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Cosa è il diritto? Il diritto può essere definito come un insieme di regole di condotta che
disciplinano i comportamenti dei componenti di una certa collettività in un dato
momento storico.
Il diritto nasce sempre per regolare relazioni interpersonali (“Ubi societas, ibi
ius”).
Il diritto può essere inteso sia in senso oggettivo che soggettivo (vedi libro pag. 9)
Cosa differenzia il Ci sono due concezioni del diritto: quella giusnaturalista e quella giuspositivista.
giuspositivismo Secondo la prima, il diritto ha origini naturali; è opera della natura o
dal eventualmente di una divinità (“Il diritto non va costruito, ma trovato, poiché
giusnaturalismo esiste a priori”).
nel diritto? Per la seconda invece, il diritto è “posto”, costruito dalla società e dall’uomo (“Il
diritto è ciò che sta scritto nelle leggi”).
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Cosa differenzia il Il diritto pubblico è correlato al potere pubblico. Le relazioni di diritto pubblico
diritto pubblico presuppongono che una delle due parti sia il potere pubblico (i vari enti: stato,
da quello privato? regione, provincia ecc). In tali casi c’è una naturale prevalenza del potere
pubblico, le cui caratteristiche devono però rientrare nelle norme del diritto.
Le relazioni di diritto privato, invece, sono tra soggetti privati, tra individui. In
tali casi, il potere pubblico esercita solo il ruolo di garanzia.
Quali sono gli Vi sono tre elementi costitutivi dello Stato moderno:
elementi - Sovranità, potere sovrano [che può essere esterna o interna. Se esterna:
costitutivi dello relazioni tra stati, tra sovrani… “E’ sovrano quell’ordinamento che non deriva
Stato moderno? la sua esistenza da un altro e che ha la capacità di escludere ingerenze esterne”.
Se interna: da conto di come è distribuita la sovranità all’interno dello Stato
(regioni, formazioni sociali ecc). Chi detiene la sovranità?]… “La sovranità
interna è la capacità di porre comando giuridici volontari vincolanti nei
confronti di tutti i soggetti dell’ordinamento”.
- Territorio, porzione della superficie terrestre delimitata da confini.
- Popolo (soggetti appartenenti al territorio), insieme di cittadini legati allo stato
tramite la cittadinanza, che permette di godere di alcuni particolari diritti (detti
politici, es. voto), ma che obbliga anche a determinati doveri (es. fedeltà alla
patria).
Che tipo di fini Lo Stato è un ordinamento giuridico a fini generali. Dunque si differenzia dagli
persegue lo Stato? ordinamenti giuridici che hanno fini particolari, settoriali (sindacato, federazione
sportiva ecc) ed è una forma di organizzazione del potere politico che esercita tra
le altre cose il monopolio della forza.
Quali sono le Per quanto concerne la forma di Stato, essa è intesa come il modo attraverso il
forme di Stato? quale la sovranità si distribuisce personalmente e territorialmente (1a
definizione) o in relazione ai rapporti che esistono tra autorità e libertà, tra
governanti e governati ecc.
Lo Stato Unitario è quella forma di stato dove è presente un solo potere sovrano.
Lo Stato Federale, invece, è caratterizzato dalla compresenza di due sovranità, due
poteri sovrani. La sovranità viene quindi suddivisa tra due diversi enti (stati
componenti, federazioni di stati). Diversi stati si accordano e trasferiscono parte
del loro potere alla federazione (vedi Stati Uniti).
Lo Stato Regionale è una specie di stato unitario, perché è dotato di poteri
legislativi. Ciò presupporrebbe che esso eserciti un potere sovrano, ma in realtà
così non è. I poteri dello Stato Regionale sono conferiti dallo Stato centrale (vedi
Italia).
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Lo Stato Assoluto [rex facit legem] nasce come Stato concentrato e accentrato:
tutti i poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) sono esercitati dal sovrano. Il fine
dello Stato Assoluto è il perseguimento della grandezza (quindi l’espansione
territoriale).
In età più recente lo Stato Assoluto diviene “Stato di polizia” (politeia, comunità)
dove il fine diventa il benessere del popolo (periodo del dispotismo illuminato).
Lo Stato Liberale [lex facit regem], invece, presuppone la divisione del potere
(legislativo, esecutivo, giudiziario affidati a diversi). Lascia spazio alla comunità e
al libero sviluppo dell’economia di mercato. Lo Stato deve fare il meno possibile
(“Stato leggero”).
Cos’è lo Stato Per Stato liberale di diritto si intende quella forma di Stato che persegue come
liberale di diritto finalità la garanzia dei diritti individuali. L’individuo infatti è titolare di diritti
e quali sono le sue naturali, che lo Stato deve garantire.
principali La borghesia, in tale contesto, occupava un ruolo di rilievo in quanto richiedeva
caratteristiche? assetti istituzionali idonei a garantire le libertà economiche di cui aveva bisogno
per affermarsi. Lo Stato liberale era dunque funzionale alla borghesia, tanto da
essere definito Stato monoclasse, in quanto solo una classe sociale era
politicamente attiva.
Lo Stato liberale di diritto utilizzava il diritto per limitare l’arbitrio dei titolari del
potere pubblico. Gli istituti giuridici erano: il principio di legalità, la nozione
moderna di Costituzione e il principio della separazione dei poteri.
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Secondo il principio di legalità, ogni atto dei pubblici poteri deve trovare
fondamento e limiti in una norma giuridica previamente adottata.
Tale principio segna una cesura netta rispetto allo Stato assoluto. Infatti ora non è
più il titolare del potere a produrre il diritto (rex facit legem), ma è il diritto che
crea il potere (lex facit regem). La legittimazione del potere è di tipo legale-
razionale: i titolari del potere sono tali perché c’è una norma che lo attribuisce
loro e perché lo esercitano nel rispetto del diritto.
La separazione dei poteri. Secondo tale principio le diverse funzioni dello Stato,
legislativa, esecutiva e giurisdizionale, devono essere conferite a organi o gruppi
di organi diversi.
Ma cosa si intende per potere? Il potere è il prodotto dell’esercizio di una funzione
da parte di un organo.
Per organo si intende un insieme di uffici pubblici che svolge un attività a
rilevanza esterna.
La funzione invece è un’attività preordinata ad un fine.
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Quali furono le Lo Stato liberale di diritto entrò in crisi a causa delle sue contraddizioni.
cause della crisi I diritti che si volevano garantire in realtà erano pochi, essenzialmente quelli del
dello Stato proprietario, maschio, borghese.
liberale di diritto? Dunque era presente una notevole contraddizione circa il principio di
uguaglianza, solennemente proclamato ma mai rispettato.
La sovranità della nazione venne messa in dubbio, a causa del suffragio
limitato. La legge, dunque, era il prodotto della volontà di pochi.
La Costituzione, inoltre, non poteva porsi come atto giuridico vincolante per tutti
i poteri a causa dell’assenza di una Corte Costituzionale, quindi senza garanzia
che le leggi rispettassero veramente la Costituzione. Tra l’altro essa era anche
soggetto di facili modifiche tramite leggi ordinarie. Dunque si trattava di una
Costituzione flessibile (che non si poneva al vertice del sistema delle fonti).
Con l’ingresso della classe lavoratrice sulla scena politica nacque lo Stato
pluriclasse.
Dopo la prima guerra mondiale, la forma di Stato liberale di diritto crollò e venne
sostituita da forme di Stato autoritarie oppure totalitarie.
Lo Stato autoritario è una forma di Stato che rifiuta i caratteri propri dello Stato
liberale di diritto e recupera alcuni aspetti dello Stato assoluto. La legittimazione
del potere è di tipo carismatico, non esiste la separazione dei poteri, che sono
concentrati in un soggetto unico, né il principio di legalità.
Nello Stato totalitario i caratteri dello Stato autoritario sono ancora più
accentuati assumendo il volto di una ideologia “totalizzante” pervasiva di ogni
aspetto del vivere sociale.
Cosa si intende Con Stato contemporaneo si intende quella forma di Stato la cui finalità
per Stato principale è il mantenimento dell’unità in un contesto pluralista. Si sottopone
contemporaneo e dunque il potere delle maggioranze politiche alla Costituzione e si promuove la
quali sono le sue coesione sociale attraverso il perseguimento dell’uguaglianza sostanziale.
principali Per certi versi, è un evoluzione dello Stato liberale di diritto.
caratteristiche?
Lo Stato contemporaneo ha diverse caratterische:
- è pluralista, poiché in esso esistono e sono politicamente attivi soggetti o
gruppi di soggetti diversi tra loro, la cui soggettività è riconosciuta
dall’ordinamento [la Costituzione italiana esprime il suo carattere pluralista in
vari articoli, a partire dal fondamentale articolo 2].
- è democratico, in quanto in esso esiste una tendenziale corrispondenza tra
governanti e governati. Citando la Costituzione italiana, in uno Stato
democratico “la sovranità appartiene al popolo”. Non basta che ci siano libere
elezioni per poter sostenere che uno Stato è democratico, ma occorre che sia
presente un complesso di caratteristiche che consentano effettivamente al
popolo di esprimere la sovranità. Tra queste vi è il principio di maggioranza,
il rispetto delle minoranze, delle libere elezioni, il controllo delle minoranze
sulle maggioranze. Tale nuova separazione dei poteri, distingue il circuito
della decisione politica (affidato alle maggioranze) da quello delle garanzie
(affidato invece alle minoranze)
- è costituzionale, in quanto caratterizzato da una Costituzione rigida, che si
pone al vertice del sistema delle fonti. La Costituzione riesce a prevalere sulla
legge grazie alla presenza di due garanzie: la giustizia costituzionale e il
procedimento “aggravato” di revisione costituzionale.
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Quali organismi Nel 1944, gli alleati firmando gli accordi di Bretton Woods, diedero vita al Fondo
nacquero dagli monetario internazionale (FMI) e alla Banca mondiale.
accordi di Bretton Il Fondo monetario internazionale ha l’’obiettivo di promuovere la cooperazione
Woods, e qual è il monetaria internazionale e la stabilizzazione dei cambi.
loro obiettivo? La Banca mondiale, nata con lo scopo di contribuire alla ripresa del sistema
produttivo dopo la Seconda guerra mondiale, oggi agisce nella direzione di
aiutare i paesi emergenti.
L’Organizzazione mondiale del commercio (prima GATT, poi OMC, WTO),
istituita nel 1995, è il luogo in cui si discutono gli aspetti giuridici del commercio
internazionale, col fine di addivenire a un sempre più agevole scambio di beni e
servizi a livello mondiale e di risolvere le eventuali controversie internazionali sul
commercio.
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Come nacque Il processo di integrazione europea nasce subito dopo la Seconda guerra
l’Europa? mondiale. Nel 1951 nasce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio
(CECA). Nel 1957 invece viene costituita la Comunità economica europea (CEE)
e la Comunità europea per l’energia atomica (EURATOM).
Nonostante le motivazioni politiche dietro alle istituzioni di tali comunità, il
processo di integrazione si è svolto soprattutto nella sfera economica. La CEE, ad
esempio, aveva obiettivi limitati: creare un’unione doganale, abolire gli ostacoli
alla libera circolazione di persone, merci, capitali e servizi, armonizzare le
politiche economiche, sociali e fiscali.
Molto si è discusso e si discute sulla natura attuale dell’UE. Molti sostengono che
abbia un carattere quasi federale, e finché i trattati continuano a trarre la loro
validità dalle Costituzioni nazionali, non possono prevalere su di esse e si resta
nel campo del diritto internazionale.
Come funziona
l’UE e quali sono i L’UE, nella maggior parte degli ambiti di competenza, agisce secondo il metodo
suoi organi? comunitario: ovvero a maggioranze variamente modulate. Mentre il metodo
intergovernativo, a consenso unanime, viene mantenuto per pochi settori, come
politica estera e sicurezza comune.
Gli organi dell’UE sono:
- Il Consiglio europeo; riunisce i capi di Stato o di governo per decidere le linee
di indirizzo delle politiche europee. Il consiglio è quello che definisce gli
orientamenti e le priorità politiche generali dell’Unione. [Il Tr. di Maastricht ne
ha riconosciuto lo stato formale, mentre quello di Lisbona lo ha reso una delle
istituzioni dell’Unione]
- Il Consiglio dell’UE; attua settore per settore gli indirizzi approvati dal
Consiglio attraverso riunioni dei ministri di competenza. Il Consiglio dell’UE
approva la legislazione europea insieme con il Parlamento, firma accordi,
approva il bilancio, elabora la politica estera, promuove la cooperazione fra i
tribunali e le forze di polizia nazionali.
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Cosa sono le fonti Le “fonti del diritto” sono quei “meccanismi” che pongono in essere regole
del diritto? giuridiche.
Il diritto non solo disciplina i comportamenti o le organizzazioni sociali, ma
anche i modi per produrre regole giuridiche.
Come si Vi è una distinzione per indicare tale fenomeno: da un lato ci sono le fonti di
distinguono? produzione giuridica, che pongono in essere nuove regole; dall’altro vi sono le
fonti sulla produzione giuridica, che invece sono i meccanismi (organi e
procedure) attraverso i quali si producono le fonti di produzione.
Infine abbiamo le fonti di cognizione , che sono tutti quei supporti attraverso i
quali si rendono conoscibili le fonti di produzione (Gazzetta Ufficiale ecc).
Vi sono due aspetti innovativi per quanto riguarda tale tipologia di fonti. Il primo
sono i testi unici, testi che raccolgono una serie di fonti di produzione in vigore
con lo scopo di riunirle, razionalizzandole, in un unico documento. I testi unici
possono essere semplici mezzi di conoscenza delle norme in vigore (testi unici
meramente compilativi) oppure possono introdurre innovazioni (normativi o
innovativi). I testi normativi non solo agevolano la conoscenza di un complesso
di norme, ma provvedono anche ad armonizzare la legislazione attraverso
l’introduzione di nuove disposizioni o attraverso la modifica di quelle esistenti.
Mentre nel primo caso le leggi e gli atti aventi forza di legge preesistenti
rimangono la fonte delle norme raccolte, nel secondo caso la fonte delle norme
diventa il testo unico approvato. Il procedimento di formazione dei testi unici è
quello proprio dei decreti legislativi.
Il secondo fenomeno da considerare è l’utilizzo di internet per rendere
conoscibili le fonti normative.
In che modo Le norme giuridiche possono nascere essenzialmente in due modi rispetto alla
nascono le volontà del soggetto destinatario delle stesse norme (ovvero chi deve rispettarle).
norme? Una regola può nascere perché è lo stesso destinatario a porla; i destinatari, cioè
Fonti autonome o partecipano direttamente e personalmente alla creazione della regola.
fonti eteronome? Normalmente si definisce questo tipo di fonti come autonome. In quest’area
troviamo le fonti convenzionali (cioè quelle regole che nascono da un accordo
reciproco, come i contratti tra individui o gli accordi internazionali tra stati), e le
fonti di autoregolamentazione (come i codici di autoregolamentazione,
deontologici, etici ecc).
Altre fonti invece sono quelle eteronome, in cui rientrano la maggior parte delle
fonti normative oggi esistenti in cui i destinatari non partecipano direttamente
alla produzione della regola stessa.
Attraverso quali Cosa accade se due norme giuridiche pongono tra di loro regole contraddittorie?
criteri si risolvono In tal caso, ci troveremmo di fronte a delle antinomie.
le antinomie? La scienza giuridica ha elaborato alcuni criteri per risolvere le antinomie
normative. I tre principali criteri sono:
- il criterio della gerarchia
- il criterio della competenza
- il criterio cronologico.
(Alcune antinomie, dette “apparenti”, possono essere superate attraverso lo
strumento dell’interpretazione)
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Crit. della In base al criterio della gerarchia, nel conflitto tra regole poste da due fonti,
gerarchia. prevale la regola posta dalla fonte superiore. Il criterio gerarchico presuppone un
ordinamento “a gradi” delle fonti normative, basato sulla “forza” degli atti
normativi.
[Per forza di un atto normativo si intende la sua capacità di produrre nuovo
diritto creando nuove regole (forza attiva), nonché la capacità di resistere
all’innovazione portata da un atto diverso (forza passiva)]
Crit. della Secondo il criterio della competenza, nel conflitto tra le regole poste da due fonti
competenza prevale la regola posta dalla fonte competente.
Ad esempio, una legge regionale che invada la competenza della legge statale (o il
Cosa succede se contrario) è annullabile per violazione dell’art. 117 Cost., che distribuisce le
viene violato? competenze tra Stato e regioni. Anche in questi casi, dunque, troviamo patologie
di invalidità dell’atto normativo incompetente e la sua annullabilità.
Crit. cronologico Secondo il criterio cronologico, nel conflitto tra le regole poste da due fonti,
prevale la regola più recente.
Cosa succede se Mentre la violazione della gerarchia o della competenza è un fenomeno patologico
viene violato? per il sistema normativo e quindi implica l’invalidità dell’atto e la sua
annullabilità, il decorso del tempo è un fenomeno fisiologico, poiché è naturale
che le regole si succedano nel tempo, ragion per cui la regola posta dalla fonte
successiva semplicemente prende il posto della precedente, senza per questo
doverla eliminare. Quest’ultima infatti continuerà ad applicarsi per i casi accaduti
precedente alla nuova regola.
Abrogazione o… Si chiama abrogazione l’effetto che una norma successiva produce nei confronti
di quella precedente, e cioè il fenomeno per cui la norma successiva delimita
temporalmente la sfera di applicazione di quella precedente.
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Contenuto delle Analizziamo ora, dopo la forma, il contenuto delle fonti normative.
fonti normative: Sul piano descrittivo si indica con il termine disposizione l’atto in senso proprio,
disposizione e la formulazione linguistica; mentre con il termine norma intendiamo il
norma. significato dell’atto, la regola giuridica che poi utilizzeremo per decidere come
comportarci.
Corollario n.2: Una norma può vivere più a lungo di una disposizione (e viceversa)
Le norme abrogate non si applicano ai fatti che si verificano dopo il tempo
dell’abrogazione, ma esse invece debbono essere applicati ai fatti accaduti prima
dell’abrogazione.
Al momento attuale dunque potremmo trovarci a dover applicare moltissime
norme (cioè interpretazioni) estratte da disposizione che in realtà sono state
abrogate e dunque non producono più norme.
Ma è vero anche il fenomeno opposto: esistono disposizioni formalmente in
vigore (non abrogate) ma che non sono più in grado di produrre norme.
Esempio: artt. 1 e 5 delle cd. “preleggi” che parlano delle norme corporative,
particolari fonti approvate dalla Camera dei fasci e dalle corporazioni. Oggi,
tuttavia, non esistendo più le corporazioni, la disposizione trattata non è in grado
di produrre norme di tal genere.
Siamo di fronte ad un’ipotesi di disposizione da cui, pur non essendo abrogata,
non possiamo più estrarre norme applicabili.
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1a distinzione: Vi è poi un’altra distinzione sulle norme. Queste infatti possono essere di due tipi:
Norme regola o regole o principi.
norme principio?
In prima approssimazione possiamo ritenere che le regole sono norme giuridiche
più specifiche, mentre i principi sono norme più generiche.
I principi sono norme aperte a diverse modalità applicative, mentre le regole sono
soggette ad applicazione categorica (sì/no).
Come si risolvono Se due regole sono in contraddizione tra loro, solo una sarà applicabile (e sarà
le contraddizioni scelta in base ai criteri di cui sopra).
tra due regole/ Se invece due principi sono in contraddizione, la situazione è del tutto diversa.
principi? Avendo contenuti di per sè generali e suscettibili di applicazioni diverse, non si
tratterà di identificare l’unico principio applicabile, quanto si cercherà di
“bilanciare” i due principi ovvero di applicare entrambi nella misura maggiore
possibile.
Un’altra considerazione molto importante è che i principi generano regole. Da
un principio (generale) nascono diverse regole (specifiche).
Cosa sono i I principi rappresentano i valori di riferimento del sistema normativo. Essi da un
principi nello lato sono in grado di orientare l’attività - spesso molto difficile - di interpretazione
specifico? delle regole. D’altro lato, come abbiamo visto, essi generano le regole concrete, sia
nel senso di costituire la base logico-giuridica (la cosiddetta ratio) delle singole
disposizioni, sia consentendo di risalire ad una possibile disciplina laddove
concretamente vi sia una lacuna, ovvero sia manchi una regola puntuale per
decidere un caso.
2a distinzione. Vi è infine un’altra distinzione, quella tra le norme speciali e norme generali, vale
Norme speciali o a dire norme che stanno in un rapporto di species a genus e che pertanto
norme generali? producono l’effetto della deroga. La deroga costituisce una specie di “eccezione”.
Cos’è la deroga? In base ai vari casi, il giudice può scegliere se applicare la norma speciale o quella
generale. Diverso è il caso in cui è invece il legislatore stesso ad indicare la
prevalenza di una norma speciale su quella generale.
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Micro-gerarchia All’interno della Costituzione possiamo anche notare una “micro-gerarchia” dei
degli articoli cost. vari articoli. Infatti, va operata una distinzione tra i principi supremi e le regole
costituzionali “ordinarie”. I principi supremi si sottraggono alla revisione.
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Il sistema Il sistema delle fonti italiano non è chiuso rispetto all’esterno, ma si apre alle fonti
giuridico italiano proveniente da altri ordinamenti, in coerenza con la visione della sovranità
è aperto esterna.
all’esterno?
La Costituzione, infatti, con gli artt. 10, 11 e 117 comma 1, stabilisce che possono
entrare a far parte dell’ordinamento italiano le fonti del diritto internazionale e del
diritto dell’UE.
Art. 10: dice che l’Italia si conforma alle norme di diritto internazionale
generalmente riconosciute (consuetudini universali e principi generali del diritto
internazionale come immunità, tutela dei diritti umani ecc).
Art. 11: afferma il principio pacifista e che l’Italia acconsente alle limitazioni di
sovranità necessarie per il mantenimento della pace e della giustizia tra le
Nazioni, e che inoltre promuove le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo.
Art.117: completa l’art.11 affermando che la potestà legislativa è esercitata dallo
Stato e dalle regioni nel rispetto della Costituzione e dei vincoli comunitari e
obblighi internazionali. Esso dunque da istruzioni relative al rapporto fra le fonti
interne e quelle esterne.
Anche qui è sorto un problema per quanto riguarda l’efficacia dei trattati.
Problemi Le sentenze nn. 348 e 349/2007 affermano che i trattati internazionali sono
sull’efficacia dei vincolanti per le fonti primarie successive, per effetto dell’art.117 comma 1
trattati. Cost. In caso di antinomia si applica il criterio della gerarchia, e dunque la norma
primaria deve essere annullata.
Come vengono I regolamenti, insieme alle direttive, costituiscono le fonti più rilevanti
riconosciute le nell’ordinamento dell’UE. La loro principale caratteristica è la diretta applicabilità
fonti di di diritto nei confronti di tutti i soggetti all’interno degli Stati membri.
europee? Le direttive invece non hanno diretta applicabilità, ma sono comunque fonti di
diritto derivato vincolanti, come i regolamenti. Si riferiscono esclusivamente ai
singoli Stati, imponendo obblighi di risultato e un tot. di tempo per adempierli;
adempimento che comunque avviene attraverso atti interni (in Italia: leggi del
parlamento, regionali o decreti legislativi).
Alcune direttive, tuttavia, possono essere self-executing, senza necessità di
alcuna interposizione da parte degli Stati.
Le decisioni sono anch’esse fonti di diritto vincolanti e non richiedono alcun atto
interno di recepimento da parte degli Stati, ma non possiedono i caratteri della
generalità e dell’astrattezza, rivolgendosi a destinatari specifici.
Le raccomandazioni e i pareri sono fonti di diritto derivato non vincolanti.
Attraverso quali L’Italia gestisce gli obblighi comunitari attraverso due distinti provvedimenti
strumenti l’Italia legislativi.
adempie agli Il primo è la legge di delegazione europea, con cadenza annuale che contiene:
obblighi a) le deleghe al governo per approvare decreti legislativi
comunitari? b) le autorizzazioni al governo per il recepimento delle direttive attraverso
regolamenti
c) i principi fondamentali a cui si debbono attenere le regioni nell’esercizio delle
loro competenze legislative.
Tale legge, dunque, è il mezzo con cui il Parlamento interviene in tutti quei casi in
cui l’adempimento degli obblighi europei richieda, oltre a quello parlamentare, un
ulteriore intervento normativo da parte di un altro soggetto (governo o regioni).
Come vengono In caso di antinomie tra fonte europea self-executing e legge italiana, esse devono
risolte le essere risolte attraverso la disapplicazione del diritto interno incompatibile con il
antinomie tra diritto europeo. Ciò implica che le fonti interne non debbano essere annullate, ma
fonte europea self- semplicemente non applicate.
executing e legge La “non applicazione” si fonda sul principio di competenza: nelle materie di
italiana? competenza dell’Unione devono applicarsi le norme europee.
La limitazione della sovranità dello Stato italiano nei confronti del diritto europeo
non è assoluta. La CC con la sentenza n. 183/1973 afferma che tali limitazioni di
sovranità non siano ammissibili ogni qual volta il diritto europeo violi i principi
fondamenti dell’ordinamento costituzionale e i diritti inviolabili della persona
umana. E’ necessario dunque che le fonti europee rispettino i controlimiti.
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E le antinomie tra Nel caso in cui invece l’antinomia è tra legge italiana e fonte europea non self-
fonte europea executing, la fonte interna deve essere dichiarate incostituzionale, in quanto in
non self-executing questa ipotesi le direttive si configurano come norme interposte tra il diritto
e legge italiana? nazionale e gli art.11 e 117 comma 1 cost.
I dubbi interpretativi delle direttive, ove presenti, vengono risolti dalla Corte di
giustizia, l’organo giudiziario di vertice dell’UE.
[I giudici di una nazione possono, nel corso di un processo, sospendere il giudizio e
sollevare una questione pregiudiziale innanzi alla Corte di giustizia, qualora
abbiano dei dubbi. La decisione della Corte sarà definitiva.]
Le fonti nazionali
La legge ordinaria
Cos’è una legge Per legge si intende l’atto normativo, deliberato dalle due Camere del
nel diritto Parlamento in un identico testo, promulgato dal Presidente della Repubblica
italiano? e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che trova le sue norme sulla produzione
negli artt. 70 e seguenti della Costituzione. (Legge formale ordinaria).
Riserve relative o Un altra distinzione è quella tra riserva relativa (riferito ai soli aspetti
assolute?
generali della disciplina) e riserva assoluta (intera disciplina), le cui
caratteristiche sono facilmente intuibili.
La Costituzione Il tema dell’oggetto della legge viene affrontato poche volte dalla
in relazione Costituzione, per imporre un certo procedimento di approvazione (leggi di
all’oggetto della amnistia o indulto) o per escluderla dalla possibilità di essere sottoposta a
legge. referendum abrogativo (art 75 cost).
Inoltre la Costituzione affronta il contenuto della legge nell’art 117, elencando
delle materie di competenza del legislatore statale e di quello regionale,
dunque la legge statale non si può definire una fonte a competenza generale.
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Quali sono le Alcune leggi, col corso degli anni, hanno istituito leggi a contenuto “tipizzato”:
leggi a contenuto - la legge di bilancio, che approva i bilanci
“tipizzato”? - la legge di stabilità, che attua il programma di politica economica del Governo
e fissa il limite complessivo di entrate e spese
- la legge di delegazione europea
- la legge europea
- la legge di semplificazione, realizza misure di semplificazione normativa e
amministrativa
- la legge annuale per il mercato e la concorrenza, ha lo scopo di rimuovere gli
ostacoli regolatori allo sviluppo della concorrenza e di garantire la tutela dei
consumatori
- la legge annuale per le micro, piccole e medie imprese, volta a definire
interventi nell’anno successivo per la tutela e lo sviluppo delle medesime
Sono tutte a cadenza annuale.
Il procedimento legislativo
Come si attua il L’art 70 cost. prevede che la funzione legislativa sia esercitata collettivamente dalle
procedimento due Camere. Vi sono tre fasi: iniziativa, costitutiva (istruttoria e approvazione), e
legislativo? quella che prevede la promulgazione e la pubblicazione.
In cosa consiste… 1) Iniziativa (disciplinata dall’art 71 cost): essa spetta al governo, a ciascun
- L’iniziativa? parlamentare e agli altri organi ed enti a cui è conferita dalla Costituzione. Anche
al popolo, mediante la proposta di almeno 50.000 elettori di un progetto redatto
in articoli.
- La 3) Promulgazione e pubblicazione
promulgazione La promulgazione avviene entro 30 giorni dall’approvazione parlamentare ed è
e la disposta dal Presidente della Repubblica (il quale però, secondo l’art 74 cost, può
pubblicazione? anche rifiutare di promulgare la legge, esercitando il potere di rinvio).
Il decreto legislativo
Cos’è il decreto L’art 76 Cost recita: “l’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato
legislativo? al governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per
tempo limitato e per oggetti definiti”.
Il decreto legislativo deve rispettare i limiti imposti dalla legge delega, pena il
giudizio di incostituzionalità.
Molte leggi-delega oggi prevedono che prima che il decreto legislativo passi dal
Presidente, debba ottenere un parere dalle commissioni parlamentari
competenti.
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Il decreto legislativo viene applicato soprattutto nel caso dei testi unici e dei
codici.
Il decreto-legge
Cos’è il decreto- Il potere legislativo può essere esercitato dal governo anche attraverso il decreto
legge? legge. Per l’art 77 cost il fondamento di tale potere deriva da una situazione di
straordinaria necessità ed urgenza.
Il decreto-legge è un atto del Governo con forza di legge, adottato in casi di
necessità ed urgenza.
Cosa succede se Se il decreto-legge non viene convertito, esso perde retroattivamente i suoi effetti.
non viene Per questa ragione l’art 77 cost, comma 3, provede che le Camere possano
convertito? “regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti”,
dando così vita ad una legge sanatoria, che ha il compito di “salvare” gli effetti
prodotti dal decreto decaduto sollevando il Governo dalle responsabilità alle
quali sarebbe altrimenti tenuto.
Il referendum abrogativo
Cos’è il Il referendum abrogativo previsto dall’art 75 Cost, è un istituto attraverso il quale
referendum il corpo elettorale è chiamato a pronunciarsi direttamente circa “l’abrogazione,
abrogativo e come totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge” dello Stato.
funziona?
Sono escluse dal referendum leggi tributarie e di bilancio, amnistia e indulto,
autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali (art 75 cost). Tuttavia vi sono
altri limiti impliciti, individuati dalla CC.
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Cos’è uno statuto? In particolare, l’art 123 Cost prevede la necessità per questi enti di dotarsi di uno
statuto. Si tratta di una fonte primaria del diritto con cui la regione disciplina
rilevanti aspetti della sua organizzazione e struttura interna: forma di governo,
principi fondamentali di organizzazione e funzionamento, diritto di iniziativa e
referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della regione, e
pubblicazione di leggi e regolamenti regionali.
Come si modifica Quanto al procedimento, esso ricorda molto da vicino quello previsto dall’art. 138
lo statuto? cost, per le leggi costituzionali e di revisione costituzionale, a testimonianza della
volontà di fare dello statuto una sorta di “piccola Costituzione”.
Come è Le regioni hanno poi potestà legislativa, in base all’art 117 Cost, in riferimento
caratterizzata la ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato, vale a
potestà legislativa dirla competenza legislativa residuale.
delle regioni?
La garanzia dei diritti assume anche una dimensione sovranazionale, nello Stato
contemporaneo (basti pensare alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
ecc).
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“Pari dignità sociale” -> emersione del principio della dignità umana.
Cost. parte prima: L’architettura dei diritti nella Costituzione e i loro limiti
diritti e doveri dei Quattro tipologie di rapporti:
cittadini. Rapporti civili (titolo I), etico-sociali (titolo II), economici (titolo III), politici (titolo
IV).
Oltre a questi, il titolo I contiene anche diritti che attengono alla sfera pubblica
della vita: di riunirsi (17), di associarsi (18), libertà di manifestazione del
pensiero (21); questi sono completati da due previsioni che garantiscono una
tutela particolare per i diritti di associazione (20), di manifestazione del pensiero
e libertà di coscienza (19) legati all’ambito religioso.
Il titolo II contiene il riferimento alla famiglia (artt. 29,30,31), alla salute (art. 32),
e alla sfera della cultura e istruzione (artt. 33, 34).
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In quali casi può Oltre alla regola, i commi 3 e 4 prevedono delle deroghe a queste garanzie: “in
essere limitata la casi eccezionali di necessità ed urgenza”.
libertà personale In tali circostanze l’intervento dell’autorità giudiziaria non è necessario prima del
dell’individuo? provvedimento restrittivo, ma successivamente al fine di convalidare gli atti
adottati, cioè al fine di verificarne i presupposti in fatto e in diritto.
Il sistema di tutela si completa poi con due ulteriori principi:
quello di “punire ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte
a restrizioni di libertà”, e quello di imporre “i limiti massimi della carcerazione
preventiva”.
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Il diritto di associazione reca con sè, in primo luogo, il diritto a non associarsi.
Un contenuto del tutto particolare ha la previsione del comma 2, che proibisce “le
associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi
politici mediante organizzazioni di carattere militare”.
[Associazioni segrete: quelle che, anche all’interno di associazioni palesi,
occultando la loro esistenza e i loro fini, svolgono attività diretta ad interferire
sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, amministrazioni pubbliche,
anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di
servizi pubblici essenziali di interesse nazionale];
[Associazioni militari: quelle costituite mediante l’inquadramento degli associati
in corpi, reparti o nuclei, con disciplina ed ordinamento gerarchico interno
analoghi a quelli militari].
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In molti casi i diritti sociali comportano un intervento dei pubblici poteri che
genera spesa pubblica.
Il diritto alla L’art. 32 dichiara invece che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale
salute diritto dell’individuo e interessa della collettività”.
Il diritto alla salute è sia un diritto del singolo, sia un diritto della collettività (si
pensi ad esempio al diritto alla salubrità dell’ambiente).
Inoltre, il diritto alla salute riguarda sia i rapporti tra cittadino e potere pubblico
(art. 32 Cost: la Repubblica ha il compito di garantire “cure gratuite agli
indigenti”; comma 2: “Nessuno può essere obbligato ad un determinato
trattamento sanitario”), sia i rapporti tra privati (ad es. il risarcimento del cd.
“danno biologico”, diminuzione del benessere psico-fisico prodotto dall’altrui
azione illecita).
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Il diritto di voto Il diritto di voto è al tempo stesso definito dalla Costituzione un dovere civico
(art. 48 Cost), nel senso che il suo adempimento non è un obbligo giuridico, ma
risponde a un sentimento di appartenenza e partecipazione alla vita pubblica.
Il diritto di voto spetta ai cittadini italiani che hanno raggiunto la maggiore età e
che non siano incapaci civilmente, moralmente indegni secondo la legge o
condannati con sentenza passata in giudicato.
Art 49: i partiti I partiti politici, giuridicamente parlando, non sono altro che associazioni alle
politici quali l’art. 49 Cost riserva una tutela ulteriore rispetto a quella prevista all’art. 18
Cost. Ne sono dunque elementi costitutivi gli stessi elementi della libertà di
associazione, non richiedendosi altro che pluralità di persone, organizzazione e
scopo per la sua costituzione, stante la loro funzione di “concorrere con metodo
democratico a determinare la politica nazionale”.
Il primo dato che emerge dalla disciplina costituzionale dei partiti, è il diritto di
non iscriversi ad alcun partito, cosa non sempre scontata.
Il secondo dato, consequenziale al primo, e derivante anche dal tenore letterale
dell’. art 49 Cost, è il pluralismo di partiti, attraverso il quale impedire la
minaccia di dar vita a uno Stato “monopartitico”.
Quali sono? Il primo dei doveri imposti nella Costituzione si trova nell’art. 4 comma 2,
secondo il quale “ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie
possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso
materiale o spirituale della società.
Altri doveri sono previsti nell’art. 23 Cost. che fissa il principio per il quale
“nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in
base alla legge”.
Il principio sancito nell’art. 23 Cost. trova una specificazione immediata in due
altre norme costituzionali: nell’ art. 52 che prevede il “dovere di difesa della
Patria” e nell’art. 53 che prevede il dovere di concorrere alle spese pubbliche in
ragione della propria “capacità contributiva”.
L’ultima previsione relativa ai doveri è contenuta nell’art. 51, che disciplina il
“dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le
leggi”.
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Come avviene L’acquisto della cittadinanza può avvenire secondo due grandi criteri: lo ius soli
l’acquisto della e lo ius sanguinis, ovvero “diritto della terra” e “diritto del sangue”.
cittadinanza? Questi due “macro-criteri” sono bilanciati in maniera diversa nei diversi Stati.
…fatto naturale… Per quanto riguarda il fatto naturale: nella tradizione italiana, la regola portante è
lo ius sanguinis: Si diventa cittadini italiani se si nasce da almeno un genitore
cittadino (art.1 comma 1 legge 91/1992).
[Vi sono casi particolari in cui si segue lo ius soli: figlio di ignoti, figlio di apolidi,
o figlio di genitori cittadini di uno Stato che segue esclusivamente lo ius soli]
… o fatto Per quanto riguarda il fatto volontario, in Italia si hanno molteplici ipotesi:
volontario. - coniuge di un cittadino o di una cittadina italiani, che dopo il matrimonio
risieda legalmente da almeno due anni nel territorio italiano, oppure dopo tre
anni dalla data del matrimonio se residente all’estero;
- lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni
fino al raggiungimento della maggiore età;
- lo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della
Repubblica (quattro per cittadini UE).
Secondo l’art. 51, comma 2, la legge può, per l’ammissione a pubblici uffici e alle
cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica.
L’altra norma di rilievo è l’art. 6 Cost., benché parli soltanto di minoranze
linguistiche.
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Da un lato, sotto lo ius sanguinis c’è la volontà di far sì che il popolo coincida con
la nazione etnos.
Al contrario, attribuire la cittadinanza a chiunque nasca sul territorio (ius soli),
indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori, vuol dire consentire agli
immigrati di seconda generazione di diventare immediatamente cittadini. Gli
ordinamenti a ius soli sono, quindi, più aperti dal punto di vista etnico e
coincidono con Stati che hanno sperimentato una forte immigrazione, come gli
Stati Uniti, il Canada, l’Australia.
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Riferimenti costituzionali
La persona Il lavoro e i diritti sociali connessi alla condizione lavorativa
umana al centro Gli articoli con sui apre il titolo III sui rapporti economici sono dedicati alla
dell’attenzione. condizione dei lavoratori e alle connesse garanzie tipiche di una forma di Stato
sociale. Anche all’interno della Costituzione economica, al centro dell’attenzione
c’è la persona umana, in questo caso nella figura del lavoratore a cui debbono
essere garantite delle condizioni minime vitali.
L’assenza di Parte della dottrina ha infine ipotizzato, quanto all’art. 35, che esso tuteli anche le
lavoro situazioni di assenza di lavoro, una posizione economica di svantaggio per la
quale il costituente ha approntato specifiche tutele all’art. 38.
Indirizzi e limiti più specifici per la tutela del lavoro dipendente provengono
dall’art 36 Cost, che costituisce il fondamento costituzionale della legislazione
sule retribuzioni, sugli orari giornalieri, sui riposi e le ferie, rappresentanti
dunque la norma basilare dello statuto giuridico del lavoratore.
Le garanzie del lavoratore, pertanto, non possono essere solo garanzie sulla
retribuzione, per quanto a questa sia riservato un comma specifico, ma anche
garanzie di salute e di svago.
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Retribuzione del Secondo la Costituzione, al lavoratore deve essere garantita una retribuzione
lavoratore proporzionata al lavoro svolto. Tale proporzione avviene tramite il criterio
minimo della sufficienza e dal criterio ragionevole della proporzione.
Il primo riflette l’ottica solidaristica e dell’uguaglianza sostanziale, affinché il
lavoratore e la sua famiglia non si vengano a trovare nella condizione di non
poter vivere liberamente e dignitosamente. L’altro riflette l’ottica tipica dei
rapporti “sinallagmatici”, cioè di quei rapporti contrattuali in cui le parti si
scambiano beni (in questo caso lavoro e salario) con carattere di reciprocità.
Le donne e i L’art. 37 Cost, sempre nell’ambito della tutela del lavoro subordinato, ha per
minori destinatari due categorie ritenute dagli ordinamento contemporanei
particolarmente vulnerabili: le donne e i minori. La previsione di condizioni di
tutela specifiche per costoro si giustifica in base all’obiettivo dell’uguaglianza
sostanziale di cui all’art. 3, comma 2. Cost.
L’art 37 ribadisce dunque che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di
lavoro, la stessa retribuzione dell’uomo lavoratore.
Prescrive inoltre che le condizioni di lavoro devono consentire alla donna
lavoratrice l’adempimento della sua essenziale funzione familiare.
L’ultimo articolo del titolo III dedicato al rapporto tra diritti economici e sociali è
l’art. 38 Cost: in esso la connessione tra i due tipi di diritti emerge in modo
particolarmente accentuato.
Previdenza e Tale articolo introduce in effetti l’essenza della sicurezza sociale (diritti sociali di
assistenza previdenza e assistenza) in un’ottica solidaristica.
Ciò che viene preso in considerazione è la persona, intesa in modo “esistenziale”,
come soggetto che, al di là dell’apporto dato, ha diritto a un’esistenza “libera e
dignitosa”, in virtù del combinato del principio personalista, di quello
solidaristico e di quello dell’uguaglianza sostanziale.
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I sindacati L’art. 39 Cost. sui sindacati è uno degli esempi più significativi di dissociazione
tra una previsione costituzionale e la sua evoluzione.
Libertà sindacale La libertà sindacale, infatti, deve anch’essa essere vista come libertà della
persona, il cui esercizio è finalizzato a correggere le asimmetrie tra forze
economiche. Si tratta dunque di un diritto di partecipazione alle scelte
economiche e di politica del lavoro.
Il diritto allo L’art 40 Cost, riconosce il diritto di sciopero, ovvero il diritto all’astensione
sciopero collettiva dal lavoro finalizzata al conseguimento di un comune interesse dei
lavoratori.
Al contrario, non è riconosciuto il diritto di “serrata” per i datori di lavoro. Tale
scelta si giustifica con la “asimmetria dei ruoli” tra datore di lavoro e dipendenti e
con la “asimmetria degli effetti” tra sciopero e serrata (da questa infatti deriva il
blocco totale dell’attività lavorativa anche per volere di un solo datore di lavoro).
La collaborazione Secondo l’art. 46 Cost., i lavoratori hanno diritto di “collaborare, nei modi e nei
dei lavoratori alla limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”.
gestione delle
aziende L’articolo in questione, dunque, rappresenta il “fratello minore” dell’art. 39 Cost.
Tuttavia l’art. 46 Cost. resta da un punto di vista di principio un articolo
importante.
La sfortuna dell’articolo si deve ad almeno due ragioni. La prima, in ordine
storico, è stata la scomparsa dei consigli di gestione.
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Libertà di L’art 41 Cost. riconosce la libertà di iniziativa economica, in senso ampio come
iniziativa intrapresa economica, ovvero attività di impresa, come pure ogni attività
economica occasione di chi utilizza la ricchezza per produrne di nuova.
Ampi e pervasivi sono i limiti alla libertà di impresa, elencati al comma 2
dell’articolo: l’attività non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, e non
deve recare danno alla sicurezza, alla libertà, e alla dignità umana.
È questo uno dei passaggi che più di altri hanno giustificato l’intervento dello
Stato in economia.
Il comma 3 dell’articolo affida alla legge la determinazione dei controlli e dei
programmi affinché l’attività economica pubblica o privata sia indirizzata e
coordinata a fini sociali.
Questo passaggio giustifica a tal punto l’intervento dello Stato da ammettere il
controllo delle attività economiche tramite la programmazione che è un forte
strumento di controllo delle scelte di mercato, tipico di un’economia mista
fortemente dirigista, in cui lo Stato può persuasivamente indirizzare e suggerire le
scelte dei privati.
In sostanza, al costituente interessa che l’iniziativa, pubblica o privata che sia,
concorra alla ricchezza materiale e spirituale del paese.
L’attività economica, infatti, sia privata che pubblica, deve sottostare a regole
comuni che limitano la direzione politica dello sviluppo economico e
costituiscono il parametro di condotta anche per l’attività economica pubblica.
La programmazione e l’intervento diretto in economia possono sembrare oggi
Diritto di eccessivi, ma nelle pieghe dell’articolo si possono anche leggere alcuni principi
proprietà, libertà ritenuti fondamenti nel mercato unico, come il diritto di proprietà e la libertà
contrattuale, contrattuale, senza i quali l’iniziativa economica non potrebbe essere esercitata, e
libertà di forse anche la libertà di concorrenza.
concorrenza
L’art. 43 Cost. si pone in continuità logica con le previsioni dell’art. 41. L’articolo
infatti consente la riserva originaria o il trasferimento allo Stato, a enti pubblici
o a continuità di lavoratori o utenti di determinate imprese o categorie di
imprese.
La proprietà nello La proprietà, dunque, che l’art. 42 individua come pubblica o privata, è
specifico… riconosciuta e garantita dalla legge, allo scopo di assicurarne, appunto, la
funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
Il diritto di proprietà, insomma, non è un diritto assoluto né tanto meno
inviolabile, ma graduabile a seconda della sua funzione.
L’impresa Un altro modello di iniziativa economica a cui la Costituzione, nel medesimo art.
artigiana 45, riconosce una posizione di favore è l’impresa artigiana.
Tale elemento è dato dall’apporto lavorativo dei titolari dell’impresa, che sono al
tempo stesso gli artigiani che vi lavorano.
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Per evitare un’eccessiva disparità di trattamento tra gli enti, l’articolo prevede
comunque l’esistenza di un conto perequativo statale per i territori con minore
capacità fiscale per abitante e di risorse aggiuntive statali, se necessarie.
Progressività del La soglia di indisponibilità per l’erario statale viene misurata dal legislatore col
fisco criterio della progressività, che determina il rapporto di parte a tutto tra la quota
destinata all’erario e la quota di ricchezza lasciata al contribuente.
Si tratta di un principio non di giustizia formale, ma di giustizia tributaria,
riconducibile alla solidarietà collettiva.
[Considerazioni finali:
La legge costituzionale n.1/2012 introdusse nella Costituzione il cd. “principio del
pareggio di bilancio”. Tale principio era infatti assente nella Costituzione, ed era uno
dei motivi per cui la parte “fiscale” e “monetaria” della Cost. è stata talvolta
considerata laconica o carente.]
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Gli interventi Quanto agli interventi diretti, un apposito ministero si occupava delle
diretti e indiretti “partecipazioni statali”: o lo Stato estive il settore direttamente, tramite enti che
dello Stato fossero organi del ministero competente, oppure tramite enti di gestioni di cui
aveva il controllo.
Il Trattato CEE: L’adesione al Trattato CEE e le sue successive modifiche hanno fatto virare la
verso una forma Costituzione economica dell’Italia verso una forma di neoliberismo.
di neoliberismo Strumentali a tale obiettivo sono le “quattro libertà” di circolazione delle persone,
dei servizi, delle merci e dei capitali.
-> Divieto di aiuti Da un lato, il divieto di aiuti di Stato e l’obbligo di apertura dei mercato hanno
di stato provocato la questione della compatibilità dei monopoli pubblici e degli
interventi diretti dello Stato.
-> Principi di D’altra parte, i principi di rigore finanziario, introdotti dall’Europa hanno
rigore finanziario imposto un risanamento dei conti pubblici e un controllo dell’equilibrio
finanziario che hanno obbligato gli Stati con un disavanzo enorme, come l’Italia,
a cercare di fare cassa anche attraverso la cessione delle proprie partecipazioni
azionarie.
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Le scelte di politica monetaria, dunque, specie per i diciassette paesi che hanno
adottato l’euro, sono sottratte alla competenza degli Stati dell’UE.
-> Privatizzazioni La privatizzazione degli enti pubblici economici e la liberalizzazione dei mercati
e liberalizzazioni hanno dunque rappresentato una necessità per il risanamento pubblico ma anche
un obbligo nei confronti del sistema comunitario.
-> Funzione Le regole comunitarie chiedono un sempre maggior spostamento del ruolo delle
regolata ed autorità pubbliche in economia da una funzione di programmazione e
arbitrale (non più intervento diretto ad una funzione regolata ed arbitrale.
programmazione
ed intervento Anche queste nuove regole, per quanto non espressamente previste dalla nostra
diretto) Costituzione, non si pongono in contrasto con il modello economico ivi
disegnato, se è vero, come abbiamo detto più volte, che i costituenti non
sposarono un preciso modello economico, ma lasciarono alle future maggioranze
la scelta tra i più diversi mezzi per realizzare il fine prescritto di un giusto
equilibrio tra benessere sociale e libertà economica, a patto che vengano
comunque tutelati i principi supremi, ovvero la dignità della persona umana e il
principio di uguaglianza e solidarietà.
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Forma di governo Tra le forme di governo parlamentari razionalizzate troviamo anche quella
neoparlamentare definita “neoparlamentare”: una forma di governo basata sulla elezione diretta
del vertice dell’esecutivo, che però è al contempo vincolato dal rapporto di fiducia
con l’assemblea legislativa. I due organi, vertice dell’esecutivo e assemblea
legislativa, sono legati dal principio aut simula stabunt, aut simula cadent, per cui
se uno dei due per qualche motivo viene meno, anche l’altro è costretto a
dimettersi e si torna a votare contestualmente per entrambi.
Tale forma di governo è stata adottata in Italia con buoni risultati nei comuni e
nelle province fin dal 1993 e successivamente, a partire dal 1995, per le regioni.
Il fatto che il Presidente, che detiene il potere esecutivo, sia direttamente investito
dal popolo rende superfluo l’istituto della fiducia tra Governo e Parlamento.
Il Parlamento ha un potere di inchiesta, di solito esercitato dalle commissioni
parlamentari.
Il Presidente, il vicepresidente e tutti i titolari di cariche pubbliche possono essere
messi in stato d’accusa dal Congresso tramite l’impeachment. Si tratta di un
istituto che non ha valenza penale ma è volto esclusivamente alla destituzione
dall’ufficio.
Inoltre, tutte le nomine che il Presidente può compiere sono soggette a ratifica da
parte del Senato, che può in tal modo incidere profondamente sulle scelte del
Presidente.
Esistono poi meccanismi attraverso i quali il Presidente può influire sull’esercizio
delle funzioni del Congresso: il principale è il veto presidenziale sulle leggi, che
può essere motivato da obiezioni sia di legittimità sia di merito.
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Insindacabilità L’insindacabilità (art 68 comma 1 Cost) afferma che “i membri del Parlamento
non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati
nell’esercizio delle loro funzioni”.
Le previsioni dell’art 68 comma 1 Cost. devono essere lette in stretto rapporto con
le norme dell’art. 67 Cost. che vieta il cd. mandato imperativo: “Ogni membro
del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di
mandato”. Il divieto di mandato imperativo implica anche la garanzia della libertà
dei parlamentari dai partiti o dai movimenti politici che li hanno candidato e con
i quali sono collegati.
Questa norma consente pertanto che i parlamentari transitino verso partiti o
coalizioni diversi da quelli nei quali sono stati eletti, un fenomeno che viene
definito transfughismo.
Inviolabilità L’inviolabilità, invece, è disciplinata dall’art 68 comma 2 Cost., il quale stabiliva
che per sottoporre il parlamentare a processo penale occorreva un’autorizzazione
da parte della Camera di appartenenza. Con la modifica del 1993, tuttavia, nell’art
68 Cost compare solo l’immunità dagli arresti e dalle perquisizioni, mentre è
possibile avviare procedimenti penali nei confronti di un deputato o di un
senatore.
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Il primo degli atti da compiere nella prima seduta è l’elezione del presidente e dei
componenti dell’ufficio di presidenza. Il presidente ha anzitutto il compito di
rappresentare all’esterno la Camera e di esprimerne la volontà, dirige i lavori,
assicura il corretto svolgimento di questi nel rispetto della Cost e del
regolamento.
Una delle funzioni più importanti che svolgono i presidenti di assemblea riguarda
la definizione del calendario dei lavori parlamentari.
Quanto alla loro elezione, si richiedono maggioranze qualificate e
successivamente la maggioranza assoluta.
Di cosa si occupa Subito dopo vengono scelti i quattro vicepresidenti.
l’ufficio di L’ufficio di presidenza è un organo con compiti amministrativi di disciplina
presidenza e da interna e di natura politico-organizzativa. L’ufficio è composto, oltre che dal
chi è composto? presidente, dai vicepresidenti, dai questori, che sovrintendono alla
organizzazione interna e al bilancio interno delle Camere, e dai segretari.
I gruppi Il successivo adempimento è quello della costituzione dei gruppi parlamentari.
parlamentari Essi non sono veri e propri organi e non agiscono nell’interesse delle Assemblee,
ma nell’interesse proprio. I gruppi sono la proiezione dei partiti o dei movimenti
politici in seno alle Camere. I regolamenti prevedono, infatti, che ciascun
parlamentare debba appartenere obbligatoriamente ad un gruppo. Per tale
ragione coloro che non esprimono una preferenza sono costretti ad iscriversi al
gruppo misto.
La cd La conferenza dei presidenti dei gruppi è l’organo collegiale la cui funzione
“capigruppo” principale è di predisporre il programma e il calendario dei lavori.
Per tradizione alcuni organi interni delle Camere si chiamano giunte: si tratta di
articolazioni interne che si occupano del corretto funzionamento delle Camere e
dello status dei parlamentari.
Le giunte Le giunte più importanti sono: quella per il regolamento, la giunta delle elezioni,
la giunta per le autorizzazioni a procedere.
Le commissioni Le commissioni permanenti, un’ulteriore tipologia di articolazione interna,
permanenti svolgono funzioni essenziali e costituzionalmente necessarie. Al pari delle giunte,
sono organi monocamerali. Attualmente sono previste quattordici commissioni
permanenti tanto alla camera quanto al Senato e si distinguono in relazione alla
materia trattata.
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I Parlamenti non hanno più il monopolio della funzione legislativa, sia perché
oggi la condividono con altri soggetti come il Governo, le regioni, l’UE ma anche
perché il Parlamento oggi ha acquisito nuove funzioni.
Funzione Chiameremo sinteticamente funzione normativa quell’insieme di attività in cui il
normativa Parlamento produce, o contribuisce a produrre, “norme” giuridiche di diverso
grado (e non solo leggi).
Il punto di partenza per l’analisi di questa funzione è certamente l’art 70 Cost, nel
quale si legge: “la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due
Camere”.
Oltre al potere di approvare le leggi ordinarie, le Camere esercitano il potere di
approvare le leggi costituzionali e di revisione costituzionale secondo il
procedimento previsto nell’art. 138 Cost.
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Funzione Il Parlamento esercita poi la funzione di indirizzo nei confronti del Governo,
d’indirizzo: caratteristica della forma di governo parlamentare. I regolamenti delle camere
prevedono tre tipi di atti di indirizzo: le mozioni, le risoluzioni e gli ordini del
giorno.
mozione La mozione è il più rilevante degli atti di indirizzo. Consiste in un documento
concernente tutti o determinati aspetti dell’azione del Governo, che l’Assemblea è
chiamate a delibare.
Possiamo richiamare la mozione di fiducia, cioè l’atto con il quale viene concessa
la fiducia al Governo, e la mozione di sfiducia, l’atto con il quale si mette fine al
rapporto fiduciario.
risoluzione Molto simile alla mozione è la risoluzione, un atto di indirizzo utilizzabile anche
da un singolo parlamentare con il quale le commissioni e l’Assemblea possono
esprimere il loro punto di vista e un indirizzo al Governo sull’argomento in
discussione.
ordine del giorno Assai più frequente è l’utilizzo del terzo tipo di atto di indirizzo, l’ordine del
giorno. Esso consiste in un documento a carattere accessorio rispetto ad un altro
testo — un disegno di legge o una mozione — su cui l’Assemblea o una
commissione è chiamata a deliberare.
Un caso a parte: Un carattere del tutto particolare hanno gli atti di indirizzo politico-economico
l’indirizzo in funzione del governo pubblico dell’economia. Si tratta di una serie di
politico- provvedimento ed hanno come principale obiettivo quello di assicurare il corretto
economico: funzionamento dei mercati, da un lato, e di disciplinare l’intervento pubblico
nell’economia, dall’altro. A tale indirizzo possiamo oggi ricondurre: la legge di
bilancio, la legge di stabilità e, più in generale, gli atti rientranti nella “manovra di
finanza pubblica”.
Funzione di Numerosi sono gli strumenti a disposizione del Parlamento per esercitare la
informazione e funzione di informazione e controllo.
controllo: I due strumenti informativi più importanti sono le interrogazioni e le
interpellanze.
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Interpellanza L’interpellanza, che può svolgersi solo in Assemblea, consiste in una domanda
rivolta al Governo circa i motivi o gli intendimenti della sua condotta su una
questione di particolare rilievo o di carattere generale.
Interrogazione L’interrogazione è un atto di sindacato ispettivo, di minore rilievo rispetto
all’interpellanza, che consiste in una semplice richiesta che ogni deputato o
senatore può rivolgere al ministro competente per avere informazioni o
spiegazioni su un oggetto determinato.
Con le riforme dei regolamenti parlamentari avvenute durante gli anni Ottanta
sono state introdotte le interrogazioni a risposta immediata. Lo svolgimento di
queste interrogazioni avviene in un contraddittorio immediato che si svolge in un
tempo definito a cadenza settimanale e in diretta radiotelevisiva (cd. question
time.
Il ruolo del In particolare, la partecipazione del Parlamento alla “fase ascendente” delle
Parlamento politiche europee
nell’ambito delle Le Camere intervengono anche nel circuito delle decisioni europee partecipando
politiche europee anche alla formazione del contenuto degli atti dell’UE (cd. fase ascendente).
Nello specifico, prima dello svolgimento delle riunioni del Consiglio europeo, il
Governo deve illustrare alle Camere la posizione che intende assumere tenendo
conto degli eventuali indirizzi dalle stesse formulati.
Informazioni riguardanti:
1. il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio
2. le iniziative rivolte alla conclusione di accordi
3. la nomina di membri italiani da parte del Governo in istituzioni, organi ed
organismi europei.
e nell’ambito della Per quanto riguarda più propriamente la partecipazione del Parlamento
formazione di atti italiano alla formazione di atti UE, la legge n. 234/2012 stabilisce che i progetti
UE di atti UE, gli atti preordinati alla loro formulazione e le loro modificazioni
devono venire trasmessi alle Camere, a cura del Presidente del Consiglio dei
ministri o del ministro per gli affari europei.
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Il Governo
Definizione, composizione e organizzazione
Il Governo: Il Governo è l’organo costituzionale responsabile di promuovere e attuare
Composizione l’indirizzo politico dello Stato ed è il vertice dell’amministrazione statale.
Esso è composto da tre organi: Presidente del Consiglio, singoli ministri e
Consiglio dei ministri.
Tali tre organi sono necessari, in quanto individuati direttamente dalla
Costituzione.
Tra gli organi monocratici non necessari si collocano i vicepresidenti del
Consiglio, i ministri senza portafoglio, i viceministri, i sottosegretari. Tra gli
organi collegiali non necessari più importanti vi sono i comitati interministeriali.
Ruolo Il ruolo del Governo è quello di definire e tradurre in concreto quell’indirizzo
politico che gli elettori affidano al Parlamento.
Funzioni Il Governo svolge funzioni politiche, deliberative e di controllo. Le funzioni
politiche si estrinsecano essenzialmente nell’individuazione del programma di
governo, quelle deliberative consistono nell’adozione degli atti e quelle di
controllo mirano alla verifica del rispetto degli obiettivi posti da parte della
pubblica amministrazione.
CdM Il Consiglio dei ministri è, tra gli altri organi che compongono il Governo,
quello a cui viene primariamente attribuita la funzione di indirizzo politico.
PdC Il Presidente del Consiglio ha la funzione di dirigere la politica del Governo
senza, tuttavia, collocarsi su di un piano di superiorità formale rispetto agli altri
ministri.
Ministri I singoli ministri, invece, agiscono da un lato in quanto membri del Consiglio
dei ministri, ma dall’altro sono al vertice delle amministrazioni a cui sono
preposti.
I ministri senza portafoglio vengono così chiamati perché il bilancio dello Stato
Sottosegretari non assegna loro specifici capitoli di spesa.
Tra i monocratici, i sottosegretari di Stato hanno il compito di assistere e
coadiuvare i ministeri a cui appartengono, esercitare alcune funzioni ministeriali
Comitati su delega del ministro e svolgere la funzione di viceministri.
interministeriali Tra gli organi collegiali, vi sono i comitati interministeriali istituiti per legge.
Queste linee fondamentali di definizione e organizzazione del Governo si
ricavano solo in parte dalla Costituzione, che per regolare la materia ha previsto
una riserva di legge di cui all’art 95 Cost.
In effetti la Costituzione dedica solo cinque articoli al Governo in quanto organo
di indirizzo politico.
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Il governo tecnico Analoga ipotesi in cui il PdR mantiene un ruolo determinante nella formazione
del Governo si ha nel caso di “Governo dei tecnici” (governo che non è
espressione di una forza politica ma nominato per far fronte a momenti molto
delicati dal punto di vista istituzionale-politico o economico con l’appoggio,
ovviamente, della maggioranza delle forze politiche”
Il giuramento Una volta nominati, il PdC e i ministri giurano nelle mani del PdR prima di
assumere le funzioni. Giuramento che avviene per fedeltà alla Repubblica di cui
all’art 54 Cost.
Il Governo, dopo la nomina e il giuramento, non è tuttavia ancora nel pieno dei
suoi poteri e deve limitarsi a svolgere i compiti di ordinaria amministrazione
La fiducia o la finché non ottiene la fiducia delle Camere.
sfiducia Come si è accennato, diversa dalla fiducia iniziale è la mozione di sfiducia.
Diversa ancora è l’ipotesi della questione di sfiducia, che non è prevista
espressamente dalla Costituzione, ma dai regolamenti parlamentari e trova
copertura costituzionale nell’art 94 comma 4 Cost.
Tuttavia, se il Governo appone sulla proposta la questione di fiducia e questa non
viene approvata, esso è obbligato alle dimissioni.
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La segretezza del voto, come accade sempre per le elezioni di titolari a cariche da
parte del Parlamento, è prevista per garantire ai votanti una scelta libera e
indipendente rispetto a eventuali pressioni. I costituenti hanno previsto un
quorum qualificato pari ai due terzi dei componenti il collegio elettorale.
Dalla quarta votazione in poi è sufficiente la maggioranza assoluta, ovvero il
sostegno del 50% più uno dei componenti del collegio medesimo.
Per quanto riguarda i requisiti soggettivi, l’art. 84 Cost richiede che, al momento
della votazione, il Presidente sia cittadino italiano, abbia compiuto 50 anni e goda
dei diritti civili e politici.
L’ufficio presidenziale è, sempre in virtù dell’art 84 Cost. incompatibile con
qualsiasi altra carica, da intendersi di carattere sia privato che pubblico.
Durata L’incarico dura sette anni: si tratta di una misura che serve ad assicurare
l’indipendenza del Presidente; e può terminare in caso di condanna, per attentato
alla Costituzione e alto tradimento, da parte della Corte costituzionale.
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Circostanze Tuttavia:
speciali di fine- - se la fine del mandato presidenziale coincide con l’ultimo trimestre di
mandato legislatura o se nel frattempo le Camere sono sciolte, il PdR sarà eletto dalle
nuove Camere entro quindi giorni dalla loro prima riunione.
- se la fine del mandato è da attribuirsi a impedimento permanente, morte o
dimissioni del PdR, allora il PdCam indice le elezioni del successore entro
quindici giorni (salvo il caso di cui sopra).
PdR -> Senatore a Al termine del mandato, ai sensi dell’art. 59 Cost., i PdR uscenti diventano di
vita diritto senatori a vita, salvo rinuncia.
Quali sono le In qualità di rappresentante della nazione e di garante della sua unità, spetta al
funzioni del PdR? PdR la funzione di indire le elezioni e i referendum e di convocare le Camere
per la loro prima seduta.
- Con riferimento alla funzione normativa, il Presidente promulga le leggi e
emana gli atti del Governo avente forza di legge e i regolamenti governativi.
- Con riferimento alla funzione giurisdizionale, il PdR emana con proprio
decreto i ricorsi straordinari contro gli atti amministrativi (tuttavia decisi dal
Consiglio di Stato), concede la grazia e commuta le pene, presiede il
Consiglio superiore della magistratura.
- Con riferimento alla funzione esecutiva, nomina i più alti funzionari dello
Stato, su indicazione del Governo.
- Nomina altresì cinque membri della Corte costituzionale e i senatori a vita.
- Con riferimento ai rapporti internazionali, il PdR accredita e riceve i
rappresentanti diplomatici e ratifica i trattati internazionali dietro
autorizzazione, per i principali, delle Camere.
- Con riferimento alla difesa dello Stato, il PdR ha il comando delle forze
armate, presiede il Consiglio supremo di difesa e dichiara lo stato di guerra.
- Infine, il PdR conferisce le onorificenze della Repubblica per alti meriti.
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Per la prima categoria, essa vale come attestazione della conformità del decreto
presidenziale all’atto “proposto” dal Governo e come indicazione della
provenienza dell’atto;
Per la seconda, la controfirma vale invece come presa d’atto della volontà
presidenziale e assunzione da parte del Governo della responsabilità dell’atto;
Infine per la terza, la controfirma vale come indicazione della provenienza,
complessa appunto, dell’atto e come reciproco controllo.
Non tutti gli atti del PdR debbono essere controfirmati: sono esclusi infatti gli atti
che egli adotta in qualità di PdC superiore della magistratura e di PdC supremo di
difesa, nonché i cd. atti personalissimi.
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Dire, pertanto, oggi, quali strutture e quali attività rientrino nella pubblica
amministrazione non è più così agevole.
Il diritto europeo ha elaborato una nozione di “soggetto pubblico” molto
flessibile: lo è ogni “ente pubblico territoriale”, nonché ogni “organismo di diritto
pubblico”. Quest’ultimo è definito come quel soggetto giuridico istituito “per
soddisfare specificamente bisogni di interesse generale aventi carattere non
industriale e commerciale, dotato di personalità giuridica e la cui attività sia
finanziata in modo maggioritario dallo Stato, dagli enti locali o da altri organismi
di diritto pubblico, oppure la cui gestione è sottoposta a controllo di questi ultimi,
oppure il cui organo di amministrazione, di direzione o di vigilanza è costituito
da membri più della metà dei quali è designata dallo Stato, dagli enti locali o da
altri organismi di diritto pubblico”.
Definizione Definizione: “Ogni soggetto avente personalità giuridica che risenta del controllo
dello Stato, di un ente locale o di un altro organismo di diritto pubblico e che sia
costituito per soddisfare i bisogni generali non reperibili nel mercato, è quindi da
considerarsi soggetto gravitante nell’orbita della pubblica amministrazione.
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Il principio di sussidiarietà nei rapporti tra Stato, regioni e enti locali (cd.
sussidiarietà verticale) prevede che i comuni sono i titolari “naturali” delle
funzioni amministrative.
Un altro tipo di sussidiarietà è quello orizzontale che mira a regolare le capacità
gestionali degli enti pubblici con quelle dei soggetti dell’ordinamento giuridico:
tutti i livelli di governo, dallo Stato ai comuni, debbono infatti favorire
“l’autonomia iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di
attività di interesse generale”.
Tale principio non solo riconosce la capacità dei singoli di perseguire gli interessi
generali, ma impone persino ai soggetti pubblici di non intralciare e anzi
agevolare i soggetti che vogliano autonomamente curare tali interessi.
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In un senso più ampio, peraltro, imparzialità significa non solo e non tanto
equidistanza tra gli interessi in gioco, quanto piuttosto capacità di individuare,
tramite una corretta ponderazione di questi, l’interesse prevalente a cui prestare
tutela e il modo migliore per realizzarla.
Da ciò discendono alcuni principi che si collegano alla nozione di un giusto
procedimento amministrativo, come i principi di pubblicità e trasparenza, e di
partecipazione.
Principio del Il principio del buon andamento, di cui all’art. 97 comma 2, è quello che reca
buon andamento con sè la maggior parte dei principi impliciti, trattandosi di una clausola aperta e
molto generica.
Essa deve quindi essere orientata all’ottimizzazione dei risultati in relazione ai
mezzi utilizzati (principio di economicità), all’adeguamento delle risorse rispetto
agli obiettivi da realizzare (principio di efficienza) e alla capacità di raggiungere
utilmente i risultati richiesti (principio di efficacia).
Divieto di Troviamo poi il divieto di aggravamento del procedimento, per cui la P.A. non
aggravamento del può aggravare il procedimento se non per straordinarie e motivate esigenze
procedimento imposte dall’istruttoria; e il principio di semplificazione, per cui l’azione
amministrativa deve essere condotta secondo regole di snellezza e di celerità che
evitino irrigidimenti e aggravamenti burocratici (autocertificazione, silenzio-
assenso, silenzio devolutivo, denuncia di inizio attività, segnalazione certificata di
inizio attività, conferenze di servizi e accordi di programma etc).
Principi di Vi sono poi i principi di derivazione europea, come la certezza del diritto che si
derivazione collega direttamente al principio del legittimo affidamento e restringendo
europea: certezza l’utilizzabilità della revoca degli atti amministrativi; e il principio di
del diritto, proporzionalità, il quale garantisce che la pubblica amministrazione agisca solo e
legittimo nella misura in cui ritenga necessario intervenire.
affidamento,
proporzionalità 3. Gli atti amministrativi, i vizi e i rimedi
Gli atti della P.A.: Gli atti di diritto pubblico restano comunque la categoria principale degli atti
adottati da una pubblica amministrazione.
Provvedimenti Tra questi abbiamo i provvedimenti: manifestazioni di volontà aventi rilievo
esterno che sono in grado di determinare effetti giuridici in maniera unilaterale, a
prescindere dal concorso della volontà dei soggetti su cui tali effetti ricadono.
Si tratta dunque di atti imperativi capaci di costituire, modificare o estinguere
situazioni giuridiche soggettive (imperatività del provvedimento).
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Altri moduli Altri moduli ulteriori (oltre all’atto amministrativo e al provvedimento), sempre
più incoraggiati dal legislatore, si basano sul modello consensuale.
Si tratta dei contratti pubblici e degli atti consensuali che la pubblica
amministrazione può stringere sia con i soggetti dell’ordinamento giuridico che
con altre pubbliche amministrazioni.
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Perché gli atti I “vizi” degli atti amministrativi conseguenti alla loro contrarietà alla norma
amministrativi previa, sono definiti vizi di legittimità e si distinguono in vizi formali (qualora
possono essere siano violate le norme che disciplinano il procedimento di produzione dell’atto) o
“viziati”? sostanziali (quando si tratti di contrasto con il contenuto della norma previa).
Essi vanno tenuti separati dai vizi di merito che attengono, invece, alla
inopportunità degli atti.
I vizi di legittimità sono di tre tipi: violazione di legge, incompetenza, eccesso di
potere.
La violazione di legge consiste nel mancato rispetto di norme giuridiche
inderogabili (e quindi non solo della legge come atto tipico del Parlamento).
Cosa succede in Infine, occorre distinguere i vizi degli atti amministrativi quanto alle conseguenze
questi casi? che possono produrre: il provvedimento è nullo quando è stato emanato in
violazione delle norme che disciplinano l’esercizio del potere. Questo significa che
i vizi più gravi hanno come conseguenza la nullità dell’atto.
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La giustizia costituzionale
Definizione, origine e modelli
La Corte La giustizia costituzionale è una forma di garanzia giurisdizionale della rigidità
Costituzionale della Costituzione, ovvero della sua supremazia su tutti gli atti e i comportamenti
dei poteri pubblici.
Composizione Un elemento fondamentale, che differenzia la CC dai giudici comuni, attiene alla
sua composizione: essa è composta da quindici giudici, nominato per un terzo
dal PdR, un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme
magistrature ordinaria e amministrativa (tre dalla Corte di cassazione, uno dal
Consiglio di Stato, uno dalla Corte dei conti).
[Per lo svolgimento del giudizio sui reati presidenziali la composizione della corte è
estesa a sedici giudici aggregati, tratti a sorte da un elenco compilato dal Parlamento
ogni nove anni: in questo caso la Corte giudica in “composizione integrata”.]
Durata della Durata della carica di giudice costituzionale: 9 anni (mandato non rinnovabile).
carica Tra i suoi membri la Corte elegge un presidente, che resta in carica per tre anni.
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Le vie d’accesso al giudizio della CC, pertanto, sono “strette”: in Italia è molto più
difficile che in altri paesi sottoporre una questione alla CC (soprattutto perché non
esiste la possibilità di un accesso diretto da parte dei singoli individui; l’individuo
può solamente cercare di instaurare un giudizio di fronte a un giudice comune e
richiedere al giudice di sollevare la questione di legittimità costituzionale, sperando
che questi accetti di farlo).
L’oggetto del giudizio di legittimità costituzionale è costituito dagli atti della cui
illegittimità costituzionale si dubita (tutte le fonti primarie: leggi dello Stato e delle
regioni, decreti-legge e decreti legislativi come si desume dall’art 134 comma 1 Cost,
ma anche leggi costituzionali e di revisione costituzionale solo con riferimento ai
principi supremi).
Fonti escluse dal Sono invece esclusi dal controllo di costituzionalità, i regolamenti governativi, le
controllo di altre fonti secondarie e gli atti amministrativi (essi possono essere disapplicati inter
costituzionalità partes dai giudici ordinari, o annullati, con effetto erga omnes, dai giudici
amministrativi).i
Cos’è il Per parametro si intende la norma della Costituzione che si reputa violata.
parametro? Ovviamente, rientrano nel parametro la Costituzione e le leggi costituzionali,
mentre sono escluse le fonti primarie (ad eccezione delle norme interposte: fonti
primarie che, richiamate dalla Costituzione, ne integrano il contenuto).
[Sono norme interposte la legge-delega, i trattati internazionali (art. 117 comma 1
cost) e le norme europee non self-executing, nonché il referendum abrogativo]
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- interpretative La CC può anche pronunciare decisioni più raffinate delle semplici sentenze,
come le sentenze interpretative: si tratta di sentenze peculiari, che si collocano in
una posizione intermedia tra le sentenze di accoglimento e quelle di rigetto, usate
dalla Corte per pronunciarsi su uno specifico significato normativo della
disposizione oggetto del giudizio. Anche tali sentenze possono essere di
accoglimento (la CC accoglie la questione di legittimità costituzionale con
esclusivo riferimento ad una norma desumibile dalla legge per via interpretativa,
dichiarandola incostituzionali “nella parte in cui prevede…”) o di rigetto, con la
quale la CC rigetta la questione sulla base di una specifica interpretazione della
legge.
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La magistratura
I giudici nella tradizione degli ordinamenti di civil law e di common law
La magistratura Nel sistema di civil law ai giudici viene attribuito un ruolo subordinato a quello
nell’ordinamento del potere legislativo: essi, infatti, sono considerati bouche de la poi e hanno
italiano: civil law soltanto la funzione di applicare la legge ai casi concreti. Le loro decisioni servono
a risolvere le singole controversie e non creano vincoli nei confronti degli altri
giudici: i precedenti giudiziari, cioè, non sono vincolanti.
Common law Nel sistema di common law, invece, i giudici non si limitano ad applicare
meccanicamente la legge alle singole fattispecie concrete, ma, attraverso
l’interpretazione, la innovano (“judge makes law”. Le pronunce così adottate sono
vincolanti nei confronti degli altri giudici, che hanno l’obbligo di conformarsi al
loro contenuto quando decidono casi analoghi. Negli ordinamenti di common
law, dunque, le decisioni dei giudici finiscono per configurarsi come fonti del
diritto.
“Giusto processo”: espressione che deriva dalla Convenzione europea dei diritti
dell’uomo e che sintetizza il significato dell’intero art. 111 Cost.
Secondo tale disposizione, il processo si svolge sulla base del principio del
contraddittorio tra le parti.
Un altro importante principio si rinviene nell’art. 25 Cost, per cui “nessuno può
essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge”. Si tratta del principio
della precostituzione del giudice, in base al quale il giudice competente a
risolvere una controversia deve essere stato determinato prima che sia avvenuto il
fatto dal quale essa ha avuto origine.
L’autonomia e Tra i principi più rilevanti in tema di esercizio della funzione giurisdizionale vi
l’indipendenza sono l’autonomia e l’indipendenza art 104, comma 1 Cost. secondo il quale “La
della magistratura magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”
e dall’art 101 comma 2 Cost, il quale stabilisce che “I giudici sono soggetti
soltanto alla legge”.
La posizione dei giudici è protetta sia cercando di evitare possibilità di influenza e
di controllo all’interno dello stesso potere giudiziario (indipendenza interna), sia
escludendo interferenze di altri poteri dello Stato (indipendenza esterna).
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L’indipendenza L’indipendenza esterna riguarda i rapporti tra il potere giudiziario e gli altri
esterna poteri dello Stato (art. 104 Cost.). Il meccanismo principale di garanzia di tale
forma di indipendenza è il Consiglio superiore della magistratura (art. 104 e
105 Cost).
[Il CSM: Il CSM è l’organo istituito per garantire l’autonomia e l’indipendenza della
composizione magistratura. Oggi, dunque, il CSM è composto da ventisette membri. I membri
di diritto, come stabilisce l’art. 104 comma 2 Cost, sono il PdR — che lo presiede
— il primo presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione. Gli altri
componenti sono eletti per due terzi da tutti i magistrati ordinari tra giudici,
pubblici ministeri e magistrati della corte di cassazione e per un terzo dal
Parlamento in seduta comune. I membri elettivi del CSM durano in carica
quattro anni e non sono immediatamente rieleggibili.
ruolo Il CSM adotta tutte le decisioni relative alla carriera e allo status dei magistrati:
in particolare, le funzioni del Consiglio (art. 105 Cost) riguardano le assunzioni,
le assegnazioni e i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei
loro confronti.
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Divieto di L’art. 102 comma 2 Cost. stabilisce poi il divieto di istituire giudici straordinari
istituzione di o giudici speciali. Ad ogni modo, la Costituzione ammette l’esistenza di quelli
giudici speciali (a previsti dallo stesso testo costituzionale.
parte quelli
previsti dalla I giudici speciali sono quei giudici che non fanno parte dell’ordinamento
Cost) giudiziario: essi sono i tribunali amministrativi regionali (art. 125 Cost.), il
Consiglio di Stato, la Corte dei Conti e i tribunali militari in tempo di pace (art.
Giudici speciali: 103 Cost)
[I TAR e il Consiglio di Stato esercitano le funzioni di giustizia amministrativa:
TAR contro le decisioni dei TAR, cioè, è ammesso il ricorso al Consiglio di Stato.]
Consiglio di Stato [La Corte dei conti è un organo giurisdizionale competente nelle materie di
Corte dei Conti contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge (art. 103 comma 2 Cost).]
[I Tribunali militari in tempo di pace hanno giurisdizione per i reati militari
Tribunali militari commessi da appartenenti alle forze armate (art 103 comma 3 Cost)]
Il pubblico ministero
In base all’art 112 Cost, il pubblico ministero esercita l’azione penale, ovvero
Il Pubblico adotta gli atti dai quali prende avvio il processo penale.
Ministero Il PM è tenuto ad esercitare tale azione ogni qual volta egli venga a conoscenza di
Cosa fa? una notizia di reato (principio della obbligatorietà dell’azione penale).
L’esercizio dell’azione penale costituisce la funzione principale non esclusiva del
pubblico ministero: egli, infatti, può essere definito come un magistrato che
vigila sull’osservanza della legge, sulla pronta e regolare amministrazione della
giustizia, sulla tutela dei diritti dello Stato, delle persone giuridiche e degli
incapaci e fa eseguire i giudicati e ogni altro provvedimento del giudice.
Art 107 comma 3: “Il pubblico ministero gode delle garanzie stabilite nei suoi
riguardi dalle norme sull’ordinamento giudiziario”.
Art 108 comma 2 prevede che ne debba essere assicurata l’indipendenza.
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Le autorità indipendenti
Definizione
Cosa sono le Le autorità indipendenti sono organi statali che, in condizioni di autonomia
autorità rispetto agli altri poteri pubblici e nel rispetto dei principi di neutralità e
indipendenti e di imparzialità, svolgono un ruolo di garanzia di alcuni diritti fondamentali ovvero
cosa si occupano? di regolazione di settori legati alle libertà economiche.
Le autorità indipendenti sono una realtà istituzionale che non trova, per ora,
spazio nella Costituzione.
La previsione costituzionale manca anche perché la principale spinta alla
creazione di queste autorità è emersa piuttosto di recente, legata alla necessità di
regolare i processi di liberalizzazione del mercato avviati negli anni Novanta.
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