Sei sulla pagina 1di 320

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Vietata la riproduzione anche parziale

Della stessa collana:


Vol. 1/3 Schemi e schede di diritto del lavoro pp. 288 15,00
Vol. 2/3 Schemi e schede di diritto pubblico e costituzionale pp. 224 13,00
Vol. 3/4 Schemi e schede di diritto penale pp. 224 12,50
Vol. 4/2 Schemi e schede di diritto amministrativo pp. 256 14,00
Vol. 5/2 Schemi e schede di diritto privato pp. 272 14,00
Vol. 7/2 Schemi e schede di diritto processuale penale pp. 176 14,00
Vol. 8/3 Schemi e schede di diritto processuale civile pp. 304 16,00
Vol. 12/2 Schemi e schede di scienza delle finanze pp. 208 13,00
Vol. 21/3 Schemi e schede di istituzioni di diritto romano pp. 176 12,00
Vol. 32/2 Schemi e schede di diritto ecclesiastico pp. 224 14,00
Vol. 39/2 Schemi e schede di economia aziendale pp. 240 14,00
Vol. 44/1 Schemi e schede di economia politica pp. 176 13,00
Vol. 45/2 Schemi e schede di diritto internazionale privato pp. 176 13,00
Vol. 46/3 Schemi e schede di diritto internazionale pp. 208 14,00
Vol. 47/5 Schemi e schede di diritto dellUnione europea pp. 224 13,50

Coordinamento redazionale: Dario di Majo


Questa edizione stata curata da Alessandra Avolio
Tutti i diritti di sfruttamento economico dellopera appartengono alla Esselibri S.p.A.
(art. 64, D.Lgs. 10-2-2005, n. 30)
Finito di stampare nel mese di novembre 2010
dalla Litografia Enzo Celebrano - Via Campana, 234 - Pozzuoli (NA)
per conto della ESSELIBRI S.p.A. - Via F. Russo, 33/D - 80133 - Napoli

Grafica di copertina a cura di Giuseppe Ragno

premessa
Gli Schemi e Schede di Diritto Commerciale offrono, a quanti si apprestano ad affrontare questa complessa disciplina in vista di esami e
concorsi, un utile supporto per il ripasso e il perfezionamento della propria
preparazione, fornendo una sintesi delle tematiche essenziali.
Questa edizione corredata di tre rubriche che consentono una pi
agevole lettura degli istituti:
la rubrica Osservazioni, nella quale vengono puntualizzati concetti,
spesso oggetto di dibattito in dottrina e in giurisprudenza, che costituiscono il leit motiv per entrare nel vivo della materia;
la rubrica Differenze, che analizza aspetti particolari degli argomenti,
stimolando il confronto fra i diversi istituti;
la rubrica In sintesi, che offre un quadro riepilogativo, in chiave critica,
degli argomenti affrontati nei precedenti paragrafi o capitoli.
Lopera, pur privilegiando gli aspetti istituzionali pi frequentemente
oggetto di domanda desame, inoltre aggiornata alle pi recenti novit
normative, tra le quali si segnalano:
D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 27, che ha riformato il sistema di funzionamento dellassemblea delle s.p.a. quotate;
D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, che ha introdotto rilevanti modifiche di
carattere formale e sostanziale alla revisione legale dei conti annuali e
consolidati delle societ;
D.L. 31 maggio 2010, n. 78, conv. in L. 30 luglio 2010, n. 122, che ha
introdotto nel nostro ordinamento la segnalazione certificata di inizio
attivit (SCIA);
D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 131, che ha apportato rilevanti modifiche al
Codice della propriet industriale;
D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 141, che ha modificato il Testo Unico Bancario dettando le linee guida relative alla trasparenza delle condizioni
contrattuali e dei rapporti con i clienti nellambito dei servizi bancari e
finanziari.

Altri sussidi didattici per la preparazione


allesame di diritto commerciale

pp. 304 14,00

pp. 272 14,00

pp. 224 12,00

pp. 1344 19,00

Parte Prima
Limprenditore e limpresa
Capitolo Primo: Nozioni e caratteri dellattivit imprenditoriale....... Pag.

Capitolo Secondo: Le categorie imprenditoriali................................

Capitolo Terzo: Il Registro delle imprese ...........................................

13

Capitolo Quarto: Limprenditore e i suoi ausiliari..............................

17

Capitolo Quinto: Lazienda...................................................................

19

Capitolo Sesto: I segni distintivi dellimprenditore . .........................

23

Capitolo Settimo: I diritti di privativa...................................................

27

Capitolo Ottavo: Impresa familiare e azienda coniugale...................

31

Capitolo Nono: La concorrenza fra imprese . ....................................

35

Capitolo Decimo: La collaborazione fra imprese...............................

39

Capitolo

Nozioni e caratteri
dellattivit imprenditoriale

1 Impresa

1.1 La libert di impresa


La nostra Costituzione (art. 41) pone a fondamento del sistema economico il principio della libera iniziativa economica privata, ossia la libert dei privati di dedicarsi allattivit di impresa attraverso la produzione e la distribuzione di quanto necessario per soddisfare i bisogni della collettivit.
Tale libert incontra il limite del rispetto dei valori costituzionali preminenti, in quanto stabilito che
essa non pu svolgersi in contrasto con lutilit sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza,
alla libert e alla dignit umana.
Il legislatore non definisce limpresa ma limprenditore, ponendo laccento sulla persona alla quale si
riferisce la disciplina dellattivit con lassunzione dei relativi diritti e obblighi. Ed dalla nozione di imprenditore (v. par. successivo) che emergono i caratteri dellattivit di impresa, che tale quando corrisponda ai requisiti riferiti allimprenditore indicati dallart. 2082 c.c.

2 Imprenditore

Nozione: imprenditore chi esercita professionalmente unattivit economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi (art. 2082 c.c.).
CC Attivit economica: per attivit si intende una serie di atti finalizzati ad
uno scopo.

Elementi
caratterizzanti

Lattivit economica attivit diretta alla creazione di nuove utilit, quindi di nuova ricchezza; essa deve essere lecita, cio non contraria a norme imperative, allordine pubblico o al buon costume. Dal punto di vista
strettamente giuridico, il requisito dello scopo di lucro non fa parte degli
elementi costitutivi dellimpresa. Per aversi impresa essenziale che lattivit produttiva sia condotta con metodo economico, cio secondo modalit che consentono quanto meno la copertura dei costi con i ricavi.
CC Organizzazione: per realizzare le finalit dellimpresa necessario che
vi siano mezzi patrimoniali da impiegare e uomini che lavorino. Lorganizzazione ha ad oggetto i fattori della produzione, capitale proprio o
altrui e lavoro. Tale elemento serve ad individuare il confine fra attivit produttive che, se organizzate, assumono il carattere di impresa e
attivit che, pur essendo dirette alla produzione o allo scambio di beni e
servizi, non assumono il carattere di impresa (es.: lavoro autonomo).
CC Professionalit: la professionalit implica che lattivit sia abituale, stabile, duratura, svolta sistematicamente. Non occorre per che lattivit
sia svolta in permanenza e senza interruzione: possono costituire oggetto di impresa le cd. imprese stagionali, in quanto nel ripetersi dellattivit
costante ad ogni stagione vi una stabilit sufficiente a far acquistare la
qualit di imprenditore. imprenditore anche chi realizza un unico affare, purch esso si concretizzi in unattivit protratta nel tempo che richieda limpiego di unadeguata organizzazione di mezzi.

Elementi
caratterizzanti

CC Finalizzazione alla produzione di beni o servizi: lespressione pleonastica dal momento che quando si parla di attivit economica gi si fa
riferimento ad una attivit rivolta alla produzione o allo scambio di beni o
di servizi.

2.1 Acquisto della qualit di imprenditore


Condizione necessaria e sufficiente per lacquisto della qualit di imprenditore lesercizio effettivo
di unattivit imprenditoriale.
Osservazioni
Linizio dellimpresa fatto dipendere dallesercizio di atti che, per la loro significativit o il loro numero, fanno desumere quale sia il fine dellesercizio di unattivit imprenditoriale (CAMPOBASSO).
In particolare, in presenza di un apparato organizzativo appositamente predisposto, anche il compimento di un unico atto di gestione ritenuto idoneo allesercizio dellimpresa; in mancanza della predisposizione di unorganizzazione di mezzi, sar necessaria la reiterazione degli atti compiuti ovvero la loro sistematicit e il preordinamento allesercizio di unimpresa.

2.2 Perdita della qualit di imprenditore


Non legata a momenti formali, ma si produce in conseguenza della cessazione di fatto dellattivit
dimpresa. La disgregazione del complesso aziendale necessaria per sancire la fine dellimpresa si
ha allorquando limprenditore ha esaurito la liquidazione dellattivo. La cessazione dellimpresa pu
avvenire anche per la morte dellimprenditore.

3 Capacit allesercizio dellimpresa

richiesta per lesercizio dellimpresa la capacit di agire.


Il legislatore ha dettato una particolare disciplina volta a regolare la fattispecie di un soggetto totalmente incapace (minore ed interdetto) o parzialmente incapace (emancipato e inabilitato) che si trovi titolare di unimpresa commerciale.
Lincapace (minore o interdetto) e linabilitato possono essere autorizzati solo a continuare, ma non ad
iniziare, lesercizio dellattivit commerciale ad essi pervenuta a titolo derivativo. Solo il minore emancipato pu iniziare ex novo lesercizio di unimpresa commerciale, su autorizzazione del Tribunale.
La continuazione di unimpresa commerciale sia in caso di incapacit assoluta, sia nel caso di inabilitati e minori emancipati deve essere autorizzata dal Tribunale su parere del giudice tutelare.
Nel caso del minore e dellinterdetto il giudice tutelare pu autorizzare lesercizio provvisorio dellimpresa.
Tutti i provvedimenti di autorizzazione e revoca devono essere iscritti nel Registro delle imprese.
In sintesi
Nella normativa codicistica sullattivit imprenditoriale manca unautonoma definizione di impresa,
la quale si desume in via derivata dalla definizione di imprenditore contenuta nellart. 2082 c.c.
Limpresa , dunque, lattivit economica organizzata ed esercitata professionalmente dallimprenditore al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi.
Limprenditore si presenta come colui che utilizza i fattori della produzione organizzandoli, a proprio rischio, nel processo produttivo di beni o servizi. Due elementi fondamentali caratterizzano
limprenditore: liniziativa, cio il potere di organizzare limpresa, di indirizzarne lattivit decidendone la politica economia e di dirigere la produzione; il rischio economico, cio la sopportazione
di tutti gli oneri inerenti alla conduzione dellimpresa. Il compenso per tale rischio costituisce il profitto imprenditoriale ed rappresentato dal plusvalore fra ricavi e costi di produzione.

Capitolo

Le categorie imprenditoriali

1 Classificazione dellimpresa

In relazione
allattivit esercitata

CC Impresa commerciale (art. 2195 c.c.).


CC Impresa agricola (art. 2135 c.c.).
CC Impresa civile (non prevista da alcuna norma).

In relazione
alle dimensioni

CC Piccolo imprenditore (art. 2083 c.c.).


CC Imprenditore medio-grande.

In relazione
al soggetto esercente

CC Impresa pubblica.
CC Impresa privata.

In relazione alla veste che


limprenditore assume volontariamente allesterno

CC Imprenditore individuale.
CC Imprenditore collettivo (societ).

2 Classificazione in relazione allattivit esercitata

2.1 Imprenditore agricolo


Nozione: imprenditore agricolo chi esercita unattivit diretta alla coltivazione del fondo, alla selvicoltura, allallevamento di animali e attivit connesse (art. 2135 c.c.). Limpresa agricola pu svolgersi
anche in forma associata e societaria.

Attivit agricole

CC Attivit agricole principali: sono quelle dirette alla coltivazione del


fondo, alla selvicoltura e allallevamento di animali. Per coltivazione
del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono
le attivit dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di
una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale,
che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci,
salmastre o marine.
CC Attivit agricole per connessione: sono quelle connesse ad unattivit
agricola principale o da questa dipendenti.

Attivit agricole
principali

Che vi sia unattivit umana definibile come


CC Coltivazione del
attivit di produzione di beni, non essendo
fondo: quellattivisufficiente la mera raccolta dei frutti.
t rivolta allo sfrutta- Che il fondo assuma un ruolo di fattore produtmento delle energie
tivo e non di mero strumento per la conservanaturali della terra.
zione delle piante.
necessario
Sono indifferenti le modalit tecnico-organizzative con le quali il fondo coltivato.

Attivit agricole
principali

CC Selvicoltura: quellattivit rivolta alla produzione del legname. Si


richiede una complessa attivit di coltivazione e non una attivit meramente estrattiva.
CC Allevamento di animali: nellattuale formulazione della norma,
stato eliminato il riferimento al bestiame, abbandonando il principio
secondo cui lallevamento di animali, per essere qualificato come agricolo, non doveva essere disgiunto dalla terra e dal suo sfruttamento.
In tale prospettiva la qualifica di impresa agricola dovrebbe essere
riconosciuta a tutti gli allevamenti di animali, di qualsiasi tipo e genere
(inclusi lapicoltura, lavicoltura, gli allevamenti di animali in batteria,
da pelliccia, gli allevamenti di cani e di cavalli etc.).

Attivit agricole
per connessione

CC Attivit dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti prevalentemente ottenuti
dalla coltivazione del fondo o del bosco o dallallevamento di animali.
CC Attivit dirette alla fornitura di beni o servizi mediante lutilizzazione
prevalente di attrezzature o risorse dellazienda normalmente impiegate
nellattivit agricola esercitata, comprese le attivit di valorizzazione
del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed
ospitalit come definite dalla legge (es.: lagriturismo).

La connessione deve operare sul piano:


soggettivo: deve esserci identit tra chi eserciti lattivit agricola principale e chi eserciti quella
connessa;
oggettivo: tale connessione viene legislativamente individuata:
a) per le attivit di manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione, nella connessione con prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del
fondo o del bosco o dallallevamento di animali;
b) per le attivit dirette alla fornitura di beni o servizi, nella utilizzazione prevalente di attrezzature
o risorse dellazienda normalmente impiegate nellattivit agricola esercitata.
Caratteristiche dellimprenditore agricolo
Deve iscriversi nel Registro delle imprese, allinterno di una sezione speciale. Tale regime pubblicitario ha effetti dichiarativi.
Non obbligato a tenere le scritture contabili.
Non soggetto alle procedure concorsuali.

2.2 Imprenditore commerciale


Nozione: sono imprenditori commerciali coloro che non esercitano attivit agricola, ed in particolare
gli imprenditori che esercitano le attivit indicate nellart. 2195 c.c.

Le attivit indicate
dallart. 2195 c.c.

10

CC Attivit industriali: sono tutte le attivit dirette alla produzione di beni


o servizi, ossia quelle che si propongono la creazione di nuovi prodotti
attraverso la trasformazione di materie prime, nonch quelle che con
lorganizzazione di capitale e lavoro realizzino la predisposizione di servizi.
CC Attivit commerciali: sono le attivit intermediarie nella circolazione
di beni, ossia le imprese di somministrazione e le imprese svolgenti
attivit di intermediazione.
CC Attivit di trasporto: sono quelle che realizzano il trasferimento di
persone e/o di cose da un luogo allaltro per terra, aria, acqua.

Le attivit indicate
dallart. 2195 c.c.

CC Attivit bancarie: sono quelle attivit, riservate alle banche, che si


concretano nella raccolta di risparmio tra il pubblico e nellesercizio
del credito.
CC Attivit assicurative: sono quelle attivit che consistono nellesercizio
delle assicurazioni private.
CC Attivit ausiliarie alle precedenti: sono quelle attivit che agevolano
lesercizio delle attivit specificamente indicate o comunque sono legate
a queste da un rapporto di complementariet.

Statuto dellimprenditore commerciale:


obbligato a iscriversi nel Registro delle imprese (artt. 2188-2202 c.c. e art. 8, L. 29 dicembre
1993, n.580).
Pu servirsi di ausiliari (artt. 2203-2213 c.c.).
obbligato a tenere le scritture contabili (artt. 2214-2220 c.c.).
soggetto al fallimento e alle altre procedure concorsuali (art. 2221 c.c. e R.D. 267/1942).
Osservazioni
Nella categoria della impresa civile rientrerebbero quelle non classificabili come agricole (art. 2135
c.c.) o commerciali (art. 2195 c.c.) perch la loro attivit non implica limpiego di materie prime e
la loro trasformazione in nuovi beni (es.: estrazione di minerali, agenzie matrimoniali, investigative
etc.). Tali imprese non sarebbero sottoposte allo statuto commerciale dellimprenditore. La loro
ammissibilit fortemente discussa in dottrina.

3 Classificazione in relazione alle dimensioni

3.1 Piccolo imprenditore


Nozione: sono piccoli imprenditori il coltivatore diretto del fondo, lartigiano, i piccoli commercianti e
coloro che esercitano unattivit professionale organizzata con lavoro prevalentemente proprio e dei
componenti della propria famiglia (art. 2083 c.c.).

Coltivatore diretto
del fondo

CC Colui che coltiva il fondo col lavoro prevalentemente proprio o di


persone della sua famiglia (art. 1647 c.c.).
CC Colui che direttamente e abitualmente si dedica alla coltivazione dei
fondi ed allallevamento ed al governo del bestiame, sempre che la
complessiva forza lavorativa del nucleo familiare non sia inferiore ad 1/3
di quella occorrente per le normali necessit della coltivazione del fondo o
per lallevamento ed il governo del bestiame.
CC Colui che coltiva il fondo con il lavoro proprio e della propria famiglia,
semprech tale forza lavorativa costituisca almeno un terzo di quella
occorrente per le normali necessit di coltivazione del fondo, tenuto
conto, agli effetti del computo delle giornate necessarie per la coltivazione del fondo stesso, anche dellimpiego delle macchine agricole.

Imprenditore artigiano

CC Colui che esercita personalmente, professionalmente ed in qualit


di titolare, limpresa artigiana, assumendone la piena responsabilit
con tutti gli oneri ed i rischi inerenti alla sua direzione e gestione e
svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel
processo produttivo.

11

Imprenditore artigiano

CC Colui che svolge attivit di produzione di beni, anche semilavorati, o di


prestazioni di servizi, escluse le attivit agricole e le attivit di prestazione di
servizi commerciali, di intermediazione nella circolazione di beni o ausiliarie
di queste ultime, di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.
CC Colui che svolge lattivit precedente anche con la prestazione dopera di
personale dipendente (il cui numero varia da un minimo di 8 ad un massimo di 40) diretto personalmente dallimprenditore artigiano o dai soci.

Piccolo commerciante

CC Colui che, rispondendo ai caratteri di cui allart. 2083 c.c., svolge unattivit di intermediazione nella circolazione dei beni.

Statuto del piccolo imprenditore:


iscritto nella sezione speciale del Registro delle imprese e tale iscrizione ha funzione di certificazione anagrafica e di pubblicit notizia.
esonerato dalla tenuta delle scritture contabili.
Non pu essere sottoposto alla procedura fallimentare n alle altre procedure concorsuali, qualora
sia in possesso dei requisiti di non fallibilit previsti dallart. 1 L.F.
Osservazioni
Mutuando linsegnamento di autorevole dottrina, si pu aggiungere che la piccola impresa si differenzia dallimpresa medio-grande sotto il profilo delle dimensioni e dellorganizzazione interna:
dal primo punto di vista, perch la necessit della prevalenza del lavoro familiare limita il ricorso
a manodopera estranea e limpiego di capitali; dal punto di vista organizzativo, perch la piccola
impresa si incentra nella persona del titolare a tal punto che lattivit negoziale e prenegoziale posta
in essere nellesercizio dellimpresa stessa viene vanificata dalla sua morte o dalla sua sopravvenuta
incapacit, a differenza di quanto accade, invece, per limprenditore medio-grande (BUONOCORE).

4 Classificazione in relazione alla veste che limprenditore assume


allesterno

Impresa individuale

CC quella esercitata da una persona fisica.

Impresa collettiva

CC quella esercitata in comune da pi soggetti.


CC quella esercitata nellinteresse di pi persone.
CC quella che nella titolarit di pi soggetti.

In sintesi
Il concetto di imprenditore accolto dal legislatore allart. 2082 c.c. abbraccia ogni forma di attivit produttiva organizzata, quale che sia la natura, la dimensione o lo scopo dellattivit stessa.
Proprio in considerazione dellampiezza del concetto, nel codice possono identificarsi tre criteri di
classificazione dellimprenditore e della sua attivit:
un criterio qualitativo, che si rif alla pi antica classificazione tra le attivit imprenditoriali e
cio quella tra imprenditore agricolo e imprenditore commerciale;
un criterio quantitativo, che ha riguardo alle dimensioni dellattivit imprenditoriale distinguendo
le figure del piccolo imprenditore e grande imprenditore;
un criterio personale, che tiene conto del numero dei soggetti che esercitano e dirigono
limpresa, distinguendo tra imprenditore individuale (che pu, comunque, avvalersi dellopera
di collaboratori) e imprenditore collettivo o societ (art. 2247 c.c.).

12

Capitolo

Il registro delle imprese

1 Generalit

Il registro delle imprese lo strumento di pubblicit legale disposto dallart. 2188 c.c., attraverso il
quale il legislatore ha inteso fornire la possibilit di acquisire informazioni sui dati e i fatti salienti delle
imprese e quanti vengono in contatto con esse.
Trattasi di un pubblico registro, sottoposto al controllo di un giudice a ci delegato dal presidente di
ciascun Tribunale.
Il Registro delle imprese stato effettivamente istituito con la L. 29-12-1993, n. 580 e successivo regolamento di attuazione D.P.R. 581/1995, che ha preposto alla tenuta del registro un apposito Ufficio
istituito presso la Camera di commercio, ed ha esteso lobbligo di iscrizione agli imprenditori agricoli,
ai piccoli imprenditori, alle societ semplici ed alle imprese artigiane. Liscrizione, per tali soggetti, ha
solo funzione di certificazione anagrafica e di pubblicit notizia, eccetto che per gli imprenditori agricoli
per i quali, il D.Lgs. 228/2001, ha previsto lefficacia di opponibilit ai terzi.

2 Disciplina

Il codice impone per liscrizione nel Registro delle imprese le seguenti formalit:

Soggetti obbligati
alliscrizione

CC Lobbligo di iscrizione incombe sullimprenditore commerciale, sulle


societ, anche se non hanno ad oggetto unimpresa commerciale,
sugli enti pubblici aventi come oggetto esclusivo o principale unattivit commerciale, sui consorzi con attivit esterna.

Atti soggetti alliscrizione

CC Sono soggetti alliscrizione tutti gli atti e i fatti che concernono i


momenti pi importanti della vita dellimpresa (dal sorgere, alle
modificazioni e trasformazioni, fino allestinzione). Tutti gli atti da
depositare al registro delle imprese, formati a partire dal 15 gennaio
2009 (data di entrata in vigore del D.P.C.M. 10 dicembre 2008),
dovranno essere predisposti in formato Pdf/A. Si tratta di un formato
creato apportando delle restrizioni alle funzionalit del formato Pdf,
che consente larchiviazione elettronica dei documenti in modo da
garantirne la salvaguardia per periodi di tempo prolungati.

Modalit delliscrizione

CC Liscrizione avviene su domanda dellinteressato ma, essendo


obbligatoria, pu essere eseguita anche di ufficio: in ogni caso
sottoposta al sindacato di legittimit da parte del giudice, diretto ad
accertare lesistenza delle condizioni richieste dalla legge.

Il D.L. 185/2008 (cd. decreto anticrisi), conv. in L. 2/2009, al fine di ridurre i costi amministrativi sostenuti dalle imprese, ha previsto che le societ, al momento delliscrizione nel Registro delle imprese,
dovranno dotarsi obbligatoriamente di un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) prevedendo,
quindi, modalit di comunicazione e consultazione dei dati ad essa relativi in forma elettronica.

13

3 Efficacia

Liscrizione ha efficacia

CC Positiva, nel senso che i terzi non possono opporre lignoranza dei
fatti iscritti, che si presumono ad essi noti.
CC Negativa, nel senso che i fatti non iscritti non sono, invece, opponibili ai terzi (a meno che non si provi che i terzi stessi ne erano
a conoscenza).

Una volta avvenuta liscrizione, la presunzione di conoscenza assoluta (juris et de jure); in caso di
mancata iscrizione, invece, vi solo una presunzione relativa di ignoranza del terzo ( ammessa,
cio, la prova contraria).
Differenze
Lefficacia delliscrizione, di regola, solo dichiarativa, poich si esaurisce nel campo dellopponibilit
ai terzi degli atti e dei fatti iscritti i quali, appunto, sono opponibili ai terzi anche nel caso in cui essi
diano prova di non conoscenza. In alcuni casi particolari, tuttavia, lefficacia costitutiva, come per le
societ di capitali e le societ cooperative, che solo con liscrizione nel registro acquistano personalit
giuridica (art. 2331 c.c.). Per le societ semplici, il piccolo imprenditore e limprenditore agricolo
liscrizione, invece, ha funzione di mera pubblicit-notizia, avente lo scopo di rendere determinati
fatti conoscibili ai terzi, senza per che la sua omissione incida sulla loro validit ed opponibilit.

4 Le modalit di funzionamento previste dalle leggi speciali

Le novit introdotte dallart. 8 della L. 580/1993

CC Istituzione di quattro sezioni speciali del registro, nelle quali sono


iscritti i piccoli imprenditori, gli imprenditori agricoli e le societ semplici
ed annotate le imprese artigiane. Sono stati cos attratti nel registro anche soggetti per i quali il codice civile non prevede lobbligo di iscrizione.
CC Automazione del registro secondo tecniche informatiche e telematiche, in quanto la predisposizione, la tenuta, la conservazione e la
gestione di esso devono avvenire secondo tecniche informatiche.

Il D.L. 7/2007, conv. in L. 40/2007, ha introdotto la comunicazione unica per la nascita e lavvio di
impresa, che vale come assolvimento della maggior parte degli adempimenti amministrativi previsti
per liscrizione al registro delle imprese e, se sussistono i presupposti di legge, vale anche ai fini
previdenziali, assistenziali, fiscali e per lottenimento del codice fiscale e della partita Iva. Si tratta di
una semplificazione affidata ad una procedura informatica attraverso la quale le imprese possono
diventare operative in un giorno e assolvere gli adempimenti dichiarativi verso il registro delle imprese,
lInps, lInail e lAgenzia delle entrate mediante la presentazione di un modello informatico unificato.
Le regole tecniche di attuazione della comunicazione unica, divenuta obbligatoria dal 1 aprile 2010,
sono state definite con D.P.C.M. 6 maggio 2009.

5 La Segnalazione certificata di inizio attivit (SCIA)

Ulteriori misure di semplificazione in vista dellesercizio di un attivit economica sono state introdotte,
in un primo momento, dal D.Lgs. 59/2010 (di attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi
nel mercato interno), le cui disposizioni si applicano a qualunque attivit economica, di carattere
imprenditoriale o professionale, svolta senza vincolo di subordinazione, diretta allo scambio di beni o
alla fornitura di altra prestazione anche a carattere intellettuale.
In virt di tale decreto, per avviare unattivit economica sarebbe stato sufficiente presentare al nuovo
sportello unico per le attivit produttive o alle Camere di commercio la dichiarazione di inizio di attivit
per lavvio dellesercizio, in luogo dellautorizzazione delle autorit competenti. Tale dichiarazione doveva essere comunicata alla Pubblica Amministrazione e, decorsi trenta giorni dalla comunicazione,
il privato poteva dare inizio allattivit oggetto della dichiarazione.

14

Da ultimo, per, il D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010, ha riformulato interamente lart. 19 della L.
241/1990, sostituendo la Dichiarazione di inizio attivit (DIA), con la Segnalazione certificata di
inizio attivit (SCIA).
CC ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o
nulla osta comunque denominato, comprese le domande per le iscrizioni in
albi o ruoli richieste per lesercizio di attivit imprenditoriale, commerciale o
artigianale il cui rilascio dipenda esclusivamente dallaccertamento di requisiti
e presupposti richiesti dalla legge o da atti amministrativi a contenuto generale,
e non sia previsto alcun limite o contingente complessivo o specifici strumenti
di programmazione settoriale per il rilascio degli atti stessi, sostituito da una
segnalazione dellinteressato (SCIA);
CC la SCIA deve essere corredata dalle dichiarazioni sostitutive di certificazioni
e dellatto di notoriet;
CC lattivit pu essere iniziata immediatamente dalla data di presentazione
Le nuove regole
della segnalazione allamministrazione competente;
prevedono che:
CC in caso di accertata carenza dei requisiti necessari ed entro il termine di 60
giorni dal ricevimento della SCIA, lamministrazione competente adotta motivati
provvedimenti con cui dispone il divieto di proseguire lattivit e la rimozione
degli eventuali effetti dannosi. Linteressato pu evitare tali provvedimenti
conformando alla normativa vigente lattivit ed i suoi effetti entro un termine
fissato dallamministrazione, in ogni caso non inferiore a 30 giorni;
CC decorso il termine dei 60 giorni dalla SCIA, allamministrazione consentito
intervenire solo in presenza di pericolo attuale di un danno grave e irreparabile per il patrimonio artistico e culturale, per lambiente, per la salute, per
la sicurezza pubblica o la difesa nazionale e previo motivato accertamento
dellimpossibilit di tutelare comunque tali interessi mediante conformazione
dellattivit dei privati alla normativa vigente.
Sono esclusi dalla disciplina sulla SCIA i casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o
culturali e gli atti rilasciati dalle amministrazioni preposte alla difesa nazionale, alla pubblica sicurezza,
allimmigrazione, allasilo, alla cittadinanza, allamministrazione della giustizia, allamministrazione delle
finanze, ivi compresi gli atti concernenti le reti di acquisizione del gettito anche derivante dal gioco,
nonch quelli imposti dalla normativa comunitaria. Dal contenuto dellart. 19 della L. 241/1990, nel testo
oggi vigente, risulta evidente linammissibilit dellistituto della SCIA nei casi in cui, ai fini dellavvio di
unattivit, la disciplina di settore disponga la necessit di strumenti di programmazione. Con riferimento
alle attivit commerciali, detti strumenti di programmazione sono previsti: per le aperture degli esercizi di
somministrazione di alimenti e bevande; per lavvio delle attivit di vendita sulle aree pubbliche; per lavvio
dellattivit nelle strutture di vendita denominate medie strutture, grandi strutture e centri commerciali.
Di conseguenza, resta ferma la necessit dellautorizzazione nei suddetti casi.
In sintesi
Numerose modifiche sono intervenute nel sistema di pubblicit previsto dalla L. 580/1993.
La principale novit consistita nellassorbimento in ununica sezione speciale delle quattro precedentemente esistenti (per gli imprenditori agricoli, i piccoli imprenditori, le societ semplici e gli
artigiani). stata inoltre successivamente istituita unapposita sezione speciale relativa alle societ
tra avvocati, previste dal D.Lgs. 96/2001, con funzione di pubblicit notizia.
Le domande, le denunce e gli atti che le accompagnano, che devono essere depositate allufficio
del registro delle imprese dai soggetti obbligati, ad esclusione di quelle presentate dagli imprenditori
individuali e dagli iscritti nel REA (repertorio economico amministrativo), devono essere presentate obbligatoriamente attraverso una modulistica elettronica e sottoscritte con firma digitale tramite il sistema
di smart-card fornita dagli Uffici del registro delle imprese, presso le rispettive Camere di Commercio.

15

Note:

Capitolo

limprenditore e i suoi ausiliari

1 Generalit

Nello svolgimento della sua attivit, limprenditore pu avvalersi della collaborazione di altri soggetti,
che possono coadiuvarlo dallesterno ed in maniera autonoma, ovvero dallinterno dellimpresa ed in
posizione di dipendenza dallimprenditore.
CC Ausiliari subordinati:
legati allimprenditore
da un rapporto di lavoro
subordinato

Ausiliari dellimprenditore

Institori:

sono persone preposte


dal titolare allesercizio di unimpresa commerciale o di una sede
secondaria o di un ramo particolare
dellimpresa (artt. 2203-2208 c.c.).
Procuratori: sono coloro i quali, in
base ad un rapporto continuativo,
possono compiere per limprenditore
gli atti pertinenti allesercizio dellimpresa, pur non essendovi preposti
(art. 2209 c.c.).
Commessi: sono coloro che esercitano attivit subordinata di concetto
o di ordine, estranea per a funzioni
direttive (artt. 2210-2213 c.c.).

CC Ausiliari autonomi: legati allimprenditore da un rapporto di prestazione dopera (es.: mandato, commissione, contratto di spedizione,
mediazione, contratto di agenzia).

Institore

2 Ausiliari subordinati
CC lalter ego dellimprenditore, al quale risponde del suo operato.
CC Risponde dellosservanza delle disposizioni in materia di iscrizione
nel Registro delle imprese e di tenuta dei libri contabili (art. 2205
c.c.).
CC Ha ampi poteri gestionali e rappresentativi inerenti alla sua funzione
che non richiedono una procura espressa.
CC Pu svolgere tutte le attivit rientranti nel normale esercizio dellimpresa (non pu per alienare o ipotecare gli immobili del preponente
in quanto tali atti importano una trasformazione dellimpresa).
CC Ha la rappresentanza sostanziale dellimprenditore.
CC Ha la rappresentanza processuale necessaria collegata con i poteri
sostanziali che per legge o per procura gli sono attribuiti.
CC Ha lobbligo di dichiarare a terzi che agisce nel nome e per conto
del preponente.
CC Non pu nominare altri institori.
CC Non pu essere preposto ad una piccola impresa.

17

Procuratore

CC un rappresentante generale dellimprenditore, incaricato di specifiche mansioni che si possono concretare solo in una serie di atti
particolari relativi ad un determinato settore dellimpresa (COSTI,
CAMPOBASSO).
CC Non ha obblighi inerenti alle iscrizioni nel Registro delle imprese.
CC Non ha obblighi di tenuta delle scritture contabili.
CC Non ha la rappresentanza processuale dellimprenditore.

CC Possono essere preposti alla vendita nei locali dellimpresa


(commessi di negozio).
CC Possono essere incaricati della vendita da piazza a piazza (commessi viaggiatori).
CC Possono compiere gli atti che ordinariamente comporta la specie
di operazioni di cui sono incaricati (art. 2210 c.c.).
CC Non possono esigere il prezzo di merci non consegnate, n
concedere dilazioni o sconti che non siano duso (art. 2210 c.c.).
Commessi

CC Non possono derogare alle condizioni generali di contratto o alle


clausole stampate sui moduli dellimpresa senza una speciale
autorizzazione scritta (art. 2211 c.c.).
CC Possono ricevere per conto dellimprenditore le dichiarazioni
che riguardano lesecuzione dei contratti ed i reclami inerenti le
inadempienze contrattuali (art. 2212 c.c.).
CC Possono chiedere provvedimenti cautelari nellinteresse dellimprenditore (art. 2212 c.c.).
CC Non possono esigere il prezzo delle merci vendute fuori dai locali
di vendita, n nei locali stessi se alla riscossione destinata
unapposita cassa (art. 2213 c.c.).

In sintesi
Limpresa in quanto rappresenta unorganizzazione economica soprattutto unorganizzazione
di lavoro che presuppone nel suo ambito una distribuzione di funzioni e competenze regolate da
un principio gerarchico.
Ci spiega il dettato dellart. 2086 c.c.: limprenditore il capo dellimpresa e da lui dipendono
gerarchicamente i suoi collaboratori.
Tra limprenditore e i suoi collaboratori si instaura un rapporto di lavoro subordinato, nellambito del
quale limprenditore assume funzioni di direzione e controllo.
Principali figure di ausiliari subordinati sono linstitore, i procuratori ed i commessi, tutti forniti di poteri
rappresentativi che non derivano dalla presenza e dalla validit di una procura, ma costituiscono
leffetto naturale di una determinata collocazione nella struttura imprenditoriale. Si parla, infatti, in
tal caso, di rappresentanza commerciale.

18

Capitolo

lazienda

1 Nozione

Limprenditore, di regola, esercita lattivit di impresa servendosi di beni materiali quali macchinari,
locali ecc., di prestazioni di servizi ed anche di beni immateriali come brevetti, marchi di impresa, concessioni ecc. Il legislatore, a tal proposito, definisce lazienda come il complesso dei beni organizzati
dallimprenditore per lesercizio dellimpresa (art. 2555 c.c.).
Osservazioni
Lazienda costituita da elementi tra loro eterogenei cui conferita, per, unitariet di indirizzo:
, quindi, la destinazione allesercizio dellimpresa che accomuna tutti gli elementi appartenenti
allazienda; tale destinazione , allo stesso tempo, condizione sufficiente a qualificare un bene
come aziendale.
Non conta, quindi, che limprenditore sia proprietario del bene: ogni bene, pervenuto allimprenditore
a qualsiasi titolo (ad es., affitto per i locali, leasing per i macchinari), purch effettivamente destinato
allimpresa, diviene aziendale.
Lazienda , quindi, un complesso di beni che si pone in rapporto di strumentalit allimpresa,
concepita, invece, dal diritto come unattivit.

2 Natura giuridica
CC Concezione organica o unitaria: si considera lazienda come un
autonomo ed unitario oggetto di diritto e la si identifica con figure
caratteristiche del diritto privato (universalit, patrimonio autonomo,
bene immateriale) (COTTINO, FERRARA).

Natura giuridica
CC Concezione atomistica: si ritiene che lazienda sia priva di unautonoma identit e che oggetto di diritto siano i singoli beni che la
costituiscono (AULETTA, GALGANO).

3 Elementi costitutivi

Sono elementi costitutivi dellazienda i beni che la compongono.

Caratteri

CC Organizzazione: il nesso di interdipendenza che collega i vari beni


che compongono lazienda, in modo da renderla idoneo strumento
per il perseguimento del fine produttivo.
CC Avviamento: il plusvalore che acquistano i beni come complesso
rispetto al valore che hanno come singole individualit. quindi la
capacit dellazienda di produrre profitti. Lordinamento tutela lavviamento in maniera diretta (L. 392/1978) ed indiretta (repressione della
concorrenza sleale, tutela dei segni distintivi etc.).

19

CC Clientela: viene definita dalla dottrina come linsieme dei destinatari


dei beni o servizi prodotti che riesce ad accaparrarsi e a conservare
il singolo imprenditore. , in pratica, espressione ed indice di misura
dellavviamento.

Caratteri

4 Trasferimento dellazienda

Nozione: si ha trasferimento dazienda solo allorquando il complesso dei beni trasferiti , di per s solo,
idoneo ad un esercizio dimpresa; ci non toglie che limprenditore possa cedere i singoli beni di cui si
compone lazienda, ma in tal caso non trover applicazione la disciplina di cui agli artt. 2556 e ss. c.c.
CC Inter vivos
Tipi di trasferimento

Trasferimento

della propriet: vendita (art.


2558 c.c.), donazione, permuta o conferimento in societ.

Costituzione di un diritto reale o personale di


godimento: usufrutto (art. 2560 c.c.) e affitto
(art. 2562 c.c.).
CC Mortis causa

Forma del trasferimento

CC Per le imprese soggette a registrazione, i contratti che hanno per


oggetto il trasferimento della propriet o il godimento dellazienda
necessitano della forma scritta ad probationem, salva losservanza
delle forme stabilite dalla legge per la particolare natura del contratto o dei singoli beni che compongono lazienda (art. 2556 c.c.).
Tali contratti, se redatti con atto pubblico o con scrittura privata
autenticata, dovranno essere iscritti nel Registro delle imprese.
Ci comporta limpossibilit di iscrivere quei contratti stipulati con
forme diverse da quelle suindicate e la inopponibilit ai terzi dellavvenuto trasferimento.
CC Divieto di concorrenza: il trasferimento dellazienda comporta per
lalienante lobbligo di astenersi dalliniziare una nuova impresa che
possa, per le sue caratteristiche, sviare la clientela dellazienda
ceduta (art. 2557, co. 1, c.c.).
Tale obbligo pu tuttavia essere escluso o ampliato dalle parti, non
oltre per il limite temporale dei 5 anni (art. 2557, co. 2, c.c.).

Effetti del trasferimento

20

CC Successione nei contratti: in seguito al trasferimento dellazienda,


e salvo diversa volont delle parti, lacquirente subentra nei contratti
stipulati per lesercizio dellazienda, a condizione che non abbiano
carattere personale (art. 2558, co. 1, c.c.).
Tale automatica successione si verifica indipendentemente dal
consenso del contraente ceduto; questultimo potr, per, recedere
dal contratto in presenza di una giusta causa.
La successione dellacquirente trova una particolare applicazione
in specifiche norme, quali:
art. 2112 c.c., per i contratti di lavoro;
art. 2610 c.c., per il contratto di consorzio;
art. 132 L. 633/1941 sul diritto di autore;
art. 36 L. 392/1978 in tema di locazione di immobili urbani non
adibiti ad abitazione.

Osservazioni
La legge prevede unapplicazione specifica del fenomeno della successione automatica nei contratti
stipulati nellesercizio dellazienda in materia di contratti di lavoro. Lart. 2112 c.c., infatti, al fine
di garantire la tutela dei diritti dei lavoratori e la continuit occupazionale, prevede che, in caso di
trasferimento dellazienda, il preesistente rapporto di lavoro continua con lacquirente, per cui il
lavoratore conserva tutti i diritti che ha gi acquistato in precedenza. Inoltre, lart. 2112 c.c. precisa
che loperazione di trasferimento dellazienda non costituisce di per s motivo di licenziamento,
facendo salva la facolt dellalienante di esercitare il recesso secondo la normativa in materia di
licenziamenti.

Effetti del trasferimento

CC Crediti relativi allazienda ceduta: previsto lautomatico


passaggio dei crediti allacquirente dellazienda. Alla procedura
prevista dal diritto comune (art. 1264 c.c.), che dispone lopponibilit ai terzi (debitori) della cessione del credito dal giorno della
notifica al debitore o della sua accettazione, se ne aggiunge una
notevolmente pi semplice: lopponibilit, infatti (anche in mancanza di notifica o accettazione del debitore) consegue alliscrizione
del trasferimento aziendale nel registro delle imprese. Tuttavia, il
debitore che paghi in buona fede allalienante liberato;
CC Debiti relativi allazienda ceduta: lalienante liberato dai debiti
relativi allazienda ceduta solo se i creditori vi acconsentono. Per
le aziende commerciali, se i debiti risultano dai libri contabili obbligatori, cedente e cessionario sono obbligati in solido per il loro
pagamento (art. 2560 c.c.).

Osservazioni
Assolutamente pacifica, sia in dottrina che in giurisprudenza, lopinione che possa formare
oggetto di disposizione anche solo un ramo dellazienda, che consiste in un settore particolare
di essa dotato di organicit operativa. necessario, in tal caso, che loggetto del trasferimento
conservi lunit funzionale propria dellazienda; in altre parole, che sia di per s potenzialmente
idoneo ad essere utilizzato per lesercizio di una determinata attivit dimpresa, anche diversa
da quella dellalienante.

5 Usufrutto e affitto dazienda

Particolari norme (artt. 2561 e 2562 c.c.) sono dettate per lipotesi dellusufrutto e dellaffitto dellazienda, norme che, modificando parzialmente la disciplina generale dei rispettivi istituti (artt. 978 ss. c.c.; artt.
1615 ss. c.c.), attribuiscono allusufruttuario e allaffittuario una serie di poteri-doveri (CAMPOBASSO).
Usufruttuario ed affittuario hanno lobbligo di:
esercitare lazienda sotto la ditta che la contraddistingue;
gestirla senza modificarne la destinazione;
ricostituire le normali dotazioni e sostituire gli impianti deteriorati dalluso.
Il legislatore, quindi, interviene a tutelare linteresse del trasferente a che sia preservata lintegrit
funzionale della sua azienda.
Nei confronti del nudo proprietario e del concedente il divieto di concorrenza limitato alla durata
dellusufrutto e dellaffitto (art. 2557, co. 4, c.c.).

21

In sintesi
Lazienda il complesso dei beni organizzati dallimprenditore per lesercizio dellimpresa (art.
2555 c.c.).
Non conta che limprenditore sia proprietario del bene; ogni bene, pervenuto allimprenditore a
qualsiasi titolo, purch effettivamente destinato allimpresa, diviene aziendale.
Lazienda caratterizzata da un complesso di beni organizzati in funzione di uno scopo produttivo:
i singoli beni che compongono lazienda hanno un determinato valore;
se coordinati ed organizzati per lesercizio aziendale in modo da produrre profitti, gli stessi beni
hanno un valore generalmente superiore rispetto a quello individuale.
Il maggior valore che tali beni acquistano quando sono organizzati prende il nome di avviamento
dellazienda e trova espresso riconoscimento nel codice civile (art. 2424).
Limprenditore nella veste di titolare dellazienda pu trasferire a terzi sia i singoli elementi dellazienda, sia lazienda nel suo complesso.
Questultimo tipo di trasferimento pu aversi sia per atto tra vivi nelle forme specificamente
disciplinate di vendita (art. 2558 c.c.), usufrutto (art. 2561 c.c.), affitto (art. 2562 c.c.) o secondo le
regole generali per donazione, permuta, conferimento in societ sia mortis causa.
Gli effetti del trasferimento di azienda sono:



la successione nei contratti;


i crediti relativi allazienda ceduta;
i debiti relativi allazienda ceduta;
il divieto di concorrenza.

Infine, lazienda pu anche essere costituita in usufrutto (art. 2561 c.c.) o concessa in affitto (art.
2562 c.c.).

Note:

22

Capitolo

i segni distintivi
dellimprenditore

1 Generalit

Sono segni distintivi dellimpresa quegli elementi che hanno la funzione di identificare un determinato
imprenditore, un determinato luogo dove si esercita limpresa, un determinato prodotto e contribuire,
quindi, ad orientare le scelte dei consumatori determinando la formazione e conservazione della clientela
(CAMPOBASSO). I segni distintivi fondamentali sono la ditta, linsegna e il marchio.

2 Ditta

Nozione: il nome sotto il quale limprenditore individuale svolge la sua attivit.


CC Principio della verit: la ditta deve contenere almeno il cognome o la
sigla dellimprenditore medesimo (art. 2563 c.c.).

Caratteri

CC Principio della novit: la ditta deve essere in grado di caratterizzare


limpresa, differenziandola da altre similari (art. 2564 c.c.).

Tutela

CC Limprenditore pu pretendere da chi abbia posteriormente adottato una


ditta uguale o simile alla sua, che questi la differenzi, mediante modifiche o
integrazioni, tali da evitare confusione (azione di usurpazione e contraffazione). Limprenditore pu pretendere il risarcimento dei danni se da parte
dellaltro imprenditore ci sia stato dolo o colpa nelluso della propria ditta.

Trasferimento

CC Deve avvenire coevamente al trasferimento dellazienda (art. 2565 c.c.).


La ditta rimane immodificata, salvo luso, diffusosi nella prassi, di stampigliare sotto il nome della ditta trasferita anche quello del successivo
imprenditore, in applicazione del principio della verit.

3 Insegna

Nozione: il segno distintivo dei locali nei quali si svolge lattivit dellimprenditore.
Tutela

CC Solo quando linsegna non generica, ma ha capacit distintiva, sono


applicabili le stesse norme previste per la tutela della ditta (art. 2568 c.c.).

4 Marchio

4.1 Nozione e generalit


Nozione: il segno distintivo dei prodotti e delle merci. Il marchio, prima regolamentato dalla cd.
legge marchi (R.D. 929/1942), attualmente regolato, oltre che dal codice civile (artt. 2569-2574),
dal Codice della propriet industriale (C.P.I.) approvato con il D.Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30 (da
ultimo modificato dal D.Lgs. 13-8-2010, n. 131) e dal relativo Regolamento di attuazione, approvato
con D.M. 13 gennaio 2010, n. 33.

23

Classificazione
del marchio

CC In relazione alla forma

Nominativi.
Denominativi.
Figurativi o emblematici.
Misti o composti.

CC In relazione alloggetto

Di servizio.
In senso stretto.

CC In relazione ai soggetti che


li utilizzano

Di fabbrica.
Di commercio.
Individuale.
Collettivo o di

categoria (art.

2570 c.c.).
CC Originalit (si distinguono in proposito i marchi deboli da quelli
forti).
CC Verit.
Requisiti di validit

CC Novit.
CC Conformit alla legge, allordine pubblico e al buon costume.
CC Mancata violazione dei diritti esclusivi dei terzi (dautore, di propriet industriale etc.).

Osservazioni
Qualora difettino gli anzidetti requisiti di validit, il marchio nullo (art. 25 C.P.I.).
Nei casi di marchio registrato che difetti del requisito della novit ovvero che violi un altrui diritto
di autore, di propriet industriale o altro diritto esclusivo di terzi, per, prevista unipotesi di
convalidazione, in quanto la nullit non pu pi essere dichiarata quando esso sia stato registrato
in buona fede ed il suo pubblico uso sia stato consapevolmente tollerato per cinque anni senza
contestazioni (art. 28 C.P.I.).

4.2 Uso del marchio


Ciascun imprenditore ha diritto di avvalersi in modo esclusivo del marchio (art. 2569 c.c.).

Il diritto alluso pu acquisirsi

24

CC Con la registrazione presso lUfficio Italiano Brevetti e Marchi o


le Camere di commercio. Il diritto di uso esclusivo dura 10 anni
ed rinnovabile illimitate volte.
CC Con luso di fatto, che consente a colui che ha fatto uso di un
marchio non registrato di continuare ad utilizzarlo, nonostante
laltrui registrazione, nei limiti in cui anteriormente se ne avvalso
(art. 2571 c.c.).

4.3 Tutela giudiziale del marchio


CC Lazione di rivendicazione (art. 118 C.P.I.).

Il titolare
di un marchio registrato
pu esercitare

CC Lazione di usurpazione e di contraffazione. Con lazione di contraffazione il danneggiato, titolare della privativa industriale, pu
proporre diverse domande: di accertamento delluso esclusivo
del segno distintivo violato, di inibitoria, di distruzione degli oggetti contraffatti, di risarcimento del danno, di pubblicazione della
sentenza. Prima della proposizione dellazione di contraffazione
o, eventualmente, pendente la causa, il soggetto danneggiato
pu richiedere provvedimenti di natura cautelare, come la descrizione, il sequestro e linibitoria. Il D.Lgs. 131/2010 ha introdotto,
tra le misure di tutela giurisdizionale della propriet industriale,
la consulenza tecnica preventiva, strumento processuale utile
nel caso in cui il titolare di un brevetto sia incerto sulla violazione
di esso e voglia conseguire un rapido accertamento tecnico sulla
sussistenza e violazione del diritto.
CC Lazione di concorrenza sleale.
CC Lazione di risarcimento del danno (art. 125 C.P.I.).

Il D.M. 13 gennaio 2010, n. 33 (Regolamento di attuazione del Codice della propriet industriale) ha
disciplinato dettagliatamente le modalit di applicazione delle norme sul procedimento di opposizione,
che un procedimento amministrativo la cui decisione deve essere messa entro 24 mesi dal deposito
del relativo atto. Prima del decreto in esame, invece, la contestazione di un marchio in conflitto (o
di un segno registrato senza il consenso dellavente diritto) passava necessariamente attraverso un
procedimento giurisdizionale ordinario.

4.4 Trasferimento del marchio

Pu
CC Cessione a titolo definitivo
Modalit

aversi indipendentemente
dalla cessione di altri elementi
aziendali.

Pu essere parziale.
Non deve essere ingannevole nei
confronti dei terzi.

CC Licenza: una concessione in godimento temporaneo anche


non esclusiva.
CC Merchandising: la concessione in uso a terzi di un marchio
celebre.

25

Note:

Capitolo

i diritti di privativa

1 Diritto dautore

Nozione: un diritto assoluto, che ha ad oggetto beni immateriali (opere dellingegno di carattere
creativo che appartengono alla scienza, alla letteratura, alla musica etc., art. 2575 c.c.).

imprescrittibile e inalienabile.
Lautore, senza limiti di tempo,

si
pu opporre alle deformazioni della
sua opera.

Diritto morale dautore

CC il diritto inerente alla


paternit dellopera

Senza il consenso dellautore lopera


non pu essere pubblicata durante la
sua vita, neppure per ragioni di pubblica utilit (diritto di inedito).

Lautore pu sempre modificare lopera e per gravi motivi pu ritirarla dal


commercio.

Il diritto alienabile.
Si trasmette agli eredi o aventi causa.
suscettibile di pegno o di sequestro.
Lautore pu concedere ad altra perDiritto patrimoniale dautore

CC il diritto di pubblicare
lopera e di utilizzarla
economicamente

sona (cd. editore) il diritto di pubblicare


lopera, per proprio conto ed a proprie
spese, mentre leditore si obbliga a
riprodurre lopera ed a metterla in
vendita (contratto di edizione).

La

protezione dura per tutta la vita


dellautore e per altri 70 anni dopo
la morte.

Tutela del diritto


morale

CC Azione a difesa della paternit dellopera.


CC Azione a difesa dellintegrit dellopera.
CC Azione di accertamento del diritto dautore per prevenirne violazioni.

Tutela del diritto


patrimoniale

CC Azione di interdizione delle violazioni, diretta ad impedire la continuazione o la ripetizione di una violazione del diritto dautore gi
verificatasi.

27

2 Diritto di inventore e brevetto

2.1 Diritto dinventore


Nozione: il diritto che tutela le invenzioni industriali, cio quei ritrovati e metodi idonei a trovare
applicazione industriale. Si tratta perci di idee creative che appartengono al campo della tecnica.
La materia regolata dagli artt. 2584-2591 c.c. e dal Codice della propriet industriale.
Affinch un ritrovato possa essere considerato invenzione industriale deve avere i seguenti caratteri:



industrialit (idoneit ad avere una applicazione industriale);


novit intrinseca (capacit di incrementare il patrimonio tecnico preesistente);
novit estrinseca (mancata divulgazione dellopera);
liceit.

Diritto morale di inventore: il diritto di essere riconosciuto autore dellinvenzione, per il solo fatto
di averla scoperta.
Diritto patrimoniale dinventore: il diritto di sfruttamento economico delle invenzioni; sorge solo
in seguito alla loro brevettazione.
Al concetto di invenzione industriale la legge riconduce anche i cd. modelli di utilit ed i modelli e
disegni industriali registrati (artt. 2592-2594 c.c.; artt. 82-86 e 31-44 C.P.I.).

2.2 Brevetto
Nozione: il mezzo per rendere di pubblico dominio linvenzione e per consentire allinventore di trarre
profitto dalla stessa. Fino al 30 giugno 2008, la procedura nazionale italiana non prevedeva esame di
merito per le domande di brevetto nazionale, ma lesame veniva condotto esclusivamente sulla verifica
della conformit dellinvenzione o del modello alla tipologia di legge e della sua liceit.
Il D.M. 27 giugno 2008 del Ministro dello sviluppo economico, invece, ha previsto che lUfficio Europeo Brevetti, per conto dellUfficio Italiano Brevetti e Marchi, effettuer sulle domande di brevetto per
invenzione industriale lesame di novit e attivit inventiva ed emetter unopinione scritta. LUfficio
Italiano Brevetti e Marchi invier al richiedente lopinione scritta dellUfficio Europeo Brevetti e proceder, tenendo conto della valutazione dellEPO, allesame della domanda.
CC Spetta allautore e ai suoi aventi causa.
CC trasferibile sia inter vivos che mortis causa e pu essere concesso
in licenza anche non esclusiva.
Disciplina

CC espropriabile.
CC Dura limitatamente (20 anni dal deposito della domanda di concessione).
CC Decade se linvenzione non viene attuata entro 2 anni dalla sua
concessione.

Il D.M. 13 gennaio 2010, n. 33 (Regolamento di attuazione del Codice della propriet industriale) ha
semplificato le procedure relative alle domande di brevetto nazionali, europee e internazionali e ai
marchi. Per quanto riguarda le domande nazionali di brevetto, ha previsto che sono depositate presso
le Camere di commercio e devono essere trasmesse, dopo aver svolto determinate formalit, allUfficio
Italiano brevetti e marchi entro i 10 giorni successivi al deposito, con un servizio postale espresso che
ne attesti la tempestiva ricezione. Il deposito pu essere effettuato anche per via telematica.

2.3 Invenzioni del prestatore di lavoro


Nozione: a norma dellart. 2590 c.c., il prestatore di lavoro ha diritto di essere riconosciuto autore
dellinvenzione fatta nello svolgimento del rapporto di lavoro.

28

Pertanto, mentre il diritto morale alla paternit dellopera resta allinventore, il diritto patrimoniale al
rilascio del brevetto ed alla sua utilizzazione , invece, tendenzialmente attribuito al datore di lavoro.
Il C.P.I. (art. 64) prevede tre distinte fattispecie per lipotesi di invenzioni realizzate dai dipendenti:
invenzioni di servizio: fatte dal prestatore dopera subordinata nella esplicazione di unattivit inventiva prevista come oggetto del rapporto ed a tale scopo retribuita: esse appartengono de iure
al datore di lavoro mentre allinventore spetta soltanto il diritto di essere riconosciuto autore e non
un ulteriore compenso;
invenzioni di azienda: realizzate dal prestatore dopera subordinata nellesecuzione di un rapporto di
lavoro in cui non prevista una retribuzione in compenso dellattivit inventiva e di cui questultima
non costituisce oggetto. Anche in tal caso i diritti patrimoniali spettano al datore di lavoro, mentre
allinventore spetta, salvo sempre il diritto ad essere riconosciuto autore, un equo premio. Il
D.Lgs. 131/2010 ha introdotto una rilevante modifica alla disciplina dellequo premio, prevedendo
che, in caso di invenzioni di azienda, questo spetti al dipendente non solo nel caso in cui il datore
di lavoro decida di brevettare linvenzione, ma anche nel caso in cui opti per lutilizzo della stessa
in regime di segretezza industriale, vale a dire quando lazienda del datore di lavoro ottenga un
vantaggio dallutilizzazione dellinvenzione, a prescindere dalla sua brevettazione;
invenzioni occasionali: fatte dal prestatore dopera subordinata, di propria iniziativa e senza obbligo
contrattuale o incarico speciale, ma utilizzando i mezzi dellazienda ed avvalendosi dellesperienza
acquisita nel normale lavoro. In questa ipotesi i diritti patrimoniali spettano al lavoratore e questi
soltanto potr chiedere il brevetto. Al datore di lavoro riconosciuto, invece, un diritto di opzione:
egli, invero (entro tre mesi dalla comunicazione del conseguimento del brevetto), potr ottenere
dietro corrispettivo di usare linvenzione, acquistare il brevetto o brevettarla allestero.
In sintesi
Il nostro ordinamento appresta unarticolata tutela alle creazioni intellettuali, attraverso:
il riconoscimento del diritto dautore;
la disciplina dei brevetti di invenzioni industriali (per invenzioni, modelli di utilit, modelli e
disegni industriali).
Attraverso il diritto dautore la legge tutela quelle opere dellingegno di carattere creativo che appartengono alla scienza, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allarchitettura, al teatro ed
alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione (art. 2575 c.c.).
Il diritto morale dautore si sostanzia soprattutto nel diritto di rivendicare la paternit dellopera, cio
di esserne riconosciuto autore.
Il diritto patrimoniale dautore il potere di pubblicare lopera e di utilizzarla economicamente, ossia
di riprodurla in qualsiasi modo (ad esempio: smerciarla, farla trascrivere, eseguire, rappresentare
etc.) a scopo di lucro.
Il nostro ordinamento tra le opere dellingegno tutela le c.d. invenzioni industriali.
Le invenzioni possono riguardare la scoperta di un nuovo prodotto industriale, di consumo od anche
strumentale, oppure la scoperta di un nuovo metodo o processo di lavorazione industriale di prodotti
gi esistenti. In relazione alle invenzioni industriali si configurano diritti morali e diritti patrimoniali.
Linventore, infatti, ha la facolt esclusiva di disporre e trarre profitto dallinvenzione, con la preclusione ed il divieto per ogni terzo di utilizzarla per propri interessi.
Egli acquista tale diritto patrimoniale sulla propria invenzione (propriet industriale) solo dopo aver
richiesto ed ottenuto dalla competente autorit (Ufficio Brevetti) il cd. brevetto.
Il diritto di esclusiva nellattuazione e nella disposizione dellinvenzione trasmissibile sia tra vivi
che mortis causa e pu formare oggetto di pegno, pignoramento, sequestro ed esecuzione forzata.
Infine, a norma dellart. 2590 c.c., il prestatore di lavoro ha diritto di essere riconosciuto autore
dellinvenzione fatta nello svolgimento del rapporto di lavoro.

29

Note:

Capitolo

impresa familiare e azienda coniugale

1 Impresa familiare

1.1 Nozione, carattere e costituzione


Nozione: limpresa familiare istituto introdotto dalla L. 19 maggio 1975, n. 151, nellambito della
riforma del diritto di famiglia quella impresa cui collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado
e gli affini entro il secondo grado dellimprenditore (art. 230bis c.c.).
Osservazioni
Limpresa familiare rappresenta un istituto residuale che opera, cio, solo quando lattivit svolta
non pu configurarsi come altro tipo di rapporto, ad esempio una societ, un rapporto di lavoro
subordinato o unassociazione in partecipazione.
Lesigenza quella di tutelare la par condicio dei familiari, nonch di intervenire in situazioni
di (possibile) sfruttamento del lavoro altrui in cui chi sfruttato opera in stato di inferiorit o di
acquiscienza (Cottino).

Differenze
Secondo una parte della dottrina, limpresa familiare ha carattere individuale (Oppo, ferri).
Secondo altra, carattere collettivo (Graziani, Simonetto).
Secondo la Corte di Cassazione si tratta di una fattispecie complessa che ha natura associativa
per quanto attiene ai rapporti interni o interpersonali fra i componenti del gruppo familiare e
natura individuale relativamente ai rapporti esterni in cui assume rilevanza la figura singola del
familiare-imprenditore, effettivo gestore dellimpresa (Cass. 27-6-1990, n. 6559).

CC Non richiesto un numero minimo di partecipanti.


CC Solo il titolare pu ammettere un familiare nellimpresa.
CC prevista anche la partecipazione di minori.
Costituzione

CC Non richiesto lobbligo di convivenza in ununica famiglia (quella


del titolare) di quanti operano nellimpresa familiare.
CC consentita anche la partecipazione dei figli naturali riconosciuti
dal titolare.

1.2 Diritti patrimoniali dei singoli familiari


Il familiare che presta la propria attivit di collaborazione in modo continuativo ha, in proporzione alla
quantit e alla qualit del lavoro prestato:
diritto al mantenimento, secondo la condizione patrimoniale della famiglia;
diritto di partecipare agli utili dellimpresa familiare, ai beni acquistati con essi, nonch agli incrementi dellazienda, anche in ordine allavviamento;
diritto di prelazione in caso di divisione ereditaria o di alienazione (art. 230bis, co. 5, c.c.).

31

1.3 La gestione dellimpresa familiare


Al titolare spettano le decisioni concernenti

CC La gestione ordinaria: egli provvede in piena autonomia e senza


alcun obbligo di previa consultazione o comunicazione ai familiari
che con esso collaborano.
CC Limpiego degli utili e degli incrementi.

Alla maggioranza dei componenti dellimpresa spettano le decisioni concernenti

CC La gestione straordinaria.
CC Gli indirizzi produttivi.
CC La cessazione dellimpresa.

Osservazioni
Parte della dottrina sostiene che solo le decisioni relative allimpiego degli utili e degli incrementi
hanno effetto nei confronti di tutti i partecipanti allimpresa familiare; le decisioni inerenti alla gestione
straordinaria, agli indirizzi produttivi ed alla cessazione dellimpresa non obbligano il titolare, che ha
la piena responsabilit dellimpresa, nonch degli oneri e dei rischi della gestione (Ghidini).

Allunanimit dei partecipanti spettano

CC Le decisioni inerenti il trasferimento del diritto di partecipazione


allimpresa familiare.

1.4 Cessazione dellappartenenza del singolo partecipante allimpresa


familiare
CC Recesso ad nutum: con obbligo di preavviso, per non recare pregiudizio allimpresa.
CC Recesso per giusta causa: con effetto immediato.
Ipotesi

CC Esclusione del familiare: qualora si rilevi elemento negativo per


limpresa.
CC Perdita dello status di familiare (es.: nullit del matrimonio, divorzio, separazione dei coniugi): spetta al titolare la valutazione della
situazione creatasi per decidere se essa risulti o meno compatibile
con le finalit dellimpresa familiare.

1.5 Cessazione dellimpresa familiare


CC Decisione del titolare.
Ipotesi

CC Alienazione dellazienda.
CC Fallimento del titolare.
CC Morte del titolare.

2 Azienda coniugale

Lart. 177 c.c. comprende tra i beni della comunione legale tra i coniugi le cd. aziende coniugali.
Possiamo distinguere tre fattispecie:

32

CC Si ha, in tal caso, impresa coniugale su azienda coniugale.


CC Entrambi i coniugi debbono considerarsi imprenditori e gestiscono
lazienda comune.
CC Si applica la disciplina della comunione legale (Campobasso).
Pertanto lamministrazione e la rappresentanza spettano ai coniugi
disgiuntamente per gli atti di ordinaria amministrazione, congiunAziende gestite da entrambi
tamente per quelli di straordinaria amministrazione, con possibilit
i coniugi e costituite dopo il
di intervento del giudice in caso di dissenso. I creditori possono
matrimonio (art. 177, co. 1,
soddisfarsi su tutti i beni della comunione, ma alla pari con gli altri
lett. d), c.c.)
creditori della comunione e senza alcun diritto di preferenza sui
beni aziendali.
CC La responsabilit dei coniugi sussidiaria e parziaria: i creditori
possono agire sussidiaramente anche sul patrimonio personale di
ciascun socio, ma solo nella misura della met del credito e quando
i beni della comunione non sono sufficienti a soddisfare i debiti.

CC Si ha impresa coniugale su azienda non coniugale.


CC La titolarit dellazienda rimane al coniuge cui la stessa apparteneva.
Aziende che appartenevano CC Entrambi sono imprenditori e gli utili e gli incrementi sono acquistati
ad uno dei coniugi anteriorin comunione.
mente al matrimonio, ma
C
C
Si applica la disciplina della societ di fatto (Costi, Maras), salche successivamente sono
va lattrazione degli utili e degli incrementi nel patrimonio coniugale.
gestite da entrambi (art. 177,
CC Lamministrazione regolata dallart. 2257 c.c.
co. 2, c.c.)
CC Lazienda coniugale resta autonoma rispetto al restante patrimonio
coniugale ed i creditori dellimpresa non devono subire sullazienda
il concorso dei creditori personali dei coniugi.

Aziende appartenenti alla


titolarit di uno solo dei CC In tal caso non si ha impresa coniugale.
coniugi, costituite prima
CC Imprenditore solo il coniuge che titolare e gestore esclusivo
o dopo il matrimonio, ed
dellazienda.
egualmente gestite da uno
solo di essi

3 I patti di famiglia

La L. 14 febbraio 2006, n. 55, recante Modifiche al codice civile in materia di patto di famiglia, ha
introdotto nel corpo del codice civile, nel libro II, titolo IV, un nuovo capo Vbis (artt. 768bis-768octies)
rubricato Del patto di famiglia.
stata cos prevista, in deroga al divieto dei patti successori di cui allart. 458 c.c., la possibilit di
stipulare accordi di successione diretti a regolamentare la successione dellazienda o di pacchetti
di partecipazione al capitale da parte, rispettivamente, dellimprenditore e di chi ne titolare.
Ai sensi dellart. 768bis c.c., patto di famiglia quel contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, limprenditore
trasferisce, in tutto o in parte, lazienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in
parte, le proprie quote, ad uno o pi discendenti.

33

In sintesi
Limpresa familiare istituto introdotto dalla L. 19-5-1975, n.151, nellambito della riforma del diritto
di famiglia quella impresa cui collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini
entro il secondo grado (art. 230bis c.c.).
In essa il legislatore ha voluto realizzare la eguale partecipazione dei familiari in proporzione alla
qualit e quantit del lavoro prestato, equiparando, altres, espressamente il lavoro della donna
a quello delluomo.
Allimpresa familiare possono partecipare anche i minori (privi della capacit di agire); costoro,
per, nel voto sono rappresentati da chi esercita la potest su di essi.
Spettano al titolare le decisioni concernenti la gestione ordinaria: egli vi provvede in piena autonomia
e non previsto alcun obbligo di previa consultazione o comunicazione ai familiari che collaborano.
Spettano, invece, alla maggioranza dei componenti dellimpresa le decisioni concernenti:



limpiego degli utili e degli incrementi;


la gestione straordinaria;
gli indirizzi produttivi;
la cessazione dellimpresa.

Spettano, infine, a tutti i partecipanti (unanimit) le decisioni inerenti al trasferimento del diritto di
partecipazione allimpresa familiare.
Istituto diverso dallimpresa familiare quello dellazienda coniugale.
La L. 19-5-1975, n. 151, con cui stata attuata la riforma del diritto di famiglia, ha modificato radicalmente la regolamentazione giuridica dei rapporti patrimoniali tra i coniugi, sostituendo al regime
legale della separazione quello della comunione dei beni.
Ai sensi dellart. 177, lett. d), c.c., cadono in comunione immediata le aziende costituite dopo il matrimonio e gestite da entrambi i coniugi; in tal caso si ha impresa coniugale su azienda coniugale
ed entrambi i coniugi sono considerati imprenditori.
Ove si tratti di azienda appartenente ad uno dei coniugi prima del matrimonio ma gestita da entrambi,
cadono in comunione solo gli utili e gli incrementi (art. 177, 2 comma, c.c.); si ha, cos, impresa coniugale su azienda non coniugale (anche se entrambi i coniugi devono considerarsi imprenditori).
Non si ha, invece, n impresa coniugale n azienda coniugale nel caso di aziende appartenenti
ad uno solo dei coniugi costituite prima o dopo il matrimonio, ed ugualmente gestite da uno solo di
essi: imprenditore sar soltanto il coniuge che titolare e gestore esclusivo dellazienda, mentre
gli incrementi di tale attivit imprenditoriale nonch i beni destinati allesercizio dellimpresa, se
costituita dopo il matrimonio, cadono in comunione de residuo (art. 178 c.c.).
Con la L. 14-2-2006, n. 55 stata introdotta nel nostro ordinamento, in deroga al divieto dei patti
successori di cui allart. 458 c.c., la possibilit di stipulare accordi di successione diretti a regolamentare la successione dellazienda o di pacchetti di partecipazione al capitale da parte, rispettivamente,
dellimprenditore e di chi ne titolare (patti di famiglia). La normativa interviene a colmare una
lacuna esistente nella nostra legislazione, agevolando le strategie operative di quelle aziende e di
quei gruppi di societ a matrice familiare impegnati nel difficile passaggio del ricambio generazionale.

34

Capitolo

la concorrenza fra imprese

1 Principi generali

Lart. 41 Cost. garantisce la libert di iniziativa economica: corollario di tale principio la libert di
concorrenza fra le imprese, salva lesistenza di particolari limitazioni.

Lobbligo di svolgere la concorrenza in modo da non ledere gli


interessi delleconomia nazionale (art. 2595 c.c.).

Il divieto di concorrenza impoCC Legali: trovano la loro fonte


nella legge per fini di utilit
sociale. Vi rientrano

sto a chi aliena lazienda (art.


2557 c.c.).

Il divieto imposto al lavoratore di


trattare affari in concorrenza con
limprenditore (art. 2105 c.c.).

I divieti di concorrenza in mate-

Limiti alla libera


concorrenza

ria societaria (artt. 2301, 2318,


2390 c.c.).

CC Contrattuali: trovano la loro


fonte nellesercizio dellautonomia privata; necessitano
della forma scritta ad probationem; sono validi solo se
circoscritti ad una determinata zona, o ad una determinata
attivit, e non possono durare
pi di 5 anni. Vi rientrano

Clausole di esclusiva.
Patti di preferenza.
Patti di non concorrenza.
Cartelli.

2 La concorrenza sleale

Nozione: lart. 2598 c.c. individua tre categorie di atti di concorrenza sleale:
atti confusori: limprenditore usa nomi o segni distintivi confondibili con quelli di un concorrente o
imita servilmente i prodotti altrui sfruttando cos laltrui avviamento;
atti denigratori o di appropriazione di pregi: consistono nella diffusione di notizie negative sullattivit
di un concorrente o nella attribuzione al proprio prodotto di false qualit per influenzare le scelte
dellacquirente;
atti non conformi alla correttezza professionale: sono atti di concorrenza sleale per cos dire atipici,
che possono, pertanto, essere repressi solo ove venga data la prova non solo della loro contrariet
alla correttezza professionale, bens anche della loro idoneit a produrre danno allimpresa concorrente, che, invece, negli altri tipi di atti di concorrenza sleale si presume (spionaggio industriale,
vendita sottocosto al di fuori dei periodi dei saldi stagionali e simili, concorrenza parassitaria,
boicottaggio, storno dei dipendenti).

35

Tutela
(artt. 2599-2602 c.c.)

CC Limprenditore colpito da
concorrenza sleale pu
esperire

Azione di accertamento.
Azione di rimozione.
Azione di inibizione.
Azione di risarcimento dei danni.

3 La disciplina antitrust
CC Divieto di intese fra imprese appartenenti agli Stati membri che
possano limitare o restringere la libera concorrenza.

CC Divieto per le imprese di abusare della loro posizione dominante


nel mercato.
Normativa europea (Trattato sul funzionamento CC Divieto di concentrazioni fra imprese (mediante fusioni, acquisizioni
dellUnione europea)
di partecipazioni azionarie, accordi contrattuali) che diano luogo a
gravi alterazioni del regime concorrenziale.
CC Regolamentazione degli interventi statali nelleconomia, al fine di
evitare limitazioni al libero esplicarsi della concorrenza.

CC Si ispira agli stessi principi della normativa europea.


CC applicabile solo ove non vi siano interessi di altri Stati, sussistendo
in tal caso la competenza europea.
Normativa statale
(L. 287/1990)

CC Sancisce il divieto di intese fra imprese, di abuso di posizione


dominante e di concentrazioni di imprese finalizzati a falsare la
libera concorrenza.
CC Ha istituito lAutorit Garante della concorrenza e del mercato, con
poteri consultivi e di vigilanza sul rispetto della normativa antitrust.

In sintesi
Con la disciplina relativa alla concorrenza sleale, lesercizio dellattivit non limitato, ma vengono
in considerazione e sono vietati specifici atti, nel senso che, rimanendo lecito lesercizio della concorrenza, si colpiscono le modalit usate nello svolgimento della concorrenza stessa (GUGLIELMETTI).
La libera concorrenza viene invece rafforzata, colpendo le modalit non corrette usate nel suo
svolgimento (MARTORANO).
Sono soggetti (attivi e passivi) di concorrenza sleale (e solo ad essi, pertanto, applicabile la
disciplina di cui agli artt. 2598 e ss. c.c.) coloro che contemporaneamente:
rivestono la qualifica di imprenditore;
si trovano in un rapporto concorrenziale fra di loro.
Nonstante le ipotesi di concorrenza sleale previste dalart. 2598 c.c. ammessa, invece, entro
certi limiti, la pubblicit comparativa. Sul problema della pubblicit comparativa intervenuto
il D.Lgs. 2 agosto 2007, n. 145, il quale ha precisato per essa ulteriori condizioni di liceit, che si
vanno ad aggiungere a quelle specificate dal Codice del consumo, nonch una pi pregnante
tutela amministrativa e giurisdizionale (di competenza dellAutorit garante della concorrenza e del
mercato) nei casi in cui la pubblicit comparativa debba considerarsi ingannevole. La pubblicit
ingannevole quando idonea ad indurre in errore i soggetti cui rivolta e che pu pregiudicare
il loro comportamento economico o ledere un concorrente, considerate le caratteristiche dei beni
e servizi pubblicizzati ed il prezzo. La pubblicit comparativa, invece, considerata lecita entro
determinati limiti: quando non ingannevole, quando confronta beni o servizi che soddisfano gli
stessi bisogni e, tra di essi, confronta oggettivamente caratteristiche essenziali che siano pertinenti,

36

verificabili e rappresentative, non crea confusione sul mercato, non denigra concorrenti e loro
prodotti, etc. Inoltre, il D.Lgs. 2 agosto 2007, n. 146 di attuazione della direttiva 2005/29/CE, ha
sostituito gli artt. da 18 a 27 del Codice del consumo, disciplinando le pratiche commerciali sleali
e quindi anche quelle ingannevoli.
Tale normativa prevede il divieto di pratiche commerciali scorrette (art. 20 del Codice del consumo, come riformulato dal D.Lgs. 2 agosto 2007, n. 146), con la conseguente nullit delle clausole
contrattuali per violazione di norma imperativa.
Il Codice del consumo annovera tra le pratiche commerciali scorrette sia quelle ingannevoli sia
quelle aggressive. considerata aggressiva una pratica che, nella fattispecie concreta, mediante
molestie e coercizione, limita in maniera considerevole la libert di scelta del consumatore medio
in relazione al prodotto.
Inoltre, sono previste sanzioni molto pesanti: lAntitrust pu sospendere durgenza le attivit commerciali scorrette, vietare la diffusione o la continuazione, qualora la pratica sia gi iniziata. Oltre
alla sanzione inibitoria pu essere irrogata anche quella pecuniaria (per un massimo di 500.000
euro), tenuto conto della gravit e della durata della violazione.
Infine, il decreto correttivo al Codice del consumo (D.Lgs. 23 ottobre 2007, n. 221) ha sancito che
commette una scorrettezza commerciale chi fornisce prodotti o servizi non richiesti con tecniche di
comunicazione a distanza. Il provvedimento specifica che il consumatore non tenuto ad alcuna
prestazione corrispettiva in caso di fornitura non richiesta e che questultima costituisce pratica
commerciale scorretta ai sensi degli artt. 21-26 del Codice citato.
Alle forniture non richieste, pertanto, si potranno applicare anche il regime di tutela amministrativa
e giurisdizionale previsto dallart. 27 del Codice stesso. Infine, i contratti a distanza richiedono il
consenso espresso del consumatore.

37

Note:

10

Capitolo

la collaborazione fra imprese

1 Il consorzio di imprese

1.1 Generalit
Nozione: un gruppo di imprese, munito di unorganizzazione comune, idoneo a soddisfare determinate esigenze di coordinamento della produzione e dello scambio.

Fonte dellorganizzazione
consortile pu essere

CC La volont dei singoli imprenditori mediante un contratto (consorzi


volontari).
CC Un atto di pubblica autorit (consorzi obbligatori).
CC La legge (consorzi coattivi).

1.2 Il consorzio volontario


Trova il suo fondamento nel contratto consortile, attraverso il quale pi imprenditori istituiscono una organizzazione comune per la disciplina o lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese (art. 2602 c.c.).
CC Contratto formale (forma scritta, a pena di nullit), di natura associativa plurilaterale.
CC Durata limitata, fissata dalle parti non oltre i 10 anni.
CC Organizzazione comune.

Possibilit per la singola impresa di


sciogliersi dal contratto consortile o di
essere esclusa dagli altri consorziati.
Caratteri

Possibilit di ingresso di nuovi conCC Autonomia delle imprese


consorziate

sorziati nel rispetto delle condizioni


fissate dal contratto, in assenza delle
quali richiesto il consenso unanime
dei consorziati.

Il trasferimento dellazienda consorziata comporta lautomatico subingresso dellacquirente nel contratto


(art. 2610 c.c.).
Differenze
Fondamentale la distinzione tra consorzi con attivit meramente interna e consorzi con attivit
esterna. Il consorzio con attivit interna disciplina solo i rapporti fra i consorziati; chi opera per il
consorzio responsabile verso i membri dello stesso, secondo le norme sul mandato (art. 2608
c.c.). Nel consorzio con attivit esterna lorganizzazione consortile esplica i suoi effetti anche nei
confronti dei terzi e nasce una vera e propria persona giuridica (societ consortili, art. 2615ter c.c.);
in tal caso: il contratto deve prevedere listituzione di un ufficio destinato a svolgere attivit con i
terzi; un estratto del contratto deve essere depositato per liscrizione nel Registro delle imprese; si
costituisce, attraverso i contributi dei consorziati, un fondo consortile, che rappresenta lautonomo
patrimonio del consorzio.

39

2 Associazione temporanea di imprese

Nozione: una forma di cooperazione temporanea ed occasionale fra pi imprese finalizzata allesecuzione di una determinata opera di rilevanti dimensioni (dighe, porti, centrali elettriche etc.).
Le imprese (senza perdere la loro autonomia) conferiscono mandato ad una di esse (capogruppo)
per la loro rappresentanza.
CC un contratto atipico.
CC Ha ad oggetto lesecuzione di una determinata opera o di uno
specifico affare.

Caratteri

CC Produce meri effetti inter partes.

3 Gruppo europeo di interesse economico (G.E.I.E.)

Nozione: un organismo associativo europeo finalizzato a consentire a imprenditori europei lo


svolgimento di iniziative economiche comuni, nonch la realizzazione di rapporti di cooperazione
interaziendale.
CC Scopo mutualistico.
CC Carenza di personalit giuridica.

Societ

ed enti giuridici di diritto


pubblico o privato.

Persone
CC Soggetti partecipanti
Caratteri

fisiche che esercitino


attivit industriali, artigianali, commerciali, agricole.

Liberi

professionisti e coloro che


prestino altri servizi nellUnione.

CC Necessaria partecipazione di almeno due membri appartenenti a


Stati diversi dellUnione europea.
CC Responsabilit personale solidale ed illimitata di ciascuno dei
membri per le obbligazioni del Gruppo.
CC Possibile soggezione al fallimento (senza necessaria estensione
ai singoli membri).
In sintesi
Il consorzio costituito da un gruppo di imprese munito di una organizzazione comune idonea a
soddisfare determinate esigenze di coordinamento della produzione e dello scambio che le stesse
hanno creato. Listituto, quindi, finalizzato a far conseguire ad ogni impresa associata una struttura
pi solida e maggiori possibilit di affermazione e di espansione, attraverso la creazione di una
organizzazione comune unitaria.
Con lassociazione in partecipazione, invece, un soggetto (associante) titolare di unimpresa o
di un affare, riceve un apporto (somma di denaro o beni) da un altro soggetto (associato) cui viene
attribuito un diritto di partecipazione agli utili dellimpresa o dellaffare (art. 2549 c.c.).

40

Parte seconda
il diritto delle societ
Capitolo Undicesimo: Le societ in generale..................................... Pag. 43
Capitolo Dodicesimo: La societ semplice.........................................

47

Capitolo Tredicesimo: La societ in nome collettivo.........................

53

Capitolo Quattordicesimo: La societ in accomandita semplice......

57

Capitolo Quindicesimo: La societ per azioni: generalit, nozione


e costituzione.................................................................................

61

Capitolo Sedicesimo: I soci e le azioni................................................

71

Capitolo Diciassettesimo: Lelemento patrimoniale e il bilancio.......

79

Capitolo Diciottesimo: Lassemblea dei soci......................................

95

Capitolo Diciannovesimo: Lattivit amministrativa e di controllo....

105

Capitolo Ventesimo: I patrimoni destinati ad uno specifico affare...

117

Capitolo Ventunesimo: La societ in accomandita per azioni..........

121

Capitolo Ventiduesimo: La societ a responsabilit limitata.............

125

Capitolo Ventitreesimo: Le societ cooperative e le mutue assi curatrici...........................................................................................

135

Capitolo Ventiquattresimo: Lestinzione della societ .......................

143

Capitolo Venticinquesimo: Trasformazione, fusione e scissione della


societ ............................................................................................

147

11

Capitolo

le societ in generale

1 Nozione e natura

La societ una forma di esercizio collettivo dellimpresa e, dunque, unorganizzazione di persone


e beni preordinata e coordinata al raggiungimento di uno scopo produttivo mediante lesercizio in
comune di unattivit economica.
Alla base di tale organizzazione vi il contratto di societ, che lart. 2247 c.c. definisce come il contratto con il quale due o pi persone conferiscono beni o servizi per lesercizio in comune di una attivit
economica allo scopo di dividerne gli utili.
CC Contratto consensuale: si perfeziona con la semplice assunzione,
da parte dei soci, dellobbligo di eseguire il conferimento promesso.
Natura del contratto di societ

CC Contratto plurilaterale: le parti sostanziali del contratto sono o possono essere pi di due; di regola il contratto di societ anche un
contratto aperto, al quale, cio, dopo la conclusione del contratto
stesso, possono aderire altri soggetti.
CC Contratto con comunione di scopo: lo scopo comune a tutti i
contraenti (soci).

La nozione di societ deve essere oggi confrontata con il nuovo fenomeno delle societ unipersonali.
Con il D.Lgs. 88/1993 il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento la possibilit di costituire societ
unipersonali nella forma della societ a responsabilit limitata; inoltre il D.Lgs. 6/2003, di riforma del
diritto societario, ha esteso tale possibilit alla societ per azioni.
Osservazioni
Non pu pi, dunque, parlarsi di uneccezione nel vasto programma della societ di origine
contrattuale (CAMPOBASSO, COTTINO, FERRI, contra MESSINEO), ma occorre piuttosto
prender conto del fatto che il concetto di societ autonomo da quello di contratto sociale e che a
tale organizzazione di persone e beni si pu dare luogo sia con contratto che con atto unilaterale.

2 Elementi essenziali della societ


CC Nozione

Il conferimento latto traslativo a titolo oneroso


con cui il socio adempie alla promessa di apporto fatta in sede di costituzione della societ.

CC Tipi
Conferimenti

Conferimento di danaro.
Conferimento di beni in propriet.
Conferimento di beni in godimento.
Conferimento di crediti, polizze assicurative,
fideiussioni bancarie.

Conferimento della propria opera.

43

Costituzione

del patrimonio so-

ciale.
Conferimenti

CC Effetti

Passaggio

del rischio relativo al


bene conferito alla societ.

Acquisto dello status di socio.


CC Attivit economica: lattivit produttiva di nuova ricchezza.
Esercizio in comune
dellattivit economica

Scopo di dividere gli utili

CC Esercizio in comune: secondo la dottrina dominante (FERRI) deve


intendersi come potere di gestione comune; la gestione comune
quando le decisioni si possono ricondurre alla volont di tutti i soci.

CC Scopo dellattivit sociale quello di procurare ai soci un vantaggio patrimoniale: un utile qualsiasi incremento patrimoniale o
risparmio di spesa che si pu produrre direttamente nel patrimonio
del socio, anche senza passare attraverso il patrimonio sociale
(come avviene nelle cooperative).

Differenze
La societ caratterizzata dallesercizio in comune di unattivit economica diretta alla realizzazione
di un profitto; nella comunione di mero godimento, invece, i titolari dei beni in comunione non si
propongono alcuna attivit economica a scopo speculativo, ma si accontentano semplicemente di
godere dei frutti di questi beni.
Tale distinzione contenuta nellart. 2248, che rinvia alle norme dettate dal codice in materia di
comunione per le ipotesi di comunione costituita o mantenuta al solo scopo del godimento di una
o pi cose.
Inoltre, la societ unorganizzazione di persone e beni, che normalmente poggia su di un atto
costitutivo (atto unilaterale o contratto), nella quale la gestione comune dei beni finalizzata allo
svolgimento dellattivit dimpresa.
Per quanto concerne i beni sociali essi soggiacciono ad un vincolo di destinazione.
La comunione, invece, una situazione giuridica di contitolarit di beni, nella quale lattivit di gestione comune meramente finalizzata a conservare la cosa comune e a consentirne lutilizzazione
da parte di ciascun titolare. In essa, infine, manca qualsiasi vincolo di destinazione.

3 Tipi di societ previsti dal codice


CC Societ semplice

Societ di persone

CC Societ in nome collettivo


CC Societ in accomandita semplice
scopo di lucro
CC Societ per azioni
CC Societ in accomandita per azioni

Societ di capitali

CC Societ a responsabilit limitata


CC Societ cooperativa
CC Societ di mutua assicurazione

44

scopo mutualistico

4 Autonomia patrimoniale e personalit giuridica

Societ di persone

CC Il legislatore ha riconosciuto alle societ di persone una autonomia patrimoniale imperfetta, rendendo il patrimonio sociale solo
parzialmente insensibile (in misura maggiore o minore a seconda
dei casi) alle vicende relative ai patrimoni individuali dei soci e
viceversa.

Societ di capitali

CC Sono dotate di una autonomia patrimoniale perfetta; sono altres


dotate di personalit giuridica: le vicende patrimoniali dei singoli
soci non intaccano il patrimonio sociale e, di regola, le vicende del
patrimonio sociale non interessano il patrimonio dei soci.

5 Societ irregolari

Sono irregolari le societ in nome collettivo e le societ in accomandita semplice non iscritte nel Registro delle imprese. In questo caso la societ esiste, bench irregolarmente, ma caratterizzata da
una pi ridotta autonomia patrimoniale.

6 Societ di fatto e societ occulte

Si ha societ di fatto laddove due o pi persone senza una esplicita dichiarazione di volont si comportano, nei fatti, da soci. Esiste una vera e propria societ voluta, anche se non formalizzata.
ammissibile solo fra le societ di persone e ad essa si applicher la disciplina della societ semplice
se lattivit esercitata non commerciale ovvero la disciplina della societ in nome collettivo irregolare
se lattivit esercitata di natura commerciale.
Societ occulte sono quelle in cui il contratto di societ un accordo segreto, interno alla parti.
Allesterno, chi opera un solo soggetto che agisce in nome proprio, bench nellinteresse di uno o
pi soci, che restano occulti ai terzi.
Osservazioni
Recentemente, la Corte di Cassazione intervenuta in materia prevedendo che la concreta mancanza
della prova scritta di un contratto societario relativo ad una societ di fatto o irregolare non impedisce
al giudice del merito laccertamento aliunde della esistenza di una struttura societaria, allesito di una
rigorosa valutazione (quanto ai rapporti tra i soci) del complesso delle circostanze idonee a rivelare
lesercizio in comune di unattivit imprenditoriale, quali il fondo comune, costituito dai conferimenti
finalizzati allesercizio congiunto di unattivit economica, lalea comune dei guadagni e delle perdite,
laffectio societatis, cio il vincolo di collaborazione in vista di detta attivit nei confronti dei terzi.
Inoltre, diversamente da quanto ritenuto in altre occasioni, la Corte ha nella fattispecie rilevato che
sufficiente a far sorgere la responsabilit solidale dei soci ai sensi dellart. 2297 cod. civ. la esteriorizzazione del vincolo sociale, ossia lidoneit della condotta complessiva di taluno dei soci ad ingenerare
allesterno il ragionevole affidamento circa lesistenza della societ (Cass., 15-3-2010, n. 6175).

7 Societ apparenti

La societ apparente si realizza quando due o pi persone, fra loro non legate da alcun vincolo societario, si comportano in modo da ingenerare nei terzi la convinzione che esse agiscano in qualit di
soci. Secondo la giurisprudenza esiste una responsabilit patrimoniale di coloro che hanno causato
tale apparenza.

45

Differenze
La societ apparente si distingue dalla societ di fatto, in quanto la mera apparenza e la sola
esteriorizzazione di un rapporto e di un vincolo sociale bastano di per s a produrre gli stessi effetti della realt. Quella apparente considerata, ma non , una societ di fatto: con essa non si
manifesta un rapporto realmente sorto, ma si fa apparire un rapporto che non c, si costruisce sul
nulla limmagine di una societ (cos COTTINO).

8 Societ fra professionisti

La L. 266/1997 ha introdotto nel nostro ordinamento la possibilit di costituire societ tra professionisti
per lesercizio in comune della loro attivit professionale.
Il D.Lgs. 96/2001 ha espressamente disciplinato lesercizio della professione di avvocato in forma societaria.
rimasto aperto il problema di quale tipo societario sia ammissibile per lesercizio della professione in
forma collettiva, e cio se sia consentito ricorrere esclusivamente al tipo di societ di persone, oppure
sia ammesso anche quello di societ di capitali. Il legislatore, nei singoli interventi in materia, ha optato per modelli societari in cui prevale lelemento personalistico in quanto la societ, come il singolo
professionista, deve rimanere illimitatamente responsabile nei confronti del cliente.
Nel 2006 vi stato un ulteriore intervento legislativo ad opera del D.L. 223/2006 (cd. decreto Bersani
2), conv. in L. 248/2006, che ha consentito la prestazione di servizi professionali interdisciplinari da
parte di societ di persone oppure di associazioni tra professionisti, fermo restando che loggetto
sociale relativo allattivit libero-professionale deve essere esclusivo, che il medesimo professionista
non pu partecipare a pi di una societ e che la specifica prestazione deve essere resa da uno o pi
soci professionisti previamente indicati, sotto la propria personale responsabilit. La stessa societ,
quindi, potr offrire congiuntamente ai clienti, ad esempio, consulenza legale e assistenza fiscale.
In sintesi
La societ rappresenta la forma pi importante e diffusa di impresa collettiva, che si realizza quando
due o pi persone conferiscono beni o servizi per lesercizio in comune di unattivit economica
allo scopo di dividerne gli utili.
Con la societ viene in essere una particolare forma di collaborazione, caratterizzata dal fatto che
tutti gli associati partecipano insieme al rischio di gestione dellimpresa.
Dalla definizione contenuta nellart. 2247 c.c. si evincono gli elementi costitutivi della stessa:
i soggetti;
i conferimenti: la societ, per raggiungere il proprio scopo produttivo, necessita di capitale di
rischio iniziale, cio di un patrimonio sociale costituito con il contributo (conferimento) di ogni
singolo socio. Conferimento , pertanto, latto traslativo a titolo oneroso con cui il socio adempie
alla promessa di apporto fatta in sede di costituzione della societ;
lesercizio in comune di unattivit economica: loggetto sociale rappresenta la particolare
attivit economica per il cui esercizio in comune le parti (soci) si impegnano ai conferimenti;
esso deve essere possibile, lecito e determinato e deve consistere in unattivit economica;
la divisione degli utili.
I tipi di societ, inoltre, possono classificarsi in due grandi gruppi, a seconda che risultino organizzati su base personale o su base capitalistica: nel primo caso si hanno societ di persone, nel
secondo societ di capitali.
La distinzione di grande importanza pratica al fine di stabilire il grado di autonomia patrimoniale
della societ e, di conseguenza, la responsabilit nella quale possono incorrere i soci.
Infine, sono previste ipotesi particolari di societ:
societ apparente;
societ occulta;
societ di fatto;
societ tra professionisti.

46

12

Capitolo

la societ semplice

1 Nozione e caratteri

la forma pi elementare di societ.


Pu avere ad oggetto esclusivamente lesercizio di attivit economiche lucrative non commerciali.
Il contratto costitutivo non richiede forme particolari, salve quelle richieste dalla natura dei beni
conferiti (art. 2251 c.c.).
prevista liscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese, ma esclusivamente al fine
di pubblicit - notizia (L. 580/1993).
Non dotata di personalit giuridica, ma di autonomia patrimoniale imperfetta (art. 2267 c.c.).

2 Lo status di socio

Nozione: lo status di socio in una societ semplice si acquista per il solo fatto di aver concorso, con
la propria volont, alla costituzione della societ.
CC Eseguire i conferimenti previsti nel contratto sociale (se non sono
stati determinati, si presume che i soci siano obbligati a conferire,
in parti uguali fra loro, quanto necessario per il conseguimento
delloggetto sociale) (art. 2253 c.c.).
Doveri
CC Rispettare la destinazione impressa ai beni sociali, dei quali
vietato servirsi per fini estranei a quelli della societ, salvo il
consenso di tutti i soci (art. 2256 c.c.).
CC Diritto agli utili (art. 2262 c.c.) e divieto del patto leonino (art. 2265 c.c.).
CC Diritto alla quota di liquidazione in caso di scioglimento della societ.

Partecipa

alla nomina e alla revoca degli


ammiministratori

Diritti

Diritto di parteci- CC S o c i o n o n
pare alla gestione
amministrasociale
tore

Ha diritto ad avere
notizia dello svolgimento degli affari
sociali.

Controlla loperato
degli amministratori

Pu consultare i
documenti relativi
allamministrazione.
Deve ottenere il
rendiconto degli affari compiuti.

47

Diritti

CC Diritto di parteciCC Socio ammipare alla gestione


nistratore
sociale

Delibera su tutti gli


argomenti attinenti
Compie ogni attivialla gestione della
t diretta a realizso-ciet non riserzare linteresse per
vati allassemblea.
il quale il contratto
Esegue le delibere
sociale stato conassembleari.
cluso
Presenta il rendiconto.

CC I soci rispondono solidalmente e illimitatamente delle obbligazioni


sociali.
Responsabilit nei confronti
dei creditori sociali

CC una responsabilit sussidiaria, in quanto rileva solo nei casi in


cui non risulti comodo per i creditori agire sul patrimonio sociale.
CC Il socio pu richiedere la preventiva escussione del patrimonio
sociale (beneficium excussionis).

Differenze
Nella societ semplice, i soci fruiscono di un ridotto beneficio di escussione preventiva del patrimonio sociale (beneficium excussionis) perch i creditori sociali sono liberi di aggredire tanto il
patrimonio sociale, quanto i beni personali dei soci. Per, il socio cui stato richiesto il pagamento
delle obbligazioni sociali pu paralizzare tale azione, dimostrando che esistono beni sociali sui
quali il creditore pu agevolmente soddisfarsi. Ci a differenza di quanto accade nella societ in
nome collettivo, in cui il creditore sociale deve preventivamente escutere il patrimonio sociale e,
solo in caso di insufficienza, pu agire sui beni personali del socio.

Responsabilit nei confronti


dei creditori particolari del
socio

Il creditore particolare del


socio, il cui patrimonio sia
insufficiente a garantire il
debito pu

Rivalersi sugli utili spettanti al suo


debitore.

Compiere atti conservativi sulla


quota spettante al socio in fase
di liquidazione.

Chiedere la liquidazione della


quota, purch provi che il debitore non possiede altri beni sui
quali possa soddisfarsi.

Differenze
La possibilit da parte del creditore particolare del socio di chiedere la liquidazione della quota del
socio debitore espressamente esclusa per le societ in nome collettivo e in accomandita semplice
per le quali vige la regola opposta, in quanto il creditore particolare, non pu, finch dura la societ,
chiedere la liquidazione della quota del socio.

48

3 Amministrazione della societ

3.1 Modalit
Il potere di amministrare
la societ spetta a ciascun
Amministrazione disgiuntiva
socio illimitatamente re(art. 2257 c.c.) (principio
sponsabile, disgiuntamente
generale)
dagli altri soci; tale potere
limitato dal diritto di veto,
secondo il quale
CC
Amministrazione congiuntiva (art. 2258 c.c.) (pu essere prevista nel contratto
sociale)
CC

Ogni socio amministratore pu


opporsi alloperazione che un
altro voglia compiere, prima che
sia compiuta. La maggioranza dei
soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli
utili, decide sullopposizione.

Per il compimento delle operazioni sociali necessario il consenso di tutti i soci amministratori, salvo diversa previsione dellatto
costitutivo.
I singoli amministratori possono compiere solo gli atti urgenti finalizzati ad evitare un danno alla societ.

CC Disgiuntamente.
Amministrazione affidata
ad uno o pi soci (pu essere disposta nel contratto
sociale o con atto separato)

CC Congiuntamente.
CC Alla maggioranza dei soci.
CC A pi soci secondo il principio della maggioranza.
CC Ad un unico socio.

Osservazioni
discusso in dottrina se il potere di amministrazione possa essere conferito a persone estranee
alla societ:
GRAZIANI ammette la presenza di amministratori estranei, purch non siano anche rappresentanti della societ;
FERRI e SIMONETTO propendono per la soluzione affermativa, ma escludono che in tal caso
possa pure pattuirsi lesenzione, per tutti i soci, dalla responsabilit illimitata e solidale: se ci
avvenisse, invero, la societ semplice diverrebbe una societ a responsabilit limitata;
GALGANO, infine, ritiene sicuramente possibile il conferimento ad estranei dellincarico di gestire gli affari sociali, ma afferma che costoro non sono amministratori in senso tecnico, bens
semplici mandatari o institori della societ. Amministratori in senso tecnico sono e rimangono
solo i soci, in quanto non concepibile una societ di persone nella quale nessun socio abbia
la suprema direzione dellimpresa sociale: deve escludersi, conseguentemente, la possibilit
di un patto che esoneri tutti i soci dalla responsabilit illimitata e solidale.

3.2 Diritti e obblighi degli amministratori


I diritti e gli obblighi degli amministratori sono regolati dalle norme sul mandato. Gli amministratori
sono solidamente responsabili verso la societ per ladempimento degli obblighi ad essi imposti dalla
legge e dal contratto sociale, tuttavia la responsabilit non si estende a quelli che dimostrino di essere
esenti da colpa.
La responsabilit degli amministratori ha carattere solidale, anche nellipotesi di gestione disgiunta
della societ: infatti, configurabile, in capo a ciascuno di essi, un vero e proprio obbligo di controllo
delloperato degli altri, esercitabile anche mediante il potere di veto: per liberarsi dalla responsabilit, gli
interessati possono solo fornire la prova di aver vigilato e gestito limpresa in modo corretto e diligente.

49

4 Rappresentanza

Rappresentante della societ colui che ha il potere di esprimere allesterno la volont sociale, di
agire quindi in nome della societ. La rappresentanza spetta a ciascun amministratore, salvo che sia
diversamente previsto.
Per quanto riguarda le modalit di esercizio del potere di rappresentanza, secondo la dottrina, nel
silenzio del contratto sociale, vale la stessa regola che vige per lamministrazione: se essa disgiuntiva,
cos sar anche la rappresentanza (ciascun socio amministratore potr impegnare da solo la societ
nei confronti dei terzi); se lamministrazione congiuntiva, allo stesso modo sar la rappresentanza
(DI SABATO). Tuttavia il contratto sociale pu prevedere combinazioni diverse tra i due poteri, per
esempio richiedendo la firma congiunta di due amministratori pur in presenza di amministrazione
disgiuntiva, o allunanimit, o a maggioranza.
Differenze
Il potere di rappresentanza si distingue nettamente dal potere di gestione:
il potere di gestione consiste nel diritto ad amministrare limpresa e compiere tutti gli atti volti
al perseguimento dello scopo sociale;
il potere di rappresentanza, invece, la facolt di agire, nei confronti dei terzi, in nome della
societ, con ogni conseguenza utile ed onerosa. Esso costituisce un attributo naturale anche
se non essenziale della qualit di amministratore (Ferri); pertanto, qualora il contratto
societario non contenga particolari disposizioni in tema di amministrazione, la gestione imprenditoriale e la rappresentanza sociale spettano a tutti i soci disgiuntamente. Allo stesso modo,
quando la direzione dellimpresa viene affidata, in via congiuntiva, a pi soci, anche il potere
di rappresentanza va esercitato congiuntamente.
La rappresentanza processuale, poi, risulta strettamente connessa con quella negoziale; di
conseguenza, ogni amministratore dotato di rappresentanza pu agire ed essere convenuto in
giudizio per la societ.

5 Scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio

Morte
(art. 2284 c.c.)

Recesso
(art. 2285 c.c.)

CC Il rapporto non si trasmette agli eredi (contratto intuitu personae),


pertanto la societ dovr provvedere alla liquidazione della quota
del socio defunto, salvo che la societ non deliberi il suo scioglimento o la sua continuazione con gli eredi del socio defunto.

CC Liberamente, ma con preavviso di almeno 3 mesi e con efficacia


subordinata al decorso di tale termine, se la societ a tempo
indeterminato o contratta per tutta la vita di uno dei soci.
CC Solo per giusta causa, ma con effetto immediato, se la societ
a tempo determinato.
CC Quando ricorrono altre cause di recesso, eventualmente previste
dal contratto.

50

Inadempienza agli obblighi di legge.


Inadempienza agli obblighi contrattuali.
CC Per volont degli altri soci
(art. 2286 c.c.)

Interdizione,

inabilitazione o condanna ad una pena che comporti


linterdizione dai pubblici uffici.

Impossibilit sopravvenuta di esecu-

Esclusione

zione del conferimento.

Liquidazione
CC Di diritto (art. 2288 c.c.)

della quota del socio


ad istanza di un suo creditore particolare.

Dichiarazione di fallimento del socio.


6 Scioglimento della societ


CC Decorso del termine (se a tempo determinato).

Cause di scioglimento
(operano di diritto)

CC Conseguimento delloggetto sociale o impossibilit sopravvenuta


a conseguirlo.
CC Volont unanime dei soci.
CC Mancanza di pluralit dei soci (per pi di 6 mesi).
CC Altre cause previste dal contratto sociale.

7 Liquidazione della societ

Verificatasi una causa di scioglimento, la societ non cessa subito di esistere, ma si apre la fase di
liquidazione.
La societ continua ad esistere al solo fine di convertire il patrimonio sociale in denaro, per estinguere
i debiti sociali e ripartire fra i soci leventuale residuo attivo.

7.1 Procedimento di liquidazione


CC Nomina dei liquidatori da parte dei soci o, in caso di disaccordo,
da parte del presidente del Tribunale.
CC Accettazione della nomina e iscrizione nel Registro delle imprese.
Procedimento

CC Consegna dei beni sociali e dei documenti da parte degli amministratori e redazione dellinventario.
CC Compimento, da parte dei liquidatori, di tutti gli atti necessari alla
liquidazione (art. 2278 c.c.): conversione in danaro dei beni, pagamento dei creditori e ripartizione delleventuale residuo attivo ai soci.

Se il patrimonio sociale insufficiente a fronteggiare i debiti della societ, i liquidatori possono costringere i soci che non abbiano del tutto eseguito il conferimento, a versare quanto da essi promesso;
qualora, nonostante tale operazione, i beni sociali risultino ancora insufficienti, i soci sono obbligati
in proporzione alla parte di ciascuno nelle perdite a versare ai liquidatori le ulteriori somme che si
rendessero necessarie, nei limiti della rispettiva responsabilit.

51

CC Divieto di intraprendere nuove operazioni (art. 2279 c.c.).


Divieti per i liquidatori

CC Divieto di ripartire fra i soci, anche parzialmente, i beni sociali,


finch tutti i creditori sociali non siano stati pagati o non siano
state accantonate le somme necessarie per pagarli (art. 2280 c.c.).

In sintesi
La societ semplice costituisce la forma pi elementare di societ, la cui caratteristica quella di
avere per oggetto unattivit economica lucrativa non commerciale (art. 2249 c.c.).
La sua autonomia patrimoniale imperfetta e tale imperfezione determina i seguenti effetti:
i creditori particolari del socio, finch dura la societ, non possono aggredire il patrimonio sociale
per soddisfarsi (art. 2270 c.c.);
il creditore sociale pu far valere i suoi diritti direttamente nei confronti del socio illimitatamente
responsabile; questultimo, per evitare lescussione del proprio patrimonio, pu invocare lescussione preventiva del patrimonio sociale indicando specificamente i beni sui quali il creditore
possa agevolmente soddisfarsi (art. 2268 c.c.).
La societ semplice si costituisce, come tutte le altre societ, in virt della stipulazione del c.d.
contratto sociale; a differenza di quanto stabilito per le altre societ, il contratto non soggetto
a formalit particolari, salvo quelle richieste dalla natura dei beni conferiti e salvo le limitazioni
probatorie degli artt. 2721 e 2729 c.c.
Lart. 2253 c.c. dispone che il socio obbligato ad eseguire i conferimenti determinati nel contratto
sociale.
Se, per, tali conferimenti non sono determinati nel contratto sociale, si presume che i soci siano
obbligati a conferire, in parti eguali tra loro, quanto necessario per il conseguimento delloggetto
sociale.
Il capitale sociale costituito dalla somma dei conferimenti e costituisce il fondo sociale.
Lo status di socio di una societ semplice si acquista per il solo fatto di aver concorso, con la
propria volont, alla costituzione della societ.
Per effetto di tale acquisto il socio diviene titolare di diritti ed obblighi espressamente previsti
dalla legge.
Se non viene stabilito a chi compete amministrare la societ, trova applicazione la disposizione di
cui allart. 2257, 1 comma, c.c., secondo cui: lamministrazione della societ spetta a ciascuno
dei soci disgiuntamente dagli altri. In pratica, ciascun socio pu effettuare tutte le operazioni che
rientrano nelloggetto sociale, fatta salva la possibilit per gli altri soci di opporsi alloperazione (cd.
diritto di veto), con conseguente decisione finale della maggioranza. Ma i soci possono adottare il
regime di amministrazione congiuntiva.
Ai soci compete, oltre al potere di amministrazione, quello di rappresentanza, cio il potere di
vincolare la societ verso i terzi, compiendo atti giuridici in suo nome (art. 2266, 2 comma, c.c.).
Il rapporto sociale pu sciogliersi con riferimento ad un solo socio o nei confronti di tutti i soci.
Nella prima ipotesi, per il principio generale valido in materia di contratti plurilaterali, luscita di una
sola parte dal contratto stesso non determina di regola lo scioglimento della societ.
Luscita del singolo socio dalla societ pu avvenire per morte, recesso volontario, esclusione.
Lart. 2272 c.c. detta le cause di scioglimento della societ semplice. Tali cause operano di diritto.
Una volta verificatasi una causa di scioglimento, la societ non cessa di esistere, ma si apre una
fase particolare: la liquidazione. Questa ha lo scopo di convertire in danaro il patrimonio sociale,
di procedere, quindi, al pagamento dei debiti sociali ed, infine, di ripartire tra i soci leventuale
residuo attivo.

52

13

Capitolo

la societ in nome collettivo

1 Nozione

La societ in nome collettivo costituisce il modello di organizzazione societaria che si presume normalmente adottato per lesercizio di unattivit commerciale, salvo che non risulti diversamente.
Pertanto, ogni qualvolta sia costituita una societ avente un oggetto di natura commerciale e non risulti
instaurato un diverso tipo sociale, essa deve essere qualificata come una s.n.c.

2 Caratteri

Responsabilit solidale e illimitata di tutti i soci verso i terzi per le obbligazioni sociali; eventuali
patti in senso contrario rilevano esclusivamente inter partes, non essendo opponibili ai terzi.
Particolare rilevanza del rapporto fiduciario intercorrente fra i soci (lattivit personale del socio
prevale sul capitale da lui conferito).

3 Disciplina

applica la disciplina della societ semplice, cui fa esplicito rinvio lart. 2293 c.c., salvo che sia diverSi
samente previsto (artt. 2291-2312 c.c.).

4 Atto costitutivo

Forma

CC Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Leventuale inosservanza comporta limpossibilit delliscrizione nel Registro delle imprese.
CC Generalit dei soci.
CC Ragione sociale

il nome delle societ, corrispondente


alla ditta degli imprenditori individuali.

CC Nome dei soci amministratori e di coloro che hanno la rappresentanza.


Contenuto

CC Sede.
CC Oggetto sociale.
CC Conferimenti dei soci.
CC Prestazioni che i soci dopera si sono impegnati ad effettuare.
CC Norme sulla ripartizione degli utili e delle perdite.
CC Durata della societ.

Pubblicazione

CC Latto costitutivo della societ deve essere depositato per liscrizione presso lUfficio del Registro delle imprese: la mancata iscrizione
dar luogo ad una societ irregolare (art. 2297 c.c.).

53

Modificazioni

CC Vanno adottate dalla societ allunanimit, se non convenuto


diversamente.
CC Devono iscriversi nel Registro delle imprese (finch non sono iscritte
non sono opponibili ai terzi).

Osservazioni
La societ in nome collettivo non registrata irregolare per tutto il tempo in cui non iscritta nel
registro delle imprese.
Le principali conseguenze della mancata registrazione dellatto costitutivo sono le seguenti:
a) i rapporti tra la societ ed i terzi sono regolati dalle norme relative alla societ semplice. Sono
tuttavia contemplate due eccezioni allapplicazione del regime proprio della societ semplice:
resta ferma la responsabilit solidale e illimitata dei soci;
il potere di amministrazione ed il coincidente potere di rappresentanza spettano, in mancanza di specifica regolamentazione del contratto sociale, disgiuntamente a tutti i soci;
b) il termine di prescrizione dei diritti sociali di dieci anni (non di cinque come nelle societ registrate);
c) ciascun socio pu provvedere alla regolarizzazione (o iscrizione successiva) o far condannare
gli amministratori a provvedervi.

5 Modificazioni dellatto costitutivo

Le modificazioni pi interessanti dellatto costitutivo riguardano senza dubbio la durata dellente


e leventuale riduzione del capitale sociale. In particolare, per quanto riguarda la durata della societ,
essa pu prorogarsi nei seguenti modi:
proroga espressa: la delibera di proroga deve essere iscritta nel registro delle imprese; pertanto,
assolutamente necessario che la nuova scadenza sia determinata in modo preciso;
proroga tacita: in tal caso la proroga opera di fatto, sulla base della semplice prosecuzione dellattivit
imprenditoriale da parte dei soci successivamente alla scadenza. In questo caso, per, poich la
nuova scadenza non pu essere determinata, non possibile nemmeno liscrizione della modifica.
Per quanto riguarda, invece, la riduzione del capitale, si distinguono due ipotesi (art. 2306 c.c.):
riduzione del capitale sociale per perdite: in questo caso, la modifica costituisce una mera rettifica
contabile, in quanto la diminuzione patrimoniale della societ si gi prodotta, di fatto, nella realt;
riduzione per esuberanza: si realizza mediante rimborso ai soci delle quote pagate o mediante
liberazione di essi dallobbligo di ulteriore versamento.

6 Autonomia patrimoniale
La responsabilit
dei soci per le obbligazioni sociali nei
confronti dei terzi
necessariamente

Lautonomia patrimoniale , nelle societ in


nome collettivo, rafforzata e accentrata rispetto Il creditore particolare di un socio, finalle societ semplici,
ch dura la societ,
infatti
non pu chiedere la
liquidazione della
quota del suo debitore; pu invece

54

Solidale.
Illimitata (il fallimento della societ comporta
il fallimento del socio, art. 147 L.F.).
Sussidiaria (il creditore sociale deve preventivamente escutere il patrimonio sociale).

Compiere atti conservativi sulla quota del suo


debitore.
Far valere i suoi diritti sugli utili spettanti al
suo debitore.
Provocare la dichiarazione di fallimento del
debitore, e quindi la sua esclusione di diritto
dalla societ.

Se vero che la responsabilit illimitata e solidale dei soci, nella societ in nome collettivo, ancora
pi incisivamente affermata, anche vero che lart. 2304 difende meglio il patrimonio personale dei
soci, stabilendo che: i creditori sociali, anche se la societ in liquidazione, non possono pretendere
il pagamento dai singoli soci, se non dopo lescussione del patrimonio sociale.

7 Capitale sociale

7.1 Nozione
il complesso dei conferimenti dei soci (Ferri), o il valore in denaro dei conferimenti stessi risultante
dalle valutazioni compiute nel contratto (Graziani).

7.2 Tutela
Nelle societ in nome collettivo la tutela dellintegrit del capitale sociale attuata attraverso:
il divieto di distribuzione degli utili fittizi;
il divieto di ripartizione degli utili in caso di perdita del capitale sociale, finch il capitale non venga
reintegrato o ridotto;
il divieto di restituire i conferimenti ai soci o di liberarli dallobbligo di esecuzione, se non dopo la
riduzione del capitale sociale;
lobbligo per gli amministratori della tenuta delle scritture contabili.

8 Divieto di concorrenza dei soci (art. 2301 c.c.)

In mancanza del consenso, anche presunto, degli altri soci, ciascuno di essi non pu esercitare, per
conto proprio o altrui, unattivit concorrente con quella della societ, n partecipare con responsabilit
illimitata ad altra impresa concorrente.
Tale divieto nasce dalla considerazione che il socio di una societ in nome collettivo sempre ben
informato dellandamento della gestione sociale e potrebbe, pertanto, mediante lesercizio di attivit
concorrente, sfruttare tali sue cognizioni per danneggiare la societ.
In caso di inosservanza, la societ:
ha diritto al risarcimento del danno;
pu escludere il socio.

9 Amministrazione e rappresentanza
CC Richiedere, nel termine di 30 giorni, allufficio del registro delle
imprese, liscrizione delle modificazioni dellatto costitutivo e degli
altri fatti relativi alla societ, dei quali obbligatoria liscrizione.

Valgono le stesse regole


della societ semplice; inoltre gli amministratori sono CC
tenuti a
CC

Tenere i libri e le altre scritture contabili prescritte.


Indicare negli atti e nella corrispondenza sociale la sede della
societ e lUfficio del Registro presso cui iscritta.

CC Le persone autorizzate a rappresentare la societ devono essere


indicate nominativamente nellatto costitutivo.

Quanto alla rappresentanza,


CC Lamministratore-rappresentante pu compiere tutti gli atti che
si ricordi che
rientrano nelloggetto sociale, salvo restrizioni risultanti dallatto
costitutivo o dalla procura (art. 2298 c.c.).

55

10 Scioglimento, liquidazione, cancellazione

Scioglimento

CC Valgono le norme di cui alla societ semplice; alle cause di scioglimento vanno aggiunti il fallimento e la liquidazione coatta amministrativa
della societ che ha ad oggetto unattivit commerciale.

Liquidazione

CC Valgono le norme previste per la societ semplice, alle quali devono


aggiungersi quelle specificamente dettate in tema di pubblicit e
formalit. Compiuta la liquidazione, i liquidatori devono redigere e
sottoscrivere il bilancio finale e proporre ai soci il piano di riparto.

Cancellazione

CC A seguito dellapprovazione del bilancio i liquidatori devono chiedere


la cancellazione della societ dal Registro delle imprese. Liscrizione
della cancellazione costituisce la condizione necessaria per la definitiva estinzione della societ.

In sintesi
La disciplina della societ in nome collettivo (S.n.c.) regolata nel codice civile dagli artt. 2291-2312,
anche se previsto il rinvio alle norme dettate per la societ semplice in mancanza di disposizioni
specifiche (art. 2293 c.c.), in quanto la struttura della S.n.c., soprattutto per quanto riguarda i rapporti
interni, non dissimile da quella della societ semplice. Essa costituisce il modello di organizzazione
societaria normalmente adottato per lesercizio di unattivit commerciale.
Carattere fondamentale di tale societ la responsabilit solidale ed illimitata di tutti i soci per le
obbligazioni sociali. A differenza della societ semplice, il patto di limitazione della responsabilit
o di esclusione della solidariet non ha effetto nei confronti dei terzi; esso quindi valido solo
nei rapporti interni tra i soci.
La stipulazione del contratto (atto costitutivo) di S.n.c. deve essere fatta per iscritto e, cio, mediante
scrittura privata autenticata dal notaio, oppure con atto pubblico.
Le modifiche dellatto costitutivo vanno adottate dallassemblea sociale allunanimit, se non
convenuto diversamente.
Tra i diritti riconosciuti a ciascun socio della S.n.c. rileva, soprattutto, il diritto di percepire la propria
parte di utili, in misura proporzionale al conferimento prestato.
Tra i doveri, oltre allobbligo di eseguire i conferimenti, sancito a carico di ciascun socio un vero e
proprio divieto legale di concorrenza, per cui non possibile esercitare, per conto proprio o altrui,
unattivit concorrente con quella della societ, n partecipare come socio a responsabilit illimitata
ad altra societ concorrente (art. 2301 c.c.), salvo il consenso degli altri soci.
Le regole che disciplinano lamministrazione nella societ in nome collettivo sono le medesime
dettate per la societ semplice.
In particolare, poi, a carico degli amministratori della societ in nome collettivo, previsto specificamente che essi debbano effettuare le pubblicazioni prescritte dalla legge, tenere i libri e le scritture
contabili, indicare negli atti e nella corrispondenza la sede della societ e lufficio del registro delle
imprese presso cui iscritta.
Lautonomia patrimoniale della S.n.c. pi rigida di quella della societ semplice, in quanto la
responsabilit dei soci per le obbligazioni sociali (art. 2291 c.c.) ha il carattere di:
responsabilit solidale ed illimitata;
responsabilit sussidiaria.
Gli artt. 2308 e 2272 c.c. disciplinano le cause di scioglimento della societ in nome collettivo.
Infine, per la liquidazione della societ in nome collettivo valgono le regole stabilite per la societ
semplice, salvo che per le formalit e la pubblicit.

56

14

Capitolo

la societ in accomandita semplice

1 Nozione

La societ in accomandita semplice una societ di persone, caratterizzata dal fatto che di essa fanno
parte due diverse categorie di soci.
CC Sono obbligati solo ai conferimenti.
Accomandanti

CC Rischiano solo di perdere il capitale conferito.


CC Sono esclusi dai poteri amministrativi.

CC Sono obbligati verso la societ allesecuzione dei conferimenti.

Accomandatari

CC Sono personalmente e solidalmente responsabili verso i terzi per le


obbligazioni sociali.
CC Partecipano allamministrazione della societ.
CC Devono sottostare al divieto di concorrenza stabilito per i soci della
societ in nome collettivo.

2 Disciplina

Si applicano, per quanto compatibili, le norme sulla societ in nome collettivo, cui fa rinvio lart. 2315 c.c.,
con le integrazioni e le modifiche dettate dalla contemporanea presenza delle due diverse categorie
di soci.

3 Ragione sociale

Deve contenere il nome di almeno uno dei soci accomandatari, con lindicazione del tipo sociale (S.a.s.).
vietato includere il nome dei soci accomandanti; in caso contrario questi ultimi risponderanno di
fronte ai terzi illimitatamente e solidalmente con i soci accomandatari.

4 Amministrazione

Possono essere nominati amministratori solo i soci accomandatari. Esiste un divieto di ingerenza degli
accomandanti nellamministrazione.
Questi ultimi possono tuttavia:



prestare la loro opera sotto la direzione degli amministratori;


agire per singoli affari, in forza di una procura speciale;
dare autorizzazioni o pareri per determinate operazioni nei casi stabiliti dallatto costitutivo;
esercitare un controllo di legittimit sullapprovazione del bilancio.

57

Osservazioni
La violazione da parte dellaccomandante del divieto di immistione nella gestione sociale viene
sanzionata in modo pesante: lo stesso art. 2320 c.c. dispone, quale conseguenza della predetta
contravvenzione, lassunzione della responsabilit illimitata e solidale verso i terzi per tutte le obbligazioni sociali (anche per quelle non derivanti dagli atti conclusi personalmente dallaccomandante).
Secondo alcuni Autori (FERRARA - CORSI), di fronte al compimento da parte di un accomandante
di un atto di gestione, il legislatore presume juris et de iure, a favore dei terzi, che anche questi
amministri (con responsabilit illimitata) la societ unitamente agli accomandatari.
Infine, sempre a titolo sanzionatorio, la societ pu anche disporre lesclusione del socio che abbia
contravvenuto al divieto ex art. 2320 c.c.
In considerazione della loro esclusione dalla gestione sociale, infine, gli accomandanti non sono
tenuti alla restituzione degli utili riscossi in buona fede secondo il bilancio regolarmente approvato
(art. 2321 c.c.).

5 Trasferimento di quota
CC sempre possibile per causa di morte.

Di accomandante

Di accomandatario

CC invece necessario il consenso della maggioranza del capitale


per gli atti inter vivos, maggioranza calcolata in base al capitale
sottoscritto, senza distinguere tra accomandanti e accomandatari.

CC necessario il consenso degli eredi in caso di morte.


CC necessario il consenso unanime dei soci per gli atti inter vivos.

6 Scioglimento, liquidazione

Lo scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio, nonch lo scioglimento e la liquidazione


della societ sono disciplinati dalle norme sulla societ in nome collettivo e quindi, per ulteriore rinvio,
da quelle sulla societ semplice.
Unautonoma causa di scioglimento della societ in accomandita semplice rappresentata dal venire
meno di una delle due categorie di soci, sempre che nel termine di 6 mesi non sia ricostituita la
categoria venuta meno (art. 2323 c.c.).
CC Accomandanti: lattivit della societ continua normalmente,
salvo la necessit, entro 6 mesi, di ripristinare la categoria assente.
Mancanza di tutti i soci

CC Accomandatari: gli accomandanti nominano un amministratore


provvisorio (scelto fra essi o esterno), i cui poteri sono limitati agli
atti di ordinaria amministrazione e agli adempimenti necessari per
la ricostruzione della categoria assente.

Dopo la liquidazione e la cancellazione della societ dal Registro delle imprese, i creditori sociali che
non siano stati soddisfatti potranno fare valere i loro crediti nei confronti:
dei soci accomandatari;
dei liquidatori, se il mancato pagamento dipeso da colpa di costoro (art. 2312 c.c.);

58

dei soci accomandanti, unicamente nei limiti della quota da essi eventualmente percepita nella
liquidazione (art. 2324 c.c.), oltre che nei limiti del conferimento che non abbiano eseguito (art.
2280, co. 2, c.c.).
In sintesi
La societ in accomandita semplice una societ di persone, caratterizzata dallesistenza di
due diverse categorie di soci:
i soci accomandanti, conferendo soltanto dei beni e non partecipando alla gestione sociale,
non assumono responsabilit verso i terzi-creditori sociali ed hanno solo lobbligo di versare
alla societ il proprio apporto (responsabilit limitata);
i soci accomandatari, che partecipano alla gestione ed alla direzione della societ ed assumono una responsabilit illimitata, rispondendo anche con il proprio patrimonio personale, sia
pure in via sussidiaria, delle obbligazioni sociali.
Dalla nozione suddetta deriva che:
i soci accomandanti sono obbligati solo ai conferimenti e sono esclusi dai poteri amministrativi;
i soci accomandatari, invece, in virt della loro posizione, sono personalmente e solidalmente
responsabili verso i terzi per le obbligazioni sociali, partecipano allamministrazione della societ
ed infine devono sottostare al divieto di concorrenza stabilito per i soci della societ in nome
collettivo.
La presenza di entrambe le categorie richiesta ab initio e deve sussistere per tutta la durata
della societ: se viene meno una delle due categorie di soci, la societ, decorsi sei mesi, deve
sciogliersi (art. 2323 c.c.).
La disciplina della societ in accomandita semplice modellata su quella dettata per la societ
in nome collettivo (che a sua volta richiama le disposizioni stabilite per la societ semplice), con
alcune norme specifiche agli artt. 2313-2324 c.c.
Nella societ in accomandita vige la regola che soltanto gli accomandatari possono essere nominati
amministratori.
Se nulla previsto nellatto costitutivo, lamministrazione spetta a ciascun socio accomandatario
disgiuntamente.
Lesclusione dei soci accomandanti dalla gestione della societ non comporta tuttavia che essi
siano completamente privi di poteri inerenti allamministrazione.
La quota di accomandante, posta la sua scarsa influenza nella vita della societ, (art. 2322 c.c.):
trasmissibile mortis causa, senza consenso dei soci superstiti;
trasferibile inter vivos, salvo patto contrario, purch vi sia lapprovazione di tanti soci che
rappresentino la maggioranza del capitale sociale.
Per quanto riguarda i soci accomandatari invece:
il trasferimento inter vivos della quota di tali soci considerato modificazione dellatto costitutivo
e pertanto richiede, di regola, il consenso di tutti i soci (art. 2252 c.c.);
in caso di morte si applicano i principi di cui allart. 2284 c.c.
Oltre che per le cause di scioglimento previste per le societ in nome collettivo, la societ in accomandita semplice si scioglie qualora venga a mancare la contemporanea esistenza delle due
categorie di soci. In pratica, se rimangono solo soci accomandanti o accomandatari ed entro sei
mesi non si provvede alla reintegrazione della categoria venuta meno, la societ si scioglie.
Per il procedimento di liquidazione e per la conseguente estinzione della societ valgono le stesse
regole dettate per la S.n.c.; tuttavia i creditori sociali che non siano stati soddisfatti nella liquidazione
della societ possono far valere i loro crediti anche nei confronti degli accomandanti, limitatamente
alla quota di liquidazione.

59

Note:

15

Capitolo

la societ per azioni:


generalit, nozione e costituzione

1 Generalit e nozione

Generalit: la societ per azioni (S.p.A.) rappresenta la forma pi importante di societ predisposta
per le imprese di grandi dimensioni. Il successo di tale tipo di societ trova spiegazione prevalente
nel beneficio della limitazione della responsabilit che consente di fissare, in anticipo, la misura del
rischio dimpresa, cio lammontare del conferimento Tale convenienza si combina con quella della
rapidit del trasferimento delle azioni (Buonocore).
Nozione: la S.p.A. pu essere definita come la persona giuridica che esercita attivit economica
con il patrimonio conferito dai soci e con gli utili eventualmente accumulati e nella quale le quote di
partecipazione sono rappresentate da azioni.
CC La limitazione della responsabilit dei soci
alla somma o al bene
conferito salvi i casi di
responsabilit illimitata
dellunico azionista (per
i quali v. infra)

In

termini giuridici il socio obbligato


patrimonialmente solo ad eseguire il
conferimento determinato nel contratto
sociale; pertanto, i creditori sociali dovranno rivolgersi alla societ senza poter
esperire azioni individuali nei confronti
dei singoli soci.

In termini economici, il socio non corre


altro rischio se non quello di perdere la
somma o il bene conferito in societ.

Caratteri

CC Le quote di partecipazione dei soci sono


rappresentate da azioni

Il

capitale diviso in frazioni, ossia in


porzioni di eguale ammontare, che rappresentano la misura della partecipazione di ciascun socio alla societ (azioni).

Lazione viene tradizionalmente definita


come un titolo di credito causale, che
rappresenta ed incorpora la quota di
partecipazione del socio e i diritti alla
stessa inerenti. Tuttavia possibile che lo
statuto escluda lemissione dei titoli azionari o preveda lutilizzo di altre tecniche
rappresentative (art. 2346 c.c.).

La

sua funzione economica consiste


nella mobilitazione del capitale.

CC Il capitale sociale non pu essere inferiore a 120.000 euro (art.


2327 c.c.).

61

2 La costituzione della S.p.A.

2.1 Modalit e condizioni

Atto costitutivo: nel quale si manifesta la


Modalit di costituzione

CC Contratto o atto
unilaterale

volont di dare vita al rapporto sociale.

Statuto: nel quale sono consacrate le norme


per il funzionamento della societ.

In caso di contrasto fra le previsioni contenute nei due documenti prevale lo statuto (art. 2328, u.c., c.c.).
La costituzione della S.p.A. avviene mediante una fattispecie a formazione successiva composta di
due fasi, ognuna produttiva di effetti giuridici preliminari:
stipulazione dellatto costitutivo;
iscrizione della societ nel Registro delle imprese.
CC Intera sottoscrizione del capitale sociale.
Condizioni per la costituzione (art. 2329 c.c., modif. dal
D.Lgs. 142/2008)

CC Versamento del 25% dei conferimenti in danaro (o dellintero ammontare in caso di costituzione con atto unilaterale) e rispetto delle
previsioni di cui agli artt. 2342, 2343 e 2343ter c.c. per i conferimenti
di beni in natura e crediti.
CC Esistenza delle autorizzazioni governative e delle altre condizioni
richieste dalle leggi speciali per la costituzione della societ, in
relazione al suo particolare oggetto.

Il D.Lgs. 142/2008 ha modificato parzialmente lart. 2329 c.c. nella parte relativa alla disciplina del
conferimento (vedi cap. 16, par. 1.1.1).
Ai sensi della L. 383/2001, la sottoscrizione del capitale della S.p.A. pu essere effettuata anche a
mezzo di fideiussione bancaria o di polizza assicurativa.

2.2 La stipulazione dellatto costitutivo


La stipulazione dellatto costitutivo deve avvenire per atto pubblico, a pena di nullit (art. 2332, n. 1, c.c.).
Differenze
Lordinamento prevede due tipi di costituzione: la costituzione simultanea con la quale gli aspiranti
soci sottoscrivono simultaneamente e contestualmente latto davanti al notaio (rappresenta la forma
normale e generalmente adottata) e la costituzione successiva o per pubblica sottoscrizione
che avviene al termine e come conclusione di una complessa fase di raccolta delle sottoscrizioni.

Fasi della costituzione


successiva

62

CC Compilazione del programma e suo deposito: i promotori


(cio coloro che assumono liniziativa) compilano un programma,
indicando le principali disposizioni dellatto costitutivo ed il termine
entro cui deve stipularsi e lo depositano presso un notaio, prima
di renderlo pubblico.
CC Adesione dei sottoscrittori e versamento dei conferimenti: i
sottoscrittori aderiscono mediante atto pubblico o scrittura privata
autenticata, contenente generalit e numero delle azioni sottoscritte; successivamente versano il 25% dei conferimenti in danaro.

Fasi della costituzione


successiva

CC Convocazione dellassemblea e deliberazioni: i promotori convocano lassemblea dei sottoscrittori (assemblea costituente); questa
accerta lesistenza delle condizioni per la costituzione della S.p.A. e
delibera sul contenuto dellatto costitutivo: per variare il contenuto
del programma necessario il voto allunanimit dei sottoscrittori.
CC Stipulazione dellatto costitutivo in senso stretto: gli intervenuti
allassemblea, raggiunto laccordo, stipulano latto costitutivo per
atto pubblico.

Se la societ si costituisce, i promotori devono essere rilevati dalle obbligazioni assunte e rimborsati
delle spese sostenute, se necessarie per la costituzione o approvate dallassemblea.
Se la societ non si costituisce, obbligazioni e spese sono a carico dei promotori.

2.3 Contenuto dellatto costitutivo


CC Il cognome ed il nome o la denominazione, il luogo e la data di
nascita o lo Stato di costituzione, il domicilio o la sede, la cittadinanza dei soci e degli eventuali promotori, nonch il numero delle
azioni assegnate a ciascuno di essi.
CC La denominazione e il comune ove sono poste la sede della
societ e le eventuali sedi secondarie.
CC Loggetto sociale.
CC Lammontare del capitale sottoscritto e versato.
CC Il numero e leventuale valore nominale delle azioni, le loro caratteristiche e le modalit di emissione e circolazione.
CC Il valore dei crediti e dei beni conferiti in natura. Qualora ricorrano le condizioni previste allart. 2343ter, introdotto dal D.Lgs.
142/2008, il valore attribuito ai conferimenti di beni in natura e
crediti e la sussistenza delle condizioni che non rendono necesContenuto obbligatorio (art.
saria la relazione giurata, devono risultare da una documentazione
2328 c.c., modif. dal D.Lgs.
sostitutiva.
39/2010)
CC Le norme secondo le quali gli utili devono essere ripartiti.
CC I benefici eventualmente accordati ai promotori o ai soci fondatori.
CC Il sistema di amministrazione adottato, il numero degli amministratori e i loro poteri, lindicazione di coloro ai quali spetta la
rappresentanza della societ.
CC Il numero dei componenti del collegio sindacale.
CC La nomina dei primi amministratori e sindaci ovvero dei componenti del consiglio di sorveglianza e del soggetto incaricato di
effettuare la revisione legale dei conti, se previsto.
CC La durata della societ o, in caso di societ costituita a tempo
indeterminato, il periodo di tempo decorso il quale il socio potr
recedere (non superiore ad un anno).
CC Limporto globale, almeno approssimativo, delle spese per la
costituzione poste a carico della societ.

2.4 Deposito dellatto costitutivo e iscrizione nel Registro delle imprese


La stipula dellatto costitutivo fa sorgere lobbligo, a carico del notaio ricevente e, in via sussidiaria,
degli amministratori, di depositare entro 20 giorni presso lUfficio del Registro delle imprese nella cui

63

circoscrizione si trova la sede sociale latto costituivo con i documenti comprovanti il rispetto delle
condizioni per la costituzione (art. 2330 c.c.).
Contestualmente si richiede liscrizione della societ nel Registro delle imprese, che ha carattere
costitutivo nel senso che con essa la societ acquista la personalit giuridica.
Per le operazioni compiute dalla societ prima delliscrizione rispondono illimitatamente e solidalmente
coloro che hanno agito, coloro che hanno deciso, autorizzato o consentito loperazione e lunico socio.

3 La nullit della societ


CC Mancata stipulazione dellatto costitutivo nella forma di atto pubblico.

Cause di nullit
(art. 2332 c.c.)

CC Illiceit delloggetto sociale.


CC Mancanza nellatto costitutivo o nello statuto di ogni indicazione riguardante la denominazione della societ, o i conferimenti, o lammontare del
capitale sottoscritto o loggetto sociale.
CC La dichiarazione di nullit ha efficacia ex nunc, per cui non pregiudica
lefficacia degli atti gi compiuti in nome della societ dopo liscrizione
nel Registro delle imprese.

Effetti della dichiarazione di nullit

CC La nullit non pu essere dichiarata quando la causa di essa stata


eliminata e tale eliminazione stata iscritta nel Registro delle imprese.
CC I soci non sono liberati dallobbligo dei conferimenti fino a quando non
sono soddisfatti i creditori sociali.
CC La sentenza che dichiara la nullit apre la liquidazione e nomina i liquidatori.
CC Il dispositivo della sentenza che dichiara la nullit deve essere iscritto,
a cura degli amministratori o dei liquidatori, nel Registro delle imprese.

4 La S.p.A. con un unico azionista

La societ per azioni pu essere costituita, oltre che per contratto, anche per atto unilaterale. Inoltre,
pu verificarsi lipotesi che lintero pacchetto azionario si concentri in mano ad un solo soggetto. Si
parla in tal caso di S.p.A. unipersonale.
Differenze
Prima della riforma del diritto societario, la S.p.A. con unico azionista era guardata con sfavore dal
legislatore, che tendeva ad evitare che lunico socio limitasse la propria responsabilit patrimoniale
in danno dei propri creditori. Era configurabile solo durante la vita della societ, nellipotesi in cui,
in un dato momento storico, tutte le azioni venissero a trovarsi nelle mani di un unico socio.
Infine, per le sole obbligazioni sorte nel periodo in cui la S.p.A. era unipersonale era prevista la
responsabilit illimitata sussidiaria (cio subordinata allinsolvenza della societ) dellunico socio.
Invece, dopo la riforma del diritto societario, la societ per azioni pu essere costituita con atto
unilaterale (art. 2328 c.c.). In tal caso il capitale sociale deve essere interamente versato alla sottoscrizione dellatto costituivo (art. 2342 c.c.).
Inoltre, lappartenenza di tutte le azioni ad un unico socio e il mutamento della persona dellunico
socio devono essere pubblicizzati mediante deposito presso il Registro delle imprese di una dichiarazione degli amministratori contenente le generalit dellunico socio (art. 2362 c.c.). Infine, in caso
di insolvenza della societ, delle obbligazioni sorte nel periodo in cui la S.p.A. stata unipersonale
risponde illimitatamente lunico socio solo se non sono state rispettate le regole dettate in tema di
conferimenti e di pubblicit (art. 2325 c.c.).

64

5 I patti parasociali

Nozione: i patti o contratti parasociali sono accordi che i soci o alcuni fra essi stipulano in qualunque
momento della vita della societ al fine di stabilire preventivamente come eserciteranno i diritti derivanti
dal contratto sociale. Essi hanno, pertanto, efficacia meramente obbligatoria, vincolano, cio, soltanto
i soci che li hanno sottoscritti.
CC Cd. sindacati di voto: sono i patti con cui i soci si accordano su
come esercitare il diritto di voto nelle S.p.A. o nelle societ che
le controllano.
Tipi di patti parasociali
(art. 2341bis c.c.)

CC Cd. sindacati di blocco: sono gli accordi con cui i soci pongono
dei limiti al trasferimento delle azioni delle S.p.A. o delle societ
che le controllano.
CC Cd. sindacati di influenza e controllo: sono quelli che hanno ad
oggetto o come effetto lesercizio anche congiunto di una influenza
dominante sulle S.p.A. o sulle societ che le controllano.

Nella precedente disciplina normativa i patti parasociali non erano previsti, ma esistevano solamente
nella prassi societaria. Essi hanno trovato una prima regolamentazione solo con il D.Lgs. 58/1998,
limitatamente alle societ quotate nei mercati regolamentati; in seguito, il D.Lgs. 6/2003 ha introdotto
allinterno del capo V del libro V del titolo V del codice civile una nuova sezione IIIbis, rubricata appunto
Dei patti parasociali.
Per quanto concerne la disciplina:
i patti parasociali non possono avere una validit temporale superiore a cinque anni e sono rinnovabili alla scadenza. Se stipulata una durata maggiore, si intendono stipulati per cinque anni;
se non previsto un limite temporale, laderente al patto pu liberamente recedere in qualunque
momento dando un preavviso di 180 giorni;
nelle societ che fanno ricorso al capitale di rischio, i patti devono essere comunicati alla societ
e dichiarati allapertura dellassemblea, altrimenti le deliberazioni assunte sono annullabili.

6 Collegamenti tra societ

Nellodierna realt economica si vengono spesso a creare (specie tra societ di capitali) meccanismi di collegamento finalizzati ad accentuare la posizione contrattuale di questi stessi enti
sul mercato.
Il collegamento pu riguardare societ che continuano ad operare in posizione di autonomia, ma pu
anche essere pi intenso, fino a realizzare un vero e proprio rapporto di dipendenza tra una societ
ed unaltra o pi altre.
Il fenomeno si articola nelle seguenti essenziali figure:



partecipazioni reciproche;
societ collegate;
societ controllate;
gruppi di societ.

In relazione ad esse il legislatore interviene allo scopo di perseguire due essenziali obiettivi:
evitare il cd. annacquamento patrimoniale delle societ coinvolte;
garantire il regolare funzionamento delle rispettive assemblee, impedendo uno svuotamento di
contenuto dei titoli azionari.

65

6.1 I rapporti di partecipazione


CC Lart. 2360 c.c. vieta alla S.p.A. di costituire unaltra societ ovvero di
aumentarne il capitale mediante sottoscrizione reciproca di azioni,
anche per tramite di societ fiduciaria o per interposta persona.

Limiti generali

CC A norma dellart. 2361 c.c., lassunzione di partecipazioni in altre


imprese da parte della S.p.A. non consentita se, per la misura
e per loggetto della partecipazione, ne risulta sostanzialmente
modificato loggetto sociale determinato dallatto costitutivo.
CC A norma dellart. 5, R.D.L. 25-10-1941, n. 1148, conv. in L. 9-2-1942,
n. 96, la S.p.A. non pu possedere azioni di altre societ per un
valore superiore a quello del proprio capitale.

6.2 Partecipazioni rilevanti e reciproche in societ quotate


Il D.Lgs. 58/1998 (Testo unico in materia di intermediazione finanziaria) ha dettato una nuova disciplina
in tema di partecipazioni rilevanti e di partecipazioni reciproche relativamente alle societ con
azioni quotate nei mercati regolamentati (artt. 119-121).

Le

partecipazioni nel capitale di


unemittente azioni quotate avente
lItalia come Stato membro dorigine
superiore al 2% da chiunque effettuate.

Le partecipazioni superiori al 10% nel

Disciplina delle partecipazioni rilevanti (art. 120 TUF, CC Sono oggetto di comumodif. da ultimo dal D.L.
nicazione alla Consob
5/2009, conv. in L. 33/2009)

66

capitale di una societ non quotata o


in una S.r.l., anche estera, effettuate
dagli emittenti azioni quotate aventi
lItalia come Stato membro dorigine.
Il D.L. 5/2009, conv. in L. 33/2009,
ha aggiunto allart. 120 TUF il comma
2bis che prevede che la Consob, con
provvedimento motivato da esigenze
di tutela degli investitori nonch di
efficienza e trasparenza del mercato
del controllo societario e del mercato
dei capitali, pu prevedere, per un periodo di tempo limitato, soglie inferiori
a quella suindicata per le societ ad
elevato valore corrente di mercato e
ad azionariato particolarmente diffuso.

CC La sanzione, in caso di omessa comunicazione, la sospensione


del diritto di voto.
CC Permane il divieto di partecipazioni reciproche tra le societ quotate
e tra queste e le societ non quotate.
CC La societ che ha superato
i limiti del 2% e del 10%
successivamente

Non

pu esercitare il diritto di
voto inerente alle azioni o quote
eccedenti.

Deve

alienare le azioni entro 12

mesi.

In caso di mancata alienazione, la


sospensione del diritto di voto si
Disciplina delle partecipazioestende allintera partecipazione.
ni reciproche (art. 121 TUF,
CC Il limite del 2% elevato al 5%, a condizione che il superamento
modif. da ultimo dal D.Lgs.
del 2% da parte di entrambe le societ abbia luogo a seguito di un
146/2009)
accordo preventivamente autorizzato dallassemblea delle societ
interessate.
CC Se un soggetto detiene una partecipazione superiore al 2% del
capitale di una societ con azioni quotate, questa o il soggetto
non possono acquisire una partecipazione superiore al 2% in una
societ quotata controllata dal primo: la sanzione la sospensione
dal diritto di voto.
CC La disciplina delle partecipazioni reciproche non si applica quando
i limiti di partecipazione indicati siano superati a seguito non solo
di unOPA, ma, a seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs.
146/2009, anche a seguito di unofferta pubblica di scambio (OPS),
che siano dirette a conseguire almeno il 60% delle azioni ordinarie.
Lart. 123bis TUF (introdotto dal D.Lgs. 229/2007 e successivamente modificato dal D.Lgs. 173/2008)
prevede infine che le partecipazioni rilevanti nel capitale, dirette o indirette, ad esempio tramite strutture
piramidali o di partecipazione incrociata, debbano essere specificatamente indicate nella relazione sulla
gestione delle societ emittenti valori mobiliari ammessi alle negoziazioni in mercati regolamentati.

6.3 Societ controllate e collegate


Il controllo costituisce una particolare situazione per effetto della quale una societ potenzialmente
in grado di improntare con la propria volont lattivit economica di unaltra societ.
Differenze
Dalle societ controllate bisogna tener distinte le societ collegate, cio quelle sulle quali unaltra
societ esercita uninfluenza notevole (ma non dominante).

CC Interno (che si attua attraverso la partecipazione sociale).


Tipi di controllo

CC Esterno (derivante da particolari vincoli contrattuali di finanziamento, di locazione dazienda, di Know-how, di fornitura di merci
le cui prestazioni siano essenziali per lo svolgimento dellattivit).

67

Una societ esercita il controllo su unaltra quando


(art. 2359 c.c.)

CC Possiede un numero di azioni o quote tali da assicurare la maggioranza dei voti richiesti per le assemblee ordinarie tenute dalla
societ controllata.
CC Per lentit della partecipazione posseduta, dispone di voti sufficienti
per esercitare uninfluenza dominante nelle assemblee ordinarie
tenute dalla societ controllata.
CC In virt di particolari vincoli contrattuali, pu esercitare uninfluenza
dominante nella vita sociale della societ controllata.

CC La societ controllata non pu acquistare azioni o quote della societ controllante se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve
disponibili risultanti dallultimo bilancio regolarmente approvato.
CC Possono essere acquistate soltanto azioni interamente liberate.
CC Il valore nominale delle azioni o quote acquistate non pu mai
eccedere la decima parte del capitale della societ controllante.
CC Lacquisto deve essere autorizzato dallassemblea a norma dellart.
2357, co. 2, c.c.
Disciplina delle partecipazioni reciproche (artt.
2359bis-2359ter c.c.)

CC imposto lobbligo di costituire una riserva indisponibile pari allimporto delle azioni acquistate iscritto allattivo del bilancio; tale riserva
dovr essere mantenuta finch le azioni non saranno trasferite.
CC La disciplina si applica anche agli acquisti fatti per tramite di societ
fiduciaria o interposta persona.
CC Le azioni o quote acquistate in violazione dellart. 2359bis c.c.
devono essere alienate entro un anno dal loro acquisto secondo
modalit determinante dallassemblea e, in mancanza, la societ
controllante deve procedere senza indugio al loro annullamento
ed alla corrispondente riduzione del capitale.
CC Qualora ci non avvenga, gli amministratori ed i sindaci devono
chiedere che la riduzione sia disposta dal Tribunale (art. 2359ter
c.c.).

Tali disposizioni non si applicano, ex art. 2359quater c.c., quando le azioni della controllante sono
acquistate:
a titolo gratuito;
in conseguenza di fusione, scissione o successione universale;
in occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un credito della societ.

6.4 I gruppi di societ per azioni: la holding


La scienza economica configura il gruppo come unaggregazione di unit produttive, giuridicamente
autonome ma collegate sul piano organizzativo, al fine di una migliore attuazione degli obiettivi perseguiti dal complesso.
CC Da una direzione economica unitaria, con la quale si imprime unit
di indirizzo e di azione alle diverse imprese aggregate.
Il fenomeno qualificato

68

CC Dallautonomia formale delle imprese partecipanti, con la quale si


conferisce allorganismo economico, unitariamente considerato,
flessibilit strutturale e delimitazione dei rischi.

CC Il gruppo non diventa un unico soggetto di diritto.


Caratteristiche del gruppo

CC Ogni societ partecipe continua ad esistere come autonoma


rispetto alle altre partecipanti ed alla stessa societ capogruppo,
cd. holding.

Osservazioni
La dottrina distingue fra:
holding cd. impura, definendo cos la societ che esercita direttamente unattivit di produzione o di scambio e che, al tempo stesso, detiene il controllo di una serie di altre societ;
holding cd. pura, che non ha per oggetto lesercizio di attivit produttive o di scambio, ma
si limita esclusivamente a gestire le proprie partecipazioni in altre societ.

In sintesi
La societ per azioni (S.p.A.) rappresenta il principale tipo di societ di capitali e, allo stesso
tempo, la forma pi importante di societ predisposta per le imprese di grandi dimensioni, che
richiedono lapporto di ingenti capitali e comportano lassunzione di notevoli rischi.
Tre sono i caratteri che contraddistinguono la S.p.A.:
la limitazione della responsabilit dei soci alla somma o al bene conferito, poich per le obbligazioni sociali risponde soltanto la societ con il suo patrimonio (art. 2325, 1 comma, c.c., cd.
autonomia patrimoniale perfetta);
le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate da azioni (art. 2346, 1 comma, c.c.);
il capitale sociale non pu essere inferiore a 120.000 euro (art. 2327 c.c.).
La S.p.A. necessita di un procedimento di costituzione assai pi complesso di quello richiesto per
le societ di persone.
La fase costitutiva della S.p.a. si articola in due momenti diversi:
1) stipulazione dellatto costitutivo, con la sottoscrizione dellintero capitale sociale ed il rispetto
delle disposizioni in materia di conferimenti (artt. 2342, 2343 e 2343ter c.c.); inoltre necessario
che sussistano le autorizzazioni governative e le altre condizioni richieste dalle leggi speciali
in relazione al suo particolare oggetto;
2) iscrizione dellatto costitutivo nel registro delle imprese.
La S.p.A. si costituisce per contratto o per atto unilaterale. Latto che d vita alla societ risulta da
due separati documenti:
latto costitutivo: nel quale si manifesta la volont delle parti di dare vita al rapporto sociale e
di eseguire i conferimenti;
lo statuto: nel quale sono consacrate le norme per lorganizzazione ed il funzionamento della
societ.
Possono aversi due tipi di stipulazione dellatto costitutivo:
stipulazione simultanea o istantanea: mediante comparizione delle parti innanzi al notaio per
la redazione dellatto pubblico;
stipulazione successiva o per pubblica sottoscrizione: al termine e come conclusione di una
complessa fase di raccolta delle sottoscrizioni.
La S.p.A. deve costituirsi per atto pubblico a pena di nullit (artt. 2328 e 2332 c.c.).
Il contenuto obbligatorio dellatto costitutivo descritto nellart. 2328 c.c.
Liscrizione lelemento con cui si completa la fattispecie costitutiva della S.p.a. La pubblicit
delliscrizione ha efficacia costitutiva, perch con essa la societ acquista la personalit giuridica
(art. 2331 c.c.).

69

Successivamente alliscrizione nel registro delle imprese, la nullit della societ pu essere pronunciata solo nei casi tassativamente indicati dallart. 2332 c.c., e cio:
per mancata stipulazione dellatto costitutivo nella forma di atto pubblico;
per illiceit delloggetto sociale;
per mancanza, nellatto costitutivo o nello statuto, di ogni indicazione riguardante la denominazione sociale, o i conferimenti, o lammontare del capitale sottoscritto, o loggetto sociale.
In tali casi chiunque ne abbia interesse pu fare richiesta al tribunale affinch venga dichiarata la
nullit della societ.
I contratti (o patti) parasociali sono quegli accordi che, in genere, si accompagnano alla stipulazione dellatto costitutivo (pur rimanendo autonomi e separati rispetto ad esso), i quali hanno lo
scopo di regolare il comportamento dei soci in seno alla societ. Tali contratti hanno efficacia solo
tra le parti; essi non possono avere durata superiore a 5 anni e si intendono stipulati per questa
durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore.
Le societ non possono costituire o aumentare il capitale mediante sottoscrizione reciproca di
azioni, anche per interposta persona o per il tramite di societ fiduciaria (art. 2360 c.c.); ad esse,
per, consentito, nei limiti di legge (art. 2359bis c.c.), acquistare o sottoscrivere azioni o quote
di altre societ.
Possono crearsi, in tal modo, particolari rapporti e situazioni che vanno fino alla formazione di
gruppi di societ, cd. holdings.

Note:

70

16

Capitolo

I soci e le azioni

1 La qualit di socio

Si diventa socio per effetto dellacquisto della propriet di azioni della societ stessa. Il titolo azionario
documenta la qualit di socio e, normalmente, la quota di partecipazione. Se lo statuto ha escluso
lemissione dei titoli azionari, si applica la norma (prevista in tema di S.r.l.) secondo la quale il trasferimento dellazione opponibile alla societ dal momento delliscrizione del trasferimento nel libro dei
soci; per cui deve ritenersi che la qualit di socio provata da tale iscrizione.

1.1 Diritti ed obblighi dei soci

Ai titolari di azioni prive del diritto di voto


o a voto limitato.

Al

socio in mora nel versamento dei


conferimenti.

Diritti

CC Amministrativi: diritto di partecipare allassemblea (art. 2370,


co. 1, c.c.) e diritto di
voto (art. 2351, co. 1,
c.c.). Tali diritti sono
inibiti

Al socio amministratore nelle delibera


zioni concernenti la sua responsabilit.

Al

socio componente del consiglio di


gestione nelle deliberazioni riguardanti
la nomina, la revoca e la responsabilit
dei consiglieri di sorveglianza.

Al socio le cui azioni siano soggette a


pegno, usufrutto, sequestro (in tali casi
e salva diversa convenzione, il diritto di
voto spetter rispettivamente allusufruttuario, al creditore pignoratizio e al
custode).

Diritto al dividendo (art. 2433 c.c.).


Diritto alla ripartizione del residuo attivo,
CC Patrimoniali

in seguito allo scioglimento della societ


(art. 2350 c.c.).

Diritto di opzione (art. 2441 c.c.).


Obblighi

CC Esecuzione dei conferimenti.


CC Esecuzione di prestazioni accessorie.

1.1.1 Lesecuzione dei conferimenti


Lesecuzione dei conferimenti lobbligazione essenziale cui tenuto lazionista, obbligato al versamento degli stessi allorquando gli venga richiesto dagli amministratori.
I conferimenti (art. 2342 c.c.) devono farsi normalmente in danaro, salva diversa disposizione dellatto
costitutivo. prevista anche la possibilit di conferimenti di beni in natura e di crediti. Nella S.p.A. non
possono formare oggetto dei conferimenti le prestazioni di opera o di servizi.

71

Chi conferisce beni in natura e crediti (art. 2343 c.c.):


deve presentare una relazione giurata di un esperto designato dal Tribunale, contenente la descrizione dei beni, lattestazione che il loro valore almeno pari a quello attribuitogli ai fini della
determinazione del capitale sociale e delleventuale soprapprezzo e i criteri di valutazione;
gli amministratori devono, entro 180 giorni dalla iscrizione della societ, controllare le valutazioni
contenute nella relazione indicata e, se sussistono fondati motivi, procedono alla revisione della
stima;
se risulta che il valore dei beni o dei crediti era inferiore di oltre 1/5 a quello per cui avvenne il
conferimento, la societ deve ridurre proporzionalmente il capitale sociale, annullando le azioni
che risultano scoperte, salvo che il socio conferente versi la differenza in danaro o receda dalla
societ.
Osservazioni

Il D.Lgs. 142/2008 ha introdotto nel codice civile larticolo 2343ter, rubricato Conferimenti di beni in
natura o crediti senza relazione di stima con cui venuto meno, a determinate condizioni, lobbligo
generalizzato della relazione di stima per i conferimenti di beni in natura e crediti.
Tali misure di semplificazione troveranno applicazione sia nel caso di esecuzione dei conferimenti
nella fase di costituzione della societ, sia nel caso di esecuzione dei conferimenti a fronte di un
aumento di capitale sociale.
In luogo della relazione di stima, il soggetto che effettua il conferimento presenta la documentazione
da cui risulta il valore del conferimento stesso e la sussistenza dei requisiti richiesti dalla nuova
normativa. Tale documentazione deve essere allegata allatto costitutivo.

In caso di mancato versamento dei conferimenti (art. 2344 c.c.):


gli amministratori, dopo 15 giorni dalla pubblicazione di una diffida nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica, possono promuovere lazione per lesecuzione del conferimento;
se non la ritengono utile, offrono le azioni agli altri soci, in proporzione della loro partecipazione,
per un corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti;
in mancanza di offerte fanno vendere le azioni per conto e a rischio del socio moroso, a mezzo di
una banca o di un intermediario autorizzato;
qualora non vi siano compratori, dichiarano decaduto il socio, trattenendo le somme riscosse,
salvo il risarcimento dei maggiori danni;
le azioni invendute e non rimesse in circolazione nello stesso esercizio sociale devono essere
estinte e il capitale sociale ridotto in corrispondenza.

1.1.2 Prestazioni accessorie


Latto costitutivo pu prevedere lobbligo dei soci di effettuare prestazioni accessorie non consistenti
in danaro e determinarne il contenuto, la durata, le modalit e il compenso e stabilendo particolari
sanzioni per il caso di inadempimento (art. 2345 c.c.).

Regole principali

72

CC Le azioni con obbligo di prestazioni accessorie sono nominative


e non sono trasferibili senza il consenso degli amministratori.
CC Se non diversamente disposto dallatto costitutivo, le prestazioni
non possono essere modificate senza il consenso di tutti i soci.

1.2 Cessazione della qualit di socio


CC Volont della societ

In caso di trasferimento coattivo delle


azioni del socio moroso con dichiarazione di decadenza dello stesso.

CC Volont del socio

Attraverso il trasferimento volontario


delle azioni da lui possedute.

Ipotesi

Attraverso il diritto di recesso.


In

CC Volont di terzi

caso di espropriazione mobiliare


delle azioni, su istanza dei creditori
particolari del socio muniti di titolo
esecutivo.

1.2.1 Il diritto di recesso


Nozione: il potere riconosciuto al socio di sciogliersi unilateralmente dal contratto sociale con effetti
ex nunc (cd. jus poenitendi).
Attraverso tale istituto il legislatore tutela le minoranze controbilanciando sostanzialmente gli svantaggi
che a queste potrebbero derivare dallapplicazione del principio della maggioranza.
CC In qualunque momento, sia pure con un obbligo di preavviso in caso di
S.p.A. a tempo indeterminato o le cui azioni siano quotate in un mercato
regolamentato.

La

modifica delloggetto sociale che comporta


un cambiamento significativo dellattivit della
societ.

CC Quando non abbia


concorso allassunzione di una deliberazione riguardante

La trasformazione della societ.


Il trasferimento della sede sociale allestero.
La revoca dello stato di liquidazione.
Leliminazione di una o pi cause di recesso.
La modifica dei criteri di determinazione del valore
dellazione in caso di recesso.

Il socio ha diritto
di recedere
(art. 2437 c.c.)

Le modifiche statutarie riguardanti i diritti di voto


o di partecipazione.
CC Salvo che lo statuto disponga diversamente, quando
non abbia concorso allassunzione di
una deliberazione
riguardante

La proroga del termine.


I vincoli alla circolazione delle azioni.

CC Nei casi stabiliti dallo statuto, nelle societ che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio.
CC Nei casi previsti in sede di disciplina dellattivit di direzione e coordinamento.

73

In sintesi
Il diritto di recesso esercitato mediante lettera raccomandata da spedirsi entro 15 giorni dalliscrizione nel Registro delle imprese della delibera.
Le relative azioni devono essere depositate presso la sede sociale.
Il recesso non pu essere esercitato o, se esercitato, inefficace quando la societ, entro 90 giorni,
revoca la delibera di cui si tratta o dispone lo scioglimento della societ.
Il valore di liquidazione delle azioni del socio recedente determinato dagli amministratori, sentito
il parere del collegio sindacale e del soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei conti,
tenuto conto del patrimonio della societ, delle sue prospettive di reddito e delleventuale valore
di mercato delle azioni.
Le azioni vengono prima offerte in opzione agli altri azionisti ed ai possessori di obbligazioni convertibili. In caso di mancato acquisto, in tutto o in parte, vengono offerte ai terzi.
In caso di mancato collocamento vengono rimborsate mediante acquisto da parte della societ con
lutilizzo di riserve disponibili (anche in deroga al limite di cui al terzo comma dellart. 2357 c.c.).

2 Le azioni e gli altri strumenti finanziari partecipativi

2.1 Le azioni
Lazione rappresenta la partecipazione del socio, la posizione contrattuale che egli ha nella societ e
quindi il complesso dei diritti e degli obblighi in cui essa si scompone (Ferrara jr.). Normalmente, la
posizione del socio nella societ incorporata nel titolo azionario, il cui possesso conferisce la legittimazione ad esercitare i relativi diritti a prescindere dalla prova, da parte del socio cos legittimato, di
esserne o meno il proprietario (Buonocore). Tuttavia, possibile che lo statuto escluda lemissione
dei titoli azionari (cd. dematerializzazione dei titoli azionari) o preveda lutilizzo di altre tecniche di
legittimazione e circolazione (art. 2346 c.c.).

Valore

CC Nominale: se determinato nello statuto, corrisponde ad una


frazione del capitale sociale. In mancanza di indicazione, le norme
che vi fanno riferimento si applicano avendo riguardo al numero
delle azioni in rapporto al totale delle azioni emesse.
CC Effettivo: il valore di mercato dellazione.
CC Devono essere di eguale valore (art. 2348 c.c.).
CC Sono indivisibili (art. 2347 c.c.). Se pi soggetti sono titolari di
ununica azione si realizza una situazione di compropriet indivisa e i diritti sociali sono esercitati da un rappresentante comune
nominato a maggioranza (calcolata per quote) dei comproprietari.
CC Sono liberamente trasferibili come titoli di credito.

Caratteri

CC Non sono titoli di credito in senso stretto: non attribuiscono al


possessore un diritto letterale, autonomo ed astratto.

Una funzione di legittimazione: chi


CC Hanno duplice funzione

la possiede pu esercitare i diritti


di socio.

Una funzione di trasferimento: chi


trasmette il documento trasferisce
la qualit di socio.

74

CC La denominazione e la sede della societ.


CC La data dellatto costitutivo e della sua iscrizione nel Registro delle
imprese.

Contenuto

CC Il loro valore nominale o, se questo non determinato, il numero


complessivo delle azioni emesse e lammontare del capitale sociale.
CC Lammontare dei versamenti parziali, per le azioni non ancora
interamente liberate.
CC I diritti e gli obblighi particolari ad esse inerenti.
CC La sottoscrizione di uno degli amministratori, anche mediante
riproduzione meccanica della firma.

Differenze
La legge ammette espressamente che lo statuto possa prevedere categorie di azioni fornite di
diritti diversi sia con riguardo allincidenza delle perdite (art. 2348 c.c.), sia con riguardo al diritto di
voto, con possibilit che lo stesso sia del tutto escluso o anche semplicemente limitato o sottoposto
a particolari condizioni (art. 2351 c.c.). Non possono, invece, essere emesse azioni a voto plurimo.
Esempi di tali categorie di azioni sono quelle emesse a favore dei prestatori di lavoro (art. 2349
c.c.) e quelle di godimento (art. 2353 c.c.).
Accanto alle azioni ordinarie, che attribuiscono ai soci i normali diritti di partecipazione, si possono
pertanto avere:
azioni privilegiate, che attribuiscono un diritto di priorit o una pi elevata partecipazione nella
distribuzione degli utili o nella restituzione del capitale al momento dello scioglimento della
societ.
Agli azionisti privilegiati spetta, normalmente, il diritto di voto nelle assemblee.
Sono vietate, invece, le cd. azioni a voto plurimo, per evitare che alcuni gruppi possano assicurarsi il controllo dellamministrazione mediante pacchetti azionari di piccola consistenza
economica (art. 2351, 4 comma c.c.);
azioni di godimento, che possono essere attribuite al possessore di azioni ordinarie, in sostituzione di esse, quando in seguito ad una riduzione del capitale sociale ne sia stato
rimborsato il valore nominale, sul presupposto che il valore reale dellazione ordinaria sia
superiore, al momento del rimborso, al valore nominale, a causa delle riserve esistenti (art.
2353 c.c.).
Negli esercizi successivi, pertanto, i possessori delle azioni di godimento hanno diritto di concorrere, nella ripartizione degli utili, con i possessori delle azioni non rimborsate soltanto dopo
che a costoro sia stato preliminarmente attribuito un dividendo pari allinteresse legale.
In caso di liquidazione della societ, essi concorrono nella ripartizione del patrimonio sociale
che residua dopo che ai titolari delle altre azioni sia stata rimborsata una somma pari al loro
valore nominale. Le azioni di godimento non conferiscono salva diversa disposizione dellatto
costitutivo il diritto di voto;
azioni assegnate ai prestatori di lavoro, esplicitamente regolate dallart. 2349 c.c., in base
al quale: Se lo statuto lo prevede, lassemblea straordinaria pu deliberare lassegnazione di
utili ai prestatori di lavoro dipendenti delle societ o di societ controllate mediante lemissione,
per un ammontare corrispondente agli utili stessi, di speciali categorie di azioni da assegnare
individualmente ai prestatori di lavoro, con norme particolari riguardo alla forma, al modo di
trasferimento ed ai diritti spettanti agli azionisti. Il capitale sociale deve essere aumentato in
misura corrispondente.
Si tratta di una previsione che mira a favorire il coinvolgimento dei prestatori di lavoro nella
gestione sociale attraverso la distribuzione di una parte di utili direttamente ad essi. Ci avviene, tuttavia, secondo una fattispecie alquanto articolata: piuttosto che essere immediatamente
assegnati ai lavoratori, tali utili vengono imputati a capitale (che aumenta in misura corrispon-

75

dente) e le azioni sociali emesse a fronte dellaumento vengono distribuite gratuitamente ed


individualmente ai prestatori dopera, i quali acquistano la qualit di soci;
azioni con prestazioni accessorie, che impongono al socio, oltre allobbligo del conferimento,
prestazioni non consistenti in danaro (di lavoro, di cose).
Tali azioni devono essere necessariamente nominative, possono essere introdotte solo con
latto costitutivo (o successivamente con deliberazione allunanimit di tutti i soci) e non possono
essere trasferite senza il consenso degli amministratori;
azioni di risparmio: tale categoria di azioni, istituita con la legge n. 216/1974 ed attualmente
regolata dagli articoli 145-147 del D.Lgs. 58/1998, tutela la posizione dei piccoli risparmiatori
che, con lacquisto dei titoli, perseguono lintento di investire i propri risparmi pi che di partecipare ad unattivit economica.
Sono totalmente prive del diritto di voto, ma non anche del diritto di intervenire in assemblea
e di chiederne la convocazione; godono di particolari agevolazioni fiscali e sono dotate di
particolari privilegi di natura patrimoniale: contenuti, modalit, condizioni e limiti di tali privilegi
sono determinati nellatto costitutivo.
Gli interessi degli azionisti di risparmio sono tutelati mediante la nomina di appositi organi:
lassemblea speciale e il rappresentante comune.

2.1.2 Le azioni a voto limitato


La riforma del diritto societario ha previsto la creazione di categorie di azioni a voto limitato (art.
2351, co. 2, c.c.).
CC Prive del tutto del diritto di voto.
Azioni a voto limitato,
in quanto

CC Con diritto di voto limitato a particolari argomenti.


CC Con diritto di voto subordinato al verificarsi di particolari condizioni, non meramente potestative, cio non dipendenti dalla mera
volont della societ.

Le azioni senza voto, con diritto di voto limitato o con voto condizionato non possono complessivamente
superare la met del capitale sociale.

2.2 La circolazione delle azioni


La circolazione delle azioni si attua secondo le norme prescritte per i diritti di credito. Nonostante la
comunicazione di principio dellart. 2354, co. 1, c.c., le azioni della societ devono essere tutte nominative, ad eccezione delle azioni di risparmio e di quelle emesse dalle Sicav.
CC Le azioni al portatore (quando ammesse) si trasferiscono mediante la consegna materiale del titolo (art. 2355, co. 2, c.c.).
CC Le azioni nominative si trasferiscono mediante la doppia intestazione sul titolo e sul libro dei soci; ci pu avvenire:
Se sono emessi
i titoli azionari

Se non sono emessi


i titoli azionari

76

mediante girata (doppia intestazione differita, art. 2355, co. 3,


c.c.);
mediante transfert (doppia intestazione contestuale, art. 2355,
co. 4, c.c.).
Il trasferimento opponibile alla societ dal momento dellannotazione nel libro dei soci.

CC Il trasferimento opponibile alla societ dal momento delliscrizione


nel libro dei soci (art. 2355, co. 1, c.c.).

La disciplina dei titoli nominativi trova applicazione anche in ipotesi di azioni dematerializzate, con
la precisazione, tuttavia, che in tale evenienza la girata sostituita dalla scritturazione sul conto cui
attribuita la stessa efficacia connessa alla prima (art. 2355, u.c., c.c.). Anche in tal caso, pertanto,
il legittimo titolare della partecipazione azionaria potr esercitare tutti i diritti sociali ad essa inerenti
indipendentemente dalliscrizione del trasferimento nel libro dei soci.

2.2.1 Limitazioni legali e convenzionali alla circolazione delle azioni


CC Le azioni, corrispondenti ai conferimenti in natura, fino al controllo
della stima (art. 2343 c.c.).
Non sono alienabili

CC Senza il consenso degli amministratori, le azioni connesse a prestazioni accessorie (art. 2345, co. 2, c.c.).
CC Senza il consenso degli amministratori, le azioni delle societ
fiduciarie e di revisione (art. 3, L. 23-11-1939, n. 1966).

Osservazioni
Secondo DI SABATO e FERRARA jr., il trasferimento delle azioni in violazione dei divieti anzidetti
sarebbe colpito dalla nullit, che generalmente si connette alla violazione di norme imperative.
CC Devono risultare dal titolo.

Limitazioni risultanti
dallo statuto

CC In caso di azioni nominative e in caso di mancata emissione dei titoli


azionari il trasferimento delle azioni pu essere sottoposto a particolari
condizioni o essere vietato per un periodo massimo di 5 anni dalla costituzione della societ o dal momento in cui il divieto viene introdotto.
CC Le clausole che subordinano il trasferimento delle azioni al mero gradimento di organi sociali o di altri soci sono inefficaci se non prevedono, a
carico della societ o degli altri soci, lobbligo di acquisto oppure il diritto
dellalienante di recedere dalla societ.
CC Le clausole di prelazione prevedono che il socio, prima di alienare in tutto
o in parte le sue azioni, debba offrirle agli altri soci.

Limitazioni al libero trasferimento delle azioni possono risultare, poi, da patti parasociali (cd. sindacati
di blocco), ossia quei patti convenuti tra i soci successivamente alla costituzione dellente, in base ai
quali la circolazione delle azioni limitata o addirittura totalmente impedita.

2.3 Pegno, usufrutto e sequestro di azioni (art. 2352 c.c.)


Le azioni possono essere oggetto di diritti reali limitati (pegno e usufrutto), nonch di sequestro (giudiziario o conservativo) e di esecuzione forzata (pignoramento), indipendentemente dalla circostanza
che siano stati emessi, o meno, i relativi certificati.
CC Il diritto di voto, salva diversa convenzione, spetta allusufruttuario
ed al creditore pignoratizio.

Pegno e usufrutto

CC Salvo che dal titolo o dal provvedimento del giudice risulti diversamente, gli altri diritti amministrativi spettano sia al socio sia al
creditore pignoratizio o allusufruttuario.
CC Spettano al creditore pignoratizio ed allusufruttuario gli utili (salvo
patto contrario).
CC Spetta al socio il diritto di recesso ed in tal caso il pegno e lusufrutto si trasferiscono sulla somma data a rimborso delle azioni.
CC Spetta al socio il diritto di opzione.

77

In caso di pegno: il socio deve

Pegno e usufrutto

Sequestro

CC Se sono richiesti versamenti


sulle azioni

versare le somme necessarie


al creditore pignoratizio 3 giorni
prima della scadenza, altrimenti
il creditore pu far vendere le
azioni, trasferendo il pegno sul
ricavato.

In

caso di usufrutto: lusufruttuario deve anticipare i conferimenti richiesti, ma ha diritto alla


restituzione dellequivalente
(senza interessi) al termine
dellusufrutto.

CC Spettano al custode il diritto di voto e gli altri diritti amministrativi.

2.4 Gli altri strumenti finanziari partecipativi


La societ pu emettere strumenti finanziari forniti di diritti patrimoniali o partecipativi, che non possono essere imputati a capitale. Si lascia allautonomia statutaria la individuazione dei diritti spettanti
ai possessori, con lunica esclusione del diritto di voto nellassemblea generale degli azionisti (es.:
strumenti finanziari da attribuirsi ai prestatori di lavoro, art. 2349, co. 2, c.c.).
Lobiettivo quello di consentire lacquisizione di ogni elemento utile per lo svolgimento dellattivit
sociale, nel rispetto comunque del divieto comunitario di conferimento di opere e servizi.
In sintesi
I diritti dei soci si possono suddividere in diritti patrimoniali (diritto agli utili, diritto alla quota di
liquidazione e diritto di opzione) e diritti amministrativi (diritto di intervento in assemblea, diritto di
voto, diritto di impugnazione delle delibere assembleari).
Gli obblighi dei soci, invece, consistono nellesecuzione dei conferimenti e nellesecuzione delle
prestazioni accessorie.
Quanto allo status di socio, esso pu cessare in tre ipotesi:
per volont della societ;
per volont del socio stesso;
per volont di terzi.
Le quote di partecipazione in una S.p.A. sono rappresentate dalle azioni, i cui caratteri essenziali
consistono nellessere di uguale valore e indivisibili.
Le azioni conferiscono ai loro possessori uguali diritti: tale uguaglianza, tuttavia, deve sussistere
solo allinterno di ciascuna categoria di azioni, in quanto consentito alla societ di creare categorie diverse. Pertanto, accanto alle azioni ordinarie, che attribuiscono ai soci i normali diritti di
partecipazione, si possono avere categorie di azioni fornite di diritti diversi, tra le quali rientrano,
ad esempio, le azioni emesse a favore dei prestatori di lavoro e quelle di godimento.
La circolazione delle azioni si attua secondo le norme previste per i titoli di credito. Limiti alla circolazione delle azioni sono posti dalla legge e dallatto costitutivo; le clausole limitative statutarie
pi spesso usate sono le clausole di gradimento e le clausole di prelazione.
Sulla circolazione delle azioni, infine, hanno rilievo anche le offerte pubbliche, particolari procedure
correlate ad operazioni di trasferimento di titoli.

78

17

Capitolo

lelemento patrimoniale e il bilancio

1 Patrimonio e capitale sociale

Patrimonio sociale

CC il complesso di attivit e passivit della societ in un dato momento.


CC Varia secondo le vicende della societ.

Capitale sociale

CC il valore in danaro dei conferimenti degli azionisti, quale risulta


dalla valutazione fatta nellatto costitutivo.
CC Per legge, non pu essere inferiore a 120.000 euro.
CC Pu essere variato solo mediante apposite delibere.

Il capitale sociale tutelato nella sua integrit, attraverso:


la determinazione di criteri peculiari per la redazione e la valutazione delle poste di bilancio (artt.
2423 e ss. c.c.);
la specificazione delle norme sugli ammortamenti e sugli accantonamenti (artt. 2424, 2426 c.c.);
la previsione dellobbligo di formazione (e reintegrazione) della riserva legale (art. 2430 c.c.);
le disposizioni limitative degli acquisti, da parte della societ, di beni o di crediti dei promotori,
fondatori, soci e amministratori (art. 2343bis c.c.);
il criterio per cui, in sede di costituzione, il valore dei conferimenti non pu essere inferiore allammontare globale del capitale sociale (art. 2346 c.c.);
il divieto di investimento, da parte di una societ controllata, del proprio capitale in azioni della
societ controllante o di altre societ da questa controllate (2359bis c.c.);
il divieto di pagare utili non realmente conseguiti (art. 2433 c.c.).

2 I fondi di riserva

Le riserve consistono in quelle immobilizzazioni di utili che sono imposte dalla legge o dallo statuto
della societ o eventualmente sono volontariamente create dallassemblea per assicurare la stabilit
del capitale sociale di fronte alla oscillazione dei valori e di fronte a perdite che possono verificarsi in
singoli esercizi e per dotare la societ di nuovi mezzi finanziari in capitale sociale in funzione dei suoi
prevedibili sviluppi (Ferri).
Differenze
Lart. 2430 c.c. stabilisce che dagli utili netti annuali della S.p.A. deve essere dedotta ed accantonata una quota, in misura corrispondente almeno alla ventesima parte di essi, fino a raggiungere
1/5 del capitale sociale.
Tale riserva legale ordinaria infruttifera per i soci e non pu mai essere distribuita come utile.
Se diminuita per qualsiasi ragione (ad esempio, per perdite) deve essere reintegrata mediante
accantonamenti di utili annuali pari almeno al 5%.
Le riserve facoltative o straordinarie possono essere costituite in aggiunta a quella legale; sono
liberamente deliberate dallassemblea e sempre disponibili.

79

A tali riserve pu attingersi specialmente per aumenti gratuiti di capitale. Esse saranno distribuite
ai soci allatto della liquidazione della societ.
La riserva statutaria pu essere eventualmente imposta dallatto costitutivo, in aggiunta a quella
legale, al solo fine di rafforzare la posizione economica della societ. Non rivolta, dunque, anche
a garantire i creditori e lassemblea, pertanto, legittimamente pu deliberarne la distribuzione totale
o parziale, previa modifica dello statuto.
Infine, riserva occulta quella risultante dallespediente contabile di stimare talune attivit sociali ad
un valore inferiore a quello effettivo (sottovalutazione dellattivo) ovvero di iscrivere al passivo poste
correttive sproporzionate alleffettivo deperimento o agli effettivi rischi (sopravalutazione del passivo).

3 Il bilancio di esercizio

3.1 Nozione
Il bilancio di esercizio il documento contabile, da redigersi al termine di ogni esercizio annuale, che
deve rappresentare con chiarezza ed in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e
finanziaria della societ ed il risultato economico dellesercizio (art. 2423 c.c.).
CC Stato patrimoniale: contiene la descrizione e la valutazione del
patrimonio della societ.
Elementi

CC Conto economico: descrive tutte le variazioni intervenute nel


patrimonio durante lesercizio.
CC Nota integrativa: il cui contenuto rivolto sostanzialmente a
dare ragione dei dati esposti nello stato patrimoniale e nel conto
economico.
CC Relazione degli amministratori sulla gestione sociale.

Allegati

CC Relazione dei sindaci (per le societ dotate di collegio sindacale).


CC Relazione del soggetto incaricato della revisione legale dei
conti.
CC Illustrare, al termine di ogni esercizio, il valore del patrimonio
sociale.

Funzioni

CC Rappresentare la situazione finanziaria della societ, cio la quantit e qualit dellindebitamento e delle disponibilit dellimpresa
sociale.
CC Indicare il risultato economico dellesercizio, specificando gli utili
conseguiti o le perdite sofferte.
CC Informare i soci, i creditori sociali ed i terzi circa le vicende economiche della societ.

3.2 La formazione del bilancio desercizio


Le fasi essenziali del procedimento di formazione del documento contabile sono le seguenti:
gli amministratori redigono il progetto di bilancio;
lo comunicano al collegio sindacale e al soggetto incaricato della revisione legale dei conti
almeno 30 giorni prima del giorno in cui si terr lassemblea cui va sottoposto;
il collegio sindacale formula proposte ed osservazioni sul progetto di bilancio e riferisce allassemblea sullesercizio sociale;

80

copia del progetto di bilancio, insieme con le relazioni degli amministratori, dei sindaci e del
soggetto incaricato della revisione legale dei conti, deve rimanere depositata nella sede sociale
durante i 15 giorni che precedono lassemblea, e fino allapprovazione, affinch i soci possano
prenderne visione;
sul progetto di bilancio delibera lassemblea ordinaria o il consiglio di sorveglianza, nelle
societ con sistema di amministrazione e controllo di tipo dualistico (artt. 2364 e 2364bis c.c.);
in ogni caso spetta allassemblea ordinaria la delibera sulla distribuzione degli eventuali utili ai soci
(art. 2433 c.c.);
entro 30 giorni una copia del bilancio approvato deve essere depositata presso lUfficio del
Registro delle imprese, ovvero inoltrata a mezzo di lettera raccomandata (ora possibile anche
linvio telematico con firma digitale);
nello stesso termine le societ non quotate in un mercato regolamentato devono altres depositare, per liscrizione nel Registro delle imprese, lelenco dei soci riferito alla data di approvazione
del bilancio, con lindicazione del numero delle azioni possedute da ciascuno, nonch dei soggetti
diversi dai soci che sono titolari di diritti o beneficiari di vincoli sulle azioni medesime (art. 2435 c.c.);
il soggetto incaricato della revisione legale dei conti societari deve redigere una relazione che si
accompagna al bilancio di esercizio. Tale relazione consiste in un documento contenente il giudizio
sul bilancio, il quale indica se questo conforme alle norme che ne disciplinano la redazione
e se rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato
economico dellesercizio. Il D.Lgs. 39/2010, di riforma della revisione legale dei conti, ha rivisto
e ampliato la disciplina relativa alla relazione di revisione e al giudizio sul bilancio. Le principali
novit riguardano: lequiparazione della relazione del revisore tra societ quotate e non; lobbligo
per il soggetto incaricato della revisione legale di conservare per 10 anni i documenti e le carte di
lavoro relativi agli incarichi svolti.
CC Chiarezza della redazione: consiste in una modalit dellesposizione che consenta la comprensione del documento da parte dei
destinatari (forniti di media cultura contabile).

La verit delle rappresentazioni si realizPrincipi fondamentali


CC Verit e correttezza delle rappresentazioni

za essenzialmente con il comportamento di


buona fede del redattore del bilancio rivolto
a fornire ai destinatari una informazione
adeguata alla comprensione del valore
rappresentato.

La

correttezza delle rappresentazioni


consiste nel rispetto dei principi di redazione e dei criteri di valutazione.

CC Redazione in unit di euro, senza cifre decimali, ad eccezione


della nota integrativa che pu essere redatta in migliaia di euro
(art. 2423 c.c.).
CC Principio della prudenza (art. 2423bis, nn. 1, 2 e 4, c.c.).
Criteri di redazione

CC Principio di continuit della gestione (art. 2423 bis, n. 1, c.c.).


CC Principio di competenza (art. 2423bis, n. 3, c.c.).
CC Principio di valutazione separata degli elementi patrimoniali (art.
2423bis, n.5, c.c.).
CC Principio di continuit sostanziale dei bilanci (art. 2324bis, n. 6, c.c.).

81

3.3 Stato patrimoniale


CC Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti.
CC Immobilizzazioni: materiali (terreni, fabbricati, impianti, macchinari ecc.), immateriali (diritti di brevetto, concessioni, marchi, licenze ecc.) e finanziarie.

Rimanenze (materie prime,


prodotti finiti e merci, prodotti
in corso di lavorazione, semilavorati ecc.).
CC Attivo
CC Attivo circolante

Crediti.
Attivit finanziarie

che non
costituiscono immobilizzazioni.

Disponibilit liquide (cassa,


assegni, depositi bancari e
postali).
CC Ratei e risconti, con separata indicazione del
disaggio su prestiti.
Contenuto (art. 2424 c.c.)

Capitale sociale.
Riserva da sovraprezzo
delle azioni.

CC Patrimonio netto

Riserve di rivalutazione.
Riserva legale.
Riserva per azioni proprie in
portafoglio.

Riserve

statutarie ed altre
riserve, distintamente indicate.

CC Passivo

Utili (perdite) portati a nuovo.


Utile (perdita) dellesercizio.
CC Fondi per rischi ed oneri.
CC Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato.
CC Debiti.
CC Ratei e risconti, con separata indicazione dellaggio su prestiti.

3.4 Conto economico


CC Valore della produzione.
Voci essenziali
(art. 2425 c.c.)

CC Costi di produzione.
CC Proventi ed oneri finanziari.
CC Rettifiche di valore di attivit finanziarie.
CC Proventi ed oneri straordinari.

82

3.5 Nota integrativa


CC Criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio.
CC Movimenti delle immobilizzazioni.
CC Variazioni intervenute nelle varie poste dellattivo e del passivo.
CC Elenco descrittivo delle partecipazioni possedute in imprese
controllate e collegate, sia direttamente che per tramite di societ
fiduciaria o per interposta persona.
CC Debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica
indicazione della natura delle garanzie.
CC Impegni non risultanti dallo stato patrimoniale.
Contenuto
(art. 2427 c.c.)

CC Ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo


categorie di attivit e secondo aree geografiche, se significativa.
CC Numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria.
CC Ammontare dei compensi spettanti agli amministratori ed ai
sindaci.
CC Numero e valore nominale di ciascuna categoria di azioni della
societ.
CC Dati dei patrimoni destinati ad uno specifico affare.
CC Dati delle operazioni di locazione finanziaria con trasferimento al
locatario della parte prevalente di rischi e benefici inerenti al bene
oggetto della locazione stessa.

Il D.Lgs. 173/2008 ha ampliato il contenuto della nota integrativa, aggiungendo in essa nuove informazioni
che riguardano, in particolare, le operazioni con parti correlate e gli accordi non risultanti dallo stato patrimoniale. Il legislatore ha voluto che le operazioni con parti correlate avvengano con adeguata informazione
e trasparenza degli effetti che esse producono sulla situazione patrimoniale e finanziaria della societ.
Inoltre, in seguito allintervento del D.Lgs. 39/2010 previsto che nella nota integrativa (salvo che la
societ sia inclusa in un ambito di consolidamento e le informazioni siano contenute nella nota integrativa
del relativo bilancio consolidato) deve essere indicato anche limporto totale dei corrispettivi spettanti
al revisore legale o alla societ di revisione legale dei conti annuali, limporto totale del corrispettivo di
competenza per i servizi di consulenza fiscale e per gli altri servizi diversi dalla revisione legale dei conti.

3.6 La relazione degli amministratori


La relazione degli amministratori deve illustrare la situazione della societ e landamento della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate,
con particolare riguardo ai costi, ai ricavi, agli investimenti (art. 2428 c.c.).
Per i bilanci relativi agli esercizi che hanno avuto inizio dal 12 aprile 2007, intervenuto il D.Lgs.
32/2007 di modifica dellart. 2428 c.c. Esso prevede che la relazione degli amministratori debba
contenere unanalisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della societ e del risultato della
gestione, da redigersi coerentemente con lentit e la complessit degli affari societari. Lanalisi
dovr inoltre contenere una descrizione dei principali rischi ed incertezze cui la societ esposta e
gli indicatori di risultato finanziari (e, se ritenuto opportuno, anche di quelli non finanziari) pertinenti
allattivit specifica svolta dalla societ, comprese le informazioni attinenti allambiente e al personale.
Infine, si segnala che, ai sensi del D.Lgs. 195/2007, il 4 comma dellart. 2428 c.c., che riguarda le
societ con azioni quotate in mercati regolamentati, abrogato.

83

4 Bilancio in forma abbreviata

Lart. 2435bis c.c., modificato da ultimo dal D.Lgs. 173/2008, stabilisce che le societ possono redigere
il bilancio in forma abbreviata quando non abbiano emesso titoli negoziati sui mercati regolamentati
e, nel primo esercizio e successivamente per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei
seguenti limiti:
totale dellattivo dello stato patrimoniale ammontante a 4.400.000 euro;
ricavi delle vendite e delle prestazioni ammontanti a 8.800.000 euro;
n. 50 dipendenti occupati in media durante lesercizio.
Nel bilancio in forma abbreviata sono semplificati e ridotti gli schemi dello stato patrimoniale, del
conto economico e della nota integrativa.

5 Il bilancio consolidato

Nozione: la legge prevede, nei casi in cui esistono situazioni di controllo tra due o pi imprese, la redazione del cd. bilancio consolidato che finalizzato a descrivere landamento composito della gestione.
CC Le societ per azioni, in accomandita per azioni ed a responsabilit
limitata che controllano unimpresa.
Soggetti obbligati

CC Le societ cooperative e le mutue assicuratrici che controllano una


societ per azioni, in accomandita per azioni o a responsabilit
limitata.
CC Gli enti pubblici che hanno per oggetto esclusivo o principale una
attivit commerciale (art. 2201 c.c.).
CC Le societ in cui unaltra societ dispone della maggioranza dei
voti esercitabili nellassemblea ordinaria.

Sono considerate
societ controllate

CC Le societ in cui unaltra societ dispone di voti sufficienti per esercitare uninfluenza dominante nellassemblea ordinaria.
CC Le societ su cui unaltra ha il diritto, in virt di un contratto o di una
clausola statutaria, di esercitare uninfluenza dominante, quando
la legge applicabile consenta tali contratti o clausole.
CC Le societ in cui unaltra, in base ad accordi con altri soci, controlla
da sola la maggioranza dei diritti di voto.

Il D.Lgs. 173/2008 ha modificato anche il D.Lgs. 127/1991 che disciplina il bilancio consolidato. In
particolare, sono stati innalzati i limiti per lesonero dal bilancio consolidato, portati ad euro 17.500.000
per il totale degli attivi e ad euro 35.000.000 per il totale dei ricavi ed stato ampliato il contenuto
della nota integrativa.
Da ultimo, il D.Lgs. 39/2010 ha previsto che anche nella nota integrativa del bilancio consolidato
venga separatamente indicato limporto del corrispettivo spettante al revisore legale o alla societ
di revisione dei conti consolidati per gli altri servizi di verifica, per i servizi di consulenza fiscale
e per gli altri servizi diversi dalla revisione legale forniti al gruppo. Inoltre, viene espressamente
stabilito che anche il bilancio consolidato deve essere assoggettato a revisione legale, demandata
al soggetto incaricato della revisione legale del bilancio di esercizio della societ che redige il
bilancio consolidato.

84

5.1 Struttura e contenuto del bilancio consolidato


CC Viene predisposto dagli amministratori dellimpresa controllante
ed costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla
nota integrativa.
CC Deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria ed il risultato economico del complesso delle
imprese costituito dalla controllante e dalle controllate.
CC Nella redazione del bilancio consolidato devono essere riportati gli
elementi dellattivo e del passivo, nonch i proventi e gli oneri delle
imprese incluse nel consolidamento.
CC Gli elementi dellattivo e del passivo devono essere valutati con criteri
uniformi ed i criteri di valutazione devono essere, di regola, quelli utilizzati
nel bilancio desercizio dellimpresa che redige il bilancio consolidato.
Disciplina

CC Lo schema di redazione della nota integrativa riflette quello prescritto


per il bilancio di esercizio.
CC Deve essere allegata al bilancio consolidato una relazione degli amministratori che, ai sensi del D.Lgs. 32/2007, deve contenere unanalisi
fedele, equilibrata ed esauriente sulla situazione complessiva delle imprese in esso incluse e sullandamento della gestione nel suo insieme e nei
vari settori, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi ed agli investimenti.
CC Il bilancio consolidato e la relazione sulla gestione sono comunicati per
la revisione legale con il bilancio di esercizio.
CC Una copia del bilancio consolidato, con la relazione sulla gestione e la
relazione di revisione resta depositata durante i 15 giorni che precedono
lassemblea convocata per lapprovazione del bilancio di esercizio e finch
questo sia approvato. I soci possono prenderne visione.

6 La distribuzione degli utili ai soci

Lassemblea ordinaria delibera su proposta degli amministratori circa la distribuzione degli


utili ai soci (art. 2433 c.c.).
CC I dividendi sulle azioni possono essere corrisposti soltanto per utili
realmente conseguiti e risultanti dal bilancio regolarmente approvato.
CC consentita la distribuzione di acconti su dividendi futuri, nel rispetto
delle condizioni poste dallart. 2433bis c.c.
CC Se si verificano perdite del capitale sociale, non pu farsi luogo a ripartizione di utili fino a che il capitale non sia reintegrato o ridotto in misura
corrispondente.
Disciplina

CC Gli utili netti una volta che ne


sia accertata lesistenza non
possono essere integralmente
distribuiti ai soci. Si deve procedere preventivamente

Allaccantonamento

della quota di
riserva legale (2430 c.c.).

Allerogazione

delle partecipazioni
concesse ai promotori, ai soci
fondatori ed agli amministratori
(2432 c.c.).

Alleventuale

accantonamento per
fare fronte a riserve statutarie.

85

7 La tutela dellintegrit del capitale sociale e della riserva legale


CC Divieto di emettere nuove azioni (e quindi di aumentare il capitale),
fino a che quelle gi emesse non siano interamente liberate (art.
2438 c.c.).
CC Divieto alle societ di acquistare azioni proprie utilizzando il patrimonio sociale per un ammontare corrispondente al capitale sociale
(art. 2357, co. 1, c.c.).
CC Limiti alle societ nellacquisto di azioni proprie (art. 2357 c.c.).
CC Divieto alle societ di sottoscrivere azioni proprie (art. 2357quater
c.c.).

Divieti posti a tutela dellintegrit del capitale sociale e


della riserva legale

CC Divieto alle societ di costituire o aumentare il capitale sociale


mediante sottoscrizione reciproca, contemporanea e connessa di
azioni (cd. societ a catena): art. 2360 c.c.
CC Lart. 2358 c.c. stato completamente riscritto dal D.Lgs. 142/2008,
per cui ora previsto che la societ pu accordare prestiti e fornire
garanzie per lacquisto o la sottoscrizione di azioni proprie, ma solo
ad una serie di condizioni precisamente definite dallarticolo stesso
(v. infra, par. 8.3).
CC Divieto alla societ di distribuire ai soci le somme percepite per
lemissione di azioni ad un prezzo superiore al loro valore nominale, fino a che la riserva legale non abbia raggiunto 1/5 del capitale
sociale (art. 2431 c.c.).

CC In caso di diminuzione della riserva legale per perdite: obbligo di


reintegrare la stessa, almeno nella misura di 1/5 del capitale sociale, prelevando almeno la ventesima parte degli utili netti annuali
successivi (art. 2430, co. 2, c.c.).
CC In caso di diminuzione del capitale di oltre 1/3 per perdite (art.
2446 c.c.): obbligo per gli amministratori di convocare lassemblea
a cui sottoporre un bilancio straordinario, ossia una relazione
Obblighi posti a tutela
sulla situazione patrimoniale della societ, allo scopo di consentire
dellintegrit del capitale
allassemblea di prendere i provvedimenti opportuni (es.: riduzione
sociale e della riserva legale
del capitale).
CC In caso di diminuzione del
capitale al di sotto del minimo legale: obbligo per
lassemblea di deliberare
(art. 2447 c.c.)

La

trasformazione del tipo di


societ.

La reintegrazione del capitale.

8 Acquisto e sottoscrizione delle proprie azioni

Le operazioni sociali aventi ad oggetto le proprie azioni possono mettere a repentaglio lintegrit del
capitale sociale; infatti, sotto tali operazioni potrebbe celarsi unelusione dellobbligo del conferimento
o del divieto di restituzione anticipata dello stesso, con il conseguente pregiudizio alleffettivit del
capitale sociale e alle aspettative dei creditori sociali.

86

8.1 Acquisto di azioni proprie


Lart. 2357 c.c. fa espresso divieto alle societ di acquistare azioni proprie, se non nei limiti degli utili
distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dallultimo bilancio regolarmente approvato. Nei limiti
anzidetti, inoltre, possono essere acquistate soltanto azioni interamente liberate.
La normativa di dettaglio dispone che:
lacquisto deve essere autorizzato dallassemblea (art. 2357, co. 2, c.c.);
il valore nominale delle azioni proprie acquistate non pu eccedere la quinta parte del capitale
sociale, tenuto conto anche delle azioni possedute dalle societ controllate (art. 2357, co. 3, c.c.,
come modif. dal D.Lgs. 142/2008 e dal D.L. 5/2009, conv. in L. 33/2009).
Lart. 2357 stato modificato dapprima dal D.Lgs. 142/2008, infatti, la limitazione al valore nominale
delle azioni proprie acquistabili, fino ad un quinto del capitale sociale, viene ora circoscritta alle sole
societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, mentre per le altre societ non opera
pi tale limite. Successivamente sulla norma intervenuto il D.L. 5/2009, conv. in L. 33/2009 che
ha previsto che il valore nominale delle azioni proprie acquistate da parte delle suddette societ,
non pu eccedere la quinta parte del capitale sociale e non pi la decima parte come previsto in
precedenza;
le azioni acquistate in violazione delle prescrizioni anzidette debbono essere alienate secondo
modalit da determinarsi dallassemblea, entro un anno dal loro acquisto. In mancanza, deve
procedersi senza indugio al loro annullamento ed alla corrispondente riduzione del capitale (art.
2357, co. 4, c.c.).

I limiti di cui sopra non si


applicano quando lacquisto
di azioni proprie avvenga (art.
2357bis c.c.)

CC In esecuzione di una deliberazione dellassemblea di riduzione del


capitale, da attuarsi mediante riscatto e annullamento di azioni.
CC A titolo gratuito, sempre che si tratti di azioni interamente liberate.
CC Per effetto di successione universale, fusione o scissione.
CC In occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un credito della societ, sempre che si tratti di azioni interamente liberate.

8.2 Disciplina delle azioni proprie


Qualora la societ abbia proceduto allacquisto di azioni proprie, gli amministratori possono disporre
di queste soltanto previa autorizzazione dellassemblea, che deve stabilire le relative modalit (art.
2357ter c.c.).
Fino a quando tali azioni restano in propriet della societ (non sono, cio, trasferite o annullate):
il diritto agli utili ed il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni;
il diritto di voto sospeso;
deve essere costituita e mantenuta una riserva indisponibile, pari allimporto complessivo delle
azioni proprie iscritto allattivo del bilancio.

8.3 Azioni proprie in garanzia


Prima dellintervento del D.Lgs. 142/2008, lart. 2358 c.c. prevedeva che la societ non potesse accordare prestiti o fornire garanzie per lacquisto o la sottoscrizione delle azioni proprie.
Ora, invece, previsto che possibile per la societ accordare prestiti e fornire garanzie per lacquisto
o la sottoscrizione di azioni proprie, ad una serie di condizioni. Esse sono:
loperazione deve essere preventivamente autorizzata dallassemblea;
gli amministratori della societ devono redigere una relazione che illustri le condizioni, le ragioni
e gli obiettivi delloperazione e che attesti che essa ha luogo a condizioni di mercato eque;

87

limporto complessivo dellassistenza finanziaria prestata a terzi non pu eccedere il limite degli
utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dallultimo bilancio regolarmente approvato. Ci
comporta lobbligo di iscrivere in bilancio una riserva indisponibile pari allimporto complessivo
dellassistenza finanziaria.

8.4 Acquisto di azioni proprie e della societ controllante in societ quotate


Lart. 132 del D.Lgs. 58/1998, come modificato dalla L. 62/2005 prevede che:
lacquisto di azioni proprie avviene sulla base dei criteri indicati dagli artt. 2357 e 2357bis c.c.;
lacquisto deve avvenire in modo da assicurare la parit di trattamento tra gli azionisti, secondo
modalit stabilite dalla Consob con proprio regolamento;
tale obbligo non sussiste se le azioni sono possedute da dipendenti della stessa societ emittente,
della societ controllata o sono da questa assegnate o da questa sottoscritte a fronte di unattribuzione straordinaria di utili ovvero a seguito di esclusione del diritto di opzione.

8.5 Sottoscrizione di azioni proprie (art. 2357quater c.c.)


La societ non pu sottoscrivere azioni proprie, salvo quanto previsto dallart. 2357ter, co. 2, c.c.,
riguardante leventualit che lassemblea abbia autorizzato lesercizio del diritto di opzione inerente
alle azioni proprie.
La violazione del divieto determina un fenomeno di conversione ex lege: loperazione resta perfettamente valida, ma il legislatore imputa la titolarit delle azioni sottoscritte, a titolo personale, ai promotori e
ai soci fondatori (oppure, nel caso in cui la sottoscrizione sia avvenuta in sede di aumento del capitale,
agli amministratori): tali soggetti, quindi, si assumeranno lobbligo di eseguire i conferimenti previsti,
salvo che riescono a dimostrare di essere esenti da colpa.

9 Variazioni del capitale sociale

Le variazioni del capitale possono essere in aumento o in diminuzione e si attuano mediante modificazioni dello statuto, deliberate dallassemblea straordinaria ed iscritte nel Registro delle imprese.
CC Conferimento di nuove attivit da
parte di soci o terzi

Modalit di esecuzione
dellaumento di capitale

Aumento reale

CC Trasferimento in conto capitale di


riserve facoltative o statuarie
CC Imputazione a capitale di fondi disponibili iscritti a bilancio e risultanti da
plusvalenze dellattivo patrimoniale
dei cd. saldi attivi risultanti da rivalutazione per conguaglio monetario

Aumento nominale

CC Competente a deliberare laumento di capitale lassemblea


straordinaria, trattandosi, in realt, di una modifica dello statuto.
Aumento reale
di capitale

CC Lo statuto pu attribuire anche agli amministratori la facolt di


aumentare (in una o pi volte) il capitale, fino ad un ammontare
determinato e per il periodo massimo di 5 anni dalla data di
iscrizione della societ nel Registro delle imprese (art. 2443 c.c.).
CC Laumento di capitale pu essere deliberato solo se le azioni
precedentemente sottoscritte siano state interamente liberate
(con integrale versamento dei relativi conferimenti).

88

Osservazioni
Le misure di semplificazione introdotte dal D.Lgs. 142/2008 trovano applicazione sia nel caso di
esecuzione dei conferimenti (di beni in natura e crediti) nella fase di costituzione della societ, sia
nel caso di esecuzione dei conferimenti a fronte di un aumento di capitale. Il decreto, infatti, ha
introdotto nel codice civile lart. 2440bis, rubricato Aumento di capitale delegato mediante conferimenti di beni in natura e di crediti senza relazione di stima che prevede, nel caso di aumento di
capitale delegato agli amministratori con conferimento di beni in natura, che gli stessi depositino
per liscrizione nel registro delle imprese, in allegato al verbale della deliberazione di aumento del
capitale, una dichiarazione da cui risulti il valore attribuito ai conferimenti e la sussistenza delle
condizioni indicate allart. 2343ter.
In tal caso, la minoranza degli azionisti (almeno il 5% del capitale sociale) pu chiedere, a spese
della societ, la valutazione sui beni e crediti conferiti ai fini dellaumento di capitale da parte di un
esperto designato dal tribunale.
A ciascun socio spetta sulle azioni di nuova emissione il cd. diritto di opzione, cio il diritto di sottoscrivere tali azioni di nuova emissione a preferenza di soggetti estranei alla societ, in proporzione
alla quota gi posseduta.
CC un diritto potestativo di contenuto patrimoniale.
CC Assicura al socio la possibilit di conservare la sua posizione
nella societ.
CC Garantisce al socio la conservazione delle plusvalenze patrimoniali
attive accumulate nel corso della gestione.
CC Spetta agli azionisti, anche privilegiati e senza voto, e agli eventuali
possessori di obbligazioni convertibili.
CC Ha ad oggetto sia azioni che obbligazioni convertibili di nuova
emissione.

Diritto di opzione

CC Deve essere esercitato nel termine di 30 giorni dalla pubblicazione


dellofferta nel Registro delle imprese; in caso di societ quotate il
termine di 15 giorni (art. 134 D.Lgs. 58/1998).

Se laumento di capitale avviene con conferimenti in natura.

Con delibera dellassemblea straordinaria


CC Pu essere escluso o limitato

limitatamente ad 1/4 delle azioni di nuova


emissione se offerte in sottoscrizione ai
dipendenti della societ (art. 2441, co. 8,
c.c.) o ai dipendenti di societ controllanti
o controllate.

Se linteresse della societ lo esige e la deliberazione approvata con la maggioranza


richiesta per le assemblee straordinarie.
Riduzione del capitale: consiste nel portare lo stesso ad una cifra inferiore, osservando il limite legale. La deliberazione di riduzione del capitale pu eseguirsi solo dopo 90 giorni dalla data della sua
iscrizione, purch nessun creditore abbia fatto opposizione.

89

CC Perdite, in tal caso la riduzione obbligatoria in alcune ipotesi


(perdite oltre 1/3 del capitale sociale); mentre facoltativa in caso
di perdite inferiori.
CC Morosit di azionisti, se le loro azioni rimangono invendute o si
annullano (art. 2344 c.c.).

Cause

CC Recesso di azionisti.
CC Inferiorit del valore dei beni conferiti in natura di oltre 1/5 rispetto al valore per cui avvenne il conferimento (art. 2343, co. 4, c.c.).
CC Rimborso di parte dei conferimenti ai soci, o liberazione dallobbligo di eseguirli.
Modalit di esecuzione

CC Acquisto di azioni proprie e successivo annullamento.


CC Sorteggio di azioni (per lammontare della riduzione) e rimborso
alla pari ai portatori (in genere ai soci sorteggiati e rimborsati si
distribuiscono azioni di godimento).

10 Le obbligazioni

Nozione: possono definirsi titoli di credito a reddito fisso emessi in massa, nominativi o al portatore, i
quali incorporano un diritto di credito, nei confronti della societ emittente, al pagamento di una determinata somma ad una determinata scadenza, ed al pagamento di interessi ad un saggio percentuale
su detta somma (Graziani). Le obbligazioni sono debiti pecuniari che la societ assume verso terzi
dai quali ha ricevuto un prestito; il prestante, pertanto, ha un diritto di credito alla restituzione della
somma mutuata ed alla percezione degli interessi pattuiti e non assume la qualit di socio.
Natura giuridica: le obbligazioni sono titoli di credito, nominativi o al portatore, emessi in massa (cio
in serie), i quali incorporano un diritto di credito.
CC Autonomia: ogni possessore di obbligazioni ha verso la societ
un di-ritto autonomo rispetto a quello del primo acquirente e dei
precedenti possessori.
Caratteri

CC Letteralit: la lettera del titolo decisiva per tutto quanto riguarda


il contenuto, i limiti, le modalit del diritto.
CC Astrattezza: lassunzione, da parte della societ, del debito obbligazionario pu avvenire per qualsiasi causa, onde lobbligazione un
atto astratto, giuridicamente distinto dal rapporto fondamentale per il
quale ha luogo.
CC Obbligazioni di partecipazione: la misura dellinteresse degli
obbli-gazionisti integrata da una certa partecipazione agli utili
distribuiti agli azionisti.

Tipi

CC Obbligazioni parametrate: assicurano agli obbligazionisti un


interesse ed un rimborso commisurato al prezzo di eventuali merci
prodotte dallattivit economica esercitata dalla societ.
CC Obbligazioni con diritto di opzione su azioni warrant: lobbligazionista, pur rimanendo tale, ha diritto di opzione su azioni della
stessa o di altra societ.
CC Obbligazioni convertibili in azioni: lobbligazionista pu convertire, entro un certo limite di tempo, le sue obbligazioni in azioni.

90

Differenze
Le azioni costituiscono parte del capitale sociale, che sar distribuito ai soci allo scioglimento della
societ. Attribuiscono ai loro possessori la qualit di socio. Le obbligazioni, invece, rappresentano
debiti pecuniari che la societ assume verso terzi, dai quali ha ricevuto somme di danaro. Attribuiscono ai loro possessori la qualit di creditori della societ. Inoltre, danno diritto ad un interesse
periodico fisso, che indipendente dai risultati dellesercizio sociale.
Infine, non attribuiscono il diritto di partecipare alla gestione sociale e devono essere integralmente
soddisfatte prima che si proceda a qualsiasi ripartizione del capitale fra i soci.

10.1 Le obbligazioni convertibili in azioni


Nozione: possono considerarsi figure intermedie fra le obbligazioni e le azioni. Esse svolgono la funzione
di raccogliere danaro presso quanti non si sentirebbero allettati da un puro e semplice investimento
obbligazionario, ma, tuttavia, temono i rischi di un investimento azionario.
Differenze
Differiscono dalle comuni obbligazioni in quanto conferiscono, in via alternativa, il diritto al rimborso, con i relativi interessi, del capitale prestato alla societ oppure il diritto di sottoscrivere
azioni e di diventare perci solo socio.
Il rapporto sottostante allobbligazione convertibile dunque duplice:
un mutuo dellobbligazionista alla societ;
un patto di opzione, avente per oggetto la novazione del rapporto di mutuo in rapporto di societ.

La deliberazione di emissione, che


CC Lemissione di obbligazioni convertibili richiede due deliberazioni

deve determinare il rapporto di cambio con le azioni e le modalit della


conversione.

La

deliberazione contestuale di
aumento del capitale sociale, per un
ammontare corrispondente al valore
nominale delle obbligazioni convertibili.

CC Non si possono emettere obbligazioni convertibili se il capitale


sociale non sia stato interamente versato.
Principi regolatori
(art. 2420bis c.c.)

CC Le obbligazioni convertibili di nuova emissione devono essere


offerte in opzione agli azionisti gi esistenti e ai possessori di
obbligazioni convertibili precedentemente emesse.
CC Se, durante il periodo della conversione, la societ aumenta il
capitale sociale con emissione di nuove azioni, agli obbligazionisti
spetta, in concorso con i soci, il diritto di opzione sulla base del
rapporto di cambio.
CC Fino a quando non siano scaduti i termini fissati per la conversione,
la societ non pu deliberare n la riduzione del capitale esuberante, n la modificazione delle disposizioni dellatto costitutivo
concernenti la ripartizione degli utili, salvo che ai possessori delle
obbligazioni convertibili sia concessa la facolt di esercitare il diritto
di conversione nel termine di 30 giorni.

91

10.2 La disciplina del prestito obbligazionario


CC Le obbligazioni non possono essere emesse per somma eccedente
il doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve
disponibili secondo lultimo bilancio approvato (art. 2412 c.c.).
Condizioni
per lemissione

CC Lemissione di obbligazioni deve essere deliberata dagli amministratori (art. 2410 c.c.); quella di obbligazioni convertibili dallassemblea straordinaria (art. 2420bis c.c.), ma consentito che lo
statuto deleghi tale facolt agli amministratori fino ad un ammontare
predefinito e per un periodo massimo di 5 anni dalliscrizione della
societ nel Registro delle imprese (art. 2420ter c.c.).

CC La denominazione, loggetto e la sede della societ, con lindicazione dellUfficio del Registro delle imprese presso il quale la
societ iscritta.
CC Il capitale sociale e le riserve esistenti al momento dellemissione.
Contenuto
(art. 2414 c.c.)

CC La data della deliberazione di emissione e della sua iscrizione


nel Registro.
CC Lammontare complessivo delle obbligazioni emesse, il valore
nominale di ciascuna, i diritti attribuiti, il rendimento o i criteri per
la sua determinazione e le modalit di pagamento e di rimborso.
CC Le garanzie da cui assistita.
CC La data del rimborso del prestito e gli estremi delleventuale prospetto informativo.

CC La societ che ha emesso obbligazioni non pu ridurre volontariamente il capitale sociale se, rispetto allammontare delle obbligazioni ancora in circolazione, il limite previsto per lemissione delle
obbligazioni stesse non risulta rispettato (art. 2413 c.c.).
Conseguenze della
emissione

92

CC In caso di riduzione obbligatoria del capitale sociale o di diminuzione


delle riserve per effetto di perdite, la societ che ha emesso obbligazioni non pu procedere alla distribuzione di utili fino a quando
lammontare del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve
disponibili non eguagli la met dellammontare delle obbligazioni
ancora in circolazione (art. 2413, co. 2, c.c.).

10.3 Lorganizzazione degli obbligazionisti

Sulla nomina e sulla revoca del rappresentante comune.

Sulle modificazioni delle condizioni del


Assemblea degli
obbligazionisti; tale
organo delibera in particolare (art. 2415 c.c.)

prestito.

Sulla proposta di concordato preventivo


e fallimentare.

Sulla costituzione di un fondo per le spese necessarie alla tutela degli interessi
comuni e sul relativo rendiconto.

Sugli altri oggetti di interesse comune


degli obbligazionisti.
Organi

Dare

esecuzione alle deliberazioni


dellassemblea.

Rappresentare
Rappresentante comune degli obbligazionisti, al quale
spetta (art. 2418 c.c.)

gli obbligazionisti in

giudizio.

Rappresentare gli obbligazionisti nelle


procedure concorsuali della societ.

Assistere

alle operazioni di sorteggio


delle obbligazioni ed allassemblea
dei soci.

Tutelare

gli interessi comuni degli obbligazionisti nei rapporti con la societ.

In sintesi
Le obbligazioni sono debiti pecuniari che la societ assume verso terzi dai quali ha ricevuto un
prestito; colui che presta, pertanto, ha un diritto di credito alla restituzione della somma mutuata
ed alla percezione degli interessi pattuiti e non assume la qualit di socio. Le obbligazioni possono
essere nominative o al portatore.
Per quanto riguarda lorganizzazione degli obbligazionisti ad essa provvedono due organi:
lassemblea degli obbligazionisti ed il rappresentante comune degli obbligazionisti.
Le obbligazioni convertibili in azioni, infine, possono considerarsi figure intermedie fra le obbligazioni e le azioni. Esse svolgono la funzione di raccogliere danaro presso quanti non si sentirebbero allettati da un puro e semplice investimento obbligazionario, ma, tuttavia, temono i rischi
di un investimento azionario.

93

Note:

18

Capitolo

lassemblea dei soci

1 Generalit

1.1 Nozione
Lassemblea organo collegiale della S.p.A. e rappresenta la riunione dei soci, che avviene nei modi
previsti dalla legge.
A tale organo sono attribuiti cospicui e determinanti poteri deliberativi, che comunque variano in relazione al modello di amministrazione e controllo adottato.

1.2 Tipi di assemblea


In base alla
composizione

CC Assemblea generale: alla quale intervengono tutti i soci.


CC Assemblee speciali: a cui intervengono particolari categorie
di azionisti per deliberare su argomenti di loro interesse.

Approva il bilancio annuale e delibera


sulla eventuale distribuzione degli utili.

Provvede alla nomina degli altri organi


sociali, alla sostituzione dei loro membri, alla loro eventuale revoca.
Distinzioni

b a s e CC Assemblea orCC I n
dinaria nelle
alloggetto
societ prive
della delibedel consiglio di
razione
sorveglianza (art.
2364 c.c.)

Determina

il compenso di amministratori e sindaci, se non stabilito


dallo statuto.

Delibera

sulleventuale esercizio
dellazione di responsabilit nei confronti di amministratori e sindaci.

Delibera sugli altri oggetti attribuiti dalla legge alla sua competenza e sulle
autorizzazioni eventualmente richieste
dallo statuto per il compimento di atti
degli amministratori (ferma la responsabilit di questi).

95

Provvede alla nomina e alleventuale


revoca dei consiglieri di sorveglianza,
ne determina il compenso e delibera
sulla loro responsabilit.

Distinzioni

CC Assemblea ordinaria nelle societ dotate di


consiglio di sorveglianza (art.
2364bis
c.c.)
In base alloggetto della deliberazione

Provvede alla nomina del soggetto


incaricato di effettuare la revisione
legale dei conti.

Delibera sulla distribuzione degli utili.


Delibera sulle modificazioni dello
statuto, se tale competenza per
specifiche modifiche non attribuita
ad altri organi sociali (art. 2365, co.
2, c.c.)

Delibera sullemissione di obbligazioCC Assemblea straordinaria (art. 2365


c.c.)

ni convertibili in azioni (art. 2420bis


c.c.).

Delibera

sulla nomina e sui poteri


dei liquidatori.

Delibera su ogni altra materia espressamente attribuitagli dalla legge.

2 Convocazione

A norma dellart. 2366 c.c., come modificato dal D.Lgs. 27/2010, salvo quanto previsto dalle leggi speciali
per le societ, diverse dalle societ cooperative, che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio,
la convocazione demandata agli amministratori o al consiglio di gestione (nel sistema dualistico) nei
casi previsti dalla legge. Tuttavia, in determinate ipotesi esiste un preciso obbligo di convocazione.

Almeno una volta lanno per lapprovazione annuale del bilancio


e la delibera sulleventuale distribuzione degli utili.

Per sostituire gli amministratori mancanti, se viene meno la


maggioranza o se lo statuto prevede che la cessazione di
alcuni amministratori faccia cadere lintero consiglio (art. 2386,
co. 2 e 4, c.c.).

CC Per gli amministratori


Convocazione
o il consiglio
obbligatoria
di gestione

Per lintegrazione del collegio sindacale (art. 2401 c.c.).


Se il capitale sociale diminuito di oltre 1/3 per gli opportuni
provvedimenti (art. 2446, co. 1, c.c.).

Se

lattivo patrimoniale sceso al di sotto del limite legale


minimo consentito, per deliberare la reintegrazione del capitale
o la trasformazione della societ (art. 2447 c.c.).

Quando la societ ha conseguito loggetto sociale o lo stesso


divenuto impossibile: in tal caso, se lassemblea non delibera le
opportune modifiche statutarie, si proceder allo scioglimento
della societ (art. 2484, n. 2, c.c.).

Nei casi in cui sia stata accertata una causa di scioglimento


della societ, per la nomina dei liquidatori e le ulteriori decisioni in tema di liquidazione, salvo che lo statuto non disponga
diversamente (art. 2487 c.c.).

96

CC Per gli amministratori


o il consiglio di gestione

Nei casi in cui, nel procedimento di liquidazione delle azioni del


socio recedente, la societ non possa procedere allacquisto
per mancanza di utili e riserve disponibili: lassemblea dovr
deliberare la riduzione del capitale sociale ovvero lo scioglimento della societ (art. 2437quater c.c.).

Se lo chiedono tanti soci che rappresentino almeno il ventesimo


del capitale sociale nelle societ che fanno ricorso al mercato
del capitale di rischio e il decimo del capitale sociale nelle altre,
o la minore percentuale prevista dallo statuto (art. 2367 c.c.,
modif. dal D.Lgs. 27/2010).

Convocazione
obbligatoria
CC Per i sindaci o il consiglio di sorveglianza

In caso di omissione o ingiustificato ritardo delle convocazioni


obbligatorie da parte degli amministratori o del consiglio di
gestione (art. 2406 c.c.).

In caso di gravi irregolarit degli amministratori (eventualmente


rilevate su denunzia dei soci ai sensi dellart. 2408 c.c.) che
comportano urgente necessit di provvedere (art. 2406 c.c.).

Se vengano a mancare tutti gli amministratori, per la sostituzione di essi (art. 2386 c.c.).

Se

Convocazione CC Per il Tribunale


obbligatoria

tanti soci che rappresentino almeno un ventesimo del


capitale sociale nelle societ che fanno ricorso al mercato del
capitale di rischio e il decimo del capitale sociale nelle altre (o
la minore percentuale prevista dallo statuto) abbiano chiesto la
convocazione e nessuno vi abbia provveduto (art. 2367 c.c.).

Nei casi di omessa convocazione da parte degli amministratori


per la nomina dei liquidatori e le altre delibere concernenti la
liquidazione, su istanza di singoli soci o amministratori ovvero
dei sindaci (art. 2487, co. 2, c.c.).

Il Tribunale, inoltre, nellambito dellattivit di ispezione su denunzia di gravi irregolarit da parte dei
soci, se accerta che le violazioni denunziate sussistono, pu convocare lassemblea per le necessarie
deliberazioni (es.: nomina di amministratori e sindaci di adeguata professionalit).
CC Lavviso di convocazione deve
contenere

Lindicazione

del giorno, del luogo e dellora

delladunanza.

Lordine del giorno, ossia lelenco sintetico, ma

chiaro e preciso, delle materie da trattare.


Formalit della conC
C
Lavviso
deve
essere
pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
vocazione (art. 2366
o
in
un
quotidiano
indicato
nello
statuto almeno 15 giorni prima di quello
c.c., modif. dal D.Lgs.
fissato per lassemblea.
27/2010)
CC Nelle societ con azioni quotate, a seguito dellintervento del D.Lgs.
27/2010 previsto che lassemblea convocata mediante pubblicazione
del relativo avviso sul sito internet della societ, nonch con altre modalit
determinate dalla Consob con regolamento.

97

CC lassemblea riunitasi anche senza preventivo avviso e regolare convocazione.


Assemblea totalitaria
(art. 2366 u.c., c.c.)

CC valida purch sia rappresentato lintero capitale sociale e partecipi la


maggioranza dei componenti gli organi di amministrazione e controllo
(le deliberazioni assunte dovranno essere tempestivamente comunicate
ai componenti degli organi amministrativi e di controllo non presenti).
CC Ciascuno degli intervenuti pu opporsi alla discussione degli argomenti
sui quali dichiari di non ritenersi sufficientemente informato.

3 Costituzione dellassemblea: intervento, votazione, rappresentanza

3.1 Quorum costitutivi e deliberativi


Ai fini della regolare costituzione dellassemblea e della validit delle relative deliberazioni, sono
necessari determinati quorum.
Differenze
Quorum costitutivo: laliquota di capitale sociale che deve essere rappresentato in assemblea
perch questa possa ritenersi validamente costituita.
Se i soci partecipanti allassemblea non rappresentano complessivamente la parte di capitale
richiesta per la regolare costituzione dellassemblea, questa, salvo che nellavviso fosse fissato
anche il giorno per la seconda convocazione (che non pu essere lo stesso fissato per la prima),
deve essere convocata nuovamente entro 30 giorni dalla data della prima, con avviso da pubblicarsi
almeno otto giorni prima di quello fissato per lassemblea (art. 2369 c.c.).
Quorum deliberativo: la percentuale di voti favorevoli che la delibera assembleare deve ottenere
per ritenersi approvata; il calcolo della percentuale pu essere riferito al capitale sociale rappresentato in assemblea (es.: lassemblea ordinaria delibera a maggioranza assoluta del capitale presente
in aula) o allintero capitale della societ (es.: lassemblea straordinaria in prima convocazione
delibera con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino pi della met del capitale sociale).

quorum costitutivo: quando rappresentata almeno 1/2 del capitale


sociale.

quorum deliberativo: maggioranCC Prima convocazione

Per lassemblea ordinaria i


quorum variano nel seguente modo

za assoluta delle azioni con diritto


di voto intervenute in assemblea
(numero di voti superiore alla met),
salvo diversa volont dellatto costitutivo.

non
CC Seconda convocazione

richiesto un quorum costitutivo, per cui pu deliberare


qualunque sia la quota di capitale
intervenuto.

quorum deliberativo: maggioranza


assoluta delle azioni intervenute.

98

non

CC Prima convocazione

richiesto un quorum costitutivo, ma si ricava indirettamente


dal quorum deliberativo, essendo
questo rappresentato da quote
dellintero capitale con diritto di voto
(e non dal solo capitale intervenuto).

quorum deliberativo: voto favorevole di pi della met del capitale


sociale, salva diversa disposizione
dellatto costitutivo.

Quanto allassemblea straordinaria


CC Seconda convocazione

quorum

costitutivo: quando
rappresentato oltre 1/3 del capitale
sociale.

quorum

deliberativo: voto favorevole di almeno 2/3 del capitale


rappresentato in assemblea.

Resta ferma, peraltro, la possibilit di prevedere, per disposto statutario, maggioranze pi elevate, ad
esclusione delle delibere di approvazione del bilancio e di nomina e revoca delle cariche sociali.
In deroga alla regola generale, anche in seconda convocazione richiesto il voto favorevole di pi di
1/3 del capitale sociale per le deliberazioni concernenti: 1) il cambiamento delloggetto sociale; 2) la
trasformazione della societ; 3) lo scioglimento anticipato dellente; 4) la proroga della societ; 5) la
revoca dello stato di liquidazione; 6) il trasferimento della sede sociale allestero; 7) la emissione delle
azioni di cui al secondo comma dellart. 2351.

3.2 Intervento e rappresentanza


Lart. 2370 c.c., come modificato dal D.Lgs. 27/2010, prevede espressamente che possono intervenire
in assemblea coloro ai quali spetta il diritto di voto.
Legittimati, inoltre, ad intervenire in assemblea sono gli amministratori ed i sindaci.
A norma dellart. 2372 c.c., come modif. dal D.Lgs. 27/2010, coloro ai quali spetta il diritto di voto possono farsi rappresentare nellassemblea salvo che, nelle societ che non fanno ricorso al mercato del
capitale di rischio e nelle societ cooperative, lo statuto disponga diversamente. La rappresentanza
deve essere conferita per iscritto ed i relativi documenti devono essere conservati dalla societ.
Nelle societ con azioni quotate, il D.Lgs. 27/2010, per facilitare la partecipazione alle assemblee,
ha modificato la disciplina della rappresentanza ed ha semplificato quella della sollecitazione delle
deleghe. Le principali novit sono le seguenti:
stato abrogato il divieto che finora ha impedito agli amministratori e agli organi di controllo della
societ di rappresentare i soci in assemblea. Questi, infatti, lo potranno fare, ma rendendo espliciti
i loro conflitti di interesse e purch vi siano specifiche istruzioni di voto per ciascuna delibera in
relazione alla quale il rappresentante dovr votare per conto del socio;
stato abolito il divieto per il delegato di farsi portatore di un numero di deleghe superiore a determinate soglie minime fissate in relazione al capitale sociale;
colui al quale spetta il diritto di voto pu indicare un unico rappresentante per ciascuna assemblea,
ma pu anche delegare un rappresentante diverso per ciascuno dei conti allo stesso intestati;
le societ con azioni quotate, salvo che lo statuto disponga diversamente, designano per ciascuna assemblea un soggetto al quale i soci possono conferire, entro la fine del secondo giorno di
mercato aperto precedentre la data fissata per lassemblea in prima o unica convocazione, una
delega con istruzione di voto su tutte o alcune delle proposte allordine del giorno.
Lo statuto, inoltre, pu consentire lintervento in assemblea mediante mezzi di telecomunicazione
ovvero lespressione del voto per corrispondenza o in via elettronica.

99

3.3 Discussione e votazione


Se lassemblea regolarmente costituita, si procede a discutere lordine del giorno. I soci intervenuti
che riuniscono 1/3 del capitale rappresentato nellassemblea, se dichiarano di non essere sufficientemente informati sugli oggetti posti in deliberazione, possono chiedere il rinvio delladunanza a non
oltre 5 giorni (art. 2374 c.c.).
Dopo la discussione si passa alla votazione, che pu avvenire con qualunque sistema (alzata di mano,
appello nominale etc.) anche per corrispondenza, se lo statuto lo prevede.
La deliberazione approvata con il voto determinante di coloro che abbiano, per conto proprio o di
terzi, un interesse in conflitto con quello della societ impugnabile qualora possa recarle un danno.
I risultati della votazione sono proclamati dal presidente.
Le deliberazioni assembleari sono immediatamente efficaci ed eseguibili; sono previsti, per, casi di
deliberazioni la cui efficacia subordinata al verificarsi di determinate condizioni:
le deliberazioni che pregiudicano i diritti di una categoria di azioni o di strumenti finanziari che
conferiscono diritti amministrativi: debbono essere approvate anche dallassemblea speciale dei
soci della categoria interessata (art. 2376 c.c.);
le deliberazioni di riduzione del capitale sociale: possono essere eseguite soltanto dopo 90 giorni
dalliscrizione nel Registro delle imprese, purch entro questo termine nessun creditore sociale
anteriore alliscrizione abbia fatto opposizione;
le deliberazioni di revoca dei sindaci e dei membri del consiglio di sorveglianza: devono essere
approvate con decreto del Tribunale, sentito linteressato (art. 2400 c.c.);
le deliberazioni di revoca dello stato di liquidazione: hanno effetto solo dopo 60 giorni dalliscrizione nel Registro delle imprese (purch entro tale temine i creditori anteriori alliscrizione non
abbiano fatto opposizione), salvo che consti il consenso dei creditori della societ o il pagamento
dei creditori che non hanno dato il consenso;
le deliberazioni di trasformazione: hanno effetto dallultimo degli adempimenti pubblicitari per la stessa
previsti (art. 2500 c.c.), salvo il caso di trasformazione eterogenea, la cui deliberazione ha effetto dopo
60 giorni (durante il quale temine i creditori possono fare opposizione) salvo che consti il consenso
dei creditori o il pagamento dei creditori che non hanno dato il consenso (art. 2500novies c.c.);
le deliberazioni di fusione e di scissione: possono essere attuate solo dopo 60 giorni dalla iscrizione
nellufficio del Registro delle imprese (art. 2503 c.c.).

4 Invalidit delle delibere e loro impugnativa

4.1 Annullamento delle delibere assembleari


CC Non conformit alla legge (art. 2377 c.c.).
CC Non conformit allo statuto (art. 2377 c.c.).

Per

Cause

CC Per espressa previsione


di legge le deliberazioni
non possono essere
annullate (art. 2377 c.c.)

la partecipazione di non legittimati, se


questa non stata determinante per il raggiungimento del quorum costitutivo.

Per linvalidit o lerrato conteggio di singoli


voti non determinanti il quorum deliberativo.

Per lincompletezza o linesattezza del verbale,


purch siano certi il contenuto, gli effetti e la
validit della deliberazione.

CC Voto determinante di soci in conflitto di interessi con la societ, qualora


la deliberazione possa recarle danno (art. 2373 c.c.).
CC Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio: voto determinante dei possessori delle azioni cui si riferisce un patto parasociale
non dichiarato allapertura dellassemblea (art. 2341ter c.c.).

100

CC Gli amministratori, il consiglio di sorveglianza e il collegio sindacale.


Soggetti legittimati
allimpugnazione

CC I soci assenti, dissenzienti od astenuti, che posseggano, anche congiuntamente, tante azioni con diritto di voto nella deliberazione di cui si tratta da
rappresentare il 5 per cento del capitale sociale o l1 per mille nelle societ
che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio (tale percentuale deve
esistere al momento dellimpugnazione e durante tutto il procedimento).

I soci che non rappresentano una parte di capitale sociale sufficiente e quelli che, in quanto privi di voto,
non sono legittimati a proporre limpugnativa hanno diritto al risarcimento del danno loro cagionato
dalla non conformit della deliberazione alla legge o allo statuto.
CC Limpugnazione o la domanda di risarcimento del danno devono
essere proposte nel termine di 90 giorni dalla data della deliberazione o dalliscrizione o deposito presso lufficio del registro delle
imprese, se soggetta a tali adempimenti.
CC Limpugnazione proposta con atto di citazione davanti al Tribunale
del luogo dove la societ ha sede.
CC Il Tribunale, sentiti gli amministratori ed i sindaci, valuta lopportunit
di sospendere la delibera comparando il pregiudizio che subirebbe
il ricorrente dalla esecuzione e quello che subirebbe la societ
dalla sospensione.

Procedimento di impugnazione e conseguenze (art. CC Tutte le impugnazioni relative alla medesima deliberazione, anche
se proposte separatamente, devono essere trattate insieme e
2378 c.c.)
decise con unica sentenza.
CC Lannullamento della deliberazione non pu aver luogo, se la
deliberazione impugnata sostituita con altra presa in conformit
della legge e dello statuto. Restano salvi i diritti acquisiti dai terzi
sulla base della deliberazione sostituita.

CC Lannullamento della deliberazione ha effetto rispetto a tutti i soci ed


obbliga gli amministratori, il consiglio di sorveglianza e il consiglio
di gestione a prendere i conseguenti provvedimenti. Sono salvi i
diritti acquistati dai terzi in buona fede in base ad atti di esecuzione
della deliberazione.

4.2 Nullit delle delibere assembleari


CC La nullit della deliberazione non pu essere dichiarata, se la
stessa viene sostituita con altra presa in conformit della legge e
dello statuto. Restano salvi i diritti acquisiti dai terzi sulla base della
deliberazione sostituita.
Principi regolatori

CC La declaratoria della nullit della deliberazione ha effetto nei


confronti di tutti i soci ed obbliga gli amministratori, il consiglio di
sorveglianza e il consiglio di gestione a prendere i conseguenti
provvedimenti. Sono salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede
in base ad atti di esecuzione della deliberazione.

101

CC Mancata convocazione dellassemblea

Non

ricorre nel caso dirregolarit dellavviso proveniente dallorgano di amministrazione o di controllo della societ
ed idoneo ad avvertire tempestivamente
della convocazione e della data dellassemblea chi ha il diritto di intervenire.

Il successivo assenso allo svolgimento


dellassemblea da parte di chi legittimato allimpugnazione sana la nullit
(art. 2379bis c.c.).

Cause (art. 2379 c.c.)

CC Mancanza del verbale

Non ricorre se il verbale contiene la data


della deliberazione e il suo oggetto ed
sottoscritto dal presidente dellassemblea
o del consiglio damministrazione o del
consiglio di sorveglianza e dal segretario
o dal notaio.

Linvalidit

viene sanata dalla verbalizzazione eseguita prima dellassemblea


successiva. Sono salvi i diritti dei terzi
che in buona fede ignoravano la deliberazione (art. 2379bis c.c.).

CC Impossibilit o illiceit delloggetto.


CC Modifiche delloggetto sociale con previsione di attivit illecite o
impossibili. Tali deliberazioni sono impugnabili senza limiti di tempo.

CC Chiunque vi abbia interesse.


Legittimazione
(art. 2379 c.c.)

CC Linvalidit pu essere rilevata dufficio.


CC Per impugnare la deliberazione di approvazione del bilancio su cui
il revisore non ha formulato rilievi: almeno il 5% del capitale sociale
(art. 2434bis c.c.).

CC Limpugnazione deve essere proposta entro 3 anni dalla iscrizione


o deposito nel Registro delle imprese, se la deliberazione vi
soggetta, o, se non vi soggetta, dalla trascrizione nel libro delle
adunanze dellassemblea (art. 2379 c.c.).

Limiti temporali

102

CC Le deliberazioni che comportano modifiche delloggetto sociale


prevedendo attivit illecite o impossibili sono impugnabili senza
limiti di tempo (art. 2379 c.c.).
CC Le deliberazioni concernenti laumento di capitale, la riduzione
volontaria del capitale o lemissione di obbligazioni devono essere
impugnate entro 180 giorni dalliscrizione della deliberazione nel
Registro delle imprese o, nel caso di mancata convocazione, entro
90 giorni dallapprovazione del bilancio dellesercizio nel corso del
quale la deliberazione stata anche parzialmente eseguita (art.
2379ter c.c.).

Limiti temporali

CC Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio


non pu essere pronunciata linvalidit della deliberazione di
aumento del capitale dopo che sia stata iscritta nel Registro delle
imprese lattestazione che laumento stato anche parzialmente
eseguito, e linvalidit della deliberazione di riduzione volontaria
del capitale o della deliberazione di emissione delle obbligazioni
dopo che la deliberazione sia stata anche parzialmente eseguita
(art. 2379ter c.c.).
CC Le deliberazioni di approvazione del bilancio non possono essere impugnate dopo che avvenuta lapprovazione del bilancio
dellesercizio successivo (art. 2434bis c.c.).

Osservazioni
Il D.Lgs. 27-1-2010, n. 27, di recepimento della direttiva 2007/36/CE ha riformato il sistema di funzionamento dellassemblea delle societ per azioni quotate, allo scopo di favorire la partecipazione degli
azionisti alla vita della societ e, in particolare, lesercizio del voto. Sono state introdotte una
serie di garanzie in materia di partecipazione e voto nelle assemblee di societ quotate, disciplinando il procedimento di convocazione assembleare, il diritto dei soci di inserire punti allordine del
giorno e la partecipazione in assemblea, ampliando la possibilit di manifestare il voto a distanza
e mediante delega.
Per quanto riguarda la convocazione, previsto che il termine di pubblicazione dellavviso di convocazione dellassemblea delle s.p.a. quotate, confermato in 30 giorni precedenti la data dellassemblea,
possa essere ridotto a 15 giorni nel caso di convocazione dellassemblea a seguito di offerta pubblica di
acquisto e a 21 giorni per le assemblee previste nel caso di riduzione del capitale o nomina dei liquidatori.
previsto, invece, un termine maggiore, di 40 giorni, nel caso di assemblea convocata per lelezione
dei componenti degli organi di amministrazione e controllo al fine di consentire la presentazione delle
liste con anticipo e la loro pubblicazione almeno 21 giorni prima dellassemblea (art. 125bis D.Lgs.
58/1998, introdotto dal D.Lgs. 27/2010).
Nessuna riduzione del termine, invece, prevista nel caso di convocazione richiesta dai soci, ma stata
ridimensionata (da 1/10 a 1/20) la soglia minima di capitale necessario per convocare lassemblea su
richiesta dei soci.
Lavviso di convocazione dellassemblea deve essere pubblicato sul sito internet della societ e
gli amministratori devono mettere a disposizione del pubblico una relazione su ciascuna materia
allordine del giorno (art. 125ter D.Lgs. 58/1998, introdotto dal D.Lgs. 27/2010).
I soci che rappresentino almeno 1/40 del capitale sociale possono chiedere lintegrazione dellelenco delle
materie da trattare e, inoltre, hanno diritto di porre domande sulle materie allordine del giorno anche prima
dellassemblea.
Inoltre, una delle maggiori novit introdotte dal decreto consiste nellaver riconosciuto la legittimazione a
partecipare allassemblea a chi risulti titolare delle azioni non nel giorno dellassemblea, ma ad una data
predeterminata e precedente lassemblea (cd. record date), a prescindere dalle successive vicende
traslative dei titoli azionari. Con questo sistema sar possibile votare in assemblea anche per chi
in quel momento non pi azionista. stato necessario, quindi, modificare alcune norme del codice civile al fine di adeguarle allintroduzione del meccanismo del record date e introdurre, quindi,
semplificazioni al procedimento assembleare.
previsto, attraverso una modifica dellart. 2369 c.c., la possibilit attraverso specifica previsione
dello statuto delle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, che lassemblea sia
tenuta in ununica convocazione con applicazione, in caso di assemblea ordinaria, delle maggioranze previste per la seconda convocazione e, in caso di assemblea straordinaria, di quelle previste
per le convocazioni successive alla prima, evitando, quindi, le successive convocazioni assembleari.
La legittimazione allintervento in assemblea e lesercizio del diritto di voto nelle societ con azioni
quotate sono disciplinati dal nuovo art. 83sexies TUF, alla cui disciplina rinvia il nuovo art. 2370,
comma 5, c.c.

103

Note:

19

Capitolo

lattivit amministrativa e di controllo

1 Generalit

Con la riforma del diritto societario, il legislatore ha apportato una profonda innovazione in tema
di amministrazione e controllo di societ, prevedendo tre diversi sistemi fra i quali i soci possono
scegliere: la previsione di regola contenuta nello statuto; la scelta tuttavia pu essere modificata
successivamente e tale variazione avr effetto dalla data dellassemblea convocata per lapprovazione
del bilancio dellesercizio successivo.

Modelli di amministrazione
e controllo

CC Sistema cd. tradizionale: basato su un organo amministrativo


(consiglio di amministrazione o amministratore unico) controllato
da un collegio sindacale e da un revisore esterno (persona fisica
o societ di revisione). Si applica se lo statuto non stabilisce
diversamente.
CC Sistema dualistico: composto da un consiglio di gestione e da
un consiglio di sorveglianza.
CC Sistema monistico: composto da un consiglio di amministrazione
e da un comitato di controllo.

2 Il sistema tradizionale di amministrazione e controllo

il sistema di base, che si applica ogni qualvolta lo statuto non stabilisce diversamente, ed fondato
sulla tradizionale distinzione tra organo di gestione (gli amministratori) e organo di controllo.
Lart. 2380bis c.c. sancisce che la gestione di impresa spetta esclusivamente agli amministratori, i quali
compiono le operazioni necessarie per lattuazione delloggetto sociale. Il numero degli amministratori
della societ deve essere indicato nellatto costitutivo e lorgano amministrativo pu essere costituito
da: un amministratore unico; pi amministratori, che costituiscono il consiglio di amministrazione.
Possono essere nominati amministratori tanto i soci che persone estranee alla societ: in ogni caso
deve trattarsi necessariamente di persone fisiche.
CC Amministratori.
Organi

CC Collegio sindacale.
CC Soggetto incaricato della revisione legale dei conti.

3 Gli amministratori

3.1 Generalit e nozione


Gli amministratori costituiscono lorgano cui affidata in via esclusiva la gestione dellimpresa sociale
nonch la rappresentanza generale per tutti gli atti compiuti in nome della societ.

105

CC Gli amministratori possono anche essere non soci (art. 2380bis, co.
2, c.c.).
CC Non possono essere nominati e se nominati decadono: il fallito, linterdetto, linabilitato, il condannato a pena che comporta linterdizione,
anche temporanea, dai pubblici uffici (art. 2382 c.c.).
CC Lo statuto pu richiedere particolari requisiti di onorabilit, professionalit, indipendenza (art. 2387 c.c.).
Requisiti e nomina

CC Il numero normalmente indicato nello statuto, in mancanza la determinazione spetta allassemblea (art. 2380bis, co. 4, c.c.).
CC Gli amministratori vengono nominati dallassemblea (eccezion fatta
per i primi, nominati nellatto costitutivo) per un periodo massimo di
3 anni e sono rieleggibili, salvo che lo statuto disponga diversamente
(art. 2383 c.c.).
CC Entro 30 giorni dalla nomina, devono chiederne liscrizione nel Registro
delle imprese, indicando i dati personali ed i poteri di rappresentanza
congiunta o disgiunta.
CC Gli amministratori possono essere revocati in qualsiasi momento,
salvo il risarcimento dei danni in mancanza di giusta causa (art. 2383,
co. 3, c.c.).
CC La rinunzia ha effetto dalla comunicazione (scritta) al Presidente del
C.d.A. e del collegio sindacale, se rimane in carica la maggioranza degli
amministratori, o dalla ricostituzione della maggioranza (art. 2385 c.c.).

Revoca, cessazione
e sostituzione

CC La cessazione per scadenza del termine ha effetto dalla nomina dei


nuovi amministratori (art. 2385 c.c.).
CC La cessazione deve essere iscritta entro 30 giorni nel Registro delle
imprese a cura del collegio sindacale (art. 2385 c.c.).
CC Salvo diversa previsione dello statuto, se vengono a mancare alcuni
amministratori, gli altri provvedono alla sostituzione (sistema della
cooptazione) se rimane in carica la maggioranza nominata dallassemblea, altrimenti deve essere convocata lassemblea per la sostituzione
(art. 2386 c.c.).

3.2 Funzioni
CC Hanno la gestione esclusiva dellimpresa sociale.
CC Compiono tutte le operazioni necessarie per lattuazione delloggetto
sociale.
CC Deliberano sulla gestione sociale.
CC Convocano lassemblea e ne fissano lordine del giorno.
Funzioni

CC Redigono il bilancio annuale da presentare per lapprovazione allassemblea (art. 2423 c.c.).
CC Danno esecuzione alla volont sociale espressa dallassemblea.
CC Curano la tenuta dei libri contabili (art. 2421 c.c.).
CC Vigilano sullandamento generale della gestione sociale.
CC Rappresentano la societ nei rapporti con i terzi e in giudizio.
CC Redigono una relazione sulla situazione della societ e sullandamento
della gestione, i cui criteri sono dettagliamente esposti nellart. 2428 c.c.

106

Gli amministratori hanno diritto alla remunerazione (art. 2389 c.c.).


In considerazione della delicatezza dellincarico loro affidato, la legge impone agli amministratori il divieto di concorrenza. Questi non possono, infatti, diventare soci con responsabilit illimitata in societ
concorrenti, n esercitare attivit concorrente per conto proprio o di terzi, n essere amministratori o
direttori generali in societ concorrenti, salvo autorizzazione dellassemblea. Allinosservanza di tale
divieto segue la responsabilit per i danni arrecati e pu seguire la revoca dallufficio (art. 2390 c.c.).
Lattivit concorrenziale, comunque, pu essere autorizzata dallassemblea.
Lamministratore, inoltre, deve dare notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale di ogni
interesse che abbia, per conto proprio o di terzi, in una determinata operazione della societ, e
deve astenersi dal compiere loperazione, incaricando della stessa lorgano collegiale, il quale dovr
adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la societ delloperazione; qualora si tratti,
invece, di amministratore unico, egli deve dare notizia del potenziale conflitto di interesse anche alla
prima assemblea utile.
Le deliberazioni adottate con il voto determinante dellamministratore interessato, qualora possano
recare danno alla societ, possono essere impugnate dagli amministratori e dal collegio sindacale,
salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede.

3.3 Possibile articolazione dellorgano amministrativo


In caso di pluralit di amministratori, questi costituiscono il cd. consiglio di amministrazione (C.d.A.).
CC Il presidente del consiglio nominato dallassemblea o, in mancanza, dal consiglio medesimo (art. 2380bis, co. 5, c.c.).
CC Il consiglio agisce collegialmente e delibera a maggioranza assoluta
dei presenti (art. 2388 c.c.).
CC Ogni funzione che la legge rimette agli amministratori deve essere intesa come funzione del consiglio di amministrazione quale
organo collegiale.
CC Se lo statuto o lassemblea
lo consentono, il C.d.A. pu
delegare alcune delle proprie
funzioni creando degli ulteriori
organi amministrativi

Il

CC Non possono essere delegate


le funzioni relative a

La redazione del bilancio.


Laumento del capitale sociale.
Il potere di convocare lassem-

Principi regolatori

comitato esecutivo (organo collegiale, che prende le


proprie decisioni in riunioni
appositamente convocate).

Gli

amministratori delegati
(organi individuali, svincolati
dal metodo collegiale, ai quali
latto di nomina pu consentire
di agire congiuntamente o
disgiuntamente).

blea in caso di perdite oltre il


terzo del capitale sociale.

Lemissione

di obbligazioni

convertibili.

La

redazione del progetto di


fusione e scissione.

107

3.4 Responsabilit degli amministratori


CC Gli amministratori sono responsabili solidalmente verso la societ
se non adempiono ai doveri loro imposti dalla legge o dallatto costitutivo con la diligenza richiesta dalla natura dellincarico e dalle loro
specifiche competenze (art. 2392 c.c.).
CC La responsabilit solidale degli amministratori non sorge nel caso di
attribuzioni proprie del comitato esecutivo o di funzioni in concreto
attribuite ad uno o pi amministratori.
CC esonerato da responsabilit lamministratore qualora (esente da
colpa) faccia annotare nel libro delle deliberazioni il suo dissenso,
dandone comunicazione scritta al collegio sindacale.

Deliberazione:

lazione deliberata
dallassemblea ordinaria ed inclusa
ex lege nellordine del giorno quando
in discussione il bilancio. La legge per
la tutela del risparmio (L. 262/2005) ha
previsto che lazione sociale di responsabilit possa essere deliberata anche dal
collegio sindacale, a maggioranza dei 2/3
dei suoi membri (art. 2393, 3 co. c.c.).

Revoca degli amministratori: consegue


Responsabilit contrattuale verso la societ

CC Il procedimento per
lazione contrattuale di
responsabilit (art. 2393
c.c.) prevede la

di diritto alla deliberazione di responsabilit soltanto se questa approvata col


voto favorevole di 1/5 del capitale sociale
e in tal caso la stessa assemblea a
provvedere alla loro sostituzione.

Rinunzia allazione di responsabilit:


subordinata ad una espressa deliberazione in tal senso dellassemblea ed
alla condizione che i voti contrari non
raggiungano 1/5 (o la diversa percentuale
indicata dallo statuto, comunque non
superiore ad 1/3) del capitale sociale o
1/20 nelle societ che fanno ricorso al
mercato del capitale di rischio.

CC Lazione sociale pu essere esercitata anche da tanti soci che


rappresentino almeno 1/5 (o la diversa percentuale indicata dallo
statuto, comunque non superiore ad 1/3) del capitale sociale, oppure
1/40 nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio
(questultima soglia di rilevanza cos stata ridotta dalla L. 262/2005)
o la minore percentuale indicata dallo statuto, i quali nominano, per
lazione stessa e il compimento degli atti conseguenti, un rappresentante comune (art. 2393bis c.c.).
CC Lazione sociale, in caso di procedure concorsuali, viene esercitata dal
curatore fallimentare, dal commissario liquidatore o dal commissario
giudiziale (art. 2394bis c.c.).

108

CC Sussiste per la inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione


dellintegrit del patrimonio sociale.
CC Presupposto necessario per lesercizio dellazione linsufficienza
del patrimonio sociale (allatto dellescussione) al soddisfacimento
Responsabilit contratdei creditori sociali.
tuale verso i creditori
sociali
CC Legittimati allazione di
responsabilit sono

Responsabilit extracontrattuale verso singoli


soci e terzi

I creditori sociali.
Il curatore fallimentare,

il commissario
liquidatore o il commissario straordinario.

CC Questa responsabilit sussiste, con le conseguenti azioni, quando


singoli soci o terzi, indipendentemente dalla qualit di creditori sociali,
siano stati direttamente danneggiati da atti dolosi o colposi commessi
dagli amministratori (art. 2395 c.c.).

4 Il collegio sindacale

Generalit: nellambito del sistema tradizionale, la funzione di controllo interno nella s.p.a. affidata
al collegio sindacale, che svolge prevalentemente funzioni di vigilanza della gestione sociale al fine di
assicurare il rispetto della legge e dellatto costitutivo.
Requisiti e nomina:
Il collegio sindacale composto da 3 o 5 membri, soci o non soci, oltre a 2 supplenti (art. 2397,
co. 1, c.c.).
Almeno un sindaco effettivo ed un supplente devono essere scelti tra i revisori legali iscritti nellapposito registro (art. 2397, modif. dal D.Lgs. 39/2010).
Non possono essere nominati e se nominati decadono: il fallito, linterdetto, linabilitato, il condannato a pena che comporta linterdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici.
I sindaci devono, inoltre, possedere una posizione di indipendenza rispetto agli amministratori e
rispetto alla societ.
Lo statuto pu prevedere ulteriori cause di ineleggibilit, incompatibilit e decadenza (art. 2399
c.c.).
Anche i sindaci, come gli amministratori, vengono nominati dallassemblea (eccezion fatta per i
primi, nominati nellatto costitutivo) e restano in carica per tre esercizi.
Prima dellaccettazione dellincarico, i sindaci devono informare lassemblea di eventuali incarichi
di amministrazione e di controllo ricoperti in altre societ (art. 2400, 4 comma c.c., aggiunto ex
L. 262/2005).
Entro 30 giorni gli amministratori devono chiedere liscrizione nel Registro delle imprese della
nomina dei sindaci, di cui devono essere indicati i dati personali, nonch della cessazione degli
stessi dalla carica (art. 2400 c.c.).
CC Morte.
CC Scadenza del termine.
Cessazione

CC Dimissioni.

Al sopraggiungere di cause di ineleggiCC Decadenza

bilit e decadenza previste dalla legge


o dallo statuto.

109

Assenza

ingiustificata a 2 riunioni del


collegio sindacale nello stesso esercizio
sociale (art. 2404, co. 2, c.c.).

Immotivata assenza ad unassemblea


CC Decadenza
Cessazione

sociale o a due riunioni consecutive del


consiglio di amministrazione o del comitato esecutivo (art. 2405, co. 2, c.c.).

Cancellazione o sospensione dal registro dei revisori (2399, co. 2, c.c.).


CC Revoca: ammessa solo per giusta causa, deve essere approvata con
decreto dal Tribunale, sentito linteressato (art. 2400 c.c.).
Quando nellespletamento del proprio incarico, o nel corso delle indagini promosse a seguito della denunzia
sporta dai soci ai sensi dellart. 2408 c.c., rileva fatti censurabili di rilevante gravit su cui vi sia urgenza di
provvedere, il collegio sindacale pu convocare lassemblea, previa comunicazione al presidente del C.d.A.
Il collegio sindacale e i soggetti incaricati della revisione legale dei conti si scambiano tempestivamente
le informazioni rilevanti per lespletamento dei rispettivi compiti (art. 2409septies c.c.).
CC Nelladempimento dei loro doveri i sindaci devono usare la professionalit e la diligenza richiesta dalla natura dellincarico.
CC Sono responsabili, anche penalmente, della verit delle loro attestazioni (artt. 2407 co. 1, 2621 e 2622 c.c.); della omessa convocazione dellassemblea dei soci nei casi previsti dalla legge; della
commissione o della omissione di atti, in violazione degli obblighi
del proprio ufficio in cambio di utilit (art. 2635 c.c.); delle attivit
volte ad ostacolare lesercizio delle funzioni delle autorit pubbliche
di vigilanza (art. 2638 c.c.).
Responsabilit dei sindaci

CC I sindaci, inoltre, sono solidalmente responsabili con gli amministratori per i fatti e le omissioni da questi ultimi compiuti, quando
il danno non si sarebbe prodotto se essi avessero vigilato in
conformit degli obblighi della loro carica (art. 2407, co. 2, c.c.).
CC Nei casi in cui risulti menomata lintegrit del patrimonio sociale,
la responsabilit sussiste anche nei confronti dei creditori sociali:
essa, per, non si estende al sindaco dissenziente ed immune da
colpa, qualora il dissenso risulti ritualmente verbalizzato.
CC Le azioni di responsabilit previste per i sindaci sono le stesse
di quelle previste per gli amministratori (per il richiamo formulato
dallart. 2407, u.c., c.c.).

5 Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti

Con la riforma del diritto societario, le funzioni relative al controllo contabile delle societ (tradizionalmente rientranti nelle competenze dellorgano di controllo), sono state demandate ad un revisore
esterno, persona fisica o societ di revisione, prevedendo una disciplina diversa a seconda che si
trattasse o meno di societ facenti ricorso al mercato del capitale di rischio.
Le norme sulla revisione contabile contenute nel codice civile e nel D.Lgs. 58/1998 (TUF) sono state
traslate nel D.Lgs. 27-1-2010, n. 39 (di recepimento della direttiva 2006/43/CE) che ha introdotto
rilevanti modifiche di carattere formale e sostanziale.
Le nuove disposizioni incidono su tutte le tipologie societarie e viene meno la classica distinzione tra
societ quotate, la cui disciplina della revisione era contenuta nel TUF e societ non quotate, la cui
disciplina della revisione era contenuta nel codice civile.

110

Nelle societ per azioni e in accomandita per azioni la revisione legale sar affidata ordinariamente
ad un soggetto esterno (persona fisica o societ) purch iscritto allapposito registro.
Tuttavia, se espressamente previsto dallatto costitutivo, la revisione legale pu essere affidata al
collegio sindacale (in alternativa a revisori esterni), ma in tal caso tutti i sindaci devono essere iscritti
al registro e, comunque, questa soluzione non praticabile se la societ tenuta a redigere il
bilancio consolidato. scomparsa ogni distinzione tra revisore persona fisica e societ di revisione
e, salvo un periodo transitorio, scomparir lalbo speciale delle societ di revisione tenuto dalla Consob.
Nel caso di societ che adottano il sistema monistico o dualistico, la revisione deve essere sempre effettuata da un soggetto esterno (revisore legale dei conti o societ di revisione legale iscritti
nellapposito registro).
Nelle societ quotate nei mercati regolamentati, la revisione legale affidata obbligatoriamente a
un revisore legale o ad una societ di revisione, iscritta in un registro speciale tenuto dalla Consob
(che scomparir), che ha la competenza esclusiva sulla vigilanza nel settore.
La tipologia societaria maggiormente interessata dalla riforma della revisione legale la societ a
responsabilit limitata.
Come nella normativa precedente, la revisione legale affidata normalmente al collegio sindacale,
anche se sono state introdotte due nuove ipotesi in cui la nomina di questultimo obbligatoria (v. cap.
22, par. 9.2). Tuttavia, latto costitutivo pu prevedere che essa sia affidata ad un soggetto esterno
(persona fisica o societ di revisione) e in tal caso il collegio sindacale rimane titolare del controllo
amministrativo.
CC Il D.Lgs. 39/2010 ha previsto che lassemblea, su proposta motivata
dellorgano di controllo, conferisce lincarico di revisione legale dei
conti e determina il corrispettivo spettante al revisore legale o alla
societ di revisione legale per tutta la durata dellincarico.
CC Lincarico ha la durata di tre esercizi, con scadenza alla data dellassemblea convocata per lapprovazione del bilancio relativo al terzo
esercizio.
CC Lassemblea pu revocare dallincarico il revisore, previo parere (non
vincolante) dellorgano di controllo.
CC Il revisore puo recedere dallincarico nei casi e nei modi che saranno
stabiliti con regolamento del Ministro delleconomia e delle finanze
(sentita la Consob).
Requisiti, nomina e cesCC I revisori legali e le societ di revisione legale sono responsabili in
sazione
solido tra loro e con gli amministratori nei confronti della societ che
ha conferito lincarico di revisione legale, dei suoi soci e dei terzi per
i danni derivanti dallinadempimento ai loro doveri. Nei rapporti interni
tra i debitori solidali, per, la responsabilit in capo al revisore legale
o alla societ di revisione legale viene limitata al proprio contributo
effettivo al danno cagionato.
CC Il Ministro delleconomia e delle finanze e la Consob si dividono i
compiti di vigilanza sullattivit di revisione legale dei conti. Al
primo spetta il controllo di qualit sui revisori che non svolgano incarichi su enti di interesse pubblico; alla seconda spetta il monitoraggio
sullindipendenza ed idoneit dei revisori e societ con incarichi in
enti di interesse pubblico.

111

CC Verifica la regolarit della contabilit sociale e la corretta rilevazione


dei fatti di gestione nelle scritture contabili.
CC Verifica la conformit del bilancio di esercizio e, ove redatto, del
bilancio consolidato alle risultanze delle scritture contabili e degli
accertamenti eseguiti e alle norme che li disciplinano.

CC Esprime con apposita relazione (che illustra i motivi


della decisione) un giudizio
professionale sul bilancio di
esercizio e sul bilancio consolidato, ove redatto. Tra le
novit introdotte in materia
dal D.Lgs. 39/2010 vi lequiparazione della relazione del
revisore tra societ quotate e
non quotate e lobbligo, per
il soggetto incaricato della
revisione legale, di conservare per 10 anni i documenti
di lavoro relativi agli incarichi
svolti. Il giudizio pu essere

Funzioni

Un

giudizio senza rilievi, se il


bilancio di esercizio e il bilancio
consolidato sono conformi alle
norme che ne dispongono i criteri
di redazione.

Un

giudizio con rilievi, se il bilancio di esercizio e il bilancio


consolidato non sono stati redatti
con chiarezza e non rappresentano
in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, finanziaria e il
risultato economico della societ.

Un giudizio negativo sul bilancio di


esercizio o sul bilancio consolidato,
nel caso di gravi violazioni di norme
relative alla redazione dei bilanci.

Una dichiarazione di impossibilit ad esprimere un giudizio.

CC Pu chiedere agli amministratori documenti e notizie utili al controllo


e pu procedere ad ispezioni.

6 Il sistema dualistico

Nel cd. sistema dualistico di amministrazione e controllo, vi sono 2 organi sociali nuovi e peculiari:
il consiglio di gestione, a cui spetta in via esclusiva la gestione dellimpresa;
il consiglio di sorveglianza, al quale spettano sia le funzioni di vigilanza e le responsabilit tipiche
del collegio sindacale sia larga parte delle funzioni dellassemblea ordinaria.
La funzione di revisione legale affidata esclusivamente ad un revisore persona fisica o societ di
revisione iscritti nellapposito registro.
CC un organo collegiale formato da almeno 2 soggetti, anche non soci.
CC I suoi componenti vengono eletti dal consiglio di sorveglianza, per un
periodo non superiore a 3 esercizi, sono rieleggibili e revocabili in ogni
momento, salvo il risarcimento del danno se non vi giusta causa.
Consiglio di gestione

CC Ad esso spetta la gestione esclusiva dellimpresa ed il compimento


di tutte le operazioni necessarie per lattuazione delloggetto sociale.
CC Pu delegare le proprie attribuzioni ad uno o pi dei suoi componenti:
con le regole ed i limiti previsti per gli organi delegati del C.d.A. (art.
2409novies c.c.).

112

Consiglio di gestione

CC Ad esso si applicano le norme dettate per gli amministratori in tema


di requisiti di onorabilit, professionalit ed indipendenza, cause di
ineleggibilit e decadenza, pubblicit della nomina, cessazione, poteri
di rappresentanza, deliberazioni del consiglio, conflitto di interessi,
divieto di concorrenza, responsabilit verso la societ, verso i creditori
sociali, i soci e i terzi.
CC Lazione di responsabilit contrattuale pu essere esercitata anche dal
consiglio di sorveglianza, il quale pu anche rinunziare alla stessa e
transigere con le maggioranze di cui allart. 2409decies c.c.
CC costituito da almeno 3 componenti effettivi e da almeno 2 supplenti:
almeno un componente effettivo ed un supplente devono essere scelti
tra i revisori legali iscritti nellapposito registro.
CC nominato dallassemblea ordinaria, che dovr rispettare i criteri di
ineleggibilit e decadenza nonch i requisiti di indipendenza previsti
per i sindaci, oltre i requisiti di onorabilit, professionalit e indipendenza eventualmente richiesti dallo statuto.

Consiglio di sorveglianza

CC I componenti devono adempiere i loro doveri con la diligenza richiesta


dalla natura dellincarico. Sono responsabili solidalmente con i componenti del consiglio di gestione per i fatti o le omissioni di questi quando
il danno non si sarebbe prodotto se avessero vigilato in conformit
degli obblighi della loro carica.
CC Si applicano le norme dettate per il collegio sindacale in tema di pubblicit della nomina e della cessazione, retribuzione e poteri, riunioni
e deliberazioni del consiglio, obbligo di intervento alle assemblee e
alle adunanze del consiglio di gestione, attivit di amministrazione
suppletiva, scambio di informazioni.

CC Vigilanza sullosservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei


principi di corretta amministrazione della societ, sulladeguatezza
dellassetto organizzativo, amministrativo e contabile della societ.
CC Relazione (almeno) annuale sullattivit di vigilanza svolta.
CC Nomina, revoca e retribuzione dei componenti del consiglio di gestione.
Funzioni

CC Approvazione del bilancio.


CC Promozione dellazione sociale di responsabilit.
CC Azione di responsabilit nei confronti dei componenti il consiglio di
gestione.
CC Deliberazione, se previsto dallo statuto, in ordine ai piani strategici, industriali e finanziari della societ predisposti dal consiglio di
gestione.

7 Il sistema monistico

Trattasi di un modello di amministrazione e controllo semplificato e pi flessibile rispetto a quelli alternativi, nel quale si privilegia la circolazione delle informazioni tra lorgano amministrativo e lorgano
deputato al controllo, con risparmi di tempo e costi ed elevati livelli di trasparenza.

113

Differenze
Il modello molto simile a quello tradizionale, dal quale si differenzia in quanto:
lamministrazione deve essere necessariamente affidata al consiglio di amministrazione (si
esclude la possibilit dellamministratore unico), a cui si applica la disciplina dettata in tema di
modello tradizionale di amministrazione e controllo nei limiti della compatibilit;
almeno 1/3 dei componenti del consiglio di amministrazione deve essere in possesso dei requisiti
di indipendenza stabiliti per i sindaci e, se lo statuto lo prevede, di quelli al riguardo previsti da
codici di comportamento redatti da associazioni di categoria o da societ di gestione di mercati
regolamentati;
il collegio sindacale viene sostituito dal comitato per il controllo sulla gestione, che viene
nominato dal consiglio di amministrazione al suo interno;
la revisione legale dei conti, anche nel sistema monistico, affidata necessariamente ad un
revisore o ad una societ di revisione esterni, non essendo mai possibile lattribuzione di tale
funzione al comitato per il controllo sulla gestione.

Comitato per il controllo


sulla gestione

CC composto da amministratori che non svolgono funzioni gestionali


e che sono in possesso dei requisiti di onorabilit e professionalit
stabiliti dallo statuto e dei requisiti di indipendenza stabiliti per i
sindaci. Almeno un componente deve essere scelto tra i revisori
legali iscritti nellapposito registro.
CC I membri del comitato vengono nominati dallo stesso consiglio di
amministrazione, salvo diversa disposizione dello statuto.
CC Vigilanza sulladeguatezza della struttura organizzativa della societ, del sistema di controllo interno e del sistema amministrativo e
contabile, nonch sulla sua idoneit a rappresentare correttamente
i fatti di gestione.

Funzioni

CC Svolgimento degli ulteriori compiti affidati dal consiglio di amministrazione (con particolare riguardo ai rapporti con i soggetti incaricati
della revisione legale dei conti.

8 Lintervento dellautorit giudiziaria

La legge prevede alcuni casi di intervento dellAutorit Giudiziaria nellattivit sociale in funzione di
controllo o suppletiva rispetto allinerzia degli organi sociali deputati (ulteriori forme di intervento sono
previste con riguardo alle fasi di scioglimento e liquidazione della societ). Tali interventi sono attribuiti
alla competenza del Tribunale.
Al di l di questi interventi, il Tribunale viene poi investito, con funzione tipicamente giurisdizionale,
delle eventuali opposizioni alle deliberazioni sociali.
CC Lapprovazione della deliberazione di revoca dei sindaci e dei membri del consiglio di sorveglianza per giusta causa (art. 2400 c.c.).

Al Tribunale spetta

114

CC La convocazione dellassemblea e la designazione della persona


che deve presiederla, allorquando amministratori e sindaci non vi
abbiano provveduto bench ne abbiano fatto domanda tanti soci
che rappresentino almeno 1/20 del capitale sociale nelle societ che
fanno ricorso al mercato del capitale di rischio e 1/10 del capitale
sociale nelle altre (o la minore percentuale prevista dallo statuto)
del capitale sociale (art. 2367 c.c., modif. dal D.Lgs. 27/2010).

CC Disporre la riduzione del capitale sociale per perdite, nellipotesi di


cui allart. 2446 c.c., nonch nellipotesi di annullamento di azioni
acquistate da parte della stessa societ o della controllante al di
fuori dei limiti previsti dalla legge (artt. 2357, 2359ter e quater c.c.):
in questi casi al Tribunale fanno ricorso amministratori e sindaci,
di fronte allinerzia dellassemblea.
CC Il controllo giudiziario di cui allart. 2409 c.c.
CC La nomina del rappresentante comune degli obbligazionisti, se
non vi provvede la loro assemblea a norma dellart. 2415 c.c. (art.
2417 c.c.).
Al Tribunale spetta

CC Ordinare, verificata la sussistenza delle condizioni richieste dalla


legge e sentito il PM, liscrizione nel Registro delle imprese della
deliberazione di modifica dello statuto sociale: in tal caso al Tribunale fanno ricorso gli amministratori, avvisati dal notaio, che,
ritenendo insussistenti le predette condizioni, non voglia provvedervi personalmente.
CC La designazione degli esperti che, tramite relazione giurata, devono
provvedere alla stima dei conferimenti di beni in natura e di crediti
(art. 2342 c.c.) e alla determinazione del valore delle azioni, ove
relativamente ad esso sorgano contestazioni, nellipotesi di recesso
del socio (art. 2437ter c.c.).

8.1 Il controllo giudiziario di cui allart. 2409 c.c.


I soci che rappresentano almeno 1/10 del capitale sociale, o 1/20 nelle societ che fanno ricorso
al mercato del capitale di rischio (o le minori percentuali previste dallo statuto), se vi fondato
sospetto che gli amministratori abbiano violato i loro doveri e compiuto gravi irregolarit nella gestione possono denunziare i fatti al Tribunale. La denunzia va fatta con ricorso notificato anche
alla societ.
Il Tribunale, sentiti in camera di consiglio gli amministratori e i sindaci (con provvedimento reclamabile), pu ordinare lispezione dellamministrazione della societ.
Se lassemblea sostituisce gli amministratori e i sindaci con soggetti di adeguata professionalit,
che si attivano per accertare se le violazioni sussistono ed eventualmente per eliminarle, riferendo
al Tribunale sugli accertamenti e le attivit compiute, il Tribunale non ordina lispezione, sospendendo il procedimento.
Se le violazioni denunziate sussistono ovvero se gli accertamenti e le attivit di cui sopra non
portano alla loro eliminazione, il Tribunale pu disporre gli opportuni provvedimenti provvisori e
convocare lassemblea per le conseguenti deliberazioni.
Nei casi pi gravi pu revocare gli amministratori ed eventualmente anche i sindaci e nominare
un amministratore giudiziario, determinandone i poteri e la durata.
Lispezione e i provvedimenti di cui allart. 2409 c.c. possono essere richiesti anche dal collegio
sindacale, dal consiglio di sorveglianza, dal comitato per il controllo della gestione e, nelle societ
che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, dal pubblico ministero.

115

In sintesi
Lamministrazione delle S.p.A. pu essere organizzata secondo tre diversi modelli, in cui sono
individuabili un organo amministrativo vero e proprio ed un organo di controllo.
Il sistema tradizionale i cui organi sono lamministratore unico o il consiglio di amministrazione, il
collegio sindacale ed un revisore legale o societ di revisione legale esterni.
Il sistema dualistico caratterizzato dal consiglio di gestione e dal consiglio di sorveglianza.
Infine, il sistema monistico di cui fanno parte il consiglio di amministrazione ed il comitato di controllo.
Gli amministratori costituiscono lorgano cui affidata la gestione della societ.
Tra le funzioni degli amministratori rientra:






deliberare sulla gestione sociale;


convocare lassemblea e fissarne lordine del giorno;
redigere il bilancio annuale da presentare per lapprovazione allassemblea;
curare la tenuta dei libri contabili;
vigilare sullandamento generale della gestione sociale;
rappresentare la societ nei rapporti con i terzi e in giudizio;
svolgere una relazione sullattivit della societ.

Note:

116

20

Capitolo

I patrimoni destinati
ad uno specifico affare

1 Generalit

La riforma del diritto societario ha previsto un istituto del tutto nuovo nellambito della disciplina delle
societ per azioni: la destinazione di patrimoni ad uno specifico affare.
CC Costituire uno o pi patrimoni ciascuno dei quali destinato in via
esclusiva ad uno specifico affare.
La societ pu

CC Convenire che, nel contratto relativo al finanziamento di uno specifico affare, al rimborso totale o parziale del finanziamento medesimo
siano destinati i proventi dellaffare stesso, o parte di essi.

2 I patrimoni destinati ad uno specifico affare

La s.p.a. pu costituire uno o pi patrimoni ciascuno dei quali destinato in via esclusiva ad uno specifico
affare, attraverso lindividuazione di beni, o comunque di una parte del patrimonio societario che, per
effetto della destinazione, cessa di costituire oggetto della garanzia generica dei creditori sociali, per
divenire oggetto della garanzia dei soli creditori delle obbligazioni poste in essere per intraprendere
e realizzare laffare.
CC Non possono essere costituiti per un valore complessivamente
superiore al 10% del patrimonio netto, salvo disposizioni speciali.

Laffare al quale destinato il patrimonio


nonch i beni e i rapporti giuridici compresi
in tale patrimonio.

Il piano economico-finanziario da cui risulti

Disciplina

la congruit del patrimonio, le modalit e


le regole relative al suo impiego, il risultato
che si intende perseguire e le eventuali
garanzie offerte ai terzi.
CC La deliberazione che
destina un patrimonio
ad uno specifico affare
deve indicare

Gli eventuali apporti di terzi, le modalit di


controllo sulla gestione e di partecipazione
ai risultati dellaffare.

La possibilit di emettere strumenti finanziari di partecipazione allaffare.

La nomina di un revisore legale o di una


societ di revisione legale per la revisione
dei conti dellaffare, quando la societ non
gi assoggettata alla revisione legale.

Le regole di rendicontazione dello specifico affare.

117

CC Tale deliberazione adottata dallorgano amministrativo a maggioranza assoluta dei suoi componenti, salvo diversa indicazione dello
statuto sociale; essa, inoltre, deve essere depositata e iscritta presso
il Registro delle imprese a norma dellart. 2436 c.c.
CC Nel termine di 60 giorni dalliscrizione della deliberazione nel Registro
delle imprese i creditori sociali anteriori alliscrizione possono fare
opposizione. Il Tribunale, nonostante lopposizione, pu disporre
che la deliberazione sia eseguita previa prestazione da parte della
societ di idonea garanzia.
CC Una volta decorso il termine, o dopo liscrizione nel Registro delle
imprese del provvedimento del Tribunale ivi previsto, i creditori della
societ che si dotata dal patrimonio separato non possono pi far
valere alcun diritto sul patrimonio destinato allo specifico affare n,
salvo che per la parte spettante alla societ, sui frutti o proventi da
esso derivanti.

Disciplina

CC Resta salva la responsabilit illimitata della societ per le obbligazioni


derivanti da fatto illecito. fatto obbligo che ogni atto compiuto in
relazione allo specifico affare debba avere indicato espressamente
la menzione del vincolo di destinazione. Se ci non avviene, diviene
direttamente responsabile la societ, che ne risponde con il suo
patrimonio residuo.
CC Quando si realizza o quando divenuto impossibile laffare cui
stato destinato il patrimonio, ai sensi dellart. 2447novies c.c., gli
amministratori redigono un rendiconto finale che, accompagnato
da una relazione dei sindaci e del soggetto incaricato della revisione
legale dei conti, deve essere depositato nel Registro delle imprese.
Osservazioni
Per quanto riguarda la disciplina del bilancio, lart. 2447septies prevede che i beni ed i rapporti
compresi nei patrimoni destinati siano distintamente indicati nello stato patrimoniale della societ.
Inoltre, gli amministratori hanno lobbligo di redigere per ciascun patrimonio destinato un separato
rendiconto. Tale documento va allegato al bilancio.
fatto obbligo agli amministratori di illustrare nella nota integrativa del bilancio della societ il
valore e la tipologia dei beni e dei rapporti giuridici compresi in ciascun patrimonio destinato, ivi
inclusi quelli apportati da terzi, i criteri adottati per la imputazione degli elementi comuni di costo e
di ricavo, nonch il corrispondente regime di responsabilit.
Se la deliberazione costitutiva del patrimonio destinato ha previsto una responsabilit illimitata della
societ per le obbligazioni contratte in relazione allo specifico affare, limpegno da ci derivante deve
risultare in calce allo stato patrimoniale e formare oggetto di valutazione secondo criteri da illustrare
nella nota integrativa, al fine di informare pienamente i soci sulloperazione e sui rischi ad essa connessi.

3 I finanziamenti destinati ad uno specifico affare

Lart. 2447decies c.c. descrive laltra nuova forma di finanziamento: il finanziamento destinato ad uno
specifico affare, il cui contratto costitutivo preveda che al rimborso totale o parziale del finanziamento
vadano destinati, in via esclusiva, tutti o parte dei proventi derivanti dallaffare stesso.

Contenuto del contratto

118

CC Una descrizione delloperazione che consenta di individuarne lo


specifico oggetto; le modalit ed i tempi di realizzazione; i costi
previsti ed i ricavi attesi.

CC Il piano finanziario delloperazione, indicando la parte coperta dal


finanziamento e quella a carico della societ.
CC I beni strumentali necessari alla realizzazione delloperazione.
CC Le specifiche garanzie che la societ offre in ordine allobbligo di
esecuzione del contratto e di corretta e tempestiva realizzazione
delloperazione.
Contenuto del contratto

CC I controlli che il finanziatore, o soggetto da lui delegato, pu effettuare sullesecuzione delloperazione.


CC La parte dei proventi destinati al rimborso del finanziamento e le
modalit per determinarli.
CC Le eventuali garanzie che la societ presta per il rimborso di parte
del finanziamento.
CC Il tempo massimo di rimborso, decorso il quale nulla pi dovuto
al finanziatore.

I proventi delloperazione costituiscono patrimonio separato da quello della societ e da quello relativo
ad ogni altra operazione di finanziamento effettuata dallimpresa (che, quindi, pu averne in essere
pi di uno) a condizione che:
copia del contratto sia depositata per liscrizione presso lUfficio del Registro delle imprese;
la societ adotti sistemi di incasso e di contabilizzazione idonei ad individuare in ogni momento i
proventi dellaffare ed a tenerli separati dal restante patrimonio della societ.
In sintesi
Le S.p.A. possono costituire uno o pi patrimoni ciascuno dei quali destinato in via esclusiva ad
uno specifico affare, attraverso lindividuazione di beni, o comunque di una parte del patrimonio
societario che, per effetto della destinazione, cessa di costituire oggetto della garanzia generica
dei creditori sociali, per divenire oggetto della garanzia dei soli creditori delle obbligazioni poste in
essere per intraprendere e realizzare laffare.
Attraverso la creazione del patrimonio destinato, la societ resta unica, ma si ha una limitazione
delle responsabilit per le obbligazioni derivanti dallo svolgimento dello specifico affare cui dedicata la parte separata di patrimonio.
Quanto alla disciplina dei patrimoni destinati:
delle obbligazioni contratte per realizzare lo specifico affare risponde solo il patrimonio ad esso
destinato;
il patrimonio destinato ed i proventi di esso non rispondono delle obbligazioni della societ;
i patrimoni dedicati non possono essere costituiti per un valore complessivamente superiore
al 10% del patrimonio netto della societ;
ai fini della limitazione della responsabilit, gli atti compiuti in relazione allo specifico affare
devono fare espresso riferimento al vincolo di destinazione, a pena della responsabilit illimitata
della societ per le obbligazioni che ne conseguono;
quando si realizza o divenuto impossibile laffare cui stato destinato il patrimonio, nonch
in caso di fallimento della societ, gli amministratori devono redigere un rendiconto finale,
depositato nel Registro delle imprese.
Lart. 2447decies c.c. disciplina laltra forma particolare che pu assumere la separazione patrimoniale, e si riferisce allipotesi in cui i proventi derivanti dallo svolgimento di un affare per la cui
realizzazione sia stato impiegato un finanziamento esterno siano in tutto od in parte destinati al
rimborso del finanziamento stesso. Il finanziamento avviene sulla base di un contratto tra la societ
e i soggetti finanziatori esterni, nel quale deve essere stabilito quanta parte dei proventi dellaffare
intrapreso debba essere destinata al rimborso del finanziamento e quanta parte, invece, possa
essere destinata ad altre finalit.

119

Note:

21

Capitolo

la societ in accomandita per azioni

1 Nozione e caratteri

La societ in accomandita per azioni una societ di capitali in cui i soci che hanno il potere (gli
accomandatari-amministratori) hanno anche la responsabilit personale ed illimitata delle obbligazioni
sociali (Cottino).

Caratteri

CC Unaffinit di carattere economico con la societ


in accomandita
semplice; questo
tipo di societ contempla, infatti, due
categorie di soci

Soci

CC Unaffinit di carattere giuridico


con la S.p.A.

Le

accomandatari, illimitatamente e
solidalmente responsabili verso i terzi per
le obbligazioni sociali, nonch obbligati
allesecuzione dei conferimenti nei confronti
della societ.

Soci accomandanti, obbligati solo allesecuzione dei conferimenti.

quote di partecipazione dei soci sono


rappresentate da azioni.

La societ deve iscriversi nel Registro delle


imprese per acquistare la personalit giuridica: non esiste unaccomandita per azioni
irregolare.

2 La disciplina giuridica

Le norme disciplinanti la societ in accomandita per azioni si dividono in due categorie:


norme proprie della societ (artt. 2452-2461 c.c.);
norme dettate per la S.p.A. (richiamate dallart. 2454 c.c., se compatibili con quelle proprie).
CC Capitale sociale: deve corrispondere allammontare minimo di
120.000 euro.
Disciplina giuridica

CC Denominazione sociale: si forma con lindicazione del tipo sociale


e il nome di almeno un socio accomandatario, anche se defunto
o receduto: non possibile, come nelle S.p.A., adottare un nome
di fantasia (art. 2453 c.c.).

121

Lassemblea formata da tutti i soci


e la maggioranza si forma con riferimento alle porzioni di capitale possedute da ciascuno, indipendentemente
dalla qualit dei singoli.

La

Disciplina giuridica

CC Deliberazioni dellassemblea

revoca degli amministratori e la


sostituzione degli amministratori cessati devono essere deliberate con le
maggioranze prescritte per le deliberazioni dellassemblea straordinaria
della S.p.A. (artt. 2456 e 2457 c.c.).

Le modificazioni dellatto costitutivo


devono essere approvate dallassemblea straordinaria e devono altres
riportare il consenso unanime degli
accomandatari (art. 2460 c.c.).

Gli accomandatari non votano nelle


delibere di nomina e di revoca dei sindaci e dei componenti il consiglio di
sorveglianza ed in quelle concernenti
lesercizio dellazione di responsabilit (art. 2459 c.c.).

3 La posizione di socio accomandante e accomandatario


CC Latto costitutivo deve indicare le persone dei soci accomandatari
(art. 2455, co. 1, c.c.).
CC Questi assumono di diritto, ossia indipendentemente da una nomina
assembleare, la carica di amministratori e la conservano senza
limiti di tempo (art. 2455, co. 2, c.c.).
CC Decadono per revoca ad opera dellassemblea e per rinuncia (art.
2456 c.c.).

La posizione di socio
accomandatario

CC I nuovi amministratori sono nominati dallassemblea, con lapprovazione individuale degli amministratori rimasti in carica, ed assumono
la qualit di soci accomandatari dal momento dellaccettazione
(art. 2457 c.c.).
CC Sono soggetti a tutti gli obblighi degli amministratori della S.p.A.
CC Sono responsabili nei confronti dei creditori sociali solidalmente e
illimitatamente (come i soci di societ collettiva) (art. 2452 c.c.). Tale
responsabilit ha carattere sussidiario: i creditori sociali potranno
agire nei confronti degli accomandatari solo dopo lescussione
infruttuosa del capitale sociale.
CC Laccomandatario che cessa dallufficio di amministratore non
risponde, per, per le obbligazioni della societ sorte dopo liscrizione nel Registro delle imprese della cessazione dallufficio (art.
2461, co. 2, c.c.).

122

La posizione di socio
accomandante

CC Sono obbligati nei limiti delle azioni sottoscritte (art. 2452 c.c.).
CC Agli stessi si applicano le norme sul socio della S.p.A. in quanto
compatibili.

Differenze
Nella societ in accomandita per azioni, lazionista diviene accomandatario quando viene nominato
amministratore e degrada ad accomandante in caso di cessazione dalla carica.
Per cui, in caso di trasferimento della partecipazione dellaccomandatario, colui che subentra nella
titolarit delle azioni non diventa accomandatario, ma accomandante a responsabilit limitata.
Lacquisto della veste di socio, infatti, condizione necessaria ma non sufficiente per la nomina
ad accomandatario, per la quale occorre comunque una designazione ex novo ad amministratore.
Questultimo dato consente di operare una netta distinzione tra la societ in accomandita semplice
e la societ in accomandita per azioni.
Nella societ in accomandita semplice, infatti, ben pu accadere che vi siano accomandatari non
amministratori, ci nonostante, responsabili delle obbligazioni sociali.

4 Scioglimento della societ


CC Cause previste per tutte le societ di capitali.

Cause di scioglimento

CC Cessazione dallufficio di tutti gli amministratori, se nel termine di


180 giorni non si provveduto alla loro sostituzione: per questo
periodo la societ amministrata da un amministratore provvisorio, chiamato dal collegio sindacale per svolgere atti di ordinaria
amministrazione, che non assume la qualit di accomandatario
e pu essere anche terzo estraneo alla societ (art. 2458 c.c.).

In sintesi
La societ in accomandita per azioni una societ di capitali in cui i soci che hanno il potere
(gli accomandatari-amministratori) hanno anche la responsabilit personale ed illimitata delle
obbligazioni sociali.
Latto costitutivo deve indicare le persone dei soci accomandatari. Questi assumono di diritto,
ossia indipendentemente da una nomina assembleare, la carica di amministratori e la conservano
senza limiti di tempo.
I soci accomandatari decadono per revoca ad opera dellassemblea e per rinuncia e sono soggetti
a tutti gli obblighi degli amministratori della S.p.A.
Inoltre, sono responsabili nei confronti dei creditori sociali solidalmente e illimitatamente. Laccomandatario, infine, che cessa dallufficio di amministratore non risponde per le obbligazioni della
societ sorte dopo liscrizione nel Registro delle imprese della cessazione dallufficio.
I soci accomandanti, invece, sono obbligati nei limiti delle azioni sottoscritte, ma sono dei veri e
propri azionisti. La loro prestazione si esaurisce con il pagamento della somma conferita in societ.
A tali soci si applicano le regole della societ in accomandita semplice ad esclusione dellart. 2320
c.c., relativo al divieto di immistione.
Infine, laccomandante non ha poteri amministrativi n pu comunque esercitarli efficacemente: per
lui nemmeno si prospetta la possibilit di compiere atti di amministrazione in forza di una procura
speciale per singoli affari.
La societ in accomandita per azioni si scioglie:
per le cause previste per la S.p.A.;
per cessazione dallufficio di tutti gli amministratori, se nel termine di sei mesi non si provveduto
alla loro sostituzione.

123

Note:

22

Capitolo

la societ a responsabilit limitata

1 Generalit e nozione

La societ a responsabilit limitata una societ di capitali preordinata al fine di fornire, alle imprese
sociali di ridotte dimensioni, uno schema societario che permetta di fruire del beneficio della responsabilit limitata coniugato con una connotazione personalistica e sottratto alla rigidit di disciplina
richiesta per la S.p.A.
Osservazioni
La societ a responsabilit limitata la persona giuridica che esercita unattivit col patrimonio
conferito dai soci e con gli utili eventualmente accumulati ed in cui le quote di partecipazione dei
soci non possono essere rappresentate da azioni (Graziani).
La Riforma del diritto societario ha completamente riscritto le norme in materia di S.r.l., delineandone
un tipo del tutto nuovo ed autonomo rispetto a quello previgente, con una disciplina propria, anche se
permangono alcuni richiami puntuali alla normativa dettata per la S.p.A.

Disciplina giuridica

CC Norme proprie dello specifico tipo di societ.


CC Norme dettate per la S.p.A.

CC Delle obbligazioni sociali risponde esclusivamente il patrimonio


sociale, salvi i (pochi) casi di responsabilit illimitata dellunico socio.
CC Il capitale sociale non pu essere inferiore a 10.000 euro.

Caratteri particolari

CC Le partecipazioni dei soci o quote non possono essere rappresentate da azioni n possono costituire oggetto di offerta al pubblico
di prodotti finanziari.
CC Oggetto di conferimento pu essere qualunque elemento dellattivo suscettibile di valutazione economica.
CC Controllo diretto dei soci sullattivit degli amministratori.
CC Obbligatoriet del collegio sindacale solo ove ricorrano le condizioni
di cui allart. 2477 c.c.

2 Costituzione della s.r.l.

La S.r.l. pu essere costituita per contratto o con atto unilaterale; in ogni caso la forma deve essere
quella dellatto pubblico.
CC Le generalit complete ed il domicilio di ciascun socio.
Latto costitutivo deve
indicare (art. 2463 c.c.)

CC La denominazione sociale, che deve sempre contenere a


tutela dei terzi lindicazione di societ a responsabilit limitata.
CC Il Comune dove sono poste la sede della societ e le eventuali
sedi secondarie.

125

CC Loggetto sociale.
CC Lammontare del capitale sottoscritto e versato.
CC La quota di partecipazione, i conferimenti di ciascun socio ed il
valore dei beni e dei crediti conferiti.
Latto costitutivo deve
indicare (art. 2463 c.c.)

CC Le norme relative al funzionamento della societ ed in particolare


quelle concernenti lamministrazione e la rappresentanza.
CC La nomina dei primi amministratori e degli eventuali soggetti incaricati della revisione legale dei conti.
CC Limporto globale, almeno approssimativo, delle spese per la
costituzione poste a carico della societ.

Fra le indicazioni che latto costitutivo deve contenere non risulta la durata della societ; con la Riforma
del diritto societario, infatti, il legislatore ha previsto che anche la S.r.l. (come la S.p.A.) possa essere
costituita a tempo indeterminato. In tal caso al socio spetta il diritto di recedere in ogni momento con
un preavviso di 180 gg., salvo che latto costitutivo non statuisca un termine maggiore (ma comunque
non superiore ad un anno art. 2473 c.c.).
Si applicano le stesse regole della S.p.A., per quanto riguarda:




le condizioni per la costituzione;


il deposito dellatto costitutivo;
liscrizione della societ nel Registro delle imprese e i relativi effetti;
la nullit della societ;
i limiti ai benefici riservati ai soci fondatori.

3 La S.r.l. unipersonale

Listituto della S.r.l. unipersonale non costituisce una novit introdotta dalla Riforma societaria, in
quanto gi previsto dal nostro ordinamento e disciplinato dal D.Lgs. 88/1993.
CC Per le operazioni e gli atti compiuti in nome della societ prima
della sua iscrizione nel Registro delle imprese sono responsabili
solo coloro che hanno agito, in solido con il socio unico fondatore.
CC Allatto della costituzione della societ ed in sede di aumento del
capitale deve essere versato lintero ammontare dei conferimenti
e non solo il 25% (artt. 2464 e 2481bis c.c.).
CC Se viene meno la pluralit dei soci, i conferimenti ancora dovuti
devono essere effettuati entro 90 giorni (art. 2464, u.c., c.c.).
Disciplina

CC Ove la societ appartenga ad un unico socio o muti la persona


dellunico socio, gli amministratori devono depositare presso il
Registro delle imprese una dichiarazione contenente le generalit
dellunico socio (art. 2470 c.c.).
CC Analoga pubblicit deve essere data alla (ri)costituzione della
pluralit dei soci.
CC I contratti della societ con lunico socio o le operazioni a favore
dellunico socio sono opponibili ai creditori della societ solo se
risultano dal libro delle decisioni degli amministratori o da atto
scritto avente data certa anteriore al pignoramento (art. 2478 c.c.).

126

CC Delle obbligazioni sociali risponde soltanto la societ con il suo


patrimonio. Delle obbligazioni sorte nel periodo in cui lintera
partecipazione sia appartenuta ad un solo socio, questo risponde
illimitatamente solo in caso di mancato rispetto dellobbligo di
versamento integrale dei conferimenti o della pubblicit di cui
allart. 2470 c.c.

Disciplina

4 Le partecipazioni della S.r.l.

Nozione: le quote di partecipazione della S.r.l. costituiscono la misura della partecipazione, appunto,
di un soggetto alla societ. Non possono essere rappresentate da azioni n costituire oggetto di offerta
al pubblico di prodotti finanziari.
Carattere tipico la trasferibilit. La partecipazione sociale pu circolare con le seguenti regole:
le quote sono liberamente trasferibili, salva diversa disposizione dellatto costituivo;
le limitazioni e lesclusione della trasferibilit delle quote di partecipazione inter vivos e mortis
causa attribuiscono al socio il diritto di recedere dalla societ;
se la partecipazione stata alienata pi volte, prevale il trasferimento iscritto per primo in buona
fede, anche se di data posteriore;
se la quota non integralmente liberata, lalienante responsabile solidamente con lacquirente
per il periodo di 3 anni dal trasferimento, per i versamenti ancora dovuti (art. 2472 c.c.).
Osservazioni
Prima dellintervento del D.L. 185/2008 (cd. decreto anticrisi), conv. in L. 2/009, il trasferimento delle
partecipazioni sociali aveva effetto nei confronti della societ dal momento delliscrizione nel libro
dei soci, mentre liscrizione dellatto traslativo nel registro delle imprese costituiva adempimento
necessario ai fini dellopponibilit dello stesso. Il D.L. 185/2008, conv. in L. 2/2009, ha modificato
lart. 2470 c.c., attribuendo efficacia nei confronti della societ al deposito dellatto di trasferimento di propriet delle quote di s.r.l. nel registro delle imprese. In pratica, sar da tale deposito e
non dallannotazione da parte degli amministratori nel libro dei soci, che lacquirente acquisir nei
confronti della societ lo status di socio.
Il decreto anticrisi, infatti, ha abrogato nelle sole s.r.l. il libro dei soci e, con esso, lobbligo di
presentare al registro delle imprese lelenco dei soci insieme al bilancio di esercizio. Ora, tutti i
riferimenti al libro dei soci delle s.r.l. contenuti nel codice civile, sono sostituiti con il riferimento al
registro delle imprese.
Il D.L. 112/2008, conv. in L. 133/2008 (cd. manovra destate) ha previsto che ai fini del trasferimento di quote di s.r.l., in alternativa al notaio, ci si potr rivolgere ai dottori commercialisti. Latto di
trasferimento pu essere sottoscritto con firma digitale e depositato entro 30 giorni presso lUfficio
del registro delle imprese nella cui circoscrizione ha sede la societ alle cui quote ci si riferisce.

Differenze
La partecipazione azionaria non si distingue dagli altri tipi di partecipazioni sociali per il solo fatto di
poter essere incorporata in titoli documentali, ma vi sono anche differenze di carattere sostanziale.
La prima differenza consiste nellautonomia delle singole partecipazioni e nella spersonalizzazione
della partecipazione rispetto al suo titolare.
Il capitale sociale, infatti, viene suddiviso in un determinato numero di azioni, ciascuna delle quali
ne rappresenta una frazione identica rispetto a tutte le altre.
Questo non significa che tutti i soci si trovino nella stessa situazione, infatti, un fenomeno naturale
della s.p.a. che uno stesso socio divenga titolare di pi azioni.

127

In tutti gli altri tipi di societ, la quota misurata per la sua dimensione globale di investimento nel
capitale, mentre, nella societ per azioni, si procede allinverso, suddividendo il capitale sociale,
nominalmente indicato nello statuto, in frazioni uguali, ciascuna delle quali rappresenta unazione.
La differenza concettuale rispetto alle quote di s.r.l., quindi, sta nel fatto che il socio di una s.p.a.
non detiene ununica partecipazione sociale ma un determinato numero di azioni, ciascuna delle
quali autonoma nei confronti delle altre.
Il socio di una s.r.l., invece, titolare di ununica quota che rappresenta una frazione del capitale
sociale in misura che pu essere diversa da socio a socio.

5 Diritti dei soci

Diritti di partecipazione CC Diritto di intervento allassemblea.


allamministrazione della CC Diritto di voto: il voto di ciascun socio vale in misura proporzionale
societ
alla sua partecipazione.

CC Diritto di essere informati dagli amministratori sullo svolgimento


dellattivit sociale e di consultare libri e documenti sociali (art.
Diritti di informazione e
2476 c.c.).
controllo
CC Azione di responsabilit nei confronti degli amministratori (spetta
a ciascun socio ai sensi dellart. 2476, co. 2, c.c.).

Diritti di partecipazione patrimoniale

CC Diritto agli utili: la ripartizione degli utili ai soci fatta in proporzione al conferimento, salvo diversa disposizione statutaria (art.
2468 c.c.).
CC Diritto alla quota di liquidazione: in proporzione al conferimento,
salvo diversa disposizione.
CC Diritto di opzione sulle nuove quote di partecipazione per le ipotesi
di aumento del capitale sociale (art. 2481bis c.c.).

6 Gli obblighi dei soci: il conferimento

Lobbligo del socio della S.r.l. essenzialmente quello di eseguire il conferimento. A questo proposito, la
riforma societaria ha previsto che possono essere conferiti tutti gli elementi dellattivo suscettibili di valutazione economica, superando pertanto il previgente divieto di conferimento di prestazioni di opera e servizi.
I conferimenti, se non disposto diversamente dallatto costitutivo, devono farsi in danaro.
Il versamento del 25% dei conferimenti in danaro o il loro intero ammontare (in caso di costituzione
unilaterale della societ) pu essere sostituito dalla stipula, per un importo almeno corrispondente, di
una polizza assicurativa o di una fideiussione bancaria.
In caso di mancata esecuzione dei conferimenti o di scadenza od inefficacia della polizza assicurativa o della garanzia bancaria salvo che il socio le sostituisca con il corrispondente in danaro
(art. 2466 c.c.):
gli amministratori, dopo trenta giorni dalla diffida al socio moroso, possono promuovere lazione
per lesecuzione del conferimento;
in alternativa, offrono le azioni agli altri soci (in proporzione della loro partecipazione) per un corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti;
in mancanza di offerte, procedono alla vendita allincanto;
qualora non vi siano compratori, il socio moroso viene escluso e il capitale sociale ridotto in corrispondenza.

128

7 Cessazione della qualit di socio

La qualit di socio cessa in caso di:







trasferimento della partecipazione (art. 2469 c.c.);


vendita coattiva della partecipazione (ipotesi di morosit del socio) (art. 2466 c.c.);
espropriazione della partecipazione (art. 2471 c.c.);
fallimento del socio;
recesso del socio;
esclusione del socio (art. 2473bis c.c.).

7.1 Il recesso del socio della S.r.l.


Nozione: il potere di sciogliersi unilateralmente dal contratto sociale con effetti ex nunc, che il legislatore riconosce al socio per controbilanciare gli svantaggi che gli potrebbero derivare dallapplicazione
del principio della maggioranza.
CC In qualunque momento se la S.r.l. a tempo indeterminato, con un
obbligo di preavviso di almeno 180 giorni o di quello maggiore stabilito
dallatto costitutivo (cd. recesso ad nutum).

Il

cambiamento delloggetto o del


tipo sociale.

La

fusione o la scissione della societ.

Ipotesi legali

CC Quando non abbia concorso allassunzione di una


deliberazione riguardante

La revoca dello stato di liquidazione.


Il trasferimento della sede sociale
allestero.

La eliminazione di una delle cause di


recesso previste dallatto costitutivo.

Il

compimento di operazioni che


comportano una sostanziale modifica delloggetto sociale o dei diritti
dei soci.

CC Nei casi previsti in sede di disciplina delle attivit di direzione e


coordinamento.

Ipotesi convenzionali

CC In tal caso nel contratto sociale saranno indicate ipotesi e modalit.

CC Il valore della partecipazione va calcolato in proporzione al capitale


sociale determinato tenendo conto del valore di mercato al momento
dellesercizio del recesso.
CC Deve essere eseguito entro 180 giorni dalla comunicazione del
recesso alla societ.
Il socio ha diritto al rimborso della partecipa- CC Pu avvenire mediante acquisto da parte degli altri soci in proporzione
zione
alle loro partecipazioni o da parte di 1/3 individuato dagli stessi soci.
CC In caso di mancato collocamento, il rimborso avviene utilizzando
le riserve disponibili o, in mancanza, riducendo il capitale sociale.
CC Se la riduzione del capitale sociale non consente il rispetto dellart.
2482 c.c., la societ viene posta in liquidazione.

129

Il recesso non pu essere esercitato e, se gi esercitato, privo di efficacia, se la societ revoca la


delibera che lo legittima ovvero se deliberato lo scioglimento della societ.

8 Lelemento patrimoniale della societ

In tema di bilancio il legislatore espressamente richiama la normativa dettata in sede di disciplina


delle S.p.A.
In materia di aumento e riduzione del capitale sociale, di contro, prevista una disciplina specifica
per la S.r.l., che tuttavia, a differenza di quanto accadeva prima della riforma del diritto societario, attualmente non si discosta molto da quella della S.p.A. Occorre ricordare che in nessun caso la S.r.l.
pu compiere operazioni sulle proprie partecipazioni (art. 2474 c.c.).
, invece, ammessa la possibilit che la S.r.l. emetta titoli di debito, che possono essere sottoscritti
solo da investitori qualificati. Latto costitutivo attribuisce la competenza a deliberarne lemissione ai
soci o agli amministratori, indicando altres gli eventuali limiti (art. 2483 c.c.).
Osservazioni
Significativa novit della riforma del diritto societario lintroduzione di unapposita disciplina dei
finanziamenti dei soci, finalizzata a regolamentare i diffusi fenomeni di sottocapitalizzazione delle
societ che operano con rilevanti finanziamenti a titolo di capitale di prestito da parte dei soci. Tali
finanziamenti sono spesso dei veri e propri conferimenti che i soci classificano come finanziamenti
per esercitare, in sede di rimborso, gli stessi diritti degli altri creditori sociali, laddove, invece, il
rischio della mancata restituzione del conferimento deve gravare sul socio, dopo il soddisfacimento
dei terzi creditori.

9 Le decisioni dei soci

Lapprovazione

del bilancio e la
distribuzione degli utili.

La

nomina, se prevista nellatto


costitutivo, degli amministratori.

CC Le materie espressamente
previste dallart. 2479 c.c.,
che sono
Competenza
(art. 2479 c.c.)

Leventuale nomina dei sindaci e del


presidente del collegio sindacale o
del revisore.

Le modificazioni dellatto costitutivo.


La decisione circa le operazioni che
implicano una sostanziale modificazione delloggetto sociale o una
rilevante modifica dei diritti dei soci.

CC Le altre materie indicate dallatto costitutivo.


CC Gli argomenti sottoposti allapprovazione dellassemblea da uno o
pi amministratori o da tanti soci che rappresentano almeno 1/3 del
capitale sociale.

130

CC Mediante consultazione scritta o sulla base del consenso


espresso per iscritto (art. 2479
c.c.), quando espressamente
previsti dallatto costitutivo.
In tal caso

Le decisioni dei soci possono essere prese

Dai documenti sottoscritti dai soci


devono risultare con chiarezza loggetto della decisione ed il consenso
alla stessa.

Salvo diversa disposizione dellatto


costitutivo, occorre il voto favorevole di una maggioranza che
rappresenti almeno 1/2 del capitale
sociale.

In

caso di mancata previsione


della consultazione o del consenso
scritto.

In
CC Con il procedimento di cui
allart. 2479bis c.c., che si
applica

ogni caso per le modificazioni


dellatto costitutivo, per le decisioni
di operazioni implicanti una sostanziale modificazione delloggetto
sociale o una rilevante modifica dei
diritti sociali e nellipotesi prevista
dallart. 2482 bis, co. 4, c.c.

Su richiesta di uno o pi amministratori o di almeno 1/3 del capitale


sociale.

CC Convocazione: le modalit, tali da assicurare la tempestiva informazione sugli argomenti da trattare, sono stabilite nellatto costitutivo; in
mancanza la convocazione effettuata mediante lettera raccomandata
spedita ai soci almeno 8 giorni prima delladunanza nel domicilio
risultante dal registro delle imprese.

Procedimento di cui
allart. 2479bis c.c.

CC Svolgimento: salva diversa previsione dellatto costitutivo, lassemblea si riunisce presso la sede sociale; presieduta dalla persona
indicata nellatto costitutivo o, in mancanza, designata dagli intervenuti;
il presidente verifica la regolarit della costituzione, accerta lidentit
e la legittimazione dei presenti, regola il suo svolgimento ed accerta
i risultati delle votazioni, dandone conto nel verbale.
CC Quorum costitutivo e deliberativo: salvo che latto costitutivo disponga diversamente, lassemblea regolarmente costituita con la
presenza di almeno la met del capitale sociale e delibera a maggioranza assoluta mentre, per le deliberazioni concernenti modificazioni
dellatto costitutivo e operazioni che implicano sostanziali modifiche
delloggetto sociale o rilevanti modifiche dei diritti dei soci, necessario il voto favorevole della met del capitale sociale. In ogni caso le
deliberazioni si reputano validamente adottate quando allassemblea
partecipa lintero capitale sociale e tutti gli amministratori e sindaci
sono presenti o informati della riunione e nessuno si oppone alla
trattazione dellargomento.

131

CC Rappresentanza: salvo contraria disposizione dellatto costitutivo,


consentito che il socio si faccia rappresentare in assemblea.
Procedimento di cui
allart. 2479bis c.c.

CC Modifiche dellatto costitutivo: nellipotesi di modificazioni dellatto


costituivo, il verbale redatto da notaio e, quanto alle formalit di
deposito, iscrizione e pubblicazione della relativa delibera, si applica
lart. 2436 c.c. dettato in tema di S.p.A.

9.1 Invalidit delle deliberazioni assembleari e loro impugnativa (art.


2479ter c.c.)
CC Non conformit alla legge o allatto costitutivo.
Cause

CC Deliberazioni prese in assenza assoluta di informazione.


CC Partecipazione determinante di soci in conflitto di interessi con la
societ, qualora la deliberazione possa recarle danno.

Per espressa previsione di legge le deliberazioni non possono essere annullate:


per la partecipazione di soggetti non legittimati, se tale partecipazione non stata determinante
per il raggiungimento del quorum costitutivo;
per linvalidit o lerrato conteggio di singoli voti non determinanti il quorum deliberativo;
per lincompletezza o linesattezza del verbale, purch siano certi il contenuto, gli effetti e la validit
della deliberazione.
CC Gli amministratori anche singolarmente e il collegio sindacale.
Legittimati
allimpugnazione

CC I soci che non vi abbiano consentito.


CC Chiunque vi abbia interesse nellipotesi di deliberazioni aventi oggetto impossibile o illecito e di quelle assunte in assoluta mancanza di informazione.
CC Limpugnazione deve essere proposta entro 90 giorni dalla trascrizione
della delibera nel libro delle decisioni dei soci.
CC Le decisioni aventi oggetto illecito o impossibile e quelle prese in
assenza assoluta di informazione possono essere impugnate entro
tre anni dalla suddetta trascrizione.
CC Le deliberazioni che comportano modifiche delloggetto sociale prevedendo attivit illecite o impossibili sono impugnabili senza limiti di tempo.

Limiti temporali

CC Le deliberazioni concernenti laumento di capitale o la riduzione volontaria del capitale devono essere impugnate entro 180 giorni dalliscrizione
della deliberazione nel registro delle imprese o, nel caso di mancata
convocazione, 90 giorni dallapprovazione del bilancio dellesercizio nel
corso del quale la deliberazione stata anche parzialmente eseguita.
CC Le deliberazioni di approvazione del bilancio non possono essere
impugnate dopo che avvenuta lapprovazione del bilancio dellesercizio successivo.

Il procedimento di impugnazione quello previsto dallart. 2378 c.c. in tema di S.p.A.


Lannullamento della deliberazione non pu aver luogo se la deliberazione impugnata comunque
sostituita con altra presa in conformit della legge e dellatto costitutivo, salvi i diritti acquisiti dai terzi
sulla base della deliberazione sostituita. Lannullamento della deliberazione ha effetto rispetto a tutti i
soci ed obbliga gli amministratori a prendere i conseguenti provvedimenti sotto la propria responsabilit.
In ogni caso sono salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione
della deliberazione annullata.

132

10 Gli organi di amministrazione e controllo

10.1 Gli amministratori


Per quanto riguarda lorgano amministrativo, la riforma del diritto societario ha attribuito massima autonomia allo statuto, prevedendo unampia libert di scelta in ordine alla configurazione del rapporto di
amministrazione, allindividuazione delle persone cui affidare lamministrazione ed alla determinazione
del metodo secondo il quale esse sono chiamate ad operare.
CC Lamministrazione e la rappresentanza della societ sono affidate a uno o
pi soci nominati dallassemblea dei soci (artt. 2475 e 2475bis c.c.).
CC Entro 30 giorni dalla nomina, gli amministratori devono chiederne liscrizione
nel Registro delle imprese, indicando i dati personali ed i poteri di rappresentanza congiunta o disgiunta.

Principi regolatori

CC Quando lamministrazione affidata a pi persone, queste costituiscono il


consiglio di amministrazione: latto costitutivo pu prevedere che lamministrazione sia ad esse affidata disgiuntamente oppure congiuntamente
(sono in ogni caso di competenza del consiglio la redazione del progetto
di bilancio e dei progetti di fusione o scissione, nonch le decisioni di aumento del capitale) e pu altres prevedere che le decisioni siano adottate
mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per
iscritto (art. 2475 c.c.).
CC I contratti conclusi dagli amministratori che hanno la rappresentanza della
societ in conflitto di interessi, per conto proprio o di terzi, con la medesima possono essere annullati su domanda della societ, se il conflitto era
conosciuto o riconoscibile dal terzo (art. 2475ter, co. 1, c.c.).
CC Le decisioni prese dal consiglio di amministrazione con il voto determinante di
un amministratore in conflitto di interessi con la societ, qualora le cagionino
un danno patrimoniale, sono impugnabili entro 90 giorni dagli amministratori
e, ove esistenti, dai soggetti previsti dallart. 2477 c.c., salvi i diritti acquistati
in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione della decisione
(art. 2475ter, co. 2, c.c.).
CC I soci che non partecipano allamministrazione hanno diritto di avere dagli
amministratori notizie sullo svolgimento degli affari sociali e di consultare i
libri sociali ed i documenti relativi allamministrazione (art. 2476 c.c.).
CC Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la societ dei danni
derivanti dallinosservanza dei doveri imposti ad essi dalla legge e dallatto
costitutivo per lamministrazione della societ.
CC La responsabilit non si estende ai singoli amministratori che dimostrino
di essere esenti da colpa o abbiano fatto constare del proprio dissenso.

Responsabilit
(art. 2476 c.c.)

CC Lapprovazione del bilancio non libera gli amministratori e i sindaci dalla


responsabilit nella gestione sociale.
CC Sono responsabili solidalmente con gli amministratori i soci che hanno deciso
o autorizzato il compimento di atti dannosi per la societ, i soci o i terzi.
CC Lazione di responsabilit contro gli amministratori promossa da ciascun socio, il quale, in caso di gravi irregolarit nella gestione della societ, pu chiedere un provvedimento cautelare di revoca degli amministratori medesimi.
CC l singolo socio e il terzo direttamente danneggiati da atti dolosi o colposi degli
amministratori hanno autonomo diritto al risarcimento dei danni.

133

10.2 Gli organi di controllo


Latto costitutivo pu prevedere la nomina di un collegio sindacale o di un revisore, determinandone
competenze e poteri (art. 2477 c.c., modif. dal D.Lgs. 39/2010).
CC Se il capitale sociale non inferiore a quello minimo stabilito per
le societ per azioni (120.000 euro).

Il collegio sindacale
obbligatorio

CC Se per due esercizi consecutivi siano stati superati due dei limiti
indicati dal primo comma dellart. 2435bis c.c. in tema di bilancio
abbreviato, limiti da ultimo innalzati dal D.Lgs. 173/2008 (lobbligo
cessa se, per due esercizi consecutivi, due dei predetti limiti non
vengono superati).
CC Se la societ sia tenuta alla redazione del bilancio consolidato
(ipotesi introdotta dal D.Lgs. 39/2010).
CC Se la societ controlla altre societ sottoposte obbligatoriamente
alla revisione legale dei conti (ipotesi introdotta dal D.Lgs. 39/2010).

Come nella normativa precedente, la revisione legale affidata normalmente al collegio sindacale.
Tuttavia, latto costitutivo pu prevedere che essa sia affidata ad un soggetto esterno (persona fisica o
societ di revisione) purch iscritto al registro, e in tal caso il collegio sindacale rimane titolare del cd.
controllo amministrativo. Lassemblea che approva il bilancio in cui vengono superati i limiti suindicati
deve provvedere, entro 30 giorni, alla nomina del collegio sindacale. Se lassemblea non vi provvede,
la nomina dovr essere effettuata dal Tribunale, su richiesta di qualsiasi soggetto interessato.
In sintesi
La societ a responsabilit limitata una societ di capitali preordinata al fine di fornire, alle
imprese sociali di ridotte dimensioni, uno schema societario che permetta di fruire del beneficio
della responsabilit limitata.
La disciplina giuridica la seguente:
norme proprie dello specifico tipo di societ;
norme dettate per la S.p.A. e riprodotte estesamente per la S.r.l.;
richiami a singole norme dettate per la S.p.A.
Nella S.r.l. la quota la misura della partecipazione di un soggetto alla societ.
Caratteri sono la trasferibilit e la divisibilit.
I soci della S.r.l. hanno i seguenti diritti di partecipazione allamministrazione della societ:
diritto di intervento allassemblea;
diritto di voto.
Invece, appartengono alla categoria dei diritti di partecipazione patrimoniale:
il diritto agli utili e il diritto alla quota di liquidazione, entrambi in proporzione al conferimento,
salvo diversa disposizione;
il diritto di opzione sulle nuove quote per le ipotesi di aumento del capitale sociale.
Quanto agli obblighi dei soci, esistono differenze con la S.p.A. solo per quanto riguarda il mancato
versamento dei conferimenti da parte del socio. Infatti: gli amministratori possono diffidare il socio
moroso ad eseguire il pagamento in 30 giorni; se non paga, gli amministratori possono vendere,
per suo conto ed a suo rischio, la quota con trattativa privata e diritto di prelazione dei consoci; se
il tentativo fallisce, la quota venduta allincanto; se le vendite sono infruttuose, gli amministratori
possono escludere il socio, trattenere le somme riscosse e ridurre il capitale sociale.
Sono organi sociali di una S.r.l. lassemblea, gli amministratori e lorgano di controllo.

134

23

Capitolo

le societ Cooperative
e le mutue assicuratrici

1 Caratteri generali

Nozione: sono quelle societ (societ cooperative e societ di mutua assicurazione) che agiscono per
il perseguimento di uno scopo mutualistico, caratterizzate da un particolare tipo di organizzazione e
che, per la loro funzione sociale, godono di agevolazioni di varia natura e sono assoggettate a specifici
controlli. Lo scopo mutualistico lintento di fornire beni, servizi od occasioni di lavoro direttamente
ai membri dellorganizzazione a condizioni pi vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato.
Osservazioni
Quanto alla natura giuridica delle societ cooperative e delle mutue assicuratrici, secondo parte
della dottrina (Ascarelli) trattasi di associazioni in senso stretto.
Secondo altri autori (Messineo, Ferri) trattasi di vere e proprie societ.

2 Societ cooperative

2.1 Caratteri generali


Nozione: le cooperative sono societ a capitale variabile con scopo mutualistico iscritte presso
lalbo delle societ cooperative (art. 2511 c.c., modif. dalla L. 99/2009).
Per capitale variabile si intende che il capitale sociale non determinato in un ammontare stabilito
e lingresso di nuovi soci non comporta modificazioni dellatto costitutivo (cd. principio della porta
aperta art. 2524 c.c.).
CC Alle societ cooperative si applicano, oltre alla disciplina specifica e alle
leggi speciali, le norme dettate in tema di S.p.A. in quanto compatibili.
Disciplina

CC Nelle cooperative con un numero di soci cooperatori inferiore a 20 ovvero


con un attivo dello stato patrimoniale non superiore ad 1 milione di euro latto
costitutivo pu prevedere che trovino applicazione, in quanto compatibili,
le norme sulla S.r.l.
CC Anche alle cooperative regolate dalle leggi speciali si applica, in quanto
compatibile, la disciplina dettata dal codice.
CC Le societ cooperative possono normalmente offrire le proprie prestazioni
anche ai terzi non soci (cd. mutualit spuria).

Caratteri

CC Il capitale pu continuamente modificarsi in relazione al variare del numero


dei soci; laumento o la diminuzione non comportano modifiche dellatto
costitutivo. tuttavia possibile anche un aumento del capitale a pagamento
analogo a quello delle societ di capitali, per specifiche necessit di impresa
da coordinarsi con i principi generali della mutualit (art. 2524, co. 3, c.c.).
CC Ogni socio ha un voto, quale che sia lentit del capitale investito.
CC Per le obbligazioni sociali risponde soltanto la societ con il suo patrimonio.

135

2.2 Costituzione della cooperativa


La Riforma del diritto societario ha individuato, nellambito della categoria delle societ cooperative,
che rimane pur sempre un genus unitario per il quale prevista una disciplina generale, la species
delle cooperative a mutualit prevalente.
Sono cooperative a mutualit prevalente quelle che:
svolgono la loro attivit prevalentemente in favore dei soci, consumatori o utenti di beni o servizi;
si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attivit, delle prestazioni lavorative dei
soci;
si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attivit, degli apporti di beni o servizi
da parte dei soci (art. 2512 c.c.).
Lart. 2513 c.c. definisce il criterio della prevalenza, prevedendo un raffronto numerico tra vari indici
di riferimento: sostanzialmente tale requisito rispettato quando lattivit mutualistica con i soci sia
superiore alla met dellintera attivit svolta dalla societ.
La L. 99/2009 ha introdotto lobbligo per la societ cooperative, ai fini della dimostrazione dei requisiti
di cui allart. 2513, di comunicare ogni anno le notizie di bilancio allamministrazione presso la quale
tenuto lalbo delle societ cooperative. Lomessa comunicazione comporta lapplicazione della sanzione
amministrativa della sospensione semestrale di ogni attivit dellente, intesa come divieto di assumere
nuove eventuali obbligazioni.
CC Il cognome e il nome o la denominazione, il luogo e la data di nascita
o di costituzione, il domicilio o la sede, la cittadinanza dei soci.
CC La denominazione sociale.
CC Il comune ove posta la sede della societ e le eventuali sedi
secondarie.
CC La indicazione specifica delloggetto sociale con riferimento ai
requisiti e agli interessi dei soci.
CC La quota di capitale sottoscritta da ciascun socio, i versamenti
eseguiti e, se il capitale ripartito in azioni, il loro valore nominale.
CC Il valore attribuito ai crediti e ai beni conferiti in natura.
Latto costitutivo deve
indicare (art. 2521 c.c.)

CC I requisiti e le condizioni per lammissione dei soci e il modo e il


tempo in cui devono essere eseguiti i conferimenti.
CC Le condizioni per leventuale recesso o per la esclusione dei soci.
CC Le regole per la ripartizione degli utili e i criteri per la ripartizione
dei ristorni.
CC Le forme di convocazione dellassemblea, in quanto si deroga alle
disposizioni di legge.
CC Il sistema di amministrazione adottato, il numero degli amministratori e i loro poteri, indicando quali tra essi hanno la rappresentanza
della societ.
CC Il numero dei componenti del collegio sindacale.
CC La nomina dei primi amministratori e sindaci.
CC Limporto globale, almeno approssimativo, delle spese per la
costituzione poste a carico delle societ.

136

CC Deve essere stipulato nella forma dellatto pubblico (art. 2521 c.c.).
CC Deve prevedere un numero minimo di 9 soci (per alcune categorie
particolari di cooperative sono previsti numeri diversi - art. 2522
c.c.).
Latto costitutivo

CC Deve essere depositato entro 20 giorni presso lufficio del Registro


delle imprese nella cui circoscrizione stabilita la sede sociale, a
norma dellart. 2330 c.c.
CC Si applicano gli artt. 2331 e 2332 c.c. dettati per le S.p.A. in tema
di effetti delliscrizione.

Osservazioni
La L. 99/2009 (cd. Legge sviluppo) ha aggiunto un terzo requisito oltre al capitale variabile e allo
scopo mutualistico: quello delliscrizione allalbo delle societ cooperative, che assume valore
costitutivo della qualifica di cooperativa, in aggiunta alliscrizione nel registro delle imprese. Viene
specificato, inoltre, che sar sufficiente presentare la comunicazione unica allufficio del registro delle
imprese presso la camera di commercio (introdotta dalla L. 40/2007) per determinare lautomatica
iscrizione allalbo delle societ cooperative.

2.3 La partecipazione sociale


2.3.1 Caratteri
La misura della partecipazione dei soci rappresentata da quote o da azioni nominative. Il valore
nominale di ciascuna azione o quota non pu essere inferiore a 25 euro n, per le sole azioni, superiore a 500 euro.
Ove la legge non preveda diversamente, nelle societ cooperative nessun socio pu avere una quota
superiore a 100.000 euro, n tante azioni il cui valore nominale superi tale somma.
Latto costitutivo pu prevedere lemissione di strumenti finanziari, secondo la disciplina prevista
per le societ per azioni.

2.3.2 Acquisto, trasferimento e perdita della qualit di socio


CC Lammissione di un nuovo socio fatta con deliberazione
degli amministratori, su domanda dellinteressato secondo la
procedura disciplinata dallart. 2528 c.c.
Acquisto e trasferimento
della qualit di socio

CC Le quote e le azioni non possono essere cedute con effetto verso


la societ, se la cessione non autorizzata dagli amministratori
(art. 2530, co. 1, c.c.).
CC Latto costitutivo pu vietare la cessione delle quote e delle azioni,
con effetto verso la societ, salvo in questo caso il diritto del socio
di recedere dalla societ (art. 2530, u.c., c.c.).
CC Trasferimento della quota o delle azioni.

Perdita della qualit


di socio

CC Esclusione: per mancato pagamento delle quote o azioni (art.


2531) o nelle ipotesi di cui allart. 2533 c.c.
CC Recesso: nei casi previsti dalla legge o dallo statuto.
CC Morte del socio: gli eredi hanno diritto alla liquidazione della quota
ma lo statuto pu prevedere la continuazione con quelli aventi i
requisiti previsti per i soci (art. 2534 c.c.).

137

Il socio uscente risponde verso la societ per il pagamento dei conferimenti non versati, per un anno
dal giorno in cui il recesso, lesclusione o la cessione della quota si verificata.
Se entro un anno dallo scioglimento del rapporto associativo si manifesta linsolvenza della societ, il
socio uscente o gli eredi del socio defunto sono obbligati verso questa nei limiti di quanto ricevuto per
la liquidazione della quota o per il rimborso delle azioni.

2.4 Gli organi sociali


Salvo poche norme peculiari, applicabile la disciplina delle societ per azioni.

Hanno

CC Diritto di intervento e diritto


di voto

diritto di voto coloro che risultano


iscritti da almeno 90 giorni nel libro dei soci;
ogni socio ha un voto, qualunque sia il valore
della quota o il numero di azioni possedute;
il voto pu essere dato per corrispondenza o
con altre forme di comunicazione a distanza.

Latto costitutivo determina i limiti al diritto


di voto di coloro che hanno sottoscritto gli
strumenti finanziari.

Latto costitutivo determina le maggioranze


CC Maggioranze

Assemblea

richieste per la valida costituzione delle assemblee e per la validit delle deliberazioni
(art. 2538 c.c.).

Nelle

cooperative disciplinate dalle norme


sulla societ per azioni ciascun socio pu
rappresentare sino ad un massimo di 10 soci
(art. 2539, co. 1, c.c.).

CC Rappresentanza

Il

socio imprenditore individuale pu farsi


rappresentare nellassemblea anche dal
coniuge, dai parenti entro il terzo grado e
dagli affini entro il secondo che collaborano
allimpresa (art. 2539, co. 2, c.c.).

In
CC Assemblee separate

casi particolari possono convocarsi assemblee parziali aventi un potere deliberativo


generalizzato e lobbligo di provvedere alla
nomina dei delegati che partecipano allassemblea generale (art. 2540 c.c.).

CC Sono applicabili tutti e tre i sistemi, tradizionale, monistico e dualistico,


previsti in tema di S.p.A.
Organo amministrativo

CC La nomina spetta allassemblea fatta eccezione per i primi amministratori,


che sono nominati nellatto costitutivo.
CC La maggioranza degli amministratori scelta tra i soci cooperatori ovvero
tra le persone indicate dai soci cooperatori persone giuridiche.

138

CC La nomina del collegio sindacale obbligatoria nei casi previsti dallart.


2477, co. 2 e 3, c.c., come modif. dal D.Lgs. 39/2010 e quando la societ
emette strumenti finanziari non partecipativi.
Organo di controllo

CC Il diritto di voto nellelezione dellorgano di controllo pu essere attribuito


dallatto costitutivo in proporzione alle quote o alle azioni possedute o
in ragione della partecipazione allo scambio mutualistico.
CC La nomina di 1/3 dei membri del collegio sindacale riservata ai possessori di strumenti finanziari, anche non partecipativi.

Differenze
I soci sovventori sono una categoria speciale di soci (istituita per le cooperative, con la L.
59/1992), ai quali gli statuti possono riconoscere condizioni di favore nella ripartizione degli utili.
La loro partecipazione nasce dallesigenza di aumentare il capitale di rischio. Svolgono una attivit di controllo sulloperato degli altri soci. Infine, possono essere nominati amministratori, ma la
maggioranza degli amministratori deve essere costituita da soci cooperatori.
La L. 142/2001 ha attuato una revisione della legislazione in materia cooperativistica, con particolare
riferimento alle cd. cooperative di lavoro, nelle quali il rapporto mutualistico abbia ad oggetto la
prestazione di attivit lavorative da parte del socio.
I soci lavoratori concorrono alla gestione dellimpresa partecipando alla formazione degli organi
sociali e alla definizione della struttura di direzione e conduzione dellimpresa; partecipano alla
elaborazione di programmi di sviluppo e alle decisioni concernenti le scelte strategiche, nonch
alla realizzazione dei processi produttivi dellazienda. Inoltre, contribuiscono alla formazione del
capitale sociale e partecipano al rischio dimpresa, ai risultati economici ed alle decisioni sulla loro
destinazione. Infine, mettono a disposizione le proprie capacit professionali anche in relazione
al tipo e allo stato dellattivit svolta, nonch alla quantit delle prestazioni di lavoro disponibili per
la cooperativa stessa.
Il socio lavoratore di cooperativa stabilisce con la propria adesione o successivamente allinstaurazione del rapporto associativo un ulteriore e distinto rapporto di lavoro, in forma subordinata
o autonoma o in qualsiasi altra forma, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata non
occasionale, con cui contribuisce comunque al raggiungimento degli scopi sociali.

2.5 Vigilanza e controlli


Le societ cooperative, per linteresse pubblico ad esse collegato, sono soggette a rigorosi controlli.
Soggetti esercenti
la vigilanza

CC Ministero dello Sviluppo economico.


CC Autorit di vigilanza.
CC Ispezioni ordinarie (almeno una ogni 2 anni).

Modalit

CC Ispezioni straordinarie (ogni volta che se ne ravvisi lopportunit


da parte degli organi di controllo).
CC Obbligo di certificazione del bilancio annuale.
CC Se viene accertato lirregolare funzionamento della societ cooperativa, lorgano di vigilanza pu revocare amministratori e sindaci
ed affidare la gestione ad un Commissario Governativo.

Sanzioni

CC Lautorit di vigilanza pu decretare lo scioglimento dellente se


questo non sia in grado di conseguire lo scopo sociale ovvero, per
2 anni consecutivi, non abbia depositato il bilancio n compiuto
atti di gestione.

139

La L. 99/2009 intervenuta a ribadire le ragioni di interesse pubblico che stanno alla base dellespletamento dei compiti di vigilanza cooperativa e ha previsto la riserva in via esclusiva in favore del Ministro
dello sviluppo economico dei poteri di accertamento dei requisiti mutualistici, sopprimendo il riferimento
agli interventi ispettivi di altre amministrazioni pubbliche.

3 Societ di mutua assicurazione

3.1 Generalit
Nozione: una societ esercente attivit assicurativa nella quale il socio ha diritto alla prestazione
dellassicurazione per il solo fatto di aver aderito alla societ.
Vi un nesso inscindibile fra la qualit di socio e di assicurato.
CC Scopo mutualistico.
CC La qualit di socio si acquista assicurandosi presso la societ, e si perde
con lestinguersi dellassicurazione (art. 2546 c.c.).

Caratteri

CC Responsabilit limitata.

Tipi

CC Mutue assicuratrici a quota


fissa

Il patrimonio costituito da quote in-

CC Mutue assicuratrici a ripartizione

I soci si obbligano a pagare pro quota le

dividuali dei soci.

indennit dovute, di volta in volta, senza


costituire un patrimonio sociale.

3.2 Soci sovventori


Pu essere prevista nellatto costitutivo la presenza di soci non legati alla societ da rapporti di assicurazione, ed i cui conferimenti servano al solo fine di costituire fondi di garanzia per il pagamento
delle indennit.

3.3 Disciplina
Sono soggette alle autorizzazioni, alla vigilanza e agli altri controlli stabiliti dalle leggi speciali sullesercizio dellassicurazione e sono regolate dalle norme stabilite per le societ cooperative, in quanto
compatibili.

4 Cooperative sociali

Le cooperative sociali secondo la nozione fornita dalla L. 381/1991 hanno lo scopo di perseguire
linteresse generale della comunit alla promozione umana e allintegrazione sociale dei cittadini. Tale
scopo pu realizzarsi sia attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi, sia attraverso lo
svolgimento di attivit diverse finalizzate allinserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Differenze
Le cooperative di servizi sociali, ossia cooperative di produzione e lavoro, sono costituite da soci
lavoratori qualificati professionalmente, che offrono i loro servizi al pubblico o allente pubblico.
Le cooperative integrate sono cooperative di produzione e lavoro che hanno unelevata percentuale
di soci portatori di handicap.
Infine, le cooperative di solidariet sociale, che non perseguono uno scopo occupazionale, sono
finalizzate invece ad offrire un servizio di tipo socio-sanitario non soltanto ai soci.

140

5 Limpresa sociale

Il D.Lgs. 24-3-2006, n. 155 disciplina le cd. imprese sociali che sono organizzazioni private senza
scopo di lucro che esercitano in via stabile e principale unattivit economica di produzione o di scambio
di beni o di servizi di utilit sociale, diretta a realizzare finalit di interesse generale.
CC Assistenza sanitaria e sociale.
CC Educazione.
CC Formazione e istruzione.
CC Tutela dellambiente.
Settori di attivit

CC Valorizzazione del patrimonio culturale.


CC Formazione universitaria e post-universitaria.
CC Erogazione di servizi culturali.
CC Formazione extra-scolastica.
CC Servizi strumentali alle imprese sociali.

CC Lassenza dello scopo di lucro ed il perseguimento di finalit di


interesse generale sono i tratti caratterizzanti dellimpresa sociale,
essendo ad essa preclusa la distribuzione di utili o di avanzi di
gestione, i quali devono essere destinati allo svolgimento dellattivit statutaria o ad incremento del patrimonio.
CC Devono essere costituite mediante atto pubblico in cui andr
esplicitato il carattere sociale dellimpresa, attraverso la espressa
indicazione delloggetto sociale e dellassenza dello scopo di lucro.
Latto costitutivo deve poi essere depositato, entro 30 giorni, a
cura del notaio o degli amministratori, presso lUfficio del Registro
delle imprese nella cui circoscrizione stabilita la sede legale
dellimpresa, per liscrizione in apposita sezione.
Caratteri

CC La maggioranza dei componenti delle cariche sociali non pu


essere riservata a soggetti esterni alla organizzazione dellimpresa
sociale; per quelle organizzazioni di dimensioni maggiormente
rilevanti, che superino cio due dei limiti indicati dallart. 2435bis
ridotti della met, poi prevista la nomina di uno o pi sindaci, che
vigilano sullosservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei
principi di corretta amministrazione, sulladeguatezza dellassetto
organizzativo, amministrativo e contabile.
CC Delle obbligazioni contratte rispondono esclusivamente con il
proprio patrimonio quelle organizzazioni in cui questo superi i 20
mila euro; qualora poi detto patrimonio diminuisca di oltre un terzo,
delle obbligazioni risponderanno personalmente e solidalmente
anche coloro che hanno agito in nome e per conto dellimpresa.
CC Per il caso di insolvenza, le organizzazioni che esercitano unimpresa sociale sono assoggettate alla procedura di liquidazione
coatta amministrativa.

Il 24 gennaio 2008 sono stati firmati dal Ministro dello sviluppo economico e della solidariet sociale
quattro decreti che concludono liter normativo per lattuazione del D.Lgs. 155/2006 disciplinando,
tra laltro, gli adempimenti pubblicitari del Registro delle imprese cui sono tenute le imprese sociali.
I quattro decreti riguardano, rispettivamente: la qualificazione dei ricavi per rientrare nellambito dellim-

141

presa sociale; le linee-guida per le modalit relative a operazioni di trasformazione, fusione, scissione
e cessione dellimpresa; le linee-guida per redigere il bilancio sociale (che, in base alla legge delega,
per questa nuova forma giuridica diventa obbligatorio) e lelenco degli atti e documenti da depositare
al Registro delle imprese.
In sintesi
Le societ cooperative si possono dividere in due tipologie:
in relazione alloggetto: cooperative di produzione e lavoro, cooperative di consumo, cooperative
agricole, cooperative edilizie, cooperative di credito;
in relazione alla mutualit: a mutualit prevalente (usufruiscono delle agevolazioni fiscali previste
dalla legge), non a mutualit prevalente (non usufruiscono delle agevolazioni fiscali).
Le societ cooperative si costituiscono per atto pubblico. A seguito dellintervento della L. 99/2009,
tutte le cooperative devono iscriversi presso lalbo delle societ cooperative, iscrizione che ha assunto valore costitutivo della qualifica di societ cooperativa. Quanto al regime di responsabilit,
risponde soltanto la societ con il suo patrimonio.
Per ci che riguarda le partecipazioni sociali la disciplina prevede che il valore nominale di ciascuna
quota o azione non deve essere inferiore a 25 euro e, per le sole azioni, non superiore a 500 euro.
Gli organi sociali sono:
lassemblea;
lorgano amministrativo;
lorgano di controllo.
La mutua assicurazione una societ che ha per oggetto lesercizio di una attivit assicurativa a
beneficio dei soci. Vi un nesso inscindibile fra la qualit di socio e di assicurato.
I suoi caratteri sono:
lo scopo mutualistico;
la qualit di socio si acquista assicurandosi presso la societ e si perde con lestinguersi
dellassicurazione;
la responsabilit limitata.
Possono essere previsti dallatto costitutivo i soci sovventori, i quali non sono legati alla societ
da rapporti di assicurazione ed i cui conferimenti servono per costituire fondi di garanzia per il
pagamento delle indennit.
Esistono due tipologie di mutue assicuratrici:
quelle a quota fissa, il cui patrimonio costituito da quote individuali dei soci;
quelle a ripartizione, i cui soci si obbligano a pagare pro quota le indennit dovute, di volta in
volta, senza costituire un patrimonio sociale.

142

24

Capitolo

Lestinzione della societ

1 Caratteri generali

Lestinzione dellimpresa societaria si ha con il perfezionarsi di una fattispecie a formazione successiva:


verificarsi di una causa di scioglimento;
procedimento di liquidazione;
cancellazione dal Registro delle imprese (solo per le societ soggette a registrazione).

2 Cause di scioglimento
CC Il decorso del termine.
CC Il conseguimento delloggetto sociale o la sopravvenuta impossibilit
di conseguirlo.
CC La volont dei soci.
CC Le altre cause di scioglimento previste dal contratto sociale.

Sopravvenuta mancanza di pluralit


di soci, se nel termine di 6 mesi
questa non reintegrata.
CC Per le societ di persone

Cause di scioglimento comuni a tutte le


societ

Sopravvenuta

mancanza di tutti i
soci accomandanti o di tutti i soci
accomandatari, se nel termine di 6
mesi non ricostituita la categoria
dei soci venuti a mancare.

Provvedimento
CC Per le societ commerciali

dellautorit governativa, nei casi stabiliti dalla legge


(provvedimento di liquidazione coatta
amministrativa).

Dichiarazione di fallimento.
Impossibilit

di funzionamento o
continuata inattivit dellassemblea.

Dichiarazione di nullit della societ.


Riduzione del capitale al di sotto del
CC Per tutte le societ di capitali

minimo legale (salvo il disposto degli


artt. 2447 e 2482ter c.c.).

Impossibilit di liquidare la quota del


socio receduto.

Le altre cause previste dalla legge.

143

CC Per la societ in accomandita


per azioni

Cessazione dallufficio di tutti i soci


amministratori.

Alterazione
CC Per le societ per azioni quotate
Cause di scioglimento comuni a tutte le
societ

del rapporto tra azioni


ordinarie e azioni senza voto o con
voto limitato, a causa della riduzione
del capitale per perdite.

Perdita dellintero capitale sociale.


Atto dellautorit governativa conseCC Per le societ cooperative

guente ad un giudizio sfavorevole


sul raggiungimento degli scopi della
societ.

Riduzione del numero dei soci al di


sotto di quello stabilito dalla legge
se non viene integrato nel termine
massimo di un anno.

3 Accertamento e pubblicit delle cause di scioglimento


CC Gli amministratori devono provvedere ad iscrivere presso lUfficio
del Registro delle imprese la dichiarazione di accertamento della
causa stessa o della deliberazione assembleare di scioglimento.
CC Gli effetti dello scioglimento decorrono dalla data delliscrizione.

Verificatasi una causa


di scioglimento

CC In caso di ritardo od omissione, gli amministratori sono personalmente e solidalmente responsabili per i danni subiti dalla societ,
dai soci, dai creditori sociali e dai terzi.
CC In caso di ritardo od omissione degli amministratori, il Tribunale, su
istanza di singoli soci o amministratori ovvero dei sindaci, accerta il
verificarsi della causa di scioglimento, con decreto che deve essere
iscritto presso lUfficio del Registro delle imprese.
CC Alla denominazione sociale deve essere aggiunta lindicazione che
si tratta di societ in liquidazione.
CC Allo stesso regime pubblicitario sono soggetti il provvedimento di
scioglimento dellautorit governativa e la sentenza di fallimento.

4 Il procedimento di liquidazione

Con il verificarsi di una causa di scioglimento la societ entra nella fase di liquidazione; la societ
continua ad esistere, ma con la nuova finalit di rendere disponibile il patrimonio sociale e consentire
il pagamento dei debiti e la divisione fra i soci del residuo attivo.

4.1 Nelle societ di persone


Avvenuto lo scioglimento della societ, i soci amministratori conservano il potere di amministrare
limitatamente agli affari urgenti (art. 2274 c.c.); convocano lassemblea per la nomina dei liquidatori,
quando questi non sono gi nominati nel contratto sociale.

144

4.2 Nelle societ di capitali


Fino al momento della consegna dei libri sociali e del rendiconto della gestione ai liquidatori, gli
amministratori conservano il potere di gestire la societ, ai soli fini della conservazione dellintegrit
e del valore del patrimonio sociale e sono personalmente e solidalmente responsabili dei danni
arrecati alla societ, ai soci, ai creditori sociali ed ai terzi, per atti od omissioni compiuti in violazione
di tale destinazione.
Essi, eccezion fatta per il caso di scioglimento deliberato dallassemblea e salvo che latto costitutivo o
lo statuto non dispongano diversamente, contestualmente allaccertamento della causa di scioglimento,
debbono convocare lassemblea dei soci per le deliberazioni in tema di liquidazione.

5 I liquidatori

5.1 Nomina e revoca

Nelle societ di persone

Nelle societ di capitali

CC Nomina: avviene con il consenso di tutti i soci e, in caso di disaccordo, con decreto del Presidente del Tribunale.
CC Revoca: avviene per volont unanime dei soci, e in ogni caso, quando sussiste una giusta causa, con provvedimento del Tribunale.
CC Nomina: spetta allassemblea (con le maggioranze previste per
lassemblea straordinaria o comunque per le modificazioni del
contratto sociale) o, in mancanza, al Tribunale.
CC Revoca: i liquidatori possono essere revocati dallassemblea o,
quando sussiste una giusta causa, dal Tribunale, su istanza dei
soci, dei sindaci o del Pubblico Ministero.

5.2 Poteri e obblighi


I liquidatori devono provvedere ad iscrivere la loro nomina e la determinazione dei loro poteri,
nonch le eventuali modificazioni, nel Registro delle imprese.
Devono prendere in consegna dagli amministratori i libri sociali, una situazione dei conti alla data
di effetto dello scioglimento ed un rendiconto sulla loro gestione relativo al periodo successivo
allultimo bilancio approvato, redigendo apposito verbale.
Devono redigere il bilancio annuale e presentarlo per lapprovazione dellassemblea, illustrando
nella relazione landamento e le prospettive, anche temporali, della liquidazione, i principi e i criteri
adottati per realizzarla; in caso di continuazione, anche parziale, dellattivit di impresa, le relative
poste di bilancio devono avere una indicazione separata.
Possono chiedere ai soci lintegrazione dei conferimenti ancora ineseguiti.
Devono adempiere i loro doveri con la professionalit e diligenza richieste dalla natura dellincarico
e la loro responsabilit per i danni derivanti dallinosservanza di tali doveri disciplinata dalle norme
in tema di responsabilit degli amministratori.
Pagati tutti creditori, possono procedere alla ripartizione dellattivo residuo

CC Nella societ semplice lattivo residuo distribuito ai soci come


rimborso dei conferimenti e leventuale eccedenza ripartita fra di
loro in misura della loro partecipazione ai guadagni.

145

Pagati tutti creditori, possono procedere alla ripartizione dellattivo residuo

CC Nelle societ commerciali i liquidatori devono procedere alla redazione di un bilancio finale di liquidazione, indicando la parte spettante
a ciascun socio o azione nella divisione dellattivo. Il bilancio, sottoscritto dai liquidatori e accompagnato dalla relazione dei sindaci e del
soggetto incaricato della revisione legale dei conti, viene depositato
presso lUfficio del Registro delle imprese.Decorso il termine di 90 gg.
senza che siano stati proposti reclami, il bilancio sintende approvato
e i liquidatori, salvi i loro obblighi relativi alla distribuzione dellattivo
risultante dal bilancio stesso, sono liberati di fronte ai soci.

6 Il momento estintivo

Completato il procedimento liquidativo sussiste un ulteriore obbligo a carico dei liquidatori, cio quello di
chiedere la cancellazione della societ dal Registro delle imprese. Con la cancellazione, la societ si estingue.
Dopo la cancellazione, i creditori sociali rimasti eventualmente insoddisfatti potranno sempre agire
(art. 2495 c.c.):
contro i soci: fino alla concorrenza delle somme da questi riscosse in base al bilancio finale di
liquidazione;
contro i liquidatori: qualora il mancato pagamento sia dipeso da loro colpa.

7 La revoca della liquidazione (art. 2487ter c.c.)

La societ pu in ogni momento revocare lo stato di liquidazione con deliberazione dellassemblea


presa con le maggioranze richieste per le modificazioni dellatto costitutivo o dello statuto e previa
eliminazione della causa di scioglimento.
La deliberazione soggetta al regime pubblicitario previsto per le deliberazioni contenenti modifiche
dellatto costitutivo o dello statuto.
La revoca ha effetto solo dopo 60 giorni dalliscrizione nel Registro delle imprese della relativa
deliberazione, se non vi sono opposizioni, salvo che consti il consenso dei creditori della societ
o il pagamento dei creditori che non hanno dato il consenso.
In sintesi
Il prodursi di una causa di scioglimento non determina automaticamente lestinzione della societ.
Ci che si verifica un sostanziale cambiamento dello scopo sociale, in quanto, alla finalit di svolgere unattivit economica, si sostituisce quella di ripartire tra i soci i guadagni realizzati, insieme
al rimborso dei conferimenti effettuati.
Ai sensi dellart. 2484 c.c., le societ di capitali si sciolgono per:





decorso del termine;


conseguimento delloggetto sociale o per sopravvenuta impossibilit di conseguirlo;
impossibilit di funzionamento o per la continuata inattivit dellassemblea;
riduzione del capitale al disotto del minimo legale, salvo quanto disposto dallart. 2447 c.c.;
deliberazione dellassemblea;
altre cause previste dallatto costitutivo.

Le societ si sciolgono, inoltre, per le altre cause previste dalla legge.


Al verificarsi di una causa di scioglimento la societ entra nel cd. stato di liquidazione: gli amministratori hanno anzitutto lobbligo di prendere i provvedimenti necessari per la liquidazione: nelle
societ di persone essi convocano lassemblea per la nomina dei liquidatori se non sono gi stati
nominati nel contratto sociale; nelle altre societ essi devono convocare lassemblea per la nomina
dei liquidatori e per le altre deliberazioni necessarie alla liquidazione.
Il procedimento di liquidazione si articola in due fasi: estinzione dei debiti e ripartizione dellattivo.

146

25

Capitolo

Trasformazione, fusione
e scissione della societ

1 La trasformazione

Nozione: si ha trasformazione di un ente o di una societ qualora lo stesso assuma un tipo di organizzazione sociale diverso da quello originario.
La trasformazione pu avere luogo anche in pendenza di procedura concorsuale, purch non vi siano
incompatibilit con le finalit o lo stato della stessa (art. 2499 c.c.).
CC Latto di trasformazione in S.p.A., S.a.p.A. o S.r.l. deve essere
redatto per atto pubblico e contenere le indicazioni previste dalla
legge per latto di costituzione del tipo societario adottato.
CC Latto di trasformazione soggetto alla disciplina e alla pubblicit
del modello sociale adottato nonch alla pubblicit prevista per
lipotesi di cessazione dellente che adotta la trasformazione.
Effetti e pubblicit

CC La trasformazione ha effetto dallultimo degli adempimenti pubblicitari richiesti (art. 2500, u.c., c.c.). Da quel momento non pu
essere dichiarata linvalidit della trasformazione, salvo il diritto al
risarcimento del danno eventualmente spettante ai partecipanti
allente trasformato o ai terzi (art. 2500bis c.c.).
CC La societ risultante dalla trasformazione conserva i diritti e gli
obblighi anteriori alla trasformazione stessa e prosegue in tutti i
rapporti, anche processuali (art. 2498 c.c.).

1.1 Ipotesi e procedimento


La riforma del diritto societario ha introdotto una minuziosa disciplina delle varie ipotesi di trasformazione
del tipo sociale, risolvendo molte delle controversie sorte in dottrina e in giurisprudenza.
Si parla di trasformazione omogenea in relazione a quelle vicende modificative che vedono la trasformazione di societ commerciali di persone (s.n.c.; s.a.s.) in societ di capitali (s.p.a.; s.a.p.a.; s.r.l.) o,
viceversa, la trasformazione di una societ di capitali in una societ di persone.
Ancora, si qualifica come trasformazione omogenea quella da un tipo di societ di persone ad un altro
appartenente alla stessa categoria, o da un tipo di societ di capitali allaltro.
Trasformazione di societ di persone in societ di capitali (artt. 2500bis - 2500quinquies c.c.):
decisa con il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a
ciascuno negli utili, salvo diversa disposizione del contratto sociale.
Al socio che non ha concorso alla decisione spetta il diritto di recesso.
Il capitale della societ risultante dalla trasformazione deve essere determinato sulla base dei valori
attuali dellattivo e del passivo e deve risultare da relazione di stima redatta secondo la disciplina
dettata per quel modello societario in materia di conferimento di beni in natura e crediti.
Ciascun socio ha diritto allassegnazione di un numero di azioni o di una quota proporzionale alla
sua partecipazione.
Ove vi sia un socio dopera, questi ha diritto ad un numero di azioni o ad una quota corrispondente
alla partecipazione riconosciutagli prima della trasformazione o stabilita daccordo tra i soci o dal
giudice secondo equit; le partecipazioni degli altri soci si riducono proporzionalmente.

147

La trasformazione non libera i soci a responsabilit illimitata dalla responsabilit per le obbligazioni
sociali sorte prima degli adempimenti pubblicitari della trasformazione, se non risulta che i creditori
sociali hanno dato il loro consenso alla trasformazione.
Il consenso si presume se i creditori, ai quali la deliberazione di trasformazione sia stata comunicata, non lo hanno espressamente negato entro 60 giorni dalla comunicazione.
Trasformazione di societ di capitali in societ di persone (art. 2500sexies c.c.):
La deliberazione adottata con le maggioranze previste per le modifiche dello statuto, salvo
diversa disposizione dello statuto stesso. comunque richiesto il consenso dei soci che con la
trasformazione assumono responsabilit illimitata.
Il socio che non ha concorso alla deliberazione di trasformazione ha diritto di recedere dalla societ
(artt. 2437-2473 c.c.).
Gli amministratori devono predisporre una relazione che illustri le motivazioni e gli effetti della
trasformazione e i soci hanno diritto di prenderne visione.
Ciascun socio ha diritto allassegnazione di una partecipazione proporzionale al valore della sua
quota o delle sue azioni.
I soci che con la trasformazione assumono responsabilit illimitata rispondono illimitatamente
anche per le obbligazioni sociali sorte anteriormente alla trasformazione.
Trasformazione eterogenea:
Si parla di trasformazione eterogenea quando la trasformazione comporta il mutamento dello scopo
dellente (es.: da lucrativo in mutualistico).
La trasformazione eterogenea ha effetto dopo 60 giorni dallultimo degli adempimenti pubblicitari, se
i creditori entro detto termine non abbiano proposto opposizione, salvo che consti il consenso dei
creditori stessi o il pagamento di quelli che non hanno dato il consenso.
Ipotesi di trasformazione eterogenea disciplinate dal codice civile:
CC Le S.p.A., le S.a.p.A. e le S.r.l. possono trasformarsi in consorzi, societ
consortili, societ cooperative, comunioni di azienda, associazioni non
riconosciute e fondazioni.
La trasformazione
da societ di capitali

CC La deliberazione viene adottata con il voto favorevole dei 2/3 degli aventi
diritto; occorre altres il consenso dei soci che assumono responsabilit
illimitata.
CC Si applica, in quanto compatibile, la disciplina dettata per la trasformazione di societ di capitali in societ di persone e, per la deliberazione
di trasformazione in fondazione, la disciplina dettata in tema di effetti
dellatto di fondazione o di volont del fondatore.

CC I consorzi, le societ consortili, le comunioni dazienda, le associazioni riconosciute e le fondazioni possono trasformarsi in S.p.A., S.a.p.A. o S.r.l.

La trasformazione
in societ di capitali

CC Per le associazioni la trasformazione pu essere esclusa dallatto


costitutivo o, per determinate categorie, dalla legge; non comunque
ammessa per le associazioni che abbiano ricevuto contributi pubblici
oppure liberalit e oblazioni del pubblico.
CC La deliberazione di trasformazione deve essere
assunta

148

Nei consorzi, con il voto favorevole della


maggioranza assoluta dei consorziati.

Nelle comunioni di aziende, allunanimit.

La trasformazione
in societ di capitali

CC La deliberazione di trasformazione deve essere


assunta

Nelle societ consortili e nelle associazioni, con la maggioranza richiesta dalla


legge o dallatto costitutivo per lo scioglimento anticipato.

Per

le fondazioni la trasformazione
disposta dallautorit governativa, su
proposta dellorgano competente.

2 La fusione

2.1 Nozione e limiti


Nozione: dal punto di vista economico la fusione attua la concentrazione delle imprese, mentre dal
punto di vista giuridico costituisce il fenomeno per cui ad una pluralit di societ si sostituisce un
organismo sociale nuovo.
Essa, di solito, interviene tra societ di grandi dimensioni, allo scopo di escludere la concorrenza e
dare vita ad una sola impresa a carattere monopolistico; tra societ di piccole e medie dimensioni, per
far fronte alla concorrenza delle grandi imprese.

La fusione pu attuarsi

CC Per incorporazione: una societ (incorporante) assorbe interamente laltra (incorporata), assumendone tutte le obbligazioni ed
acquistandone tutti i diritti.
CC Mediante unione (fusione in senso stretto): in tal caso una o
pi societ si estinguono e dalla loro sostanza patrimoniale sorge
un terzo ente nuovo.

2.2 Caratteri della fusione


Osservazioni
La fusione secondo Ferri si realizza attraverso un negozio corporativo, cio attraverso un
negozio che opera sullorganizzazione sociale modificandola, e le modificazioni che si verificano
nella posizione dei soci e nel patrimonio delle singole societ sono soltanto una conseguenza della
modificazione che si determina nellorganizzazione sociale.

CC Lestinzione delle societ incorporate o fuse non precede la


fusione, ma il suo effetto tipico.

Aspetti fondamentali

CC La fusione attua una successione universale della societ che


risulta da essa o della societ incorporante in tutti i rapporti giuridici
delle societ che vi partecipano.
CC Per la realizzazione della fusione necessario un atto interno delle
singole societ che vi partecipano (deliberazione dellassemblea
straordinaria) ed un atto intersoggettivo finalizzato ad unificare e
rendere comuni le volont coincidenti singolarmente manifestate
(atto di fusione).

149

2.3 Il progetto di fusione


CC redatto dagli amministratori delle societ partecipanti alla fusione.
Disciplina

CC Deve essere depositato per liscrizione nel Registro delle imprese


dei luoghi ove hanno sede le societ partecipanti.
CC Fra la data delliscrizione e la data fissata per la decisione devono
intercorrere almeno 30 giorni, salvo che i soci non vi rinuncino
allunanimit.

CC Il tipo, la denominazione o ragione sociale, la sede delle societ


partecipanti alla fusione.
CC Latto costitutivo della nuova societ risultante dalla fusione o di
quella incorporante, con le eventuali modificazioni derivanti dalla
fusione.

Contenuto
(art. 2501ter c.c.)

CC Il cd. rapporto di cambio delle azioni o quote (ossia il rapporto


in base al quale si attribuiscono le partecipazioni societarie, della
nuova societ risultante dalla fusione o di quella incorporante,
ai soci delle societ assorbite) nonch leventuale conguaglio
in danaro (comunque non superiore al 10% del valore nominale
delle azioni o quote assegnate). Il D.Lgs. 147/2009 ha previsto la
possibilit di esonero dallobbligo di uno o pi esperti di redigere
la relazione sulla congruit del rapporto di cambio in presenza del
consenso unanime dei soci di tutte le societ che partecipano alle
operazioni di fusione.
CC Le modalit di assegnazione delle azioni o delle quote della societ
che risulta dalla fusione o di quella incorporante.
CC La data a decorrere dalla quale le azioni o quote della societ
risultante dalla fusione o incorporante partecipano agli utili.
CC La data a decorrere dalla quale le operazioni delle societ partecipanti alla fusione sono imputate al bilancio dellincorporante o della
societ che risulta dalla fusione.
CC Il trattamento eventualmente riservato a particolari categorie di soci
e ai possessori di titoli diversi dalle azioni.
CC I vantaggi particolari eventualmente proposti a favore degli amministratori delle societ partecipanti.

2.4 La deliberazione di fusione


Durante i 30 giorni che precedono lassemblea e finch la fusione non venga deliberata, nelle sedi
delle societ partecipanti devono restare depositati in copia:
il progetto di fusione, con la relazione degli amministratori che illustra i profili giuridici ed economici
della fusione (redatta a norma dellart. 2501quinquies c.c.) e quella degli esperti (a norma dellart.
2501sexies c.c.);
i bilanci degli ultimi tre esercizi delle societ partecipanti, con le relazioni dei soggetti cui compete
lamministrazione e la revisione legale dei conti;
le situazioni patrimoniali delle societ partecipanti, redatte a norma dellart. 2501quater c.c.
La fusione deve essere deliberata da ciascuna delle societ che vi partecipano mediante approvazione del relativo progetto.

150

Lapprovazione avviene:
nelle societ di persone: con il consenso della maggioranza dei soci secondo la parte attribuita a
ciascuno negli utili, salva diversa disposizione dellatto costitutivo o dello statuto;
nelle societ di capitali: secondo le norme previste per le modificazioni dellatto costitutivo o dello
statuto.
Al socio che non abbia consentito alla fusione e non abbia partecipato alla relativa deliberazione
riconosciuto il diritto di recedere dalla societ.
Le deliberazioni di fusione, unitamente ai documenti anzidetti, devono essere depositate per liscrizione
nel Registro delle imprese.

2.5 Il regime delle opposizioni


CC I creditori sociali (art. 2503 c.c.).
Soggetti legittimati

CC I possessori di obbligazioni, salvo che vi sia stata approvazione


da parte dellassemblea degli obbligazionisti (art. 2503bis c.c.).

CC Lopposizione va proposta, con atto di citazione, entro 60 giorni


dalliscrizione della deliberazione di fusione nel Registro delle
imprese.
CC La presentazione dellopposizione sospende lattuazione della
fusione ed instaura un giudizio ordinario contenzioso.
CC Il Tribunale pu egualmente consentire la stipulazione dellatto
di fusione, previa prestazione di idonea garanzia da parte della
societ (art. 2503 c.c.).
CC Lopposizione deve ritenersi sostanzialmente diretta ad accertare
lincapienza patrimoniale della societ risultante dalla fusione e la
conseguente lesione della garanzia patrimoniale dellopponente.
Disciplina

CC prevista la possibilit di derogare al rispetto del termine di 60 gg.


per lattuazione della fusione: per la stipulazione dellatto di fusione,
infatti, non necessario attendere il decorso di 60 gg. in cui possono essere proposte eventuali opposizioni nel caso in cui risulti il
consenso dei creditori manifestato anteriormente alliscrizione nel
Registro delle imprese o il pagamento dei creditori che non hanno
dato il consenso, ovvero il deposito delle somme corrispondenti
presso una banca, salvo che la relazione degli esperti sia redatta,
per tutte le societ partecipanti alla fusione, da ununica societ di
revisione la quale asseveri, sotto la propria responsabilit, che la
situazione patrimoniale e finanziaria delle societ partecipanti alla
fusione rende non necessarie garanzie a tutela dei suddetti creditori.

2.6 Latto di fusione e i suoi effetti


CC Deve sempre risultare da atto pubblico (art. 2504 c.c.).
Disciplina

CC Entro 30 giorni deve essere presentato per liscrizione nel Registro


delle imprese dei luoghi ove posta la sede della societ risultante
e delle societ partecipanti alla fusione.

151

CC Dopo tutte le iscrizioni dellatto di fusione prescritte dallart. 2504


c.c., non pu pi essere pronunciata linvalidit di esso salvo il
diritto al risarcimento del danno eventualmente spettante ai soci o
ai terzi (art. 2504quater c.c.).
CC La societ che risulta dalla fusione o quella incorporante assume i
diritti e gli obblighi delle societ partecipanti alla fusione, proseguendo in tutti i loro rapporti, anche processuali, anteriori alla fusione.
CC Gli effetti della fusione decorrono, di norma, dallultima delle iscrizioni dellatto pubblico nel Registro delle imprese.
Disciplina

CC La societ che risulta dalla fusione non pu assegnare azioni o


quote in sostituzione di quelle delle societ partecipanti che le societ medesime possedessero sia direttamente, che per il tramite
di societ fiduciarie o interposta persona (art. 2504ter, co. 1, c.c.).
CC Lo stesso divieto opera per la societ incorporante in relazione
a quote ed azioni delle partecipanti possedute da queste o dalla
stessa incorporante (art. 2504ter, co. 2, c.c.).
CC La fusione attuata mediante costituzione di una nuova societ di
capitali ovvero mediante incorporazione in una societ di capitali
non libera i soci a responsabilit illimitata dalla responsabilit per
le obbligazioni delle rispettive societ partecipanti alla fusione
anteriori allultima delle iscrizioni dellatto di fusione, se non risulta
il consenso dei creditori.

2.7 Ipotesi i cui si applicano procedimenti semplificati


La riforma del diritto societario ha introdotto una disciplina semplificata per tre particolari ipotesi di
fusione:
quella che avviene mediante incorporazione di societ interamente possedute (art. 2505 c.c.);
quella che avviene mediante incorporazione di societ possedute al 90% (art. 2505bis c.c.);
quella alla quale non partecipano societ il cui capitale rappresentato da azioni (art. 2505quater c.c.).
Osservazioni
Con il D.Lgs. 108/2008 stata attuata, nel nostro ordinamento, la direttiva 2005/56/CE relativa alle
fusioni transfrontaliere delle societ di capitali, con lobiettivo di facilitare la realizzazione di fusioni transfrontaliere tra diversi tipi di societ di capitali soggette alle legislazioni di Stati membri diversi.
Per fusione transfrontaliera, quindi, si intende la fusione tra societ italiane e societ di altro stato comunitario, in cui la societ che risulta dalla fusione sia una societ italiana o di altro stato comunitario.
Il decreto trova applicazione nei confronti di:
fusioni di societ di capitali costituite in conformit alla legislazione di uno Stato membro e aventi
la sede sociale, lamministrazione centrale o il centro di attivit principale nella Comunit, a
condizione che almeno due di esse siano soggette alla legislazione di Stati membri diversi;
fusioni transfrontaliere qualora la legislazione di almeno uno degli Stati membri interessati consenta che il conguaglio in contanti (eventualmente assegnato ai soci delle societ incorporate
o estinte) superi il 10 per cento del valore nominale o, in mancanza, della parit contabile dei
titoli o delle quote che rappresentano il capitale della societ risultante dalla fusione.
Non si applica, invece, a:
fusioni cui partecipa una societ cooperativa (disapplicazione su decisione degli Stati membri);
fusioni cui partecipa una SICAV.

152

3 La scissione

La scissione unoperazione economica opposta alla fusione, caratterizzata dalla scomposizione


del patrimonio di una societ, che viene attribuito, in tutto o in parte, ad altre societ (preesistenti o
nuove), e dallattribuzione ai soci della societ originaria di azioni o quote delle societ beneficiarie
del trasferimento patrimoniale.
Differenze
La scissione pu essere attuata secondo due distinte modalit: scissione vera e propria, mediante
la quale una societ (la societ che si scinde) assegna lintero suo patrimonio a 2 o pi societ,
preesistenti o di nuova costituzione (societ beneficiarie), le cui azioni o quote vengono assegnate
ai soci della societ scissa; scissione parziale (scorporazione), mediante la quale una societ
(quella che si scinde) assegna soltanto una parte del suo patrimonio ad una o pi societ beneficiarie, preesistenti o di nuova costituzione.

3.1 Il progetto di scissione


Gli amministratori delle societ partecipanti alla scissione devono redigere un progetto di scissione,
da sottoporre allapprovazione delle assemblee delle societ medesime.
CC Deve essere iscritto nel Registro delle imprese dei luoghi dove hanno
sede le societ partecipanti.

Disciplina

CC Gli amministratori di ciascuna societ partecipante devono predisporre


unapposita situazione patrimoniale nonch una relazione che illustri i
profili giuridici ed economici della scissione (redatta a norma dellart.
2501quinquies c.c.), salvo che i soci allunanimit esonerino lorgano
amministrativo dalla preparazione di tali documenti.
CC Deve essere altres redatta una relazione degli esperti a norma dellart.
2501sexies c.c., salvo il caso della scissione vera e propria in cui lattribuzione avvenga in base ad un criterio strettamente proporzionale.
Anche per la scissione, a seguito dellintervento del D.Lgs. 147/2009,
gli esperti non hanno lobbligo di redigere tale relazione qualora vi sia il
consenso unanime dei soci di tutte le societ partecipanti alle operazioni
di scissione.

CC Dati indicati nel primo


comma dellart. 2501ter
c.c.

Il tipo, la denominazione o ragione sociale, la sede delle societ partecipanti


alla scissione.

Latto
Contenuto
(art. 2506bis c.c.)

costitutivo della nuova societ


risultante dalla scissione o della societ beneficiaria gi esistente con le
modificazioni derivanti dalla scissione.

Il rapporto di cambio in base al quale


si attribuiscono le partecipazioni societarie (azioni o quote) della societ
beneficiaria della scissione ai soci
della societ scissa nonch leventuale
conguaglio in danaro.

153

CC Dati indicati nel primo


comma dellart. 2501ter
c.c.

Le modalit di assegnazione delle azioni o quote della societ beneficiaria.

La

data a decorrere dalla quale le


azioni o quote della societ beneficiaria
partecipano agli utili.

La

data a decorrere dalla quale le


operazioni delle societ partecipanti
alla scissione sono imputate al bilancio
della societ beneficiaria.

Contenuto
(art. 2506bis c.c.)

Il trattamento eventualmente riservato


a particolari categorie di soci e ai
possessori di titoli diversi dalle azioni.

vantaggi particolari eventualmente


proposti a favore degli amministratori
delle societ partecipanti alla scissione.

CC Criteri di distribuzione delle azioni o quote delle societ beneficiarie.


CC Esatta descrizione degli elementi patrimoniali da trasferire a
ciascuna societ beneficiaria.

3.2 Lapprovazione del progetto e latto di scissione


Al procedimento di scissione si applicano le norme previste per la fusione in materia di:





deposito del progetto e degli altri documenti prima della deliberazione;


approvazione del progetto;
deposito ed iscrizione della decisione di scissione;
regime delle opposizioni ed invalidit;
redazione e deposito dellatto di scissione;
procedimento semplificato nella (sola) ipotesi di societ possedute al 90%.

Quanto agli effetti, lart. 2506quater c.c. prevede che essi si producano dallultima delle iscrizioni
dellatto di scissione nellUfficio del Registro delle imprese in cui sono iscritte le societ beneficiarie,
adempimenti che possono essere effettuati da qualunque societ beneficiaria.
Pu essere tuttavia stabilita una data successiva, tranne che nel caso di scissione mediante costituzione di societ nuove.
Ciascuna societ solidalmente responsabile, nei limiti del valore effettivo del patrimonio netto ad
essa assegnato o rimasto, dei debiti della societ scissa non soddisfatti dalla societ cui fanno carico.

154

Parte terza
i contratti commerciali
Capitolo Ventiseiesimo: La compravendita......................................... Pag. 157
Capitolo Ventisettesimo: La permuta, il contratto estimatorio, il ri porto ...............................................................................................

171

Capitolo Ventottesimo: La somministrazione.....................................

175

Capitolo Ventinovesimo: Il franchising ...............................................

177

Capitolo Trentesimo: Lappalto............................................................

179

Capitolo Trentunesimo: Il trasporto ed i contratti di viaggio.............

183

Capitolo Trentaduesimo: Il deposito e il contratto dalbergo............

189

Capitolo Trentatreesimo: Il mandato, la spedizione e la commis sione ...............................................................................................

193

Capitolo Trentaquattresimo: Lagenzia e la mediazione.....................

197

Capitolo Trentacinquesimo: Il mutuo...................................................

203

Capitolo Trentaseiesimo: Il comodato.................................................

205

Capitolo Trentasettesimo: Il conto corrente........................................

207

Capitolo Trentottesimo: I contratti bancari..........................................

209

Capitolo Trentanovesimo: Il contratto di assicurazione.....................

217

Capitolo Quarantesimo: I contratti atipici...........................................

221

Capitolo Quarantunesimo: I contratti dei consumatori e la subfor nitura...............................................................................................

229

Capitolo Quarantaduesimo: Lassociazione in partecipazione.........

233

26

Capitolo

La compravendita

1 Nozione, natura giuridica, requisiti

Nozione: il contratto che ha per oggetto il trasferimento della propriet di una cosa o il trasferimento
di altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo (art. 1470 c.c.).
CC Consensuale: per il suo perfezionamento sufficiente il semplice
consenso delle parti.

Natura giuridica del


contratto

CC Traslativo (ad effetti reali): attua il passaggio della propriet della


cosa o della titolarit del diritto da un soggetto ad un altro. Quando
ci non avvenga e leffetto traslativo subordinato ad un evento diverso dal prestato consenso si parla di vendita con effetti obbligatori.
CC A titolo oneroso.
CC A prestazioni corrispettive o sinallagmatico.
CC Commutativo: le parti possono conoscere fin dallinizio i vantaggi e
gli svantaggi che deriveranno dal contratto.

CC La funzione economico-sociale lo scambio di un diritto verso il corrispettivo di un prezzo.

Causa

CC La compravendita non un negozio formale, per cui il consenso delle parti pu essere manifestato in qualsiasi modo.
Forma
CC richiesta la forma scritta per

Vendita di eredit (art. 1543 c.c.).


Vendita di navi ed aeromobili.
Vendita di immobili (art. 1350, nn.
1 e 2, c.c.).

2 Obblighi del venditore

Obbligazioni del venditore (artt. 1475 e 1476 c.c.)

CC Consegnare la cosa al compratore nel luogo e alla scadenza convenuti, con i relativi titoli e documenti necessari al normale esercizio dei diritti acquisiti.
CC Far acquistare la propriet (nel caso di vendite cd. obbligatorie).
CC Garantire il compratore dallevizione e da eventuali vizi.

2.1 Garanzia per evizione


Nozione: levizione si ha quando il compratore privato del diritto sul bene acquistato in conseguenza
di una pronuncia giudiziaria che accerta un difetto nel diritto del venditore, a vantaggio di un terzo.

157

Osservazioni
La garanzia per evizione, assieme alla garanzia per vizi occulti, costituisce, per la dottrina dominante, un elemento naturale del negozio, cio una clausola tacita e imprescindibile a cui le parti
sono sempre sottoposte.

Il venditore deve restituire al comCC Totale: se si riferisce a tutta la


cosa venduta (art. 1483 c.c.)

pratore il prezzo pagato e rimborsare le spese di contratto e quelle


successive e utili fatte per la cosa.

Il

Tipi

CC Parziale: se riguarda solo una


parte di essa (art. 1484 c.c.)

compratore pu ottenere solo


una riduzione del prezzo oltre al
risarcimento del danno. Si applicano per le norme sullevizione
totale, qualora risulti, secondo le
circostanze, che egli non avrebbe
acquistato la cosa senza la parte
di cui non divenuto proprietario.

Osservazioni
Sulla natura giuridica vi sono numerose teorie: impossibilit originaria delloggetto (Martorano);
inadempimento contrattuale (Rubino, Bianca); speciale responsabilit contrattuale per oggettiva
inattuazione o imperfetta attuazione delleffetto traslativo, derivante da anomalie preesistenti alla
vendita (Luminoso).

2.2 Garanzia per vizi occulti della cosa


Nozione: il venditore deve garantire che la cosa venduta sia immune da difetti che la rendano inidonea
alluso o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. La garanzia dovuta solo quando il vizio
era ignoto al compratore e non era facilmente riconoscibile al momento dellacquisto (cd. vizi occulti).

CC Il compratore deve denunciare al venditore i vizi occulti

a pena di decadenza.

Entro un anno dalla consegna della


cosa viziata (termine di prescrizione)
deve far valere in giudizio la garanzia.

Lactio redibitoria: rivolta ad ottene-

Disciplina

CC La garanzia viene fatta valere con

158

Entro 8 giorni dalla scoperta del vizio,

re la risoluzione del contratto ed il rimborso del prezzo e delle spese (artt.


1492 e 1493 c.c.).

Lactio

aestimatoria (o quanti minoris): rivolta ad ottenere il mantenimento in vita del contratto e la riduzione del prezzo o il parziale rimborso del prezzo (art. 1492 c.c.).

CC Proposta una delle due azioni, con domanda giudiziale, il compratore


non pu esercitare laltra; n pu proporle entrambe, una come domanda principale e laltra come subordinata.

Disciplina

CC Inoltre sempre possibile lazione per il risarcimento del danno: se


il venditore non prova di avere ignorato senza colpa i vizi della cosa
(art. 1491 c.c.).

2.3 Mancanza di qualit promesse o essenziali


Nozione: si ha quando la cosa venduta non ha le qualit promesse o essenziali alluso cui destinata;
in tal caso si riscontra unipotesi di inesatto adempimento.

Tutela del compratore

CC Azione di risoluzione per mancanza di qualit a prescrizione annuale (art. 1497 c.c.).
CC Azione per il risarcimento dei danni.

2.4 Aliud pro alio


Nozione: si ha quando la cosa consegnata dal venditore funzionalmente incapace di assolvere la
destinazione economico-sociale cui la cosa pattuita era destinata e quindi di soddisfare i concreti bisogni
che hanno indotto lacquirente a contrarre. Si tratta di un vero e proprio inadempimento del contratto.

Tutela del compratore

CC Azione ordinaria di risoluzione (art. 1453 c.c.), non soggetta ai


brevi termini di prescrizione e decadenza su indicati.
CC Eccezione di inadempimento (art. 1460 c.c.).
CC Risarcimento del danno.

3 Obblighi del compratore

Lobbligazione principale del compratore consiste nel pagamento del prezzo.


Il prezzo deve essere pagato al momento della consegna della cosa venduta e nel luogo ove tale
consegna si esegue ovvero presso il domicilio del venditore.
CC Pagamento al ricevimento della merce (o in contrassegno): si muta il
luogo delladempimento che diventa quello in cui la merce viene ritirata.
Clausole derogatorie

CC Pagamento a mezzo tratta o ricevuta bancaria: in tali operazioni


coinvolta una banca nella cui sede il debitore tenuto ad effettuare il pagamento.
CC Pagamento merci su documenti: tali operazioni riguardano merci depositate presso un terzo o in viaggio, che sono rappresentate da un titolo.

CC Libero: se le parti possono liberamente contrattarlo.


Il prezzo pu essere

CC Dimperio: se imposto dallautorit governativa.


CC Imposto: dal produttore, o grossista, o dettagliante.

159

Il prezzo pu essere

CC Non determinato:
le parti non lo hanno determinato convenzionalmente, in
tal caso si applica (art.
1474 c.c)

Il prezzo normalmente praticato dal venditore, se si tratta di cose che il venditore vende abitualmente.

Il prezzo dei listini o delle mercuriali, se si


tratta di cose che hanno un prezzo di borsa o di mercato.

Il prezzo fissato da un terzo nominato dal


Presidente del Tribunale, se le parti si sono
riferite al giusto prezzo.

4 Vendita di beni immobili


CC Il contratto deve essere sempre redatto in forma scritta (art. 1350 c.c.).

Caratteristiche

CC prescritta una peculiare pubblicit del contratto, che si attua con la trascrizione nei registri immobiliari (art. 2643 c.c.).

Vendita a misura: nel contratto


sono indicate espressamente le
unit di misura dellimmobile ed
il prezzo stabilito in ragione di un
tanto per ogni unit di misura

Se la misura inferiore rispetto a quel-

Vendita a corpo: il prezzo


determinato con riguardo
allimmobile considerato nel suo
complesso, indipendentemente
da qualsiasi unit di misura

In

Tipi

la indicata, il compratore ha diritto ad


una riduzione del prezzo.

Se superiore, il venditore ha diritto


ad un supplemento, ma il compratore
pu recedere dal contratto se leccedenza supera la ventesima parte della misura dichiarata (art. 1537 c.c.).

tal caso prevista diminuzione o


supplemento del prezzo solo qualora
la misura reale sia inferiore o superiore di 1/20 rispetto a quella indicata nel
contratto (art. 1538 c.c.).

5 Vendita di beni mobili

La vendita di cose mobili non richiede una forma ad substantiam, ma circondata da una serie di
garanzie. Infatti:
il rapporto deve avere una pronta esecuzione;
le irregolarit devono essere rapidamente accertate;
le conseguenze di una eventuale inadempienza devono essere immediatamente liquidate.
CC Perizia preventiva (artt. 696 c.p.c. e 1513 c.c.)
Istituti volti a tutelare tali CC Esecuzione coattiva (artt. 1515 e 1516 c.c.)
esigenze
CC Risoluzione di diritto (art. 1517 c.c.)
CC Rivendicazione del venditore (art. 1519 c.c.)

160

6 Vendita con efficacia obbligatoria

Vi sono casi in cui la vendita ha efficacia meramente obbligatoria: non trasferisce immediatamente la
propriet della cosa, ma obbliga il venditore a trasferire successivamente la cosa medesima.

Nellirrevocabilit del consenso (art. 1372,


CC Al momento della conclusione del contratto si
determina leffetto obbligatorio, consistente

co. 1, c.c.).

Nellimpegno del venditore di fare acquistare la propriet della cosa o il diritto al


compratore (art. 1476, n. 2, c.c.).

Nellobbligo del compratore di pagare il

Disciplina

prezzo (art. 1498 c.c.).


CC Leffetto reale viene differito ad un momento successivo e ricollegato
al verificarsi di un ulteriore atto o fatto che viene ad incidere sul rapporto di vendita gi costituito.
Osservazioni
Varie teorie sono state sostenute, in dottrina, in ordine alla natura giuridica della vendita obbligatoria. La dottrina prevalente (COTTINO, GRECO, MIRABELI, RUBINO) inquadra il negozio nello
schema contrattuale della compravendita, rilevando la perfetta compatibilit con tale schema del
differimento degli effetti traslativi.
CC Vendita alternativa.
CC Vendita di cosa generica.
Ipotesi

CC Vendita a termine di cose non determinate (titoli di credito).


CC Vendita di cosa futura.
CC Vendita di cose altrui.
CC Vendita a rate con riserva di propriet.

6.1 Vendita alternativa


CC Due o pi cose sono dedotte nel contratto, ma una sola di esse
dovr essere trasferita al compratore (si applicano gli artt. 1285
e ss. c.c.).
Caratteristiche

CC Loggetto non determinato, ma solo determinabile.


CC Leffetto traslativo si realizza con la concentrazione, cio con lesercizio di una facolt di scelta che consente lindividuazione del bene.
CC La facolt di scelta spetta al venditore ma pu essere attribuita al
compratore o ad un terzo.

6.2 Vendita di cosa generica


CC la vendita avente ad oggetto cose individuate solo nel genere.
Caratteristiche

CC Leffetto traslativo si verifica con lindividuazione, cio la determinazione in concreto delloggetto della vendita.
CC Lindividuazione loperazione giuridica per mezzo della quale la
cosa generica si concretizza in cosa specifica.

161

Una forma particolare di vendita di cose generiche la vendita a termine di titoli di credito non determinati, ma indicati solo con riferimento ad una specie o quantit.

6.3 Vendita di cosa futura


CC la vendita di una cosa che non ancora venuta ad esistenza
(res sperata), per cui tale vendita definita emptio rei speratae.
Caratteristiche

CC Leffetto traslativo si verifica automaticamente quando la cosa viene ad esistenza.


CC La vendita nulla se la cosa non viene ad esistenza (art. 1472 c.c.).

Osservazioni
Quanto alla natura giuridica, secondo parte della dottrina si tratterebbe di un contratto perfetto
ab initio, avente per oggetto una res in fieri.
Secondo altra dottrina sarebbe, invece, un contratto non ancora perfetto, ossia un contratto in via
di formazione che si perfeziona con il venire ad esistenza della cosa.

6.4 Vendita di cosa altrui


CC una vendita avente ad oggetto una cosa che, al momento della stipulazione del contratto non appartiene al venditore, ma fa parte del patrimonio di un terzo.
CC Fa sorgere lobbligo, in capo al venditore, di procurarsi la cosa e consegnarla al compratore.
CC Il compratore diventa proprietario nel momento in cui il venditore acquista la propriet del bene.
Caratteristiche
CC In caso di mancato
acquisto del bene da
parte del venditore

Se

il compratore era consapevole dellaltruit della cosa, non avr diritto alla risoluzione
del contratto, ma solo al risarcimento dei danni conseguenti allinadempimento.

Se il compratore era in buona fede avr diritto alla risoluzione del contratto per inadempimento.

6.5 Vendita a rate con riserva di propriet


CC una forma particolare di vendita nella quale leffetto traslativo rimane subordinato alleffettivo adempimento del compratore.
Caratteristiche

162

CC Le parti stabiliscono che il prezzo venga pagato frazionatamente entro un certo tempo: la cosa viene consegnata subito, ma la propriet
passa con il pagamento dellultima rata del prezzo (art. 1523 c.c.).

Osservazioni
Sulla natura giuridica di tale tipo di vendita sono sorte numerose teorie. Teoria della propriet
risolubile: lacquirente sarebbe titolare di un diritto di propriet risolubile, mentre il venditore avrebbe
unaspettativa al riacquisto della cosa. Teoria della doppia propriet (Comporti): il compratore
sarebbe proprietario con riserva di pagamento; il venditore sarebbe titolare di un diritto di propriet
a garanzia del prezzo. Teoria della propriet del compratore (Bianca): questi acquisterebbe la
propriet del bene fin dalla conclusione del contratto, mentre il venditore sarebbe soltanto titolare di
un diritto reale di garanzia. Teoria della vendita sottoposta a condizione sospensiva (Rescigno):
il negozio traslativo sarebbe sottoposto alla condizione sospensiva dellintegrale pagamento del
prezzo. Teoria della vendita obbligatoria (Cottino, Rubino): il negozio ha effetti obbligatori
immediati ed effetti reali differiti. Teoria della vendita con effetto traslativo della propriet rinviato:
dalla quale il compratore consegue medio tempore una posizione reale complessa (diritto reale
limitato di godimento e aspettativa reale di acquisto della propriet) (Luminoso).

CC I rischi della cosa venduta passano dal venditore al compratore al momento della consegna (in deroga al principio di cui allart.
1465 c.c.).
CC inefficace la clausola secondo cui il mancato pagamento di una
sola rata d luogo alla risoluzione del contratto, a meno che non
superi lottava parte del prezzo (art. 1525 c.c.).
CC In caso di risoluzione del contratto per inadempimento del compratore, questi ha diritto alla restituzione delle rate pagate, salvo
un equo compenso al venditore per luso della cosa oltre al risarcimento del danno (art. 1526 c.c.).

Disciplina

CC Lacquirente non pu alienare il bene fino a quando non ne ha acquistato la propriet.


CC In caso di vendite immobiliari o di beni mobili registrati il patto di
riservato dominio opponibile ai terzi compratori solo se risultante da atto scritto regolarmente trascritto.

7 Tipi di vendita rispetto alle modalit di contrattazione


Osservazioni
Sono tipi di contrattazione che sono differenziati dal modello tipico della vendita in quanto
capaci di ridurre i tempi, i modi e i costi della contrattazione e quindi di aumentare il numero degli
scambi e, di conseguenza, i ricavi e le occasioni di guadagno (Luminoso).

Vendita mediante apparecchi automatici di distribuzione

CC Secondo alcuni configura un rapporto contrattuale di fatto.


CC Secondo altri una offerta al pubblico che di volta in volta viene accettata dal cliente.

Vendita mediante self-ser- CC Costituisce unipotesi di offerta al pubblico.


vice
Osservazioni
Per alcuni autori lacquirente entra in possesso del bene al momento dellapprensione. Per altri,
al momento del pagamento.

163

CC Si effettua a mezzo di dimostratori incaricati o direttamente dallimprenditore.

Vendita a domicilio
(door to door)

CC Ai sensi dellart. 19 del D.Lgs. 114/1998 (modificato dal Codice del


consumo) lelenco degli incaricati deve essere comunicato allautorit di P.S. e gli stessi, in possesso dei requisiti previsti dallart.
5 del decreto citato, devono essere dotati di un apposito tesserino di riconoscimento.
A tali vendite si applicano le disposizioni del Codice del consumo
(D.Lgs. 206/2005, come modificato dal D.Lgs. 221/2007) relative
ai contratti negoziati fuori dai locali commerciali.

CC Sono regolate dal Codice del consumo (D.Lgs. 206/2005, come


modificato dal D.Lgs. 221/2007), che ha recepito la frammentaria
normativa a tutela del consumatore.
CC Sono poste in essere da apposite case distributrici o da industrie
produttrici, con limpiego esclusivo di una o pi tecniche di comunicazione a distanza, fino alla conclusione del contratto.
CC Vengono concluse mediante la spedizione a mezzo posta, da parte del cliente, di un ordine che equivale ad accettazione della proposta contenuta solitamente in cataloghi.
CC Il consumatore deve essere adeguatamente informato su tutti gli
elementi essenziali alla valutazione della convenienza dellaffare.
CC Tali informazioni devono essere confermate per iscritto o su altro supporto duraturo prima o al momento della conclusione del
contratto.
CC Il Codice del consumo ha previsto che il consumatore possa recedere dal contratto concluso con il professionista entro 10 giorni laVendite a distanza (per
vorativi, dandogliene comunicazione mediante raccomandata A/R.
corrispondenza e/o su catalogo, televisione o altri CC Una particolare attenzione viene riservata dal legislatore ai casi
sistemi di comunicazione)
in cui le operazioni di vendita siano effettuate tramite televisione,
prescrivendo al riguardo che lemittente televisiva debba accertare, prima di metterle in onda, che il titolare dellattivit sia in possesso dei requisiti prescritti per lesercizio della vendita al dettaglio. Durante la trasmissione debbono essere indicati il nome e la
denominazione o la ragione sociale e la sede del venditore, il numero di iscrizione al Registro delle imprese e il numero della partita IVA. Agli organi di vigilanza deve essere consentito il libero accesso al locale indicato come sede del venditore.
Sulla disciplina della vendita per corrispondenza, per televisione
ed altri sistemi di comunicazione intervenuto, da ultimo, il D.Lgs.
59/2010 il quale, anche modificando lart. 18 del D.Lgs. 114/1998,
ha previsto che la vendita al dettaglio per corrispondenza, o tramite televisione o altri sistemi di comunicazione soggetta a dichiarazioni di inizio di attivit (oggi segnalazione certificata di inizio attivit) da presentare allo sportello unico per le attivit produttive del comune nel quale lesercente, persona fisica o giuridica, intende avviare lattivit.

164

7.1 Vendite concluse fuori dai locali commerciali


La materia regolata dal Codice del consumo (D.Lgs. 206/2005, come modificato dal D.Lgs. 221/2007).
CC Le norme si applicano ai contratti stipulati tra un professionista e un consumatore,
per la fornitura di beni o la
prestazione di servizi stipulati

Durante la visita del professionista nel domicilio del consumatore o nei luoghi dove
lavora.

Durante

una escursione organizzata dal


professionista al di fuori dei propri locali commerciali.

In area pubblica o aperta al pubblico mediante la sottoscrizione di nota dordine, in


qualunque modo denominata.

Per

corrispondenza o in base a catalogo che il consumatore ha avuto modo di


consultare senza la presenza del professionista.

Disciplina

CC La legge riconosce al consumatore un diritto di recesso, svincolato dalla


sussistenza di particolari motivi, da esercitarsi attraverso linvio alloperatore commerciale di apposita comunicazione nel termine di 10 giorni lavorativi (termine cos aumentato dal D.Lgs. 206/2005) decorrenti dalla data di
sottoscrizione della nota dordine o della data di informazione dellesistenza
del diritto di recesso oppure dalla data di ricevimento della merce.
CC Il diritto irrinunciabile ed nulla ogni pattuizione in contrasto con la disciplina normativa.
CC Loperatore commerciale ha lobbligo di informare per iscritto il consumatore del diritto di recesso, attraverso lindicazione di termini, modalit e condizioni per il suo esercizio e tali informazioni devono, inoltre, essere fornite
nel corso delle trasmissioni televisive nelle quali vengono effettuate le offerte, nonch riportate sui cataloghi utilizzati per proporre lacquisto.
CC Se il professionista non ha soddisfatto gli obblighi di informazione, il termine di recesso di 60 giorni dalla data della stipulazione del contratto (per
la prestazione di servizi) ovvero dalla data di ricevimento della merce (per
la fornitura di beni).
CC Le parti sono sciolte dalle rispettive obbligazioni nel momento in cui il professionista riceve la comunicazione di recesso dal consumatore.
CC Se intervenuta la consegna della merce il consumatore tenuto alla restituzione entro il termine previsto nel contratto, che non pu essere inferiore
a 10 giorni lavorativi dalla data di ricevimento del bene.
CC Il professionista deve provvedere al rimborso nel minor tempo possibile e in
ogni caso entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione del recesso.

165

CC Ai sensi del D.Lgs. 146/2007


(relativo alle pratiche commerciali scorrette), nonch
del D.Lgs. 221/2007 (cd. decreto correttivo al codice del
consumo), altres previsto che

Disciplina

Nel

caso in cui il consumatore riceva una


fornitura non richiesta, non tenuto ad alcuna prestazione corrispettiva e, in ogni
caso, lassenza di risposta non implica consenso del consumatore.

Ogni fornitura non richiesta costituisce pratica commerciale scorretta, ai sensi delle disposizioni dello stesso decreto.

8 Tipi di vendita rispetto alla qualit delloggetto

Vendita con riserva di gradimento (art. 1520 c.c.)

CC Tale vendita non si perfeziona fino a quando il gradimento del compratore non viene comunicato al venditore.

Osservazioni
Discussa la natura giuridica. Lopinione prevalente la considera unopzione. Altri parlano di
negozio sottoposto a condizione sospensiva meramente potestativa. Altri di semplice proposta
contrattuale.

CC Presuppone lesame della merce da parte dellacquirente.


Vendita a prova
(art. 1521 c.c.)

Vendita su campione
(art. 1522 c.c.)

Vendita su tipo di
campione
(art. 1522 c.c.)

CC sottoposta alla condizione sospensiva che la cosa sia oggettivamente conforme alle qualit pattuite o sia idonea alluso cui
destinata.

CC una vendita perfetta, non sottoposta a condizione, in cui il compratore pu chiedere la risoluzione del contratto per qualsiasi difformit che la merce presenti rispetto al campione.

CC Il campione serve come esclusivo paragone per la qualit della


merce: una parte della cosa oggetto del contratto.
CC Per ottenere la risoluzione deve ricorrere una difformit notevole dal campione.
CC Il campione serve solo ad individuare in modo approssimativo la
qualit della merce.

9 Vendita con patto di riscatto

Nozione: il venditore si riserva il diritto di riacquistare la propriet della cosa venduta entro un termine
stabilito, mediante la restituzione del prezzo e delle spese sostenute dal compratore (art. 1500 c.c.).

166

CC La facolt di riscatto un diritto potestativo del venditore.

Con unapposita dichiarazione, da comunicarsi al compratore entro il termine stabilito (entro 5 anni per i beni immobili e 2
per i mobili), decorrente dalla conclusione del contratto.

Disciplina
CC Si esercita

Con lofferta, formale o non, entro lo stesso termine, delle somme liquide dovute
per il rimborso del prezzo e le spese fatte per la vendita.

Se

lofferta rifiutata dal compratore, il


venditore deve fare unofferta reale ex art.
1209 c.c., altrimenti decade dal riscatto.

Ritorno del diritto venduto nel patrimonio


del venditore riscattante (ex nunc).

Onere di restituzione del prezzo e di rimCC Tra le parti

borso delle spese di contratto (pena la decadenza dal diritto di riscatto).

Obbligo di rimborso delle spese necessarie e utili fatte per la cosa.

Effetti dellesercizio del

Obbligo del riscattato di restituire la cosa,

riscatto

non anche i frutti.

CC Rispetto a terzi lopponibilit del patto regolata dai principi generali

Per i beni immobili e mobili registrati sar


necessaria la trascrizione del patto di riscatto.

Per gli altri si render indispensabile un


atto di data certa anteriore.

10 Vendita e garanzie dei beni di consumo

Gli articoli 128-135 del D.Lgs. 206/2005 (Codice del consumo)disciplinano taluni aspetti dei contratti
di vendita e delle garanzie concernenti i beni di consumo.

Ambito di applicazione

CC Contratti

Vendita.
Permuta.
Somministrazione.
Appalto.
Dopera.
Altri contratti di fornitura di beni di consumo da fabbricare o produrre.

167

CC Soggetti

Consumatore.
Venditore.
Produttore.
Qualsiasi bene mobile (anche beni usa-

Ambito di applicazione
CC Beni di consumo

ti o da assemblare), tranne i beni oggetto di vendita forzata, lacqua e il gas


non confezionati per la vendita in un volume o una quantit determinati e lenergia elettrica.

Idoneit

del bene alluso abituale e a


quello particolare voluto dalle parti.

Presenza delle qualit e delle prestazioCC Conformit al contratto

ni abituali di un bene dello stesso tipo


che il consumatore pu ragionevolmente aspettarsi in considerazione della natura del bene e delle dichiarazioni effettuate in pubblicit o sulletichetta.

Conformit del bene alla descrizione fatta o alle qualit promesse dal venditore.

Ripristino
CC Diritti del consumatore in caso di difetto di
conformit
Disciplina

senza spese della conformit del bene mediante riparazione o sostituzione.

Riduzione del prezzo.


Risoluzione del contratto.
Del venditore finale responsabile per di-

CC Diritto di regresso

fetto di conformit, imputabile al produttore o ad un precedente venditore, nei


confronti di tali soggetti.

Per denunciare il difetto di conformit: 2


mesi dalla scoperta del difetto (termine
di decadenza).

Per far valere i difetti non dolosamente


CC Termini

occultati dal venditore: 26 mesi dalla consegna del bene (termine di prescrizione).

Per

azionare il diritto di regresso del


venditore: 1 anno dallesecuzione della prestazione.

168

Deve lasciare impregiudicati i diritti legali del consumatore.


Disciplina

CC Garanzia convenzionale

Deve indicare loggetto, il soggetto debitore, la durata, i termini e lestensione territoriale.

Deve essere resa disponibile per iscritto e in lingua italiana.


In sintesi
La compravendita un contratto avente per oggetto il trasferimento della propriet di una cosa o
di un altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo. Si tratta di un contratto consensuale, traslativo,
a titolo oneroso, sinallagmatico, commutativo.
Laccordo tra le parti si perfeziona con lo scambio di proposta ed accettazione (art. 1326 c.c.),
anche se nella pratica commerciale sono diffuse modalit di conclusione del contratto diverse dallo
schema classico della proposta seguita dallaccettazione (es.: vendita a prelievo diretto, acquisto
di beni a mezzo di distributori automatici ecc.).
I principali obblighi del venditore sono:
consegnare la cosa al compratore;
fargli acquistare la propriet della cosa o il diritto, se ci non la conseguenza immediata del
contratto (es.: vendita di cosa altrui);
garantire il compratore dallevizione e dai vizi della cosa.
I corrispettivi doveri del compratore sono:
pagare il prezzo nel luogo e per il tempo convenuto;
saldare le spese del contratto, salvo patto contrario.
Principali figure di tale contratto sono:




vendita alternativa;
vendita di cosa futura;
vendita di cosa generica;
vendita di cosa altrui;
vendita a rate con riserva di propriet.

Infine, una particolare disciplina stata introdotta dal D.Lgs. 6-9-2005, n. 206 (Codice del consumo)
per la tutela dei beni di consumo giustificata dallesigenza di una maggior tutela del consumatore.

169

Note:

27

Capitolo

la permuta, il contratto
estimatorio, il riporto

1 La permuta

Nozione: il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della propriet di cose, o di altri
diritti, da un contraente allaltro (art. 1552 c.c.).

Natura giuridica

CC Contratto consensuale.
CC Contratto ad effetti reali.

CC Realizza lo scambio di cosa contro cosa.


CC Se il valore dei beni permutati differente, ammissibile un conguaglio in danaro.
CC richiesta la forma scritta se la permuta concerne diritti immobiliari.
CC Le spese della permuta sono a carico di entrambi i permutanti in
parti uguali salvo patto contrario (art. 1554 c.c.).

Disciplina

CC Si applicano in quanto compatibili le norme sulla vendita (art.


1555 c.c.).
CC Se il permutante evitto non vuole riavere la cosa data, ha diritto al
valore della cosa evitta salvo in ogni caso il diritto al risarcimento
del danno (art. 1553 c.c.).

2 Il contratto estimatorio

Nozione: con tale contratto una parte (tradens) consegna una o pi cose mobili allaltra (accipiens) e
questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose (o parte di esse) nel termine stabilito (art. 1556 c.c.). Esso trova largo uso nella pratica commerciale laddove lacquirente di solito un
imprenditore commerciale il quale non voglia accollarsi i rischi per un eventuale invenduto dei beni
acquistati e quindi, con tale contratto, si riserva la facolt di restituire al fornitore quei beni che non
riuscito a smerciare (si pensi alla vendita dei giornali).
Osservazioni
Quanto alla natura giuridica, secondo la dottrina prevalente e lorientamento della Suprema Corte,
al momento della stipula del contratto estimatorio viene attribuito allaccipiens soltanto un potere di
disposizione sulle cose consegnate, mentre la propriet resta al tradens fino a quando laccipiens
non le abbia vendute o trattenute presso di s, rimanendo cos obbligato a pagarne il prezzo (teoria
del trasferimento differito).

171

CC La disponibilit materiale del bene passa allacquirente, ma la propriet resta al


tradens, che viene sottratto al rischio di insolvenza dellaccipiens: pu rivendicare
le cose, senza subire il concorso dei creditori dellaccipiens (art. 1558, co. 1, c.c.).
CC Una volta consegnata la cosa allaccipiens, il tradens perde il potere di disporne,
avendo solo il diritto di recepirne il prezzo.
CC Il tradens riacquista il potere di disporre della cosa solo allorch gli venga
restituita.

CC Laccipiens soggetto ad
unobbligazione facoltativa

In obligatione il pagamento del prezzo.


In facultate solutionis la restituzione della cosa.

Disciplina
CC A carico dellaccipiens il rischio per la perdita o il deterioramento della cosa
(art. 1557 c.c.).

In
CC Laccipiens pu disporre
dei beni

favore di terzi (alienandoli): in tal caso la


propriet si trasmette al terzo nel momento in
cui laccipiens gli vende la cosa.

In suo favore: acquistandone la propriet attraverso il pagamento del prezzo.

CC Non si richiede una forma determinata n ad substantiam, n ad probationem.

Differenze
Numerose sono le differenze del contratto estimatorio rispetto a figure affini. La compravendita,
ad esempio, un contratto consensuale ad effetti reali; il contratto estimatorio contratto reale.
Nella compravendita i rischi cadono generalmente sul proprietario; nel contratto estimatorio cadono
sullaccipiens (anche se questi non immediatamente proprietario della cosa).
Diversa, infine, la funzione dei due istituti, in quanto il contratto estimatorio finalizzato al successivo trasferimento a terzi delle cose che vengono consegnate allaccipiens.
La commissione, a differenza dellestimatorio, non un contratto reale. Il commissionario vende
le cose in suo nome, ma per conto del committente, il quale non ne perde la disponibilit e pu
revocare lincarico conferito al commissionario. Nel contratto estimatorio, invece, laccipiens acquista
irrevocabilmente la disponibilit delle cose, che poi trasferir anche nel suo interesse. Il commissionario, inoltre, deve consegnare al committente lo stesso prezzo ottenuto dal terzo acquirente,
con diritto ad ottenere la provvigione. Nel contratto estimatorio, invece, laccipiens trattiene per s
la differenza tra il prezzo effettivo di vendita e quello da corrispondere al tradens.

3 Il riporto

Nozione: il contratto con il quale un soggetto (riportato) trasferisce in propriet ad altro soggetto
(riportatore) titoli di credito di una data specie per un determinato prezzo e il riportatore assume lobbligo
di trasferire al riportato, alla scadenza del termine stabilito, la propriet di altrettanti titoli della stessa
specie, verso rimborso del prezzo, che pu essere aumentato o diminuito (art. 1548 c.c.).

172

Osservazioni
La dottrina maggioritaria configura il rapporto come contratto autonomo, unitario, consistente in un
doppio trasferimento di propriet:
trasferimento immediato (a pronti) della propriet dal riportato al riportatore (effetto reale);
obbligo per il riportatore di ritrasferire altrettanti titoli al riportato (trasferimento a termine).

CC Contratto reale: si perfeziona con la consegna dei titoli (art. 1549


c.c.).
CC Oggetto del contratto possono essere unicamente titoli di credito
in senso tecnico, fungibili.
Disciplina

CC Tutti i diritti accessori inerenti ai titoli spettano al riportato; il diritto


di voto spetta al riportatore (art. 1550 c.c.).
CC In caso di inadempimento dellobbligo nel termine stabilito da parte
di uno dei due contraenti, si applicano gli artt. 1515 e 1516 c.c.
(esecuzione coattiva).
CC Se entrambe le parti non adempiono nel termine stabilito, il riporto
cessa di avere effetto e ciascuna parte ritiene ci che ha ricevuto
al tempo della stipulazione del contratto.

In sintesi
Il contratto di permuta ha per oggetto il reciproco trasferimento della propriet di cose o di altri diritti
da un contraente allaltro (art. 1552). Trattasi di un contratto consensuale con effetti reali che si
distingue dalla vendita, poich, invece di realizzare lo scambio di cosa contro prezzo, realizza lo
scambio di cosa contro cosa, mobile o immobile.
Si ha, invece, contratto estimatorio quando una parte (tradens, affidante) consegna determinate
cose mobili stimate per un certo prezzo allaltra (accipiens, affidatario) e questa si obbliga
a pagarne il prezzo di stima, ma ha la facolt di liberarsi da tale obbligo restituendo integra la
cosa entro un termine stabilito (art. 1556).
Laffidatario, pertanto, assume unobbligazione con facolt alternativa: si obbliga al pagamento,
ma con facolt alternativa di restituzione.
Il riporto, infine, il contratto col quale una parte (riportato) trasferisce in propriet ad unaltra
(riportatore) titoli di credito di una data specie contro il pagamento di un prezzo; al tempo stesso
il riportatore si obbliga a trasferire al riportato altrettanti titoli della stessa specie (obbligazione di
genere) verso rimborso del prezzo (che pu essere anche aumentato o diminuito nella misura
convenuta), alla scadenza di un termine ulteriore (art. 1548 c.c.).

173

Note:

28

Capitolo

La somministrazione

1 Nozione, natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte si obbliga, verso il corrispettivo di un prezzo, ad eseguire,
a favore dellaltra, prestazioni periodiche o continuative di cose (art. 1559 c.c.).
La causa del contratto individuata nello scambio tra prestazioni (periodiche o continuative) destinate al
soddisfacimento di un bisogno reiterato o durevole ed un certo prezzo che ne costituisce il corrispettivo.
CC Contratto tipico, unitario, caratterizzato da un pluralit di prestazioni.
CC Contratto consensuale.
Natura giuridica

CC Contratto di durata.
CC Contratto ad effetti reali nellipotesi di somministrazione di consumo (forniture
di gas, energia elettrica etc.).
CC Contratto ad effetti obbligatori nellipotesi di somministrazione duso.

2 Disciplina
CC In caso di mancata determinazione dellentit della fornitura
da somministrare, questa si intende pattuita in relazione
al normale fabbisogno del somministrato al tempo della
conclusione del contratto (art. 1560 c.c.).

Nel
CC Il prezzo corrisposto

Disciplina

caso di prestazioni periodiche,


allatto delle singole prestazioni.

Nel caso di prestazioni continuative,


alla scadenza duso in proporzione a
ciascuna di esse (art. 1562 c.c.).

CC Regole proprie
(artt.1559-1570 CC Linadempimento di una delle parti non comporta di per
c.c.)
s la risoluzione del contratto: questa pu essere chiesta
se linadempimento ha notevole importanza ed tale da
minare la fiducia nellesattezza dei successivi adempimenti
(art. 1564 c.c.).
CC In caso di inadempimento di lieve entit, la sospensione
della somministrazione pu essere attuata solo dopo
unespressa richiesta di adempimento e dopo un congruo
preavviso (art. 1565 c.c.).
CC Il contratto pu essere a termine o a tempo indeterminato
(in questultimo caso attribuita a ciascuna delle parti la
facolt di recesso previo congruo preavviso).
CC Regole che disciplinano il contratto a cui corrispondono le singole prestazioni, in
quanto compatibili con la specifica normativa.

175

3 La clausola di esclusiva e il patto di preferenza

La clausola di esclusiva ed il patto di preferenza hanno lo scopo di restringere la concorrenza tra


imprenditori (in senso ampio).
CC A favore del somministrante: il somministrato non pu ricevere da altri
prestazioni della stessa natura, n procurarsele con mezzi propri.
Clausola
di esclusiva

CC A favore del somministrato: il somministrante non pu eseguire ad altri, nella


zona contemplata e per la durata del contratto, forniture della stessa natura.
CC A favore di entrambi i contraenti: gli obblighi predetti sono a carico di
entrambi i contraenti.

CC Consiste nel patto con cui il somministrato si obbliga a dare la preferenza al


somministrante qualora gli occorra stipulare un nuovo contratto di somministrazione per lo stesso oggetto.
Patto
di preferenza

CC Ha una durata massima di 5 anni.


CC Il patto obbliga il somministrato a comunicare al somministrante le condizioni
fatte da terzi.
CC Il somministrante dovr comunicare nel termine stabilito, o duso, se intende
o meno valersi del diritto di preferenza.

Differenze
Anche nel contratto di somministrazione, come nella vendita, la prestazione consiste in un dare.
Esso trova, inoltre, un elemento di similitudine con la vendita obbligatoria poich non produce leffetto
di trasferire immediatamente la propriet, ma obbliga a trasferirla in via periodica o continuativa. Si
distingue per dalla vendita obbligatoria in quanto in questa la prestazione unica, mentre nella
somministrazione vi una pluralit di prestazioni.
La somministrazione duso, come la locazione, attribuisce il godimento di determinate cose. Solo
la somministrazione, per, caratterizzata dalla reiterazione delle prestazioni.
Il contratto di somministrazione si distingue, infine, dallappalto perch ha per oggetto prestazioni
periodiche o continuative di cose (cio un dare), mentre oggetto dellappalto il compimento di
unopera o di un servizio (cio un facere).

In sintesi
Con il contratto di somministrazione una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, ad
eseguire, a favore dellaltra, prestazioni periodiche (es.: somministrazione settimanale di foraggio
per una scuderia) o continuative (es.: erogazione di gas o di energia elettrica) di cose.
Di frequente ricorrenza nel contratto di somministrazione la cd. clausola di esclusiva.
Rileva infine il cd. patto di preferenza, di efficacia al massimo quinquennale.

176

29

Capitolo

Il franchising

1 Nozione, natura giuridica

Nozione: il contratto tra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti,


con il quale unimpresa (laffiliante o franchisor) concede ad unaltra (laffiliato o franchisee), dietro
corrispettivo finanziario diretto o indiretto, il diritto di sfruttare un franchising, ossia un insieme di diritti
relativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, know-how, diritti dautore e brevetti, allo scopo di
commercializzare determinati tipi di beni e/o servizi. questa la definizione del contratto di affiliazione
commerciale o franchising che, consolidatasi nella prassi, stata normativizzata dalla L. 6-5-2004,
n. 129, che ha espressamente disciplinato listituto, tipizzandolo nellambito del nostro ordinamento.
CC Franchising di distribuzione: il concessionario affiliato si limita a
vendere determinate merci in un negozio recante linsegna del concedente affiliante.
Tipi di franchising

CC Franchising di servizi: il franchisee offre un servizio sotto linsegna,


la ditta oppure il marchio del franchisor.
CC Franchising di produzione: il franchisee fabbrica direttamente, in base
alle indicazioni del concedente, prodotti che vende con il marchio di
questultimo.
CC Contratto dimpresa.

Natura giuridica

CC Contratto a prestazioni corrispettive.


CC Contratto di durata.
CC Contratto caratterizzato generalmente dallintuitus personae.

2 Disciplina
CC Il contratto deve essere redatto per iscritto a pena nullit.
CC Il contratto pu essere utilizzato in ogni settore di attivit.

Regole essenziali

CC Il contratto pu essere a tempo indeterminato, ovvero a tempo determinato, ma non inferiore a 3 anni.
CC Laffiliato (o franchisee) non pu, a sua volta, cedere il contratto, se
non a determinate condizioni o con il consenso scritto dellaffiliante
(o franchisor).
CC Lammontare degli investimenti e delle eventuali spese dingresso
che laffiliato deve sostenere.
CC Le modalit di calcolo e di pagamento delle royalties.

Il contratto
deve indicare

CC Le caratteristiche dei servizi offerti dallaffiliante (assistenza tecnica e


commerciale, progettazione, allestimento e formazione).
CC Il know-how fornito.
CC Lambito di eventuale esclusiva territoriale.
CC Le condizioni di rinnovo, risoluzione o eventuale cessione dl contratto.

177

Aver sperimentato la propria formula


commerciale sul mercato prima di
costituire la rete di franchising.

Consegnare allaffiliato, almeno 30


gg. prima della sottoscrizione, copia
del contratto di affiliazione corredata
di ulteriore documentazione sullattivit di affiliazione.
CC Laffiliante ha lobbligo di

Rifornire

laffiliato dei beni previsti


nel contratto.

Concedere

allaffiliato la licenza
duso dei propri segni distintivi.

Fornire assistenza tecnica e commerciale per avviare limpresa.

Fornire

consulenza commerciale,
promozionale e di marketing.

Non

effettuare discriminazioni tra


ununit di vendita e unaltra.

Non

trasferire la propria sede di


attivit, se indicata nel contratto, a
prescindere dal preventivo consenso dellaffiliante, salvo che ricorra
una causa di forza maggiore.

Obblighi delle parti

Osservare e far osservare ai propri


collaboratori e dipendenti, anche
dopo lo scioglimento del contratto,
la massima riservatezza sullattivit
oggetto dellaffiliazione.

Allestire
CC Laffiliato ha lobbligo di

ununit di vendita o comunque attrezzarsi per promuovere


la vendita dei beni e lerogazione
dei servizi.

Acquistare una quantit minima di


prodotti del franchisor.

Rispettare le direttive dellaffiliante.


Utilizzare i segni distintivi dellaffiliante nei limiti della licenza.

Proteggere

i segreti industriali e
commerciali acquisiti.

Prestare un corrispettivo in danaro


normalmente composto sia di una
quota fissa (diritto di entrata: front
money, entry free) che di una quota
variabile proporzionale al giro daffari realizzato (canoni o royalties).
Alle parti, infine, la legge impone un comportamento ispirato ai principi di correttezza, lealt e
buona fede, con lobbligo di non tacere alcuna informazione rilevante in ordine al rapporto che
andranno a costituire.

178

30

Capitolo

Lappalto

1 Nozione, natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte (lappaltatore) assume, con organizzazione di mezzi
propri e gestione a proprio rischio, il compimento di unopera o di un servizio, verso il corrispettivo di
un prezzo (art. 1655 c.c.).
CC Contratto bilaterale.
CC Contratto commutativo.
CC Contratto ad esecuzione prolungata.
Natura giuridica

CC Contratto concluso intuitu personae.


CC Contratto a forma libera (la forma scritta richiesta ad substantiam
solo per i contratti di costruzione di navi o aeromobili).
CC Contratto ad effetti obbligatori.

2 Attivit dellappaltatore
CC Deve compiere con la propria organizzazione lopera o il servizio
che ha assunto.
CC Pu dare in subappalto lesecuzione dellopera solo con lautorizzazione del committente (art. 1656 c.c.). Obbligato, per, resta sempre
lappaltatore-subcommittente che risponder di eventuali inadempimenti del subappaltatore, fermo restando il diritto di regresso nei
confronti di questo.
CC Sullappaltatore ricadono i rischi che incidono sullopera.
CC Lopera va compiuta secondo le modalit convenute (capitolato), a
regola darte e nel termine stabilito.

Lappaltatore

CC Lappaltatore non pu apportare modifiche alle modalit convenute


dellopera senza autorizzazione del committente.
CC Ha una certa autonomia nellesecuzione dellopera, contemperata con
i poteri di controllo e verifica che la legge riconosce al committente
(art. 1662 c.c.).
CC Deve dare immediato avviso al committente dei difetti della materia
da questi eventualmente fornita, se tali difetti si scoprono nel corso
dellopera e possono pregiudicare la regolare esecuzione (art. 1665
c.c.).
CC Deve mettere il committente in condizione di eseguire la verifica finale
dellopera (collaudo) (art. 1665 c.c.).
CC Ha diritto al corrispettivo, subordinato tuttavia allaccettazione dellopera da parte del committente.

179

I vizi devono essere denunciati dal comLappaltatore

CC Lappaltatore deve garantire per le difformit


e i vizi dellopera (art.
1667 c.c.)

mittente entro 60 giorni dalla scoperta, a


pena di decadenza.

Lazione si prescrive in 2 anni.


Per gli immobili destinati per la loro natura
a lunga durata (art. 1669 c.c.), il termine
di prescrizione di 10 anni.

3 Attivit del committente

Il prezzo pu essere stabilito a forfait (cio globalmente)


oppure a misura.


CC tento al pagamento del corrispettivo

ammessa la revisione del prezzo, quando per circostanze imprevedibili si siano verificate variazioni superiori
al decimo nel prezzo dei materiali o della manodopera
(art. 1664 c.c.).

Quando a causa di difficolt sopraggiunte per motivi di ordine geologico, idrico e simili la prestazione dellappaltatore
diventa notevolmente pi onerosa, a questi riconosciuto il
diritto ad un equo compenso svincolato dal limite del 10%.

Il committente

CC Pu apportare variazioni al progetto, purch il loro ammontare non superi il sesto


del prezzo complessivo convenuto: in tal caso deve compensare lappaltatore
per i maggiori lavori eseguiti anche se il prezzo era stato stabilito a forfait.
CC Ha un potere di controllo e di verifica nel corso di esecuzione dellopera.
CC Deve procedere al collaudo dellopera, appena ricevuto linvito alla verifica da
parte dellappaltatore; in caso di ingiustificato ritardo nel collaudo lopera si
intende accettata.

Che

i vizi e le difformit siano


eliminati a spese dellappaltatore

CC In caso di vizi
o difformit
dellopera pu
chiedere

Una

diminuzione del prezzo in


proporzione ai vizi accertati

Salvo il risarcimento del danno


in caso di colpa
dellappaltatore.

La risoluzione del contratto (se i vizi rendono lopera inadatta alla sua destinazione).


Cause

180

4 Estinzione dellappalto
CC Adempimento.
CC Risoluzione per inadempimento o impossibilit sopravvenuta.

CC Recesso del committente o dellappaltatore, in presenza di rilevanti variazioni


necessarie nellesecuzione dellopera (art. 1660, co. 2 e 3, c.c.).
CC Recesso del committente, riconosciuto dallart.
1671 c.c.
Cause

Tale facolt non subordinata allesistenza o


alla ragionevolezza di un motivo ( ad nutum).

Pu

essere esercitata quando lappalto in


corso di esecuzione.

Lappaltatore

ha diritto ad un indennizzo,
comprendente non solo il rimborso dei lavori
gi eseguiti, ma anche le spese sostenute ed
il mancato guadagno.

CC Recesso del committente in seguito alla morte dellappaltatore, qualora la


considerazione di questultimo sia stata motivo determinante a contrarre e
gli eredi non diano affidamento per la buona esecuzione dellopera.

Differenze
Lappalto si distingue dai seguenti contratti:
lavoro subordinato: lappaltatore si impegna a fornire unopera o un servizio (un risultato),
organizzando lattivit con propri mezzi ed a proprio rischio; il lavoratore presta semplice energia
lavorativa e non si accolla alcun rischio economico;
trasporto: sono entrambi contratti di risultato ma, mentre lappalto pu avere ad oggetto qualsiasi tipo di opera o servizio, il trasporto ha per oggetto la prestazione di un servizio tipicamente
individuato (lo spostamento di cose o di persone da un luogo allaltro). Il servizio di trasporto
ben pu essere assunto in appalto, ma pu essere riferito anche ad un solo viaggio e non
presuppone necessariamente unorganizzazione imprenditoriale di mezzi;
compravendita: nellappalto la prestazione il risultato di un lavoro (facere); nella vendita la
prestazione dare una cosa. La distinzione non sempre agevole nellipotesi di vendita di cosa
che dovr essere fabbricata dallo stesso venditore. In tal caso bisogna accertare quale sia la
volont delle parti: se queste hanno dato prevalenza allelemento del lavoro o della elaborazione
della materia prima, si avr appalto; altrimenti, vendita di cosa futura;
somministrazione: nellappalto si ha unobbligazione di facere; nella somministrazione, unobbligazione di dare. La distinzione fra i due contratti, tuttavia, non sempre agevole, poich il
somministrante pu produrre egli stesso le cose oggetto del contratto e, daltro lato, le prestazioni
che costituiscono oggetto del contratto di appalto possono pure avere carattere periodico o continuato. La dottrina fa ricorso al criterio della prevalenza, riconducendo allappalto quei contratti in
cui risultino prevalenti le prestazioni di fare su quelle di dare, e alla somministrazione le fattispecie
in cui lobbligazione di consegnare lopera gi compiuta costituisca loggetto precipuo del negozio;
mandato: la prestazione del mandatario consiste essenzialmente in unattivit deliberativa o
negoziale, cio di formazione e conseguente manifestazione di volont; la prestazione dellappaltatore, invece, consiste nel compimento di unopera o di un servizio: attivit che, sia essa
intellettuale o manuale, prevalentemente esecutiva.
Nel mandato, infine, manca del tutto la caratteristica del rischio economico, che esplica un ruolo
centrale nellappalto;
societ: lappalto, in quanto contratto di scambio, resta distinto dalla societ, anche nelle ipotesi
in cui lappaltatore venga retribuito con partecipazione agli utili che limpresa dellappaltante
ricava dalla sua opera o dal suo servizio. In tali ipotesi, per, il contratto diviene aleatorio,
perch incerto il compenso dellappaltatore: conseguentemente si dubita addirittura che sia
configurabile un vero e proprio appalto, potendosi trattare, invece, di un contratto innominato
soltanto affine allappalto.

181

In sintesi
Con il contratto di appalto una parte (appaltatore) assume nei confronti della controparte (appaltante), con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, lincarico di realizzare
unopera o fornire un servizio, verso corrispettivo in denaro. un contratto consensuale, con effetti
obbligatori. Lobbligazione assunta dallappaltatore unobbligazione di risultato: lappaltatore,
pertanto, inadempiente se non realizza lopera o non esegue il servizio, ossia se non procura
allappaltante il risultato pattuito. Il committente (o appaltante) pu recedere dal contratto in qualsiasi
momento, anche senza un ragionevole motivo: egli, per, deve tenere indenne lappaltatore delle
spese sostenute, dei lavori eseguiti e del mancato guadagno.

Note:

182

31

Capitolo

il trasporto ed i contratti di viaggio

1 Nozione, natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte (vettore) si obbliga, verso un corrispettivo, a trasferire
persone o cose da un luogo ad un altro (art. 1678 c.c.).
CC Contratto consensuale (ad eccezione del trasporto ferroviario di cose).
CC Contratto a prestazioni corrispettive.
Natura giuridica

CC Particolare figura della locatio operis: lopus il trasporto da un luogo ad


un altro di persone o cose.
CC Contratto essenzialmente oneroso.

CC In relazione alloggetto

Tipi di trasporto
CC In relazione alla via
attraverso la quale si
attuano

Trasporto di persone.
Trasporto di cose.
Trasporti aerei.
Trasporti marittimi.
Trasporti terrestri

Stradali.
Ferroviari.
Postali.

2 Trasporto di persone

2.1 Generalit
Nozione: con la conclusione del contratto il vettore si impegna a trasportare da un luogo allaltro, in
cambio di un corrispettivo, il viaggiatore indenne e senza danni alle cose che questo reca con s.
CC Caratteristica del contratto lonerosit.
CC La posizione debitoria del vettore si caratterizza nellobbligo di trasportare, consistente nel trasferire incolume a destinazione il passeggero.
Disciplina

CC Il passeggero ha lobbligo di pagare il corrispettivo al vettore, determinato, in mancanza di patto, dalle tariffe e dagli usi.
CC I diritti nascenti dal contratto si prescrivono nel termine di 1 anno (18
mesi se il trasporto ha inizio o termine fuori Europa), che decorre
dallarrivo della persona a destinazione o dalla data del sinistro.

183

2.2 Responsabilit del vettore


CC Per linadempimento e il ritardo, secondo le regole generali in materia
di obbligazioni: tenuto al risarcimento del danno se non prova che
linadempimento o il ritardo furono determinati da causa a lui non
imputabile (art. 1218 c.c.).

Il vettore responsabile

CC Per i sinistri del viaggiatore e per perdita o avaria


delle cose che il viaggiatore porta con s, se non
prova di aver adottato
tutte le misure idonee
ad evitare il danno (art.
1681 c.c.)

Il viaggiatore deve solo provare lesistenza del contratto di trasporto e il danno


subito durante il viaggio.

Il vettore ha lonere di provare di aver


adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno o che il sinistro dovuto a
caso fortuito o a fatto del danneggiato
o di terzi.

CC Sono nulle le clausole contrattuali che limitano la responsabilit del


vettore per i sinistri alla persona del viaggiatore.
CC Responsabilit contrattuale: il vettore ha lobbligo di trasportare incolume il viaggiatore a destinazione.

Natura della responsabilit

CC P a r t e d e l l a d o t t r i n a
ammette il concorso
dellazione extracontrattuale (ex art. 2043
c.c.), basata sul principio
generale del neminem
laedere, ci

Lascia a carico del viaggiatore lonere di


provare la colpa del vettore.

Concede al viaggiatore unazione soggetta al termine di prescrizione pi ampio


(2 anni, art. 2947, co. 2, c.c.).

Le norme sulla responsabilit del vettore:


Si applicano anche in caso di trasporto gratuito (assunzione contrattuale di trasporto senza corrispettivo) (art. 1681, co. 3, c.c.).
Non si applicano al trasporto amichevole o di cortesia (in cui manca una stipulazione contrattuale);
in tal caso si applica unicamente lart. 2043 c.c. (responsabilit extracontrattuale).

3 Trasporto di cose

3.1 Generalit
Nozione: nel trasporto di cose il vettore si impegna a trasportare cose da un luogo ad un altro su ordine
del mittente e in favore di un destinatario che pu essere anche lo stesso mittente.
CC un contratto consensuale.
CC La consegna o laffidamento rientra nellesecuzione del contratto e da
questa deriva lobbligo di custodia da parte del vettore.
Disciplina

184

CC Il diritto di disporre delle cose compete al mittente, che pu modificare


il contratto di trasporto anche in corso di esecuzione, salvo lobbligo
di rimborsare le spese e risarcire i danni derivanti dal contrordine
(art. 1685 c.c.).

Lesecuzione del contratto , di regola, accompagnata dallemissione di diversi documenti:


la lettera di vettura, rilasciata dal mittente al vettore con tutte le indicazioni necessarie per lesecuzione del contratto;
il duplicato della lettera di vettura o la ricevuta di carico rilasciata dal vettore al mittente, probante
lavvenuta consegna dei beni per il trasporto.
Il D.Lgs. 214/2008 ha introdotto, inoltre, la scheda di trasporto, con lo scopo di rappresentare agli organi
di vigilanza tutti i dettagli dellattivit di autotrasporto merci in conto terzi. Sulla scheda devono essere
annotati il vettore, il committente, il caricatore, il proprietario della merce, la tipologia del prodotto e i
luoghi di carico e scarico e deve seguire la merce per tutto il tragitto.
Se rilasciati con la clausola allordine, detti documenti diventano titoli di credito ed incorporano tutti
i diritti nascenti dal contratto di trasporto, potendo, altres, essere trasferiti mediante girata del titolo.

3.2 Obbligazioni del vettore e del mittente


CC Deve compiere tutti gli atti necessari per rendere possibile lesecuzione
della prestazione di trasporto.

Dal mittente al momento della conclusioIl mittente

CC Deve pagare il prezzo


che pu essere corrisposto

ne del contratto.

Dal destinatario allatto della consegna


del carico.

CC Pu, fino al momento in cui le cose sono arrivate a destinazione, disporre delle merci (cd. diritto al contrordine) (art. 1685, co. 1 e 2, c.c.).

CC Deve ricevere in consegna le cose da trasportare.

Il vettore

CC Deve eseguire il trasporto secondo le modalit e nei termini previsti


dal contratto, dalla legge o dagli usi.
CC Deve riconsegnare le cose nel luogo di destinazione, dandone avviso
al destinatario.
CC Deve custodire le cose da trasportare.

3.3 Responsabilit del vettore


CC Per linadempimento o il ritardo, secondo le norme generali in materia
di obbligazioni (art. 1218 c.c.).
Il vettore risponde

CC Per la perdita o lavaria delle cose consegnategli per il trasporto se


non prova che la perdita o lavaria derivata da caso fortuito, oppure
da vizi della cosa trasportata o da fatto del mittente o del destinatario
(art. 1693 c.c.). Restano a suo carico i rischi per perdite o avarie per
cause equivoche o ignote.

185

CC Lazione si prescrive in 1 anno decorrente dal giorno in cui avvenuta


o sarebbe dovuta avvenire la consegna delle cose trasportate.
CC Tale responsabilit considerata un mero aggravamento sul piano
probatorio della responsabilit debitoria ordinaria (art. 1218 c.c.).

Disciplina

CC La responsabilit temperata

Dalla possibilit di avvalersi di clausole


contrattuali che stabiliscano presunzioni
di caso fortuito (art. 1694 c.c.).

Dalla

presunzione di irresponsabilit
per calo naturale (art. 1695 c.c.): il
vettore risponde solo per le diminuzioni
di peso e di misura che oltrepassino il
calo naturale.

4 Pubblici servizi di linea

Sono quei servizi di trasporto che si svolgono su determinati itinerari prestabiliti e per concessione
amministrativa: essi sono esercitati in regime di monopolio.
Il legislatore, per, per evitare il danno che una situazione monopolistica comporta nei confronti degli
utenti, ha sancito due obblighi fondamentali a carico di chi esercita tale attivit (art. 1679 c.c.):
lobbligo legale a contrarre: il concessionario, cio, tenuto ad accettare tutte le richieste di trasporto, purch compatibili con i mezzi ordinari dellimpresa;
la parit di trattamento: il concessionario deve stipulare il contratto con tutti i richiedenti secondo
le condizioni generali stabilite e rese note al pubblico, senza arbitrarie preferenze o precedenze.

5 I contratti di viaggio

Sono contratti sviluppatisi con il cd. turismo di massa e presentano diversa tipologia (Convenzione sui
contratti di viaggio di Bruxelles ratificata in Italia con L. 1084/1977).
CC Contratto di
viaggio in senso stretto

il contratto nellambito del quale lorganizzatore assume

CC Contratto di
organizzazione di viaggio

Lagenzia

lincarico di vettore nei confronti del cliente.

Va considerato un vero e proprio contratto di trasporto.


turistica si obbliga ad offrire trasporto, vitto,
alloggio e tutto ci che necessario.

Si parla di vero e proprio appalto di servizi, con responsabilit dellagenzia per la mancata realizzazione del risultato
promesso.

Tipi

CC Contratto di
intermediazione di viaggio

Lagenzia si impegna a procurare al cliente un contratto di


organizzazione di viaggio oppure offre servizi che consentono di effettuare un viaggio o un soggiorno.

Lintermediario pu essere parificato ad un mandatario senza rappresentanza: non risponde, pertanto, della mancata
prestazione dei servizi convenuti con i terzi.

186

Il Codice del consumo (D.Lgs. 206/2005) ha dettato una disciplina uniforme dei servizi turistici, recependo la normativa gi dettata dal D.Lgs. 111/1995 che, in attuazione della direttiva n. 90/314/CEE,
aveva introdotto la figura contrattuale dei viaggi tutto compreso.

Disciplina
(artt. 82-100
D.Lgs. 206/2005)

CC Il D.Lgs. 206/2005 regola i pacchetti turistici, venduti od offerti sul


territorio nazionale ad un prezzo forfettario, aventi ad oggetto i viaggi,
le vacanze ed i circuiti tutto compreso risultanti dalla prefissata combinazione di almeno due servizi tra il servizio di trasporto, di alloggio
e i servizi turistici non accessori ai precedenti che costituiscano parte
significativa del pacchetto medesimo, di durata superiore alle 24 ore
ovvero estendentisi per un periodo di tempo comprendente almeno
una notte. Tali norme si applicano anche ai pacchetti turistici negoziati al di fuori dei locali commerciali e a distanza. La L. 69/2009 ha
introdotto modifiche ed integrazioni ad alcune disposizioni del Codice
del consumo relative al contratto di vendita di pacchetti turistici e al
Fondo nazionale di garanzia per i servizi turistici.
CC Fermi restando gli obblighi previsti dallart. 92, in caso di mancato o
inesatto adempimento delle obbligazioni assunte con la vendita del
pacchetto turistico, lorganizzatore e il venditore sono tenuti al risarcimento del danno secondo le rispettive responsabilit se non provano
che il mancato o inesatto adempimento stato determinato da impossibilit della prestazione derivante da causa a loro non imputabile.
CC In caso di danno, alla persona e di altro tipo, del viaggiatore
lorganizzatore esonerato dalla responsabilit solo provando che
linadempimento imputabile al consumatore o dipeso dal fatto
di un terzo a carattere imprevedibile o inevitabile, ovvero da caso
fortuito o forza maggiore.

In sintesi
Il contratto di trasporto il contratto con il quale un vettore si obbliga, verso un corrispettivo, a
trasferire da un luogo allaltro cose o persone (art. 1678 c.c.). un contratto che ha per oggetto
lo spostamento, a rischio del vettore, di cose o persone, per via terra, mare, aria.
Per quanto riguarda il trasporto di persone, trattasi di un contratto consensuale ed oneroso che d
vita ad una obbligazione di fare.
Nellipotesi di trasporto di cose si tratta di un contratto consensuale: la consegna della cosa rientra,
infatti, nel momento dellesecuzione del contratto gi perfetto. Le parti del contratto sono il vettore
ed il mittente (che colui che richiede il trasporto) ma nella fase esecutiva assume rilievo anche
la persona del destinatario (colui al quale le merci devono essere consegnate). Di conseguenza, il
trasporto configura generalmente un contratto a favore del terzo (destinatario).
Infine, lo sviluppo del turismo di massa ha determinato laffermarsi di nuove fattispecie contrattuali:
il contratto nellambito del quale lorganizzatore del viaggio assume lincarico di vettore nei
confronti del cliente (esempio tipico la crociera nel quale vettore la compagnia di navigazione);
il contratto di organizzazione di viaggio, nel quale lagenzia turistica si obbliga ad offrire al
cliente trasporto, alloggio, vitto e tutto quanto necessario al viaggio ( un vero e proprio appalto
di servizi);
il contratto di intermediazione di viaggio, in cui lagenzia di viaggio si impegna a procurare
al cliente un contratto di organizzazione di viaggio (in questo caso lagenzia agisce come
mandatario senza rappresentanza);
il contratto che prevede la vendita dei cd. pacchetti turistici, previsto da ultimo dal Codice del
consumo (D.Lgs. 206/2005).

187

Note:

32

Capitolo

il deposito e il contratto dalbergo

1 Il deposito

1.1 Nozione, natura giuridica


Nozione: il contratto con il quale una parte (depositario) riceve dallaltra (depositante) una cosa
mobile con lobbligo di custodirla e di restituirla (art. 1766 c.c.).
La causa consiste nellassicurare la custodia della cosa e provvedere alla conservazione materiale di
essa, preservandola dai pericoli di sottrazione, distruzione e danneggiamento.
CC Contratto reale.
CC Contratto di durata.
Natura giuridica

CC Contratto non formale.


CC Contratto presumibilmente gratuito: tale presunzione non sussiste
quando il depositario eserciti professionalmente lattivit dedotta in
contratto.

1.2 Disciplina
CC Usare, nel custodire la cosa, la diligenza del buon padre di famiglia:
in caso di deposito gratuito leventuale responsabilit per colpa
valutata con minor rigore (art. 1768 c.c.).
Obbligazioni del depositario

CC Non utilizzare la cosa senza il consenso del depositante (art. 1770


c.c.).
CC Restituire la cosa in ogni momento in cui il depositante la richieda
(art. 1771 c.c.).
CC Restituire al depositante i frutti della cosa (art. 1775 c.c.).

CC Pagare leventuale compenso (art. 1781 c.c.).


Obbligazioni del depositante

CC Rimborsare le spese fatte per conservare la cosa (art. 1781 c.c.).


CC Pagare le spese necessarie per la restituzione della cosa (art. 1774
c.c.).
CC Ritirare la cosa depositata a richiesta del depositario (art. 1771 c.c.).

2 Il deposito irregolare

Nozione: il deposito avente ad oggetto una quantit di danaro o di altre cose fungibili delle quali
viene concessa al depositario la facolt di servirsi (art. 1782 c.c.).
CC Il depositario acquista la propriet delle cose e pu disporne.
Disciplina

CC Deve restituirne altrettante della stessa specie e qualit.


CC Si applicano, per quanto compatibili, le norme relative al mutuo.

189

Differenze
Il deposito si distingue:
dal mutuo, che comporta il passaggio della propriet delle cose dal mutuante al mutuatario, sul
quale non grava alcuna obbligazione di custodia, ma solo quella di restituire altrettante cose
dello stesso genere e qualit;
dal comodato, in quanto questo diretto al solo scopo di consentire luso ed il godimento
della cosa da parte del comodatario. La custodia da parte del comodatario ha solo un carattere
strumentale ed accessorio, mentre nel deposito essa lo scopo stesso del contratto;
dal mandato, in quanto il depositario non tenuto che ad unattivit prevalentemente materiale;
dal riporto e dal contratto estimatorio, in quanto in tali contratti la funzione traslativa finalizzata alla vendita.

3 Il deposito nei magazzini generali

Nozione: con tale contratto unimpresa assume lobbligo di custodire presso i propri magazzini beni
mobili (di solito merci tipo grano, verdure, carbone, olio, che possono essere custoditi anche alla rinfusa cio immagazzinando merce della stessa qualit, ma proveniente da depositanti diversi presso
gli stessi locali o negli stessi recipienti) secondo lo schema del deposito regolare.
CC Il contratto che intercorre tra cliente e imprenditore un deposito.
CC Lobbligo non solo quello della custodia, ma anche della conservazione in impianti e luoghi idonei: comporta pertanto una serie di
obblighi strumentali di protezione e vigilanza.

Presunzione
CC La responsabilit del depositario regolata dallart.
1787 c.c.

Disciplina

di responsabilit del
gestore dei magazzini generali vinta
solo con la prova che la perdita, il calo,
lavaria derivato dal caso fortuito,
dalla natura delle merci, dai vizi delle
stesse o dellimballaggio.

responsabilit oggettiva (per rischio


dimpresa).

CC A richiesta del depositante possono essere rilasciati particolari titoli


(fede di deposito e nota di pegno) che consentono la negoziazione
o la costituzione in pegno delle merci senza la necessit di un loro
materiale spostamento.

4 Il contratto di posteggio

Il contratto assume
due connotazioni

190

CC Posteggio nelle vie pubbliche: si esaurisce in una pura attivit di


custodia.
CC Posteggio in garage: un contratto di deposito qualora le altre obbligazioni (pulitura, manutenzione del veicolo) si pongano in rapporto
di subordinazione.

5 Il contratto dalbergo

5.1 Nozione, natura giuridica


Nozione: lalbergatore si obbliga, dietro corrispettivo in denaro, ad alloggiare il cliente in uno o pi
locali dellalbergo, convenientemente mobiliati e provvisti di adeguati servizi e, di solito, a fornirgli le
bevande e i cibi richiesti.
CC Contratto atipico.
Natura giuridica

CC Contratto misto di locazione di cose e di locazione dopera, nel quale


le singole prestazioni rimangono collegate in funzione di uno scopo
unitario e sono regolate dalle norme dettate per i singoli contratti.

5.2 Disciplina
Non essendo un contratto tipico (cio disciplinato dalla legge), la dottrina rinviene nel contratto di
albergo elementi riconducibili alla locazione, alla somministrazione, al contratto di opera.
Unico aspetto minuziosamente disciplinato quello relativo alla responsabilit dellalbergatore per
le cose portate dal cliente in albergo.
Le cose portate in albergo sono:
le cose che, durante il periodo di soggiorno in albergo, si trovano in esso o nei locali di pertinenza;
le cose che, durante il tempo nel quale il cliente dispone dellalloggio, sono assunte in custodia
dallalbergatore, da un membro della sua famiglia o da un suo ausiliario fuori dellalbergo;
le cose che, durante il periodo di tempo ragionevole, precedente o successivo a quello in cui il
cliente dispone dellalloggio, sono assunte in custodia dallalbergatore, da un membro della sua
famiglia o da un suo ausiliario, sia nellalbergo che fuori dellalbergo.
Le norme sono inapplicabili per i danni che i clienti hanno subito ai veicoli ed alle cose in essi lasciati
o agli animali vivi.

Per le cose che gli sono state conCC La responsabilit per deterioramento, distruzione o
sottrazione illimitata

Responsabilit
dellalbergatore

segnate in custodia o per quelle che


lalbergatore si illegittimamente
rifiutato di ricevere (art. 1784 c.c.).

Quando il cliente dimostri che la perdita delle cose da lui portate in albergo
sia imputabile a colpa, anche lieve,
dellalbergatore, dei suoi familiari o
dei suoi ausiliari (art. 1785bis c.c.).

Per
CC La responsabilit limitata
al valore di quanto perduto (sottratto, distrutto o
deteriorato) fino allequivalente di cento volte il prezzo
giornaliero dellalloggio

le cose che il cliente porta in


albergo senza consegnarle allalbergatore.

Per quelle di cui lalbergatore si sia


assunto la custodia fuori dellalbergo o durante un periodo di tempo
ragionevole, precedente o successivo a quello in cui il cliente dispone
dellalbergo.

191

Responsabilit
dellalbergatore

CC una responsabilit oggettiva (per rischio dimpresa). Lalbergatore pu


sottrarsi alla stessa dimostrando che la perdita o il
deterioramento sono dovuti

A fatto del cliente.


A forza maggiore.
Alla natura della cosa.

CC Il cliente perde la pretesa risarcitoria ove denunci il danno con ritardo.


CC Sono nulli tutti i patti o le dichiarazioni tendenti ad escludere o a
limitare preventivamente la responsabilit dellalbergatore (art.
1785quater c.c.).
In sintesi
Con il contratto di deposito una parte (depositario) riceve dallaltra parte contrattuale (depositante)
una cosa mobile con lobbligo di custodirla e di restituirla in natura.
Il contratto di deposito si presume gratuito, salvo che dalla qualit professionale del depositario o
da altre circostanze si debba desumere una diversa volont delle parti (art. 1767 c.c.).
Molto diffuso il cd. contratto di deposito nei magazzini generali, edifici attrezzati per la conservazione di merci anche deperibili in attesa che siano messe in circolazione.
La dottrina designa, infine, come contratto dalbergo il negozio atipico mediante il quale lalbergatore si obbliga, dietro corrispettivo in danaro, ad alloggiare il cliente in uno o pi locali dellalbergo,
convenientemente mobiliati e provvisti di adeguati servizi e, di solito, a fornirgli le bevande ed i
cibi richiesti.
Listituto ha avuto unampia elaborazione dottrinale, limitandosi il codice civile a regolare soltanto
laspetto attinente alla responsabilit dellalbergatore per le cose portate in albergo, ponendo le
relative norme nel contesto della disciplina dettata per il deposito (artt. 1783-1786 c.c.).

192

33

Capitolo

il mandato, la spedizione
e la commissione

1 Il mandato

1.1 Nozione, natura giuridica


Nozione: il contratto con il quale una parte (mandatario) si obbliga a compiere uno o pi atti giuridici
per conto dellaltra parte (mandante) (art. 1703 c.c.).
Rientra nella categoria della locatio operis, ma se ne distingue per la particolare attivit che forma
oggetto dellobbligazione del mandatario, ossia il compimento di atti giuridici.
CC Contratto consensuale.
CC Contratto bilaterale.
Natura giuridica

CC Contratto ad effetti obbligatori.


CC Contratto di natura personale, perch si stipula intuitu personae.
CC Contratto sia oneroso che gratuito.

CC Oggetto del mandato sempre il compimento di atti giuridici, siano


essi negoziali o non negoziali.

Caratteri

CC Non sono richieste forme particolari per la conclusione: la giurisprudenza ritiene che la forma scritta richiesta per il mandato che abbia
per oggetto il compimento di atti per i quali occorra la forma scritta.
CC Il mandato pu essere anche tacito, purch si evidenzi un comportamento univoco che valga come accettazione da parte del mandatario.
CC Il mandato si presume oneroso, ma pu essere anche gratuito.

1.2 Mandato e rappresentanza

Il

mandatario agisce in nome e per conto del


mandante.

CC Con rappresentanza

Al mandato collegata una procura.


Gli effetti si producono direttamente

in capo al

mandante.

Il mandato pu
essere

CC Senza rappresentanza

Il mandatario agisce in nome proprio.


Il mandatario acquista diritti e assume

obblighi
derivanti dal negozio, mentre i terzi non entrano
in alcun rapporto con il mandante.

193

In caso di mandato
ad acquistare (art.
1706 c.c.)
Il mandato pu
essere

CC Senza rappresentanza

In caso di beni immobili o


mobili iscritti in un apposito registro, il mandatario che li ha acquistati in
nome proprio deve ritrasferirli al mandante con
un successivo negozio.
In caso di mobili non registrati il mandante ha diritto di rivendicare le cose
mobili acquistate per suo
conto dal mandatario che
ha agito in nome proprio.

Al mandante concesso di agire per lesercizio dei


diritti derivanti dallesecuzione del mandato (art.
1705 c.c.): lazione, secondo la giurisprudenza,
diretta e non surrogatoria.

CC Mandato

Mandato e procura sono distinti


CC Procura

un contratto.
Conferisce un incarico.
conferito solo per il compimento di atti giuridici.
Riguarda il rapporto interno.
negozio unilaterale recettizio.
Conferisce un potere.
Pu essere conferita anche per il compimento
di attivit materiali.

Si discute se sia causale o astratta.


Riguarda il rapporto esterno.
1.3 Disciplina
CC Il mandatario tenuto ad eseguire quanto il mandato gli prescrive con la
diligenza del buon padre di famiglia.
CC Deve dare notizia al mandante dellesecuzione dello stesso e deve presentare
un rendiconto.
CC La sua responsabilit valutata con minor rigore qualora il mandato sia
gratuito.
Obbligazioni del
mandatario (artt.
1710-1718 c.c.)

CC Il mandatario non risponde verso il mandante delle obbligazioni assunte dai


terzi con i quali ha contrattato.
CC Non pu eccedere i limiti fissati dal contratto.
CC Deve comunicare circostanze sopravvenute che possano determinare la
revoca o la modificazione del mandato.
CC Non pu farsi sostituire da altri nellesecuzione del mandato, salvo che non
sia stato autorizzato dal mandante o che la sostituzione sia necessaria per
la natura dellincarico: in caso contrario risponde delloperato del sostituto
(art. 1717 c.c.).

194

CC Il mandante deve somministrare i mezzi necessari per lesecuzione del


mandato.
Obbligazioni del
C
C
Rimborsare le spese e le anticipazioni fatte dal mandatario.
mandante (artt.
1719-1721 c.c.)
CC Pagargli il compenso, se pattuito.
CC Risarcirgli i danni eventualmente subiti a causa dellincarico.

CC Per scadenza del temine.


CC Per il compimento dellaffare da parte del mandatario.
CC Per morte, interdizione o inabilitazione del mandante o del mandatario.

Estinzione

CC Per rinunzia del mandatario.


CC Per revoca del mandante.

Generale: se riveste globalmente la cura di tutti


gli interessi del mandante.
CC In relazione ai poteri che
attribuisce alle parti

Generico: se riguarda alcuni poteri specifici (es.:


potere di vendere).

Specifico:

se riguarda specifici poteri relativamente a determinati beni (es.: potere di vendere


il fondo tuscolano).

Mandato

conferito nellinteresse esclusivo del


mandante.

Tipi di mandato

CC In relazione agli interessi


che persegue

Mandato conferito nellinteresse del mandante


e del mandatario.

Mandato conferito nellinteresse del mandante


e di terzi.

Collettivo: conferito da pi persone ad un solo


mandatario, con un unico atto e nellinteresse
comune.
CC In relazione ai soggetti

Congiuntivo: conferito a pi persone destinate


ad agire congiuntamente.

Disgiuntivo: conferito a pi mandatari che possono operare separatamente.

2 La spedizione

2.1 Nozione e disciplina


Nozione: la spedizione un mandato senza rappresentanza, con cui una persona (spedizioniere)
assume lobbligo di concludere, in nome proprio e per conto del mandante, un contratto di trasporto
di cose e di compiere le operazioni accessorie (art. 1737 c.c.).

Disciplina

CC Il mandato conferito allo spedizioniere revocabile finch il contratto


di trasporto non sia stato concluso (art. 1738 c.c.).

195

CC Lo spedizioniere deve osservare le istruzioni del committente, per la


scelta del mezzo, della via e delle modalit del trasporto: in mancanza, deve operare secondo il migliore interesse del medesimo (art.
1739 c.c.).
Disciplina

CC Tra le obbligazioni accessorie dello spedizioniere pu rientrare anche


la custodia temporanea delle merci: si applica, in tal caso, la disciplina
del deposito.
CC Lo spedizioniere non tenuto ad assicurare le cose spedite (art.
1739, co. 1, c.c.); ha diritto alla retribuzione, oltre che ai compensi
per le prestazioni accessorie eseguite, ed al rimborso delle spese
anticipate (art. 1740 c.c.).

3 La commissione

3.1 Nozione e disciplina


Nozione: un mandato senza rappresentanza avente ad oggetto lacquisto o la vendita di beni per
conto del committente da parte del commissionario che agisce in nome proprio (art. 1731 c.c.).
CC Si applicano le disposizioni relative al mandato.
CC La commissione sempre onerosa (il compenso prende il nome di
provvigione).

CC espressamente prevista
la possibilit dellentrata
del commissionario come
parte del contratto. Infatti,
quando la commissione
ha per oggetto lacquisto
o la vendita di titoli o merci
aventi un prezzo ufficiale di
mercato

Il

CC Il commissionario pu essere assoggettato alla clausola dello star del credere

Il commissionario garantisce al com-

commissionario pu fornire al
prezzo corrente le cose che deve
comprare.

Pu

acquistare per s le cose che


deve vendere, salvo il diritto alla
provvigione.

Disciplina
mittente il regolare adempimento
dellobbligazione del terzo ed il buon
esito dellaffare, ossia risponde con il
proprio patrimonio qualora le persone
con cui ha concluso il contratto siano
inadempienti.

Secondo parte della dottrina, in tal


caso il commissionario assume la
figura e gli obblighi di un fideiussore
(MINERVINI) e ha diritto ad una
maggiore provvigione.

196

34

Capitolo

Lagenzia e la mediazione

1 Lagenzia

1.1 Nozione, natura giuridica


Nozione: una parte (agente) assume stabilmente lincarico di promuovere per conto dellaltra (preponente), verso retribuzione, la conclusione di affari in una zona determinata (art. 1742 c.c.).
Lagente un imprenditore commerciale, ausiliario autonomo dellimprenditore preponente con organizzazione a proprio rischio.
CC La promozione, verso corrispettivo, della conclusione di affari tra
preponente e terzi nellambito di una zona determinata.

Caratteri essenziali

CC La stabilit dellincarico, intesa come preordinazione del rapporto, non


gi ad un singolo o pi affari predeterminati, ma a tutti gli affari di una
certa specie, svolti per un certo tempo, nellinteresse del preponente
e in coordinazione con lattivit del medesimo.
CC Lautonomia dellagente, con gestione dellattivit a proprio rischio.
CC Lassenza del vincolo di subordinazione dallazienda preponente.

1.2 Attivit dellagente e del preponente


CC Promozione della conclusione di
contratti

Ricercando e visitando clienti.


Pubblicizzando loro i prodotti.
Sollecitando gli stessi alla stipulazione.

CC Facolt di riscuotere i crediti del preponente (art. 1744 c.c.).


CC Facolt di concedere sconti o dilazioni.
Attivit dellagente

CC Tutela degli interessi del preponente e comportamento improntato ai


principi di lealt e buona fede.
CC Adempimento dellincarico in conformit alle istruzioni ricevute.
CC Informazione del preponente circa le condizioni di mercato ed ogni
altra notizia che si riveli utile per valutare la convenienza dei singoli
affari (art. 1746 c.c.).
CC Comunicazione al preponente della sopravvenienza di eventuali
impedimenti che rendono impossibile o comunque difficoltosa la
prosecuzione del rapporto di agenzia (art. 1747 c.c.).

197

Viene determinata in ragione di una percentuale sul valore dellaffare o stabilita sotto forma di
sovrapprezzo sul prezzo minimo.

Pu consistere in una somma fissata per ogni


contratto concluso o per ogni unit di misura
della merce che oggetto della prestazione.

Per

il diritto alla provvigione non richiesta


la regolare esecuzione dellaffare stesso (art.
1748 c.c.), ma semplicemente che laffare si sia
concluso per effetto del suo intervento.

Ha diritto alla provvigione anche per gli affari


CC Alla provvigione

conclusi dopo lo scioglimento del contratto,


qualora la loro conclusione sia dipesa dallattivit dellagente.

Ha diritto ad una provvigione indiretta per gli


affari conclusi direttamente dal preponente, che
devono avere esecuzione nella zona riservata
allagente, salvo che sia diversamente pattuito
(art. 1748, co. 2, c.c.).

Diritti dellagente

La provvigione va corrisposta anche per gli affari non andati a buon fine per causa imputabile
al preponente.

Il diritto al compenso sorge anche nel caso in


cui la mancata esecuzione dellaffare derivi
da un accordo intervenuto tra il preponente
ed il terzo.

Se ha procurato nuovi clienti al preponente o


CC Ad unindennit in
caso di cessazione
del rapporto

abbia sensibilmente sviluppato gli affari con


conseguenti vantaggi del preponente.

Il pagamento dellindennit deve essere equo,


tenuto conto delle circostanze e delle provvigioni che lagente perde.

Lindennit dovuta anche se il rapporto cessa


per morte dellagente.
CC Corresponsione allagente di un compenso (provvigione) sugli affari
conclusi per effetto del suo intervento.
CC Consegna allagente di un estratto dei libri contabili e di tutte le informazioni necessarie per verificare limporto delle provvigioni.
Attivit del preponente

CC Messa a disposizione dellagente della documentazione relativa ai


beni ed ai servizi trattati.
CC Informazione dellagente circa laccettazione o il rifiuto o la mancata
esecuzione di un affare procuratogli, entro un termine ragionevole.
CC Avviso allagente, entro un termine ragionevole, allorquando preveda
che il volume delle operazioni commerciali sar inferiore a quello che
lagente avrebbe potuto normalmente attendersi.

198

1.3 Diritto di esclusiva e patto di non concorrenza


CC Il preponente non pu valersi contemporaneamente di pi agenti nella
stessa zona e per lo stesso ramo di attivit, salvo patto contrario.

Diritto di esclusiva

CC Lagente non pu assumere lincarico di trattare, nella stessa zona


e per lo stesso ramo, gli affari di pi imprese in concorrenza tra loro
(art. 1743 c.c.).
CC Il diritto di esclusiva non rappresenta un requisito essenziale dellagenzia.
CC Tale clausola di esclusiva, pur integrando una limitazione della concorrenza, non soggetta alla disciplina dellart. 2596 c.c.
CC il patto attraverso cui lagente si impegna a non svolgere determinate
attivit dopo lo scioglimento del contratto di agenzia.
CC Richiede la forma scritta a pena di nullit.

Patto di non concorrenza

CC Va limitato alla zona, clientela e genere di beni o servizi attribuiti


allagente e la sua durata non pu eccedere i due anni successivi
alla cessazione del contratto.
CC Deve prevedere una indennit di natura non provvigionale.

1.4 Lo scioglimento del contratto

Per
CC Il contratto di agenzia
a tempo indeterminato si scioglie

Scioglimento

recesso, con lobbligo di un congruo


preavviso.

A seguito di risoluzione per inadempimento,


nei casi in cui linadempimento dellagente o
del preponente si riveli tale da incidere negativamente sulla stessa funzione del contratto.

Alla scadenza del termine (se continua ad


CC Il contratto di agenzia
a tempo determinato si scioglie

essere eseguito dalle parti successivamente,


si trasforma in contratto a tempo indeterminato).

A seguito di risoluzione per inadempimento.


Non ammesso il recesso unilaterale ex
art. 1750 c.c.

2 La mediazione

2.1 Nozione e caratteri


Nozione: il mediatore colui che mette in relazione due o pi parti per la conclusione di un affare,
senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza (art. 1754 c.c.).

Caratteri

CC Messa in relazione delle parti, costituente il risultato di unapposita


attivit finalizzata alla conclusione di un determinato affare.
CC Esistenza di una precisa volont delle parti intermediate.
CC Indipendenza ed imparzialit del mediatore.

199

2.2 Attivit del mediatore


CC Ha lonere di porre in contatto le parti interessate alla conclusione
dellaffare.
CC Deve comportarsi secondo le regole della correttezza (art. 1175 c.c.)
e prestare la diligenza del buon padre di famiglia (art. 1176 c.c.).
CC Ha lobbligo di non divulgare notizie dategli dalle parti.

Il mediatore

CC Ha lobbligo di comunicare alle parti tutte le circostanze da lui conosciute che possano influire sulla conclusione dellaffare, consentendo
una pi esatta valutazione in ordine alla convenienza e alla sicurezza
delloperazione economica (art. 1759, co. 1, c.c.).
CC Deve garantire lautenticit delle sottoscrizioni degli atti e dellultima
girata dei titoli che vengono trasmessi per suo tramite (art. 1759, co.
2, c.c.).
CC Pu anche non rivelare il nome di un contraente allaltro: in tal caso
risponde in proprio, nei confronti della parte alla quale non ha manifestato il nome, per lesecuzione del contratto (art. 1762 c.c.).

CC Lattivit del mediatore si esaurisce con la conclusione dellaffare: egli


resta estraneo alla susseguente esecuzione del contratto mediato.

Esecuzione del contratto

CC Il mediatore pu

Prestare fideiussione per le obbligazioni di


una delle parti (art. 1763 c.c.).

Assumere

la rappresentanza di una delle


parti nella fase di esecuzione del contratto
stesso (art. 1761 c.c.).

2.3 La provvigione
Nozione: il corrispettivo che spetta al mediatore per lattivit svolta, posto a carico di ciascuna delle
parti intermediate.
CC Il pagamento della
provvigione subordinato

Alla conclusione dellaffare tra le parti che


il mediatore ha messo in relazione (art.
1755 c.c.).

Alla presenza del nesso causale fra lattivit intermediatrice e laffare concluso.
Caratteristiche
CC Nellipotesi di conclusione del contratto condizionale, il diritto alla
provvigione

200

Se la condizione sospensiva, sorge nel


momento in cui si verifica la condizione.

Se

la condizione risolutiva, non viene


meno con il verificarsi della condizione.

CC La provvigione spetta anche in caso di contratto rescindibile o annullabile.


Caratteristiche

CC Il diritto viene meno nellipotesi di contratto nullo: la nullit impedisce


che il contratto produca effetti.
CC Se laffare si concluso con lintervento di pi mediatori ciascuno di
essi ha diritto ad una quota di provvigione (art. 1758 c.c.).

2.4 La SCIA nelle attivit di intermediazione commerciale e di affari, agente e rappresentante di commercio, mediatore marittimo, spedizioniere
In passato, le diverse leggi di settore prevedevano che per esercitare le attivit di agente o rappresentante di commercio, agente di affari in mediazione, mediatore marittimo, occorresse la preventiva
iscrizione negli appositi ruoli tenuti dalle camere di commercio.
In materia intervenuto, dapprima, il D.Lgs. 59/2010, che ha disposto la soppressione dei ruoli degli
agenti di affari in mediazione, degli agenti e rappresentanti di commercio, dei mediatori marittimi e
dellelenco degli spedizionieri, prevedendo che lesercizio di tali attivit fosse soggetto ad una dichiarazione di inizio di attivit (DIA) da presentare alla camera di commercio competente per territorio,
tramite lo sportello unico per le attivit produttive.
La DIA doveva essere corredata delle autocertificazioni attestanti il possesso dei requisiti morali e
professionali prescritti e la relativa attivit poteva essere iniziata decorsi 30 giorni dalla presentazione
della dichiarazione.
La camera di commercio, infatti, doveva verificare il possesso dei requisiti da parte degli esercenti le
suddette attivit ed iscrivere i dati relativi nel registro delle imprese, se lattivit fosse stata svolta in
forma di impresa, oppure nel repertorio delle notizie economiche e amministrative (REA) assegnando
la relativa qualifica.
Da ultimo, invece, con la conversione, ad opera della L. 122/2010, del D.L. 78/2010, la dichiarazione
di inizio attivit (DIA) stata sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attivit (SCIA).
CC Agente di affari in mediazione.
CC Agente e rappresentante di commercio.
CC Autoriparazione.
La SCIA si applica alle seguenti attivit economiche

CC Commercio allingrosso.
CC Facchinaggio.
CC Impiantistica.
CC Mediatore marittimo.
CC Pulizia.
CC Spedizioniere.

La SCIA deve

CC Essere presentata al registro delle imprese della camera di commercio di competenza nel giorno dellinizio dellattivit economica;
per le sole persone fisiche, la SCIA andr presentata alla camera
di commercio della provincia presso la quale si intende iniziare lo
svolgimento dellattivit e determiner la loro iscrizione al ruolo/
elenco corrispondente.
CC Essere allegata ad un modello di comunicazione unica e di iscrizione/variazione al registro delle imprese.
CC Contenere le autocertificazioni necessarie per documentare il
possesso dei requisiti personali, morali e professionali previsti
dalle normative.

201

Dopo aver presentato la SCIA, il nuovo imprenditore pu iniziare a svolgere lattivit senza aspettare
i 30 giorni previsti dalla normativa precedente. Le amministrazioni hanno 60 giorni a disposizione
per esercitare i controlli e prendere i provvedimenti necessari.
Differenze
La mediazione si distingue dalle seguenti figure contrattuali:
mandato, per la diversa natura dellattivit svolta: il mandatario compie unattivit negoziale
per conto del mandante e deve, come tale, considerarsi un cooperatore giuridico delle parti; il
mediatore, invece, solo un cooperatore materiale, in quanto si limita a mettere in relazione
le parti stesse;
agenzia, in quanto lincarico di mediazione, se c, riguarda un singolo affare, mentre lincarico
di agenzia coinvolge un numero indefinito di prestazioni della stessa specie da svolgere in una
determinata zona;
procacciamento di affari, perch, diversamente dal mediatore, il procacciatore di affari non
svolge attivit imparziale, in quanto opera sostanzialmente come un agente, ancorch il suo
rapporto non sia connotato dalla stabilit.

In sintesi
Lagenzia il contratto con cui una parte (agente) assume stabilmente lincarico di promuovere per
conto dellaltra (preponente), verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata.
Lagente opera a proprio rischio e con organizzazione autonoma, senza vincolo alcuno di
subordinazione: si tratta quindi di un imprenditore commerciale o meglio di un ausiliario autonomo
dellimprenditore preponente; pu, tuttavia, assumere talvolta la figura di lavoratore parasubordinato.
Elemento naturale, ma non essenziale, del contratto il reciproco diritto di esclusiva, per il quale
il preponente non pu, salvo patto contrario, avvalersi di pi agenti nella stessa zona e lagente
non pu svolgere le stesse mansioni per ditte concorrenti nella stessa zona.
Lagente ha diritto alla provvigione per tutti gli affari conclusi durante la vigenza del contratto
ancorch non ancora eseguiti, quando loperazione si realizzata per effetto del suo intervento.
Ha inoltre diritto alla provvigione per gli affari conclusi dopo lo scioglimento del contratto, qualora
la conclusione degli stessi sia prevalentemente dovuta allattivit da lui svolta.
Allatto di cessazione del rapporto il preponente tenuto a corrispondere allagente una indennit
di fine rapporto in presenza di particolari condizioni descritte dalla legge (art. 1751 c.c.).
La mediazione il contratto con il quale una parte (mediatore) mette in relazione due o pi parti
per la conclusione di un affare, senza essere stato incaricato da nessuna di esse in virt di rapporti
di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza.
un contratto a prestazioni corrispettive che vincola il cliente del mediatore a corrispondergli la
provvigione nel caso in cui questi lo metta in contatto con altri per la conclusione di affari.
Se il contratto non concluso, il mediatore non ha diritto ad alcun compenso, ma solo al rimborso
delle spese da parte di chi lo abbia incaricato. Il mediatore comunque ha solo lonere, e non lobbligo, di svolgere lattivit interpositiva.
Il mediatore pu anche non rivelare ad un contraente il nome dellaltro: in questo caso per risponder in proprio, nei confronti della parte cui ha taciuto lidentit dellaltro contraente, dellesecuzione
del contratto.

202

35

Capitolo

Il mutuo

1 Nozione, natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte (mutuante) consegna allaltra (mutuatario) una determinata quantit di cose fungibili, e laltra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e
qualit (art. 1813 c.c.).
CC Contratto traslativo.
CC Contratto reale.
CC Contratto normalmente oneroso.
CC Contratto a prestazioni eventualmente continuate.

Natura giuridica

CC Contratto a prestazioni corrispettive

Gli interessi sono controprestazione del diritto reale


sul capitale acquistato dal mutuatario (Messineo).

Contratto

bilaterale imperfetto (TRABUCCHI): c


bilateralit, ma non pu parlarsi di controprestazione, poich le prestazioni (quella di restituzione e di
pagamento degli interessi) sono a carico della stessa
parte, ponendosi a carico del mutuante solo la messa
a disposizione della res per un certo tempo durante il
quale non pu pretendere la restituzione.

2 Disciplina
CC Ha lobbligo di restituire la cosa o il tantundem eiusdem generis (fra le
cose date e quelle restituite deve quindi esserci corrispondenza quantitativa
e qualitativa) alla scadenza stabilita (art. 1813 c.c.). Nel mutuo oneroso il
termine per la restituzione opera a favore di entrambe le parti (art. 1816 c.c.).

valida la pattuizione con la


Il mutuatario

quale vengono determinati


interessi superiori alla misura Il mancato pagamento
legale, purch non in misura
degli interessi dovuti
CC Ha lobbligo di
usuraria.
comporta la risoluziocorrispondere
ne del contratto (art.
gli interessi
La clausola contenente in1820 c.c.).
teressi usurari nulla e non
sono dovuti interessi (art.
1815, co. 2, c.c.).

203

3 Mutuo di scopo e mutuo garantito


CC Pu essere imposta
al mutuatario unutilizzazione di quanto
ottenuto a mutuo predisposta alla realizzazione di uno scopo
determinato

Mutuo di scopo

Pu essere dedotto dalle parti come finalit


convenzionale necessaria (mutuo di scopo
volontario).

Pu essere correlato ad una speciale disciplina legale in vista di particolari esigenze di


ordine economico-sociale (mutuo di scopo
legale).

CC La natura giuridica quella di un contratto di finanziamento: mutuo


vincolato nel fine in forza di obbligazioni che, per attuare questo fine,
gravano sul mutuatario.
CC Sono previste particolari modalit di erogazione del mutuo, nonch
particolari controlli ed ispezioni da parte del mutuante.
CC La violazione dellobbligo di destinazione pu costituire giusta causa
di recesso del mutuante dal rapporto.

CC un mutuo accompagnato dalla prestazione di garanzia da parte del


debitore.
CC Le figure pi comuni
sono
Mutuo garantito

Mutuo pignoratizio: lobbligazione di restituire


del mutuatario garantita da pegno.

Mutuo

ipotecario: la garanzia costituita


da ipoteca.

Mutuo

cambiario: il mutuatario rilascia


delle cambiali a garanzia del suo debito di
restituzione.

Differenze
Il mutuo si distingue dalle seguenti figure contrattuali:
comodato: a differenza del mutuo, esso riguarda cose inconsumabili ed infungibili. Il mutuatario diviene proprietario delle cose e pu disporne, mentre al comodatario si trasferisce la sola
detenzione temporanea della cosa. Nel comodato deve essere restituita la medesima cosa
ricevuta; nel mutuo il tantundem eiusdem generis;
locazione: a differenza del mutuo, deve avere per oggetto una cosa determinata. Il locatore,
inoltre, deve garantire al conduttore la possibilit di trarre dalla cosa lutilit di cui questa
suscettibile: tale prestazione ha carattere continuativo e perdura dopo la consegna della cosa.
La prestazione del mutuante, invece, si estingue con la consegna delle cose mutuate;
deposito irregolare: la funzione economica di tale contratto non di credito (come nel mutuo) bens di conservazione della cosa depositata. Il depositante preferisce depositare le sue
cose presso un terzo per non custodirle personalmente o con mezzi propri. Luso delle cose
depositate non illimitato, come lo il godimento delle cose mutuate;
sconto: in tale contratto, lo scontante anticipa in denaro allo scontatario limporto di un credito
non ancora scaduto che costui ha verso un terzo (art. 1858 c.c.). A differenza del mutuo, se il
credito scontato risulta inesistente, lo scontante ha diritto di chiedere allo scontatario limmediata restituzione della somma pagata: lobbligo di restituzione dello scontatario, pertanto,
condizionato alla circostanza che il terzo non abbia pagato allo scontante limporto del credito
ceduto. Lobbligo di restituzione del mutuatario, invece, non assoggettato a condizione e non
si pone come obbligazione sussidiaria.

204

36

Capitolo

Il comodato

1 Nozione, natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte (comodante) consegna allaltra (comodatario) una cosa
mobile o immobile, affinch se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con lobbligo di restituire la stessa cosa ricevuta (art. 1803 c.c.).
CC Contratto traslativo di uso o di godimento.
CC Contratto reale.
CC Contratto ad efficacia meramente obbligatoria.
CC Contratto essenzialmente gratuito.
Natura giuridica

CC Contratto con prestazioni a carico di una sola parte.


CC Contratto caratterizzato dallintuitus personae con riguardo al comodatario.
CC Contratto non formale (nessuna forma richiesta, n sostanziale,
n probatoria).

2 Disciplina
CC elemento costitutivo della fattispecie negoziale.

La consegna della
cosa

CC Determina il trasferimento della


cosa nella detenzione e non
nel possesso del
comodatario

Si tratta di detenzione autonoma, interessata, qualificata dalla destinazione che la cosa deve avere
dal contratto.

Il comodatario non pu usucapire la propriet della


cosa consegnatagli se non dopo aver mutato la
detenzione in possesso.

Il comodatario ha azione di reintegrazione, ma non


quella di manutenzione. Gli spetta lazione per la
consegna o il rilascio contro il detentore abusivo.

CC Con le pertinenze e i documenti necessari a permetterne luso.


La cosa deve essere
consegnata

CC In buono stato di manutenzione (non avrebbe alcuno scopo pratico, invero,


la consegna di una cosa non idonea alluso cui va destinata).
CC Esente da vizi (ed il comodante deve avvertire il comodatario dei difetti
che possono arrecare danno a chi se ne serve: art. 1812 c.c.).

205

CC Servirsi della cosa per luso convenuto (art. 1804, co. 1, c.c.).
CC Ottenere il rimborso delle spese straordinarie,
necessarie ed urDiritti del comodagenti, sostenute
tario
per la conservazione della cosa
(art. 1808 c.c.)

Gravano sul comodatario le spese ordinarie necessarie alluso della cosa, le spese di custodia, manutenzione ordinaria e di conservazione.

Gravano sul comodante le spese straordinarie.

CC Ottenere il risarcimento dei danni eventualmente derivatigli da vizi della


cosa comodata di cui il comodante era a conoscenza e che non gli aveva
comunicato (art. 1812 c.c.).
CC La custodia e la conservazione della cosa con la diligenza del buon padre
di famiglia (art. 1804, co. 1, c.c.).
CC Luso normale secondo la natura della cosa stessa (art. 1804, co. 1, c.c.).
CC Il divieto di sub-comodato (art. 1804, co. 2, c.c.).

Alla scadenza del termine stabilito (art. 1809 c.c.).

Obbligo del comodatario


CC La restituzione
del bene ricevuto

Se il termine non stato


stabilito

Il comodatario tenuto
a restituirlo quando il
comodante lo richieda
(ad nutum) (comodato precario, art. 1810
c.c.).
Il comodante pu
chiedere la restituzione anticipata della
cosa comodata se
gli sopravvenga un
bisogno urgente (art.
1809, co. 2, c.c.).

Alla morte del comodatario, salvo che il comodante


preferisca continuare il rapporto con gli eredi (art.
1811 c.c.).
In sintesi
Con il contratto di comodato una parte (comodante) consegna allaltra (comodatario) una cosa
mobile o immobile normalmente inconsumabile ed infungibile, affinch se ne serva per un uso e
per un tempo determinato, con lobbligo di restituire la stessa cosa ricevuta.
Il contratto di comodato reale (si perfeziona cio con la materiale consegna del bene), ad effetti
obbligatori, gratuito, unilaterale (in quanto lunica prestazione che nasce dal contratto quella di
restituire la cosa).
Il comodatario deve servirsi della cosa secondo luso pattuito; custodirla con diligenza; non concederla a sua volta in comodato ad altri; restituire il bene alla scadenza del termine, o appena il
comodante gliela chieda, se il comodato precario (o ad nutum), cio senza previsione di termine.

206

37

Capitolo

Il conto corrente

1 Nozione

Nozione: il contratto con il quale le parti si obbligano ad annotare in un conto i crediti derivanti da
reciproche rimesse, considerandoli inesigibili ed indisponibili fino alla chiusura del conto (art. 1823 c.c.).
La causa va ravvisata nella specifica ed unitaria regolamentazione dei reciproci rapporti di credito e
di debito che le parti hanno deliberatamente posto in essere.

Funzione del contratto


la semplificazione del
rapporto intercorrente tra
due soggetti, attraverso

Natura giuridica

CC Levitare di volta in volta il pagamento dei rispettivi crediti.


CC Lannotare i rapporti di debito e di credito tra loro intercorsi in un conto,
rendendoli indisponibili ed inesigibili.
CC Il rinvio della chiusura del conto ad un termine stabilito, che avviene
con la compensazione tra i reciproci rapporti di debito e di credito.

CC Contratto oneroso.
CC Contratto a prestazioni corrispettive.

2 Disciplina
CC Crediti iscrivibili sono tutti quelli suscettibili di compensazione, non
espressamente esclusi dai contraenti.

I crediti per la restituzione di cose di cui


il proprietario sia stato ingiustamente
spogliato.

I crediti per la restituzione di cose deCrediti iscrivibili

CC Sono esclusi, perch non


compensabili (art. 1246
c.c.)

positate o date in comodato.

I crediti dichiarati impignorabili.


I crediti per i quali il debitore

abbia
rinunziato preventivamente alla compensazione.

I crediti per i quali la compensazione


vietata dalla legge.

CC Se i contraenti sono imprenditori, vanno esclusi (salvo patto contrario)


i crediti estranei alle rispettive imprese.

207

CC Sono le singole operazioni riferite ad un credito pecuniario da annotare


in conto corrente.

CC Possono riguardare

Trasferimenti

di valori tra i due cor-

rentisti.

Trasferimenti a terzi di somme di danaRimesse

ro operati da un correntista per conto


dellaltro.

Trasferimento ad uno dei correntisti di


un credito vantato dallaltro nei confronti
di un terzo.

CC Non richiesto un numero minimo di rimesse.

CC La chiusura del conto con la liquidazione del saldo fatta alle scadenze stabilite dal contratto o dagli usi (in mancanza, al termine di
ogni semestre) (art. 1831c.c.).

Chiusura ed approvazioCC Linvio, periodicamente, di un estratto strumentale allapprovazione


ne del conto
del conto: lestratto si intende approvato se non contestato nel
termine pattuito o in quello usuale, o entro quello congruo secondo
le circostanze (art. 1832 c.c.).

CC Linclusione di un credito nel conto non esclude lesercizio delle azioni


e delle eccezioni relative allatto da cui il credito deriva (art. 1827 c.c.).
CC Linclusione di un credito verso terzi fatto con la clausola salvo
incasso (art. 1829 c.c.).
Disciplina residuale

CC Le garanzie reali e personali che assistono il singolo credito non si


estinguono e permangono a favore del correntista sul saldo esistente a
suo favore e fino alla concorrenza del credito garantito (art. 1828 c.c.).
CC Il pignoramento o il sequestro del saldo del conto da parte del creditore del correntista determina come effetto limpossibilit di effettuare
nuove rimesse sul conto da parte dellaltro correntista (art. 1830, co.
1, c.c.).

3 Scioglimento del contratto


CC Alla scadenza del termine, se a tempo determinato.
CC Con il recesso di una parte, salvo il preavviso da dare almeno 10
giorni prima, se a tempo indeterminato.

Ipotesi

CC Per recesso unilaterale, in caso di pignoramento o sequestro del


saldo o nelle ipotesi di interdizione, inabilitazione, insolvenza o morte
di una delle parti.
CC Automaticamente in caso di fallimento o provvedimento di liquidazione
coatta amministrativa.

208

38

Capitolo

I contratti bancari

1 Le attivit bancarie

La banca il soggetto imprenditore a cui riservata lattivit bancaria, consistente nellesercizio


di operazioni di credito e nella raccolta del risparmio fra il pubblico. In pratica, le banche sono enti
intermediari del credito che, da un lato, raccolgono denaro dai risparmiatori attraverso operazioni che
definiamo passive e, dallaltro, concedono credito ad altri clienti, attraverso le cd. operazioni attive,
lucrando sugli interessi.
CC Collegamento funzionale tra
la raccolta del risparmio e
lesercizio del credito

Prendono in prestito danaro da soggetti che


sono disposti a privarsi della disponibilit di
moneta attuale in funzione della percezione
di un futuro interesse (operazioni passive).

Concedono in prestito il denaro cos ottenuto


ai soggetti che lo richiedono, dietro il corrispettivo di un certo interesse (operazioni
attive).
Funzioni
CC Servizi accessori: occasionali, che servono ad attrarre clientela (es.: cassette
di sicurezza).

CC Svolgimento di altre ope


razioni (definite parabancarie)

Mediazione negli affari.


Acquisizione di partecipazioni societarie.
Emissione e gestione di mezzi di pagamento.

La materia bancaria regolata del D.Lgs. 1 settembre 1993, n. 385 (cd. TUB: Testo Unico delle leggi
in materia bancaria e creditizia), il quale stato modificato da numerosi interventi.

2 I contratti bancari

Nozione: sono quei contratti con i quali le banche provvedono a procurarsi danaro, o a impiegarlo,
ovvero a fornire servizi accessori. Si tratta di contratti standardizzati conclusi mediante la sottoscrizione,
da parte del cliente, di condizioni generali predisposte dalla banca. Sulla materia dei contratti bancari
intervenuto, da ultimo, il D.Lgs. 141/2010 che ha modificato tutto il titolo VI del D.Lgs. 385/1993,
dettando le linee guida relative alla trasparenza delle condizioni contrattuali e dei rapporti con i clienti.
CC Tali contratti devono essere sempre redatti per iscritto a pena di nullit.
Caratteri generali

CC Sono contratti conclusi mediante sottoscrizione da parte del cliente di


formulari (condizioni generali di contratto) predisposti dalla banca, conformemente alle Norme bancarie uniformi.

209

I tassi di interesse effettivamente praticati


per le operazioni di credito e di raccolta.
CC Le banche e gli intermediari finanziari devono rendere noti in modo chiaro
ai clienti

Le valute applicate per limputazione degli


interessi.

La misura degli interessi di mora.


Ogni altra condizione economica

relativa

alle operazioni e ai servizi offerti.


CC Nei contratti a tempo indeterminato pu essere convenuta, con clausola approvata specificamente dal cliente, la facolt di modificare unilateralmente
i tassi, i prezzi e le altre condizioni previste dal contratto qualora sussista
un giustificato motivo. Negli altri contratti di durata tale facolt pu essere
convenuta solo per le clausole non aventi ad oggetto i tassi di interesse,
sempre che sussista un giustificato motivo.
CC Qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali deve essere
comunicata espressamente al cliente, con preavviso minimo di 60 giorni, in
forma scritta o altro supporto durevole preventivamente accettato dal cliente.
Caratteri generali

CC La suddetta modifica si intende approvata se il cliente non receda dal


contratto entro 60 giorni. Le variazioni contrattuali per le quali non siano
state osservate tali prescrizioni sono inefficaci, se sfavorevoli per il cliente.
CC Nei contratti di durata, deve essere fornita al cliente, in forma scritta o
mediante altro supporto durevole preventivamente accettato dal cliente
stesso, alla scadenza del contratto e comunque almeno una volta allanno,
una comunicazione chiara in merito allo svolgimento del rapporto.
CC In mancanza di opposizione scritta da parte del cliente, gli estratti conto
e le altre comunicazioni periodiche alla clientela si intendono approvati
trascorsi 60 giorni dal ricevimento.
CC Il cliente, inoltre, ha diritto di ottenere, a proprie spese, entro un congruo
termine e comunque non oltre 90 giorni, copia della documentazione inerente singole operazioni poste in essere negli ultimi 10 anni.
CC Nei contratti a tempo indeterminato il cliente ha sempre la facolt di recedere
dal contratto senza penalit e senza spese di chiusura.
CC In ogni caso, le banche e gli intermediari finanziari non possono applicare alla
clientela costi di alcun genere, neanche in forma indiretta, per lesecuzione
delle formalit connesse alle operazioni di surrogazione dei finanziamenti.

3 Il deposito bancario

Nozione: il contratto con il quale un soggetto deposita una somma di denaro presso una banca, che
ne acquista la propriet restando obbligata a restituirla, nella stessa specie monetaria, alla scadenza del
termine o a richiesta del depositante e salva losservanza del periodo di preavviso, se pattuito (art. 1834 c.c.).
Osservazioni
Esso costituisce, pertanto, una forma di deposito irregolare (parte della dottrina parla per di un
contratto sui generis a se stante, non riassumibile in alcuna figura contrattuale) ovvero un sottotipo
di mutuo in considerazione del fatto che la banca deve corrispondere gli interessi sulle somme
depositate.

Funzione

210

CC Di custodia, nellinteresse del cliente.


CC Di credito, nellinteresse della banca.

CC Depositi
ordinari o
semplici

Non consentono al depositante una pluralit


di operazioni, ma si esauriscono con il prelievo in unica soluzione di tutta la somma depositata (ad esempio, i certificati di deposito).

Consentono

al depositante di effettuare
successivi versamenti e prelievi parziali (in
contanti e presso la sede della banca ove
stato costituito il rapporto).

Il

deposito documentato dal libretto di


deposito a risparmio, in cui sono annotate
tutte le operazioni compiute dal depositante.

Classificazioni

CC In relazione
al modo di
svolgimento
del rapporto

Tali annotazioni fanno piena prova nei rapporti tra banca e cliente.
CC Depositi a
risparmio

Nominativi: i prelievi possono essere eseguiti solo dal


soggetto determinato (o dai
soggetti) cui intestato.
Nominativi pagabili al portato I libretti
re: i prelievi possono essere
possono
effettuati anche da soggetti
essere
diversi dallintestatario, che
esibiscano il libretto.
Al portatore: i prelievi possono
essere effettuati da chiunque
esibisca il libretto.

CC Depositi in conto corrente


CC Depositario pu essere solo una banca autorizzata alla raccolta del risparmio.
CC Depositante deve essere un soggetto dotato di capacit di agire.
Disciplina

CC Oggetto del deposito pu essere solo denaro contante.


CC Essenziale la consegna del denaro (contratto reale).
CC Il depositante ha il diritto al rimborso e il diritto agli interessi.

Osservazioni
Il libretto al portatore uno strumento duttile, che pu circolare tra soggetti diversi in modo rapido
ed economico: chiunque ne risulti legittimo possessore pu effettuare operazioni presso la banca
semplicemente facendosi identificare. Per via di queste caratteristiche, la disciplina antiriciclaggio
(D.Lgs. 231/2007, come modificato da ultimo dal D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010) intervenuta
al fine di contrastare il rischio che i libretti al portatore possano veicolare in modo anonimo i capitali.
In base alla normativa citata, i libretti di deposito al portatore possono avere solo un saldo inferiore
a 12.500 euro e quindi non pi possibile aprire libretti di deposito per un importo pari o superiore
al predetto limite.
Da ultimo, il D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010 ha riabbassato la soglia del denaro circolante e dei
titoli al portatore a 5.000 euro. Inoltre, entro il 30 giugno 2011 dovranno essere estinti i libretti al
portatore con saldi superiori a tale limite. Inoltre, il D.Lgs. 151/2009 (cd. correttivo antiriciclaggio)
ha previsto, nel caso di trasferimento di libretti di deposito bancari o postali al portatore, una forma
di accettazione da parte del cessionario ai fini della validit del trasferimento; ci per evitare
possibili dichiarazioni mendaci da parte del cliente.

211

4 Apertura di credito bancario

Nozione: quel contratto con il quale la banca (accreditante) si obbliga a tenere a disposizione dellaccreditato una somma di denaro, per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato (art. 1842 c.c.).
Natura giuridica

CC Contratto consensuale.
CC Contratto ad effetti obbligatori.
CC A carico del cliente sorge lobbligo di restituire le somme prelevate con gli
interessi contrattualmente stabiliti.
CC Lapertura avviene normalmente in conto corrente, per consentire lutilizzazione frazionata delle somme; il cliente pu provvedere al ripristino
delle disponibilit.
CC La stipulazione pu avvenire allo scoperto o con garanzia (reale o personale).

Ciascuna parte pu recedere dal contratto con

Disciplina
codicistica

un preavviso nel termine in esso fissato o, in


mancanza, di 15 giorni.

Il cliente pu continuare ad utilizzare il credito


CC Quando lapertura
a tempo determinato

fino alla scadenza, quando dovr restituire


lintero importo.

La

banca pu recedere anticipatamente solo


per giusta causa.

Il recesso sospende immediatamente lutilizzo


del credito, ma il cliente ha 15 giorni per ripristinare le somme utilizzate.
Osservazioni
La giurisprudenza, gi da tempo, ha cercato di colpire con la sanzione della nullit la prassi utilizzata
dalle banche di inserire clausole, normalmente relative ai contratti di conto corrente, che prevedono
degli altissimi tassi di interesse a carico del cliente nel caso in cui la banca si impegni a tenere a sua
disposizione una determinata somma per un periodo stabilito (cd. clausole di massimo scoperto).
Il D.L. 185/2008 (cd. decreto anticrisi), conv. in L. 2/2009, ha sancito la nullit delle clausole contrattuali
aventi ad oggetto la commissione di massimo scoperto se il saldo a debito del cliente si protragga
continuativamente per un periodo inferiore a 30 giorni, o in caso di utilizzo in assenza di fido. Le banche, per, hanno introdotto sotto diversi nomi nuove voci di costo, tutte aventi lo stesso fine, ovvero
svolgere la medesima funzione della commissione di massimo scoperto. Ma, tutte queste voci sono
state dichiarate nulle dal D.L. 78/2009, conv. in L. 102/2009, in base al quale lammontare del corrispettivo per il servizio di messa a disposizione di fondi a favore del cliente non pu, in nessun caso,
superare lo 0,5% per trimestre dellimporto dellaffidamento, a pena di nullit del patto di remunerazione.

5 Le operazioni bancarie in conto corrente e il conto corrente


bancario

5.1 Operazioni in conto corrente


Nozione: qualora il deposito, lapertura di credito ed altre operazioni bancarie siano regolate in conto
corrente, il correntista pu disporre in qualsiasi momento delle somme risultanti a suo credito, salva
losservanza del termine di preavviso eventualmente pattuito.

212

Regolare in conto corrente significa che tutti i rapporti reciproci tra banca e cliente, da cui derivano
rapporti di debito e di credito, vengono annotati in un conto tenuto dalla banca.
CC Si applicano gli artt. 1826, 1829 e 1832 c.c., relativi alla disciplina del conto
corrente ordinario.
CC Il cliente pu disporre liberamente delle somme a suo credito, tramite prelevamenti in denaro o emissione di assegni.

Disciplina

CC La banca provvede ad annotare sul conto gli accreditamenti e gli addebitamenti


e a comparare periodicamente le due voci per stabilire il saldo a credito del
cliente del quale questultimo pu disporre.

5.2 Conto corrente bancario


Natura giuridica

CC un contratto atipico misto, partecipe di pi contratti (mandato, delegazione,


deposito o altri contratti tipici identificabili in relazione alle diverse operazioni
bancarie).

Osservazioni
Secondo la dottrina prevalente (CAMPOBASSO, PORZIO, SANTORO) il conto corrente bancario
si distingue sotto due profili principali dalle singole operazioni (deposito ed apertura di credito)
regolate in conto corrente:
nel conto corrente bancario la disponibilit iniziale pu essere procurata da un deposito bancario, da unapertura di credito o altro contratto bancario, ma tale disponibilit alimentata da
ogni altro credito e sovvenzione concessi dalla banca al correntista;
il servizio di cassa cui tenuta la banca ha un contenuto molto pi ampio ed articolato rispetto
alle operazioni regolate in conto corrente. La banca tenuta ad eseguire, nei limiti delle disponibilit del conto, gli ordini di pagamento a terzi contenuti negli assegni bancari e tutti gli altri
ordini di pagamento contenuti in rimesse, bonifici e giroconti.
La banca tenuta a ricevere per conto del correntista tutti i versamenti disposti a favore dello
stesso, eseguendo lincarico di riscossione dei crediti conferito di volta in volta.

Caratteri

CC Il contratto
regolato

Il saldo attivo sempre esigibile dal cliente


(art. 1852 c.c.).
Se esistono pi rapporti o pi conti tra la
Dalle norme dibanca e il correntista, i saldi attivi e passivi
sciplinanti le opesi compensano reciprocamente (art. 1853
razioni in conto
c.c.).
corrente, in par- La cointestazione di un conto comporta
ticolare
che i cointestatari sono considerati debitori o creditori solidali dei saldi del conto,
anche se legittimati a compiere operazioni
separatamente (art. 1854 c.c.).

Dalle norme disciplinanti i vari rapporti bancari tipici costitutivi


della disciplina (deposito, apertura di credito etc.).

Dalle

norme sul
contratto di mandato

La banca risponde per lesecuzione degli


incarichi ricevuti dal correntista secondo le
regole sul mandato (art. 1856 c.c.).

213

6 Anticipazione bancaria

Nozione: il codice non detta una nozione di anticipazione bancaria; caratteristica delloperazione
lanticipazione di un credito da parte della banca, il cui importo determinato in ragione di una percentuale del valore dei beni costituiti in garanzia.
una forma particolare di apertura di credito, caratterizzata dal fatto di essere necessariamente
garantita da pegno di titoli o di merci (art. 1846 c.c.).
CC Loperazione si basa sul rapporto tra la somma anticipata e il valore
del pegno, che deve rimanere costante per la durata del contratto.
CC Il beneficiario pu ritirare parte dei titoli o delle merci date in pegno in
proporzione a quanto restituito alla banca, purch il credito originario
risulti sufficientemente garantito (deroga al principio dellindivisibilit
del pegno).

Disciplina

CC La banca pu richiedere un supplemento di garanzia se il valore delle


cose date in pegno diminuisce di un decimo rispetto a quello iniziale.
Osservazioni
Secondo alcuni (MESSINEO) si tratta di contratto di credito garantito da un pegno su titoli o merci:
sottocategoria dellapertura di credito.
Secondo altri, un negozio costitutivo di pegno per il quale viene dettata una disciplina in relazione
alla natura bancaria del soggetto creditore.
Per altri (FERRI) unoperazione complessa, risultante dalla combinazione di due negozi (di
credito e di garanzia): la caratteristica di tale operazione risiede essenzialmente nella struttura del
collegamento esistente tra questi due negozi.

La banca non pu disporre dei titoli o delle


merci ricevuti in pegno.
CC Anticipazioni propria: il pegno regolare

La banca rilascia un documento di individuazione dei beni e provvede alla loro custodia.

La

banca ha lobbligo di restituire i beni


alla scadenza del contratto, quando sar
rimborsata lanticipazione.

Tipi di anticipazione

In tal caso le merci o i titoli non sono individuati.


CC Anticipazioni impropria: il pegno
irregolare

La propriet dei beni passa alla banca, che


pu disporne.

Alla

scadenza dovr essere restituito il


tantundem eiusdem generis, nella misura
eccedente il credito garantito.

7 Lo sconto

Nozione: il contratto con il quale la banca, previa deduzione dellinteresse, anticipa al cliente limporto
di un credito (non ancora scaduto) che egli vanta verso terzi , mediante la cessione, salvo buon fine
del credito stesso (art. 1858 c.c.). La forma pi comune lo sconto di cambiali.

214

CC La cessione avviene pro solvendo: il cliente garantisce lesistenza del


credito ceduto e la solvenza del debitore.
CC La banca ha la libera disponibilit del credito scontato e pu utilizzarlo per
scontarlo, a sua volta, verso unaltra banca (cd. risconto).

Disciplina

CC Pu avere ad oggetto titoli di credito o semplici ricevute bancarie o fatture.


CC Lo sconto pu essere collegato ad unapertura di credito, ad unanticipazione
bancaria e pu essere regolato in conto corrente.
Differenze
Nella prassi si parla comunemente di sconto di ricevute bancarie, malgrado si tratti di operazioni
sostanzialmente diverse dallo sconto vero e proprio.
La ricevuta bancaria una quietanza di pagamento firmata dal creditore prima della scadenza del
debito e consegnata alla banca, la quale invita il debitore ad eseguire il versamento direttamente
presso di s, con lavvertimento che al momento del saldo gli verr consegnata la quietanza.
Quando riceve la quietanza dal creditore, la banca apre a suo favore un credito in conto corrente
e riceve dal creditore un mandato irrevocabile allincasso con accredito della somma incassata nel
conto corrente del cliente, in automatica estinzione per compensazione del debito che questultimo
ha verso la banca.
A differenza dello sconto, non si ha in questo caso cessione del credito dal cliente alla banca, ma
semplicemente mandato allincasso.

8 Le operazioni accessorie

La
Deposito di titoli
in amministrazione

banca, oltre a custodire i titoli azionari dei clienti,


provvede alla loro amministrazione, esercitando i diritti
ad essi inerenti.

CC Disciplina

Alla banca spetta un compenso per le prestazioni fornite


ed il rimborso delle spese (art. 1838 c.c.).

nullo il patto con il quale si esonera la banca dallosservare, nellamministrazione dei titoli, lordinaria diligenza.
CC Natura giuridica

Contratto misto di deposito regolare e di mandato.


La banca mette a disposizione del cliente, dietro versamento di un canone, una cassetta nella quale il cliente
pu custodire tutte le cose che vuole purch non si tratti
di materie pericolose.

Il
Servizio di casCC Disciplina
sette di sicurezza

diritto di apertura subordinato allapposizione di


una firma su un apposito registro e allesibizione di una
speciale tessera.

In caso di morte dellintestatario la banca pu acconsentire allapertura solo con laccordo di tutti gli aventi diritto
o secondo le modalit stabilite dallautorit giudiziaria.

La banca tenuta allimpiego di una diligenza professionale: risponde per linidoneit e la custodia dei locali
e per lintegrit della cassetta, salvo il caso fortuito (art.
1839 c.c.).

215

Osservazioni
Il D.Lgs. 11/2010 ha recepito nel nostro ordinamento la direttiva 2007/64/CE sui servizi di pagamento, volta a creare un unico mercato dei servizi bancari e finanziari nellUnione europea e
facilitare la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali.
stata introdotta una nuova categoria di operatori non bancari (istituti di pagamento), che potranno
associare alla normale attivit commerciale anche lofferta di servizi di pagamento. Tali servizi si
svolgono istituendo a nome dellutilizzatore un conto di pagamento, nel quale vengono iscritte le
somme di denaro da utilizzare esclusivamente per la prestazione del servizio ed espressamente
disposto che tali conti costituiscono, per ciascun cliente, un patrimonio distinto a tutti gli effetti da
quello dellistituto di pagamento e degli altri clienti dello stesso.

In sintesi
Con i contratti bancari le banche provvedono a procurarsi danaro, o ad impiegarlo, ovvero a
fornire servizi accessori.
Tali contratti presentano notevoli affinit con i contratti di diritto comune, ma se ne differenziano per
la natura del soggetto che li pone in essere e per altre differenze di disciplina dovute al particolare
interesse sociale che gli istituti bancari rivestono nelleconomia di un Paese.
Fonti di disciplina dei contratti bancari sono: il codice civile; il testo unico Bancario (D.Lgs. 385/1993
e successive modificazioni); gli statuti ed i regolamenti bancari, approvati con decreto; gli usi.
Sono contratti in serie, conclusi mediante sottoscrizione, da parte del cliente, di condizioni generali di contratto predisposte da ciascuna banca.
Laccentuata disparit di posizione economica che normalmente sussiste tra la banca ed il cliente
si traduce in unesigenza di tutela del secondo.
Infatti, per le condizioni contrattuali predisposte dalle banche e dagli intermediari finanziari, non
ritenuta sufficiente la generica situazione di conoscibilit prevista allart. 1341 c.c., ma si richiede
che esse siano rese pubbliche secondo modalit indicate dal legislatore e poi ulteriormente specificate dalle autorit di vigilanza.
I contratti bancari devono essere redatti per iscritto e devono riportare un contenuto minimo obbligatorio, a tutela del cliente (parte contrattuale debole).
I principali contratti bancari sono: i contratti di apertura di credito, di sconto bancario, di anticipazione
bancaria, di conto corrente bancario e di deposito bancario.

216

39

Capitolo

il contratto di assicurazione

1 Nozione

Lassicurazione il contratto con il quale lassicuratore, verso il pagamento di un premio, si obbliga


a rivalere lassicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a
pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana (art. 1882 c.c.).
Il contratto deve essere provato per iscritto, per cui lassicuratore deve rilasciare allassicurato un
documento scritto, detto polizza.
Il legislatore adotta un concetto unitario di assicurazione, ricomprendendovi sia le assicurazioni contro i danni, sia le assicurazioni sulla vita umana. Trattasi in realt di fattispecie differenti, pur tuttavia
disciplinate da alcune regole generali comuni.

2 Limpresa di assicurazione

Con lapprovazione del D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 stato varato il Codice delle assicurazioni
private, in vigore dal 1 gennaio 2006, che costituisce testo unico di riordino di tutta la disciplina del
settore assicurativo.
Lassicuratore deve essere un imprenditore espressamente autorizzato.
CC Imprese assicurative nazionali, aventi cio sede legale in Italia.
Possono esercitare la
loro attivit in Italia

CC Imprese assicurative comunitarie, cio con sede legale in un Paese


membro dellUnione Europea o in uno Stato aderente allo Spazio
eco-nomico europeo.
CC Imprese assicurative extracomunitarie, cio con sede legale in uno
Stato non appartenente allUnione europea o non aderente allo Spazio
economico europeo.

Ai sensi degli artt. 13 e ss. del D.Lgs. 209/2005, lISVAP autorizza allesercizio dellattivit assicurativa
le imprese che posseggano i requisiti previsti dallart. 14 del decreto citato.

3 Il contratto di assicurazione
CC Contratto consensuale: si perfeziona con il semplice consenso, che
normalmente avviene per adesione, in quanto le condizioni generali
del contratto sono predisposte unilateralmente dallassicuratore.

Natura giuridica

CC Contratto non solenne: dal momento che la forma scritta (la polizza)
richiesta ad probationem e non ad substantiam.
CC Contratto oneroso.
CC Contratto aleatorio.
CC Contratto intuitu personae.

217

CC Assicuratore: colui che si obbliga al pagamento se e quando levento


incerto, dedotto in contratto, si verificher.
CC Assicurato: , nellassicurazione contro i danni, il titolare dellinteresse
esposto al rischio; nelle assicurazioni sulla vita, la persona dalla cui
morte o sopravvivenza deriva lobbligo dellassicuratore di pagare la
somma assicurata.

Soggetti

CC Beneficiario: la persona, eventualmente diversa dallassicurato, alla


quale deve essere pagata lindennit qualora si verifichi il sinistro.

Rappresenta levento possibile o probabile cui


collegata la prestazione dellassicuratore.

La mancanza del rischio determina la nullit del

CC Rischio

contratto; la cessazione dello stesso ne determina


lo scioglimento; la sua inesatta conoscenza da
parte dellassicuratore costituisce causa di annullamento, di risoluzione o di rettifica.

Una diminuzione o un aggravamento del rischio


influenzano il rapporto, comportando una modificazione della misura del premio o la facolt per
lassicuratore di recedere dal contratto.

Elementi

Nulla dovuto per i sinistri causati con dolo o colpa


grave dellassicurato.

CC Premio

il corrispettivo dovuto allassicuratore.


Viene determinato sulla base del premio netto,
che lequivalente matematico del rischio, e del
caricamento, che rappresenta le spese e lutile
dellassicuratore.

4 Forme peculiari di assicurazione

CC
Assicurazione in nome
altrui (o per rappresentanza) (art. 1890 c.c.)
CC

Nel caso in cui lo stipulante sia munito dei necessari poteri di rappresentanza, il contratto produrr regolarmente i suoi effetti direttamente
nel patrimonio del rappresentato.
Laddove, invece, lo stipulante fosse un falsus procurator, gli obblighi
contrattuali ricadranno direttamente su questultimo, salvo che subentri
ratifica da parte del rappresentato.

Nellassicurazione
Assicurazione per conto
altrui o per conto di chi
spetta (art. 1891 c.c.)

218

CC I diritti scaturenti dal contratto spettano a persona


diversa dallo stipulante

per conto altrui,


trattasi di persona determinata ed
indicata al momento della stipulazione
del contratto.

Nellassicurazione

per conto di chi


spetta, trattasi di persona normalmente
indeterminata o comunque sconosciuta
allassicuratore al momento della stipula
del contratto.

Assicurazione sulla vita CC Il terzo non entra a far parte del rapporto assicurativo.
di un terzo
CC Il terzo deve tuttavia prestare il proprio consenso, da provare per
iscritto, a che la sua morte sia levento assicurato.

Assicurazione a favore
di terzo

CC Il contraente conclude il contratto di assicurazione nel proprio interesse, ma ne devolve il beneficio a favore di un terzo.

5 Lassicurazione contro i danni

5.1 Nozione
Colui che ha un interesse economico esposto ad un rischio (un bene, il patrimonio, la stessa persona) pu assicurarsi contro i danni. In tal caso il pagamento effettuato dallassicuratore avr natura di
risarcimento del danno (principio indennitario).
Lindennizzo dovuto non pu superare lentit del danno sofferto, dal momento che lassicurazione non
pu essere fonte di speculazione o di ingiustificato arricchimento per il contraente.

5.2 Pluralit di assicurazioni, coassicurazione, assicurazione parziale

Pluralit di
assicurazioni

CC Il contraente pu stipulare pi contratti di assicurazione per


il medesimo rischio presso diversi assicuratori; in tal caso
incombe a suo carico lobbligo di avvisare ciascun assicuratore
e pu riscuotere lintera somma da un solo assicuratore che
avr regresso nei confronti degli altri (art. 1910 c.c.).

Coassicurazione

CC Qualora la medesima assicurazione o lassicurazione di rischi


relativi alle stesse cose sia ripartita tra pi assicuratori per
quote determinate, ciascun assicuratore tenuto al pagamento dellindennizzo, in proporzione alla propria quota (art.
1911 c.c.).

Assicurazione parziale

CC Se lassicurazione copre solo una parte del valore che la


cosa assicurata aveva al momento del sinistro, lassicuratore
tenuto a corrispondere unindennit ridotta in proporzione al
rapporto fra valore assicurato e valore del bene (art. 1907 c.c.).

5.3 Sinistro
Obblighi dellassicurato

Dare avviso dellaccaduto allassicuratore nel termine di 3 giorni.


Fare quanto gli possibile per evitare o diminuire il danno.

Lassicurato che dolosamente non adempie a tali obblighi perde il diritto allindennit mentre, se il
suo inadempimento meramente colposo, lassicuratore avr diritto di ridurre lindennit in ragione
del pregiudizio sofferto.
In ogni caso lassicuratore che ha pagato lindennit viene surrogato, fino alla concorrenza dellammontare di essa, nei diritti dellassicurato verso i terzi responsabili (art. 1916 c.c.).

219

5.4 La tutela dei consumatori nella vendita dei servizi di assicurazione


Nellottica di aumentare le garanzie offerte ai consumatori intervenuto il D.L. 7/2007, conv. in L.
40/2007, il quale ha vietato alle compagnie e ai loro agenti di vendita di stipulare nuove clausole
contrattuali di distribuzione di esclusiva e di imposizione di prezzi minimi e di sconti massimi
ai consumatori per lofferta di polizze relative a tutti i rami danni. Le clausole contrattuali in violazione
di tali disposizioni sono nulle.

6 Lassicurazione della responsabilit civile

Nozione: un contratto stipulato al fine di tenere indenne lassicurato da quanto egli tenuto a pagare
ad un terzo a titolo di risarcimento danni per essere incorso in responsabilit civile nei suoi confronti,
in conseguenza di un fatto dannoso accaduto durante il periodo e nello svolgimento delle attivit
previste dal contratto stesso.
Lassicurazione obbligatoria per i danni derivanti dalla circolazione di veicoli a motore e natanti
disciplinata dal Codice delle assicurazioni private (D.Lgs. 209/2005), che ha abrogato la L. 990/1969.

7 Lassicurazione sulla vita

Nozione: unassicurazione sulla durata della vita umana; non ha carattere indennitario, ma assolve
a funzioni di previdenza. Lassicurato, infatti, con la stipulazione di tale contratto, intende garantire ai
suoi eredi, o a se stesso al raggiungimento di una certa et, la disponibilit di una somma di denaro,
il cui ammontare egli stesso determina.
CC Assicurazione per il caso di sopravvivenza: lassicuratore si impegna a pagare una certa somma ad una data prestabilita, nellipotesi
in cui lassicurato sia a quellepoca ancora in vita.
Forme

CC Assicurazione sulla vita a favore di un terzo: le parti stabiliscono


che alla morte dellassicurato lindennit attribuita ad un terzo
beneficiario.
CC Assicurazione mista: se lassicurato muore prima di una data et
il pagamento effettuato a persone designate, se in vita sar egli
stesso a percepirlo.

8 Lassicurazione infortuni

Nozione: con tale assicurazione si garantisce al contraente il pagamento di importi prestabiliti nel
caso in cui si verifichino infortuni cui consegua una invalidit permanente, temporanea o la morte.

9 La riassicurazione

Nozione: con questo contratto limpresa assicuratrice (riassicurato), mediante pagamento di un premio,
copre presso altra impresa (riassicuratore) il rischio assunto nei confronti dei suoi assicurati, con la
conseguenza che, al verificarsi dellevento assicurato per questi ultimi, lassicuratore riassicurato corrisponder loro la somma pattuita, ma avr diritto di ottenerne il rimborso dallimpresa riassicuratrice,
nei limiti della somma riassicurata.

220

40

Capitolo

i contratti atipici

1 Il leasing

1.1 Generalit
unoperazione finanziaria con la quale una parte concede ad unaltra il godimento di un bene, dietro
corrispettivo di un canone periodico, per un certo tempo, alla scadenza del quale prevista, a favore
della parte che ha ricevuto il godimento, la scelta tra vari comportamenti.




Restituire il bene.
Proseguire nel godimento.
Acquistarne la propriet pagando unulteriore somma di denaro.
Richiederne la sostituzione.
Agire secondo altre previsioni contrattuali.

Tipi di leasing

CC Leasing operativo.
CC Leasing finanziario.

1.2 Leasing operativo


CC Una parte (concedente) concede allaltra (utilizzatore), verso un corrispettivo ripartito in canoni, e per un tempo determinato, il godimento
di un bene strumentale.
CC Il canone costituisce il corrispettivo del godimento.
CC Limpresa utilizzatrice pu esercitare un diritto di recesso prima del
termine, dando adeguato preavviso.
Disciplina

CC Alla scadenza lutilizzatore pu

Restituire i beni.
Riscattare il bene pagando una somma
prefissata.

Sostituire il bene.
Rinnovare il contratto.

CC Contratto di noleggio.
Natura giuridica

CC Contratto di affitto di beni produttivi.


CC Locazione di beni strumentali.

1.3 Leasing finanziario


Nozione: il contratto con cui un finanziatore acquista il bene che lutilizzatore gli indica o sceglie
direttamente dal produttore e lo d in godimento allutilizzatore, consentendogli di acquistare il bene
alla scadenza del contratto.

221

CC Limprenditore che ha bisogno di un certo bene chiede ad una societ


di leasing di acquistarlo.
Generalit

CC La societ provvede allacquisto e fa entrare limprenditore nella


detenzione del bene.
CC Il corrispettivo rappresentato dalle somme periodicamente versate,
alla scadenza pattuita, alla societ di leasing, e calcolate in misura che
la stessa ricever il rimborso completo del prezzo pagato, gli interessi
sulla somma versata e un indennizzo forfetario per il rischio finanziario.

Osservazioni
Diverse sono le posizioni dottrinarie circa la natura giuridica del leasing finanziario.
Secondo alcuni si tratta di un contratto atipico, con causa, oggetto e caratteristiche peculiari, nel
quale confluiscono elementi propri di diversi contratti tipici. Altri lo definiscono un negozio misto
nel quale gli intenti economici perseguiti sarebbero tra loro connessi. Infine, per altri autori trattasi
di vendita con riserva della propriet.
La giurisprudenza della Cassazione qualifica il leasing come contratto di finanziamento, nel quale confluiscono sia linteresse del concedente ad investire il capitale disponibile, sia linteresse
dellutilizzatore a conseguire il godimento di un bene strumentale alla sua impresa attraverso il
finanziamento del concedente, che gli consente di non immobilizzare per lacquisto una rilevante
somma di danaro; si distinguono due figure contrattuali:
nella prima, lutilizzazione del bene da parte del concessionario dietro versamento dei canoni si
risolve in una funzione di finanziamento a scopo esclusivo di godimento del bene per la durata
del contratto (i canoni costituiscono il corrispettivo del godimento);
nella seconda, i canoni non trovano pi unautonoma giustificazione nel mero godimento del
bene, ma costituiscono il corrispettivo anticipato di una parte del prezzo.

CC La consegna del bene deve essere compiuta non dalla societ finanziatrice, ma dal terzo fornitore, ad iniziativa e con la collaborazione diretta
dellimprenditore richiedente.
CC La garanzia per eventuali vizi del bene data dal terzo fornitore e non
dalla societ finanziatrice.
CC A carico dellutilizzatore viene posto il rischio del deterioramento e del
perimento del bene.
CC La durata del contratto commisurata alla vita economica utile del bene.

Nel
Disciplina
CC In caso di inadempimento
dellutilizzatore il contratto si
risolve di diritto e

leasing finalizzato alluso del


bene, i canoni versati restano acquisiti al finanziatore e vengono fissate
penali.

Nel leasing finalizzato alleffetto traslativo del bene, il rapporto inter partes
regolato dallart. 1526 c.c.

CC Alla scadenza del termine lutilizzatore pu scegliere fra

222

Lacquisto del bene.


La proroga della locazione.
La restituzione del bene.

Differenze
Numerose sono le differenze intercorrenti tra il leasing operativo e quello finanziario.
Il leasing operativo:
ha per oggetto beni strumentali standardizzati, che conservano un rilevante valore residuale e
possono essere finalizzati a nuova utilizzazione;
il concedente si obbliga a fornire servizi collaterali (mantenimento del bene in perfetta efficienza);
la durata del contratto solitamente breve;
limpresa utilizzatrice ha facolt di recesso prima del termine dando adeguato preavviso;
il canone correlato al valore delluso del bene e comprende altres le remunerazioni per i
servizi collaterali.
Il leasing finanziario:
ha per oggetto beni mobili o immobili;
limpresa di leasing non mai produttrice del bene: lo acquista su specifica indicazione dellimpresa richiedente e lo concede in godimento a questultima;
non sono previsti obblighi collaterali;
la durata del contratto normalmente superiore a quella del leasing operativo;
allimpresa utilizzatrice non consentito recedere prima del termine;
il canone comprensivo dellammortamento del bene, dellinteresse sul capitale investito, delle
spese e dellutile dellimpresa di leasing.

1.4 Il lease-back
Una figura particolare di leasing costituita dal lease-back con cui il proprietario di un immobile o di
attrezzature industriali vende un proprio bene alla societ di leasing, ma rimane nel godimento del
bene, versando quale corrispettivo un canone.
Tale operazione costituisce per limprenditore un finanziamento ed allo stesso tempo gli consente di
non perdere la disponibilit degli stessi beni contestualmente cedutigli in leasing dalla societ.
Alla scadenza del contratto, se la parte finanziata ha pagato puntualmente il canone dovuto pu
esercitare il diritto di riscatto e riacquistare, cos, la propriet dei beni.

2 Il factoring

2.1 Nozione, natura giuridica


Nozione: il contratto con il quale un imprenditore trasferisce o si impegna a trasferire in via esclusiva
e a titolo oneroso, mediante cessione di crediti ad un altro soggetto detto cessionario (factor), parte
o tutti i crediti derivanti o derivandi (futuri) dallesercizio della sua impresa, ottenendo la controprestazione in servizi o danaro.

Tipi di factoring

CC Con riguardo alle funzioni economiche

C o n v e n t i o n a l
factoring: vengono offerti al
cliente

Servizio gestionale: contabilizzazione ed esazione del credito.


Servizio finanziario: concessione di
anticipi da parte del factor.
Servizio assicurativo: se il factor
rinuncia alla garanzia della solvenza
da parte del cedente.

Maturity factoring: il factor non concede anticipi.

223

Domestic
Tipi di factoring

CC Con riguardo allarea


geografica

factoring: sia il cedente che il factor svolgono


lattivit nello stesso paese.

International factoring: i soggetti coinvolti nel rapporto sono


quattro: limportatore, il suo factor nazionale, lesportatore
e il suo factor.

CC Contratto innominato, consensuale, di scambio, a prestazioni corrispettive,


oneroso, commutativo, di durata ed obbligatorio, con causa variabile.
Natura giuridica

CC Contratto innominato, con funzione complessa, derivante dalla fusione di


pi cause tipiche in esso ricorrenti.
CC Contratto atipico, di liquidit da un lato e di garanzia dallaltro, che importa
un unico rapporto di cessione di crediti in esclusiva moderato da una riserva
di gradimento da parte del factor.

2.2 Rapporti tra cedente e cessionario


CC Trasferire i documenti probatori del credito.
Obblighi del cedente

CC Trasferire le garanzie reali e personali, nonch gli accessori dello


stesso.
CC Sottoporre ad approvazione preventiva del factor le operazioni dalle
quali deriveranno i crediti che si intendono cedere.

Obblighi del factor

Al factor spetta

CC Esaminare preventivamente i crediti a lui sottoposti.


CC Fornire al cedente eventuali servizi collaterali di collaborazione.

CC Un compenso sullimporto complessivo del credito ceduto.


CC Gli interessi annuali sulle somme anticipate.

CC Clausola di esclusiva: limprenditore si impegna a non porre in essere


rapporti di factoring con terzi.

Sanciscono il diritto di recedere dal con-

Clausole contrattuali
CC Clausole che

tratto in qualsiasi momento pur restando


valide le cessioni gi perfezionatesi.

Concedono al factor la potest di ridurre o


revocare le approvazioni di credito.

2.3 La cessione dei crediti dimpresa


La L. 21 febbraio 1991, n. 52 ha regolamentato la cessione dei crediti dimpresa. La legge non ha
introdotto la disciplina del factoring, ma si limitata a derogare la disciplina codicistica della cessione
dei crediti qualora ricorrano determinati presupposti soggettivi ed oggettivi.

224

necessario che il cedente sia un


imprenditore.

CC Sotto il profilo soggettivo


Ambito di applicazione
della disciplina

Il cessionario deve essere una banca


o un intermediario finanziario il cui
oggetto sociale preveda lesercizio
dellattivit di acquisto dei crediti di
impresa.

I crediti ceduti devono sorgere da conCC Sotto il profilo oggettivo

tratti stipulati dal cedente nellesercizio


dellimpresa.

CC Possono essere ceduti sia crediti esistenti che futuri.


CC Il cedente garantisce la solvenza del debitore ceduto soltanto nei
limiti del corrispettivo pattuito.
CC Il cessionario ha facolt di rendere la cessione opponibile ai terzi
aventi causa o creditori del cedente nei modi previsti dallart. 1265 c.c.
CC Il trasferimento del credito valido ed efficace nei confronti del
ceduto a prescindere da ogni comunicazione allo stesso ed il factor
pu pretendere, alla scadenza, il pagamento del debitore purch
dimostri di essere titolare del credito.
Disciplina
CC Il debitore pu opporre al
cessionario

Le eccezioni che derivano da pregressi rapporti diretti con lo stesso, nonch


le eccezioni processuali.

Tutte

le eccezioni che potevano essere opposte al cedente, secondo le


norme codicistiche.

Lincedibilit convenzionale del credito


pu essere eccepita solo provando
che il cessionario ne era a conoscenza
al tempo della cessione.

3 Il forfating

Nozione: si ha quando un imprenditore (esportatore) cede ad un istituto finanziario (forfaiter), che


gliene anticipa limporto previa deduzione di un tasso di interesse fisso ( forfait), un credito cartolare
non ancora scaduto derivante dalla fornitura di beni o dalla prestazione di servizi allestero.
Loperazione consente allimportatore di procurarsi prodotti pur non essendo in grado di pagarli immediatamente o di procurarsi un adeguato finanziamento allestero, ed allesportatore di vendere i
propri prodotti riscuotendone subito il prezzo, pur non essendo in grado di procurare allimportatore
credito a medio termine.
CC La cessione avviene pro soluto.
Disciplina

CC I titoli di credito utilizzati per incorporare le singole rate di debito


dellimportatore sono di regola cambiali tratte dallesportatore
sullimportatore e da questi accettate a favore del forfaiter, o pagher cambiari emessi dallimportatore a favore dellesportatore
e girati al forfaiter.

225

4 Il contratto di engineering

Nozione: il contratto in cui una parte si obbliga nei confronti dellaltra ad elaborare un progetto, di
natura urbanistica, architettonica, industriale ed eventualmente a realizzarlo, ovvero a dare realizzazione a progetti elaborati da altre imprese provvedendo anche a svolgere prestazioni accessorie di
assistenza tecnica, se pattuito, ricevendo come corrispettivo una somma di denaro integrata (o sostituita) da royalties, interessenze o partecipazioni agli utili dellattivit imprenditoriale avviata a seguito
della realizzazione del progetto.
Osservazioni
Quanto alla natura giuridica alcuni autori lo hanno assimilato al mandato; altri al contratto dopera;
altri ancora allappalto di servizi.
La dottrina prevalente parla di contratto innominato e complesso risultante dallunificazione di pi
contratti tipici.

Compiere

lo studio dellinstallazione,
elaborando progetti, calcoli e schemi di
realizzazione.

Compiere servizi di acquisto per linstallazione.


CC La societ di engineering si obbliga a

Diritti e obblighi
delle parti

Dirigere la costruzione.
Avviare il processo di lavorazione

fino
allinstallazione completa e a continuare
a controllare gli impianti; oppure a consegnare semplicemente lopus perfectum
al committente.

Svolgere il lavoro a regola darte.


CC Il committente si obbliga a

Mettere a disposizione della controparte


il terreno sul quale insister limpresa ed
il personale per lesecuzione dellopera.

Acquisire

le autorizzazioni ammini-

strative.

Effettuare i pagamenti delle prestazioni


eseguite.

5 Il catering

Nozione: il contratto con cui una parte si obbliga ad approvvigionare laltra parte di pasti pronti
per essere consumati, verso corrispettivo di un prezzo. Si tratta di un contratto atipico diversamente
configurabile a seconda delle caratteristiche specifiche che assume in concreto.
CC Lobbligazione del somministrante adempiuta con la consegna
dei pasti.
Disciplina

CC Il somministrato tenuto al pagamento del prezzo pattuito.


CC La natura giuridica varia in relazione alle connotazioni che tale
contratto assume.

226

Tale contratto ha avuto una larga diffusione specialmente nel trasporto aereo, ove assume la denominazione di in flight catering o approvvigionamento di pasti di bordo.
Nellambito della ristorazione collettiva (aziende, universit, scuole, ospedali etc.) vengono adottati
vari tipi di contratto riconducibili al catering, che disciplinano non soltanto lattivit di confezionamento
dei pasti bens il compimento del servizio di mensa complessivamente inteso ed eventuali prestazioni
accessorie (es.: allestimento di cucine, riordino delle sale refettorio, smaltimento dei rifiuti etc.).
Si configurano cos veri e propri appalti di servizi (art. 1655 c.c.), ovvero contratti misti di appalto e
somministrazione.
In sintesi
Con il contratto di leasing una parte concede allaltra il godimento di un bene, verso il corrispettivo
di un canone periodico, per un certo periodo di tempo, alla scadenza del quale chi ha ricevuto
in godimento il bene pu:




restituire il bene;
proseguire nel godimento, versando un canone inferiore;
acquistare in propriet il bene, pagando una somma ulteriore;
richiedere la sua sostituzione con altro bene;
agire secondo altre previsioni contrattuali.

Nella pratica commerciale il contratto di leasing d luogo a diverse figure che, pur seguendo di
massima lo schema generale, ne divergono in alcuni particolari aspetti.
Il factoring un contratto con il quale una parte (detta factor) acquista, a titolo oneroso, crediti non
ancora esigibili di unimpresa, assumendo obblighi di gestione, riscossione e contabilizzazione.
La funzione di tale contratto , nella pratica commerciale, assai complessa:
prevalente la finalit di finanziamento o anticipatoria (limpresa cedente riceve limporto dei
crediti ceduti, dedotto un corrispettivo costituente il compenso del factor, prima della scadenza);
configurabile, altres, una funzione di assicurazione, quando il factor acquisti il credito con
assunzione del rischio di insolvenza del debitore;
di regola, il factor svolge servizi di contabilizzazione, amministrazione e gestione contenziosa
dei crediti.
La cessione dei crediti pu essere fatta pro soluto, vale a dire con il rischio dellinsolvenza del
debitore ceduto a carico del factor, ovvero pro solvendo che prevede la rivalsa da parte del factor,
e quindi una garanzia da parte del cedente circa la solvenza del debitore ceduto.
Data la natura complessa del contratto di factoring, ad esso risulta applicabile la disciplina generale sui contratti e, in secondo luogo, quella sulla cessione dei crediti; peraltro, con la L. 52/1991 il
legislatore ha introdotto una disciplina peculiare per la cessione dei crediti dimpresa.
Il forfaiting un contratto atipico usato nel settore dellesportazione e consiste nella cessione pro
soluto, da parte di un esportatore ad un forfaiter, di titoli di credito ricevuti da un importatore in
pagamento delle merci da lui acquistate, contro lanticipazione del relativo importo. Loperazione
consente allimportatore di procurarsi prodotti pur non essendo in grado di pagarli immediatamente
o di procurarsi un adeguato finanziamento allestero ed allesportatore di vendere i propri prodotti
riscuotendone subito il prezzo. Il forfaiter assume su di s il rischio di inadempimento, senza potersi
rivalere nei confronti dellesportatore, ma di solito richiede che i titoli siano garantiti da una banca
del paese dellimportatore.
Infine, con il contratto (atipico) di catering una parte si obbliga, verso il corrispettivo di un prezzo,
ad approvvigionare laltra parte di pasti pronti per essere consumati. un vero e proprio contratto
di somministrazione.
Nellambito della ristorazione collettiva (aziende, universit, ospedali, scuole ecc.) sono state poi
adottate diverse formule contrattuali che disciplinano non solo lattivit di preparazione dei pasti,
ma anche il compimento dellintero servizio di mensa ed eventuali prestazioni accessorie (es.: allestimento di cucine, riordino delle sale ecc.). In questo caso si hanno dei contratti misti di appalto
(di servizi) e di somministrazione.

227

Note:

41

Capitolo

i contratti dei consumatori


e la subfornitura

1 I contratti del consumatore

La tutela del consumatore contenuta nel D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206 (modificato da ultimo dal
D.Lgs. 221/2007, cd. decreto correttivo e dalla L. 244/2007), un testo unico con cui stato varato
il Codice del consumo, il quale ha riunito la frammentata legislazione precedente sulla materia.
Nel testo del codice sono state innanzitutto riportate le norme in tema di clausole vessatorie abusive
dei contratti conclusi con il professionista, precedentemente contenute negli artt. 1469bis e ss. c.c.
Nozione: i contratti del consumatore sono tutti i contratti conclusi tra un professionista e un consumatore.
CC Professionista: la persona fisica o giuridica, che agisce nellesercizio della
propria attivit imprenditoriale o professionale.
CC Consumatore: la persona fisica che agisce per scopi estranei allattivit
imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta.
Definizioni

CC Associazioni dei consumatori e degli utenti: sono le formazioni sociali che


abbiano per scopo statutario esclusivo la tutela dei diritti e degli interessi dei
consumatori o degli utenti.
CC Clausola vessatoria: quella clausola che, malgrado la buona fede, determina
a carico del consumatore, un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi
derivanti dal contratto.
CC Le clausole ritenute vessatorie che non siano
state oggetto di specifica
trattativa fra le parti sono
nulle, mentre il contratto
rimane valido per il resto
(art. 36 D.Lgs. 206/2005)

nullit relativa: opera solo a vantaggio del


consumatore.

rilevabile dufficio dal giudice.


parziale: il contratto rimane valido per il resto.

CC Le clausole devono essere sempre redatte in modo chiaro e comprensibile.


Disciplina

CC In caso di dubbio sul significato di una clausola prevale linterpretazione pi


favorevole al consumatore.

Possono convenire in giudizio il professionista


CC attribuita alle associazioni dei consumatori e dei
professionisti e alle Camere di Commercio, Industria,
Artigianato e Agricoltura
unazione inibitoria

o lassociazione di professionisti che utilizzi


clausole vessatorie.

Possono richiedere al giudice competente che


inibisca luso delle condizioni di cui sia accertata
labusivit.

Linibitoria pu essere concessa quando sussistano giusti motivi di urgenza, ai sensi degli artt.
669bis e ss. c.p.c.

229

Ai sensi dellart. 140 D.Lgs. 206/2005, come modificato dal D.Lgs. 221/2007, inoltre, le associazioni
dei consumatori e degli utenti inserite nellelenco istituito presso il Ministero dello sviluppo economico
sono legittimate ad agire a tutela degli interessi collettivi, richiedendo al tribunale:
di inibire gli atti e i comportamenti lesivi degli interessi dei consumatori e degli utenti;
di adottare le misure idonee a correggere o eliminare gli effetti dannosi delle violazioni accertate;
di ordinare la pubblicazione del provvedimento su uno o pi quotidiani a diffusione nazionale oppure
locale nei casi in cui la pubblicit del provvedimento pu contribuire a correggere o eliminare gli
effetti delle violazioni accertate.
Tali associazioni possono attivare, prima del ricorso al giudice, la procedura di conciliazione dinanzi
alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura competente per territorio. La procedura
deve essere, in ogni caso, definita entro 60 giorni.
La necessit di tutelare le istanze provenienti dalla categoria dei consumatori, tradizionalmente
contrapposta a quella professionale, ha spinto il legislatore ad ampliare loperativit dellart. 2601
c.c. alle associazioni dei consumatori (artt. 136 e ss., D.Lgs. 206/2005).
Lart. 140bis del D.Lgs. 206/2005 (Codice del consumo), nella versione antecedente allentrata in
vigore della L. 23-7-2009, n. 99 (cd. Legge sviluppo) disciplinava la cause collettive (class action),
ossia le cause promosse a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e degli utenti e aventi ad
oggetto laccertamento del diritto al risarcimento del danno e alla restituzione delle somme spettanti ai
singoli consumatori o utenti nellambito di rapporti giuridici relativi a contratti stipulati ai sensi dellart.
1342 c.c., ovvero in conseguenza di atti illeciti extracontrattuali, di pratiche commerciali scorrette o
di comportamenti anticoncorrenziali, quando sono lesi i diritti di una pluralit di consumatori o utenti.
In tale versione dellistituto, mai entrato in vigore, legittimati ad esperire lazione collettiva risarcitoria
erano le associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative e altri soggetti appositamente
individuati. La procedura prevedeva un soggetto che proponeva lazione, al quale gli interessati
potevano comunicare per iscritto la propria adesione allazione collettiva.
A differenza del sistema degli Usa, quindi, in cui i consumatori che vogliono avvantaggiarsi dellazione
collettiva non devono fare nulla, nella class action allitaliana il consumatore doveva sempre esercitare
lopzione di entrare nel giudizio collettivo (opt-in), altrimenti non avrebbe neppure potuto beneficiare
degli effetti della sentenza favorevole del giudizio.
La L. 23-7-2009, n. 99 ha riformato la class action che si chiamer azione di classe e non pi azione
collettiva risarcitoria.
CC La legittimazione attiva a proporre lazione spetta a ciascun componente della classe, anche mediante associazioni cui d mandato
o comitati cui partecipa.

Disciplina

CC Non necessaria lintermediazione dellassociazione dei consumatori e neppure di un comitato, ma una sola persona fisica potr
dare il via allazione di classe, finalizzata a tutelare i diritti di una
pluralit di consumatori e utenti che versano nei confronti di una
stessa impresa in situazione identica, sia in relazione a violazioni
di diritti contrattuali o di diritti comunque spettanti al consumatore
finale del prodotto, sia a comportamenti anticoncorrenziali o pratiche commerciali scorrette.
CC I consumatori e utenti che intendono avvalersi della tutela di classe
devono aderire allazione di classe e tale adesione comporta la
rinuncia a ogni azione restitutoria o risarcitoria individuale fondata
sul medesimo titolo.
CC Lazione, dal punto di vista processuale, finalizzata alla domanda
di accertamento della responsabilit e alla conseguente condanna
al risarcimento del danno e alle restituzioni.

230

2 La subfornitura nelle attivit produttive

La L. 18 giugno 1998, n. 192 ha dettato la disciplina della subfornitura nelle attivit produttive.
Nozione: con il contratto di subfornitura un imprenditore si impegna a effettuare per conto di unimpresa committente lavorazioni su prodotti semilavorati o su materie prime forniti dalla committente
medesima, o si impegna a fornire allimpresa prodotti o servizi destinati ad essere incorporati o comunque utilizzati nellambito dellattivit economica del committente o nella produzione di un bene
complesso, in conformit a progetti esecutivi, conoscenze tecniche e tecnologiche, modelli o prototipi
forniti dallimpresa committente.

Il contratto richiede la forma scritta a pena di nullit.


forma scritta anche la comunicazione effettuata
via telefax o per via telematica.
CC Forma

Se la proposta non venga seguita da accettazione


scritta del subfornitore, che tuttavia provveda ad
iniziare le lavorazioni o le forniture, il contratto si
considera concluso per iscritto (salvo il disposto
dellart. 1341 c.c.).

I requisiti del bene o del servizio richiesti dal committente.


CC Nel contratto devono essere specificati

Il

prezzo pattuito: il prezzo dei beni o dei servizi


deve essere determinato o determinabile in modo
chiaro e preciso.

I termini e le modalit della consegna di collaudo e


di pagamento.

Disciplina

La fornitura di beni e servizi non pu essere ulteriorCC Divieto di subfornitura

mente affidata in subfornitura senza lautorizzazione


del committente per una quota superiore al 50% del
valore della fornitura.

Le

clausole che riservino ad uno dei contraenti


la facolt di modificare unilateralmente una o pi
clausole contrattuali.

CC Sono nulle

Le clausole che attribuiscono ad una delle parti di


un contratto di subfornitura ad esecuzione periodica
o continuata la facolt di recesso senza congruo
preavviso.

CC vietato (nullo)
labuso di dipendenza economica
nel quale si trova
unimpresa cliente
o fornitrice, da parte
di una o pi imprese

dipendenza economica la situazione in cui unimpresa sia in grado di determinare un eccessivo


squilibrio di diritti ed obblighi, nei rapporti commerciali
con unaltra impresa.

Labuso pu consistere anche nel rifiuto di vendere o


nel rifiuto di comprare, nelle imposizioni di condizioni
contrattuali gravose o discriminatorie, nella interruzione arbitraria delle relazioni commerciali in atto.

231

Il termine pattuito non pu superare i 60 giorni dalla


consegna del bene; tale termine derogabile dalle
parti (nei limiti, comunque, dei 90 giorni), a seguito
di accordi nazionali relativi a settori di produzione
specifici o ad accordi locali riferiti al territorio di
competenza delle singole Camere di Commercio.

In caso di mancato rispetto dei tempi il committente


CC Termini di pagamento

deve al subfornitore interessi pari al tasso ufficiale


di sconto maggiorato di cinque punti percentuale.

Nel caso in cui il ritardo nel pagamento superi i 30


giorni il committente dovr anche pagare una penale
pari al 5% dellimporto pattuito.

La mancata corresponsione del prezzo costituisce

Disciplina

titolo per ottenere ingiunzione di pagamento ex artt.


633 e ss. c.p.c.

Modifiche

e varianti al progetto in corso dopera


comportano ladeguamento del prezzo, anche se
non previsto nel contratto.

Il subfornitore responsabile del funzionamento e


CC Responsabilit del
subfornitore

della qualit della parte o dellassemblaggio da lui


prodotti o del servizio fornito.

Il subfornitore non responsabile per difetti di materiali o attrezzi forniti dal committente per lesecuzione
del contratto, se tempestivamente segnalati.

In sintesi
Il consumatore la persona fisica che pone in essere rapporti contrattuali per scopi estranei
allattivit imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta.
Egli considerato la parte debole del rapporto contrattuale che abbia come controparte un
professionista o un imprenditore, per cui necessita di una tutela peculiare, soprattutto in alcune
tipologie di contratti (come i contratti standard o quelli conclusi mediante sottoscrizione di moduli o
formulari) che sono predisposti dallo stesso imprenditore, oppure qualora, pur essendoci la possibilit di una trattativa singola, la conclusione di essi avvenga con alcune particolarit (contrattazione
a distanza, o fuori dai locali commerciali) che pongono il consumatore in una posizione di
evidente svantaggio (perch non pu visionare il bene acquistato, o contrattarne il prezzo, o essere
informato di tutte le garanzie e le clausole contrattuali, etc.).
La tutela del consumatore oggi stata raccolta e coordinata nel Codice del consumo (D.Lgs.
206/2005) che ha razionalizzato le varie e frammentate disposizioni precedentemente emanate.
Con il contratto di subfornitura, un imprenditore si impegna a compiere per conto di unimpresa
committente lavorazioni su prodotti semilavorati o su materie prime forniti dallo stesso committente,
ovvero si impegna a fornire allimpresa prodotti o servizi destinati ad essere incorporati o comunque
ad essere utilizzati nellambito dellattivit economica del committente o nella produzione di un
bene complesso, in conformit a progetti esecutivi, conoscenze tecniche e tecnologiche, modelli
o prototipi forniti dallimpresa committente.
Quanto agli obblighi del subfornitore:
fatto divieto di successivo subaffidamento senza autorizzazione del committente per un valore
superiore al 50% dellopera oggetto della fornitura;
responsabile del funzionamento e della qualit del prodotto o servizio fornito;
deve tempestivamente segnalare difetti di materiali o di attrezzi fornitigli dal committente.

232

42

Capitolo

lassociazione in partecipazione

1 Nozione, natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte (associante) attribuisce ad unaltra (associato) una partecipazione agli utili (e alle perdite) della sua impresa, o di uno o pi affari, verso il corrispettivo di un
determinato apporto (art. 2549 c.c.).

Elementi essenziali

CC Lapporto da parte dellassociato: consiste in una somma di danaro o


nel conferimento di determinati beni ovvero del semplice godimento
di essi, nella prestazione di servizi, nonch in prestazioni di attivit
lavorative.
CC Lattribuzione di una partecipazione agli utili da parte dellassociante.
CC Attraverso lapporto, lassociato partecipa al rischio dellimpresa o
dellaffare altrui.
CC Lassociato non diviene socio dellassociante ma resta un suo creditore.

Caratteri

CC Lassociazione in partecipazione non crea neppure un rapporto di


lavoro subordinato tra associante e associato: la partecipazione agli
utili, infatti, non ha natura retributiva.
CC Contratto consensuale.
CC Contratto necessariamente bilaterale.

Natura giuridica

CC Contratto non formale.


CC Contratto oneroso.
CC Contratto di durata non necessariamente limitata nel tempo.

Osservazioni
Controverso linquadramento dogmatico:



contratto di scambio (Ascarelli);


contratto associativo (Ferrara jr.);
struttura dei contratti di scambio, sostanza giuridica dei contratti associativi (Ferri);
la giurisprudenza lo considera un contratto di scambio nel quale il nesso funzionale che collega
le prestazioni a carico delle parti rende applicabili le norme dettate per i contratti sinallagmatici.

2 Disciplina
CC Liniziativa economica rimessa alla determinazione dellassociante.

Regole essenziali

CC Lassociante il solo responsabile verso i terzi (art. 2551 c.c.).


CC La gestione dellimpresa o dellaffare spetta allassociante (art. 2552
c.c.).

233

Dovr osservare la normale diligenza


del mandatario (art. 1710 c.c.).
CC Lassociante

Non

potr distrarre i beni aziendali


dalla loro destinazione (art. 2256 c.c.).

Dovr consentire controlli e dare informazioni allassociato (art. 2552 c.c.).

Dovr prestare la sua opera sotto la


direzione dellassociante.
Regole essenziali

CC Lassociato

Ha

diritto al rendiconto dellaffare


o della gestione dellimpresa (art.
2552 c.c.).

CC La partecipazione agli utili e alle perdite disciplinata dal contratto:


le perdite, tuttavia, non possono superare il valore del suo apporto
(art. 2553 c.c.).
CC Lo scioglimento del contratto attribuisce allassociato unicamente il
diritto alla liquidazione della sua quota sulla base della situazione
patrimoniale esistente in quel momento.

Differenze
Lassociazione in partecipazione si differenzia dalla societ, in quanto:





un contratto destinato a regolare i rapporti tra associante e associato;


con la sua stipulazione non si costituisce un ente collettivo distinto dalle persone dei contraenti;
non determina la formazione di un fondo comune (manca il patrimonio sociale);
limpresa resta dellassociante;
lassociato rimane creditore dellassociante;
allo scioglimento del contratto non segue uno stato di liquidazione.

In sintesi
Lassociazione in partecipazione il contratto con il quale una persona (associante) attribuisce
ad unaltra (associato) una partecipazione agli utili della sua impresa, o di uno o pi affari, verso il
corrispettivo di un determinato apporto, in denaro o in beni o servizi (art. 2549 c.c.).
Lassociato, salvo patto contrario, partecipa alle perdite nella stessa misura in cui partecipa agli
utili: sullo stesso, comunque, non possono gravare perdite in misura superiore al suo apporto.
Il contratto consensuale, non formale, oneroso e pu anche essere a tempo indeterminato.
Lassociato non diviene socio dellassociante ma resta suo creditore, n tra i due si instaura un
rapporto di lavoro subordinato.
Lo scioglimento del contratto attribuisce allassociato unicamente il diritto alla liquidazione della sua
quota, sulla base della situazione patrimoniale esistente in quel momento.

234

Parte quarta
i titoli di credito
Capitolo Quarantatreesimo: I titoli di credito in generale.................. Pag. 237
Capitolo Quarantaquattresimo: La cambiale.......................................

241

Capitolo Quarantacinquesimo: Lassegno bancario...........................

247

Capitolo Quarantaseiesimo: Lassegno circolare...............................

249

Capitolo Quarantasettesimo: Gli altri titoli di credito.........................

251

43

Capitolo

i titoli di credito in generale

1 Principi generali

1.1 Nozione
Il titolo di credito il documento contenente la promessa unilaterale di effettuare una data prestazione a favore di colui che materialmente lo presenter al debitore.

1.2 Funzione
quella di garantire la mobilizzazione della ricchezza (Ascarelli), rendendo cos pi semplice
e sicura la circolazione dei crediti.

1.3 Fonte
Fasi della nascita del titolo
di credito

CC La creazione, cio la materiale redazione del titolo.


CC La emissione, cio la materiale consegna del titolo al creditore.

Osservazioni
La dottrina divisa tra due orientamenti:
teoria della emissione: ritiene che la creazione del titolo abbia un mero valore interno e che
solo con lemissione il documento diventi titolo di credito vincolante;
teoria della creazione: sostiene, invece, che per lesistenza del titolo di credito sia necessaria e sufficiente la semplice creazione.

2 Caratteri
CC Il documento incorpora il diritto di credito, che nasce, circola e si
trasferisce solo con la creazione e la circolazione del documento.
CC Per provare lesistenza del diritto necessario il documento, in
quanto il diritto immedesimato in esso.

Incorporazione

CC Per ottenere la prestazione necessaria la presentazione del documento.


CC La distruzione del documento pu importare, salvo quanto diremo
a proposito dellammortamento, la perdita del diritto.
CC Qualsiasi vincolo sul diritto (pegno, sequestro, pignoramento) non
ha effetto sul credito incorporato se non colpisce anche il titolo.
CC Con il trasferimento del documento si trasferisce anche il diritto.
CC Il contenuto e la portata dellobbligazione risultano esclusivamente dal titolo.

Letteralit

CC Il titolare non pu pretendere una prestazione diversa o pi ampia


di quella risultante dal documento, n il debitore pu eseguire una
prestazione diversa o pi ristretta.

237

Titoli completi: tutti gli elementi atti ad inCC Il debitore non pu


disconoscere le obbligazioni inserite
nel titolo.

Letteralit

Titoli incompleti: le caratteristiche del diritto risultano non solo dal documento, ma
anche da altri elementi in esso richiamati
(letteralit indiretta).

CC Il diritto cartolare indipendente dai rapporti intercorsi fra il debitore e i precedenti titolari.

Autonomia

dividuare il diritto sono contenuti nella lettera del documento (letteralit diretta).

3 Classificazioni
CC Titoli causali: sono quelli connessi ad un rapporto fondamentale
determinato, il quale emerge dal contesto del titolo (es.: azioni o
obbligazioni di societ).

In relazione al rapporto
fondamentale

CC Titoli astratti: sono quelli nei quali il rapporto fondamentale non


enunciato ed perci irrilevante nei confronti dei terzi possessori
in buona fede del titolo; questi ultimi avranno diritto alla prestazione anche se il rapporto fondamentale non esiste pi o viziato
(es.: cambiale o assegno).

Sono quelli intestati ad una determinata per-

CC Titoli nominativi

sona; la loro intestazione risulta non solo dal


documento, ma anche da un registro tenuto
dal debitore; la legittimazione cartolare data
dalla coincidenza tra lidentit del portatore, il
nome che risulta dal titolo e quello che risulta dal registro.

Il trasferimento avviene mediante lannotazione del nome dellacquirente sul titolo e nel registro dellemittente o con il rilascio di un nuovo titolo.
In relazione al regime di
circolazione del titolo

Sono quelli nei quali lintestazione risulta solo


dal titolo.
CC Titoli allordine

Il trasferimento si attua mediante girata (cio


lordine che il creditore rivolge al debitore di
pagare ad una determinata persona).

Sono quei titoli in cui la legittimazione alleserTitoli al portatore

cizio del diritto cartolare data dalla detenzione materiale del documento.

Si trasferiscono mediante la semplice consegna del titolo.

238

CC Titoli di pagamento: danno diritto ad una determinata prestazione di carattere pecuniario (es.: cambiale).
In relazione ai diritti enunciati nel titolo

CC Titoli rappresentativi: incorporano un diritto diverso da quello di credito, in genere un diritto reale (es.: fede di deposito, lettera di vettura).
CC Titoli di partecipazione: attribuiscono al possessore uno status giuridico, con i relativi diritti da esso derivanti (es.: azioni di societ).

In relazione alla creazione e


allemissione

CC Titoli individuali: creati di volta in volta in relazione ad ogni singola operazione.


CC Titoli di massa: creati con una unica operazione (es.: azioni sociali).

4 Figure simili

Vi sono documenti regolati da una legge di circolazione e di legittimazione analoga a quella dei titoli
di credito, ma che tali non sono.

Documenti di legittimazione

Titoli impropri

CC Servono ad identificare lavente diritto ad una determinata prestazione (es.: biglietti ferroviari).
CC Si differenziano dai titoli di credito perch difettano dellincorporazione del diritto nel documento e non sono titoli circolanti.
CC Consentono il trasferimento del diritto, senza losservanza delle
forme proprie della cessione (es.: polizze di assicurazione).
CC Si differenziano dai titoli di credito perch non attribuiscono al cessionario alcun diritto autonomo e letterale.

5 Titoli atipici

Sono quelli non previsti da alcuna disposizione normativa, ma emersi dalla pratica commerciale:
warrants: sono buoni di sottoscrizione che danno diritto a chi li detiene di acquistare ad un prezzo prefissato ed entro un termine stabilito, un certo numero di azioni;
certificati di partecipazione a fondi comuni di investimento mobiliare;
certificati di deposito doro;
certificati rappresentativi di quote di associazione in partecipazione.

6 Eccezioni opponibili dal debitore cartolare

Conseguenza della letteralit ed autonomia dei titoli di credito la non opponibilit al possessore
del titolo delle eccezioni derivanti dai rapporti intercorrenti con i precedenti portatori.

Tipi

CC Eccezioni reali (fondate sul contesto letterale del titolo ed


opponibili a qualunque portatore del titolo, art. 1993 c.c.)

Di forma.
Fondate sul contesto letterale del titolo.
Falsit della firma.
Difetto di capacit o rappresentanza al
momento dellemissione.

Mancanza

delle condizioni necessarie


allesercizio dellazione.

239

Eccezioni personali in senso stretto: sono


CC Eccezioni personali (sono opponibili
solo ad un determinato possessore)

Tipi

quelle che attengono allo stesso rapporto cartolare (difetto di titolarit).

Eccezioni personali fondate su un rapporto personale con il debitore: su un rapporto, quindi, diverso da quello cartolare bench influente su questo.

7 Ammortamento

7.1 Nozione
la procedura che il possessore di un titolo di credito allordine o di un titolo nominativo pu esperire nel caso in cui il titolo sia stato smarrito, sottratto o distrutto. Il procedimento diretto a far dichiarare linefficacia del titolo di credito e a consentire lesercizio dei diritti cartolari indipendentemente dal
possesso dello stesso.

7.2 Procedura
Prima fase (necessaria): volta ad ottenere il decreto di ammortamento emesso dal Presidente del
Tribunale, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e notificato al debitore.
Seconda fase (eventuale):si instaura qualora vi sia opposizione del detentore del titolo al decreto di
ammortamento; diretta allaccertamento, in contraddittorio tra ricorrente ed opponente, della propriet del titolo.

7.3 Limite di ammissibilit


Lammortamento ammesso per i soli titoli allordine e nominativi, non anche per i titoli al portatore.
Il legittimo possessore di questi ultimi, qualora li abbia perduti per smarrimento o sottrazione, pu denunciare detti eventi allemittente del titolo, dandone prova, ed avr diritto alla prestazione solo dopo
che sia decorso il termine di prescrizione del titolo stesso (art. 2006 c.c.). Nel contempo il titolo continua ad incorporare il diritto per tutto il periodo di prescrizione e questo pu venire legittimamente acquistato da un possessore di buona fede.
In sintesi
I titoli di credito sono documenti nei quali incorporata la promessa unilaterale di effettuare una
prestazione a favore di chi li presenter al debitore legittimandosi in base alla legge di circolazione del titolo stesso.
La loro funzione quella di rendere pi celere e sicuro il trasferimento dei crediti, svincolandolo
dalle regole della cessione del credito.
I caratteri del credito incorporato nei titoli sono:
letteralit, ossia il contenuto del diritto quello che risulta dal tenore letterale del titolo;
autonomia, il diritto acquistato non lo stesso di quello del creditore cedente, ma un diritto originario, sorto, cio, ex novo. Lautonomia tutela il creditore cui non possono essere eccepite dal
debitore cartolare le eccezioni che questi avrebbe potuto opporre al precedente possessore.
I titoli di credito possono classificarsi in base al rapporto fondamentale (e cio, al rapporto sottostante che ha portato alla loro creazione) in titoli causali e titoli astratti.
Infine, i titoli di credito si distinguono anche in base al loro regime di circolazione in titoli nominativi, titoli allordine e titoli al portatore.

240

44

Capitolo

La cambiale

1 Generalit

Nozione: un titolo di credito allordine, formale e astratto, che attribuisce al possessore legittimo il
diritto di farsi pagare una somma determinata alla scadenza indicata.

Tipi

CC Tratta o cambiale in
senso stretto: consiste nellordine incondizionato che
una persona (traente) d ad unaltra
(trattario) di pagare
ad un terzo (prenditore) una somma di
denaro.

Il rapporto traente-prenditore detto rapporto di valuta.

Il rapporto traente-trattario detto rapporto di provvista.

CC Vaglia cambiario o pagher cambiario: consiste nella promessa incondizionata fatta da una persona (emittente), di pagare una
somma di denaro ad una determinata scadenza.
CC titolo allordine.
CC titolo formale.
CC titolo astratto.
Caratteristiche

CC In esso possono confluire pi obbligazioni aventi il medesimo oggetto, tutte autonome e valide, indipendentemente dalla validit
delle altre, ma tutte legate dal vincolo della solidariet (art. 1292
c.c.).
CC titolo esecutivo (purch bollato).
CC assistita da un particolare rigore processuale.
CC Denominazione di cambiale.
CC Ordine incondizionato (per la tratta) o promessa incondizionata
(per il vaglia cambiario) di pagare una determinata somma.

Requisiti essenziali

CC Nome, luogo e data di nascita di chi designato a pagare (trattario nella tratta, emittente nel pagher).
CC Nome del primo prenditore.
CC Data e luogo di emissione.
CC Sottoscrizione del traente (nella tratta) o dellemittente (nel vaglia
cambiario).

Ove manchi qualcuno di questi, il titolo non varr pi come cambiale, ma come mera attestazione di
credito.

241

Del domicilio del trattario o


della persona designata sul
Se manca neltitolo a pagare per esso.
l a c a m b i a l e Del domicilio dellaccettanCC Luogo di pagamentratta (art. 44
te per intervento o della
to
L.C.) varr il
persona designata sul titoluogo
lo a pagare per esso.
Del domicilio dellindicato
al bisogno.

Ove manchi nel vaglia cambiario, varr il luogo


Requisiti accidentali

del domicilio dellemittente (art. 101 L.C.).

Pu non essere indicata, in tal caso la cambiale si intende pagabile a vista.

Se indicata, deve rientrare, a pena di nullit, in


una delle forme consentite dalla legge (art. 38 L.C.).
CC Scadenza

A giorno fisso.
A certo tempo vista.
A certo tempo data.
A vista: cio pagabile alla presentazione.

CC Incompleta: quando il rilascio del titolo avviene senza un accordo


circa il suo successivo riempimento.
Cambiale sprovvista di requisiti essenziali

CC In bianco: quando sussiste un accordo di riempimento successivo; qualora tale contratto non venga rispettato, il debitore cambiario potr eccepire al prenditore (o al terzo portatore che abbia acquistato la cambiale in mala fede o con colpa grave) labusivo riempimento.

2 Obbligazioni cambiarie
CC Obbligati principali

Emittente nel pagher.


Trattario nella tratta.

CC Obbligati in via di regresso

Traente.
Giranti.

Categorie di obbligati

CC Le dichiarazioni cambiarie possono essere compiute anche a mezzo di un rappresentante.

Rappresentanza cambiaria

CC Lorientamento dominante ritiene che il rapporto di rappresentanza debba emergere dal titolo, secondo altri invece non occorre che
sia espressamente menzionato.
CC Colui che agisce quale rappresentante, senza avere il potere di
farlo (perch non ha il potere di agire per quella persona o perch
eccede i propri poteri), ha lobbligo di pagare limporto indicato nella cambiale, come se avesse agito in proprio (art. 11 L. C.).

Autonomia delle obbligazioni cambiarie

242

CC Ciascuna obbligazione autonoma rispetto alle altre, pertanto linvalidit di una non avr alcuna influenza sulle altre, che rimarranno
comunque valide (art. 7 L.C.).

3 Accettazione della tratta

Nozione: laccettazione la dichiarazione del trattario di obbligarsi cambiariamente.


Modalit: laccettazione deve essere scritta sulla cambiale, espressa con le parole accettato, visto, o altre equivalenti, ed sottoscritta dal trattario.
Disciplina: fin quando il trattario non ha accettato egli non un obbligato cambiario; solo ad accettazione avvenuta entra nel rapporto cambiario quale obbligato principale.

4 Girata

Nozione: un negozio giuridico cartolare (risultante dal titolo), unilaterale ed astratto, contenente un
ordine di pagamento.
CC Funzione essenziale quella di trasferimento del titolo cambiario
e del relativo credito.

Funzione

CC Altra funzione quella di garanzia: girando la cambiale il girante


diviene obbligato cambiario.

Caratteri (art. 16 L.C.)

CC La girata non pu essere condizionata: la condizione si ha per non


apposta.
CC La girata parziale nulla.
CC Piena: con formula completa, per esempio, per me pagate al Sig. X.
In bianco: laddove non indicato il nome del giratario.
Il giratario potr

Riempirla

con il proprio nome o


con quello di altra persona.

Girare

di nuovo la cambiale, in
bianco o a persona determinata.

Trasmettere la cambiale ad un terTipi

zo senza riempire la girata in bianco o senza girarla.


CC Per procura o per incasso: qualora venga apposta la clausola per
procura o altre affini il giratario assume la figura di mandatario del
girante.
CC In garanzia o in pegno: se apposta la clausola in garanzia il
giratario assume la posizione di un creditore pignoratizio.

5 Avallo

Nozione: una dichiarazione con la quale taluno garantisce cambiariamente il pagamento della cambiale per uno degli obbligati cambiari; essa viene apposta sulla cambiale o sullallungamento.
CC Lavallante obbligato nello stesso modo di colui per il quale lavallo stato dato.
Caratteri

CC Lavallante obbligato in solido con lavallato.


CC Lavallo indipendente dallobbligazione cambiaria per cui dato
(ci lo differenzia dalla fideiussione).

243

CC Lavallante non pu pretendere che il portatore escuta preventivamente lavallato.


CC Lavallante che effettui il pagamento della somma cambiaria acquista in modo autonomo i diritti inerenti alla cambiale, accresciuti degli interessi e delle spese, nei confronti dellavallato e di coloro che
sono obbligati cambiariamente verso questultimo.

Caratteri

CC Lavallante (poich assume la medesima obbligazione dellavallato) non pu assoggettare il proprio obbligo a condizioni.
CC ammesso, per, lavallo parziale, dato cio per una sola parte
della somma cambiaria.

6 Forme di garanzia extracambiaria

Il credito cambiario, oltre che dallavallo (tipica garanzia cambiaria), pu essere assistito da garanzie
extracambiarie:
cambiale ipotecaria;
cambiale agraria;
cambiale tratta con cessione della provvista.

7 Le azioni

7.1 Le azioni cambiarie


Nei confronti degli obbligati in via diretta

CC Lazione non subordinata a formalit o termini di decadenza.

Alla scadenza, se il
pagamento non ha
avuto luogo, necessario che la cambiale sia stata tempestivamente presentata per il pagamento o per laccettazione e che sia stato levato il protesto
Nei confronti degli obbligati di regresso

Il protesto un processo verbale redatto da un


notaio o da un ufficiale giudiziario nel quale viene constatata lavvenuta presentazione della
cambiale e il conseguente rifiuto di accettare o
pagare. Se nella cambiale apposta la clausola senza spese o senza protesto, il protesto non necessario.

Se laccettazione stata rifiutata in tutto o in parte, anche qui necessario che la cambiale sia
stata tempestivamente presentata per il pagamento o per laccettazione e che sia stato levato il protesto.
CC Prima della scadenza

In caso di fallimento
del trattario

In caso di fallimento
del traente di una
cambiale non accettabile

244

sufficiente che il
portatore esibisca la
sentenza dichiarativa di fallimento.

7.2 Le azioni extracambiarie


CC Questa azione permane nonostante lemissione o trasmissione della cambiale.
CC legata al rapporto fondamentale sottostante.
Azione derivante dal rapporto fondamentale (azione cau- CC Lesercizio subordinato al protesto, cio allaccertamento del mancato buon fine della cambiale.
sale)
CC Esiste a carico del portatore lonere di restituire la cambiale e di
depositarla in cancelleria, onde evitare rischi di duplicazione del
pagamento.

Azione di arricchimento (carattere residuale)

CC Quando il danneggiato non pu esperire n lazione cambiaria, n


altra azione causale, pu essere esercitata lazione di ingiustificato arricchimento (art. 2041 c.c.), la quale impedisce che il portatore resti danneggiato dalle decadenze e prescrizioni cambiarie.

7.3 Prescrizione delle azioni


CC Le azioni cambiarie contro accettante o emittente: si prescrivono
in 3 anni dalla data della scadenza della cambiale.
CC Le azioni del portatore contro i giranti e contro il traente: si prescrivono in 1 anno dalla data del protesto.
CC Le azioni dei giranti gli uni contro gli altri o contro il traente: si prescrivono in 6 mesi dal giorno in cui il girante ha pagato la cambiale o stata proposta azione di regresso contro di lui. Il girante, comunque, ha sempre la possibilit di agire in via diretta, entro i 3
anni dalla scadenza della cambiale, contro lobbligato principale.

Termini

CC Lazione causale: ha lo stesso termine di prescrizione dei diritti nascenti dal rapporto fondamentale.
CC Lazione di arricchimento: si prescrive in 1 anno dal giorno della
perdita dellazione cambiaria.

8 La cambiale finanziaria

Nozione: un titolo di credito allordine, emesso in serie ed avente una scadenza non inferiore a 3
mesi e non superiore a 12 mesi dalla data di emissione.
Funzione: raccogliere denaro dai risparmiatori per investirlo nellattivit dellemittente.
CC Titolo emesso in serie.
Caratteri

CC Titolo causale.
CC Deve contenere la denominazione di cambiale finanziaria.

In sintesi
La cambiale un titolo di credito allordine, formale e astratto, contenente lobbligazione incondizionata di pagare o di far pagare una somma di denaro ad una determinata scadenza e nel luogo indicato dal titolo a favore di chi risulta legittimato allesercizio del diritto (prenditore).

245

La cambiale pu assumere due forme:


tratta o cambiale in senso stretto;
il vaglia cambiario o pagher cambiario.
La cambiale circola mediante girata. Garanzia dellobbligazione cambiaria lavallo.
Lazione cambiaria, infine, quella che il possessore legittimo di una cambiale dotata di tutti i requisiti stabiliti dalla legge, pu esercitare contro i firmatari del titolo per ottenerne il pagamento. Si
distingue tra: azione cambiaria diretta e azione cambiaria di regresso.

Note:

246

Capitolo

45

Lassegno bancario

1 Nozione

un titolo di credito, avente la struttura della tratta, che contiene lordine incondizionato che il traente rivolge al trattario (banca) di pagare una somma determinata ad un terzo o a se stesso. uno strumento di pagamento (e in ci si differenzia dalla cambiale che strumento di credito).

2 Requisiti, presupposti e disciplina


CC Denominazione di assegno bancario.
CC Ordine incondizionato di pagare una somma determinata: da qui
deriva limpossibilit di apporre condizioni risolutive o sospensive.
CC Indicazione del trattario.
CC Indicazione del luogo di pagamento.
CC Luogo di emissione.

Requisiti essenziali

Lassegno rilasciato privo di data considerato dalla dottrina dominante nullo.


CC Data di emissione

Lassegno post-datato immediatamente


esigibile, salvo conseguenze fiscali (sostituendosi al pagher cambiario, elude la
legge sul bollo).

CC Sottoscrizione del traente.


CC Il traente deve avere somme disponibili presso il trattario (rapporto di provvista).
Presupposti

CC Il traente deve poter disporre di tali somme a mezzo di assegno,


in conformit di una convenzione espressa o tacita (cd. convenzione di assegno).
CC Lassegno non sottoposto allonere dellaccettazione da parte della banca trattaria.
CC Non possono esservi inserite pattuizioni di interessi.
CC Il regresso subordinato alla presentazione dellassegno e alla
certificazione del protesto.
CC La scadenza sempre a vista.

Disciplina

CC La mancanza di somme disponibili al momento dellemissione (assegno a vuoto) o lemissione non autorizzata di assegni importano lapplicazione a carico del traente di sanzioni amministrative.
CC Nellipotesi di rifiuto opposto dal trattario, il portatore ha diritto di
ottenere il pagamento da tutti i firmatari dellassegno (traente, giranti, avallanti) congiuntamente o individualmente, senza essere
tenuto ad osservare lordine nel quale essi si obbligarono.

247

3 Circolazione
CC Assegno allordine: il trasferimento si attua mediante girata cui deve
accompagnarsi la consegna del titolo (traditio).

Modalit

CC Assegno al portatore: il trasferimento si attua mediante la semplice consegna del titolo.


CC Assegno non allordine: circola solo con le forme e gli effetti della
cessione ordinaria.
CC Assegno non trasferibile: lassegno diviene non girabile e non cedibile (la clausola di non trasferibilit obbligatoria per gli assegni
di importo superiore a 5.000 euro. Tale importo stato da ultimo
modificato dal D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010).

Limiti alla circolazione

CC Assegno sbarrato: la banca pu pagare solo ad un banchiere o ad


un proprio cliente.
CC Assegno da accreditare: tale assegno non pu essere pagato in
contanti, ma per accredito sul conto di chi presenta il titolo.
CC Assegno turistico (travellers cheque): il pagamento subordinato
alla doppia firma conforme del prenditore, il quale dovr ripetere
la firma allatto della presentazione.

4 Pagamento

Lesercizio dei diritti incorporati nellassegno subordinato allinderogabile onere per il portatore di
presentare lassegno alla banca trattaria per richiedere il pagamento. La legge, per, stabilisce tassativamente dei termini massimi per esigere il pagamento, decorrenti dalla data di emissione:
8 giorni, se coincidono il luogo in cui lassegno stato emesso e quello in cui pu essere incassato (si parla in questo caso di assegno su piazza);
15 giorni per assegni da incassare in Comuni diversi da quello di emissione (si parla in tal caso di
assegno fuori piazza).
Alla scadenza di tali termini non consegue lautomatico e necessario rifiuto di pagare da parte della
banca trattaria, ma soltanto la possibilit che lordine di pagamento venga revocato dal traente.
Se lassegno non interamente coperto (cio se lemittente non ha depositato in banca una somma sufficiente a pagare il portatore dellassegno) ammesso il pagamento parziale (e il presentatore dellassegno in banca non pu rifiutarlo); tuttavia le banche hanno labitudine, in tale caso, di rifiutare per intero il pagamento.
In sintesi
Lassegno bancario un titolo di credito che contiene lordine incondizionato, rivolto da una persona (traente) ad una banca (trattario), di pagare a vista una determinata somma di denaro allordine di un terzo o dello stesso traente.
Il traente obbligato, nei confronti del legittimo possessore dellassegno, ad eseguire il pagamento nel caso in cui la banca trattaria lo rifiuti e lo stesso obbligo sussiste per tutti i successivi firmatari, nel caso di trasferimento del titolo mediante girata.
Trattasi, dunque, di uno strumento di pagamento (non di credito, a differenza della cambiale), che
presuppone lesistenza di un rapporto di valuta e di un rapporto di provvista.
Lassegno bancario pu essere emesso allordine o al portatore ed esso pu circolare secondo le regole generali che disciplinano la circolazione dei titoli di credito.

248

46

Capitolo

Lassegno circolare

1 Generalit e disciplina

Nozione: un titolo di credito allordine contenente una promessa diretta di pagamento e dotato di
particolari requisiti di forma, emesso da un istituto bancario a ci autorizzato, per somme che siano
disponibili presso di esso al momento dellemissione, e pagabile a vista presso tutti i recapiti comunque indicati dallemittente. Simile per struttura al pagher cambiario, se ne differenzia sotto il profilo
della funzione che, in tal caso, quella di consentire pagamenti senza il rischio dello spostamento
materiale della moneta alla quale lassegno circolare pu essere equiparato perch incorpora un credito di sicura esigibilit (in considerazione degli obblighi di copertura, infatti, lassegno circolare non
pu mai essere emesso a vuoto).
CC Lautorizzazione ad emettere assegni circolari viene concessa agli
istituti bancari, dopo un attento controllo da parte della Banca dItalia ed il provvedimento di autorizzazione viene pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.

Presupposti

CC Listituto emittente tenuto a costituire presso la Banca dItalia, a


garanzia del regolare pagamento degli assegni emessi, una riserva speciale in misura percentuale (non meno del 20%) degli assegni messi in circolazione.
CC Lemissione di un singolo assegno circolare deve essere accompagnata dallesistenza di somme disponibili presso lo stesso istituto emittente (cd. provvista).
CC Detta provvista , di regola, costituita mediante versamento in contanti, nelle casse dellistituto di credito, dellimporto corrispondente a quello riportato nellassegno.
CC La denominazione di assegno circolare contenuta nel contesto
del titolo.

Requisiti formali

CC La promessa incondizionata di pagare a vista una somma determinata.


CC Lindicazione del prenditore (lassegno circolare non pu mai essere emesso al portatore).
CC Lindicazione della data e del luogo di emissione.
CC La sottoscrizione della banca emittente.

Si pu notare che tra i vari requisiti formali dellassegno circolare manca lindicazione del luogo di pagamento, visto che esso pagabile presso qualunque sede, agenzia o filiale della banca emittente.

249

La girata a favore dellemittente (cd. girata quietanzata) estingue lassegno.

Lazione contro lemittente si prescrive entro 3 anni dallemissione.

Il possessore dellassegno circolare decaDisciplina

CC Si applicano, in quanto compatibili, le norme sul vaglia cambiario, salvo che

de dallazione di regresso contro il girante se non presenta il titolo per il pagamento allemittente entro 30 giorni dallemissione.

In caso di mancato pagamento, a differenza dellassegno bancario, la banca assume unobbligazione cartolare.

Se allassegno apposta la clausola non


trasferibile, la girata illegittima.
Differenze
Lassegno circolare presenta i seguenti elementi di differenziazione dallassegno bancario:
non pu essere emesso al portatore;
comporta unobbligazione cartolare diretta e principale della banca emittente;
subordinato alla sussistenza o alla creazione di adeguati fondi disponibili: in genere il prenditore versa limporto in contanti contestualmente al rilascio dellassegno;
pagabile in tutti i recapiti della banca emittente;
pu essere emesso solo da banche a ci autorizzate, previo deposito di una cauzione presso
la Banca dItalia.
In sintesi
Lassegno circolare un titolo di credito allordine, contenente una promessa diretta di pagamento e dotato di particolari requisiti di forma, emesso da una banca a ci preposta dallautorit competente, per somme che siano disponibili presso di essa al momento dellemissione, e pagabile a
vista presso tutti i recapiti comunque indicati dallemittente.
Lassegno circolare deve essere presentato allincasso entro 30 giorni dallemissione, pena la perdita dellazione di regresso.

250

Capitolo

47

Gli altri titoli di credito

1 Titoli rappresentativi

1.1 Nozione
I titoli rappresentativi di merce sono titoli di credito causali, ma caratterizzati dai requisiti della letteralit e della autonomia, emessi da un terzo detentore della merce, in essi esattamente individuata per
genere, stato, qualit, ubicazione e della quale lemittente si obbliga ad effettuare la riconsegna o restituzione esclusivamente al legittimo possessore del titolo.

1.2 Effetti
Il titolo viene emesso da colui che detiene la merce, il quale attraverso lemissione:
documenta il contratto in base al quale la merce gli stata consegnata;
attesta di avere effettivamente ricevuto la detenzione della merce stessa;

attribuisce al portatore del


titolo che egli emette

CC Il diritto alla consegna delle merci.


CC Il possesso delle merci descritte nel titolo.
CC Il potere di disposizione mediante trasferimento del titolo.

1.3 Tipi

Trasporti terrestri

CC Duplicato della lettera di vettura


CC Ricevuta di carico

Tali documenti costituiscono titoli di credito solo se vengono


emessi con la clausola allordine.

CC Polizza di carico.
Trasporti marittimi

CC Polizza ricevuta per limbarco.


CC Ordine di consegna proprio (delivery orders).

Trasporti aerei

CC Lettera di trasporto.

CC Fede di deposito: un titolo allordine, emesso dal magazzino generale su richiesta del depositante, in cui sono indicate le merci
depositate con tutti gli estremi atti ad individuarle; conferisce allintestatario e/o giratario il diritto alla riconsegna della merce oltre al
potere di disporne.
Depositi presso i magazzini
generali
CC Nota di pegno: quando staccata dalla fede di deposito, un autonomo titolo di credito allordine, trasferibile mediante girata ed incorporante un diritto di credito garantito da pegno sulle merci depositate; il possessore o il giratario potr, quindi, ritirare la merce
solo depositando presso i magazzini generali la somma dovuta al
creditore pignoratizio.

251

2 Titoli speciali dellistituto di emissione

Possono essere emessi solo dalla Banca dItalia:


vaglia cambiario;
assegno bancario libero;
assegno bancario piazzato.

3 Titoli speciali del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia

La legge sugli assegni prevede e disciplina questi titoli, ormai desueti:


vaglia cambiario;
assegno di corrispondente;
fede di credito o polizzino: un titolo di credito allordine, contenente la promessa del banco emittente, di pagare una somma determinata, presso una qualunque filiale di esso.
In sintesi
I titoli rappresentativi delle merci sono titoli di credito il cui possesso d diritto alla consegna ed
al possesso delle merci in essi indicate, nonch attribuisce il potere di disporne mediante trasferimento del titolo.
Lemittente esercita la detenzione materiale della merce, in nome e per conto del possessore del
titolo stesso. Il trasferimento del titolo equivale a trasferimento delle merci, in quanto in esso incorporato il diritto alla consegna di queste.

252

Parte quinta
le procedure concorsuali
Capitolo Quarantottesimo: Le procedure concorsuali: Generalit... Pag. 255
Capitolo Quarantanovesimo: Il fallimento...........................................

257

Capitolo Cinquantesimo: La dichiarazione di fallimento...................

261

Capitolo Cinquantunesimo: Gli organi preposti al fallimento............

269

Capitolo Cinquantaduesimo: La procedura fallimentare....................

273

Capitolo Cinquantatreesimo: Il concordato preventivo......................

281

Capitolo Cinquantaquattresimo: Lamministrazione controllata........

285

Capitolo Cinquantacinquesimo: La liquidazione coatta amministrativa.

287

Capitolo Cinquantaseiesimo: Lamministrazione straordinaria delle


grandi imprese in crisi...................................................................

291

Capitolo

48

Le procedure concorsuali:
Generalit

1 Nozione

Limprenditore commerciale, nellesercizio della propria attivit, pu trovarsi in situazioni di particolare crisi finanziaria dovute ad una eccessiva esposizione debitoria.
In tali ipotesi le garanzie generiche poste individualmente a tutela dei singoli creditori diventano strumenti inadeguati al loro soddisfacimento.
Per tali motivi lordinamento appronta un complesso sistema di procedure collettive di esecuzione
sui beni dellimprenditore finalizzate a garantire la parit di trattamento fra tutti i creditori: le procedure concorsuali.
Differenze
Le principali differenze tra lesecuzione individuale e quella collettiva (concorsuale) possono cos
sintetizzarsi:
lesecuzione individuale rivolta a predisporre un ordinato soddisfacimento coattivo del singolo credito, mentre lesecuzione collettiva tende ad assicurare un trattamento egualitario a tutti
i creditori;
allesecuzione collettiva partecipano tutti i creditori che intendono tutelare coattivamente il proprio credito: pertanto, lapertura di una procedura concorsuale preclude sia linizio che la prosecuzione di eventuali azioni esecutive individuali (universalit soggettiva);
lesecuzione collettiva assume il carattere di una liquidazione dellintero patrimonio del debitore, in quanto coinvolge tutti i suoi beni (universalit oggettiva), mentre lazione individuale si rivolge a singoli beni del debitore.

2 Caratteri

Il legislatore ha previsto una pluralit di procedure concorsuali, ciascuna con proprie caratteristiche.
Il dato comune a tutte costituito dalla circostanza che, al verificarsi di determinati presupposti, in forza di un provvedimento dellautorit giudiziaria o amministrativa, viene sottratta allimprenditore la disponibilit dellimpresa e dei suoi beni, ovvero viene nominato un soggetto che opera un controllo
sullesercizio della sua attivit.
Altra comune caratteristica data dal fatto che la procedura si svolge nellinteresse di tutti i creditori
esistenti al momento della sua instaurazione (universalit soggettiva) e coinvolge la totalit dei beni
del debitore, salvo alcune eccezioni (universalit oggettiva).
CC Fallimento.
Procedure concorsuali

CC Liquidazione coatta amministrativa.


CC Concordato preventivo.
CC Amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi.

Listituto dellamministrazione controllata stato abrogato dal D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 di riforma della disciplina delle procedure concorsuali; pertanto dal 16 luglio 2006, data di entrata in vi-

255

gore della riforma, questa procedura non pu pi essere iniziata, mentre le amministrazioni gi iniziate proseguiranno secondo la precedente disciplina sino al loro completamento.
In sintesi
Le procedure concorsuali sono particolari procedure giudiziali che, nel caso in cui limprenditore commerciale non sia in grado di adempiere le proprie obbligazioni alle relative scadenze, sottopongono ad esecuzione lintero patrimonio dellimpresa per assicurare la par condicio creditorum,
e cio un eguale regolamento di tutti i rapporti che allimprenditore fanno capo.
Le procedure concorsuali sono: il fallimento, la liquidazione coatta amministrativa, il concordato
preventivo, lamministrazione straordinaria.

Note:

256

Capitolo

49

Il fallimento

1 Nozione

un processo esecutivo rivolto alla realizzazione coattiva dei diritti dei creditori il cui debitore comune non sia pi in grado di far fronte puntualmente alle proprie obbligazioni.
disciplinato dal R.D. 16 marzo 1942, n. 267 (cd. Legge Fallimentare), come modificato dal D.Lgs. 9
gennaio 2006, n. 5 e dal D.Lgs. 12 settembre 2007, n. 169 (correttivo alla riforma del diritto fallimentare), ma anche dal codice civile, dalla legge cambiaria e da altre leggi speciali.
CC Universalit: il fallimento coinvolge lintero patrimonio del debitore, inteso quale complesso dei beni e dei rapporti giuridici presenti e futuri del
fallito.

Caratteri

CC Concorsualit: la procedura si svolge nellinteresse di tutti i creditori del


fallito, i quali devono essere soddisfatti in egual misura, salvo il rispetto
delle legittime cause di prelazione (par condicio creditorum).

2 Presupposti

Soggettivi

CC Il debitore deve essere un imprenditore commerciale, con esclusione degli enti pubblici. Il D.Lgs. 169/2007 ha completamente riformulato lart. 1
L.F., eliminando ogni riferimento alla nozione di piccolo imprenditore. Vengono, invece, individuati una serie di requisiti dimensionali e di indebitamento massimi che tutti gli imprenditori commerciali devono avere congiuntamente per non essere assoggettati alle procedure concorsuali. Tali
requisiti sono: aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito
dellistanza di fallimento, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore a 300.000 euro; aver realizzato, sempre nello
stesso periodo, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore a 200.000 euro; avere un ammontare di debiti (comprendenti sia
quelli scaduti, sia quelli non scaduti) non superiore a 500.000 euro.

Differenze
La riforma del 2006, applicabile alle procedure di dichiarazione di fallimento aperte dal 16 luglio
2006 al 1 gennaio 2008, era intervenuta in modo rilevante sul secondo comma dellart. 1 L.F., ridefinendo la nozione di piccolo imprenditore e ampliando la categoria dei soggetti che, rientrando in tale definizione, erano esonerati dal fallimento.
Secondo lart. 1 L.F., novellato dal D.Lgs. 5/2006 ed applicabile ai fallimenti dichiarati dal 16 luglio 2006 al 1 gennaio 2008, non erano piccoli imprenditori, per cui erano assoggettabili al fallimento o ad altra procedura concorsuale, gli esercenti unattivit commerciale, in forma individuale o collettiva, che, anche alternativamente:
avessero effettuato investimenti nellazienda per un capitale di valore superiore a 300.000 euro;
avessero realizzato, in qualunque modo risultasse, ricavi lordi calcolati sulla media degli ultimi
tre anni o dallinizio dellattivit se di durata inferiore, per un ammontare complessivo annuo
superiore a 200.000 euro.

257

Si trova in stato di insolvenza limprenditore che non pi in grado di adempiere


regolarmente alle proprie obbligazioni (art.
5 L.F.).

Lo stato di insolvenza pu manifestarsi atCC Manifestazione dello stato di insolvenza

Oggettivi

traverso svariati indici: reiterati inadempimenti, fuga, irreperibilit (ipotesi introdotta dalla riforma del 2006), latitanza, chiusura dei locali etc. (art. 7 L.F.).

Per quanto riguarda il presupposto dello


stato di insolvenza, il correttivo alla riforma ha previsto che il fallimento non si pu
dichiarare quando lammontare dei debiti
scaduti e non pagati risultanti dagli atti
dellistruttoria prefallimentare complessivamente inferiore a 30.000 euro (art. 15,
ult. comma, L.F.).

CC Limprenditore commerciale non deve essere gi sottoposto ad una procedura di liquidazione coatta amministrativa.
CC Egli non deve aver fatto domanda di concordato preventivo.

Negativi

CC Non devono sussistere i requisiti per lassoggettabilit dellimpresa alla procedura di amministrazione straordinaria.

3 Assoggettabilit al fallimento

3.1 Artigiano
Per quanto riguarda lesonero dellartigiano dallassoggettabilit alle procedure concorsuali, il problema stato ampiamente dibattuto in dottrina ed in giurisprudenza, in quanto, mentre lart. 2083
c.c. ricomprende esplicitamente lartigiano tra i piccoli imprenditori, lart. 1 L.F. (nel testo sia anteriore che successivo alla riforma del 2006) escludeva dal fallimento gli imprenditori in base a diversi criteri di natura quantitativa e non faceva menzione dellartigiano.
Lulteriore difficolt di conciliare lart. 2083 c.c. con la disciplina della legislazione speciale aveva
reso ancora pi arduo il lavoro dellinterprete.
Osservazioni
I dubbi interpretativi si sono conclusi con lentrata in vigore, il 1 gennaio 2008, del decreto correttivo: infatti, esso ha individuato unarea di non fallibilit prescindendo dalla nozione di piccolo imprenditore, semplicemente ancorandola alla sussistenza di requisiti dimensionali e di indebitamento (v. par. 2), indipendentemente dalla definizione codicistica di piccolo imprenditore o di artigiano.
Il problema dellassoggettabilit al fallimento delle societ artigiane (che aveva suscitato numerosi contrasti in dottrina nella disciplina anteriore alla riforma per il loro difficile inquadramento nella
nozione di piccoli imprenditori) stato superato sia con lintroduzione della riforma, che ha eliminato lassoggettabilit al fallimento delle societ di modeste dimensioni, sia con il decreto correttivo, che ha eliminato la definizione di piccolo imprenditore.

258

3.2 Imprenditore defunto o che ha cessato lattivit


Gli artt. 10 e 11 L.F. stabiliscono che pu essere anche dichiarato il fallimento dellimprenditore che
ha cessato lattivit o sia defunto (in tal caso il fallimento pu essere chiesto dallerede, purch non vi
sia stata confusione tra i patrimoni), sempre che lo stato di insolvenza si sia verificato prima o entro
lanno dalla cancellazione dal registro delle imprese o dalla morte. Nel caso muoia limprenditore gi
dichiarato fallito, il procedimento si svolger contro i suoi eredi (art. 12 L.F.).
Osservazioni
La riforma ha risolto i problemi interpretativi legati alla precedente formulazione, che parlava genericamente di cessazione dellesercizio dellimpresa.

3.3 Imprenditore gi fallito


Problema molto dibattuto quello riguardante il nuovo fallimento dellimprenditore gi fallito.
CC Se limprenditore, mentre era ancora in corso la procedura fallimentare, ha esercitato una nuova attivit imprenditoriale, egli non pu nuovamente fallire in quanto il cd. nuovo fallimento non altro che un amBisogna distinguere due
pliamento del precedente.
ipotesi
CC Se, invece, egli ha intrapreso la nuova attivit dopo che la precedente procedura fallimentare si era chiusa, allora si avr un vero e proprio nuovo fallimento.

4 Il fallimento dellimpresa collettiva


CC In caso di fallimento della societ la procedura concorsuale non investe anche i singoli soci.

Nelle societ con soci a


responsabilit limitata

CC Il fallimento va dichiarato in nome della societ, in persona degli amministratori che la rappresentano.
CC Gli amministratori e i liquidatori sono sottoposti ad una serie di limitazioni di carattere personale.
CC Il fallimento del socio non rileva per la societ.

CC La sentenza che dichiara il fallimento della societ con soci a responsabilit illimitata produce anche il fallimento dei soci, pur se non persone fisiche, illimitatamente responsabili (art. 147, co. 1, L.F.).
Nelle societ con soci a
responsabilit illimitata

CC Per i singoli soci, si prescinde dallesistenza dei consueti presupposti della dichiarazione di fallimento, che vanno accertati solo nei confronti della societ: il socio, cio, viene dichiarato fallito anche se non
imprenditore commerciale e se non insolvente.
CC Se dopo la dichiarazione di fallimento della societ risulta lesistenza
di altri soci illimitatamente responsabili (cd. soci occulti), il Tribunale,
su domanda del curatore, dei creditori o degli altri soci falliti, dichiara
il fallimento dei medesimi (art. 147, co. 4, L.F.).

259

CC Recependo le conclusioni della Corte Costituzionale, il 3 comma


dellart. 147 L.F. prevede espressamente che il Tribunale, prima di
provvedere allestensione deve, in ogni caso, sentire il socio illimitatamente responsabile in camera di consiglio.
Nelle societ con soci a
responsabilit illimitata

CC Il 5 comma dellart. 147 L.F., infine, stabilisce che qualora dopo la


dichiarazione di fallimento di un imprenditore individuale risulti che
limpresa riferibile ad una societ di cui il fallito socio illimitatamente responsabile, possibile proporre istanza di dichiarazione di fallimento della societ occulta e degli altri soci illimitatamente responsabili, su istanza del curatore, dei creditori o del socio fallito.

In sintesi
Il fallimento una procedura concorsuale rivolta, attraverso la liquidazione delle attivit esistenti nel patrimonio del debitore, alla realizzazione coattiva e paritaria dei diritti dei creditori. Tale procedura applicata quando limprenditore si trovi in stato di insolvenza, cio quando non sia pi
in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.
La procedura fallimentare in particolare riguarda tutti i beni del debitore e tutti i creditori e si basa
sul principio paritario per cui tutti i creditori debbono essere ugualmente soddisfatti, salve le cause legittime di prelazione.
Caratteri della procedura fallimentare dunque sono: luniversalit e la concorsualit. Il D.Lgs.
5/2006, di riforma delle procedure concorsuali, ha eliminato la possibilit di avanzare richiesta da
parte del giudice.
Rimangono legittimati a presentare ricorso il debitore, uno o pi creditori e il pubblico ministero.
I presupposti del fallimento sono di due specie:
il presupposto soggettivo, dato dalla qualit di imprenditore commerciale non in possesso dei
requisiti di non fallibilit (art. 1 L.F.);
il presupposto oggettivo, consistente nel suo stato di insolvenza.

260

Capitolo

50

la dichiarazione di fallimento

1 Iniziativa

La dichiarazione di fallimento pu essere promossa, ai sensi dellart. 6 L.F.:


su ricorso di uno o pi creditori;
su ricorso dello stesso debitore;
su richiesta del pubblico ministero.
La riforma del 2006 ha soppresso la dichiarazione di fallimento su iniziativa dufficio del giudice. Tuttavia il giudice ha il dovere di segnalare al p.m. linsolvenza eventualmente rilevata nel corso di un giudizio civile in cui limprenditore sia parte affinch il pubblico ministero possa richiederne il fallimento.

2 Sentenza dichiarativa di fallimento

Il Tribunale, investito della questione, deve accertare la sua competenza, eventualmente la legittimazione del richiedente, quindi i presupposti della dichiarazione di fallimento. Lart. 15 L.F. dispone che
il debitore deve obbligatoriamente essere sentito in camera di consiglio per garantirgli il diritto alla difesa. Questa la fase della istruttoria prefallimentare, introdotta dalla riforma del 2006: se in essa
risulta che lammontare dei debiti scaduti e non pagati inferiore a 30.000 euro, il fallimento non pu
essere dichiarato.
Il Tribunale, compiute tutte le indagini, pu:
rigettare il ricorso con decreto motivato;
accogliere il ricorso e dichiarare limprenditore fallito con sentenza dichiarativa e provvisoriamente esecutiva.

Competenza

CC competente il Tribunale del luogo ove limprenditore ha la sede principale dellimpresa

Sede principale quella in cui posto


il centro degli affari ad essa inerenti.

Deve tenersi conto della sede effettiva


e non di quella nominale.

CC Si tratta di una competenza funzionale e perci inderogabile.

CC Dichiara il fallimento.
CC Contiene la nomina dei principali organi della procedura (giudice delegato e curatore).
Contenuto
della sentenza

CC Ordina al fallito di depositare, entro tre giorni, il bilancio e le scritture


contabili e fiscali obbligatorie nonch lelenco dei creditori.
CC Fissa la prima udienza di verifica, che deve avvenire entro 120 giorni dal deposito della sentenza, ovvero 180 giorni in caso di particolare complessit della procedura.
CC Assegna ai creditori ed ai terzi il termine di 30 giorni prima delludienza di accertamento del passivo per presentare domande di insinuazione, restituzione o rivendica.

261

Osservazioni
Alcuni autori considerano la sentenza come un provvedimento di cognizione, ponendo laccento
sullaccertamento compiuto dal Tribunale in ordine ai presupposti del fallimento. Altri sottolineano
la natura costitutiva della sentenza. Altri ancora parlano di provvedimento cautelare o di provvedimento esecutivo, dando maggiore rilevanza agli effetti prodotti dalla sentenza.
Dominante la tesi che sostiene la natura composita della sentenza: essa contiene un accertamento che costituisce lo status di fallito producendo a carico di questi molteplici effetti (Ferrara).

CC La sentenza notificata al debitore.


CC comunicata per estratto al P.M., al curatore ed al richiedente il fallimento.
Pubblicit

CC annotata presso lUfficio del Registro delle imprese ove limprenditore ha la sede legale e, se questa differisce da quella effettiva, anche presso quello corrispondente al luogo ove la procedura stata
aperta.
CC Contro la sentenza che dichiara il fallimento possono proporre reclamo il debitore e qualunque interessato con ricorso da depositarsi nella cancelleria della Corte di appello nel termine perentorio di 30 giorni decorrenti, per il debitore, dalla data della notifica della sentenza
e, per gli altri interessati, dalliscrizione nel Registro delle imprese.
CC Il reclamo non pi proponibile decorso un anno dalla pubblicazione
della sentenza.

Reclamo

CC Va proposto con ricorso e non sospende gli effetti della sentenza impugnata (salvo art. 19 co. 1, L.F.).
CC Limpugnazione viene decisa con sentenza, che pu essere di revoca del fallimento o, nel caso opposto, di rigetto dellappello.
CC La sentenza che revoca il fallimento soggetta alla stessa pubblicit della sentenza dichiarativa.
CC Restano salvi gli effetti degli atti legalmente compiuti dagli organi del
fallimento.

Revoca

CC Le spese della procedura ed il compenso del curatore sono liquidati


dal Tribunale con decreto reclamabile ai sensi dellart. 26 L.F. su relazione del giudice delegato.

Sospensione

CC La riforma del 2006 ha previsto ex novo la possibilit, per il curatore


o per la parte proponente il reclamo, di richiedere alla Corte la sospensione in tutto o in parte, o anche solo temporaneamente, della
liquidazione dellattivo eventualmente gi iniziata. Il collegio pu accogliere listanza quando ricorrono gravi motivi, sentite le parti (art.
19 L.F.).

3 Provvedimento che respinge listanza di fallimento

Il Tribunale, quando ritiene insussistenti i presupposti della dichiarazione di fallimento, rigetta listanza con decreto motivato. Contro il decreto, il creditore ricorrente o il p.m. richiedente possono, entro
30 giorni dalla comunicazione, proporre reclamo alla Corte dAppello. Se questultima accoglie il ricorso, rimette dufficio gli atti al Tribunale che dovr necessariamente dichiarare il fallimento (art. 22 L.F.).

262

4 Effetti della sentenza dichiarativa di fallimento

Che

riguardano la
Effetti personali.
posizione giuridica
Effetti patrimoniali.
del fallito

CC Effetti di natura privata

Che riguardano la posizione giuridica dei creditori.

La sentenza dichiarativa di fallimento produce

Che riguardano la posizione giuridica dei terzi.


Che riguardano i rapporti giuridici preesistenti.
CC Effetti di natura processuale.
CC Effetti di natura penale.

La riforma ha stabilito che il fallito, o gli ammi-

CC Sorgono automaticamente in forza alla sentenza


dichiarativa di fallimento.

nistratori o liquidatori della societ fallita devono comunicare al curatore ogni cambiamento
di residenza o domicilio (art. 49 L.F.). In caso
di mancato adempimento prevista una sanzione penale (art. 220 L.F.).

Il fallito persona fisica deve consegnare al


curatore la propria corrispondenza, inclusa
quella elettronica, riguardante i rapporti compresi nel fallimento (art. 48 L.F.).

Effetti personali a
carico del fallito

CC La riforma ha abolito il registro dei falliti (peraltro mai istituito) attraverso


labrogazione dellart. 50 L.F., nonch ha soppresso la prevista incapacit per il fallito, nei 5 anni successivi al fallimento, di esercitare il diritto di
voto (elettorato attivo). In coordinamento con tali interventi, stato soppresso listituto della riabilitazione.

Perdita della capacit di esercitare alcune proCC Permangono tuttavia le


altre incapacit che il codice civile e le leggi speciali collegano alla figura
del fallito, tra cui

fessioni (avvocato, titolare di farmacia, geometra), con cancellazione dai relativi albi professionali.

Perdita della capacit di assumere determinati uffici (tutore o curatore, giudice popolare,
esattore delle imposte, amministratore o liquidatore di societ per azioni).

Osservazioni
Per cercare di limitare tali residue incongruenze con lo spirito della riforma derivante da previsioni
sparse in numerose e diverse leggi speciali, intervenuto successivamente il decreto correttivo
(D.Lgs. 169/2007), il quale ha specificato che tutte le incapacit personali riguardanti il fallito cessano con la chiusura del fallimento (art. 120 L.F.) ed ha eliminato ogni riferimento al fallimento nelle disposizioni riguardanti il casellario giudiziale (D.P.R. 313/2002) etc.

263

CC Il fallito viene spossessato dei suoi beni, e cio privato del potere di
amministrare e disporre del suo patrimonio.
Effetti patrimoniali a carico del fallito

CC Gli atti di disposizione del patrimonio compiuti dal fallito, dopo la dichiarazione di fallimento, sono inefficaci nei confronti dei terzi creditori (art. 44 L.F.).
CC Sono compresi nel fallimento anche i beni che pervengono al fallito
nel corso della procedura, dedotte le passivit incontrate per lacquisto e la conservazione dei beni medesimi.

Restano in ogni caso esclusi dallo spossessamento:


i beni e i diritti strettamente personali;
gli assegni aventi carattere alimentare, gli stipendi, i salari e le pensioni nei limiti di quanto occorre per il mantenimento del fallito stesso e della sua famiglia;
i frutti derivanti dallusufrutto legale sui beni dei figli, i beni costituiti in fondo patrimoniale e i frutti
di essi;
le cose impignorabili.
CC I creditori hanno diritto di partecipare alla distribuzione del ricavato della liquidazione del patrimonio del fallito.

I debiti pecuniari e non pecuniari del falEffetti nei confronti dei


CC Tale partecipazione avviecreditori
ne sulla base dellimporto
del credito al momento della liquidazione

lito si considerano scaduti, agli effetti del


concorso, alla data della dichiarazione di
fallimento.

La dichiarazione di fallimento sospende


il corso degli interessi convenzionali o legali agli effetti del concorso, salvo che il
credito sia assistito da ipoteca, pegno o
privilegio speciale.

I crediti infruttiferi ab origine subiscono


una decurtazione, al fine di evitare sperequazioni.
Al fine della tutela della par condicio creditorum, ai singoli creditori restano precluse azioni esecutive individuali sui beni del fallito (art. 51 L.F.).
Osservazioni
Il decreto correttivo (D.Lgs. 12 settembre 2007, n. 169), confermando un principio gi elaborato
dalla giurisprudenza, ha precisato che anche i crediti per i quali non vige il divieto di azioni esecutive e cautelari sancito allart. 51 L.F. sono assoggettati a concorso formale, per cui, al fine di
essere soddisfatti in sede concorsuale, devono previamente essere accertati, come tutti gli altri
crediti, dal giudice delegato nella procedura di ammissione al passivo.

Il diritto dei creditori di partecipare alla liquidazione in condizioni di uguaglianza limitato dallesistenza di cause di prelazione, quali lipoteca, il pegno o i privilegi, nonch da una possibile compensazione.

264

Effetti nei confronti


dei terzi

CC Poich fanno parte dellattivo fallimentare non solo i beni appartenenti al debitore al momento della dichiarazione di fallimento, ma anche,
in alcune circostanze, quei beni che sono usciti dal suo patrimonio,
onere del curatore procedere alla ricostruzione della massa attiva.
CC A tutela dei creditori che, da atti di dismissione di propri beni da parte del fallito, vedono ridotta la massa attiva su cui soddisfare le proprie pretese, il legislatore appronta due rimedi: la revocatoria fallimentare e la revocatoria ordinaria.

CC Nozione: il rimedio attraverso il quale i creditori possono far dichiarare inefficaci nei loro confronti gli atti di disposizione posti in essere
dal debitore in frode dei loro diritti, ed idonei a recare pregiudizio alle
loro ragioni.
CC Legittimazione: la legittimazione ad agire spetta in via esclusiva al
curatore.

Azione revocatoria ordinaria

CC Presupposti: onere del curatore dare prova dellesistenza delleventus damni, cio del pregiudizio che latto compiuto dal debitore arreca alle aspettative creditorie; del consilium fraudis, cio della consapevolezza nel debitore di ledere con latto di disposizione le ragioni
creditorie, e della partecipatio fraudis da parte del terzo contraente,
nellipotesi di atti a titolo oneroso.
CC Differenze dalla disciplina del codice civile: legittimazione del curatore allazione, invece del creditore; irrilevanza del momento in cui
sorto il credito rispetto a quello in cui stato compiuto latto pregiudizievole, cio se anteriore o successivo allo stesso; beneficio
dellazione per tutti i creditori e non solo per quelli che siano stati tali
alla data del compimento dellatto pregiudizievole.

CC Nozione: unazione caratterizzata dallesistenza di presunzioni, in


ordine al ricorrere dei suoi presupposti. preordinata alla salvaguardia della par condicio creditorum. Listituto della revocatoria stato
in parte modificato dal D.L. 35/2005 (conv. in L. 80/2005), con cui
sono stati dimezzati i termini del cd. periodo sospetto entro cui hanno rilevanza gli atti compiuti, ai fini dellazione revocatoria.
Azione revocatoria
fallimentare

CC Effetti: inefficacia degli atti compiuti in frode ai creditori; tale inopponibilit va a beneficio della massa e tutti i creditori se ne avvantaggiano in egual misura.
CC Presupposti: il consilium fraudis non deve essere provato dal curatore, ma presunto in re ipsa; anche leventus damni presunto, perch insito nel depauperamento patrimoniale; quanto alla partecipatio
fraudis essa consiste, nella revocatoria fallimentare, nella mera conoscenza da parte del terzo contraente dellinsolvenza del debitore
(cd. scientia decoctionis).

265

Atti a titolo oneroso, pagamenti di debiti

CC Atti sottoposti alla revocatoria

scaduti e garanzie che presentino anormalit tali da far sospettare intenzioni


fraudolente, se compiuti nellanno anteriore alla dichiarazione di fallimento. Il
consilium fraudis si presume iuris tantum:
pertanto il terzo acquirente pu provare
che linsolvenza non esisteva o che egli
non ne era a conoscenza.

Atti a titolo oneroso, pagamenti e garanzie che non presentino irregolarit. Sono
revocati solo se il curatore d la prova che
laltra parte conosceva lo stato di insolvenza e gli atti sono stati compiuti entro i
6 mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento.

Azione revocatoria
fallimentare

Atti a titolo gratuito e pagamenti di crediCC Atti privi di efficacia per


presunzione assoluta di
frode

Rapporti fra coniugi

Atti compiuti tra coniugi

266

CC Il coniuge di un imprenditore fallito difficilmente ignora lo stato di difficolt finanziaria di questi. Partendo da tale
presupposto il legislatore detta una disciplina
alquanto rigida per

ti non scaduti (artt. 64 e 65 L.F.). Sono


considerati dalla legge fallimentare privi
di effetto rispetto ai creditori, se compiuti dal fallito nei due anni anteriori alla dichiarazione di fallimento e come tali non
hanno bisogno di una pronuncia giudiziale di revoca (si parla di revoca ex lege).

Gli atti di disposizione conclusi fra il fallito e il coniuge.

Gli acquisti effettuati dal coniuge del fallito con terzi estranei.

CC Tutti gli atti a titolo oneroso, compiuti tra coniugi nel tempo in cui il fallito esercitava unimpresa commerciale, anche oltre il biennio anteriore al fallimento, e a titolo gratuito compiuti pi di due anni prima
della dichiarazione di fallimento (sebbene sempre nel periodo di esercizio dellattivit commerciale) si presumono eseguiti a danno della
massa dei creditori e sono revocati ex lege, salvo che il coniuge provi che non era a conoscenza dello stato di insolvenza del coniuge fallito (art. 69 L.F.).

CC Contratti gi eseguiti da una delle parti restano in vita: se, per, ad


eseguirli stata la controparte del fallito, questa, in quanto creditore,
entrer nel numero dei creditori concorrenti e dovr accontentarsi della percentuale fallimentare.

Alcuni, e cio quelli basati sullintuitus per-

Effetti sui contratti in


corso di esecuzione
(art. 72 L.F.)

sonae, si sciolgono ipso iure per il fallimento di una delle parti; tali sono: lassociazione in partecipazione, in caso di
fallimento dellassociante; il contratto di
appalto, quando la persona dellappaltatore (poi dichiarato fallito) costituisca un
elemento determinante del contratto e
salvo che il committente non consenta comunque la prosecuzione del rapporto; il
contratto di borsa a termine; il conto corrente; il mandato in caso di fallimento del
mandatario; la commissione; il rapporto
sociale nella societ di persone.
CC Per i contratti non ancora eseguiti o non compiutamente eseguiti da
entrambe le parti bisogna distinguere

Altri (quali lassicurazione contro i danni


ed i rapporti di lavoro subordinato) proseguono necessariamente con subentro automatico del curatore nella posizione del
fallito.

Altri, invece, possono essere mantenuti


in vita e viene attribuita al curatore, previa autorizzazione del comitato dei creditori, la facolt di scelta tra subentro e scioglimento. Il rapporto rimane sospeso in
attesa che gli organi fallimentari comunichino le loro intenzioni, salvo che, nei contratti ad effetti reali, sia gi avvenuto il trasferimento del diritto. Tale ultimo inciso
stato aggiunto dal D.Lgs. 12 settembre
2007, n. 169; con tale disposizione il legislatore ha voluto specificare che il contratto traslativo si considera ineseguito
sino a quando non si realizzato leffetto reale.

Osservazioni
Il decreto correttivo alla riforma (D.Lgs. 169/2007) intervenuto nella disciplina dei contratti corso
specificando che:
il contratto traslativo si considera ineseguito sino a quando non si realizzato leffetto reale: di
conseguenza, se il bene che oggetto, ad esempio, di compravendita gi passato in propriet del compratore, il contratto non pu considerarsi pendente, bens gi interamente eseguito da una parte, per cui non pu applicarsi ad esso la regola generale di cui allart. 72 L.F.;
in caso di scioglimento del contratto, non comunque dovuto al contraente in bonis il risarcimento del danno per il mancato adempimento, per cui egli avr diritto ad insinuarsi al passivo
solo nei limiti del valore della prestazione mancata dedotta nel contratto sciolto.

267

CC Il legislatore della riforma, come abbiamo visto, ha previsto allart. 72


L.F. una regola generale applicabile a tutti i contratti pendenti al momento della dichiarazione di fallimento che non siano diversamente
disciplinati da specifiche norme della legge fallimentare.
Cos facendo, ha soppresso la regolamentazione prima prevista per
il contratto di vendita. Di conseguenza, per i fallimenti che riguardino
il compratore o il venditore si applica ora la regola generale che prevede la sospensione del contratto fino alla decisione, effettuata dal
curatore con lautorizzazione del comitato dei creditori, di sciogliere
o di subentrare nel contratto in corso. Il contraente in bonis potr mettere in mora il curatore chiedendo al giudice delegato di fissare un termine, non superiore a sessanta giorni, decorso il quale il contratto si
intende comunque sciolto.
Fa eccezione a questa regola il caso in cui, in ipotesi di venditore fallito, il bene sia gi passato in propriet del compratore: il contratto
non si scioglie e prosegue automaticamente con la dichiarazione del
fallimento (art. 72, 1 comma, L.F.).
Compravendita
CC Il D.Lgs. 20 giugno
2005, n. 122, che tutela gli acquirenti di
immobili in costruzione, ha introdotto un
nuovo articolo nella
legge fallimentare (art.
72bis L.F.), poi integrato dalla riforma del
2006 e dal suo correttivo, in base al quale
per i contratti relativi
ad immobili da costruire, in caso di fallimento del venditore, previsto che

Lesecuzione

del contratto preliminare rimane sospesa fino a quando il curatore dichiari di subentrare nel contratto o di sciogliersi da esso secondo la regola generale.

Il contratto si intende sciolto se, prima che


il curatore comunichi la scelta tra esecuzione o scioglimento, lacquirente abbia escusso la fideiussione a garanzia della restituzione di quanto versato al costruttore, dandone comunicazione al curatore. In ogni
caso, la fideiussione non pu essere escussa dopo che il curatore abbia comunicato
di voler dare esecuzione al contratto.

Differenze
La formulazione dellart. 72bis L.F. anteriore allintervento del decreto correttivo prevedeva lapplicazione della anzidetta disciplina a qualsiasi situazione di crisi del costruttore, la quale ricorreva
non solo in caso di fallimento del costruttore ma altres qualora egli fosse sottoposto ad esecuzione immobiliare o ad altra procedura concorsuale (compresa lamministrazione straordinaria). Il decreto correttivo ha invece eliminato tale riferimento, in quanto ritenuto estraneo alla materia dei
rapporti pendenti nel fallimento.

Effetti di natura
processuale

CC Perdita per il fallito della legittimazione


processuale, con contestuale trasferimento al curatore dei poteri inerenti alla
tutela giudiziale del patrimonio del fallito, ad eccezione

Delle azioni relative ai beni e ai


diritti personali, nonch alle
cose inespropriabili.

Delle azioni correlate alla dichiarazione di fallimento.

CC Automatica interruzione dei processi in corso (art. 43, ult. comma, L.F.).

268

Capitolo

51

gli organi preposti al fallimento

1 Il Tribunale fallimentare

Nozione: il Tribunale che dichiara il fallimento, lorgano in concreto investito dellintera procedura
concorsuale. altres giudice naturale di tutte le cause che derivano dal fallimento (vis attractiva del
Tribunale fallimentare).
La riforma del 2006 ha, invece, previsto la reclamabilit dei decreti del Tribunale salvo che non sia diversamente disposto (art. 26 L.F.).
CC Nomina ed eventualmente revoca o sostituisce il giudice delegato
e il curatore, quando non prevista la competenza del giudice delegato.
CC Decide sui reclami contro i provvedimenti del giudice delegato.
CC Chiede chiarimenti ed informazioni al curatore, al fallito ed al comitato dei creditori.

Funzioni

CC Provvede sulle controversie relative alla procedura che non siano


di competenza del giudice delegato.
CC Risolve le disparit di vedute tra gli organi fallimentari.

2 Il giudice delegato

Nozione: il giudice delegato esercita funzioni di vigilanza e controllo sulla regolarit della procedura.
I provvedimenti del giudice delegato sono adottati con decreto, avverso il quale ammesso reclamo
al Tribunale (art. 26 L.F.).
CC Riferisce al Tribunale circa ogni affare per il quale richiesto un
provvedimento del collegio.
CC Emette o provoca lemissione di provvedimenti urgenti per la conservazione del patrimonio del fallito.
CC Convoca il curatore e il comitato dei creditori quando previsto
dalla legge o quando lo ritiene opportuno.
Funzioni (art. 25 L.F.)

CC Provvede sui reclami presentati contro gli atti compiuti dal curatore e dal comitato dei creditori.
CC Autorizza il curatore a stare in giudizio.
CC Autorizza lesercizio provvisorio dellimpresa, qualora non sia stato disposto con la sentenza di fallimento.
CC Autorizza lesecuzione degli atti conformi al programma di liquidazione (art. 104ter L.F.).
CC Ordina il riparto finale.

269

Osservazioni
Si sottolinea che con lintervento del decreto correttivo il giudice delegato stato spogliato del potere di autorizzare il programma di liquidazione, precedentemente conferitogli dalla riforma del
2006: il D.Lgs. 169/2007 (in vigore per i fallimenti iniziati dopo il 1 gennaio 2008) ha infatti attribuito tale potere al comitato dei creditori, prevedendo tuttavia che il giudice delegato debba autorizzare gli atti di vendita previa verifica della correttezza di essi rispetto al programma.

3 Il curatore

Nozione: lorgano preposto alla procedura fallimentare il cui compito principale consiste nellamministrazione dei beni del fallito; esso svolge i propri compiti sotto la vigilanza del giudice delegato e del
comitato dei creditori. Per quanto attiene allesercizio delle sue funzioni pubblico ufficiale (art. 30
L.F.). Contro gli atti del curatore ammesso reclamo presso il giudice delegato. In ogni tempo, peraltro, ed anche dufficio, il Tribunale pu revocare lincarico.
CC Appone i sigilli e redige linventario.
CC Redige la prima relazione informativa sulle cause del fallimento e, periodicamente, altre relazioni informative.
CC Redige il bilancio dellultimo esercizio del fallito.
CC Presenzia alludienza di discussione dello stato passivo.
CC Esamina le domande di ammissione al passivo.
CC Presenta domanda di revocazione avverso il provvedimento di ammissione al passivo di un credito.
Funzioni

CC Presenta istanza al Tribunale di non farsi luogo al procedimento di


accertamento dello stato passivo per insufficiente realizzo dellattivo.
Tale istanza deve essere corredata dal parere del comitato dei creditori (art. 102 L.F.).
CC Predispone un programma di liquidazione da sottoporre al comitato
dei creditori per lapprovazione (art. 104ter L.F.).
CC Presenta ogni 4 mesi un prospetto delle somme disponibili.
CC Presenta il rendiconto particolareggiato della sua gestione.
CC Promuove la chiusura del fallimento quando si verifichi una delle cause previste dallart. 118 L.F.

4 Il comitato dei creditori

Nozione: organo collegiale, composto da tre o cinque creditori, nominato dal giudice delegato. La
riforma del 2006 ha attribuito una importanza fondamentale al comitato dei creditori nello svolgimento della procedura, con poteri di vigilanza sulloperato del curatore e di autorizzazione degli atti di straordinaria amministrazione che questultimo deve compiere. Deve, inoltre, esprimere pareri nei casi
previsti dalla legge o su richiesta del tribunale o del giudice delegato.
Secondo quanto introdotto dal decreto correttivo, il comitato dei creditori approva il programma di liquidazione predisposto dal curatore e pu proporre a questultimo eventuali modificazioni allo stesso.

270

CC Funzioni gestorie: autorizza gli atti di straordinaria amministrazione del curatore, autorizza lazione di responsabilit contro il curatore revocato, decide di interrompere lesercizio provvisorio dellimpresa se ne ravvisa la necessit, approva il programma di liquidazione presentato dal curatore e vi
apporta le modifiche necessarie, autorizza la nomina dei delegati e dei coadiutori del curatore.
Funzioni

CC Funzione consultiva: deve essere ascoltato in tutti i casi previsti dalla legge e ogni qual volta il Tribunale o il giudice delegato lo ritengano opportuno.
I pareri non sono di regola vincolanti, salvo lipotesi dellautorizzazione allesercizio provvisorio dellimpresa.
CC Funzione di controllo: pu sempre ispezionare le scritture contabili e i documenti del fallimento e ha diritto di chiedere informazioni sulla procedura al
curatore e al fallito.

Responsabilit

CC Il D.Lgs. 169/2007 ha eliminato il richiamo


allart. 2407 c.c. ai soli commi 1 e 3, esonerando cos il comitato dei creditori dalla cd. culpa in vigilando, consistente nella responsabilit del comitato, in solido
con il curatore, per i fatti e le omissioni di
questo, quando il danno fosse casualmente collegabile allomessa o negligente vigilanza del comitato stesso. In forza di tale
rinvio, i membri del comitato:

Devono adempiere i loro incarichi con la professionalit e la


diligenza richiesta dalla natura
dellincarico.

Sono responsabili della verit


delle loro attestazioni e sono
tenuti al segreto sui fatti e documenti di cui hanno conoscenza in ragione del loro ufficio.

In sintesi
Con la dichiarazione di fallimento si apre la procedura concorsuale a carico dei beni del fallito, destinata a svolgersi attraverso una complessa serie di operazioni demandate a quattro organi, ciascuno dei quali investito di speciali competenze e di particolari funzioni:



il tribunale fallimentare;
il giudice delegato;
il curatore;
il comitato dei creditori.

271

Note:

Capitolo

52

la procedura fallimentare

1 Generalit

La complessa procedura fallimentare, dopo lintervenuta sentenza dichiarativa, si snoda lungo quattro fasi fondamentali:
la conservazione e lamministrazione del patrimonio del fallito;
laccertamento del passivo;
la liquidazione dellattivo;
il riparto dellattivo.

2 La conservazione e lamministrazione del patrimonio del fallito

Latto iniziale che caratterizza tale fase lapposizione dei sigilli sui beni del fallito, ad opera del
curatore (art. 84 L.F.). Per quei beni non sottoponibili allapposizione dei sigilli (art. 86 L.F.) disposto che vengano consegnati al curatore.
Allapposizione dei sigilli segue, nel pi breve tempo possibile, la loro rimozione e la redazione dellinventario, ad opera del curatore. Questultimo prende in consegna i beni e, da questo momento, dovr provvedere alla loro amministrazione. In particolare, gli atti di ordinaria amministrazione sono compiuti dal curatore liberamente, mentre quelli di straordinaria amministrazione richiedono la previa autorizzazione del comitato dei creditori.

Ai sensi dellart. 104 L.F.


consentita la continuazione dellimpresa del fallito

CC Al momento della dichiarazione di fallimento, quando dallimprovvisa


interruzione possa derivare un danno grave: nel qual caso il Tribunale pu autorizzare la continuazione temporanea dellesercizio dellimpresa del fallito, purch non arrechi pregiudizio ai creditori.
CC Successivamente, quando il curatore ed il comitato dei creditori ritengano opportuno continuare (se vi era continuazione temporanea disposta dal Tribunale) o riprendere in tutto o in parte lesercizio dellimpresa. In tal caso il giudice delegato autorizza lesercizio, assunto il
parere favorevole del comitato.

La continuazione pu riguardare anche solo specifici rami dellazienda. Essa ha carattere provvisorio
e pu sempre ordinarsene la cessazione.
Lesercizio provvisorio dellimpresa affidato al curatore, che pu anche avvalersi dellopera del fallito.

3 Laccertamento del passivo

Attraverso tale fase si individuano i creditori ammessi al concorso sulla massa attiva e si verifica se
alcuni di questi vantino titoli privilegiati rispetto ad altri creditori.
Essa ha inizio con le domande di ammissione al passivo che i creditori debbono presentare almeno
30 giorni prima delludienza fissata per lesame dello stato passivo.

273

Sulla base delle domande, il curatore predispone il progetto di stato passivo, indicando:
il nome dei creditori ammessi definitivamente, lammontare del loro credito, le eventuali garanzie
ed i beni su cui esse gravano, gli eventuali diritti di prelazione;
i creditori ammessi con riserva, secondo quanto diremo di seguito;
i creditori non ammessi in tutto o in parte.
Il progetto di stato passivo depositato in cancelleria dal curatore almeno 15 giorni prima di quello
previsto per ladunanza per lesame del passivo, affinch i creditori, i terzi ed il fallito possano prenderne visione e presentare osservazioni scritte e i documenti integrativi fino alludienza.
Differenze
Il decreto correttivo (D.Lgs. 12 settembre 2007, n. 169), in vigore dal 1 gennaio 2008, ha eliminato il precedente termine di 5 giorni prima delludienza previsto dalla riforma del 2006 per la presentazione delle osservazioni scritte. In questo modo, i creditori possono replicare alle eccezioni
del curatore anche direttamente in udienza, nonch depositare i documenti integrativi resi necessari da tali contestazioni.
Segue ludienza di verifica, in cui il giudice delegato decide su ciascuna domanda con decreto, accogliendola, respingendola o dichiarandola inammissibile. Secondo le precisazioni inserite in proposito
dal decreto correttivo, il decreto con cui il giudice delegato accoglie o rigetta il credito deve essere
sempre succintamente motivato (e non solo in caso di contestazione del curatore o dei creditori, come
previsto originariamente dalla riforma del 2006).
Avvenuta la verifica, il giudice delegato forma lo stato passivo e con decreto lo dichiara esecutivo (art. 96 L.F.).
Il curatore comunica immediatamente ai creditori lavvenuto deposito in cancelleria dello stato passivo, affinch possa essere esaminato da tutti coloro che hanno presentato la domanda, informandoli
del diritto di presentare opposizione.
Infatti, possibile opporsi alle decisioni del giudice delegato attraverso tre forme di impugnazione
dello stato passivo: lopposizione allo stato passivo stesso; limpugnazione dei crediti altrui; la revocazione.

Sono legittimati allopposizione

CC I creditori e i terzi titolari di diritti sui beni del fallito non ammessi (o
ammessi con riserva) o per i quali stata esclusa una causa legittima di prelazione, per essere ammessi al passivo o per vedersi riconoscere un diritto di prelazione che stato escluso dal giudice
delegato.
CC I creditori ammessi, per contestare i crediti ammessi senza il preteso diritto di prelazione.

Con limpugnazione, invece, il curatore, il creditore o il terzo (titolare di diritti sui beni del fallito) possono contestare che la domanda di un creditore o di altro concorrente sia stata accolta.
Contro lammissione definitiva (in seguito, cio, a decreto non opposto o a sentenza definitiva) possibile il solo rimedio della revocazione, che va proposto con ricorso al giudice delegato, qualora, prima
della chiusura del fallimento, si scopra che lammissione di un credito o di una garanzia stata determinata da falsit, dolo o errore essenziale di fatto ovvero si rinvengano documenti decisivi prima ignorati.
Tutte le impugnazioni dello stato passivo si propongono con ricorso da depositarsi entro 30 giorni dalla comunicazione effettuata dal curatore ex art. 97 L.F. (in caso di revocazione il termine decorre dalla scoperta del fatto o del documento impugnato). In luogo del precedente giudizio di cognizione che
si chiudeva con sentenza, la nuova procedura prevista dalla riforma (e ritoccata dal decreto correttivo) si svolge con il rito camerale avanti il Tribunale e si chiude con decreto ricorribile in Cassazione.
I creditori che non abbiano proposto domanda nei termini possono presentare domanda tardiva, partecipando per alla ripartizione solo delleventuale residuo, dopo il riparto fra i creditori intervenuti tempestivamente, salvo che sussistano cause di prelazione.

274

Il decreto correttivo alla riforma ha previsto che il giudice delegato debba fissare ogni quattro mesi, o
anche prima se sussistono motivi durgenza, unudienza ad hoc per lesame delle domande tardive.

4 La liquidazione dellattivo

Con la liquidazione dellattivo i beni del fallito vengono tramutati in denaro, ai fini del soddisfacimento
dei creditori. La riforma ha semplificato tale fase, stabilendo che la liquidazione avvenga non pi con
operazioni diversificate ma allinterno di un programma di liquidazione, predisposto dal curatore ed
approvato dal comitato dei creditori, che deve essere formato entro 60 giorni dalla redazione dellinventario.
Al giudice delegato spetta, invece, il compito di autorizzare i singoli atti di esso, previa una mera verifica formale della loro conformit al piano di liquidazione.
Differenze
La versione originaria della riforma del 2006 prevedeva che il piano dovesse essere approvato dal
giudice delegato, previo parere vincolante del comitato dei creditori. Sulla base di tale preventiva
autorizzazione svolta dal giudice delegato, la riforma aveva esplicitamente eliminato le autorizzazioni ai singoli atti di vendita contenuti nel piano, in quanto essi venivano in questo modo gi autorizzati dal giudice alla fonte.

CC Per le vendite di beni mobili, il curatore deve provvedervi secondo le


modalit indicate nel piano di liquidazione.

La liquidazione avviene
attraverso vendite giudiziarie

CC Per i beni immobili, lart. 107 L.F. prevede che le vendite debbano avvenire secondo procedure competitive, anche avvalendosi di soggetti specializzati, sulla base di stime effettuate da operatori esperti e
con forme adeguate di pubblicit. stata perci introdotta dalla riforma la previsione della modalit delle offerte private, se ritenute pi
vantaggiose; il curatore non pi vincolato ai rigidi schemi della vendita allincanto, come era stabilito nella disciplina ante riforma, ma
pu decidere la modalit di vendita pi conveniente.
CC Il decreto correttivo ha tuttavia concesso al curatore di prevedere nel
programma di liquidazione che le vendite di beni immobili, mobili e
mobili registrati siano effettuate dal giudice delegato (anzich essere affidate al curatore stesso) secondo le disposizioni del codice di
procedura civile, vale a dire con incanto o senza incanto.
CC Per la realizzazione dei crediti, il curatore dovr ottenere ladempimento spontaneo, ricorrendo se necessario, e previa autorizzazione
del giudice delegato, alle vie giudiziarie.
La riforma ha previsto la possibilit di cessione di tutti i crediti, di qualunque natura, compresi quelli fiscali e futuri e pur se contestati; la
vendita rimessa al curatore.

5 Il riparto dellattivo

Successivamente alla vendita dei beni del fallito si provvede ad attribuire il ricavato ai singoli creditori. Le somme disponibili devono essere ripartite secondo il seguente ordine preferenziale (art. 111
L.F.):
hanno la precedenza i creditori aventi diritto alla prededuzione (cd. crediti di massa prededucibili).

275

La codificazione anteriore alla riforma del 2006 offriva una elencazione pi dettagliata di tali crediti, che pu ora ritenersi valida a titolo esemplificativo. Lart. 111, n. 1, L.F., vecchio testo, infatti,
stabiliva il pagamento in prededuzione di tutte le spese (comprese quelle anticipate dallerario), dei
debiti assunti per far fronte alla procedura, compreso il compenso per il curatore (cd. spese fallimentari stricto sensu) e per la continuazione dellesercizio dellimpresa, se autorizzato (cd. spese
inerenti allamministrazione);
vanno poi soddisfatti i creditori privilegiati, secondo lordine previsto dalla legge;
infine si provvede a soddisfare i creditori chirografari in misura proporzionale allammontare del
credito di ciascuno.
La ripartizione avviene normalmente a gradi, mediante ripartizioni parziali; il giudice approva con decreto il piano di riparto e lo rende esecutivo.
Prima del riparto finale il curatore presenta al giudice delegato il conto della gestione per la sua approvazione e per la liquidazione del compenso al curatore.

6 Cessazione della procedura fallimentare

La cessazione della procedura fallimentare pu aversi per:


chiusura del fallimento;
concordato fallimentare.

6.1 Chiusura del fallimento


CC Ripartizione finale dellattivo senza soddisfacimento integrale dei creditori.
Cause

CC Impossibilit di ripartizioni per mancanza dellattivo.


CC Mancanza di domande di ammissione al passivo nel termine prescritto.
CC Estinzione di tutte le passivit.

CC dichiarata dal Tribunale con decreto.


Forma

Effetti

CC Sono prescritte le stesse forme di pubblicit previste per la sentenza dichiarativa.

CC Con la chiusura cessano gli effetti del fallimento sul patrimonio del fallito e
le conseguenti incapacit personali e decadono gli organi preposti al fallimento.
CC I creditori riacquistano il libero esercizio delle azioni verso il debitore per la
parte non soddisfatta dei loro crediti, per capitali e interessi, salvi gli effetti
dellesdebitazione.

CC possibile quando la procedura stata chiusa per ripartizione finale dellattivo senza soddisfacimento integrale dei creditori o per mancanza di attivo,
o nel caso di annullamento o risoluzione del concordato fallimentare.
Riapertura

CC Non devono essere ancora trascorsi 5 anni dal decreto di chiusura.


CC Nel patrimonio del fallito devono esistere attivit tali da rendere utile il provvedimento, oppure il fallito deve offrire garanzie di pagare almeno il 10% ai
creditori vecchi e nuovi.
CC Deve esservi espressa domanda del debitore stesso o di uno dei creditori.

276

6.2 Il concordato fallimentare


6.2.1 Nozione
un accordo concluso dal fallito con i creditori chirografari, stipulato al fine di far cessare la procedura fallimentare, senza ricorrere alla liquidazione dellattivo, sempre nel rispetto delluguaglianza di trattamento dei creditori, per il tramite e sotto la sorveglianza dellattivit giudiziaria. La riforma fallimentare ed il successivo decreto correttivo alla stessa hanno modificato listituto, semplificandone la disciplina.

6.2.2 Procedura
CC Pu essere presentata con ricorso al giudice delegato da uno o pi
creditori o da un terzo, anche prima del decreto che rende esecutivo
lo stato passivo, purch il debitore abbia tenuto la contabilit e da
essa il curatore possa formare un elenco dei creditori, oppure dal fallito, solo dopo un anno dalla dichiarazione di fallimento ed entro 2
anni dal decreto che rende esecutivo lo stato passivo.

Proposta di concordato

CC Nella nuova disciplina non pi considerato requisito necessario della proposta il pagamento integrale dei creditori muniti di diritto di prelazione: possibile prevedere nel piano la loro soddisfazione anche
solo parziale, purch in misura non inferiore a quella realizzabile sul
ricavato in caso di liquidazione, considerato il valore di mercato attribuibile ai beni o diritti sui quali sussiste la caua di prelazione, indicato nella relazione redatta da un professionista designato dal Tribunale.
CC Deve essere esaminata preliminarmente in merito alla sua mera ritualit dal giudice delegato, il quale chiede il parere del curatore con
specifico riferimento ai presumibili risultati della liquidazione ed alle
garanzie offerte. Il giudice, acquisito il parere (nel merito) favorevole
del comitato dei creditori, ordina che venga comunicata ai creditori.
A questo punto la proposta deve essere sottoposta al voto dei creditori. Lart. 128 L.F. prevede che la proposta sia approvata quando ottiene il voto favorevole dei creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi al voto. Se sono previste diverse classi di creditori, necessario che tale maggioranza sia raggiunta anche nel
maggior numero di classi: questa la principale modifica apportata
dal decreto correttivo.

Osservazioni
Con la L. 69/2009, il legislatore ha modificato gli artt. 125 e 128 L.F., definendo liter procedurale
in caso di presentazione di pi proposte o di sopravvenienza di una nuova proposta di concordato. il comitato dei creditori che sceglie la proposta da sottoporre allapprovazione dei creditori e,
qualora il curatore lo ritenga conveniente, pu suggerire al giudice delegato di comunicare ai creditori la proposta, o le altre proposte, non scelte dal comitato. Qualora pi proposte siano poste al
vaglio dei creditori ammessi al voto e ne ricevano voto favorevole, quella che riceve un maggior
numero di consensi si considera approvata. Qualora, invece, le proposte raggiungano una perfetta parit previsto che la proposta approvata sia quella presentata per prima.

277

Decorso il termine stabilito per le votazioni

CC Il curatore presenta al giudice delegato una relazione sul loro esito e,


se i creditori hanno approvato la proposta, il giudice delegato dispone che ne sia data immediata comunicazione al proponente, al fallito e ai creditori dissenzienti. Nella comunicazione fissa un termine
per la proposizione di eventuali opposizioni e per il deposito della relazione conclusiva del comitato dei creditori (e non del curatore, come
prevedeva il testo originario della riforma, modificato dal decreto correttivo): se il comitato non vi provvede nel termine, la relazione deve
essere redatta dal curatore e depositata.

Se non sono proposte CC Il Tribunale si limita a verificare la regolarit della procedura e lesito
della votazione e omologa il concordato con decreto motivato non
opposizioni nel termine
soggetto a gravame.
fissato

Se sono state proposte CC Il Tribunale assume i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti dufopposizioni da parte dei
ficio, anche delegando uno dei componenti del collegio.
creditori
Se un creditore appartenente ad una classe abbia
contestato la convenienza
della proposta

CC Il Tribunale pu procedere allapprovazione del concordato, qualora


ritenga, previa valutazione, che il creditore appartenente alla classe
dissenziente possa essere soddisfatto nel concordato in misura non
inferiore rispetto alle alternative concretamente praticabili in sede fallimentare. Il Tribunale provvede ad omologare o meno il concordato
con decreto motivato, pubblicato a norma dellart. 17 L.F.

In entrambi casi

CC Il decreto che omologa il concordato impartisce le disposizioni esecutive volte ad attuare gli effetti della decisione. Esso reclamabile
con ricorso alla Corte dappello; alludienza fissata, il collegio provvede con decreto motivato, impugnabile in Cassazione entro 30 giorni.

Vincola il fallito (e il terzo garante o

Effetti del concordato

CC Scaduti i termini per opporsi


allomologazione, o quando si
esauriscono le impugnazioni
(art. 129 L.F.), la proposta di
concordato acquista piena efficacia e produce immediatamente due effetti

assuntore) alladempimento degli


obblighi assunti.

Rende

obbligatorio il concordato
per tutti i creditori anteriori allapertura del fallimento, compresi quelli
che non abbiano presentato domanda di ammissione al passivo
(anche per mancata conoscenza
del fallimento), salvo patto contrario.

CC Quando il decreto di omologazione diventa definitivo, il Tribunale dichiara chiuso il fallimento.

CC Risolto per inadempimento del fallito.


Il concordato pu essere
CC Annullato per dolosa esagerazione del passivo o dissimulazione
altres
dellattivo.

278

7 Lesdebitazione del fallito

7.1 Nozione e condizioni di ammissione


La riforma ha introdotto ex novo nella legge fallimentare listituto dellesdebitazione del fallito. Questa consiste nella liberazione del fallito, una volta chiusa la procedura senza lintegrale pagamento di
tutti i creditori, dai debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti per intero, a condizione che egli sia considerato meritevole. Pu beneficiare dellesdebitazione solo il fallito persona fisica, essendo pertanto escluse dallistituto le societ dichiarate fallite (art. 142 L.F.).
Presupposto oggettivo negativo di ammissione allistituto che non siano stati soddisfatti, neppure in parte, i creditori concorsuali.
CC Abbia cooperato con gli organi della procedura, fornendo tutte le informazioni e la documentazione utile allaccertamento del passivo e
adoperandosi per il proficuo svolgimento delle operazioni.
CC Non abbia ritardato o contribuito a ritardare lo svolgimento della procedura.
CC Non abbia violato le disposizioni di cui allart. 48 L.F., riguardante lobbligo di consegna al curatore della corrispondenza inerente i rapporti relativi al fallimento.

Il fallito pu richiedere
lesdebitazione solamen- CC Non abbia beneficiato di altra esdebitazione nei 10 anni precedenti
la richiesta.
te se in possesso dei seguenti requisiti soggetti- CC Non si sia reso autore di una delle seguenti attivit fraudolente: distrazione dellattivo; esposizione di passivit insussistenti; causaziovi positivi
ne o aggravamento del dissesto, che abbia reso gravemente difficoltosa la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari; ricorso abusivo al credito.
CC Non sia stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per il
reato di bancarotta fraudolenta o per delitti contro leconomia pubblica, lindustria e il commercio, e altri delitti compiuti in connessione
con lesercizio dellattivit dimpresa, salvo che per tali reati sia intervenuta la riabilitazione.

7.2 Il procedimento
Il beneficio dellesdebitazione pu essere concesso dal Tribunale, su ricorso presentato dal debitore,
in due momenti:
nel decreto con cui dichiarata la chiusura del fallimento;
oppure successivamente, purch entro un anno dalla chiusura.
Il Tribunale decide con decreto, dopo aver verificato la sussistenza delle condizioni richieste dallart.
142 L.F. e tenuto conto dei comportamenti collaborativi del fallito. Devono essere previamente assunti i pareri del curatore e del comitato dei creditori.
Con il decreto di esdebitazione, il Tribunale dichiara inesigibili nei confronti del fallito i debiti concorsuali non soddisfatti integralmente. Contro il decreto di accoglimento o rigetto del ricorso si pu proporre reclamo ex art. 26 L.F.

279

7.3 Effetti dellesdebitazione


CC I creditori che hanno partecipato al fallimento (concorsuali) perdono
ogni diritto di agire individualmente nei confronti del fallito per la parIl decreto del Tribunale
te di credito rimasta insoddisfatta.
che accoglie la richiesta
di esdebitazione produce CC I creditori del fallito che non hanno partecipato allo stesso, non aveni seguenti effetti nei condo presentato domanda di insinuazione, potranno agire individualfronti dei creditori
mente nei confronti del fallito per la sola parte attribuita nel concorso
ai creditori di pari grado.

CC Gli obblighi di mantenimento e alimentari ed, in generale, le obbligaAnche qualora il fallito sia
zioni derivanti da rapporti estranei allesercizio dellimpresa.
stato ammesso allesdeCC I debiti per il risarcimento dei danni derivanti da fatto illecito extraconbitazione, sono esclusi
trattuale.
integralmente dal benefiC
C
Le sanzioni penali ed amministrative di carattere pecuniario che non
cio
siano accessorie a debiti estinti.
In sintesi
La complessit della procedura fallimentare esige che la stessa si svolga attraverso fasi successive ben determinate, coordinate tutte insieme al raggiungimento del medesimo fine.
Tali fasi in ordine progressivo sono le seguenti:



conservazione del patrimonio;


accertamento del passivo;
liquidazione dellattivo;
cessazione della procedura.

Le attivit caratteristiche della conservazione del patrimonio sono:


apposizione dei sigilli;
redazione dellinventario;
eventualmente, autorizzazione allesercizio provvisorio dellimpresa.
Laccertamento del passivo comprende:




avviso ai creditori per la verifica;


presentazione delle domande di ammissione al passivo;
esame delle domande e deposito del progetto di stato passivo;
verifica dei crediti in apposita udienza;
impugnazioni dello stato passivo di eventuali creditori non ammessi o contro creditori concorrenti;
domande tardive di nuovi creditori.
La liquidazione dellattivo, invece, prevede:




formazione del programma di liquidazione;


vendita dei beni del fallito secondo procedure competitive;
pagamento delle spese e dei debiti contratti per lamministrazione del fallimento;
pagamento dei creditori privilegiati;
pagamento dei creditori chirografari.

Infine, la cessazione della procedura si ha con:


chiusura del fallimento;
concordato fallimentare.

280

Capitolo

53

il concordato preventivo

1 Nozione

Il concordato preventivo un mezzo che la legge accorda al debitore per evitare la gravosa e dannosa procedura fallimentare.
Ad esso, infatti, si pu ricorrere solo prima della dichiarazione di fallimento (da qui il nome) ed evita
la paralisi che il fallimento determina nellimpresa del debitore.
Il concordato preventivo un accordo giudiziale fra debitore e creditori circa le modalit con le quali
dovranno essere estinte tutte le obbligazioni.

2 Presupposti per lammissione

Le condizioni per essere ammessi al concordato preventivo sono state radicalmente modificate dal
D.L. 35/2005 (cd. decreto competitivit), convertito in L. 80/2005. Ulteriori e importanti modifiche a
tale disciplina sono state poi introdotte dal decreto correttivo alla riforma (D.Lgs. 169/2007).

Presupposti soggettivi
sono che listante

CC Sia imprenditore commerciale (non avente i requisiti di non fallibilit


previsti dallart. 1 L.F.).
CC Si trovi in stato di crisi o di insolvenza.

La ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma.

Presupposti oggettivi

CC Limprenditore deve proporre ai creditori un piano


di risanamento della propria esposizione debitoria,
che preveda alternativamente

Lattribuzione delle attivit delle imprese interessate dalla proposta di concordato ad un assuntore.

La suddivisione dei creditori in classi,


secondo posizione giuridica ed interessi economici omogenei.

Trattamenti

differenziati tra creditori


appartenenti a classi diverse.

Il decreto correttivo alla riforma ha chiarito che la proposta di concordato pu prevedere la soddisfazione anche non integrale (bens in percentuale) dei creditori privilegiati (alla stregua quindi di quelli
chirografari), a condizione per che il piano ne preveda la soddisfazione in misura non inferiore a quella realizzabile, in ragione della collocazione preferenziale, sul ricavato in caso di vendita del bene su
cui cade la causa di prelazione, avuto riguardo al suo valore di mercato indicato in unapposita relazione redatta da un professionista revisore dei conti.

281

3 Organi
CC Ammette il debitore alla procedura.
CC Emette eventualmente la sentenza dichiarativa di fallimento.

Tribunale fallimentare

CC Provvede al giudizio di omologazione.


CC Decide sui reclami avverso i provvedimenti del giudice delegato.
CC Emette provvedimenti relativi al commissario giudiziale.

CC Dirige il procedimento.
CC Risolve le eventuali controversie.
Giudice delegato

CC Presenzia alladunanza dei creditori e ne dirige lo svolgimento.


CC Autorizza le attivit eccedenti lordinaria amministrazione.
CC Ha funzione di giudice istruttore nel giudizio di omologazione.
CC Promuove leventuale dichiarazione di fallimento.

CC Verifica lelenco dei creditori e dei debitori presentato dallimprenditore.


CC Vigila sullamministrazione dei beni del debitore.
CC Redige la relazione sulle cause del dissesto.
Commissario giudiziale

CC Convoca i creditori e provvede ai vari avvisi agli stessi.


CC Valuta le garanzie offerte.
CC Esprime parere motivato sullomologazione.
CC Sorveglia sulladempimento del concordato dopo la sua omologazione.

Osservazioni
tuttora discusso, in dottrina, se anche lassemblea dei creditori possa ricomprendersi tra gli organi della procedura. In ogni caso lassemblea vota sulla proposta di concordato, ma il suo voto
vincola il Tribunale solo se negativo.

4 Effetti

Il debitore conserva lamministrazione dei suoi beni, sebbene sotto il controllo del commissario giudiziale; inoltre:
necessaria, per gli atti di straordinaria amministrazione, lautorizzazione del giudice delegato
come condizione di efficacia degli stessi;
il tribunale pu, nel decreto di apertura della procedura, stabilire un limite di valore al di sotto del
quale tale autorizzazione non dovuta.
Osservazioni
Gli effetti del concordato preventivo nei confronti dei creditori sono analoghi a quelli del fallimento,
dovendo sempre essere rispettata la par condicio creditorum (divieto di azioni individuali esecutive e cautelari sui beni dellimprenditore). Tali effetti rimangono sino al momento in cui il decreto di
omologazione diviene definitivo. Non riportata, per, per il concordato preventivo, la norma relativa allazione revocatoria e agli effetti sui contratti in corso di esecuzione (v. cap. 50, par. 4).

282

5 Procedura
CC Il debitore propone al Tribunale, con ricorso, la domanda di ammissione
alla procedura di concordato preventivo.

Se accerta qualche problema nella redazione


del piano in ordine alla sussistenza dei requisiti di ammissibilit, concede al debitore un termine, non superiore a 15 giorni, per apportare
integrazioni al piano e produrre nuovi documenti.

Se allesito del suddetto procedimento verifica


CC Il Tribunale valuta lammissibilit della domanda

Procedura

che non ricorrono i presupposti previsti dalla


legge, dichiara inammissibile la proposta di
concordato con decreto non soggetto a reclamo. In tal caso, il tribunale, su istanza del creditore o su richiesta del P.M., deve accertare la
sussistenza dei presupposti per la dichiarazione di fallimento e, qualora ne determini la sussistenza, dichiara il fallimento del debitore.

Se riconosce ammissibile la proposta dichiara


aperta la procedura di concordato.
CC Successivamente ladunanza dei creditori chiamata a votare sulla proposta. Sono ammessi a votare tutti i creditori chirografari, esclusi il coniuge,
i parenti e gli affini fino al 4 grado del debitore.
CC Il concordato approvato se riporta il voto favorevole dei creditori che rappresentano la maggioranza dei creditori ammessi al voto. Se sono previste diverse classi di creditori, il concordato approvato se tale maggioranza si verifichi inoltre nel maggior numero di classi.
CC Se la proposta approvata dalla maggioranza prescritta, inizia il giudizio
di omologazione, nel quale il Tribunale controlla la legittimit del concordato (cio una verifica formale del raggiungimento della maggioranza prescritta).
CC Se la maggioranza prescritta (art. 177, co. 1, L.F.) raggiunta, il Tribunale omologa il concordato con decreto motivato.
Differenze
Quanto al giudizio di omologazione, lunica differenza significativa, introdotta dal D.Lgs. 169/2007,
consiste nellaver previsto listruttoria del tribunale solo in presenza di opposizioni sollevate dai creditori; qualora invece non siano sollevate contestazioni, il giudizio si chiude previa una mera verifica di regolarit della precedente fase di approvazione.

6 Annullamento e revoca del concordato

CC Risolto, su domanda dei soli creditori, in caso di inadempimento degli obblighi con esso assunti, qualora tale inadempimento non sia di
scarsa importanza (condizione introdotta dal D.Lgs. 169/2007).
Il concordato pu essere
CC Annullato, se sia scoperta una esagerazione dolosa del passivo o sottrazione o dissimulazione dellattivo.

283

Alla risoluzione o allannullamento pu conseguire la dichiarazione di fallimento solo qualora ne sussistano i presupposti e ne facciano richiesta i creditori o il P.M. (art. 173 L.F.).

7 Accordi di ristrutturazione dei debiti

Il D.L. 35/2005 ha introdotto la possibilit per il debitore di stipulare con i creditori un accordo stragiudiziale di ristrutturazione dei debiti, che gli consenta di far fronte alla crisi dellimpresa attraverso un piano concordato con la maggioranza dei suoi creditori (art. 182bis L.F.).
CC Deve essere sottoscritto dai creditori che rappresentano almeno il
60% del passivo del debitore.
CC Deve garantire lintegrale e tempestivo pagamento dei creditori che
non hanno partecipato alla sua stipulazione.
Laccordo

CC Deve, quindi, essere depositato dal debitore nella cancelleria del Tribunale unitamente alla documentazione prevista dallart. 161 L.F. e
ad una relazione redatta da un esperto sullattuabilit del piano.
CC poi pubblicato nel Registro delle imprese (momento dal quale acquista efficacia) ed i creditori ed ogni altro interessato possono proporvi opposizione entro 30 giorni.

Il D.Lgs. 169/2007 ha introdotto una disposizione volta a tutelare in modo automatico ed immediato
il patrimonio dellimprenditore, prevedendo che dalla data di pubblicazione dellaccordo nel registro
delle imprese e per 60 giorni, i creditori per titolo e causa anteriore a tale data non possono iniziare o
proseguire azioni esecutive o cautelari sul patrimonio del debitore.
Inoltre, il D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010, ha previsto che il divieto di iniziare o proseguire le azioni cautelari o esecutive pu essere richiesto dallimprenditore anche nel corso delle trattative e prima
della formalizzazione dellaccordo di ristrutturazione.
In sintesi
Il concordato preventivo un mezzo che la legge accorda al debitore per evitare la gravosa e
dannosa procedura fallimentare e a cui si pu ricorrere solo prima della dichiarazione di fallimento; il concordato preventivo si dispone attraverso un accordo giudiziale tra debitore e creditori circa le modalit con cui dovranno essere estinte tutte le obbligazioni. Per lammissibilit della proposta di concordato sufficiente che limprenditore versi in un generico stato di crisi (art. 160 L.F.),
ossia in una condizione che precede lo stato di insolvenza vero e proprio. Il debitore propone ai
creditori un piano di risanamento che pu prevedere: la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma (come la cessione dei beni, lattribuzione ai creditori di azioni, quote, obbligazioni o altri strumenti finanziari e titolo di debito); lattribuzione delle attivit del
debitore ad un assuntore. La proposta approvata se riporta il voto favorevole dei creditori che
rappresentino la maggioranza dei crediti ammessi al voto (art. 177 L.F.). Il Tribunale, verificato il
raggiungimento della maggioranza prescritta, procede, con decreto motivato, alla omologazione
del concordato. Il concordato pu essere poi anche risolto o annullato.

284

Capitolo

54

lamministrazione controllata

1 Nozione

La riforma operata dal D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 ha soppresso listituto dellamministrazione


controllata, abrogando lintero titolo IV della legge fallimentare ed eliminando ogni riferimento allistituto.
Poich, per, proseguono fino al loro completamento le amministrazioni iniziate prima dellentrata in
vigore della riforma fallimentare, riportiamo la disciplina prevista per questo istituto.
Lamministrazione controllata era un mezzo concesso al debitore, che si trovasse in temporanea difficolt di adempiere alle proprie obbligazioni, per prevenire lo stato di insolvenza e la conseguente
dichiarazione di fallimento. Si trattava di un accordo giudiziale con il quale i creditori concedevano al
debitore una dilazione, non superiore ai 2 anni, per lestinzione integrale dei debiti.

2 Condizioni

Limprenditore che chiedeva di essere ammesso alla procedura dellamministrazione controllata doveva avere, ai sensi dellart. 187 L.F., gli stessi requisiti soggettivi necessari per lammissione alla
procedura del concordato preventivo, previsti dallart. 160 L.F.
Dal lato oggettivo i
presupposti erano

CC La temporanea difficolt ad adempiere le proprie obbligazioni.


CC Lesistenza di comprovate possibilit di risanare limpresa.

Differenze
A differenza del concordato preventivo e del fallimento, che tendono al saldo dei creditori, lamministrazione controllata era finalizzata al ripristino della solvibilit dellimprenditore.

3 Procedimento ed effetti

Il procedimento di amministrazione controllata si apriva ad impulso di parte e legittimato a proporre la


domanda di ammissione alla procedura (da presentarsi con ricorso al Tribunale) era il solo debitore.
La procedura dellamministrazione controllata ricalcava, poi, grosso modo, quella del concordato preventivo:
sulla domanda decideva il Tribunale, valutate le condizioni richieste per lammissibilit, e la decisione poteva essere di rigetto o di accoglimento, nel quale ultimo caso si procedeva alla nomina del giudice delegato; fissava la convocazione dei creditori; designava il commissario giudiziale;
sulla proposta del debitore votavano i creditori alladunanza alluopo fissata dal Tribunale. Mancava una fase di omologazione della proposta, in quanto era lo stesso giudice delegato che, accertato il raggiungimento della maggioranza, provvedeva con decreto a nominare il comitato dei
creditori (art. 190 L.F.).

285

In seguito al decreto
di ammissione

CC Tutto il patrimonio del debitore, e non solo la gestione dellimpresa,


restava assoggettato allamministrazione controllata.
CC Gli altri effetti erano analoghi a quelli del concordato preventivo.

La procedura normalmente si chiudeva per scadenza del termine stabilito (massimo due anni), oppure nel momento in cui il debitore dimostrava di essere in grado di far fronte ai suoi debiti.
Nel caso in cui alla scadenza del termine previsto il debitore non fosse stato in grado di soddisfare integralmente i creditori, la procedura poteva essere convertita:
nella procedura di concordato preventivo;
nella procedura di fallimento.

4 Chiusura
CC Scadenza del termine concesso (massimo due anni).
CC Dimostrazione da parte del debitore di poter far fronte ai debiti prima
della scadenza.

Ipotesi
CC Impossibilit per il debitore,
scaduto il termine, di pagare
i debiti.

Conversione in concordato preventivo (a domanda del debitore).

Conversione in fallimento.

In sintesi
Con lamministrazione controllata si concedeva al debitore in temporanea difficolt (non, quindi, in stato di insolvenza) la possibilit di evitare la dichiarazione di fallimento, semprech esistessero comprovate possibilit di risanare limpresa.
Anchessa, come il concordato era un accordo giudiziale con cui i creditori concedevano al debitore una dilazione per lestinzione integrale dei debiti, in un termine non superiore a due anni, mentre limpresa continuava la sua attivit sotto la gestione del debitore, controllata da un commissario e diretta dal giudice.

286

Capitolo

55

la liquidazione coatta amministrativa

1 Nozione

una speciale procedura concorsuale, che la legge prevede per alcune categorie di imprese (imprese assicurative, cooperative, bancarie etc.), per le quali il dissesto ha ripercussioni di ingente rilevanza pubblica e, di conseguenza, esclusa la sottoposizione al fallimento.
Esistono, tuttavia, imprese per le quali leggi speciali prevedono anche la possibilit, accanto alla liquidazione coatta, del fallimento.
In tal caso fra i due istituti prevale quello che sia stato chiesto per primo (principio della prevenzione).
Si tratta di una procedura concorsuale di natura amministrativa, volta alla liquidazione del patrimonio di imprese la cui attivit riveste una rilevante importanza socio-economica.

2 Condizioni
CC Stato di insolvenza.

Condizioni ( sufficiente
che esista una sola di esse)

CC Violazioni di norme o di atti amministrativi che comportino un irregolare funzionamento dellimpresa.


CC Motivi di pubblico interesse, che a giudizio insindacabile della P.A.
impongano la soppressione dellente.

3 Organi
CC organo individuale o collettivo.
CC pubblico ufficiale.
CC Prende in consegna i beni, nonch le scritture ed i documenti contabili.
CC Provvede allamministrazione del patrimonio ed alla gestione dellimpresa durante la liquidazione.

Commissario liquidatore

CC Riceve dallimprenditore il conto della gestione relativa al tempo successivo allultimo bilancio.
CC Presenta allautorit vigilante una relazione sulla situazione patrimoniale e sullandamento della gestione.
CC Sovraintende allaccertamento dello stato passivo.
CC Pu promuovere lazione di revoca degli atti in frode ed esercitare
lazione di responsabilit contro gli amministratori e gli organi di controllo dellimpresa.
CC Procede alle operazioni di liquidazione.

CC Nomina e revoca il commissario liquidatore.


Autorit di vigilanza

CC Autorizza il liquidatore a compiere quegli atti per i quali la legge richiede lautorizzazione.

287

Autorit di vigilanza

CC Fissa le direttive cui deve attenersi il commissario.


CC Sovraintende alle operazioni di liquidazione in senso stretto.

CC formato da 3 o 5 membri scelti tra persone esperte nel ramo di attivit esercitata dallimpresa.
Comitato di sorveglianza

CC organo prettamente consultivo ed assolve ai compiti che nel fallimento spettano al comitato dei creditori.
CC I pareri del comitato, anche quando sono obbligatori, non sono vincolanti.

4 Disciplina

La liquidazione coatta disposta sempre dalla pubblica amministrazione, con decreto che deve essere inserito integralmente nella Gazzetta Ufficiale entro 10 giorni dalla sua emanazione e iscritto nel
registro delle imprese.
La P.A. provvede altres con esso, o con altro provvedimento successivo, alla nomina del commissario liquidatore e del comitato di sorveglianza.
CC Laccertamento del passivo, che compiuto dal commissario liquidatore sulla base delle scritture contabili e dei documenti dellimpresa. Se
in tale fase sorgono controversie, la loro risoluzione rimessa al Tribunale, nelle forme stabilite per le opposizioni e le impugnazioni dei creditori in sede di fallimento: si ha, cos, linserimento di una vera e propria fase giurisdizionale nella fase prettamente amministrativa di accertamento del passivo, allo scopo di fornire unadeguata tutela ai diritti dei
Le fasi della liquidazione
creditori opponenti e del debitore.
coatta sono
CC La liquidazione dellattivo spetta, ugualmente, al commissario liquidatore, il quale ha tutti i poteri, salvo il caso della vendita in blocco di tutti i mobili o degli immobili, per la quale occorre il parere favorevole del
comitato di sorveglianza e lautorizzazione dellautorit di vigilanza.
CC La chiusura della procedura, che pu avvenire per riparto finale del
ricavato (attuato nei modi stabiliti dalla legge fallimentare e perci sono
ammessi riparti parziali) e per concordato.
Il concordato con cui si pu concludere la liquidazione coatta stato uniformato, per quanto possibile, al concordato fallimentare ad opera del decreto correttivo alla riforma (D.Lgs. 169/2007), il quale ha previsto ex novo la legittimazione alla presentazione della proposta anche ai creditori o ad un
terzo (oltre che allimprenditore in liquidazione) ed ha richiamato espressamente le norme del concordato fallimentare in merito al contenuto della proposta, al giudizio di omologazione ed agli effetti del
concordato su tutti i creditori anteriori allapertura della procedura, anche non ammessi al passivo.
La presentazione della proposta deve essere autorizzata dallautorit di vigilanza, con il parere del
commissario e sentito il comitato di sorveglianza.
Differenze
Non prevista una fase di approvazione del concordato da parte dei creditori, i quali possono solo
presentare opposizioni ad essa. Infine il tribunale, previo parere dellautorit di vigilanza, decide
sulle opposizioni ed accoglie o meno la proposta di concordato con decreto, reclamabile alla Corte dappello.

288

CC Limprenditore messo in liquidazione coatta amministrativa non deve


soggiacere allobbligo di comunicazione della propria residenza imposto al fallito dallart. 49 L.F.
CC Non si applicano, inoltre, ai soggetti sottoposti a liquidazione coatta
tutte le incapacit personali di diritto pubblico che colpiscono il fallito:
funzioni di giurato o giudice onorario, funzioni di tutore e curatore, incapacit di borsa etc.
Effetti

CC Con la messa in liquidazione sono sospese, per le persone giuridiche e le societ, le funzioni dellassemblea e degli organi di amministrazione e di controllo, salvo che per la proposta di concordato.
CC Si trasferiscono, inoltre, al commissario liquidatore la disponibilit e
lamministrazione dei beni.
CC Le azioni esecutive e cautelari individuali promosse dai creditori restano bloccate, sia pure con alcune eccezioni previste dalla legislazione speciale (es.: per le cooperative, per gli istituti di credito fondiario, per lesecuzione fiscale etc.).

In sintesi
La liquidazione coatta amministrativa ammissibile per quelle imprese per le quali, o perch a
partecipazione statale o per gli interessi che coinvolgono, il dissesto economico presenta profili di
rilievo generale.
Gli organi della procedura sono: il commissario liquidatore, lautorit di vigilanza e il comitato di
sorveglianza.
Infine, le fasi essenziali della liquidazione coatta sono:
laccertamento del passivo;
la liquidazione dellattivo;
il riparto finale del ricavato.

289

Note:

Capitolo

56

lamministrazione straordinaria
delle grandi imprese in crisi

1 Nozione

una procedura concorsuale, introdotta nel nostro ordinamento dalla L. 95/1979 poi abrogata e sostituita dal D.Lgs. 270/1999, con la finalit di sottrarre al fallimento le grandi imprese commerciali, e
di tendere ad un risanamento delle stesse, per difenderne i valori tecnici, commerciali, produttivi e occupazionali.
Tali imprese, infatti, per le loro dimensioni rilevanti, partecipano alleconomia nazionale e concorrono
al mantenimento di determinati livelli occupazionali.

2 Condizioni
CC Imprese commerciali, con esclusione degli enti pubblici che abbiano
da almeno un anno un numero di lavoratori subordinati non inferiore
a 200.

Oggettive

CC Esposizione debitoria per un ammontare complessivo non inferiore


ai 2/3 sia del totale dellattivo dello stato patrimoniale, sia dei ricavi
provenienti dalle vendite e dalle prestazioni dellultimo esercizio.

CC Sussistenza di effettive prospettive di recupero dellequilibrio economico delle attivit imprenditoriali.

Soggettive

3 Organi

Tribunale

CC Dispone lapertura
della procedura con
sentenza dichiarativa, con la quale

Dichiara lo stato di insolvenza.


Nomina uno o tre commissari giudiziali.
Nomina il giudice delegato.
Ordina allimprenditore di depositare in cancelleria le scritture contabili e i bilanci.

Stabilisce la data per ludienza di verifica dello stato passivo.

Giudice delegato

Commissario giudiziale

CC Adotta i provvedimenti di sua competenza con decreti impugnabili nei


modi consentiti per i decreti del giudice delegato al fallimento.

CC Predispone, nel termine di 30 giorni, la relazione sulle cause del dissesto.


CC Se ritiene possibile il recupero aziendale, dichiara con decreto lapertura dellamministrazione straordinaria.

291

4 Procedura

Le imprese dichiarate insolventi sono ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria qualora presentino concrete prospettive di recupero dellequilibrio economico delle attivit imprenditoriali.
Il D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008, approvato in vista del salvataggio dellAlitalia, contiene disposizioni in materia di riforma delle procedure di amministrazione delle grandi imprese in crisi.
In particolare, stata individuata una specifica disciplina per le imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, volta a garantire la continuit nella prestazione di tali servizi.
Questo ampliamento consente alle imprese di avvalersi non solo di procedure di ristrutturazione economica e finanziaria dellimpresa, ma anche delle procedure di cessione dei complessi aziendali.
CC Tramite un programma di cessione dei complessi aziendali, con finalit liquidatorie e durata massima di 1 anno.
Tale risultato deve potersi realizzare, in via alternativa

CC Per le societ operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, anche tramite la cessione dei complessi di beni e contratti sulla base di
un programma di prosecuzione dellesercizio dellimpresa di durata
non superiore ad 1 anno.

CC In caso di esito negativo della procedura, conversione dellamministrazione in fallimento.

Chiusura

CC Tramite un programma di ristrutturazione aziendale, con finalit conservative e rinnovative e durata massima di 2 anni.

CC In caso di esito positivo, dichiarazione di chiusura da parte del Tribunale con decreto motivato.

5 La procedura durgenza per il risanamento aziendale

Con la legge 18 febbraio 2004, n. 39, di conversione, con modifiche, del D.L. 23 dicembre 2003, n.
347, il Parlamento ha introdotto una normativa speciale diretta a disciplinare le conseguenze dello stato di insolvenza di imprese che hanno requisiti dimensionali e di indebitamento ancora pi elevati, in
ipotesi di situazioni di crisi particolarmente rilevanti.
Su tale decreto (cd. decreto Marzano) intervenuto il D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008, il quale ha
permesso lestensione dei benefici previsti dalla procedura in oggetto anche a quelle imprese che intendono adottare un programma di cessione dei complessi aziendali.
In sostanza il legislatore, nel sottolineare limportanza della finalit di recupero dellequilibrio economico sottesa alla procedura, ha lasciato libera la scelta della specifica modalit (programma di cessione dei beni aziendali o piano di ristrutturazione) attraverso la quale raggiungere tale obiettivo. Infatti, lo strumento della ristrutturazione economica e finanziaria dellimpresa non sempre quello idoneo a recuperare lequilibrio dellattivit imprenditoriale; di qui la necessit di prevedere la possibilit
di ricorrere anche ed in via alternativa al diverso programma di cessione dei complessi aziendali.
Differenze
Si tratta, in sostanza, di una procedura di amministrazione straordinaria accelerata che, nella
sostanza, rimane comunque la stessa procedura gi contemplata dal D.Lgs. 270/1999, dalla quale si discosta solo per taluni aspetti, attinenti essenzialmente ai requisiti di ammissione, ad una
maggiore rapidit e flessibilit, ad un rafforzamento dei poteri dellAutorit amministrativa e delle
competenze del commissario straordinario.

292

5.1 Condizioni
Requisiti per laccesso CC Limpresa deve possedere un numero di lavoratori subordinati, compresi quelli ammessi al trattamento di integrazione dei guadagni, non
alla procedura (art. 1 D.L.
inferiori a 500 da almeno un anno.
347/2003, modif. ex D.L.
134/2008, conv. in L. CC I debiti dellimpresa, inclusi quelli derivanti da garanzie rilasciate, non
166/2008)
devono essere inferiori a 300 milioni di euro.

5.2 Procedura
Limpresa, contestualmente

Il Ministro dello
sviluppo economico

CC Presenta ricorso per la dichiarazione dello stato dinsolvenza al Tribunale


CC Chiede al Ministro dello sviluppo economico lammissione immediata dellimpresa alla procedura di amministrazione straordinaria.
CC Se valuta positivamente listanza, provvede allammissione immediata dellimpresa alla procedura di amministrazione straordinaria, tramite la ristrutturazione economica e finanziaria o tramite la cessione
di complessi aziendali.
CC Nomina il commissario straordinario.

Osservazioni
In seguito alle modifiche apportate dal D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008, stato previsto, per le
imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, un ampliamento della legittimazione a
disporre lapertura della procedura: infatti, la nuova disciplina consente al Presidente del Consiglio, oltre che al Ministro dello sviluppo economico, di autorizzare lammissione alla procedura stessa, di nominare il commissario straordinario e determinare il relativo compenso.

CC Amministra limpresa, compiendo ogni accertamento utile per lo stato dinsolvenza.

Il commissario
straordinario

CC Entro 180 giorni presenta allAutorit amministrativa il programma di


cessione del complesso aziendale ovvero il programma di ristrutturazione aziendale e consegna al giudice delegato la relazione sulle cause dinsolvenza. Mentre fino al 28 agosto 2008 il ricorso ad un programma di cessione dei complessi aziendali poteva avvenire esclusivamente dopo aver tentato il risanamento dellimpresa tramite un
piano di ristrutturazione, con le modifiche introdotte dal D.L. 134/2008,
conv. in L. 166/2008, la possibilit di procedere con un programma
di dismissione del complesso aziendale concesso fino dalle prime
fasi della procedura.

Osservazioni
Il D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008 ha potenziato i poteri attribuiti al commissario straordinario
nella gestione della procedura attinente le societ operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali. previsto, infatti, che questultimo pu procedere, tramite trattativa privata, allalienazione dei
beni aziendali, nonch dellazienda stessa, ai soggetti che siano in grado di garantire nel medio
periodo la continuit del servizio, la rapidit di intervento e il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione italiana e dai trattati sottoscritti dallItalia. Tali operazioni, per motivi di urgenza, possono essere autorizzate anche prima delle dichiarazioni dello stato di insolvenza.

293

Il piano di ristrutturazione aziendale

CC Qualora non dovesse essere autorizzato dallAutorit amministrativa


o non fosse possibile adottare un programma di cessione dei complessi aziendali o di ristrutturazione, il tribunale, sentito il commissario straordinario, dovr disporre la conversione della procedura di amministrazione straordinaria in fallimento.
CC Se il programma di cessione autorizzato, la prosecuzione dellesercizio dellimpresa non pu avere una durata superiore a 2 anni.
CC Nel programma di ristrutturazione aziendale possibile predisporre
un concordato.

In sintesi
I presupposti della amministrazione straordinaria sono i seguenti: possono accedervi le imprese non piccole e di natura privata che hanno non meno di 200 dipendenti, una esposizione debitoria pari almeno ai 2/3 dellattivo patrimoniale e dei ricavi delle vendite e prestazioni dellultimo
esercizio, per le quali vi siano possibilit concrete di recupero dellequilibrio economico.
Gli organi della procedura sono il tribunale, il giudice delegato e il commissario giudiziale.
Lamministrazione straordinaria pu attuarsi tramite diversi meccanismi:
programma di cessione dei complessi aziendali, con finalit liquidatorie, di durata massima
1 anno;
programma di ristrutturazione aziendale, con finalit conservative, di durata massima 2 anni;
per le imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, anche attraverso un programma di cessione dei complessi di beni e contratti, della durata massima di 1 anno.
Quanto alla chiusura:
in caso di esito negativo della procedura, lamministrazione convertita in fallimento;
in caso di esito positivo, il tribunale dichiara la chiusura della procedura con decreto motivato.
Le imprese che hanno requisiti dimensionali e di indebitamento ancora pi elevati, e che sarebbero assoggettabili alla procedura generale di amministrazione straordinaria, possono richiedere lapplicazione di una forma speciale di amministrazione straordinaria, proponendo alternativamente
un programma di ristrutturazione ovvero un programma di cessione di beni aziendali. Questo procedimento speciale stato introdotto dal decreto Marzano (D.L. 347/2003, conv. in L. 39/2004)
adottato dal Governo per la risoluzione del caso Parmalat, di recente modificato dal decreto Alitalia (D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008).
Le principali novit introdotte dal D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008 sono rappresentate:
dalla possibilit di far fronte ad una crisi finanziaria anche attraverso il ricorso ad un programma di cessione dei complessi aziendali;
dalla disciplina specifica prevista per le imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali.
facolt dellimprenditore insolvente scegliere se essere sottoposto alla procedura generale o speciale, considerando che questultima pi rapida e snella in quanto le varie fasi del procedimento
sono condensate.

294

Parte sestA
intermediazione
e mercati finanziari
Capitolo Cinquantasettesimo: Mercato finanziario e servizi di investi mento.............................................................................................. Pag. 297
Capitolo Cinquantottesimo: Borsa e mercati regolamentati..............

303

Capitolo

57

Mercato finanziario
e servizi di investimento

1 Il mercato finanziario

Deve intendersi per mercato mobiliare il segmento del mercato finanziario sul quale vengono prodotti e/o scambiati valori mobiliari e svolte attivit relative a valori mobiliari (BUONOCORE).
Lattuale disciplina del mercato mobiliare contenuta nel D.Lgs. 58/1998 (Testo Unico delle disposizioni in materia finanziaria).
Il TUF definisce in primo luogo la nozione di valore mobiliare(introdotta dal decreto MiFID) e di
strumenti finanziari.
CC Le azioni di societ e altri titoli equivalenti ad azioni di societ, di
partnership o di altri soggetti e certificati di deposito azionario.
CC Obbligazioni e altri titoli di debito, compresi i certificati di deposito
Per valori mobiliari si intenrelativi a tali titoli.
dono categorie di valori neC
C
Qualsiasi altro titolo normalmente negoziato che permette di acgoziabili nel mercato dei caquisire o di vendere i suddetti valori mobiliari.
pitali, quali (art. 1, co. 1bis,
C
C
Qualsiasi altro titolo che comporta un regolamento in contanti deTUF)
terminato con riferimento ai valori mobiliari indicati precedentemente, a valute, a tassi di interesse, a rendimenti, a merci, a indici o a
misure.

CC Valori mobiliari.

Per strumenti finanziari si


intendono (art. 1, co. 2, TUF,
modif. dal decreto MiFID)

CC Strumenti del mercato monetario, che sono categorie di strumenti normalmente negoziati nel mercato monetario, quali, ad es., i
buoni del tesoro, i certificati di deposito e le carte commerciali (art.
1, co. 1ter, introdotto dal MiFID).
CC Quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio.
CC Contratti di opzione, contratti finanziari a termine standardizzati
(future), swap, accordi per scambi futuri di tassi di interesse
e altri contratti derivati connessi a valori mobiliari, valute, tassi di
interesse o rendimenti, o ad altri strumenti derivati che possono
essere regolati con consegna fisica del sottostante o con il pagamento di differenziali in contanti.

297

CC Contratti di opzione, contratti future, swap, accordi per scambi futuri di tassi di interesse e altri contratti derivati connessi a merci il cui regolamento avviene con il pagamento di differenziali in contanti o pu avvenire in tal modo a discrezione di una delle parti, con
esclusione dei casi in cui tale facolt consegue a inadempimento o
ad altro evento che determina la risoluzione del contratto.
CC Contratti di opzione, contratti future, swap e altri contratti derivati connessi a merci il cui regolamento pu avvenire attraverso
la consegna del sottostante e che sono negoziati su un mercato
regolamentato e/o in un sistema multilaterale di negoziazione.

Per strumenti finanziari si


intendono (art. 1, co. 2, TUF,
modif. dal decreto MiFID)

CC Contratti di opzione, contratti future, swap, contratti a termine (forward) e altri contratti derivati connessi a merci il cui regolamento pu avvenire attraverso la consegna fisica del sottostante, che non hanno scopi commerciali, e aventi le caratteristiche di
altri strumenti finanziari derivati.
CC Strumenti derivati per il trasferimento del rischio di credito.
CC Contratti finanziari differenziali.
CC Contratti di opzione, contratti future, swap, contratti a termine sui tassi dinteresse e altri contratti derivati connessi a variabili climatiche, tariffe di trasporto, quote di emissione, tassi di inflazione o altre statistiche economiche ufficiali, il cui regolamento avviene attraverso il pagamento di differenziali in contanti o pu avvenire in tal modo a discrezione di una delle parti, con esclusione
dei casi in cui tale facolt consegue a inadempimento o ad altro
evento che determina la risoluzione del contratto, nonch altri contratti derivati connessi a beni, diritti, obblighi, indici e misure, diversi da quelli sopra indicati, aventi le caratteristiche di altri strumenti finanziari derivati.

Come si pu notare, nellambito della categoria degli strumenti finanziari, il legislatore individua la species dei valori mobiliari, individuandoli nei valori negoziabili sul mercato dei capitali e fornendone un
catalogo aperto.
I valori mobiliari si caratterizzano per la loro attitudine alla circolazione, caratteristica che non posseggono gli altri strumenti finanziari elencati nel relativo catalogo.

2 I servizi di investimento ed il loro esercizio

Il comma 5 dellart. 1 del TUF definisce i servizi e le attivit di investimento, stabilendo che per tali
si intendono i seguenti, quando hanno ad oggetto prodotti finanziari: negoziazione per conto proprio;
esecuzione di ordini per conto dei clienti; sottoscrizione e/o collocamento con assunzione a fermo ovvero con assunzione di garanzia nei confronti dellemittente; gestione dei portafogli; ricezione e trasmissione di ordini; consulenza in materia di investimenti; gestione di sistemi multilaterali di negoziazione.
difficile che i risparmiatori conoscano tutte le alternative accessibili per i loro investimenti e disinvestimenti ed altrettanto difficile che vi sia perfetta coincidenza tra le propensioni dei risparmiatori e le
esigenze degli operatori che ricercano risparmio per le loro attivit.
Tutto ci ha comportato la nascita e lo sviluppo degli intermediari finanziari, ossia di imprese specializzate nella prestazione dei servizi necessari per lincontro tra domanda e offerta del risparmio e
per il suo investimento ottimale.
Nellambito degli intermediari del mercato mobiliare si distingue tra investitori istituzionali (societ di
gestione del risparmio, societ di investimento a capitale variabile) e imprese di investimento o intermediari mobiliari in senso stretto (societ di intermediazione mobiliare, banche).

298

Lesercizio professionale,
nei confronti del pubblico,
dei servizi e delle attivit di
investimento riservato
(art. 18 del T.U. 58/1998)

CC Alle S.I.M. (societ di intermediazione mobiliare).


CC Alle banche.
CC Alle imprese di investimento comunitarie.
CC Alle imprese di investimento extracomunitarie.

Nellambito dellesercizio professionale dei servizi e delle attivit di investimento, il decreto MiFID ha
attuato una profonda innovazione, permettendo anche alle persone fisiche, in possesso dei requisiti di professionalit, onorabilit, indipendenza e patrimoniali stabiliti con regolamento adottato dal
Ministro delleconomia e delle finanze, sentite la Banca dItalia e la Consob, di prestare la consulenza in materia di investimenti, senza detenere somme di denaro o strumenti finanziari di pertinenza
dei clienti.
Inoltre, la L. 69/2009, introducendo lart. 18ter al T.U. 58/1998, ha previsto che anche le societ per
azioni o a responsabilit limitata, in possesso di adeguati requisiti patrimoniali e di indipendenza, potranno prestare consulenza in materia di investimenti, senza detenere somme di denaro o strumenti
finanziari di pertinenza dei clienti, similmente a quanto gi consentito alle persone fisiche.
La disciplina dei soggetti operanti nel mercato del credito al consumo peraltro destinata a mutare
profondamente con lentrata in vigore delle disposizioni del recentissimo D.Lgs. 141/2010, mediante
le quali il Governo ha esercitato la delega conferitagli dal legislatore con lart. 33 della Legge Comunitaria per il 2008, concernente la riforma della disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario
di cui al Titolo V TUB, nonch degli agenti in attivit finanziaria e dei mediatori creditizi.
Con riguardo ai soggetti operanti nel settore finanziario, scompare la differenziazione tra soggetti iscritti nellAlbo generale e speciale di cui agli artt. 106 e 107 TUB, prevedendosi ora nella nuova versione
dellart. 106 TUB un Unico Albo degli intermediari autorizzati allattivit di cessione di finanziamenti, per la cui iscrizione sono richiesti determinati requisiti organizzativi, patrimoniali, nonch di
onorabilit, professionalit e indipendenza, indicati dallart. 107 TUB.
Su tali soggetti operer la vigilanza diretta della Banca dItalia, sia al momento delliscrizione nellalbo, sia nel corso dello svolgimento dellattivit da parte dellintermediario finanziario, esercitando i poteri conferitegli dagli artt. 108, 113 e 113bis TUB.
Accanto agli intermediari finanziari autorizzati a compiere ogni attivit di cessione di finanziamento, la
nuova disciplina prevede una diversa categoria di operatori che potranno compiere unicamente operazioni di cosiddetto microcredito (consistenti in finanziamenti che siano di ammontare non superiore a euro 25.000) e non assistiti da garanzie reali, finalizzati allavvio o allo sviluppo di iniziative imprenditoriali o allinserimento nel mercato del lavoro, accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio dei soggetti finanziati.
Infine, stata rivista la normativa riguardante i mediatori creditizi e agli agenti in attivit finanziaria,
rendendo pi difficile laccesso di tali operatori nel mercato, mediante la previsione di pi seri requisiti di professionalit, onorabilit, oltre che di capacit economica, che ne assicurino, in maniera pi efficace di quanto sia avvenuto sino ad oggi, laffidabilit e la correttezza.
stata chiarita la differenza tra tali due figure precisandosi, al nuovo art. 128quater TUB, che gli agenti in attivit finanziaria operano su mandato della societ finanziaria, a differenza del mediatore creditizio che non legato da alcun rapporto con le parti che mette in contatto.
Lentrata in vigore di tali norme prevede un periodo di transizione in cui consentito agli intermediari, gi iscritti negli elenchi generale e speciale di cui agli artt. 106 o 107 del TUB, di continuare ad operare per un periodo massimo di 12 mesi successivi al completamento delliter procedurale con lentrata in vigore delle disposizioni attuative che dovranno emanare il Ministero dellEconomia e delle finanze e Banca dItalia per la formazione del nuovo albo.

3 Lappello al pubblico risparmio

Le proposte di acquisto, di vendita, di scambio e di sottoscrizione, aventi ad oggetto strumenti finanziari, rivolte al pubblico dei risparmiatori, sono soggette ad una disciplina speciale relativa ai criteri ed
alle modalit di esecuzione di ogni operazione di investimento o disinvestimento.

299

Lappello al pubblico risparmio pu avvenire in due forme, distintamente disciplinate

CC Offerta al pubblico di sottoscrizione e di vendita di prodotti finanziari;


CC Offerta pubblica di acquisto o di scambio.

Lofferta al pubblico di prodotti finanziari, che ha sostituito la precedente nozione di sollecitazione allinvestimento (ad opera del D.Lgs. 51/2007, il quale ha riscritto con maggiore precisione
e compiutezza la disciplina), consiste in ogni comunicazione rivolta a persone, in qualsiasi forma e
con qualsiasi mezzo, che presenti sufficienti informazioni sulle condizioni dellofferta e dei prodotti finanziari offerti cos da mettere un investitore in grado di decidere di acquistare o di sottoscrivere tali prodotti finanziari, incluso il collocamento tramite soggetti abilitati (art. 1, co. 1, lett. t) TUF).
Per sollecitare il pubblico allinvestimento lemittente pu, dunque, proporre la vendita (O.P.V.: offerta pubblica di vendita) o la sottoscrizione (O.P.S.: offerta pubblica di sottoscrizione) di prodotti finanziari.
Per offerta pubblica di acquisto o di scambio si intende ogni offerta, invito a offrire o messaggio promozionale, in qualsiasi forma effettuati, finalizzati allacquisto o allo scambio di prodotti finanziari e rivolti a un numero di soggetti e di ammontare complessivo superiore a quelli indicati nel regolamento previsto dallarticolo 100, comma 1, lettere b) e c) TUF. Inoltre, non costituisce
offerta pubblica di acquisto o di scambio quella avente a oggetto titoli emessi dalle banche centrali degli Stati comunitari.
Infine, opportuno segnalare che il D.Lgs. 229/2007, di attuazione della direttiva 2004/25/CE sulle
OPA, ha introdotto numerosi articoli nel corpo del TUF, concernenti lambito applicativo, lautorit di
vigilanza ed il diritto applicabile, la clausola di reciprocit etc.
Le due specie di appello al pubblico risparmio hanno un diverso contenuto economico. Infatti, nellofferta al pubblico di sottoscrizione e di vendita, agli oblati viene proposto di trasferire allofferente una
somma di denaro in cambio di prodotti finanziari gi sul mercato (offerta pubblica di vendita) o da immettere (offerta pubblica di sottoscrizione). Nellofferta pubblica di acquisto o di scambio viene proposto agli oblati di ricevere denaro in cambio di prodotti finanziari dagli stessi posseduti (offerta pubblica di acquisto) o di ricevere altri prodotti finanziari in cambio di quelli che lofferente si impegna ad acquistare (offerta pubblica di scambio).

4 Le S.I.M. (Societ di intermediazione mobiliare)

Abbiamo gi visto (v. par. 2) che lart. 18 del TUF sancisce che lesercizio professionale, nei confronti del pubblico, dei servizi e delle attivit di investimento riservato alle imprese di investimento e alle
banche, intendendosi per imprese di investimento le S.I.M. e le imprese di investimento comunitarie
ed extracomunitarie.
CC Devono essere costituite in forma di S.p.A.
CC Devono avere un capitale versato non inferiore a quello determinato
dalla Banca dItalia.

S.I.M.

CC I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo devono avere particolari requisiti di onorabilit, professionalit
e indipendenza.
CC I titolari di partecipazioni devono avere particolari requisiti di onorabilit.
CC Devono ottenere lautorizzazione della Consob, alla cui vigilanza sono
sottoposte.
CC Lart. 20 del D.Lgs. 58/1998 stabilisce che la Consob iscriva in un apposito albo le S.I.M. e le imprese di investimento extracomunitarie.

300

Ai sensi dellart. 21 del TUF (modificato dal decreto MiFID 164/2007), nella prestazione dei servizi e
delle attivit di investimento ed accessori, le S.I.M. (al pari degli altri soggetti abilitati) devono:
comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza per servire al meglio linteresse dei clienti e
per lintegrit dei mercati;
acquisire le informazioni necessarie dai clienti e operare in modo che essi siano sempre adeguatamente informati;
utilizzare comunicazioni pubblicitarie e promozionali corrette, chiare e non fuorvianti;
disporre di risorse e di procedure, anche di controllo interno, idonee ad assicurare lefficiente svolgimento dei servizi.
Lart. 22 del TUF detta norme specifiche volte a mantenere separati i beni dei clienti da quelli dellintermediario e degli altri clienti, ai fini di salvaguardia dei diritti degli investitori.
Viene sancito il principio secondo cui, nella prestazione dei servizi di investimento e accessori, gli strumenti finanziari e le somme di denaro dei singoli clienti, a qualunque titolo detenuti dalla S.I.M., costituiscono patrimonio distinto a tutti gli effetti da quello dellintermediario e da quello degli altri clienti.
Su tale patrimonio non sono ammesse azioni dei creditori dellintermediario o nellinteresse degli stessi, n quelle dei creditori delleventuale depositario o sub-depositario.
Per quanto riguarda, poi, i contratti relativi alla prestazione dei servizi di investimento, lart. 23 del TUF
stabilisce che essi (ad eccezione del servizio di consulenza in materia di investimenti) devono essere redatti per iscritto a pena di nullit e un esemplare deve essere consegnato ai clienti.

5 Fondi comuni di investimento

Il D.Lgs. 58/1998 (TUF) identifica la gestione collettiva del risparmio nel servizio che si realizza attraverso: la promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni di investimento e lamministrazione dei rapporti con i partecipanti; la gestione del patrimonio di Oicr, di propria o altrui istituzione,
mediante linvestimento avente ad oggetto strumenti finanziari, crediti o altri beni mobili o immobili.
Nozione: consentono la raccolta del risparmio per limpiego dello stesso in beni, strumenti finanziari
o altri valori. La denominazione comune deriva dal fatto che il patrimonio del fondo una comunione indivisa di beni i cui proprietari sono i sottoscrittori di quote: costoro affidano i propri capitali a societ di gestione del risparmio (SGR) con lincarico di procedere ad operazioni di investimento e, in
considerazione della professionalit, solvibilit e liquidit della societ intermediaria, conseguono i
vantaggi di essere maggiormente garantiti dai rischi che i mercati finanziari presentano.
CC Fondi mobiliari.
Tipi

CC Aperti.
CC Chiusi.
CC Fondi immobiliari.
CC Ciascun fondo comune ha autonomia patrimoniale rispetto sia al patrimonio della societ di gestione sia ai singoli patrimoni degli investitori. Su tale patrimonio autonomo
non sono ammesse azioni dei creditori della societ di gestione del risparmio, n quelle dei creditori del depositario o del sub-depositario. La societ di gestione non pu
in nessun caso utilizzare i beni di pertinenza dei fondi gestiti (art. 36 TUF).
CC Le quote di partecipazione ai fondi comuni, tutte di uguale valore e con uguali diritti,
sono rappresentate da certificati nominativi o al portatore, a scelta dellinvestitore.

Disciplina

CC La custodia degli strumenti finanziari e delle disponibilit liquide di un fondo comune di investimento affidata a una banca depositaria.
CC Nellesercizio delle rispettive funzioni, la societ promotrice, il gestore e la banca depositaria agiscono in modo indipendente e nellinteresse dei partecipanti al fondo.
CC La societ promotrice e il gestore assumono solidalmente verso i partecipanti al
fondo gli obblighi e le responsabilit del mandatario.
CC Tutta lattivit di gestione del fondo assoggettata a rigorosi controlli pubblicistici.

301

Il rapporto di partecipazione al fondo comune di investimento disciplinato dal regolamento del fondo, i cui criteri di redazione sono determinati dalla Banca dItalia.
Il regolamento di ciascun fondo comune di investimento definisce le caratteristiche del fondo, ne disciplina il funzionamento, indica la societ promotrice, il gestore, se diverso dalla societ promotrice,
e la banca depositaria, definisce la ripartizione dei compiti tra tali soggetti, regola i rapporti intercorrenti tra tali soggetti e i partecipanti al fondo.

6 Le S.I.C.A.V.

Nozione: le societ di investimento a capitale variabile possono essere definite come le societ per
azioni che hanno per oggetto esclusivo linvestimento collettivo del patrimonio raccolto mediante lofferta al pubblico di proprie azioni.

CC La Banca dItalia,
sentita la Consob,
autorizza la costituzione quando
Costituzione

Sussiste la forma giuridica di S.p.A.


La sede legale in Italia.
Sono presenti requisiti di onorabilit, professionalit
ed indipendenza degli esponenti aziendali.

Loggetto sociale , in via esclusiva, linvestimento


collettivo del patrimonio raccolto mediante offerta al
pubblico di proprie azioni.

CC Il capitale sociale deve essere di ammontare non inferiore a quello determinato dalla Banca dItalia.
CC I fondatori devono versare lintero capitale sottoscritto.
CC Il procedimento di costituzione si conclude con liscrizione in un apposito
albo.
Differenze
In altri termini le S.I.C.A.V. hanno le stesse funzioni dei fondi comuni di investimento ed in buona
parte la loro disciplina ricavata, appunto, da quella dei fondi. La principale differenza consiste nel
fatto che, mentre nei fondi comuni linvestitore mero titolare di una partecipazione ad un fondo
patrimoniale amministrato da una distinta societ di gestione, nelle S.I.C.A.V. linvestitore socio
della societ di gestione ed il fondo patrimoniale lo stesso patrimonio della societ.
CC Il capitale sociale muta automaticamente in relazione allingresso di
nuovi soci o al recesso di soci, o in relazione ai guadagni e alle perdite.
Caratteri

CC Non si applica la disciplina prevista per le societ di capitali in tema


di aumento, riduzione di capitale e riserve.
CC Se il capitale diminuisce al di sotto del minimo senza essere reintegrato entro 60 giorni, la societ si scioglie.

La legge prevede nelle S.I.C.A.V. due categorie di azioni:


le azioni nominative, le quali attribuiscono (come di regola) il voto in riferimento alla porzione di
patrimonio corrispondente;
le azioni al portatore, le quali attribuiscono sempre e comunque un solo voto per ogni socio, indipendentemente dal numero di azioni di tale categoria possedute.
vietata, infine, lemissione di obbligazioni.

302

Capitolo

58

borsa e mercati regolamentati

1 Nozione

Listituzione di mercati finanziari regolamentati si ricollega tradizionalmente allesigenza di organizzare mercati efficienti per lo scambio dei titoli, apportando idonee strutture di governo e di negoziazione e cos garantendo un pi sicuro e celere incontro della domanda e dellofferta, a tutela degli emittenti e dei risparmiatori.
CC La Borsa valori.
CC Il mercato ristretto.

Mercati regolamentati

CC Il mercato per le negoziazioni dei contratti uniformi a termine su strumenti finanziari collegati a valori mobiliari o a indici su tali valori mobiliari (futures e contratti di opzione), cd. Italian derivates market
(Idem).
CC Il mercato secondario dei titoli di Stato o garantiti dallo Stato, sia quotati che non quotati nella Borsa, cd. Mts.
CC Il Nuovo Mercato.
CC Il mercato dei contratti uniformi a termine sui titoli di Stato, cd. Mif.

2 La Borsa valori

In Italia la Borsa valori stata caratterizzata da una spiccata impronta pubblicistica, configurandosi
come mercato organizzato di diritto pubblico che offriva un servizio pubblico in regime di monopolio
e, come tale, era regolamentato, gestito e vigilato dalle autorit pubbliche.
Questo modello pubblicistico ha subto una profonda trasformazione con il D.Lgs. 415/1996, che ha
superato la concezione della Borsa quale servizio pubblico assicurato alla collettivit e lha inquadrata invece come impresa operante in regime privatistico, sia pure sotto il controllo e la vigilanza di
autorit istituzionali. In attuazione di quanto disposto dal legislatore, il Consiglio di Borsa ha costituito con atto unilaterale del 7-2-1997 (autorizzato dalla Consob) la societ per azioni Borsa italiana
S.p.a. per la gestione della Borsa valori, del mercato ristretto e del mercato per le negoziazioni dei
contratti futures e contratti dopzione, riguardanti strumenti finanziari quotati in Borsa o ammessi alle
negoziazioni nel mercato ristretto e relativi indici.
Le modalit operative della Borsa sono state innovate radicalmente a partire dal 25 novembre 1991.
Attualmente tutti i prodotti finanziari trattati sul mercato borsistico italiano (azioni, diritti di opzioni, warrants, obbligazioni pubbliche e private, indici azionari) e tutte le tipologie di contratti ad essi relative
sono negoziati col cd. sistema telematico delle Borse valori italiane, secondo modalit specifiche per
ciascuna categoria. Ci ha comportato il definitivo superamento del precedente sistema di contrattazione alle grida che si svolgeva in unapposita area (cd. corbeille) in cui si riunivano gli operatori di
Borsa.

3 Contratti di borsa

Il codice civile non contiene una disciplina specifica dei cd. contratti di Borsa n provvede alla individuazione degli stessi.

303

La denominazione viene riferita, pertanto, ad alcuni contratti formati attraverso la pratica delle Borse ed originariamente regolati solo dagli usi di Borsa inquadrabili nello schema generale della compravendita.

Tali contratti si definiscono

Essi, poi, possono essere

CC A mercato fermo, allorquando i contraenti si obbligano ad eseguirli se


condo il contenuto stabilito al momento della conclusione (cd. contratti con impegni definitivi).
CC A mercato libero, allorquando un contraente versa allaltro una somma (premio) ed acquista il diritto di variare il contenuto del contratto
o di sciogliersi da esso (cd. contratti con impegni non definitivi, o a
premio).

CC A contante: e vanno eseguiti entro il termine massimo di 10 giorni dalla stipulazione.


CC A termine: con esecuzione differita rispetto al momento della stipulazione del contratto.

3.1 Contratti a premio


Nozione: i contratti a premio sono quelli in cui uno dei contraenti, mediante il pagamento di un compenso (premio), si riserva la facolt di recedere dal contratto o di variarne il contenuto (scegliendo tra
acquisto e vendita dei titoli, oppure raddoppiando o triplicando il quantitativo dei titoli contrattati).
Funzione: la caratteristica fondamentale di questi contratti quella di essere a rischio limitato. Ma la
limitazione di rischio valida solo per uno dei contraenti, per quello cio che acquista la facolt di scelta e che chiamato compratore del premio.
La dichiarazione del contraente deve essere fatta nel giorno indicato nel calendario di borsa per la risposta premi: in tale momento, il compratore del premio deve precisare se intende o meno eseguire il contratto e, in caso affermativo, deve precisare la quantit dei titoli che intende ritirare o consegnare, secondo il tipo di contratto a premio stipulato.
CC Dont.
CC Put.
Tipi

CC Stellage.
CC strip.
CC strap.

I contratti a premio rappresentano le uniche modalit attualmente ammesse di negoziazione a termine.


Ci si verificato in seguito allestensione per tutti gli altri tipi di contratti della liquidazione a contanti, facendo scomparire la categoria dei contratti a termine fisso.

4 Riporto di borsa

Nozione: il riporto di borsa si caratterizza rispetto al riporto di banca per la sua specializzazione causale (finanziamento in titoli o in valuta delle operazioni di borsa).

304

Tipi

CC Riporto titoli: il riportatore ha necessit di ottenere un finanziamento in titoli; il riportato glieli trasferisce in propriet per un determinato
prezzo ed il riportatore assume lobbligo di ritrasferirgli altrettanti titoli della stessa specie per un prezzo decurtato in misura pari al corrispettivo pattuito per il finanziamento.
CC Riporto valuta: il riportato ha necessit di ottenere un finanziamento in valuta; trasferisce titoli in propriet al riportatore per un determinato prezzo e questi assume lobbligo di ritrasferirgli altrettanti titoli
della stessa specie per un prezzo incrementato in misura pari al corrispettivo pattuito per il finanziamento.

In sintesi
Con il termine borsa valori si indica, nellaccezione pi ampia, il mercato dei capitali rappresentati da titoli di credito: azioni, obbligazioni, titoli di Stato etc. (la borsa merci, invece, il mercato
delle merci prodotte in serie o delle derrate agricole).
Il codice civile non contiene una disciplina specifica del cd. contratto di borsa, n provvede alla individuazione dello stesso.
La denominazione viene riferita, pertanto, ad alcuni contratti formati attraverso la pratica delle
borse ed originariamente regolati solo dagli usi di borsa inquadrabili nello schema generale della compravendita.
Tali contratti si definiscono a mercato fermo e a mercato libero. I contratti, inoltre, possono essere a contante e a termine.
Contratti a premio sono, invece, i contratti a termine nei quali uno dei contraenti, verso pagamento di un corrispettivo (premio), si riserva la facolt di recedere, entro un determinato termine, dal
contratto o di modificare il contenuto.
Infine, con il contratto di riporto una parte (riportato) trasferisce in propriet ad unaltra (riportatore) titoli di credito di una data specie contro il pagamento di un prezzo; al tempo stesso il riportatore si obbliga a trasferire al riportato altrettanti titoli della stessa specie (obbligazione di genere)
verso rimborso del prezzo (che pu essere anche aumentato o diminuito nella misura convenuta),
alla scadenza del termine stabilito (art. 1548 c.c.).

305

Note:

INDICE ANALITICO

A
Affiliazione commerciale (contratto), 177 e ss.
Affitto dazienda, 21
Agenzia, 197 e ss.
Albergo (contratto di), 191 e ss.
Amministratori di societ, 105 e ss.
sistema dualistico, 112 e ss.
sistema monistico, 113 e ss.
sistema tradizionale, 105 e ss.
Amministrazione controllata, 285 e ss.
Amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi, 291 e ss.
Ammortamento, 240
Annullamento delle delibere assembleari, 100 e
ss.
Anticipazione bancaria, 214
Antitrust, 36
Apertura di credito bancario, 212
Appalto, 179 e ss.
Appello al pubblico risparmio, 299 e ss.
Artigiano, 11 e ss.
Assegno bancario, 247 e ss.
Assegno circolare, 249 e ss.
Assemblea dei soci, 95 e ss.
Assicurazione, 217 e ss.
Associazione in partecipazione, 233 e ss.
Associazione temporanea di imprese, 40
Aumento di capitale sociale, 88 e ss.
Ausiliari dellimprenditore, 17 e ss.
Avallo, 243 e ss.
Azienda, 19 e ss.
Azienda coniugale, 32 e ss.
Azioni, 74 e ss.
acquisto e sottoscrizione di proprie, 87 e ss.
categorie speciali, 75 e ss.
circolazione, 76 e ss.
proprie, 86 e ss.
Azioni cambiarie, 244
Azioni extracambiarie, 245

conto economico, 82 e ss.


di esercizio, 80 e ss.
in forma abbreviata, 84
nota integrativa, 83
relazione degli amministratori, 83
stato patrimoniale, 82
Borsa valori, 303 e ss.
Brevetto, 28
C
Cambiale, 241 e ss.
accettazione, 243
avallo, 243 e ss.
finanziaria, 245
girata, 243
requisiti, 241 e ss.
tutela, 244 e ss.
Catering, 226 e ss.
Collegamenti tra societ, 65 ss.
Collegio sindacale, 109 e ss.
Coltivatore diretto del fondo, 11
Commissione, 196
Comodato, 205 e ss.
Compravendita, 157 e ss.
Comunicazione unica per la nascita dimpresa,
14
Concordato fallimentare, 277 e ss.
Concordato preventivo, 281 e ss.
Concorrenza, 35 e ss.
Conferimenti in societ, 43 e ss., 71 e ss.
Consiglio di amministrazione, 107
Consorzio, 39
Conto corrente, 207 e ss.
Conto corrente bancario, 213
Conto economico, 82
Contratti bancari, 209 e ss.
Contratti dei consumatori, 229 e ss.
Contratti di borsa, 303 e ss.
Contratti di viaggio, 186 e ss.
Contratti parasociali, 65

B
D
Bilancio, 80 e ss.
consolidato, 84

Danni (assicurazione contro), 219

307

Decreto Alitalia, 292 e ss.


Decreto Marzano, 292
Deposito, 189 e ss.
Deposito bancario, 210 e ss.
Diritto dautore, 27
Diritto di inventore, 28
Diritto di opzione, 89
Ditta, 23

Franchising, 177 e ss.


Fusione di societ, 149 e ss.
G
Girata cambiaria, 243
Gruppi di societ, 68 e ss.
Gruppo europeo di interesse economico (GEIE),
40

E
H
Engineering, 226
Esdebitazione, 279 e ss.
Estimatorio (contratto), 171 e ss.
Evizione (garanzia per), 157 e ss.
F
Factoring, 223 e ss.
Fallimento, 257 e ss.
accertamento del passivo, 273 e ss.
azione revocatoria, 265 e ss.
chiusura, 276
dellimprenditore che ha cessato lattivit, 259
dellimprenditore defunto, 259
dellimprenditore gi fallito, 259
comitato dei creditori, 270 e ss.
concordato fallimentare, 277 e ss.
curatore, 270
dellimpresa collettiva, 259 e ss.
effetti di natura processuale, 268
effetti nei confronti dei creditori, 264
effetti nei confronti dei terzi, 265
effetti nei confronti del fallito, 263 e ss.
effetti sui contratti in corso, 267 e ss.
esdebitazione, 279 e ss.
giudice delegato, 269 e ss.
liquidazione dellattivo, 275
nozione, 257
opposizione allo stato passivo, 274
organi, 269 e ss.
presupposti, 257 e ss.
procedura, 273 e ss.
redazione dellinventario, 273
riparto dellattivo, 275 e ss.
sentenza, 261 e ss.
tribunale fallimentare, 269
Finanziamenti destinati ad uno specifico affare,
118 e ss.
Fede di deposito, 251
Fondi comuni di investimento, 301 e ss.
Fondi di riserva, 79 e ss.
Forfating, 225

308

Holding, 68 e ss.
I
Impresa, 7 e ss.
capacit allesercizio, 8
civile, 11
classificazione, 9 e ss.
familiare, 31 e ss.
sociale, 141 e ss.
Imprenditore, 7 e ss.
agricolo, 9 e ss.
artigiano, 12
ausiliari, 17 e ss.
commerciale, 10 e ss.
piccolo, 11 e ss.
segni distintivi, 23 e ss.
Insegna, 23
Intermediari finanziari, 298 e ss.
Invenzioni del prestatore di lavoro, 28 e ss.
L
Leasing, 221 e ss.
Liquidazione coatta amministrativa, 287 e ss.
Liquidazione delle societ, 144 e ss.
M
Mandato, 193 e ss.
Marchio, 23 e ss.
Mediazione, 199 e ss.
Mercato finanziario, 297
Mercati regolamentati, 303
Mutuo, 203 e ss.
N
Nota di pegno, 251
Nota integrativa, 83
Nullit delle delibere assembleari, 101 e ss.

O
Obbligazioni cambiarie, 242
Obbligazioni di societ, 90 e ss.
convertibili in azioni, 91
disciplina, 92
Offerta pubblica
di acquisto, 300
di scambio, 300
di sottoscrizione, 300
di vendita, 300
Operazioni accessorie bancarie, 215 e ss.
P
Partecipazioni societarie, 66 e ss.
Patrimoni destinati, 117 e ss.
Patti di famiglia, 33
Patti parasociali, 65
Permuta, 171
Posta elettronica certificata, 13
Procedura durgenza per il risanamento aziendale, 292 e ss.
Procedure concorsuali, 255 e ss.
Protesto cambiario, 244
R
Registro delle imprese, 13 e ss.
Revisione legale dei conti, 110 e ss.
Revocatoria (azione)
fallimentare, 265 e ss.
ordinaria, 265
Riduzione del capitale sociale, 89 e ss.
Riporto (contratto di), 172 e ss.
Riporto di borsa, 304 e ss.
S
Scioglimento delle societ, 143 e ss.
Scissione di societ, 153 e ss.
Sconto bancario, 214 e ss.
Segnalazione certificata inizio attivit, 14, 201 e
ss.
Segni distintivi dellimprenditore, 23 e ss.
Servizi di investimento, 298 e ss.
Sindacato
di blocco, 65
di controllo, 65
di voto, 65
Societ, 43 e ss.
apparenti, 43 e ss.
collegate, 67
contratto, 43

controllate, 67 e ss.
di fatto, 43
di revisione, 110 e ss.
elementi essenziali, 43 e ss.
fra professionisti, 46
fusione, 149 e ss.
gruppi, 68 e ss.
irregolari, 45
mutualistiche, 135 e ss.
occulte, 43
partecipazione rilevante, 66
scioglimento e liquidazione, 143 e ss.
scissione, 153 e ss.
tipi, 44
trasformazione, 147 e ss.
unipersonali, 43, 126 e ss.
Societ a responsabilit limitata, 125 e ss.
amministratori, 133
collegio sindacale, 134
conferimenti, 128
costituzione, 125 e ss.
decisioni dei soci, 130 e ss.
disciplina, 125 e ss.
impugnazione delle delibere assembleari, 132
organi sociali, 133 e ss.
quote, 127 e ss.
recesso del socio, 129 e ss.
scioglimento, 143 e ss.
soci, 128 e ss.
trasferimento delle quote, 127
unipersonale, 126 e ss.
Societ cooperative, 135 e ss.
a mutualit prevalente, 136
atto costitutivo, 136 e ss.
organi sociali, 138 e ss.
soci, 137 e ss.
sociali, 140
vigilanza e controlli, 139 e ss.
Societ di intermediazione mobiliare (S.I.M.), 300
e ss.
Societ di investimento a capitale variabile
(S.I.C.A.V.), 302
Societ di mutua assicurazione, 140
Societ di revisione, 110 e ss.
Societ in accomandita per azioni, 121 e ss.
accomandante, 123
accomandatario, 122
disciplina, 121 e ss.
scioglimento e liquidazione, 123, 143 e ss.
soci, 122 e ss.
Societ in accomandita semplice, 57 e ss.
amministrazione, 57 e ss.
disciplina, 57
ragione sociale, 57

309

scioglimento e liquidazione, 58 e ss.


Societ in nome collettivo, 53 e ss.
amministrazione, 55
atto costitutivo, 53 e ss.
autonomia patrimoniale, 54 e ss.
capitale sociale, 55
cancellazione, 56
caratteri, 53
disciplina, 53
divieto di concorrenza tra i soci, 55
scioglimento e liquidazione, 56
Societ per azioni, 61 e ss.
amministrazione, 105 e ss.
assemblea, 95 e ss.
atto costitutivo, 62 e ss.
azioni, 74 e ss.
bilancio, 80 e ss.
capitale sociale, 79, 86
circolazione delle azioni, 76 e ss.
collegio sindacale, 109 e ss.
con unico azionista, 64
conferimenti, 71 e ss.
costituzione, 62 e ss.
fondi di riserva, 79 e ss.
obbligazioni, 90
nullit, 64
patrimoni destinati ad uno specifico affare,
117 e ss.
patti parasociali, 65
prestazioni accessorie, 72
revisione legale dei conti, 110 e ss.

310

scioglimento e liquidazione, 143 e ss.


soci, 71 e ss.
Societ semplice, 47 e ss.
amministrazione, 49
rappresentanza, 50
responsabilit dei soci, 48
scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio, 50 e ss.
scioglimento e liquidazione, 51
soci, 47 e ss.
Somministrazione, 175 e ss.
Spedizione, 195 e ss.
Stato patrimoniale, 82
Statuto dellimprenditore commerciale, 11
Strumenti finanziari, 297 e ss.
Subfornitura, 231 e ss.
T
Titoli di credito, 237 e ss.
Titoli rappresentativi di merce, 251
Trasferimento dazienda, 20 e ss.
Trasformazione di societ, 147 e ss.
Trasporto, 183 e ss.
V
Vaglia cambiario, 241
Valori mobiliari, 297
Variazioni del capitale sociale, 88 e ss.
Vizi occulti della cosa (garanzia per), 158 e ss.

Indice generale

Parte Prima
Limprenditore e limpresa
Capitolo 1 - Nozioni e caratteri dellattivit imprenditoriale
1. Impresa......................................................................................................................... Pag.
2. Imprenditore..................................................................................................................
3. Capacit allesercizio dellimpresa................................................................................

7
7
8

Capitolo 2 - Le categorie imprenditoriali


1. Classificazione dellimpresa..........................................................................................
2. Classificazione in relazione allattivit esercitata..........................................................
3. Classificazione in relazione alle dimensioni..................................................................
4. Classificazione in relazione alla veste che limprenditore assume allesterno..............

9
9
11
12

13
13
14
14
14

17
17

19
19
19
20
21

23
23
23
23

Capitolo 3 - Il registro delle imprese


1. Generalit......................................................................................................................
2. Disciplina.......................................................................................................................
3. Efficacia.........................................................................................................................
4. Le modalit di funzionamento previste dalle leggi speciali...........................................
5. La Segnalazione certificata di inizio attivit (SCIA).......................................................
Capitolo 4 - Limprenditore e i suoi ausiliari
1. Generalit......................................................................................................................
2. Ausiliari subordinati.......................................................................................................
Capitolo 5 - Lazienda
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Natura giuridica.............................................................................................................
3. Elementi costitutivi........................................................................................................
4. Trasferimento dellazienda............................................................................................
5. Usufrutto e affitto dazienda..........................................................................................
Capitolo 6 - I segni distintivi dellimprenditore
1. Generalit......................................................................................................................
2. Ditta...............................................................................................................................
3. Insegna.........................................................................................................................
4. Marchio.........................................................................................................................

311

Capitolo 7 - I diritti di privativa


1. Diritto dautore............................................................................................................... Pag. 27
2. Diritto di inventore e brevetto........................................................................................
28
Capitolo 8 - Impresa familiare e azienda coniugale
1. Impresa familiare...........................................................................................................
2. Azienda coniugale.........................................................................................................
3. I patti di famiglia............................................................................................................

31
32
33

35
35
36

39
40
40

43
43
44
45
45
45
45
46

47
47
49
50
50
51
51

53
53
53
53
54
54

Capitolo 9 - La concorrenza fra imprese


1. Principi generali.............................................................................................................
2. La concorrenza sleale...................................................................................................
3. La disciplina antitrust.....................................................................................................
Capitolo 10 - La collaborazione fra imprese
1. Il consorzio di imprese..................................................................................................
2. Associazione temporanea di imprese...........................................................................
3. Gruppo europeo di interesse economico (G.E.I.E.)......................................................

Parte seconda
il diritto delle societ
Capitolo 11 - Le societ in generale
1. Nozione e natura...........................................................................................................
2. Elementi essenziali della societ..................................................................................
3. Tipi di societ previsti dal codice...................................................................................
4. Autonomia patrimoniale e personalit giuridica............................................................
5. Societ irregolari...........................................................................................................
6. Societ di fatto e societ occulte...................................................................................
7. Societ apparenti..........................................................................................................
8. Societ fra professionisti...............................................................................................
Capitolo 12 - La societ semplice
1. Nozione e caratteri........................................................................................................
2. Lo status di socio..........................................................................................................
3. Amministrazione della societ.......................................................................................
4. Rappresentanza............................................................................................................
5. Scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio.......................................
6. Scioglimento della societ.............................................................................................
7. Liquidazione della societ.............................................................................................
Capitolo 13 - La societ in nome collettivo
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Caratteri........................................................................................................................
3. Disciplina.......................................................................................................................
4. Atto costitutivo...............................................................................................................
5. Modificazioni dellatto costitutivo...................................................................................
6. Autonomia patrimoniale................................................................................................

312

7. Capitale sociale............................................................................................................. Pag. 55


8. Divieto di concorrenza dei soci (art. 2301 c.c.).............................................................
55
9. Amministrazione e rappresentanza...............................................................................
55
10. Scioglimento, liquidazione, cancellazione.....................................................................
56
Capitolo 14 - La societ in accomandita semplice
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Disciplina.......................................................................................................................
3. Ragione sociale.............................................................................................................
4. Amministrazione............................................................................................................
5. Trasferimento di quota..................................................................................................
6. Scioglimento, liquidazione.............................................................................................

57
57
57
57
58
58

61
62
64
64
65
65

71
74

79
79
80
84
84
85
86
86
88
90

95
96
98
100

105
105
105
109
110
112

Capitolo 15 - La societ per azioni. Generalit, nozione e costituzione


1. Generalit e nozione.....................................................................................................
2. La costituzione della S.p.A............................................................................................
3. La nullit della societ...................................................................................................
4. La S.p.A. con un unico azionista...................................................................................
5. I patti parasociali...........................................................................................................
6. Collegamenti tra societ................................................................................................
Capitolo 16 - I soci e le azioni
1. La qualit di socio.........................................................................................................
2. Le azioni e gli altri strumenti finanziari partecipativi......................................................
Capitolo 17 - Lelemento patrimoniale e il bilancio
1. Patrimonio e capitale sociale........................................................................................
2. I fondi di riserva.............................................................................................................
3. Il bilancio di esercizio....................................................................................................
4. Bilancio in forma abbreviata..........................................................................................
5. Il bilancio consolidato....................................................................................................
6. La distribuzione degli utili ai soci...................................................................................
7. La tutela dellintegrit del capitale sociale e della riserva legale...................................
8. Acquisto e sottoscrizione delle proprie azioni...............................................................
9. Variazioni del capitale sociale.......................................................................................
10. Le obbligazioni..............................................................................................................
Capitolo 18 - Lassemblea dei soci
1. Generalit......................................................................................................................
2. Convocazione...............................................................................................................
3. Costituzione dellassemblea: intervento, votazione, rappresentanza...........................
4. Invalidit delle delibere e loro impugnativa...................................................................
Capitolo 19 - Lattivit amministrativa e di controllo
1. Generalit......................................................................................................................
2. Il sistema tradizionale di amministrazione e controllo...................................................
3. Gli amministratori..........................................................................................................
4. Il collegio sindacale.......................................................................................................
5. Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti....................................................
6. Il sistema dualistico.......................................................................................................

313

7. Il sistema monistico....................................................................................................... Pag. 113


8. Lintervento dellautorit giudiziaria............................................................................... 114
Capitolo 20 - I patrimoni destinati ad uno specifico affare
1. Generalit......................................................................................................................
2. I patrimoni destinati ad uno specifico affare..................................................................
3. I finanziamenti destinati ad uno specifico affare...........................................................

117
117
118

121
121
122
123

125
125
126
127
128
128
129
130
130
133

135
135
140
140
141

143
143
144
144
145
146
146

147
149
153

Capitolo 21 - La societ in accomandita per azioni


1. Nozione e caratteri........................................................................................................
2. La disciplina giuridica....................................................................................................
3. La posizione di socio accomandante e accomandatario...............................................
4. Scioglimento della societ.............................................................................................
Capitolo 22 - La societ a responsabilit limitata
1. Generalit e nozione.....................................................................................................
2. Costituzione della S.r.l...................................................................................................
3. La S.r.l. unipersonale....................................................................................................
4. Le partecipazioni della S.r.l...........................................................................................
5. Diritti dei soci.................................................................................................................
6. Gli obblighi dei soci: il conferimento..............................................................................
7. Cessazione della qualit di socio..................................................................................
8. Lelemento patrimoniale della societ...........................................................................
9. Le decisioni dei soci......................................................................................................
10. Gli organi di amministrazione e controllo......................................................................
Capitolo 23 - Le societ cooperative e le mutue assicuratrici
1. Caratteri generali...........................................................................................................
2. Societ cooperative.......................................................................................................
3. Societ di mutua assicurazione....................................................................................
4. Cooperative sociali........................................................................................................
5. Limpresa sociale...........................................................................................................
Capitolo 24 - Lestinzione della societ
1. Caratteri generali...........................................................................................................
2. Cause di scioglimento...................................................................................................
3. Accertamento e pubblicit delle cause di scioglimento.................................................
4. Il procedimento di liquidazione......................................................................................
5. I liquidatori.....................................................................................................................
6. Il momento estintivo......................................................................................................
7. La revoca della liquidazione (art. 2487ter c.c.).............................................................
Capitolo 25 - Trasformazione, fusione e scissione della societ
1. La trasformazione.........................................................................................................
2. La fusione......................................................................................................................
3. La scissione..................................................................................................................

314

Parte terza
I contratti commerciali
Capitolo 26 - La compravendita
1. Nozione, natura giuridica, requisiti................................................................................ Pag. 157
2. Obblighi del venditore................................................................................................... 157
3. Obblighi del compratore................................................................................................ 159
4. Vendita di beni immobili................................................................................................ 160
5. Vendita di beni mobili.................................................................................................... 160
6. Vendita con efficacia obbligatoria.................................................................................. 161
7. Tipi di vendita rispetto alle modalit di contrattazione................................................... 163
8. Tipi di vendita rispetto alla qualit delloggetto.............................................................. 166
9. Vendita con patto di riscatto.......................................................................................... 166
10. Vendita e garanzie dei beni di consumo....................................................................... 167
Capitolo 27 - La permuta, il contratto estimatorio, il riporto
1. La permuta....................................................................................................................
2. Il contratto estimatorio...................................................................................................
3. Il riporto.........................................................................................................................

171
171
172

175
175
176

177
177

179
179
180
180

183
183
184
186
186

189
189
190
190
191

Capitolo 28 - La somministrazione
1. Nozione, natura giuridica..............................................................................................
2. Disciplina.......................................................................................................................
3. La clausola di esclusiva e il patto di preferenza............................................................
Capitolo 29 - Il franchising
1. Nozione, natura giuridica..............................................................................................
2. Disciplina.......................................................................................................................
Capitolo 30 - Lappalto
1. Nozione, natura giuridica..............................................................................................
2. Attivit dellappaltatore..................................................................................................
3. Attivit del committente.................................................................................................
4. Estinzione dellappalto..................................................................................................
Capitolo 31 - Il trasporto ed i contratti di viaggio
1. Nozione, natura giuridica..............................................................................................
2. Trasporto di persone.....................................................................................................
3. Trasporto di cose..........................................................................................................
4. Pubblici servizi di linea..................................................................................................
5. I contratti di viaggio.......................................................................................................
Capitolo 32 - Il deposito e il contratto dalbergo
1. Il deposito......................................................................................................................
2. Il deposito irregolare......................................................................................................
3. Il deposito nei magazzini generali.................................................................................
4. Il contratto di posteggio.................................................................................................
5. Il contratto dalbergo......................................................................................................

315

Capitolo 33 - Il mandato, la spedizione e la commissione


1. Il mandato..................................................................................................................... Pag. 193
2. La spedizione................................................................................................................ 195
3. La commissione............................................................................................................ 196
Capitolo 34 - Lagenzia e la mediazione
1. Lagenzia.......................................................................................................................
2. La mediazione...............................................................................................................

197
199

203
203
204

205
205

207
207
208

209
209
210
212
212
214
214
215

217
217
217
218
219
220
220
220
220

221
223
225

Capitolo 35 - Il mutuo
1. Nozione, natura giuridica..............................................................................................
2. Disciplina.......................................................................................................................
3. Mutuo di scopo e mutuo garantito.................................................................................
Capitolo 36 - Il comodato
1. Nozione, natura giuridica..............................................................................................
2. Disciplina.......................................................................................................................
Capitolo 37 - Il conto corrente
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Disciplina.......................................................................................................................
3. Scioglimento del contratto.............................................................................................
Capitolo 38 - I contratti bancari
1. Le attivit bancarie........................................................................................................
2. I contratti bancari...........................................................................................................
3. Il deposito bancario.......................................................................................................
4. Apertura di credito bancario..........................................................................................
5. Le operazioni bancarie in conto corrente e il conto corrente bancario..........................
6. Anticipazione bancaria..................................................................................................
7. Lo sconto.......................................................................................................................
8. Le operazioni accessorie..............................................................................................
Capitolo 39 - Il contratto di assicurazione
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Limpresa di assicurazione............................................................................................
3. Il contratto di assicurazione...........................................................................................
4. Forme peculiari di assicurazione...................................................................................
5. Lassicurazione contro i danni.......................................................................................
6. Lassicurazione della responsabilit civile.....................................................................
7. Lassicurazione sulla vita...............................................................................................
8. Lassicurazione infortuni................................................................................................
9. La riassicurazione.........................................................................................................
Capitolo 40 - I contratti atipici
1. Il leasing........................................................................................................................
2. Il factoring......................................................................................................................
3. Il forfating......................................................................................................................

316

4. Il contratto di engineering.............................................................................................. Pag. 226


5. Il catering....................................................................................................................... 226
Capitolo 41 - I contratti dei consumatori e la subfornitura
1. I contratti del consumatore............................................................................................
2. La subfornitura nelle attivit produttive.........................................................................

229
231

233
233

237
237
238
239
239
239
240

241
242
243
243
243
244
244
245

247
247
248
248

249

251
252
252

Capitolo 42 - Lassociazione in partecipazione


1. Nozione, natura giuridica..............................................................................................
2. Disciplina.......................................................................................................................

Parte quarta
I titoli di credito
Capitolo 43 - I titoli di credito in generale
1. Principi generali.............................................................................................................
2. Caratteri........................................................................................................................
3. Classificazioni...............................................................................................................
4. Figure simili...................................................................................................................
5. Titoli atipici....................................................................................................................
6. Eccezioni opponibili dal debitore cartolare....................................................................
7. Ammortamento..............................................................................................................
Capitolo 44 - La cambiale
1. Generalit......................................................................................................................
2. Obbligazioni cambiarie..................................................................................................
3. Accettazione della tratta................................................................................................
4. Girata............................................................................................................................
5. Avallo............................................................................................................................
6. Forme di garanzia extracambiaria.................................................................................
7. Le azioni........................................................................................................................
8. La cambiale finanziaria.................................................................................................
Capitolo 45 - Lassegno bancario
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Requisiti, presupposti e disciplina.................................................................................
3. Circolazione..................................................................................................................
4. Pagamento....................................................................................................................
Capitolo 46 - Lassegno circolare
1. Generalit e disciplina...................................................................................................
Capitolo 47 - Gli altri titoli di credito
1. Titoli rappresentativi......................................................................................................
2. Titoli speciali dellistituto di emissione...........................................................................
3. Titoli speciali del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia................................................

317

Parte quinta
Le procedure concorsuali
Capitolo 48 - Le procedure concorsuali: Generalit
1. Nozione......................................................................................................................... Pag. 255
2. Caratteri........................................................................................................................ 255
Capitolo 49 - Il fallimento
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Presupposti...................................................................................................................
3. Assoggettabilit al fallimento.........................................................................................
4. Il fallimento dellimpresa collettiva.................................................................................

257
257
258
259

261
261
262
263

269
269
270
270

273
273
273
275
275
276
279

281
281
282
282
283
283
284

285
285
285
286

Capitolo 50 - La dichiarazione di fallimento


1. Iniziativa........................................................................................................................
2. Sentenza dichiarativa di fallimento................................................................................
3. Provvedimento che respinge listanza di fallimento......................................................
4. Effetti della sentenza dichiarativa di fallimento.............................................................
Capitolo 51 - Gli organi preposti al fallimento
1. Il Tribunale fallimentare.................................................................................................
2. Il giudice delegato.........................................................................................................
3. Il curatore......................................................................................................................
4. Il comitato dei creditori..................................................................................................
Capitolo 52 - La procedura fallimentare
1. Generalit......................................................................................................................
2. La conservazione e lamministrazione del patrimonio del fallito...................................
3. Laccertamento del passivo...........................................................................................
4. La liquidazione dellattivo..............................................................................................
5. Il riparto dellattivo.........................................................................................................
6. Cessazione della procedura fallimentare......................................................................
7. Lesdebitazione del fallito..............................................................................................
Capitolo 53 - Il concordato preventivo
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Presupposti per lammissione.......................................................................................
3. Organi...........................................................................................................................
4. Effetti.............................................................................................................................
5. Procedura......................................................................................................................
6. Annullamento e revoca del concordato.........................................................................
7. Accordi di ristrutturazione dei debiti..............................................................................
Capitolo 54 - Lamministrazione controllata
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Condizioni.....................................................................................................................
3. Procedimento ed effetti.................................................................................................
4. Chiusura........................................................................................................................

318

Capitolo 55 - La liquidazione coatta amministrativa


1. Nozione......................................................................................................................... Pag. 287
2. Condizioni..................................................................................................................... 287
3. Organi........................................................................................................................... 287
4. Disciplina....................................................................................................................... 288
Capitolo 56 - Lamministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi
1. Nozione.........................................................................................................................
2. Condizioni.....................................................................................................................
3. Organi...........................................................................................................................
4. Procedura......................................................................................................................
5. La procedura durgenza per il risanamento aziendale..................................................

291
291
291
292
292

297
298
299
300
301
302

303
303
303
304

Parte sesta
intermediazione e mercati finanziari
Capitolo 57 - Mercato finanziario e servizi di investimento
1. Il mercato finanziario.....................................................................................................
2. I servizi di investimento ed il loro esercizio...................................................................
3. Lappello al pubblico risparmio......................................................................................
4. Le S.I.M. (Societ di intermediazione mobiliare)...........................................................
5. Fondi comuni di investimento........................................................................................
6. Le S.I.C.A.V...................................................................................................................
Capitolo 58 - Borsa e mercati regolamentati
1. Nozione.........................................................................................................................
2. La Borsa valori..............................................................................................................
3. Contratti di borsa...........................................................................................................
4. Riporto di borsa.............................................................................................................

319

Potrebbero piacerti anche