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LE FONTI DEL DIRITTO IN ITALIA

le fonti del diritto in Italia

Le fonti del diritto possono essere rappresentate come elementi costitutivi dell’ordinamento giuridico
vigente.

Sinteticamente:

 la Costituzione
 le leggi costituzionali: leggi di revisione costituzionale e altre leggi costituzionali
 leggi ordinarie
 gli atti con forza di legge: decreti – legge e decreti legislativi
 le leggi regionali
 Il potere del potere esecutivo e degli enti autonomi

Alle norme prodotte da queste fonti, che sono tutte “interne”, cioè prodotte secondo le norme sulla
produzione dell’ordinamento nazionale, si devono aggiungere le norme che provengono dall’esterno e
operano in Italia.

Esse sono:

 Le fonti internazionali
 Le fonti europee

La Costituzione

La Costituzione è l’insieme di norme scritte contenute in un particolare documento, approvato con


procedura solenne dall’Assemblea costituente ed entrato in vigore in Italia il 1° gennaio 1948.

È la fonte principale dell’ordinamento giuridico, dalle quale dipendono tutte le altre. Essa contiene le regole
fondamentali della vita politica e sociale del nostro paese. Tutte le altre fonti devono rispettarle, a pena di
invalidità.

I. È una Costituzione rigida. Ciò significa che nei suoi “principi supremi” immodificabili, e nelle parti
modificabili, per la sua “revisione” è richiesto un procedimento diverso da quello legislativo
ordinario, un procedimento “aggravato”.
II. È una Costituzione democratica, in quanto votata da un’Assemblea costituente, eletta dai cittadini.
III. È una Costituzione politica e sociale. Politica, in quanto regola il funzionamento della vita politica,
definendo gli organi (Parlamento, Governo,…), disciplinando i procedimenti (procedimento
legislativo,…) e stabilendo i limiti della politica rispetto alle libertà del cittadino. È sociale in
quanto in essa è scritta una certa idea di società giusta, con riguardo ai compiti dello Stato nei
rapporti sociali ed economici (diritti dei lavoratori, diritto alla salute,…) e con riguardo ai rapporti
dei cittadini tra loro (dovere di solidarietà,…)
Le leggi costituzionali

La costituzione prevede due categorie di leggi costituzionali:

 Le leggi di revisione
 Le altre leggi

Con le prime si modifica, e con le seconde di integra la Costituzione.

Il “procedimento aggravato”, è un procedimento diverso e più arduo di quello previsto per l’approvazione
di leggi ordinarie, che prevede:

- La doppia approvazione da parte di ciascuna delle Camere (Camera e Senato)


- Il consenso di maggioranze più ampie di quelle comuni
- L’eventuale intervento del popolo attraverso il referendum

La Costituzione inoltre, indica alcune materie considerate d’importanza costituzionale, ma non le regola
direttamente, rinviando a leggi costituzionali successive. Queste leggi, che completano la Costituzione, sono
approvate col medesimo procedimento previsto per la revisione.

Le leggi ordinarie e il referendum abrogativo

In senso generico, per legge s’intende qualsiasi norma giuridica proveniente da una qualsiasi fonte del
diritto.

Ma esiste un significato specifico della parola legge, che si riferisce alle leggi ordinarie.

Mentre con le fonti costituzionali si provvede alle esigenze durature della vita politica e sociale, con le leggi
ordinarie si provvede a esigenze contingenti.

Secondo la Costituzione, le leggi ordinarie sono approvate dalle due Camere a maggioranza semplice e sono
sottoponibili a referendum abrogativo.

Il referendum, può essere considerato una sorta di “legislazione negativa” non degli organi rappresentativi,
ma direttamente dal popolo.
Gli atti con forza di legge

Il governo, ordinariamente, non è organo legislativo. Tuttavia, in casi particolari, la Costituzione gli permette
di adottare decreti che valgono come leggi (e quindi si dice che hanno forza di legge).

Questi atti sono i decreti legge e i decreti legislativi.

La differenza tra questi due tipi di atti consiste nel fatto che, nel caso del decreto legge il Governo “si
prende” il potere legislativo, nel caso del decreto legislativo, è il Parlamento che “glielo conferisce”.

- I decreti legge (abbreviazione d.l.) sono approvati dal Governo in casi straordinari di necessità e
urgenza e sono immediatamente efficaci.
La loro efficacia, è però precaria, perché possono cadere se il Parlamento, entro sessanta giorni,
non li “converte in legge”.

- I decreti legislativi (abbreviazione d.lgs.), sono approvati dal Governo a seguito di una delega
conferitagli dal Parlamento tramite una “legge di delegazione” con la quale il compito del Governo
viene delimitato e specificato.

Le leggi regionali

Accanto alle leggi dello Stato, esistono le leggi delle Regioni. Nelle Regioni, l’organo legislativo è il Consiglio
regionale, così come nello Stato, l’organo legislativo è il Parlamento.

Poiché, esiste una pluralità di fonti legislative, statali e regionali, occorre evitare che si accavallino.
Il principio d’ordine è rappresentato dalla competenza: è la Costituzione a stabilire la distribuzione delle
materie tra lo Stato e le Regioni.

I regolamenti

Al di sotto delle leggi, esistono le norme che provengono dagli organi del potere esecutivo.

A causa di questa posizione subordinata, si parla, con riguardo ai regolamenti, di fonti secondarie.

Oltre ai regolamenti del potere esecutivo, esistono anche i regolamenti degli enti autonomi (Regioni,
Comuni, città metropolitane, ecc.)

Così esistono i regolamenti con i quali gli organi costituzionali (Camera e Senato, Corte Costituzionale,
Presidenza della Repubblica, Governo) regolano la propria organizzazione e attività interna.
Le norme proveniente dall’ordinamento internazionale

Il diritto internazionale è l’insieme delle norme che regolano i rapporti tra gli Stati. Queste norme possono
essere:

- Consuetudini internazionali che formano il “diritto internazionale”. Si tratta delle norme formatesi
per consuetudine nelle prassi della relazione tra le Nazioni
- Trattati (cioè accordi) bilaterali o plurilaterali, cioè stipulati da due o da più di due Stati per
regolare interessi comuni nelle più diverse materie.

Queste norme operano esclusivamente nell’ambito dei rapporti tra Stati e non entrano a far parte
dell’ordinamento interno.

Le norme provenienti dall’ordinamento comunitario

Dai primi anni ’50 del secolo scorso, l’Italia è entrata a far parte di un’organizzazione di Stati europei, la
Comunità europea, che oggi si denomina Unione Europea (UE). Quest’organizzazione sovranazionale,
attraverso i suoi organi, produce a sua volta norme di diritto che entrano direttamente a far parte
dell’ordinamento giuridico nazionale.

L’unione europea ha, a proprio fondamento, una serie di trattati multilaterali, i Trattati istitutivi, sottoposti
a progressive modificazione che ne hanno fatto crescere i compiti e l’incidenza sul diritto degli Stati-
membri.

I Trattati istitutivi presentano caratteristiche proprie: essi prevedono trasferimenti di sovranità dagli Stati
alla EU la quale, per le sue finalità, esercita funzioni legislative che, in assenza dell’Unione, rientrerebbero
tra quelle degli Stati.

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