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Di recente è divenuto virale sui social un video che vede come unico
relatore Davide Rossi, autore del libro ‘La Fabian Society e la Pandemia’. Le
parole dello scrittore hanno catturato fin da subito l’attenzione di molti
ascoltatori del web, affascinati dall’argomento trattato, fino a poco tempo fa
sconosciuto ai più: la Fabian Society. Ma cosa si nasconde dietro questa sigla
per troppo tempo ignorata dall’opinione pubblica? Noi di MePiù vi illustreremo
la realtà di quella che può sembrare a primo impatto solo un’organizzazione di
matrice socialista, ma che nasconde ben altro. Ma prima iscriviti al canale e
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Il nome alla società fu dato in onore del generale romano Quinto Fabio
Massimo Verrucoso, detto ‘il temporeggiatore’, famoso per la sua tattica di
guerra fatta di strategie e logoramento del nemico, che lo portava a colpire in
modo deciso solo nel momento in cui la situazione era ormai a suo vantaggio.
Una tattica molto vicina al modus operandi fabiano, il cui obiettivo era ed è
tuttora quello di far emergere i principi del socialismo democratico in modo
graduale e riformista all’interno delle istituzioni. Metodo più subdolo e meno
visibile rispetto a quello di tipo rivoluzionario appartenente al socialismo
classico.
La Fabian Society crebbe fino al punto di diventare a tutti gli effetti una delle
principali società accademiche nel Regno Unito durante l’era edoardiana. Già
dal principio iniziò infatti ad attrarre diversi illustri personaggi interessati alla
causa socialista, tra cui: lo scrittore e drammaturgo George Bernard Shaw, la
saggista, femminista ed esoterista Annie Besant, il pedagogista Graham
Wallas, il funzionario britannico Sydney Olivier e Ramsay MacDonald, il Primo
Ministro del Regno Unito che apparteneva al Partito Laburista. Tutti
appartenenti ad una corrente di pensiero profondamente progressista.
Esponenti di rilievo fabiani sono stati inoltre gli
economisti Sidney e Beatrice Webb, scrittori di molteplici opere riguardo la
visione socialista nel mondo del lavoro e punti di riferimento all’interno del
movimento laburista inglese.
Uno dei più grandi successi dei primi fabiani fu sicuramente la fondazione
della London School of Economics nel 1894. L’idea di creare un istituto
scolastico che avrebbe indagato sui problemi sociali ed economici della tarda
Gran Bretagna vittoriana e propagato le idee della Fabian Society fu di Beatrice
e Sidney Webb, Graham Wallas e George Bernard Shaw. Dal 1895, la London
School of Economics and Political Science (LSE) si sviluppò rapidamente
attraverso sovvenzioni private e donazioni, tanto da divenire un importante
centro di influenza del socialismo fabiano e tutt’oggi un punto di riferimento
dottrinario di una precisa visione progressista. Tra i personaggi di spicco
associati alla LSE, ritroviamo: l’ex Primo ministro italiano Romano Prodi, l’ex
Direttore dell’Ufficio finanziario del Fondo monetario internazionale Carlo
Cottarelli, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Il
presidente della Repubblica di Cina Tsai Ing-wen, il filantropo e miliardario
americano George Soros allievo del filosofo fabiano Karl Popper (quest’ultimo
nel 46’ lettore di logica e metodo scientifico presso la stessa Università).
Non è tutto, perché risulta che al centro della visione fabiana ci sia stata anche
l’eugenetica e la sua promozione come scienza di purificazione razziale e
controllo della popolazione. Nei primi anni del 1900 alcuni membri di spicco
della Società, tra cui i coniugi Webb, Shaw e Wells, sostennero l’ideale di una
società socialista scientificamente pianificata e un approccio eugenetico alla
politica sociale.
Shaw, espresse molto interesse per l’eugenetica, vista come strumento per
prevenire il deterioramento della civiltà Shaw. Egli mostrò il proprio sostegno
all’eugenetica durante le sue conferenze per la Eugenic Education Society,
come si evince anche da un articolo del 1984 dal titolo ‘Eugenics and the Left’
uscito sul Journal of the History of Ideas.
“Non so mai come rendere la mia opinione chiara, perché io rigetto ogni tipo di
punizione, non voglio punire nessuno, ma c’è un numero straordinario di
persone che voglio uccidere. Non in maniera crudele o per una vendetta
personale. Dovrebbe essere evidente a tutti voi, ne conoscerete personalmente
una dozzina almeno di queste persone che non hanno uno scopo in questo
mondo, che creano più problemi che valore, e quindi io credo che sarebbe una
cosa buona far presentare tutti davanti ad una commissione eletta
regolarmente (…) ogni cinque anni o ogni sette anni, metterlo semplicemente lì
davanti e chiedergli: Signore o Signora, ora potrebbe essere così gentile da
poter giustificare la sua esistenza? Se non puoi giustificare la tua esistenza, se
stai dando peso alla società civile, se non produci quanto consumi, allora
chiaramente non possiamo usare la grande organizzazione della nostra società
per mantenerti in vita, perché la tua vita non porta beneficio a noi, e non può
essere di grande uso neanche a te”.
Come già detto, tra i fabiani sostenitori della teoria eugenetica troviamo
anche Herbert George Wells, autore di diversi romanzi come ‘La macchina del
tempo’. Ebbene, Wells nel 1940 pubblicò un’opera fantascientifica, più
precisamente ‘distopica’, dal titolo ‘The New World Order’ (Il Nuovo Ordine
Mondiale), in cui si fa riferimento ad un governo mondiale socialista e
cosmopolita fondato per risolvere i problemi sociali moderni. All’interno
dell’opera, Wells, diede enorme risalto al potenziale della scienza e al
cambiamento tecnologico, visti entrambi come evoluzione e strumenti per la
nuova forma di governance globale.
Le critiche più forti nei suoi confronti arrivarono proprio da un altro esponente
dei fabiani, George Orwell.
Non è un caso che nel 1949 Orwell diede vita alla sua principale opera: ‘1984’.
Il romanzo distopico pone al centro della storia una società piegata ad un
totalitarismo, ispirato a quello sovietico e a quello della Germania nazista. Nella
storia vige un regime promosso dal partito unico con a capo il ‘Grande
Fratello’, entità misteriosa. Il Grande Fratello possiede un controllo tecnologico
h24 sulla società, attraverso i suoi occhi che sono dei teleschermi, televisori
forniti di telecamera, installati per legge in ogni abitazione, e tramite la
psicopolizia, creata per reprimere ogni pensiero divergente. Secondo molti,
l’opera non fu altro che una denuncia o un allarme nei confronti dello stesso
fabianesimo, in quanto lo stesso titolo riporta le ultime due cifre uguali a quelle
dell’anno di nascita della Fabian Society. Dunque l’arco temporale che va dal
1884 al 1984 sarebbe un centenario esatto, utile probabilmente per dar forma
a quella visione ideologica unica globale tanto mirata da personaggi come
Wells.
Basta andare sul paragrafo ‘Our History’ del sito ufficiale della Fabian Society
per verificare che tutto ciò è reale. Queste sono le parole riportate dalla stessa
organizzazione:
“I membri della società erano radicali per il loro tempo, ma le loro opinioni
riflettevano l’età in cui vivevano. I principali membri della società avevano
pregiudizi e opinioni razziste che non erano in linea con l’impegno della società
per l’uguaglianza per tutti, né allora né ora. I fabiani si impegnavano in
dibattiti sull’eugenetica ed erano razzisti nei confronti delle persone di origine
ebraica, nera e asiatica. Le opinioni sul ruolo dell’Impero variavano tra i
membri, con alcuni che sostenevano la rapida decolonizzazione e altri
vedevano l’Impero britannico come una forza potenzialmente progressista nel
mondo”.
Nel corso del tempo il gruppo è sempre stato influente nei circoli del partito
laburista, con membri tra cui Ramsay MacDonald , Clement Attlee , Anthony
Crosland , Roy Jenkins , Hugh Dalton , Richard Crossman , Ian Mikardo , Tony
Benn , Harold Wilson ed altri più recentemente come Shirley Williams , Gordon
Brown , Gordon Marsden e Ed Balls. Addirittura, prima di convertirsi al mito
Mussoliniano del fascismo, durante gli anni venti Oswald Mosley (fondatore
dell’Unione Britannica dei Fascisti) e sua moglie furono grandi sostenitori del
fabianesimo ed entrambi lavorarono per varie organizzazioni giornalistiche e
politiche controllate dalla Fabian Society. Nel 1929 lo stesso Mosley concluse
un accordo elettorale con il primo ministro Ramsay MacDonald e per un anno
fu suo ministro senza portafoglio, come cancelliere del Ducato di Lancaster.
La lista è molto lunga, e sono molti i personaggi della scena politica legati alla
Fabian Society, che di fatto rappresenta un organo fondamentale del partito
laburista.
Visto il calo costante che la sinistra inglese ha subito negli anni, all’inizio del
2017 il segretario generale di Fabian, Andrew Harrop, ha prodotto un rapporto
in cui sosteneva che l’unica strada possibile per i laburisti per tornare al
governo sarebbe stata quella di trovare un’intesa con i liberaldemocratici e lo
Scottish National Party.
Mai quanto adesso è evidente la vittoria del fabianesimo sulla società. Seppur
non sempre al potere, i principi di quest’organizzazione hanno impregnato della
loro visione globalista l’ambiente che ci circonda. Come abbiamo visto, tale
ideologia ha sfornato filantropi e importanti leader attraverso percorsi
accademici, senza dimenticare l’influenza che il progressismo sfrenato ha avuto
sulle nuove generazioni. Inoltre, la strategia di infiltrazione che nel corso della
storia è stata portata avanti dalla Fabian Society ha colpito anche partiti politici
opposti alla visione socialista democratica. La scienza vista come nuova
religione, ad esempio, è il nuovo dogmatismo vigente che non conosce confine
politico. Questo ci fa comprendere ulteriormente la caduta degli ideali e la regia
unica che aleggia dietro ogni ambiente di destra o di sinistra.
Con la fondazione della LSE (London School of Economics and Political Science)
nel 1894, i primi fabiani diedero vita ad un istituto scolastico che avrebbe
indagato sui problemi sociali ed economici della tarda Gran Bretagna vittoriana
e propagato le idee della Fabian Society di generazione in generazione.
Tra le personalità di spicco associate alla LSE, ritroviamo noti volti italiani:
A calcare il suolo della prestigiosa scuola inglese è stato un altro big della
politica italiana, vale a dire: l’ex Premier Mario Monti. Nel 2012 tenne proprio lì
una conferenza dal titolo “The EU in the global economy: challenges for
growth”. Anche lui, come Prodi, proveniente dal Bilderberg. Il fabianesimo in
Italia ha però radici molto più profonde.
Dopo la morte dei fratelli Rosselli, uccisi in Francia nel 1937 da sicari
riconducibili all’estrema destra, l’eredità di ‘Giustizia e Libertà’ fu raccolta in
seguito da altre sigle come il ‘Partito d’Azione’, fondato nel 1942 e disciolto nel
1947. Ad oggi il socialismo liberale non è assolutamente morto, in quanto tra
coloro che si rifanno apertamente a questa ideologia c’è anche l’attuale
Presidente del Consiglio, Mario Draghi.
In una intervista del 2015, concessa al settimanale tedesco ‘Die Zeit’, Draghi
fece chiarezza sulla sua visione politica: “Le mie convinzioni rientrano in quelle
idee che oggi verrebbero definite del socialismo liberale, quindi non proprio
collocabili in raggruppamenti estremi”. Anche dal sito dello storico giornale
socialista l’’Avanti’, sbuca un breve articolo targato febbraio 2021, dove viene
messa in risalto la natura social-liberale dell’attuale Premier. Un’ideologia, a
detta dello stesso articolo, abbracciata anche da Carlo Calenda, Matteo Renzi
ed Emma Bonino.
Ebbene, sia il filantropo che sua moglie Tamiko Bolton, in vista delle elezioni
politiche italiane del 2018, finanziarono il partito ‘+Europa’ della Bonino. Lei
stessa lo ammise in una dichiarazione alla stampa nel 2019: “Da Soros
abbiamo ricevuto 200mila euro l’anno scorso”.
La Bonino rivendica un’amicizia con l’uomo noto come colui che ha guadagnato
con la vendita di valuta a pronti contro termine, una terminologia finanziaria
per descrivere un contratto nel quale una banca cede in cambio di denaro un
titolo ad un acquirente. Le sue speculazioni più importanti sono state quando il
mercoledì nero (16 settembre del 1992) vendette 10 miliardi di sterline
costringendo la banca d’Inghilterra a svalutare la sterlina, così facendo
guadagnando una cifra stimata di 1,1 miliardi di dollari. Operazione analoga fu
da lui effettuata contro la lira italiana col risultato che questa fu svalutata del
30%
Inizialmente anche lui fautore della Terza Via e dagli anni 90’ molto legato al
fabiano dichiarato Tony Blair (colui che nel 2006 inaugurò il restauro della
Fabian Window presso la LSE), D’Alema è stato sempre centrale nel mondo
della sinistra social-democratica.
Nonostante ormai fuori dal Parlamento e soprattutto fuori dalla grande casa
della sinistra del PD, D’Alema rappresenta ancora un punto di riferimento per
una certa area politica. Questo è possibile grazie ai rapporti internazionali cuciti
nel tempo, poiché ad oggi è il Presidente di ‘Italianieuropei’, una fondazione di
cultura politica di area riformista, di cui fa parte anche l’attuale Ministro della
salute, Roberto Speranza.
Ma non è finita qui, perché è stato anche presidente, dal 2009 al 2017, del
massimo pensatoio del progressismo europeo: la FEPS (Foundation for
European Progressive Studies). Una fondazione affiliata al PSE, quindi all’area
dei socialisti europei, e finanziata dal Parlamento europeo (addirittura si parla
di una cifra di 4,5 milioni di euro l’anno).
Prima di lui, nel governo giallo-verde, il ruolo di Ministro della Sanità era stato
affidato alla deputata pentastellata Giulia Grillo, laureata in medicina e
chirurgia. Sicuramente una persona specializzata nel campo e un’espressione
popolare, in quanto figura appartenente al partito più votato in Italia nelle
elezioni del 2018. Improvvisamente, con la fine del Governo M5s-Lega,
concluso con delle dimissioni a dir poco misteriose di Matteo Salvini, nasce il
Governo Conte 2 formato dal M5s, il Pd ed altri gruppi minoritari di sinistra
come lo stesso ‘Articolo 1’. Alla Grillo succede Speranza.
La gestione della vicenda Covid da parte del Ministero della salute a guida
Speranza è stata oggetto di attacchi da ogni fronte. Questo perchè, come
chiarito da diverse inchieste, ha tentato in tutti i modi di non far accedere ai
medicinali disponibili per curare a casa questa infezione. Persino il semplice
cortisone non è previsto dal protocollo delle cure domiciliari. Solo tachipirina e
vigile attesa. Tutto ciò ha causato diverse morti di persone anziane, panico e
intasamento degli ospedali. Il tutto, sembrerebbe, allo scopo di creare focali
per poter gridare all’emergenza sanitaria. Da qui deriva tutta la politica
chiusurista che vede nei lockdown l’unica fonte di salvezza.
Con la fine del Conte 2 e la nascita del Governo unitario a guida Draghi,
Speranza, nonostante tutto, viene riconfermato per lo stesso ruolo.
Addirittura dal primo numero del 2021 di ‘The Economist’, il settimanale degli
Agnelli e dei Rotschild, si possono leggere queste parole: “La proprietà della
casa è il più grande errore di politica economica dell’Occidente. È un’ossessione
che mina la crescita, l’equità e la fede pubblica nel capitalismo”. Infine: “È
urgentemente necessaria una nuova architettura”.