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STRUMENTI PRELIMINARI
Fonti delle norme giuridiche → per fonti delle norme giuridiche si intende qualsiasi atto o
fatto idoneo a produrre diritto, come indicato nell’articolo 1 delle preleggi; tale articolo
ordina gerarchicamente le fonti del diritto secondo la successione :
1. le leggi;
2. i regolamenti;
3. le norme corporative;
4. gli usi.
L’articolo risale al 1942 e non tiene quindi conto della Costituzione, entrata in vigore nel
1948. All’epoca della promanazione delle preleggi vigeva lo statuto albertino che, a
differenza della Costituzione del ’48 era caratterizzato da flessibilità (poteva essere
modificato tramite legge ordinaria) e quindi veniva gerarchicamente equiparato alle
leggi ordinarie. La Costituzione del 1948 assume una posizione di vertice nella gerarchia
delle fonti del diritto, ed è caratterizzata da rigidità, ovvero può essere modificata solo
da leggi aventi anch’esse rango costituzionale. Altra innovazione importante della
Costituzione del ’48 consiste nel riconoscimento da parte dell’ordinamento giuridico
italiano delle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute [art. 10
Costituzione]. La gerarchia delle fonti del diritto può essere oggi così espressa :
1. la Costituzione ed altre leggi di rango costituzionale;
2. le leggi ordinarie (a cui vengono equiparati i decreti legge ed i decreti legislativi;
3. i regolamenti (governativi, ministeriali, parlamentari, regionali);
4. gli usi.
Per quel che riguarda le disposizioni comunitarie queste vengono rivolte agli stati
membri in due modi :
• regolamenti comunitari → norme direttamente applicabili all’interno dei paesi membri;
• direttive comunitarie → vengono recepite tramite leggi interne dei singoli stati.
Le leggi vengono raccolte nei Codici che a loro volta sono delle leggi che disciplinano
interi settore: civile, penale, della navigazione… Una legge del codice può essere
sostituita o abrogata da una legge semplice (di stesso rango). In genere per il codice si
usa il metodo della novella: vendono emanate nuove leggi che vanno a sostituire i
vecchi articoli con nuovi.
Gli usi: viene detto uso o consuetudine (normativo) un comportamento a cui una
generalità di consociati si attiene in modo costante ed uniforme per un certo periodo di
tempo considerandolo giuridicamente doveroso (anche se non nasce da una norma
vincolante, ma ha effetto vincolante a livello interiore); Gli usi possono produrre effetti
giuridici solo se espressamente richiamati da qualche norma. gli usi normativi sono
sempre derogabili se non stabilito diversamente dalla legge [art. 8 preleggi].
Entrata in vigore di una legge → dopo l’approvazione da parte delle due camere
si dovrà avere :
1. la promulgazione della legge da parte del presidente della repubblica (art. 73
Costituzione);
2. la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (art. 73 Costituzione);
3. il decorso di un periodo di tempo (vacatio legis) che va dalla pubblicazione
della legge alla sua entrata in vigore e di regola è di quindici giorni (art. 10
preleggi).
L’ignoranza della legge è scusabile solo se inevitabile.
Le leggi non possono avere effetto retroattivo, cioè non possono disciplinare
fattispecie già accadute. L’unica deroga è per ciò che riguarda le leggi
interpretative: infatti queste, siccome vanno a spiegare l’intenzione di una
legge già esistente, hanno effetto dall’emanazione di quest’ultima.
L’ANALOGIA:
Nella risoluzione di una lacuna il giudice può seguire due strade :
• considerare il caso non rilevante in quanto non contemplato
dall’ordinamento (argomento a contrario); se il legislatore regola taluni casi e
non tali altri su può dedurre che la sua intenzione fosse quella di non
regolamentarli; - teoria della norma generale esclusiva -
• ricorrere ad una fattispecie simile a quella non contemplata (argomento a
similis); se il legislatore non ha regolato la specifica fattispecie ma ne ha
regolate altre simili è possibile dedurre che egli si sarebbe comportato nello
stesso modo anche per questa; - teoria della norma generale inclusiva -
L’interpretazione per analogia consiste nel risolvere una lacuna
dell’ordinamento ricorrendo a fattispecie simili; affinché il giudice possa
ricorrere all’analogia è necessario [art. 12 preleggi] :
• che non vi sia una disposizione che regoli lo specifico caso;
• che esista una similitudine tra le due fattispecie e che sia proprio questo
elemento comune a permettere l’estendibilità della legge al caso non
disciplinato.(la similitudine tra le fattispecie va intesa nel senso che
risalendo all’intenzione del legislatore si può dedurre che sarebbe stata sua
intenzione accomunare la specifica fattispecie con l’altra simile).
L’analogia non è permessa per leggi penali.
Se una persona ha più cittadinanze tra cui quella Italiana, questa predomina le
altre.
Nel paragrafo 23 sono riportate tutte le norme per rapporti familiari di
successione e altri a livello internazionale.
LO STRANIERO
Il cittadino comunitario gode degli stessi diritti civili di quello nazionale ed
inoltre di alcuni diritti politici tra cui il diritto di voto nelle elezioni comunali.
Per l’extracomunitario: innanzi tutto si garantisce il diritto di asilo a colui che
vede negate le libertà democratiche contenute nella costituzione italiana nel
suo paese e si garantiscono i diritti fondamentali della persona umana. Non si
ammette l’estradizione per reati politici. Ai lavoratori si applicano le norme di
diritto del lavoro italiano.
PARTE GENERALE
IL RAPPORTO GIURIDICO
Favorevoli ovvero dal lato del Sfavorevoli ovvero dal lato del
soggetto attivo soggetto passivo
Diritto relativo o pretesa → Il diritto Obbligo → effetto giuridico soggettivo
viene soddisfatto non dal titolare ma svantaggioso in si è obbligati verso un
dalla condotta del titolare dell'obbligo. soggetto attivo per un fare , non fare o
Caratteristiche: relatività e mediatezza dare. Il titolare è nella condizione di
decidere se adempiere o meno.
Diritto assoluto → può essere fatto Dovere → dovere di non infrangere il
valere nei confronti di tutti erga diritto.
omnes; non esiste un unico soggetto Gli altri devono astenersi dal turbare il
che può deludere l'interesse del godimento del diritto del soggetto
titolare [art. 832]. La realizzazione del attivo.
diritto non avviene per l'adempimento
degli altri ma avviene a prescindere
dagli altri, che sono potenziali violatori
del diritto.
Caratteristiche: immediatezza ed
assolutezza. L’esempio classico è il
diritto reale di proprietà.
Diritto potestativo → possibilità di Soggezione → situazione giuridica
determinare una modificazione nella svantaggiosa caratterizzata dalla
sfera giuridica altrui senza l'altrui passività.
cooperazione [art. 1500]. I diritti
potestativi sono una categoria a parte
nell'ambito dei diritti soggettivi.
Caratteristiche: immediatezza e
relatività
La persona fisica
Incapacità di agire
• interdizione → incapacità assoluta. Il maggiore di età ed il minore
emancipato che si trovano in stato di infermità mentale abituale possono
essere interdetti su richiesta di un parente entro il IV° grado o dal curatore o
dal tutore. L’interdizione giudiziale avviene tramite sentenza dal
momento della pubblicazione obbligatoria. [art. 414 codice civile].
L'interdetto viene legalmente equiparato al minore non emancipato. Viene
nominato un tutore che deve sostituire con la propria volontà la volontà
dell'interdetto; L’interdetto viene riabilitato con sentenza del giudice.
• inabilitazione → stato di infermità mentale non sufficientemente grave da
giustificare l'interdizione [art. 415 codice civile]. Viene nominato un curatore
il quale integra la dichiarazione di volontà dell'inabilitato per ciò che
riguarda gli atti di amministrazione straordinaria.. Il curatore affianca
l'inabilitato mentre il tutore sostituisce l'interdetto.
• Il codice penale prevede un altro caso per l’incapacità di agire ed è una
pena accessoria ad una condanna per reclusione per un periodo non
inferiore ai cinque anni. Si parla di interdizione legale che dura fino
all’esaurimento della pena e concerne la disponibilità e l’amministrazione
dei beni dell’interdetto..
LA PERSONA GIURIDICA
Per le associazioni non riconosciute cioè gli enti che non abbiano chiesto il
riconoscimento o a cui tale riconoscimento sia stato negato si ha che: viene
riconosciuta efficacia per quel che riguarda i rapporti interni.; i soci sono
comproprietari di un fondo comune senza la possibilità di riscatto della propria
quota; tali associazioni godono di un’autonomia patrimoniale imperfetta,
ovvero i creditori possono fare valere i propri diritti sul fondo comune, e,
qualora questo non fosse sufficiente, risponderanno personalmente ed in solido
coloro i quali hanno agito in nome e per conto della società. Il presidente o il
direttore sono rappresentanti nel diritto processuale; Le associazioni non
riconosciute non possono beneficiare di donazioni o lasciti: per poterne godere
devono richiedere il riconoscimento.
Il comitato è una figura particolare di persona giuridica; il suo scopo è quello di
raccogliere fondi per un determinato scopo. I costituenti sono responsabili
personalmente della custodia e verso i destinatari dei fondi
Secondo l’articolo 39 della Costituzione i sindacati rientrerebbero nella
categoria delle associazioni riconosciute, ma essendo il loro riconoscimento
subordinato alla verifica del loro ordinamento interno, e mancando un organo
statale preposto alla verifica di tale ordinamento, i sindacati restano
associazioni non riconosciute.
Il bene viene definito come qualsiasi cosa che possa formare oggetto di diritti
[art. 810 codice civile]. In senso giuridico il bene è il diritto stesso suscettibile
di negoziazione.
Beni fungibili → beni che possono Beni infungibili → beni che non possono
essere indifferentemente sostituiti con essere sostituiti con altri dello stesso
altri dello stesso genere - interessa la genere - interessa il preciso bene
quantità di beni di tale genere. fisicamente individuato.
La fungibilità di un bene dipende dalla
sua natura o dalla volontà delle parti.
La separazione o specificazione
consiste nella pesatura, numerazione o
misura del bene.
Beni divisibili → suscettibili ad essere Beni indivisibili → tutti i beni che non
ridotti in parti omogenee senza che se sono divisibili.
ne alteri la destinazione economica. Per sciogliere la comunione su questi
La divisibilità di un bene può dipendere beni bisogna per forza ricorrere alla
anche dalla volontà delle parti. vendita.
Beni presenti → beni già esistenti in Beni futuri → beni tuttora non esistenti
natura; sono i soli a poter formare in natura; possono formare oggetto dei
oggetto di proprietà o di diritti reali. soli rapporti obbligatori quando non sia
diversamente disposto dalla legge.
Possono far parte di contratti reali ma
nulla è dovuto se non vengono ad
essere; possono essere oggetto di
contratti aleatori.
I frutti civili sono redditi che conseguono da un bene come corrispettivo del
suo godimento concesso ad altri. I frutti civile debbono presentare il requisito
della periodicità.
Cosa semplice è quella i cui elementi non possono essere divisi senza alterare
o distruggere la fisionomia della cosa. Cosa composta è invece la risultante
dalla connessione materiale e fisica di più cose, che anche singolarmente
avrebbero propria rilevanza giuridica ed economica.
Nel computo del tempo non si calcola il giorno iniziale ma quello finale art
2963.
Il decorso di un determinato periodo di tempo può produrre effetti giuridici, in
particolare: la situazione di diritto viene equiparata a quella di fatto. Ne sono
esempi l’usucapione e la prescrizione.
IL NEGOZIO GIURIDICO
La forma del negozio è il linea di massima libera ma per alcuni negozi solenni
(matrimonio, testamento , donazione) il legislatore prevede la forma scritta o
addirittura l’atto pubblico; in questi casi si parla di forma vincolata. Talvolta si
richiede un bollo per motivi fiscali oppure la trascrizione che ha carattere
pubblicitario; mancando questi requisiti il negozio può essere annullabile o nei
casi meno gravi c’è una sanzione pecuniaria per le parti.
La volontà si forma:
al momento della manifestazione per i negozi unilaterali non recettizzi
al momento della conoscenza per gli unilaterali recettizzi
al momento dell’accettazione per gli accordi bilaterali
La pubblicità serve a dare a terzi la possibilità di conoscere l’esistenza di un
negozio giuridico o le vicende delle persone fisiche e giuridiche. Abbiamo:
Pubblicità notizia ce è un obbligo e non un onere: la sua omissione da
luogo ad una sanzione pecuniaria e i terzi possono opporsi all’atto.
Pubblicità dichiarativa che serve a rendere opponibile a terzi il negozio, il
quale vale anche senza trascrizione ma che può essere impugnato da
chiunque effettui la trascrizione successivamente.
Pubblicità costitutiva che è quella senza la quale non si ha validità del
negozio: è il caso dell’ipoteca che nasce solo con la trascrizione o della
società che acquista la personalità giuridica con l’iscrizione nel registro
delle imprese.
Nei vizi di volontà non c’è divergenza tra volere e dichiarazione, tuttavia la
volontà si è formata in maniera anomala ovvero per dolo, violenza, errore.
L’errore consiste nella falsa conoscenza della realtà; affinché l’errore sia
rilevante, ovvero produca l’annullabilità del negozio, occorre :
• che l’errore sia essenziale, ovvero che sia stato tale da aver indotto la parte
a concludere il negozio (errore determinante), inoltre l’errore per essere
essenziale [art. 1429 codice civile] deve cadere su :
• sulla natura del negozio(locazione al posto della vendita);
• sull’oggetto del negozio;
• sulla quantità della cosa oggetto del negozio;
• sull’identità e sulle qualità dell’altro contraente;
Se l’errore è di diritto questo deve essere stato la ragione unica o principale del
contratto per essere essenziale.
• che l’errore sia riconoscibile dall’altro contraente L’errore si considera
riconoscibile quando, in relazione al contenuto, alle circostanze del contratto
o alle qualità dei contraenti, la controparte , usando la normale diligenza,
avrebbe potuto accorgersene.[art. 1431 codice civile].
Se l’errore è comune alle parti il negozio è annullato a prescindere dalla buona
fede di entrambe.
L’errore può essere :
• di fatto → se cade su di una circostanza di fatto;
• di diritto → se cade sull’esistenza o sull’interpretazione di una norma
giuridica.
L’errore ostativo cade sulla dichiarazione, anche se indipendente dalla
volontà delle parti come nel caso di errore di trasferimento dati; è equiparato
all’errore vizio.
Il negozio in frode alla legge è quello che pur rispettando la legge alla
lettera costituisce il mezzo per eludere un’altra norma.
LA RAPPRESENTANZA
Mandato è il contratto con cui una parte si assuma l’obbligo di compiere uno o
più atti giuridici per conto dell’altra parte [art. 1703 codice civile]; il mandato
riguarda i rapporti interni tra rappresentante e rappresentato. Il mandato può
essere con o senza rappresentanza; se il mandato è concesso con
rappresentanza (ovvero al mandatario è concessa una procura) allora gli atti
compiuti dal mandatario andranno ad incidere direttamente nella sfera
giuridica del rappresentato (rappresentanza diretta).
Rispetto alle parti il negozio giuridico ha forza di legge [art. 1372 codice
civile], cioè gli effetti sono vincolanti..
Rispetto ai terzi non può ne danneggiare ne giovare direttamente al terzo
estraneo [art. 1372 codice civile], e infatti anche i negozi che determinano
giovamento a terzi sono soggetti a ad accettazione di questi. Un negozio in
nome di terzi deve essere accettato pena il trasferimento dell’obbligazione
sulla parte che lo ha stipulato. Un negozio giuridico può comunque produrre
effetti indiretti rispetto ai terzi estranei.
La tutela del diritto è affidata al titolare solo in rari casi che vengono
denominati autotutela o legittima difesa; ricordiamo il diritto di ritenzione, la
diffida ad adempiere, la difesa delle cose finché vi è violenza in atto. L’azione
può essere promossa dall’attore nei confronti di un convenuto presso gli
organi di giustizia; del pari costituisce diritto inviolabile la possibilità di
difendersi in giudizio. Il processo di cognizione mira a verificare la sussistenza
di un diritto soggettivo, alla modifica di un rapporto tra convenuto e attore e
all’emanazione di un comando di tipo obbligatorio da parte del giudice; durante
questo processo si può richiedere il sequestro conservativo dei beni del
convenuto per tutelare un mio diritto. Il processo esecutivo ha la finalità di
dettare le disposizioni per l’esecuzione di una obbligazione; il caso più comune
è quello in cui si chiede l’espropriazione dei beni di un debitore inadempiente. I
suoi beni vengono venduti all’asta e il ricavato diviso tra i creditori; l’atto con
cui si espropria un bene viene chiamato pignoramento.
Nel processo le prove devono essere fornite dalle parti; il giudice le esamina
per vederne prima di tutto l’ammissibilità e la rilevanza. Il giudice valuta con
sentenza la loro concludenza.
Con l’onere della prova si intende il fatto che grava sempre su una sola delle
parti l’onere di provare la consistenza di un fatto anche se la versione della
parte opposta non risulti convincente art 2697. In genere l’onere spetta a chi
vuole fare valere un proprio diritto, salvo alcuni casi in cui la buona fede è
presunta; in tali casi l’onere grava su chi mette in dubbio la buna fede.
Si considerano elementi probatori documenti, foto , testimonianze, perizie ed
anche ragionamenti logici. Il giudice deve valutare le prove secondo il suo
prudente apprezzamento tranne che per il giuramento e la confessione in cui il
giudice non ha nessuna capacità discrezionale nella loro valutazione. L’atto
pubblico gode di particolare fiducia che si chiama pubblica fede.; fa piena
prova cioè il giudice considera vere le cose scritte; queste possono essere
negate solo con querela di falso. L’atto privato fa prova solo contro chi lo ha
sottoscritto.
La testimonianza è la narrazione fatta al giudice da una persona estranea alla
relazione e ai fatti controversi di cui il teste abbia conoscenza. Non è ammessa
per controversie su contratti di importo superiore alle 5000 lire , ma il giudice
pio derogare; è ammessa solo nel caso non sia possibile procurare una prova
documentale perché indisponibili ma non per colpa della parte art 2724. Non è
ammissibile qualora debba provare un contratto che doveva essere provato per
iscritto. La stessa disciplina si applica per le obbligazioni.
Quando in un atto la forma scritta è richiesta ab substantiam ma ciò non
viene rispettato, l’atto è nullo. Tale atto quindi deve essere provato con una
forma scritta. Nel caso che la parte non l’abbia per colpa non sua la prova orale
è ammessa per provare l’esistenza del contratto nella forma richiesta ed
eventualmente ricostruirne il contenuto.
Quando la forma scritta di un atto sia richiesta come prova, si parla di forma a
probationem tantum. La mancanza di tale forma non comporta la nullità
dell’atto ma l’incompatibilità della prova testimoniale; anche per questo caso
sono ammesse le eccezioni per non colpa della perdita della prova scritta.
In ogni caso la parte che intenda provare il fatto può chiedere l’interrogatorio
giudiziale nella speranza di ottenere una confessione.
In genere nel negozio nullo le parti si scambiano una controdichiarazione in cui
negano il primo negozio, proprio per far valere la nullità di questo. La
simulazione può essere fatta riconoscere:
dalle parti solo con prova scritta nel caso di negozio lecito, e con
testimonianza per i casi dell’art 2724
dalle parti con prova scritta , presunzioni e testimonianze per
atto illecito
dai terzi, proprio perché impossibilitati di avere prova scritta, con
testimonianza e presunzioni
DIRITTI REALI
LA PROPRIETÀ
(categoria dei diritti reali su cosa propria.)
è riconosciuta dalla costituzione, tuttavia a differenza dello statuto albertino ne
è permessa l’espropriazione da parte dello stato quando la cosa abbia un
preminente interesse generale.
La proprietà è il diritto che ha il proprietario di godere e di disporre della cosa
in modo pieno ed esclusivo entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi
dettati dall'ordinamento [Art. 832 codice civile]. Il diritto di godere consiste
nella libertà del titolare di utilizzare o meno la cosa nell'ambito della sua
destinazione. Il diritto di disporre è il diritto del proprietario di alienare tutta o
parte della cosa. Il diritto di proprietà si caratterizza per:
• imprescrittibilità: il diritto è imprescrittibile per il suo stesso contenuto: al
proprietario è accordato il diritto di godere per sempre;
• perpetuità: non esiste un termine di durata.
Sono vietati gli atti di emulazione, atti che hanno l'esclusiva finalità di
nuocere o arrecare molestia ad altri nel godimento della proprietà[Art. 833
codice civile]; affinché l'atto sia vietato occorrono due elementi:
• elemento soggettivo: intenzione di arrecare danno ad altri;
• elemento oggettivo: assenza di utilità per il proprietario.
La superficie
L'enfiteusi
L'usufrutto
Diritti dell'usufruttuario
• possesso della cosa [Art. 982 codice civile]; all'usufruttuario è consentita
un'azione detta confessoria che mira all'accertamento del suo diritto per il
conseguimento del possesso sulla cosa; il diritto è soggetto ad un inventario
e ad una garanzia.
• frutti naturali e civili.
• alienabilità del diritto [Art. 980 codice civile]; l'usufruttuario può anche
concedere in locazione l'oggetto del suo diritto o ipotecarlo[Art. 999 codice
civile]; la durata dell'usufrutto non può comunque essere estesa.
Obblighi dell'usufruttuario
• restituzione della cosa al termine del diritto che va tenuta con la diligenza
del buon padre di famiglia. (fare l'inventario e prestare garanzia) ;
• onere delle spese di manutenzione ordinaria e di custodia e ogni altra forma
di spesa ordinaria gravante sull’immobile.
Estinzione dell'usufrutto
• scadenza del termine o morte dell'usufruttuario;
• prescrizione estintiva (venti anni nel caso di usufrutto concesso a persona
fisica, trenta se concesso a persona giuridica);
• consolidazione (riunione dell'usufrutto e della nuda proprietà nella stessa
persona);
• perimento della cosa;
• abuso dell'usufruttuario al suo diritto, cioè alienazione di beni non propri o
lasciando deteriorare i beni.
Per i miglioramenti nasce un credito a favore dell’usufruttuario , mentre per le
addizioni vale lo ius tollendi
Il quasi usufrutto: ha per oggetto beni consumabili; l'usufruttuario non è
tenuto a restituire gli stessi beni ricevuti ma altrettanti dello stesso genere. Il
quasi usufrutto viene regolato dalle norme sull'usufrutto.
L'abitazione: diritto di abitare una casa limitato ai propri bisogni [art. 1022
codice civile].
Sia l’uso che l’abitazione sono diritti indisponibili [art. 1024 codice civile].
Le servitù prediali
La servitù prediale consiste nel peso imposto sopra un fondo (fondo servente)
per l'utilità di un altro fondo (fondo dominante), appartenente ad un diverso
proprietario [Art. 1027 codice civile].
Le servitù prediali, appartenendo alla categoria dei diritti reali, costituiscono un
numero chiuso; non sono quindi ammesse servitù irregolari.
Caratteri delle servitù prediali:
• imposizione al proprietario del fondo servente di un dovere negativo e mai di
un dovere positivo (di fare) perciò le opere necessarie al fondo servente sono
a carico del richiedente;
• appartenenza dei due fondi a proprietari diversi;
• utilità del fondo servente nei confronti del dominante;
• la vicinanza dei fondi.
La comunione
Il possesso
Situazioni possessorie:
• detenzione: disponibilità della cosa (corpus) accompagnata dalla
consapevolezza di non averne il titolo di possesso (conduttore, comodatario);
• possesso pieno (corpore et animo): avere la disponibilità della cosa non
riconoscendo alcun diritto altrui su di essa;
• possesso mediato (solo animo): non avere la disponibilità della cosa ed
essere riconosciuti dal detentore come titolari.
Il proprio diritto di proprietà non può essere fatto valere da soli nei confronti del
possidente. Nello ius possesionis riconosciamo l'insieme dei vantaggi
spettanti al possessore tra cui il diritto alla tutela possessoria, cioè nessuno
può togliere lui il bene se non vantando il proprio diritto in giudizio; abbiamo
poi il diritto di usucapione e il diritto di revindicazione se l’atra parte non riesce
a fornire una prova di proprietà. Lo ius possidendi è il diritto di chi ha un
titolo di proprietà accompagnato al possesso della cosa.
Perdita del possesso: consegue al venir meno del corpus (disponibilità della
cosa) o dell'animus (volontà di detenere la cosa). Per le cose mobili questa si
ha quando le cose sono uscite dalla custodia del possessore
L’art1141 afferma che spetta a chi nega il possesso di dimostrare che chi
detiene la cosa l’ha ricevuta per un titolo che non permette di
disporne. La presunzione di possesso intermedio: per il possessore è
sufficiente dimostrare di aver posseduto la cosa in un tempo remoto e di
possederla attualmente per far presumere che il possesso sia stato continuato.
L’azione possessoria può essere fatta valere da chiunque abbia subito una
spogliazione del possesso con violenza, anche da parte del proprietario; le
azioni petitorie possono invece essere fatte valere solo da chi vanti un titolo
regolare
Azione di reintegrazione o di spoglio: azione del possessore che abbia
subito uno spoglio violento o clandestino anche se non possa vantare un titolo
di possesso[Art. 1168 codice civile]. L'azione di reintegrazione è soggetta al
termine di decadenza di un anno dallo spoglio nel caso sia stato violento o
dalla sua scoperta se clandestino.
Azione di manutenzione è l’azione del possessore di un immobile, di
un'universalità di immobili o di un diritto reale su di un immobile per far
cessare le molestie o le turbative nei confronti del suo possesso che deve
durare da almeno un anno ininterrotto[Art. 1170 codice civile]. L'azione di
manutenzione è soggetta al termine di decadenza di un anno.
Azione di nuova opera: spetta al proprietario, al titolare di un diritto reale di
godimento o al possessore che abbia ragione di temere che una nuova opera
arrechi danno alla cosa oggetto del suo diritto. Occorre che la nuova opera sia
iniziata da meno di un anno e non terminata.
Denunzia di danno temuto: spetta al proprietario, al titolare di un diritto
reale di godimento o al possessore nel caso in cui vi sia pericolo di danno grave
ed imminente derivante da cosa preesistente.
L'USUCAPIONE
Requisiti dell'usucapione:
• il possesso non deve essere vizioso (se il possesso è acquistato in modo
violento o clandestino il computo del tempo inizia dal momento in cui il vizio
è cessato) [Art. 1163 codice civile];
• il possesso non deve subire interruzioni; l'interruzione naturale
dell'usucapione deve essere di oltre un anno [Art. 1167 codice civile].
Durata dell'usucapione:
• usucapione ordinaria: venti anni se il possesso è in cattiva fede, dieci se il
possesso è caratterizzato da buona fede;
• usucapione breve: dieci anni per gli immobili e tre per i mobili registrati.
L'obbligazione
L’obbligazione naturale è quella di un dovere morale o sociale in cui il debitore
non è obbligato giuridicamente (il debito di gioco e l’obbligazione fiduciaria) e
non ha diritto alla ripetizione. L’obbligazione contrattuale è invece civile: essa
può essere fatta valere in giudizio in maniera coercitiva.
Un'obbligazione consiste nel rapporto tra due parti in cui una di esse
si obbliga (assume il dovere giuridico) di eseguire una determinata
prestazione a favore dell'altra. Fonti dell'obbligazione possono essere
il contratto, l'atto illecito e qualsiasi altro atto idoneo a produrla
secondo l'ordinamento [Art. 1173 codice civile].
Nel caso in cui vi siano più soggetti passivi l'obbligazione può essere:
• parziaria: se il creditore può pretendere da ogni debitore unicamente la sua
parte;
• solidale: se il creditore può pretendere l'intera prestazione da ogni debitore;
l'adempimento di uno tra i debitori libera gli altri dall'obbligazione e gli da
diritto a porre in essere l’azione di regresso. Questa caratteristica rafforza il
vincolo e si presume a meno che non sia dichiarato diversamente. La
remissione a favore di un debitore li libera tutti salvo diversa disposizione.
Dal lato attivo se uno dei creditori riceve l’adempimento per tutti i crediti si
considerano soddisfatti tutti i creditori.
• L’obbligazione indivisibile è quella che riguarda un credito indivisibile (un
cavallo) e viene disciplinata come la solidale con vincoli di indivisibilità.
Estinzione dell'obbligazione
Morte del debitore nel caso in cui la prestazione dovuta sia infungibile.
L'inadempimento
Sequestro conservativo è una misura che può essere chiesta al giudice dal
creditore che ha fondato timore di perdere le garanzie del proprio credito [art.
2905 codice civile]. In questo modo il bene diventa indisponibile per il debitore.
Cessione del contratto è una figura che si realizza nei contratti a prestazioni
corrispettive purché queste non siano state ancora eseguite, e consiste in un
contratto (di cessione) stipulato da una parte (cedente) con un terzo estraneo
al contratto originario (cessionario) per trasferire in capo a quest’ultimo tutti i
rapporti attivi e passivi derivanti dal contratto originario [art. 1406 codice
civile]. Ai fini della cessione de contratto è indispensabile il consenso dell’altro
contraente originario (ceduto).
Il cedente è tenuto a garantire la validità del contratto, il nomen verum, e non il
suo adempimento.
Il cedente viene di norma liberato dalle sue obbligazioni verso il ceduto; ma il
ceduto si può cautelare dichiarando espressamente che con la cessione non
intende liberare il cedente, in questo caso il cedente risponderà in caso di
inadempimento del cessionario.
Il cedente può anche garantire al cessionario l’adempimento del ceduto,
rispondendo in solido con quest’ultimo (come fideiussore) in caso di
inadempimento.
La differenza con il subcontratto è che i rapporti contrattuali tra le due parti
originarie rimangono gli stessi; nasce completamente un nuovo rapporto tra
una parte e il terzo e questo rapporto è completamente separato dal primo.
La revoca è l’atto unilaterale con cui si intende far perdere la validità della
propria proposta o della propria accettazione [art. 1328 codice civile].
La proposta può essere revocata prima della conclusione del contratto; tuttavia
nel caso in cui accettante, in buona fede, avesse data esecuzione alla sua
prestazione, questo ha diritto ad essere indennizzato di spese e perdite dal
proponente.
La revoca dell’accettazione per essere efficace deve giungere a
conoscenza del proponente prima che gli pervenga l’accettazione.
La proposta (o l’accettazione) perde automaticamente efficacia se prima del
perfezionamento del contratto il proponente (o l’accettante) muore o diviene
incapace a meno che non si tatti di offerte proposte da imprenditori o società
non piccoli. La proposta irrevocabile si realizza nel caso in cui il proponente
decide di rinunziare alla facoltà di revoca. La sua proposta conserva l’efficacia
anche nel caso di morte o di sopravvenuta incapacità [art. 1329 codice civile].
Effetti del contratto di fronte ai terzi: gli effetti del contratto sono limitati
alle parti; se io prendo impegni per un terzo, questi è libero di adempiere o
meno; nei confronti del contraente sono però vincolato io e dovrò risarcire per
danni il primo se non riesco a convincere il terzo.
L’azione di rescissione
L’azione di risoluzione
La clausola solve et repete è la clausola con cui si dispone che una parte,
prima di opporre le proprie eccezioni, è tenuta all’adempimento [art. 1462
codice civile]. Tale clausola non ha effetto per le eccezioni di nullità, di
annullabilità e di rescissione del contratto e può essere derogata dal giudice
qualora ricorrano gravi motivi.
La risoluzione per impossibilità sopravvenuta nei contratti a prestazioni
corrispettive l’impossibilità sopravvenuta libera la parte dalla prestazione
dovuta, e libera quindi l’altra parte dalla controprestazione, dando luogo alla
risoluzione (di diritto) del contratto [art. 1463 codice civile].
Se la prestazione diviene solo parzialmente impossibile dovrà essere
proporzionalmente ridotta la controprestazione; la risoluzione sarà parziale, ma
se la parte residua non interessa la parte può recedere dal contratto.
Nel caso di perimento di merci durante il trasporto il destinatario è obbligato a
pagare lo stesso il corrispettivo in quanto il contratto si è perfezionato al
momento del consenso e non della consegna.
Sono contenuti nel titolo terzo del libro quarto un elenco di contratti regolati
dal legislatore
A. la compravendita
B. contratti di scambio che realizzano un do ut des (permuta, contratti di
borsa, riporto, contratto estimatorio, somministrazione)
C. contratti di scambio che realizzano un do ut facies (locazione, leasing,
appalto, trasporto)
D. contratti di cooperazione nell’altrui attività giuridica (mandato,
commissione, spedizione, agenzia, mediazione)
E. contratti reali (deposito, comodato, mutuo)
F. contratti bancari (deposito, apertura di credito, sconto, cassette di
sicurezza)
G. contratti aleatori (rendita, assicurazioni, gioco e scommessa)
H. contratti diretti a costituire una garanzia (fideiussione, anticresi)
I. contratti diretti a derimere una controversia (transazione, cessione dei
beni ai creditori)
Nella vendita porta a porta il contraente debole viene tutelato con un diritto
di recesso esercitabile fino a dieci giorni dopo la stipula del contratto e che non
comporta nessuna spesa per questi; la clausola è irrinunciabile, le cose devono
essere restituite e il giudice competente è quello del distretto del consumatore.
A) La compravendita.
Il compratore può essere disturbato nel godimento del bene per effetto di
pretese che terzi facciano valere nei sui confronti; in questo caso si parla di
evizione; tre sono i momenti dell’evizione :
1. pericolo di evizione
2. pendenza del giudizio
3. compimento del giudizio
Secondo l’art.1490 del codice civile al compratore spetta ex lege una speciale
tutela denominata garanzia per i vizi. In base a tale articolo il venditore è
tenuto alla garanzia quando i vizi siano tali a rendere il bene inidoneo all’uso o
da diminuirne in modo apprezzabile il valore; il difetto deve essere denunciato
entro otto giorni se apparente, entro otto giorni dalla scoperta se occulto. La
garanzia non è dovuta nel caso in cui il compratore conosceva i vizi. Il
compratore può inoltre ricorrere alla risoluzione del contratto (actio
redhibitoria) restituendo il bene e facendosi restituire il prezzo pagato, oppure
la riduzione del prezzo (actio aestimatoria), salvo l’azione di risarcimento danni
a meno che il compratore non dimostri di aver ignorato i vizi della cosa;
analoga garanzia vale se la cosa venduta non abbia le qualità promesse o sia
inidonea all’uso. L’azione del compratore è soggetta ad un termine di
prescrizione di un anno.
La mediazione è l’intervento di una persona estranea alle parti che pur non
essendo legato a nessuna di esse da rapporti di collaborazione o di dipendenza,
le mette in relazione tra loro per provocare o agevolare la conclusione del
contratto. I mediatori sono iscritti in apposito ruolo; hanno diritto ad una
provvigione da entrambe le parti anche se ha agito per una di esse ma basta
che l’affare si è concluso per il suo intervento. È tenuto a comportarsi con
buona fede con entrambe le parti. Ha diritto ad un rimborso anche se l’affare
non è stato concluso solo quando abbia agito per ordine di una parte e nei
confronti di questa.
Il deposito regolare è il contratto col quale una parte riceve dall’altra una
cosa mobile con l’obbligo di custodirla e di restituirla in natura [art. 1766
codice civile]. E’ un contratto unilaterale che si presume gratuito e la causa
sottostante è la custodia del bene. Il depositario non ha ne proprietà ne
possesso della cosa e la deve restituire al depositante su sua richiesta. Non
importa quale sia il titolo del depositante sulla cosa, e quindi il depositario non
può pretendere che il depositante dimostri la proprietà
Il deposito può essere regolare o irregolare a seconda che si lasci in deposito
cose infungibili o fungibili. Nel deposito irregolare (denaro) il depositario può
servirsene ed acquista quindi la proprietà della cosa con l’obbligo di restituirne
altrettante dello stesso genere.
Il deposito nei magazzini generali sono contratti a titolo oneroso; ai
depositanti vengono rilasciati titoli (fedi di deposito) equivalenti alle merci
depositate. La merce può essere venduta con il trasferimento delle fedi di
deposito. I depositi possono essere alla rinfusa e in tal caso ognuno riceverà
una quantità di bene fungibile, ma la differenza col deposito irregolare è che il
bene non passa nella disposizione di nessuno.
Il mutuo è il contratto con cui una parte consegna all’altra una quantità di
denaro o una quantità di cose fungibili e l’altra si impegna a restituirle; mutuo
perché da mio diventa tuo. Il mutuo è del tutto simile al quasi usufrutto, solo
che mentre quest’ultimo si perfeziona col consenso, il mutuo si perfeziona con
la consegna. Il mutuo si presume oneroso e dove non siano stabiliti interessi si
presuppongono quelli legali.
F) I contratti bancari
G) I contratti aleatori
Giuoco e scommessa:
Sono i contratti aleatori per eccellenza, ma a differenza delle assicurazioni non
hanno scopo previdenziale. Se il gioco è proibito nessun diritto nasce a favore
del vincitore che è obbligato a restituire le somme vinte, mentre se è legale il
perdente non può ripetere quanto abbia spontaneamente pagato. Il credito di
gioco non è assistito da nessuna norma.
Transazione è il contratto con il quale le parti pongono fine a una lite già
cominciata o prevengono una lite che sta per sorgere tra loro, facendosi
reciproche concessioni .
Essenziale è un incertezza subiettiva che è data dal solo fatto dell’esistenza di
un conflitto attuale o potenziale tra le parti .
Può avere oggetto diritti patrimoniali di qualsiasi natura, che devono essere
disponibili .
La legge dichiara invalide le rinunce e le transazioni che hanno per oggetto
diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge o
dai contratti e accordi collettivi .
L’impugnativa dev’essere proposta a pena di decadenza entro sei mesi dalla
data di cessazione del rapporto e richiede la prova scritta mentre la forma
scritta ab substantiam è richiesta nel caso di controversie su diritti immobiliari;
può essere impugnata se è stata concessa per motivi che si sono rilevati non
veri.
Perché una promessa sia vincolante deve essere inserita in un contratto avente
giusta causa oppure diretto a realizzare una liberalità, ma in tal caso deve
avere la forma solenne della donazione. Le promesse unilaterali sono quindi
tipiche; un credito può essere fatto valere in giudizio solo se si riesce a
dimostrarne la causa.
La promessa al pubblico acquista la sua efficacia vincolante non appena è
resa pubblica. La promessa è vincolante di per se senza che ci sia bisogno di
accettazione (si noti la differenza con l’offerta al pubblico che è valida non
appena l’accettazione giunge all’offerente).
Sono obbligati di regresso tutti i giratari nel vaglia cambiario e i giratari con
il traente nella tratta; solo il pagamento dell’obbligato principale
estingue la cambiale in quanto se paga uno degli obbligati di regresso questi
vengono surrogati nei diritti del portatore e possono agire contro l’obbligato
principale. Tutti i giratari sono obbligati in solido e il portatore non può
rifiutare un pagamento parziale perché questo libera seppur parzialmente
gli obbligati di regresso.
La cambiale vale come titolo esecutivo e può essere utilizzata per ottenere un
decreto ingiuntivo. L’azione deve essere promossa prima contro gli obbligati
principali (entro tre anni) e poi contro quelli di regresso (con prescrizione più
breve); per avvalersi contro gli obbligati di regresso bisogna prima far
accertare il protesto cambiario dal notaio o attraverso un atto pubblico
con il quale si accerta il rifiuto a pagare. L’azione causale è quella che può
essere esperta contro chi ha pagato un debito con una cambiale datagli in
pagamento; tale azione non può essere iniziata se non è stato accertato il
protesto. Il portatore ha l’obbligo di avvisare il suo girante che deve avvertire
quello prima, e così via; Le eccezioni cambiarie richiedono indagini
appropriate e per questo il giudice può condannare al pagamento ma con
riserva di esame delle eccezioni.
GLI ASSEGNI
Con lo scioglimento rimangono in vita tutti gli effetti del matrimonio fino alla
cessazione del rapporto, il quale cessa per la morte di uno dei due coniugi.
[legge 1 Dicembre 1970 n° 898] i casi di divorzio sono contenuti nell’art. n° 3
della suddetta Legge. Esso scioglie il vincolo e si può condurre nuovo
matrimonio, ma non cancella la sua incidenza sulla vita. Gli obblighi verso la
prole durano anche dopo il divorzio [art.6-11]; il divorzio non può essere
consensuale ma è ammesso solo come sanzione per la colpa di un coniuge ed
è ammissibile solo quando la comunione materiale e spirituale dei coniugi non
può essere ricostituita; affinché sia concesso il divorzio deve esserci stata
separazione personale per almeno tre anni oppure una condanna penale grave
una condanna per reati contro il coniuge o il figlio, la mancata consumazione.
La separazione personale può essere di fatto o di diritto;
• separ
azione legale : è giudiziale o consensuale, può derivare da sentenza del giudice
(art.151) o dall’accordo delle parti (art.158).
Effetti della separazione legale sono che viene meno l’obbligo di coabitazione,
mentre rimane l’obbligo di fedeltà e di assistenza economica. A colui a cui è
addebitata la separazione viene meno il diritto al mantenimento. La potestà dei
figli spetta a colui a cui vengono assegnati, mentre le decisioni di maggior
rilievo ad entrambi. L’abitazione spetta in genere a chi vengono affidati i figli.
Una volta fatta domanda di divorzio al giudice, questi tenta una conciliazione,
ma se la conciliazione non ha effetto allora può pronunciare il divorzio. La parte
che ha bisogno può disporre di un assegno in suo favore da parte del coniuge;
l’obbligo di mantenimento cessa con nuove nozze.
Per la prova dei primi due punti non ci sono problemi; per l’art.231 la paternità
è presunta (padre è il marito della moglie) ma è ammessa una prova contraria
limitata all’art.235 (punto n. 3); per la prova del concepimento, questo si
presume se (art.232) dopo i 180 gg. dalla celebrazione o entro i 300 gg. dallo
scioglimento. È considerato legittimo anche il figlio concepito prima dei 180 gg.
(punto n. 4)
Lo status di figlio [art.236 codice civile] si prova con l’atto di nascita (titolo
dello Stato) che deve essere redatto entro dieci giorni dalla nascita. Titolo è
l’elemento necessario per l’accertamento ufficiale di qualifica di figlio legittimo.
Il reclamo della Legittimità è imprescrittibile si deve dimostrare l’esistenza dei
primi due presupposti mentre le altre vengono integrate .
La contestazione della legittimità presume l’esistenza del titolo.
Azione di disconoscimento della Paternità può avvenire in due ipotesi:
• di fatto nei confronti del figlio nato prima dei 180 gg.
• per impugnativa di paternità [art.235 codice civile - prova contraria]
• i coniugi non coabitavano
• temporanea impotenza del marito
• adulterio della moglie
Deve essere esercitata entro un anno dalla nascita o dal giorno di avvenuta
conoscenza e può essere esercitata dal padre , dalla madre e dal figlio al
raggiungimento della maggiore età.
Legittimazione dei figli nati fuori dal matrimonio: i figli naturali possono
acquistare lo stato di figli legittimi tramite la legittimazione a carattere ex-
nunc, vi sono due forme :
• per susseguente Matrimonio gli effetti si producono dal giorno in cui
interverrà anche il secondo dei due atti.
• per provvedimento del giudice
La differenza con il riconoscimento è che il vincolo della legge si estende a tutti
i membri della famiglia
L’adozione vera e propria spetta ai coniugi sposati da almeno tre anni non
separati neppure di fatto, con una differenza di 18 anni di età con l’adottato;
tutti i minori possono essere adottati senza limite di età; il maggiore di 12 anni
deve essere sentito, il maggiore di 14 anni deve dare il consenso.
Il procedimento di adozione si svolge in tre fasi
• dichiarazione di adottabilità (stato di abbandono, minore, perdita rapporto
familiare );
• affidamento preadottivo di durata annuale(disponibilità dei coniugi ad
adottare);
• decreto di adozione (Tribunale dei minori decorso almeno un anno
dall’affidamento).
Adozione in casi particolari per minori in stato di abbandono, offre il grande
vantaggio per gli adottandi di conoscere il minore da assumere. Non ha
efficacia legittima.
Adozione di persona maggiore di età è pronunciata dal Tribunale Ordinario
con decreto in camera di consiglio, previa l’assunzione di informazioni che
consente di giudicare se l’adozione conviene all’adottato.
La libertà del testatore di lasciare i beni a chi vuole trova però un limite
invalicabile nel rispetto dei doveri di solidarietà verso i congiunti più stretti,
detti legittimari, il coniuge i figli e gli ascendenti: se tale limite viene superato,
entrano in gioco le norme della successione necessaria.
Per determinare in concreto la misura della legittima, che la legge indica in una
quota astratta, sono prescritte tre operazioni : si stimano i beni ereditari, si
deducono i debiti del defunto, si aggiungono fittiziamente le eventuali
donazioni compiute in vita dal defunto a beneficio di altre persone (questa
operazione è necessaria perché altrimenti il defunto potrebbe facilmente
eludere i diritti dei legittimari attraverso donazioni compiute in vita).
Se i beni lasciati in eredita al legittimario hanno valore inferiore alla legittima,
gli compete l’azione di riduzione mediante la quale egli può far si che i lasciti
testamentari vengano ridotti proporzionalmente nella misura necessaria per
reintegrare la sua legittima.
L’acquisto dell’eredità: la capacità a succedere spetta a coloro che al
momento dell’apertura della successione sono nati o concepiti; possono
tuttavia ricevere per testamento i figli di persona vivente al tempo della morte
del testatore anche se non ancora concepiti. Mentre il legato si acquista
automaticamente, salva la facoltà di rinunciare, per l’acquisto del titolo di
erede è richiesta l’accettazione dell’interessato. L’accettazione si dice
espressa se è fatta in un atto pubblico o in una scrittura privata che deve
essere comunicata al notaio o al cancelliere del mandamento dove si è aperta
la successione, ma può essere anche tacita, quando il chiamato all’eredità
compie un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare
che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede. L’accettazione è
presunta quando non viene espressa rinuncia o quando si ha occultamento
dei beni dell’eredità. L’accettazione è un atto legittimo e non possono quindi
essere apposte condizioni; è soggetta a prescrizione ordinaria ma i creditori e
chi ne ha interesse possono chiedere l’azione interrogatoria con la quale si
chiede di accettare in un intervallo più breve.
L’accettazione dell’eredità può avvenire con beneficio di inventario: il
vantaggio è che l’erede non è tenuto al pagamento dei debiti ereditari e dei
legati oltre il valore dei beni ereditari. Per questo tipo di accettazione sono
previsti termini precisi e formalità rigorose: tre mesi dalla successione per
effettuare l’inventario se è in possesso dei beni, invece prescrizione ordinaria
se non ne è in possesso Una volta accettata l’eredità con beneficio di
inventario, la legge regola le procedure per il pagamento dei creditori del
defunto e dei legatari privilegiando i creditori dell’erede che sono avvantaggiati
dall’accettazione col beneficio.
L’erede se non vuole accettare il lascito deve dichiarare la rinuncia
all’eredità; che deve farsi nella stessa forma e negli stessi tempi
dell’accettazione. Se l’erede non è unico, la sua rinuncia va ad accrescere
l’eredità degli altri o si ha la rappresentazione; la rinunzia è revocabile entro i
tre mesi; i creditori del rinunziante possono impugnare la rinunzia.
L’azione di petizione consiste nel diritto dell’erede di rientrare in possesso dei
beni ereditati che sono detenuti da altri; chi ha acquistato un bene dall’erede
apparente, cioè da colui che vantava di essere l’erede ma non lo era, è
tutelato se era in buona fede al momento dell’alienazione.
Il chiamato all’eredità ha la facoltà di rinunciare con dichiarazione ricevuta da
un notaio o dal cancelliere della pretura competente. Può aversi allora la
rappresentazione: quando il successore è figlio oppure fratello o sorella del
defunto e non vuole accettare l’eredità, subentrano i suoi discendenti. Se non
sussistono i vincoli di parentela richiesti per la rappresentazione o se il
testatore abbia previsto una sostituzione della persona, l’istituto non opera e
la quota di chi non vuole o non può accettare va ad accresce
proporzionalmente a quella degli altri eredi congiuntivi; tale figura prende il
nome di accrescimento; l’accrescimento opera di diritto senza bisogno di
accettazione. La sostituzione fedecommissoria ammessa solo se data
l’incapacità dell’erede , l’eredità viene disposta a favore di chi ne ha cura.
La rappresentazione opera anche quando l’erede è morto e si presume che
abbia lasciato agli eredi il diritto di accettare l’eredità.
La divisione dell’eredità: quando all’eredità vengono più persone, tra esse si
forma automaticamente una comunione: i beni ereditari sono comuni.
Onde evitare che nella comunione ereditaria si intromettano estranei, la legge
concede ai coeredi un diritto di prelazione, qualora uno di essi intenda alienare
la propria parte o una parte di essa. Se i coeredi non hanno ricevuto preavviso
idoneo a esercitare la prelazione, possono riscattare la quota dall’estraneo
restituendogli il prezzo pagato (retratto successorio).
Ciascuno dei coeredi può chiedere la divisione, facendo così cessare lo stato
di comunione. La ripartizione dei beni tra gli eredi, in proporzione alla loro
quota, può avvenire mediante un loro accordo. In mancanza di accordo essa è
fatta dal giudice. Nel caso in cui il testatore provvede direttamente a dividere il
patrimonio tra gli eredi, allora non si forma una comunione ereditaria, ma
ciascuno di essi succede immediatamente nel bene a lui assegnatogli.
Per formare la massa da dividere è necessario talvolta procedere alla
collazione delle donazioni. Può darsi che il defunto abbia dato in vita delle
donazioni ai discendenti o al coniuge: la legge presume allora che tali
donazioni rappresentino un anticipo sulla futura successione e di conseguenza
dispone che i beni donati siano compresi nella massa da dividere tra i coeredi.
Verso creditori e legatari i coeredi sono tenuti al pagamento dei debiti ereditari
e dei legati in proporzione alle rispettive quote ereditarie: ne consegue che se
un coerede è insolvente, il creditore non può rivolgersi verso gli altri coeredi
per la parte non pagata. I legatari non sono invece tenuti al pagamento dei
debiti ereditari.
TESTAMENTO
Atto con cui una persona dispone delle proprie sostanze per il tempo
successivo alla morte. Nel testamento possono essere contenute anche
disposizioni di carattere non patrimoniale. Per la sua natura di atto di ultima
volontà, il testamento presenta peculiari caratteristiche. Anzitutto la legge
vuole che il testatore sia libero fino all’ultimo momento di modificare le
disposizioni date: perciò il testamento è un atto sempre revocabile. Qualsiasi
clausola o condizione contraria è nulla; sono inoltre nulli sia i patti con cui ci
impegna a istituire erede una data persona, sia il testamento congiuntivo o
quello reciproco. È sancita la nullità anche della condizione di reciprocità, cioè
del lascito fatto a taluno a condizione di essere a sua volta avvantaggiato nel
testamento di costui. Il testamento è inoltre un atto personale: non solo non
può essere compiuto da un rappresentante, ma nemmeno può essere affidata
ad altri la scelta dell’erede.
Il testamento è annullabile per i vizi della volontà
Infine il testamento è un atto formale o solenne, che deve essere redatto con
l’osservanza di determinate forme previste dalla legge.
• testamento olografo → deve essere redatto per intero di pugno dal
testatore e recare, sempre a mano, la data precisa e la
sottoscrizione autografa alla fine. Il testatore può essere coadiuvato a
livello intellettuale o nella scrittura se debilitato. La data deve essere certa
• testamento pubblico → il testatore, alla presenza di due testimoni, dichiara
le sua volontà a un notaio che le redige per iscritto e traduce in forma
giuridica le espressioni poco chiare; ne dà lettura, dopo di che il documento
viene sottoscritto da tutti e datato. I testimoni garantiscono anche
l’ininfluenza del notaio
• testamento segreto → il documento, con la sottoscrizione autografa del
testatore, viene consegnato sigillato ad un notaio, alla presenza di due
testimoni, secondo determinate formalità. Il momento del perfezionamento è
quello in cui il notaio certifica la ricezione del testamento
Il testamento richiede nel suo autore la capacità di agire: è perciò invalido se
redatto da un minore, da un interdetto o da una persona che, anche per cause
transitorie, sia in quel momento priva della capacità di intendere e di volere.
La revoca può essere espressa o tacita
Alla morte di una persona è fatto dovere a chiunque di consegnare il
testamento ad un notaio per la pubblicazione. Il notaio convoca gli eredi e i
legati e ne fa lettura. I beni vengono affidati all’esecutore.
Si ha istituzione di erede quando a una persona è attribuita la totalità del
patrimonio o una quota di esso, mentre si ha un legato quando viene attribuito
un diritto ad un bene determinato.
La trascrizione
I nostri registri immobiliari sono personali e non reali quindi seguono i diritti
delle persone e non le vicende delle cose.