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DI
DIRITTO PRIVATO
INTRODUZIONE
La storia più semplice e avvincente per spiegare le origini e le funzioni
del diritto è, secondo il manuale di Alpa, quella di Robinson Crusoe.
In effetti finché Robinson vive solitario sull'isola non si pone il problema
di ricorrere a regole di comportamento; tutto cambia quando il
protagonista si accorge della presenza di altri individui e si rende conto
della necessità di regolare il proprio rapporto con l'altro.
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Il diritto permea dunque la vita sociale e regola quotidianamente la
nostra vita; basti pensare a gesti semplici come accendere la luce o
comprare il giornale: nel primo caso si esegue un’azione legata al
rapporto contrattuale con il fornitore di energia elettrica; nel secondo
caso si configura una semplice compravendita.
Vi sono tutt'ora delle regole (come la pena di morte) che, nel nostro
stesso periodo sono ancora in vigore nonostante esse vengano rifiutate
da gran parte delle democrazie moderne.
Il diritto e la giustizia
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Ma come si fa a stabilire ciò che è giusto da ciò che non lo è ? Ogni
valutazione in merito è influenzata da un'interpretazione personale
dovuta soprattutto alla formazione educativa dell'individuo. Ad esempio,
per semplificare il discorso, il credente ebreo o cristiano dirà che è
giusto ciò che è conforme ai Dieci Comandamenti, ma non si può
pensare che tale concezione di giustizia possa valere universalmente
perché altri individui di diversa cultura non l'accetterebbero mai.
Solo alcuni illustri personaggi del tempo come Vittorio Scialoja, Ludovico
Mortara e Filippo Turati appoggiavano un orientamento opposto che
tuttavia non raccoglieva ancora grandi consensi.
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Il giurista
La giurisprudenza e la dottrina
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Vi sono anche varie concezioni di diritto:
-concezione formalista: complesso di regole ordinate in forma
piramidale e basate su una norma fondamentale (Costituzione)
-concezione funzionalista: complesso di regole finalizzate alla
risoluzione pratica dei problemi
-concezione realista: complesso di regole astratte indispensabili alla
conservazione di una comunità
-concezione economica: complesso di regole che traduce in formule
comportamentali le esigenze economiche.
L’ordinamento giuridico
I codici
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diritto privato di cui abbiamo parlato.
Del terzo libro fanno parte anche la disciplina dei contratti e delle
successioni: tutto è incentrato sulla tutela della proprietà.
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Il codice civile italiano vigente (1942)
L’intera materia dei rapporti familiari è stata modificata dalla legge sul
divorzio del 1970, dalla riforma del diritto di famiglia del 1975 e dalla
recente riforma del 2012 che equipara i figli naturali a quelli legittimi.
La disciplina del matrimonio è stata oggetti di accordi con le diverse
Chiese e Rappresentanze religiose.
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di caccia,di tutela della flora e della fauna, di beni culturali e
ambientali. Nel 2012 è stata inoltre riformata radicalmente la disciplina
del condominio.
Possiamo distinguere:
-fonti-atti
-fonti-fatti
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-fonti di produzione
-fonti di cognizione
Le fonti-atti sono quelle date dal diritto scritto, e possono essere statali
oppure non statali (comunitarie, regionali, provinciali, comunali). Un
esempio pratico di fonte-atto è il codice civile, di cui abbiamo parlato.
La legge e la consuetudine
Nel processo storico che ha segnato la contrapposizione tra la legge e la
consuetudine si incontrano fasi storiche in cui la seconda prevale sulla
prima e viceversa. Tale contrapposizione non è solo il frutto del caso ma
anche di diverse ideologie.
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Il vecchio ordine delle fonti del diritto
italiano
L’art. 1 delle preleggi indica le fonti del diritto nel nostro ordinamento.
La Costituzione
In cima alla gerarchia delle fonti troviamo, come abbiamo visto, anche le
leggi costituzionali, cioè le leggi istitutive degli organi istituzionali
(come la Corte Costituzionale ed il Consiglio Superiore della
Magistratura), e le leggi di revisione costituzionale.
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La Costituzione si apre con le norme che tutelano la persona ed i
cosiddetti diritti inviolabili; tali norme offrono protezione al singolo, sia
inteso individualmente, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua
personalità (art.2 Cost.).
Nella parte I, che tratta dei diritti e dei doveri dei cittadini (art. 13
ss.Cost.), vengono scritti importanti diritti della persona, come
l’inviolabilità della persona o del domicilio, il segreto di corrispondenza
e la libertà di opinione.
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essa può essere limitata per la realizzazione dei fini sociali, persino
mediante provvedimenti di programmazione economica che stabiliscano
che cosa e quanto si deve produrre o dove debbano essere collegate le
imprese.
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essa viene abrogata (sentenza abrogativa). Le sentenze abrogativa della
Corte Costituzionale hanno carattere normativo e pertanto vanno
inserite nella gerarchia delle fonti, al rango della legge ordinaria.
Al terzo livello della gerarchia delle fonti del diritto interno troviamo gli
statuti regionali che si dividono in statuti ordinari e statuti speciali.
La legge ordinaria
Le leggi speciali
I codici di settore
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I codici di settore sono raccolte di precetti normativi che regolano una
particolare materia che necessita di una particolare regolamentazione.
I codici di settore nascono come conseguenza della progressiva erosione
dell’unità sistematica del codice civile, avviata nella seconda metà del
secolo scorso con il fenomeno denominato decodificazione, che descrive
il modo in cui le leggi speciali hanno inglobato materie sottratte alla
disciplina dettata dal codice civile.
I più importanti codici di settore sono il codice del consumo, il codice
della privacy, il codice dell’ambiente, il codice delle assicurazioni
private, il codice delle pari opportunità tra uomo e donna.
Leggi regionali
Al quinto livello della gerarchia delle fonti del diritto troviamo le leggi
provinciali (cioè quelle emanate dalle province di Trento e Bolzano) e le
leggi regionali.
Con la riforma introdotta dalla legge n.3 del 2001 il sistema è stato
innovato e allo Stato sono stati riservati alcuni settori; vi sono poi
settori di legislazione concorrente; tutte le altre materie non
espressamente nominate sono di competenza della legislazione
regionale.
L’art. 117 Cost. prevede la riserva legislativa dello Stato per alcuni
settori che, per tradizione e sentire comune, rientrano nell’area del
diritto privato. Tali settori riguardano: moneta, tutela del risparmio,
mercati finanziari, tutela della concorrenza, sistema valutario,
cittadinanza, stato civile e anagrafi, giurisdizione e norme processuali,
determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti
civili e sociali, pesi, misure, determinazione del tempo, ambiente, beni
culturali.
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Dal 2001 in poi le Regioni, profittando del nuovo dettato dell’art. 117
Cost, hanno ripreso a legiferare nei settori del diritto privato senza però
attendere che lo Stato fissasse con propria legge principi generali
uniformi.
La dottrina ha concentrato la discussione sull’espressione ordinamento
civile, che corrisponde tradizionalmente alle materie tradizionalmente
inserite nel codice civile, alle materie che per tradizione sono trattate
nella cultura del diritto privato e soprattutto alle regole che riguardano
il diritto comune a soggetti pubblici e privati.
Le norme sub-primarie
Al sesto livello della gerarchia delle fonti del diritto interno troviamo le
cosiddette norme sub-primarie, cioè i regolamenti, le circolari e le
deliberazioni emanate dalle autorità amministrative indipendenti come
la Banca d’Italia e la Consob.
I regolamenti
Le norme corporative
All’ottavo livello della gerarchia delle fonti del diritto interno troviamo le
norme corporative, cioè quelle poche rimaste in vigore dal tempo della
loro emanazione e quelle contenute negli accordi. Se ne parla più
approfonditamente nel corso di diritto del lavoro.
Gli usi civici sono diritti di godimento (come caccia, pesca, pascolo…)
spettanti ai membri di una collettività su terreni demaniali o privati.
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Le regole deontologiche
Con l’adesione del nostro paese alla comunità europea si sono introdotte
altre fonti che hanno rivoluzionato lo stesso concetto di fonte.
Accanto alle fonti del diritto interno occorre indicare anche le fonti del
diritto comunitario.
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approva la legge comunitaria che attua le direttive approvate dagli
organi comunitari.
Oltre agli atti aventi valenza normativa, occorre tener conto dei principi
del diritto comunitario. I principi più importanti riguardano i diritti
fondamentali dell’uomo, la sussidiarietà e la proporzionalità.
L’Unione Europea
La norma giuridica
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Secondo un'altra (antica) concezione le norme giuridiche si
caratterizzano per il fatto di essere suscettibili di coercizioni, cioè
attuazioni forzate (sanzioni); esse sussisterebbero solo in quanto è
prevista una pena per il trasgressore, tuttavia si tratta di una tesi ormai
obsoleta.
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maggioranza della comunità).
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L'interpretazione della legge
E' doveroso chiarire che non tutti i vocaboli contenuti nelle leggi
possono essere definiti dalle leggi stesse e pertanto diviene necessario
ricavare un significato attingendo da elementi extra testuali.
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Altre forme d'interpretazione sono:
-letterale: si indaga sul significato (più ampio o più ristretto) della norma
-teleologica: indaga sullo scopo della norma
-adeguatrice: la norma inferiore si deve conformare a quella superiore
-storica: indaga sulla volontà del legislatore
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Il prof. Di Porto ritiene che negli ultimi anni il lavoro interpretativo dei
giuristi non è stato agevolato perché sono state inserite molte norme
nate da uno scarso processo di studio giuridico ed un’insufficiente fase
di elaborazione: tutto ciò ha causato più confusione e meno certezze.
E' chiaro che nessuno, nemmeno il più acuto giurista, potrà mai venire
a conoscenza di ogni minimo dettaglio della legge. Tuttavia è una
finzione necessaria al fine di mantenere l'ordine in una comunità. La
Corte Costituzionale ha alleggerito questo orientamento, precisando che
lì'ignoranza della legge penale non scusa tranne che si tratti di
ignoranza inevitabile cioè quando si agisce usando la comune diligenza
adempimento ad i doveri di informazione attraverso l'espletazione di
qualsiasi accertamento possibile riguardo ad una determinata attività
svolta.
I beni
I fatti giuridici
Gli atti della vita materiale riguardano la vita dell'individuo senza che
abbia rilevanza la sua volontà.
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I soggetti di diritto
Le persone fisiche sono gli individui (gli esseri umani) nella loro
singolarità.
La persona fisica
La storia della persona fisica nel diritto privato moderno prende l’avvio
dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789) e
passa attraverso i codici del primo Ottocento in cui la persona è vista
nell’ottica del proprietario borghese, e poi con l’affermarsi dei diritti dei
lavoratori alla fine del diciannovesimo secolo ed infine, dopo la triste
parentesi dei regimi totalitari di massa, giungendo alla costituzione
italiana che afferma le libertà fondamentali.
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morale per diniego del permesso di soggiorno, il diritto di cronaca, la
detenzione carceraria ed alla reclusione in ospedali psichiatrici; nel
2015 l’Italia è stata multata per non aver ancora inserito nel proprio
diritto interno norme relative al reato di tortura e alle unioni civili.
Molte sono le norme che la Costituzione italiana riserva alla tutela della
persona: i diritti civili, i diritti di libertà, i diritti della personalità sono
tutti punti fondamentali dell’ordinamento giuridico.
La persona giuridica
La creazione degli enti è tipica del mondo moderno e, alla sua nascita,
risponde ad esigenze esclusivamente economiche; un ente ha infatti
importanti privilegi: è considerato una persona indipendente dai suoi
membri, quasi fosse una nuova persona (non fisica) che si aggiunge agli
altri soggetti di diritto.
Il privilegio della persona giuridica consiste essenzialmente
nell’assegnare all’ente un patrimonio separato da quello dei singoli
membri e capacità giuridica separata rispetto a quella dei singoli
membri; i terzi ed i creditori si possono dunque rivolgere solo alla
persona giuridica (e non ai singoli membri o organi) per la soddisfazione
delle loro pretese.
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compagnia ed il rischio grava solo sul capitale e non sul patrimonio dei
singoli membri.
Dagli enti riconosciuti dobbiamo distinguere gli enti di fatto, cioè gli
enti non riconosciuti (non registrati). Essi non godono di personalità
giuridica ma solo di soggettività. Gli enti di fatto sono disciplinati
dall’ordinamento e sono centro di imputazione giuridica: possono cioè
concludere contratti, contrarre debiti, darsi regole interne; tuttavia non
godono degli stessi privilegi degli enti riconosciuti.
L’art. 17 c.c. prevedeva che l’ente non potesse acquistare beni immobili,
né accettare donazioni, eredità e legati senza autorizzazione governativa;
tale controllo era ritenuto necessario per evitare il fenomeno della
cosiddetta manomorta (tipica degli enti ecclesiastici), cioè l’esistenza
perpetua di un patrimonio immobiliare.
La suddetta legge prescrive inoltre che l’accettazione delle eredità
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devolute agli enti riconosciuti (escluse le società) e agli enti di fatti si
deve fare obbligatoriamente con beneficio d’inventario.
Parliamo ora della sede della persona giuridica. L’art. 46 c.c. dispone
che “quando la legge fa dipendere determinati effetti della residenza o del
domicilio, per le persone giuridiche si ha riguardo al luogo in cui è
stabilita la loro sede”.
Sono numerosi infatti gli effetti giuridici che sono connessi alla sede: ad
esempio spesso la legge si applica a seconda della sede.
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La cittadinanza
Colui che non è cittadino del paese in cui si trova si dice straniero.
La perdita di un diritto
Uno dei principi più importanti è quello dell'equità. L'equità può essere
definita come la giustizia del caso concreto. Può accadere infatti che
l'applicazione del comando normativo al caso concreto cozzi contro il
sentimento di giustizia poiché è accaduto qualcosa che il legislatore non
aveva previsto (o non ne aveva tenuto conto) quando la norma fu
elaborata. Tuttavia il ricorso all'equità quale criterio decisionale non è
sempre consentito: la legge stabilisce infatti che il giudice deve seguire
le norme del diritto e può far ricorso all'equità solo nel caso in cui la
stessa legge gli attribuisca il potere di decidere secondo equità (e ciò
avviene in cause minore come quelle davanti al Giudice di Pace).
Occorre però introdurre la nozione di equità integrativa, espressione
che si riferisce ai casi in cui la legge preveda che il giudice integri o
determini secondo equità singoli elementi come la quantificazione
economica di un danno (soprattutto quando occorre valutare il lucro
cessante, cioè la quantificazione dei guadagni che il danneggiato
avrebbe ottenuto se il danneggiante avesse adempiuto ai suoi doveri).
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Altre nozioni di equità sono:
-equità interpretativa
-equità correttiva
-equità quantificativa
La fiducia
I rapporti di fatto
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la potestà dei genitori nei confronti dei figli.
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Le situazioni di fatto
I Diritti reali
Un altro aspetto dei diritti reali coincide con l'agere licere, cioè con la
facoltà del titolare di compiere sulla cosa atti che costituisco mezzo
d'appagamento diretto dell'interesse.
Sono ammessi solo i diritti reali ammessi dalla legge perché non si vuole
gravare la proprietà di pesi ulteriori rispetto a quelli espressamente
disciplinati dalla legge; si vole inoltre tutelare chi entra in rapporto con
il proprietario (o il titolare del diritto reale minore) al fine di porlo in
condizione di conoscere con esattezza i propri diritti.
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Due sottoinsiemi dei diritti reali sono:
-diritti reali di godimento (o diritti reali minori)
-diritti reali di garanzia
I diritti reali di garanzia sono diritti reali limitati su cosa altrui con la
funzione di vincolare un dato bene ad un dato credito.
Ad essi si accosta l’istituto dei privilegi, che non sono considerati diritti
reali di garanzia ma mezzi di garanzia del credito. Di pegno, ipoteca e
privilegi ci occuperemo nella trattazione della proprietà.
La proprietà
-una parte della dottrina sostiene che i fini sociali della proprietà
debbano essere tutelati prima di quelli particolari del proprietario
(proprietà conformata)
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-concezione laica radicale
Il possesso e la detenzione
I diritti di credito
I diritti di credito sono quei diritti che hanno per oggetto una
prestazione che il titolare (detto creditore) vanta nei confronti di un
altro soggetti (detto debitore).
Il negozio giuridico
La dichiarazione si dice:
-recettizia: se produce effetti solo quando perviene ad altri soggetti
-non recettizia: se produce effetti immediati
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sottoposti a condizione: il matrimonio, ad esempio, non è suscettibile di
condizione.
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Il negozio può essere:
-unilaterale: vi è una sola dichiarazione di volontà
-bilaterale: vi sono due dichiarazioni di volontà
-plurilaterale: vi sono più di due dichiarazioni di volontà
-inter vivos: concluso tra persone viventi
-mortis causa: produce i suoi effetti dopo la morte del dichiarante
-solenne: vi è una forma determinata dalla legge
-non solenne: vi è una forma concordata tra le parti
-di amministrazione: si limita a trarre i frutti del patrimonio
-di disposizione: incide sulla sostanza del patrimonio
-preparatorio: prepara uno o più negozi successivi
-risolutivo: estingue uno o più negozi precedenti
-novativo: negozio che modifica il contenuto di un negozio preesistente
-riproduttivo: negozio che modifica la forma di un negozio preesistente
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processo
-fondamentali: producono completamente i loro effetti
-di attribuzione: attuano disposizioni contenute in altri negozi
-di destinazione: creano un vincolo di destinazione per i beni in
questione
-costitutivi: creano nuovi diritti ed obblighi
-di accertamento: si limitano a chiarire situazioni già esistenti
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Per quanto concerne la simulazione, possiamo distinguere:
-accordo simulato: accordo con il quale le parti creano il finto negozio
-controdichiarazione: accordo con il quale le parti esprimono la reale
volontà
-negozio dissimulato: negozio che le parti hanno effettivamente concluso
L'autonomia privata
L’obbligo e l’obbligazione
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soggetto in quanto permane nel godimento di un determinato bene
immobile; essa consiste nel dare (ad es: canone enfiteutico) o nel fare
qualcosa.
Il contratto
Il contratto è uno dei punti fondamentali del corso di diritto privato e
pertanto ne parleremo ampiamente nella trattazione delle obbligazioni.
La diligenza e la negligenza
In diritto per diligenza si intende l’insieme delle cure e delle cautele che
il debitore deve porre per l’esatto adempimento della sua obbligazione.
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La negligenza è invece il momento negativo della diligenza: non è
possibile definirla autonomamente in quanto si individua sempre come
omissione di diligenza; tra diligenza e negligenza c’è piena correlatività,
trattandosi di due aspetti opposti di una medesima valutazione
normativa.
La mora
L'illecito
L’onere della prova della colpa o del dolo, tranne in alcuni casi
particolari, grava sul danneggiato.
Allo stesso modo non è responsabile chi provoca il danno per necessità o
per legittima difesa, oppure chi provoca un danno svolgendo un’attività
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col consenso del danneggiante.
La responsabilità penale
La responsabilità amministrativa
La responsabilità contrattuale
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La responsabilità contrattuale (art. 1218 c.c.) è la responsabilità in
capo al soggetto debitore di risarcire i danni cagionati al creditore con la
non esatta esecuzione della prestazione dovutagli in virtù del rapporto
obbligatorio tra loro sorto, avente come fonte un contratto o qualsiasi
atto o fatto (che non sia fatto illecito) idoneo a produrre un'obbligazione.
Il fatto illecito fa sorgere invece la responsabilità extracontrattuale
(facente parte della responsabilità civile), di cui parleremo in seguito.
La responsabilità patrimoniale
La responsabilità civile
Si tenga presente che, come abbiamo già detto, secondo alcuni giuristi
la responsabilità civile contiene anche i regimi di responsabilità
contrattuale e patrimoniale. Tuttavia noi ci baseremo sulla teoria del
manuale di Alpa.
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Le categorie della responsabilità civile sono:
-responsabilità oggettiva
-responsabilità extracontrattuale
La responsabilità oggettiva
La responsabilità extracontrattuale
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Infine occorre chiedersi chi può eventualmente essere legittimato a non
ritenersi oggettivamente responsabile.
La presunzione
La pubblicità legale
I rimedi
In senso più stretto, il termine rimedio può riferirsi alle norme di diritto
processuale che, in questa trattazione, non è necessario analizzare.
Le garanzie
La garanzia generica del creditore consiste nella soggezione dei beni del
debitore e quindi nella cosiddetta responsabilità patrimoniale, di cui
abbiamo parlato.
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-garanzie reali
-garanzie personali
L’alienazione di un diritto
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La concezione nucleare si afferma solo nel 1805 con il codice
napoleonico ed ormai è tipica della nostra società: gli anziani infatti
non convivono più con figli e nipoti; i figli, raggiunta la maggiore età e
l’indipendenza economica, tendono ad allontanarsi dalla famiglia
d’origine e crearne una propria.
Il Codice napoleonico lascia profonde tracce nel codice civile italiano del
1865, anche in materia familiare.
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Il codice italiano introduce il matrimonio civile (attuando il principio
cavouriano della “libera chiesa in libero stato”), riconosce la separazione
dei coniugi nel caso in cui la convivenza divenga impossibile, ma
comunque riserva al marito una posizione privilegiata in quanto egli è
considerato il capo della famiglia e la moglie deve seguire “la condizione
civile di lui, ne assume il cognome ed è obbligata ad accompagnarlo
ovunque egli creda opportuno di fissare la sua residenza”.
Tuttavia, secondo il prof. Alpa, ciò non significa che talune garanzie
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offerte alla famiglia legittima, di cui si tutelano in modo più intenso i
membri, non siano da estendere anche alla famiglia di fatto, rilevante
non solo come famiglia, ma anche come (più semplicemente) la
formazione sociale nella quale i membri possono svolgere la propria
personalità.
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Uno dei meriti fondamentali della riforma del 1975, secondo Alpa, è
l’aver posto sul medesimo piano e senza eccezioni il marito e la moglie
nella direzione della vita familiare e nella gestione del rapporto
educativo dei figli; la riforma, in effetti, nell’eliminare lo stato di
soggezione della donna, ha dato attuazione al principio di uguaglianza
non solo in senso giuridico ma anche e soprattutto in senso morale,
quale sintesi dei valori spirituali di cui si alimenta la vita coniugale e
familiare.
Molto importanti sono due recenti riforme del 2012 e del 2015.
La legge 10.12.2012, n. 219 unifica lo status di figlio legittimo, di figlio
naturale e di figlio adottivo; la nuova legge dispone che anche i figli
incestuosi possono essere riconosciuti, previa autorizzazione del giudice.
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La parentela e l’affinità
La parentela è valida sia per i figli legittimi, sia per i figli naturali ed
anche per i figli adottivi minorenni.
L’attività economica
Il diritto comunitario:
-riconosce la proprietà privata così come garantita nei singoli Stati
-ammette monopoli pubblici purché non afferenti il commercio
-esclude gli aiuti degli Stati alle imprese nazionali se squilibrano la
concorrenza
-agevola tutte le misure destinate a migliorare la concorrenza
-promuove il coordinamento delle politiche economiche
-si preoccupa degli interessi incisi dall’attività economica (ambiente,
salute…ecc)
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IL LIBRO PRIMO DEL CODICE CIVILE
I sei libri del codice civile si dividono in titoli che a loro volta si
suddividono in capi che a loro volta si suddividono in sezioni. Iniziamo
ora la trattazione del primo libro del codice civile si occupa delle
persone e della famiglia.
Possiamo distinguere:
-dimora
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-domicilio
-residenza
Si ha scomparsa quando la persona non ricompare più nel luogo del suo
ultimo domicilio o della sua residenza e non se ne abbiano più notizie.
La scomparsa è una figura giuridica di elaborazione dottrinale che trova
il suo fondamento nell’art.48 c.c. dedicato alla nomina di una curatore
dello scomparso; viene infatti nominato un curatore (sempre che non vi
sia già un rappresentante legale) che ha poteri molto ampi: può essere
infatti autorizzato a compiere atti di straordinaria amministrazione.
Lo status
Nel corso dei secoli possiamo registrare un’evoluzione che parte dagli
status intesi come posizione giuridica in cui il singolo viene collocato
alla nascita, e giunge allo status inteso come una sorta di contratto.
Un tempo infatti lo status si attribuiva alla nascita dell’individuo e
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dunque la sua posizione giuridica non dipendeva dalla sua volontà.
Oggi invece l’individuo si crea una propria posizione giuridica
vincolandosi (come accade nel contratto) mediante un’affermazione del
proprio volere.
La capacità giuridica
Si ritiene che il momento della nascita coincida con l’inizio della vita
extrauterina. E’ importante accertare se la vita del nato sia durato
almeno un attimo oppure sia uscito dall’utero già morto perché
all’evento della nascita sono subordinati importanti diritti come quelli
successori e quelli derivanti dalla donazione.
L’art. 22 Cost. prescrive che nessuno può essere privato della capacità
giuridica (oltre che del nome e della cittadinanza): essa è infatti il
presupposto insopprimibile della titolarità di diritti e di doveri, nonché
uno dei criteri identificanti della persona.
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Se la capacità giuridica derivi dall’ordinamento oppure sia un
presupposto connaturale all’individuo in quanto tale, oggi secondo Alpa
è un problema meno pressante grazie alle dichiarazioni universali, alle
convenzioni internazionali ed europee, alle risoluzioni comunitarie ed
alle costituzioni: si è ormai infatti consolidato un principio uniforme di
carattere generale in base al quale l’uomo non può essere privato della
dignità.
L’incapacità giuridica
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Abbiamo detto che si è elaborato il concetto di capacità giuridica
speciale, cioè l’idoneità del soggetto ad essere titolare di particolari
rapporti giuridici. Tuttavia questo concetto viene considerato come
espressione negativa della capacità giuridica, cioè incapacità giuridica
(oppure, poiché si tratta di casi particolari, incapacità giuridica
speciale).
Il sesso invece incide solo quando per ragioni biologiche la donna non
sia ritenuta specificatamente idonea a compiere una determinata
mansione o un particolare atto; in ogni altro caso, quando deriva da una
discriminazione, la limitazione della capacità lavorativa della donna è
illegittima perché contrasta con l’art. 3 Cost.
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Nei casi di morte durante il parto è importantissimo, per il diritto,
accertare che il concepito sia effettivamente nato, cioè che la sua vita
sia durata almeno un attimo prima di morire oppure se sia uscito
dall’utero già morto; è importante perché all’evento della nascita sono
legati importanti effetti giuridici.
Una recente riforma del 2004 configura dei veri e propri diritti
dell’embrione, tutelati nel loro insieme; la legge accenna infatti ad una
soggettività giuridica dell’embrione.
L’aborto, secondo la legge citata, non priva della vita un soggetto già
esistente ma previene la nascita di un individuo che, per le ragioni che
abbiamo elencato, la madre non desidera.
La capacità d’agire
L’incapacità legale
I minori
In poche parole significa che per gli atti che riguardano la conservazione
del patrimonio del minore (ordinaria amministrazione) basta la
rappresentanza di un solo genitore; negli atti che possono diminuire o
pregiudicare il patrimonio del minore (straordinaria amministrazione)
occorre la rappresentanza di entrambi; tuttavia se un solo genitore ha la
potestà, la rappresentanza spetta esclusivamente a lui.
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Quando i genitori non possono o non vogliono compiere atti di
straordinaria amministrazione, il giudice può nominare un curatore
speciale; in alcuni casi gli atti di straordinaria amministrazione
possono essere autorizzati dal giudice tutelare; nei casi più importanti
occorre invece l’autorizzazione del tribunale.
L’interdizione
L’inabilitazione
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L’inabilitato ha una capacità d’agire superiore a quella dell’interdetto:
egli infatti può compiere liberamente gli atti di ordinaria
amministrazione (mentre per quelli di straordinaria amministrazione
occorre l’assistenza di un curatore, salvo che il giudice non disponga
diversamente); l’inabilitato, assistito da un curatore, può anche
esercitare un’attività imprenditoriale.
L’incapacità naturale
Sono invece considerati validi gli atti che non arrecano pregiudizio ma
vantaggi all’incapace ed anche quelli in cui l’incapacità risulta
indifferente.
L’amministrazione di sostegno
Il beneficiario conserva la capacità d’agire per tutti gli atti che non
richiedono la rappresentanza o l’assistenza dell’amministratore.
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responsabilità civile.
L’art.2 Cost., come abbiamo visto più volte, proclama solennemente che
“la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia
come singolo sia nelle formazioni sociali”.
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acquistano al momento della nascita e li perdono solo con la morte.
In ogni caso devono ritenersi invalidi quegli atti dispositivi che risultino
incompatibili con i valori fondamentali della persona: ad esempio, come
illustra il manuale di Torrente, deve ritenersi nullo l’accordo in forza del
quale un aspirante cantante si impegni, nei confronti della propria casa
discografica, ad assumere una determinata personalità ritenuta idonea a
fare presa sul pubblico, rinunciando alla propria autentica personalità.
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La cessazione del fatto lesivo si ottiene con l’azione inibitoria: per
poterlo ottenere è sufficiente provare il fatto lesivo e il pericolo di danno;
non è necessario invece provare la colpa del danneggiante.
Il diritto alla vita, come abbiamo detto, è tutelato nei confronti dei terzi
ma non lo è, in concreto, nei confronti del diretto interessato: non vi è
infatti nessuna sanzione per il suicidio; costituisce reato, invece, la
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condotta di chi determina ad altri il suicidio, cioè rafforzandone o
agevolandone i propositi.
Analizziamo ora brevemente due casi concreti molto dibattuti nel nostro
paese.
In primis possiamo citare il caso di Eluana Englaro, una giovane donna
di Lecco che, dopo un grave incidente stradale è rimasta in stato
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vegetativo persistente per più di quindici anni fino alla sua morte nel
febbraio del 2009.
Prima e dopo la morte della donna, avvenuta nella clinica di Udine nella
quale era ricoverata per dare attuazione alla sentenza il 9 febbraio 2009,
la vicenda ha colpito fortemente l'opinione pubblica, spaccata in due,
anche con roventi polemiche e strascichi politici.
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(diritto alla salute).
La legge, come abbiamo visto nella trattazione del diritto alla salute,
tutela l’integrità fisica dell’individuo; la legge si preoccupa però di
tutelare anche l’integrità morale della persona.
108
Illegittima risulta essere qualsiasi espressione di mancato rispetto
dell’integrità morale della persona, manifestata in ogni modo (anche con
allusioni, gesti, suoni…) sia direttamente all’interessato, sia a terzi.
Il diritto all’immagine
109
La giurisprudenza ha allargato l’ambito di applicabilità del diritto
all’immagine includendovi anche la cosiddetta maschera scenica, la
figura del sosia (ad esempio vietando l’uso di un sosia per le pubblicità),
la rappresentazione di oggetti notoriamente usati da un personaggio per
caratterizzare la sua personalità.
110
giudice può inoltre disporre qualsiasi provvedimento idoneo ad impedire
la prosecuzione o il ripetersi dell’illecito.
112
Il processo normativo per l’introduzione nel nostro ordinamento di una
disciplina apposita è stato molto lungo e l’Italia è stato uno degli ultimi
paesi a dotarsi di regole specifiche a riguardo la protezione dei dati
personali; tuttavia il modello italiano è attualmente considerato uno dei
più moderni e garantisti del mondo.
In primis è stata ratificata ed eseguita la Convenzione europea sulla
protezione delle persone (l. n.98/1989) e poi si è redatto un vero e
proprio codice della privacy (d.lsg. n.196/2003).
La legge enuncia inoltre la regola generale per cui i dati possono essere
acquisiti solo con il consenso espresso dall’interessato; tuttavia vi sono
deroghe ed oneri aggiuntivi che rendono la questione molto complessa.
Importantissima risulta la l. n. 15/2009, che ha
stabilito che chiunque rivesta una carica pubblica o svolga una funzione
pubblica non può pretendere di essere tutelato nella sua riservatezza
negli stessi termini ed entro gli stessi confini di un soggetto comune.
Il diritto al nome
114
La disciplina del nome è stato oggetto di diversi interventi della Corte
Costituzionale: nel 1994 e nel 1996 sono state infatti pronunciate due
importanti sentenze che hanno sottolineato come il nome sia il primo e
più rilevante segno distintivo della persona.
Possiamo distinguere:
-identità fisica: connotati essenziali di una persona
-identità ideale: patrimonio di credenze, valori e opinioni di una persona
116
Il diritto all’identità sessuale
Dal punto di vista del diritto civile, può aversi responsabilità per danni
risentiti dalla vittima anche se non sussistono i suddetti requisiti: in
effetti si considerano anche altri inganni che non siano la promessa di
matrimonio.
Il diritto d’autore
Il diritto d’autore è disciplinato nel libro quinto del codice civile ma,
poiché sul piano morale rientra tra i diritti della personalità, lo
analizziamo in questa trattazione del libro primo.
L’art. 2575 c.c. afferma che “formano oggetto del diritto d’autore le
opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alle scienze,
alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro,
alla cinematografia, qualunque sia il modo o la forma di espressione”.
Il diritto dell’inventore
La Corte osserva infatti che la tutela del diritto al nome non può
ritenersi ristretta all’ipotesi di usurpazione o a quella di scambio tra
persone perché anche nella protezione esterna e nell’immagine che la
persona stessa offre di sé alla collettività deve considerarsi illecito l’uso
del nome altrui ogni volta che sia tale da incidere negativamente sulla
personalità dell’avente diritto.
La Corte precisa inoltre che tale tutela compete anche alla persona
giuridica perché essa può subire ugualmente pregiudizio per l’uso
illecito dell’immagine che si ricollega al diritto al nome perdendo la
considerazione di terzi a cui è ricollegato il raggiungimento dello scopo.
Riguardo alla tesi difensiva della –Austria T.G.-, la Corte precisa che i
convenuti, per giustificare il loro operato, non potevano richiamarsi al
diritto della collettività di essere informata delle opinioni manifestate da
Veronesi perché la spendita del nome prestigioso era stata effettuata per
fini pubblicitari senza il consenso dell’avente diritto; non poteva inoltre
essere invocata l’exceptio veritatis, in quanto in un’intervista diretta
inequivocabilmente a manifestare un appassionato impegno nella lotta
contro il fumo, era stata completamente ribaltata l’idea del prof.
Veronesi.
Gli enti
Nel nostro ordinamento, come abbiamo già accennato nell’introduzione,
sono soggetti di diritto anche gli enti, cioè le persone giuridiche: ciò
significa che un bene o un atto illecito possono far capo direttamente
all’ente in quanto persona dotata di soggettività giuridica e capacità
d’agire.
In natura gli interessi sostanziali non possono far capo che alle persone
fisiche; tuttavia la legge tutela tali interessi come se essi facessero capo
non ai singoli ma al gruppo (a cui l’ordinamento riconosce soggettività
giuridica).
Tutti gli enti sono dotati di capacità d’agire. In un certo senso, secondo
Torrente, la capacità d’agire delle persone fisiche è meno ampia rispetto
a quella degli enti perché quest’ultimi, per loro natura, non hanno
limitazioni dovute ad età o infermità psichiche.
124
Due elementi fondamentali di un ente sono:
-atto costitutivo: atto con il quale si crea l’ente
-statuto: atto con il quale si fissano le regole interne dell’ente
Vi sono poi alcuni enti che erano pubblici e sono stati trasformati in
società per azioni: stiamo parlando, ad esempio, di Ana, Eni, Enel,
Ferrovie dello Stato, Trenitalia, Cassa Depositi e Prestiti.
126
Le associazioni riconosciute
128
dell’estinzione possono soddisfarsi sui beni devoluti entro l’anno dalla
chiusura della liquidazione.
129
Delle associazioni in partecipazione parleremo nella trattazione del libro
quinto del codice civile poiché riguarda l’attività imprenditoriale.
Le associazioni non riconosciute (art. 36, 37, 38 c.c.) sono enti di fatto
che non hanno personalità giuridica ed hanno autonomia patrimoniale
imperfetta: esse possono perseguire molteplici scopi di natura culturale,
artistica, ricreativa.
Un esempio di associazioni non riconosciute sono partiti e sindacati che
il nostro ordinamento considera centro di imputazione giuridica, cioè
soggetto di diritto seppur con personalità attenuata.
130
possono soddisfarsi sui membri che hanno agito in nome
dell’associazione.
I comitati
I comitati (art. 39 c.c.) sono enti che si dedicano alla raccolta di fondi
destinati ad uno scopo. Essi vengono solitamente creati per fare
pressione sull’attività politica oppure per ragioni contingenti come
l’organizzazione di eventi.
Qualora i fondi raccolti non siano sufficienti allo scopo, oppure lo scopo
sia stato raggiunto o divenuto impossibile da attuare, l’autorità
governativa dà direttive riguardo alla devoluzione dei beni (sempre che
nulla sia disposto in merito al momento della creazione del comitato).
131
Le fondazioni
132
Per quanto riguarda le fondazioni testamentarie, occorre chiarire che
possiamo distinguere la volontà espressa in una disposizione
testamentaria e la disposizione a favore di una fondazione da costruire.
Vi è anche una terza ipotesi che però non è pienamente assimilabile alle
altre: si tratta dell’apposizione di un modus (un aggravio, apposto dal
testatore) ad una istituzione di erede o ad una fondazione: in questo
caso non si ha un tipico negozio di fondazione ma una normale
disposizione modale.
133
beneficiari, riservando a quest’ultimi la possibilità di agire in giudizio
contro le delibere abusive.
Il trust
I beni in trust non possono essere aggrediti dai creditori del trustee al
quale pure sono formalmente intestati.
Le organizzazioni di volontariato
Le fondazioni bancarie
137
Le fondazioni bancarie sono state introdotte nel nostro ordinamento da
una legge del 1990 ricevendo poi una più precisa disciplina da altre
leggi del’98, del ’99 e del 2001, nonché dai principi introdotti dalla
giurisprudenza amministrativa e costituzionale.
Si tratta di enti che hanno una disciplina speciale ma, là dove la legge
non provveda, ad essi si applica la disciplina delle fondazioni perché
sono considerati ormai enti di diritto privato; la Cassazione, con una
sentenza del 2009, ha infatti precisato che le fondazioni bancarie non
sono assimilabili alle persone giuridiche pubbliche che perseguono
esclusivamente scopi di carattere sociale.
Il diritto di famiglia
Il matrimonio
140
Non può infatti contrarre matrimonio chi non abbia compiuto 18 anni.
Tuttavia, come abbiamo già detto, anche il minore di 18 anni che abbia
già compiuto 16 anni, può essere ammesso a contrarre matrimonio ai
sensi dell'art. 84 del codice civile qualora il Tribunale conceda
l'autorizzazione previa verifica dei gravi motivi e l'accertamento della
maturità psico-fisica del minorenne.
Non può contrare matrimonio chi sia già legato ad altra persona da
matrimonio civile o con effetti civili: colui che contrae un secondo
matrimonio, in costanza di precedente matrimonio, incorre infatti nel
reato di bigamia.
Nel nostro ordinamento non sono ammessi matrimoni tra persone dello
stesso sesso. Tuttavia, dopo la multa del 2015 da parte dell’UE per non
aver ancor introdotto le unioni civili, il governo italiano ha riaperto il
dibattito per riconoscere alcuni diritti alle coppie di fatto e nel 2016 il
ddl Cirinnà ha introdotto le unioni civili.
Gli impedimenti
141
Sono impedimenti dispensabili:
-quelli derivanti da età
-la parentela in linea collaterale di terzo grado
-l'affinità in linea collaterale in secondo grado
-l'affinità in linea retta, nel caso in cui l'affinità derivi da matrimonio
nullo
-il divieto temporaneo di nuove nozze
142
-gli affini in linea retta
-l'adottante, l'adottato e i suoi discendenti;
-i figli adottivi della stessa persona
-l'adottato e i figli dell'adottante
-l'adottato e il coniuge dell'adottante
-l'adottante e il coniuge dell'adottato
Per gli affini in linea collaterale in secondo grado, come abbiamo detto, è
invece ammessa dispensa.
Il matrimonio concordatario
144
Il codice non distingue le fattispecie di nullità del matrimonio (la cui
azione non è soggetta a prescrizione, che possono essere fatte valere
da chiunque abbia un interesse legittimo e relativamente alle quali non
è ammessa sanatoria), dalle fattispecie di annullamento del
matrimonio (la cui azione è soggetta a prescrizione decennale e che
possono essere oggetto di sanatoria).
Il matrimonio putativo
145
Il matrimonio putativo è un matrimonio che, dichiarato nullo, produce
gli effetti del matrimonio valido fino alla sentenza che ne dichiara la
nullità. Tale istituto nasce come eccezione alla retroattività della
sentenza di nullità del matrimonio, prendendo coscienza del fatto che
tale retroattività non può investire tutti gli effetti del matrimonio
146
concessa con decreto non impugnabile emesso in camera di consiglio,
sentito il pubblico ministero.
147
cadono in comunione.
148
Una volta scelto il regime di separazione, per ottenere la comune
intestazione di un bene occorrerà esplicitamente dichiarare all'atto
dell'acquisto tale volontà, precisando anche la quota di comproprietà da
assegnare ad entrambi i coniugi.
I beni sono allora vincolati: i frutti possono essere utilizzati solo per i
bisogni della famiglia, l’amministrazione è svolta secondo le regole della
comunione legale, l’alienazione dei beni può compiersi solo con il
consenso di entrambi i coniugi e se vi sono figli solo dietro
autorizzazione del tribunale.
149
La separazione giudiziale
L'art. 143 c.c. stabilisce i diritti e doveri dei coniugi, affermando che
“dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza
morale e materiale, alla collaborazione nell'interesse della famiglia e
alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione
alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o
casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia".
Il giudice può affidare il godimento della casa coniugale ad uno dei due
coniugi, soltanto se questi è affidatario di figli minorenni, o di figli
maggiorenni incolpevolmente non autosufficienti, non in ragione della
condizione economica dei coniugi
L’art. 155 c.c. dispone che gli obblighi di mantenimento non sussistono
se le parti hanno sottoscritto un contratto prematrimoniale (che può
essere formulato come scrittura privata), che dispone diversamente.
La separazione personale
Il divorzio
Una particolarità del sistema giuridico italiano è che il divorzio non può
essere ottenuto direttamente con il relativo procedimento giudiziario, ma
deve essere preceduto da un lungo periodo di separazione coniugale;
dopo una riforma del 2015 i tempi di separazione sono stati ridotti a sei
mesi se essa è consensuale e ad un anno se essa è giudiziale.
153
Particolarmente minuziose sono le disposizioni che riguardano l’aspetto
economico dell’affidamento.
Si tiene conto del reddito di ciascun codice: salvo accordi diversi
liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede al
mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; il
giudice stabilisce la corresponsione di un assegno periodico al fine di
realizzare il principio di proporzionalità.
Il giudice può disporre l’affidamento dei figli ad uno solo dei genitori
qualora ritenga, con provvedimento motivato, che l’affidamento
condiviso sia contrario all’interesse del minore.
Gli alimenti
La famiglia di fatto
Si badi che tale legge non vale solo per gli omosessuali ma anche per le
coppie eterosessuali e prendono il nome di patti di convivenza.
La filiazione
Passiamo ora ad analizzare la parte del codice civile che si occupa dello
status di figlio ed in generale della filiazione.
L’azione di disconoscimento
159
-è necessario il consenso dell’adottante e dell’adottando, dato da loro
personalmente
L’adottato:
-assume il cognome dell’adottante e lo antepone al proprio
-conserva tutti i diritti e doveri verso la sua famiglia di origine
-non acquista alcun rapporto civile con i parenti dell’adottante
-acquista i diritti successori nei confronti dell’adottante
L’adottante:
-non acquista alcun rapporto civile con la famiglia dell’adottato
-non acquista diritti successori nei confronti dell’adottato
-gli effetti si producono dalla data del decreto del tribunale che la
pronuncia
-lo stato di abbandono del minore, cioè la condizione che il minore sia
privo di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o da parte dei
parenti entro il quarto grado
-la presenza dei requisiti richiesti dalla legge per gli adottanti
La filiazione naturale
La filiazione naturale riguarda i figli concepiti da persone non unite in
matrimonio. L'art. 30 Cost. stabilisce che deve essere assicurata ai figli
nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale compatibile con
i diritti dei membri della famiglia legittima.
Il riconoscimento
Nel caso in cui sia già presente un riconoscimento, occorrerà prima far
cadere la legittimità, con un’azione di contestazione della legittimità e
poi fare il riconoscimento.
La Cassazione ha stabilito che il rifiuto non motivato del test del DNA
(poco costoso, non invasivo e privo di conseguenze sulla salute) può
essere valutata dal giudice come prova per la declaratoria di paternità.
164
La potestà dei genitori
Alla potestà dei genitori sono sottoposti tutti i figli minori non
emancipati, siano essi legittimi, legittimati, adottati e naturali.
-usufruire dei beni, che consiste nell’uso e nel godimento di una res
senza alterarne la destinazione d’uso
165
-rappresentare, vale dire poter compiere negozi giuridici in sua vece
I genitori debbono fare uso di questo potere che la legge loro affida
senza comprimere né ledere la personalità del figlio; la potestà educativa
deve essere ordinata secondo i principi che favoriscono lo sviluppo della
personalità del minore e quindi tenendo conto della capacità,
dell’inclinazione naturale, delle aspirazioni del minore.
167
Il Giudice Tutelare può nominare, oltre al tutore, un protutore con
funzione di rappresentare il minore in caso di conflitto di interessi di
quest'ultimo con il tutore. Il protutore può inoltre sostituire il tutore per
gli atti urgenti qualora questi venga a mancare o abbia abbandonato la
funzione. In questo caso spetterà al protutore promuovere la nomina del
tutore.
168
Iniziamo ora la trattazione del libro secondo del codice civile, quello
delle successioni, in cui si disciplinano le successioni a causa di morte
(di cui abbiamo accennato nell’introduzione) e le donazioni.
L’eredità si devolve allo stato solo quando nessun altro soggetto risulti
chiamato alla successione oppure quando tutti i chiamati hanno
rinunciato all’eredità o il loro diritto sia caduto in prescrizione. La sorte
del patrimonio è lasciata dunque anzitutto alle decisioni dello stesso
ereditando che può disporre dei propri beni mediante testamento.
Qualora al de cuius sopravvivano stretti congiunti il legislatore limita la
libertà del testatore riservando a favore dei congiunti una quota del
patrimonio del defunto (detta la legittima) variabile a seconda del
numero e della qualità degli aventi diritto e determinata tenendo conto
pure delle donazioni effettuate in vita dal defunto.
169
Alla successione legittima si ricorre quando manca qualsiasi testamento
o, pur essendovi testamento, questo dispone soltanto legati, o ancora
quando il testamento non esaurisca tutto l’asse ereditario.
I patti successori sono patti con cui due soggetti si accordano per
disporre delle loro sostanze dopo la morte. Tali patti sono vietati
dall’art.458 c.c. perché vietano la libertà di testare.
L’art. 457 c.c. dispone che l’eredità si devolve per legge o per
testamento; alla successione legittima si ricorre quando manca, in tutto
o in parte, quella testamentaria.
E’ necessario distinguere:
-eredità
-legato
La capacità di succedere
Sono capaci di succedere, sia per effetto della legge che del testamento,
le persone fisiche nate o concepite al tempo dell’apertura della
successione. Si presume concepito chi è nato entro i trecento giorni
dalla morte del de cuius.
171
L’art. 462 c.c. stabilisce però che possono ricevere per testamento anche
i figli futuri (non ancora concepiti) di una persona vivente al tempo della
morte del testatore. Se il concepito viene alla luce già morto la
disposizione non è nulla ma semplicemente non produce alcun effetto.
L’indegnità
L’accettazione
L’accettazione, come detto, è l’atto costitutivo dell’acquisto dell’eredità.
L’accettazione non è revocabile ed ha effetto retroattivo, nel senso che
l’effetto risale al momento dell’apertura della successione.
172
Secondo l’art. 528 c.c. prima dell’accettazione il chiamato all’eredità può
esercitare le azioni possessorie a tutela dei beni ereditari: può compiere
atti conservativi, di vigilanza e di amministrazione temporanea, e può
farsi autorizzare dal giudice a vendere i beni che non si possono
conservare o la cui conservazione è troppo dispendiosa.
173
L’accettazione con beneficio d’inventario
Se il chiamato è già nel possesso dei beni, l’inventario deve essere fatto
in termine breve (tre mesi) per prevenire distrazioni di beni dall’attivo.
174
Le azioni possessorie e la vendita dell’eredità
Dopo aver accettato l’eredità, l’erede può eventualmente agire contro chi
175
si riteneva erroneamente erede e contro chi possedeva in tutto o in parte
i beni ereditari senza alcun titolo allo scopo di ottenere la restituzione
dei beni: questa azione è imprescrittibile (salvo gli effetti dell’usucapione
rispetto ai singoli beni) e si denomina petizione di eredità.
La successione legittima
176
I figli legittimi e naturali succedono ai genitori in parti uguali; se il de
cuius muore senza lasciare prole né fratelli né sorelle o loro discendenti,
succedono il padre e la madre in parti uguali o, in mancanza di essi, gli
ascendenti per metà della linea paterna e per metà della linea materna,
o ancora, se non sono di eguale grado, l’ascendente più vicino.
Il coniuge che concorre con i figli legittimi e/o naturali ha diritto alla
metà dell’eredità se vi è un solo figlio e ad 1/3 se ve ne sono di più.
177
l’acquisto dell’eredità da parte dello Stato sia da configurare nella
categoria degli acquisti a titolo derivativo.
La successione necessaria
Come abbiamo già accennato, il testatore non può violare i diritti che la
legge pone in capo a determinati soggetti, legati al testatore da vincoli di
sangue: ad essi spetta sempre una quota dei beni ereditari.
In poche parole il testatore è obbligato, anche contro la propria volontà,
a lasciare una quota di eredità a determinati soggetti.
Così si configura la successione necessaria.
La legittima
L’azione di riduzione
Il testamento
Per poter accertare che una dichiarazione sia espressiva delle ultime
volontà occorre considerare che tale volontà si sia; la dichiarazione è
insomma diretta a disporre in tutto o in parte dei propri beni per il
tempo successivo alla morte.
Il testamento è un atto:
-personalissimo: deve essere redatto esclusivamente dal testatore
-unilaterale: riguarda esclusivamente il testatore
-libero: la volontà del testatore non può essere coartata o condizionata
-formale: deve essere redatto nelle forme stabilite
-sempre revocabile: il testatore può modificarlo o revocarlo a suo
piacimento
-a causa di morte: assume valore con la morte del testatore
-a titolo gratuito: non vi è un prezzo per poterlo redigere
-a contenuto patrimoniale: si regolano questioni essenzialmente
patrimoniali
L’incapacità di disporre e l’incapacità di
ricevere
180
Possono disporre per testamento tutti coloro che non sono dichiarati
incapaci (di agire) dalla legge.
181
Al testamento può inoltre essere apposto un modo o onere modale: un
esempio è l’imposizione al legatario di dare assistenza economica ad una
determinata persona.
Sia chiaro che l’onere si differenzia dal legato perché l’onerato riceve un
bene con l’obbligo di farne un determinato uso, quindi si tratta di una
liberalità indiretta.
L’eredità
La comunione ereditaria
La divisione ereditaria
Come abbiamo detto, la divisione può essere fatta dal testatore stesso
che nella scheda testamentaria indica in che modo si debbono imputare
le quote agli eredi.
Se uno degli eredi è minorenne, il testatore può disporre che la divisione
non avvenga prima che il minore non abbia compiuto la maggiore età; se
invece tra gli eredi vi è un concepito, la divisione non può avere luogo
prima della sua nascita.
L’azione di collazione
Il legato
186
Il legato è una disposizione a titolo particolare di un diritto a contenuto
patrimoniale che attribuisce la qualità di legatario.
Si tratta di una manifestazione di volontà del testatore contenuta nel
testamento o in un’apposita scheda.
La fiducia testamentaria
187
I beni diventano effettivamente di proprietà dell'erede nominato: costui
sarebbe tuttavia obbligato (sia pure solo moralmente) a rispettare le
volontà del defunto.
La sostituzione testamentaria e la
rappresentazione
188
La trasmissione dei diritti successori prevale sulla rappresentazione:
quando il chiamato all’eredità muore dopo l’apertura della successione
ma non ha accettato né rinunciato, subentra il suo successore.
L’accrescimento
L’esecuzione testamentaria
189
erede o un legatario) con la funzione di dare esecuzione alle
disposizioni testamentarie. L’esecutore, usando la diligenza del buon
padre di famiglia, amministra la massa ereditaria prendendo possesso
dei beni: tale possesso, salvo proroga, non può durare più di un anno.
Al termine della gestione, l’esecutore deve rendere il conto e, in caso di
colpa, deve risarcire eventuali danni ad eredi o legatari.
Per quanto riguarda i patti successori, abbiamo già detto che sono
vietati.
La donazione (si praemoriar) la cui condizione sospensiva riguarda la
morte del donante non costituisce un patto successorio in quanto il
donante non dispone della propria successione ma di un proprio bene
limitandosi a subordinare l’efficacia della disposizione all’evento della
sua morte.
La prelazione societaria
190
eredi non potranno rimanere intestatari di quelle quote o di quelle azioni
e quindi essi incasseranno solo il prezzo (prestabilito o meno) della loro
vendita.
La clausola sociale con cui si dispone che alla morte di uno dei soci le
quote di questo si trasferiscono ai soci superstiti è nulla perché è
contraria alla libertà di testare; tale clausola è valida solo nel caso in
cui si prevede una liquidazione delle quote o delle azioni.
La rendita vitalizia
I patti di famiglia
191
Si tratta di un atto inter vivos, con effetti traslativi immediati
dell'azienda, la cui particolare disciplina si discosta vistosamente dalle
regole generali successorie.
Le donazioni
La donazione è un contratto:
-unilaterale: crea obbligazioni a carico di una sola parte
-a titolo gratuito: il donante non ha alcun corrispettivo
192
Nella donazione si riscontra un particolare rilievo della volontà del
donante: aspetto, questo, che giustifica il fatto che la donazione è
disciplinata nel libro delle successioni, per l’affinità con il testamento.
193
La capacità di disporre e di ricevere per
donazione
Non possono fare donazioni coloro che non hanno la piena capacità di
disporre dei propri beni.
La donazione non può essere fatta per procura perché si tutela sempre
la libertà del donante: è infatti nullo ogni mandato con cui si attribuisce
ad altri di h6/determinare l’oggetto ed il destinatario della donazione.
194
L’accettazione può essere revocata prima che sia perfetta.
La revoca può avvenire anche per ingratitudine o per sopravvenienza di
figli.
La garanzia del donante non si estende ai vizi della cosa, a meno che il
donante non sia in dolo.
La revocazione
Nel 2005 è stata introdotta una nuova disciplina che tende ad agevolare
la circolazione dei beni oggetto di donazione.
196
IL LIBRO TERZO DEL CODICE CIVILE
I beni e le cose
I beni pubblici
I beni pubblici intesi in senso soggettivo sono quelli che sono distinti
dai privati per certi loro caratteri.
I beni demaniali
Il regime dei beni demaniali è molto rigido: essi non si possono alienare
né possono formare oggetto di diritti da parte di terzi; tuttavia essi
possono essere concessi ad un privato affinché ne facciano uso dietro
pagamento di un corrispettivo: in questo caso lo Stato deve comunque
operare mediante atti amministrativi perché non può concludere negozi
di diritto privato.
Non può tuttavia negarsi totalmente l’ammissibilità di negozi di diritto
privato sul demanio, purché sussistano due condizioni: che il negozio
intervenga tra il concessionario (colui che ottiene l’uso del bene
demaniale) ed i terzi e che tale negozio non abbia ad oggetto il bene
demaniale in sé ma i diritti che su tale bene sono stati costituiti in capo
al concessionario dal provvedimento amministrativo.
I beni patrimoniali
I beni patrimoniali (art.826 c.c.) sono quei beni pubblici che non sono
soggetti, a differenza di quelli demaniali, ad un regime speciale di
diritto: essi rivestono infatti sì un interesse pubblico ma di minore
importanza.
I beni patrimoniali disponibili sono i beni che lo Stato e gli altri enti
pubblici acquistano come privati.
I beni del patrimonio indisponibile non possono essere sottratti alla loro
destinazione: il loro unico vincolo è quello di destinazione; si ammette
infatti l’alienazione solo quando si mantenga la destinazione.
Massimo Severo Giannini, uno dei più importanti studiosi del diritto
pubblico, propone una distinzione sostanziale dei beni pubblici in senso
soggettivo.
Vi sono beni in cui lo Stato e gli altri enti pubblici hanno potere di
disposizione e di godimento, cioè beni che servono allo Stato e agli altri
enti per perseguire fini pubblici.
Vi sono poi beni che appartengono agli enti pubblici e allo Stato ma per
consentirne l’uso pubblico e la fruizione collettiva.
Vi sono poi dei beni a fruizione collettiva che tuttavia non sono pubblici:
si tratta dell’etere, inteso come vincolo di trasmissioni radio-televisive,
aria, mare .
Più importanti e più diffusi sono gli usi civici su beni di proprietà
altrui: si tratta del diritto degli abitanti di una località di far legna o di
pascolare animali in proprietà pubbliche.
Il rilievo che la nozione di bene comune sia fondata sulla funzione del
bene e cioè alla sua destinazione all’uso pubblico a prescindere dalla
proprietà, pubblica o privata, del bene medesimo, ha indotto il prof. Di
Porto a ricercare indietro nella giurisprudenza ordinaria dall’unità
d’Italia ai giorni nostri.
Con l’entrata in vigore del Codice Civile del 1942 diventa norma
l’orientamento che la Cassazione aveva respinto nei precedenti
cinquant’anni e pertanto si ricompone il dogma della proprietà pubblica
quale proprietà individuale dello Stato; la giurisprudenza mostra invece
un comportamento ambiguo: da un lato si allinea alle disposizioni del
nuovo codice ma dall’altro continua a ripetere i principi creati in quel
cinquantennio di sentenze mantenendo così viva la fiammella su quei
principi, fra i quali spicca il principio di legittimazione popolare secondo
cui la legittimazione ad agire spetta anche al titolare del diritto d’uso.
202
Il ragionamento della Corte suprema si pone dunque nell’ottica di
fornire una risposta alla domanda “a chi e a che cosa servono i beni
pubblici ?”; quella stessa domanda a cui il giurista Massimo Severo
Giannini, al principio degli anni sessanta del secolo scorso, aveva
risposto elaborando una classificazione dei beni pubblici di natura
sostanziale e non formale (come quella del codice).
203
della collettività.
204
limita solo al passaggio, ma comprende altresì il libero godimento,
qualunque libero e prolungato trattenimento e riposo nella Villa (…)
comprende il diritto di coglier fiori ed erbe, quelle almeno che sono presso
i viali, quello di udire la Messa in una cappella destinata al pubblico; il
diritto essenzialissimo di accedere in determinati giorni nel Palazzo a
visitare il Museo ricco d’insigni oggetti d’arte e antichità (…) Siamo in
presenza di un diritto sui generis di uso pubblico sopra un immobile,
vasto e magnifico, appartenente al dominio di un privato (…) con
destinazione e scopo (…) per apportare un proprio benefizio: alla salute
degli abitanti, alla loro istruzione”
La Suprema Corte rileva inoltre che, del principio che definisce la lite,
nel diritto romano troviamo solo il germe: l’uso pubblico si svolse solo in
una delle sue forme, cioè quella della conversione della proprietà privata
in pubblica, con uso dei cittadini; la Cassazione ritiene poi che il diritto
moderno muove da questa tradizione classica “per giungere all’altra
forma evolutiva della proprietà privata sottoposto ad un uso pubblico, cioè
alla coesistenza dei due diritti, per la quale è divenuta possibile su quella
privata l’esistenza dell’uso pubblico stesso”.
205
Nella sentenza si ribadisce che i diritti di uso pubblico “interessano
intere popolazioni, sia pel lato igienico, artistico, scientifico, e sia, in
generale, per qualsiasi utilità possa interessare il pubblico di una città,
borgo o regione”.
La questione però riguarda un altro punto: ai diritti di uso pubblico
sono applicabili, in via analoga, la disciplina delle servitù prediali ?
La Corte afferma che l’art.2 del codice civile (del 1865), che afferma che
gli enti (compresi comuni, province ecc.) “sono considerati come persone
e godono dei diritti civili secondo le leggi e gli usi osservati come diritto
pubblico”, è da intendersi nel senso che gli enti sono assimilabili alle
persone ma non possono essere perfettamente corrispondenti ad essi:
pertanto la persona giuridica (l’universalità, l’astrazione) è incapace del
206
godimento dei diritti civili.
Questa lettura proposta dalla Cassazione ricorda, come osserva
correttamente Di Porto, le parole scagliate nel 1884 da Jhering ne Lo
scopo del diritto: “La nostra scienza moderna, invece dei singoli membri
(…) prende in considerazione la persona giuridica, come se questo ente
soltanto pensato, che non può né godere, né sentire, avesse un’esistenza
autonoma”.
Nel saggio “Per la proprietà dello Stato sui beni demaniali d’uso
pubblico”, Vittorio Scialoja pone la questione di fondo se, alla luce della
legislazione vigente, possa ammettersi una vera e propria proprietà dello
Stato sui beni del pubblico demanio.
Scialoja, dopo aver dato conto delle diverse posizioni sulla questione
posta, si mostra favorevole alla tesi della proprietà.
Scialoja vede tuttavia gli ostacoli normativi di tale tesi, come ad esempio
nella formulazione dell’art.429 c.c. che afferma che “tutti i beni che
cessino di essere destinati all’uso pubblico, passando dal demanio
pubblico al patrimonio dello Stato”, potendo lasciar intendere (se
208
strettamente interpretato) che prima della cessazione dell’uso pubblico
tali beni non appartenessero allo Stato.
Ma Scialoja ritiene gli argomenti, a favore della tesi della proprietà dello
Stato, che si possono ricavare dalla legge sulle opere pubbliche del 29
Marzo 1865 dove l’art.22 dell’allegato F dispone che “”il suolo delle
strade nazionali è proprietà dello Stato, quello delle strade provinciali
appartiene alle Province, ed è proprietà dei comuni il suolo delle strade
comunali”.
“Ho sempre parlato sin qui di proprietà privata dello Stato e degli altri
enti pubblici. E’ utile notare peraltro che la speciale natura di questi enti
fa sì che la loro proprietà, per quanto possa dirsi privata, non si può mai
equiparare del tutto a quella delle persone fisiche. Ciò vale tanto per la
proprietà dei beni del demanio privato, quanto per quella del demanio
pubblico. Ma, come questa necessaria differenza non vale a distruggere il
concetto di proprietà del demanio privato, così non vale, neppure unita al
diritto pubblico nascente dalla pubblica destinazione, a distruggerlo pel
demanio pubblico”. (V. Scialoja).
Nel saggio intitolato “Per l’azione popolare a tutela dei diritti pubblici
diffusi”, Vittorio Scialoja si mostra favorevole alla legittimazione
popolare ad agire.
Scialoja concepisce la azioni popolari come strumento efficace per una
partecipazione, attiva, forte e responsabile del cittadino alla vita dello
Stato; ma anche strumento di controllo del potere della pubblica
amministrazione, che nella realtà non rappresenta gli interessi di tutta
la collettività, ma esprime la volontà della maggioranza di governo del
momento; e pure rimedio per chiedere conto della trasgressione o della
in applicazione delle disposizioni legali e, per reagire, all’inerzia o
all’ingiustizia di un pubblico funzionario.
209
un organo speciale di essa
210
ha stabilito che i vincoli imposti al proprietario non sono indennizzabili
ma sono un peso imposto al proprietario per l’interesse collettivo che i
beni investono.
211
usucapite né trasferite in capo a privati.
I beni culturali
L’art. 812 c.c. afferma: “ (1) Sono beni immobili il suolo, le sorgenti e i
corsi d’acqua, gli alberi, gli edifici e le altre costruzioni, anche se unite al
suolo a scopo transitorio, e in genere tutto ciò che naturalmente o
artificialmente è incorporato al suolo (2) Sono reputati immobili i mulini, i
bagni e gli altri edifici galleggianti quando sono saldamente assicurati
alla riva o all’alveo e sono destinati ad esserlo in modo permanente per la
loro utilizzazione. (3) Sono mobili tutti gli altri beni”.
212
Le cose immobili, essendo il fondamento dell’economia, hanno nella
maggior parte dei casi un valore economico superiore e pertanto
richiedono una particolare attenzione da parte del legislatore.
Mentre i beni mobili possono circolare con grande rapidità, i beni
immobili si possono infatti trasferire solo con atto scritto, sono soggetti
a trascrizione e si possono usucapire solo con il decorso di un lasso di
tempo molto alto.
L’art. 2645 c.c. dispone infatti che si deve rendere pubblico ogni atto o
provvedimento che produce, in relazione a beni immobili o diritti
immobiliari, effetti traslativi, o costitutivi o modificativi di diritti reali.
Sono considerati beni anche gli animali: il loro impiego (oggi meno
frequente di un tempo) nell’attività lavorativa, nel trasporto,
nell’alimentazione e nelle attività ludiche, fa sì che numerose siano le
disposizioni ad essi dedicate.
Regole speciali sono dettate per la vendita: la garanzia per i vizi è
regolata dalla leggi speciali e, in mancanza, dagli usi locali; in loro
difetto, dalle garanzie ordinarie del Codice (art.1496 c.c.).
Caccia e pesca sono regolate da leggi speciali nonché dalle regole in
materia di acquisto della proprietà a titolo originario.
214
La cosa principale è l’oggetto sul quale agiscono la cosa accessoria e la
pertinenza; la cosa accessoria è aggregata per ragioni di utilità mentre
la pertinenza è a scopo ornamentale.
Il proprietario, come abbiamo detto più volte, non può sempre fare uso
del proprio diritto a suo piacimento ma deve rispettare i limiti che il
legislatore, per legge, prevede; in realtà, come si è detto
nell’introduzione, non si tratta di un diritto che viene limitato ma che
nasce (per legge) con dei confini ben definiti oltre i quali il proprietario
non può spingersi.
216
Il proprietario ha diritto di controllare il progetto di realizzazione
dell’opera e ricevere un’indennità che può essere liquidata o in
prevenzione o nel corso del procedimento espropriativo.
La proprietà edilizia
Il codice civile contiene alcune regole relative alla proprietà edilizia che
ora ci apprestiamo ad analizzare.
Il codice civile agli artt. 869 e ss. pone una serie di limiti al potere del
proprietario di costruire e riedificare, o modificare le costruzioni
esistenti.
217
Il limite fondamentale consiste nel rispetto dei piani regolatori, che
molto spesso possono anche negare o limitare in maniera incisiva la
facoltà di costruire o modificare preesistenti costruzioni.
Tale legge, come detto, sembra separare la facoltà di edificare dal diritto
di proprietà assegnandola alla pubblica Amministrazione; la Corte
Costituzionale ha tuttavia negato il carattere costitutivo alla
concessione edilizia e pertanto ha ribadito l’inerenza del diritto di
edificare al diritto di proprietà.
218
Secondo il testo unico la demolizione e la riedificazione della costruzione
rientrano nella nozione di ristrutturazione edilizia e sono ammesse se
rispondono alla volumetria e alla sagoma dei manufatti preesistenti.
La proprietà agraria
L’art.42 Cost. riserva alla legge la disciplina dei modi d’acquisto della
proprietà: essi sono presenti nel codice civile e in talune leggi speciali.
L’usucapione
L’usucapione (art, 1158 ss. c.c.) è il più importante dei modi d’acquisto
della proprietà a titolo originario: si tratta dell’acquisto della proprietà
mediante il possesso continuato di un bene per un certo lasso di tempo.
Possiamo distinguere:
-usucapione ordinaria
-usucapione abbreviata
Particolari regole vi sono per la proprietà dei fondi rustici con annessi
fabbricati situati in comuni montani: la proprietà si acquista in virtù del
221
possesso continuato per 15 anni.
L’occupazione
L’invenzione
L’accessione
223
L’accessione (art.934 c.c.) è l’acquisto della proprietà da parte del
proprietario di un fondo di qualunque piantagione, costruzione o altro
bene (anche se immessi da altri) che si consolidi al di sopra o al di sotto
del suolo del fondo.
L’unione e la commistione
La specificazione
Nel caso in cui il valore della mano d’opera sia di molto superiore a
quello della materia, A non acquista la proprietà del bene ma deve
essere pagato da B del prezzo della materia.
L’alluvione
224
L’ alluvione (art.941 c.c.) è l’acquisto della proprietà degli ampliamenti
naturalmente causati dall’acqua corrente che, erodendo
impercettibilmente le terre superiori aumenta col tempo la consistenza
dei fondi inferiori: tali ampliamenti vengono acquisiti dai proprietari dei
fondi che ne rimangono accresciuti.
L’avulsione
Le immissioni sono dunque veri e propri atti illeciti oppure atti leciti
dannosi ?
Seguendo un’interpretazione letterale dell’art.844 c.c. dovremmo
ritenere che le immissioni che superano la normale tollerabilità sono atti
leciti dannosi.
La multiproprietà
La comunione
230
Solitamente la divisione ha luogo in natura, cioè frazionando la cosa in
corrispondenza delle cose dei partecipanti.
231
successioni.
Il condominio
232
valore dell’unità immobiliare di cui è titolare, a meno che il titolo non
disponga altrimenti.
Il codice civile tratta i diritti reali di garanzia nel libro sesto; tuttavia,
per esigenze di logicità e chiarezza della trattazione, ne parleremo in
questi capitoli sulla proprietà.
La superficie
L’usufrutto
L’uso e l’abitazione
L’uso (art.1921 c.c.) e l’abitazione (art.1022 c.c.) sono due figure minori
che si distinguono dall’usufrutto perché danno al titolare poteri meno
ampi e perché corrispondono ad una sola facoltà di godimento.
L’abitazione consiste nel diritto di usare una casa allo scopo di abitarvi
con la famiglia entro i limiti del necessario.
L’enfiteusi
L’enfiteusi può essere perpetua oppure a tempo, ma non può avere una
durata inferiore a vent’anni.
La servitù
239
Si ha servitù di elettrodotto quando ogni proprietario, per ragioni di
pubblica utilità, è tenuto a dare passaggio al proprio fondo per le
condutture elettriche.
In tutti questi casi il proprietario del fondo servente non può rifiutarsi
dia assoggettare il proprio fondo alla servitù ma ciò non significa che la
costituzione della servitù, di solito stabilita con sentenza o con atto
amministrativo, avvenga gratuitamente: nell’atto o nella sentenza si
stabilisce anche il corrispettivo (indennità) che si deve assegnare al
proprietario del fondo servente per il peso imposto su quel fondo.
240
Nella sentenza, nell’atto amministrativo e nel contratto con il quale la
servitù è costituita si regola anche il suo esercizio: in mancanza, il
codice comprende tutto ciò che è necessario per usarla e deve essere
esercitata in modo da soddisfare al bisogno del fondo dominante col
minor aggravio del fondo servente.
241
-perimento del fondo servente
-non uso ventennale
242
Se vi è pericolo di perimento della cosa oggetto di pegno o ipoteca, il
creditore può chiedere al giudice di disporre le cautele necessarie.
Come abbiamo già accennato, questo argomento non è tipico del libro
terzo del codice civile, ma ne parliamo in questi paragrafi per esigenze
logiche.
Il pegno
243
fruttifera, il creditore può raccogliere i frutti e consumarli, imputandone
il valore prima alle spese, poi agli interessi ed infine al capitale.
L’ipoteca
Anche i privilegi (come pegno ed ipoteca) sono parte della trattazione del
libro sesto del codice civile ma, poiché essi si iscrivono sui beni del
debitore ed assolvono dunque una funzione simile a quella di pegno ed
ipoteca, per esigenze logiche ne parliamo in questi capitoli sui diritti
244
reali.
Il possesso
Nel corso della trattazione della proprietà abbiamo più volte fatto
riferimento al possesso, di cui si fa cenno anche nell’introduzione,
sottolineando come il nostro ordinamento tenda a favorire chi abbia in
uso un bene e lo renda effettivamente produttivo rispetto a chi ne
detiene la proprietà formale.
245
In questo paragrafo analizzeremo più approfonditamente questa
importantissima figura giuridica.
Il possesso (art.1140 ss. c.c.) è una situazione di fatto su una cosa, che
si manifesta però in attività corrispondenti all’esercizio della proprietà o
degli altri diritti reali.
L’acquirente è in buona fede quando era ignaro del fatto che stesse
acquistando una cosa da un soggetto che non ne era proprietario.
La detenzione
Della detenzione abbiamo già fatto cenno nell’introduzione, affermando
che, tenendo presente la sua discussa natura giuridica, essa è la
generica disponibilità della cosa presso di sé.
Essa è una situazione di fatto ben diversa dal possesso, che, come
abbiamo detto, viene inteso quale potere sulla cosa che si manifesta in
un'attività corrispondente alla proprietà o un altro diritto reale.
Nel caso del possesso, infatti, non si riconosce ad altri un diritto sulla
cosa; nella detenzione questo invece avviene: in effetti si può mantenere
il possesso della cosa in modo diretto anche attraverso un'altra persona,
che la detiene.
L’azione di rivendicazione
249
accennato pocanzi, che il proprietario deve provare in giudizio la
fondatezza della sua pretesa; deve quindi provare di essere proprietario.
La prova è così difficile che si definisce diabolica: essa consiste nel
dimostrare che la cosa rivendicata è stata acquistata a titolo originario o
che gli è pervenuta attraverso una serie interrotta di trasferimenti aventi
ad origine chi ha acquistato a titolo originario.
L’azione negatoria
Quando un confine tra due fondi è incerto, ciascuno dei proprietari può
chiedere, mediante l’azione di regolamento dei confini (art.950 c.c.),
che esso sia stabilito giudizialmente.
Quando tra due fondi il confine è certo ma i segni con cui si delimitano
i confini non sono evidenti o mancano, ciascuno dei proprietari ha
diritto di chiedere, mediante l’azione di apposizione dei termini (art.
951 c.c.) che essi siano materialmente apposti o ristabiliti a spese
comuni.
Gli altri rimedi a difesa della proprietà
A difesa della proprietà, oltre alle azioni tipiche di cui abbiamo parlato
nei precedenti paragrafi, vi sono altri rimedi che qui di seguito
analizziamo.
Vi è poi l’azione di restituzione, di cui abbiamo già fatto cenno, con cui
il proprietario mira a rientrare in possesso della cosa qualora sia venuto
meno il titolo in base al quale la cosa era stata trasferita (ad esempio
comodato o deposito). Con la restituzione, a differenza della
rivendicazione, l’attore non mira ad ottenere il riconoscimento del suo
251
diritto di proprietà, ma tende ad ottenere la riconsegna della cosa
stessa.
L’azione di reintegrazione
L’azione di manutenzione
253
L’azione di denuncia di danno temuto e l’azione di denuncia di nuova
opera sono, come detto azioni quasi-possessori, ma si definiscono anche
azioni di enunciazione perché si muovono mediante denuncia
all’autorità giudiziaria che è chiamata a verificare. Esse hanno scopo
meramente cautelativo perché il danno è incerto e futuro.
Le obbligazioni in generale
Il manuale di Alpa afferma però che secondo molti giuristi questa teoria,
nell’applicazione concreta, porterebbe ad invalidare una mole
considerevole di vincoli obbligatori a causa dell’illiceità o dell’inesistenza
di un interesse creditorio; la teoria accolta da Alpa ritiene dunque che
l’interesse creditorio in quanto tale non è un elemento decisivo per la
permanenza o meno del vincolo obbligatorio.
255
Nel nostro ordinamento esiste un favor debitoris, cioè un principio a
favore del debitore ? Nel codice civile vi sono diverse norme a tutela del
debitore: per citarne solo alcune, l’art.1371 c.c. fa obbligo all’interprete
di scegliere il significato del contratto meno gravoso per il debitore;
l’art.1218 c.c. riguardo all’inesigibilità del credito gioca a favore del
debitore inadempiente.
Le fonti dell’obbligazione
256
L’espressione “in conformità all’ordinamento giuridico” indica, secondo il
manuale di Alpa, che il legislatore ha accolto la teoria positiva secondo
la quale nessun fatto umano ha rilevanza giuridica se non è
espressamente previsto dalla legge.
-solidali (art. 1292 c.c.): quando più debitori sono obbligati tutti per la
medesima prestazione in modo che ciascuno può essere costretto per la
257
totalità e l’adempimento da parte di uno libera gli altri verso il creditore
(solidarietà passiva); oppure quando tra più creditori ciascuno ha diritto a
chiedere l’adempimento dell’intera obbligazione e l’adempimento
conseguito da uno di essi libera il debitore verso tutti i creditori
(solidarietà attiva)
Le obbligazioni pecuniarie
Gli interessi si dicono legali se il loro tasso è stabilito dalla legge e che
le parti possono convenzionalmente modificare.
Gli interessi corrispettivi sono i frutti civili (prodotti dal denaro) che
maturano giorno per giorno indipendentemente dalla colpa del debitore.
Gli interessi risarcitori sono gli interessi di mora che decorrono per il
ritardo nell’adempimento e debbono essere chiesti esplicitamente dal
creditore con la costituzione in mora del debitore.
259
Tuttavia l’art.1283 c.c. dispone che, in mancanza di usi contrari, gli
interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della
domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro
scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti per almeno sei mesi.
L’adempimento dell’obbligazione
Nel caso in cui l’obbligazione sia di dare una cosa certa e determinata, il
luogo è quello in cui si trova la cosa al momento del sorgere
dell’obbligazione.
Il pagamento
Il debitore è liberato dal proprio vincolo se, in buona fede, paga a chi è
in apparenza legittimato a ricevere il credito (pagamento al creditore
apparente): spetterà a chi ha indebitamente ricevuto il pagamento a
restituire la somma al creditore.
262
Il debitore può, invece di adempiere direttamente, cedere anche un
credito che egli vanti nei confronti di altri: l’obbligazione si estingue
pertanto con la riscossione del credito, se le parti non hanno
diversamente stabilito.
Gli effetti della messa in mora del debitore da parte del creditore sono i
seguenti:
-il debitore deve risarcire il danno causato dal ritardo dell’adempimento
-se il debito è in denaro, il debitore deve pagare gli interessi dal giorno
della mora
-il debitore risponde del perimento della cosa anche se non ha colpa
Le modificazioni dell’obbligazione
264
Si ha novazione soggettiva quando l’obbligazione originaria deve essere
adempiuta dal debitore nei confronti di un creditore diverso da quello
originario.
267
con una nuova obbligazione (con oggetto o titolo diverso).
La novazione oggettiva dunque è senza effetto se non esiste
l’obbligazione originaria; se invece l’obbligazione originaria deriva da un
titolo annullabile, la novazione oggettiva è valida se il debitore ne era a
conoscenza.
Il codice dispone che i privilegi, i pegni e le ipoteche previsti nella prima
obbligazione si estinguono se le parti non convengono espressamente di
mantenerli per il nuovo credito.
L’art.1372 c.c., come abbiamo già fatto cenno, afferma che il contratto
ha forza di legge. Questa espressione è da intendersi nel senso che i
contratti conclusi dalle parti sono vincolanti e la loro forza è simile a
quella della legge, la quale però può modificare i contratti attraverso
l’inserzione di clausole obbligatorie ed attraverso l’integrazione (di cui
parleremo in seguito).
270
acquistano e compilano usandola come se il contratto fosse redatto da
loro. Ricordiamo inoltre che tali contratti non sono un tipo contrattuale,
cioè un contratto speciale disciplinato dal codice, ma un modo di
formazione generale del contratto nel quale si usano formulari e modelli
uniformi.
271
Includere o meno una clausola nel contratto è una libera scelta delle
parti, frutto di quell’autonomia privata di cui abbiamo più volte parlato.
Occorre ora fare cenno del patto di opzione (art.1331 c.c.), cioè
l’accordo, concluso nella fase delle trattative, mediante il quale le parti
convengono che una di esse rimanga vincolata alla propria dichiarazione
e l'altra abbia facoltà di accettarla o meno e dunque la dichiarazione
della prima si considera quale proposta irrevocabile.
Tra i temi più discussi del diritto contrattuale si riscontra quello della
giustizia contrattuale. In breve, un contratto è considerato giusto
quando: nel corso della trattativa la parte meno esperta ha ottenuto
informazioni utili per poter consapevolmente e liberamente concludere il
contratto; il contratto contiene clausole che consentono alla parte meno
esperta di sciogliersi dal vincolo dopo la conclusione del contratto; il
contratto non contiene clausole non evidenziate che causano uno
squilibrio di diritti tra le parti; il comportamento delle parti è stato in
buona fede.
Si tenga presente inoltre che tali elementi essenziali valgono non solo
275
per il contratto ma per il negozio giudico in generale, con l’unica
differenza che nel negozio si parla dichiarazione di volontà mentre nel
contratto si parla, più precisamente, di accordo.
L’accordo
In questi casi la parte in mala fede deve risarcire non l’intero danno ma
il cosiddetto interesse negativo della controparte, cioè le spese risentite
per il recesso ingiustificato.
276
legislatore ha previsto che prima della conclusione del contratto il
consumatore sia adeguatamente informato dal professionista circa i
contenuti dell’operazione economica, il significato delle clausole
contrattuali e, se si tratta d’investimento, circa il rischio dell’operazione.
Durante l’esecuzione del contratto può accadere che uno dei contraenti
venga a conoscenza del dissesto economico dell’altro, oppure delle
precarie condizioni in cui già si trovava prima della conclusione del
contratto: l’ordinamento gli consente di cautelarsi, per non eseguire una
prestazione di cui potrebbe anche non ricevere il corrispettivo, mediante
la facoltà di sospensione della prestazione.
Le parti possono anche convenire che nel corso dell’esecuzione esse non
proporranno eccezioni, per evitare o ritardare la prestazione dovuta:
tuttavia tale clausola non vale per eccezioni relative a nullità,
annullabilità e rescissione.
Per quanto riguarda gli atti unilaterali, occorre ricordare che la proposta
277
diretta a concludere un contratto unilaterale è irrevocabile appena
giunge a conoscenza della parte alla quale è destinata.
Il contratto, come ricorre spesso nel diritto societario, può essere aperto
ad altre adesioni: se non sono stabilite le modalità di adesione, questa
deve essere diretta all’organo che sia stato costituito per l’attuazione del
contratto, oppure, in mancanza di esso, a tutti i contraenti originari.
278
conclusi si dicono contratti telematici o contratti tra assenti, anche
se, si badi, l’ordinamento non considera distanti o assenti le parti, ma
presenti per comodità di disciplina e semplicità di rapporto.
La causa
La causa deve:
-essere lecita
-perseguire interessi meritevoli di tutela
-realizzare un’operazione economicamente utile e non futile
Ribadiamo che queste regole valgono per i negozi in generale, non solo
per i contratti. In effetti ne abbiamo già fatto cenno nella trattazione del
negozio giuridico in generale.
279
Il tipo
Ribadiamo nuovamente che tali regole valgono non solo per il contratto
ma per il negozio giuridico in generale.
L’oggetto
La forma
Possiamo distinguere:
-forma orale: manifestazione verbale della volontà o comportamento
concludente
-forma scritta: volontà redatta su documento o carta bollata
-forma per atto pubblico: redatto da un pubblico ufficiale o da un notaio
Gli elementi accidentali del contratto sono gli elementi che incidono
sui suoi effetti ma non sono essenziali per la sua validità.
282
La modificazione implicita si ha invece per comportamento
concludente, cioè quando le parti, nel corso dell’esecuzione, non tengono
conto di alcune clausole e, in sostanza, si comportano come se il
contratto avesse un tenore diverso.
La modificazione del contratto, in generale, deve essere consensuale;
tuttavia le parti possono convenire che il diritto di modificare il
contratto (ius variandi) spetti ad una sola di esse: in tal caso si ha
modificazione unilaterale, molto frequente, ad esempio, nei contratti
bancari.
Si badi che la clausola contenente tale diritto potestativo che conferisce
il potere di modificazione ad una sola parte è considerata vessatoria se
non negoziata.
283
-invalidità
-rescissione
-risoluzione
Possiamo distinguere:
-nullità totale: investe l’intero atto
-nullità parziale: investe una o più clausole
Vi sono poi dei casi particolari nei quali la nullità è sanabile mediante
conferma ed esecuzione volontaria, come la nullità della disposizione
testamentaria che non può essere fatta valere da chi, conoscendo la
causa della nullità ha confermato la disposizione e dato ad essa
volontaria esecuzione.
285
pertanto la nullità può essere opposta ai terzi che hanno acquistato
diritti dall’avente causa.
Per quanto riguarda i vizi della volontà occorre considerare che ci sono
casi in cui la volontà è stata manifestata ma si sarebbe formata in modo
diverso se le parti, o una di esse soltanto, fosse stata a conoscenza di
determinate circostanze, o non avesse influito su una di essa un raggiro
della controparte o di un terzo, o la violenza di una controparte o di un
terzo. In effetti, il termine vizio significa appunto difetto, distorsione
della volontà.
287
Per quanto riguarda la riconoscibilità degli errori rilevanti l’art.1431 c.c.
afferma che sono rilevanti solo gli errori che, in relazione al contenuto,
alle circostanze del contratto o alla qualità dei contraenti, una persona
di normale diligenza avrebbe potuto rilevare.
Possiamo distinguere:
-dolo contrattuale: volontà di ingannare la controparte
-dolo extracontrattuale: volontà di arrecare danno
La rescissione
289
Riguardo al contratto concluso in stato di pericolo l’art.1447 c.c.
dispone che il contratto con cui la parte ha assunto obbligazioni a
condizioni inique, per la necessità, nota a controparte, di salvare sé o
altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona (non alle cose),
può essere rescisso su domanda della parte che sia obbligata.
La risoluzione
291
Per quanto riguarda l’ultima causa di risoluzione, cioè l’eccessiva
onerosità sopravvenuta, occorre considerare che nei contratti ad
esecuzione continuata o periodica, è possibile che con il passare del
tempo una delle prestazioni diventi eccessivamente onerosa, troppo
gravosa per la parte che l’ha assunta; è pertanto opportuno, secondo il
codice civile, che la parte più onerata abbia la possibilità di liberarsi
chiedendo la risoluzione, purché gli eventi che hanno reso più onerosa
la prestazione siano straordinari ed imprevedibile e che dunque alterino
la originaria fisionomia del contratto.
E nel caso in cui gli eventi che sconvolgono il contrato siano di per sé
prevedibili ma le parti non li abbiano previsti, si può risolvere il
contratto ? In tal caso si può applicare la teoria della presupposizone,
elaborata dai giuristi tedeschi del secolo scorso, secondo cui tali eventi
si considerano presupposti dalle parti e pertanto permette di dar luogo
alla risoluzione.
292
La risoluzione può essere:
-giudiziale
-di diritto
294
decenni la giurisprudenza, in contrasto con la dottrina, ha iniziato a
risarcire il danno morale (anche agli enti) derivanti dalla violazione di
obblighi contrattuali.
Gli altri casi riguardano maltrattamenti sul luogo di lavoro che finiscono
per sfociare nella persecuzione psicologica (mobbing) o addirittura in
aggressioni fisiche (stalking).
I coniugi non si rendono conto del danno subìto fino al 2005 quando
vengono a conoscenza del fatto che del loro patrimonio investito
rimangono solo 70.000 euro, il 70 % in meno dei 500.000 euro investiti.
296
risultante dal contratto: si configurerebbe così un inadempimento
meritevole di risarcimento per la parte lesa.
297
questo adempimento non era dovuto né a lui né ad altri, cioè, in
sostanza, quando il debito non esiste.
Il contratto preliminare
Nel caso in cui una delle parti non intenda stipulare il contratto
definitivo, l’altra parte può chiedere il risarcimento del danno e, ove sia
possibile, ricorrere invece all’azione di esecuzione dell’obbligo
di concludere un contratto
(art.2932 c.c.): si rivolge cioè al giudice, chiedendogli di emettere una
sentenza costitutiva che produca gli stessi effetti del contratto concluso.
Si precisa che l’esercizio di tale azione è subordinato all’offerta di
concludere il definitivo che una parte rivolge all’altra mediante, ad
esempio, una lettera di sollecito a presentarsi davanti al notaio per la
conclusione del definitivo.
Per tali motivi il contratto preliminare deve avere la stessa forma del
definitivo, altrimenti gli effetti traslativi non si potrebbero produrre con
la sentenza.
Il preliminare deve inoltre contenere tutti gli elementi essenziali del
definitivo, perché in caso contrario il giudice non potrebbe determinare
per propria iniziativa l’oggetto rimasto indeterminato.
Come si può concludere un contratto in favore del terzo (di cui si parla
nel prossimo paragrafo) così è possibile concludere anche un contratto
preliminare in favore del terzo: in questa fattispecie se il promittente
non intende poi concludere il definitivo, il terzo può agire in giudizio e
chiedere l’esecuzione specifica.
300
Poiché il terzo beneficiario nulla deve fare per acquisire le prestazioni e
il diritto alla prestazione si perfeziona nel momento in cui avviene
l’accordo tra promittente e stipulatore, il codice civile stabilisce che la
stipulazione a favore del terzo è valida solo quando lo stipulante vi abbia
interesse; si badi che tale interesse può essere patrimoniale ma anche
morale.
301
diritti ed obblighi del contratto, come accade nella rappresentanza
indiretta, cioè nell’acquisto per conto altrui: non si tratta di una
prenotazione ma di un acquisto vero e proprio.
La cessione del contratto (art.1406 c.c.) è l’accordo con cui una parte
(cedente) si fa sostituire da un terzo (cessionario) nella totalità dei
rapporti derivanti da un contratto già concluso con un altro soggetto
(ceduto).
La cessione del contratto, per sua natura, è liberatoria: una volta che
l’accordo si è concluso, il cedente non ha alcun obbligo nei confronti del
ceduto.
302
La successione nel contratto si ha quando una delle parti muore e il
contratto riversa i propri effetti nei confronti dei successori della parte
venuta meno.
Nel nostro ordinamento non vige una regola generale sulla successione
nel contratto ma, nel codice civile, dispone diverse regole particolari che
la disciplinano in particolari contratti o rapporti.
303
Il contratto per relazione
Si badi che tali contratti non sono singoli contratti specifici ma schemi
contrattuali specifici per particolari categorie di contraenti che possono
essere applicati ai singoli contratti (ad esempio l’appalto è un contratto
d’impresa).
I contratti agrari
I contratti d’impresa
Si badi che tali contratti, secondo una definizione più ampia, non sono
solo quelli conclusi tra imprese ma anche quelli conclusi tra impresa e
consumatore (i cosiddetti contratti del consumatore, di cui
si parla nel prossimo paragrafo) in cui troviamo, tra gli altri, contratti di
produzione, di scambio, di beni e di servizi.
L’art.34 del codice del consumo elenca venti clausole che si presumono
vessatorie fino a prova contraria: si tratta di una serie di clausole
307
frequentemente utilizzate nei contratti predisposti dall’impresa, dirette a
trasferire rischi al consumatore, dirette a limitare gli impegni di chi
produce o fornisce prodotti o servizi, ad incidere sulla durata del
rapporto, a consentire all’impresa di recedere o di variare il contenuto
del rapporto e di limitare i rimedi in favore del cliente.
I singoli contratti
308
I contratti traslativi della proprietà (contratti reali) che
analizzeremo sono:
-compravendita
-contratto estimatorio
-permuta
-deposito
-contratto di pegno
-sequestro convenzionale
-comodato
-mutuo
Si tratta dei contratti con il quale una parte viene incaricata da un’altra
parte di svolgere una determinata attività per conto di quest’ultima.
309
-rendita vitalizia
La compravendita
Il prezzo deve essere pagato nel termine e nel luogo stabiliti nel
contratto, al momento della consegna e nel luogo dove questa si esegue,
se le parti non hanno disposto diversamente.
311
Il principio della libertà contrattuale permette comunque alle parti di
limitare o escludere la garanzie per evizione: se tale garanzie viene
esclusa, il compratore (ovviamente) non può chiedere la risoluzione del
contratto né il risarcimento del prezzo; tuttavia ha comunque diritto alla
restituzione del prezzo ed al rimborso delle spese.
312
Il patto di riscatto è il patto con il quale il venditore può riservarsi il
diritto di riavere la proprietà della cosa venduta mediante la restituzione
del prezzo ed i rimborsi stabiliti: non si può stabilire un prezzo
superiore a quello iniziale.
Tale patto ha effetti reali: se la cosa è stata alienata a terzi, il venditore
originario può ottenere il rilascio della cosa anche da questi, sempre che
i terzi avessero potuto accertarsi, tramite gli strumenti della pubblicità,
dell’esistenza del patto.
313
internazionali, tra cui (la più importante) quella di Vienna entrata in
vigore nel 1988: il suo campo di applicazione è circoscritto ai contratti
di vendita di merci tra soggetti che abbiano sede d’affari in stati diversi
ed a condizione che gli stati siano contraenti della convenzione; tale
convenzione ha carattere dispositivo e le parti possono derogarvi,
modificandone le previsioni, o adattandola parzialmente.
Chi aliena l’azienda deve astenersi, per il periodo di cinque anni dal
trasferimento, dall’iniziare una nuova impresa che, per l’oggetto,
l’ubicazione o altre circostanze, sia idonea a sviare la clientela
dell’azienda ceduta; le parti possono comunque stabilire un patto avente
contenuto più ampio ma non durata più lunga: in sostanza si tratta di
un divieto di concorrenza.
Il contratto estimatorio (art. 1556 c.c.) è il contratto tipico con cui una
parte (tradens) consegna una o più cose mobili ad un’altra parte
(accipiens), la quale è obbligata a pagare il prezzo, a meno che
restituisca le cose nel termine stabilito.
314
Si badi che l’accipiens può disporre della cosa consegnata fino al
momento della restituzione e che i creditori del ricevente non possono
soddisfarsi sulla merce acquistata finché egli non ha pagato il prezzo.
La permuta
Il deposito
Il contratto di pegno
Del pegno abbiamo già parlato, per ragioni didattiche, nella trattazione
della proprietà: il codice civile infatti preferisce disciplinare il pegno
(art.2784 c.c.) assieme all’ipoteca tra i diritti reali di garanzia, quindi
nel sesto libro (della tutela dei diritti) e non nel quarto libro.
315
pegno (e non semplicemente pegno) per distinguere (terminologicamente,
ma non sostanzialmente) il diritto reale di garanzia in sé ed il contratto
che lo costituisce.
Il sequestro convenzionale
Il sequestratario:
-deve custodire la cosa
-può essere eventualmente obbligato ad amministrarla
-ha diritto al compenso per lo svolgimento del compito
-ha diritto al rimborso delle spese fatte nello svolgimento del compito
Il comodato
316
Il comodatario ha l’obbligo di:
-custodire e conservare la cosa con la diligenza del buon padre di famiglia
-non servirsi della cosa se non per l’uso determinato dal contratto
-restituire la cosa ricevuta
Il mutuo
La locazione
318
Gli obblighi del locatario sono:
-versare il canone secondo le modalità stabilite
-non autoridursi il canone a meno che la prestazione non manchi del tutto
-prendere in consegna la cosa
-osservare la diligenza del buon padre di famiglia nel servirsi della cosa
-servirsi della cosa per l’uso prestabilito o comunque desunto dalle
circostanze
-essere responsabile per la perdita o per il deterioramento della cosa
-restituire la cosa nello stato stato in cui l’ha ricevuta
-non pretendere rimborsi per i miglioramenti fatti senza il consenso del
locatore
Con la legge sull’equo canone del 1978 si operava una distinzione tra
immobili ad uso abitativo ed immobili ad uso non abitativo e
disciplinando le due categorie di contratti in modo diverso.
319
L’affitto
Possiamo distinguere:
-leasing operativo
-leasing finanziario
Il mandato
321
In generale, possiamo distinguere:
-mandato con rappresentanza: l’attività si svolge in nome del mandante
-mandato senza rappresentanza: l’attività si svolge in nome del
mandatario
La mediazione
La commissione
L’agenzia
La spedizione
La spedizione (art.1737 c.c.) è il contratto con il quale una parte
(spedizioniere) si obbliga, verso retribuzione, a concludere in nome e per
conto dell’altra parte (mandante) a concludere un contratto di trasporto
ed a compiere operazioni accessorie.
L’anticresi
323
L’anticresi (art.1960 c.c.) è il contratto con il quale il debitore (o un
terzo) si obbliga a consegnare un immobile al creditore a garanzia del
credito, affinché il creditore ne percepisca i frutti, imputandoli al
capitale e, se dovuti, agli interessi.
L’anticresi dura fin quando il creditore non è soddisfatto del suo credito
ma, ad ogni modo, non può avere durata superiore ai dieci anni, per non
ostacolare la libera circolazione dei beni ed il loro libero godimento da
parte del proprietario.
La fideiussione
324
La fideiussione si estingue quando, per fatto del creditore, non può
avere effetto la surrogazione del fideiussore nei diritti del creditore.
L’assicurazione
325
L’assicurazione (art.1882 c.c.) è il contratto col quale una parte
(assicuratore), verso pagamento, si obbliga nei confronti di un'altra
(assicurato) a rivalere quest’ultimo del danno ad esso causato da un
sinistro, o si obbliga a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di
un evento.
Il gioco e la scommessa
326
La rendita perpetua e la rendita vitalizia
L’appalto
328
Il committente ha diritto di controllare lo svolgimento dei lavori e di
verificarne a proprie spese lo stato: se l’esecuzione dell’opera non
procede secondo le indicazioni contrattuali, il committente può fissare
un termine entro il quale l’appaltatore si deve conformare al contratto;
se tale termine trascorre inutilmente il contratto è risolto ed il
committente ha eventualmente diritto ad un risarcimento per il danno
subito.
329
difformità e vizi erano da lui conosciuti o erano riconoscibili.
Il catering
L’engineering
La somministrazione e la subfornitura
Il franchising ed il merchandising
Il factoring
La transazione
333
oggetto della lite.
Il contratto di società
334
Gli atti unilaterali: profilo generale
Nel codice civile non vi è una disciplina generale per gli atti unilaterali,
cioè, come si è già accennato, quegli atti che sono l’espressione della
volontà di una sola parte (come, ad esempio, il testamento).
Vi è tuttavia una norma di rinvio, l’art.1324 c.c., che dispone che agli
atti unilaterali aventi contenuto patrimoniale si applicano le norme
che regolano i contratti, a patto che non sussistano diverse disposizione
di legge e che le norme dei contratti siano compatibili con la natura
dell’atto unilaterale.
Per quanto concerne gli atti unilaterali, nei prossimi paragrafi parleremo
335
di:
-deliberazioni
-promesse unilaterali
Le deliberazioni
Come abbiamo già accennato nella trattazione degli enti, per la validità
delle deliberazioni di volta in volta il codice fissa un quorum costitutivo
ed un quorum deliberativo.
Le promesse unilaterali
Il titolo di credito è a tutti gli effetti un documento: ciò vuol dire che
esso è materialmente costituito da un modulo prestampato che deve
essere riempito nelle parti lasciate in bianco: luogo e data di emissione,
importo del credito, scadenza di pagamento…
337
Il documento contiene la promessa (fatta da colui che lo rilascia) di
effettuare una prestazione a favore del soggetto (portatore) che lo riceve
e lo esibisce.
338
Il pagamento dell’indebito
339
limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo vantaggio (art.2039
c.c.).
Come abbiamo già detto, l’arricchimento senza causa è una delle fonti
delle obbligazioni.
La gestione degli affari altrui (art.2028 c.c.) è una delle fonti delle
obbligazioni: si tratta della situazione giuridica in cui un soggetto
capace di contrarre (gestore), senza esserne incaricato, assume
scientemente la gestione degli affari di un altro (interessato).
340
grado di provvedere a sé stesso.
Dalla gestione degli affari altrui sorgono obbligazioni a carico del gestore
ed a carico dell’interessato: il gestore deve adempiere alle medesime
obbligazioni del mandatario (nel mandato); l’interessato, se la gestione è
iniziata utilmente, deve adempiere alle obbligazioni che il gestore ha
assunto in nome di lui e rimborsargli tutte le spese necessarie o utili.
Il fatto illecito
Il fatto illecito è una delle fonti delle obbligazioni indicate dal codice.
Il lavoro
Il primo articolo del libro quinto del codice civile, cioè l’art. 2060 c.c.
afferma che il lavoro è tutelato in tutte le sue forme organizzative ed
esecutive, intellettuali, tecniche e manuali.
L’imprenditore
342
Possiamo distinguere:
-imprenditore individuale
-imprenditore collettivo
-piccolo imprenditore
-imprenditore che esercita un’impresa di medie o grandi dimensioni
-imprenditore agricolo
-imprenditore commerciale
L’impresa
Occorre distinguere:
-impresa: attività commerciale esercitata dall’imprenditore
-azienda: mezzo concreto con cui si esercita l’impresa (sede, personale)
-ditta: denominazione commerciale (e logo) dell’impresa
Si badi che però vi sono alcune aziende che non sono imprese, come ad
esempio le ASL o gli studi professionali.
L’impresa commerciale
L’impresa agricola
345
normale prestatore di lavoro. Si tratta di un rapporto di lavoro
residuale, in quanto il suddetto articolo opera là dove il lavoro del
famigliare non sia prestato in forza di contratto di lavoro subordinato, o
di società, o di contratto di lavoro autonomo.
L’impresa sociale
346
La successione nell’impresa
Come abbiamo già fatto cenno nella trattazione delle successioni, gli
effetti della morte dell’imprenditore sono soggetti ad una disciplina
considerevole nel codice civile e nella legislazione speciale.
Nel caso delle società, la morte del socio di una società semplice
implica, salvo disposizione contraria del contratto associativo, la
liquidazione della quota agli eredi da parte di altri soci, a meno che non
si sciolga la società o che essa continui con gli eredi, ovviamente con il
consenso di questi.
La concorrenza
347
Si considerano comportamenti sleali e quindi illeciti:
-l’imitazione servile di prodotti altrui e l’approvazione di pregi altrui
-la denigrazione di prodotti altrui
-l’assunzione di iniziative rivolte a mettere in cattiva luce i concorrenti
Le società
348
Possiamo distinguere differenti tipi di società:
-società di persone
-società di capitali
-società cooperative
-società consortile
Il contratto di società
351
Gli amministratori della società
352
la sua continuazione nella sua nuova veste, con la continuità pertanto
dei rapporti giuridici in essere.
L’associazione in partecipazione
353
(l'associante) attribuisce ad un'altra (l'associato) il diritto ad una
partecipazione agli utili della propria impresa o, in base alla volontà
delle parti contraenti, di uno o più affari determinati, dietro il
corrispettivo di un apporto da parte dell'associato.
Tale apporto, secondo la giurisprudenza prevalente, può essere di
natura patrimoniale ma potrà anche consistere nell'apporto di lavoro, o
nell'apporto misto capitale/lavoro. Tuttavia nel 2015 il cosiddetto Jobs
Act del governo Renzi ha abrogato l'associazione in partecipazione con
riferimento al solo apporto di lavoro; rimane invece l'associazione in
partecipazione fra imprese (o liberi professionisti) ma solo per apporto di
capitale.
Nel libro quinto del codice civile si tratta anche dei diritti sulle opere
dell’ingegno e sulle invenzioni industriali, di cui noi, per ragioni
didattiche, abbiamo parlato nella trattazione dei diritti della personalità,
essendo ormai pacifico in dottrina e giurisprudenza che tali diritti
appartengono alla suddetta categoria.
La pubblicità legale
La trascrizione
Chi domanda la trascrizione deve presentare una copia del titolo e una
nota contenente alcune informazioni essenziali; questo vale anche per
gli acquisti a causa di morte.
La cancellazione della trascrizione si esegue a cura della parte
interessata oppure è ordinata giudizialmente con sentenza passata in
giudicato.
356
Importantissima nello studio del diritto privato è la trascrizione del
contratto preliminare di cui abbiamo abbondantemente parlato nella
trattazione del libro quarto del codice civile.
Gli effetti della trascrizione sono dunque molteplici, non solo perché
rendono pubblico l’atto traslativo ma anche perché dirimono
controversie fra più acquirenti del medesimo immobile: chi trascrive
prima l’atto di acquisto prevale sugli altri.
Le prove
Nel codice civile le prove sono considerate dal punto di vista sostanziale
(cioè la loro formazione prima del processo) mentre il loro profilo
processuale è delineato nel codice di procedura civile che indica le
modalità con cui le prove possono essere acquisite nel corso del
processo.
357
per l’adempimento del contratto sia per la risoluzione ed il risarcimento
del danno, deve fornire la prova della fonte negoziale o legale del suo
diritto (…) limitandosi ad allegare l’inadempimento della controparte, su
cui incombe l’onere della dimostrazione del fatto estintivo costituito
dall’adempimento”
Le prove documentali
La confessione
La confessione resa in giudizio fa piena prova contro colui che l’ha resa;
il valore della confessione stragiudiziale fatta ad un terzo o in un
testamento è invece liberamente apprezzato dal giudice.
Il giuramento
Le presunzioni
La responsabilità patrimoniale
Nel libro sesto del codice civile si parla anche della responsabilità
patrimoniale, di cui abbiamo già parlato dell’introduzione. Ricordiamo
brevemente che tale responsabilità è, in sostanza, la soggezione dei beni
del debitore nei confronti del creditore che può anche chiedere
l’esecuzione forzata.
L’azione surrogatoria
Gli effetti dell’azione revocatoria non sono restitutori: l’azione non tende
a far rientrare i beni alienati nel patrimonio del debitore, ma soltanto a
far dichiarare inefficace l’atto di alienazione nei confronti del creditore
362
istante.
Il creditore, ottenuta la dichiarazione di inefficacia, può promuovere nei
confronti dei terzi acquirenti le azioni esecutive o conservative sui beni
che formano l’oggetto dell’azione; se però l’acquirente a sua volta aveva
già alienato i beni ad altri, i diritti di questi, se erano in buona fede,
non possono essere pregiudicati.
Il sequestro conservativo
Gli effetti del sequestro consistono nel rendere inefficaci nei confronti
del creditore le alienazioni effettuate dal debitore nel periodo di durata
del sequestro.
Nel libro sesto del codice civile si trattano anche pegno, ipoteca e
privilegi, di cui, per ragioni didattiche, abbiamo parlato nella trattazione
della proprietà ed accennato in quella delle obbligazioni.
L’espropriazione forzata
Nel libro sesto del codice civile si parla anche delle esecuzioni forzate,
tra cui anche l’espropriazione forzata di cui abbiamo fatto cenno
nell’introduzione e nel corso della trattazione della proprietà e delle
obbligazioni.
Per quanto concerne la tutela dei diritti occorre parlare anche delle
364
regole relative alla tutela degli acquirenti di immobili da costruire,
introdotte da una recente legge del 2005.
Per tutelare l’acquirente, tale legge prevede che all’atto della stipula del
contratto appartenente ad una delle suddette categorie il costruttore è
obbligato a procurare il rilascio ed a consegnare all’acquirente una
fideiussione di importo corrispondente alle somme ed al valore di ogni
altro eventuale corrispettivo che il costruttore ha riscosso o deve ancora
riscuotere dall’acquirente prima del trasferimento del diritto oggetto del
contratto.
366