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Le false insurrezioni risorgimentali e Garibaldi

Ecco la lezione che Angela Pellicciari ha tenuto dai microfoni di Radio Maria
luned 19 dicembre 2005. Poich Papa Benedetto XVI ha titolato il suo messaggio
per la pace: Nella verit la pace, da questa analisi storica documentata possiamo
vedere i guasti gravissimi causati dalla menzogna che si fa sistema.
importante soprattutto per i cattolici conoscere la verit della loro storia affinch
non si sentano ancora succubi anche dellattuale cultura dominante.
Oggi parleremo di cose che non sono molto allegre. Continuiamo a parlare di Risorgimento, e
vediamo come in concreto Cavour e il suo braccio destro La farina ci cui parler tra poco e dir
chi organizzano lannessione uno dopo laltro di tutti i regni di cui era composta lItalia, al
Regno di Sardegna. Questo possibile perch Cavour nel 1856, al Congresso di Parigi, ha posto
allattenzione mondiale il caso Italia, dal suo punto di vista. Cio, presentando lItalia come una
nazione in cui cerano delle persone che gemevano. Abbiamo ricordato che questo il linguaggio
che nelle logge la massoneria usa a proposito di coloro che sono oppressi secondo il pensiero
massonico dal cattolicesimo. Gemono sotto la schiavit del magistero pontificio e della
Rivelazione divina. Questi la rivelazione e il magistero rendono schiavi, non liberi. quelli che si
sottomettono, pertanto i popoli gemono oppressi dal Papa nello Stato della Chiesa e dai
Borboni nello Stato delle due Sicilie.
Dicevo che Cavour, nel 1856, al Congresso di Parigi presenta la questione italiana come un
problema umanitario. Ci sono delle popolazioni oppresse e queste popolazioni vanno liberate. A
Parigi si decide il principio del non intervento, e tutta la stampa cattolica dellOttocento chiarisce
che cosa voglia dire non intervento: non intervento vuol dire permettere alla Francia di Napoleone
III di intervenire in Italia contro lAustria (La Seconda Guerra di Indipendenza), che scoppia nel
59, e permettere ai Savoia di invadere gli stati italiani senza che nessuna potenza straniera
intervenga a favore di quei poveracci che vengono colonizzati in nome della libert.
Allora, una volta che Cavour riuscito in questa impresa perch tale era, dal suo punto di vista
(era infatti un progetto rischiosissimo perch non era per niente facile che uno stato periferico. Nel
parlamento si parlava francese e pertanto non era certamente un rappresentante dellitalianit)
unificasse lItalia in nome di uno spirito nazionale. Certamente il Regno di Sardegna non era il pi
rappresentativo da questo punto di vista. In ogni caso Cavour riesce in questa impresa anche grazie
alla collaborazione di un ex mazziniano, un massone, uno storico, che si chiama Giuseppe La
Farina, che diventa segretario di unorganizzazione rivoluzionaria che si chiama Societ
Nazionale. Lidea della societ Nazionale non ce lha La Farina, ce lha Daniele Manin, che il
dittatore di Venezia, quando Venezia insorge. E Manin ha lintuizione di convogliare sotto i Savoia
tutte le energie rivoluzionarie che cerano in Italia. tutti i diversi membri delle varie societ segrete.
Perch spiega Manin I Savoia sono sempre stati nemici dei nostri peggiori nemici. Cio,
nemici dellAustria e nemici del Papa. Siccome i Savoia hanno dato prova di essere nemici del
Papa, i Savoia vanno aiutati in questo loro intento di ingrandimento territoriale.
Giuseppe La Farina prende lidea di Manin, la fa propria, e, siccome un baravissimo
organizzatore, riesce a formare dei comitati della Societ Nazionale, legittimi in Piemonte, illegali,
coperti, in tutte le province dei vari stati italiani. Cio, c una rete di cospirazione formidabile,
coperta nella maggior parte dItalia, che organizza lannessione. Il problema era che, siccome i
popoli gemevano, siccome lopinione pubblica mondiale era daccordo nella liberazione dei
popoli che gemevano, questi popoli che gemevano dovevano dar segno in qualche modo della
loro sofferenza. Insomma, dovevano insorgere. E si trattava quindi di organizzare quelle che
venivano chiamate le insurrezioni, cio, le rivolte spontanee della popolazione contro i sovrani
oppressori. Soprattutto il Papa e Ferdinando II e poi Francesco II delle Due Sicilie.
Questo lo scrive molto chiaramente Giuseppe La Farina al suo amico Filippo Bartolomeo. E dice:
necessario che lopera sia cominciata dei popoli. il Piemonte verr chiamato, ma non prima. Se
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ci facesse si griderebbe alla conquista e si tirerebbe addosso una coalizione europea. Io non posso
spennere la mia dittatura su popoli dice Vittorio Emanuele II che non mi invocano e che, collo
starsi tranquilli danno pretesto alla diplomazia di dire che sono contenti del governo che anno.
Siccome in Italia non cera nessuno che insorgeva perch non erano cos infelici le condizioni della
popolazione che viveva in Italia alla met dellOttocento, si trattava di suscitare delle rivolte
spontanee.
La Farina prevede tutto, e prevede che a queste insurrezioni faccia seguito un governo dittatoriale
guidato da un dittatore o Commissario provvisorio. Il quale sentite le istruzioni della societ
Nazionale proibir la fondazione dei circoli e dei giornali politici, ma pubblicher un bollettino
ufficiale dei fatti che gli importer di far conoscere al pubblico. Cio, vengono invasi gli stati in
nome della libert, e, sempre in nome della libert, si stabilisce la dittatura. Tutta la stampa
soppressa. Viene permessa solo la stampa del Governo, che racconta i fatti che il Governo vuole
siano saputi e vorr che sia diffuso capillarmente in modo che tutti sappiano come sono andati i fatti
secondo la versione ufficiale dei colonizzatori.
Noi seguiamo oggi lopera DI Cavour e del suo braccio destro La Farina secondo lordine
cronologico. Quindi vediamo che succede in Toscana nel 1859, che succede a Parma e Perugina, e
poi chiudiamo con la cosiddetta Impresa dei mille in Sicilia e in tutta lItalia meridionale.
Cominciamo quindi dalla Toscana. In Toscana c un personaggio interessante, che stato ministro
della Pubblica Istruzione, un personaggio di rilievo del Piemonte liberale, che si chiama Carlo
Boncompagni, che nel frattempo diventato ambasciatore dello Stato Sardo presso il Granduca di
Toscana e che - pensate che correttezza - in quanto ambasciatore il capo della rivoluzione in
Toscana. E fa venire dal Piemonte unottantina di carabinieri, li traveste da popolani toscani e
cos comincia la presa del potere del dittatore Bettino Ricasoli barone Toscano in nome di
Vittorio Emanuele. Pensate che cosa deve essere stato: ottanta carabinieri sardi nellOttocento in
Tosacana, la patria dellitaliano Ottanta carabinieri sardi! non avranno capito unacca di quello
che dicevano i toscani e i toscani non avranno capito unacca di quello che diceva la gente del
popolo piemontese. Tuttoggi, se si va in Piemonte, per me che non sono piemontese non facile
capire il dialetto, immaginate quando non cera ancora stata la televisione che ha unificato la lingua
degli italiani, come dovevano essere credibili come popoli insorgenti gli ottanta carabinieri fatti
venire da Boncompagni a Firenze.
Ma Ricasoli, come gestisce il potere che gli viene dato da questi popoli insorgenti in nome della
libert? lo racconta sia Cavour, sia Brofferio (Brofferio era un esponente della sinistra liberale, un
uomo radicale). Allora, Cavour in una lettera a Vittorio Emanuele Secondo usa per Ricasoli
unespressione simpatica. Governava scrive al re come un pasci turco. Immaginate, la
libert portata da un pasci turco E Brofferio, ne I miei tempi, in cui si descrivono tutte le
imprese dei suoi tempi, con descritti i protagonisti e le loro caratteristiche, a proposito di Ricasoli
scrive: Nessuna libert di persona, di domicilio, di stampa. Ogni associazione vietata. Violato
sistematicamente il segreto delle lettere. Uomini senza fede e senza carattere, onorati. Reietta la
libert religiosa. Il pubblico erario dilapidato per saziare lingordigia di nuovi favoriti. Lusso di birri
e di spie allinfinito. Pauroso silenzio dappertutto. Espulsioni, arresti, perquisizioni. Laccenno che
fa Brofferio allerario dilapidato vale la pena di essere analizzato con pi cura, perch una delle
ricadute dellinvasione sabauda dei regni dItalia stata limpoverimento a volte grandissimo,
come nel caso del Meridione di tutti questi regni che sono stati depredati delle ricchezze che
avevamo. Anche delle ricchezze erariali.
Cesare Cant, che uno storico contemporaneo a questi fatti, scrive in un testo importante che si
chiama Della indipendenza italiana, testo pubblicato nel 1873, parla di cifre. Queste cifre le
voglio leggere, anche se in una trasmissione radiofonica non sono facili da assimilare, per sono
talmente significative che le voglio leggere. Allora Cant scrive: I conti del Governo Toscano (del
legittimo governante della Toscana), prevedevano per il 1859 un avanzo di 85.000 lire (Quindi i
bilanci del Granduca erano apposto, come tutti i bilanci degli stati italiani preunitari, eccetto il
Piemonte). Nelle casse cerano 6 milioni in contanti e quasi 20.00 lire in valori realizzabili. Il nuovo
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governo chiudeva il 1859 con un disavanzo di 14.168.000. Quindi, per tutti latrocini che sono stati
compiuti dal Pasci turco in Toscana, quellanno quello dellannessione, nel 59 si concluso
con un passivo di bilancio di pi di 14 milioni. Quindi hanno sperperato quei circa 7 milioni, e a
quelli ne hanno aggiunti altri 14. cio, hanno fatto un danno di 21 milioni di lire, che allepoca
erano una cifra veramente significativa. Questo per quanto riguarda la fine del regno del Granduca
di Toscana.
Prendiamo un altro esempio, e andiamo a Parma. La ricca Parma. A parma, dove governava la
Duchessa Luisa Maria di Borbone, di nuovo le insurrezioni, di nuovo la legittima sovrana viene
cacciata e poi c unappendice che molto significativa perch rende latmosfera che cera
nellItalia liberata.. Succede che un colonnello della Duchessa Luisa Maria, il colonnello Ambiti,
torna a Parma da Bologna, dove ha preso il treno. Viene riconosciuto sul treno ed ecco nei
dettagli che cosa capita. Prima vediamo la versione dei fatti che d la Gazzetta di Parma. Quando
sentite il nome gazzetta un riferimento alla stampa liberale, quindi la stampa rivoluzionaria.
Perch allepoca, fra liberali liberal-massoni e rivoluzionari non cera proprio differenza. Allora, la
Gazzetta di Parma, il 5 ottobre 1859 ci racconta quanto segue: Ieri sera il popolo si lasci
fatalmente dominare da un trasporto in frenabile di odio, di sospetto e di vendetta, che lo trascin,
suo malgrado, a commettere un fatto che la penna rifugge dal narrare. Allora, il popolo sempre
buono il popolo, suo malgrado stato costretto a commettere un atto che la penna rifugge dal
narrare. Per saperne qualcosa di pi, leggiamo cosa racconta un altro giornale. Questa volta il
giornale che si chiama Il Cattolico. Gi il nome dice lorientamento della redazione. Il Cattolico,
che si stampa a Genova. Il Giornale racconta cosa succede al colonnello Ambiti che riconosciuto
sul treno. Viene portato in caserma, incarcerato dai carabinieri. Un gruppo di persone inferocite
forza la prigione della caserma e i carabinieri lasciano in mano a questo gruppo di persone un
prigioniero da loro custodito (che Ambiti). Queste persone, fra botte e coltellate trasportano il
colonnello al caff degli svizzeri (un caff noto di Parma dove Ambiti soleva andare), e, adesso
leggo: L giunti, linfelice non era ancora del tutto spento, fu collocato sopra dun tavolo, e a
colpi di spada gli fu tagliata la testa. Dopo avergli staccato la testa gli fanno bere un caff e gli
mettono in bocca un sigaro, mentre gli autori di tanta impresa suonavano e cantavano inni
patriottici. Nel frattempo al resto del corpo succede che fatto a pezzi, tagliate gambe e braccia e
portate per due o tre ore in giro per Parma come trofeo.
Tutto questo balletto delle danze macabre liberali si chiude quando la testa di Ambiti, cos
addobbata, viene posta al centro della piazza principale su una colonna. Allora pensate, pensate, in
pieno giorno un gruppo di persone scempia in questo modo il cadavere di un uomo che hanno
ammazzato in un bar. E nessuno interviene Pensate che terrore doveva dominare nella Parma
appena liberata! Che terrore! Che buon governo!
Questa vicenda del colonnello Ambiti fa il giro del mondo, dEuropa, perch superava veramente
qualsiasi fantasia dei film dellorrore. E si devono in qualche modo punire i colpevoli. La Gazzetta
di Parma racconta chi sono i colpevoli puniti Non so se qualcuno di voi lo pu immaginare. Ogni
tanto io faccio questa domanda: ma veramente le cose di cui parlo sono inimmaginabili, incredibili,
anche perch abbiamo sempre saputo che sono arrivati i liberali a liberare le popolazioni italiane
che gemevano Comunque pensano di fare giustizia e questo lo scrive la Gazzetta di Parma cancellando la colonna. Cio, la colonna che era quella sulla quale era stata posta la testa, la
colonna che viene fatta a pezzi, cos non resta pi segno, non resta pi memoria di quelllorribile
fatto. E infatti la Gazzetta di Parma scrive: Tolta e cancellata ogni traccia che ricordi al cittadino
come questa diletta terra fu contaminata dal delitto. Tolta la colonna tutto fatto, tutto passato e
non c pi bisogno di cercare nessun colpevole.
Questa storia di orrore quotidiano che capita a Parma non un episodio unico nella storia del
Risorgimento. Il Mezzogiorno viene letteralmente saccheggiato dallesercito di liberazione. E a
Roma lo vedremo quando faremo una puntata su Pio IX a Roma, il cadavere di Pio Nono, un
capo di stato, il capo della cristianit, che diceva di essere prigioniero in Vaticano e che tale era alla
lettera, siccome aveva lasciato scritto di voler essere seppellito a San Lorenzo fuori le mura (Pio
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Nono muore nel 1878 e i cattolici aspettano tre anni prima di fare il funerale, perch sapevano in
che razza di citt democratica vivevano. Aspettano tre anni e fanno il funerale a mezzanotte in
modo che i liberali e i massoni che governavano la citt non fossero infastiditi dalla presenza di
questo cadavere. Di questo metro cubo di letame, secondo la definizione di Garibaldi). Ebbene, il
governo liberale consente che un gruppo di mascalzoni circondi la salma del Papa per buttarla al
Tevere. Pio Nono al Tevere! E Pio Nono sarebbe stato gettato nel Tevere se la gente che era li
presente non avesse fatto quadrato intorno alla salma del Papa. Quindi dico che lepisodio Ambiti a
Parma non certamente un episodio isolato di violenza gratuita liberale.
Prima di lasciare Parma, lEmilia, e passare allUmbria, a Perugina, vediamo il dittatore che era
stato scelto per governare fino allannessione ufficiale dellEmilia al nuovo Regno dItalia, che
Carlo Farini. Vediamo come si comporta questo dittatore nei confronti delle propriet del vecchio
duca. Filippo Burletti il capo della polizia politica. uno sbirro fedelissimo a Cavour che, oltre ad
essere sbirro, essere poliziotto, anche il capo di una banda di malviventi a Torino. Si chiamava la
Banda della Cocca. E Curletti che anche una fonte importante per quanto riguarda la
responsabilit diretta di Farini nel permettere leccidio e lo scempio del cadavere di Ambiti
descrive, racconta anche qual il comportamento del dittatore rispetto a Palazzo DEste. Allora
Curletti racconta che Farini sottopone il palazzo del duca a un vero e proprio saccheggio. Fa
fondere largenteria, la trasforma in lingotti, e persino gli abiti della duchessa sono adattati al
portamento della signora Farini e di sua figlia. Mentre si comporta come un ladro di polli, Farini fa
scrivere da Curletti che il duca, fuggendo, aveva preso con s tutta largenteria e tutti gli oggetti di
qualche valore lasciando vuote financo le cantine. Evidentemente Farini aveva pensato di visitare
anche le cantine
Le cose procedono, le annessioni avanzano e vediamo che cosa succede ai territori dello Stato
della chiesa. Vediamo le vicende di Perugina. Perch ci sono tutti i comitati della Societ Nazionale
di cui parlavo prima che organizzano numerose insurrezioni in tutta lItalia, e quindi anche
nellItalia Centrale. Senigaglia, Fano, Ancona, Perugina, eccetera. Per il Papa aveva un esercito
che non poteva nulla contro uninvasione organizzata da uno stato cos determinato nella conquista
degli altri, e cos indebitato presso tutte le potenze che contavano (Inghilterra, Francia e singoli
banchieri. Cos indebitato che aveva ridotto alla bancarotta il Regno di Sardegna. Pio Nono non
poteva governare in quel modo li. Non poteva buttare i soldi nella difesa, per aveva un esercito
degno di questo nome. Un esercito che era anche composto dai volontari che Pio Nono aveva
chiamato da tutta Europa, delle migliori famiglie, a combattere per la difesa della chiesa.
Allora, Perugina. Perugina viene fatta insorgere sempre grazie a Boncompagni che era a Firenze,
che manda dai 3 ai 5mila uomini dicono le fonti a fare finta di essere i popoli insorgenti di cui
parlavamno. Certo, questi toscani erano pi credibili come popoli insorgenti, dei carabinieri
torinesi. Quindi la locale cellula sovversiva di Perugina, interamente formata da massoni, riceve
uomini soldi e armi dalla vicina Firenze. E, in questa situazione per chiaro che il Papa reagisce e
riporta lordine. evidente: se c una rivoluzione il governo costituito cerca di arginarla. E cos
assolutamente folle pensare che questi insorti perugini possano vincere lesercito che il Papa sta
mandando, comandato dal colonnello Shmidt per liberare in questo caso alla lettera Perugina da
questo manipolo di insorti, per la maggioranza provenienti dallestero, che lhanno fatta ribellare.
Trovandosi in queste condizioni il Governo provvisorio scrive a Cavour, scrive al capo della
rivoluzione italiana, e gli chiede: Che dobbiamo fare? Dobbiamo resistere o dobbiamo
arrenderci?. E Cavour risponde per iscritto che dovevano resistere, perch se resistevano facevano
passare Pio Nono per un despota sanguinario. E cos avviene.
Le stragi di Perugina, le stragi di cui tutta la letteratura liberale avrebbe poi parlato, come tutti i
libri di storia riportavano fino a qualche anno fa, parlano di stragi. E queste stragi fanno dieci
morti e 35 feriti fra i papalini, e 27 morti, un centinaio di feriti e 120 prigionieri fra gli insorti.
Mentre i capi della rivolta riescono a fuggire in Toscana. Questi dati servono a capire che lepisodio
di Perugina tutto stato, fuorch una strage. E che per di pi se di strage si pu parlare, una strage
voluta e ordinata dal conte di Cavour per contribuire a dileggiare limmagine di Pio nono allestero.
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Chi racconta questi episodi il solito don Margotti sul giornale che dirigeva LArmonia. E, per
essersi azzardata a raccontare come sono andati i fatti, lArmonia stata punita. stato dato un
mese di sospensione al giornale, 1000 lire di multa e 2 mesi di carcere al Direttore responsabile per
aver osato dire come erano andati i fatti.
In realt se si vuole fare un confronto fra il comportamento dellesercito papalino a Perugina e il
comportamento di un altro esercito in unoccasione simile, si capisce quanto corretto sia stato il
comportamento dellesercito del Papa. Lo prendiamo da LArmonia che raffronta lepisodio di
Perugina con quello di Genova avvenuto dieci anni prima. Genova insorge contro lo Stato Sardo a
cui stata da poco annessa, insorge nel 1849. Allepoca c un generale famoso: il generale
Lamarmora. Lamarmora un generale famoso, dellesercito sardo, che va a riportare lordine
legittimo a Genova. (Io tutte queste cose le ho raccontate nel mio libro che ha per titolo Laltro
Risorgimento, edizione PIEMME). Voglio quindi citare una fonte non cattolica. Quindi non cito
LArmonia, ma cito una fonte liberale perch altrimenti si potrebbe dire che voglio difendere le
posizioni del Papa, e quindi dellesercito pontificio. Allora, io cito una fonte che non centran ulla
con il mondo cattolico, e che si chiama Giorgio Sproni (era un personaggio molto noto). A Sproni,
in una conversazione con Ricci (ministro dellInterno allepoca dei fatti), a una conversazione che
riporta nel suo Diario politico. In questo diario riporta la sua costernazione quando aveva
comunicato a Ricci il suo disagio personale di rivoluzionario nei confronti del comportamento del
Generale Lamoarmora per quanto riguarda la popolazione genovese. E dice Sproni a Ricci:
Lamarmora aveva lasciato che i suoi soldati commettessero, leggo: atti di violenta libidine su figlie
di onorate famiglie. Quindi i soldati quindi erano andati in giro a violentare nelle case dei
borghesi, nelle case di onorate famiglie. Il ministro Ricci risponde ad Asproni: I soldati erano bei
giovani, e in quelle violenze le donne avevano pure provato un piacere. Questa la difesa che il
ministro dellinterno fa del generale Lamarmora che permette il saccheggio e lo stupro dei suoi
soldati a Genova. E Asproni chiude dicendo: Auguro, Signor Generale, fortuna e piacere uguale a
sua moglie e alle sue figlie.
Le stragi di Perugina, su cui mi sono fermata abbastanza, sono stragi usate, non solo dalla stampa
e dalla storiografia successiva per giustificare lannessione di parte dello Stato della Chiesa al
Piemonte, sono stragi che servono sia a Cavour che a Vittorio Emanuele II per giustificare
linvasione, senza dichiarazione di guerra, dello Stato Pontificio da parte dellesercito sardo. Perci
fanno un atto gravissimo: invadono uno stato pacifico senza dichiarazione di guerra, uno stato che
era il baluardo di tutta la cristianit. E loro erano vincolati al rispetto della religione cattolica dal
primo articolo dello statuto (che la dichiarava religione di Stato). Fanno questatto inaudito, e
dicono di farlo per evitare che si ripetano le stragi di Perugina. Beh, bisogna dire che, sia Cavour
che Vittorio Emanuele sono veramente dei personaggi senza vergogna! Cos, il 7 settembre 1860,
Cavour scrive al Segretario di Stato di Pio Nono, Antonelli: Eminenza, il governo di Sua Maest,
il Re di Sardegna, non pot vedere senza grave rammarico la formazione e lesistenza dei corpi di
truppe mercenarie e straniere al servizio del Governo Pontificio. Cavour sta dicendo che uno
scandalo che giovani di tutto il mondo cattolico che lui chiama truppe mercenarie siano andati
difendere il Papa uno scandalo! Naturalmente questi giovani sono andati, perdendo spesso la
vita, e ovviamente senza la ricompensa di una lira, solo per amore della Chiesa. E Cavour le chiama
truppe mercenarie. E cos prosegue Cavour: Lordinamento di siffatti corpi, non formati ad
esempio di tutti i governi civili, di cittadini del paese, ma di gente di ogni lingua, nazione e
religione, offende profondamente la coscienza pubblica dellItalia e dellEuropa. Cosa offende la
coscienza pubblica dellItalia e dellEuropa? Il fatto che ci sia un esercito formato da persone che
vengono da tutte le parti del mondo. E continua: Lindisciplina inerente a tale genere di truppe
(non era vero per niente! Nota dellautrice), limprovvida condotta dei loro capi, le minacce
provocatrici di cui fanno pompa i loro proclami suscitano e mantengono un fermento oltremodo
pericoloso. Qual il pericolo? Il pericolo sono questi ragazzi venuti da tutta Europa. Vive pur
sempre finisce Cavour negli abitanti delle Marche e dellUmbria la memoria dolorosa delle
stragi di Perugina.
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Cavour come dicevo altre volte un genio politico, e sa che questa cosiddetta strage non una
strage, ma che comunque lui ha voluto, e sarebbe tornata utile. Evidentemente laveva proprio
programmato di far combattere e far morire qualcuno perch poi lui potesse usarlo come
motivazione dellinvasione. Vittorio Emanuele non da meno, e la Gazzetta Ufficiale riporta la sua
dichiarazione. Ecco cosa scrive la Gazzetta a proposito di Vittorio Emanuele: Profondamente
commosso dallo stato di quelle popolazioni (le popolazioni gementi dello Stato Pontificio), e dai
pericoli loro, ne accett la protezione e ha dato ordine alle sue truppe di entrare in quelle province e
tutelarvi lordine e impedire la rinnovazione dei fatti di Perugina. Questa e la lezione di Vittorio
Emanuele: lui protegge quelli che gemono e che sono stati costretti a subire le stragi di Perugina.
Scusate, io do sempre tante informazioni e leggo documenti nel testo originario mi dispiace
Per penso che se parlassi senza far riferimento ai documenti sarei certo pi gradevole per voi che
ascoltate, per penso che quello che dico avrebbe meno forza. Continuo quindi, sperando che
possiate resistere, perch adesso parlo di un evento che magnificato in tutto il mondo, e cio la
meravigliosa, incredibile, fortunatissima, impensata Spedizione dei mille. Perch in tutto il mondo
viene raccontato di questuomo libertador, generalissimo che corrispondeva al nome di Giuseppe
Garibaldi. Questuomo, con mille scamiciati, vince un regno di 9milioni di persone con un esercito
che era tale, un vero esercito, e con una marina che era la pi grande e potente del Mediterraneo.
Pertanto questopera fatta da mille scamiciati veramente un prodigio, un miracolo! Ecco, la parola
esatta proprio miracolo. Se per andiamo a vedere le fonti ovviamente il tutto fuor che un
miracolo. Anche perch Garibaldi con la preparazione della spedizione dei mille, con
lorganizzazione di questa impresa non centra nulla. Non centra nulla!
Per capirlo devo tornare a La Farina, perch La Farina lui si il protagonista vero, insieme a
Cavour, dellimpresa dei mille. La Farina, infatti, ci mette lorganizzazione capillare della Societ
Nazionale e da parte sua un lavoro formidabile. Scriveva migliaia di lettere al giorno. _Era un
organizzatore nato, che faceva questo anche per passione probabilmente. Una passione che non
condivido, ma comunque sempre passione. Cavour invece ci mette la forza dello Stato. Ci mette gli
uomini, le armi, i soldi e le munizioni. Ci mette tutto quello che mancava.
Come posso dire con certezza che le cose stanno cos? Lo posso dire con certezza perch le
racconta questo personaggio, al di sopra di ogni sospetto, che Giuseppe La Farina. Giuseppe La
Farina, nelle sue lettere e in alcuni articoli pubblicati su un giornale che si chiama Espero,
racconta per filo e per segno com stata organizzata la Spedizione dei mille. In una lettera a Pietro
Sbarbaro la Farina scrive: Ella vedr che il concetto fu mio, che Garibaldi esitava, e ne ho
documenti. Le armi e le munizioni furono somministrate a Garibaldi da me. Egli non aveva nulle
Gli indugi alla partenza vennero da Garibaldi e dai suoi amici, i quali dicevano che quellimpresa
una follia. Lo era effettivamente! E continua: Garibaldi si decise a partire quando seppe che i
siciliani sarebbero partiti senza di lui. Questa la verit vera! Per di pi, negli articoli e nelle
lettere a Sbarbaro, a tutti i fratelli massoni sparsi per la penisola, La Farina descrive com venuta
a lui e a Cavour questidea di organizzare una spedizione per la liberazione del Meridione. Dopo
il Congresso di Parigi La Farina si rende conto che il suo spirito repubblicano e mazziniano non va
da nessuna parte, e allora scrive una lettera a Cavour. Cavour, che non per niente stupido, capisce
loccasione che gli offerta su un piatto dargento, e risponde scrivendo a sua volta a La Ferina
invitandolo ad un colloquio. E La Farina scrive: Da li, tutti i giorni, dal 56 al 59, quasi tutti i
giorni, prima di giorno La Farina andava a Palazzo Cavour per organizzare meticolosamente
insieme al Conte la spedizione. Ecco cosa scrive La Farina sull Esperos il 24 gennaio del 1862:
Per quattro anni lo scrittore di questi articoli vide quasi tutte le mattine il Conte di Cavour senza
che alcuno dei suoi intimi amici lo sapesse. Andando sempre due o tre ore prima di giorno .
pensate, sar andato alle tre, alle quattro, alle cinque di mattina, a seconda delle stagioni E
sortendo spesso da una scaletta segreta, contigua alla sua camera da letto, quando in anticamera era
qualcuno che lo potesse conoscere. E in uno di questi notturni abboccamenti nel 1858 fu
presentato al Conte di Cavour il Generale Garibaldi venuto clandestinamente da Caprera.

Allora, come vedete, lorganizzazione stata fatta dal duetto Cavour La Farina. Cavour non si
limitato per ad organizzare con La Farina la Spedizione. Quando Garibaldi part, siccome non si
fidava per niente di lui (e ne aveva il motivo), ha mandato lammiraglio Persano unaltra delle
fonti principali per raccontare com avvenuta la Spedizione), perch un ammiraglio di tipo
particolare. Lui ha pubblicato il suo diario politico-militare in cui spiattella a tutto il mondo le
istruzioni ricevute da Cavour per realizzare lannessione del Regno delle due Sicilie, di cui nessuno
doveva sapere niente. Era una cosa segretissima perch ufficialmente il Regno Sardo non era
cospiratore, non era un regno di aggressione, era un regno liberatore. Quindi, se si fosse saputo che
il primo ministro del Regno di Sardegna aveva organizzato lui, in proprio, questa spedizione,
sarebbe stato uno scandalo mondiale che avrebbe mandato allaria tutti questi progetti tanto
coltivati. Per questo Persano, non solo deve tallonare Garibaldi con una flotta che comanda per
conto di Cavour, ma deve fare di pi. Deve organizzare la corruzione sistematica dellufficialit
borbonica in quanto essa dovr fare come le scimmiotte indiane: devono avere chiusi gli occhi, gli
orecchi e la bocca. Ma perch questo succeda, perch una flotta seria come quella meridionale non
veda lo sbarco di uomini, munizioni e armi che si fa nei vari porti della Sicilia e dellItalia
meridionale, ci deve essere qualcuno che non deve vedere. E questo qualcuno erano gli ufficiali
della Marina Borbonica, che erano stati comprati, corrotti da Persano per conto di Cavour. Infatti
Persano racconta in questo diario /e la pubblicazione di questo diario una cosa inverosimile perch
la divulgazione dei segreti di Stato in anni contemporanei). Sono cose che non succedono mai.
Segreti di Stato che per di pi erano dei segreti indecenti di Stato!
Comunque Persano in questi diari racconta che Cavour gli aveva messo a disposizione presso
alcuni banchieri amici suoi, che avevano una figliale a Napoli, un credito illimitato. scritto cos,
letteralmente. La Casa de la Rue di Genova aprir in Napoli, presso il banchiere Degas un credito
illimitato a mia disposizione. Ed ecco come nelle pagine da lui scritte Persano scrive nella sua
corrispondenza quotidiana a Cavour: Ho dovuto somministrare, Eccellenza, altro denaro: 20.000
ducati al de Vicenzi, 2.0000 al console Panciotti, 4.000 al comitato. Mi tocc contrastare col de
Vicenzi, presente il marchese di Villa Marina. Ei chiedeva pi di 20mila ducati. Ed io non volevo
neanche dargliene tanti. Quindi questa impresa dei Mille tutto, fuorch farina del sacco di
Garibaldi e del suo eroismo. Anche perch, chi erano i Mille con cui Garibaldi sarebbe andato a
conquistare uno Stato con un esercito e una marina di tutto rispetto?
Per capire chi fossero questi Mille, sentiamo che cosa ne scrive Garibaldi. Egli dice, parlando dei
suoi: Tutti generalmente di origine pessima e per di pi ladra. E, tranne poche eccezioni, con radici
genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto. Questi sono i Mille descritti dal loro
capitano. Dal loro Generale. Uomini presi dal letamaio della violenza e del delitto Daltronde
abbastanza credibile che siano cos le cose, perch si trattava di andare a fare saccheggi, rapine! Si
trattava di andare a turbare la convivenza civile di popolazioni indifese. Pertanto chi ci poteva
andare se non questi, che, come dice Garibaldi, avevano tali radici genealogiche?
Il Persano racconta anche come, sempre per conto di Cavour, promette agli ufficiali borbonici:
Beh, se adesso non vedete, non sentite, non parlate, noi dateci un po di tempo non solo vi
diamo soldi adesso ma vi promettiamo che poi, a cose fatte, manterrete lo stesso grado che
avevate nella Marina Borbonica, anche nella Marina Italiana. Quindi unopera di corruzione
sistematica. Ma la domanda da porsi : come mai oggi non se ne sa niente di queste cose?
Nemmeno oggi se ne sa nulla! perch la storiografia ufficiale deve tenere ferme le proprie
posizioni, che questa, del Risorgimento, unoperazione morale! Altamente morale. Non
immorale. Quindi la odierna storiografia ripete quello che Cavour disse nella Gazzetta ufficiale del
Regno, nel maggio del 1860, per smentire nel modo pi fermo la partecipazione del Piemonte, del
Regno di Sardegna, a questa impresa garibaldina. Allora Cavour fa scrivere nella Gazzetta Ufficiale
del Regno: Alcuni giornali stranieri a cui fanno eco quei fogli del paese che avversano il Governo
del Re e le Istituzioni Nazionali, hanno accusato il Ministero di connivenza nellimpresa del
Generale Garibaldi. Beh, qualcuno aveva parlato di come erano andate le cose Vediamo come
risponde Cavour: La dignit del Governo ci vieta di raccogliere ad una ad una queste accuse e di
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confutarle. Ci credo, dice la Pellicciari! E continua Cavour: LEuropa sa che il governo del Re,
mentre non nasconde la sua sollecitudine per la Patria comune, conosce e rispetta i principi del
diritto delle genti e sente il debito di farli rispettare nello Stato, della sicurezza del cuale ha la
responsabilit. Allora Cavour non confuta le accuse una per una: non poteva neanche farlo. E
rigetta con sdegno queste ipotesi e ricorda come Vittorio Emanuele rispetti il diritto pubblico
Pensate che Vittorio Emanuele era anche cugino di Francesco II Re delle due Sicilie. Un cugino che
aveva sempre assicurato a Francesco Secondo, nelle sue lettere, che lui certamente era dalla sua
parte. Nel frattempo Vittorio Emanuele organizzava e dava soldi personalmente a Garibaldi perch
questa impresa riuscisse.
Dopo aver visto come stata organizzata la Spedizione, vediamo ora che cosa combina Garibaldi,
una volta arrivato in Sicilia. Come gestisce lamministrazione dello Stato che ha conquistato. Cito
di nuovo come fonti in questa dolorosissima vicenda per il Meridione un libro di cui la stampa
non ha parlato per nulla, che si chiama I panni sporchi dei mille, e che stato pubblicato da
Liberal Edizioni, edito nel 2003. Ora cito le fonti a cui faccio riferimento. Sono fonti liberali, non
sono fonti cattoliche o borboniche, che possono essere sospettate di diffidenza o di ostilit nei
confronti dei liberali sardi. Queste fonti sono La Farina, Persano e il deputato Boggio, che era un
uomo molto noto fra i liberali dellOttocento. Un uomo donore. Un uomo che muore durante la
Terza Guerra dIndipendenza, nella battaglia di Lissa, quella in cui Persano scappa dal nemico,
mentre Boggio affonda con tutta la nave rifiutando una personale salvezza che gli era stata proposta
dallammiraglio Persano. Queste sono le tre fonti che cito nel mio libro.
Vediamo allora La Farina che ha organizzato tutto che scende in Sicilia insieme a Garibaldi.
Ma resta in Sicilia poco tempo, perch poi Garibaldi cosa inaudita Garibaldi lo fa allontanare.
Gli impone di tornarsene immediatamente da dove era venuto, a Torino. Per, prima di tornare a
Torino, La Farina racconta cosa ha visto, nei dispacci quotidiano che spedisce a Cavour. Vediamo
cosa scrive: Io non debbo celare a Lei (sta parlando a Cavour), che nellinterno dellisola gli
ammazzamenti seguono in proporzioni spaventose. Laltro giorno si discuteva sul serio di ardere la
biblioteca pubblica perch cosa dei Gesuiti. Si assoldano a Palermo pi di 2mila bambini, dagli 8 ai
15 anni, e si d loro tre tar al giorno. Questa vicenda dei bambini assoldati una vicenda triste
che (per esempio c stato un dittatore ventanni fa, in Cambvogia, si chiamava Pol Pott, dittatore
comunista, che ha fatto la stessa cosa di Garibaldi Siccome lui pensava di fare nuove tutte le
cose, non poteva fare affidamento sugli adulti perch gli adulti, a suo modo di vedere, erano
corrotti, quindi, usava i ragazzini. Dava il mitra ai ragazzini Sapete che i bambini, poverini,
quando vengono corrotti in questo modo, sono proprio senza piet. Non hanno piet!. Poverini,
sono i pi indifesi, ma possono diventare i pi offensivi, perch senza pi remore, quando sono
utilizzati in questo modo. E Garibaldi ha usato 2mila bambini. Ha comprato 2mila bambini
E La Farina Continua: Si manda al tesoro pubblico a pigliare migliaia di ducati senza neanco
indicare la destinazione. Si lascia tutta la Sicilia senza tribunali, n civili, n penali, n commerciali,
essendo stata congedata in massa tutta la magistratura. Si creano commissioni militari per giudicare
di tutto e di tutti. Come al tempo degli Unni. I bricconi pi svergognati, gli usciti di galera per furti
e ammazzamenti, compensati con impieghi e con gradi militari. La sventurata Sicilia caduta in
mano di una banda di Vandali. Avete sentito questultimo particolare. A chi danno gradi militari:
ai galeotti! Quelli che stavano in galera per furto ed omicidio. Questi diventano i capi dellesercito e
della polizia. Non c male come ordine!
Finisco questa trasmissione con la citazione di altre testimonianze di primissimo piano, scritte da
Boggio. Boggio scrive un libretto che intitola Cavour o Garibaldi?. successo che Garibaldi, che
un uomo noto per essere non particolarmente intelligente, ma molto facile alle lusinghe, stato
circondato da mazziniani che lo lodano sperticatamente, e gli dicono: Guarda, sei arrivato tu!
Abbiamo liberato prima la Sicilia, poi Napoli Guarda quanto sei bravo! Sicuramente sei
invincibile. Continua questa passeggiata militare! Libera anche Roma e il Veneto! Cio, continua!
Sali al nord! Se questo succede e Cavour lo sa perfettamente interviene e non pu non
intervenire il carbonaro Re Napoleono Terzo, Re dei francesi, che si finge cattolico, che lascia che
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il Papa abbia lo stato mutilato, ma non pu consentire che i liberali piemontesi prendano anche il
Lazio e Roma. Questo non lo pu consentire perch senn la sua situazione interna in Francia
diventa difficile. Quindi, se Garibaldi segue le sirene mazziniane che gli dicono: Continua! Tu sei
invincibile, lui provoca la catastrofe per il Regno di Sardegna. Quindi il momento serissimo. I
Savoia rischiano di perdere tutto, tutti i soldi che hanno buttato nellimpresa italiana, e Garibaldi va
fermato. A fermarlo ci pensa, fra gli altri, anche Boggio, che scrive questo libretto Cavour o
Garibaldi?. , ne pi, ne meno, un ricatto. Boggio racconta quello che succede in Si8cilia, e dice a
Garibaldi:
Volete che pubblichiamo qualcosa di quel molto che giunge fino a noi? (Perch in questo libretto
racconta le malefatte, le terribili malefatte che Garibaldi, nel nome della libert, ha combinato. E
dice a Garibaldi: Guarda che se tu non ti dai una calmata, non ti ricordi chi sei, e grazie a chi sei l
dove stai, noi spiattelliamo, non solo quello che gi pubblico adesso, ma pure il resto che noi
sappiamo e che pu distruggerti. Allora leggiamo alcuni punti di questa testimonianza di Boggio
che racconta come governa Garibaldi. Racconta, per esempio, che si serve di uomini noti per farli
ufficialmente svolgere la funzione di Presidente del Consiglio dei Ministri, mentre quelle persone
non contano niente, perch a comandare solo un gruppetto di mazziniani che circonda Garibaldi
soprattutto Bertani e Crispi che fanno assolutamente tutto quello che vogliono. Infischiandosene
di quelli che, apparentemente sono ministri e presidenti del consiglio. Ecco cosa scrive Boggio:
Il principe di Torre Arsda legge nel foglio ufficiale la propria nomina a presidente del Consiglio
dei Ministri, della quale affatto inconsapevole. Questo principe ripeto un personaggio noto,
non sa di essere presidente del Consiglio dei ministri. Legge questa sua nomina sul giornale
ufficiale Attende lannuncio diretto del Capo dello Stato, cio, di Garibaldi Passa un giorno,
passano due: Nulla riceve. E intanto escono sulla gazzetta governativa decreti e provvisioni che
appaiono da lui emanate. Cio, lui non solo non sa niente di questa cosa, ma lui firma, risulta
firmare dei provvedimenti di cui lui assolutamente inconsapevole. Non ne sa nulla! Si presenta
tre volte al dittatore per chiedere una spiegazione. Gli dicono che non ha tempo di riceverlo
Vediamo che succede ai ministri. Se questo succede al Presidente del Consiglio dei Ministri
Questo un episodio molto carino, che riguarda la Sicilia, dove c uno scontro fra Crispi che era
il factotum di Garibaldi in Sicilia e il barone Cordova che in teoria era ministro delle finanze.
Scrive Boggio: Il barone Cordova, ministro delle Finanze, non piega, come vorrebbe Crispi, a
costui desideri (non cede alla volont di Crispi). Gli argomenti non sovvengono a Crispi spontanei e
pronti, come il bisogno sarebbe. Ed egli, a mo di conclusione, trae di tasca un revolver e lappunta
al petto dellindocile collega Quindi, non solo non sapevano nulla i ministri di quello che
risultava opera loro, ma quando qualcuno si azzardava a dissentire con Crispi, Crispi faceva presto,
prendeva la pistola e glie la puntava al petto. E Boggio continua: Lo stesso impiego dato a due o
a tre. Un ministro nomina a un posto, e lo eletto, quando crede prenderne possesso, lo trova gi
occupato. Questo per segnalare lo sperpero di denaro pubblico che stato fatto durante questa
invasione. C stata unorda di persone che hanno pensato di aver raggiunto il bengodi, il paradiso.
Hanno pensato che finalmente potevano diventare ricchi e straricchi. Lo sperpero del denaro
pubblico incredibile continua Boggio somme ingenti, favolose, scompaiono con la facilit e
rapidit stessa con la quale furono agguantate dalle casse borboniche. Che, se appena arrivano,
rubamno. La libert di stampa, la libert individuale, la inviolabilit del domicilio, il diritto di
associazione, sono tutte finzioni. Voi conclude Boggio, indirizzandosi a Garibaldi - dovete
ricordarvi che non siete un paese di conquista.
Prima di concludere vorrei sottoporvi ancora due citazioni che sono molto tristi, ma solo la
fotografia di quello che successo nellex Regno delle due Sicilie, diventato Regno dItalia. La
Civilt Cattolica (una rivista dei Gesuiti), scrive in una corrispondenza da Genova, nel settembre
1891: In Italia, o meglio, negli Stati Sardi, esiste proprio la tratta dei napoletani. Si arrestano da
Cialdini soldati napoletani in gran quantit, si stipano nei bastimenti peggio che non si farebbe degli
animali, e poi si mandano in Genova. Trovandomi test in quella citt ho dovuto assistere ad uno di
quegli spettacoli che lacerano lanima. Ho visto giungere bastimenti carichi di quegli infelici, laceri,
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affamati, piangenti. E, sbarcati, vennero distesi sulla pubblica strada come cosa da mercato.
Spettacolo doloroso che si rinnova ogni giorno in via Assarotti, dove un deposito di questi
sventurati. La tratta dei napoletani! La Civilt Cattolica descrive quello che succede, di quello
che resta dellesercito borbonico la tratta dei napoletani! Quanto al Re, Francesco Secondo, l8
dicembre 1870, scrive ai popoli delle due Sicilie (Questo Re era un giovane di 22 anni, che
succede al padre, che era in piena salute Molte fonti dellOttocento dicono che il padre stato
avvelenato. Ad arte, sapendo che chi gli succedeva non aveva nessuna esperienza di governo, e
perci non era adatto al compito. Allora, Francesco Secondo, ingannato dal suo primo Ministro,
Liborio Romano (che proprio lesempio vivente del traditore). Bene,, mentre il Primo Ministro di
Francesco Secondo scrive a Garibaldi, questo traditore si mette daccordo con Garibaldi, che gli
lascia lo stesso incarico quando far la dittatura a Napoli. Cio, un massone colluso con Cavour. E
qua si pu vedere anche come la massoneria uno Stato al di sopra dello stato e che induce anche in
molti casi a comportamenti antinazionali. In ogni caso, Francesco Secondo, una volta che la
questione fatta, che il Regno perso, scrive ai popoli: Le finanze, non guari s fiorenti, sono
completamente ruinate. vero, le finanze del Regno delle Due Sicilie erano in un ottimo stato, in
attivo di bilancio. E prosegue: Lamministrazione un caos, la sicurezza individuale non esiste. Le
prigioni sono piene di sospetti (non di colpevoli, nota la Pellicciari), in luogo della libert, lo stato
dassedio regna nelle province e un generale straniero pubblica la legge marziale decretando le
fucilazioni istantanee per tutti quelli dei miei sudditi che non si inchinano innanzi alla bandiera di
Sardegna. Pensate, venivano ammazzate le persone che non si inchinavano alla bandiera di
Sardegna che rappresentava uno stato invasore. Ho poi letto in tante testimonianze che quelli che
avevano le fotografie del Re e della Regina dei Borboni, e che venivano ritrovate nascoste nei
cassetti, venivano ammazzati.
E prosegue Francesco Secondo: Uomini che non hanno mai visto questa parte ditalia,
costituiscono il vostro governo. Le Due sicilie sono state dichiarate province di un regno lontano.
Napoli e Palermo saranno governate da prefetti venuti da Torino. Cos il dramma del meridione si
consumato, e non ancora finito. Si consumato con una emigrazione in massa. A partire dagli
anni 70 e negli anni 80 e 90 dellOttocento, tutti gli uomini che potevano, cio, tutta la parte pi
forte dal punto di vista lavorativo, emigrata. Questa colonizzazione del meridione stata fatta e
questo laspetto pi terribile in nome della liberazione del Meridione che gemeva sotto il
dispotico Ferdinando Secondo e Francesco Secondo di Borbone.
Ho parlato per pi tempo di quello che avevo previsto Vediamo se c lo spazio per una
telefonata.
Chiamo da Venezia, e mi interessava avere una spiegazione su una notizia che ho sentito un
po vagamente, ma volevo avere una conferma. vero che Garibaldi faceva la tratta dei
negri? Perch questo non corrisponde allidea che avevo del personaggio storico.
Grazie. Su Garibaldi circolano tante leggende. Ma molti fatti penso di averli confutati, documenti
alla mano, in questa trasmissione. Quello del Garibaldi negriero eh sembra proprio una verit
occultata da tutti. Garibaldi scrive, scrive, scrive. Pensate che scrive anche romanzi. Dei romanzi in
cui parla dei preti che dovevano andare alla vanga. In un suo romanzo dice: Ebbene, i preti non
sono forse pi dei lupi e degli assassini, nocivi al nostro paese?. Quindi, alla vanga! Sopri Gesuiti
che sono violatori della verginit di fanciulle Insomma, Garibaldi, ha fatto circolare ha dato di
s stesso limmagine di santino. Io ho a casa una fotografia che mi ha dato una ragazza conosciuta
in una delle conferenze che faccio in giro per lItalia. Questa ragazza mi ha dato una fotografia della
mano di Garibaldi fatta per raccogliere soldi Allora io ti mando la mano fotografata di me che
sono santo e organizzava lui matrimoni, funerali, battesimi massonici, naturalmente. Cio,
dava di s stesso questimmagine di eroe buono, di santo. Fra le tante cose che ha scritto, ha
scritto anche le memorie. In queste memorie lui racconta dettagliatamente le gesta eroiche della sua
vita. stato ladro di cavalli Purtroppo non c tempo. Varrebbe la pena fare una trasmissione su
Garibaldi. Comunque, a un certo punto lui racconta che in un periodo della sua vita, allinizio degli
anni 50, quando era scappato dallItalia dopo la Repubblica Romana. Era andato in Per. Era il
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capitano di una nave che si chiamava Carmen. Questa nave portava un carico di guano, cio, di
letame di uccelli, dal Per alla Cina. Garibaldi precisissimo nelle descrizioni di questa Carmen. E
dice quando salpa, quando arriva, che cosa porta. Per non dice che cosa riporta dalla Cina al Per.
E questo strano perch ripeto lui molto dettagliato. Le sue sono gesta che meritano il ricordo
dei posteri. Pertanto strano che lui racconti quello che succede allandata, ma non racconti cosa fa
al ritorno. Beh, a questa mancanza di descrizione strana provvede larmatore della nave. un
amico di Garibaldi, che si chiama Devecchi, il quale scrive tutto, non solo dellandata, ma anche del
ritorno. Tornava, Garibaldi, dalla Cina, portando i cinesi, che venivano venduti come schiavi, diretti
verso il Per o gli Stati Uniti. Insomma, se voi pensate al mito che stato costruito su questa figura,
su questuomoMi pare di avervi detto la volta scorsa che il Corriere della Sera ha dato il primo
dei volumi dedicati alla Storia universale, dedicato, guarda caso, a Garibaldi. Gratis! Gratis a
tutti gli italiani le gesta di questo grande uomo
La televisione di Stato, il Primo canale, ha fatto, due o tre anni fa, quattro ore di trasmissione in
prima serata, diviso in due puntate. E Piero Angela, anche lui, che si scioglieva di gaudio spirituale,
intenso, nella contemplazione delle opere di questuomo. E pensate che allepoca ancora ogni
tanto ci scrivevo sullAvvenire poi, dopo quella volta ho smesso perch al capo della cultura di
Avvenire avevo detto: Questa una cosa indecorosa, com fatta questa trasmissione mi faccia
rispondere!. Ma no, che poi noi. Beh, ho scritto sul Foglio e da allora scrivo sul Foglio quello
che debbo dire. Per dire che veramente c un fronte del silenzio su questi avvenimenti che
raggiunge persone e istituzioni davvero le pi varie. Non si pu dire che Garibaldi sia un negriero
un cinesiero! Non erano negri, erano cinesi, quei poveretti.
Va bene, arrivata lora, io ho la gola completamente secca Colgo loccasione per augurarvi
Buon Natale di cuore. Speriamo che Ges Cristo nasca nel cuore di ciascuno di noi!
Finisco con un cenno. Mia madre, che segue queste mie trasmissioni, ieri, quando mi ha
telefonato lei non vive a Roma mi ha detto: Ma insomma, d qualcosa di gioioso, visto che
siamo vicini a natale!. Beh, io non posso dire niente di gioioso per quello che riguarda la
descrizione delle gesta rivoltanti che passano per Risorgimento della Nazione, per, se voi
pensate che la meraviglia di Dio, lonnipotenza di Dio non ci ha fatti scomparire (come cattolici).
Ancora esistiamo come italiani Non per niente detto quindi un miracolo! Insomma,
nonostante tutto ancora buona parte della popolazione italiana cattolica Ancora ci siamo!
Buon Natale! Arrivederci.

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