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IL CODICE CIVILE ITALIANO

Il codice civile italiano un insieme di disposizioni di diritto civile, e insieme alla Costituzione della Repubblica italiana e alle altre leggi speciali costituisce una delle fonti del diritto. Di grande importanza sono le Disposizioni sulla legge in generale, che precedono il Codice civile, il quale suddiviso in 6 libri:
1. Delle persone e della famiglia va dallart. 1 allart. 455, suddiviso in XIV titoli e

contiene la disciplina della capacit giuridica delle persone, dei diritti della personalit, delle organizzazioni collettive, della famiglia;
2. Delle successioni va dallart. 456 allart. 809, suddiviso in V titoli e contiene la

disciplina delle successioni in causa di morte e dei contratto di donazione;


3. Della propriet va dallart. 810 allart. 1172, suddiviso in IX titoli e contiene la

disciplina della propriet e degli altri diritti reali;


4.Delle obbligazioni va dallart. 1173 allart. 2059, suddiviso in IX titoli e contiene la

disciplina delle obbligazioni e delle loro fonti, principalmente dei contratti e dei fatti illeciti;
5.Del lavoro va dallart. 2060 allart. 2642, suddiviso in XI titoli e contiene la

disciplina delle imprese;


6. Della tutela dei diritti- va dallart. 2643 allart. 2969, suddiviso in V titoli e contiene

la disciplina della trascrizione, delle prove, della responsabilit patrimoniale del debitore e le cause di prelazione, della prescrizione.

1 parte CAPITOLO 1: SOCIETA E DIRITTO


Le norme giuridiche sono linsieme delle regole di condotta garantite da una organizzazione sociale; diritto il complesso delle norme che formano lordinamento giuridico. Si in presenza di questultimo quando: 1) sussiste un minimo di regole o norme tra loro coerenti e coordinate; 2) sono previste specifiche sanzioni per la loro violazione; 3) esistono degli organi che hanno il compito di applicare tali sanzioni.

CAPITOLO 2: FONTI DEL DIRITTO POSITIVO


Il diritto positivo linsieme delle norme che compongono lordinamento giuridico di una collettivit e la norma uno dei suoi elementi base e pu essere:
- generale, in quanto indirizza il suo precetto alla generalit dei consociati;

- astratta, in quanto detta una regola destinata a disciplinare tutti i rapporti suscettibili di

rientrare nello schema prefigurato;


-imperativa, impone di attenersi ad un certo comportamento.

Fonti del diritto sono i fatti dai quali traggono origine le norme giuridiche. Ogni ordinamento ha delle regole che disciplinano tali fatti e nel nostro sono dettate nelle disposizioni sulla legge in generale che sono premesse al testo del codice civile. Costituiscono fonti del diritto alcuni atti e fatti che si distinguono in fonti scritte (leggi e regolamenti) e fonti non scritte (usi). fonte di produzione del diritto la legge in quanto considerata atto emanato dallautorit competente; E fonte di cognizione lenunciato linguistico nel quale formulata la regola giuridica. Le fonti di produzione del diritto si caratterizzano per la diversa forza normativa e in caso di contrasto fra le relative previsioni, prevarranno le norme di grado superiore (principio di gerarchia delle fonti). Le norme promananti da una certa fonte possono essere abrogate o modificate solo da una fonte di pari grado o superiore. Sono fonti del diritto:
!Costituzione e le leggi costituzionali: la Costituzione una legge entrata in vigore

l1.1.1948 che contiene le principali norme organizzative dei pubblici poteri e i principi fondamentali di riconoscimento e garanzia dei diritti inviolabili della persona. Si esprime anzitutto nel principio di rigidit in quanto pu essere modificata solo da unaltra legge costituzionale;
!Regolamenti comunitari: sono atti normativi dellU.E. che hanno diretta efficacia

negli Stati membri e vincolano i cittadini dei singoli Stati al pari delle norme di fonte statuale;
!Le leggi ordinarie e gli atti avente forza legge: le leggi ordinarie dello Stato

sono atti normativi emanati dal Parlamento secondo le regole dettate per la loro formazione e ad esse sono equiparati: i decreti legge,atti aventi forza di legge emanati dal Governo in casi straordinari di necessit e urgenza e devono essere convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni; decreti legislativi, sono emanati dal Governo in forza di una legge delega che conferisce il potere legislativo su materie determinate. Il codice civile una legge ordinaria;
!Leggi regionali: sono atti normativi emanati dalle Regioni nellambito della potest

legislativa ad esse attribuita. Esse sono subordinate ai principi delle leggi statali;
!I regolamenti governativi: sono atti emanati da autorit amministrative per

disciplinare la pratica applicazione delle leggi. In tal caso la potest normativa compete allorgano dotato del potere esecutivo;
!Gli usi: sono quelle norme non scritte che nascono spontaneamente nel corpo sociale per

effetto della costante osservanza di una certa condotta.

Per giurisprudenza si intende lattivit di interpretazione e applicazione delle norme giuridiche svolta istituzionalmente dai giudici. La dottrina lattivit di interpretazione e chiarimento del sistema svolta dagli studiosi.

CAPITOLO 3: APPLICAZIONE DELLA LEGGE


Il capo II delle disposizioni preliminari al c.c. intitolato alla applicazione della legge: tale procedimento consiste nellattivit con cui si individua e assegna ad un caso concreto la disciplina che gli compete. Il compito istituzionale di applicare e far rispettare la legge affidato alla magistratura. Lapplicazione della legge consta di due momenti: lindividuazione della norma e la prescrizione del suo significato tramite linterpretazione. Quanto ai soggetti che compiono linterpretazione, si distingue tra interpretazione giurisprudenziale e dottrinale, che non sono vincolanti, a differenza dell interpretazione autentica che proviene dal legislatore ed contenuta in una norma di legge, detta interpretativa e la sua caratteristica deriva dal fatto che ha efficacia retroattiva. Linterpretazione pu essere definita come latto volto a chiarire il significato delle disposizioni normative. Lart. 12 disp. prel. sancisce il criterio letterale, secondo il quale alla legge non si pu attribuire altro senso se non quello fatto palese dal significato proprio delle parole. Linterpretazione, inoltre, deve essere globale, dovendosi intendere le parole non isolatamente, bens secondo la connessione di esse e sistematica, poich nessuna norma vive da sola, ma si inserisce in un complesso sistema col quale occorre coordinarla, dovendosi preferire, nel dubbio, il significato che la rende coerente alle altre. Il medesimo articolo vincola linterprete alla intenzione del legislatore; tale richiamo va inteso come rinvio alla ratio o scopo della norma (cd. interpretazione funzionale). Si parla di interpretazione estensiva quando si fanno rientrare nella norma ipotesi non previste ma sicuramente coerenti alla sua ratio. Si parla di interpretazione dichiarativa quando si riconosce alla disposizione un significato esattamente corrispondente al suo tenore letterale. Nel caso in cui una controversia non possa essere decisa con una precisa disposizione, si applicano le disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe (cd. analogia legis), e se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dellordinamento (cd. analogia iuris). esclusa lapplicazione di questo principio per le norme penali e eccezionali. Secondo lart. 11 disp. prel. la legge dispone solo per lavvenire e non ha effetto retroattivo.E vietata la retroattivit delle leggi penali. Le norme cessano di avere efficacia a seguito di abrogazioni, dichiarazioni di incostituzionalit, referendum abrogativo e scadenza del termine previsto.

Labrogazione di una norma disposta da altra disposizione normativa, di paro grado o di grado superiore, successiva alla prima. Essa pu essere espressa, ove contenga esplicita disposizione in tale senso, o tacita: in tal caso pu aversi o per incompatibilit tra le nuove e le precedenti disposizioni o perch la nuova legge regola lintera materia gi regolata dalla legge anteriore. La desuetudine, invece, pu abrogare un uso ma non pu togliere efficacia alla legge e ai regolamenti. Le norme del nostro ordinamento hanno efficacia nei confronti dei cittadini italiani. Lo straniero ha piena capacit di diritto privato; le norme che risolvono le controversie tra cittadini di Stati diversi prendono il nome di diritto internazionale privato.

CAPITOLO 4: IL DIRITTO PRIVATO


Il diritto privato disciplina il rapporto tra soggetti privati, mentre appartengono al diritto pubblico le norme che regolano gli aspetti organizzativi e istituzionali della societ politica. Il diritto privato si fonda sulla regola della parit fra i soggetti del rapporto e sulla loro autonomia. Nellambito del diritto privato si distinguono:
- le norme dispositive, o derogabili, le quali si limitano a prevedere una disciplina per

lipotesi in cui gli interessati non abbiano provveduto a dettare essis tessi una regola per il loro rapporto;
- le norme imperative, ossia le norme che si impongono allosservanza dei destinatari.

Nel diritto privato si distinguono: diritto civile (disciplina i rapporti personali e familiari); diritto commerciale (disciplina le attivit di impresa); diritto del lavoro (regola la prestazione del lavoro); diritto della navigazione (disciplina i rapporti dei privati relativi alla navigazione marittima e aerea).

CAPITOLO 5: IL RAPPORTO GIURIDICO IN GENERALE

rapporto giuridico ogni relazione fra gli uomini disciplinata dal diritto. In esso si identificano:
- i soggetti , cio le persone tra le quali intercorre un rapporto giuridico, che sono i titolari

delle posizioni giuridiche;

- loggetto - le situazioni giuridiche, che possono essere di vantaggio (dette situazioni attive),

come i diritti soggettivi, le potest, le facolt, le aspettative e gli interessi legittimi; o di svantaggio (situazioni passive) come i doveri,gli obblighi e gli oneri.

Il diritto soggettivo il potere attribuito ad un soggetto per la tutela di un suo interesse e consiste nel potere di esigere dagli altri losservanza di un dovere o un obbligo, imposto per la soddisfazione di un interesse individuale. La potest invece un diritto attribuito ad un soggetto per la tutela di un interesse altrui come i diritti-doveri dei genitori verso la prole. Linteresse legittimo un potere attribuito ad un soggetto al fine di tutelare interessi individuali e della collettivit. Mentre il diritto soggettivo ha come oggetto esclusivo e diretto di tutela un interesse individuale, linteresse legittimo garantisce la posizione del singolo indirettamente, poich tale protezione garantisce al contempo interessi che sono propri della collettivit. Le facolt sono quegli specifici poteri in cui si estrinseca il diritto. Laspettativa una situazione giuridica provvisoria e strumentale, tutelata al fine di garantire la possibilit del sorgere di un diritto. Lo status designa la complessiva posizione di un soggetto rispetto ad un gruppo o una collettivit. I diritti soggettivi si distinguono in:
-diritti assoluti , che attribuiscono una pretesa (generica) nei confronti di tutti i

consociati; possono farsi valere nei confronti di tutti e ci si deve astenere dal violarli. Sono assoluti i diritti inviolabili della persona e i diritti reali.
-diritti relativi, che attribuiscono una pretesa (specifica) nei confronti di un soggetto

determinato. Sono diritti relativi i diritti di credito, che attribuiscono al titolare la pretesa ad una prestazione specifica verso un altro soggetto, e solo nei suoi confronti.

I diritti personali di godimento (diritto dellaffittuario) occupano una posizione intermedia in quanto hanno dei caratteri di entrambe le categorie. I diritti potestativi consistono nel potere di produrre unilateralmente effetti nella sfera giuridica di un altro, tenuto a subirne le conseguenze. Questo diritto pu derivare dalla legge o dal contratto (ES. il diritto di dare le dimissioni), e ad esso non corrisponde un obbligo,a ma una posizione di mera soggezione,poich si devono subire le conseguenze dellaltrui iniziativa.

Le situazioni giuridiche passive sono: - il dovere (corrispondente ad un diritto assoluto in capo alla controparte); - lobbligo (correlato ad un diritto relativo di tipo personale o familiare); - la soggezione (correlata a un diritto potestativo); - lobbligazione (corrispondente a un diritto relativo di carattere patrimoniale).

Va tenuta distinta la figura dellonere, che consiste in unattivit o comportamento imposti ad un soggetto per la realizzazione di un suo interesse.

LOGGETTO del rapporto giuridico il bene , su cui cade linteresse tutelato dalla legge. Bene tutto ci che in grado di soddisfare un bisogno; la spinta verso tali beni prende il nome di interesse. Il rapporto giuridico tra due soggetti sorge e si estingue nei modi previsti dalla legge. Tali eventi si designano come fatti giuridici e possono definirsi come gli accadimenti al cui verificarsi la legge collega la nascita, la modificazione o lestinzione di un rapporto giuridico. La pubblicit di questi fatti quel sistema predisposto dallordinamento al fine di garantirne la conoscenza. Essa pu essere: - notificativa, che serve a dare una semplice notizia e la sua omissione non tocca n la validit n lefficacia dei fatti (es. le pubblicazioni matrimoniali); - dichiarativa, che serve a rendere opponibili ai terzi determinati atti e la sua omissione non tocca la validit ma lefficacia dellatto (es. la residenza anagrafica e le trascrizioni immobiliari); - costitutiva, che condiziona sia la validit che lefficacia dellatto e in mancanza di essa latto non produrr effetti neppure fra le parti. (ES. liscrizione dellipoteca nei registri immobiliari al fine di far nascere lipoteca). Per quanto riguarda lestinzione dei diritti, ne esistono due modi: - prescrizione: un istituto collegato al decorso del tempo e comporta lestinzione del diritto ove il titolare non lo eserciti nellarco di tempo determinato dalla legge (art. 2943). Si fonda perci sullinerzia del soggetto interessato. Quando il titolare compie un atto di esercizio del diritto, si realizza la cd. Interruzione della prescrizione; mentre la cd. sospensione si ha quando il titolare del diritto versa in particolari condizioni (art. 2941). Si possono estinguere per prescrizione tutti i diritti ad esclusione del diritto di propriet e dei diritti indisponibili; lordinario termine di prescrizione di 10 anni (artt. 2946);di ventanni per la prescrizione dei diritti reali su cosa altrui e cinque anni per le azioni nascenti da atto illecito.
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-Decadenza: consiste nella perdita di un diritto per il mancato compimento,entro un dato

termine, di uno specifico atto previsto dalla legge. Anche esso un istituto collegato al decorso del tempo e allinerzia del titolare; qui per non prevista linterruzione e la sospensione e non basta un atto di esercizio di diritto per impedirla ma impedita esclusivamente dal compimento dellatto previsto dalla legge o dal contratto (art. 29642966).

CAPITOLO 6: I SOGGETTI DEL RAPPORTO GIURIDICO: PERSONE FISICHE


Il soggetto il titolare delle posizioni giuridiche soggettive.

LE

La capacit giuridica lattitudine ad essere titolari di posizioni giuridiche soggettive. Possiamo distinguere la:
- capacit giuridica generale, che attributo delle persone fisiche e giuridiche; - capacit giuridica parziale, che attributo di altri enti giuridici e dipende dalla loro

pi ridotta attitudine a essere portatori di interessi giuridicamente rilevanti; tali enti non hanno piena capacit giuridica. NB. Hanno una capacit parziale i concepiti, cio gli esseri umani non ancora venuti al mondo; essi hanno capacit di ricevere lasciti ereditari e donazioni. Lart 1 c.c. dispone che la capacit giuridica si acquista al momento della nascita . Alcuni diritti sono riconosciuti dalla legge anche a chi non ancora nato; la legge considera due ipotesi: quella del nascituro concepito e quella del nascituro non ancora concepito. Al concepito si riscontrano delle specifiche forme di tutela dei suoi diritti, personali e patrimoniali. Il concepito ha la capacit di succedere per causa di morte e di ricevere donazioni (artt. 462, 784); i genitori ne assumono la rappresentanza e ne amministrano i beni ancor prima della nascita ma lacquisto perde efficacia se non consegue la nascita. Il nascituro non concepito (colui che si prevede nascer in futuro) pu essere contemplato come beneficiario in una donazione o in un testamento e si richiede solo che il futuro beneficiario sia figlio di persona vivente al momento della donazione o della morte del testatore (artt. 784, 462). La differenza dal concepito che la sua non realt ma soltanto una speranza di vita futura. La Costituzione vieta che la capacit giuridica possa essere limitata per motivi politici (art. 22) e sono ammissibili solo quelle incapacit che sono giustificate o da una esigenza di tutela del soggetto stesso o da un interesse pubblico: si parla di incapacit speciali determinate dallet, dallo stato della persona, dallufficio ricoperto. Ove lincapace si renda egualmente parte di tali rapporti, latto negoziale sar nullo e il rapporto privo di effetti. La capacit di agire consiste nellidoneit a disporre della propria sfera giuridica e a esercitare i diritti di cui si titolari e ad assumere direttamente obbligazioni; si acquista con la maggiore et.

Con i 18 anni si acquista la capacit di compiere tutti gli atti per i quali non sia prevista unet diversa, cio la capacit legale di agire (art. 2). Sono forme di incapacit relativa di agire :
-listituto dellamministrazione di sostegno: la figura generale tra le misure di

protezione per le persone maggiori di et che siano incapaci di provvedere ai propri interessi. E un istituto diretto a provvedere alle esigenze di protezione della persona che, per effetto di uninfermit o di una menomazione fisica o psichica, si trova nellimpossibilit di provvedere ai propri interessi (art. 404). Lamministratore nominato dal giudice tutelare che indica sia gli atti che il beneficiario pu compiere soltanto con lassistenza dellamministratore, sia gli atti che questi ha il potere di compiere in nome e per conto del beneficiario (art. 405). La persona conserva la capacit di agire per tutti gli atti che non richiedono la rappresentanza esclusiva o lassistenza necessaria dellamministratore e per tutti gli atti necessari a soddisfare le esigenze della propria vita quotidiana (art. 409).Lamministratore scelto tra gli stretti congiunti dellinteressato e deve tener conto dei suoi bisogni e delle sue aspirazioni e informarlo preventivamente circa gli atti da compiere: in caso di dissenso egli pu ricorrere al giudice, che adotta con decreto motivato gli opportuni provvedimenti (art. 410). Nel caso in cui lamministrazione di sostegno si riveli inidonea, pu farsi luogo allinabilitazione dellincapace: essa consegue ad una sentenza giudiziale che accerta uno stato di ridotta, ma non esistente, attitudine a curare i propri interessi (art. 415). Possono essere inabilitati: - le persone affette da malattia mentale non talmente grave da dar luogo allinterdizione; - coloro che per prodigalit o abuso di bevande alcoliche o di stupefacenti espongono se stessi e la loro famiglia a gravi pregiudizi economici; - il sordomuto e il cieco quando tali minorazioni non siano compensate da uneducazione sufficiente. Linabilitato gode di capacit di agire con riguardo agli atti di ordinaria amministrazione del suo patrimonio; mentre per gli atti patrimoniali di straordinaria amministrazione necessaria lassistenza di un curatore. Lemancipato si trova in una situazione analoga di limitata capacit dagire: questi un minore al quale viene conferita una parziale capacit di agire in deroga alla regola generale. Lemancipazione la condizione che consegue di diritto al matrimonio contratto dal minore sedicenne e gli consente di compiere tutti gli atti di ordinaria amministrazione e, con lassistenza del curatore, gli atti di straordinaria amministrazione (art. 390). Egli pu essere autorizzato allesercizio di un impresa commerciale senza lassistenza del curatore, mentre linabilitato pu essere autorizzato solo alla continuazione di un impresa commerciale. Incapacit generale di agire:

-Il minore det si trova in uno stato di incapacit generale di agire in quanto tutte le

decisioni personali e patrimoniali che lo riguardano, e i relativi atti giuridici, sono di competenza del suo legale rappresentante (cio i genitori o il tutore). Fanno eccezione gli atti per i quali sia prevista unet diversa (vedi art. 2, comma 1 e 2, art. 250 , comma 4 e art. 165). Pur non avendo la capacit legale di agire, ha tuttavia la capacit naturale di intendere e di volere che varia in funzione dellet: per i diritti civili si riconosce ai minori la capacit di esercitare tali diritti ove sussista unadeguata maturit; per gli atti negoziali della vita quotidiana il dato dellincapacit pu essere superato dal fatto che il minore agisca non in proprio ma in qualit di rappresentante volontario dei genitori; infine gli atti giuridici non negoziali richiedono soltanto la capacit naturale di intendere e di volere.
-L interdizione giudiziale si ha quando il soggetto, pur essendo maggiorenne, sia del

tutto incapace di provvedere ai propri interessi perch manca la capacit di intendere e di volere (art. 414). Essa segue a un apposito procedimento giudiziale che si conclude con la sentenza di interdizione che va annotata al margine del certificato di nascita al fine di darne conoscenza ai terzi. Egli non pu contrarre matrimonio e gli atti da lui compiuti possono essere annullati, senza che occorra dimostrare un pregiudizio dei suoi interessi.
-Linterdizione legale una pena accessoria che discende da una condanna penale

allergastolo o alla reclusione per un tempo non inferiore a 5 anni. Linterdetto legale si trova nella stessa condizione dellinterdetto giudiziale per quanto riguarda la disponibilit e lamministrazione dei beni, mentre rimane libero di compiere gli atti che rientrano nella sua sfera personale.
-Lincapacit naturale la condizione inversa di chi, pur legalmente capace, sia di fatto

incapace di intendere e di volere: vuoi perch abitualmente infermo di mente ma non ancora interdetto, vuoi perch in condizioni di incapacit al momento in cui compie un atto (es. per ubriachezza,ipnotismo etc). La legge tutela il soggetto prevedendo la possibilit di annullare latto compiuto ma, a differenza che nellincapacit legale, occorrer dare prova dello stato di alterazione delle facolt mentali del soggetto. E possibile ottenere lannullamento dei seguenti negozi: matrimoni, testamento e donazione; per gli altri atti la legge distingue 2 ipotesi:
- gli atti unilaterali sono annullabili se ne deriva un grave pregiudizio al suo autore; - i contratti sono annullabili solo se risulta la malafede dellaltro contraente, provando che

questi conosceva la condizione della controparte. Linidoneit del soggetto al compimento di atti negoziali pu durare nel tempo e occorrer provvedere alla cura dei suoi interessi o attribuendo a un altro soggetto il potere di sostituirsi allincapace (cd. rappresentanza legale) o affiancando allinteressato una persona che lo assista nel
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compimento degli atti (cd. assistenza). La 1 prevista per i casi di incapacit generale di agire (minori di et e interdetti);la 2 per le ipotesi di capacit relativa di agire. La rappresentanza legale un potere di rappresentanza, e cio di sostituzione dellinteressato nellassunzione delle decisioni che lo riguardano e nel compimento degli atti giuridici. Si parla di rappresentanza legale per sottolineare il fatto che tale potere attribuito dalla legge (art. 1387). Gli atti di maggiore importanza devono essere preventivamente autorizzati dal giudice il quale svolge una funzione di controllo. Il rappresentante pu compiere solo atti di ordinaria amministrazione, cio quelli che attengono alle spese correnti e allordinaria gestione del patrimonio. Sono atti di straordinaria amministrazione gli atti che variano la consistenza del patrimonio (es. la vendita di un bene). Gli atti compiuti dal rappresentante senza autorizzazione sono annullabili. Sono legali rappresentanti del minore det i genitori; qualora i genitori non possano esercitare la potest si apre la tutela: viene nominato un tutore che assumer la legale rappresentanza dei minori. Il rappresentante legale si sostituisce allincapace nel compimento degli atti giuridici; per il compimenti di altri atti, la legge prevede come necessaria lassistenza di altra persona, ovvero lamministratore e il curatore. Queste figure non si sostituiscono allincapace bens ne integrano la volont poich gli atti vengono compiuti congiuntamente. Anche nel caso della curatela sar necessaria lautorizzazione del giudice tutelare o del tribunale. Il domicilio il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. La residenza il luogo dove la persona vive abitualmente (art. 43). Per la residenza previsto un regime di pubblicit assolto dai registri anagrafici dei comuni. Trasferita la residenza si presume trasferito nello stesso luogo anche il domicilio salvo espressa dichiarazione da parte dei terzi. Il domicilio legale fissato dalla legge con riguardo ai minori e agli interdetti, i quali hanno domicilio nel luogo di residenza della famiglia e del tutore; il domicilio elettivo si contrappone al domicilio generale sia perch frutto di una scelta sia perch riguarda alcuni determinati atti. La dimora il luogo ove la persona abita transitoriamente, per un periodo di tempo limitato (es. casa al mare). La persona fisica cessa di esistere con la morte: il momento in cui si considera sopraggiunta la morte non determinato dalla legge e si fa quindi riferimento alla nozione medica sulla cessazione del battito cardiaco e della respirazione. Laccertamento della morte compete agli uffici dello stato civile e risulta dallapposito certificato di morte in cui vanno indicati anche data e ora del decesso. Ove non si riesca a provare che una persona sia morta prima di unaltra, entrambe si considerano decedute nello stesso momento (cd. presunzione di commorienza). Si ha la scomparsa quando una persona si assenta dal suo domicilio o residenza e non se ne abbiano pi notizie. Il tribunale, su istanza degli interessati, d i provvedimenti necessari alla

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conservazione del patrimonio dello scomparso, provvedendo alla nomina di un curatore che tuteli i suoi interessi (art. 48). Trascorsi 2 anni dalla scomparsa il tribunale ne dichiara lassenza e la relativa sentenza d luogo a una situazione giuridica di obiettiva incertezza sulla sopravvivenza della persona. Si procede cos allapertura del testamento e allimmissione nel possesso temporaneo dei beni dellassente. Lassenza non d luogo a una presunzione di morte ma ha soltanto lo scopo di dare sistemazione provvisoria agli interessi del soggetto. La situazione di incertezza viene meno o quando lassente ritorni e in tal caso egli ha diritto alla restituzione dei beni e alle quote delle rendite accantonate (art. 56) o nel caso in cui ne sia provata la morte, si apre la successione a vantaggio di coloro che risultano eredi al momento della morte (art. 57). La dichiarazione di morte presunta emessa dal tribunale, su istanza dei presunti eredi, quando si protragga lincertezza sulla sorte della persona. Essa prescinde da una previa dichiarazione di assenza richiedendo solo che siano passati 10 anni dal giorno dellultima notizia, oppure che la scomparsa sia avvenuta in particolari circostanze. Si apre cos la successione ereditaria attribuendo a coloro che fossero stati immessi nel possesso temporaneo dei beni la piena disponibilit degli stessi con lobbligo di redigere linventario. Se la persona ritorna recupera i beni nello stato in cui si trovano salvo lusucapione in favore dei possessori. Il matrimonio contratto dalleventuale coniuge sar nullo ma ne restano salvi gli effetti civili: in particolare i figli avranno lo stato di figli legittimi.

CAPITOLO 7: GLI ENTI GIURIDICI


Soggetti del diritto sono anche gli enti giuridici,che possono definirsi come organizzazioni stabili, di persone o di beni, volte al perseguimento di uno scopo. Distinguiamo 2 categorie generali: - enti dotati di personalit giuridica: Stato, regioni, comuni, enti pubblici, associazioni riconosciute, fondazioni, societ di capitali, cooperative; - enti non personificati: associazioni non riconosciute, comitati, societ di persone. I primi hanno piena capacit giuridica e sono perci persone giuridiche in senso proprio; mentre i secondi sono muniti di una ridotta capacit giuridica, per i quali si parla di mera soggettivit. Oggi la differenza sta nel fatto che che le persone giuridiche sono dotate di unautonomia patrimoniale perfetta in quanto vi una netta separazione fra il patrimonio dellente e quello dei suoi membri,mentre gli enti non personificati sono dotati di autonomia patrimoniale imperfetta perch manca una distinzione tra il patrimonio dellente e quello dei suoi membri. La personalit giuridica si acquista solo a seguito di una formale attribuzione, il riconoscimento che pu derivare o direttamente dalla legge o dalliscrizione in appositi registri. Oggi, tale iscrizione e il conseguente riconoscimento, sono subordinati ai soli requisiti della liceit dello scopo e delladeguatezza del patrimonio al fine perseguito. Competenti a decidere sulla

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domanda sono i prefetti, e per gli enti locali, le autorit regionali. Alla domanda di riconoscimento vanno allegati atto costitutivo e statuto. Il riconoscimento sorge dallatto privato di costituzione. Gli enti pubblici si distinguono poi in:
- territoriali (Stato, regioni, provincie, comuni); -non territoriali (Inps, Asl, Inail..) disciplinati da norme di diritto pubblico.

Gli enti privati si distinguono in:


-enti associativi: caratterizzati da una pluralit di persone e dallo scopo); - enti amministrativi: caratterizzati dalla presenza di un patrimonio vincolato ad uno

scopo; appartengono a tale categoria le fondazioni e i comitati. Gli enti sono forniti di personalit, che consiste nellattribuzione della capacit giuridica generale e di unautonomia patrimoniale perfetta. La vita dellente regolata dallo statuto, che il complesso delle norme regolamentari interne, che pu essere contenuto nellatto costitutivo, ma pu anche essere rimesso,nel caso delle associazioni, alle determinazioni dellassemblea dei soci. Esso deve contenere le determinazioni essenziali dellente. Principio fondamentale per le persone giuridiche quello della pubblicit: tutti i dati devono risultare da un apposito registro delle persone giuridiche, istituito in ogni prefettura. Lente opera a mezzo di organi, cui affidata la specifica funzione di assumere e di attuare le decisioni relative alla vita dellente stesso. Essi hanno la rappresentanza dellente, ma lorgano, per le mansioni di sua competenza, si identifica con lente; di conseguenza lente risponder delloperato del suo organo anche se si tratta del compimento di atti illeciti. Lassociazione riconosciuta un organizzazione stabile di persone, fornita di personalit giuridica, che persegue un fine non di lucro. Ad essa si applicano tutte le regole delle persone giuridiche. Elementi essenziali sono la pluralit di persone e il fine non di lucro, in quanto lo scopo deve essere di tipo ideale; beneficiari dellattivit sono i terzi o gli stessi soci. Lassociazione sorge con latto costitutivo, consistente nellaccordo fra 2 o pi persone di dar vita allassociazione stessa (art. 14); ha natura negoziale e richiede la forma dellatto pubblico. Lo statuto invece consiste nelle regole relative allordinamento dellente e pu essere contenuto nellatto costitutivo, in cui devono essere determinati diritti e obblighi degli associati e le condizioni della loro ammissione. Eventuali modificazioni devono essere iscritte nel registro delle persone giuridiche. Gli organi dellassociazione sono: - lassemblea dei soci, che lorgano deliberante e decide in base al principio maggioritario e le sue delibere hanno natura di atti collegiali;
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- gli amministratori , i quali sono lorgano esecutivo dellente e hanno il compito di gestire, curare e rappresentare lesecuzione delle delibere assembleari. Sono nominati e revocati dallassemblea, e sono responsabili verso lente per il loro operato. Causa di estinzione dellassociazione pu essere il venir meno della pluralit dei soci o la sopravvenuta impossibilit dello scopo. Lassociazione non riconosciuta un organizzazione stabile di persone, priva di personalit giuridica, diretta ad uno scopo non di lucro. Avendo autonomia patrimoniale imperfetta, dei debiti sociali rispondono sia lassociazione sia coloro che hanno agito in nome e per conto di essa. Il codice allart. 36 stabilisce che lassociazione retta dagli accordi interni fra gli associati (cio dallo statuto) e ha capacit di stare in giudizio nella persona del suo presidente. Finch dura lassociazione i singoli associati non possono chiedere la divisione del patrimonio n pretendere la propria quota in caso di recesso o esclusione. La fondazione unistituzione dotata di personalit giuridica, caratterizzata da un patrimonio vincolato a uno scopo. Elementi caratterizzanti sono il patrimonio e la sua destinazione a uno scopo ideale. Il solo organo sono gli amministratori anche essi vincolati allo scopo stabilito dal fondatore. Lente sorge con latto costitutivo, che latto negoziale unilaterale con cui, uno o pi soggetti, decidono di dar vita allente stesso. Tale atto deve avere la forma dellatto pubblico (ma pu anche essere contenuto in un testamento) e non pu pi essere revocato quando sia intervenuto il riconoscimento, in quanto esso che ne attribuisce la personalit giuridica. Il comitato un gruppo organizzato per la raccolta di fondi destinati a un fine determinato (art. 39). Essi si caratterizzano per la presenza di una pluralit di persone e di un patrimonio vincolato a un fine determinato. I componenti del comitato sono dei semplici gestori dei fondi raccolti e non possono decidere di mutarne la destinazione. Fondamentale la regola per cui, ove il comitato non abbia chiesto o ottenuto la personalit giuridica, tutti i suoi componenti rispondono personalmente delle obbligazioni assunte.

CAPITOLO 8: LOGGETTO DEL RAPPORTO GIURIDICO


Oggetto del rapporto giuridico il bene su cui cade linteresse del soggetto. Sono beni cose materiali, immateriali e servizi da cui ciascuno trae utilit. La spinta verso di essi prende il nome di interesse. Il rapporto giuridico ha la funzione di garantire tale interesse assicurando a ciascuno i beni della vita necessari alla soddisfazione dei suoi bisogni. Loggetto si differenzia in relazione ai diversi tipi di diritti: rispetto ai diritti assoluti loggetto costituito da beni che costituiscono lo specifico punto di riferimento di ciascuna posizione giuridica; rispetto ai diritti relativi, esso costituito dalla prestazione cui il debitore tenuto e dalla quale il creditore si aspetta la soddisfazione del proprio interesse. Il contenuto il comportamento destinato a soddisfare linteresse del soggetto: nei diritti assoluti dato dallinsieme dei poteri e delle facolt che a ciascuno competono; nei diritti di credito lattivit del debitore che ne costituisce il contenuto.

CAPITOLO 9: VICENDE DEL RAPPORTO GIURIDICO: FATTI, ATTI E NEGOZI GIURIDICI


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Nella categoria generale del fatto giuridico si distinguono:


-i meri fatti giuridici, che possono consistere in un accadimento naturale o in unazione

umana;
-gli atti giuridici, che sono atti umani consapevoli e volontari; -i negozi giuridici, che oltre a dover essere consapevoli e volontari,si caratterizzano per

il fatto che lautore ne vuole gli effetti. Nella sfera intellettiva delluomo si distinguono due facolt: la coscienza, che consiste nella consapevolezza di s e del mondo esterno e giuridicamente si designa come capacit dintendere e di volere e la volont, che va intesa come capacit di decidere liberamente il proprio comportamento in vista di uno scopo. Si ha cos un mero fatto giuridico quando tale capacit,non assume rilievo; si ha un atto giuridico, quando il soggetto abbia la capacit naturale di intendere e di volere; si ha negozio giuridico solo se il soggetto ha la capacit legale di agire. Per aversi un mero fatto giuridico viene richiesta la pura fenomenicit dellevento, laccadere di un fatto, sia esso determinato da forze della natura o da unazione delluomo. Per aversi un atto giuridico in senso stretto viene richiesta la volontariet dellatto e la naturale capacit di intendere e di volere. Questi atti poi si distinguono in leciti e illeciti. Il soggetto pu sottrarsi alle conseguenze derivanti dal compimento dellatto solamente provando la mancanza di volontariet delatto (art. 265). Per aversi un negozio giuridico occorre sia la volontariet dellatto, sia che esso sia compiuto da chi ha la capacit legale di agire e sia accompagnato dallintenzionalit,occorre cio che il soggetto voglia gli effetti giuridici previsti dalla legge. Il negozio lo strumento che la legge offre ai privati affinch ciascuno dia ai propri interessi lassetto che ritiene pi congruo; un atto di autonomia, cio di disposizione della propria sfera giuridica. Gli atti giuridici consistono in azioni umane alla quale la legge ricollega effetti giuridici. Tali azioni possono consistere in dichiarazioni: nellambito degli atti negoziali si avranno per lo pi dichiarazioni di volont in cui il soggetto pu manifestare il proprio intento. Latto umano,nellambito degli atti giuridici in senso stretto, pu consistere in unoperazione materiale (come il pagamento di un debito). Il negozio una categoria dogmatica elaborata dalla dottrina (pandettistica tedesca ed italiana) movendo da alcune figure di diritto positivo accomunate dal fatto di costituire espressione di autonomia: esse dispongono di interessi individuali perseguendo effetti giuridici tutelati dalla legge tramite un programma che diviene vincolante per le parti. Sulla sua definizione non v accordo unanime: la definizione classica lo vede come una dichiarazione di volont diretta a produrre effetti giuridici tutelati dalla legge. La teoria della volont stata abbandonata; oggi riscuote maggior credito la teoria della dichiarazione, per cui ci che rileva il tenore esterno della dichiarazione, e la teoria dellaffidamento, che vincola il soggetto solo nei limiti in cui la sua dichiarazione abbia indotto terzi a farvi affidamento. Una pi
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moderna impostazione invece definisce il negozio come atto di autoregolamento dei propri interessi; il soggetto cio emette una dichiarazione con la quale,ponendo un vincolo a se stesso,persegue effetti garantiti dalla legge,dove per atto si intende un comportamento volontario il cui obiettivo quello di costruire un atto di autoregolamento di interessi e la cui funzione corrisponde a quella prevista dalla legge:da questa deriveranno gli effetti giuridici. Perch un negozio possa produrre gli effetti cui diretto necessario che in esso sussistano alcuni elementi; sono elementi generali (in quanto comuni a tutti i negozi) ed elementi particolari (legati al tipo specifico di atto). Elementi generali del negozio sono la dichiarazione di volont e la causa (intesa come funzione che latto diretto a realizzare); elementi particolari sono loggetto e la forma (intesa come modo in cui deve essere resa la dichiarazione). Si tratta di requisiti essenziali per la validit dellatto, tanto che la mancanza o il vizio di uno di essi rende invalido latto stesso:esso sar nullo e non potr produrre i suoi effetti. Gli elementi accidentali sono la condizione, il termine e il modo, che le parti possono apporre, se vogliono, al negozio, il quale sar valido anche senza questi elementi, ma se verranno inseriti nellatto incideranno sulla sua efficacia. Non costituiscono elementi del negozio alcune circostanze esterne allatto, come la capacit delle parti e la legittimazione: essi sono presupposti del negozio e la loro mancanza incide variamente sullefficacia dellatto (vedi cap.32). I negozi vengono caratterizzati in ordine alla struttura soggettiva e alla funzione. In relazione alla struttura soggettiva si distinguono negozi unilaterali, bilaterali e plurilaterali, a seconda che esso sia posto in essere da una, due o pi parti. Il concetto di parte non coincide con quello di persona, identificandosi piuttosto come centro di interessi: cio quando linteresse gestito sia comune a pi persone, il relativo atto di disposizione si imputa a una sola parte. Si avr un negozio unilaterale quando 2 fratelli, comproprietari di un bene, rinunciano al loro diritto conferendo ad un terzo una procura per venderlo; sono bilaterali i contratti di scambio, posto che due siano i centri di interesse (es. i contratti di compravendita); plurilaterali sono i negozi in cui sono individuabili distinti centri di interesse (es. contratti di societ). Nellambito delle dichiarazioni unilaterali si distingue tra: atti collettivi, che si hanno quando le singole dichiarazioni non hanno autonomo rilievo, concorrendo a formare la volont di un gruppo (es. la delibera dellassemblea del condominio); atti collegiali, che si hanno quando le diverse dichiarazioni formano la volont di un soggetto distinto, come una societ per azioni; atti complessi, quando ciascuna dichiarazione ha un autonomo rilievo e perci una diretta incidenza sulla validit dellatto (es. latto dellinabilitato e del suo curatore). In relazione alla funzione si distinguono: negozi a causa di morte, destinati a produrre i propri effetti dopo la morte della persona (es. testamento); negozi tra vivi sono invece tutti gli altri atti e negozi.

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Si parla di negozi familiari per quegli atti che trovano la loro causa nel perseguimento di un interesse connesso ai rapporti di famiglia (es. matrimonio,adozione..); negozi patrimoniali sono quelli volti a disciplinare interessi economici e possono essere: negozi di attribuzione, quando mirano a realizzare lacquisto di un diritto (es. vendita) e negozi di accertamento, quando hanno lo scopo di fissare il contenuto di un rapporto giuridico preesistente, vincolando le parti a quanto risulta dallaccertamento stesso. Nellambito dei negozi patrimoniali si dicono: - a titolo oneroso quelli il cui vantaggio o diritto attribuito ad un soggetto trova causa, o giustificazione, in un correlativo sacrificio economico a suo carico; - a titolo gratuito i negozi in cui un soggetto dispone di un suo diritto, o si impegna ad eseguire una prestazione, senza un correlativo sacrificio economico a carico del beneficiario. Oltre alla donazione e al testamento, sono gratuiti ad es. il comodato (art. 1803) e il contratto con obbligazioni del solo proponente (art. 1333). Altro tipico negozio gratuito la rinunzia, che latto unilaterale con cui il titolare dismette un diritto; a seguito di rinunzia il diritto si estingue senza trasferirsi ad altri ma non ammessa per i diritti indisponibili. Infine,trattandosi di atto unilaterale, deve ammettersi la possibilit di revoca dellatto fin quando gli altri non abbiano conseguito diritti in seguito alla rinuncia.

CAPITOLO 10: LA TUTELA GIURISDIZIONALE


Lattuazione del rapporto giuridico e la soddisfazione degli interessi ad esso sottostanti si realizza nella maggior parte dei casi spontaneamente, ma possibile che tale volontaria attuazione non si dia o che altri contesti il mio diritto: in questi casi si apre la possibilit di una tutela giurisdizionale dei diritti tramite il ricorso allautorit giudiziaria, che ha il compito di far applicare la legge. La tutela giurisdizionale un diritto inviolabile del singolo riconosciuto allart. 24 della Costituzione: Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. Lazione in giudizio pu essere compiuta da chiunque pretenda di avere un diritto (chiamato attore perch agisce in giudizio), nei confronti di chi contesti tale diritto (il convenuto, perch chiamato a difendersi). In relazione al contenuto della controversia si distinguono il: processo di cognizione, volto ad accertare una situazione giuridica determinando la regola specifica ad essa applicabile; tale processo pu dar luogo ad una sentenza di accertamento, in ordine allesistenza e al contenuto di un rapporto giuridico; una sentenza di condanna, che contenga un comando alla parte soccombente; o infine una sentenza costitutiva, che procede a costituire,modificare o estinguere rapporti giuridici. Il processo di esecuzione volto ad assicurare lattuazione delle sentenze di condanna (se nonostante la condanna il debitore non paga la somma dovuta, si procede allesecuzione forzata). Infine il processo cautelare volto ad assicurare il mantenimento dello stato di fatto in attesa della conclusione del processo di cognizione.

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Anche il convenuto ha il diritto di prospettare in giudizio le sue ragioni, e si denomina eccezione ci che il convenuto oppone al diritto fatto valere dallattore. La tutela giurisdizionale prevista nel nostro ordinamento assicura la possibilit di riesame della decisione del giudice da parte di un altro giudice; esauriti i diversi gradi di giudizio, la decisione contenuta nella sentenza definitiva assume autorit di cosa giudicata; verificatosi cio il passaggio in giudicato della sentenza, essa fa stato tra le parti, i loro eredi e i loro aventi causa (art. 2909).

I DIRITTI ASSOLUTI CAPITOLO 11: INTRODUZIONE


I diritti soggettivi si distinguono in diritti assoluti , che si possono fare valere in maniera diretta verso tutti i consociati (come i diritti della personalit e i diritti reali) e diritti relativi , che possono farsi valere in maniera diretta solo nei confronti di determinate persone (i debitori). In questa categoria rientrano i diritti di credito. Entrambi conferiscono al titolare una forma di tutela contro laltrui violazione; con riguardo ai diritti assoluti si distingue tra tutela reale o in forma specifica, volta a inibire la violazione del diritto o ad impedirne la prosecuzione e tutela risarcitoria o per equivalente, collegata alle conseguenze dannose della violazione del diritto; essa richiede quasi sempre la colpa o il dolo del soggetto e impone al soggetto che ha cagionato il danno lobbligo di risarcimento.

DIRITTI INVIOLABILI CAPITOLO 12: I DIRITTI DELLA PERSONALITA


I diritti della personalit sono quei diritti che tutelano lindividuo nei suoi beni fondamentali e competono al singolo in quanto persona umana e non possono essere privati a nessun individuo. Essi Si acquistano automaticamente (art. 2 Cost.). Caratteri dei diritti della personalit sono: - lassolutezza: sono diritti assoluti in quanto possono farsi valere verso tutti; - lindisponibilit: sono diritti indisponibili, o inalienabili,nel senso che il titolare pu solo goderne ma senza disporne: in particolare non possono essere trasferiti ad altri, n si pu rinunciarvi; - limprescrittibilit: sono imprescrittibili nel senso che non si estinguono per effetto del mancato esercizio protratto nel tempo. Il diritto alla vita tutela il bene dellesistenza individuale, sia verso lo Stato sia verso gli altri consociati, tenuti ad astenersi dal ledere tale diritto. Il diritto allintegrit fisica tutela il bene dellincolumit personale, intesa come stato di salute fisica e psichica. La garanzia opera sia verso i privati, tenuti ad astenersi da ogni atto di lesione, sia verso lo Stato, tenuto ad unazione di salvaguardia e promozione della salute. Tale
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diritto indisponibile nel senso che il soggetto non pu ledere la propria integrit n pu consentire che altri lo faccia. Per atti di disposizione del proprio corpo si intendono sia gli atti di disposizione materiale (es. automutilazione) sia quelli di disposizione giuridica es. impegno di donare un organo). Lart. 5 vieta entrambi i tipi di atti quando producano una menomazione permanente dellintegrit o quando siano contrari allordine pubblico o al buon costume. Sono vietati i prelievi di organi, le sterilizzazioni permanenti, le attivit sportive troppo violente. Risultano leciti gli atti di disposizione che non ledono in modo irreversibile lintegrit. Sono ammessi quegli atti dispositivi che risultano giustificati da un interesse superiore, come il fine di cura dellinteressato o di terzi. Si parla di integrit morale per designare il bene dellonore e del decoro: essi sono tutelati dal diritto allonore e la tutela di tipo penale: costituiscono reato sia l ingiuria, cio loffesa allonore o al decoro, sia la diffamazione, cio loffesa della reputazione altrui realizzata comunicando con altre persone. Le sanzioni civili sono il sequestro degli scritti e il risarcimento dei danni, patrimoniali e non. Lidentit personale comprende il diritto al nome, alla personalit morale e allidentit sessuale. Il diritto al nome tutela linteresse al proprio appellativo come segno distintivo della persona e mezzo di identificazione personale (art. 6). Il nome si compone del prenome e del cognome. Il diritto alla personalit morale tutela linteresse alla stessa essenza di tale identit, come modo dessere, qualit e caratteristiche intrinseche della persona. La legge prevede che, quando si tratti di notizia di notizia inesatta, linteressato pu pretendere la pubblicazione di una smentita o rettifica che abbia lo stesso rilievo dellerrore. Si ha cos diritto al risarcimento del danno. Il diritto morale dautore tutela linteresse a vedersi riconosciuta la paternit intellettuale sulle opere dellingegno e sulle invenzioni industriali contro chiunque le contesti o cerchi di appropriarsene (art. 2577). Il diritto allidentit sessuale si sostanzia nel diritto alla rettificazione delle risultanze anagrafiche quando il sesso indicato nellatto di nascita non corrisponda a realt, vuoi per errore al momento della redazione, vuoi per mutamento dei caratteri sessuali esterni a seguito di unoperazione chirurgica. Il diritto allintimit privata tutela linteresse a mantenere il riserbo sulla propria vita privata. Questo diritto pu articolarsi nel diritto allimmagine che tutela linteresse alluso esclusivo del proprio ritratto,vietando che esso venga esposto o pubblicato senza il consenso della persona(art. 10) e nel diritto alla riservatezza, che tutela linteresse a mantenere il riserbo sui fatti della vita personale e protegge linteresse a evitare una divulgazione pubblica delle informazioni. Quanto alle libert civili occorre ricordare la libert personale, come diritto a non subire altrui costrizioni nella sfera personale e negoziale; la libert religiosa, come diritto di professare liberamente la propria fede; la libert di associarsi per fini non vietati dalla legge penale; la

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libert di manifestazione del pensiero; il diritto alla scelta libera del lavoro; il diritto di iniziativa economica e il diritto alla propriet privata.

I DIRITTI REALI CAPITOLO 13: INTRODUZIONE


Laltra grande categoria di diritti assoluti rappresentata dai diritti reali (il termine reale deriva dal latino res: cosa); essi sono infatti diritti su una cosa, avendo ad oggetto una porzione materiale della realt. I diritti reali attribuiscono un potere diretto e immediato su una cosa, che consente una diretta soddisfazione dellinteresse e pu farsi valere verso tutti. Fondamentale diritto reale la propriet, come diritto di godere e disporre liberamente di una cosa; inoltre si danno anche diritti reali su cosa che appartiene ad altri (es. usufrutto) limitando le facolt del proprietario e attribuendo alcuni poteri sul bene ad altri soggetti (cd. diritti reali minori). I caratteri salienti sono: - limmediatezza del potere: con immediatezza ssintende far riferimento al fatto che il rapporto tra luomo e la cosa diretto; - linerenza alla cosa: consiste nel particolare nesso tra il diritto e il bene, che si traduce nellopponibilit erga omnes del diritto, e cio nella possibilit di farlo valere verso chiunque; - la facolt di seguito o sequela : tali diritti possono farsi valere nei confronti della generalit dei consociati, ma anche nei confronti di chi venga ad acquistare uno specifico diritto sullo stesso bene; - lelasticit : allude allidoneit del diritto ad espandersi su tutta la cosa quando essa si accresca o vengano meno i diritti altrui gravanti su di essa; - tipicit : i diritti reali sono soltanto quelli previsti e disciplinati dalla legge e non prevista la possibilit per i privati di crearne altri ma essi possono solo modificare il contenuto dei diritti reali tipici. La categoria dei diritti reali si divide in 2 partizioni: il diritto su cosa propria, nella cui definizione rientra solo la propriet che costituisce la figura fondamentale per lintera categoria; e diritti su cosa altrui, che sono quei diritti, cd. minori, che possono spettare ad un soggetto su un bene di propriet di altri; rientrano in questa categoria i diritti reali di godimento e i diritti reali di garanzia

CAPITOLO 14: I BENI


Lart. 810 definisce beni tutte le cose che possono formare oggetto di diritti. I beni materiali si distinguono in mobili e immobili. Lart. 812 definisce immobili il suolo e tutto ci che incorporato al suolo; sono mobili tutti gli altri beni.
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C una diversa disciplina che attiene al regime di circolazione e difesa; per gli immobili vige un sistema basato sul carattere formale degli atti di trasferimento (la vendita richiede la forma scritta) e sulla pubblicit degli atti stessi realizzata tramite appositi registri. Per i mobili non si richiede n pubblicit del trasferimento n forma particolare. Si distinguono poi i beni mobili registrati, che sono alcune categorie di beni (auto, navi) annotati in appositi registri sui quali va trascritto il relativo trasferimento; le universalit di mobili sono pluralit di cose che appartengono ad una stessa persona ed hanno una destinazione unitaria (art. 816). Il legame che unisce le varie cose dipende dalla volont del proprietario che le riunisce e le destina ad una funzione unitaria tanto che linsieme viene denominato universalit di fatto, a cui si contrappone luniversalit di diritto creata dalla legge. Non costituisce universalit il patrimonio. Altra distinzione quella tra cosa semplice: quella i cui elementi sono a tal punto connessi fra di loro che una loro separazione distruggerebbe la cosa e cosa composta : quella che risulta dallunione materiale di pi cose distinte e suscettibili di autonomo rilievo economico ove vengano separate. Si dicono divisibili i beni il cui frazionamento non altera la funzione economica delle parti risultanti. Sono pertinenze le cose destinate in modo durevole a servizio di unaltra (art. 817). Essa pu essere effettuata dal proprietario della cosa principale o dal titolare di un diritto reale su di essa. Gli atti e i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale comprendono anche le pertinenze, se non diversamente disposto (art. 818). I frutti sono beni che provengono da un altro bene. Si dicono frutti naturali quelli che provengono direttamente dalla cosa e appartengono al proprietario della cosa fruttifera, salvo che la loro propriet sia attribuita ad altri (art. 820 821). Si dicono frutti civili quelli che si traggono dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne abbia, come il canone della locazione e gli interessi sui capitali. Si dicono fungibili i beni sostituibili con altri dello stesso genere senza che linteresse dellutilizzatore venga a soffrirne. Sono fungibili i beni che appartengono allo stesso genere. Sono infungibili i beni che presentano caratteristiche proprie, che li distinguono da altri analoghi. Le cose consumabili sono quelle delle quali non si pu far uso senza consumarle (art. 750), come il denaro; sono cose deteriorabili i beni che senza consumarsi in un tratto, si deteriorano a poco a poco, come lautomobile (art. 996). Per beni pubblici si intendono i beni appartenenti ad ente pubblico e si distinguono i beni demaniali che possono appartenere solo allo Stato o ad altro ente territoriale e i beni patrimoniali indisponibili che possono spettare anche ad altri enti pubblici.

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Sono beni del demanio necessario (spettando solo allo Stato), il demanio marittimo, idrico e militare; fanno parte del demanio eventuale (se,cio appartengono a un ente pubblico territoriale) strade, aeroporti, acquedotti, etc. Sono beni del patrimonio indisponibile le foreste, le miniere, etc. Tutti gli altri beni pubblici rientrano nel cd. patrimonio disponibile e sono soggetti alle stesse norme che disciplinano i beni privati.

CAPITOLO 15: LA PROPRIETA


La propriet il primo fra i diritti reali e lart. 832 ne descrive il contenuto quale diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con losservanza degli obblighi stabiliti dallordinamento giuridico. Il diritto di godere delle cose consiste nella facolt di utilizzare il bene perseguendo fini e interessi liberamente scelti; il diritto di disporre consiste nella facolt di alienare il bene o di costituire su di esso diritti reali (cd. minori) in favore di terzi. Mentre nella facolt di godere viene in considerazione il cd. valore duso dei beni, nella facolt di disporre il proprietario sfrutta il valore di scambio, e cio lutilit derivante dal controvalore in denaro del bene stesso. Tali facolt possono esercitarsi in modo pieno ed esclusivo: in modo pieno in quanto il proprietario pu fare tutto ci che non espressamente vietato; in modo esclusivo, essendo esclusi tutti coloro che non abbiano un titolo concorrente per esercitare poteri sulla cosa. Si pu parlare di ruolo costituzionale della propriet nella codificazione civile del 1865 che si componeva di 3 libri: il libro centrale era dedicato alla propriet, il primo alle persone e il terzo ai modi di acquisto della propriet. Limpostazione muta con il codice civile del 1942 che unifica il codice civile ed il diritto commerciale. Nellattuale sistema lart. 42 Cost. riconosce e garantisce la propriet privata ma non la annovera fra i diritti fondamentali, disciplinandola invece nel quadro dei rapporti economici. La garanzia seguita dalla necessit di assicurare la sua funzione sociale, che svolge un duplice ruolo: essa costituisce la cornice teorica al cui interno si giustificano i limiti e gli obblighi previsti dalla legge e opera anche come criterio di interpretazione della disciplina e come strumento di integrazione per limposizione di nuovi limiti,oltre quelli gi previsti. Lart. 840 dedicato all estensione della propriet in linea verticale e stabilisce che essa si estende al sottosuolo, con tutto ci che vi si contiene e il proprietario non pu opporsi ad attivit di terzi svolte a tale altezza o tale profondit che egli non abbia interesse ad escluderle. Pertanto egli dovr tollerare il passaggio di linee elettriche nello spazio sovrastante e di gallerie nel sottosuolo. In senso orizzontale la propriet delimitata dai confini del fondo che il titolare pu chiudere in qualunque tempo (art. 841), impedendo cos lingresso agli estranei. In mancanza di recinzione egli deve consentire laccesso a chi voglia esercitarvi la caccia o raccolta di piante spontanee, etc;
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lingresso al fondo deve essere consentito al vicino che abbia necessit di costruire o riparare il proprio muro voglia riprendere qualcosa che vi si trova accidentalmente. Limiti specifici sono dettati per i rapporti di vicinato. Tali vincoli sono reciproci poich il sacrificio di ciascuno compensato dal vantaggio derivante dallanalogo limite in capo al vicino; sono automatici, perch nascono direttamente dalla legge e sono gratuiti, non richiedendo il pagamento di alcuna indennit. Secondo lart. 844 il proprietario non pu impedire le propagazioni derivanti dal fondo vicino se non superano la normale tollerabilit. La propriet agricola contemplata dalla Costituzione allart. 44, che prevede limiti alla sua estensione e bonifica delle terre,trasformazione del latifondo e ricostruzione delle unit produttive e sostegno alla piccola e media propriet. La propriet edilizia contemplata al codice civile allart. 869 ss: il proprietario pu costruire solo se e nei limiti in cui gli strumenti di pianificazione urbanistica prevedono una destinazione per le singole zone e previo rilascio di un permesso di costruire rilasciato dietro pagamento del contributo di costruzione. Lespropriazione per motivi di interesse generale prevista dalla Costituzione che ne prevede lindennizzo. Per quanto riguarda la distanza tra edifici, la regola generale stabilita dallart. 873: le costruzioni sui fondi vicini devono essere tenute ad una distanza non inferiore ai 3 metri. Altre previsioni riguardano il muro di cinta, il muro divisorio e il muro sul confine:questo pu essere reso comune,previo pagamento della met del valore di esso e del suolo su cui stato costruito. Per le distanze per altri manufatti (pozzi, cisterne) e per alberi vale la regola che devono essere tenuti ad una certa distanza dal confine allo scopo di preservare i fondi vicini da ogni danno alla solidit e sicurezza (artt. 889 899). Per le luci e le vedute disciplinata lapertura di finestre negli edifici, quando esse si affaccino sul fondo del vicino, per limitare gli inconvenienti ed il reciproco disturbo (art. 900). Si distinguono due tipi di aperture: le luci sono aperture che danno passaggio alla luce e allaria ma che non permettono di affacciarsi sul fondo del vicino; le vedute sono aperture che permettono di affacciarsi e guardare di fronte e la legge dispone che debbano essere tenute ad una certa distanza dal confine. Le prescrizioni e le distanze, costituiscono dei limiti, ma possono essere derogate dalle parti con apposita convenzione, attribuendo cos alle parti di costruire a distanza inferiore. Quanto alla tutela in caso di violazione, la legge prevede il risarcimento di danni e la riduzione in pristino, cio il diritto di ottenere la demolizione delle opere. I modi di acquisto della propriet sono i fatti e gli atti ai quali collegato leffetto giuridico dellacquisto della propriet di un bene (art. 922 ss.). Si distinguono:
- modo di acquisto a titolo derivativo, sono tutti quegli acquisti che presuppongono

un precedente titolare del diritto, da cui derivato lacquisto tramite un titolo, che trasferisce il diritto. Di conseguenza,il diritto si trasferisce con gli stessi caratteri che aveva in capo al precedente titolare.
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-modi di acquisto a titolo originario, sono gli acquisti che non trovano la loro base

o fonte in un precedente diritto in capo ad altri e pertanto la propriet si acquista libera da diritti altrui sulla cosa (art. 1153). I modi di acquisto a titolo originario (oltre allusucapione e al possesso titolato -vedi cap.19-) sono: - loccupazione : la presa di possesso di cose mobili non appartenenti ad alcuno (come le res nullius, cio i pesci del mare e le res derelictae, le cose abbandonate). Requisito dellacquisto sono il fatto oggettivo dellimpossessamento e lintenzione di far propria la cosa; - linvenzione : il ritrovamento di cose mobili smarrite ( ma non abbandonate) dal proprietario. Il ritrovatore ne acquista la propriet se il proprietario non la reclami entro un anno e ove il proprietario si presenti recuperer la cosa ma dovr al ritrovante un premio proporzionato al valore della cosa. Ipotesi di invenzione la scoperta del tesoro il quale spetta al proprietario del fondo, ma se trovato da un terzo spetta per met a costui (art. 932). - laccessione : lacquisto della propriet di un bene per effetto della sua congiunzione ad un altro,considerato come principale. Distinguiamo laccessione di mobile a immobile che si verifica per qualunque piantagione, costruzione od opera che sia realizzata sopra o sotto il suolo (art. 934): essa appartiene al proprietario di questo,pur se lincorporazione sia stata realizzata dal proprietario con materiali altrui o da un terzo. Lacquisto immediato e automatico e prescinde dalla volont del proprietario del suolo e del costruttore; la legge tende a conservare le opere realizzate con materiale altrui: il terzo pu richiedere la restituzione dei materiali solo se la separazione non rechi grave danno allopera. In caso contrario,potr ottenere solo il valore dei materiali,oltre al risarcimento del danno. Ove lopera sia stata realizzata da un terzo, il proprietario del suolo pu chiederne la rimozione a spese del terzo. Ipotesi particolare quella della cd. accessione invertita (art.938): se nella costruzione di un edificio si occupa in buona fede una porzione del fondo attiguo, il giudice, su domanda del costruttore pu attribuirgli la propriet delledificio e del suolo occupato, previo pagamento del doppio del valore del suolo. Laccessione di mobile a mobile prende il nome di unione o commistione quando pi cose appartenenti a diversi proprietari sono state unite o mescolate in modo da formare un sol tutto (art. 939). In tal caso se le cose non sono economicamente separabili la propriet diventa comune in proporzione del valore; se per una delle cose appare principale, il proprietario della principale acquista la propriet del tutto, con lobbligo di pagare il valore della cosa unita. Si ha invece specificazione, quando taluno abbia elaborato una materia altrui formando una nuova cosa, cio un bene con una distinta individualit (ad es. un artigiano che costruisce un mobile o una barca con legname altrui). Laccessione di immobile a immobile si ravvisa in una serie di ipotesi,denominate incrementi fluviali e caratterizzate dal fatto che,in seguito a modificazioni nel regime o nel corso delle acque, si verificano mutamenti nellassetto dei fondi confinanti.

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Lalluvione consiste nellincremento che si forma nei fondi, posti lungo la riva dei fiumi, per effetto del deposito di detriti o a causa del ritirarsi dellacqua da una riva. Lavulsione il distacco istantaneo di una parte considerevole di un fondo che viene trasportato a valle e unito ad altro fondo. Lalveo abbandonato il greto abbandonato dal fiume che si forma un nuovo letto. Le azioni a difesa della propriet sono disciplinate dagli artt. 948-951 e hanno natura reale: attribuiscono cio una tutela oggettiva e in forma specifica del diritto, sulla base del solo fatto della violazione. Tali azioni sono:
-la rivendicazione: lazione fondamentale concessa al proprietario che, secondo lart.

948 pu rivendicare la cosa da chiunque la possiede o detiene. Lazione ha una duplice azione: di accertamento della titolarit del diritto e di restituzione del bene. Legittimato attivo chi sostiene di essere proprietario: egli dovr dimostrare tale sua qualit provando un titolo originario di acquisto. Legittimato passivo chiunque abbia il possesso o la detenzione della cosa, anche se, successivamente alla domanda giudiziale, abbia cessato di possedere o detenere. In tal caso egli sar tenuto a recuperare la cosa a spese proprie, e in mancanza, a pagarne il valore, oltre al risarcimento dei danni. Quanto al detentore, egli potrebbe non avere la facolt di restituire la cosa, dovendo renderne conto a chi glielha consegnata; egli potr essere estromesso dal giudizio, che proseguir contro tale soggetto. Lazione di rivendicazione non si prescrive perch il non uso costituisce una facolt del proprietario.
-l azione negatoria concessa al proprietario per far dichiarare linesistenza di diritti

altrui sulla cosa e per far cessare le eventuali molestie o turbative (art. 949). Essa diretta ad un accertamento negativo ed eventualmente ad una condanna alla cessazione delle molestie ed al risarcimento del danno. Legittimato attivo il proprietario dellimmobile che, non essendo contestata la titolarit della cosa, non deve dare una prova della titolarit. Legittimato passivo chi pretende di avere diritti reali sul bene e sar costui che dovr darne la relativa prova. Anche lazione negatoria imprescrittibile.
-l azione di regolamento di confini suppone unincertezza in ordine alla posizione

del confine tra due fondi ed diretta ad accertarlo (art. 950). In questo caso si contesta loggetto del diritto, in particolare lestensione materiale del fondo. Lazione pertanto ha scopo di mero accertamento. E ammesso ogni mezzo di prova e in mancanza di altri elementi il giudice si atterr alle mappe catastali.

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-l azione per lapposizione di termini presuppone la certezza, o la non

contestazione, del confine ed ha lo scopo di far apporre o ristabilire a spese comuni i termini di riconoscimento (art. 951).

CAPITOLO 16: I DIRITTI REALI di GODIMENTO


I diritti reali di godimento attribuiscono un potere su una cosa altrui: sono i cosiddetti diritti reali minori. In quanto diritti reali hanno i caratteri dellassolutezza,inerenza alla cosa,elasticit e tipicit. Si dicono minori rispetto alla propriet, perch hanno un pi ristretto contenuto, che si riduce facolt (es. passare sul fondo altrui). Sono diritti su cosa altrui perch gravano su beni in propriet di altri, limitando le facolt del proprietario. Su uno stesso bene possono coesistere pi diritti reali minori, purch di contenuto diverso (ad es. usufrutto e servit). Laltruit della cosa coessenziale a tali diritti: se le qualit di proprietario e di titolare di diritto reale minore si riuniscono nella stessa persona (ad es. compro o eredito la propriet del fondo di cui ho lusufrutto), il diritto minore si estingue (cd. consolidazione). Mentre la propriet perpetua, essi possono essere a tempo o perpetui ma in ogni caso si estinguono per non uso protratto per 20 anni. La tutela di tali diritti ammessa erga omnes e il titolare pu agire direttamente contro chiunque si trovi nel possesso del bene, o contesti il suo diritto, per ottenerne la restituzione o laccertamento del suo diritto (cd. confessoria servitus, diretta a far accertare lesistenza e/o il contenuto di un diritto reale minore; mentre la negatoria servitus diretta a negare lesistenza di diritti altrui sulla cosa). I diritti reali di godimento sono:
!La superficie: consiste nel diritto di fare (e mantenere) una costruzione sopra o sotto il

suolo altrui (cd. ius aedificandi) ovvero nel diritto di propriet di una costruzione separata dalla propriet del suolo (cd. propriet superficiaria) artt. 952;954 Si tratta di due situazioni giuridiche distinte; costituiscono per entrambe deroga al principio posto dallart. 934, per cui ogni opera esistente sopra o sotto il suolo appartiene al proprietario di questo per accessione. Tuttavia, la prima consiste nel diritto di costruire sul suolo altrui, ove per la costruzione non venga realizzata entro 20 anni il diritto si estingue per prescrizione, come tutti i diritti reali minori; la seconda consiste in un vero e proprio diritto di propriet sulla costruzione, separato dalla propriet del suolo. Tale diritto pu derivare o dalla edificazione realizzata in conformit al concesso ius aedificandi (art. 952) o dallalienazione di una preesistente costruzione fatta dal proprietario. Si realizza in tal modo una separazione tra la propriet del suolo e la propriet delle opere realizzate sopra di esso e di conseguenza la propriet superficiaria non soggetta a prescrizione.

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La costituzione della superficie pu avvenire per contratto (richiede la forma scritta), per legge, per usucapione. Il superficiario pu alienare il suo diritto e costituire diritti reali a favore di terzi (ad es. usufrutto e servit), che si estinguono con lestinzione del suo diritto sulla cosa. Lestinzione della superficie pu avvenire per scadenza del termine, per consolidazione, per prescrizione del diritto di costruire (art. 953). In ogni caso, lestinzione della superficie non necessita di accettazione.

!Lenfiteusi: attribuisce al titolare (enfiteuta) lo stesso potere di godimento che spetta al

proprietario, salvo lobbligo di migliorare il fondo e di pagare un canone periodico (art. 959 ss). Lenfiteuta ha ampi poteri di godimento (potendo anche modificare la destinazione economica del fondo, realizzare addizioni e costruzioni etc.) tanto che si parla di dominio utile per descrivere la sua posizione: si tratterebbe di una vera e propria figura di propriet configurandosi la posizione del concedente come un mero diritto reale al canone. Lenfiteusi si estingue per non uso (art. 970). Lenfiteuta pu disporre liberamente del suo diritto, per atto fra vivi o a causa di morte, e costituire diritti reali minori in favore di terzi. La durata non pu essere inferiore a 20 anni e il concedente ha diritto di ottenere un atto di riconoscimento del suo diritto prima del compimento del ventennio (art. 958,969). Gli obblighi riguardano il miglioramento del fondo e il pagamento di un canone che non pu essere superiore allammontare del reddito dominicale (art.960). Di fondamentale rilievo il diritto dellenfiteuta di ottenere laffrancazione del fondo, cio di divenire proprietario a pieno titolo pagando una somma fissata in 15 volte lammontare annuo del canone. Di contro sta il diritto del concedente di ottenere la devoluzione, che importa lestinzione dellenfiteusi, ove lenfiteuta non migliori il fondo,lo deteriori o sia in mora nel pagamento. In caso di devoluzione lenfiteuta ha diritto al rimborso di miglioramenti e addizioni. Oltre che per affrancazione e devoluzione, lenfiteusi si pu estinguere anche per decorso del termine, per perimento del fondo e per prescrizione estintiva, cio per effetto del non uso protratto per ventanni (art.970).
!Lusufrutto il diritto di godere una cosa entro i limiti segnati dal rispetto della sua

destinazione economica (art. 981) e attribuisce al titolare un ampio potere di usare e godere una cosa altrui traendone ogni utilit che questa pu dare e si estende a tutte le accessioni ( gli incrementi della cosa) pur se realizzati da terzi dopo la costituzione dellusufrutto (art.983). La destinazione economica della cosa si configura come un limite al potere di godimento ed tipica dellusufrutto, pur se derogabile dalla volont privata. Essenziale la durata temporanea dellusufrutto; il diritto non pu eccedere la vita dellusufruttario n durare pi di 30 anni (art. 979). Oggetto dellusufrutto pu essere qualsiasi tipo di bene mobile e immobile, ma anche i crediti e i titoli di credito. Se lusufrutto costituito su una cosa consumabile evidente che
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lutilizzazione ne importer la perdita, e dunque limpossibilit di restituirla al termine dellusufrutto. E stabilito perci che lusufruttario possa servirsene liberamente, pagandone poi il valore di stima convenuto o restituendo cose dello stesso genere o qualit (art. 955). In questo caso la propriet della cosa passa allusufruttario e si parla di quasi-usufrutto. Ove si tratti di cose deteriorabili, l usufruttuario pu servirsene secondo luso ordinario, restituendole poi nello stato in cui si trovano (art. 996). Lusufruttario pu trarre dalla cosa tutte le utilit che questa pu dare; in particolare pu utilizzare la cosa direttamente e indirettamente traendone i frutti naturali e civili: i primi si acquistano al momento della separazione mentre i secondi si acquistano giorno per giorno in ragione della durata del diritto. Egli pu realizzare miglioramenti, che consistono in un incremento qualitativo che si fonde con la cosa e ne aumenta la produttivit, o addizioni , che consistono in un incremento quantitativo, che rimane distinto dalla cosa. Per entrambi egli ha diritto ad un indennit nella misura della minor somma tra lo speso e il miglioramento al momento della cessazione dellusufrutto. Lusufruttario legittimato alla tutela del suo diritto sia in via possessoria che petitoria: egli ha diritto di conseguire il possesso della cosa, tramite le relative azioni e, in via petitoria, gli compete la cd. vindicatio usufructus (analoga allazione di rivendica): cio lazione confessoria contro chi contesti il suo diritto. Pu anche agire con lazione negatoria chiamando in giudizio anche il proprietario (art. 1012). Gli obblighi dellusufruttario sono connessi allobbligo di restituire la cosa al termine dellusufrutto e competono ad egli le spese di ordinaria manutenzione mentre al proprietario le spese per riparazioni straordinarie e le imposte dominicali. Lusufrutto pu costituirsi per legge (ad es. quello legale dei genitori sui beni dei figli minori), o per volont privata (tramite testamento o contratto). E frequente la donazione con riserva di usufrutto (art. 796) cio latto con cui un genitore dona al figlio un bene riservandosene il godimento. possibile anche che il proprietario riservandosi la propriet alieni lusufrutto: in questo caso si parler di acquisto derivativo-costitutivo, perch lacquirente deriva da altri il diritto, che non esisteva come entit autonoma e perci si costituisce con il contratto. Sar un acquisto derivativo-traslativo quello ottenuto per cessione da chi sia gi titolare dellusufrutto (art. 980). possibile anche un acquisto per usucapione nella forma abbreviata (art. 1158 - vedi cap. 19). Non ammesso lusufrutto successivo, cio il passaggio dellusufrutto da una persona ad un'altra al momento della morte, poich lusufrutto si estingue con la morte del titolare (art. 698). La trasmissione per successione ereditaria ammessa solo quando lusufrutto sia stato ceduto ad altra persona e questa muoia prima del cedente. Lestinzione si verifica per scadenza del termine e alla morte dellusufruttuario, per prescrizione ventennale, per perimento totale della cosa, per abuso che lusufruttario faccia del suo diritto e per consolidazione, cio riunione dello stesso soggetto nella qualit di proprietario e usufruttario.
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!Luso e labitazione: sono sottospecie di usufrutto caratterizzate da una facolt di

godimento limitata ai bisogni del titolare e della sua famiglia. Hanno carattere personale, in quanto non possono essere ceduti. Per il resto la disciplina analoga a quella dettata per lusufrutto (art. 1026). L uso il diritto di servirsi di una cosa e di raccoglierne i frutti limitatamente ai bisogni personali e familiari; l abitazione il diritto di abitare una casa nei limiti dei bisogni della famiglia (art. 1022).
!La servit: consiste in un peso imposto sopra un fondo (detto servente) per lutilit di

un altro fondo (detto dominante) appartenente a diverso proprietario (art. 1027). Consente unutilizzazione specifica e circoscritta della cosa altrui (ad es. passare sul fondo altrui) e nasce e vive in funzione di una oggettiva relazione di servizio tra due fondi, in virt della quale la limitazione apposta al primo avvantaggia il secondo ( cd. predialit della servit). Infine essa si caratterizza per la sua accessoriet alla propriet di un immobile, nel senso che legata inscindibilmente ad esso e si trasferisce automaticamente con il trasferimento della propriet del bene (ad es. se il proprietario di un edificio ha una servit di passaggio su un fondo vicino, tale servit si trasferir automaticamente sia al nuovo proprietario, sia allacquirente del fondo). Lart. 1027 definisce la servit un peso imposto sopra un fondo per lutilit di un altro fondo, appartenente a diverso proprietario. Il peso consiste in una limitazione delle facolt di godimento del fondo di contenuto vario (es. non sopraelevare). Tale peso pu consistere o nellimposizione di un non facere (es. non costruire) o nel tollerare che altri lo facciano. Il contenuto del peso pu essere determinato dalle parti entro i limiti dello schema legislativo. Lutilit del fondo pu consistere in qualsiasi vantaggio, anche non economico, per la migliore utilizzazione del bene purch stabile e oggettivo, nel senso che deve riguardare il fondo e non personalmente al proprietario: il principio del collegamento funzionale oggettivo tra i fondi (cd. predialit delle servit). Lutilit pu anche consistere anche nella maggiore comodit del fondo dominante (ad es. il divieto di mutare la destinazione a verde di un terreno), inerire alla sua destinazione industriale, o riferirsi ad un vantaggio futuro. Ultimo requisito indicato dallart. 1027 la diversit dei proprietari dei due fondi, servente e dominante, derivante dal principio per cui il proprietario di un bene non pu essere titolare di un diritto parziario sulla stessa cosa. E ammesso che il titolare del fondo servente sia comproprietario, insieme ad altri, del fondo dominante e viceversa. Le servit nascono solo in virt di uno specifico titolo costitutivo, sono unilaterali e onerose. Quanto al modo di costituzione si distinguono:
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Le servit coattive, che si costituiscono forzosamente, per lo pi con sentenza del

giudice, in virt di una previsione legislativa. In presenza di alcuni presupposti, la legge attribuisce al proprietario di un fondo il diritto potestativo di ottenere,previo pagamento di unindennit, limposizione di una servit (che, in mancanza di accordo fra le parti, stabilit con sentenza del giudice) a carico di un fondo vicino. Criterio generale quello della soddisfazione del bisogno del fondo dominante col minor aggravio possibile per il fondo servente. In alcuni caso la servit pu essere imposta tramite atto amministrativo. Le figure pi importanti di servit coattive sono: lacquedotto coattivo, che attribuisce il diritto di collocare sul fondo servente acquedotti o canali; la somministrazione dacqua , che attribuisce il diritto di prelevare acqua dal fondo servente; il passaggio coattivo , che attribuisce il diritto di passare sul fondo servente qualora il fondo vicino sia intercluso, cio non abbia accesso alla via pubblica.

Le servit volontarie

sono quelle derivanti dal fatto delluomo e si costituiscono tramite un atto negoziale, per usucapione e per destinazione del padre di famiglia (art. 1031). In via negoziale le servit possono costituirsi per testamento o per contratto (art. 1058), che richiedono la forma scritta e danno luogo ad un acquisto derivativo-costitutivo. Lusucapione e la destinazione del padre di famiglia danno luogo ad acquisti a titolo originario;essi sono riservati solo alle servit apparenti, cio quelle al cui esercizio sono destinate opere visibili e permanenti (art. 1061). La destinazione per padre di famiglia ha luogo quando due fondi, attualmente divisi, sono appartenuti allo stesso proprietario e questi ha realizzato opere tali da asservire oggettivamente un fondo allaltro. Fin quando la propriet rimane allo stesso soggetto non pu nascere alcuna servit; ma se tale propriet si scinde la servit sintende stabilita attivamente e passivamente a favore e sopra ciascuno dei fondi separati (art. 1062). A norma dellart. 1063 lesercizio della servit e il suo contenuto sono regolati dal titolo costitutivo (sentenza,contratto e testamento) e, in mancanza, dalla legge. Le regole in proposito sono due : la servit comprende tutto ci che necessario per usarne ; il modo di esercizio deve ispirarsi al criterio minimo mezzo o minor incomodo. La tutela della servit pu avvenire in via petitoria e in via possessoria. Lazione confessoria consente al titolare di farne riconoscere lesistenza e di far cessare eventuali impedimenti o turbative al suo esercizio (art. 1079). La servit si pu estinguere per rinuncia (richiede latto scritto), per confusione e per prescrizione (non uso per ventanni). Quanto al contenuto si distinguono:
servit negative, che attribuiscono il potere di vietare qualcosa;

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servit positive, che attribuiscono i potere di fare qualcosa sul fondo altrui; servit continue, per il cui esercizio non necessario un contestuale fatto delluomo; servit discontinue, per il cui esercizio necessario un contestuale fatto delluomo.

Per queste ultime il termine di prescrizione decorre dal giorno in cui si cessato di esercitare la servit; per quelle negative e continue il termine decorre dal giorno in cui si verificato un fatto che ne ha interrotto o impedito lesercizio.

CAPITOLO 17: LA COMUNIONE


La comunione la contitolarit di un diritto reale da parte di pi persone. Lart. 1100 la definisce come lipotesi in cui la propriet o altro diritto reale spetta in comune a pi persone; tali soggetti sono contitolari di uno stesso diritto sullo stesso bene. Il diritto di ciascuno investe la totalit della cosa ma al contempo limitato dal diritto degli altri e la misura in cui ciascuno ammesso ad esercitarlo espressa dal concetto di quota, che indica la misura di partecipazione di ciascuno alla contitolarit. Lassetto dei rapporti registra una prevalenza dellinteresse collettivo su quello individuale, per ladozione del principio maggioritario: le decisioni di interesse comune sono adottate a maggioranza con decisione vincolante anche per i dissenzienti. Criterio di fondo quello per cui il gruppo ha competenza solo per gli interessi comuni ma non pu ledere linteresse esclusivo del singolo e il suo diritto individuale di partecipare al godimento della cosa. Si distinguono le comunioni volontarie, create dalle parti, e le comunioni incidentali, create dalla legge. Fra queste si dicono forzose le comunioni necessarie cio quelle che non possibile sciogliere per volont unilaterale. Il codice disciplina la comunione ordinaria (art. 1100): essa segnata da una sola prevalenza dellinteresse collettivo su quello individuale ed retta dal principio di concorso,secondo cui ciascun partecipante pu servirsi della cosa comune purch non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri di farne parimenti uso; e dal principio maggioritario,in base al quale le decisioni della maggioranza vincolano anche i dissenzienti ma non possono menomare i diritti individuali. La disciplina pu essere raggruppata attorno a tre profili: 1) Luso spetta individualmente a ciascuno in proporzione alla sua quota (art. 1102); 2) L amministrazione spetta collettivamente a tutti, secondo il principio maggioritario, per le decisioni di interesse comune (art.1105); Per gli atti di ordinaria amministrazione basta la maggioranza semplice calcolata in base alle sole; per gli atti di straordinaria amministrazione occorre una doppia maggioranza, per capi e

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per quote: cio la maggioranza numerica dei partecipanti che rappresentano almeno due terzi del valore della cosa. La rappresentanza nella comunione spetta disgiuntamente a ciascuno. 3) La disposizione spetta individualmente a ciascuno nei limiti della propria quota . Ciascuno pu cio vendere liberamente a terzi la propria quota e pu in ogni momento domandare lo scioglimento della comunione (art. 1111). Il patto di rimanere in comunione valido per un massimo di 10 anni,mentre per lalienazione di un bene occorre il consenso di tutti i contitolari.

Il condominio una particolare comunione che si instaura negli edifici: in essi ciascuno al contempo proprietario esclusivo di un piano o porzione di esso e comproprietario di alcune parti comuni (art. 1117). Qui la comunione forzosa , non soggetta a divisione e n si pu rinunciare ad essa. Il diritto sulle cose comuni segnato dalla quota espressa in millesimi e si trasferisce automaticamente con lalienazione della porzione di propriet esclusiva. Il condominio caratterizzato da un vincolo di destinazione delle parti comuni e da un interesse collettivo su quelli individuali. Le norme relative allamministrazione sono affidate a due organi: lassemblea dei condomini, che lorgano deliberativo e ha competenza generale sulla gestione delle cose comuni. Per la validit delle deliberazioni si richiede la preventiva comunicazione di tutti gli aventi diritto con un ordine del giorno;lintervento di un numero minimo di condomini; lapprovazione a maggioranza semplice o qualificata. Per gli atti di ordinaria amministrazione occorre lapprovazione di un terzo dei condomini che siano titolari di almeno un terzo del valore delledificio; per gli atti di straordinaria amministrazione occorre lapprovazione della maggioranza numerica degli intervenuti che siano titolari di almeno met del valore delledificio. Il secondo organo lamministratore, organo esecutivo che ha la rappresentanza del condominio. La sua competenza speciale, cio limitata a quanto previsto dalla legge o dal regolamento. Lamministratore attua le delibere, disciplina luso delle cose comuni, riscuote i contributi, esegue i pagamenti. La sua nomina obbligatoria ove i condomini siano pi di 4. Il regolamento lo statuto del condominio e la sua formazione obbligatoria quando i condomini sono pi di dieci ed approvato a maggioranza semplice. La multipropriet immobiliare una comunione caratterizzata da un vincolo di destinazione e da una particolare modalit di godimento ripartitivo di beni immobili e i condomini hanno diritto al godimento di una unit immobiliare in periodi prefissati di tempo. Gli artt. 69-81 del codice del consumo disciplinano i contratti con i quali si attribuiscono i diritti di godimento su immobili per un periodo determinato. Questo diritto pu avere natura di diritto reale ovvero di altro diritto di godimento e che solo nel primo caso pu essere impiegato il termine di multipropriet. Quando il diritto di godimento attribuito ha natura reale, la multipropriet si configura come una compropriet caratterizzata da un vincolo negoziale di uso turnario.

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CAPITOLO 18: IL POSSESSO


Il possesso non un diritto. Esso consiste in una situazione di fatto, precisamente nel fatto che un soggetto gode di un bene, a prescindere dalla circostanza che egli abbia o no il diritto di farlo. Ci che conta che un soggetto esercita i poteri che competono al titolare di un diritto reale sulla cosa, abbia o non abbia il diritto di farlo. A differenza della propriet e dei diritti reali minori, che designano una situazione giuridica consistente nellattribuzione di un legittimo potere di godimento sulla cosa, il possesso indica una situazione di fatto consistente nelleffettivo esercizio di un godimento sulla cosa e tale potere viene esercitato da chi ha il diritto di farlo ma pu accadere che tale potere sia esercitato da chi non ha titolo (es. il ladro): anche in tal caso viene garantita temporaneamente la situazione possessoria pure contro il legittimo proprietario. La tutela, in questo caso, consiste nel mantenere temporaneamente il mantenimento della situazione di fatto: il possessore non deve giustificare i suoi poteri sulla cosa e, ove sia privato del possesso, pu ottenere unimmediata reintegrazione. Di norma il titolare del diritto anche possessore della cosa, pertanto la tutela della situazione possessoria di norma protegge chi ha diritto di possedere. La tutela possessoria, limitandosi a mantenere la situazione di fatto esistente non richiede che il soggetto dia la prova del proprio diritto. Nel caso in cui il possessore non sia titolare del diritto sar il proprietario a far valere in giudizio il suo diritto. Unaltra ragione a tutela del possesso in capo a chi non ha il diritto lintento di premiare chi utilizza il bene e lo mette a frutto; i vantaggi che il possesso assicura sono: la posizione di convenuto nellazione di rivendica; la tutela giudiziaria; il diritto al rimborso di determinate spese sostenute per la cosa. Il possesso il potere sulla cosa che si manifesta in unattivit corrispondente allesercizio della propriet o di altro diritto reale (art. 1140). Si pu possedere direttamente o per mezzo di altra persona che ha la detenzione della cosa, cio la materiale disponibilit. Si distinguono diverse situazioni possessorie: 1)il possesso vero e proprio, consistente nellesercizio diretto dei poteri sulla cosa; 2)il possesso mediato, che si ha quando i poteri sono esercitati per il tramite di un terzo che ne ha la detenzione; 3)la detenzione, cio la materiale disponibilit. Il possesso ha due elementi: uno oggettivo, cio la materiale disposizione della cosa, e uno soggettivo, cio lintenzione di tenere la cosa per se. Nella detenzione si riscontra solo lelemento oggettivo perch essa implica lobbligo di restituire la cosa. Possesso e detenzione sono entrambe situazioni di fatto che consistono nellesercitare potere sulla cosa: per aversi possesso occorre che il potere esercitato corrisponda al contenuto di un diritto reale; per la detenzione sufficiente che il potere sulla cosa consista nellavere la cosa presso di s. Il potere che il detentore pu esercitare sulla cosa dipendono dal titolo in base al quale la cosa gli stata affidata (custodia,amministrazione,locazione..): il detentore, derivando il
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suo potere da altri, pu farne esclusivamente luso consentito dal titolo per cui la cosa gli stata consegnata. Se la detenzione sussiste in capo al possessore, essa costituir solo una modalit dellesercizio del potere: un potere diretto sulla cosa. Se invece la detenzione sussiste in capo ad un soggetto diverso, che costituir il tramite per mezzo del quale il possessore esercita il suo potere (cd. possesso mediato), la detenzione assume una fisionomia diversa, come situazione distinta dal possesso. Si presume il possesso in colui che esercita il potere di fatto a meno che non si provi che ha cominciato a esercitarlo come detenzione. In pratica occorre dimostrare che la disponibilit del bene stata ottenuta in base ad un titolo qualificato come semplice detenzione della cosa. Quindi ci che decisivo non lanimus (intenzione) di chi esercita i poteri sulla cosa, quanto il titolo in base al quale ha iniziato a esercitarli. possibile che la detenzione si muti in possesso; per far ci occorre che il titolo venga a mutarsi per causa proveniente da un terzo ovvero che il detentore faccia opposizione contro il possessore (art. 1141). Esempio: Tizio, affermandosi proprietario del bene dato da Caio in comodato a Sempronio, gliene dona la propriet. NB: L opposizione consiste in una manifestazione esterna che renda univoco il significato dei poteri esercitati sulla cosa come possesso. La detenzione pu acquistarsi solo in modo derivativo, presupponendo un possessore dal quale si riceve la cosa, il possesso si pu acquistare anche in modo originario: A) nelle ipotesi di acquisto della propriet a titolo originario ,che presuppongono lapprensione materiale della cosa (accessione, occupazione, invenzione); B) nelle ipotesi di mutamento della detenzione in possesso; C) quando il possesso sia conseguito direttamente con la materiale apprensione dei beni altrui. Non valgono a fare acquistare il possesso gli atti compiuti con laltrui tolleranza, cio consentiti per benevolenza (quindi non acquister il possesso il vicino che per mia tolleranza posteggia nel mio posto macchina o passa nel mio fondo). Si ha un acquisto derivativo quando il possesso venga trasmesso dal precedente possessore tramite la consegna, materiale o simbolica, della cosa. Le circostanze che qualificano il possesso sono:
1)Lo stato psicologico del soggetto al momento dellacquisto, qualifica il possesso di

buona o di mala fede. possessore di buona fede colui che possiede ignorando di ledere altrui diritto (art. 1147). Si richiede che lignoranza non dipenda da colpa grave; la buona fede si presume.
2)Le modalit di acquisto qualificano il possesso come viziato ove sia stato acquistato in

modo violento o clandestino, cio conto la volont del proprietario o del possessore: si ha violenza quando venga usata la minaccia per farsi consegnare la cosa; si ha clandestinit quando lacquisto sia stato realizzato in modo da tenerlo nascosto alla pubblica conoscenza.
3)Le modalit di esercizio del possesso lo qualificano come continuo quando non si

hanno sopravvenute interruzioni: linterruzione civile si realizza quando il proprietario


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reclama in giudizio la cosa sua o il possessore riconosce il proprio obbligo di restituirla; linterruzione naturale si verifica quando si sia perduto il possesso per oltre un anno.
4)In ordine alla durata del possesso, il possesso attuale non fa presumere il possesso

anteriore ma il possessore che dimostri di avere posseduto in un tempo anteriore si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio. Dunque il possesso si qualifica in base alle circostanze che accompagnano il suo acquisto: in caso di acquisto originario del possesso, il soggetto sar in buona fede in relazione al suo effettivo stato psicologico, senza essere pregiudicato dalleventuale mala fede dei precedenti possessori. In caso di acquisto derivativo occorre fare una distinzione: ove si tratti di successione a titolo universale si ritiene prevalente il subingresso dellerede nella stessa posizione del defunto il quale se era in buona fede tale sar anche il possesso dellerede, se era viziato tale continua ad essere in capo allerede; ove si tratti di successione a titolo particolare (ES. consegna del bene a seguito di vendita o donazione), colui che subentra nel possesso sar di buona o di mala fede in dipendenza della sua condizione psicologica al momento dellacquisto. La legge per, d facolt a chi succede nel possesso altrui, di unire il suo possesso a quello del suo autore per goderne gli effetti. La tutela del possesso solo provvisoria, e in seguito allazione di rivendica da parte del titolare, il possessore dovr restituire la cosa, e se questa fruttifera dovrebbero essere restituiti anche i frutti nel frattempo prodotti. Il possessore di buona fede fa suoi i frutti percepiti fino al giorno della domanda giudiziale. Il possessore tenuto a restituire i frutti ha diritto ad un rimborso delle spese necessarie per la produzione. Per le riparazioni straordinarie il possessore ha sempre diritto ad un rimborso. A tutela delle situazioni possessorie sono previste alcune azioni dirette a mantenere o ripristinare lo stato di fatto alterato dallaltrui intromissione. Reintegrata la situazione di fatto, chi pretende di avere un diritto sulla cosa, potr agire in giudizio; trascorso un anno, per recuperare la cosa il proprietario dovr agire con le azioni petitorie (azione di rivendica etc vedi cap.15). Le azioni a difesa del possesso sono:
1.Lazione di reintegrazione: concessa a chi sia stato spogliato violentemente del

possesso o della detenzione e mira ad ottenere la reintegrazione nella situazione possessoria (art. 1168). Legittimato attivo sia il possessore che il detentore (ma non il detentore disinteressato, cio colui che abbia la detenzione della cosa per ragioni di servizio o ospitalit). Legittimato passivo colui che abbia commesso uno spoglio violento o clandestino. Lazione soggetta al termine di decadenza di un anno dal giorno dello spoglio, e se clandestino, dal giorno in cui si scoperto lautore dello spoglio. Lazione di reintegrazione deve essere ordinata dal giudice sulla semplice notoriet del fatto: deve cio rinviare al giudizio petitorio ogni questione relativa al diritto di possedere la cosa in quanto titolare della posizione giuridica.
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2.Lazione di manutenzione: concessa a chi sia stato molestato nel possesso di un

suo immobile e mira a ottenere la manutenzione del possesso medesimo (art. 1170). Legittimato attivo solo il possessore di diritti reali su beni immobili e requisiti specifici per lazione sono il possesso non viziato, continuo e non interrotto da oltre un anno. Legittimato passivo chiunque compia atti di turbativa del possesso altrui. Lazione mira ad ottenere la cessazione della turbativa e a consentire la continuazione del libero esercizio del potere sulla cosa.
3.La denunzia di nuova opera e di danno temuto: sono azioni cautelari e mirano

a preservare il bene da un pregiudizio o danno che possa derivare da una cosa del vicino o da una nuova opera da lui intrapresa (art. 1171,1172). La denunzia di nuova opera pu essere esercitata quando si abbia ragione di temere che da una nuova opera possa derivare un danno; la denunzia di danno temuto pu essere esercitata quando si ha ragione di temere un danno grave ed imminente da una cosa del vicino.

CAPITOLO 19: POSSESSO

LACQUISTO DEI DIRITTI REALI MEDIANTE IL

Tra gli effetti del possesso (art. 1153 ss.) la legge inserisce anche altri modi dacquisto a titolo originario della propriet e degli altri diritti reali: il possesso titolato di beni mobili e lusucapione. Si tratta di istituti che si fondano sullesigenza di rendere rapida e sicura la circolazione dei beni. In sintesi, lesercizio di fatto del possesso attribuisce al possessore, a determinate condizioni, la titolarit del diritto pur se manca un efficace titolo dacquisto. Un modo di acquisto della propriet di beni mobili costituito dal possesso titolato, pi spesso denominato possesso vale titolo. Secondo lart. 1153, chi acquista beni mobili dal non proprietario, ne consegue la propriet se ricorrono le seguenti condizioni: un titolo idoneo al trasferimento del diritto, la buona fede, il possesso. Lambito di applicazione della regola esclusivamente quello dei beni mobili; per i mobili registrati esiste un apposito regime di pubblicit (trascrizione). La regola opera solo in caso di valido acquisto dal non proprietario (o per meglio dire dal non titolare del diritto); non opera in caso di contratto nullo e non serve a sanare eventuali vizi o anomalie dellatto di acquisto ma vale ad ovviare esclusivamente alla mancanza di titolarit in capo allalienante. Requisiti affinch si possa operare la regola del possesso vale titolo sono: 1)Un titolo idoneo al trasferimento del diritto: cio deve aversi un atto o fatto di per s in grado di realizzare unattribuzione immediata allacquirente (come la vendita di una cosa determinata). Deve trattarsi di un titolo astrattamente idoneo, che sarebbe cio in grado di trasferire la propriet (o altro diritto reale) se a ci non fosse dostacolo la mancanza di titolarit del disponente. Pertanto, non idoneo un contratto nullo, poich privo deffetti; ma idoneo un contratto annullabile, in quanto provvisoriamente efficace.

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2)La buona fede al momento della consegna: qui buona fede significa ignoranza dellaltruit della cosa. La buona fede si presume, ma non giova se dipende da colpa grave (art. 1147). 3)Il possesso della cosa derivante da una effettiva consegna da parte del disponente. La regola del possesso vale titolo non realizza un acquisto a titolo derivativo (perch chi vende non proprietario), bens un acquisto a titolo originario e libero da diritti altrui sulla cosa...che non risultano dal titolo (art. 1153). La regola si applica anche quando il proprietario aliena lo stesso bene a pi persone: la prima fra queste che ne consegue il possesso in buona fede preferita alle altre, anche se il suo acquisto di data posteriore (art. 1155). Lusucapione un modo di acquisto della propriet e degli altri diritti reali di godimento derivante dal possesso continuato per un certo tempo. Lacquisto a titolo originario e la propriet della cosa quindi si acquista libera da eventuali pesi o diritti altrui. Lusucapione viene in rilievo, come modo di acquisto della propriet in due ipotesi: a) possesso senza alcun titolo o con titolo nullo; b) possesso legittimato da titolo valido ma inefficace perch proveniente da chi non titolare del diritto alienato. Lusucapione ordinaria si compie in virt del possesso continuato per 20 anni (art. 1158). Ai fini dellusucapione il possesso deve essere pacifico e pubblico, cio non acquistato in modo violento n clandestino; inoltre il possesso devessere continuo e non interrotto. Con lusucapione ordinaria ventennale si acquistano i diritti di propriet e di godimento su tutti i beni, mobili e immobili, universalit di mobili e mobili registrati. Lusucapione abbreviata richiede, oltre al possesso continuato per un certo tempo, un titolo idoneo a trasferire il diritto, la buona fede, la trascrizione del titolo. Il titolo richiesto devessere astrattamente idoneo a trasferire il diritto, e perci un titolo valido, pur se in concentro inefficace perch proveniente da chi non titolare del diritto alienato; buona fede significa ignoranza non gravemente colposa dellaltruit del bene; la trascrizione del titolo richiesta per i soli beni immobili e mobili registrati. Quanto al possesso, la sua durata varia in relazione ai beni. Lusucapione si compie in 10 anni per i beni immobili e per le universalit di mobili; in 5 anni per la piccola propriet rurale e in 3 anni per i mobili registrati. Anche per i beni mobili prevista unusucapione abbreviata di 10 anni; tuttavia essa opera per il caso in cui lacquirente, pur se di buona fede, manchi di un titolo valido (art. 1161).

CAPITOLO 20: INTRODUZIONE


I diritti relativi attribuiscono una pretesa tutelata in via diretta solo nei confronti di determinati soggetti. Rientrano in questa categoria i diritti di credito, che si caratterizzano come specifica pretesa verso un soggetto determinato, cio attribuiscono il potere di pretendere un certo comportamento. Mentre i diritti reali si caratterizzano per lattribuzione di un potere sulle cose che consente una diretta soddisfazione dellinteresse.

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Nei diritti di credito viene in risalto il profilo del rapporto giuridico, della relazione tra debitore e creditore. Inoltre si parla di obbligazioni quando la prestazione ha carattere patrimoniale; si parla di obbligo quando manca tale carattere.

CAPITOLO 21 IL RAPPORTO OBBLIGATORIO


Il rapporto obbligatorio consiste in un vincolo fra due soggetti in virt del quale uno di essi, detto debitore, tenuto ad eseguire una specifica prestazione a favore dellaltro, detto creditore. Si tratta di un rapporto giuridico che si caratterizza per la correlativit delle situazioni soggettive nel senso che la situazione passiva corrispondente alla situazione attiva e le funzionale, cio diretta a soddisfare linteresse soggettivo ad essa sottostante. ART. 1173: Fonti delle obbligazioni sono il contratto, il fatto illecito e ogni altro atto idoneo a produrle in conformit dellordinamento giuridico . Essi sono i fatti giuridici a cui la legge attribuisce idoneit a far sorgere un rapporto obbligatorio. Il contratto un accordo liberamente stipulato fra due o pi persone (e ha natura di atto negoziale); fatto illecito ad esempio il ferimento di una persona si tratta di un atto giuridico in senso stretto). Mentre il contratto e il fatto illecito sono figure o schemi generalmente atipici (derivando da essi obbligazioni in tutti i casi in cui vengano in considerazione interessi meritevoli di tutela) gli altri atti e fatti menzionati allart. 1173 costituiscono fattispecie tipiche idonee a generare obbligazioni solo nei casi determinati dalla legge. Lobbligazione appartiene al novero delle situazioni giuridiche passive e si caratterizza sia per la vincolativit ( cio lobbligatoriet del comportamento) sia per la coercibilit: ove manchi un adempimento spontaneo del debitore, il creditore potr agire in giudizio per fare valere la sua pretesa chiedendo lesecuzione forzata: cio un esecuzione in forma specifica , che consente di ottenere coattivamente un risultato del tutto corrispondente a quello dedotto in obbligazione e potr essere chiesta ove essa sia possibile in relazione alla prestazione inadempiuta (art. 2930,2933); o un esecuzione per equivalente , cio si potr chiedere tramite la vendita forzata dei beni del debitore e il soddisfo sul ricavato di essa, un risultato economico equivalente alla prestazione non eseguita (art. 2910). Qui viene in considerazione quellaspetto vincolante delle obbligazioni rappresentato dalla responsabilit patrimoniale del debitore (art. 2740) cio il patrimonio dellobbligato costituisce una garanzia per il creditore. Il debito e la responsabilit sono coessenziali allobbligazione; senza il debito si avr una mera garanzia del debito altrui, mentre senza responsabilit si avr un obbligazione naturale (art. 2034): cio quellobbligo che nasce sul terreno dei doveri morali e sociali (ES. pagamento dei debiti di gioco).

CAPITOLO 22: GLI ELEMENTI DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO LOGGETTO


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Loggetto del rapporto obbligatorio costituito dalla prestazione del debitore (art. 1174). Per prestazione si intende il comportamento cui il debitore tenuto: cio lattivit che egli obbligato a svolgere e il risultato che tenuto a conseguire per soddisfare linteresse creditorio. La prestazione pu consistere in:
Dare , cio la consegna di un bene o trasferimento di un diritto. E importante la distinzione

tra obbligazioni generiche, dove il debitore deve consegnare una certa quantit di cose appartenenti ad un genere e non ancora individuate e obbligazioni specifiche, dove il debitore deve dare una cosa determinata. La distinzione rileva in ordine al momento in cui si realizza il trasferimento della propriet.
Fare, cio unattivit materiale o giuridica. Qui si distinguono le obbligazioni di mezzi

e le obbligazioni di risultato, che corrispondono alla distinzione tra prestazioni di attivit e di risultato: nelle prime opera una responsabilit per colpa mentre nelle seconde una responsabilit oggettiva del debitore. Si ricomprende tra le obbligazioni di fare anche lobbligo di contrarre, e cio di stipulare un contratto);
Non fare , cio un comportamento omissivo.

Carattere distintivo della prestazione la patrimonialit: devessere suscettibile di valutazione economica (art. 1174). La prestazione deve corrispondere anche ad un interesse non patrimoniale del creditore e deve avere un contenuto economico valutabile. Linteresse un elemento necessario del rapporto e risponde allesigenza di garantire la meritevolezza degli scopi perseguiti tramite i vincoli giuridici: se lobbligazione non risponde ad un interesse socialmente apprezzabile, lobbligazione nulla. Ci che rileva linteresse tipico sotteso al rapporto, come risulta dalla fonte (legale/negoziale) dellobbligazione e non coincide con lutilit pratica in quanto essa pu andare a beneficio di un altro ed attiene alla sfera individuale e pu costituire solo uno dei motivi dellobbligazione. La prestazione deve poi essere possibile: quando limpiego della diligenza richiesta (per legge o per contratto) consentirebbe astrattamente a un qualsiasi debitore di adempiere; lecita, quando non urta contro norme imperative, ordine pubblico o il buon costume; determinata, quando fissata nei suoi estremi qualitativi e quantitativi e determinabile, quando siano fissati, dalla legge o dalle parti, i criteri o parametri per la sua determinazione. Con riguardo alle obbligazioni di fare distinguiamo prestazioni fungibili, nelle quali indifferente che ad adempiere sia il debitore o un terzo e infungibili, nelle quali il debitore deve adempiere personalmente, poich vengono in considerazione le sue qualit personali. Le obbligazioni pecuniarie (art. 1224) sono quelle che hanno ad oggetto una somma di denaro; le funzioni del denaro sono 3: costituisce un generale mezzo di scambio; unit di misura dei valori in quanto esprime il valore relativo dei beni economici; costituisce riserva di liquidit assicurando una disponibilit di mezzi finanziari per un futuro acquisto di beni. La sua attitudine a costituire mezzo di pagamento, e cio esatto adempimento dellobbligazione

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condizionata al suo potere di acquisto cio alla sua inalterata idoneit ad acquistare quella stessa quantit di beni che con essa si poteva acquistare nel momento in cui sorta lobbligazione. regola generale il principio nominalistico, quale irrilevanza delle variazioni del potere di acquisto della moneta tra il momento della nascita dellobbligazione e quello della scadenza. Denaro un termine generico; moneta indica quel denaro che ha corso legale nello Stato ed rispetto alla valuta che si verificano i fenomeni di svalutazione e rivalutazione ed con moneta avente corso legale nello Stato che occorre adempiere le obbligazioni pecuniarie. In ordine al principio nominalistico occorre distinguere un nominalismo valutario (art. 1277), ove si dispone che i debiti pecuniari si estinguano con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento, e con tale moneta si estinguono anche i debiti relativi a monete non aventi pi corso legale al tempo del pagamento. Il debitore tenuto ad adempiere con moneta contante e non pu adempiere con titoli di credito. Oggi vi una deroga,poich i pagamenti superiori a 12500 euro non possono essere effettuati n in contanti n tramite titoli al portatore. Mentre il nominalismo del rapporto obbligatorio fa riferimento al potere di acquisto della moneta e nellart. 1277 si dispone la validit del pagamento effettuato con moneta legale e per il suo valore nominale. Tale regola derogabile dalle parti che possono pattuire apposite clausole volte a rivalutare la somma dovuta ed agganciarla a determinati parametri. Si ha debito di valuta quando lobbligazione determinata fin dallorigine con riferimento ad una certa quantit di denaro; si ha debito di valore quando lobbligazione determinata con riferimento ad un valore economico diverso dal denaro. Gli interessi sono unobbligazione pecuniaria accessoria a una principale avente ad oggetto una somma di denaro; essi consistono in una somma ulteriore, che si aggiunge al capitale, determinata in misura percentuale e in relazione al tempo. Anche se accessoria unobbligazione distinta dalla principale e pu formare oggetto di separati atti di disposizione (art. 818). opportuno distinguere tre profili: funzione, fonte e saggio degli interessi. Quanto alla funzione, gli interessi hanno natura composita svolgendo una funzione compensativa e risarcitoria. La funzione compensativa indica il compenso dovuto per il godimento del denaro; adempiono a tale funzione gli interessi corrispettivi, che rappresentano la remunerazione del capitale; la funzione risarcitoria serve a risarcire il danno per il ritardo delladempimento. Gli interessi moratori hanno funzione risarcitoria, ma assorbono gli interessi corrispettivi, in quanto sono dovuti di norma in misura superiore ad essi. Quanto alla fonte distinguiamo: interessi convenzionali, che traggono origine da un apposito accordo fra le parti; e gli interessi legali, la cui norma fondamentale lart. 1282 secondo cui i crediti pecuniari liquidi ed esigibili producono interessi di pieno diritto. Sono liquidi i debiti determinati nel loro ammontare; sono esigibili i crediti non sottoposti a termine o condizione. Quanto al saggio degli interessi, la misura fissata al 2,5% in ragione danno, sia per gli interessi legali che per quelli convenzionali. La pattuizione di un saggio superiore richiede, a
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pena di nullit, la forma scritta mentre rimane vietata la pattuizione di interessi usurari, cio quelli che siano sproporzionati e che superino del 50% i tassi medi. Lanatocismo consiste nella produzione di interessi da altri interessi, scaduti e non pagati. Venuta a scadenza lobbligazione con gli interessi nel frattempo maturati, questi si sommano al capitale e sullammontare totale si calcoleranno gli interessi fino a nuova scadenza o fino alleffettivo pagamento. Secondo lart. 1283 gli interessi anatocistici sono dovuti solo dal giorno della domanda giudiziale e occorre che si tratti di interessi dovuti per almeno 6 mesi. Le obbligazioni alternative sono quelle in cui sono dedotte due o pi prestazioni ma il debitore si libera eseguendone una sola (art. 1285). Si tratta di obbligazione unica a contenuto determinabile: la determinazione avviene con la scelta che spetta al debitore e con essa si attua la concentrazione dellobbligazione, che da alternativa diventa semplice. Effetto analogo alla scelta ha limpossibilit, originaria o sopravvenuta, di una delle due prestazioni: lobbligazione si considera semplice e il debitore deve eseguire quella che rimasta possibile. Quando, per, limpossibilit sia imputabile a una delle due parti, questa ne risponde o perdendo la facolt di scelta o restando obbligata al risarcimento del danno (art. 1289). Le obbligazioni facoltative sono quelle in cui dovuta una sola prestazione, ma il debitore ha la facolt di liberarsene eseguendone unaltra. Se tale obbligazione diviene impossibile, il debitore liberato.

CAPITOLO 23: I SOGGETTI


Soggetti del rapporto obbligatorio sono i titolari delle posizioni giuridiche di debito e di credito, cio il debitore e il creditore. Essi devono essere almeno due, in due distinte situazioni, attiva e passiva, e devono essere determinati o almeno determinabili al momento in cui sorge lobbligazione. Figura tipica quella delle obbligazioni ambulatorie, destinate alla circolazione. Qui pu darsi unincertezza soggettiva sul titolare del rapporto, ma questi in ogni momento determinato: precisamente si tratta di un soggetto individuato per il tramite della titolarit di un altro rapporto. Analogamente, nelle obbligazioni reali lobbligato si individua in funzione della titolarit di un diritto reale; trasferita la titolarit della cosa, si trasferisce automaticamente anche lobbligazione. possibile che si diano obbligazioni con pluralit di soggetti: sono le cd. obbligazioni plurisoggettive, cio quelle obbligazioni in cui pi debitori sono obbligati, o pi creditori hanno diritto, alla medesima prestazione. Questo schema pu dare luogo a diverse figure di obbligazioni, che hanno in comune il fatto che ciascuno dei debitori debba pagare (o ciascuno dei creditori possa pretendere) lintero debito o solo una parte di esso. Sono le:
Obbligazioni solidali passive: sono quelle in cui ciascuno dei condebitori obbligato

a pagare lintero e ladempimento di uno libera anche gli altri (art. 1292);

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Obbligazioni solidali attive: sono quelle in cui ciascuno dei concreditori pu

pretendere il pagamento dellintero e ladempimento conseguito da essi libera il debitore verso tutti i creditori (art. 1292). Requisiti affinch si abbia unobbligazione solidale sono (a parte la pluralit dei soggetti): lunicit della prestazione e lunicit della causa dellobbligazione. In presenza di tali estremi si avr automaticamente il vincolo solidale dal lato passivo: la cd. presunzione di solidariet passiva (art. 1294), ma in mancanza di tali estremi la solidariet non si presume e deve essere prevista espressamente. La solidariet attiva non si presume e necessita di apposita previsione. I Il vantaggio della prestazione va suddiviso fra condebitori e concreditori; il debitore che ha pagato ha azione di regresso verso i condebitori, secondo il criterio dellinteresse (art. 1299). Se linteresse comune lobbligazione si divide in proporzione alle rispettive quote; se invece lobbligazione era stata contratta nellinteresse esclusivo di uno dei soggetti, questi sar tenuto a rimborsare lintera somma a colui che ha pagato. In caso di insolvenza di uno dei condebitori la perdita si ripartisce fra tutti gli altri.
!Obbligazioni parziarie: sono quelle in cui ciascuno dei debitori deve, e ciascuno dei

creditori pu pretendere, soltanto la propria parte di prestazione (art. 1314); ne sono esempi i crediti e i debiti ereditari, che si ripartiscono tra gli eredi. sancita la regola della parziariet attiva, secondo cui in mancanza di un apposito patto o previsione legislativa, lobbligazione plurisoggettiva parziaria soltanto dal lato attivo (mentre solidale dal lato passivo). Anche se parziaria, possibile che la prestazione sia indivisibile (es. un animale vivo). Il codice (art. 1316) parla di obbligazioni indivisibili e le definisce obbligazioni parziarie che hanno per oggetto una cosa o un fatto che non suscettibile di divisione.

CAPITOLO 24: ADEMPIMENTO DELLE OBBLIGAZIONI


Ladempimento lesatta realizzazione della prestazione dovuta; con esso lobbligazione si estingue e il debitore consegue la liberazione dal vincolo obbligatorio. Esso ha natura di atto giuridico in senso stretto e affinch consegua leffetto liberatorio, ladempimento devessere esatto (art. 1218), cio conforme ai criteri legali, che sono quelli della diligenza e della buona fede; occorre poi lesattezza materiale e la regolarit giuridica della prestazione, la puntualit di tempo e di luogo e lidoneit di chi adempie e la legittimazione di chi riceve il pagamento. Diligenza e buona fede sono i criteri fondamentali che definiscono il comportamento dovuto dal debitore; lobbligo di diligenza (art. 1176) si riferisce a quel livello di competenza che gli operatori di ciascun settore sono soliti impiegare nelladempiere le loro obbligazioni. La prestazione diligente implica perizia (competenza), prudenza e attenzione nellesecuzione del compito. Lobbligo della buona fede (art. 1175) impone ad entrambi i soggetti del rapporto di comportarsi secondo le regole della correttezza; la buona fede oggettiva, che consiste in un

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obbligo: essa impone ad entrambi i soggetti un impegno di cooperazione che si pu esprimere come lobbligo di salvaguardare laltrui interesse nei limiti in cui sia compatibile col proprio. Quando oggetto della prestazione sia un bene, costituiscono requisiti dellesatto adempimento la sua esattezza materiale e la regolarit giuridica. Quanto allesattezza materiale, si devono prestare cose di qualit non inferiore alla media (art. 1178) e immuni da vizi che ne diminuiscano il valore. Il creditore pu rifiutare un adempimento parziale e non tenuto ad accettare una prestazione diversa, anche se di valore superiore; Perch il debitore possa adempiere con una diversa prestazione, occorre il consenso del creditore (questa figura prende il nome di prestazione in luogo delladempimento o datio in solutum. E importante ricordare che laccordo per sostituire la prestazione non incide sul rapporto obbligatorio: previsto che lobbligazione originaria si estingue solo quando la diversa prestazione eseguita (art. 1197). Quanto alla regolarit giuridica, il debitore deve adempiere con cose di cui abbia piena disponibilit (art. 1192). In ordine al tempo delladempimento vigono le seguenti regole (art. 1183): -Se non determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita,il creditore pu esigerla immediatamente; -Se un termine necessario per la natura della prestazione, esso stabilito dal giudice ove manchi un accordo tra le parti. -Spetta ugualmente al giudice,su istanza dellinteressato, la fissazione del termine che sia rimesso alla discrezionalit delle parti. -Quando il termine sia fissato, esso si presume a favore del debitore, per consentirgli di prepararsi alladempimento; il creditore non pu pretendere un pagamento anticipato, ma nelle facolt del debitore adempiere prima della scadenza. In ogni caso, il debitore che abbia pagato in anticipo, non potr chiederne il rimborso ma soltanto la restituzione dellarricchimento conseguito dal creditore.
- Il debitore decade dal beneficio del termine ove sia divenuto insolvente, ovvero non abbia

mantenuto le garanzie promesse (art. 1186). Il luogo delladempimento determinato dal titolo, dagli usi o dalla natura della prestazione e in mancanza di tali indicazioni, la consegna di una cosa determinata va eseguita nel luogo in cui si trovava la cosa quando sorta lobbligazione, lobbligazione pecuniaria va pagata al domicilio del creditore mentre le altre vanno adempiute al domicilio del debitore. Obbligato ad adempiere il debitore, ma legittimato (autorizzato) ad adempiere anche qualsiasi terzo: il creditore non pu rifiutare tale adempimento a meno che non abbia interesse a che sia il debitore ad eseguire personalmente la prestazione (art. 1180) e il debitore non potr opporsi a tale intervento ma potr solo evitarlo adempiendo direttamente. Soltanto in caso di rifiuto di entrambi, al terzo sar precluso ladempimento.

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Il pagamento del terzo va tenuto distinto dalladempimento per mezzo del terzo: il primo caratterizzato dalla spontaneit dellintervento, in quanto il terzo agisce di propria iniziativa e paga a nome proprio; nel secondo caso invece il debitore che chiede al terzo di provvedere e questi adempir in nome altrui. Ladempimento verr imputato direttamente al debitore. Ladempimento va assicurato al momento della nascita dellobbligazione ed sufficiente che il debitore, al momento del pagamento, abbia la naturale capacit di intendere e di volere, valutata in relazione allatto da compiere. Legittimato a ricevere ladempimento il creditore, il suo rappresentante, la persona indicata dal creditore o autorizzata dalla legge o dal giudice (art. 1188). Il creditore privo di legittimazione a ricevere quando sia legalmente incapace (art. 1190) o quando perde la disponibilit del credito, come in caso di fallimento. Il debitore liberato se paga al creditore apparente, cio a chi appare legittimato a riceverlo in base a circostanze univoche (art. 1189). Effetto dellesatto adempimento lestinzione dellobbligazione e la liberazione del debitore. Ladempiente ha diritto di ottenere quietanza liberatoria, cio ricevuta, nonch di dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare, ove abbia pi di un debito: la cd. imputazione di pagamento (art. 1193). Ove manchi la dichiarazione del debitore, il pagamento va imputato al debito scaduto, poi a quello meno garantito e quindi al pi oneroso. Ulteriori effetti delladempimento sono lestinzione delle garanzie (reali e personali) che assistevano il credito e la liberazione di altri eventuali obbligati. In alcuni casi il pagamento non estingue lintera obbligazione: un esempio la surrogazione nel credito: essa consiste nel sub ingresso di un terzo, a seguito del pagamento, nella posizione creditoria. Essa, pur determinando un trasferimento del credito, un effetto del pagamento e si realizza solo in dipendenza di esso. La surrogazione pu avvenire: -per volont del creditore, che ricevendo il pagamento da un terzo, lo surroga nei propri diritti verso il debitore. Requisito fondamentale la dichiarazione espressa e la contestualit col pagamento (art. 1201); -per volont del debitore che, prendendo a mutuo una somma di denaro per pagare il debito, surroga il mutuante nei diritti di creditore (art. 1202);
- per volont della legge; la surrogazione legale ha luogo: a vantaggio di chi, creditore o

debitore, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione di una causa di prelazione; a vantaggio di chi, essendo tenuto con altri al pagamento del debito, aveva interesse a soddisfarlo; negli altri casi previsti dalla legge. Ladempimento, per poter essere effettuato, richiede di norma la cooperazione del creditore che riceve la prestazione e faccia quanto gli compete per mettere il debitore in grado di adempiere. Il creditore ha diritto e non obbligo di ricevere la prestazione; il debitore se non pu pretendere di adempiere nelle mani del creditore, ha per diritto a non rimanere in definitivamente

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obbligato. Sono previsti allora gli istituti della mora del creditore e della liberazione coattiva del debitore. La mora credendi si verifica quando il creditore, senza motivo legittimo, rifiuti lofferta formale, cio quella fatta dal debitore secondo le rigorose formalit previste (art. 1206 ss.). Ci sono di 2 tipi di offerta: offerta solenne, effettuata tramite un pubblico ufficiale in modo reale (cio portando con s le cose da consegnare) o per intimidazione (cio invitando il creditore a ricevere la prestazione) e offerta secondo gli usi, effettuata direttamente dal debitore che offre la prestazione in modo conforme alla prassi o effettua il deposito/sequestro delle cose dovute. Effettuata lofferta formale, il creditore costituito in mora, per cui si trasferisce su di lui il rischio dellimpossibilit sopravvenuta dellobbligazione ed tenuto al risarcimento del danno (art. 1207). Nel caso di offerta solenne se pure il debitore non pu essere considerato inadempiente, lobbligazione non stata comunque adempiuta, quindi essa non ancora estinta n il debitore liberato e ci pu essergli di pregiudizio, A tale scopo prevista la liberazione coattiva del debitore: egli adempiendo nelle mani di un terzo, estingue definitivamente lobbligazione (art. 1210). Essa consegue solo al deposito (per le cose mobili) o al sequestro (per gli immobili), che per produrre i loro effetti, devono essere accettati dal creditore o convalidati con sentenza.

CAPITOLO 25: INADEMPIMENTO DELLE OBBLIGAZIONI


Linadempimento linesatta esecuzione della prestazione dovuta (art. 1218). Linadempimento assoluto quando la prestazione mancata del tutto; relativo quando una prestazione vi stata ma risulta difforme da quella dovuta. Linadempimento si dice imputabile quando dovuto a colpa del debitore ed egli debba risponderne. Il creditore pu chiedere lesecuzione in forma specifica, sempre che la prestazione sia ancora possibile ed egli ne abbia interesse. In ogni caso, conseguenza dellinadempimento la responsabilit del debitore che tenuto a risarcire i danni cagionati con linadempimento, a meno che non provi che linadempimento o il ritardo sia stato determinato da impossibilit della prestazione derivante da causa a lui non imputabile (art. 1218). La prestazione impossibile quando non pu essere eseguita con limpegno della diligenza richiesta; si richiede unimpossibilit oggettiva, tale che nessun debitore sarebbe in grado di superare e unimpossibilit relativa, dovendo essere valutata in relazione allo sforzo debitorio richiesto. Allobbligo di diligenza, al fine di evitare la responsabilit per inadempimento, si aggiunge lonere di provare limpossibilit della prestazione e che la causa non sia ad esso imputabile: il debitore deve provare la causa specifica che ha impedito la prestazione, e se non vi riesce risulter responsabile. La causa inoltre non deve essere a lui imputabile e deve essere imprevedibile e inevitabile (es. caso fortuito o forza maggiore). Secondo lart. 1219 il ritardo semplice non costituisce sempre e necessariamente inadempimento presumendosi tollerato dal creditore. Costituisce inadempimento solo quel
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ritardo che prende il nome di mora ed caratterizzato da una situazione in cui il ritardo appare intollerabile. La mora del debitore un ritardo imputabile e qualificato. Essa richiede: un ritardo imputabile al debitore e una circostanza che valga a qualificare come intollerabile il ritardo. Questa circostanza pu essere costituita da un atto di costituzione in mora da parte del creditore, cio un intimazione o richiesta di adempimento fatta per iscritto. In tal caso il creditore che fa notare lintollerabilit del ritardo: cd. mora ex persona. In altri casi, invece la mora non richiede una specifica iniziativa del creditore; ci si verifica: quando il debito deriva da fatto illecito; quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non volere adempiere; quando scaduto il termine e si tratti di una prestazione da eseguire al domicilio del creditore; quando si tratti di obbligazioni di non fare, poich ogni fatto compiuto in violazione di esse costituisce inadempimento (art. 1222). Gli effetti della mora costituiscono lobbligo di risarcire il danno e nellaggravamento del rischio: durante la mora la sopravvenuta impossibilit della prestazione a carico del debitore pur se derivi da causa a lui non imputabile. La legge muove dal presupposto che se la prestazione fosse stata eseguita a tempo debito il creditore avrebbe evitato la perdita e soddisfatto cos il suo interesse. Solo se il debitore riesce a provare che loggetto della prestazione sarebbe egualmente perito, il creditore esonerato da responsabilit (art. 1221). La responsabilit per inadempimento del debitore costituisce un profilo essenziale delle obbligazioni: vietato il patto che esclude o limita preventivamente la responsabilit del debitore per dolo o colpa grave (art. 1229). Il debitore risponde anche delloperato degli ausiliari di cui si avvale. Si tratta della responsabilit contrattuale la quale si contrappone alla responsabilit extracontrattuale (o per fatto illecito). Nella prima ipotesi sono ricomprese tutte le ipotesi di inadempimento di una specifica obbligazione, qualunque ne sia la fonte. Linadempimento imputabile al debitore, non estingue lobbligazione che rimane dovuta, ma aggiunge anche lobbligo di risarcire i danni, con il ristoro del pregiudizio subito dal creditore: ha cio la funzione di reintegrare il soggetto nella stessa situazione in cui si sarebbe trovato se non vi fosse stato linadempimento, tramite una prestazione diversa, che di norma consiste nel pagamento di una somma di denaro di ammontare equivalente al valore della prestazione mancata (si parla infatti di risarcimento per equivalente). Secondo lart. 1223 il risarcimento deve comprende la perdita subita dal creditore e il mancato guadagno. Il danno risarcibile si determina in funzione della:
-Perdita subita e il mancato guadagno: designati come danno emergente e lucro

cessante. Il primo consiste nel valore del bene dovuto e non consegnato; il lucro cessante invece il guadagno che il creditore avrebbe potuto realizzare utilizzando la prestazione. Per linadempimento di obbligazioni pecuniarie il risarcimento si effettua tramite la corrisponsione di interessi moratori.

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-Nesso di causalit tra inadempimento e danno: occorre che sussista un rapporto di

derivazione tra essi, cio che luno sia conseguenza immediata e diretta dellaltro.
-La prevedibilit del danno al tempo in cui sorta lobbligazione (art. 1225): si vuole

evitare di esporre il debitore per conseguenze che egli non poteva ragionevolmente prevedere e che vanno oltre il limite dellimpegno normalmente assunto.
-Il concorso del fatto colposo del creditore (art. 1227). Si possono distinguere due

ipotesi: la prima che il creditore abbia contribuito a cagionare il danno; in questo caso il risarcimento diminuito secondo la gravit della colpa; la seconda prevede un caso di mancata cooperazione del creditore che non si adopera per evitare o limitare il danno; in tal caso il risarcimento non dovuto.

CAPITOLO 26: MODI DALLADEMPIMENTO

di

ESTINZIONE

DIVERSI

possibile che lobbligazione si estingua per altre vie o modi, che il codice designa come diversi dalladempimento (art. 1230 ss.) e che la dottrina distingue in modi satisfattivi e non satisfattivi, a seconda che comportino il soddisfacimento o no dellinteresse dedotto in obbligazione. La compensazione lestinzione dei reciproci rapporti obbligatori correnti fra gli stessi soggetti (art. 1241). Pu accadere che, nei confronti della stessa persona, un soggetto sia allo stesso tempo debitore e creditore; la compensazione elimina la necessit di effettuare due distinti pagamenti, operando lestinzione dei due debiti fino a concorrenza del relativo ammontare. Presupposto generale della compensazione lautonomia dei debiti, nel senso che essi devono derivare da fonti distinte. La compensazione legale disposta dalla legge e opera di diritto (cio automaticamente) lestinzione dei debiti reciproci che siano omogenei, liquidi ed esigibili: sono omogenei quando hanno ad oggetto beni fungibili dello stesso genere (es. denaro); liquidi quando sono determinati nel loro ammontare; esigibili quando non sono sottoposti n a termine n a condizione. La compensazione giudiziale pronunciata dal giudice, quando in giudizio sia opposto in compensazione un credito omogeneo ed esigibile ma non ancora liquido (art. 1243). La compensazione volontaria operata dalle parti, con apposito accordo, quando non ricorrono le condizioni per la compensazione legale o giudiziale (art. 1252). Laccordo pu anche essere preventivo, cio riguardare debiti non ancora scaduti. Ne costituisce una fattispecie la compensazione facoltativa, che attribuisce a una delle parti il diritto potestativo di determinare, con proprio atto unilaterale, la compensazione dei debiti. La compensazione legale e volontaria operano a far data dalla coesistenza dei debiti, i quali si estinguono per il fatto di tale coesistenza anche se non possono essere rilevati di ufficio dal giudice e occorre leccezione di parte, cio che la parte interessata la invochi. La compensazione
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giudiziale e quella facoltativa richiedono lemanazione della sentenza e dellatto unilaterale con cui il soggetto dichiara di avvalersi della facolt di cui si detto. La confusione si realizza quando le qualit di creditore e di debitore si riuniscono nella stessa persona (art. 1253). Ci si verifica in seguito a successione del debitore nella posizione del creditore (o viceversa). Tutto ci determina lestinzione dellobbligazione in quanto viene meno la pluralit dei soggetti. NB. La confusione non ha luogo nel caso di accettazione delleredit con beneficio dinventario. Mentre in altre ipotesi, lestinzione dellobbligazione non opponibile ai terzi che hanno acquistato diritti di usufrutto o di pegno sul credito; mentre solo provvisoria per il caso di titolo cambiario girato allo stesso emittente. La novazione il contratto con cui le parti sostituiscono allobbligazione originaria una nuova obbligazione. Per effetto di essa, la vecchia obbligazione si estingue e il debitore sar tenuto esclusivamente ad adempiere la nuova. La novazione si dice soggettiva quando la modifica riguarda la persona del debitore (art. 1325), mentre si dice oggettiva quando la modifica concerne loggetto o il titolo dellobbligazione. Gli elementi che caratterizzano la novazione sono:
- lanimus novandi, che consiste nella volont di estinguere lobbligazione, che peraltro deve

risultare in modo non equivoco;


- laliquid novi, cio lelemento oggettivo che consiste nelloggetto o titolo diverso che

caratterizza la nuova obbligazione. Con la novazione la vecchia obbligazione si estingue e se ne crea una nuova, con titolo o oggetto diverso; essa dipende funzionalmente da quella originaria: pertanto, se questa era nulla, la novazione senza effetto; se questa era annullabile, la novazione valida ove possa configurarsi come una convalida (art. 1234). Tale caratteristica consente di distinguere la novazione dalla dazione di cosa diversa, la quale comporta una semplice sostituzione della prestazione dovuta con unaltra, ma mantiene inalterata lobbligazione originaria che si estingue solo e quando la nuova prestazione adempiuta. La novazione invece estingue immediatamente la nuova obbligazione con tutti i suoi accessori: se la nuova obbligazione non viene adempiuta, il creditore non potr chiedere ladempimento di quella originaria. La remissione la rinuncia del creditore al proprio diritto; essa ha leffetto di estinguere il debito non appena comunicata al debitore (art. 1236). un negozio unilaterale perch consiste in una dichiarazione proveniente dal solo creditore e non serve laccettazione del debitore; recettizio perch produce leffetto estintivo al momento in cui giunge a conoscenza del destinatario. Il debitore, tuttavia pu rifiutare la liberazione

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comunicando il suo rifiuto entro un termine congruo. E infine un atto gratuito, perch senza vantaggio o corrispettivo. Non richiesta alcuna forma per la validit dellatto: lart. 1237 prevede la figura di remissione tacita, che consiste nella restituzione volontaria del titolo originale del credito (es. la cambiale). Oggetto di remissione possono essere tutti i crediti, salvo quelli indisponibili come gli alimenti e le retribuzioni di lavoro. Effetto della remissione la liberazione del debitore e di norma, tutti i condebitori (art. 1301). Altra causa di estinzione dellobbligazione limpossibilit sopravvenuta per causa non imputabile al debitore (art. 1256); tipiche ipotesi di impossibilit sono il caso fortuito e la forza maggiore. Limpossibilit non deve dipendere da un fatto imputabile al debitore, cio da un fatto che rientra nella sua sfera di controllo. Se limpossibilit solo temporanea il debitore esonerato da responsabilit fin quando dura limpedimento ma se questo perdura fin quando il creditore non ha pi interesse a conseguire la prestazione, lobbligazione si estingue (art. 1256). Se si tratta di impossibilit parziale, il debitore si libera eseguendo la parte di prestazione che rimasta possibile. Limpossibilit quindi estingue lobbligazione, libera il debitore e lo esonera da responsabilit facendo ricadere sul creditore la perdita economica, il quale tuttavia ha la possibilit di sostituirsi nei diritti che il debitore vanta nei confronti di terzi in dipendenza del fatto che ha causato limpossibilit (art. 1259).

CAPITOLO 27: CIRCOLAZIONE DELLE OBBLIGAZIONI


Oltre ai beni, sono suscettibili di circolazione giuridica anche i diritti di credito, trasmettendosi le posizioni giuridiche di debito e di credito. Anche qui sono possibili acquisti a titolo originario e a titolo derivativo; nelle obbligazioni il primo modo dacquisto trova spazio esclusivamente nei titoli di credito, in cui la prestazione incorporata in un bene mobile, il documento, e circola secondo le regole proprie di tali beni (art. 1992 ss.). Tale tipo di circolazione consente di rendere indipendente la prestazione indicata sul documento, dai rapporti sottostanti, rendendo sicura e rapida la circolazione dei crediti. Al di fuori di tale ipotesi, la circolazione delle obbligazioni si realizza a titolo derivativo tramite una successione derivativo-traslativa da un soggetto ad un altro: cio il diritto si trasferisce con gli stessi limiti e le stesse caratteristiche che aveva in capo al precedente titolare. Le modificazioni nel lato attivo del rapporto obbligatorio danno luogo ad una successione nel credito, cio a fattispecie in cui al creditore originario subentra un nuovo creditore. Si tratta di una vera e propria successione, cio di un subingresso di un soggetto in una situazione giuridica il cui contenuto, per il resto, rimane invariato: il nuovo creditore, perci potr esercitare il diritto con gli stessi poteri e gli stessi limiti che competevano al vecchio titolare. Tale effetto si realizza sopratutto nella cessione del credito, ma anche nella e nella delegazione attiva: si tratta di
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ipotesi in cui il trasferimento del credito costituisce loggetto proprio o esclusivo delle singole fattispecie traslative. Ma leffetto si realizza anche nelle successioni per causa di morte e nelle fusioni tra societ, sia nella cessione del contratto che nella cessione dellazienda. Principio generale della cessione nel lato attivo quello per cui il trasferimento del credito non richiede il consenso del debitore, essendo per lui indifferente adempiere a uno piuttosto che ad un altro creditore. N.B. Mentre le modificazioni nel lato attivo del rapporto obbligatorio danno luogo a ipotesi di vera e propria successione nello stesso rapporto, che a parte la modifica soggettiva, rimane identico in tutti i suoi elementi, le modificazioni dal lato passivo possono dar luogo a fenomeni diversi come una vera e propria successione, una novazione che estingue il vecchio debito o laggiunta di un nuovo debitore o di una nuova obbligazione con fonte diversa da quella originaria. Tuttavia il ruolo svolto da entrambe lo steso: far circolare quella ricchezza futura in cui consistono i crediti, e perci trasferire tale risorsa da un soggetto a un altro. La cessione del credito consiste nel trasferimento di un credito dal creditore originario (detto cedente) ad un nuovo creditore (detto cessionario). La cessione non un contratto, ma solo il possibile oggetto di un contratto, in relazione alla causa per cui avviene lattribuzione (pu darsi che la cessione avvenga dietro corrispettivo e allora si avr una vendita art. 1740 -). Se io cedo un credito per estinguere un mio debito verso il cessionario si avr un contratto solutorio, cos chiamato perch si intende solvere/pagare un debito (ad es. frequente la cessione del 5 dello stipendio). Non tutti i crediti sono cedibili in quanto vi unincedibilit oggettiva, dipendente dal tipo di credito che abbia carattere strettamente personale (art. 1260) e una soggettiva, dipendente o dalla qualit dei possibili cessionari o dalla volont delle parti che abbiano escluso questa cedibilit. Concluso laccordo di cessione, il credito si trasferisce al cessionario con effetto immediato (art. 1376), unitamente agli accessori del credito, quali le garanzie reali e personali. Anche se la cessione non richiede il consenso del debitore ceduto (art. 1260), egli ne deve essere informato per evitare che, ignorandola, paghi al vecchio creditore. Lart. 1264 dispone che la cessione ha effetti nei riguardi del ceduto quando gli stata notificata o egli labbia comunque accettata: in tale ipotesi, il debitore che paghi al cedente non liberato. Inoltre non liberato ove si provi che egli, pur in mancanza di notificazione, ne aveva comunque prova certa. Ove manchi tale conoscenza, il debitore liberato pur se abbia adempiuto a chi non pi titolare del credito. Bisogna sottolineare che laccettazione del debitore non ha valore di consenso negoziale al trasferimento (essendo la cessione un negozio bilaterale), bens di implicito riconoscimento del debito. La notificazione serve inoltre a risolvere il conflitto fra pi cessionari di un medesimo credito; in tal caso prevale la cessione notificata o accettata per prima dal debitore con atto di data certa, anche se essa sia di data posteriore.

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Se la cessione a titolo oneroso, il cedente deve garantire soltanto lesistenza del credito. possibile anche escludere tale garanzia, ma il cedente rimane obbligato per il fatto proprio; inoltre possibile che le parti pattuiscano unestensione della garanzia alla solvenza del debitore ceduto e tale significato hanno le clausole salvo buon fine e salvo incasso, ma in tal caso la responsabilit del cedente limitata dallart. 1267 al danno emergente, dovendo egli rispondere nei limiti di quanto abbia ricevuto come corrispettivo. La regola per cui, salvo patto contrario, la cessione sintende fatta pro solvendo riguarda lipotesi della cessione solutoria (art. 1198): si tratta di una figura di prestazione in luogo delladempimento e segue le relative regole: in caso di cessione di un credito in luogo delladempimento, la cessione si intende fatta per pagare (pro solvendo) e perci la vecchia obbligazione si estingue solo con leffettiva riscossione del credito ceduto. Se le parti hanno convenuto che la cessione sia fatta in pagamento (pro soluto) lobbligazione si estingue immediatamente per effetto dellaccordo di cessione, rimanendo indifferente che il credito ceduto sia poi pagato o no. Le modificazioni dellobbligazione dal lato passivo possono aversi o per successione o in relazione a tipiche figure negoziali, il cui contenuto consiste nel realizzare una modificazione nel lato passivo dellobbligazione. Principio generale quello per cui, senza il consenso del creditore, possibile solo associare un nuovo soggetto nel vincolo obbligatorio, cio aggiungere un nuovo debitore accanto al debitore originario, che non rimane liberato senza il consenso del creditore. La delegazione di pagamento l incarico che un soggetto (delegante) d ad un altro soggetto (delegato) di pagare, o promettere un pagamento, a un terzo soggetto (delegatario). Lipotesi pi frequente quella del soggetto A, che contemporaneamente creditore di B e debitore verso C. Il soggetto A potr utilizzare il credito che vanta nei confronti di B per adempiere il debito verso C tramite listituto della delegazione. Esistono due figure: delegazione di pagamento e delegazione di debito. Con la delegazione di pagamento il delegante incarica il delegato di effettuare un pagamento al delegatario; il delegato non tenuto ad accettare lincarico, anche se sia debitore del delegante, ma se accetta e lo esegue il suo adempimento avr leffetto di estinguere contemporaneamente sia il suo debito verso il delegante sia il debito di questi verso il delegatario. Questo schema si ritrova spesso nellassegno bancario. Nella delegazione di debito il delegante incarica il delegato di promettere un pagamento, cio di assumere unobbligazione verso il delegatario (art. 1268). Tale schema si trova nella cambiale tratta, che consiste in un invito che il delegante fa ad un terzo, di obbligarsi verso un altro. Effetto della delegazione di debito quello di creare una nuova obbligazione, a carico del delegato, per effetto della sua promessa. Poich la delegazione cumulativa, la nuova obbligazione non estingue quella del delegante: essa rimane in vita, pur diventando sussidiaria, in quanto il delegatario accettante non pu rivolgersi al delegante se prima non ha richiesto al
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delegato ladempimento. Se invece, con il consenso del delegatario, la delegazione fosse liberatoria, essa avrebbe leffetto di creare una nuova obbligazione che si sostituisce a quella vecchia. La delegazione passiva la sola disciplinata dal codice, il quale definisce tale ipotesi come quella in cui il debitore (delegante) assegna al creditore un nuovo debitore (art. 1268). E ammissibile anche la delegazione attiva, che si ha quando delegante il creditore : il creditore A incarica B di obbligarsi verso un terzo C. Lespromissione un contratto fra il creditore e un terzo, il quale senza delegazione del debitore, ne assume il debito verso il creditore (art. 1272). Caratterizzante della figura liniziativa del terzo espromittente, che interviene senza un previo incarico del debitore (lespromesso), e senza manifestare al creditore espromissario leventuale intesa col debitore: in questo sta la differenza con la delegazione. Essa si differenzia anche dallintervento del terzo poich lespromittente non paga immediatamente ma si limita a promettere in proprio il pagamento del debito altrui. Il debitore estromesso rimane quindi estraneo al contratto, che intercorre tra terzo e creditore e non abbisogna del suo consenso. Lespromissione non libera automaticamente il debitore originario, ed perci di norma cumulativa, salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo (art.1272). Per effetto dellespromissione il terzo subentra nella stessa posizione del debitore e rimane coobbligato per lo stesso debito. Laccollo il contratto fra un terzo (accollante) e un debitore (accollato) in virt del quale il primo ne assume il debito verso il creditore (accollatario) : art. 1237. Si parla di accollo interno quando il terzo si obbliga solo verso il debitore accollato e il creditore nulla potr pretendere da lui in caso di inadempimento. Di norma laccollo si struttura come accollo esterno che, attribuendo un diritto al creditore, ha i caratteri del contratto a favore di terzi (vedi cap. 37); in tal caso il creditore pu aderire alla convenzione rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore e potr pretendere il pagamento anche dal terzo accollante, ormai condebitore solidale. Il debitore originario non automaticamente liberato, a tal fine occorre che vi sia unespressa dichiarazione del creditore o che la liberazione costituisca condizione espressa della stipulazione. Per effetto dellaccollo il terzo subentra nella stessa posizione del debitore: potr quindi opporre tutte le eccezioni che avrebbe potuto opporre il debitore originario, ad esclusione di quelle contemplate nellart. 1272.

LA RESPONSABILITA PATRIMONIALE CAPITOLO 28: LA GARANZIA PATRIMONIALE GENERICA


Il debitore risponde alladempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri: questo il principio di responsabilit patrimoniale sancito allart. 2740 (libro 6 Titolo 3 - Capo 1 c.c.) Ci comporta che il debitore risponde delle sue obbligazioni con tutto il suo patrimonio.
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Non sono ammesse limitazioni della responsabilit al di fuori dei casi espressamente previsti dalla legge; le limitazioni previste riguardano beni e diritti strettamente connessi alla persona e alle sue esigenze di lavoro o sostentamento (ad es. sono inespropriabili alcuni arredi della casa e gli strumenti da lavoro). In passato non era consentito creare patrimoni separati, cio distaccare alcuni beni sottraendoli alla responsabilit patrimoniale e alla garanzia dei creditori ; era la legge che ammetteva la facolt di destinare alcuni beni a fini specifici, riservandoli poi alla soddisfazione dei creditori. Oggi la legge consente la possibilit di istituire patrimoni di destinazione, riconoscendo ai privati anche la facolt di determinare gli scopi e gli interessi cui destinare detti patrimoni, pur se impone alcune cautele e precisi requisiti di pubblicit previsti dagli artt. 2447 bis ss. che prevedono che le societ per azioni possano destinare uno o pi patrimoni alla realizzazione di uno specifico affare; lart. 2645 ter prevede la possibilit di destinare beni immobili e mobili registrati alla realizzazione di interessi meritevoli di tutela, a beneficio di persone fisiche o enti giuridici determinati nellatto di destinazione. In queste ipotesi i beni conferiti e i loro frutti hanno un vincolo di destinazione e sono soggetti a esecuzione forzata solo per i debiti contratti per tale scopo (art. 2645 ter). Il patrimonio di ciascun soggetto costituisce la garanzia patrimoniale dei creditori. Si parla di garanzia patrimoniale generica sia perch riguarda tutti i beni in generale, sia perch sussiste solo se detti beni vi siano. A tale garanzia si contrappongono le garanzie specifiche, quali strumenti che garantiscono un creditore rispetto ad altri creditori oppure un credito rispetto a tutti gli altri crediti. Le garanzie specifiche possono essere personali , le quali consistono nel vincolo personale di un soggetto e sono costituite dallobbligo di una persona, diversa dal debitore, di rispondere dei debiti di questultimo e patrimoniali specifiche, che consistono in un vincolo che riguarda alcuni beni particolari del debitore o di terzi. Si dicono specifiche perch sia riguardano alcuni beni determinati, sia perch nascono in virt di un titolo specifico. Sono garanzie patrimoniale specifiche i privilegi, il pegno e lipoteca. Un altro principio che caratterizza la responsabilit patrimoniale quello della parit di trattamento dei creditori (o par condicio creditorum), secondo cui tutti i creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore: art. 2741 (Libro 5). Tuttavia si tratta di una regola non assoluta, in quanto lo stesso articolo fa salve le cause legittime di prelazione, cio i casi in cui attribuita a un creditore una preferenza: questi avr diritto di soddisfarsi con precedenza sul ricavato della vendita dei beni; gli altri creditori non privilegiati potranno soddisfarsi solo sulleventuale residuo. Sono cause legittime di prelazione (nonch garanzie specifiche) i privilegi, il pegno e lipoteca. I creditori hanno interesse a conservare la garanzia patrimoniale del debitore, evitando che questi diminuisca il proprio patrimonio. La legge appresta alcuni mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale :
!Azione surrogatoria: il potere di surrogarsi, cio di sostituirsi al debitore

nellesercizio dei diritti che gli spettano verso i terzi (art. 2900 Libro 6). Quando il soggetto trascura di esercitare i propri diritti, mettendo cos in pericolo il soddisfacimento
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dei creditori, la legge autorizza questi ultimi ad esercitare, in sostituzione del debitore, i diritti di questo verso terzi. Presupposti per lesercizio del potere surrogatorio sono: - linerzia (oggettiva) del debitore, che trascura di esercitare i propri diritti; - il pregiudizio del creditore, derivante dal fatto che il rimanente patrimonio non rappresenta una sufficiente garanzia di adempimento; - i diritti che il debitore trascura devono essere diritti di credito o diritti potestativi (cio esercitabili verso una persona determinata), che abbiano contenuto patrimoniale e non siano strettamente personali.
!Azione revocatoria: diretta a reagire contro un comportamento commissivo, contro

gli atti con cui il debitore deteriora la propria situazione patrimoniale (art. 2901). Presupposti per questa azione sono: - latto di disposizione, cio latto con cui il debitore modifichi in senso peggiorativo la sua condizione patrimoniale. Vi rientrano gli atti di alienazione, la remissione di un debito, la concessione di un ipoteca. Viceversa non sono revocabili i pagamenti dei debiti scaduti, in quanto si tratta di atti giuridicamente dovuti; - il pregiudizio per il creditore, consistente nel fatto che il patrimonio rimanente insufficiente a garantire il pagamento dei debiti; - la conoscenza del pregiudizio arrecato alle ragioni del creditore da parte del debitore. Non si richiede lintenzione di nuocere al creditore, ma sufficiente che il debitore sappia che, con quellatto di disposizione, il rimanente patrimonio non una sufficiente garanzia per i creditori. Occorre inoltre tutelare il terzo che ha contratto col debitore (ad es. lacquirente del bene): se latto a titolo oneroso occorre che anche il terzo sia a conoscenza del pregiudizio altrui; se si tratta di atto a titolo gratuito si prescinde da tale requisito.

Effetto dellazione revocatoria (sempre se sia accolta dal giudice) linefficacia relativa dellatto revocato (art. 2902): cio latto diviene inopponibile al creditore revocante, ma per il resto conserva la sua efficacia, sia tra le parti (il terzo acquirente rimane proprietario del bene), sia rispetto ai creditori che non hanno partecipato al giudizio di revocazione. Latto non quindi nullo n invalido, e dunque lazione non ha effetto restitutorio e il bene non torna nel patrimonio del debitore. Per i subacquirenti del bene (cio coloro che hanno causa dal terzo il cui atto dacquisto del debitore stato revocato), essi non vengono pregiudicati dalla revoca se sono in buona fede e il loro acquisto a titolo oneroso. I terzi che a seguito della revoca abbiano
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subito evizione, ovvero si siano visti espropriare il bene, hanno azione di risarcimento verso il debitore e potranno fare valere le proprie ragioni anche sul ricavato dellespropriazione. Lazione revocatoria si prescrive in 5 anni e richiede la partecipazione al giudizio di tutti gli interessati: creditore, debitore, terzo acquirente ed eventuali subacquirenti. Il codice prevede anche la possibilit di revocare atti di disposizione anteriori al sorgere del credito; in tal caso si richiede la dolosa preordinazione, come specifica intenzione del debitore di sottrarre i beni allesecuzione dei creditori, e la partecipatio fraudis del terzo, cio si richiede che il debitore abbia dolosamente ordito una frode in danno dei creditori.
!Il sequestro conservativo: un provvedimento preventivo (anteriore al compimento

di atti pregiudizievoli) e cautelare emesso dal giudice su istanza del creditore che ha fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito (art. 2905). Per effetto del sequestro sorge un vincolo di indisponibilit che, analogamente al pignoramento, rende automaticamente inefficaci verso il creditore sequestrante, le alienazioni e gli altri atti di disposizione dei beni sequestrati (art. 2906).

CAPITOLO 29: LE GARANZIE PATRIMONIALI SPECIFICHE


Forme di garanzia specifica sono i privilegi, il pegno e lipoteca. I caratteri di tali garanzie, che danno luogo alla specificit sono i seguenti:
- esse cadono su beni determinati, del debitore o di un terzo; - non sono automaticamente ricollegate dalla legge allesistenza di una obbligazione (come

accade per la garanzia patrimoniale generica) ma occorre un titolo apposito per la loro costituzione (ad es. un contratto);
- attribuiscono un diritto ulteriore e specifico come il diritto di prelazione, cio il diritto di

soddisfarsi con precedenza sul ricavato della vendita di alcuni beni; le cause legittime di prelazione costituiscono deroga al principio della par condicio creditorum;
- attribuiscono il diritto di seguito o sequela sul bene, cio il diritto segue il bene nei suoi

successivi trasferimenti. Sono cause legittime di prelazione il privilegio, il pegno e lipoteca. Il privilegio la prelazione che la legge accorda in considerazione della causa del credito (art. 2745). Solo la legge ha lautorit di conferire a un credito un privilegio, e a differenza di quanto accade per pegno e ipoteca, questo tipo di garanzia pu cadere solo sui beni del debitore, non anche di un terzo. Sono previsti due tipi di privilegi: il privilegio generale cade su tutti i beni mobili del debitore (art. 2746); esso d prelazione, ma non attribuisce diritto di seguito e perci non pu
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esercitarsi in pregiudizio dei diritti spettanti ai terzi (art. 2747); il privilegio speciale cade su determinati beni mobili o immobili. Esso attribuisce, oltre alla prelazione, il diritto di seguito. Lart. 2748 fissa il principio che il pegno prevale sul privilegio speciale sui mobili, mentre il privilegio speciale sugli immobili prevale sullipoteca. Il pegno e lipoteca attribuiscono al creditore un vero e proprio diritto reale sul bene che ne costituisce oggetto. Sono diritti di garanzia, che attribuiscono al creditori alcuni poteri specifici a tutela del suo credito, e sono: -il diritto di prelazione nella distribuzione del denaro ricavato dalla vendita dei beni vincolati; -il diritto di seguito, o sequela: cio il diritto di fare espropriare il bene anche se nel frattempo esso sia passato in propriet di altri. Il diritto segue il bene nei suoi passaggi di propriet; si tratta di un tratto comune al privilegio speciale, anchesso caratterizzato dal diritto di seguito. Una differenza rispetto ai privilegi che questi sono accordati esclusivamente dalla legge (art. 2745), mentre pegno e ipoteca sono costituiti dalla volont dei privati, per cui possono essere costituiti anche successivamente al sorgere del credito, necessitano di un titolo costitutivo proprio (es. il contratto di pegno o ipoteca). Infine, i privilegi cadono solo su beni del debitore, mentre pegno e ipoteca possono essere costituiti anche sui beni di un terzo (con il suo consenso): il cd. Terzo datore di pegno o ipoteca. Carattere comune al pegno e all ipoteca laccessoriet: cio sono diritti accessori a un credito (che pu essere anche futuro o condizionato art.2852-) e si estinguono in caso di estinzione del credito garantito. Se la cosa soggetta a pegno o ipoteca perisce o si deteriora, il creditore pu chiedere che gli sia prestata altra idonea garanzia e, in mancanza pu chiedere limmediato pagamento del credito (art. 2743). E vietato il patto commissorio, cio il patto con il quale si conviene che, in mancanza di pagamento, la propriet della cosa passi al creditore (art. 2744): in particolare, si vogliono evitare approfittamenti da parte del creditore. valido comunque il patto con il quale si stabilisce che la cosa passi immediatamente in propriet del creditore e che, in caso di esatto adempimento, essa torni al debitore (cd. alienazione in garanzia) ed anche il patto con cui il debitore assegna in pagamento al creditore un suo bene (cd. datio in solutum cap.24-). Il pegno un diritto reale che vincola un bene mobile a garanzia di un credito; il diritto attribuisce al creditore pignoratizio la facolt di espropriare la cosa anche se essa sia stata alienata a terzi, e di soddisfarsi con prelazione su di essa. Oggetto di pegno possono essere i beni mobili, le universalit di mobili e i crediti. Il pegno si costituisce con apposito contratto, che ha natura di contratto reale in quanto per la sua conclusione, oltre ai requisiti ordinari, si richiede anche la consegna della cosa al creditore o ad un terzo designato dalle parti. Inoltre occorre che la cosa rimanga in possesso del creditore o del terzo, altrimenti viene meno la garanzia (art. 2787). Lo spossessamento requisito
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essenziale per la nascita e il mantenimento del diritto di pegno e svolge una funzione di pubblicit. Il contratto di pegno un contratto formale, in quanto richiede la forma scritta e la data certa quando il credito garantito eccede le 5000 lire o loggetto del pegno costituito da un credito. Se il credito garantito non viene pagato, il creditore pu far vendere la cosa, ovvero farsi assegnare in pagamento dal giudice la cosa o il credito ricevuti in pegno. Lipoteca un diritto reale che vincola un bene immobile a garanzia di un credito; essa attribuisce al creditore ipotecario il diritto di espropriare il bene anche in confronto del terzo acquirente (diritto di seguito) e di soddisfarsi con prelazione sul ricavato della vendita forzata. Oggetto di ipoteca possono essere i beni immobili e i diritti reali di godimento sugli stessi, i mobili registrati e le rendite dello Stato. Si tratta di un diritto reale su beni altrui e si estende ai miglioramenti e alle accessioni; se costituito dallusufrutto, si estingue col cessare di questo, mentre se grava sulla nuda propriet si estende alla propriet piena quando lusufrutto viene a cessare. Caratteri dellipoteca sono la specialit e lindivisibilit. Essa pu costituirsi solo su beni specialmente indicati e per una somma determinata (art. 2809). Lipoteca inoltre indivisibile in quanto sussiste per intero sopra tutti i beni vincolati e sopra ogni loro parte. Pertanto, anche se il debito sia stato pagato in parte, il debito continua a gravare su tutti i beni ipotecati; in alcuni casi prevista la riduzione dellipoteca, che si opera riducendo la somma per cui lipoteca iscritta, o riducendo i beni originariamente vincolati. A costituire lipoteca concorrono due elementi: - liscrizione, che una forma di pubblicit costitutiva: in mancanza di essa lipoteca non sorge; - il titolo, che autorizzi liscrizione, poich trattandosi di una garanzia specifica, non basta la semplice esistenza di un credito. Fonti del diritto di iscrivere ipoteca sono: la legge, la sentenza del giudice e la volont privata; si distinguono perci:
-lipoteca legale, che nasce in forza di una specifica previsione di legge che attribuisce a

determinati creditori il diritto di iscrivere lipoteca (art. 2817). Hanno diritto di iscrivere ipoteca legale: lalienante sugli immobili alienati a garanzia del pagamento del prezzo, i coeredi e i soci condividenti a garanzia del pagamento dei conguagli. Lipoteca dellalienante e del condividente iscritta dufficio dal conservatore dei registri immobiliari al momento della trascrizione dellatto di acquisto o di divisione.
-l ipoteca giudiziale, che trova titolo in una sentenza o altro provvedimento giudiziale

che comporti la condanna del debitore al pagamento di una somma di denaro o alladempimento di altra obbligazione (art. 2818). Presentando tale provvedimento di condanna, il creditore pu ottenere iscrizione di ipoteca sui pubblici registri.

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-l ipoteca volontaria, che nasce in forza di un contratto o di una dichiarazione

unilaterale redatti per atto pubblico o scrittura privata autenticata e pu gravare sia sui beni del debitore sia sui beni di un terzo. E possibile anche concedere ipoteca sui beni altrui o su cose future: in tal caso per non si potr procedere immediatamente alliscrizione sui pubblici registri, ma occorrer attendere che il concedente acquisti la propriet del bene o che la cosa venga ad esistenza. La pubblicit ipotecaria ha funzione costitutiva in quanto lipoteca non nasce se non quando iscritta. Liscrizione va eseguita nei registri del luogo dove si trova il bene e si effettua sui registri immobiliari, sul pubblico registro automobilistico e sui registri navale e aeronautico. Su uno stesso bene sono possibili pi ipoteche successive per crediti diversi: a ciascuna di esse viene assegnato un numero che vale a determinare la precedenza tra i diversi creditori ipotecari. Soddisfatta lipoteca di primo grado si soddisfer quella di secondo grado e cos via. I creditori possono effettuare volontariamente uno scambio di grado ipotecario (ad es. il creditore di 1 grado diventa creditore di 2 e viceversa) ed possibile la surrogazione ipotecaria di pagamento, che si verifica in alcune delle ipotesi di surrogazione legale nel credito pagato. Infine si pu anche avere la surrogazione del credito perdente, in cui il creditore perdente Tizio trasferisce la sua ipoteca su un altro bene del debitore, ipotecato a favore di Caio. La rinnovazione la ripetizione della formalit delliscrizione, effettuata dopo un certo tempo. Liscrizione ipotecaria conserva la sua efficacia per 20 anni, dopodich si estingue, a meno che il creditore non proceda tempestivamente alla sua rinnovazione. Decorso tale termine, possibile procedere ad una nuova iscrizione. Lipoteca un diritto reale che segue il bene nei suoi successivi passaggi di propriet, pertanto il creditore potr fare valere il suo diritto anche nei confronti del terzo acquirente (art. 2808), il quale non responsabile del debito ma ha semplicemente acquistato un bene gi gravato di ipoteca e la legge gli offre tre possibilit se vuole evitare di subire lespropriazione (art. 2858): - pagare egli stesso i creditori ipotecari surrogandosi poi nel credito pagato; - effettuare il rilascio dei beni ipotecati attraverso una dichiarazione; - effettuare la cd. purgazione delle ipoteche: cio liberare i beni tramite un apposito procedimento e lofferta di una somma di denaro a tacitazione dei crediti garantiti. Alcune cause di estinzione dellipoteca incidono sul titolo e travolgono anche liscrizione, anche se ha solo funzione strumentale; estinta lipoteca, si potr chiedere la cancellazione delliscrizione ipotecaria. Altre cause di estinzione invece incidono direttamente sulliscrizione e perci fanno venir meno il diritto ma non escludono che lipoteca si possa nuovamente iscrivere. Lestinzione si verifica per il decorso del termine di 20 anni dalliscrizione. Una distinta causa di estinzione dellipoteca prevista a favore del 3 acquirente: decorsi 20 anni dalla trascrizione dellacquisto, lipoteca si estingue per prescrizione, anche se il credito ancora in vita.

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CAPITOLO 30: IL CONTRATTO COME FONTE DI OBBLIGAZIONI LAUTONOMIA PRIVATA


IL CONTRATTO COME FONTE DI OBBLIGAZIONI: Lart. 1321 definisce il contratto come laccordo di due o pi parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale. Nel codice il contratto si configura come fonte di rapporti giuridici e in particolare di obbligazioni: esso idoneo a produrre nelle relazioni fra gli uomini modificazioni giuridiche tutelate dalla legge: esso d luogo ad un rapporto contrattuale con i relativi diritti e obblighi. CONTRATTO E RAPPORTO CONTRATTUALE: I due profili che caratterizzano il contratto sono la creazione di un rapporto giuridico, e perci di una serie di diritti e obblighi e la sua derivazione dallaccordo, e cio da un atto di volont degli interessati. Il termine contratto infatti viene usato infatti sia per indicare l atto posto in essere dalle parti, tramite le dichiarazioni di volont con cui si costituisce laccordo, sia per indicare il rapporto, e cio la relazione giuridica che dallatto stesso deriva. Latto perci strumentale al rapporto e ne il presupposto necessario: se latto manca, o invalido, non sorger leffetto del rapporto o vincolo giuridico. Il contratto-atto consiste nelle dichiarazioni delle parti fuse nellaccordo; il contratto-rapporto consiste nella relazione giuridica che, come effetto dellatto, si instaura fra le parti e ne precisa diritti e obblighi. Si pu quindi dire che il contratto-atto fonte del rapporto contrattuale fra le parti (art. 1173). AUTONOMIA PRIVATA E AUTONOMIA CONTRATTUALE: Il codice sancisce il principio dellautonomia contrattuale, che si colloca nel quadro dellautonomia privata, come libert dei soggetti di autodeterminarsi, di decidere da s circa i propri interessi personali ed economici. Primo e fondamentale aspetto dellautonomia contrattuale la facolt di autodeterminarsi in ordine allopportunit di concludere o meno un contratto e in ordine alla libera scelta dellaltro contraente ( cd. libert contrattuale in senso negativo). Corollario di questa regola il principio per cui nessuno pu essere vincolato da un contratto al quale sia rimasto estraneo, ovvero non abbia prestato il proprio consenso (art. 1372). In senso positivo lautonomia contrattuale si specifica anzitutto nella facolt delle parti di determinare liberamente il contenuto del contratto, nei limiti imposti dalla legge (art. 1322). Infine lautonomia contrattuale attribuisce ai singoli la facolt di concludere contratti che non appartengono ai tipi aventi una disciplina particolare; possono cio stipulare contratti innominati (o atipici). I privati possono cos dettare per i loro interessi un regolamento che non trova rispondenza nei tipi predisposti dalla legge. E per necessario che tale contratto atipico sia diretto a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo lordinamento giuridico (art. 1322).
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GLI ATTI UNILATERALI: La volont unilaterale di un soggetto non trova un analogo, generale riconoscimento quale fonte di rapporti giuridici e degli atti unilaterali sono ammissibili soltanto quelli previsti dalla legge (art. 1987). Una delle ragioni di ci quella per cui al singolo non consentito incidere unilateralmente sulla sfera giuridica: infatti uno degli aspetti dellautonomia contrattuale consiste nella cd. libert negativa: nessuno pu essere vincolato dalla altrui volont. La peculiarit degli atti unilaterali consiste nel fatto che manca una disciplina di carattere generale: ad essi si applicano le disposizioni dettate dalla legge e, in quanto compatibili le norme che regolano i contratti (art. 1324). Nei limiti in cui sono ammessi, anche gli atti unilaterali sono idonei a produrre effetti giuridici; ad alcuni di essi la legge dedica una disciplina come fonti di obbligazione (promesse unilaterali e titolo di credito (artt. 1987 ss. !vedi capitolo 40 e 55). CATEGORIE DI CONTRATTI: Si dicono bilaterali i contratti in cui intervengono due parti, intese come contrapposti centri di interesse: si tratta di tutti i contratti di scambio. Sono detti plurilaterali quelli in cui vi sono due o pi parti, ma i relativi interessi non sono contrapposti fra loro. La categoria si identifica con i contratti con comunione di scopo, cio quei contratti in cui le parti tendono a realizzare un comune risultato utile (es. contratti di societ o assicurazione). Contratti a titolo oneroso sono quelli in cui alla prestazione di una parte corrisponde un sacrificio economico a carico dellaltra, come la vendita, la locazione e lappalto; mentre sono a titolo gratuito quelli connotati da un sacrificio economico unilaterale, come la donazione, il comodato e il deposito. Nellambito dei contratti onerosi distinguiamo quelli a prestazioni corrispettive, in cui sussiste un nesso di reciprocit fra le due prestazioni, nel senso che ciascuno costituisce il compenso diretto dellaltra (cos ad esempio per la vendita). Il contratto aleatorio quando lentit di una o di entrambe le prestazioni dipende da un evento casuale (ad es. il contratto di assicurazione). Di norma i contratti sono commutativi, nel senso che i contraenti assumono su di s solo i comuni rischi di variazione nel valore delle prestazioni derivanti dalle oscillazioni del mercato. CONTRATTO E NEGOZIO: Il negozio un concetto elaborato dalla dottrina tedesca del 19 secolo e quella italiana del secolo scorso come dichiarazione di volont diretta a produrre effetti giuridici riconosciuti e tutelati dallordinamento. Per un verso, il negozio si configura come supercategoria di tutti gli atti di autonomia riconducibili alla libera volont del soggetto; per laltro verso si propone come strumento astratto e generale in grado di rendere un efficace servizio al mercato e alla circolazione dei beni.

CAPITOLO 31: LA FORMAZIONE DEL CONTRATTO


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I RAPPORTI GIURIDICI PREPARATORI


Le trattative sono quella fase antecedente alla stipulazione di un contratto in cui le parti tentano di raggiungere un intesa sul programma contrattuale. Essa non una fase necessaria. Fin quando non si sia raggiunto un accordo su tutti i punti del contratto, esso non ancora concluso e le parti rimangono libere di stipulare o meno. L art. 1337 stabilisce che le parti devono comportarsi secondo buona fede: cio con correttezza; la buona fede indica un vero e proprio dovere di comportamento (cd. buona fede in senso oggettivo). La responsabilit precontrattuale la sanzione prevista per chi viola il dovere di buona fede nella fase delle trattative, obbligandolo a risarcire il danno arrecato alla controparte. !Ipotesi tipica di violazione della buona fede quella della rottura ingiustificata delle trattative; !la correttezza, inoltre, impone obblighi di informazione, in modo da rendere note allaltra parte le circostanze di fatto e di diritto che incidono sullaffare, rendendolo eventualmente inutile;
!uno specifico obbligo di informazione previsto poi dall art.1338, che rende

responsabile la parte che, conoscendo o dovendo conoscere una causa di invalidit del contratto, non ne ha dato notizia allaltra parte. Pi in generale si ricomprendono in questa ipotesi tutti i casi di stipulazione di contratto invalido o inefficace: esso perci nullo, annullabile o inefficace. La violazione dellobbligo di correttezza fonte di responsabilit e comporta lobbligo di risarcire tutto il danno arrecato: cio il danno emergente e il lucro cessante (art. 1223). Nella responsabilit precontrattuale il lucro cessante sar costituito dal guadagno che avrei realizzato impegnandomi in un altro affare. Le trattative non obbligano a concludere il contratto; pu accadere che le parti, una volta concluse le trattative con esito positivo, trovino utile garantirsi la facolt di concludere il contratto e al contempo rinviare la stipulazione vera e propria a un tempo successivo. possibile allora che la stipulazione sia preceduta dalla creazione di specifici rapporti giuridici, strumentali alla successiva stipulazione del contratto, che sono fonte di vincoli a carico delle parti: essi consistono nel vincolo a stipulare un contratto o nellobbligo di preferire un certo soggetto e possono designarsi come rapporti giuridici preparatori. Essi sono dunque quei vincoli giuridici con i quali le parti bloccano un affare, fissando subito il suo contenuto, ma rinviano a un tempo successivo la stipula del vero e proprio contratto. LOBBLIGO DI CONTRARRE: GLI OBBLIGHI LEGALI: Un fondamentale aspetto della libert contrattuale consiste nella libert negativa, cio nella facolt di decidere liberamente se stipulare o no un contratto. In alcune ipotesi tale libert viene meno e il soggetto obbligato a contrarre: ci pu avvenire o in adempimento di un obbligo precedentemente
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assunto o per effetto di disposizioni di legge. Rientra in questultima categoria lobbligo legale di contrarre, che trova la sua fonte nella legge. Una delle ipotesi previste quella dellart. 2597, che sancisce lobbligo di chi esercita unimpresa in condizioni di monopolio legale, di contrarre con chiunque ne faccia richiesta osservando la parit di trattamento. GLI OBBLIGHI NEGOZIALI: IL CONTRATTO PRELIMINARE: Gli obblighi negoziali di contrarre trovano la loro fonte in unobbligazione precedentemente assunta, come quella nascente dal contratto preliminare: esso si caratterizza per il suo peculiare oggetto: lobbligo di stipulare un contratto successivo. Il preliminare crea un vincolo tra le parti, ma solo un vincolo preliminare, strumentale allassetto finale dei loro interessi, che sar raggiunto con la stipula del contratto definitivo, rinviato ad un tempo successivo. Stipulato il preliminare, le parti sono obbligate a concludere il definitivo; esse possono sciogliersi soltanto per una giusta causa. E necessario che il preliminare sia fatto nella stessa forma richiesta per il definitivo (art. 1351) e che contenga tutti gli elementi essenziali del contratto. Il codice prevede una tutela efficace per il caso di inadempimento del preliminare, cio di rifiuto di una delle parti di stipulare il definitivo: su richiesta dellinteressato, il giudice emaner una sentenza che produca gli effetti del contratto non concluso. Di norma il contratto preliminare vincola entrambe le parti ma possibile che il vincolo gravi su una sola di esse e che laltra rimanga libera di decidere se stipulare o no il contratto: cd. preliminare unilaterale. Figura diversa dal preliminare la prelazione, cio lobbligo di preferire un certo contraente qualora si decida di stipulare un contratto. Essa non vincola le parti a concludere il contratto. Il soggetto obbligato a preferire non tenuto a stipulare il contratto, ma se decider di farlo, a parit di condizioni dovr attribuire la preferenza al soggetto prelazionario, ma ove egli si rifiuti, lobbligato sar libero di vendere ad altri. Fonte del diritto pu essere laccordo delle parti (cd. patto di prelazione) o la stessa legge (cd. prelazione legale). I privati sono liberi di contrarre con chi vogliono, ma specifiche disposizioni hanno introdotto il divieto di discriminazioni basate sullapparenza razziale, etnica e religiosa o sulle condizioni di disabilit della persona. Ove tali discriminazioni si verifichino il giudice pu ordinare la cessazione del comportamento pregiudizievole e adottare ogni altro provvedimento idoneo a rimuovere gli effetti delle discriminazioni, ivi compreso il risarcimento del danno anche non patrimoniale.

CAPITOLO 32 I REQUISITI DEL CONTRATTO: LACCORDO DELLE PARTI


Il contratto deve presentare alcuni requisiti perch sia valido; detti elementi sono definiti essenziali in quanto la loro presenza indispensabile perch il contratto sia regolarmente formato. Questi elementi sono laccordo delle parti, la causa, loggetto, la forma (art. 1325). In mancanza di tali elementi il contratto nullo.
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Esistono altri elementi detti accidentali in quanto possono essere inseriti nel contratto o possono mancare. Essi sono la condizione, il termine e il modo (o onere). Ove siano inseriti nel contratto concluso, essi ne condizionano gli effetti. Le parti costituiscono presupposto del contratto; si parla di parti in senso formale per indicare i soggetti che emettono le dichiarazioni contrattuali e formano il contratto-atto, mentre sono parti in senso sostanziale coloro in capo ai quali si producono gli effetti del negozio. Di solito le due parti coincidono; parte sostanziale pu essere chiunque abbia la capacit giuridica, mentre parte formale pu essere solo chi abbia la capacit legale di agire. Lincapacit giuridica della parte sostanziale rende nullo il contratto, mentre lincapacit di agire della parte in senso formale rende latto annullabile. Il primo dei requisiti del contratto laccordo delle parti, cio lintesa che le parti raggiungono in ordine ad un certo programma contrattuale (art. 1325). Laccordo risulta dalle dichiarazioni di volont delle parti: quando queste dichiarazioni convergono laccordo raggiunto e il contratto stipulato. Laccordo su un certo programma pu essere raggiunto in modo espresso o tacito: la dichiarazione espressa quando attuata con segni linguistici, mentre tacita quando attuata tramite comportamenti concludenti cio a mezzo di comportamenti da cui si desume indirettamente la volont del soggetto. Il silenzio non vale a esprimere un consenso, salvo che esso sia accompagnato da circostanze tali da rendere significativa tale condotta: si parla in tal caso di silenzio circostanziato e pu verificarsi o per effetto della legge che attribuisce tale valore al silenzio; o per effetto di un precedentemente accordo fra le parti. La legge considera intervenuto laccordo fra le parti quando vi sia stato uno scambio o incontro fra due dichiarazioni di volont: la proposta e laccettazione. Quando vi sia tale scambio laccordo raggiunto e il contratto concluso. Si distinguono diversi modi di stipulazione di contratto:
!Scambio di proposta e accettazione: secondo lart. 1326 il contratto concluso

nel momento e nel luogo in cui il proponente ha notizia dellaccettazione della controparte. Proposta latto unilaterale con cui un soggetto (proponente) sottopone ad un altro (oblato) un certo programma contrattuale. Accettazione latto unilaterale con cui loblato aderisce alla proposta, concludendo cos il contratto. La proposta devessere completa, cio deve contenere almeno lindicazione degli elementi essenziali del contratto da concludere. Laccettazione deve essere conforme alla proposta, cio esprimere unadesione completa al programma contrattuale offerto: la divergenza su alcuni punti esclude laccordo e vale a qualificare latto come una nuova proposta, che potr essere eventualmente accettata dalla controparte (art. 1326).
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Ulteriore requisito dellaccettazione la tempestivit, dovendo giungere al proponente nel termine da lui stabilito o in quello necessario secondo la natura dellaffare o secondo gli usi (art.1326). Altro requisito comune a proposta e accettazione la forma: entrambe devono essere fatte nella forma richiesta per il contratto che si vuole concludere. Avendo un destinatario determinato, hanno entrambe carattere recettizio, cio la loro efficacia subordinata alla conoscenza da parte del destinatario (art. 1334). Lart. 1328 stabilisce che proposta e accettazione possono essere revocate fino a quando il contratto non concluso; pertanto il proponente pu revocare lofferta purch la revoca giunga alloblato prima che gli pervenga laccettazione di questo e laccettazione potr essere revocata purch la revoca giunga al proponente prima della dichiarazione di accettazione. La revoca costituisce un diritto soggettivo delle parti, e non d luogo a responsabilit. E previsto che il proponente tenuto a corrispondere un indennizzo allaccettante qualora questi, in buona fede ne abbia intrapreso lesecuzione (art. 1328). Oltre alla revoca, tolgono efficacia a proposta e accettazione anche la morte e la sopravvenuta incapacit di una delle parti (art. 1329). La proposta irrevocabile quando il proponente si obbligato a mantenerla ferma per un certo periodo di tempo (art. 1329); cio egli si priva della facolt di ritirarla per il tempo indicato nella proposta stessa, assicurando cos alla controparte un lasso di tempo nel quale potr verificare con tranquillit la convenienza dellaffare. Tale utilit pratica pu essere assicurata o con atto unilaterale del proponente o tramite un accordo fra le parti, cio un apposito contratto detto contratto di opzione, il quale si considera proposta irrevocabile per gli effetti previsti dallart. 1329. Un ipotesi di proposta contrattuale lofferta al pubblico, cio lofferta rivolta ad una generalit di persone. Lart. 1336 precisa che essa equivale ad una proposta contrattuale quando contiene gli estremi essenziali del contratto che si vuole stipulare (ad es. lesposizione di un vestito in vetrina con il cartellino del prezzo). Il contratto si conclude con l accettazione, espressa o tacita. Nellofferta al pubblico, mancando un destinatario determinato, la proposta non ha carattere recettizio: essa efficace non appena sia resa pubblica e leventuale revoca valida anche nei confronti di chi non ne abbia avuto notizia. I contratti plurilaterali aperti sono contratti gi conclusi fra due o pi parti e aperti alladesione di altri soggetti: ad es. il contratto di societ. Le adesioni devono essere indirizzate ai contraenti originari o allorgano costituito per lattuazione del contratto. Il contratto sar concluso nel momento in cui tali contraenti ne abbiano conoscenza.

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!Inizio dellesecuzione: il contratto si pu stipulare anche con linizio dellesecuzione

da parte delloblato accettante. Lipotesi disciplinata dallart. 1327 e costituisce deroga al principio della conclusione nel momento in cui il proponente ha notizia dellaccettazione. Tale modo di conclusione ammesso quando su richiesta del proponente o per la natura dellaffare o secondo gli usi non appaia necessaria una preventiva risposta dellaccettante: in tal caso il contratto si perfeziona nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio lesecuzione. Lavviso delliniziata esecuzione che laccettante deve dare alla controparte non condiziona la conclusione del contratto e la sua mancanza comporta solo responsabilit per gli eventuali danni.

!Contratti con obbligazioni del solo proponente: alcuni tipi di contratti

prevedono obbligazioni a carico di una sola parte. In tali ipotesi la legge muove dal presupposto che loblato ha senzaltro convenienza ad accettare la proposta e non richiede un espressa accettazione perch il contratto si concluda, ma stabilisce che i contratti da cui derivino obbligazioni per il solo proponente si concludano col mancato rifiuto delloblato.

Lart. 1333 dispone che la proposta di contratto da cui derivino obbligazioni per il solo proponente irrevocabile e loblato ha facolt di rifiutare la proposta stessa, ma la mancanza di un tempestivo rifiuto equivale ad accettazione e il contratto si considera pertanto concluso. Si tratta di un ipotesi di silenzio circostanziato.

!Contratti reali: in questi contratti il consenso non sufficiente in quanto occorre anche

la consegna della cosa. Tali sono il deposito, il comodato, il mutuo, il pegno: essi, per la loro perfezione, richiedono anche la consegna della cosa che forma loggetto del contratto. Fin quando non interviene la consegna, laccordo che le parti abbiano eventualmente raggiunto non basta a concludere il contratto.

!Contratti standard:

sono i contratti che vengono stipulati senza una previa contrattazione del contenuto (es. contratti di trasporto); in questi si riscontra una predisposizione unilaterale delle clausole contrattuali, spesso contenuti in moduli o formulari che il cliente pu soltanto accettare o rifiutare in blocco.

Per quanto riguarda il consenso delladerente, non solo il cliente non discute le clausole, ma spesso lo stipula senza neppure conoscere le condizioni generali di contratto, cio le clausole contrattuali predisposte unilateralmente dalla controparte. La legge riconosce efficacia alle condizioni generali di contratto quando laderente le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle utilizzando lordinaria diligenza (art. 1341).

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Per quanto riguarda il contenuto del contratto standard, prevista una particolare forma di tutela con riferimento alle clausole vessatorie: quelle clausole che aggravano sensibilmente la posizione delladerente rispetto alla disciplina legale dei contratti. La legge determina quali siano le clausole da ritenere vessatorie e stabilisce che esse devono essere specificatamente approvate per iscritto. Lart. 1341 considera vessatorie le clausole che stabiliscono, a favore del predisponente, delle limitazioni di responsabilit e facolt di recedere dal contatto o di sospenderne lesecuzione. Sono inoltre vessatorie le clausole che sanciscono, a carico delladerente: decadenze e limiti alla facolt di proporre eccezioni; restrizioni alla libert contrattuale nei rapporti con i terzi; tacite proroghe o rinnovazioni del contratto; clausole compromissorie che deferiscono ad arbitri privati la decisione di una futura lite. Oggi esiste il divieto di abuso del potere contrattuale a carico del contraente che si trovi in posizione di forza rispetto al contraente debole. Numerosi sono stati gli interventi a tutela dei consumatori attraverso il codice del consumo; in particolar modo sono state vietate le pratiche scorrette, ingannevoli e aggressive; stata prevista in capo alle associazioni dei consumatori la legittimazione ad agire a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e degli utenti mirando ad ottenere un provvedimento che vieti in via generale a determinati professionisti lutilizzazione di determinate clausole in tutti i loro contratti. Sono regolamentate le attivit pubblicitarie e le tecniche di vendita, prevedendo che i prodotti destinati ai consumatori riportino alcune indicazioni quali le istruzioni duso. La disciplina di maggior rilievo quella concernente i contratti tra consumatori e professionisti: consumatore la persona fisica che agisce per scopi estranei allattivit imprenditoriale mentre per professionista si intende la persona fisica o giuridica che agisce nellesercizio della propria attivit imprenditoriale o professionale. Per tali contratti la disciplina sancisce la nullit di alcune clausole contrattuali: quelle colpite da invalidit sono quelle definite vessatorie, cio le clausole che determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. La tutela prevista quella della nullit relativa delle clausole vessatorie, nel senso che linvalidit opera solo a vantaggio del consumatore, mentre il contratto rimane valido per il resto.

CAPITOLO 33 LA CAUSA, LOGGETTO, LA FORMA


Gli altri requisiti del contratto elencati dallart. 1325 sono la causa, loggetto e la forma. Il codice non d la nozione di causa del contratto, ma comunemente per causa si intende la funzione economico-sociale del contratto, cio lo scopo cui diretto un certo schema contrattuale. La necessaria presenza di una causa, lecita e meritevole di tutela, rende evidente come la volont privata non da sola sufficiente a creare un rapporto giuridico, ma necessario che la volont degli interessati sia accompagnata e sostenuta da una sufficiente giustificazione: deve essere diretta a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo lordinamento giuridico (art. 1322). CONTRATTI TIPICI: Si parla di contratti nominati o tipici a proposito di vendita, locazione, mutuo, mandato, trasporto etc. ovvero tutti quei contratti che appartengono ai tipi aventi una disciplina particolare nella legge (art. 1322). Questi contratti si presentano come modelli astratti o schemi tipici di operazioni
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economiche che le parti possono adottare. La tipizzazione equivale ad una preventiva valutazione circa la tutelabilit degli interessi perseguiti e la meritevolezza del contratto. Pu accadere che la causa non possa in concreto realizzarsi o che essa sia utilizzata dalle parti per raggiungere finalit diverse non approvate dalla legge oppure che le parti utilizzino schemi contrattuali tipici per il perseguimento di interessi diversi rispetto a quelli propri del negozio utilizzato: il cd. uso indiretto del negozio. Sono consentiti i negozi indiretti ove si voglia raggiungere finalit diverse rispetto a quelle tipiche (come il negozio del matrimonio celebrato al fine di acquisire la nazionalit del coniuge). Talvolta per il risultato finale molto diverso da quello tipico del negozio e quindi bisogna verificare se sia vietato dalla legge e in tal caso si parla di negozio in frode alla legge, cio di un negozio che viola in concreto i precetti. Questo contratto nullo per illiceit della causa (art. 1344). CONTRATTI ATIPICI: Alle parti consentito stipulare contratti che non appartengono ai tipi aventi una disciplina particolare nella legge, purch siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela (art 1322). La disciplina dei contratti atipici quella dettata per in contratti in generale (art. 1323), quella derivante dagli specifici accordi fra le parti e dalle norme imperative di legge, e infine quella desumibile per analogia da disposizioni che regolano casi simili. Il problema si pone per i contratti misti, cio quelli che hanno caratteri che li accomunano a pi di un contratto tipico. In alcuni casi la legge stessa che indica la preferenza (criterio della prevalenza o assorbimento, che la giurisprudenza applica ai casi in cui, in un contratto atipico, appaiono prevalenti gli elementi di un certo tipo contrattuale. Negli altri casi si ritiene applicabile il criterio della combinazione: a ciascuna clausola del contratto si applicano le regole del tipo contrattuale al quale maggiormente si avvicina. NEGOZI ASTRATTI: Quando si tratta di un negozio formale (cio che richiede una certa forma: ad es, latto pubblico), la causa deve emergere dallatto e poter essere rilevata dallatto stesso. Non possibile realizzare gli effetti voluti prescindendo dalla causa, cio facendo astrazione dalla causa. E ammesso un caso di negozio astratto, che produce i suoi effetti a prescindere dalla causa: il caso della cambiale: nei confronti del terzo giratario la cambiale opera come negozio astratto che prescinde dalla causa sottostante. Questa di cui abbiamo parlato lastrazione sostanziale, quale autonomia del negozio dal requisito della causa; mentre lastrazione processuale della causa, quale autonomia della pretesa dallonere di provare la causa del negozio consiste nellinversione dellonere della prova: chi agisce per ladempimento di un obbligazione tenuto a dimostrare il titolo da cui essa deriva, e quindi una valida causa del contratto che ne fonte. In alcuni casi la legge esclude tale onere e chi agisce non tenuto a dimostrare lesistenza di una causa valida a fondamento dellobbligazione: sono i casi della promessa di pagamento e della ricognizione di debito. Qui la causa si presume fino a prova contraria, e sar il debitore, se vuole evitare di pagare, che dovr dimostrare che la causa non esiste.

I MOTIVI:
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La causa un profilo oggettivo del contratto e costituisce un elemento comune alle parti, poich unica per entrambi i contraenti; essa si distingue dai motivi, cio dalle finalit individuali e dalle utilit specifiche che ciascuno si ripromette. I motivi, anche se noti alla controparte, rimangono giuridicamente irrilevanti ma acquistano rilevanza se vengono inseriti nella struttura contrattuale, ad es. con una clausola condizionale: compro la bottega a condizione che riesca a ottenere la licenza di commercio. Al di fuori di tale ipotesi, la legge prevede che il motivo sia rilevante solo se esso illecito, il quale rende nullo il contratto quando sia comune ad entrambe le parti e determinante del consenso (art. 1345). Il motivo comune quando ambedue i contraenti traggono profitto dalla finalit illecita; determinante quando le parti hanno stipulato il contratto esclusivamente per tale motivo. Il motivo erroneo o errore sui motivi rileva soltanto nella donazione e nel testamento: latto annullabile se il donante o testatore si siano indotti a una certa disposizione per un motivo erroneo, risultante dallatto. Non costituisce un semplice motivo la presupposizione in quanto tale circostanza costituisce una condizione implicita del contratto perch entrambe le parti la presupponevano, cio non soltanto la conoscevano ma ne condividevano la rilevanza. Esse costituiscono un presupposto oggettivo e comune sul quale si fonda non solo linteresse di una delle parti, bens lintero contratto. Si ha diritto allo scioglimento del contratto ove questa circostanza venga meno. LOGGETTO: Il codice non fornisce una definizione delloggetto del contratto: per oggetto deve intendersi il contenuto del contratto, cio linsieme delle disposizioni contrattuali e delle clausole di cui esso consiste. Esso deve essere possibile, lecito, determinato o determinabile. Possibilit delloggetto significa che esso deve essere realizzabile con limpiego della diligenza richiesta; vi deve essere lesistenza materiale del bene o la possibilit di costruirlo. E previsto che possono essere dedotti in contratto anche beni futuri (art. 1348). Limpossibilit originaria delloggetto comporta la nullit del contratto /art. 1418); limpossibilit sopravvenuta (intervenuta dopo la stipulazione) comporta la risoluzione. Liceit delloggetto significa che esso non deve essere contrario a norme imperative, allordine pubblico e al buon costume (art. 1343). Determinatezza significa che loggetto gi specificato con sufficienti indicazioni: sufficiente che loggetto sia determinabile, cio che possa essere determinato in base ai criteri fissati dalla legge o dalle parti. In alcuni casi la legge che determina loggetto del contratto; di norma sono le parti stesse a fissare i criteri per la successiva determinazione delloggetto: ci si pu riferire ad elementi esterni (il prezzo di borsa di una certa data) o affidare la determinazione a un terzo (in questo caso si parla di arbitraggio: cio latto di determinazione del contenuto del contatto effettuato da un terzo, detto arbitrante). LA FORMA:
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La forma costituisce elemento essenziale del contratto solo nei casi specificamente previsti dalla legge (art. 1325). La forma il modo di manifestazione della volont negoziale; la modalit con cui questa volont viene esternata. Principio generale quello della libert di forma: le parti possono adottare la forma che ritengono pi opportuna purch idonea al fine di manifestare la volont negoziale in questione. Si ha dichiarazione espressa quando la volont manifestata con segni di linguaggio (parole, scritti, gesti); si ha manifestazione tacita quando la volont si desume indirettamente in un comportamento concludente, cio un comportamento socialmente univoco e significativo. Il principio della libert di forma subisce delle limitazioni, quando la legge impone sia che la dichiarazione sia espressa, sia che essa sia resa secondo certe modalit ( cdd. negozi formali o a forma vincolata). In alcuni casi la forma richiesta a pena di nullit (art. 1325, 1350), cio costituisce un elemento essenziale e, in mancanza il contratto nullo e improduttivo di effetti (cd. forma ad substantiam). La forma imposta dalla legge consiste nella redazione del contratto per iscritto: in alcuni casi sufficiente la scrittura privata mentre in altri necessario latto pubblico. Devono farsi per atto pubblico, sotto pena di nullit, il contratto di donazione e la costituzione di societ capitali, gli atti matrimoniali e gli altri previsti dalla legge; devono farsi per scrittura privata, sotto pena di nullit, i contratti di alienazione della propriet e di altri diritti reali su beni immobili; le locazioni abitative e ultranovennali, i conferimenti in societ del godimento di immobili per un tempo superiore ai 9 anni; i contratti relativi alle operazioni e ai servizi di banca nonch i contratti stipulati con i clienti dalle societ di intermediazione immobiliare. Per scrittura privata si intende qualsiasi documento sottoscritto dallinteressato che, in tal modo, fa proprio il contenuto del documento stesso e si impegna a quanto in esso contenuto. Per atto pubblico si intende il documento redatto da un notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato ad attribuire pubblica fede allatto (art. 2699). Al di fuori di queste ipotesi le parti sono libere di adottare la forma che ritengono pi opportuna e possono anche obbligarsi alladozione di una forma specifica per i loro contratti. La necessit di adottare una certa forma pu anche derivare anche da precedente accordo delle parti (cd. forma convenzionale). Dai contratti formali vanno distinti i contratti a prova formale come lassicurazione, la transazione, la vendita di azienda. Qui la legge prescrive la forma scritta al fine limitato della prova: il contratto deve essere solo provato per iscritto; pertanto ove sia stipulato verbalmente esso sar valido e potr essere eseguito regolarmente ma in caso di contestazione linteressato non potr provarlo con gli ordinari mezzi di prova. Lonere della forma scritta assoluto anche quando gli atti siano formati con strumenti elettronici e telematici che diano luogo a documenti informatici; sancito anzitutto il principio della equiparazione dei documenti informatici ai documenti cartacei.
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CAPITOLO 34: LE CLAUSOLE ACCIDENTALI DEL CONTRATTO


Gli elementi accidentali fanno parte del contratto soltanto se le parti li abbiano voluti, inserendoli nel contratto stesso. La qualificazione come accidentali evidenzia appunto il loro carattere eventuale. Questi elementi o requisiti sono: la condizione, il termine e il modo. La condizione la clausola che subordina gli effetti del contratto a un avvenimento futuro e incerto (art. 1353). La condizione si dice sospensiva se sospende lefficacia del negozio fino a che levento non si sia verificato (ad es. ti dono il mio studio a condizione che tu ti iscriva allalbo); risolutiva se, al verificarsi dellevento, essa fa venir meno gli effetti gi prodottisi (ad es. compro il negozio, ma se non otterr la licenza il contratto si risolver): qui gli effetti si producono immediatamente ma se non si verificher levento previsto essi verranno meno. La clausola condizionale o condizione volontaria il mezzo con cui i contraenti possono attribuire rilievo ai motivi, agli interessi specifici che li inducono a un determinato negozio e che non trovano accoglimento nella disciplina tipica del contratto stipulato. consentito apporre condizioni a tutti gli atti negoziali, salvo i casi di specifico divieto normativo, cio atti che non tollerano condizioni (cd. atti puri o legittimi). La condizione legale quella posta dalla legge (ad es. condizione legale per lefficacia di una donazione a favore di un nascituro non concepito la sua nascita). Levento dedotto in condizione devessere futuro e incerto, cio non deve essersi ancora verificato e deve essere dubbio se si verificher o no. Si parla perci di condizione impropria visto che fin dal momento della stipulazione del contratto gi oggettivamente certo o accertabile se esso definitivamente efficace o inefficace. Non assume rilievo il fatto che sia certo il momento in cui dovr darsi levento; sufficiente che ne sia certo il verificarsi. In ordine al tipo di evento la condizione si distingue in causale, se il suo avvenimento dipende dal caso e potestativa, quando il suo verificarsi dipende dalla volont di una delle parti. Si parla di condizione potestativa semplice quando levento collegato ad un comportamento volontario, ma che coinvolge un qualche interesse della parte sicch non risulter indifferente se compierlo o no. Si definisce meramente potestativa la condizione che dipende dallarbitrio dellinteressato, da una semplice dichiarazione di volont: essa rende nullo latto se fa dipendere lalienazione di un diritto o lassunzione di un obbligo dalla mera volont dellobbligato. Levento inoltre deve essere possibile e lecito; la condizione impossibile rende nullo il contratto se sospensiva, mentre se risolutiva si ha per non apposta: non potendo leffetto verificarsi, gli effetti prodotti dal negozio non verranno mai rimossi. La condizione illecita quando contraria a norme imperative, allordine pubblico e al buon costume: essa rende nullo il contratto sia quando sospensiva sia quando risolutiva (art. 1354). Lilliceit pu derivare dal comportamento illecito dedotto in condizione, ma anche dal fatto che la condizione tende a realizzare una pressione indebita sulla libert individuale.

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In un contratto condizionato, fin quando la condizione non si verificata le situazioni giuridiche in esso disciplinate si trovano in uno stato di incertezza: se la condizione sospensiva il diritto non ancora sorto in capo allacquirente, ma potrebbe nascere in futuro; se la condizione risolutiva il diritto stato gi acquisito ma potrebbe venire meno. Questo stato si denomina pendenza della condizione ed caratterizzato dal fatto che la parte, il cui acquisto condizionato a un certo evento, non ha un diritto pieno e completo: titolare piuttosto di un aspettativa, di una situazione giuridica tutelata in via preliminare. La legge dispone che, in pendenza della condizione, ciascuna delle parti deve comportarsi secondo buona fede per conservare integre le ragioni dellaltra (art. 1358). Si ha avveramento della condizione quando si verifica levento contemplato; lavveramento risolve la situazione di incertezza e rende il contratto definitivamente efficace o inefficace. Essa ha effetto retroattivo, cio gli effetti retroagiscono al tempo in cui stato concluso il contratto (art. 1360). Il termine il momento dal quale o fino al quale si produrranno gli effetti del contratto : cd. termine di efficacia. Caratteristica quella di essere stabilito in relazione a un evento futuro e certo. A differenza della condizione si caratterizza per la certezza dellavvenimento, anche se sia incerto quando si avverer. Non in tutti i negozi consentito apporre un termine (ad es. nel matrimonio). valido il termine potestativo, cio la clausola che rimette alla volont dellobbligato la determinazione del momento iniziale o finale del rapporto. Il modo una limitazione apposta a unattribuzione gratuita (ad es. dono un edificio al Vescovo con lonere di destinarlo a centro di accoglienza). E perci un obbligo giuridico che grava sul beneficiario di unattribuzione gratuita e che viene a ridurre il valore del beneficio. La clausola modale costituisce un mezzo con il quale si attribuisce rilevanza a particolari motivi o finalit dellautore del negozio: la sua caratteristica che pu essere inserita nei negozi gratuiti. Lonere pu consistere in un dare, fare o in un non fare; in ogni caso costituisce una vera e propria obbligazione, giuridicamente vincolante, di cui pu chiedere ladempimento coattivo chiunque vi abbia interesse. La risoluzione dellattribuzione pu essere pronunciata solo se stata prevista o se ladempimento abbia costituito il solo motivo determinante della disposizione. Clausola penale e caparra svolgono la funzione di rafforzare il vincolo contrattuale. La clausola penale una determinazione anticipata e forfettaria del risarcimento per il caso di inadempimento o ritardo (art. 1382). La sua funzione quella di precostituire un diritto al risarcimento senza che sia necessario fornire la prova del danno. Essa limita il risarcimento alla somma convenuta e costituisce una liquidazione forfettaria. In ogni caso previsto che la penale pu essere equamente diminuita dal giudice ove sa manifestamente eccessiva, avuto riguardo allinteresse del creditore (art. 1384). La caparra confirmatoria la somma consegnata a una parte, al momento della conclusione del contratto, a garanzia dellimpegno contrattuale assunto (ed eventualmente a titolo di acconto
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sulla prestazione dovuta art. 1385). Al momento delladempimento, la caparra sar imputata alla prestazione dovuta (in questo senso costituisce un acconto sul prezzo), o sar restituita quando la prestazione consiste nel dare altre cose o in un fare (in tal senso costituisce una garanzia del futuro adempimento, che rafforza il vincolo contrattuale). In caso di inadempimento di chi ha dato la caparra, laltra parte pu recedere dal contratto ritenendo la caparra a titolo di risarcimento. Ove invece sia inadempiente chi ha ricevuto la caparra, sar la controparte a poter recedere dal contratto esigendo il doppio della caparra data (art. 1385). prevista anche la caparra penitenziale, che la somma consegnata a una parte, al momento della conclusione del contratto, a titolo di corrispettivo per il diritto di recesso attribuito alla controparte. La multa penitenziale caratterizzata dal fatto che la facolt di recesso non accompagnata dalla consegna immediata della somma di denaro, bens dalla previsione dellobbligo di pagare una multa se e quando la parte decider di recedere (art. 1373).

CAPITOLO 35: INVALIDITA DEL CONTRATTO


Quando latto conforme ai requisiti previsti si dice che esso valido e si parla di validit del contratto. Si avr invalidit del contratto quando esso non sia regolarmente formato, quando manchi o sia illecito uno dei suoi elementi; linvalidit la sanzione che colpisce latto giuridicamente irregolare e comporta linidoneit dellatto a conseguire gli effetti cui diretto. Si distinguono 3 forme di invalidit: la nullit, che la forma di invalidit che ha carattere generale nel senso che consegue a tutte le ipotesi in cui un negozio contrario a norme imperative salvo che la legge disponga diversamente (art. 1418); lannullabilit e la rescindibilit, che sono forme speciali di invalidit, poich conseguono solo nei casi previsti dalla legge.
!Nullit: la forma generale e pi grave di invalidit del contratto che comporta la radicale

e definitiva inefficacia dellatto. Essa irrimediabile in quanto i contraenti non possono sanare, convalidare il negozio nullo. Il contratto nullo quando manca o illecito uno dei suoi requisiti essenziali (art. 1418); nei contratti tipici la causa potrebbe mancare in concreto quando essa non pu effettivamente realizzarsi; nei contratti atipici la causa manca quando le parti perseguono interessi non meritevoli di tutela; loggetto manca quando non esiste materialmente il bene ovvero esso impossibile o indeterminato; la forma pu mancare perch quella adottata non rispetta le prescrizioni legali. Poich il negozio dichiarazione di volont, quando la volont manca il negozio nullo. La legge perci tutela coloro che abbiano fatto affidamento sulle altrui dichiarazioni; in concreto si distinguono due ipotesi fondamentali: mancanza di volont e divergenza tra volont e dichiarazione.

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-Una vera e propria mancanza di volont si ha nei casi di dichiarazione non seria, come

quella fatta per scherzo o in rappresentazioni teatrali; la volont manca anche nel caso della violenza fisica, quando la volont del tutto inesistente;

-Si ha divergenza tra volont e dichiarazione nei casi di errore ostativo e di

simulazione. Lerrore ostativo lerrore commesso nellemettere la dichiarazione (voglio scrivere 100 e scrivo 200). Qui la dichiarazione non rispecchia la volont e latto dovrebbe essere nullo. Si ha simulazione quando ad es. dichiaro di donare a Tizio ma in realt intendo arricchire Caio. INESISTENZA DEL CONTRATTO: Affinch si possa parlare di nullit di un contratto per mancanza del consenso delle parti occorre che vi sia almeno una parvenza di accordo contrattuale: diversamente latto sar inesistente. ILLICEITA DEL CONTRATTO: Il contratto nullo quando illecito, cio contrario a norme imperative, allordine pubblico e al buon costume (artt. 1418, 1343). Per contrariet alle norme imperative si intende la violazione di norme, che tutelando interessi generali, non possono essere derogate dai privati. Lordine pubblico linsieme dei principi fondamentali e inderogabili dellordinamento giuridico: si tratta di quei principi irrinunciabili che costituiscono la base stessa dellordinamento e della convivenza sociale. Il buon costume linsieme dei principi morali comunemente accolti nella societ. Nulli sono infine anche i contratti con motivo illecito comune ad entrambe le parti e i contratti in frode alla legge, cio che costituiscano il mezzo per eludere lapplicazione di una norma imperativa. LAZIONE DI NULLITA: La sanzione della nullit opera automaticamente, per effetto dellobiettivo contrasto dellatto con una previsione normativa e il contratto nullo inefficace fin dallinizio. Lazione di nullit pertanto unazione di mero accertamento in quanto il giudice dovr solo accertare che il contenuto impugnato sia effettivamente nullo e la relativa pronuncia sar una sentenza dichiarativa. La nullit pu essere fatta valere da chiunque ne ha interesse (art. 1421) e, parallelamente pu anche essere rilevata di ufficio dal giudice anche se le parti non labbiano fatta valere. Nella legislazione recente sono state introdotte ipotesi di nullit relativa, e cio di nullit che pu essere fatta valere solo da uno dei contraenti, il contraente debole. Lazione di nullit imprescrittibile e pu essere fatta valere senza limiti di tempo ma lart. 1422 fa salvi gli effetti dellusucapione e della prescrizione delle azioni di ripetizione. La nullit una forma di invalidit insanabile e non si pu rimediare al difetto dellatto, che rimane definitivamente viziato non essendo suscettibile di sanatoria. Non ammissibile la convalida
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dellatto che invece consentita per i contratti annullabili. Le parti possono solo fare una rinnovazione del contratto, cio stipulare un nuovo negozio evitando il difetto che ha dato luogo alla nullit. Sar peraltro un nuovo contratto, e gli effetti, anche con riguardo ai terzi, prenderanno vita dalla nuova data in cui esso sia compiuto. Fermo restando che il contratto nullo insanabile, sono previste alcune forme di recupero dellatto nullo, fondate su un meccanismo di modificazione legale dellatto viziato; ci si verifica nelle ipotesi di nullit parziale e di conversione. La nullit parziale la nullit che riguarda solo una parte o una clausola del contratto e se essa stata determinante, nel senso che le parti non lo avrebbero concluso senza quella quella clausola, cade lintero contratto; se invece le parti lo avrebbero ugualmente concluso senza la parte colpita da nullit, rimane caducata solo tale parte e il rimanente contratto resta valido (artt. 1419, 1420). La regola costituisce applicazione del principio di conservazione del contratto. Non occorre una dichiarazione di volont delle parti per conservare il contratto modificato in quanto la salvaguardia del negozio avviene sulla base del significato, del ruolo oggettivo rivestito dalla clausola nulla allinterno del contratto. La conversione la trasformazione legale del contratto nullo in un contratto diverso e valido; secondo lart. 1424 il contratto nullo pu produrre gli effetti di un contratto diverso del quale contenga i requisiti di sostanza e di forma, qualora debba ritenersi che le parti lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la causa di nullit. La conversione opera sulla base della sussistenza dei requisiti di sostanza e di forma di un altro contratto e sulla congruit degli effetti del nuovo contratto e lo scopo perseguito dalle parti (art. 1424). Non si fa luogo a tale valutazione di congruit nella cd. conversione automatica o legale, disposta direttamente dalla legge in alcune ipotesi specifiche. LANNULLABILITA: Il negozio annullabile provvisoriamente efficace, cio gli effetti possono venir meno a seguito di sentenza di annullamento su domanda della parte tutelata. A differenza della nullit che tutela interessi generali, lannullabilit tutela interessi individuali, di uno dei contraenti. In via generica pu dirsi che sancita lannullabilit quando parsa eccessiva la sanzione della nullit dellatto. Lannullamento si configura con il rimedio offerto dalla legge a tutela della libert del volere: precisamente lannullabilit prevista per i casi di incapacit di agire e di vizi della volont (errore, violenza, dolo). Il rimedio applicabile a tutti gli atti negoziali, anche quelli unilaterali. Il negozio annullabile nel caso di incapacit di una delle parti, legale o naturale (art. 1425). Lincapacit legale di agire la condizione in cui si trova il minore di et, linterdetto e per alcuni atti linabilitato, lemancipato e il beneficiario dellamministrazione di sostegno. La legge provvede ai casi in cui lincapace abbia posto in essere atti a lui vietati e dispone che tali atti possano essere annullati a domanda dellincapace o del suo rappresentante. Lannullamento prescinde dalla circostanza che laltro contraente conoscesse la condizione dincapacit legale della parte. Lincapacit naturale la condizione di chi, sebbene non interdetto, sia stato incapace di intendere e di volere al momento in cui ha posto in essere un atto (es. il contraente era ubriaco). In questo caso, per lannullamento dei contratti occorre dimostrare la malafede dellaltro contraente, mentre per gli altri atti occorre che ne risulti un grave pregiudizio allincapace (art. 428).
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I vizi del consenso sono ipotesi di alterazione della volont negoziale che si forma in maniera distorta. I vizi della volont possono definirsi come anomalie del processo formativo della volont in quanto viziano il consenso a un atto negoziale o contratto. Questi vizi sono lerrore, la violenza, il dolo. Lerrore consiste in una falsa conoscenza della realt che determina una delle parti ad un contratto che, senza quellerrore, non avrebbe stipulato. Esso causa di annullamento del contratto a condizione che sia essenziale e riconoscibile dallaltro contraente (art. 1428). Lerrore riconoscibile quando una persona di normale diligenza avrebbe potuto rilevarlo, tenuto conto del contenuto del contratto, delle circostanze o della qualit dei contraenti (art. 1431); essenziale quando determinante del consenso: cio se la parte non avrebbe contrattato senza lerrore in cui caduta. In mancanza di tale estremo lerrore non rende annullabile il contratto, ma pu assumere importanza sotto il profilo della responsabilit precontrattuale, quando abbia determinato un danno per lerrante che sarebbe stato evitato ove laltro contraente avesse adempiuto al suo obbligo di informazione. Secondo gli artt. 1429 e 1430 lerrore essenziale quando: - cade sulla natura o sulloggetto del contratto; - su una qualit della prestazione in concreto essenziale per il contraente; - sullidentit o sulle qualit dellaltro contraente; - sulla quantit della prestazione che non soddisfa proporzionalmente linteresse del contraente. E infine rilevante lerrore di diritto, purch esso sia stato la ragione unica o principale del contratto (art. 1428). Per errore di diritto si intende lerrore che cade sullesistenza o sul contenuto di una norma giuridica: si tratta del fatto che lignoranza di una norma mi induce a valutare erroneamente una certa situazione e sulla base di tale valutazione mi induco a stipulare un contratto. Lerrore di diritto deve cadere su un elemento interno al contratto. Il dolo un inganno che induce in errore laltro contraente; causa di annullamento quando i raggiri sono stati tali che, senza di essi, laltro contraente non avrebbe stipulato (art. 1439): il dolo quindi deve essere determinante per il consenso. Quando invece il raggiro non stato decisivo per la stipulazione, il contraente ingannato potr chiedere il risarcimento del danno ma non lannullamento del contratto (cd. dolo incidente, art. 1440). Il dolo di cui si parlato il dolus malus, mentre il dolus bonus consiste nellesagerata esaltazione della qualit della merce o del servizio: tali vanterie sono tollerate e non comportano n annullabilit n risarcimento del danno. Quello di cui si parlato il dolo commissivo, perch suppone la commissione di una qualche azione volta ad ingannare; il dolo omissivo invece linganno realizzato tramite unomissione. Il contratto annullabile anche se il raggiro stato usato da un terzo, ed era noto al contraente che ne ha tratto vantaggio (art. 1439). La violenza la minaccia di un male ingiusto e notevole, alla persona o ai beni del contraente, esercitata al fine di estorcere il consenso a un determinato contratto o negozio (art. 1435).
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Caratteristica della violenza la pressione psicologica esercitata sul soggetto. Si ritiene peraltro che la violenza non esclude totalmente la volont del soggetto, il quale se pure costretto ha tuttavia voluto: una volont c stata e la sanzione quindi dellannullabilit e non della nullit dellatto. La violenza viene anche chiamata violenza psichica o morale e si distingue da quella fisica, quale costrizione materiale che non lascia nessuno spazio di libert e la conseguenza quella della nullit o dellinesistenza del contratto. La minaccia, per dar luogo allannullabilit, deve essere seria, cio di tal natura da fare impressione sopra una persona sensata (art. 1435). Coerente con tale impostazione la regola sulla irrilevanza del timore reverenziale, cio della condizione psicologica di soggezione verso persone autorevoli o influenti. La seriet della minaccia va valutata anche in relazione al male minacciato, che deve riguardare la persona o i beni del contraente e deve essere ingiusto e notevole: notevole quando il danno rilevante; ingiusto quando lede un interesse protetto dalla legge. La violenza rilevante anche se, provenendo da un terzo, il contraente che ne trae vantaggio non ne era a conoscenza (art. 1434). Lazione di annullamento la domanda giudiziale diretta a fare annullare il contratto e spetta alla parte nel cui interesse stabilita dalla legge (art. 1441) e cio allincapace e al contraente il cui consenso viziato da errore dolo o violenza (art. 1427). Sono eccezionalmente previsti casi di annullabilit assoluta (artt. 119, 1441). Lazione si prescrive in 5 anni, decorrenti dal momento in cui cessato lo stato di incapacit ovvero si scoperto lerrore, il dolo o cessata la violenza (art. 1442). Trascorso tale periodo non pi possibile unazione diretta a fare annullare latto. Rimane la possibilit di chiedere lannullamento in via deccezione, ove la parte tutelata sia convenuta in giudizio per lesecuzione del contratto (art. 1442). Effetto dellannullamento leliminazione del contratto e la caducazione del rapporto giuridico sorto da esso. La sentenza di annullamento una sentenza costitutiva, perch ad essa va riportata leliminazione del contratto e la caducazione del rapporto. La sentenza ha effetto retroattivo: come se il contratto non fosse mai stato stipulato, non si tenuti ad eseguirlo e le prestazioni eventualmente adempiute vanno restituite in quanto non dovute o indebite (art. 2033) e quindi vanno restituite. Rispetto ai terzi la retroattivit non assoluta; lannullamento che non dipende da capacit legale non pregiudica i diritti acquistati a titolo oneroso dai terzi di buona fede, salvi gli effetti della trascrizione (art. 1445). Lannullamento del contratto d diritto al risarcimento dei danni, sempre che vi sia colpa in capo allaltro contraente. A differenza del contratto nullo, il contratto annullabile pu essere sanato. La convalida un atto di conferma del contratto annullabile proveniente dal contraente al quale spetta lazione di annullamento (art. 1444). Requisito di essa che il soggetto sia in condizione di stipulare un valido contratto: deve essere cessata lincapacit o la violenza, essere stato scoperto lerrore o il dolo. La convalida un atto negoziale e la relativa dichiarazione di volont pu essere espressa o tacita. La convalida espressa unesplicita dichiarazione di volere convalidare il contratto, accompagnata dalla menzione dellatto e della causa che lo invalida; la convalida tacita un comportamento concludente, incompatibile con la volont di chiedere lannullamento, da cui si desume lintento di convalidare latto.

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Accanto alla convalida opera il rimedio della rettifica in caso di errore, che consiste nellofferta di eseguire il contratto in modo conforme alle aspettative della controparte (art. 1432). La rescindibilit una forma particolare di invalidit contrattuale che si avvicina allannullabilit. Essa sancita a tutela di interessi diversi e oscilla tra la garanzia della libert del volere e la salvaguardia del principio di equit contrattuale. Gli effetti della rescissione ricadono sul rapporto contrattuale. Il contratto pu essere rescisso quando stato concluso a condizioni inique per la condizione di alterata libert del volere di uno dei contraenti: pu aversi rescissione quando le condizioni inique sono state determinate dallo stato di bisogno ovvero dallo stato di pericolo in cui si trovava uno dei contraenti. Lazione di rescissione compete solo alla parte che si sia trovata nello stato di pericolo o bisogno; si prescrive in un anno dalla conclusione del contratto e non ammessa convalida (art. 1451) ma solo la rettifica, quale offerta di una modificazione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equit: il contraente contro cui domandata la rescissione pu evitarla offrendo un supplemento di prestazione che ridia equilibrio al contratto (art. 1450). La rescissione pronunciata dal giudice e ha effetto retroattivo solo tra le parti, ma non verso i terzi (art. 1452). Lo stato di pericolo la condizione del soggetto che contrae per la necessit di salvare s o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona (art. 1447). Ne sono requisiti: lattualit del pericolo, il fatto che il pericolo sia conosciuto dallaltra parte, la gravit del pregiudizio temuto a beni personali (la vita, lonore). Non si pu richiedere la rescissione quando il pericolo non immediato o il contratto diretto a salvare beni patrimoniali. Non richiesto che il pericolo sia reale e neppure, che esso non fosse altrimenti evitabile e non volontariamente causato dal contraente. Sussistendo tali estremi il contratto pu essere rescisso, su domanda della parte lesa, sempre che esso sia stato concluso a condizioni inique. Liniquit delle condizioni contrattuali la sproporzione fra lentit delle due prestazioni. Lo stato di bisogno la condizione di seria difficolt economica o finanziaria in cui versa una parte. Oltre ad essa sono requisiti per la rescissione del contratto la lesione e lapprofittamento della controparte (art. 1448). La lesione una specifica sproporzione fra le entit delle due prestazioni superiore alla met, mentre lapprofittamento dello stato di bisogno si realizza quando laltro contraente, consapevole dellaltrui difficolt, trae vantaggio da tale situazione.

CAPITOLO 36: EFFETTI DEL CONTRATTO


Il contratto ha forza di legge fra le parti (art. 1372): il rapporto contrattuale costituisce un vincolo tra le parti e non pu essere sciolto che per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge. Il contratto perfezionato o concluso quando sussistono tutti i requisiti essenziali; esso anche efficace: produce cio i suoi effetti. Leffetto fondamentale del contratto consiste nel vincolo che si istaura fra le parti e che pu dirsi generale in quanto consegue a tutti i contratti (art. 1372). Si concretizza essenzialmente nel divieto di sciogliersi unilateralmente dal rapporto e nellobbligo di conservare integre le

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ragioni della controparte che, si ritrova nel contratto sottoposto a condizione sospensiva (cd. pendenza). Accanto ad esso, vi sono gli effetti finali (o propri, o tipici) che variano in relazione al tipo di contratto e sono volti a soddisfare gli interessi specifici che le parti hanno inteso regolare con il contratto (ad es. effetto finale della locazione lobbligo di far godere un bene e lobbligo di pagare il canone). Le parti possono disporre degli effetti finali, ad esempio possono subordinarli al verificarsi di un certo evento (la condizione) o rinviarli nel tempo (con lapposizione di un termine). Non possono invece escluderli del tutto, poich se essi non dovessero mai prodursi il contratto sarebbe inutile. Si distinguono: - Contratti a effetti obbligatori, cio quelli da cui derivano obbligazioni in capo ai contraenti. Tutti i contratti producono effetti obbligatori in quanto obbligano una o entrambe le parti ad unattivit necessaria per la realizzazione dellinteresse. - Contratti a effetti reali, quelli che producono limmediata attribuzione del diritto alla controparte. Nei contratti a effetti reali si producono anche effetti obbligatori, come consegnare la merce, pagare il compratore etc. Per lart. 1376 sono a effetti reali i contratti che hanno ad oggetto il trasferimento della propriet di una cosa determinata, la costituzione o il trasferimento di un diritto reale o di un altro diritto: essi sono la vendita, la donazione, la concessione, la cessione del credito. Leffetto del trasferimento del diritto si produce immediatamente, senza bisogno che la cosa sia consegnata. Gi effetti reali si realizzano immediatamente, per effetto del consenso delle parti legittimamente manifestato; tali contratti si posso definire contratti a effetto traslativo immediato. La regola espressa nellart. 1376, circa limmediato trasferimento del diritto, pu operare solo se sussistono determinati requisiti nelloggetto del contratto; infatti, si pu trasferire immediatamente il diritto solo se il suo oggetto esista attualmente, sia sufficientemente individuato nella sua specificit, sia nella titolarit di chi ne dispone. Di conseguenza, ha soltanto effetti obbligatori la vendita che ha ad oggetto cose generiche, future o altrui; ci significa che dal contratto sorge lobbligo per il venditore di far acquistare il diritto. Ove il venditore non riesca a procurare allacquirente il diritto promesso, risulter inadempiente al contratto (art. 1381). Per quanto riguarda la vendita di cose generiche, la propriet si trasmette con lindividuazione della cosa, che pu avvenire o con la separazione delle cose fatta daccordo tra le parti o mediante la consegna al vettore o allo spedizioniere (art. 1378). Da tale momento le cose escono dalla sfera del venditore e la propriet si trasferisce allacquirente e per tanto la perdita o lavaria sar pertanto a suo carico. Negli altri casi indicati, leffetto reale del trasferimento del diritto si produrr solo con la venuta ad esistenza del bene e lacquisto della propriet da parte del venditore, ma, sopravvenuti tali requisiti, il trasferimento si produrr automaticamente in capo allacquirente (artt. 1472, 1478). La distinzione tra contratti consensuali e reali riguarda il momento della formazione e attiene al modo in cui il contratto si conclude. Il contratto si perfeziona con il semplice consenso e da esso poi seguiranno gli effetti, reali o obbligatori. In alcuni casi invece, il consenso non sufficiente alla sua
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conclusione, in quanto occorre anche la consegna della cosa oggetto del contratto. Il contratto si conclude solo con la consegna della cosa, della res, e si parla di contratti reali. Il rapporto contrattuale pu sciogliersi solo per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge (art. 1372); il suo scioglimento, e cio la cessazione della sua efficacia, richiede il consenso di entrambi i contraenti e ha di massima effetti retroattivi: come se il contratto non fosse mai stato stipulato e le prestazioni gi eseguite dovranno essere restituite. Lo scioglimento del contratto consegue a uno specifico accordo, il mutuo dissenso, un vero e proprio accordo contrattuale diretto ad estinguere il rapporto nato dal precedente negozio. Si ritiene che per tale atto sia necessaria la stessa forma prevista per il contratto che si vuole estinguere. Il recesso un atto unilaterale recettizio col quale si esercita il diritto di determinare lo scioglimento del rapporto. Salvo diverso accordo delle parti il recesso non pu essere esercitato dopo che il contratto stato eseguito. La legge consente di recedere dal contratto, liberamente o in presenza di alcuni presupposti. Costituisce espressione di un principio generale la regola che ammette il recesso nei contratti a esecuzione continuata o periodica che siano a tempo indeterminato, essendo contrari allinteresse generale rapporti che vincolino le parti in perpetuo (art. 1373). Altra ipotesi di recesso prevista per i contratti effettuati al di fuori dei locali commerciali (vendita porta a porta): loperatore commerciale deve informare per iscritto il consumatore sullesistenza del diritto di recesso e sulle modalit per esercitarlo e al consumatore attribuito il diritto di recedere dal contratto entro il termine di 10 giorni lavorativi. Il recesso si distingue dalla revoca, che latto negoziale con cui si priva di efficacia un precedente atto unilaterale. INTEGRAZIONE DEL CONTRATTO: Secondo gli articoli 1374 e 1375, il contratto obbliga le parti oltre a quanto espresso, anche a tutte le conseguenze che ne derivano secondo la legge, gli usi, lequit e la buona fede.
A)Quanto alla legge, vengono in considerazione sia le norme dispositive, le quali operano

lintegrazione suppletiva, cio suppliscono ad una mancata previsione del contratto. Lintegrazione cogente invece operata dalle norme inderogabili e determina il contenuto del rapporto anche contro una diversa volont delle parti. B)Gli usi normativi sono vere e proprie fonti del diritto e hanno un ambito di operativit molto ridotto, non potendo derogare a quanto previsto da norme di legge o di regolamento. Gli usi negoziali sono le pratiche contrattuali diffuse nei diversi settori di affari e usualmente praticate dagli operatori economici: esse sono le pattuizioni ricorrenti nei diversi tipi di contratto e il codice il denomina clausole duso (art. 1340) che si fondano sulla volont delle parti e hanno natura negoziale e possono derogare a norme dispositive di legge.
C) Lequit un criterio di giustizia sostanziale che si specifica nellesigenza di massima di

un equilibrio dei sacrifici reciproci.


D) La buona fede impone di salvaguardare laltrui interesse nei limiti in cui sia compatibile

con il proprio.
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CAPITOLO 37: IL CONTRATTO E I TERZI


Il contratto rispetto ai terzi non produce effetto che nei casi previsti dalla legge (art. 1372); il contratto intercorso fra le parti non pu n avvantaggiare n essere di pregiudizio ai terzi, cio a coloro che siano rimasti estranei alla sua stipulazione il cd. principio della relativit degli effetti. Rispetto ai terzi il contratto produce effetti solo nei casi previsti dalla legge (art. 1372). Tuttavia, il contratto costituisce o modifica posizioni giuridiche e incide sulla titolarit di diritti con i quali anche i terzi possano venire in contatto o in conflitto. Nellipotesi di conflitto tra pi acquirenti di uno stesso diritto, si seguono le seguenti regole: a) Se si tratta dellacquisto di diritti reali su universalit di mobili, si applica la regola generale della priorit dellacquisto; b) quando si tratta dellacquisto di diritti reali su beni mobili, il conflitto si risolve in base alla regola sul possesso titolato, cio prevale colui che ha conseguito per primo il possesso; c) trattandosi dellacquisto di diritti reali su beni immobili o su mobili registrati, prevale colui che per primo ha effettuato la trascrizione del suo acquisto, anche se di data posteriore; d) ove oggetto del contratto sia un credito, prevale la cessione notificata o accettata per prima dal debitore con atto di data certa; infine, se si tratta dellacquisto di diritti personali di godimento su beni mobili o immobili, prevale colui che per primo ha conseguito il godimento della cosa o colui che ha un titolo di data certa anteriore. IL CONTRATTO A FAVORE DI TERZI: possibile anche un efficacia diretta del contratto nei confronti dei terzi solo quando si tratti di effetti favorevoli e il terzo ne voglia profittare. Questo il contratto a favore di terzo, nel quale i contraenti prendono il nome di stipulante e promittente. Per effetto di tale contratto, il terzo acquista il diritto di pretendere una prestazione dal promittente (art. 1411). Un esempio lassicurazione sulla vita a favore di un terzo. Il terzo acquista il diritto per effetto della stipulazione a suo favore, come diretta conseguenza del contratto; non quindi necessaria una sua dichiarazione di accettazione n egli diviene parte sostanziale del contratto. Il beneficiario rimane estraneo al rapporto contrattuale e non pu agire con i rimedi offerti dalla legge a tutela dei contraenti ma pu solo ottenere lesecuzione della prestazione promessagli; invece il terzo pu dichiarare di voler profittare della stipulazione, ma tale dichiarazione non vale a renderlo parte del contratto, ma ha leffetto di rendere irrevocabile la stipulazione a suo favore. Finch non accettata dal terzo infatti la stipulazione non pu essere revocata o modificata dallo stipulante. Nellipotesi in cui una situazione appare allesterno diversa da quella che in realt vige la regola generale dellautoresponsabilit: chi pone in essere dichiarazioni negoziali ne subisce le conseguenze in base al loro significato oggettivo, ma solo nei limiti in cui abbia suscitato nei terzi o nella controparte un ragionevole affidamento. Cos, la dichiarazione emessa per errore pu essere annullata, purch lerrore fosse riconoscibile dallaltro contraente. Lautoresponsabilit una diretta conseguenza dellautonomia contrattuale: chi emette una dichiarazione negoziale tenuto al tenore oggettivo di essa. La tutela dei terzi ancorata alla regola dellaffidamento incolpevole e allobbligo di diligenza nellintendere le altrui dichiarazioni. Agli stessi criteri fa riferimento il

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principio dellapparenza: coloro che, senza colpa, hanno fatto affidamento su una situazione apparente mantengono i diritti acquisiti su tale base. IL CONTRATTO SIMULATO: Si ha simulazione quando le parti fingono di stipulare un contratto ma in realt non ne vogliono gli effetti (simulazione assoluta) ovvero vogliono gli effetti di un contratto diverso (simulazione relativa). Questo risultato viene raggiunto affiancando alla dichiarazione contrattuale uno controdichiarazione nella quale si chiarisce il reale intendimento delle parti. Una sottospecie di simulazione relativa la cd. interposizione fittizia di persona: stipulo una donazione a favore di Tizio ma in realt, il mio intendimento di beneficiare Caio. La simulazione possibile sia nei contratti, sia negli atti unilaterali recettizi, ove vi sia accordo tra il dichiarante e il destinatario. Gli effetti tra le parti del contratto simulato sono congrui alla natura del negozio quale atto che nasce dalla volont degli interessati: il negozio simulato lecito e produce gli effetti realmente voluti. Pertanto nella simulazione assoluta non si produce nessun effetto visto (art. 1414) visto che le parti in realt non li vogliono; nella simulazione relativa il contratto simulato non produce effetti (perch non voluti), ma ha effetto il contratto dissimulato (quello nascosto dietro il contratto apparente) in quanto effettivamente voluto, a condizione che ne sussistano i requisiti di sostanza e di forma. Le parti possono agire in giudizio per fare dichiarare la simulazione: senza limiti di tempo in caso di simulazione assoluta, entro dieci anni per quella relativa. Nella disciplina degli effetti della simulazione rispetto ai terzi, si distingue tra terzi in genere, terzi aventi causa dal simulato acquirente e terzi creditori. La regola fondamentale dettata nellart. 1415: i terzi controinteressati possono far valere la simulazione quando essa pregiudica i loro diritti. Quindi, chiunque vi abbia interesse ammesso a far prevalere la realt sullapparenza. La seconda regola in materia contenuta nel 1 comma del medesimo articolo: la simulazione non pu essere opposta ai terzi che in buona fede hanno acquistato diritti dal titolare apparente, cio dal simulato acquirente. Quanto ai creditori, anchessi sono terzi rispetto allatto simulato e dunque vale la regola espressa nellart. 1415: essi possono far valere la simulazione che pregiudichi i loro diritti. Nel caso di conflitto fra i creditori, la legge dispone che i creditori del simulato alienante sono preferiti ai creditori del simulato acquirente se il loro credito di data anteriore alla simulazione. Il contratto fiduciario realizza unattribuzione effettiva a un soggetto in vista di uno scopo ulteriore rispetto al contratto. Ad esempio, temendo una confisca dei miei beni li vendo ad un amico, con lintesa che me li rivender una volta cessato il pericolo. La differenza rispetto alla simulazione sta nel fatto che qui leffetto realmente dovuto, in quanto strumentale rispetto al raggiungimento di un fine ulteriore. Il negozio fiduciario lecito nei limiti in cui lecito lo scopo finale di tutta loperazione e se questo illecito lo sar anche tutta loperazione. Se il fiduciario non adempie limpegno di ritrasferire il bene, il fiduciante non avr un azione di rivendica per farselo restituire ma potr solo chiedere il risarcimento dei danni.

CAPITOLO 38: LA RAPPRESENTANZA


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La rappresentanza il potere attribuito ad un soggetto (rappresentante) di compiere atti giuridici che producano effetti direttamente nella sfera di un altro soggetto (rappresentato). La rappresentanza diretta il potere di compiere atti giuridici in nome e nellinteresse del rappresentato. Tale potere conferito dalla legge o dallinteressato (art. 1387). Il rappresentante parte del contratto in senso soltanto formale, in quanto emette la dichiarazione negoziale; parte sostanziale dellatto e destinatario degli effetti il rappresentato, nella cui sfera si producono direttamente e immediatamente le conseguenze giuridiche. La rappresentanza un istituto ammissibile sia nei contratti che negli atti unilaterali ed esclusa solo in alcuni atti a carattere strettamente personale come il matrimonio e il testamento. Fonte del potere di rappresentanza sia la legge sia la volont privata (art. 1387). La rappresentanza legale quella conferita dalla legge, come ad es. nelle ipotesi di incapacit di agire. Si parla di questo tipo di rappresentanza anche a proposito degli enti giuridici. Il potere di rappresentanza conferito al fine di realizzare linteresse del rappresentato. La rappresentanza indiretta una forma di collaborazione nellaltrui attivit giuridica che presenta alcuni punti di contatto con la rappresentanza vera e propria, ma se ne distacca per altri. Essa caratterizzata dallagire di un soggetto nellinteresse altrui ma in nome proprio: il rappresentante diviene parte formale e sostanziale del contratto, che produrr effetti in capo al rappresentante stesso, il quale poi, con un atto di ritrasferimento dovr riversarli nella sfera giuridica dellinteressato. La rappresentanza volontaria conferita con un apposito negozio, la procura: un atto unilaterale volto a far conoscere ai terzi che il delegato ha il potere di compiere atti giuridici in nome del delegante; ha natura negoziale e la relativa dichiarazione pu essere espressa o tacita. La delega pu essere conferita per singoli affari determinati (procura speciale) o per tutti gli affari del rappresentato (procura generale). Il potere di rappresentanza si estingue per cause attinenti sia alla procura, sia al rapporto interno di gestione tra rappresentante e rappresentato. La revoca della procura sempre possibile, salvo il caso che il potere sia conferito anche nellinteresse del rappresentante. Lestinzione del rapporto di gestione comporta il venir meno del potere rappresentativo. Altre cause di estinzione sono la sopravvenuta incapacit o il fallimento del rappresentante o del rappresentato, la scadenza del termine, il compimento dellaffare per il quale il potere stato conferito. Mentre nella rappresentanza legale il rappresentante che devessere capace di agire, in quella volontaria il rappresentante che deve avere la capacit dagire; il rappresentante volontario sufficiente che abbia la capacit di intendere e di volere avuto riguardo alla natura e al contenuto del contratto (art. 1398). Per quanto riguarda i vizi della volont sempre al rappresentante che deve aversi riguardo in quanto la sua volont che d vita al negozio. Se il rappresentante invece di perseguire linteresse del rappresentato tutela quello proprio o altrui latto si dir compiuto in conflitto di interessi col rappresentato; la legge valuta come illecito tale comportamento per labuso del potere rappresentativo e prevede che il contratto annullabile (art.
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1394): lannullabilit esclusa quando sia escluso ogni possibile conflitto di interessi. E cos ad esempio per il contratto con se stesso (art. 1395), in cui il rappresentante assume una doppia veste, contrattando in proprio e nella qualit di procuratore. Lart. 1398 denomina rappresentanza senza potere il caso di chi contratta come procuratore di altri senza averne i poteri o eccedendo i limiti delle facolt conferitegli: il cd. falso rappresentante; il contratto da lui stipulato inefficace, non produce effetti. Egli responsabile dei danni sofferti dallaltro contraente che abbia confidato senza sua colpa nella validit del contratto (art. 1398). Tale contratto non nullo e linteressato lo pu ratificare, rendendo efficace latto compiuto dal falso rappresentante con effetto retroattivo: latto si considera efficace in capo al ratificante fin dal principio (art. 1399). La ratifica un negozio unilaterale con cui linteressato si attribuisce gli effetti dellatto, e viene comunemente intesa come una procura successiva. IL CONTRATTO PER PERSONA DA NOMINARE: Si dice per persona da nominare il contratto nel quale una parte si riserva la facolt di nominare successivamente il soggetto nella cui sfera il contratto produrr i suoi effetti (art. 1401). Se nel termine stabilito segue la dichiarazione di nomina, accompagnata dallaccettazione del nominato, il contratto produrr i suoi effetti in capo al designato fin dal momento in cui stato concluso; se il designato non accetta o la nomina non viene fatta, il contratto produce effetti in capo a colui che aveva stipulato (art. 1405). Il contratto pu produrre effetti alternativamente in capo alla parte formale o in capo ad un altro soggetto nominato successivamente. La figura costituisce una forma di rappresentanza diretta: si tratta di una rappresentanza eventuale di persone incerta. eventuale perch se manca la nomina o laccettazione del designato il contratto produce effetti tra le parti originarie; di persona incerta perch lo stipulante non rivela subito il nome dellinteressato. La dichiarazione di nomina attribuisce al designato la posizione di parte sostanziale del contratto e deve essere fatta entro 3 giorni. La cessione del contratto il negozio con cui una parte, col consenso dellaltra, sostituisce a s un terzo nei rapporti derivanti da un contratto a prestazioni corrispettive (art. 1406). Non un contratto tipico, e non ha una causa propria, ma si caratterizza per il suo oggetto rimanendo segnata dalla causa concreta per cui essa fatta. un contratto plurilaterale, poich per la sua validit occorre il consenso del contraente ceduto; non ha effetto retroattivo e i soggetti del negozio prendono il nome di cedente (colui che cede la propria posizione contrattuale), ceduto (il contraente originario che rimane vincolato), cessionario (il nuovo soggetto al quale si trasferisce il rapporto contrattuale). Il cedente tenuto a garantire verso il cessionario la validit del contratto trasferito. Esistono anche numerose ipotesi di cessione legale del rapporto, in cui la legge prevede il trasferimento automatico di un rapporto contrattuale da un soggetto a un altro. Con il subcontratto si d vita ad un nuovo contratto, derivato da quello precedente, che continua a sussistere tra le parti originarie: qui accade che uno dei contraenti originari utilizza la posizione contrattuale che ne deriva per stipulare un nuovo contratto con un terzo.

CAPITOLO 39: LESECUZIONE DEL CONTRATTO. LA RISOLUZIONE


Nel momento in cui il contratto efficace, deve essere eseguito: cio devono adempiersi le sue obbligazioni. I criteri che presiedono allesecuzione del contratto sono gli stessi delladempimento
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delle obbligazioni (artt. 1175 ss.), tenuto conto che lobbligo di buona fede (art. 1375) impone di tenere conto che le singole prestazioni sono collegate le une alle altre. Una volta che il contratto stato eseguito esso ha adempiuto alla sua funzione. Le prestazioni sono in rapporto di corrispettivit o reciprocit e tale nesso che lega le controprestazioni prende il nome di sinallagma contrattuale: ciascuna prestazione la giustificazione dellaltra e si comprende come la mancanza o il difetto delluna toglie giustificazione allaltra. La legge dunque prevede alcuni istituti volti a garantire tale sinallagma. Nei contratti a prestazioni corrispettive ciascuno dei contraenti pu rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione se laltro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria: la cd. eccezione di inadempimento , considerata come un mezzo di autotutela a disposizione di ciascuno. Tuttavia possibile che le parti escludano pattiziamente la possibilit di eccepire laltrui inadempimento con la clausola solve et rpete, che costituisce una clausola limitativa della facolt di proporre eccezioni (art. 1462). Per effetto di tale clausola la parte vincolata non pu opporre eccezioni al fine di evitare o ritardare la prestazione dovuta: intanto dovr pagare e successivamente far valere le sue ragioni. Questo tipo di clausola presente nei contratti standard, conclusi tramite moduli o formulari. Infine previsto che ciascun contraente pu sospendere lesecuzione della prestazione se le condizioni patrimoniali dellaltro sono divenute tali da porre in pericolo il conseguimento della controprestazione (art. 1461). Per il caso di inadempimento il contraente fedele ha due possibilit di tutela (art. 1453):
1.Manutenzione del contratto, che si consegue con la domanda in giudizio volta ad

ottenere la condanna alladempimento: si chieder al giudice di condannare il contraente ad eseguire il contratto e di disporne, eventualmente, lesecuzione forzata in forma specifica (art. 2930). Anche chiedendo ladempimento, il contraente conserva la facolt di chiedere la risoluzione del contratto.
2.Risoluzione: lo scioglimento del rapporto contrattuale per cause successive alla sua

stipulazione (art. 1453). Essa prevista nei contratti a prestazioni corrispettive per cause di inadempimento, impossibilit sopravvenuta, eccessiva onerosit sopravvenuta. Pu operare di diritto, automaticamente, al verificarsi di determinati presupposti, o per effetto di una sentenza; in entrambi i casi ha efficacia retroattiva tra le parti, ma soltanto tra di esse (art. 1458). Inoltre, quando la risoluzione determinata da fatti imputabili a uno dei contraenti, il contraente fedele ha diritto al risarcimento dei danni. La risoluzione per inadempimento lo scioglimento del rapporto determinato dallinadempimento imputabile di uno dei contraenti. Di fronte allaltrui inadempimento, il contraente fedele pu chiedere lesecuzione del contratto o la sua risoluzione; chiesto ladempimento, potr sempre optare successivamente per lo scioglimento del contratto, ma una volta chiesta la risoluzione, non potr pi pretendere ladempimento n, il contraente in ritardo potr pi adempiere al contratto (art. 1453). Per potersi avere risoluzione
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occorre che linadempimento sia grave, sia cio di non scarsa importanza avuto riguardo allinteresse della controparte (art. 1455). Possono aversi 2 tipi di risoluzione per inadempimento:
1.risoluzione giudiziale, che si realizza con sentenza del giudice, a seguito di domanda

dellinteressato e previa verifica della sussistenza dei presupposti per la risoluzione stessa e della gravit dellinadempimento. La sentenza ha valore costitutivo: lo scioglimento del rapporto si verifica al momento della pronuncia e per effetto di essa;
2. risoluzione di diritto o automatica, che pu aversi nei seguenti casi: -Diffida ad adempiere:

il caso in cui uno dei contraenti intima per iscritto alla controparte di adempiere entro un certo termine, con lavvertenza che in mancanza, il contratto si intender risolto. In questo modo si evitano i fastidi e le spese di una lite giudiziaria, ottenendo la risoluzione immediata; ovviamente in caso di contestazione si ricorrer al giudice, il cui compito sar quello di verificare lesistenza dei presupposti per la risoluzione.
-Termine essenziale: lipotesi in cui ladempimento tardivo sarebbe del tutto inutile per

la controparte (art. 1457): una prestazione tardiva non soddisfa neppure in misura ridotta linteresse sotteso al contratto che ormai definitivamente venuto meno;
- Clausola risolutiva espressa: la clausola contrattuale in cui si prevede che in caso di

inadempimento di una determinata obbligazione, il contratto si risolver automaticamente (art. 1456). Occorrer che la parte interessata emetta una dichiarazione in cui comunica allaltra che intende valersi della clausola risolutiva: da quel momento il contratto risolto. La clausola, per essere valida, deve fare riferimento a una determinata, specifica obbligazione.

RISOLUZIONE PER IMPOSSIBILITA SOPRAVVENUTA: Nei contratti a prestazioni corrispettive limpossibilit sopravvenuta della prestazione causa di risoluzione del contratto: in questo caso non c colpa del contraente debitore, dunque non si potr far luogo a risarcimento. La parte liberata per la sopravvenuta impossibilit della prestazione non pu chiedere la controprestazione e deve restituire quella che abbia gi ricevuto secondo le norme sulla ripetizione dellindebito (art. 1463). Cos ad es. se il concerto non si terr pi, ho diritto al rimborso del biglietto. Ove limpossibilit sia solo parziale, v diritto a una riduzione della controprestazione, sempre che, vi sia interesse ad una prestazione ridotta (art. 1464). RISOLUZIONE PER ECCESSIVA ONEROSITA: Pu essere richiesta nel momento in cui eventi eccezionali e imprevedibili alterino loriginario equilibrio di valore stabilito fra le due prestazioni. Una prestazione diviene eccessivamente onerosa per una parte e si realizza unalterazione funzionale della causa (art. 1467). Il rimedio vuole ovviare a uno squilibrio successivo, a una onerosit sopravvenuta rispetto alla stipula del contratto. Questo tipo di risoluzione pu essere chiesta solo se ricorrono le condizioni indicate nellart. 1467:

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!Deve trattarsi anzitutto di contratti a esecuzione differita, a esecuzione continuata o periodica, e il rimedio pu operare solo per le prestazioni future e non per quelle gi eseguite; !Occorre che lonerosit sia eccessiva: cio deve superare lalea normale del contratto, ossia quellordinario livello di rischio sempre connesso a tutte le operazioni economiche; !Lonerosit deve essere dovuta ad eventi straordinari e imprevedibili al momento della stipula, tali da oltrepassare la sfera di rischi che ciascuno in grado di prevedere.

Ricorrendo tali estremi la parte pregiudicata potr chiedere la risoluzione, ma la controparte pu evitarla offrendo di modificare equamente le condizioni del contratto. 6a PARTE: GLI ATTI UNILATERALI CAPITOLO 40: LE PROMESSE UNILATERALI Un'altra fonte di obbligazione costituita dalle promesse unilaterali (titolo 4 del 4libro, art. 1987 ss.), che rientra tra gli atti negoziali unilaterali. Lart. 1987 stabilisce il principio per cui la promessa unilaterale di una prestazione non produce effetti obbligatori fuori dei casi ammessi dalla legge. Da ci la dottrina deduce il principio della tipicit degli atti unilaterali: sono cio ammissibili solo le figure considerate espressamente dalla legge e con gli effetti specificamente previsti. Le promesse unilaterali ammesse dal codice sono:
1)La promessa di pagamento: limpegno unilaterale di effettuare una prestazione a

favore del destinatario della promessa.


2)La ricognizione di debito: la dichiarazione unilaterale con cui un soggetto

riconosce, anche implicitamente, di essere debitore di una certa somma. Tuttavia, non basta che mi impegni a pagare o che riconosca di essere debitore per essere realmente obbligato a farlo, ma occorre anche una causa (lecita e meritevole di tutela) che giustifichi giuridicamente il mio obbligo. Dunque, la promessa di pagamento e la ricognizione di debito non sono fonte di obbligazioni al pari del contratto o del fatto illecito.
3)La promessa al pubblico una vera e propria fonte di obbligazione sancita dallart.

1989, che la definisce come la promessa di una prestazione a favore di chi si trovi in una determinata situazione o compia una determinata azione. La promessa un negozio unilaterale non recettizio, poich non ha un destinatario determinato ma rivolta alla generalit (art. 1334), ed vincolante non appena sia resa pubblica: ha efficacia per un anno e pu essere giustificata solo per giusta causa. Netta la distinzione con lofferta al pubblico: proposta contrattuale liberamente revocabile che non vincola fino a quando non accettata.

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La promessa al pubblico immediatamente vincolante e non richiede accettazione. Inoltre un atto gratuito.
4)I titoli di credito sono dei documenti che contengono la promessa di una prestazione a

favore di chi risulti possessore del documento stesso, purch legittimato nelle forme prescritte dalla legge (art. 1992). Tali forme sono le cambiali e lassegno. Caratteristica dei titoli di credito quella per cui la prestazione in essi indicata si incorpora nel documento, il quale non ha solo funzione probatoria ma serve a realizzare una rapida e sicura circolazione del credito portato sul titolo. Si distinguono diversi tipi di titoli di credito:
!Titoli al portatore (ad es. buoni del tesoro): qui il trasferimento del titolo si opera con la

consegna e il possessore legittimato allesercizio del credito in base alla semplice prestazione di esso (art. 2003);
!Titoli allordine (cambiali, assegno): si tratta di titoli, intestati a una determinata persona, il

cui trasferimento si opera con la consegna del documento e la sua girata, ossia lautorizzazione dellintestatario a pagare a un altro (art. 2008);
!Titoli nominativi (ad es. le obbligazioni di una societ): hanno la caratteristica di essere

intestati a favore di una persona non solo sul documento, ma anche nel registro dellemittente. Il trasferimento si opera con la consegna e con la doppia intestazione a favore del prenditore, sia sul titolo sia sul registro dellemittente (art. 2021).

I FATTI ILLECITI CAPITOLO 41: LA RESPONSABILITA PER FATTO ILLECITO


Costituiscono fonte di obbligazione anche i fatti illeciti, cio i fatti e gli atti che cagionano un danno ad altri. Essi sono fonte di obbligazione risarcitoria: obbligano a risarcire il danno cagionato ad altri e listituto prende il nome di responsabilit extracontrattuale. La qualifica extracontrattuale vale a sottolineare che si tratta di responsabilit che nasce al di fuori di uno specifico rapporto obbligatorio fra le parti; si tratta della violazione del precetto generale denl neminem laedere: non arrecare danno agli altri. La differenza da quello penale che quello penale un illecito tipico in quanto si pu essere condannati ad una pena solo se il fatto commesso specificatamente previsto come reato dalla legge, mentre lillecito civile atipico cio non necessario che preveda specificatamente un determinato comportamento ma sufficiente che si sia violato un interesse tutelato dalla legge affinch si abbia responsabilit civile. Il fatto costituisce il primo elemento della responsabilit e pu consistere si a in un fatto giuridico sia in un atto giuridico che la legge non predetermina in modo rigido. Sono rilevanti sia i fatti commissivi sia i fatti omissivi. Un secondo elemento della responsabilit il danno il quale consiste nella lesione di un interesse tutelato dalla legge. Esso si pu dire sia patrimoniale, quando il pregiudizio riguarda un bene
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economico come il denaro, sia non patrimoniale, quando il pregiudizio riguarda un bene della personalit come lonore. Il danno pu essere biologico (inteso come lesione dellintegrit psicofisica della persona); morale (inteso come dolore o sofferenza). A tenore dellart. 2043 il danno deve essere ingiusto cio deve ledere un interesse o un diritto protetto dalla legge. Per quanto riguarda i diritti di credito non vi una lesione del diritto che provenga dal debitore inadempiente in quanto in questo caso si avr una pacifica responsabilit contrattuale per inadempimento. Viene per in considerazione la lesione che provenga da terzi, i quali rendano impossibile ladempimento del debitore obbligato: i terzi non sono tenuti ad adempiere lobbligazione che pu farsi valere nei confronti del debitore quindi dai terzi non pu venire una violazione dellobbligo ma unalterazione delle condizioni esterne che rende impossibile ladempimento (cos avviene se il fatto illecito del terzo provoca la morte del debitore). Un altro requisito della responsabilit il nesso di causalit tra il fatto e levento dannoso: rilevano solo i danni che siano conseguenza diretta ed immediata dellillecito. Se pi persone hanno concorso a cagionare il danno,sono tutte tenute al risarcimento con il vincolo di solidariet anche se sia stato diverso il contributo di ciascuno (art. 2055). Nei rapporti interni fra i corresponsabili la responsabilit si suddivide in proporzione alla gravit delle rispettive colpe. Per importare responsabilit, il comportamento deve essere doloso o colposo: si ha dolo quando levento voluto dallagente come conseguenza della propria azione (levento lo scopo cui diretta lazione del soggetto); si ha colpa quando vi sia negligenza, imprudenza o imperizia e limportante che non sia direttamente voluto cio che non sia lo scopo cui diretta lazione (ci che si rimprovera al soggetto di non avere osservato la diligenza media). Latto dannoso inoltre deve essere imputabile al suo autore, cio deve essere commesso con coscienza e volont. Limputabilit pu mancare per difetto di coscienza o libert nei seguenti casi:
!Non sar responsabile chi non aveva la capacit di intendere e di volere

al momento in cui ha commesso il fatto (art. 2046): lo stato di incapacit non deve dipendere da colpa del soggetto;
!Limputabilit esclusa quando lagente pur essendo capace, non ha

piena libert di scelta (cause di giustificazione): La responsabilit esclusa sia quando il comportamento tenuto nellesercizio di un diritto sia quando il danno cagionato per legittima difesa. La responsabilit attenuata quando sussiste uno stato di necessit cio si agito per la necessit di salvare s o altri dal pericolo di un danno grave. Lart. 2043 fa gravare la responsabilit su colui che ha commesso il fatto ma nel diritto privato sono previste ipotesi in cui la responsabilit incombe su soggetti diversi e si parla dunque di responsabilit indiretta nei casi di responsabilit dei genitori, per il danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori in quanto chi tenuto alla vigilanza su altre persone risponde del danno da queste cagionato (art. 2047): genitori e insegnanti rispondono in via esclusiva del danno cagionato dalle persone loro affidate quando queste siano incapaci di intendere e di volere; rispondono in via concorrente con le persone loro affidate quando esse siano naturalmente capaci. La legge prevede che i soggetti tenuti a rispondere delloperato altrui possano liberarsi provando di non avere potuto impedire il fatto. Responsabilit dei datori di lavoro, per i danni arrecati dai dipendenti nellesercizio delle loro incombenze: il datore risponder dellillecito in quanto di esso devono
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rispondere gli autori materiali mentre il danneggiato potr agire per il risarcimento sia verso lagente sia verso il responsabile indiretto. La responsabilit oggettiva una sottospecie di responsabilit extracontrattuale caratterizzata dal fatto che non richiesto il requisito di dolo o della colpa: il risarcimento potr ottenersi sulla base del solo rapporto di causalit tra un fatto illecito e un danno. Le ipotesi di responsabilit oggettiva sono:
!Esercizio di attivit pericolosa: lesercitante sar responsabile dei danni cagionati ai

terzi salvo che dimostri di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno (art. 2050);
!Circolazione dei veicoli senza guida di rotaie: cio dei veicoli liberi di muoversi

sulla strada senza un percorso prestabilito. Il conducente responsabile dei danni prodotti dalla circolazione del veicolo se non prova di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno. Responsabile in solido con il conducente il proprietario del veicolo a meno che non provi che la circolazione avvenuta contro la sua volont;
!Cose o animali in custodia: la responsabilit grava su chi utilizza o tiene presso di s

cose o animali che cagionano danni ad altri. Qui la responsabilit esclusa solo se si provi il caso fortuito cio il sopravvenire di un evento che si inserisce come fattore determinante nel rapporto di causalit;
!Rovina di edificio o di una sua parte( art. 2053): il proprietario responsabile

dei danni se non prova che la rovina dovuta a causa diversa dal difetto di manutenzione o vizio del costruttore;
!Prodotti difettosi: una figura introdotta al fine di superare le difficolt riscontrate nel

risarcimento dei danni derivanti ai consumatori da prodotti industriali,cibi o prodotti agricoli. Il produttore responsabile dei danni derivanti dai difetti di tali beni i quali sono considerati difettosi quando non offrono la sicurezza che ci si pu legittimamente attendere in relazione ad alcune clausole. Il risarcimento consiste in una prestazione atta a riparare la perdita subita dal danneggiato. La forma ordinaria quella del risarcimento per equivalente cio effettuata con la prestazione di una somma di denaro pari al valore del pregiudizio. Quando si tratta di danno alle persone che abbia conseguenze permanenti, la liquidazione pu avvenire anche sotto forma di rendita vitalizia (art.2057), ma nella maggior parte dei casi si preferisce liquidare una somma unica rapportata ai prevedibili, mancati guadagni futuri. Il risarcimento pu avvenire anche in forma specifica cio tramite il ripristino o la reintegrazione della situazione preesistente allillecito. Nella responsabilit contrattuale sufficiente che il creditore insoddisfatto provi il suo credito e lentit del danno: sar il debitore a dovere provare che linadempimento non gli imputabile (art. 1218). Nella responsabilit extracontrattuale invece il danneggiato che deve provare non solo lillecito e lentit del danno, ma anche la colpa o il dolo di chi ha commesso lillecito. La responsabilit per fatto illecito soggetta a prescrizione pi breve di quella prevista per linadempimento (art. 2947).
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Nellillecito pu mancare un danno oppure latto dannoso pu in certi casi non essere illecito. La qualifica di illiceit deriva dal dato obiettivo della violazione di una norma e sono previsti specifici mezzi di tutela volti a reagire contro tali violazioni della legge. Le misure preventive sono dirette ad impedire il compimento dellillecito: la cd. Condizione inibitoria (che inibisce, vieta un certo comportamento). Le misure reintegrative hanno la funzione di reintegrare il soggetto leso nella situazione giuridica alterata. Gli atti leciti dannosi sono quegli atti consentiti dalla legge che sono fonte di danno per gli altri. In tali ipotesi la legge contempera gli interessi in conflitto consentendo lattivit dannosa ma imponendo al contempo lobbligo di corrispondere un indennit al danneggiato che costituisce solo un equo ristoro.

ALTRI FATTI FONTE DI OBBLIGAZIONE CAPITOLO 42 LE OBBLIGAZIONI NASCENTI DALLA LEGGE


Lart. 1173 richiama anche ogni altro fatto idoneo a produrre obbligazioni in conformit dellordinamento giuridico: sono molti i fatti che costituiscono fonte di obbligazione alla stregua di specifiche previsioni normative ad es. il perimento della cosa in garanzia (art. 2743). Gli articoli raggruppati, raggruppati dalla legge nel codice, che sono caratterizzati nellidoneit di produrre obbligazioni, vano dallart 2028 al 2042. Non la legge ad essere fonte diretta di un obbligazione infatti anche quando lobbligo deriva da una disposizione normativa previsto un fatto al cui verificarsi collegata la nascita dellobbligazione. Le figure considerate sono:
!La gestione di affari altrui: la legge considera lipotesi in cui un soggetto, senza

averne il potere, gestisce un affare altrui. In mancanza di un apposito potere di rappresentanza nessuno pu vincolare giuridicamente altre persone e lintroduzione negli affari altrui costituisce di regola un illecito. Nel caso in cui linteressato non in grado di provvedere se ad es. faccio riparare la porta del mio vicino perch scardinata dai ladri,non compio un atto riprovevole, ma un atto di solidariet. Lart 2028 dice che se qualcuno assume spontaneamente la gestione di un affare altrui, obbligato continuarla fino a quando linteressato non in grado di provvedervi personalmente. Linteressato rimane vincolato alle obbligazioni assunte dal gestore in suo nome e deve rimborsarlo per le spese necessarie. Condizione per tali obblighi che le gestione sia stata utilmente iniziata.
!Il pagamento dellindebito: si ha pagamento dellindebito quando una persona esegue

una prestazione non dovuta: la legge considera questo pagamento come fonte di un obbligazione del ricevente e chi ha pagato ha il diritto di riavere la prestazione eseguita. Lindebito oggettivo quando la prestazione non dovuta da nessuno e in tal caso chi ha pagato ha diritto alla restituzione, ai frutti e agli interessi; lindebito soggettivo quando la prestazione non dovuta soggettivamente, non dovuta cio da chi effettivamente ha pagato ma dovuta da una terza persona. Chi ha pagato il debito ha diritto alla restituzione solo se il pagamento avvenuto per errore scusabile: se non c errore si ha un ipotesi di adempimento del terzo (art. 1180),se lerrore inescusabile, peggio per chi ha pagato. Fanno eccezione alla regola del pagamento dellindebito le obbligazioni naturali: il codice chiama obbligazioni naturali quegli obblighi che nascono sul terreno dei doveri morali e sociali, che non danno luogo a vere e proprie obbligazioni giuridicamente vincolanti. Se tali
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obbligazioni vengono spontaneamente adempiute, la legge prevede che non ammessa la ripetizione di quanto stato spontaneamente prestato in esecuzione di doveri morali o sociali, salvo che la prestazione sia stata eseguita da un incapace (art. 2034). Analoga previsione sancita anche dallart. 2035 per le prestazioni eseguite per uno scopo contrario al buon costume: lazione di ripetizione non ammessa da chi sia partecipe dellimmoralit;
!Larricchimento senza causa: lo si ha quando un soggetto consegue un incremento

patrimoniale in danno di un altro senza che tale incremento abbia un adeguata giustificazione. Gli spostamenti patrimoniali da un soggetto ad un altro devono essere sostenuti da una causa lecita e meritevole di tutela che li giustifichi giuridicamente: non solo le prestazioni indebite vanno restituite ma chi ha comunque conseguito un arricchimento ingiustificato in danno di altri tenuto a restituire larricchimento o ad indennizzare limpoverito. La legge ha sancito la regola dellazione generale di arricchimento senza causa allart. 2041: chi,senza giusta causa, si arricchito in danno di un'altra persona tenuto, nei limiti dellarricchimento, a indennizzare questultima della correlativa diminuzione patrimoniale. Questa azione ha 2 caratteristiche: si dice generale perch in genere concessa a chiunque si trovi nelle condizioni sopra dette; residuale perch concessa nei casi in cui il danneggiato non pu esercitare un'altra azione per farsi indennizzare del pregiudizio. Le ipotesi in cui pi frequentemente pu venire in considerazione lazione generale di arricchimento senza causa sono quelle in cui larricchimento deriva da: atto dellarricchimento che non sia fonte di responsabilit civile extracontrattuale; atto dellimpoverito il quale esercita una prestazione non dovuta per la quale non sia in concreto esercitabile la ripetizione di indebito. Il limite dellazione di arricchimento quello che non si pu chiedere pi della propria perdita patrimoniale n pi delleffettivo vantaggio altrui.

LA TUTELA DEI DIRITTI CAPITOLO 43 LA TRASCRIZIONE


La trascrizione una forma di pubblicit dichiarativa che riguarda atti relativi a beni immobili e beni mobili registrati: si attua riportando su un pubblico registro gli atti che incidono sulle vicende giuridiche di tali beni in modo da consentire a tutti gli interessati di prenderne coscienza. La pubblicit dichiarativa una forma di pubblicit il cui assolvimento non condiziona la validit o lefficacia degli atti ma solo lopponibilit ai terzi: la compravendita di un immobile sar valida ed efficace tra le parti anche se non sia trascritta, ma non potr essere opposta a tutti i terzi. Per comprendere meglio bisogna richiamare il principio consensualistico: il contratto ha immediata efficacia traslativa della propriet senza che sia necessaria la consegna della cosa (art. 1376) ma tale regola non da sicurezza allacquirente in quanto potrebbe succedere che il proprietario di un bene lo venda a pi persone. In tal caso la prevalenza la dovrebbe avere lacquisto di data anteriore ma ci rallenta la circolazione dei beni in quanto si impongono complesse indagini sulla loro reale situazione giuridica: per i beni mobili il conflitto si risolve on la regola del possesso titolato o possesso vale titolo; per gli immobili e i mobili registrati soccorre listituto della trascrizione che va a dirimere il conflitto tra pi acquirenti di uno stesso diritto dal medesimo dante causa. Funzione della trascrizione quella di risolvere il conflitto tra pi acquirenti di uno stesso diritto da un medesimo dante causa: tra i diversi acquirenti viene preferito quello che per primo ha reso pubblico il suo acquisto col mezzo della trascrizione anche se il suo acquisto di data posteriore. Questa forma di pubblicit non svolge alcun ruolo sostanziale in ordine alla validit o efficacia del
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contratto: chi compra un immobile diviene proprietario per effetto del contratto anche se non trascrive il proprio acquisto (c.d. natura dichiarativa della trascrizione); la trascrizione non sana gli eventuali vizi dellatto di acquisto n pu servire a superare il difetto di titolarit nellalienante come nel caso in cui se chi vende non proprietario del bene, non baster la trascrizione della vendita a far acquistare il bene allacquirente; oppure se due fratelli affermandosi tutti e due proprietari di un bene e lo vendono a persone diverse prevarr colui che ha acquistato dal vero proprietario del bene. Quindi la trascrizione non costituisce un obbligo per lacquirente ma un onere necessario per garantirsi contro una eventuale alienazione ad altra persona che trascriva il proprio acquisto. La trascrizione non riguarda direttamente i beni ma alcuni atti che incidono sulla situazione giuridica di determinati beni e precisamente i beni immobili e i beni mobili registrati. Gli atti soggetti a trascrizione sono elencati negli artt. 2643 ss. e si devono rendere pubblici col mezzo della trascrizione tutti e soltanto gli atti preveduti dalla legge, si devono trascrivere: i contratti che trasferiscono la propriet o che costituiscono diritti reali di godimento (vendita, permuta, donazione della propriet); gli atti unilaterali che producano i medesimi effetti (artt. 1503, 2653 n.3); le sentenze che operano un effetto analogo su tali diritti. In sintesi si tratta di atti negoziali e sentenze che trasferiscono, costituiscono o modificano diritti reali su beni immobili. La trascrizione ha efficacia dichiarativa e non costitutiva quindi non necessaria per lacquisto dei diritti. Lefficacia della trascrizione si coglie sul piano dei rapporti su alcuni terzi e precisamente con i terzi che hanno acquistato diritti in base ad un atto trascritto anteriormente: gli atti soggetto a trascrizione non hanno effetti riguardo a coloro che hanno trascritto anteriormente pure se il loro acquisto sia di data posteriore. Leffetto della trascrizione anteriore opera anche quando il secondo acquirente fosse in mala fede, fosse cio a conoscenza della vendita precedente: lacquirente che soccombe nei confronti del primo trascrivente in mala fede potr agire per il risarcimento dei danni in base alle norme sulla responsabilit extracontrattuale. E in tal senso che la trascrizione svolge la funzione di risolvere il conflitto tra pi acquirenti dal medesimo titolare: lo risolve perch attribuisce prevalenza al primo trascrivente. La trascrizione ha efficacia costitutiva in alcune provincie italiane dellex impero austro-ungarico: il sistema tavolare basato su libri fondiari contenenti la registrazione dei beni immobili e sui quali si effettua liscrizione degli atti di trasferimento. In tali zone i trasferimenti di propriet di beni immobili si realizzano olo con lintavolazione. La generalit dei registri immobiliari ordinata su base personale:essi fanno riferimento alle persone che pongono in essere gli atti da trascrivere, e non ai beni. possibile effettuare una ricerca partendo da un bene e individuare cos tutti gli atti giuridici che lo riguardano : gli atti vengono trascritti con riferimento alle persone che li hanno compiuti e perci per ogni atto viene effettuata una doppia trascrizione: una a favore dellacquirente e una contro lalienante. La consultazione dei registri si effettua sulla base dei nomi delle parti e cos si pu risalire nel tempo e ricostruire le vicende del bene. Una ricerca scrupolosa deve risalire fino ad un acquisto a titolo originario. Se manca uno dei passaggi anteriori le successive trascrizioni non hanno effetto perch non sono in grado di rendere note ai terzi tutte le vicende del bene: viene a mancare la c.d. continuit delle trascrizioni. La regola espressa dallart. 2650 che la trascrizione a carico di un soggetto non produce effetto se non stato trascritto latto anteriore di acquisto (es. pag 457).
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La trascrizione di alcuni atti svolge una funzione di prenotazione assicurando la possibilit di opporre ai terzi la sentenza ed il contratto definitivo con effetto dalla data della prima trascrizione. Innanzitutto si devono trascrivere le domande giudiziali riguardanti atti soggetti a trascrizione (art. 2652): qui la pubblicit ha la funzione di rendere la sentenza opponibile ai terzi che abbiano acquistato il diritto controverso durante il processo. Essa assicura a colui che agisce in giudizio che la controparte non venda il bene a terzi, frustando cos le sue aspettative. La trascrizione della domanda serve anche a mettere sullavviso i terzi: chi intende acquistare un appartamento pu apprendere se latto di acquisto di chi vuol vendere sia stato impugnato. In particolare vanno trascritte le domande di risoluzione e di rescissione, di esecuzione forzata dellobbligo di contrarre e di accertamento della simulazione, di revoca degli atti fraudolenti, di nullit o annullamento dei contratti (art. 2652). Le sentenze che accolgono tali domande vanno annotate a margine della trascrizione della domanda stessa. Per i casi di nullit e di annullamento per incapacit legale, la sentenza che accoglie la domanda travolge anche i diritti acquistati dai terzi di buona fede che pur abbiano trascritto prima della trascrizione della domanda. La ragione che per un verso la dichiarazione di nullit ha efficacia retroattiva erga omnes; per laltro lincapacit legale una causa di invalidit che pu essere rilevata consultando i registri dello stato civile. Nel caso in cui siano trascorsi 5 anni senza che sia stata trascritta la domanda giudiziale il terzo di buona fede non sar travolto dalla sentenza che accolga la domanda di nullit o di annullamento per incapacit (pubblicit sanante). La trascrizione delle domande giudiziali opera come una sorta di prenotazione garantendo a chi agisce in giudizio la possibilit di opporre la successiva sentenza a chi acquisti diritti sul bene durante il processo. Analogo ruolo svolge la trascrizione del preliminare di vendita immobiliare. Lart 2645-bis prevede la trascrizione dei contratti preliminari che abbiano ad oggetto trasferimento, costituzione o modificazione della propriet o di diritti reali di godimento su immobili quando detti contratti risultino da atto pubblico o da scrittura privata autenticata. in facolt delle parti effettuare la trascrizione setali contratti siano stipulati per semplice scrittura privata. Il promittente acquirente trascrivendo il preliminare prenota la possibilit di trascrivere il contratto definitivo, rendendolo opponibile ai terzi dalla data di trascrizione del preliminare. Vi sono ipotesi in cui la trascrizione ha efficacia costitutiva per gli atti interruttivi di usucapione immobiliare, per il realizzo dei diritti reali che si realizzano sullusucapione abbreviata, per il pignoramento di immobili. Per la prima ipotesi il titolare di un diritto reale non potr intimare la restituzione del bene per interrompere lusucapione, dovr trascrivere latto di intimazione o la domanda giudiziale (art 2653 n.5)per la seconda in caso di acquisto a non domino lacquirente di buona fede realizza un usucapione abbreviata se ha un valido titolo e lo abbia trascritto possedendo il bene per un certo periodo di tempo. Vi sono casi in cui la trascrizione ha funzione di pubblicit notizia: cos per gli acquisti a causa di morte e per le sentenze di accertamento dellavvenuta usucapione immobiliare: tali fatti sono opponibili ai terzi anche se non trascritti e la pubblicit serve al fine di realizzare la continuit delle trascrizioni pertanto colui che acquister da chi ha realizzato un usucapione a proprio favore pu opporre lacquisto sia al vecchio titolare, sia agli aventi causa di costui e pur se questi abbia trascritto. La trascrizione va eseguita presso lufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione sono situati i beni e pu essere ottenuta solo in forza di un titolo cio di sentenza, di atto pubblico o di scrittura privata con sottoscrizione autenticata. Non basterebbe presentare una scrittura privata non
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autenticata in quanto idonea a realizzare il trasferimento della propriet ma non idonea per la trascrizione. Inoltre occorre allegare copia dellatto da trascrivere e una doppia nota di trascrizione che indichi i dati delle parti, il titolo di cui si chiede la trascrizione e la relativa data , il nome del pubblico ufficiale che ha redatto latto. Le omissioni della nota possono comportare linvalidit della trascrizione.

CAPITOLO 44 LE PROVE
La tutela civile segnata dal principio dispositivo: i soggetti sono liberi di agire o di non agire in giudizio. Di tale principio costituiscono aspetti specifici il principio della domanda e le regole sullonere della prova gravante sulle parti: non il giudice che deve cercare le prove bens le parti stesse se vogliono ottenere tutela: il giudice deve decidere in base alle prove fornite durante il processo ed in tal senso che il processo civile informato al principio dispositivo. Lonere della prova grava sulle parti del processo e chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento mentre chi vuole resistere a tale pretesa deve provare i fatti su cui leccezione si fonda (art. 2697). Oggetto della prova sono i fatti giuridici e non i diritti in quanto essi saranno desunti dal giudice in base ai fatti allegati e provati. lattore che deve dare la prova dei fatti sui quali si fonda la sua pretesa ed il convenuto, ai fatti costitutivi provati dallattore, pu contrapporre dei fatti impeditivi dellaltrui pretesa. La regola sulla ripartizione dellonere della prova pu essere modificata dalle parti: esse possono invertire lonere della prova o anche modificarlo. I patti relativi allonere della prova non devono riguardare diritti indisponibili e non devono rendere eccessivamente difficile lesercizio del diritto(art. 2698). La prova va fornita tramite specifici mezzi di prova cio documenti dai quali sia possibile ricostruire la verit dei fatti. Si distinguono cos le prove storiche (tendono a ricostruire direttamente il fatto da provare) e prove logiche (fanno desumere indirettamente il fatto da provare tramite una deduzione logica). Mezzi di prova storica sono i documenti, la testimonianza, la confessione, il giuramento; mezzi di prova logica sono le presunzioni. La prova documentale fornita tramite documento che rappresentano un fatto o una realt fisica (certificati, ricevute). Documenti per eccellenza sono latto pubblico e la scrittura privata: latto pubblico il documento redatto da un notaio e sua caratteristica la pubblica fede che ad esso consegue infatti fa piena prova delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta essere avvenuti alla sua presenza (art. 2700). Vincolante allatto pubblico sono le parti: chi vuole contestare tali risultanze tenuto ad istaurare un procedimento, la querela di falso, nel corso del quale si verificher leventuale falsit dellatto. La scrittura privata consiste in un documento sottoscritto da un privato (testo contrattuale, lettera di diffida): essa non ha la medesima efficacia probatoria dellatto pubblico ma fa prova soltanto contro chi lha sottoscritta e a condizione che la sottoscrizione sia autenticata dal notaio. La scrittura privata non fa prova contro terzi della sua data: la legge stabilisce che questa acquista data certa di fronte ai terzi dal giorno dellautenticazione da parte di u notaio. Lo stesso valore probatorio attribuito ai telegrammi anche se non sottoscritti. La prova per testimoni non ammessa: per i fatti contrari o aggiunti l contenuto di un documento che si affermi essere anteriori o contemporanei al documento stesso (artt. 2722/2723); per i contratti, i pagamenti e le remissioni di debito superiori alle 5000 lire ma previsto che il giudice possa consentire la prova oltre il limite anzidetto tenuto conto della qualit delle parti. La prova
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testimoniale ammessa: quando c un principio di prova scritta che faccia apparire verosimile il fatto allegato; quando la parte si trovata nellimpossibilit morale o materiale di procurarsi una prova scritta; quando si perduto senza colpa il documento scritto. La confessione la dichiarazione che una parte fa della verit di fatti a se sfavorevoli e favorevoli allaltra parte (art. 2730). Essa giudiziale quando resa in giudizio e quindi fa piena prova contro il confidente; stragiudiziale quando resa fuori dal giudizio. La dichiarazione della confessione concerne la verit di determinati fatti e la sua dichiarazione giuridica quella di una dichiarazione di scienza che pu essere impugnata solo per errore di fatto o per violenza. Se la dichiarazione non vertesse su fatti ma su diritti, essa non costituirebbe in senso proprio un mezzo di prova. Il giuramento la dichiarazione solenne di una parte circa la verit di determinati fatti: pu essere prestato solo in giudizio e da una delle parti e fa piena prova dei fatti affermati. Il giuramento non ammesso quando la lite riguardi diritti indisponibili, fatti illeciti, contratti formali. Il codice prevede due specie di giuramento: decisorio( prestato da una parte su invito dellaltra che lo deferisce per farne dipendere la decisione totale o parziale della causa art. 2736. Esso deve vertere o su un fatto proprio della parte o su una conoscenza che essa ha di un fatto altrui); suppletorio ( deferito dal giudice a una delle parti quando le prove fornite non sono del tutto persuasive ovvero quando non si pu altrimenti accertare il valore di una cosa controversa). Le presunzioni sono un mezzo di prova logica: esse non danno una dimostrazione diretta del fatto da accertare, bens una dimostrazione tramite ragionamenti logici. Il codice le definisce come le conseguenze che la legge o il giudice trae da un fatto noto per risalire ad un fatto ignoto (art. 2727). Esistono le presunzioni legali (stabilite direttamente dalla legge e dispensano il soggetto dallonere di fornire altre prove: provato il fatto base egli dispensato da provare il fatto ulteriore. Esse si dicono assolute quando non ammessa prova contraria mentre si dicono relative quando ammessa la prova contraria e perci si risolvono in una inversione dellonere della prova) e le presunzioni semplici ( deduzioni logiche elaborate dal giudice caso per caso secondo il prudente apprezzamento).

CAPITOLO 45 LA PRESCRIZIONE E LA DECADENZA


La prescrizione lestinzione dei diritti dovuti alla inerzia del titolare che non li esercita per il tempo determinato dalla legge (art.2934). se il titolare di un diritto ha trascurato di esercitarlo per un rilevante periodo di tempo, ci induce i controinteressati a ritenere che egli non vi abbia pi interesse e che possa avervi rinunciato. Non sono soggetti a prescrizione i diritti indisponibili e gli altri diritti indicati dalla legge (art. 2934): in particolare la propriet e le azioni a far dichiarare la nullit di un atto. Quanto ai primi limprescrittibilit costituisce ulteriore garanzia di tutela e serve ad evitare leffetto di indiretta disposizione derivante dal mancato esercizio; quanto alla seconda limprescrittibilit dipende da una delle sue caratteristiche: infatti il non uso una delle facolt del proprietario. Non sono soggette a prescrizione le facolt in quanto esse non sono distinte posizioni giuridiche e non si acquistano n si perdono automaticamente. Lart 2936 sancisce linderogabilit della disciplina legale: le parti non possono escluderla ne modificarne i termini, n rinunciarvi, fin quando essa non sia compiuta. La concreta tutela delle ragioni spetta al singolo e questi libero di avvalersi o meno dei suoi diritti pertanto previsto che
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spetta alla parte interessata far rilevare in giudizio lavvenuta prescrizione dei diritti altrui. possibile rinunciare ad avvalersi della prescrizione dopo che essa sia compiuta. Il soggetto a favore del quale prevista pu rinunciare ad essa. Ove linerzia del titolare venga meno la prescrizione non pu operare. Per tali ipotesi sono previsti 2 istituti: linterruzione (deriva da qualunque atto di esercizio del diritto e appena compiuto la prescrizione interrotta e inizia a decorrere un nuovo termine di prescrizione mentre il periodo trascorso perde valore e non viene pi computato) e la sospensione (si fonda sullesistenza di particolari rapporti tra i soggetti che giustificano linerzia del titolare del diritto: la prescrizione rimane sospesa nei rapporti tra i coniugi e tra gli incapaci e i soggetti che ne hanno cura). La prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto pu essere fatto valere (art. 2935). Essa si compie allo spirare dellultimo giorno del termine. Non si computa il giorno iniziale e se il momento finale cade in giorno festivo il termine automaticamente prorogato al giorno successivo. Per quanto riguarda la durata si distinguono prescrizioni ordinaria( si compie con il decorso di 10anni e vale per tutti i diritti per cui non sia disposto diversamente) e prescrizioni brevi (sono previste per ipotesi precise: si prescrive in 5 anni il diritto al risarcimento dei danni da fatto illecito mentre in 20anni i diritti reali di godimento su beni altrui in parallelo con la durata ventennale dellusucapione. Le prescrizioni presuntive sono figure che si basano sul decorso del tempo e da esso fanno discendere la presunzione che il debito sia estinto. Al debitore baster invocare la prescrizione presuntiva per essere esonerato dallonere di provare lavvenuto adempimento. La presunzione non assoluta ed ammette la prova contraria: il creditore pu vincerla solo deferendo alla controparte il giuramento decisorio ( art. 2960) o ottenendone una confessione. Lesercizio dei diritti entro i termini prefissati vale ad impedire lestinzione per prescrizione. La legge impone in alcune ipotesi, a chi voglia conservare il diritto, un onere specifico: impone il compimento di uno specifico atto che valga a manifestare lintenzione di avvalersi del diritto dando cos certezza in tempi brevi alle situazioni giuridiche. Il compimento di tale atto impedisce la perdita e consente al soggetto di esercitare il diritto entro il termine di prescrizione previsto es. pag 474. Pu dirsi che la decadenza lestinzione del diritto dovuto alloggettivo decorso del tempo fissato dalla legge. Mentre la prescrizione interrotta da qualunque atto di esercizio del diritto, la decadenza impedita solo dal compimento dellatto specificatamente previsto. La decadenza costituisce un limite alla possibilit di far valere un diritto e le relative previsioni sono di stretta interpretazione. Esso non istituto stabilito al posto della prescrizione ma in aggiunta alle regole sulla prescrizione che riguarda in linea di principio tutti i diritti. Una volta impedita la decadenza il diritto rimane soggetto alle disposizioni sulla prescrizione. Sono previsti 2 tipi di decadenza: legale ( prevista dalla legge per ragioni di interesse generale o nellinteresse di uno dei soggetti: nel primo caso le parti non possono modificare la disciplina n rinunciarvi; nel secondo le parti possono determinare la disciplina cio possono stabilire termini diversi o particolari oneri di forma. La disciplina convenzionale non deve rendere eccessivamente difficile lesercizio del diritto art 2965).

I SINGOLI CONTRATTI CAPITOLO 46 INTRODUZIONE

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Il libro IV del codice civili regola al titolo III i singoli contratti cio i contratti tipici o nominati che hanno un nome e una speciale considerazione nella legge per la loro rilevanza socio-economica. Ai singoli contratti si applica sia la disciplina generale relativa ai caratteri comuni ai diversi contratti, sia la regolamentalizzazione specifica dettata per ciascun caso. La disciplina legale fa riferimento al modello astratto prefigurato dalla legge come emblematico di una certa operazione economica, laddove i singoli contratti danno assetto ad una concreta operazione economica e tale operazione assumono allinterno di uno specifico accordo contrattuale. La qualificazione di un contatto ha il compito di ricondurre la fattispecie concreta alla fattispecie astratta: la qualificazione presuppone per un verso la qualificazione del contratto che conferisce il massimo risalto alla volont delle parti, ma per laltro verso, una volta accertata tale volont, detta qualificazione prescinde dal nome che le parti abbiano dato al contratto. Ci che conta la comune intenzione delle parti (art. 1362), quale si obiettiva nellaccordo e la qualificazione deve rispettare lassetto oggettivamente conferito agli interessi regolati. La qualificazione serve essenzialmente a ricondurre il singolo contratto ad uno specifico tipo negoziale,individuando cos la disciplina applicabile. Linterpretazione del contratto loperazione diretta a chiarire il significato dellintesa contrattuale: dallintendimento del suo contenuto che potr determinarsi quali siano gli effetti che le parti intendevano conseguire e la stessa qualificazione del contratto e la sua riconduzione al tipo normativo pi appropriato. Linterpretazione del contratto diretta ad accertare il contenuto che le parti hanno voluto dare al loro accordo. Canone fondamentale dellinterpretazione la buona fede quale esigenza di salvaguardare laffidamento che ciascuna delle parti poteva ragionevolmente fare sul contenuto dellaccordo. Si distinguono regole di interpretazione soggettiva e oggettiva: le prime impongono di accertare quale sia stata la comune intenzione dei contraenti e suoi criteri sono il criterio letterale e il criterio globale, dovendosi valutare non solo il testo contrattuale ma anche il comportamento complessivo delle parti, anteriore e posteriore alla conclusione del contratto. Ove con lapplicazione di tali criteri il contratto rimanga ancora oscuro, soccorrono i criteri di interpretazione oggettiva, diretti a ricostruire il significato obiettivo del contratto nellambiente socio-economico in cui stato stipulato. Canoni di interpretazione oggettiva sono il principio di conservazione (nel dubbio le clausole devono interpretarsi nel senso in cui possono avere qualche effetto) e gli usi negoziali (secondo ci che si pratica generalmente nel luogo in cui stato concluso). La qualificazione non un operazione meccanica ma deve orientarsi in funzione della disciplina da applicare, avendo di mira lindividuazione di regole appropriate alla logica economica sottesa allaffare. Il contratto va visto come strumento per lattuazione di un certo assetto di interessi specifici. Ci che propriamente si richiede e che poi si sottopone a controllo il c.d. intento empirico delle parti e a tale intento occorre rimanere fedeli per evitare che da una certa qualificazione si facciano discendere conseguenze logicamente coerenti con tale qualifica, ma concretamente estranee alla logica delloperazione economica. Bisogna sempre valutare se non si tratta di un contratto definitivo perch se cos fosse il successivo atto pubblico di vendita non sarebbe il vero contratto traslativo della propriet bens una mera rinnovazione. Quando sia certo che nel contratto manchi una volont attuale di trasferire immediatamente la propriet, il contratto andr qualificato come preliminare: esso ha effetti obbligatori e, attribuendo allacquirente solo diritti di credito, non gli conferisce il possesso del bene bens la detenzione. La complessiva realt
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delloperazione va desunta da un complesso di elementi: il regolamento contrattuale, il comportamento tenuto dalle parti, il contesto complessivo nel quale si operato. Questi elementi concorreranno tutti a qualificare la causa della complessa operazione economica e giuridica intercorsa tra le parti. alla causa concreta della singola operazione negoziale che dovr allora aversi riguardo nel definire la causa quale requisito essenziale del contratto.

CAPITOLO 47 I CONTRATTI DI ALIENAZIONE DI BENI


La vendita il contratto che ha per oggetto il trasferimento della propriet di una cosa verso il corrispettivo di un prezzo (art.1470). Funzione e causa della compravendita quella di realizzare lattribuzione della titolarit di un diritto tramite trasferimento da un s