie
• Regolamenti della Corte costituzionale

LA CORTE COSTITUZIONALE: COMPOSIZIONE


Composta da 15 giudici
• 5 giudici nominati dal presidente della Repubblica —> nomine meno
controllabili fra tutte
• 5 giudici eletti dal Parlamento in seduta comune —> a maggioranza qualificata
di due terzi dei componenti nelle prime tre votazioni, tre quinti dei componenti nelle
votazioni successive
• 5 giudici eletti dalle supreme magistrature ordinaria e amministrative —>
almeno due eletti dai magistrati della Corte di cassazione, almeno uno da quelli del
Consiglio di stato, almeno uno da quelli della Corte dei conti
! Questo tipo di nomina serve a garantire il più alto tasso di neutralità possibile
! La Corte Costituzionale non entra in funzione rinnovando contemporaneamente
tutti i suoi membri: questo serve a garantire una differenziazione ideologica

LA CARICA DI GIUDICE COSTITUZIONALE


• Requisiti: scelta dei giudici costituzionali fra i magistrati anche a riposo delle
giurisdizioni superiori ordinaria e amministrativa, i professori ordinari di università in
discipline giuridiche, gli avvocati con esperienza professionale di almeno venti anni
(nel caso del CSM l’esperienza deve essere di almeno 15 anni)
• Durata in carica: mandato di nove anni, cessazione senza prorogatio e divieto di
essere nuovamente nominati
• Presidenza della Corte: presidente eletto fra i suoi componenti per tre anni e
rieleggibile
• Status: incompatibilità con la carica di parlamentare, di consigliere regionale, con la
professione forense e con ogni altra carica o ufficio indicati dalla legge; garanzie di
indipendenza, immunità e prerogative in sostanza equiparate a quelle dei
parlamentari: sono autonomi rispetto agli altri poteri dello Stato, inamovibili (solo la
stessa Corte può sospenderli dall’incarico di cui godono), sono immuni agli arresti e
insindacabili.

LA CORTE COSTITUZIONALE: METODO DI LAVORO


• Principio di collegialità: decisioni deliberate dai giudici presenti a tutte le udienze
in cui si è svolto il giudizio e prese a maggioranza assoluta, fermo il quorum
strutturale di undici giudici (-> per avere una votazione valida vi devono essere
almeno 11 giudici)
• Possibilità di riunioni in udienza pubblica, ma camera di consiglio a porte chiuse per
la deliberazione
• Nomina nella fase iniziale dell’esame di un giudice relatore per l’istruzione e la
relazione della causa/dibattito e, dopo la votazione, nomina di un giudice redattore
del provvedimento (di regola, giudice relatore e giudice redattore coincidono)
• Non previsione nel nostro ordinamento dell’istituto della opinione dissenziente —> i
giudici il cui voto differisce dalla decisione presa dalla Corte, non possono esprimere
pubblicamente la loro non convergenza

LA CORTE COSTITUZIONALE: FUNZIONI


La Corte costituzionale è competente a giudicare:
• sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti
aventi forza di legge dello Stato e delle leggi delle regioni
• sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e sui conflitti tra lo Stato e le
regioni e tra regioni
• sulle accuse promosse dal Parlamento in seduta comune contro il presidente
della Repubblica in caso di alto tradimento e attentato alla Costituzione —>
unico giudizio che la Corte compie sulla singola persona —> la Corte opera con una
struttura integrata di 15 + 16 giudici popolari, eletti a sorte da un elenco rinnovato
ogni 9 anni dal Parlamento in seduta comune e contenente i nomi dei cittadini che
hanno qualità di eleggibilità a senatore
• sull’ammissibilità delle richieste di referendum abrogativo —> la richiesta
viene giudicata ammissibile o inammissibile dalla Corte, la quale decide in camera di
consiglio —> la sua sentenza ha effetti limitati al caso deciso e non pregiudica, in
caso di giudizio negativo, la possibilità di riprodurre la richiesta referendaria
formulata in modo diverso

1. L’OGGETTO DEL GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE


Atti sindacabili:

↪️
– Tutti gli atti normativi primari ad esclusione dei regolamenti parlamentari

↪️
leggi e atti aventi forza di legge dello Stato
leggi delle regioni e delle province autonome
Atti non sindacabili:
• i regolamenti parlamentari
• gli atti normativi secondari (regolamenti)
• gli atti normativi di altri ordinamenti (es.: i regolamenti dell’Unione europea)
• le fonti fatto (consuetudini)

➡️
L’ACCESSO AL GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE
RICORSO INDIRETTO/IN VIA INCIDENTALE —> precondizione di un processo
ordinario (civile, penale) o amministrativo
! Chi solleva la questione di legittimità costituzionale?
• Questione sollevata su istanza di una delle parti nel corso di un giudizio (parti
private o pubblico ministero)
• Questione sollevata dal giudice
-> Le parti e il giudice devono indicare:
• l’oggetto, cioè le disposizioni della legge o dell’atto avente forza di legge dello Stato
o della legge regionale che si ritengono viziate da illegittimità costituzionale
• il parametro, cioè le disposizioni della Costituzione o delle leggi costituzionali che si
assumono violate
! A questo punto il giudice si dice GIUDICE A QUO, rappresenta colui dal quale
parte il procedimento verso la Corte, responsabile di definire la rilevanza e la

↪️
fondatezza della questione

↪️
rilevanza: è necessaria o meno quella norma all’interno di questo procedimento?
fondatezza: il dubbio è consistente o pretestuoso? Vi è la necessità di
selezionare e snellire quanto più possibile il lavoro della Corte
! Se la questione è rilevante e fondata gli atti vengono trasmessi alla corte
Costituzionale e vi è la sospensione temporanea del processo in corso. Se la
questione di legittimità costituzionale è irrilevante e manifestamente infondata —> Il
giudice a quo respinge con ordinanza motivata l’eccezione di illegittimità, che può
essere riproposta all’inizio di ogni grado ulteriore del processo
! Pubblicazione dell’ordinanza nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica (serie
Corte costituzionale, «atti di promovimento del giudizio della Corte costituzionale») e
nel Bollettino Ufficiale delle regioni interessate; le ordinanze sono poi notificate
entro 20 giorni al pubblico ministero e al Presidente del Consiglio (nel caso in
cui la questione di legittimità riguardi una legge dello Stato) o al Presidente della
Giunta regionale (nel caso in cui la questione riguardi invece una legge regionale)
! Nomina da parte del presidente della Corte costituzionale di un giudice
relatore (trascorso il termine precedente) e convocazione della Corte per la
discussione (entro i successivi 20 giorni)

➡️ IL RICORSO DIRETTO/IN VIA D’AZIONE ALLA CORTE COSTITUZIONALE


—> questione di legittimità costituzionale promossa in via d’azione; i soggetti
interessati si presentano direttamente davanti alla Corte
- il più tipico è quello dello STATO contro le leggi delle REGIONI
- Ma anche REGIONI contro leggi e atti aventi forza di legge dello Stato o
leggi di altre regioni
- Termine: il ricorso per legittimità costituzionale può essere promosso entro 60
giorni dalla pubblicazione della legge regionale o della legge o atto avente
forza di legge dello Stato (ricorso successivo)
- Titolarità: il ricorso è promosso dal presidente del Consiglio, previa
deliberazione del Consiglio dei ministri, o dal presidente della giunta, previa
deliberazione della giunta regionale
- Esecuzione dell’atto impugnato: la Corte può sospenderne l’efficacia quando
ritenga che «possa comportare il rischio di un irreparabile pregiudizio
all’interesse pubblico o all’ordinamento della Repubblica, ovvero il rischio di
un pregiudizio grave ed irreparabile per i diritti dei cittadini»
- Norme parametro: lo Stato può impugnare leggi regionali deducendo la
violazione di qualsiasi parametro costituzionale; la regione può impugnare
leggi statali o di un’altra regione deducendo solo la violazione di parametri,
costituzionali e interposti, incidenti sul riparto delle competenze

➡️
LE DECISIONI DELLA CORTE COSTITUZIONALE
LA CONCLUSIONE DEI PROCESSI TRAMITE SENTENZE
• Sentenza: quando la Corte «giudica in via definitiva»
- Sentenze di accoglimento: producono l’annullamento delle norme di legge
dichiarate incostituzionali
- Sentenze di rigetto: la Corte costituzionale dichiara non fondata la questione
di legittimità costituzionale e questo si riversa nel processo giurisdizionale: il
giudice a quo per risolvere il processo sarà costretto ad applicare le norme di
legge alle quali la Costituzione ha dichiarato infondati i dubbi di legittimità
costituzionale precedentemente avanzati
! Altri casi di sentenze di accoglimento:
• Sentenze di accoglimento parziale o ablative: illegittimità della disposizione nella
parte in cui il testo di tale disposizione prevede un qualche cosa che invece non
dovrebbe prevedere. Viene lasciata in vita la parte restante e legittima della norma
• Sentenze sostitutive: illegittimità della disposizione nella parte in cui prevede una
determinata norma anziché un’altra, che viene individuata dalla Corte e introdotta
per sostituzione. L’effetto è che la sentenza impone al giudice comune l’applicazione
della norma individuata dalla Corte in sostituzione di quella dichiarata illegittima.
• Sentenze additive o aggiuntive: illegittimità della disposizione nella parte in cui non
prevede una norma costituzionalmente necessaria, che viene integrata al testo dalla
Corte per aggiunta
• Sentenze additive di principio: illegittimità della disposizione nella parte in cui non
prevede qualcosa, senza che la Corte aggiunga una norma specifica, ma
individuando un principio generale la cui
attuazione è lasciata al legislatore
NB Nel caso del processo in via d’azione: se la Corte adotta una sentenza di
accoglimento -> annullamento della legge statale o regionale impugnata; se la Corte
adotta una sentenza di rigetto -> è consentita l'applicazione della legge
2. RISOLUZIONE DEI CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE —> altra funzione della
Corte
• Tipologia: conflitti fra poteri dello Stato (conflitti interorganici) e conflitti fra Stato e
regioni o fra regioni (conflitti intersoggettivi)
• Oggetto: la delimitazione della sfera di attribuzioni costituzionalmente
spettanti ad organi e soggetti costituzionali: a chi spetta la titolarità della

➡️
competenza? come deve essere esercitata la competenza?
FRA POTERI DELLO STATO
«Il conflitto tra poteri dello Stato è risolto dalla Corte costituzionale se insorge tra
organi competenti a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui
appartengono e per la delimitazione della sfera di attribuzioni determinata per i vari
poteri da norme costituzionali» (profilo soggettivo e profilo oggettivo).
• Conflitti tra poteri (ex tra organi detentori del potere legislativo e di quello esecutivo)
risolti dalla Corte costituzionale
• Conflitti di giurisdizione (tra giudici ordinari e giudici speciali): risolti dalla Corte di
cassazione
• Conflitti di competenza (tra organi all’interno. dello stesso potere): risolta da organi
appartenenti allo stesso potere
! QUALI SONO I POTERI DELLO STATO?
-> Potere legislativo
• ciascuna delle due Camere
• commissioni permanenti in sede deliberante
• commissioni parlamentari d’inchiesta
• commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi
radiotelevisivi
-> Potere esecutivo
• presidente del Consiglio
• ministri nei cui confronti sia fatta valere una mozione di sfiducia individuale
• ministro della giustizia
-> Potere giurisdizionale
• ciascun giudice (giudici ordinari e giudici speciali: es.
Corte dei conti)
• pubblici ministeri
• collegio per i reati ministeriali («tribunale dei ministri»)
-> Poteri-organo
• presidente della Repubblica
• Corte costituzionale
• Consiglio superiore della magistratura
• comitati promotori di referendum
! COME LA CORTE COSTITUZIONALE GIUDICA I CONFLITTI FRA POTERI?
L’iter è il seguente:
• Ricorso per conflitto di attribuzione dell’organo interessato (senza termine di
decadenza)
• Giudizio preliminare sull’ammissibilità del conflitto -> ordinanza della Corte che
dichiara ammissibile il ricorso (se sussiste «materia di un conflitto») oppure lo
dichiara inammissibile
• Giudizio nel merito -> sentenza della Corte che dichiara il potere al quale spettano
le attribuzioni in contestazione e, ove sia emanato un atto viziato da incompetenza,
lo annulla

➡️ FRA STATO E REGIONI E FRA REGIONI


• Conflitto sulla base di qualsiasi atto al di fuori degli atti legislativi: interferenze
dovute ad atti normativi, amministrative etc.
! COME LA CORTE COSTITUZIONALE GIUDICA I CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE
FRA STATO E REGIONI E FRA REGIONI? L’iter è il seguente:
• Ricorso dello Stato (presidente del Consiglio o ministro da lui delegato) o della
regione (presidente della giunta regionale);termine: entro 60 giorni decorrenti dalla
notificazione, pubblicazione o conoscenza dell’atto invasivo
• Ordinanza della Corte sulla richiesta di sospensiva dell’atto che ha dato luogo al
conflitto
• Sentenza della Corte sul merito del conflitto: sentenza che serve a sciogliere i
dubbi circa l’appartenenza allo Stato o ad una Regione della competenza contestata
, andando eventualmente ad annullare l’atto invasivo e illegittimo

AUTONOMIE TERRITORIALI
Per studiare come i pubblici poteri sono organizzati nella ripartizione delle loro
attività si distingue innanzitutto tra:
● STATO UNITARIO: forma sempre meno frequente nelle democrazie moderne;
indica lo stato centrale come unica vera fonte di potere. Per esempio è la
Francia uno stato di stampo centralista
● STATO FEDERALE: stato composto da un governo centrale + un governo
degli Stati membri. Stato che nasce da preesistenti stati che decidono di unirsi
in una realtà federata
● STATO REGIONALE: gradualmente il potere centrale cede funzioni alle realtà
territoriali (—> opposto dello stato federale). Un esempio è l’Italia
NB è sempre più difficile distinguere tra stato federale e regionale; l’unico vero
elemento di differenza riguarda il fatto che i Parlamenti degli stati federali sono
parlamenti bicamerali in cui 1 delle 2 camere rappresenta gli stati membri.

Art. 5 Cost. —> «La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le


autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio
decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione
alle esigenze dell’autonomia e del decentramento».
- REPUBBLICA UNA E INDIVISIBILE: soggetto unico di fronte al resto del
mondo, riconosciuta dalle altre nazioni
- RICONOSCE le autonomie locali: indica una libertà da…, in cui si riconosce
l’esistenza di autonomie locali
- PROMUOVE le autonomie locali: la Repubblica mette le autonomie nella
condizione di potersi autodeterminare, si impegna attivamente affinché queste
realtà siano rispettate. La promozione concreta in realtà viene ancora a
mancare nella fase del 1948, sarà solo a partire dal 1970 che gradualmente si
attiverà un processo di autonomizzazione.

—> Cosa dice la Costituzione del ‘48 sulle autonomie locali


• L'organizzazione costituzionale italiana prevede un complesso sistema di
autonomie regionali e locali —> alla presenza delle autonomie territoriali (comune,
provincia, città metropolitana, regione) si associa l’attività degli enti pubblici
territoriali volta a mettere in atto il principio della pubblica amministrazione.
La Costituzione italiana del 1948 prevede uno Stato regionale, basato su Regioni
dotate di 5 tipologie di autonomia: (schema valido per le regioni a statuto ordinario)
• Autonomia politica: capacità di darsi un proprio indirizzo politico, anche diverso
da quello dello Stato; possibilità di darsi un Governo anche di segno diverso da
quello nazionale
• Autonomia legislativa nelle materie espressamente indicate dalla Costituzione;
possibilità di darsi proprie leggi o regolamenti nel caso di comuni e province
• Autonomia finanziaria attraverso tributi regionali e contributi speciali attribuiti dallo
Stato a singole regioni; il conferimento di poteri legislativi e amministrativi sarebbe
insensato senza la possibilità di reperire risorse economiche proprie. “I Comuni, le
Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e
di spesa” ma tale autonomia deve esercitarsi “in armonia con la Costituzione e
secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario”.
Vige il principio del federalismo fiscale il quale indica un sistema di finanza pubblica
che riconosce tanto l'autonomia finanziaria degli enti locali quanto l'esistenza di
interventi finanziari centrali —> lo Stato potrà introdurre solamente i principi
fondamentali di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.
Tuttavia per evitare che le Regioni più povere abbiano meno mezzi finanziari è stato
istituito un fondo a favore dei territori con minore capacità fiscale per
abitante→Questo fondo assegna agli enti territoriali economicamente più deboli delle
risorse aggiuntive.
• Autonomia amministrativa indica la possibilità di organizzare i propri uffici tramite
la delega dell'esercizio delle funzioni spettanti alle Regioni agli enti locali stessi
• Autonomia statutaria indica la possibilità delle Regioni di darsi un proprio statuto
in cui sono stabilite le norme fondamentali relative al suo funzionamento e alla sua
organizzazione.
• Regionalismo duale —> Nella Costituzione le regioni erano 15 più altre cinque
dotate di un'autonomia differenziata. Le regioni disciplinate direttamente dalla
Costituzione sono denominate Regioni ordinarie → presentano uno Statuto
approvato con fonte di rango primario.
Le altre sono state chiamate Regioni speciali: Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta,
Friuli- Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige/Südtirol, in realtà costituita dalle province
autonome di Trento e Bolzano (il potere amministrativo, legislativo e finanziario è
suddiviso fra la Regione e le due province autonome che sono titolari della grande
maggioranza di queste funzioni: ex. uniche due province in grado di produrre leggi)
→ Statuto approvato con fonte di rango costituzionale. Le regioni a statuto speciale
sono dotate di particolare autonomia: per esempio hanno un sistema finanziario
privilegiato e ricevono meno controlli da parte dello Stato centrale. Vengono
introdotte con lo scopo di salvaguardare aree di confine in cui esistevano forti
problematiche legate alla presenza di minoranze linguistiche e per arginare le
tendenze separatiste manifestatesi nell’immediato dopoguerra.

—> Dalla Costituzione alle riforme: è tra il 1970 e il 2000 che gradualmente lo
Stato, fino a quel momento vero protagonista, decentra il suo potere tramite decreti
di trasferimento delle funzioni.
Riforma Bassanini (a Costituzione invariata). Una svolta si ebbe nel 1997 con la
"legge Bassanini". Essa introduce il principio secondo il quale alle Regioni e gli enti
locali dovevano essere attribuite tutte le funzioni e compiti amministrativi relativi alla
cura e alla promozione dello sviluppo delle rispettive comunità. Tramite queste
innovazioni si intendeva valorizzare soprattutto i comuni e andare a rendere più
efficienti le procedure burocratiche.
Riforma del Titolo V→ Nel 2001 il Parlamento ha approvato una legge
costituzionale di riforma organica del titolo V, la quale ha realizzato un forte
decentramento politico. La riforma ha rafforzato e attuato il disegno di una
Repubblica delle autonomie, articolata su più livelli territoriali di governo. La
costituzione ha previsto che la Repubblica è articolata in Comuni, Province, Città
metropolitane, Regioni e Stato, tutti costituzionalmente dotati di autonomia politica (e
di corrispondente autonomia statutaria) e posti sullo stesso piano. Si tratta di una
riforma che presenta alcuni grandi elementi:
1. Rovesciamento delle attribuzioni di competenze: non si parla più di
un’articolazione in Stato, regioni, città metropolitane, province, comuni; bensì
si attiva quello che possiamo definire lo schema della democrazia di
prossimità in cui si parte quindi dai comuni per arrivare allo Stato
2. Riconoscimento di competenze statali e numerate: lo Stato mantiene una
competenza esclusiva in 17 materie, in 19 materie si ha una legislazione
concorrente fra Stato e Regioni, in tutte le residue materie spetta alle Regioni
la potestà legislativa
3. Riconoscimento di competenze residuali per le regioni: lo schema era
prima invertito, erano date una serie di competenze alle regioni e quelle
residuali allo Stato. Il concetto di residualità indica il protagonismo, di fatto con
questa riforma le regioni vengono autonomizzate e responsabilizzate
4. Scomparsa dell’interesse nazionale e comparsa del Principio di leale
collaborazione. Il principio è di derivazione comunitaria ed è richiamato
all'art. 10 del Trattato CE, laddove si precisa che gli Stati membri sono tenuti
ad adoperarsi con ogni mezzo per agevolare la Comunità nell'adempimento
dei suoi obblighi. Nella riforma del Titolo V viene COSTITUZIONALIZZATO Il
"principio di leale collaborazione", che deve governare i rapporti tra lo Stato e
le Regioni. Prima della riforma del 2001 era previsto che il Governo potesse
bloccare le leggi regionali, impugnandole, nell'interesse nazionale, di fatto il
Governo godeva di una posizione di supremazia rispetto alle Regioni, ma la
riforma del 2001 elimina qualsiasi riferimento all'interesse nazionale
5. Interruzione della dipendenza tra funzioni legislative e competenze
amministrative: il Comune diventa titolare delle funzioni amministrative per
eccellenza.
—> Attribuzione delle funzioni amministrative; con la riforma del Titolo V il
Comune diviene titolare delle funzioni amministrative le quali si basano sui
principi di:
• 1. Sussidiarietà: il livello di Governo superiore interviene solo quando
l'amministrazione più vicina ai cittadini non possa da sola assolvere al compito
(“sussidiarietà VERTICALE”)
• 2. Differenziazione: enti dello stesso livello possono avere competenze diverse
• 3. Adeguatezza: le funzioni devono essere affidate ad enti che abbiano requisiti
sufficienti di efficienza

—> Organi di raccordo


• I raccordi tra i diversi livelli territoriali di governo sono: la commissione bicamerale
integrata e il sistema delle conferenze; in numerosi Stati federali è presente, invece,
una Camera delle Regioni (USA, Germania).
Commissione bicamerale integrata (Commissione parlamentare per le questioni
regionali) è un organo bicamerale previsto dalla Costituzione del 1948 per svolgere
compiti consultivi —> È consultata, essenzialmente, dallo Stato nell'ipotesi di
scioglimento anticipato dei Consigli regionali.
Sistema delle Conferenze ha invece come nucleo fondamentale la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e
Bolzano ("Conferenza Stato-Regioni"); ad essa è affiancata la Conferenza Stato,
città e autonomie locali e le due Conferenze sono riunite insieme nella Conferenza
unificata. Queste Conferenze sono presiedute dal Presidente del Consiglio e sono
formate da alcuni ministri e dai Presidenti delle Regioni.

—> Potere sostitutivo


• Il Governo può esercitare il potere sostitutivo nei confronti degli organi delle
Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni in caso di mancato
rispetto dei diritti civili e sociali
• Inoltre lo Stato conserva la potestà legislativa esclusiva riguardo la politica estera e
rapporti internazionali dello Stato
—> Gli enti locali
Il sistema degli enti locali si basa su:
COMUNE
● “ente più prossimo ai cittadini”→ nozione di “democrazia di prossimità”
● Riforma del Titolo V→diviene il titolare della totalità delle funzioni
amministrative. Garantisce servizi di carattere sociale, possiede il controllo su
l'edilizia e l’urbanistica locale predisponendo il piano regolatore, ad esso
spettano i servizi di anagrafe e di stato civile, il servizio elettorale e la
celebrazione dei matrimoni civili
● Si costituisce dal Consiglio comunale (organo di indirizzo politico eletto ogni
5 anni dai residenti, si occupa di approvare regolamenti), la Giunta comunale
(organo esecutivo nominato direttamente dal Sindaco e costituito da
assessori) e il Sindaco (eletto direttamente dai cittadini, rappresenta il
Comune, presiede sia la Giunta che il Consiglio ed esercita tutte quelle
funzioni attribuitegli dalle leggi, dagli statuti e dai regolamenti)

PROVINCIA
● Ente intermedio tra Comune e regione
● I suoi organi sono il Consiglio provinciale (eletto a suffragio ristretto solo dai
sindaci e dai consiglieri comunali della provincia), la Giunta provinciale
(nominata dal Presidente della Provincia e composta dagli assessori) e il
Presidente della Provincia (funzioni di rappresentanza)
● Ha funzioni di "area vasta" di coordinamento (urbanistica, ambienti, trasporti..)
● Nelle città maggiori la Città metropolitana si sostituisce si sostituisce alla
Provincia

REGIONE
• Consiglio regionale: eletto dagli elettori regionali, titolare della funzione legislativa
e del potere di fare proposte alle Camere
• Presidente della Regione: eletto a suffragio universale e diretto dall'intero corpo
elettorale regionale → rappresenta la Regione, dirige la politica della Giunta e
coordina gli assessori, promulga le leggi e dirige le funzioni amministrative delegate
dallo Stato alla Regione
• La Giunta regionale: l'organo esecutivo della Regione, diretta politicamente dal
Presidente eletto, cui la Costituzione affida il potere di nominare i componenti della
Giunta, nonché il potere di revocarli; si compone di assessori ai quali spetta un
determinato settore dell’amministrazione regionale
• Il Consiglio regionale può esprimere la sfiducia nei confronti del Presidente della
Giunta mediante mozione motivata —> l'approvazione della mozione di sfiducia
determina le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio regionale, con la
conseguenza che si andrà a nuove elezioni per il rinnovo di entrambi gli organi
(simul stabunt simul cadent) —> la presenza della fiducia è ciò che distingue il
meccanismo delle regioni dallo forma di governo presidenziale
ISTITUTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA
DEMOCRAZIA DIRETTA
- si costituisce da quegli istituti che permettono l’esercizio della sovranità
in proprio, saltando le mediazioni degli organi rappresentativi
- Tipologia di democrazia più antica, presente già nell’antica Grecia seppur in
modo censitario/oligarchico —> possono esercitare la sovranità in modo
diretto solo alcune fasce della società
- Tenuta ai margini tra ‘700 ed ‘800 dagli illuministi e dai sostenitori dello stato
liberale: Benjamin Constant agli inizi dell’800 dice esplicitamente che la
democrazia diretta non và accolta bensì contrastata. Questo studioso di
matrice liberale intende tutelare gli interessi della classe dominante,
dimostrando come lo stato moderno, territorialmente esteso, non può essere
adatto ad un tipo di democrazia come quella diretta che era infatti stata
promossa in una realtà piccola come quella della città stato greca, in cui era
naturalmente più facile riunire chi possedeva diritti politici
- È nel primo Novecento con il passaggio dallo stato liberale a quello
democratico pluralista che la questione si ripropone in quanto il popolo
richiede un proprio intervento diretto —> questo meccanismo si interrompe
con i totalitarismi della prima metà del’900
- Saranno le assemblee costituenti a disciplinare degli istituti di democrazia
diretta che non possono più essere ignorati —> è comunque la democrazia in
forma indiretta/di rappresentanza, che continua a rimanere a fondamenta del
principio democratico —> la DEMOCRAZIA DIRETTA ha funzione
INTEGRATIVA interviene dove non arriva la rappresentanza e arricchisce la
capacità di rispondere a quelle esigenze che si affermano come maggioritarie
nella società, senza però alterare il sistema costitutivo, tanto che il potere di
decidere le questioni oggetto d’esame resta radicato in capo agli organi
rappresentativi.

—> 5 ISTITUTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA


Sono tre quelli contemplati dalla Costituzione (italiana):ì
- PETIZIONE -> istituto debole in Italia
- INIZIATIVA LEGISLATIVA POPOLARE -> istituto debole in Italia
- REFERENDUM

- ASSEMBLEE POPOLARI: istituto più vicino alla forma greca, indica la possibilità
della popolazione di riunirsi per dibattere questioni di interesse comune. Presenti
oggi in Stati Uniti e Svizzera, per ragioni storiche —> queste aree di stampo
calvinista si costituivano da comunità piccole in cui tutti possedevano un ruolo. Non
si affermano a livello statale, bensì si può parlare di un istituto a livello locale —> si
parla di democrazia partecipativa più che di democrazia diretta. Inoltre in Italia pur
non essendo costituzionalizzato, tramite i media sono nate le assemblee popolari di
carattere virtuale/digitale
- REVOCA DEGLI ELETTI: istituto estraneo all’ordinamento italiano, neanche
dibattuto dal Costituente, presente invece nelle realtà statunitense e svizzera. Indica
la possibilità di votare per togliere la carica (voto al contrario) —> chi è stato eletto e
agisce in modo sbagliato può essere destituito

PETIZIONE
L’art. 50 afferma che: “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per
chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”. —> È l’atto con il
quale i cittadini portano a conoscenza delle Camere istanze ed esigenze particolari,

↪️
comuni a una pluralità di individui, affinché il Parlamento stesso vi provveda.
La petizione, sia essa esercitata dal singolo o da una pluralità di individui, deve
rappresentare un interesse pubblico e, pertanto, non è ammissibile per
rivendicare diritti soggettivi o interessi legittimi che invece sono tutelati dall’autorità

↪️
giudiziaria ordinaria o amministrativa.
A differenza dell’iniziativa legislativa popolare, il diritto di petizione può essere
azionato facilmente perché:
1. non richiede particolari formalità, eccettuata l’autenticazione della firma del
proponente —> struttura non necessariamente formale
2. senza limiti di numero —> può essere esercitato anche da una singola
persona, o da gruppi di più persone —> inclusiva dal punto di vista
quantitativa (anche un singolo cittadino può rivolgerla) e qualitativo
(presentabile da tutti i cittadini, anche minorenni) —> diritto di cui ne è titolare
la generalità dei cittadini
3. anche se rivolta ad ottenere provvedimenti legislativi, non prevede la
formulazione di una proposta di legge vera e propria, come invece è richiesto
per l’esercizio dell’iniziativa popolare;

➡️
4. può avere ad oggetto tutte le materie.
è da rilevare che le petizioni ricevono una scarsa attenzione da parte delle
Camere alle quali sono indirizzate, ragion per cui l’istituto è praticamente caduto in
disuso nelle ultime legislature, ed anche in quelle precedenti non ha prodotto

↪️
apprezzabili risultati
possiamo per questo dire che la petizione si traduce non tanto in un esercizio
diretto della sovranità quanto in una funzione di stimolo e di informazione nei
confronti delle Camere: rende loro possibile di conoscere alcune problematiche

L'INIZIATIVA LEGISLATIVA POPOLARE


L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed
agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.
Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta da parte di almeno

↪️
cinquantamila elettori di un progetto redatto in articoli.
istituto giuridicamente più esigente
1. Richiesta quantitativa e quantitativa: almeno 50.000 elettori
2. Requisito formale del testo: si richiede la presentazione di un progetto redatto
in articoli (come per tutti gli altri membri a cui è dato il diritto di iniziativa

↪️
legislativa)
Circa i contenuti: non si prevedono limiti di materia e possono assumere la forma

➡️
sia di progetti di legge ordinaria, sia costituzionale.
Nella prassi si è rivelato un istituto dal potere limitato: non garantisce ai
proponenti l’esame parlamentare della loro proposta. Gli organi parlamentari
hanno l’obbligo di calendarizzare la proposta/di prenderla in considerazione, ma non
hanno l’obbligo di pronunciarsi in materia/di pronunciarsi sulle proposte di iniziativa
popolare e neanche esistono meccanismi che garantiscano forme significative di
priorità procedurale. —> ciò avviene perché il politico italiano è refrattario al

↪️
confronto e all’attivazione delle richieste promosse dalla società civile
la funzione rimane sostanzialmente la stessa della petizione, ossia quella di
stimolo all’attività parlamentare

REFERENDUM
Il referendum può essere (nel nostro ordinamento):
1. COSTITUZIONALE: previsto per le leggi di revisione della Costituzione e le
altre leggi costituzionali; detto anche sospensivo poiché una volta avviata la
procedura referendaria, quest’ultima sospende il perfezionamento del
procedimento di revisione costituzionale fino al momento della consultazione
popolare, la quale deve avere voto favorevole alla revisione stessa. Le
modalità di referendum ricalcano in larga misura quelle previste per il
referendum abrogativo, salvo il giudizio di ammissibilità
2. ABROGATIVO: previsto per le leggi ordinarie dello Stato e per le leggi
regionali
3. TERRITORIALE: previsto obbligatoriamente per la modificazione di Regioni,
Province e Comuni
4. CONSULTIVO: ammesso soltanto a livello regionale e locale; ha come limite
fondamentale il fatto che il risultato non è obbligatorio da prendere in
considerazione per i poteri pubblici

REFERENDUM ABROGATIVO
- l'iniziativa referendaria può essere esercitata dai cittadini (500.000 elettori) o
dalle Regioni (5 Consigli regionali);
- può essere proposta «l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto
avente valore di legge» per legge si deve intendere una legge in senso formale,
approvata dal Parlamento secondo il procedimento ordinario, e per «atto avente
valore di legge» un decreto legge (approvato dal governo in casi eccezionali di
necessità e di urgenza e convertito entro 60 giorni dal parlamento) o un decreto
legislativo (adottato dal governo su delega parlamentare);
- quorum indica il numero minimo di elettori che devono partecipare alla votazione
—> presente un quorum partecipativo —> perché il referendum sia valido e
perciò idoneo ad abrogare la disposizione oggetto del quesito vi è un quorum fissato
nella maggioranza degli aventi diritto al voto, 50% + 1. Inoltre i voti devono anche
essere validamente espressi
- LIMITI del referendum abrogativo: non tutte le leggi possono essere oggetto di

↪️
abrogazione tramite referendum:
alcune materie sono sottratte : «le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di

↪️
indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali».
limiti sulle fonti: non possono essere oggetto di referendum abrogativo le leggi
della Costituzione e quelle di revisione costituzionale
—> SCHEMA DI ATTIVAZIONE
- Iniziativa da parte di 500.000 elettori o 5 consigli regionali
- Doppio controllo esercitato dall’Ufficio centrale per il referendum,
situato presso la Corte di Cassazione. Il primo controllo riguarda la
conformità/legalità delle firme e fornisce un giudizio di procedibilità; il
secondo controllo fornisce un giudizio di ammissibilità da parte della Corte
costituzionale, ed è diretto ad accertare l’inesistenza di una violazione dei

↪️
limiti fissati dalla Costituzione all’istituto referendario
- le richieste referendarie devono essere depositate nel periodo compreso
tra il 1 gennaio e il 30 settembre; l’ordinanza dell’Ufficio centrale per il
referendum deve essere emanata entro il 15 dicembre; la sentenza della

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Corte costituzionale deve essere pubblicata entro il 10 febbraio
- Non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla
scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di
convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere
medesime
- Se la richiesta supera il doppio controllo, spetta al Presidente della
Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, indire con proprio
decreto il referendum in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15
giugno
- L’ultima fase riguarda lo scrutinio, presso l’Ufficio centrale della Cassazione,
e la proclamazione dei risultati
- Nel caso in cui viene approvata l’abrogazione parziale o totale della
legge, è il Presidente della Repubblica che provvede con proprio decreto a
dichiara L’avvenuta abrogazione, i cui effetti decorrono dal giorno successivo
a quello della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
—> ABROGATIVO vs COSTITUZIONALE
- 1= si riferisce a ciò che è già in vigore; 2= si riferisce ad una fonte non ancora
vigente, interviene per approvare una fonte
- 1= può toccare le fonti primarie (leggi formali/ordinarie + atti aventi forza di
legge) ma non la Costituzione; 2= la fonte coinvolta è la Costituzione
- Chi ha potere di iniziativa? 1= 500.000 elettori e 5 consigli regionali; 2=
500.000 elettori, 5 consigli regionali, ⅕ dei membri componenti di una Camera
- Quorum di partecipazione? 1= valido solo se soddisfatto il quorum di 50% + 1
degli aventi diritto al voto; 2= risultato valido a prescindere dal numero dei
votanti

! Tra i referendum abrogativi ricordiamo come più rilevante quello sul divorzio del
1974: il divorzio fu approvato dal Parlamento tramite legge nel 1970, il referendum
subentra su volontà della DC; una parte del mondo cattolico covava infatti l'illusione
che appellandosi direttamente al corpo elettorale, su tale questione si sarebbe
pronunciata una maggioranza conservatrice e clericale.

DIRITTI DI LIBERTÀ
La disciplina dei diritti di libertà costituisce, insieme alla forma di governo/al frame of
governance, uno dei 2 pilastri del Costituzionalismo moderno.
All’evoluzione storica delle diverse forme di Stato si accompagna una parallela
evoluzione della disciplina delle libertà —> progressivamente vengono
riconosciuti diritti e libertà che lo Stato non potrà più ignorare.

Dal punto di vista storico si individuano:


- DIRITTI DI PRIMA GENERAZIONE
● tipici dello stato liberale
● “Diritti del borghese” e di conseguenza incompleti, verticali, vittime di quei
limiti dello Stato liberale stesso, quali la tutela di un mondo oligarchico (quello
borghese)
● Diritti individuali: diritto alla proprietà privata; habeas corpus —> diritto che
tutela l'inviolabilità personale —> diritto da cui discende quello di libertà
personale e fisica, attualmente infatti lo Stato non può limitare la libertà
personale se non in certi casi prestabiliti; l’autorità pubblica può per esempio
mettere in stato di fermo un soggetto ma, trascorse 48 ore sarà necessaria la
conferma dell’autorità giudiziaria. —> Art. 13 La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione
personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per
atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

- DIRITTI DI SECONDA GENERAZIONE


● Tipici dello Stato democratico-pluralista
● Oltrepassano la dimensione individuale —> tutela delle libertà positive,
ossia delle libertà nello Stato, di quelle libertà necessarie per realizzare una
effettiva e piena partecipazione di tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro
condizioni sociali ed economiche
● Riconoscono non solo l’eguaglianza formale: tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza,
di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; ma
anche un eguaglianza sostanziale in cui si esprime l’impegno e l’intervento
dello Stato democratico, necessario per superare ostacoli di fatto come
possono essere quelli di natura socio-economica —> non può esservi una
tutela effettiva dei diritti di libertà se coloro che ne sono formalmente titolari
non vengono messi nelle condizioni di esercitarli su un piano di parità, senza
incontrare limitazioni nella loro condizione economica e sociale —> per

↪️
indicare questa nuova forma di Stato si parla di STATO SOCIALE
● dall’affermazione del principio di eguaglianza sostanziale dipendono i
DIRITTI SOCIALI, i più tipici tra quelli di seconda generazione e tramite cui

↪️
l’individuo viene valorizzato in quanto persona
● nella Costituzione è ricco l’elenco dei diritti sociali: diritto al lavoro, diritto
all’assistenza sanitaria, diritto all’istruzione, diritto di sciopero, diritto di difesa
ecc.

DIRITTI SOCIALI —> DIRITTO AL LAVORO


Art. 4 la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le

↪️
condizioni che rendano effettivo questo diritto
giustificazione sul piano giuridico di tutti gli interventi dello Stato volti a favorire

↪️
livelli occupazionali sempre più alti
comporta l'illegittimità costituzionale di ogni ingiustificato ostacolo nell’accesso al

↪️
mondo del lavoro
si intende il diritto al lavoro anche come diritto alla conservazione del posto di
lavoro

—> DIRITTO ALLA SALUTE


Art. 32 la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e

↪️
interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti
i soggetti pubblici sono tenuti ad intervenire direttamente attraverso strutture

↪️
assistenziali, strumenti idonei, ecc
l’impegno dei soggetti pubblici è indirizzato a garantire le condizioni minime di
salute e di benessere psicofisico dell’individuo, indipendentemente dalle sue
condizioni economiche —> vi è infatti un Servizio Sanitario Nazionale

—> DIRITTO ALL’ISTRUZIONE

↪️
Art.33-34 la scuola è aperta a tutti
principio fondamentale di libertà di accesso al sistema scolastico: obbligatorietà,
gratuità dell’istruzione inferiore per almeno 8 anni —> illegittima ogni forma di

↪️
discriminazione nell’accesso al sistema scolastico
principio fondamentale del necessario intervento dello Stato attraverso borse di
studio, finanziamenti
↪️ la situazione attuale si caratterizza da interventi disorganici e lontani dal
soddisfare le esigenze inizialmente previste dal Costituente

LA DISCIPLINA DEI DIRITTI DI LIBERTÀ NELLA COSTITUZIONE: CARATTERI


GENERALI
● Il Costituente vede nell’istituzione dei diritti fondamentali l’elemento fondante il
nuovo Stato democratico —> diritti che preesistono lo Stato stesso: si parla di
principio personalista per intendere come è lo Stato che segue la persona e
non la persona che segue lo Stato
● La tutela dei diritti di libertà si basa sul principio di rigidità della Costituzione
● Vi sono diritti inviolabili, sottratti alla possibilità di essere revisionati
costituzionalmente proprio perché considerati come nucleo essenziale
● Schema ricorrente nella strutturazione di articoli che riguardano diritti di
libertà: parte propositiva in cui vi è da parte della Costituzione una tutela e
promozione del diritto; elencazione dei limiti per quei diritti e per quelle
libertà
● Struttura della RISERVA DI FONTE/LEGGE: è la legge ordinaria, in quanto
frutto di un organo democratico e nazionale, che può regolare e disciplinare i
diritti e le libertà —> garanzia di tutela dei diritti, divieto del legislatore di
introdurre altre e diverse limitazioni
● Struttura della RISERVA DI GIURISDIZIONE: con riferimento alle più
importanti libertà civili e politiche, solo il giudice ha il potere di imporre le
limitazioni all’esercizio dei diritti di libertà previste dalla legge (ex. Conferma
dello stato di fermo)
● Struttura di diritti di libertà che, generalizzando, può essere articolata in:
LIBERTÀ INDIVIDUALI e LIBERTÀ COLLETTIVE; non si tratta di una
struttura rigida in quanto ciò che è individuale si definisce comunque nella
relazione con gli altri —> ex del diritto individuale di manifestazione del
pensiero: ha senso manifestare il mio pensiero se c’è qualcuno ad ascoltarlo,

↪️
l’essere umano è un animale sociale e politico
● per dimostrare la correlazione tra libertà individuali e libertà collettive è
possibile far riferimento al legame tra la tripartizione: libertà di manifestazione
del pensiero, libertà di riunione e libertà d’associazione. È per esempio
l’attivismo politico che si nutre di questi 3 elementi i quali, combinati,
garantiscono gli interessi sociali degli individui + proteggono e promuovono il
buon funzionamento del dibattito democratico

↪️
LIBERTÀ DI MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO
ART. 21 COSTITUZIONE Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
→ Precedenti storici
• 1689 Bill of rights in cui si affermano, in particolare, la libertà di religione, di parola
e di stampa
• 1789 Dichiarazione francese dei diritti dell’uomo e del cittadino definisce il diritto in
esame uno dei diritti “più preziosi” dell’uomo
• 1848 Statuto Albertino art. 28 “La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli
abusi”

• è inviolabile art. 13- 15 Cost.


• indica la libertà d’espressione di fronte ad una platea indistinta (al contrario se
la comunicazione avviene tra persone distinte si parla di libertà di corrispondenza)
• è riconosciuta a tutti, cittadini e stranieri (in quanto diritto naturale dell’uomo) sia
in forma individuale che collettiva. I membri del Parlamento godono di una forma
ampliata (istituto dell’insindacabilità)
• può esprimersi in qualsiasi forma : parola, scritto, e ogni altro mezzo (foto, film,
composizione musicale espresse attraverso tutti i moderni mezzi di comunicazione
• comprende la libertà di esprimere le proprie opinioni o di non manifestarne alcuna
(il cd. “ diritto al silenzio” ossia di non esprimere le proprie opinioni, pensieri e
conoscenze ma di tenerle riservate)
• ne discendono il diritto di cronaca, la libertà di informazione attiva e passiva
(diffondere e ricevere notizie, informare ed essere informati ) e il diritto di critica

LIMITI
• il limite esplicito Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre
manifestazioni contrarie al buon costume: il buon costume rimane un termine vago,
mobile, aperto all’evoluzione sociale; per il Costituente riguarda la sfera del pudore
sessuale, il cui senso si evolve però nel tempo
• limiti impliciti, stabiliti dal legislatore, suddivisi, a loro volta, in due categorie: o
relativi ad interessi pubblici ( di natura collettiva), o relativi ad interessi privati (di
natura individuale)
—> Limiti impliciti riguardanti interessi di natura pubblica/collettiva
• Il segreto di Stato: è vietata la pubblicazione di notizie coperte dal segreto di Stato
a tutela della sicurezza nazionale o dell’interesse politico dello Stato
• Il segreto d’ufficio
• Il segreto investigativo
• L’ordine pubblico
—> Limiti impliciti riguardanti interessi di natura privata
• Tutela dell’onore
• Diritto alla riservatezza, all’identità personale e di immagine
• Diritto di rettifica
• Diritto alla tutela dei minori
• Diritto ad una pubblicità non ingannevole
• Diritto ad una informazione equilibrata ed imparziale durante le campagne elettorali

—> LIBERTÀ DI STAMPA


La libertà di stampa prima dell’art.21 Cost.
Nello Statuto Albertino non era prevista alcuna limitazione alla libertà di stampa ma
solo la repressione successiva (con sanzioni pecuniarie o detentive, oltre alla
soppressione della pubblicazione).
Nell’Italia fascista, i diritti di libertà, non ultima quella di stampa, furono sottoposti a
censure e misure repressive ed infine addirittura soppressi.
→ Garanzie
• Esclusione di qualsiasi forma di autorizzazione preventiva e di censura —>
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a
sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i
quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle
norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili
• Disciplina legislativa delle ipotesi di sequestro: vi è il divieto di sottoporre la
stampa a sequestro se non nei casi indicati dalla legge —> In tali casi, quando vi sia
assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'Autorità giudiziaria,
il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia
giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare
denunzia all'Autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore
successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
• Possibilità di stabilire con legge dei controlli sui mezzi di finanziamento della
stampa periodica

↪️
LIBERTÀ DI RIUNIONE
RIFERIMENTO DIRETTAMENTE PRESENTE IN COSTITUZIONE→ Articolo 17
+ TUPS —> Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza
- Con il termine riunione si intende la compresenza volontaria di più persone
nello stesso luogo e per un obiettivo comune —> consiste nella consapevole
facoltà di darsi convegno (cd. compresenza), temporaneamente e volontariamente,
in un luogo determinato ed in seguito a preventivo accordo o su invito dei promotori,
al fine di soddisfare uno specifico interesse comune che può essere di varia natura:
politico, culturale, religioso, sportivo etc;
- I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.
- libertà strumentale collettiva a tutela della «socialità della persona» e al diritto di
scambiarsi conoscenze ed opinioni
- si ricollega all’art. 2 perché anche se si pone come «libertà del singolo», non può
essere esercitata individualmente, ma congiuntamente ad altri soggetti; spesso
costituisce lo strumento attraverso cui le formazioni sociali perseguono i propri fini, in
quanto consente il libero dialogo e lo scambio di idee.
- Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico (un cinema, uno stadio, un teatro),
non è richiesto preavviso. —> private: che si svolgono in luoghi privati;
- Delle riunioni in luogo pubblico di transito (via,piazza) deve essere dato preavviso
(distinzione tra preavviso e autorizzazione) alle autorità, che possono vietarle
soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica —> di fronte al
divieto di tenere la riunione, agli organizzatori è possibile far ricorso davanti ad un
giudice amministrativo
—> TIPOLOGIE di riunione
• dimostrazioni: riunioni che danno luogo a manifestazioni per scopi civili o politici;
• assemblee;
• convegni;
• comizi;
• cortei: sono considerate «riunioni in movimento» (o itineranti) dove l’identità del
luogo è puramente relativa a soggetti riuniti e compresenti nello stesso spazio, sia
che rimangano fermi, sia che si muovano;

↪️
LIBERTÀ DI ASSOCIAZIONE
RIFERIMENTI DIRETTAMENTE PRESENTI IN COSTITUZIONE→ Articolo 18 +
TUPS —> Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza
- I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per
fini che non sono vietati al singolo dalla legge penale —> LIMITE opponibile alla
libertà dei cittadini di associarsi liberamente consiste nel perseguimento di fini che
sono vietati al singolo della legge penale (come è vietato al singolo commettere
reati, sarà vietata un’associazione costituita a tal fine.
- Sono PROIBITE le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche
indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
- È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista —>
LIMITE
Art. 20 → associazionismo religioso
Art. 39 → associazionismo sindacale: concepito dal Costituente come
un’organizzazione chiamata a svolgere un ruolo fondamentale in sede di definizione
delle condizioni di lavoro, mediante la contrattazione collettiva. Tuttavia i sindacati
non hanno mai raggiunto un riconoscimento come persona giuridica per i sono
associazioni non riconosciute
Art. 49 → associazionismo partitico: il diritto all’associazione politica rappresenta lo
strumento principale di partecipazione politica dei cittadini. L’unico limite riguarda il

↪️
rispetto del metodo democratico nello svolgimento delle sue attività
Elementi in comune con la lib. di associazione: carattere volontario (ciò esclude

↪️
la famiglia dalle associazioni);
Elementi di distinzione con la lib. di associazione: presenza di un NUCLEO DI
ORGANIZZAZIONE e CARATTERE STABILE.
→ 3 GARANZIE:
➔l’adesione ad una associazione deve essere LIBERA→ oltre alla protezione
positiva vi è anche una protezione della libertà negativa di NON associarsi
(eccezioni: ordini professionali, federazioni sportive);
➔ l’istituzione di una associazione avviene SENZA AUTORIZZAZIONE;
➔ riserva di legge rinforzata → ci si può associare «per fini che non sono vietati ai
singoli dalla legge penale»: garantisce alle associazioni la possibilità di fare tutto ciò
che possono fare i singoli (la legge NON può porre limiti e divieti specifici per le
associazioni).

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