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ISTITUZIONI DI DIRITTO PRIVATO

Che cos’è il diritto ?


1. Prima definizione di Pietro Rescigno che parla di ordinamento giuridico: il
segno di distinzione di ogni comunità organizzata è il diritto.Con il termine
diritto si fa riferimento al modo e alle forme in cui ciascuna società si organizza,
si ordina: di qui, l’altra espressione ordinamento giuridico.Dettare regole per i
rapporti con i consociati,stabilire attraverso quali meccanismi altre regole
possano essere stabilite e possano venire modificate o soppresse le norme in
vigore;affidare a determinate persone o a collegi di persone il compito di
assicurarne il rispetto e di risolvere i contrasti che ne accompagnano la concreta
applicazione:così può descriversi in maniera elementare l’ordinamento giuridico
di ogni comunità di oggi.

REGOLE: Una società che non sia organizzata e che non preveda modi di
risoluzione per i conflitti, significa che questi ultimi vengono risolti con la
forza(forza fisica personale, violenza…).Una comunità organizzata,invece,secondo
diritto prevede regole per risolvere i conflitti.

PERSONE O COLLEGI DI PERSONE : collegi di persone che hanno il compito di


assicurare il rispetto e di risolvere i contrasti.Si parla dei giudici (anche i giudici
privati).

2. Definizione tratta da Maddalino Irti: il diritto è dominio sulla volontà altrui:


di governanti sulla volontà dei governati,del creditore sulla volontà del
debitore, del proprietario sulla volontà di tutti i consociati (erga omnes),del
giudice sulla volontà delle parti in causa, e così seguitando.

Chi scrive vive il diritto come potere(non basato sulla forza).


Dominio: entra in gioco la concenzione di potere degli uomini sugli altri uomini
Rapporto tra governanti e governati: oggi potremmo dire tra Stato e cittadino
Rapporto tra creditore e debitore:importante nel diritto privato.È uno schema tra
due parti, che si chiama rapporto obbligatorio.
Rapporto tra proprietario di un bene e tutti gli altri:i Romani l’avrebbero definito
con l’espressione meum esse (ius escludendo alios).Si parla di un rapporto
escludente gli altri.
Rapporto giudice sulla volontà delle parti in causa: il giudice è chiamato ad
interpretare il testo giuridico in un modo ben preciso con riferimento al caso che gli
viene proposto per stabilire chi ha ragione.
Tutti questi rapporti sono interpretati nell’ottica del potere.
CHI PRODUCE QUESTE REGOLE? Il diritto è un prodotto artificiale creato
dagli uomini per gli uomini (hominem causa).
Il diritto naturale è la manifestazione di un’esigenza dell’uomo: avere un
complesso di regole che non sia affidato alla dimensione storica.In altre
parole,regole che provengono dalla natura connaturate con la storia del mondo.
Il tema del diritto naturale che non può essere esposto ai rischi della storia è
un’aspirazione dell’uomo.
Se tuttavia pensiamo allo ius naturale e al fatto che nel mondo romano anche gli
schiavi erano tali per natura, allora anche lo ius naturale è artificiale.
Basti pensare al fatto che nella fase post bellica si è posto il problema della legge
ingiusta.(le leggi razziali del 1938 sono l’esempio emblematico).A Padova dopo la
caduta del regime nel 1950 si tenne un convegno di giuristi per discutere la natura
di queste leggi ingiuste.
Il diritto,dunque,è soggetto a numerosi mutamenti.È un prodotto dinamico.

L’INTERPRETAZIONE GIURIDICA
Nell’interpretazione giuridica ha grande importanza il concetto di precedente
interpretativo dato dai testi giuridici e le interpretazioni fino a quel momento date.
Per esempio,l’interpretazione musicale ha alla base un dato preesistente:lo
spartito.Così come l’interpretazione giuridica ha il suo precedente nel testo
giuridico.Entrambe sono interpretazioni creative.
Il giurista romano Celso,infatti,definiva il diritto come l’ars boni et aequi.Il
diritto,quindi,è un’artificio e per questo può essere definito come una produzione
creativa.
L’interprete del diritto deve tenere conto dell’ esigenza della certezza del diritto e
alla prevedibilità dell’ interpretazione giuridica.Questi ultimi due aspetti non sono
propri degli altri tipi di interpretazione.

Esigenza= sapere prima di tenere un certo comportamento quali sono le


conseguenze a cui si va incontro.Bisogna prevenire, da qui la prevedibilità.
Un’altra esigenza è che il medesimo comportamento venga valutato
giuridicamente allo stesso modo:LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI.
La concretezza in realtà ci dice che non è così in quanto vi è una difformità di
trattamento, da dover risolvere.
L’interpretazione giuridica ha quindi una specificità che la distingue dalle altre
interpretazioni.
CERTEZZA,PREVEDIBILITÀ,TRATTAMENTO sono concetti importanti nella storia
giuridica, durante la quale si sono trovati strumenti idonei volti a garantire in
modo assoluto(o almeno) la parità di trattamento.
La sensibilità dell’organo giudicante,la diversità di fatti pongono importanti
problematiche a livello di parità di trattamento.A questi due se ne aggiunge un
terzo: parlare del testo giuridico in una prospettiva diacronica.Il testo giuridico del
1980 rimane identico, ma l’interpretazione muta, risentendo delle nuove
istanze.Vedi CODICE CIVILE del 1942: norme identiche ma interpretazioni diverse.
Per questo si parla di testo giuridico e di contesto.

CHI SONO I PROTAGONISTI DELL’ INTERPRETAZIONE GIURIDICA?


1. I giudici, decidono sulla controversia sulla base della propria interpretazione
che ovviamente tiene conto di quelle altrui.La decisione finale spetta
comunque al singolo giudice.La sua sentenza si basa sulla sua potestas
iudicandi, anche se la decisone dovesse essere sbagliata.La forza della sua
interpretazione conseguenza della legge.

2. Gli studiosi del diritto scrivono opere di interpretazione e la facoltà di


interpretare si acquisisce attraverso l'autorevolezza(auctoritas), il
riconoscimento da parte di una comunità di appartenenza.La forza della sua
interpretazione è conseguenza dell’autorevolezza.

3. Il notaio, figura di grande rilievo sul piano interpretativo.Il notaio non solo
dà forma all’atto che vale fino a querela di falso ma ha anche funzioni di
responsabilità, penale, disciplinare e nei confronti dei clienti, e soprattutto,
aiuta le parti a redigere un atto che sia conforme all’ordinamento giuridico,
dunque, si parla di funzione di conformazione dell’atto di legalità.

4. L’avvocato interpreta il contratto, in base alle norme giurisprudenziali


coinvolte.Se la giurisprudenza dovesse essere contraria alla posizione che
l’avvocato deve difendere, quest’ultimo dovrà interpretare le norme prese in
considerazione per opporsi all’interpretazione contrari. L’avvocato quindi
deduttivamente dovrà portare delle interpretazioni contrarie a difesa del suo
cliente.

LE FONTI DELL’INTERPRETAZIONE
La fonte principale del diritto privato è il codice civile che è del 1942.
Il codice è passato attraverso un mutamento profondo dell’assetto governativo del
nostro paese ma struttura fondamentale del codice civile,salvo modifiche, è
rimasta invariata.La stessa cosa vale per la Francia con il codice Napoleone e il
codice tedesco entrato in vigore il 1 gennaio 1900.
Questo perché il diritto privato risente dei profondi mutamenti che intervengono
nell’economia più che dei mutamenti politico-costituzionale.L’organizzazione
dell’impresa ad esempio risente dei cambiamenti che avvengono nella società a
livello economica, così come quando parliamo del diritto delle società del 2003 o
ancora Il diritto di famiglia che nel 1975 è stato quasi integralmente modificato.
CHE COSA È CAMBIATO NEL SISTEMA DELLE FONTI?
Partiamo da un approccio diacronico: se analizziamo le fonti del diritto per come
apparivano, ovviamente ora non abbiamo lo stesso elenco di fonti.

CAPO I DELLE. FONTI DEL DIRITTO


1.indicazioni delle fonti —1. Sono fonti del diritto:
-leggi
-regolamenti
-norme corporative
-usi
*non ci sono più le cosiddette norme corporative proprie del periodo fascista.

2.Leggi—1.La formazione delle leggi e l’emanazione degli atti del Governo aventi
forza di legge sono disciplinate da leggi di carattere costituzionale.

3.Regolamenti—1.il potere regolamentare del Governo è disciplinato da leggi di


carattere costituzionale
2–il potere regolamentare di altre autorità è esercitato nei limiti delle rispettive
competenze, in conformità delle leggi particolari.

4.limiti della disciplina regolamentare —1.i regolamenti non possono contenere


norme contrarie alle disposizioni di legge.
2.I regolamenti emanati a norma del secondo comma dell’art 3 non possono
nemmeno dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati dal Governo.
COSA SIGNIFICA? Significa che possiamo ricavare l’ordine gerarchico
in cui si trovano le fonti.
Si parla di gerarchia delle fonti.La fonte sottordinata, nel nostro caso i regolamenti,
non può contenere norme contrarie alla norma sopra indicata che, sempre per
quanto riguarda il nostro caso è duplice:
-primo comma dell’articolo 4
-seconda comma dell’articolo 3.
E così via.
Si instaura una gerarchia tra legge e regolamenti e gerarchia tra questi ultimi.
I regolamenti, tutti, sono sotto ordinati rispetto alle leggi dunque non possono
mantenere norme contrarie alle leggi.Si parla di un rapporto gerarchico tra le fonti.

8.Usi—1.Nelle materie regolate dalle leggi e dai regolamenti gli usi hanno efficacia
solo in quanto sono da essi richiamati
2.Le norme corporative prevalgono sugli usi hanno efficacia solo in quanto sono da
essi richiamati.
Si tratta di una visione dominata dalle legge che oggi si direbbe ordinaria, per
distinguerla dalla legge costituzionale.

COSTITUZIONE, LA LEGGE DELLO STATO


Il primo sistema che ha sconvolto le fonti è stata l’entrata in vigore della
costituzione, per un triplice punto di vista:
1- la costituzione si colloca all’interno di questa scala gerarchica al primo
posto.Trovandosi al primo posto e applicandosi il principio gerarchico, la legge è
sotto ordinata e non può contenere norme che siano contrasto con la costituzione
2-Tutte le norme devono essere conformi alla costituzione
3- I principi enunciati nella carta costituzionale sono applicabili direttamente ai
rapporti tra i privati (indirizzo precettivo come se fossero rivolte al parlamento )
oppure sono destinati ad essere attuati mediante legge dello stato (indirizzo
programmatico)?
All’inizio l’indirizzo prevalente era quello programmatico, cioè indicano un
principio che deve essere attuati dalla legge (come se fossero rivolte al
parlamento),oggi si può dire che quello dominante è quello precettivo.
In altre parole, negli anni ‘60 era prevalente l'interpretazione programmatica e
non quella precettiva.Laddove per carattere percettivo si intende che si possono
essere direttamente applicati tra privati senza la mediazione della legge
applicativa.
La costituzione non poteva essere direttamente applicata nei rapporti tra privati
Oggi lentamente la costituzione è entrata poi nel diritto privato.(La prima sentenza
della corte costituzionale è del 1956).

Il codice civile si è arricchito anche grazie alla leggi regionali che hanno forza nelle
materie in cui nell’articolo 117 hanno forza leggi dello stato ( La potestà legislativa
è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei
vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali)
Fino al 1970 c’era un solo organo legislativo: il parlamento a cui si aggiungeranno
le regioni.

Oggi ad avere la stessa importanza della costituzione sono i tre trattati dell’Unione
europea che costituiscono il corpo dell'euro diritto.
-trattato dell’Unione Europea
-trattato funzionamento Unione europea
-carta dei diritti fondamentali dell’uomo
Sullo stesso gradino della scala gerarchica si trovano fonti aventi uguale forza: la
costituzione è affiancata ai trattati dell’Unione europea.
Si pone, quindi, un problema di confine e di coordinamento tra fonti aventi la
stessa forza.
Tanto è che si parla di un sistema a tre che si è sovrapposto al sistema gerarchico
che vuole descrivere questa situazione, cioè una pluralità di fonti che hanno la
stessa forza e impongono un delicato e difficile problema di ordinamento.
Oggi abbiamo un sistema delle fonti del diritto assai articolato e caratterizzato da
un sistema a rete che si è andato a sovrapporre al sistema gerarchico.

Se ci sono su uno stesso gradino fonti di varie forze si pone un problema di


coordinamento.
Tra le fonti del diritto dell’unione europea, abbiamo fonti primarie e fonti derivate
come i regolamenti (entrano direttamente in vigore senza essere recepiti) e
direttive (hanno la funzione di informare i vari diritti degli stati membri e devono
essere recepite salvo che non abbiano caratteri di specificità, precisione, analiticità
di poter essere applicate direttamente).

La costituzione è certamente il pilastro del sistema delle fonti: è il cardine intorno


a cui ruota l’intero sistema di fonti dell’intero paese.
Sul primo gradino però ci sono anche i trattati, quindi, si pone un problema
delicato: nel senso in cui, via sia un contrasto tra un principio del trattato nella sua
declinazione applicativa, da parte della corte di giustizia europea (che è l’interprete
unico e autentico dei principi dei trattati).
Laddove un’interpretazione dei principi dei trattati fosse in contrasto con la
costituzione allora interviene la corte costituzionale che afferma che i principi del
trattato hanno valore, salvo che non contrasti con i principi fondanti
dell’ordinamento della repubblica italiano.

I giudici dai tribunali alla corte di appello applicano i principi della costituzione in
modo diretto nei rapporti tra i privati.
La costituzione si apre con i PRINCIPI FONDAMENTALI (fino ad art.12) i quali non
sono,secondo un ordinamento della corte costituzionale, suscettibili di modifiche
costituzionali, a differenza delle altre due parti:
1. Diritti e doveri dei cittadini (fino ad art 54)
2. Ordinamento della repubblica (fino ad art 138)
Per modificare queste due parti c’è bisogno di un processo più complicato rispetto
a quello utilizzato per la modifica di una legge ordinaria.Rimane il fatto che c’è una
parte del nostro ordinamento giuridico immutabile.

L’entrata in vigore della costituzione ha impattato sul diritto in vari modi. Abbiamo
già detto che tutte le leggi sottostanti devono rispettare quelle precedenti.
La costituzione, impatta sul diritto privato, sollecitando il legislatore ad emanare
nuove leggi che attuino i principi contenuti nella carta costituzionale e dall’altra
sollecitando il legislatore ad intervenire sulle leggi esistenti laddove queste non
fossero conformi con i principi contenuti nella costituzione.Un esempio
emblematico è la riforma del diritto di famiglia (1975).
Nel primo libro del codice civile, veniva disciplinata la famiglia patriarcale cioè
improntata alla disuguaglianza tra i figli.Ecco, quindi che il legislatore è sollecitato
ad intervenire.
FONTI DEL DIRITTO EUROPEO
La comunità europea nasce attraverso vari step storici:
-comunità europea del carbone e dell’acciaio, con il trattato di Parigi 1951
-comunità economica europea, con il trattato di Roma del 1957
-unione europea, con il trattato di Maastricht 1992

La specificità dell’Unione europea è la sua attitudine a creare norme vincolanti


all’interno degli stati membri.Dunque, le fonti europee integrano le fonti nazionali
in tutti gli stati membri.
Questa integrazione è stata difficile perché si scontravano la concezione
monista(quella della Corte di Giustizia europea secondo la quale l’ordinamento
europeo e quelli nazionali costituiscono un unico ordinamento) e dualista (quella
della Corte Costituzionale italiana secondo la quale, ci sono sicuramente forme di
integrazioni ma rimangono due ordinamenti distinti seppur integrati).
Prima sentenza della corte costituzionale del ‘64 18 reg

LE FONTI DEL DIRITTO EUROPEO: abbiamo tre gradi


diritto primario, è lo scalino più alto ed costituito dai
-trattati europei: il testo TUE (trattato di Maastricht del 1992) e il TFUE (i trattato
di Roma del 1957 che è stato completamente riformato, con il trattato di Lisbona
del 2009 a seguito del fallimento della Costituzione Europea)
I trattati sono accordi tra stati.

-principi generali dell’Unione europea principi o tradizioni comuni degli stati


membri .Prima della carta di Nizza non erano stati codificati e i principi generali si
ricavavano dalle decisioni della corte di giustizia e dalle decisioni degli stati
membri.

-carta di Nizza: carta dei diritti fondamentali dell’unione europea.

diritto intermedio che comprende gli accordi internazionali e sono vincolanti per
tutti gli stati membri.SOTTO L’ACCORDO C’E’ SOLO LA SOTTOSCRIZIONE
DELL’UNIONE EUROPEA.

diritto derivato articolo 288 TFUE Il diritto derivato si colloca sotto alla
Costituzione.
L'articolo 288 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabilisce che le
direttive vincolano lo Stato membro (uno solo, più di uno o tutti) cui sono rivolte per
quanto riguarda il risultato da raggiungere, lasciando alle autorità nazionali il potere di
scegliere la forma e i mezzi per raggiungere tale scopo.
I regolamenti e le direttive sono atti vincolanti, mentre i pareri e le
raccomandazioni sono atti non vincolanti.Questi ultimi due appartengono al soft
law: norme che non sono giuridicamente vincolanti ma sono utilizzate a fini
interpretativi.

-regolamenti corrispondente alla nostra legge.Si tratta di un atto che emana


norme generali ed astratte che vincola sia stati membri che direttamente
cittadini.Riconosce situazioni giuridiche soggettive direttamente tutelabili dai
cittadini, quindi si parla di diritto orizzontale.
È lo strumento più invasivo ed è direttamente vincolante.Gli stati membri sono per
così dire passivi.

-direttive: l’Unione europea dice allo stato membro qual è l'obiettivo che deve
raggiungere.Le direttive devono essere attuate attraverso un processo chiamato di
attuazione.Questi sono atti vincolanti, che non attribuiscono diritti ai cittadini
Se lo stato membro non rispetta le direttive, lo stato è inadempiente e si apre la
cosiddetta procedura di infrazione che nei casi più gravi può portare all’espulsione
dalla comunità europea.
Basti pensare all’Ungheria e alla Polonia: la commissione ha avviato procedure di
infrazione nei confronti dell'Ungheria e della Polonia per questioni legate
all'uguaglianza e alla protezione dei diritti fondamentali. Per quanto concerne
l'Ungheria, i casi riguardano la legge, di recente adozione, che in particolare vieta o
limita l'accesso ai contenuti rivolti a minori di 18 anni in cui siano promossi e
descritti "la divergenza tra la propria identità personale e il sesso attribuito alla
nascita, il cambiamento di sesso e l'omosessualità"; e le clausole di esclusione
della responsabilità imposte su un libro per l'infanzia con contenuto LGBTIQ.
Nel caso della Polonia, la Commissione ritiene che le autorità polacche non abbiano
risposto pienamente e adeguatamente all'indagine riguardante la natura e
l'impatto delle risoluzioni sulle cosiddette "zone esenti da ideologia LGBT"
adottate da diverse regioni e comuni polacchi.

La direttiva, non va confusa con la raccomandazione, è vincolante solo per il


risultato.Vedi il cosiddetto decreto Bersani che liberalizza una serie di mercati.
Le direttive diventano direttamente applicabili in assenza di attuazione della legge
nazionale e prevedono obblighi incondizionati:sono definite “direttive self
executing”.
I cittadini europei possono chiedere il risarcimento allo stato membro per la
mancata attuazione di una direttiva self executing.É una fattispecie della
giurisprudenza comunale e italiana.
I regolamenti e le direttive devono essere coerenti con i principi dei trattati.
La direttiva ha effetti verticali.

-pareri opinione che un organismo UE fornisce ad uno o più stati su loro richiesta.
-raccomandazioni invito che UE fa ad uno o più stati per tenere un certo
comportamento.Ad esempio, molto diffuse sono le raccomandazioni che l’ UE fa
per rispettare vincoli di bilancio.
Il Diritto UE vieta aiuti di stato per questo applica queste raccomandazioni.

Al primo gradino delle fonti, abbiamo detto esserci la costituzione e le leggi


costituzionali.
Al di sotto c’è il diritto europeo.
Con la riforma della costituzione art 117 comma I: la potestà legislativa è esercitata
dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli
derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali
Una legge italiana successiva ad una legge europea può modificare o abrogare una
norma europea perché il criterio cronologico cede a quello gerarchico solo se si
colloca ad un livello più elevato.In altre parole, prevale la norma più
importante.Siccome i trattati dell’unione europea sono stati attuati in Italia con
una legge, tutto il diritto europeo ha valore di legge.La legge italiana, quindi può
abrogare quella europea.
Ordinamento europeo e italiano sono distinti ma coordinati, non più equi e
coordinati.Nella sentenza Frontini 1963 , la Corte ha posto l'accento sul fatto che
ordinamento nazionale e ordinamento comunitario sono autonomi e distinti, pur
se coordinati a mezzo di una precisa articolazione di competenze.
La sentenza Costa Enel del 1964 della Corte di Giustizia delle Comunità europee che
ha affermato, per la prima volta, il principio del primato del diritto comunitario sul
diritto nazionale in caso di conflitto, di contraddizione o di incompatibilità tra le
norme dei due diversi ordinamenti.
Nel 1978 la sentenza Simmenthal mise in discussione la sentenza Frontini,
mettendo in evidenza che bisogna dare precedenza al diritto europeo e di
conseguenza, tutti i giudici sono chiamati ad applicare la norma superiore.
Sentenza granital 104 del 1984 si piega alla corte di giustizia sostiene che la norma
italiana in contrasto

TEORIA DEI CONTROLIMITI: se il giudice se una norma europea è in contrasto con i


principi fondanti del nostro ordinamento, non deve applicare direttamente la
norma ma deve rimetterla alla Corte di Cassazione.
Si tratta di una clausola di salvaguardia.
VEDI ART. 117
Sentenza del 2008, si riconosce la linea della corte di Giustizia, cioè quella monista
CEDU: carta europea dei diritti dell’uomo. Non da associare con l’ordinamento
europeo fino al 2009.Si trattava di un trattato siglato da tutti paesi europei.
è stata creata la corte europea dei diritti dell’uomo.
Solo nel 2009 con l’articolo 6 paragrafo 2, si afferma che l’unione europea aderisce
alla CEDU.ADERISCE MA NON HA ANCORA ADERITO, quindi non è diritto
europeo.Se una norma viola la carta dei diritti dell’uomo, allora si inserisce
all’interno delle fonti del diritto ?.Tutti gli stati che hanno siglato erano sia membri
dell’Unione europea che non.CEDU non fa parte delle fonti europee.
CARTA DI NIZZA: carta diritti dell’uomo.sottoscritta nel 2000, è pari nei trattati.La
carta di Nizza articolo 6 comma I è divenuta fonte di diritto europeo e per questo si
colloca sul piano dei trattati europei. (quindi allo stesso gradino della
costituzione).La carta di Nizza è stata siglata da tutti paesi europei.

LA COSTITUZIONE ITALIANA: quali sono i principi costituzionali che


influenzano il codice civile?
I principi fondamentali della Costituzione sono qualificati come fondanti il nostro
sistema repubblicano e sono immodificabili.
L’immodificabilità dipende dai rapporti di forza che esistono in
parlamento.(essenzialmente dipende dalla maggioranza parlamentare)
Le fonti e i rapporti di forza politici sono due temi connessi
Tra i principi fondamentali quelli che più ricorrono in relazione al diritto privato
sono:
-art 1. enuncia il lavoro come fondamento della repubblica e sovranità popolare.
(Pag XXXI)
-art.2 espone uno dei principi tra i più richiamati nell’ambito privatistico.Il
principio di solidarietà si ritrova in materia contrattuale.
-art. 3 è un pilastro della costituzione
I comma: enunciazione del principio di eguaglianza formale (tutti i cittadini sono
uguali davanti alla legge)
DIGNITA’ SOCIALE: concetto chiave per lo studio del diritto delle persone.
II comma: specificazione del principio di eguaglianza sostanziale.Il secondo
comma prende atto del presupposto della disuguaglianza.
-art 9: in questo articolo è presupposto un altro di quei principi che ha impattato
fortemente sul diritto privato.Questa norma viene richiamata in molte sentenze per
legittimare la tutela del paesaggio.
-art 16 : un articolo che presuppone un principio spesso applicato in relazione alla
pandemia da covid-19
-art 18 :presuppone un principio utile per il tema delle associazioni di persone
giuridiche(libro I del codice civile).Si tratta ovviamente del ribaltamento del divieto
che vigeva in epoca fascista.

Altri principi più che impattare sui sistemi del diritto privato, impattano sul
sistema delle tutele dei diritti di agire in giudizio, come l’art 24 e 25.
-art. 29: da qui nasce il dibattito sul fatto che si possa chiamare “famiglia” quella
formata da persone dello stesso sesso.Un tema che tocca tante sensibilità tanto
vero che la legge Civira? non fa riferimento all’omogenitorialità.
-art. 30: rapporti tra coniugi.
Questi principi ispirati dall’uguaglianza tra i coniugi.Erano in palese contrasto con
l’assetto giuridico della famiglia disegnato all’interno del libro I del codice civile
del 1942.
-art 32 che enuncia il principio della tutela della salute.

TITOLO III rapporti economici


- art 35
-art 36 che riguardano il lavoro.Nel I comma dell’art 36 torna il concetto di dignità.
-art 37 incentrato sui diritti della donna lavoratrice e costituisce il punto di inizio
di una legislazione sulla donna, in quanto lavoratrice e madre. Questo principio è
positivo perché ha sollecitato una serie di leggi volte a tutelare la funzione della
madre all’interno della famiglia.
D’altra parte, l’art 37 enuncia un principio contestato dai movimenti femministi: in
quanto questo articolo rimarca il fatto che la donna avesse come ruolo essenziale
solo quello a livello famigliare.
Naturalmente anche questo principio ha avuto una sua declinazione in quelle leggi
speciali che hanno assicurato alla donna la possibilità di accudire i figli.
Il ruolo della madre sembra essere insostituibile.
Nonostante tutti questi principi, cautele, leggi, la donna continua a scontare grandi
problemi legati ad un certo tipo di attività lavorative.
-art 39 contiene tutti i principi relativi all’organizzazione sindacale (che non sono
stati attuati)
-art 41: nel primo comma afferma il principio della libertà di iniziativa economica
privata (libertà di impresa) e nel secondo comma che questa attività non può
svolgersi in contrasto con…
-art 42 riguarda la proprietà.Sottolineiamo che fino al codice del 1942 la proprietà
privata era un istituto centrale su cui si era costruito il diritto soggettivo.La
proprietà, dunque, è la massima espressione del diritto soggettivo, di quel diritto
esclusivo, erga omnes.SECONDO COMMA ART 42 si afferma che la proprietà privata
è garantita dallo Stato.

QUALI SONO I LIMITI DEL CONTENUTO DELLA PROPRIETA’ ?


Si parla di limiti interni ed esterni.Quelli interni, di maggiore importanza,
discendono dal principio enunciato dall’art 42 e sono alla base dell’articolo 832 del
codice civile. (207)
COME HA IMPATTATO LA COSTITUZIONE SUL DIRITTO PRIVATO?
Abbiamo già detto che, nel momento in cui è entrata in vigore, la Costituzione ha
impattato sul sistema delle fonti.
In base al principio di gerarchia delle fonti,infatti,le fonti che stanno sotto (leggi
dello stato e quelle regionali ) non possono essere in contrasto con i principi della
carta costituzionale.
Da qui due effetti:
1. l’entrata in vigore della costituzione ha sollecitato il legislatore ad
intervenire per attuare in via legislativa i principi contenuti nella
costituzione.
Due grandi esempi di legislazione attuativa dei principi costituzionali, sono
stati lo statuto dei lavoratori 1970 che negli ultimi anni è stato oggetto di
interventi e il diritto di famiglia del 1975. Si tratta di leggi ben fatte,
emanate attraverso due tecniche diverso rispetto a quelle del codice civile: lo
statuto dei lavoratori è una legge che si affianca e in parte sostituisce norme
interne che disciplinano il rapporto del lavoro, (la disciplina contenuta nel
libro 4 del codice civile); il diritto di famiglia, invece, entra nel codice civile
sostituendo quegli articoli del codice civile che costituivano il blocco
precedente.
2. la funzione della corte costituzionale (art 134 e seguenti della carta
costituzionale).
TITOLI DELLA SECONDA PARTE.La corte costituzionale è l’organo supremo
dell’interpretazione della costituzione.
La corte costituzionale sta alla costituzione italiana come la corte di giustizia
europea sta ai trattati.
La funzione della corte costituzionale è esplicata nell’art 134. (LV)
La funzione principale della corte costituzionale è quella di vigilare sulle
leggi e sugli atti aventi forza di legge.
COME ? COME SI ACCEDE ALLA CORTE COSTITUZIONALE ? Il
modo per accedere alla corte costituzionale è il processo: questo è previsto
da una legge costituzionale approvata successivamente alla promulgazione
della costituzione e che disciplina il discorso sulla costituzionalità sulle
leggi.
Ciascuna delle parti e il giudice ex officio, possono sollevare una questione di
legittimità costituzionale.Ad esempio se una data norma si rivela in
contrasto con i principi della costituzione,il giudice è chiamato a fare una
doppia valutazione: una prima valutazione di rilevanza (fumus boni iuris)
della norma di cui si contesta l’incostituzionalità ai fini del decidere quella
data controversia.
Se è rilevante si passa alla seconda valutazione: il giudice rimette la
costituzionalità di data norma,alla corte costituzionale, quando ritenga la
questione “non manifestamente infondata”. Significa che è sufficiente il
dubbio.
Ovviamente, una norma appare o non appare incostituzionale a seconda di
come la si interpreta.
Quando si arriva alla corte quest’ultima valuta l'ammissibilità.La norma può
essere oggetto di :
-sentenza di rigetto perché la norma non è in contrasto con i principi
costituzionali
-sentenza di accoglimento quando la corte dichiara la norma in contrasto
con i principi.Viene utilizzato art 136 (pag LV).La norma cessa di avere
efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione. Art 77 per
casi eccezionali (pag XLV)
-sentenza interpretativa di rigetto.Si tratta di una decisione intermedia: in
molti casi la corte rigetta ma lo fa in un modo particolare sostenendo che la
norma non sia incostituzionale, ma lo diventa a seconda delle
interpretazione.Si tratta di decisioni con le quali viene rigettata la questione
di costituzionalità in quanto se la norma si interpreta in un determinato
modo, non è in contrasto con i principi costituzionali.
La corte costituzionale interviene in una serie di interpretazione vincolante per il
giudice generale e gli interpreti.La norma non cessa di avere efficacia, a condizione
che la si interpreti in tal modo.La norma esce dalla corte in relazione alla sua
interpretazione vincolata.
Si è ormai consolidato anche il dovere per il giudice di interpretare le norme ai fini
del decidere in senso conforme alla costituzione.
La norma si rimette alla costituzione solo quando non sia possibile offrire
un’interpretazione costituzionalmente orientata.

Il criterio di interpretazione di una norma legge si può estendere ai trattati europei.


La costituzione viene ritenuta dai giudici direttamente applicabile alla singola
controversia.
Si è dovuti arrivare negli anni ’60 per applicare i principi costituzionali nella
disciplina privatistica.

La legislazione ordinaria sotto i principi costituzionali e le fonti europee.


Dagli anni 80 c’è stato un notevole cambiamento dovuto all’introduzione delle
leggi regionali (art 117 L)
L’articolo ha subito una modifica, infatti non è nel testo originale.
Il primo comma sottolinea che sia le leggi italiane sia le leggi regionali devono
essere conformi non solo alla costituzione ma anche ai vincoli derivanti
dall’ordinamento comunitario cioè al diritto dell’Unione europea.
Il secondo comma dell’articolo 117 sottolinea che lo Stato ha potestà legislativa
consecutiva in una serie di materie.
Il terzo comma contiene un secondo elenco, per le quali è prevista la legislazione
concorrente Stato-regione.È una potestà legislativa della regione che si deve
comunque inserire all’interno della Costituzione.
COMMA IV potestà legislativa di carattere residuale
Dagli anni 90 si è verificato nel nostro paese un fenomeno di ipertrofia legislativa,
o meglio, di un eccesso di legislazione.Oggi la legislazione si concentra spesso in
quella cosiddetta legge di fine anno (legge di bilancio).
Il parlamento non legifera più come prima a farlo è il governo
Vediamo art 76 e 77 siamo nella parte secondo titolo I:il parlamento.
Il governo può emanare decreti solo con la delegazione delle Camere.
Da questi due articoli si ricava che la potestà legislativa in via ordinaria spetta alle
camere.Che spetta al governo in casi eccezionali che sono

-Che il governo sia stato delegato dalle camere DECRETI DELEGATI c’è bisogno
quindi una legge delega (in questo caso stiamo parlando di diritto pubblico )
la norma delegata può essere incostituzionale per eccesso di delega.Cioè la norma
viola i principi costituzionali
-In casi straordinari, di necessità e di urgenza
I decreti leggi sono adottati dal consiglio dei ministri.Dal giorno stesso in cui
vengono pubblicati sulla gazzetta hanno forza di legge ma sono provvisori perché
perdono efficacia sin dall’inizio se non sono convertiti in legge entro 60 giorni
dalla loro pubblicazione (comma II e II art 77)
Comma II quando esce dal consiglio di ministro ha forza di legge decreto legge e
deve essere portato alle camere per la conversione in legge cioè per l’approvazione
da parte delle camere.Entro 60 giorni se interviene il decreto legge non è più
provvisorio ma legge.Durante la conversione può succedere che venga modificato
quindi abbiamo un testo di decreto legge che è quello che è uscito dal consiglio dei
ministri
E un testo di decreto legge parzialmente diverso
Se il decreto non viene convertito,il decreto perde efficacia.
Tutto il titolo I della seconda parte della costituzione che descrive il procedimento
legislativo ha al centro la regola il parlamento e l'eccezione il governo.Negli ultimi
anni la situazione si è ribaltata.Questo ha portato ad un cambiamento qualitativo.

Le camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base
dei decreti non convertiti.

17/10
La produzione normativa nel nostro paese è per la gran parte costituita da decreti
legge e decreti legislativi.Sul piano delle fonti del diritto, le conseguenze sono
diverse.Il decreto legge è caratterizzato da una qualità diversa dalla canonica
produzione normativa, quella legislazione propria dei secoli scorsi.Sicuramente più
elaborata e caratterizzata da un ordine sistematico migliore.Non si trattava di una
produzione caotica e cangiante.
Questo carattere della legislazione, negli ultimi anni, è andato profondamente
cambiando.
Una nuova legge nasce da esigenze disparate che possono essere economiche o
politiche e trovano risoluzioni diverse.
Si cerca, quindi, di trovare un comune denominatore per la risoluzione di
determinate problematiche.
Quando la soluzione normativa dei decreti legge non affronta in modo preciso e
coerente la problematica, allora si amplia la gamma delle possibili interpretazioni e
quindi la scelta che avrebbe dovuto fare il “legislatore” viene affidata al giudice.
Il punto di caduta dell’interpretazione è l’articolo 12 delle disposizioni generali
delle leggi.
Si ha un sistema delle fonti (a rete e gerarchico): bisogna interpretare norme
costituzionali ACCANTO i principi dei tre trattati UE, le sentenze della corte di
cassazione ACCANTO i principi della CEDU come declinati dalla corte europea che
ha sede in Strasburgo.
In questo quadro è diventato fondamentale il quadro giurisdizionale(giudice).Il
giudice ius dicit.
Oggi siamo nel pieno dell’età giurisdizionale tanto che oggi si parla di età delle
corti.Ci sono sentenze che determinano quasi delle dottrine, danno
un’impostazione che mira a diventare un“precedente”.
In un sistema delle fonti così complesso, lo spazio della creatività diminuisce e
diventa più difficile la prevedibilità giuridica.
D’altra parte bisogna considerare i contrasti, l’ imprevedibilità delle decisioni
giudiziarie.
I cittadini devono sapere quali saranno le conseguenze a cui vanno incontro se
vengono meno ad un obbligo previsto per un determinato contratto.
A dare uniformità è la corte di cassazione, grazie all’intervento del legislatore
attraverso il regio decreto 02
Riforma cartabia
Articolo 65 dell’ordinamento giudiziario è rimasto uguale ad eccezione di un punto
riguardante l’impero:
“I COMMA: la corte suprema di cassazione,quale organo supremo della giustizia
assicura l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge,l’unità del diritto
oggettivo nazionale,il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni ;regola i conflitti di
competenza e di attribuzioni ed adempiE agli compiti ad essa conferiti dalla legge.
II COMMA: la corte suprema di cassazione ha sede in Roma e ha giurisdizione su tutto il
territorio del regno dell’impero e su ogni altro territorio soggetto alla sovranità dello
stato”
Quest’ultima parte è venuta meno.
Prima dell’unificazione del 1923, c’erano cassazioni territoriali (Torino,Roma
Palermo, Napoli e Firenze).
Il compito assegnato dalla legge alla corte di cassazione è quello di assicurare
l‘esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge.
La corte di cassazione è caratterizzata al suo interno da sezioni semplici e unite
civili,penali e tributarie.
Al di sopra ci sono le sezioni unite.Il collegio è composto da 15 magistrati e ha il
compito di risolvere le questioni di massima importanza oppure di risolvere i
conflitti di giurisdizione.
Al I e II grado troviamo i giudici di fatto mentre il giudice di cassazione è giudice di
legittimità perché in cassazione si censura la decisione impugnata per errata
interpretazione. Il giudizio della corte di cassazione è un giudizio di legittimazione.
La giurisprudenza è fonte del diritto ? No, dal punto di vista formale.Il precedente
ha una sua forza ma non obbliga il giudice a seguirlo.Dipende dalla discrezionalità
del giudice.In dato di fatto,però,le decisioni sono prese in base alle sentenze
precedenti della cassazione, il giudice non è obbligato a farlo. Si parla di forza di
precedente.

L’articolo 113 mette in evidenza che il giudice(tutti i giudici)nel decidere la


controversia deve seguire le norme di diritto. L’articolo 75 afferma la funzione
nomofilattica: cioè porta all'uniformità dell’interpretazione e all’Unità del diritto
oggettivo nazionale.
Quando si arriva in cassazione, il giudice verifica se le norme sono state
interpretate e applicate correttamente o meno.Si parla di funzione nomofilattica.
La prassi di concentrare l’attività legislativa nella legge finanziaria (legge di
bilancio)prende avvio con la legge 23 dicembre n 388

A decorrere dal 1 gennaio 2001 il limite massimo dei crediti di imposta e dei
contributi compensabili ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997,
n. 241, ovvero rimborsabili ai soggetti intestatari di conto fiscale, e' fissato in lire 1
miliardo (1) per ciascun anno solare.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2001/02/22/001A0850/sg

Consta di 158 articolo, l’articolo 145 consta di 99 commi.


Legge finanziaria del 2004 VEDI COMMA
legge finanziaria del 2005 con un solo articolo con 572 commi
Legge finanziaria 2006
Legge finanziare 2007
Legge finanziaria VEDI REG 17
Legge 2011
Legge di stabilità 2013
Prima avevamo leggi caratterizzate da un ordine sistematico, con questa prassi
invece è venuto meno il criterio di interpretazione di tipo sistematico.È difficile
rintracciare una cosiddetta ratio legis.

DISPOSIZIONI SULLA LEGGE IN GENERALE


Art 12. Il primo comma detta due criteri di interpretazione (ovviamente elaborati
nel contesto del 1942)
-Uno letterale inteso in senso negativo, ovviamente abbiamo plurisignificanti di un
solo testo
-intenzione del legislatore quella che comunemente viene detta ratio legis.
Comma II: una controversia si decide in base ad una precisa disposizione.
I sostenitori dell’applicazione diretta dei principi dei trattati europei e di quelli
della carta costituzionale ai rapporti privati, ritengono che le disposizioni
dell’articolo 12 siano state abrogate.

24/10/2022
L’articolo 12 detta i criteri dell’interpretazione della legge, ma l’articolo stesso
diventa a sua volta oggetto di interpretazione.
Particolare importanza assume il I comma dell’articolo, in cui viene indicato il
parametro identibile dell’interpretazione del testo normativo: quello letterale.
A sottolineare l’importanza dell’interpretazione letterale vi è la giurisprudenza
della corte di Giustizia europea, l’interprete principale delle fonti del diritto.
La corte di giustizia si sofferma su due parametri strettamente collegati:
-non dare significati equivoci:promulgazione di leggi chiare.
-il testo deve essere suscettibile di un’interpretazione letterale potenzialmente
equivoca.
Ovviamente il diritto nazionale deve essere interpretato sulla base delle norme
europee.Un testo normativo nazionale non può scontrarsi contro le leggi
costituzionali europee.
L’interprete non può ribaltare il significato, il contenuto letterale che compone una
norma.
Tale criterio non vale se l’oggetto dell’interpretazione è il testo contrattuale o la
sentenza del giudice.
L’interpretazione letterale,enunciata nel I comma dell’articolo, viene integrata con
le fonti sovraordinate: tra cui l’intenzione del legislatore.
La norma va interpretata dinamicamente.
Il secondo comma, invece, è più complicato non tanto per la circostanza che sia
superata l’interpretazione analogica (che invece viene continuamente applicata).

Per diritto vivente si intende l’interpretazione del testo normativo consolidata


nella giurisprudenza.

25/10
LIBRO PRIMO: DELLE PERSONE E DELLA FAMIGLIA
Il concetto di persona, nel codice civile, non è sinonimo di persona umana infatti
nel titolo I si parla di persone fisiche mentre nel titolo II di persone giuridiche.
La persona fisica non coincide con la nozione di homo.
Il codice civile è caratterizzato da una visione delle persone propria del
rinascimento e illuminismo: la riprova CHIEDERE
Il terzo comma, abrogato, prevedeva che la legge introducesse delle limitazioni
della capacità giuridica a livello razziale.
La capacità giuridica indica l'idoneità di essere titolari di rapporti giuridici(diritti e
doveri).
La capacità giuridica introduce il concetto di soggettività giuridica nel senso di
idoneità di essere centro di imputazioni di situazioni giuridiche.
Il giurista tedesco dell’800,Friedrich Carl von Savigny scrisse l’opera “sistema del
diritto romano attuale”in cui parla del concetto di soggetto del diritto:

“il concetto primitivo del soggetto di diritto deve coincidere con il concetto
dell’uomo.Tuttavia questo primitivo concetto può dal diritto positivo ricevere
modificazione.Può cioè,in primo luogo,negare a taluni singoli uomini in tutto o in parte,
la capacità giuridica.In secondo luogo estendersi la capacità a qualche altro ente, e così
può artificialmente formarsi una persona giuridica”.

Questa visione nel periodo postbellico muta notevolmente, in quanto la dignità


umana era stata calpestata.Emblematico in questo senso è l’opera “vivere la
democrazia” di Stefano Rodotà.
Analizziamo il concetto di dignità: ne abbiamo una prima prova nell’art 3 della
Costituzione.
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali”
Ma ancora nel secondo comma dell’art. 32
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse
della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato
a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non
può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”
O ancora l’art 36:
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del
suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera
e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il
lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può
rinunziarvi”.
Ancora l’art 41
“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità
sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà,
alla dignità umana”.

Un anno dopo l’emanazione della carta costituzionale, viene promulgata la


dichiarazione universale dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite dei diritti
dell’uomo che riecheggia la dichiarazione francese.
Articolo 1 Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono
dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di
fratellanza
Entra in vigore, quindi, nel periodo post bellico ,la costituzione tedesca che si apre
con le parole “La dignità dell'uomo è intangibile. È dovere di ogni potere statale
rispettarla e proteggerla”.
Si arriva alla carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea la carta di Nizza
(Pag 97).

DIRITTI DELLA PERSONALITA’


All’inizio si tutelavano solo i diritti a contenuti patrimoniale.
Esistono diversi diritti: assoluti e relativi (quest’ultimi sono diritti di credito e si
pongono tra due o più persone.Sono quei diritti che attribuiscono al titolare una
pretesa, o comunque una situazione giuridica attiva, nei confronti non della
generalità dei consociati, ma esclusivamente di soggetti individuati. Essa
comprende in primo luogo i diritti di credito, che vengono anche chiamati
personali in contrapposto ai diritti reali perché hanno appunto come termine di
riferimento non una res, ma una persona, tenuta ad un determinato
comportamento nei confronti del titolare del diritto.).
Gli elementi fondamentali della personalità appartengono ai diritti assoluti (attivi e
passivi).
● I diritti assoluti sono i diritti reali (iura in re) e cioè diritti su una cosa (res).
Essi attribuiscono al titolare una signoria, piena (proprietà) o limitata
(diritti reali su cosa altrui), su un bene.Sono tutelabili erga omnes.
La categoria dei diritti assoluti, dicevamo, non comprende solo i diritti reali
ma anche i cosiddetti diritti della personalità (diritto all’integrità fisica, al
nome, all’immagine, ecc.) che sono tutelati in capo al singolo nei confronti
di chiunque
Ad esempio, basti pensare al diritto alla salute e al diritto alla proprietà.I
diritti assoluti o di personalità sono imperscrittibili ma rinunciali con alcuni
limiti.Sono leciti solo gli atti predisposti nell’articolo 5 (LIBRO I TITOLO I):
“gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una
diminuzione permanente della integrità fisica, o quando siano altrimenti
contrari alle legge; all’ordine pubblico o al buon costume”.
In generale, una lesione del diritto comporta il risarcimento del danno:
-per equivalente si monetizza la lesione
-in forma specifica si ripara quella lesione
Per i diritti della persona, invece non è possibile una riparazione se non in
forma equivalente.
I diritti della personalità spettano alle persone giuridiche: persone fisiche, persone
giuridiche in senso tecnico.C’è un’eccezione che è il concepito, un soggetto che
fisicamente esiste ma non è ancora nato.Il concepito non gode di una serie di tutele
di diritti, ma di quelli della personalità si.Ad esempio al concepito, è ammessa la
capacità di ricevere per testazione.
IL DIRITTO ALLA VITA è rinunciabile ma a nessuno è ammesso il potere di togliere
la vita a qualcuno.
E’ l’unico diritto per il quale è prevista una pena: il reato di omicidio.
In generale, il risarcimento del danno sorge al momento della lesione: in questo
caso, però al momento della lesione, il creditore non c’è più.Si tratta di una
qeustione tecnica di configurabilità del diritto.
E’, comunque, ammesso il diritto a favore dei parenti più stretti del defunto.Quello
che viene risarcito è la cosidetta perdita parentale ( in iure proprio).Non viene
risarcito un diritto vantato dal defunto in senso ereditario.
Nel 2010, una sentenza della Corte di Cassazione ha riconosciuto il danno
catastrofale,nei casi di morte non immediata, passa un lasso di tempo, nel quale il
soggetto cosciente acquista la consapevolezza della morte, oltre che quella della
lesione fisica.Questo passa iuris hereditas ai parenti.

Nel caso del diritto concepito, quando si parla di aborto non si può parlare di
omicidio del concepito.
Il diritto alla nascita è comunque riconosciuto.
Nel caso del diritto alla nascita, non sano, ci troviamo nella fattispecie in cui non
abbiamo un feto in salute.
In alcuni casi è stato richiesto il risarcimento per aver permesso la nascita di un
feto non sano: per la Corte di Cassazione, si tratta di una situazione non
configurabile perchè bisognerebbe ammettere che il diritto alla vita è limitato solo
alla vita sana.
La mamma ha il diritto, se il ginecologo, a causa di negligenza, non la informa
dello stato del feto, ha il diritto ad esercitare l’aborto: si tratta dell’unica
interruzione di gravidanza lecita oltre i 3 mesi.Nel caso in cui il bambino nasca, la
madre può richiedre il risarcimento del danno.

Nel caso di aborto libero, quindi in caso di interruzione all’interno di 90 giorni,


solo la donna,ha il diritto di abortire (non è necessario il consenso del padre del
concepito).
Bisogna specificare che comunque, nei primi 90 giorni è concepita l’interruzione
solo per tutelare la salute fisica e psichica della donna.Per tutela psichica bisogna
specificare che il parto costituisce uno sconvolgimento emotivo per la vita della
donna.

LA PERSONA
La nozione di persona oggi è sostanzialmente riferita soltanto alla persona fisica.
L’uomo — per il solo fatto della nascita (art. 1, comma 1, c.c.) — acquista la
capacità giuridica e, conseguentemente, diviene soggetto di diritto. E la
Costituzione repubblicana — all’art. 22 — enuncia solennemente il principio
secondo cui « nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità
giuridica ». La capacità giuridica, dunque, compete indifferentemente a tutti gli
uomini (per tali ovviamente intendendosi gli esseri umani, a prescindere da
distinzioni di sesso).

La soggettività del diritto, comunque, è propria non solo del soggetto di diritto per
eccellenza, quindi appunto la persona fisica, ma relazioni giuridiche sono
imputate anche ad entità create artificialmente del diritto, in quanto non esistenti
rerum natura, ad esempio l’universitas (oggi nel diritto privato, quando si parla di
universitas si fa riferimento all’universalità di beni mobili).Questi enti, sono le
persone giuridiche, di cui si parla nel titolo II del i libro.
Le persone giuridiche si distinguono in pubbliche e private, a queste si associano le
società, che costituiscono un altro genus e infatti sono disciplinate nel libro V.
Ci sono diversi tipi di società, sub genus che sono sicuramente soggetti di diritto
ma non sono persone giuridiche.
La società alfa costituisce il centro di imputazione di relazioni giuridiche, un
soggetto con una propria autonoma soggettività.

CAPO I – DISPOSIZIONI GENERALI Art. 11. Persone giuridiche pubbliche. Le


province e i comuni, nonché gli enti pubblici riconosciuti come persone giuridiche,
godono dei diritti secondo le leggi e gli usi osservati come diritto pubblico.
Art. 12. (…) (1 ) (1) ”Persone giuridiche private. Le associazioni, le fondazioni e le
altre istituzioni di carattere privato acquistano la personalità giuridica mediante il
riconoscimento concesso con decreto del presidente della Repubblica. Per
determinate categorie di enti che esercitano la loro attività nell'ambito della
provincia, il Governo può delegare ai prefetti la facoltà di riconoscerli con loro
decreto.” Articolo abrogato dal D.P.R. 10 febbraio 2000, n. 361.
Art. 13. Società. Le società sono regolate dalle disposizioni contenute nel libro V

Nel capo II si fa riferimento alle associazioni e alla fondazioni.Nel capo III si fa


riferimento alle associazioni non riconosciute e ai comitati.Non si tratta di persone
giuridiche.
Le associazioni non riconosciute sono soggetti di diritto ma non persone giuridiche
e sono tutelati dagli art 36-37-38.
I comitati sono tutelati dall’articolo 39.Anche i comitati sono soggetto di diritto ma
non persone giuridiche.
Art. 39. Comitati. I comitati di soccorso o di beneficenza e i comitati promotori di
opere pubbliche, monumenti, esposizioni, mostre, festeggiamenti e simili sono
regolati dalle disposizioni seguenti, salvo quanto è stabilito nelle leggi speciali.

Dietro ad associazioni,fondazioni, società ci sono persone fisiche.


Il mondo delle società si distingue da quello associativo perchè caratterizzato
dalla facoltà di lucro.Anche se l’associazione avesse come oggetto un’impresa,
quest’ultima sarebbe destinata ad un’attività utile dal punto di vista sociale.
Le associazioni, abbiamo detto, si distinguono in:
-associazioni riconosciute, tutelate dagli articoli 14 a 35, hanno come oggetto
un’attività che ha rilevanza dal punto di vista sociale.
- associazioni non riconosciute, tutelate dagli articoli 36-37-38.Un esempio di
associazioni riconosciuta sono i sindacati (CGL, confindustria,coldiretti..), i partiti
politici.
In ipotesi di insolvenza, ossia nel caso in cui la società non sia capiente, si hanno
conseguenze giuridiche diverse a seconda che si tratti di una società o di
un’associazione.

Prendiamo il caso di due associazioni, che non hanno finalità di lucro, ma


perseguono obbiettivi rilevanti dal punto di vista sociale.
La prima che chiameremo associazione alfa regolata dal capo II, titolo II (libro I) e
l’altra, che chiameremo beta, regolata dagli articoli 36-37-38 del codice civile
(Capo III).
Siamo di fronte ad un caso che all’apparenza sembra uguale, ma dal punto di vista
giuridico no.
Alfa può essere considerata, su suo volere, una persona giuridica: deve essere
controllato lo statuto, e se approvato, prende vita un’associazione con personalità
giuridica.
L’associazione, ricordiamo nasce grazie ad un atto sostitutivo e alla votazione di
uno statuto che regola l’associazione stessa: alcune prerogative ad esempio sono il
cosidetto quorum costitutivo ossia il numero minimo degli associati.Altro criterio è
quello del quorum deliberativo, ossia le regole di maggioranza (metà+1.Se nello
statuto non viene specificato che bisogna conteggiare anche gli astenuti, interviene
l’interpretazione della giurisprudenza)per l’approvazione di una data di votazione.
Per modificare lo statuto di un’associazione c’è bisogno di una maggioranza
specifica, ad esempio i due terzi degli aventi diritto.
La prefettura esamina la pratica dell’attività che l’associazione vuole svolgere, ne
valuta ad esempio l’utilizzo del patrimonio.
Spieghiamo meglio: quando si chiede il riconoscimento di persona giuridica, le
conseguenze sono diverse. In particolare l’associazione riconosciuta come persona
giuridica, è controllata dalle autorità non solo sulla linea interna, ma anche sui
fondi e sulle risorse.Per questo i sindacati hanno deciso di non considerarsi persone
giuridiche, in quanto il potere pubblico, in questo senso, avrebbe costituito una
limitazione della libertà sindacale.
Beta, invece, decide di non chiedere il riconoscemento di persona giuridica ma di
mantenere la formula associativa prevista dall’articolo 36 del codice civile: si
costituisce un’associazione non riconosciuta come persona giuridica.Ad esempio i
sindacati non sono persone giuridiche: i sindacati possono concludere contratti
collettivi di lavoro aventi efficacia erga omnes.L’associazione che invece sceglie la
forma dell’associazione non riconosciuta non si pone sotto il controllo del potere
pubblico.
Nel regime fascita, ricordiamo non era possibile, prendere in considerazione la
forma dell’associazione: vigeva solo lo stato centrale.

CHE COS’E’ UNA PERSONA GIURIDICA? Dal punto di vista dell’apparenza, tra
un’associazione con personalità giuridica e associazioni non riconosicute non
sembrano esserci differenze: differenze che invece esistono sul piano giuridico.
Il quid pluris di una persona giuridica è la nascita di un soggetto di diritto alter
rispetto alle persone fisiche e quindi agli associati che l’hanno costituita.La
persona giuridica nasce nel segno dell’alterità.
La persona giuridica ha un proprio patrimonio, costituito dagli associati (il
patrimonio è della società).
Nel momento in cui nasce l’associazione alfa, è come se tra questa e gli associati
nascesse uno schermo: dal punto di vista di rappresentazione giuridica, non quella
fattuale, è l’associazione alfa che deve rispondere.
Alfa risponde con (tutto e solo) il proprio patrimonio.Si applica l’articolo 2740:
responsabilità patrimoniale (CAPO I- DISPOSIZIONI GENERALI)

Art. 2740. Responsabilità patrimoniale. Il debitore risponde dell'adempimento


delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri.
Le limitazioni della responsabilità non sono ammesse se non nei casi stabiliti dalla
legge.

Dal punto di vista giuridico formale, siamo all’interno del I comma in quanto con il
riconoscimento della persona giuridica alfa nasce una nuova persona, con un
proprio patrimonio, che è altro rispetto agli associati.La persona giuridica alfa,
quindi, di fronte ai creditori risponde con tutto il patrimonio.
Dal punto di vista giuridico sostanziale, la persona giuridica è uno strumento
attraverso il quale le persone degli associati limitano la propria responsabilità
patrimoniale alla sola parte di patrimonio che ciascuno ha conferito nel
patrimonio della persona giuridica.
La persona giuridica può essere pensato come il cavallo di Troia.

Per quanto riguarda l’associazione non riconosciuta, riprendiamo gli articoli


36-37-38.

Art. 36. Ordinamento e amministrazione delle associazioni non riconosciute.


L'ordinamento interno e l'amministrazione delle associazioni non riconosciute
come persone giuridiche sono regolati dagli accordi degli associati. Le dette
associazioni possono stare in giudizio nella persona di coloro ai quali, secondo
questi accordi, è conferita la presidenza o la direzione.

L’ORDINAMENTO INTERNO E’ QUELLO DELLO STATUTO (VEDI IN ALTO)


Art. 37. Fondo comune. I contributi degli associati e i beni acquistati con questi
contributi costituiscono il fondo comune dell'associazione. Finché questa dura, i
singoli associati non possono chiedere la divisione del fondo comune, né
pretenderne la quota in caso di recesso.

SI PARLA DI FONDO COMUNE NON DI PATRIMONIO


Al fondo è garantita una stabilità: se un socio lascia l’associazione, non gli viene
restituita la quota.

Art. 38. Obbligazioni. Per le obbligazioni assunte dalle persone (GLI


AMMINISTRATORI) che rappresentano l'associazione, i terzi possono far valere i
loro diritti sul fondo comune. Delle obbligazioni stesse rispondono anche
personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto
dell'associazione

Quest’ultimo aspetto disciplina la differenza tra alfa e beta: alfa risponde con tutto
e solo il porpri patrimonio, mentre per beta rispondono anche le persone che
hanno agito in nome e per conto dell’associazione.
Alfa quindi ha un’ autonomia patrimoniale perfetta, la persona giuridica risponde
solo con il proprio patrimonio.

Per il codice del 1942, lo strumento per ,imitare la responsabilità patrimoniale era
il secondo comma dell’articolo 2740.
Il fenomeno sotteso alla persona giuridica riconosciuta era l’articolazione del
patrimonio in tanti compendi patrimoniali separati: il fine era quello di dar vita a
tante persone giuridiche, quanti patrimoni si volevano costituire.

09/11
DIRITTO ALLA DIGNITA’ Il diritto alla dignità umana è il primo articolo della
carta di Nizza, non a caso precede l’articolo 2 (sulla vita).
E’ un diritto recente come riconoscimento.E’ il diritto ad avere un’esistenza
conforme alle proprie aspettattive, ai propri principi religiosi e culturali.La dignità
è un parametro ineludibile per la tutela della persona.
E’ il diritto ad essere sé stessi.

DIRITTO ALLA VITA


Seppur non testualmente previsto dalla nostra Carta costituzionale — mentre trova
espressa proclamazione, ad es., nella Dichiarazione universale dei diritti umani
(art. 3), nel Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (art. 6), nella CEDU
(art. 2), nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (art. 2) — il
«diritto alla vita », dalla nostra Corte costituzionale definito come il « primo dei
diritti inviolabili dell’uomo » (Corte cost. 27 giugno 1996, n. 223), è posto a
presidio del fondamentale interesse della persona umana alla propria esistenza
fisica.
Nel nostro ordinamento, un’applicazione particolare del diritto alla dignità umana
è la fine della vita.Vedi il caso Englaro, cassazione 21/748-2007 e il caso di Dj Fabo.
Spegnere le macchine ad un soggetto in stato vegetativi, significa compiere un
omicidio.

Se è tutelato nei confronti dei terzi, il diritto alla vita non lo è, in concreto, nei
confronti del diretto interessato: nessuna sanzione consegue, infatti, al suicidio
(così come al tentato suicidio). Costituiscono tuttavia reato (art. 580 c.p.) — ed
integrano gli estremi dell’illecito civile, con conseguente obbligo risarcitorio (ex
artt. 2043 ss. c.c.; v. §§ 454 ss.) — le condotte di chi determini altri al suicidio,
ovvero ne rafforzi i propositi suicidi, ovvero ancora agevoli in qualunque modo
l’esecuzione di detti propositi: c.d. istigazione o aiuto al suicidio.

Il diritto alla vita dignitosa è pacifico, il problema è affermare che essere tenuto in
vita non sia dignitoso.Prevale il vivere ad ogni costo oppure in alcune situazioni
limite morire?
Per risolvere il problema probatorio, il legislatore, nel 2017 con la legge 219 ha
regolato la disposizione anticipata di trattamento: si autorizza, in altre parole, al
spegnimento di macchine
Solo ipotesi in cui il soggetto è incosciente e tenuto in vita con le macchine: rientra
nel concetto di bioetica in quanto questi soggetti sarebbero già morti.
Lo spegnimento delle macchine non va confuso con l’eutanasia, il diritto che
chiunque ha di porre fine alla propria esistenza.L’eutanasia è un’alternativa
medica al suicidio.

Con il caso del Dj Fabo e di Marco Cappato, la situazione si evolve.


L’onerevole Marco Cappato si è autodenunciato per assistenza al suicidio.
Vediamo nello specifico questo caso: il soggetto era cosciente e aveva bisogno di
essere assistito per ogni tipo di attività dalla cura della persona a qualsiasi altro
tipo di attività.L’onorevole Marco Cappato propose la cosidetta sedazione profonda,
ammessa dall’ordinamento giuridico italiano.Dj fabo si oppose e la sua vita ebbe
fine in Svizzera.
La corte di Cassazione si trovò in una situazione delicata in quanto, di fronte a
questo tipo di fattispecie, avrebbe dovuto condannare l’onorevole Cappato, ma la
sentenza fu rinviata.
La corte di Cassazione, infatti, fece un’ordinanza di rinvio con cui chiedeva al
Parlamento di agire con tutela giurisdizionale: di fronte alla mancata legiferazione
del Parlamento, la corte costituzionale ha affermato il diritto alla fine della vita in
maniera dignitosa.
Dj Fabo, tra l’altro non poteva essere staccato dalla macchina, perchè non era
completamente dipendente da questa e la morte sarebbe stata dolorosa.
(vedi pronuncia 207 del 2018).
La Corte di Cassazione stabilì che, in caso di soggetti coscienti, l’eutanasia era
possibile solo nei casi in cui :
-un soggetto si trovasse in una situazione irreversibile
-la patologia fosse fonte di sofferenze fisiche e intollerabili
-soggetto fosse tenuto in vita da trattamenti di sostegno
La corte costituzionale quindi ha riconosciuto il diritto di essere aiutati per una morte
dignitosa.
L’autorizzazione è concessa solo quando si ha la certezza che il soggetto
interessato avrebbe spento le macchine.
Partendo dal caso dei soggetti non coscienti, con il caso del DJ Fabo, si è fatto un
passo in avanti in materia di eutanasia.Dall’altra parte, nel nostro ordinamento
non è stata ancora regolarizzata la “fine di vita dignitosa”. VEDI IL REFERENDUM

14/11 (sarebbero da rivedere)


Era previsto un solo modo di articolare il proprio patrimonio in più compendi
patrimoniali separati: questo modo era dato dalla persona giuridica.
Creare più compendi patrimoniali significa creare più ceti creditori.
Dando vita ad un nuovo soggetto di diritto che si dota di un patrimonio, si presenta
una nuova situazione nella quale ci sono i creditori di Alpha e i creditori personali
dei componenti dell'associazione (tizio e caio).
Si moltiplicano, quindi, i ceti creditori: avremo i creditori personali di Alfa, di Tizio
e di Caio.
La separazione patrimoniale comporta ai sensi dell’articolo 2740 che i creditori di
Alfa possono far valere le proprie pretese patrimoniali solo sul patrimonio di Alfa
stesso.Lo stesso principio vale per le pretese di Caio e di Tizio (ovviamente questi
ultimi fanno valere le loro pretese solo sui loro patrimoni.Non su quello di Alpha).
Non c’è sovrapposizione tra ceti.

Art. 2740. Responsabilità patrimoniale. Il debitore risponde dell'adempimento


delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri.
Le limitazioni della responsabilità non sono ammesse se non nei casi stabiliti dalla
legge.

Nella visione del codice del 1942 si potrebbe dire che, per avere una separazione a
tenuta stagno, si è dovuto introdurre il concetto di persona giuridica.
Una persona giuridica può essere costituita da una sola persona.
La fondazione poteva essere costituita da una sola persona mentre l’associazione
no.Anche nella societas, non si può essere meno di due.
In questi 80 anni, ci sono stati cambiamenti profondi, in particolare con la riforma
del diritto societario del 2003.(Di porto faceva parte della commissione
amministrativa).
https://www.mondadorieducation.it/risorse/media/secondaria_secondo/strument
i/strumenti_30/pp_03_09.pdf
Si trattava di una riforma che riguarda le società per azioni.Con questa riforma, si
diede la possibilità di dare vita ad una società unipersonale.
La società non rifletteva più l’essenza della società, ossia di essere un fenomeno
plurale.La società è stata considerata solo come strumento di organizzazione.
Per ottenere il beneficio della responsabilità limitata, l’imprenditore che voleva dar
vita ad una società di impresa unilaterale, limitando la responsabilità solo sul
patrimonio della società, e di conseguenza il rischio di crisi della società era
costretto a cercare altri soci , per così dire “finti”.
Anche l’Unione Europea è intervenuta sul fatto, con una direttiva che mise in
evidenza che l’imprenditore doveva trovare altri soci, non finti, dando vita ad una
società unipersonale a responsabilità limitata.
Si è consentito di istituire patrimoni separati senza dover ricorrere alla
costituzione di un nuovo soggetto di diritto, la persona giuridica intervenendo sia
nel libro V, quindi in ambito commerciale sia nell’ambito proprio del I libro.
art 2447, siamo all’interno della disciplina delle società per azioni.

Art. 2447-bis. Patrimoni destinati ad uno specifico affare. La società può: a)


costituire uno o più patrimoni ciascuno dei quali destinato in via esclusiva ad uno
specifico affare; b) convenire che nel contratto relativo al finanziamento di uno
specifico affare al rimborso totale o parziale del finanziamento medesimo siano
destinati i proventi dell'affare stesso, o parte di essi. Salvo quanto disposto in leggi
speciali, i patrimoni destinati ai sensi della lettera a) del primo comma non
possono essere costituiti per un valore complessivamente superiore al dieci per
cento del patrimonio netto della società e non possono comunque essere costituiti
per l'esercizio di affari attinenti ad attività riservate in base alle leggi speciali.

Art. 2645-ter. Trascrizione di atti di destinazione per la realizzazione di interessi


meritevoli di tutela riferibili a persone con disabilità, a pubbliche
amministrazioni, o ad altri enti o persone fisiche. Gli atti in forma pubblica con cui
beni immobili o beni mobili iscritti in pubblici registri sono destinati, per un
periodo non superiore a novanta anni o per la durata della vita della persona fisica
beneficiaria, alla realizzazione di interessi meritevoli di tutela riferibili a persone
con disabilità, a pubbliche amministrazioni, o ad altri enti o persone fisiche ai sensi
dell'articolo 1322, secondo comma, possono essere trascritti al fine di rendere
opponibile ai terzi il vincolo di destinazione; per la realizzazione di tali interessi
può agire, oltre al conferente, qualsiasi interessato anche durante la vita del
conferente stesso. I beni conferiti e i loro frutti possono essere impiegati solo per la
realizzazione del fine di destinazione e possono costituire oggetto di esecuzione,
salvo quanto previsto dall'articolo 2915, primo comma, solo per debiti contratti per
tale scopo.

Art. 1322. Autonomia contrattuale. Le parti possono liberamente determinare il


contenuto del contratto nei limiti imposti dalla legge ( 1 ). Le parti possono anche
concludere contratti che non appartengano ai tipi aventi una disciplina particolare,
purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo
l'ordinamento giuridico.

In quest’ultimo articolo, si parla dei contratti atipici o innominati.ù

15/11
L’articolo 2645 ter è un articolo estremamemente generico e di amplissima
applicazione in quanto si utilizza la formula generale degli interessi meritevoli di
tutela come paramentro della valutazione della leggittimità/illeggittimità dell’atto
di destinazione.
Il principio dell’autonomia contrattuale ha avuto una grande estensione: in
quanto, questa norma comporta la separazione patrimoniale o anche detta
segregrazione patrimoniale, dove l’idea della segregrazione vuole mettere in
evidenza l’ idea di un patrimonio chiuso, non aggredibile dalla massa dei creditori,
salvo quei creditori il cui credito è sorto in relazione alla gestione di quel singolo
patrimonio.La segregazione è riferita al patrimonio separato.Prima non si parlava
di segregazione ma nemmeno di patrimonio seperato, in quanto non si faceva
riferimento nemmeno alla persona giuridica.
La potenzialià applicativa di questa norma è tale da mettere in crisi il secondo
comma dell’articolo 2740 perchè è vero che è quella dell’articolo 2645 ter
costituisce una previsione introdotta espressamente dal legislatore ma è talmente
ampia da rendere quasi inoperativo il secondo comma del sudetto articolo, il quale
prevede eccezioni alla regola del I comma.
Questa norma era, all’inizio indirizzata, secondo il principio di solidarietà, alle
persone diversamente abili.
L’interpretazione di tale norma quindi è volta a tenere conto di questa ampiezza, a
fissare dei limiti.
Questo sforzo interpretativo si è applicato, in particolare agli interessi meritevoli di
tutela riferibili a qualunque soggetto di diritto.
Ovviamente lo sforzo interpretativo è stato affiancato dalla Costituzione, in
particolare l’articolo 2 della costituzione e del principio in esso sancito: quello della
solidarietà,non solo economica ma anche sociale.
I soggetti controinteressati a questa norma sono i creditori i quali vedono uscire
una parte del loro credito, rispetto al patrimonio. Il parametro L’equilibrio degli
interessi va trovato nella tutela del credito e interesse meritevole di tutela, tale da
giustificare il sacrificio degll’altro interesse merito di tutela, cioè quello del
creditore, che si vede sottrarre i propri interessi: è un bilanciamento di interessi,
tra appunto quelli del creditore e quelli del beneficiario*.
Per far sì che l’interesse del creditore sia effettivamente sacrificato giustamente,
deve essere accompagnato dalla solidarietà.
*L’interesse di un beneficiario, con disabilità, possiamo dire che è in re ipsa.

DA CHI VIENE VALUTATA LA MERITEVOLEZZA O NON MERITEVOLEZZA DEGLI


INTERESSI SOTTESSI ALL’ATTO? Dal notaio.
Spieghiamo meglio.
La forma dell’atto di destinazione, che è un atto pubblico (l’atto deve essere
pubblico proprio per sottoporlo al controllo di legalità del notaio), è sancita dal
notaio: è importante verificare chi è nel campo nella concretezza del diritto, nel
diritto d’azione.
Il notaio ha il compito di garantire la legalità degli atti che le parti gli chiedono di
stipulare ai sensi dell’articolo 2740. 24
Il notaio, ovviamente, procede secondo un determinato criterio di interpretazione.
Il notaio deve indagare la volontà delle parti e conformarla alla legge.

Con questa norma, viene superata la visione chiusa del codice precedente, così
come oggi viene suprato il problema della persona giuridica.

Il trust è un istituto basato sulla fiducia ed è di derivazione anglossassone ed è un


altro modo di segregazione patrimoniale: è un altro caso in cui una parte del
patrimonio del disponente viene separata dal patrimonio personale del disponente
e viene affidata la gestione ad un soggetto beneficiario.Questo istuito nasce con la
convenzione dell’Aia del 1985 ed è stata ratificata nel nostro paese nel 1989.
Per molti anni se ne è posta in discussione la leggittimità, in quanto in contrasto
con la legge italiana.
Solo con l’entrata in vigore dell’articolo 2645 ter, si è messo in evidenza il fatto che
l’istituto del trust non potesse essere ritenuto illeggitimo.
Un trust di diritto interno , comunque, ancora oggi, è sottoposto ad un controllo di
meritevolezza degli interessi.

Esiste un decreto unico di finanza, il tuf, che permette di dar vita ai cosidetti fondi
unici di invesitimento che rinetrano nella categoria degli organismi di
investimento collettivi di risparmio.VEDI ARTICOLO 36 DEL TUF: è una norma
dall’applicazione infinita.
Dal I comma di tale articolo di deduce che questi fondi di investimento sono isituiti
e gestiti dalle cosidette SGR (società di gestione del risparmio) ma le risorse sono
messe dai partecipanti (chiamati anche investitori).
Il II comma sancisce che del fondo fanno parte dei partecipanti e quindi i loro
interessi.Il rapporto tra la società che gestisce il fondo e i partecipanti segue lo
schema del contratto di mandato.

16/11
Con la persona giuridica nel XX secolo si arriva all’ipocrisia di considerare la
responsabilità limitata di alcuni soggetti come responsabilità illimitata di un diverso
soggetto, la persona giuridica, cui gli stessi soggetti hanno dato vita e che hanno dotato
mediante conferimento il patrimonio.- D’Alessandro, lavoro sulla persona giuridica
negli anni ‘60
Questa definizione mette in evidenza la strumentalità propria della persona
giuridica e di conseguenza l’abuso della persona giuridica, cioè quando viene
utilizzata per fini che non sono quelli per cui la persona giuridica è stata creata dai
giuristi, ad esempio se viene utilizzata per sottrare garanzie patrimoniali ai
creditori.
L’articolo 2645 ter sancisce un negozio di destinazione o meglio, la norma non
specifica quale sia la destinazione specifica, ma richiama l’articolo 1322 che non è
“altro che un modo per cancellare l’eccezionalità dell’articolo 2645”.
Il trust è stato adottato con la convenzione del 1 luglio 1985 dell’Aia ratificata con
legge n 364 nel 1992 in Italia.
VEDI II COMMA DELLA LEGGE
Il trust può essere istituito sia in relazione ad un bene specifico sia nel caso in cui
a)I beni del trust costituiscono una massa indistinta e non fanno parte del
patrimonio del trustee
b)I bene del trust sono intestati al trustee o ad un’altra persona per conto del
trustee
c)Il trustee è investito del potere e onerato dell’obbligo, di cui deve rendere conto di
amministrare o gestire …
VEDI INTERNET

art 6-7? Il trust è regolato dalla legge con la quale ha più stretti legami.Per istituire
la legge si tiene conto della situazione dei beni… INTERNET
+…. che il trust può essere revocato in dterminate ipotesi, laddovè non adempia ai
propri fini.

Per trust si intendono i rapporti giuridici istituiti…articolo 2

Il trust è un patrimonio destinato nell’interesse di un beneficiario o per uno


specifico fine e fanno parte di esso tutto quel fascio di rapporti giuridici che stanno
intorno a questi beni.

Articolo 11

Da questa disciplina normativa emergono differenze con l’articolo 2645 ter, quindi
quali sono stati limiti posti dalla giurisprudenza per evitare che i due istituti si
sovrapponessero e andassero contro l’articolo 2745 del Codice Civile?

ARTICOLO 42 BIS CC
traformazione di una forma societaria in altra forma societaria

21/11
Libro III codice civile
La proprietà era certamente l’istituto centrale nell’800 e nella prima metà del 900,
ma si è realizzata nel 1942 l'unificazione all'interno del codice civile della materia
del diritto civile con quella del diritto commerciale. Abbiamo quindi un solo codice
che unisce tutta la materia che riguarda l'organizzazione dell'impresa.
Il libro III si apre con l’articolo 810 con una parte dedicata ai beni ed è composto da
9 titoli. La rubrica del libro è la proprietà, quindi dà un’ idea riguardo il
protagonista del libro stesso.
Il titolo II è articolato in una serie di capi dedicati a: disposizioni generali, la
proprietà fondiaria. ‘Spuntano’ i beni poiché all’interno della proprietà fondiaria
troviamo regolamentata la proprietà rurale e quella edilizia. I beni nella visione
ottocentesca costituivano il piedistallo, dando l’idea anche figurata di cosa è più o
meno importante.
Oggi i beni su cui poggi la proprietà in realtà reagiscono sulla disciplina della
proprietà quindi la natura e funzione del bene disciplina la proprietà. Oggi, 80 anni
dopo il codice, si parla di proprietà al plurale e non di proprietà al singolare; quindi
i diversi statuti della proprietà.
Dopo il capo secondo dedicato alla proprietà fondiaria, troviamo il capo terzo
riguardante i beni di acquisto della proprietà e il quarto riguardante la tutela della
proprietà. Troviamo poi 4 titoli i quali disciplinano ciascuno un diritto reale. Infine
il settimo titolo riguarda l’ipotesi in cui la proprietà non appartenga a una sola
persona ma a una pluralità, quindi riguarda la comunione di proprietà.
Il nono titolo riguarda la denunzia di nuova opera o di?
Stefano Rodotà spiega che la visione del 92 riguardo la proprietà, riflette la visione
dell'oggetto della visione occidentale dell’ottocento e della prima metà del
novecento di proprietà privata e pubblica, dove pubblico sta per Stato. In quel
periodo però la persona giuridica era una costruzione non applicata solo in ambito
privatistico, ma anche pubblicistico per configurare lo Stato, i comuni, le province;
erano quindi persone giuridiche pubbliche.
Parlando della persona giuridica in ambito privatistico, la caratteristica evidenziata
era
Nell'ambito pubblicistico dietro lo stato troviamo il popolo, quindi dietro lo stato
scompaiono la pluralità dei cittadini.
La proprietà pubblica e quella privata sono entrambe individuali.

22/11
23/11
ARTICOLO 32 COSTITUZIONE: diritto alla salute
Lo stato obbliga alla vaccinazione ma questo si scontra con il diritto alla libertà.
Il diritto alla salute, a differenza degli altri diritti della personalità, è uno di quei
diritti che lo Stato deve obbligatoriamente offrire ai consociati.
Per il diritto alla salute, la tutela è risarcitoria* ma è prevista anche la tutela
preventiva: prima di valutare la responsabilità di un danno, il giudice dà l’ordine di
provvedere direttamente alla guarigione.
Nel caso del diritto della salute, il risarcimento* previsto è quello del danno
emergente o il lucro cessante(il mancato guadagno).
Si risarciscono i cosidetti danni conseguenza, non i danni dell’evento in sè.
Si è proceduto quindi ad una sorta di standarizzazione (tabelle milanesi)che
prevedeva l’utilizzo di diversi dati: età del danneggiato,tipo di danno.

ARTICOLO 6-10 DEL CODICE CIVILE: diritto al nome e al diritto all’immagine (nel
mondo giuridico non eisste il cognome, ma solo il nomen e prenomen).L’immagine
intesa come fattezza fisica

DIRITTO ALLA PRIVACY: è riconosciuto il diritto alla riservatezza, nessuno può


utilizzare i nostri dati:
- semplici: nome, cognome.Nessuno può divulgare i dati personali ai terzi: è
consentita comunque la raccolta di dati.
- sensibili: che ricevono tutela rafforzata dall’ordinamento giuridico (prima
l’ordinamento Europeo).Con l’espressione dati sensibili si fa riferimento ai
dati relativi alla stato di salute, il proprio orientamento sessuale, politico.I
dati sensibili, quindi, sono soggetti alla cosidetta tutela rafforzata.Senza il
consenso, non è consenita nemmeno la raccolta dei diritti.
Si può fare ricorso al garante della privacy, al quale si può richiedere un’inibitoria
che emetta un ordine di immediata cessazione della divulgazione dei dati sensibili.
Segue il ricordo al risarcimento del danno.

DIRITTO ALL’OBLIO: diritto che una determinata notizia passata, possa essere
dimenticata.Quando entra in gioco l’interesse pubblico (attuale, nel momento in
cui si ricorda), è giusto che l’ atto illecito compiuto in passato e caduto nell’oblio,
venga reso noto.

DIRITTO ALLA REPUTAZIONE E DIRITTO ALL’IDENTITA’ PERSONALE*:


La reputazione è il modo in cui una persona è considerata nella società a cui
appartiene.L’immagine che viene data alla comunità sociale: la reputazione viene
lesa con l’accusa FALSA del compimento di un atto illecito.
Ai giornalisti appartiene il diritto alla cronaca, quindi a condividere notizie
nell’interesse della comunità.Esistono tre criteri nell’esposizione delle notizie:
-verità il giornalista deve fornire informazioni oggettive e vere, frutto di una
ricerche
-il grado della continenza: espressioni utilizzate.La notizia deve essere esposta nei
limiti della civiltà, senza utilizzo di termini sgradevoli gratuti.

Alcuni soggetti hanno un’identità che non rispecchia le fattezze fisiche*: si può
parlare di identità personale?

28/11
Con l’articolo 832 si introduce il concetto della proprietà con limitiParla di obblighi
introcue nel concetto di proprietà, le obbligazioni (libro IV ).Le obbligazioni sono
rapporti tra creditore e debitore.Quando si parla di obbligazioni, si parla di diritti
relativi per contrapporle ?
Parlare di obblighi significa introdurre la dimensione del rapporto.
In relazione alla propiretà si prevedono obblighi e limiti positivi.
ART 833: diversamente dal codice del 1865 introduce il divieto esplicito degli atti i
quali non abbiano altro scopo di quello di nuocere o recare danno ad altri.
L’unico scopo è quello di recare molestie: questo con l’articolo 833 viene evitato.

. Atti d'emulazione. Il proprietario non può fare atti i quali non abbiano altro scopo
che quello di nuocere o recare molestia ad altri.

E’ con Pietro Rescigno che tale articolo è entrato nel nostro ordinamento.In altre
parole, si può esercitare qualsiasi diritto ma non si può farlo in modo abusivo.Non
si può abusare del diritto di cui si è titolari.
Pietro Rescigno ha fatto riferimento all’articolo 2 della Costituzione (principio di
solidarietà).
Anche l’articolo 833 introduce un limite di carattere generale.La tipica norma che si
occupa di bilanciere gli interessi in merito alla prorpietà è l’articolo 844, in merito
alle immissioni.

ART 844. LE IMMISSIONI


comma I: Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di
calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal
fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo
alla condizione dei luoghi.
comma II: Nell'applicare questa norma l'autorità giudiziaria deve contemperare le
esigenze della produzione con le ragioni della proprietà. Può tener conto della
priorità di un determinato uso.

E’ un limite diverso da quello previsto dall’articolo 833: il limite viene imposto


senza un precisa misurazione (avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi), in
quanto questi determinati comportamenti possono o meno rientrare nella normale
tollerabilità.
La giurisprudenza più recente non si occupa più di queste problematiche: ma si
occupa ad esempio delle onde elettromagnetiche.Qual è l’asticella di tollerabilità?
Ci si è adoperati per stabilire un determinato criterio numerico per stabilire quando
le immissioni vanno a nuocere la salute.Scattano quindi interessi meritevoli di
tutela, che hanno un presidio costituzionale: il diritto alla salute.

Altra norma da analizzare è l’articolo 834 (vedi il confronto con l’articolo 32 della
costituzione).
Nel codice la previsione si mette in negativo, nella costituzione in positivo
Art. 834. Espropriazione per pubblico interesse. Nessuno può essere privato in
tutto o in parte dei beni di sua proprietà se non per causa di pubblico interesse,
legalmente dichiarata, e contro il pagamento di una giusta indennità. Le norme
relative all'espropriazione per causa di pubblico interesse sono determinate da
leggi speciali.

L’interesse pubblico può essere la ragione per cui un proprietario può essere
espropriato dei propri beni e contro il pagamento di una giusta indennità.
Nel codice civile si parla di interessi pubblici, mentre nell’articolo 32 della
costituzione ( su cui l’articolo 834 si fonda), si parla di interessi generali.
C’è una differenza tra l’uso dell’aggettivo pubblico e generale? Dipende da come si
intende il termine pubblico: se per pubblico si intende “dello Stato”, possiamo dire
che l’aggettivo generale utilizzato nella Costituzione attiene ad un significato più
ampio, in quanto incorpora in sè sia gli interessi privati che quelli della
collettività*.
Oggi, quando si parla di pubblico, si fa riferimento anche gli interessi della
collettività: per questo i due termini possono intendersi come allineati.Pubblico e
generale oggi si intendono allo stesso modo, a differenza della visione precedente
(quanto detto sopra)*.
SI tratta di una giurisprudenza a favore della proprietà.

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