Sei sulla pagina 1di 18

Lezione 19/09/2022

Il diritto privato comprende alcune materie essenziali nella vita professionale: diritto
societario, commerciale…
Il diritto è un insieme di norme finalizzate a garantire la pacifica convivenza tra i
membri della comunità alla quale quelle norme si applicano per la prevenzione di
conflitti sociali o laddove non si possibile prevenirli risolverli se dovessero emergere.
Le regole giuridiche si possono distinguere dalle regole non giuridiche nella
coercitività della sanzione.
La sanzione può essere positiva o negativa, la sanzione è propria di ogni regola ma in
campo giuridico è coercitiva in senso assoluto.
Il consociato non può sfuggire al momento sanzionatorio.

Si dice che il diritto sia nato con la scoperta del fuoco perché da quel momento
l’uomo ha iniziato a vivere in comunità, in cui nascono i primi litigi.
Il diritto comincia ad istituzionalizzarsi.
Il diritto deve permettere ai consociati di conoscere loe regole giuridiche, nasce così
l’esigenza del diritto scritto, le quali cominciano a dare un’idea di certezza al diritto.
La prima raccolta di regole giuridiche scritte risale al codice di Hammurabi.
Nell’antica Roma vengono scolpite le dodici tavole nelle quali ci sono delle regole
giuridiche complete, dopodiché i romani elaborano il diritto e compongono il corpus
iuris giustinianeo.
Questo corpus si tramanda nei secoli e arriva fino al 1700, in tutta Europa veniva
applicato.
Per molti millenni l’uomo e le comunità umane si sono sviluppati molto lentamente;
perciò, sono state sempre applicate le stesse regole.
Dal 1700 emerge l’illuminismo e la rivoluzione industriale, le comunità umane
cambiano totalmente conformazione perché milioni di persone si trasferiscono nelle
città per andare a lavorare in fabbrica  URBANIZZAZIONE.
Tutto ciò trasforma la società, infatti vengono istituite le produzioni in serie, viene
sostituito il baratto, nasce il mercato per come lo conosciamo oggi.
L’economia nasce nel 1700, prima non c’era l’economia.
Cambia la comunità, i rapporti sociali e si sente l’esigenza di un nuovo diritto.
Napoleone Bonaparte, dopo la Rivoluzione francese, si insedia e capisce che deve
dare al suo popolo nuove regole giuridiche. Il codice napoleonico è una sistemazione
delle leggi romanistiche.
Nel 1865 viene tradotto in italiano il Codice civile francese, in Italia esistevano alcuni
ducati che negli anni precedenti avevano già dei loro codici dai quali napoleone ha
preso ispirazione.
Napoleone voleva che il diritto fosse certo, in questo modo la borghesia poteva
sviluppare il mercato perché nell’incertezza non si sarebbe sviluppato.
Il giudice secondo napoleone doveva essere bocca della legge.
Con l’evoluzione del mondo, il legislatore italiano sente il bisogno di aggiungere
regole sul commercio.
Nel 1942 viene emanato il nuovo Codice civile che è ancora usato e nel quale viene
fuso il Codice civile precedente.
Questo Codice civile è composto da 6 libri e ci viene copiato da molti paesi.
Nei decenni a seguire l’evoluzione del mondo è continuata molto velocemente e il
diritto cerca di inseguire le novità.
A partire dagli anni 80 siamo entrati nell’età della decodificazione perché alcune
materie del diritto civile stanno uscendo dal Codice civile.
Il diritto civile è una branca dell’ordinamento giuridico che si occupa dei rapporti tra
i consociati che non assurgano al rilievo di diritto penale.
Il diritto pubblico regola il funzionamento dello stato e il rapporto tra il privato e la
pubblica amministrazione.

Lezione 20/09/2022
Non esiste un solo modo di essere del diritto, i contenuti delle regole giuridiche
possono essere i più disparati.
Il diritto comparato confronta i vari ordinamenti giuridici e ne fa un’analisi
diacronica e sincronica. Questa analisi serve a conoscere meglio tutti i diritti giuridici
in tutto il mondo. Secondo obiettivo è che i legislatori riescono ad individuare di
volta in volta le regole più efficienti da scegliere e comparare nel loro ordinamento.
Per risolvere le problematiche il legislatore si guarda attorno e osserva gli
avvenimenti. Un esempio sono i fallimenti di Cirio e Parmalat che nei primi anni
2000 falliscono da un momento all’altro senza che nessuno se ne accorga. La stessa
cosa accade sempre nello stesso periodo negli Stati Uniti. Scoppia il panico nei
mercati e nella borsa perché ci si rende conto che le società dei mercati occidentali
non erano ben controllate. Reagisce il primo legislatore americano che emana una
legislatura. Anche in Italia avvenne la stessa cosa nel 2003, dopo la quale viene
emanata una legge di riforma e di conseguenza il libro quinto del Codice civile viene
modificato.
Negli anni 90 cominciano a nascere negli usa i primi problemi di diritto civile
collegati ad internet, in particolare accade che vengono commessi degli illeciti e
quindi alcuni utenti internet chiedono i danni ai provider di internet, perché non si
riuscivano a trovare i fautori dell’illecito.
Gli utenti di internet iniziano a diffondere contenuti coperti da diritti d’autori
attraverso la piattaforma Napster.
Le case di produzione di dischi reagiscono e portano Napster in giudizio, il giudice
americano gli impone la chiusura. Dopo si interviene con il DNCA, con il quale si è
detto che il provider non dovesse rispondere dell’illecito.
Anche in Europa sorgono gli stessi problemi, ed applicano la direttiva n 31, seguendo
quella americana.
I provider di internet ad oggi sono colossi con una forza finanziaria superiore a
quella degli stati.
Non ha senso applicare le stesse regole protezionistiche a quelli che oggi sono
colossi di internet.
I primi comparatisti, studiosi del diritto comparato, capiscono che non possono
studiare tutti gli ordinamenti giuridici, individuando 5 macro-famiglie.
1. Famiglia di diritto civile  civil law in Italia, Francia, Spagna, Germania… è la
famiglia che eredita il diritto romano. La caratteristica più importante di questi
paesi è che le regole giuridiche vengono prodotte da un legislatore e applicate
dai giudici.
I giudici la interpretano per poi applicarla, le parole non hanno mai un
significato univoco. Norma= prodotto dell’interpretazione, attività
ermeneutica (attività di comprensione del tasto, attività dalla quale si ricava il
significato del testo). Non ho mai certezze riguardo alle regole giuridiche.

2. Famiglia di common law  la legge emerge dalle consuetudini, da quello che


comunemente accade nella quotidianità.
Il giudice si guarda attorno nella società e quindi estrapola la consuetudine dalla
realtà sociale dichiarando il principio di legge.
Il common law capisce che lasciare troppo spazio all’interpretazione non va bene.

3. Famiglia a matrice socialista/comunista  Russia, Cina. Un tempo erano


davvero a matrice comunista, ora il capitalismo ha prevalso su tutte le altre
forme di organizzazione della società e del mercato. I sistemi a matrice
comunista e socialista sono implosi da soli perché non producono ricchezza,
mentre nel capitalismo si produce ricchezza per una ragione giuridica.
La producono perché esiste il diritto di proprietà e contratto, il diritto di
proprietà serve a distribuire nella società i diritti sui beni. In natura c’è scarsità
di risorse, la prima cosa che un ordinamento deve fare per gestire i conflitti
sociali è attribuire i diritti sui beni. Il diritto di proprietà ha funzione
conservativa e tutela ogni individuo. Gli ordinamenti liberali consentono ai
privati di scambiarsi i diritti sui beni attraverso il contratto; quindi, si consente
la circolazione dei beni. La funzione di utilità è marginalmente decrescente,
quindi più ho un prodotto e meno ne trarrò beneficio. Dall’operazione di
scambio, contratto, se ne esce arricchiti. Il contratto è in grado di arricchire
l’intera società, nessuna fa un’operazione commerciale con il fine di
impoverirsi. L’economia aziendale è finalizzata all’efficiente allocazione delle
risorse. Tuttavia, non tutti i contratti arricchiscono la comunità perché un
contratto può arricchire le parti, ma impoverire la società.

4. Famiglia a diritto religioso  paesi arabi, islamici, Iran.


5. Famiglia a diritto muto  ordinamenti giuridici di comunità nelle quali non
esiste un diritto scritto e i saggi della società esercitano il diritto; quindi, il
diritto non si esprime per iscritto. Il momento scritto per il diritto però è
fondamentale perché rende il diritto conoscibile.

Il diritto è forza, perché imposto con l’uso della forza, coercitivo. Potrebbe essere
una violenza, ma la forza dello stato che si traduce in precetti è ciò che ci serve per
essere liberi.
Hobbes dice che il diritto nasce da un contratto sociale tra gli uomini e permette agli
uomini di vivere nella stessa libertà, rinunciando ad una fetta di libertà.

Il sistema giudiziario è organizzato in coerenza con le 3 colonne del tempio:


tribunale civile, amministrativo e penale.
Civile e penale si basano su primo, secondo e terzo grado: cassazione.
C’è differenza tra i vari diritti: diritto civile  si confrontano privati cittadini.
Due privati cittadini si confrontano davanti ad un giudice.
Questo perché la regola fondamentale del diritto civile è la piena disponibilità dei
diritti in campo al privato. I diritti nel diritto civile sono nella piena disponibilità del
privato
Diritto penale  braccio armato dell’ordinamento e viene usato quando un fatto è
considerato dall’ordinamento stesso deplorevole, nel processo penale le parti sono
lo stato contro l’imputato.
Diritto amministrativo  privato vs pubblica amministrazione.
Ogni paese organizza la giustizia in modo proprio. Può verificarsi un problema
nell’individuare la legge nazionale applicabile ad una certa vicenda e il giudice
competente per applicarsi ad una certa vicenda. Ogni ordinamento giuridico opera
nei confini all’interno dei quali si sa far rispettare (il proprio stato). Questi problemi
si risolvono con il diritto internazionale privato (insieme di regole che risolvono
problemi internazionali; tutte le volte in cui emergono problemi tra varie nazioni)
nei casi in cui una vicenda non abbia una caratterizzazione esclusivamente
nazionale.
Ciò si trova nelle preleggi, prima dell’articolo 1.
È diverso dal diritto privato internazionale, che si applica ai corpi diplomatici, che
hanno delle proprie regole.

Lezione 21/09/2022
Analisi economica del diritto  altro approccio allo studio del diritto.
Nessuno aveva mai studiato il diritto in chiave economica prima degli anni 60,
quando negli stati uniti alcuni studiosi hanno iniziato a prestare attenzione alle
conseguenze economiche sul diritto.
Lezione 26/09/2022
Ogni ordinamento giuridico ha in sé l’idea di essere costituito da norme valide. Nei
primi decenni del XX secolo si è affermata la teoria di Kelsen, che era giuspositivista,
disse che una la validità di una norma non può essere giudicata in base al suo
contenuto, perché a posteriori, oggi che abbiamo una cultura molto più libera.
Una norma può anche diventare inefficace nel tempo. Una norma è valida se è stata
prodotta all’esito di un procedimento legislativo che ha rispettato le norma sul
procedimento legislativo stesso.
Questa impostazione servì al nazismo per considerare alcune leggi disumane;
tuttavia, avendo rispettato il procedimento formativo corretto, potevano essere
applicate.
In Europa dopo le due guerre, vengono promulgate le costituzioni.
Kelsen quando parlava dell’importanza del processo di formazione della norma,
teneva conto anche della struttura piramidale nella quale si possono posizionare le
norma.
Esistono 3 grandi scuole di pensiero:
- Il diritto naturale  pensava che esistesse un nucleo di diritti fondamentali
che nasce dalla natura umana.
- Il diritto positivo  ritengono che il diritto sia tutto un prodotto dell’uomo e la
sua validità la si può giudicare solo ragionando per ragionamenti formali.
- Il diritto reale  è un fatto sociale che nasce dalla consuetudine, può essere
dichiarato dal giudice o dal legislatore.

Una caratteristica della norma è la disponibilità: ciò che possediamo è di nostra


proprietà. È nella disponibilità di colui che potrebbe attivare la norma in suo favore.
Tutto il diritto privato è nella disponibilità dei consociati.

Le fonti del diritto


Gli ordinamenti nazionali ed europei sono quindi distinti, ma c’è un rapporto di
parziale sovrapposizione, alcune norme europee si instaurano in alcuni ordinamenti
nazionali. Quando una norma interna viola la costituzione, la legge di rango inferiore
viene abrogata. Quando un giudice si trova ad applicate una norma interna che è
possibile violi una norma costituzionale, deve sollevare una questione alla Corte
costituzionale. La Corte costituzionale è un organismo di rango costituzionale, che
ha sede a Roma ed è composta da 15 giudici. Valuta il conflitto e se ritiene che la
norma sia in contrasto con la costituzione la abroga. Quando il conflitto è tra una
norma europea e una norma interna, prevale la norma europea, la norma non viene
cancellata per sempre dall’ordinamento, ma viene disapplicata.
Se la fonte europea fosse in contrasto con una norma super fondamentale, il giudice
dovrebbe rimettere la questione alla Corte costituzionale, in quel caso bisognerebbe
rendere le legge incostituzionale e l’Italia uscirebbe dall’unione europea.
L’articolo 177 prevede che il giudice nazionale con un dubbio sull’interpretazione di
una norma europea deve chiedere un parere alla corte di giustizia dell’UE, allora
l’interpretazione varrà in tutta Europa, ciò sarebbe il rinvio a giudizio incidentale.
La regola giuridica non deve essere per forza scritta, ma negli ordinamenti voluti sì
perché è più efficiente, ma la regola scritta in sé non significa nulla; infatti, il senso si
ricava dall’interpretazione della regola scritta.
La norma può essere interpretata in senso letterale, che può essere anche equivoco.
Bisognerebbe utilizzare anche il criterio storico.
C’è anche il criterio efficientistico, in base a quale norma sia più efficiente
economicamente che può basarsi sull’analisi economica del diritto.
La legge deve essere interpretata secondo le parole proprie tranne in alcuni casi
particolari.
I formanti sono altre dinamiche che coinvolgono altri attori e partecipano al
fenomeno di formazione dell’ordinamento giuridico fatto non sono dal legislatore,
ma anche dai giudici. Loro interpretano e applicano in maniera analogica. La giustizia
è un formante del diritto.

Lezione 27/09/2022
Rapporto giuridico e situazione giuridiche passive e attive
Il diritto ha sempre ad oggetto un rapporto giuridico tra soggetti, di converso il
diritto non ha ad oggetto mai un rapporto tra un uomo e una cosa.
Affermando che l’orologio è di mia proprietà affermo un rapporto giuridico tra me e
una cosa; quindi, non è vero che dicendo di essere proprietario dell’orologio
descrivo un rapporto giuridico con l’orologio.
Il diritto di proprietà sull’orologio su una cosa attribuisce a me facoltà da esercitare
nei confronti degli altri: il diritto di escludere gli altri.
In capo a noi nasce una situazione giuridica passiva, dovere di astensione, noi
dobbiamo astenerci a compiere atti che interferiscano con il mio esercizio di
proprietà.
Quando l’ordinamento giuridico decidere come regolare una vicenda prima guarda
gli interessi che operano in quella vicenda, dopo attribuisce un diverso peso a quegli
interessi, infine realizza il bilanciamento che sembra equo tra i due interessi.
Il diritto è sempre il prodotto di scelte umane e dipende da tanti fattori.
Quando l’ordinamento osserva gli interessi umani, decide di tutelare alcuni e non
altri interessi, quelli considerati rilevanti.
Attribuisce agli interessi che intende tutelare delle qualificazioni giuridiche
soggettive attive, hanno alla loro base degli interessi più o meno tutelati, di diverso
tipo. Ad ogni situazione giuridica soggettiva attiva corrisponde una situazione
giuridica soggettiva passiva.
SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE PASSIVE:
- Dovere
- Obbligo
- Soggezione
SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE ATTIVE:
- Diritto soggettivo  potere di agire per tutelare i propri diritti ed interessi.
I diritti anche i diritti reali, si chiamano così perché sono diritti sulle cose e non
sui beni. Tra i diritti soggettivi abbiamo anche i diritti alla personalità. Nel
diritto soggettivo si distinguono in due macrocategorie: assoluti e relativi.
I diritti soggettivi assoluti sono spendibili nei confronti di tutti i consociati, tutti
i consociati hanno il diritto di astenersi dal ledere i miei diritti assoluti.
Secondo questa impostazione classica i diritti relativi sono imponibili solo ai
soggetti passivi di quel rapporto. Nel rapporto di credito c’è un creditore e un
debitore, il creditore può esercitare il suo diritto nei confronti del debitore
non nei confronti di altri.
Negli anni 60 un autorevole giurista scrisse una monografia con la quale mise
in dubbio questa differenza così spiegata. Infatti, egli disse che anche il diritto
di credito è opponibile a tutti, perché se si ha un credito e la persona muore si
può chiedere il rimborso alla persona che ha causato il danno (morte della
persona con la quale ho il debito). Questa tesi è stata accolta da tutti, quindi la
differenza tra queste due categorie è con il diritto soggettivo assoluto noi
abbiamo un interesse sottostante che può essere soddisfatto dal titolare del
diritto senza cooperazione altrui. Quando ho quello relativo invece ho bisogno
necessariamente della cooperazione altrui perché altrimenti non potrei aver
soddisfazione.
La potestà è un particolare diritto soggettivo relativo. Il titolare del diritto può
modificare la sfera del diritto altrui senza il consenso altrui.
Le parti possono stabilire nel contratto che possano sciogliersi dal vincolo
contrattuale modificando con ciò la sfera altrui.
Colui che subisce il diritto potestativo altrui è in condizione di soggezione
perché non può fare nulla per evitarlo.
- Interesse legittimo  descrive il rapporto tra un privato e una pubblica
amministrazione. Non c’è interesse legittimo nei rapporti tra privati, ma nei
rapporti tra privato e pubblica amministrazione. Interesse che il privato ha a
che la pubblica amministrazione si comporti in maniera corretta, efficiente e
trattando in maniera uguale tutti i consociati. Nei tribunali amministrativi si
discutono i rapporti tra privati e pubblica amministrazione.
Negli anni 90 l’unione europea comincia a contestare allo stato italiano il fatto
che le pubbliche amministrazioni anche quando perdevano le cause non
risarcivano i privati. Con 2 sentenze gemelle la cassazione per la prima volta
afferma che deve essere risarcito un privato che subisce una lesione nel
proprio interesse legittimo.
- Potestà  La potestà è il potere che ha un soggetto di occuparsi degli affari
altrui nell’interesse di colui che è soggetto della potestà.
- Aspettative  situazioni in cui un soggetto aspetta qualcosa da qualcun altro,
alcune vengono tutelate dallo stato ma molte altre no.
- Interessi acefali  ci sono degli interessi acefali o diffusi (salubrità dell’aria,
bellezza del paesaggio…). Se un’amministrazione decide di costruire una
struttura che possa nuocere all’ambiente non tutti i cittadini hanno un
interesse qualificato per andare in tribunale e far valere il proprio diritto.
- Il possesso  è il rapporto tra un soggetto e un bene che appare agli occhi dei
terzi come fosse un rapporto di proprietà, quindi somiglia ad un diritto reale.
Il possesso è titolato se ho anche il diritto di avere quel bene, che può essere il
diritto di proprietà o anche qualche altro diritto. Quando il possesso non è
titolato può essere utilizzato dal possessore per acquisire il diritto di proprietà
sul bene, attraverso l’usucapione. Se per 20 anni il proprietario non reclama la
sua proprietà posso diventare proprietario di quel bene.
- La detenzione  Ci sono dei casi in cui il possesso, proprio perché consentito
dal proprietario, viene chiamato detenzione. Se il proprietario mi ha prestato
per un certo periodo quel bene, non ho il possesso del bene ma la mera
detenzione del bene. Non può usucapire nemmeno se rimane lì per 20 anni.
- L’onere  peso che un soggetto deve sopportare per avere un vantaggio. È
una situazione giuridica passiva, ma in realtà è un peso che assumi solo se
vuoi avere un vantaggio. L’onere della prova spetta in capo a colui che
afferma in giudizio qualcosa, devi provare ciò che affermi in tribunale.

Lezione 29/09/2022
Autotutela privata e rapporto tempo/diritto
L’ordinamento giuridico nell’occuparsi dei conflitti sociali non sempre ritiene di
dover risolvere i problemi attraverso le regole; infatti, in alcuni casi i consociati
possono far valere i propri interessi da soli al fine di far tutelare al meglio i propri
interessi.
L’autonomia privata è espressamente riconosciuta dall’articolo 1322 del Codice
civile, nel quale si esplicita che i privati possono concludere contratti anche
diversi da quelli previsti dalla legge.
Gli atti di autonomia privati sono anch’essi fonte del diritto, quando concludo un
contratto con una controparte, quel contratto diventa legge e nessuna delle due
parti si può sciogliere da esso.
Il nostro ordinamento è un ordinamento liberale perché lascia pieno spazio alla
autonomia privata.
L’ordinamento consente al privato di tutelare i propri interessi anche a
prescindere dall’autonomia privata, permettendo alcune attività che anche se
vietate permettono di salvaguardare la propria incolumità.
Es. un ladro entra armato in casa mia, io ho il diritto di autodifesa e posso
sparargli se anche lui è armato.
Se qualcuno viene danneggiato per tutelare un diritto che non è la vita potrebbe
essere dovuto un indennizzo a chi è stato danneggiato.
Ognuno di noi se subisce, o rischia di subire, l’inadempimento di una contro
parte può negare alla controparte una prestazione.
Es. se so che la Luiss non sta pagando i professori, potrei non fare più lezioni
perché ho valide ragioni per ritenere che la controparte non può adempire a
questa prestazione.

Lo scorrere del tempo è rilevante per il diritto, con il tempo la persona fisica dal
nascere diventa ragazzo, adulto, poi uomo. I fatti che interessano il diritto si
svolgono in uno spazio e tempo fondamentali per il diritto.
L’usucapione è uno di quegli esempi, il possesso prolungato del tempo di un
soggetto con l’inerzia del proprietario su quel bene realizza l’usucapione, il
passare del tempo quindi incide sul diritto.
La prescrizione e la decadenza hanno come obiettivo quello di valorizzare il più
possibile la certezza del diritto, evitare che si crei incertezza sulle situazioni
giuridiche.
La prescrizione è disciplinata negli articoli del Codice civile, la decadenza negli
articoli del Codice civile. Si tratta degli ultimi articoli del codice.
La prescrizione riguarda il diritto soggettivo cioè quando si verifica la prescrizione
si estingue il diritto soggettivo.
La decadenza non estingue il diritto, rende non azionabili le

Lezione 3/10/2022
Soggetti dell’ordinamento giuridico
In origine i soggetti dell’ordinamento giuridico erano solo le persone fisiche,
uomini e donne dotati di una propria entità biologica.
Mano a meno che le comunità umane sono diventate più complesse, il diritto ha
riconosciuto altre realtà: associazioni tra privati o altri enti costituiti in altre
forme che servono ai privati per fare attività insieme.
A questi enti viene dato il titolo di “persone ficte” che significa persone finte.
Per consentire di applicare alle persone ficte regole simili a quelle che
applichiamo alle persone fisiche, è nata la teoria organicistica. Le attività degli
enti possono essere interpretate applicando agli enti gli stessi concetti che
applichiamo agli uomini quando parliamo di organi umani.
Gli organi decidenti sono l’assemblea o l’organo amministrativo.
Negli enti è molto importante la funzione degli organi di controllo, ad esempio il
collegio sindacale è il tipico organo di controllo interno alle società.
L’organo di revisione del bilancio si occupa di controllare il bilancio di una società.
È molto importante la dinamica di mercato e legislativa legata agli enti, che ha
condotto alla nascita della funzione di controllo ulteriore. Prima hanno iniziato le
banche centrali per aumentare i controlli interni, poi è stato imposto a tutte le altre
banche.
C’è un articolo del Codice civile che prevede espressamente che l’imprenditore e gli
amministratori rispondono per gli adeguati assetti amministrativi del proprio ente.
La complaiance vigila affinché le procedure dell’ente siano conformi alla legge.
La revisione interna vigila sul fatto che le procedure e l’organizzazione interne siano
efficienti.
L’organismo di vigilanza 231 è stato emanato in un decreto nel 2001 con cui il
legislatore ha previsto che gli enti rispondano con una responsabilità penale.
In Italia si è diffusa la prassi di nominare amministratori della società degli 80enni
che non avevano patrimonio e non rispondessero di alcun procedimento penale.
La sanzione è molto seria perché l’ente può essere interdetto dai rapporti con la
pubblica amministrazione.
Gli enti possono essere:
- Enti del libro primo del Codice civile  associazioni, associazioni, comitati
- Enti del libro quinto del Codice civile enti disciplinati a scopo di lucro
Nelle società di persone i soci rispondono delle obbligazioni non adempiute della
società, tra il patrimonio della società e quello dei soci non c’è una netta
separazione.
Le società di persone possono essere:
- SS  società semplice
- Società in nome collettivo
- SAS  società in accomandita semplice
Le società di capitali sono:
- SPA  società per azioni
- SRL  società a responsabilità limitata
- SAPA  società in accomandita per azioni
Nelle società di capitali i soci non rispondono dei debiti della società.
I soci rispondono nei limiti di quanto hanno investito in quella società.
Lo scopo di lucro è l’obiettivo di realizzare un proprio guadagno attraverso l’esercizio
dell’ente.
La maggior parte degli enti chiudono l’esercizio al 31/12, altre società chiudono i
propri bilanci al 30/06 e altri al 30/09.
A fine esercizi annuale l’ente fa il calcolo del costo e dei ricavi, se i ricavi sono
maggiori dei costi l’azienda ha degli utili, che vanno ripartiti tra i soci o reinvestito.
Chi compra azioni di una determinata spa o di una srl lo fa perché spera nel
frattempo di aver avuto dei dividendi, una distribuzione degli utili da parte della
società.
La cooperativa può avere forma di spa o srl, cooperative e consorzi non possono
redistribuire gli utili a fine anno.
Il consorzio serve agli imprenditori per esercitare insieme una o più fasi della propria
attività di impresa.
È nell’interesse degli imprenditori far parte di un consorzio perché può essere utile,
ad esempio, alla promozione di un prodotto.
La persona fisica è riconosciuta come tale dall’ordinamento quando nasce.
La giurisprudenza ha interpretato questo articolo del Codice civile che è soggetto
dell’ordinamento anche il nascituro, che deve ancora nascere.
Una lettura costituzionalmente orientata dell’articolo 1 del codice riconosce pieni
diritti al nascituro.
Le sezioni unite sono il collegio che risponde delle questioni nelle quali si è verificato
un conflitto giurisprudenziale.
La capacità giuridica significa essere idonei ad essere titolari di diritti e doveri. La
soggettività è l’idoneità di essere riconosciuti come soggetti giuridici. La capacità
giuridica ha dei limiti: se commettessi un reato grave potrei non esercitare tutti i
diritti.

Lezione 04/10/2022
La capacità di esercitare i propri diritti è la capacità di agire attraverso atti negoziale
e si acquisisce a 18 anni. A tutela del soggetto che non ha raggiunto a pieno questa
capacità l’ordinamento prevede degli istituti:
- Interdizione  reazione più forte che l’ordinamento può avere nei confronti
di un soggetto, gli atti che quel soggetto pone in essere non hanno più validità
giuridica; quindi, il giudice deve nominare un tutore che agirà per lui.
- Se la capacità di agire è meno grave e quindi il soggetto può compiere atti di
ordinaria amministrazione il giudice lo nomina inabilitato e dovrà essere
nominato un curatore che lo assista negli atti più rilevanti.
Il legislatore ha negli ultimi anni inserito l’amministrazione di sostegno, che
interviene quando una persona fisica ha bisogno di un sostegno ed è deciso dal
giudice caso per caso. In tutti i casi in cui prima si operava con l’interdizione o
l’inabilitazione, oggi si opera con l’amministrazione di sostegno.

La persona fisica può essere residente in un luogo, domiciliato in luogo ed avere la


dimora in un altro luogo.
La residenza  luogo in cui la persona fisica risulta essere residente secondo i
registri dell’anagrafe comunale.
Il domicilio  luogo in cui un soggetto ha i suoi affari principali.
La dimora  luogo in cui pernotto per due o più giorni.
Alla nascita l’articolo 1 riconosce la capacità giuridica, ma in realtà è anche
riconosciuta al nascituro.
La morte è molto rilevante per il diritto perché al momento della morte il soggetto
giuridico non esiste più e quindi si estinguono i diritti che fanno capo a quel
soggetto. Salvo che non ci siano eredi del morto, i quali eredi chiamati all’eredità
accettino la chiamata. Se gli eredi non accettano l’eredità l’effetto traslativo non si
realizza. Quindi tecnicamente dobbiamo decidere che al momento della morte i
parenti non sono eredi, sono chiamati all’eredità.
La morte dal punto di vista giuridico c’è la morte quando un soggetto ha
l’encefalogramma piatto.
Se qualcuno scompare il Codice civile prevede che la persona posso essere definita
scomparsa e il suo patrimonio può essere gestito dagli eredi, trascorso altro empio si
può dire che è morte presunta e si può aprire la successione.
I diritti di matrice legislativa sono:
- Diritto all’integrità fisica
- Diritto allo pseudonimo
- Diritto all’immagine
- Diritto d’autore
- Diritto alla privacy e riservatezza
Diritto alla privacy  diritto che ognuno di noi ha a che i propri dati personali siano
trattati in maniera corretta.
Diritto alla riservatezza  diritto a che nessuno cerchi di indagare questioni che
riguardano la nostra vita privata e che noi cerchiamo di tenere nascoste.
Il diritto alla privacy di oggi è figlio dell’informatica, tecnologia alla base dei
computer.
Il primo computer è stato fatto negli anni 40.
Negli anni 60 sono state create le prime reti informatiche, nasce così il progenitore
di internet, la rete arpanet.
Alla fine degli anni 60 si sviluppa la nanotecnologia che produce il microprocessore, i
computer diventano piccoli e personal, questo non basta a rendere il computer alla
portata di tutti. Il computer per essere veramente alla portata di tutti deve essere
utilizzabile da tutti. Il sistema operativo windows è stata una grande innovazione,
questo sistema traduce il linguaggio della macchina in linguaggio comprensibile
all’uomo. Nel 95 arriva windows in Italia.
Nel 91 il legislatore americano abroga il decreto di legge di usare internet per scopi
commerciali, dopo aver rimosso il divieto su internet si catapultano centinaia di
aziende e poi arriva anche in Europa.
Tutto impatta sui diritti alla privacy e riservatezza.
Tutto ciò che facciamo online viene memorizzato dai server.
Il consenso che noi diamo prevale sul consenso sostanziale.
Esercitazione 5/10/2022
Quando facciamo riferimento al concetto di successione facciamo riferimento a
qualcosa che subentra, una cosa prende il posto di un’altra.
Nel diritto privato il concetto di successione non riguarda solo le cause di morte;
infatti, questo concetto viene ripreso ed è presente anche con riguardo ad aspetti
inter vivos.
Un esempio è la successione nel credito o nel debito.
Se ho un credito verso la persona, debitore, io sono il creditore. È possibile che al
mio posto mi succeda qualcun altro, al mio posto succede nel credito un’altra
persona, ciò avviene se vendo il mio credito nei confronti di quella persona ad
un’altra che quindi prenderà il mio posto. Tra questi 3 soggetti c’è una successione,
quindi la successione è un fenomeno non legato solo al diritto dei morti, ma esiste
anche sotto altre sfaccettature.
La successione per causa di morte avviene quando la causa per cui avviene questa
successione è perché un soggetto è morto.
L’evento scatenante affinché si possa parlare di successione per causa di morte è la
morte di qualcuno. Un soggetto per il diritto muore nel momento in cui il suo
encefalogramma è piatto.
La morte presunta è una situazione di fatto e sussiste quando un soggetto è
scomparso da diversi anni; perciò, l’ordinamento a quel punto dichiara morte
presunta e si apre la successione.
Alla morte del soggetto viene indicato un suo successore, il quale si troverà nella
stessa situazione che il soggetto ha lasciato.
Se il defunto alla morte lascia debiti, io mi troverò ad avere una passività (debito).
L’ordinamento richiede la presenza di un successore perché nessun rapporto
giuridico deve rimanere senza un titolare.
Nella successione mortis causa esistono dei momenti:
- Morte  senza la morte non c’è alcuna successione mortis causa. Con la
morte si apre la successione, che è una serie di fasi che si dovrebbero
concludere con l’operazione divisionale (il patrimonio deve essere
materialmente allocato in capo ai successori).
- Individuazione dei soggetti che possono subentrare o meno nei rapporti
giuridici del de cuius  la successione può essere regolata in due modi (fonti):
 Dalla legge  SUCCESSIONE LEGITTIMA. È legittima quando non c’è
testamento oppure quando c’è un testamento ma non riesce a coprire
tuto il patrimonio del de cuius.
 Dal testamento  SUCCESSIONE TESTAMENTARIA
La successione necessaria  NON è UN TERZO TIPO DI SUCCESSIONE, è una
successione legittima potenziata.
La quota di legittima è una parte del patrimonio che non posso usare ma che devo
dare agli eredi legittimi.
La successione può essere:
- A titolo particolare  il successore subentra in un singolo rapporto o
relativamente a un singolo bene ed ottiene il titolo di legatario. Risponde dei
debiti intra vires (nei limiti di quello che ha ricevuto). La posizione del legato
dovrebbe essere favorevole perché non richiede accettazione (il patrimonio
che il de cuius aveva previsto per il successore entra automaticamente nel
patrimonio del successore).
- A titolo universale  qualifica colui che si trova a subentrare ed ottiene il
titolo di erede, subentra in tutte le questioni, sia dal lato attivo che passivo.
L’ordinamento vuole garantire che il defunto non cessi mai di vivere; quindi,
l’erede risponde dei debiti ultra vires (di tasca sua), salvo che l’erede non
abbia accettato con beneficio d’inventario. Ponendo questa divisione si
protegge dagli attacchi dei creditori e salva il suo patrimonio.
Questo tipo di eredità ha necessità di accettazione.

L’accettazione dell’eredità può essere in due modi:


- Espressa  si manifesta in maniera inequivoca il desiderio di accettare.
L’accettazione espressa può essere:
 Pura e semplice  si accetta l’eredità senza dire null’altro; quindi, il mio
patrimonio si confonde con quello del de cuius.
 Con beneficio d’inventario  deve seguire o essere precedente la
redazione dell’inventario dell’eredità. In questo modo il patrimonio del
soggetto e quello del de cuius rimangono separati.
- Tacita  non dichiaro di voler essere apertamente un erede, ma mi comporto
come tale. Esempio: sono chiamato all’eredità di un certo immobile, senza
aver detto nulla il giorno successivo vendo quell’immobile, in questo modo
comunico in modo tacito che ho accettato l’eredità. Può avvenire quando c’è
una donazione, cessione, o rinuncia di quel dato bene.

Esercitazione 12/10/2022
L’iter successorio ha uno dei suoi momenti salienti nell’accettazione.
Al momento dell’apertura della successione esistono 2 tipi di soggetti:
- Chiamato all’eredità  quelli che la legge vede come possibili eredi. Fino a
quando non accettano l’eredità non acquistano la qualifica di eredi. Ha la
possibilità, con la manifestazione di volontà, di ottenere una parte o l’intera
eredità.
- Vocato all’eredità  designazione fatta per legge o testamento di chi dovrà
succedere; tuttavia, il vocato non è chiamato all’eredità. Ci sono dei casi
particolari nei quali il soggetto, con la sua manifestazione di volontà, non può
accettare perché ci sono delle cause ostative. Il classico esempio è il soggetto
non nato, perché potenzialmente potrebbe essere l’erede ma c’è una causa
che glielo impedisce, ovvero non è ancora nato. Pur essendo stato individuato
non può accettare, fino al momento in cui non verrà meno l’impedimento.
- Delato all’eredità  colui che è stato chiamato all’eredità e non può accettare
subito l’eredità, ma in un secondo momento si. Ha i poteri dell’articolo 460
c.c., sono i poteri gestione della massa ereditaria, nel caso in cui ci fossero più
soggetti chiamati all’eredità, e uno di loro fosse un delato, si occuperà
dell’eredità il chiamato all’eredità, o colui che ha già accettato.
Prima dell’accettazione ci sono delle situazioni:
- Prima ipotesi  ci sono dei chiamati all’eredità che possono accettare ma non
hanno ancora accettato. Potrebbe non trovarsi in possesso dei beni
dell’eredità. Se nessuno dei chiamati accetta l’eredità, la situazione viene
chiamata “eredità giacente”, nessuno esercita i poteri del 460. A questo punto
il tribunale cura il curatore dell’eredità giacente, esercitando i poteri del 460,
al posto del chiamato all’eredità. l’attività del curatore cessa o quando viene
accettata l’eredità, o quando decorrono i 10 anni per l’accettazione
dell’eredità.
- Seconda ipotesi  EREDITÁ VACANTE  non ci sono più soggetti in grado di
accettare l’eredità e a quel punto eredita lo stato, che interviene ad accettare
l’eredità, per evitare che rapporti giuridici rimangono senza proprietà.
Nella successione legittima possono essere chiamati all’eredità tutte le persone
purché nate e concepite all’apertura della successione
Nella successione testamentaria possono accedere all’eredità tutte le persone nate,
concepite e non concepite all’apertura della successione (nato il nascituro non
concepito si dovrà rifare la divisione; se il nascituro non nasce e quindi quella parte s
potrà dividere tra gli eredi effettivi).
Esistono anche dei casi in cui un soggetto, che potrebbe essere capace, risulta
indegno di succedere.
INDEGNITÁ  È una causa di esclusione dalla successione dovuta a determinate
condotte dell’erede. (esempio: in vita ho tentato di uccidere mio padre)
Possono chiedere l’indennità:
- I chiamati in subordine  coloro che erediterebbero dopo di me
- I creditori del subordine
Dichiarata l’indegnità il soggetto decade, tuttavia è possibile che l’indegno sia
riabilitato dal de cuius, il quale deve scrivere nel testamento che vuole riammettersi
nella successione nonostante il mio comportamento indegno.

RAPPRESENTAZIONE  ambito dell’accettazione.


È il fenomeno in base al quale c’è un soggetto, che se ricorrono vari eventi che
impediscono ad un altro soggetto, chiamato rappresentato, che è un suo
ascendente, non può succedere, il rappresentante gli subentra nella successione del
de cuius (mio padre). Quindi c’è un’eredità, esiste il rappresentato (figli, fratelli,
sorelle), che è il chiamato e dovrebbe accettare l’eredità, questo soggetto viene
meno e quindi gli subentra la categoria dei discendenti dei rappresentati (i nipoti di
mio padre, figli dei figli).
La rappresentazione opera in vari casi:
- Quando i chiamati per primi sono i figli del de cuius o i fratelli. Quando questi
soggetti non possono o non vogliono gli si sostituiscono i loro figli.
I casi in cui si verifica sono i seguenti:
- Assenza del soggetto chiamato all’eredità (non si hanno sue notizie da anni)
- Indennità
- Rinunzia al diritto di accettare

La rinunzia è il contraltare dell’accettazione. Con la rinunzia il chiamato dichiara di


non voler acquistare quanto gli spetterebbe, anche essa si prescrive in 10 anni e
deve essere totale, nel senso che non posso accettare solo in parte l’eredità che mi è
stata lasciata.
La rinunzia deve essere gratuita.

I legittimari (art. 536 c.c.) sono coloro ai quali la legge legittima una quota di eredità
del de cuius: coniuge, figli e ascendenti.
Sono detti legittimari perché hanno diritto alla quota di legittima, ed è la quota
indisponibile quindi il de cuius non può decidere a chi darla.
Se il de cuius non lascia nulla ai legittimari, i legittimari stessi possono impugnare il
testamento sulla base dei diritti dei legittimari.
La quota di legittima si calcola valutando il patrimonio totale, sottratti i debiti, a cui
va aggiunto il valore delle donazioni che il de cuius ha fatto in vita.
La tutela dei legittimari è oggetto della successione necessaria, che è una
successione legittima potenziata.
Si attiva quando c’è una lesione e viene fatta valere dal soggetto leso.
Se nulla viene fatto le cose restano come stanno, altrimenti se un legittimario leso
ha interesse si attiva la successione necessaria, che chiarisce quale è la quota di
legittima che ad essi spetta.
Norma 537 “riserva a favore dei figli”  caso in cui ci sono solo figli. Se c’è un solo
figlio, ad egli sarà riservato metà del patrimonio.
“i figli sono più di uno”  a loro è riservato 2/3 del patrimonio.
Art. 538  se chi muore lascia figli e solo ascendenti (genitori), a favore di questi
sarà riservato 1/3 del patrimonio.
“riserva a favore del coniuge”  a costui è riservata la metà del patrimonio.
Art. 540  al coniuge spetta la casa di domicilio con mobili
Art. 542  coniuge+ figlio = 1/3 al figlio e 1/3 al coniuge
La quota di legittima deve essere garantita il soggetto legittimario, o il de cuius la
garantisce o la legge dopo attivazione.
La legittima viene tutelata con le azioni a tutela, o con la tutela quantitativa della
legittima. Con la tutela quantitativa della legittima si garantisce quella quota pari nel
totale del patrimonio del de cuius a quella quota che la legge riconosce.
L’azione di riduzione serve a rendere inefficaci o a ridurre in maniera corrispondente
le donazioni testamentarie del de cuius in vita.
I successori legittimi sono coniugi, discendenti, ascendenti, collaterali, stato.

La successione testamentaria viene regolata dal negozio unilaterale del testamento.


Il testamento è sempre revocabile fino al momento in cui non muore il de cuius.
L’autonomia testamentaria è il secondo principio.
Il testamento è l’atto di autonomia per eccellenza, deve essere:
- Pubblico  ricevuto da un notaio alla presenza di 2 testimoni.
- Segreto  scritto o dal testatore o da un terzo soggetto, deve essere
sottoscritto e consegnato ad un notaio, che non ne conosce il contenuto.
- Olografo  più diffusa, testamento di pugno, sottoscritto dal testatore con
data.
Vige la regola “equipollenza delle forme testamentarie”  le forme testamentarie
sono tutte valide; quindi, vale il testamento più recente in caso di doppio
testamento se sono incompatibili.

Esercitazione 26/10/2022
Il matrimonio non è un contratto perché non è finalizzato a creare un rapporto
giuridico patrimoniale.
All’interno e tra la disciplina del matrimonio c’è una parte riservata al principio
matrimoniale.
Il matrimonio non è un contratto
Art. 177-179 c.c., riguardano il regime che opera ex legge per quanto riguarda il
regime patrimoniale. Sono articoli centrali  identificano i beni che cadono in
comunione rispetto ai beni che non ricadono in comunione. (quel determinato bene
è di proprietà di entrambi i coniugi).
Questi articoli elencano una classifica dei beni che rientrano in comunione rispetto
ai beni che rimangono di proprietà esclusiva di uno dei coniugi.
La categoria principale di beni che cadono in comunione sono i beni acquistati dopo
il matrimonio, così come le aziende che vengono avviate dopo il matrimonio.
Se un soggetto subisce un fatto ingiusto da parte di altri, colui che ha provocato
questa lesione è tenuto ad un risarcimento, e questo bene sarà di proprietà
esclusiva di colui che è stato ferito, non cadrà in comunione.
COMUNIONE DEL RESIDUO  sono tutti i beni, i proventi, i frutti dell’attività
professionale che possono essere spesi da uno solo dei coniugi durante la
permanenza legale perché permangono nella sua sfera personale, se però
permangono fino allo scioglimento della comunione cadono in comunione.
Gli atti di straordinaria amministrazione  si decidere di vendere un bene in
comunione, ma entrambi i coniugi devono essere d’accordo.
La violazione di questa disposizione si ha quando uno dei due coniugi compie un atto
di straordinaria amministrazione senza l’altro coniuge.

Lezione 27/10/2022
Datio in solutum  art.1197 si parla di prestazioni in luogo dell’adempimento, “dare
qualcosa come pagamento alternativo”.
Art.1197 dà il concetto della prestazione in luogo dell’adempimento, il debitore non
può liberarsi eseguendo una prestazione diversa da quella richiesta, salvo che il
creditore lo consenta. L’adempimento avviene attraverso una prestazione
alternativa rispetto a quella originale.
Art. 1260  è possibile cedere un credito nel momento in cui qualcuno è disposto a
prendere il mio posto come creditore, in una ipotesi di cessione del creditore il
debito non può opporsi alla sua cessione, il debitore la subisce, la cessione è
operativa nel momento in cui gli viene notificata. Questa è una modificazione dal
lato attivo.
CESSIONE PRO SOLUTO  il creditore che cede non ha più nulla a che fare con la
vicenda, senza che il cedente garantisca la solvibilità del debito.
CESSIONE PRO SOLVENDO 
CESSIONE DEL CREDITO IN LUOGO DELL’ADEMPIMENTO  art. 1198 ipotesi in cui in
luogo dell’adempimento cedo un credito. Le modificazioni dal lato passivo: un
esempio è la successione nel debito per causa di morte, ed è necessario sempre il
consenso del creditore per il passaggio dal lato passivo.

Potrebbero piacerti anche