SAMTSKHE-JAVAKHETI:
LA GEORGIA INSTABILE di Roberto NOCELLA
1. Rapporto prodotto dalla Georgia ex articolo 25, paragrafo 1 della Convenzione quadro per la prote-
zione delle minoranze nazionali, ACFC/SR (2007) 001, Strasburgo, 16/7/2007, p. 7.
2. E. HOESLI, À la conquête du Caucase: Épopée géopolitique et guerres d’influences, Paris 2006, Ed.
des Syrtes, p. 589.
3. N. LANDRU, «Landlocked Javakheti: symptoms of difficulties of the nation-state in Georgia?», Cau-
caz.com, 4/2/2006. 1
SAMTSKHE-JAVAKHETI: LA GEORGIA INSTABILE
due distretti della regione sono Borjomi (famoso per le acque minerali) e Adigeni.
Nel suo complesso l’area, che confina sia con l’Armenia che con la Turchia, è
estremamente arretrata.
Tra il 2005 e il 2006 si è assistito all’organizzazione di numerose manifestazioni
di protesta da parte degli armeni, che avanzavano diverse richieste: una maggiore
autonomia politica e culturale; la possibilità di utilizzare la lingua armena nella
pubblica amministrazione regionale 4; la fine del trasferimento di georgiani nell’a-
rea, che minaccia di alterare gli equilibri demografici; la modifica dei distretti elet-
torali; il mantenimento delle truppe russe nelle basi militari di Batumi (in Adjara) e
di Akhalkalaki (richiesta frustrata dall’adempimento di Mosca a un accordo stipula-
to con la Georgia nel 2005, che prevedeva lo sgombero delle basi entro il 2008) 5;
la salvaguardia del patrimonio religioso armeno dai presunti tentativi di «georgia-
nizzazione»; il riconoscimento da parte delle autorità georgiane del genocidio degli
armeni 6.
4. I problemi delle minoranze armene e azere sono aggravati dalla loro scarsa conoscenza della lin-
gua georgiana, che l’articolo 8 della costituzione del 1995 sancisce come idioma ufficiale del paese.
5. Secondo alcune stime, nella 62a base militare di Akhalkalaki erano direttamente impiegati 340 geor-
giani di etnia armena. I militari russi costituivano i principali acquirenti di quei (pochi) prodotti e ser-
vizi reperibili sul mercato locale (T. FREESE, «Diversity is our strength: Georgian President Mikheil
Saakashvili», Eurasianet, 22/4/2005).
6. L’11 dicembre 2005, nei pressi della postazione doganale vicina al villaggio di Zhdanovakan, si ve-
rificarono incidenti tra un gruppo di armeni residenti in Georgia e le guardie di frontiera («Samtskhe-
Javakheti residents raided custom houses at the Armenian-Georgian border», Regnum, 12/12/2005).
7. ACFC/SR (2007) 001, Strasburgo, 16/7/2007, cit., pp. 3, 33-34.
8. Ivi, p. 45.
9. Ivi, p. 44.
2 10. Ivi, p. 46.
EURUSSIA, IL NOSTRO FUTURO?
del 2006 è stata inoltre inaugurata l’università Zurab Zhvania a Kutaisi (seconda
città della Georgia dopo Tbilisi), che dovrebbe facilitare l’ingresso nell’amministra-
zione pubblica dei membri delle minoranze georgiane 11.
Un aiuto viene anche da Washington: prima ancora dello scoppio della guerra
russo-georgiana, gli Stati Uniti avevano previsto l’esborso di 295,3 milioni di dollari
a favore della Georgia, che rientra nel novero degli Stati beneficiari del Millennium
Challenge Account. Lo scorso 20 novembre, dopo la guerra, gli americani hanno
messo a disposizione altri 100 milioni di dollari, portando la cifra complessiva a
395,3 milioni. Di questi, 183,6 milioni sono destinati al rifacimento di 224 km di
strade nella regione di Samtskhe-Javakheti e in Kvemo-Kartli.
Quanto alla collaborazione interregionale, vanno segnalati i lavori di costru-
zione della ferrovia Kars (Turchia)-Akhalkalaki, a sua volta connessa con Tbilisi
(da cui parte la linea per Baku). Il 7 febbraio del 2007, nella capitale georgiana è
stato firmato un accordo per la realizzazione di questa importante infrastruttura, il
cui segmento dal confine con la Turchia alla capitale georgiana sarà lungo 220 km
(190 da riabilitare e 30 da costruire). Il progetto è avversato da Erevan, in quanto
competitivo rispetto al tragitto Kars-Gyumri-Tbilisi, già esistente ma al momento
inutilizzato a causa della chiusura della frontiera terrestre tra Turchia e Armenia.
L’Azerbaigian si è impegnato a finanziare i lavori della Kars-Akhalkalaki-Tbilisi, del
valore complessivo di 600 milioni di dollari, con un prestito alla Georgia pari a 200
milioni, da restituire in 25 anni 12.
Va detto che la Georgia ha esitato a lungo di fronte a un progetto che, unendo
il Mar Caspio all’Anatolia via terra, minacciava di causare ingenti perdite economi-
che ai porti di Batumi e Poti, sul Mar Nero. Decisiva per indurre Tbilisi ad accanto-
nare le proprie riserve sarebbe stata, secondo alcuni osservatori, la chiusura del
confine terrestre tra la Russia e la Georgia, nel luglio 2006.
11. Nell’estate del 2007, l’allora ministro dell’Educazione Alexander Lomaia negava l’intenzione del
governo di aprire un’università in lingua armena ad Akhalkalaki («No plans for university in Akhalka-
laki – Minister says», Civil Georgia, 22/8/2007).
12. R. ISMAVILOV, «Azerbaijan, Georgia and Turkey: Building a Transportation Triumvirate?», Eurasianet,
7/2/2007.
13. A. GIAN, «Javakheti: an overview of Armeno-Georgian tensions», Caucaz.com, 20/2/2006. 3
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14. N. EDILASHVILI, «Old topic of Meskhetian’s repatriation sparks new controversy», The Georgian Ti-
mes, 18/7/2007.
15. «Riot of Javakheti Armenians is “premises for collapse of Georgian state”», Regnum, 15/2/2006.
16. «Old topic of Meskhetian’s repatriation sparks new controversy», cit.
17. Prima della guerra russo-georgiana dell’agosto 2008, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati si oc-
cupava già di circa 220 mila persone tra sfollati, rifugiati, richiedenti asilo e apolidi in Georgia.
18. Osce newsletter, novembre 2008, vol. 5, n. 11, p. 11.
19. Comunicato stampa dell’Ecmi, 26/7/2004.
20. Il Partito conservatore propose lo svolgimento di un referendum sulla questione («Lawmakers de-
bate on repatriation of Turk-Meshketians», The Georgian Times, 22/7/2007.
21. S. TOURNON, «Georgia: a new bill on rehabilitation of the Meshketians is under consideration», Cau-
4 caz.com, 24/7/2007.
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A pochi giorni dal passaggio della prima bozza di legge, Saakashvili si recava
in Samtskhe-Javakheti: regione che, secondo il presidente georgiano, presentava
ottime potenzialità turistiche e agricole, in virtù della sua «stabilità politica, di rifor-
nimenti elettrici sicuri e di buone strade» 22.
L’adozione della nuova normativa è stata accolta con favore dall’Alto commis-
sario dell’Osce per le minoranze nazionali, Knut Vollebaek. Durante una visita in
Georgia, nell’aprile del 2008, egli ha però affermato che «la legge presenta nume-
rose lacune, che ne rendono difficile l’esecuzione». Tali lacune non saranno sem-
plici da colmare, quanto meno nel breve periodo, alla luce del vertiginoso aumen-
to degli sfollati e del riconoscimento russo di Abkhazia e Ossezia del Sud, conse-
guenti alla guerra d’agosto 23. Nel frattempo, a fine dicembre, è stata estesa di altri
6 mesi la scadenza entro la quale presentare domanda di rientro.
22. R. MITAISHVILI, «President Saakashvili visits mainly ethnic Armenian Javakheti region», Abkhazia.-
com, 24/6/2007.
23. L’Unhcr stima in 158 mila i profughi della guerra d’Ossezia.
24. «Georgia’s Armenian and Azeri Minorities», Europe Report, n. 178, International Crisis Group,
22/11/2006, pp. 15-17.
25. ACFC/SR (2007) 001, cit., p. 30.
26. «Yerkir Union’s Appeal to International Community With Respect to the Recent Events in Akhalka-
laki», HetqOnline, 4/8/2008. 5
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27. A. KHACHATRYAN, «Kiro Manoyan: there are no ARF members in Javakh», HetqOnline, 24/2/2009.
28. La stima risale a una rilevazione demografica del 2005.
29. R. MELOYAN, «Georgian Foreign Minister visits Armenia», Armenialiberty, 20/2/2009.
30. «Situation in Javakh may be escalated by third State: ARFD member», ArmInfo, 9/8/2008. Lo stesso
Hovhannissyan è poi tornato sulla questione, proponendo la trasformazione dello Stato georgiano in
una confederazione, con un’ampia autonomia assicurata alla regione di Samtskhe-Javakheti (H. SHO-
GHIKIAN, R. MELOYAN, «Dashnaks detail planned Gul protests», Armenialiberty, 2/9/2008).
31. «Who is hiding behind offers to clear Javakh from Armenians?», Panarmenian.net, 19/9/2007. In
un documento di analisi prodotto in seno al Parlamento europeo si legge che «se la Russia vuole ulte-
riormente destabilizzare la Georgia, la già presente tensione in Samtskhe-Javakheti costituisce un’op-
portunità» (D. SOURANDER, «The Consequences of the South Ossetia War: First Tentative Conclusions»,
Directorate General External Policies, Policy Department, European Parliament, 13/8/2008, p. 7).
32. M. CORSO, G. ABRAHAMYAN, «Georgia: Espionage Arrests of Ethnic Armenians Stoke Suspicion of
6 Russia», Eurasianet, 12/2/2009.
EURUSSIA, IL NOSTRO FUTURO?