Il diritto regionale è una disciplina giuridica che nasce come costola del
diritto costituzionale, che però in epoca recente si è emancipata finendo
per edificare una disciplina autonoma. Le regioni oggi dispongono di
prerogative estremamente rilevante che in passato erano ignote, ossia le
tre prerogative legislative.
-in Italia il potere di fare le leggi a chi spetta? Allo stato e alle regioni -qual
è il criterio? È di ripartizione materiale, ossia materie di competenze
legislativa dello stato e materie di competenze legislativa delle regioni e
materie di competenza concorrente (di cui allo stato andranno le materie
di principio e alle regioni le materie di dettaglio) = art 117 comma 2,3
della costituzione.
Nella costituzione c’è una clausola che prevede che le materie non
rientranti nei comma 2,3 sono affidate alla competenza legislativa delle
regioni (competenza residuale, rispetto alla competenza generale dello
stato).
La corte istituzionale oltre ad occuparsi della legittimità, si occupa anche
dei conflitti di competenza legislativa tra stato e regioni. L’80% delle
decisioni e sentenze assunte da essa negli ultimi anni infatti è
caratterizzato dai confitti stato/regioni.
(06/10/2021) Qui trova luogo anche il diritto ecclesiastico, ossia il diritto
dei ranghi ecclesiastici della chiesa e dello stato del Vaticano. Il diritto
ecclesiastico è un diritto interno al nostro orientamento giuridico che si
occupa di disciplinare il fenomeno religioso e i rapporti tra confessioni
religiosi e autorità pubbliche (stato). È un diritto molto ampio, distribuito
in molte fonti di produzione del diritto (anche nella costituzione art 7 e 8,
disciplinano rapporti stato/cattolicesimo e stato/religioni non cattoliche).
-laicità dello stato: gli ordinamenti giuridici regolano i rapporti con la
chiesa ognuno a suo modo, infatti esistono: stati laici, stati confessionali e
stati teocratici.
La caratteristica del teocratico è che l’ordinamento dei poteri pubblici è
subordinato alla volontà delle autorità religiose. Lo stato è confessionale
quando riconosce una sola religione. Lo stato laico invece non riconosce
un'unica religione ma attribuisce libertà di operare a tutte le religioni =
perciò non è indifferente verso la religione, ma si mantiene equidistante
da tutte le religioni non elevandone come religione di stato.
-ART 7: principio secondo cui “lo stato e la chiesa sono indipendenti e
sovrani e i loro rapporti sono regolati dai patti lateranensi (1929)”.
-ART 8: si occupa dei rapporti tra lo stato e le religioni non cattoliche,
principio secondo tutte le confessioni religiose sono egualmente libere
davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno
diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino
con l'ordinamento giuridico italiano.
area amministrativistica: trovano alloggio il diritto amministrativo,
diritto tributario e diritto urbanistico. Sono tre discipline autonome
che con altre discipline compongono l’area amministrativistica del
diritto pubblico. Mentre altre discipline sono costituite da corpi
inorganici, nel diritto amministrativo manca una compiuta
codificazione, è essenzialmente formato da un’ampia vasta pluralità
di leggi, e affinato dalla giurisprudenza della magistratura
amministrativa. Il diritto amministrativo si occupa dello studio
relativo all’organizzazione e alla funzione della pubblica
amministrazione nonché ai rapporti tra di essa e il cittadino.
L’organizzazione della pubblica amministrazione risponde a regole
precise (art 97). La pubblica amministrazione è l’insieme degli enti e
organi che si collocano in posizione subordinata rispetto al vertice
del potere esecutivo, rispetto agli organi politici (il governo è un
organo sia politico che amministrativo). L’amministrazione fa parte
dell’insieme di organi che stanno sotto all’esecutivo. La pubblica
amministrazione esercita la funzione amministrativa, mentre gli
organi dell’esecutivo esercitano la funzione politica.
la funzione politica è quella funzione preordinata degli organi
politici, che sintetizza gli interessi contrapposti e fissa obbiettivi.
Perciò la pubblica amministrazione deve perseguire e realizzare gli
obbiettivi secondo l’imparzialità. Realizzare e raggiungere i risultati
posti dall’istanza politica con il buon andamento. Il diritto
amministrativo quindi si occupa di studiare questa funzione
amministrativa e le modalità secondi cui deve essere applicata. I
pubblici poteri soggiacciono alla necessità di rispettare la legge.
Nella separazione politica/amministrazione c’è una precisa
legislazione: principio di separazione, voluto perché la politica
rischia di inquinare il funzionamento imparziale
dell’amministrazione. L’attività di gestione è una delle attività
propriamente amministrativa, che la politica non può gestire.
L’area amministrativistica è composta anche dal diritto tributario
che nasce come costola del diritto amministrativo, come disciplina
sovrapposta al diritto amministrativa. Il diritto tributario si occupa di
studiare l’organizzazione del ramo della pubblica amministrazione
operante nel settore fiscale e si occupa di studiare le disciplina dei
tributi (agenzia delle entrate).
-Art 23: principio secondo cui nessuna prestazione personale o
patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge. (“no
taxation without represantation” rivoluzione americana in merito).
C’è un legame antico tra la rappresentanza parlamentare e la
tassazione. I comuni/regioni infatti non possono introdurre tributi
nuovi rispetti a quelli previsti dalla legge.
-Art 53: è una norma significativa che enuncia il principio secondo
cui il sistema tributario è conformato al principio della progressività
dell’imposta. Tanto più aumentano le ricchezze, tanto più aumenta
il titolo fiscale/tributario. Progressività sta a significare che ci sono
percentuali diverse che crescono insieme alle ricchezze. Il bene
prevale sul giusto: per garantire il benessere della collettività,
l’ordinamento costituzionale fa rettifiche sulla posizione dei singoli.
La scelta del costituente è stata quella di preferire il bene al giusto.
LEZIONE 19/10
Le forme di stato: parliamo di forme di stato per identificare diverse
tipologie di stato tra loro differenti in base alla differente combinazione
dei tre elementi costitutivi dello stato. La sovranità identifica il potere
pubblico, il popolo identifica il concetto di libertà individuale. Ipotizzando
una bilancia ambiamo su i due piatti la sovranità e il popolo, e a seconda
del punto di equilibrio che raggiunge la bilancia abbiamo una diversa
forma di stato. Abbiamo stato patrimonialista (epoca alto medievale),
stato assoluto, stato liberale, stato autoritario e totalitario (periodo delle
due guerre mondiali), stato democratico e sociale (attuale). C’è una
progressione storica della libertà dell’individuo che tende ad emanciparsi
dal potere pubblico. Il concetto di forma di stato lo troviamo anche in un
terzo elemento: il territorio. Tornando alla bilancia poniamo nel piatto
potere pubblico e territorio. Abbiamo diverse forme di stato a seconda
dell’estensione del potere pubblico nel territorio. Abbiamo Stato centrato
o lo Stato decentrato (si divide poi in stato federale o stato regionale).
La prima chiave prospettica (potere/popolo) culmi poi con l’attuale forma
massima di stato che è il democratico. La seconda delle chiavi
prospettiche (potere/territorio) introduce un’indagine diversa,
essenzialmente comparatistica (compara i diversi ordinamenti).
La prima forma di stato a cui la letteratura giuridica riconosce una natura
statuale è lo STATO PATRIMONIALISTA: è un’esperienza statuale che
riguarda prevalentemente il periodo alto medievale. Patrimonialista
perché il potere politico/pubblico era legittimato dalla proprietà e
indissolubilmente ancorato ad essa. Il sovrano era tale in quanto
proprietario del territorio. In questo stato la letteratura riconosce al
sovrano due prerogative: dominium (esprime la proprietà, regola le
rendite catastali) e imperium (potere politico e normativo e compete al
sovrano, legato al dominium). la persona quindi diventa proprietà del
sovrano in quanto legata al territorio. È una forma di stato ormai superata
ma in alcuni paesi arretrati governa ancora il neo-patrimonialismo (stato
afro-asiatici). Una traccia di neo-patrimonialismo è possibile che venga
reperita anche nelle esperienze monarchico-costituzionali (es. Belgio=
monarchie ereditarie).
Un’altra forma di stato, che storicamente succede allo stato
patrimonialista è lo STATO ASSOLUTO: è comune la cosa di associare allo
stato assoluto un’idea di esercizio dispotico e appunto assoluto del
potere. Da una parte è vero, tuttavia però lo stato assoluto rappresenta
un’evoluzione rispetto alla fase storico-istituzionale precedente. Lo stato
assoluto ha rappresentato dalla sua nascita una costruzione giuridica
attraverso la quale si è superata la parcellizzazione medievale. Lo stato
assoluto ha trovato espressione coincidendo con la nascita degli stati
nazionali perché l’esigenza dell’ordinamento giuridico di preservare
l’unità faticosamente raggiunta e di radicare e centralizzare il potere,
avrebbe rappresentato una garanzia di unità rispetto ad altre spinte che si
opponevano all’indomani della conquistata unità dello stato nazionale. Il
sovrano detiene tutti e tre i poteri fondamentali dello stato ed è al di
sopra della legge= periodo storico 500/600. Nello stato assoluto il sovrano
però incontra die limiti rappresentati però dall’ordine morale e religioso.
-varianti stato assoluto: Stato di polizia (Polizei Staat), è uno stato in cui
l’ordinamento di poteri è finalizzato al benessere della politeia (cittadini).
Federico 2 di Prussia era uno dei sovrani illuminati (inclinato al
mecenatismo, sosteneva le espressioni delle attività artistiche/culturali
rurali) il quale aveva tra i propri amici un’intellettuale molto noto
(Voltaire). In questa tipologia di stato si nota che anche lo stato diventa
soggetto alla legge. Si può dire che sia una prima anticipazione di stato di
diritto (necessaria osservanza della legge).
-dinamica costitutiva:
Lo stato federale= “febus” si intende il patto/trattato romano in
conseguenza del quale l’impero inglobava al proprio interno entità
statuali preesistenti ed esterne. Unire e realizzare un’entità federale
unica. Questo è quello che succede normalmente nella realizzazione degli
stati federali (es. costituzionalismo americano= gli Stati Uniti d’America
sono nati dopo la guerra d’indipendenza inglese, che lasciava 13 colonie
indipendenti che si sono unite dando vita ad uno stato federale e man
mano inglobando altre entità già esistenti sia via guerre sia comprando i
territori). La federazione quindi è come se nascesse dal basso e si
espandesse poi con il tempo grazie a entità preesistenti.
Lo stato regionale invece diventa tale per un processo di progressivo
decentramento (processo opposto a quello federale). Esso avvia la
propria partenza da uno stato preesistente centrato, decentrano man
mano i poteri e le competenze che prima erano dello stato assegnandole
alle regioni= devoluzione.
-tecnica enumerativa delle competenze legislative: come è ripartito il
potere di ripartire le leggi. Lo stato è tanto meno decentrato quanto più
questa competenza è radicata in capo allo stato.
Negli stati federali avviene che la costituzione enumera le materie
affidate alla competenza legislativa esclusiva dello stato centrale, tutto ciò
che non è espressamente enumerata, è di competenza dei singoli enti
territoriali.
Negli stati regionali invece la costituzione elenca tutte le materie di
competenza delle regioni riconoscendo poi la competenza generale in
ambito legislativo allo stato (meccanismo opposto dello stato federale).
LEZIONE 21/10/2021
Comparazione tra diversi ordinamenti/ forme di governo: la forma di
governo identifica la particolare composizione costituzionale realizzata tra
gli organi costituzionali fondamentali = insieme delle norme costituzionali
che decidono chi fa cosa. La combinazione che si realizza tra gli organi
costituzionali fondamentali. Essenzialmente questo concetto riguarda le
relazioni che intercorrono tra l’organo di vertice, il governo, il parlamento
e la giustizia costituzionale.
Monarca-parlamento-governo= a seconda di come si ripartiscono i poteri
abbiamo diverse forme di governo.
L’ordinamento deve aver maturato una necessaria divisione tra i poteri
fondamentali dello stato. Una possibile chiave di lettura a cui facciamo
spesso affidamento per avere una distinzione tra le forme di governo è
rappresentata dalla fiducia. La fiducia parlamentare è quella costituzione
secondo cui il governo deve essere collocato nel pieno esercizio delle sue
funzioni, e per fare ciò deve godere della fiducia concessagli dal governo.
La fiducia pone in relazione parlamento e governo. Il governo in
ordinamenti come il nostro deve esprimere costantemente la fiducia,
data l’esistenza della “sfiducia” o revoca della fiducia. La costituzione
disciplina le forme di governo.
Prima parte:
-1 titolo: rapporti civili (libertà di domicilio, di circolazione, di soggiorno,
di pensiero).
-2 titolo: rapporti etico-sociali (art.29 – 34 = diritto alla salute, diritto
dell’individuo e interesse della comunità, tutela della famiglia, studio).
-3 titolo: rapporti economici (lavoro, sciopero, organizzazione sindacale).
-4 titolo: rapporti politici (art.49 associazione libera ai partiti politici,
diritto di voto).
Seconda parte:
1 titolo: dedicato al parlamento (struttura e funzioni).
2 titolo: dedicato al presidente della repubblica.
3 titolo: dedicato al governo.
4 titolo: disciplina della magistratura.
5 titolo: regione, province e comuni (enti territoriali).
6 titolo: garanzie costituzionali (descrizione completa del sistema di
giustizia costituzionale).
LEZIONE 04/11/2021
Nel nostro ordinamento costituzionale esistono diversi tipi di referendum:
abrogativo, costituzionale (può essere indetto a conclusione del
procedimento di formazione della legge di revisione costituzionale),
territoriale (indetto in relazione alla modifica delle circoscrizioni),
consultivo (previsto solo a livello regionale), di indirizzo (viene richiesto
dal corpo elettorale, non ha disciplina sistematica).
->abrogativo: abrogare significa eliminare una norma. Ma perché è una
fonte di produzione del diritto? Perche modifica, l’effetto concreto del
referendum abrogativo è di tipo innovativo rispetto all’ordinamento
giuridico. La stessa corte costituzionale ha pertanto costruito un istituto
referendario come fonte di produzione del diritto munita dello stesso
rango della legge ordinaria. Quando si parla i referendum abrogativo è
necessario intenderlo con fonte di produzione di diritto con lo stesso
potere della legge ordinaria dello stato. Ci sono dei limiti/ leggi o norme
che non possono essere abrogate? Le norme costituzionali non possono
essere oggetto del referendum abrogativo. Altre leggi che non possono
essere abrogate sono: art75 leggi tributarie e di bilancio, leggi di amnistia
e indulto, leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali:
-leggi tributarie e di bilancio: le leggi tributarie introducono le tasse e non
possono essere abrogate in via referendaria per diversi motivi: altrimenti
si abrogherebbero tutte le norme che prevedono tributi e tasse, ci
sarebbe una sorta di conflitto di interessi, per via dell’art 23 che stabilisce
che soltanto per legge si può essere sottoposti a tributi e tassazioni. Il
meccanismo della rappresentanza è quello più adeguato a garantire
anche la posizione delle minoranze sul piano fiscale, molto differente da
quell’idea realizzata in ambito delle aule parlamentari. C’è quindi un
profilo pratico legato al fatto che se si consente l’abrogazione il popolo
abrogherebbe tutte le tasse, e c’è l’altro lato legato alla profonda
connessione tra la rappresentanza politica e il potere di imposizione
fiscale.
-leggi di amnistia e indulto: sono quelle leggi per effetto delle quali viene
estinto un reato (amnistia) o una pena (indulto). Le conseguenze pratiche
dell’approvazione di una legge di amnistia o indulto è che un certo
numero sostanziale di detenuti riacquisiscono la libertà.
-leggi autorizzazione di ratifica dei trattati internazionali: art75 = si
impone il divieto di abrogare questo tipo di leggi per tutelare la stabilità
dei rapporti internazionali. Per il resto non esiste un vero e proprio
principio che imponga la sottrazione dei trattati internazionali alla
modifica.
Es. dibattito sull’uscita dall’euro: dibattito presente da diverso tempo che
spesso viene riproposto -> la nostra costituzione non permette di fare un
referendum per l’uscita dall’euro. In Gran Bretagna invece è stato
possibile con la Brexit.
Chi valuta la richiesta di ammissibilità di una richiesta referendiale? La
corte costituzionale tra le prerogative dispone di quella di giudicare circa
l’ammissibilità delle richieste di referendum abrogativo. Se poi lo giudica
ammissibile il referendum viene indetto dal presidente della repubblica.
Produrrà poi esiti abrogativi o non solo se viene raggiunta la maggioranza
dei votanti. In questo modo però l’astensionismo pilotato si somma
all’astensionismo fisiologico. Un focus è da fare sul giudizio di
ammissibilità della corte, perché essa ha interpretato l’art 75 della
costituzione secondo il cui includendo all’interno delle leggi abrogabili
alcune altre categorie di leggi che pur non citate nell’articolo sarebbero
riconducibili all’art75 per via interpretativa. La corte pertanto ha
interpretato in modo da estendere le categorie di leggi non abrogabili.
La corte costituzionale ha sostenuto che non sono soggette a referendum
anche le leggi dotate di forza passiva totale: leggi di esecuzione del
trattato lateranense (art7).
Sentenza n16 del ‘78= Le leggi ordinarie dello state che introducono una
tutela minima ed essenziale rispetto a posizioni giuridiche fondamentali.
Ove venissero meno queste leggi cadrebbe il dettato fondamentale =
queste leggi non possono essere abrogate. Se c’è una previsione
costituzionale che impone una tutela essenziale occorre una legge
ordinaria dello stato che concretizzi questa norma, se cade la legge viene
meno anche il prefetto costituzionale. Quindi queste leggi possono solo
essere abrogate in favore di un’entrata di un’altra legge, non possono
essere abrogate per sostituirle.
Leggi a contenuto comunitariamente vincolato: si tratta delle leggi
ordinarie dello stato attraverso le quali lo steso medesimo ottempera ai
nostri diritti derivanti dai vincoli dell’UE. Cosa succede quando lo stato
ritarda o rimane inerte all’ottemperanza di questo vincoli? Subisce una
procedura di infrazione per inosservanza = l’UE apre la procedura di
infrazione, ossia il meccanismo sanzionatorio verso gli stati membri.
Anche qui l’abrogazione può essere solo conseguenza di un referendum o
di una legge successiva nel tempo.
->la giurisprudenza della corte costituzionale (insieme delle sentenze
pronunciate) nelle molteplici occasioni in cui è stata chiamata a
pronunciarsi sull’ammissibilità ha altresì pronunciato altre indicazioni
sulla stesura del quesito referendario: la corte impone il principio
secondo cui il quesito referendario deve essere omogeneo (non si può
includere all’interno di esso discipline materialmente
eterogenee/differenti tra loro tali da coartare il lettore); inoltre il quesito
deve essere chiaro, semplice e completo.
-c’è l’eventualità che dopo essere stato indetto il referendum ma non
ancora celebrato, il parlamento cambia la legge al dettaglio, cosa accade
al referendum? Il referendum non viene annullato.
Laddove la modifica non sia sostanziale o non coerente con l’aspirazione
abrogatrice del quesito, il referendum si fa comunque. Il referendum è
impedito solo dall’abrogazione dell’intera legge/norma oppure se vien
sostituita da diverse leggi.
Il parlamento ha introdotto una legge sulla realizzazione e sfruttamento
dell’energia nucleare nel nostro paese. Su questa vicenda sorsero
comitati referendari contrari per l’abrogazione di questa legge. Nel 2011
ci fu l’esplosione della centrale nucleare in Giappone, a quel punto il
referendum fu scontato. Il parlamento cosa scelse di fare, consapevole
che la legge sarebbe stata abrogata, esso abrogò direttamente la legge
per non ingessare definitivamente una prospettiva di sviluppo legislativo.
Visto che la legge era stata abrogata con l’intenzione di riproporla in
futuro, si è riuscito a fare lo stesso un referendum su una legge abrogata.
LEZIONE 11/11/2021
Statuti e regolamenti
-Fonti di produzione locali/enti locali: province e città metropolitane,
non hanno potestà legislativa, ossia non dispongono del potere di
deliberare delle leggi (solo lo stato e le regioni hanno questo potere).
Hanno potere normativo che si esaurisce nella possibilità di approvare
statuti e ordinamenti. Qual è il contenuto di questi statuti e ordinamenti?
il regolamento del comune non può contenere norme che siano in
contrasto con il rispettivo statuto. Lo statuto contiene la normazione
dell’organizzazione fondamentale dell’ente, i fini e le funzioni
fondamentali. Come si colloca lo statuto nel sistema gerarchi delle fonti di
produzione del diritto? Ricordiamo l’art 114, che enuncia il principio
secondo cui la repubblica è costituita dai comuni, province ì, città
metropolitane, regioni e dallo stato = ossia sono enti autonomi dotati di
propri statuti e deliberati secondo la costituzione. Interessante è il
confronto tra l’attuale stesura della norma e quella precedente: è stata
soggetta di revisione costituzionale nel 2001 -> La stesura precedente
ammetteva il principio secondo cui lo stato si ripartisce in regioni,
province e comuni. Questa norma riconosce che l’ordinamento generale è
la repubblica di cui lo stato è un elemento costitutivo, mentre nella
stesura precedente era lo stato ad essere l’ordinamento generale.
L’ordine nel quale vengono elencati gli enti territoriali, non è più dal più
grande al più piccolo, ma è stato capovolto: lo stato si ritrova ad essere
quello con meno dignità rispetto agli altri enti. La norma sembra
enfatizzare il principio secondo cui si enfatizza l’istanza di governo più
vicina ai cittadini (anche sul punto di vista di distribuzione delle potestà).
Sono tutti enti autonomi dotati di propri statuti adottati secondo la
costituzione: fondamentale è la legge “la Loggia” (prende il nome dal
ministro) = legge n131 del 2003 -> spiega il passaggio secondo cui gli
statuti devono essere conformi alla costituzione. Lo statuto di un ente
territoriale oltre ad essere conforme con la costituzione però deve essere
anche conforme ai principi generali in materia di organizzazione pubblica,
legge elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali. Gli organi
fondamentali dell’organizzazione comunale sono la giunta, sindaco
comunale e consiglio comunale.
I regolamenti invece sono sotto ordinati agli statuti, sono sempre enti
locali (art 117). Di cosa si occupano? Essenzialmente si occupano della
disciplina delle funzioni attribuite all’ente. Regolamento del consiglio
comunale: disciplina come quell’ente esercita le proprie funzioni. Esistono
due tipi di regolamenti:
-regolamenti di organizzazione: disciplina la ripartizione delle competenze
-regolamenti dei servizi: come un ente eroga un determinato servizio
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ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
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ppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppp
ppppppeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
eeeeeeeerèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
èèèèèèèèèèèèèèèèèè
Normalmente i regolamenti sono fonti secondarie, quindi stanno sotto la
legge.
Spunti normativi: art4 delle pre-leggi dispone che i regolamenti non
possono contenere norme contro la legge, inoltre aggiunge che i
regolamenti adottati da autorità diverse dal governo non possono
contenere norme contrastanti con quelle contenute nei regolamenti
adottati dal governo -> i regolamenti del governo sono di rango superiore.
Un’altra limitazione è rappresentata dalla riserva di legge che introduce
una limitazione costituzionale perché attribuisce alla legge e non ad altre
fonti determinati poteri. Il regolamento non può disporre né contro la
legge né laddove la legge è titolata ad agire.
Fino ad ora ci siamo soffermati sui limiti della potestà della legge, ma cosa
sono effettivamente i regolamenti? I regolamenti sono atti
formalmente/soggettivamente amministrativi ma sostanzialmente
normativi = sono soggettivamente amministrativi in quanto adottati da
un’autorità amministrativa; sostanzialmente sono normativi perché
contengono norme generali e astratte.
Discrezionalità amministrativa: fonte della potestà regolamentare. la
parola “discrezionalità” rimanda alla libertà decisionale = la
discrezionalità amministrativa è un potere di libertà di decisione della
funzione amministrativa. Il cattivo esercizio della discrezionalità è frutto di
un vizio dell’atto amministrativo. Come fa la discrezionalità ad essere
fonte di un potere regolamentare? quel potere dispone della libertà di
scegliere tra soluzioni legittime, e disponendo di questo potere può
dichiarare come eserciterà il potere.
Attraverso quali strumenti vengono emanati i regolamenti del governo?
Dpr: decreto del presidente della repubblica
Dpcm: decreto del presidente del consiglio dei ministri
Abbiamo regolamenti ministeriali o interministeriali (adottati da più
ministeri). La classificazione dei regolamenti del governo è illustrata nella
legge 400 dell’88: all’interno di essa c’è una classificazione dettagliata sui
regolamenti governativi -> Possono essere di esecuzione, attuazione,
regolamenti indipendenti, di organizzazione, delegati o di attuazione di
direttive comunitarie.
-regolamenti di esecuzione: finalizzati a introdurre norme di dettaglio
rispetto alle norme già introdotte dalla legge.
-regolamenti di attuazione: finalizzati a completare la trama dei principi
introdotti dalla legge.
-regolamenti di organizzazione: disciplinano l’articolazione dei pubblici
uffici (art 97).
-regolamenti delegati: il parlamento delega il governo ad adottare questo
tipo di regolamenti. (legge di delegificazione: il parlamento delega il
governo ad approvare dei regolamenti con la emanazione dei quali
verranno abrogate le leggi che disciplinano la medesima materia.)
-regolamenti di attuazione di direttive comunitarie: la direttiva è rivolta
agli stati e fissa degli obbiettivi per essi. Lo stato pertanto può
raggiungere questi obbiettivi anche con un regolamento, tramite il quale
rende più consona la sede parlamentare rispetto alla legislativa.
LEZIONE 16/11
Antinomie: contraddizione e contrasti tra fonte di produzione del diritto.
La finalità e la caratteristica di un ordinamento giuridico oltre a richiamare
l’idea dell’ordine richiama concetti come la coerenza interna e certezza.
Quello che si rende necessario quando si verifica un’antinomia è di
individuare l’unica norma applicabile. I criteri di soluzione delle antinomie
sono: criterio sintetico/cronologico, criterio gerarchico, criterio
competenziale. Seguono anch’essi delle regole, si applicano in presenza di
determinate circostante.
-criterio cronologico: in un contrasto tra fonti dello stesso rango, si
applica la norma successiva nel tempo (“ex posterior derogat priori”). Se
non esistesse questa norma ci troveremo davanti a una sorta di
cristallizzazione dell’ordinamento giuridico. La norma successiva nel
tempo prevale nulla norma precedente tramite l’abrogazione.
L’abrogazione può realizzarsi in forma espressa (abrogazione scritta,
precisa la norma abrogata), abrogazione tacita (si determina in
conseguenza della semplice entrata in vigore della nuova norma= non
viene specificato, l’abrogazione è implicita), abrogazione innominata (è
una via di mezzo= si assiste alla previsione espressa secondo cui sono
abrogate tutte le norme contrastanti con quelle previste nella presente
legge). L’abrogazione quindi + un meccanismo che non sanziona
l’invalidità della norma, ma consente lo sviluppo dell’ordinamento
giuridico risolvendo i contrasti tra fonti di produzione di vari ranghi.
-criterio gerarchico: contrasto tra fonti di rango diverso= prevale la norma
di rango superiore (sul regolamento prevale la legge, sulla norma prevale
la costituzione). Meccanismi con cui può prevalere: disapplicazione,
declaratoria invalidità/illegittimità costituzionale.
-criterio della competenza: in conseguenza dei vari riparti e riserve della
costituzione sono affidate le diverse competenze. Questo criterio
pertanto fa affidamento alle competenze sulle varie materie di ogni ente.
Tra legge regionale e legge dello stato non c’è un criterio gerarchico. Tra
la competenza delle regioni e la competenza dello stato si può parlare di
criterio gerarchico.
-> Meccanismi di applicazione:
-abrogazione
-disapplicazione: non sono in caso di contrasto di fonti interne o
comunitarie, ma anche in caso di antinomie tra ordinamento e leggi. Si
applica il principio gerarchico ma non ne determina l’abrogazione bensì la
disapplicazione. Meccanismo quindi che opera con riferimento nelle
ipotesi in cui il principio regolatore è quello gerarchico. Le caratteristiche
della disapplicazione: avviene per opera del giudice o autorità
amministrativa, l’efficacia si manifesta solo in riferimento a un caso
concreto, opera inter-partes di un giudizio.
-declaratoria di invalidità/illegittimità costituzionale: quando il contrasto
è tra la legge e la costituzione, occorre la sentenza di incostituzionalità
della legge ordinaria.
(differenza declaratoria di incostituzionalità e abrogazione= la norma
abrogata era valida ma non più considerata cosi dopo un’analisi politica;
nella declaratoria abbiamo a che fare con una legge invalida e illegittima.)
GOVERNO: organo costituzionale fondamentale al quale sono
riconducibili due funzioni: è organo di indirizzo politico (assieme al
parlamento) e organo di vertice della pubblica amministrazione. Le
funzioni principali del governo: svolge essenzialmente funzioni
deliberative, amministrative e normative (decreti legge e legislativi,
regolamenti); attività politica (definizione obbiettivi e strumenti) e attività
amministrativa (realizzazione degli obbiettivi). Il governo è responsabile
dell’operato della pubblica amministrazione. Il governo è un organo
costituzionale complesso che si compone del: consiglio dei ministri,
presidente del consiglio dei ministri e dei singoli ministri. Ogni
componente ha delle precise funzioni (ecco perché complesso). Svolge
funzioni esecutive, normative e di indirizzo politico
Come nasce il governo nel nostro ordinamento? art 92/93/94= la
costituzione vuole che il governo nasca con l’espletamento da parte del
presidente della repubblica di una prassi, quella delle consultazioni: sono
una consuetudine del presidente, il quale riceve al Viminale determinati
soggetti prima ancora delle determinazioni dei gruppi parlamentari
(presidenti della camera del senato, senatori a vita, delegazioni dei gruppi
parlamentari). Riceve questi soggetti con il fine di nominare il presidente
del consiglio. Quando si avvia l’iter di formazione del governo e quindi le
consultazioni? Quando si conclude la fase elettorale e quando c’è una crisi
di governo. All’esito delle consultazioni è possibile che il presidente del
governo accetta l’incarico con riserva. Il presidente della repubblica può
conferire un pre-incarico, molto spesso conferito alla personalità che il
presidente ritiene adatta al ruolo = accade quando la situazione elettorale
non è totalmente chiara o ci sono delle tensioni. Può essere che il
presidente della repubblica conferisca un mandato esplorativo: non
conferito alla personalità più adatta al compito, ma generalmente ad
un’alta carica dello stato. Ad esito delle consultazioni, sciolta la riserva da
parte del soggetto che ha ottenuto l’incarico, si presenta la lista dei
ministri (tutti nominati dal presidente della repubblica). Il presidente della
repubblica può rifiutare la lista dei ministri.
Nessun atto del presidente della repubblica è valido e perfetto se non
sottoscritto dal ministro proponente. Nel momento in cui controfirma
però il nominato non è ancora presidente del consiglio. L’atto si
perfezione solo dopo la sua firma = cortocircuito tollerato. Entro 10 giorni
dalla propria nomina il presidente deve presentarsi alle camere per
mantenere la nomina = deve ottenere la fiducia del parlamento.
La fiducia è l’elemento che lega le sorti e la vita del governo
parlamentare. La fiducia è accordata ma può essere anche revocata (il
parlamento la revoca al governo). Nel nostro ordinamento la fiducia può
essere concessa e revocata senza nessun limite, purché sia motivata. Può
essere posta in votazione dopo 3 giorni dalla presentazione e viene votata
con appello nominale (ogni candidato è chiamato a esprimere la propria
preferenza).
SISTEMI ELETTORALI:
-I sistemi maggioritari alimentano i sistemi di democrazia = la
maggioranza esce fuori già costituita.
-I sistemi proporzionali invece distribuiscono i seggi ai partiti in relazione
ai voti ricevuti, pertanto la maggioranza si verrà a formare poi. (Le forme
di democrazie immediate pongono sotto stress questo tipo di sistema
elettorale)
Organi non necessari del governo: non richiesti dalla costituzione ma che
possono essere instituiti ad esempio il vice-presidente del consiglio
oppure i ministri senza portafoglio: sono organi non necessari, il termine
senza portafoglio allude al fatto che non hanno un ministero a cui
sottostare. Inoltre ci sono i sottosegretari: svolgono funzioni loro delegate
dal ministro. Il consiglio di gabinetto: struttura poco utilizzata, è un
consiglio ristretto a cui partecipano i ministeri ritenuti più importanti e i
capi delegazione.
La costituzione non da indicazioni sul numero o sui imiti dei ministeri da
poter eleggere. I ministeri attualmente sono 12. C’è un solo ministro che
ha l’onore di essere menzionato nella costituzione: il ministro di grazia e
giustizia = ha delle competenze costituzionalmente fissate.
Legge 400 dell’88 disciplina il funzionamento del governo.
LEZIONE 17/11/2021
Revoca dei ministri: I ministri non possono essere revocati dalla loro
carica, ma gli si può solo togliere la fiducia.
Ogni organo componente il governo ha delle funzioni specifiche indicate
nella carta costituzionale.
-presidente del consiglio dei ministri: dirige la politica generale del
governo e ne è responsabile. (art95) principio secondo cui il presidente
del consiglio mantiene anche l’indirizzo politico e amministrativo
promuovendo e coordinando l’attività dei singoli ministri. Il presidente dei
ministri non è sopra ai singoli ministri in maniera gerarchica= non può
infatti revocare i ministri, non può annullare l’atto dei ministri cosa che
generalmente un sopra ordinato può fare. Quindi in senso giuridico
amministrativo non c’è un rapporto gerarchico. Il presidente del consiglio
dei ministri sarebbe invece un “primus inter pares”, titolare di prerogative
di orientare, promuovere e coordinare i coetanei. Si può sostenere che
questo ruolo/carica dello stato è elastica: ci sono confini di flessibilità con
fattori extra costituzionale che finiscono per alimentare in terza misura il
ruolo politico del presidente del consiglio dei ministri. I ministri prima
apparivano come esecutori di funzioni, senza che rivestissero un ruolo
politico= parlamentarismo compromissorio: applicazione del sistema
elettorale proporzionale in conseguenza del quale il presidente del
consiglio era nominato in conseguenza delle indicazioni fornite dei partiti
di maggioranza parlamentare. Una caratteristica mantenuta ancora oggi è
che la legislazione elettorale nella seconda repubblica ha sempre
riaffermato la necessità che partiti e coalizione indicassero il capo. Nel
momento in cui qualcuno diventa presidente del consiglio, ma eletto dal
popolo e non dalla maggioranza elettorale, la carica ricopre un peso
politico maggiore e diverso. (Un governo di media cambia ogni 15 mesi.)
-consiglio dei ministri: legge 400 dell’88 disciplina le competenze del
consiglio dei ministri come quella di deliberare in ordine le competenze
tra i conflitti dei ministri. L’ordinamento non sente la necessità di
chiedere ad un organo costituzionale diverso: il consiglio si regola da solo.
Il consiglio dei ministri decide sulla proposizione della questione di fiducia:
viene posta in relazione a disegni di legge del governo ritenuti di
fondamentale importanza ai fini della realizzazione del programma
politico. Il governo fa riferimento al parlamento per la realizzazione della
proposta/disegno di legge, ponendo la questione di fiducia, ossia se il
parlamento vota contro (a tutto il disegno di legge o anche a singole parti)
il governo si dimette. Il governo quando pone la questione di fiducia ha
diverse finalità: farsi approvare un disegno di legge, garantire l’unità della
maggioranza parlamentare quando si manifestano dei contrasti,
superare/aggirare l’ostruzionismo parlamentare (si approva direttamente
la stesura proposta dal governo saltando la fase del voto). Accade spesso
che ci sia un attingimento eccessivo a questo istituto tale da comprimere
il dibattito parlamentare. Parte importante del potere normativo del
governo è affidata al consiglio dei ministri. Inoltre compete al consiglio
dei ministri la decisione di deliberazione dei disegni di legge in
parlamento. La deliberazione di altri atti normativi (come decreti aventi
forza di legge) compete dal consiglio dei ministri (approvazione prima del
governo poi del parlamento ed emanati dal presidente della repubblica).
Compete anche al consiglio dei ministri la proposta di sollevare il conflitto
di attribuzione tra poteri dello stato. Il governo introduce/avvia/richiede
la sentenza del giudizio della corte costituzionale dove ritiene che la legge
regionale abbia violato l’art 117= la decisione in ordine alla impugnazione
di legge regionali davanti alla corte costituzionale è del consiglio dei
ministri. Al consiglio dei ministri competono gli atti relativi ai rapporti
stato-chiesa e la stipula delle intese con le dichiarazioni acattoliche. I
rapporti sono disciplinati infatti da intese disciplinati da leggi: l’intesa la
realizza il governo. Compete anche al consiglio dei ministri una serie
retorica di nomine imminenti in enti, istituti e aziende di carattere
internazionale (le nomine sono ripartite tra il consiglio dei ministri e i
singoli ministri, ma le più importanti le ha il consiglio).
-ministri: figura con caratteristiche proprie dell’organo politico da un lato
e organo amministrativo dall’atro. Sono organi titolari di funzioni più
propriamente amministrative quando si considerano come figure al
vertice del dicastero (ad eccezione dei ministri senza portafoglio) dove
svolgono funzioni di indirizzo amministrativo che si sostanziano nella
fissazione degli obbiettivi da perseguire dalla rispettiva amministrazione
ministeriale, come la funzione di emanazione di direttive
all’amministrazione di propria competenza che sono sempre finalizzate a
consegnare le competenze degli indirizzi politici/amministrativi. Il
ministro può rivolgere direttivi e fissare obbiettivi. Il ministro è anche
organo politico: assolve alle proprie funzioni politiche cessando di essere
solo organo amministrativo quando siede al consiglio dei ministri,
concorre alla realizzazione dell’indirizzo politico del governo e atti politici
e svolge la funzione concettualmente politica caratterizzata dalla sintesi di
diversi interessi. La decisione su quali interessi perseguire, come e
quando compete agli organi politici. I ministri sono collegialmente
responsabili degli atti del proprio dicastero e individualmente degli atti
dei rispettivi dicasteri= responsabilità politica e giuridica. La responsabilità
del singolo ministro è sanzionata con la sfiducia individuale da parte del
parlamento. I ministri per quello che riguarda i reati ministeriali (art96:
reati connessi al ruolo e competenze di ministro) godono di un processo
giudiziario particolare. A giudicare questo tipo di reato è la magistratura
ordinaria: prima di arrivare al processo, la procura della repubblica
trasmette la notizia di reato ad un collegio di magistrati ordinari del
ministero competente, che deve chiedere al senato o alla camera dei
deputati di concedere l’autorizzazione di procedere con il processo. Se
l’autorizzazione viene negata il processo non può essere svolto.
Crisi di governo: si verifica una crisi di governo quando è compromessa la
fiducia parlamentare. La crisi di governo può essere di natura
parlamentare o extra parlamentare, e casi in cui la extra parlamentare
viene ricondotta la parlamento. La parlamentare si manifesta in maniera
formale per un voto di sfiducia apposito del parlamento. Nella pratica la
sfiducia viene manifestata in maniera extra parlamentare, ossia non si
attende la formalizzazione della sfiducia. Può accadere che il presidente
della repubblica inviti alla parlamentarizzazione del processo.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: è l’organo costituzionale di vertice.
Non è un organo di indirizzo politico e non è al vertice di nessuno dei tre
poteri fondamentali dello stato ma dispone di competenze capaci di
incidere su ciascuno di essi sul piano funzionale. È garante della
costituzione (non è il solo, c’è anche dalla corte costituzionale) = svolge
funzioni di garanzia costituzionale. È una carica istituzionale caratterizzata
da fortissimi elementi di elasticità anche a seconda della personalità
chiamata a ricoprire il ruolo.
Viene eletto dal parlamento in seduta comune e dai delegati regionali (3
per ogni regione, tranne la Val d’Aosta che ne ha 1) -> si viene eletti solo
se si raggiungono 2/3 dei voti per i primi 3 scrutini, dal 4 scrutinio in poi è
necessaria la maggioranza assoluta. Le maggioranze conferiscono e sono
funzionali a garantire il ruolo di neutralità del presidente della repubblica.
I requisiti richiesti per essere eletto sono: avere la cittadinanza italiana,
aver compiuto 50 anni d’età, godere dei diritti civili e politici.
Il presidente della repubblica ha un mandato della durata di 7 anni,
perche c’era l’intenzione di sganciare il mandato del presidente della
repubblica dal parlamento facendolo più lungo. Ogni presidente conosce
almeno due diverse composizioni del parlamento. Questi 7 anni fanno si
che il presidente sia anche un ponte tra la legislatura precedente e quella
successiva. Il presidente della repubblica è ri-elegibile (caso Giorgio
Napolitano). Possono essere presi dei provvedimenti sul presidente della
repubblica: in caso di provvedimento temporale le funzioni del presidente
vengono sospese; in caso di provvedimento definitivo, il presidente della
repubblica viene sostituito dal quello del senato.
Irresponsabilità del presidente= Art90: principio secondo cui il presidente
della repubblica non è responsabile degli atti posti in essere dell’esercizio
delle proprie funzioni. In qualsiasi ordinamento giuridico è indispensabile
individuare un soggetto a cui imputare determinate condotte
giuridicamente rilevanti (ci deve essere sempre un responsabile). Se il
presidente è irresponsabile, a rispondere degli atti presidenziali è il
ministro competente che controfirma l’atto presidenziale (ai sensi
del’art89 = nessun atto del presidente della repubblica è valido se non
controfirmato dal ministro competente).
Ci sono alcuni atti detti “personalissimi” che sfuggono alla controfirma del
ministro. = potere di esternazione del presidente della repubblica. Ci sono
condotte del presidente della repubblica che escono dalla garanzia
dell’irresponsabilità? In caso dei reati presidenziali: l’alto tradimento e
attentato alla costituzione ma non ne viene offerta una descrizione
normativa. L’attentato alla costituzione si risolverebbe in una condotta
sbagliata (finalizzato a sovvertire l’ordine costituzionale); in caso di alto
tradimento invece il presidente della repubblica realizza un’intesa con
una potenza esterna contrariamente agli interessi nazionali.
LEZIONE 18/11/2021
Rispetto al potere esecutivo del presidente della repubblica, la prima e
principale prerogativa di cui dispone è la nomina del presidente del
consiglio e dei rispettivi ministri. Esso accredita e riceve i rappresentanti
diplomatici; ratifica i trattati internazionali previa legge di autorizzazione;
comanda le forze armate e presiede il consiglio supremo della sicurezza e
difesa; dichiara lo stato di guerra; conferisce le onniscienze della
repubblica; svolge una serie di funzioni amministrative; conferisce la
cittadinanza; decide l’ordine dei ricorsi straordinari al presidente della
repubblica (strumento di cui ciascuno di noi dispone con cui si può
rivolgere la propria istanza alla giustizia amministrativa, o con un termine
di 120 giorni direttamente al presidente della repubblica). Esercita poi
una serie di prerogative che attingono al potere giudiziario: presiede il
consiglio superiore della magistratura (rappresenta l’organo di auto-
governo della magistratura, garantendone l’autonomia e l’indipendenza=
protegge la magistratura rispetto alle diverse evenienze). A capo del CSR
c’è il presidente della repubblica, anche se la maggior parte delle funzioni
principali del CSR le gestisce il vice-presidente. Inoltre il presidente
concede la grazia e commuta le pene = atti di clemenza che il presidente
della repubblica può svolgere nei confronti del condannato. Nomina 5
giudici costituzionali (nella composizione della corte sono 15 totali di cui 5
di nomina presidenziale).
Atti presidenziali: possono essere distinti in:
-atti complessi: atti che devono essere contro-firmati (es. scioglimento
delle camere che deve essere contro-firmato dal ministro);
- atti sostanzialmente presidenziali: lo sono sia nella forma che nella
sostanza e domina la volontà del presidente (es. atti di nomina dei
senatori a vita o dei ministri, rinvio della legge in parlamento);
- atti solo formalmente presidenziali (ma sostanzialmente governativi):
atto dove è la volontà governativa ad essere la principale dell’atto.
L’appartenenza di un atto a una di queste tre categorie è riconosciuta
dalla giurisprudenza nazionale e dipende dalla volontà dominante.
Il principio di grazia è un atto sostanzialmente presidenziale, pertanto la
controfirma ministeriale è un atto doveroso da parte del ministro di grazia
e giustizia.
LEZIONE 23/11/2021
ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA GIUSTIZIA:
sistemi common law e sistemi civil law: si parla di questi sistemi per
distinguere due elementi che caratterizzano la somministrazione della
giustizia. Nei “civil law” (la nostra costituzione è una civil law) la
produzione normativa è affidata prettamente agli organi amministrativi.
Nei “common law” (mondo anglosassone) il meccanismo di produzione
normativa è binario: ossia le norme vengono prodotte sia dagli organi
rappresentativi sia da dei giudici = una fonte rappresentativa e una fonte
giudiziaria. Da noi (civil law) il giudice ha delle particolari conoscenze
giuridiche e viene eletto tramite concorso= il giudice pertanto non può
essere iscritto a partiti politici, ed è quindi un tecnico di altissima levatura
professionale chiamato ad applicare la legge; nei common law l’elezione
dei giudici avviene per scelta del governatore dello stato (ci sono dei
requisiti di eleggibilità) oppure possono venire nominati direttamente dai
governatori, cosi appartenendo al circuito democratico = in questi sistemi
infatti i giudici sono selezionati non solo per le loro competenze tecniche
ma anche per le rispettive inclinazioni morali/politiche.
Sistema organizzativo della magistratura: i giudici svolgono diverse
funzioni: giudici penali, civili, amministrativi, contabili, tributari e militari.
L’esercizio di queste diverse giurisdizioni corrisponde a diversi campi
materiali: il giudice penale ha il compito di accertare la commissione o
meno di fattispecie criminose; i giudici ordinari civili ci occupano di
giudicare le controversie in materia privatistica/ rapporti tra privati; la
differenza tra giudizio civile e amministrativo verte proprio sulla posizione
del giudizio: il giudice civile giudica sui diritti dei privati, mentre il giudice
amministrativo giudica gli interessi legittimi. -> diritti soggettivi vs
interessi legittimi= il diritto è una posizione giuridica soggettiva attiva,
opposta al dovere che è una posizione passiva, che accresce la sfera
giuridica del soggetto ed è correlato a un bene della vita ed è una
posizione piena ed assoluta (ossia lo posso esercitare con pienezza a mia
discrezione). L’interesse legittimo invece è una pretesa dell’amministrato
che la pubblica amministrazione eserciti le proprie prerogative in
conformità alla legge e ai principi costituzionali di imparzialità e buon
andamento. L’interesse legittimo per essere soddisfatto dipende dal
corretto esercizio della funzione amministrativa. I giudici contabili fanno
parte della corte dei conti che esercita la giurisdizione contabile di cui la
competenza principale è l’accertamento del danno erariale e della
conseguente responsabilità dei pubblici esercizi. I giudici tributari e la
cassazione si occupano delle controversie in materia fiscale. I giudici
militari in ultimo giudicano sui reati posti in essere da appartenenti alle
forze armate.
GRADI DI GIUDIZIO:
Giurisdizione ordinaria (civile e penale) = 3 gradi di giudizio:
1) e 2) giudizi di merito: valutare i fatti e applicare la legge
3) giudizi di legittimità: valuta la corretta applicazione o valutazione della
legge.
Questa giurisdizione esercita la funzione nomofilattica: garantisce l’esatta
osservanza e l’uniforme interpretazione del diritto e della legge, art 65
della legge sull’ordinamento giudiziario.
I giudici hanno 2 funzioni principali=
Funzioni giudicanti (valuta il reato e infligge la pena) e Funzioni requirenti.
Oltre ai giudici/magistrati abbiamo anche le procure della repubblica
(pubblici ministeri) = rappresentano la pubblica accusa nel processo
penale. I magistrati possono essere: giudicanti o requirenti, ossia
affiancano il pubblico ministero. Il pubblico ministero garantisce
l’interesse pubblico e ha degli obblighi: obbligo dell’esercizio dell’azione
penale e obbligo dell’imparzialità. Inoltre gode delle stesse garanzie
dell’intero ordinamento giudiziario. Il pubblico ministero rappresenta lo
stato. Si può cambiare per un massimo di 5 volte la posizione da giudice a
inquirente (partecipano allo stesso concorso).
LEZIONE 24/11/2021
Art 2: principio secondo cui la repubblica (e tutti gli enti che la
costituiscono) riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come
simbolo sia per formazioni sociali dove si svolge la sua personalità, e
richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale.
La scelta lessicale per questo principio e particolare e di analisi
attenta:
- “Riconosce” = viene utilizzata questa parola perché si tratta di diritti
considerati come preesistenti all’organizzazione giuridica, quindi non
sono concessi, altrimenti il principio direbbe “concede” e non
“riconosce”. Sono diritti non comprimibili: lo stato non può produrre
tipologie di compressione verso questi diritti.
- “sia come simbolo sia come formazione sociale dove si svolge la sua
personalità” = riconosce l’esistere e la formazione dell’individuo.
L’esistere dell’individuo è legato al coesistere. Le formazioni sociali sono
destinatarie degli stessi diritti di cui è ricevente il singolo individuo.
- Nella seconda parte delle norme si legge il contributo dei diversi
orientamenti filosofico-politici “richiede l’adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, sociale ed economica” = enunciazione
del principio solidarista, principio che torna a trovare adempimento in
diversi frangenti della costituzione. (art32= nessuno può essere
sottoposto a trattamenti sanitari non obbligatori salvo dicitura di una
legge).
I diritti inviolabili: l’elenco fisso di questi diritti non è mai stato fato
perché sono in continua evoluzione. Bobbio (positivista= perplesso
rispetto ai diritti naturali fondamentali) sostiene che i diritti fondamentali
sono diritti storici: la percezione e il riconoscimento di ciascun diritto
fondamentale è storicamente condizionato dalle aggressioni che
storicamente sono rivolte a quel diritto o posizione giuridica. Prima delle
guerre di religione non era percepito e quindi positivizzato il diritto alla
libertà religiosa, che invece nasce quando c’è l’aggressione a quella sfera
della vita. -> C’è una continua evoluzione della società che gli permette di
scoprire nuovi valori e positivizzarli.
I diritti fondamentali godono di una tutela multilivello
Ci sono tutele approntate dalla convenzione europea dei diritti dell’uomo
(CEDU) che istituisce una corte europea dei diritti dell’uomo e li
garantisce= è uno di quegli organi derivanti dall’obbligo nazionale
(comma 1 dell’art 117). Inoltre abbiamo la carta europea dei diritti
fondamentali, trattato reso vincolante per le istituzioni in conseguenza
del trattato di Lisbona entrato in vigore il 1° dicembre 2009.
Ci sono i livelli di tutela della costituzione, la tutela della convenzione
europea dei diritti dell’uomo, e una corte di giustizia dell’unione europea
che protegge i diritti della carta europea dei diritti.
ART3:
-comma 1: principio uguaglianza formale = Tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale e sono eguali alla legge senza distinzione di lingua, sesso,
razza, religione, opinione politica, distinzioni sociali. Questa legge è anche
a favore agli stranieri limitatamente ai casi in cui si discuta il godimento
dei diritti fondamentali dell’uomo= quando la legislazione ordinaria
introduce forme di protezione e garanzia dei diritti fondamentali gli
stranieri vanno trattati come tutti gli altri cittadini; in altre circostanze
sarebbero ammissibili la distinzione tra posizione di cittadino e di non
cittadino. Un esempio può reperirsi in relazione al sistema sanitario e al
diritto di salute = è inammissibile e incostituzionale una legge che
introduce diversificazioni tra cittadino e straniero nel diritto alla salute
per prestazioni di vitale importanza e indispensabili per l’integrità
dell’individuo. Prestazioni sanitarie non indispensabili per la salvaguardia
dell’integrità psico-fisica dell’individuo consente una diversificazione. La
dignità sociale è una manifestazione del più generale del principio di
dignità umana: sul concetto di dignità ci sono numerose monografie
filosofico-giuridiche, ma la dignità dell’uomo corrisponde alla necessità di
essere usato come fine ultimo e mai come mezzo. La differenza tra
l’uomo e l’animale è rappresentata dalla dignità: l’uomo rappresenta
l’unico essere dotato della capacità dell’agire razionale. “davanti alla
legge” introduce il tema dell’uguaglianza formale: uguaglianza formale
indica sia un’uguaglianza davanti alla legge sia dentro alla legge. La
differenza è che l’uguaglianza davanti alla legge richiede che nessuno
possa erigersi sopra alla legge, introduce al contrario un vincolo per il
legislatore volto a non introdurre ingiustificate discriminazioni = questa
norma introduce un divieto al legislatore di trattare in modo diverso
fattispecie di situazioni uguali né specularmente può introdurre leggi che
trattano in modo uguale situazioni diverse. Nell’ambito del principio di
uguaglianza formale opera il principio della ragionevolezza: utilizzato dalla
giurisprudenza e giustizia costituzionale = il legislatore ha la possibilità di
introdurre ragionevoli diversificazioni di trattamento in relazione a
fattispecie diverse = la diversificazione è ammessa quando è ragionevole.
La differenziazione di un trattamento è ragionevole quando non è
arbitraria, illogica, irrazionale e incoerente. C’è un testo che la corte
costituzionale utilizza per controllare la ragionevolezza: “terzum
comparationis” = norma regolante che fa da tecnica di raffronto. Abbiamo
una norma costituzionale che introduce un principio, poi una norma della
cui costituzionalità si dubita messa in confronto con un’altra norma che
regola un caso simile. Se la differenziazione risulta essere non arbitraria,
illogica, irrazionale e incoerente, il verdetto sarà che la suddetta legge è
incostituzionale.
-comma 2: principio uguaglianza sostanziale = è compito della repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto
la libertà e uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del paese. Il primo comma
dell’art3 introduce delle limitazioni sul piano della legittimità delle leggi, e
dire che siamo tutti uguali davanti alla legge non è sufficiente per
garantire l’uguaglianza e libertà dei cittadini. Lo stato è consapevole che
l’affermazione del principio di uguaglianza formale non è di origine antica,
ma questo principio è una grande conquista di fine 700 dopo la
rivoluzione francese, ma non arriva a risolvere ugualmente le
discriminazioni. Questa norma ha un profilo precettivo e uno
programmato che impegna la repubblica a rimuovere queste diversità
nella realizzazione della persona umana e lo fa attraverso lo status
sociale: l’insieme di infrastrutture pubbliche finalizzate a garantire il
ripristino della parità tra diritti.
LEZIONE 25/11
Articoli successivi ai principi fondamentali:
ART13: viene introdotto il titolo dedicato ai rapporti civili e vengono
enunciati i diritti di libertà negativa = sfere di libertà riconosciute
all’individuo e alla collettività che non possono essere semplificate o
compresse dallo stato. La norma dell’art 13 disciplina il principio della
libertà personale: “la libertà personale è inviolabile. (comma 1) Non è
ammessa nessuna restrizione della libertà personale se non con atto
motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi ammessi dalla legge.
(comma 2) Nei casi di necessità e urgenza indicati dalla legge l’autorità di
pubblica sicurezza può annotare provvedimenti restrittivi provvisori da
comunicare all’autorità giudiziaria entro 48 ore, che sono revocati se
l’autorità giudiziaria non li convalida entro le 48 ore successive”.
La libertà personale rappresenta la prima e più importante libertà
riconosciuta dal nostro ordinamento in favore dell’individuo in
conseguenza della quale si dispone di un diritto soggettivo inviolabile e
tutelabile nei confronti di chiunque altro = nessun può comprimere la
nostra libertà.
Non è ammessa nessuna restrizione della nostra libertà (perquisizione,
restrizione personale ecc..) = ammesse solo per atto e richiesta
dell’autorità giudiziaria e nei soli modi previsti dalla legge -> garanzia
costituzionale. La norma costituzionale garantisce una neutralità delle
autorità competenti che sono addette a prendere decisioni sulla libertà.
->Procedura di diritto che inizia con l’habeas corpus nel 1216 e la Magna
Carta Libertatum= eliminare possibili forme di compressione proveniente
dallo stato
1789 dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino= viene garantita la
libertà sotto l’influsso liberale capitalistico, e si inizia a parlare dei diritti
dell’uomo e non solo del cittadino
Abbiamo quindi una riserva assoluta di legge e una riserva di
giurisdizione.
ART14: Libertà di domicilio= “il domicilio è inviolabile. Non vi si possono
eseguire ispezioni, perquisizioni e sequestri se non nei casi previsti dalla
legge e secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà
personale.”
La costituzione intende come domicilio il luogo dove l’individuo ha
stabilito il luogo dei propri interessi. Nel nostro caso invece intendiamo
qualunque luogo in cui la persona trascorre anche temporaneamente la
propria vita (abitazione, studio, stanza d’albergo).
Le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale citate
nell’articolo sono: riserva di legge, provvedimento motivato dell’autorità
giudiziaria (riserva di giurisdizione).
ART15: libertà di corrispondenza= “libertà della segretezza della
corrispondenza e ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La
loro limitazione può avvenire solo per atto motivato dell’autorità
giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.” Questo principio assiste
tutte le parti coinvolte nella comunicazione. Gli strumenti di captazione
nei dispositivi mobili non possono essere sempre usati: la legge limita il
loro utilizzo in relazione alla privacy personale (es. il Trojan non può
essere installato per qualsiasi reato, ma solo per reati contro la pubblica
amministrazione). In generale le intercettazioni possono essere disposte
dall’autorità giudiziaria solo se l’indagine è già iniziata e quindi ci sono già
degli indizi di reato -> a questo punto l’autorità giudiziaria ne fa richiesta,
purché sia indispensabile per il proseguimento dell’attività d’indagine. le
intercettazioni le troviamo sotto questa norma perché riguarda tutti i tipi
di comunicazione. -> Torna anche il tema della privacy.
LEZIONE 30/11
La letteratura si è impegnata a lavorare in termini di ricerca anche sui
diritti delle future generazioni= viviamo in un’epoca che dalla minaccia
nucleare, alla crisi ambientale hanno aumentato le minacce. Si inizia a
parlare non senza incertezze di posizioni giuridiche delle future
generazioni.
DIRITTI DELLE FUTURE GENERAZIONI:
Intrecciato con il concetto di sostenibilità: concetto enunciato per la
prima volta 30 anni fa (da Brundtland, primo ministro norvegese) = 1987.
Il principio della sostenibilità deriva dalla definizione del principio dello
sviluppo sostenibile: lo sviluppo economico è sostenibile laddove è
idoneo a soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza
compromettere gli analoghi bisogni delle generazioni future ->
"Paradigma post moderno idoneo a repubblicanizzare la globalizzazione".
L'800 è stato il secondo delle libertà e il nuovo paradigma sosteneva
d’uguaglianza sostanziale. Nel 21esimo secolo questo giudizio è ricordato
come il secondo in cui il costituzionalismo era correlato alla sostenibilità.
Art 81 e 97 = si deve garantire un andamento sostenibile.
Profilo intergenerazionale: tema giuridico affrontato in modo variegato=
chi lo affronta con maggiore cautela per le generazioni future e chi con
meno. Il tema è relativo di riconoscere la posizione giuridica a soggetti
futuri ed incerti di cui non è conoscibile la stessa identità. Si parla di
responsabilità a carico delle generazioni presenti verso quelle future.
Tutto per rintracciare il fondamento etico del diritto. È un’indagine di
teoria della giustizia come branca della filosofia del diritto che si occupa di
indagare circa il fondamento etico della norma e sistemi giuridici. Il
fondamento della norma risiederebbe proprio nel contenuto della norma
stessa.
-Sovranità: "Un popolo ha sempre il diritto di rivedere, cambiare e
riformare la costituzione. Non può assoggettare alle sue leggi le future
generazioni" = costituzione francese 1793.
Art 28 dichiarazione dei diritti= principio dei limiti della modificabilità
della costituzione. Questa modificabilità delle scelte normative è un tema
ricorrente nel corso della storia che identifica un principio di civiltà.
Questo articolo poggia sull’idea della Reversibilità delle scelte normative.
-Reversibilità delle scelte: devono essere reversibili altrimenti
l'ordinamento ne dedurrebbe una sorta di diritto dei morti sui vivi. Serve
a conservare un’identità positiva del diritto. I sistemi giuridici sono
necessariamente in continua evoluzione proprio perché le società
cambiano e insieme ad essa anche le condizioni di vita, quindi l’assetto
della società e la struttura deve essere modificata.
-Autonomia collettiva: Questo concetto in virtù del quale la collettività
conserva sempre la propria autonomia.
Le libertà dei moderni essenzialmente sono libertà negative, ossia la
libertà dallo stato che diventa una libertà contro lo stato= conservare la
propria sfera politica senza che lo stato abbia ingerenze sulla sfera politica
stessa. L’idea originaria la si deve alla tradizione aristotelica e della libertà
intesa come partecipazione. Contrariamente a quanto sosteneva
Hobbes, l’individuo è libero se partecipa alla costruzione delle leggi e
norme giuridiche che poi egli stesso è chiamato ad ottemperare.
L’autonomia collettiva è un fatto contrario al comando.
-sovranità popolare: intesa come permanente attitudine della collettività
a finalizzare le loro azioni per i loro obiettivi popolari. È estranea ogni
forma di paternalismo etico/dispotico/autoritativo così come è estranea a
qualsiasi forma repubblicana qualsiasi forma di paternalismo praticata da
una generazione su un’altra. Torna il tema della reversibilità delle scelte e
torna anche il tema della "costitution recognized".
-determinazione democratica: concetto che è stato richiamato da una
corte di giustizia (corte costituzionale tedesca) con la sentenza del 2012
sugli autoveicoli posti dal parlamento sulle proprie decisioni. Può essere
necessario nell’interesse alla conservazione a lungo termine della
capacità di conservazione democratica. Ciò può essere funzionale alla
preservazione dei margini di manovra in futuro= tema filosofico-giuridico
che è ampiamente radicato anche nelle corti costituzionali. L’idea della
sostenibilità come idea di giustizia distributiva rappresenta il cuore delle
preoccupazioni intorno alle quali ruota una questione culturale =
potrebbe essere definita come egualitarismo.
Art3= principio di uguaglianza nella sua duplice declinazione -> il tema
dell’uguaglianza ha caratterizzato da sempre il fondamento e il paradigma
del costituzionalismo ottocentesco. Il tema si è affrontato non in maniera
interpersonale ma in prospettiva intergenerazionale. È un problema che
introduce delle contraddizioni: introduce delle problematiche nell’assetto
statico delle relazioni intersoggettivi al fine di realizzare delle relazioni
equalitariste di tipo intertemporale = si rischia di creare delle
disuguaglianze tra i consistenti per generare continuità nel piano
intertemporale. Altra contraddizione è il generale egualitarismo tra le
generazioni (decidere i diritti ora per le generazioni future) significa
cristallizzare i diritti. Inoltre c’è il mutamento delle condizioni
sociali/demografiche e quindi delle cognizioni tecnico scientifiche che
introducono la parziale inconoscibilità dei bisogni futuri e ciò che sarà
considerato diritto -> È impossibile stabilire tale forma di uguaglianza.
Beni comuni: categoria di beni che sfonda la tradizionale ripartizione tra
pubblico e privato. C è una grande area tra i due che sono i beni
comuni: sono inquadrati i beni della vita e l’accesso alle comunicazioni.
LEZIONE 01/12
Ambiente: diritto dell’ambiente o all’ambiente. Tema che occupa sia in
letteratura giuridica sia studi di carattere scientifico. Ci si interroga sulle
prospettive di questo tema.
Si concepisce l’ambiente come nulla altro che quello che circonda l’uomo
(idea antropocentrica). Ma ci sono altre prospettive come quella
egocentrica che vede l’ambiente con una concezione olistica, ossia non è
il centro delle preoccupazioni ma l’uomo diventa parte dell’ambiente. Ci
sono anche ipotesi differenti come la prospettiva biocentrica, ossia
orientata a valorizzare gli elementi biotici.