In virtù di quanto detto, l'art 1 delle preleggi, individuando una sorta di “scala gerarchica”,
stabilisce che le fonti del diritto sono
1) le leggi
2) i regolamenti
3) le norme corporative
4) gli usi
1. Le Leggi
Al di sotto della Costituzione e delle Leggi Costituzionali rinveniamo le cd. fonti primarie.
Tra queste vi sono:
disciplinata dalla Costituzione che prevede l'approvazione del testo di legge dalle due
camere (Camera dei Deputati e Senato);
Decreti-legge
(emanati dal Governo in casi di necessità ed
atti aventi forza di Legge
● urgenza)
Decreti Legislativi
(emanati dal Governo su delega del
Parlamento che fissa principi e criteri direttivi
per legiferare)
●le Leggi Regionali
●esse sono emanate dai vari Consigli Regionali in virtù della potestà legislativa regionale
riconosciuta, in via esclusiva in tutte le materie non indicate nell'art. 117 Cost. Comma 2,
ed in via concorrente con lo Stato in tutte le altre materie;
●esse hanno validità solo nella Regione nella quale sono state promulgate.
2. Regolamenti
Essi sono considerati fonti secondarie perché subordinate non solo alla Costituzione
ma anche alle fonti primarie; possono essere adottati dal potere esecutivo (Governo)
oppure dagli enti pubblici territoriali (Regioni, Comuni).
Lo scopo dei regolamenti è stabilire norme per l'applicazione delle leggi.
3. Usi e consuetudini
Sono dati da tutti quei fatti e comportamenti cui la legge attribuisce una rilevanza
giuridica se sussistono due requisiti:
- oggettivo (ripetizione costante nel tempo di un certo comportamento)
- soggettivo (convinzione di prestare osservanza ad un precetto giuridico da parte
della collettività)
2. Regolamenti
Essi sono considerati fonti secondarie perché subordinate non solo alla Costituzione
ma anche alle fonti primarie; possono essere adottati dal potere esecutivo (Governo)
oppure dagli enti pubblici territoriali (Regioni, Comuni).
Lo scopo dei regolamenti è stabilire norme per l'applicazione delle leggi.
3. Usi e consuetudini
Sono dati da tutti quei fatti e comportamenti cui la legge attribuisce una rilevanza
giuridica se sussistono due requisiti:
- oggettivo (ripetizione costante nel tempo di un certo comportamento)
- soggettivo (convinzione di prestare osservanza ad un precetto giuridico da parte
della collettività)
Oltre alle fonti nazionali abbiamo poi le fonti comunitarie.
L'art. 10 Cost. stabilisce che “L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle
norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle
norme e dei trattati internazionali.......”.
L'art. 11 Cost. prosegue sancendo che l'Italia consente le limitazioni di sovranità
necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni
(limitazioni che devono avvenire in condizioni di parità con gli altri Stati) e che, a
tal fine, sono promosse e favorite le organizzazioni internazionali rivolte al
raggiungimento dello scopo.
Questa parte dell'articolo 11 è quella che ha consentito e legittimato l'ingresso
dell'Italia nell'ONU, ingresso che in realtà chiedeva anche il rifiuto esplicito della
guerra contenuto nel primo comma, oltre che la firma del Trattato di Roma
istitutivo della CEE (oggi UE) e del Trattato di Maastricht.
I trattati sono la base dell'azione dell'Unione Europea; stipulati tra gli Stati
membri, fissano gli obiettivi dell'unione e istituiscono i diversi organi
istituzionali che ne assicurano il funzionamento.
Inizialmente furono stipulati per creare norme univoche per i vari Paesi e
agevolare il funzionamento di alcuni settori dell'economia
•Trattato di Nizza
- è un atto normativo di portata generale ed astratta (cioè non sono riferite a specifici
destinatari ma a una o più categorie di destinatari astrattamente determinati);
- le norme in esso contenute sono obbligatorie in tutti i loro elementi;
- sono direttamente applicabili (ovvero non necessitano di attività normativa da parte
dello stato membro)
3. Direttive europee
4. Decisioni europee