Lo Stato è solo uno dei produttori del diritto; diritto e i suoi obblighi nascono spesso da atti privati
(es. contratti) o da istituzioni non statali (es. regole UE).
Diritto = scienza sociale che ha per oggetto le azioni umane. Le azioni umane sono caratterizzate
da regolarità e alla base delle eccezioni dei comportamenti ci sono le norme del diritto
Regole (morali, del costume,…) hanno una caratteristica in comune cioè il fine di influenzare il
comportamento degli individui e di gruppi verso certi obiettivi piuttosto che altri
Regole giuridiche
Attengono alle ragioni dei comportamenti umani ed esprimono delle forme di organizzazione
Possono essere:
Le REGOLE DEL DIRITTO sono un sottoinsieme delle regole prescrittive e si differenziano per
il fatto che la prescrittività si traduce in sanzionabilità → possono essere violate ma la violazione
comporta sanzione
Es. codice della strada
Sanzione:
Diritto
È una forma di organizzazione sociale. È l’insieme di norme che può esistere e funzionale solo
se c’è un gruppo umano organizzato (plurisoggettività) dotato di un’organizzazione incaricata di
produrre le regole e di farle rispettare (istituzione). Si tratta di una via di mezzo tra leggi fisiche
(inviolabili e involontarie) e leggi morali (violabili e volontarie).
Diritto oggettivo (law) è l’insieme delle norme giuridiche mentre il diritto soggettivo (rights) è
l’insieme dei poteri che un soggetto può esercitare sulla base di una norma giuridica
Positivismo giuridico: non esiste altro diritto (oggettivo) che quello posto da chi ne ha l’autorità e il
diritto soggettivo deriva da quello oggettivo.
Giusnaturalismo: il diritto non è riducibile alle sole leggi umane perché è legato alla natura/ragione
umana da cui hanno origine i principi sui quali basare le regole → pone il problema di cui individua
le norme di diritto naturale
DIRITTO PUBBLICO
È quell’insieme di norme che ha per oggetto l’ordinamento giuridico dello Stato (norme che
riguardano la sfera della collettività).
Ordinamento giuridico è composto di 3 elementi:
- Norme sulla plurisoggettività → chi sono i membri, regolazione rapporti tra soggetti
- Norme sulle istituzioni → organizzazione, poteri, organi
- Norme sui rapporti tra plurisoggettività e istituzioni → tra organizzazione e soggetti
- Norme sulla normazione → come si producono le norme
- Norme che regolano i rapporti con altri ordinamenti giuridici
Le norme del diritto pubblico e del diritto privato si differenziano per l’oggetto della disciplina. I
rapporti nel diritto pubblico sono diseguali (Stato supremazia), mentre nel diritto privato sono
paritari.
Il diritto pubblico è applicato a vari settori: diritto internazionale, ecclesiastico, penale e
processuale e amministrativo ed è detto anche diritto costituzionale (insieme di norme contenute
nella Costituzione)
COSTITUZIONE (4 partizioni)
Fasi: rapporti tra CNL e Savoia → patto di Salerno → decreto legislativo 25 giugno 1944 n. 151: la
monarchia accetta che l’ordinamento futuro sia deciso dall’assemblea costituente e con lo stesso
decreto (luogotenenziale perché il re nomina il figlio luogotenente) prevede la formazione
dell’assemblea costituente che redige/elabora/adotta il Testo della Costituzione che con la
disposizione XV converte in legge il d.lgs. 151/1944
Origine fattuale degli ordinamenti giuridici statali
XII vietata la riorganizzazione del partito fascista
XIII discendenti di casa Savoia sono privati dell’elettorato attivo e passivo
ART 139 Cost – la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale
Carattere repubblicano come carattere immutabile del nostro ordinamento
ORD. ITALIANO riconosce autonomia anche a ordinamenti sovranazionali e substatali
ART 5 (autonomia) la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie
locali
Principio di autonomia principio attraverso il quale si manifesta il potere dello Stato →
concetto relazionale che si definisce attraverso lo Stato
ART 11 (fraternità) segna la rottura del Paese rispetto alle esperienze precedenti → ripudia
la guerra
“Consente alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e
la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo” → accetta integrazione europea e di privarsi di una parte del potere per cederlo a
istituzioni sovranazionali
Differenza tra diritto pubblico e diritto privato
Diritto pubblico → uno dei soggetti della relazione è lo Stato/ potere pubblico; genera
relazione squilibrata – Stato prevale sui privati – NO prevalenza cieca e assoluta
Diritto privato → disciplina relazioni tra soggetti posti sullo stesso piano/eguali – no
posizione di prevalenza → libero concorso di volontà e non si perfeziona l’atto
Es. tizio ha diritto di proprietà sul vigneto. Caio ha un altro vigneto e vuole acquistare quello
di Tizio che non vuole venderlo → Vigneto rimane di Tizio
Tizio ha un vigneto, lo Stato deve costruire una strada (opera pubblica). Tizio non vuole, ma
l’autostrada si fa lo stesso. La volontà di Tizio non resiste a quella dello Stato. La
prevalenza dello Stato però da delle garanzie a Tizio:
- A carico di tutti – dovere tributario (53) chi produce reddito nel nostro paese
- A carico cittadini – difesa della patria (52) che è un dovere sacro ma non solo di difesa
militare → dovere di fedeltà alla Repubblica (54) intesa come fedeltà ai principi e ai
valori della Costituzione repubblicana (fedeltà implica appartenenza all’ordinamento)
Territorio è una porzione della superficie terrestre, delimitata da confini all’interno dei quali si
applica l’ordinamento giuridico italiano
Trattato di Saint-German – confine alpino
Trattato di Oslo – confine occidentale
Confine marittimo – una porzione di mare (che si divide in libero e territoriale)
Spazio aereo sovrastante il territorio e il mare
Sovranità lo Stato è sovrano, cioè ha un potere superiore che non riconosce al di sopra di sé
alcun potere – Stato è originario
Es. regioni italiane hanno popolo, territorio ma non sovranità perché l’ordinamento è derivato
Es. ONU ha sovranità ma non ha territorio e popolo
- ordinamenti giuridici esterni allo Stato → ordinamenti giuridici extrastatali (altri Stati, ord,
internazionale, sovranazionale – UE)
- ordinamenti giuridici interni allo Stato → ordinamenti giuridici infrastatali (regionali, locali,
“formazioni sociali”, sindacati, partiti, forme di vita associata
La forma di uno Stato, sul piano descrittivo, è l’insieme degli elementi esteriori che servono a
coglierne l’essenza, mentre, sul piano prescrittivo, è l’insieme delle finalità per le quali lo Stato
stesso esiste.
Sono determinate dalle relazioni tra gli elementi costitutivi dello Stato: relazioni tra popolo e
sovranittà & tra territorio e sovranità.
- Stato federale → la sovranità è distribuita sul territorio, tra due livelli territoriali diversi, la
Federazione e i singoli Stati membri ≠ confederazione di stati nella quale i componenti
restano titolari della sovranità
- Stato unitario → la sovranità non è distribuita sul territorio, ma spetta a uno Stato centrale.
Il potere può essere esercitato secondo modalità che lasciano uno spazio di decisione
(autonomia) per enti territoriali infrastatali e quindi si parla di Stato decentrato (sottospecie
particolare data da Stato regionale → alle regioni è riconosciuta la potestà legislativa)
Definizione: rapporti che in un certo momento storico, esistono tra autorità e libertà, tra chi ha il
potere e chi è soggetto al potere, tra governanti e governati, considerando dunque l’insieme degli
obiettivi, delle finalità impresse all’ordinamento statale dalle forze politiche dominanti, (fini contenuti
nelle costituzioni)
Stato unitario – nostro ordinamento che però assume la forma di Stato regionale
C’è una sola sovranità che si esercita su un solo territorio
Es. Francia → un potere centrale esercitato uniformemente sul territorio francese
STATO FEDERALE
Sullo stesso territorio vengono esercitate 2 sovranità: federale (comune alla federazione degli
stati) & statale (agli stati componenti)
Es. USA 2 polizie (FBI e sceriffi) – 2 sistemi penali → c’è coesistenza di sovranità e la
disciplina varia di Stato in Stato es. pena di morte
Il processo di federalizzazione è aggregativo
Bund – binden – legare / United – uniti
Federalismo = unificazione
La logica del processo aggregativo è spiegata attraverso la genesi
USA 13 colonie → ognuna con patrimonio culturale e giuridico → conflitti con la madrepatria
(no taxation without representation) colonie erano più deboli della madrepatria quindi si
uniscono → costituzione 1787 = primo stato federale → accordo/contratto tra 13 Stati
indipendenti, ciascuno rinuncia a una parte di potestà e competenze in favore della
federazione
Costituzione federale
elenca le materie di cui si occuperà la federazione → monetazione, cittadinanza, poste,
tribunali, commercio internazionale (non se ne occupano i singoli Stati ma il Congresso)
La Costituzione federale individua gli organi tra cui ripartire i poteri
Sviluppo storico → valorizzazione federazione = New Deal
Contratti tra Stati e federazione → Corte Suprema
Esempi di stati federali
Confederazione Elvetica – Svizzera
1291 i 4 cantoni si uniscono in una lega per fronteggiare gli Asburgo in una sfida militare e
nel 1848 diventa uno Stato federale in senso moderno = aggregazione di Stati che danno
vita alla federazione
Camera degli Stati rappresenta i Cantoni
Germania
Analogie con gli USA perché i Ländern occidentali precedono la federazione, poi nasce lo
stato federale che nasce dall’aggregazione dei Ländern (che nascono prima della
Grundgestez). Il Bundesstadt è il Parlamento con rappresentanti dei Ländern. I Ländern della
parte orientale invece sono stati ammessi nella federazione dopo la caduta del Muro di
Berlino.
Lo Stato nasce nel 1400 mentre in passato erano presenti solo forme parastatali come ad esempio
l’Impero romano. Lo Stato nasce quando si esce dal Medioevo, i legami di fedeltà personale
vengono sostituiti da enti con apparati distinti da quello del signore. Il potere privato si distingue
quindi da quello pubblico. (la proprietà è privata mentre la sovranità è pubblica).
Stato moderno nasce come Stato assoluto → si basa sulla concentrazione di un potere
assoluto nelle mani di un monarca/sovrano
Monarca – era legislatore, aveva potere esecutivo e giudiziario (re = supremo giudice)
esisteva un consiglio ma era un organo consultivo
Nello Stato assoluto la legittimazione del potere si ha da Dio (prima del 1400) poi
rileggitimazione → Thomas Hobbes fonda l’origine del potere non più dalla trascendenza ma
c’è contratto per cui le persone decidono di dar vita allo Stato (sfuggire allo stato felino)
Pactum unionis è anche subjectionis → c’è assoggettamento irrevocabile e permanente
La rileggitimazione del potere assoluto su base contrattuale viene rivista da John Locke
(1689-1690) che trae conclusioni diverse da Hobbes. → apertura verso il pensiero liberale: si
abbandona lo Stato felino per tutelare certi beni (vita, libertà, proprietà…). Abbandono questo
stato per avere in cambio la garanzia della vita. Se lo Stato non è in grado di garantirli non è
più legittimo e va sciolto.
Fase terminale stato assoluto → assolutismo illuminato
(segno di crisi) il fine dello Stato cambia → si vuole il benessere dei sudditi
Rivoluzioni atlantiche che portano alla fine dello Stato assoluto
4. LO STATO ASSOLUTO
Nasce tra il XV e il XVII secolo e si caratterizza per la concentrazione del potere nelle mani del
sovrano assoluto e dei suoi apparati amministrativi. La “legittimazione” del potere era di tipo
trascendente e dinastico (volere divino e generazioni). Il fine di questo Stato era l’affermazione
della propria potenza ovvero della propria sovranità interna ed esterna. Es. l’assolutismo francese.
Nel corso della storia dello Stato assoluto, il monarca cerca di imporre la propria sovranità, senza
però riuscire del tutto a prevalere sul particolarismo giuridico. Lo Stato assoluto viene quindi
definito anche Stato per ceti perché continuavano ad esistere le strutture sociali dell’ordinamento
feudale.
La Costituzione dello Stato assoluto è la risultante di un insieme di rapporti materiali cioè l’insieme
dei rapporti tra i diversi soggetti. Nasce in questo contesto lo Stato di polizia, a indicare in alcuni
paesi la fine dello Stato assoluto, e che coincide con l’assolutismo illuminato. Non cambiano le
strutture dello Stato assoluto ma le finalità perseguite, infatti si accentuò l’interventismo in molti
settori della vita sociale (economia, istruzione, lavori pubblici). Cambiamento non soddisfa le
esigenze nate dopo la rivoluzione industriale e la trasformazione sociale (nascita borghesia) →
porta allo sviluppo dello Stato liberale di diritto.
Le rivoluzioni atlantiche che portano alla fine dello stato assolutista e all’avvio della
formazione dello Stato liberale sono:
Lo Stato liberale di diritto nasce con la rivoluzione francese nel 1789. Quando ci si riferisce allo
Stato liberale si indica la finalità perseguita dai poteri pubblici mentre con l’espressione Stato di
diritto ci si riferisce agli strumenti utilizzati. Il fine era la garanzia dei diritti individuali che dovevano
essere tutelati nei confronti dello Stato stesso.
Alla base dello Stato liberale c’era l’idea secondo cui l’individuo è titolare di diritti naturali che lo
Stato deve garantire. Questo tipo di Stato nasce come conseguenza di trasformazioni socio-
economiche: nascita della borghesia (status di proprietari pur non appartenendo alla nobiltà) che
richiedeva asset istituzionali idonei a garantire le libertà economiche in modo da portare avanti
l’iniziativa imprenditoriale. (≠ stato assoluto era stato interventista).
Le finalità di questo Stato sono racchiuse nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del
1789 approvata con la Rivoluzione francese.
Suffragio ristretto (pov quantitativo) nello Stato liberale successivamente con l’espansione del
suffragio muta la natura dello Stato
Suffragio censitario → universale vuol dire modificare i fini dello Stato → stato democratico
potere al popolo ma la struttura dello Stato liberale resta la stessa.
Italia oggi – stato liberale democratico diventa anche Stato sociale che interviene nella
società per modificare i rapporti sociali
Es. II Repubblica spagnola / Costituzione di Weimar – affermazione diritti sociali
C’è continuità dopo lo stato liberale per quanto riguarda diritti e uguaglianza
Stato liberale tutela diritti e riconosce uguaglianza -- libertà negative libertà da
astensione/diritti da libertà che si realizzano attraverso l’astensione del potere pubblico
Es. art 13 Cost / art. 14 Cost libertà di domicilio / art. 16 Cost circolazione nel territorio della
Repubblica – nessuno mi ferma = sono libero / art. 17 Cost libertà di unione – ce l’ho solo se
lo Stato non discioglie il gruppo
Nello Stato sociale invece sono garantite le libertà positive → diritti sociali/diritti a prestazione
Es. art. 32 / art. 3 uguaglianza davanti alla legge → a prescindere dalle differenze
Uguaglianza formale (stato liberale) e sostanziale (stato sociale)
Stato sociale non rinnega il principio del prmo comma art. 3
Art. 3 comma 2 intervento nellasocietà per rimuovere ostacoli economico-sociali
Limiti fattuali nonostante si sia affermata l’uguaglianza formale (no disuguaglianze giuridiche),
permangono discriminazioni
Es. USA
Secondo il principio di legalità (rule of law – il diritto prevale sul potere), ogni atto dei pubblici poteri
deve trovare fondamento e limiti in una norma giuridica previamente adottata. (segna cesura
rispetto a Stato assoluto dove era inteso come insieme di norme giuridiche vincolanti ed era il
prodotto de titolare del potere – il titolare del potere produce il diritto).
Nello Stato di diritto è il diritto che crea il potere, il titolare del potere è tale perché il potere gli viene
attribuito sulla base delle norme giuridiche e perché opera nel rispetto delle norme giuridiche. La
legittimazione del potere è di tipo legale-razionale: i titolari del potere sono tali perché c’è una
norma che lo attribuisce loro e lo esercitano nel rispetto del diritto.
Norma previa = norma sulla quale ogni atto dei pubblici poteri deve fondarsi
Nello Stato liberale era la legge intesa sia come norma generale e astratta sia come prodotto del
Parlamento. (Nella Dichiarazione del 1789 = espressione della volontà generale)
1. Generalità e astrattezza: norme si applicano a tutti i soggetti dell’ordinamento e sono
suscettibili di ripetute applicazioni nel tempo. Problemi: vengono ignorate le circostanze e le
specificità dei casi. Questi caratteri si legano al concetto di principio di uguaglianza secondo cui gli
uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Il principio di uguaglianza è confermato
dall’articolo 6 della Dichiarazione dove la legge è espressione della volontà generale e deve
essere uguale per tutti.
Il principio di legalità ha valenza garantistica: dire che tutti gli atti dei poteri pubblici si devono
fondare sulla legge significa impedire trattamenti differenziati, cioè speciali.
Dal principio di legalità si può trarre il principio di giustiziabilità degli atti viziati cioè gli atti che
sono difformi dalle norme generali ed astratte e che possono essere annullati da un giudice.
2. Espressione della volontà generale: si sceglie la democrazia rappresentativa nella quale la
volontà dei cittadini si esprime indirettamente attraverso rappresentanti eletti. La democrazia
diretta fu infatti esclusa per consentire il formarsi della decisione attraverso il dibattito e la
discussione, agevole in caso di assemblea piuttosto che di milioni di persone.
In conseguenza del principio rappresentativo, la legge era il prodotto di un organo (Parlamento) in
cui almeno una delle due Camere era elettiva, rispetto allo Stato assoluto dove erano prodotte dal
monarca. Sulla base del principio rappresentativo, ogni membro delle assemblee elettive
rappresentava la nazione → entità pre-giuridica che esprime un’unità. L’elezione dei
rappresentanti avveniva attraverso il suffragio limitato, sulla base del censo e del livello culturale,
che semplificava artificialmente il contesto sociale grazie al quale era possibile:
- Individuare la nazione
- Fare del Parlamento l’organo rappresentativo della nazione
- Configurare la legge come atto che esprimeva la volontà generale, ovvero la volontà della
nazione
La valenza garantistica del principio di legalità: i diritti potevano essere limitati solo attraverso l’atto
con cui si esprimeva la volontà dei titolari dei diritti medesimi, cioè i cittadini che componevano la
nazione. Questa semplificazione artificiale si lega solo allo Stato monoclassse, dato che agli inizi
del Novecento si allarga il suffragio con l’avvento delle classi lavoratrici in politica.
Costituzione in senso moderno: un atto giuridico vincolante per tutti i soggetti dell’ordinamento,
che serve a garantire i diritti e costituisce il fondamento di tutti i poteri.
Fondamentale per capire la legittimazione del potere quando si consideri che i titolari del potere
sono tali perché esistono norme attributive del potere (contenute nella Costituzione). La
Costituzione come atto normativo si caratterizza in quanto è idonea a garantire i diritti e costituisce
il fondamento della legittimazione dei poteri. È un atto del potere costituente (il potere che pone
la Costituzione), cioè l’atto sul quale si fondano tutti i poteri costituiti.
Nello Stato liberale di diritto il potere costituente si manifestava in varie forme: attraverso l’elezione
di un’assemblea costituente o attraverso una concessione da parte del monarca che si
autolimitava. La Costituzione nel secondo caso si dice Costituzione concessa e rappresentava il
risultato di un patto tra il monarca assoluto e i ceti borghesi (monarca concedeva Costituzione e
borghesia rinunciava a Repubblica)
Es. Regno di Sardegna concede Statuto albertino 1848.
Il potere costituente si distingue dai poteri costituiti cioè i poteri che si fondano sulla Costituzione
e che incontrano limiti che questa pone loro. Il potere costituente non è limitato dalla Costituzione
né da nessun’altra norma giuridica (è l’unico potere “sciolto dal diritto")
La Costituzione in senso moderno è una norma giuridica vincolante. Nello Stato liberale di diritto la
Costituzione era incapace di vincolare la legge, che assunse la posizione di fonte suprema e
onnipotente (definito anche Stato legislativo).
Secondo questo principio, le diverse funzioni dello Stato, legislativa, esecutiva e giurisdizionale,
devono essere conferite a organi o gruppi di organi diversi.
Impostazione di Locke e Montesquieu → questo assetto è funzionale alla garanzia dei diritti.
Per garantire i diritti individuali devo limitare il potere ed è perciò essenziale dividerlo.
Potere: il prodotto dell’esercizio di una funzione da parte di un organo.
Organo: insieme di uffici pubblici che svolge un’attività a rilevanza esterna
Uffici: insieme di mezzi personali e materiali organizzati per realizzare un determinato compito.
Funzione: attività preordinata ad un fine
Con l’allargamento della base sociale per il suffragio tra il fine dell’Ottocento e il primo dopoguerra
lo Stato liberale di diritto viene meno. Questa trasformazione evidenzia molte contraddizioni:
1. Quali diritti? I diritti di chi?
i diritti garantiti erano quelli definiti libertà negative cioè l’esclusione di ingerenze esterne
nella sfera personale dell’individuo (es. diritto di proprietà). Il titolare dei diritti era l’individuo
astratto, svincolato da qualsiasi contesto sociale → proprietario borghese maschio →
esclusione del proletariato e della donna → vincoli rimossi con la legge 17 luglio 1919 n.
1176, norme circa la capacità giuridica della donna.
Quindi nello stato liberale si tutelavano i diritti di una parte limitata della popolazione
2. Quale uguaglianza?
Contraddizione circa il principio di uguaglianza che nello Stato liberale non era perseguito
in quanto erano presenti disuguaglianze sociali e tra uomini e donne. Le disuguaglianze
erano possibili a causa dell’astensione dall’intervento pubblico nella sfera economica.
3. Quale nazione?
Contraddizione circa il principio di sovranità della nazione in quanto il suffragio limitato
faceva sì che la nazione fosse composta solo dai soggetti dotati di voto e che la legge
fosse il prodotto della volontà di pochi. (la maggioranza della popolazione era esclusa dal
processo di decisione politica)
4. Quale Costituzione?
era prodotto del potere costituente e pretendeva di porsi come atto giuridico vincolante ma
ciò non accadde per motivi politico-sociali (il Parlamento non accettava che la Costituzione
limitasse la sua sovranità) e tecnico-giuridiche (le costituzioni non erano assistite da
garanzie nei confronti delle leggi incostituzionali che prevalevano sulla Costituzione senza
possibilità di privarle di efficacia)
Costituzione flessibile: una Costituzione che non si pone al vertice del sistema delle fonti in
quanto può essere modificata con legge ordinaria.
Con l’ingresso della classe lavoratrice sulla scena politica nasce lo Stato pluriclasse dove
agiscono soggetti con interessi diversi. La legge non esisteva più come volontà generale perché
non ne esisteva più una.
Contesto: scontro tra lavoratori e proprietari → il diritto era impotente, caso della Costituzione di
Weimar con cui la Germania cerca di integrare le esigenze dei lavoratori nello Stato per mezzo del
riconoscimento dei diritti sociali ma la contrapposizione era troppo forte. A causa di questo
fenomeno sociale, lo Stato liberale di diritto venne sostituito dallo Stato autoritario o totalitario.
Stato autoritario è una forma di Stato che rifiuta i caratteri propri dello Stato liberale di diritto e
recupera alcuni aspetti dello Stato assoluto (es. concentrazione dei poteri, interventismo nella
sfera economica).
In Italia il passaggio a questa forma di Stato e successivamente a quella totalitaria fu possibile
grazie alla flessibilità dello Statuto albertino.
Stato totalitario i caratteri dello Stato autoritario sono ancora più accentuati assumendo il volto di
una ideologia “totalizzante” pervasiva di ogni aspetto del vivere sociale. (es. Germania nazista)
Stato liberale si trasforma in Stato pluralista se ci si sofferma sulla sua base sociale e sulle finalità
perseguite dai poteri pubblici, mentre si trasforma in Stato democratico, Stato costituzionale, Stato
sociale, Stato decentrato se ci si riferisce agli strumenti giuridici utilizzati. (insieme di caratteri che
formano lo Stato contemporaneo)
Stato contemporaneo: forma di Stato nella quale la finalità principale perseguita dai pubblici
poteri è il mantenimento dell’unità in un contesto pluralista. Per far ciò, si sottopone il potere delle
maggioranze politiche alla Costituzione e si promuove la coesione sociale attraverso il
perseguimento dell’uguaglianza sostanziale. Si sviluppa come conseguenza dello Stato liberale di
diritto.
Es. USA tra le due Guerre mondiali attraverso l’introduzione di nuove politiche sociali (New Deal)
→ porta a una nuova interpretazione della Costituzione senza modifiche formali.
Es. Francia, Inghilterra, Canada, Australia e Scandinavia tramite la revisione della Costituzione
scritta
Es. Italia e Germania, instaurazione Stato contemporaneo dopo la fase dello Stato autoritario o
totalitario
La diffusione di questa forma di Stato avviene tramite “cicli costituzionali” cioè periodi storici
caratterizzati dalla produzione di Costituzioni che presentano caratteri simili.
Es. ciclo costituzionale post Seconda guerra mondiale di Italia, Giappone, Francia 1946
Es. ciclo costituzionale post-1989 paesi dell’Europa centrale e orientale
Alcuni paesi hanno introdotto questo tipo di stato per “imitazione” o dopo transizioni costituzionali e
processi di democratizzazione, altri sulla base di scelte “eterodirette” cioè imposte da potenze
straniere (es. imposizione da parte di organizzazioni internazionali o sovranazionali di adottare
questa forma di Stato – Ue e Turchia)
Forme di stato estranee esistono ancora (es. Cuba) mentre si assiste anche al fenomeno inverso,
cioè democrazie stabilizzate stanno regredendo → regressione democratica (es. USA Trump)
dove si ha una transizione al contrario → regimi populisti → movimento politico che pretende di
parlare in nome del popolo. Questi governi tendono a liberarsi dai limiti della democrazia
costituzionale (es. limitando diritti minoranze).
Lo Stato democratico è la forma di Stato nella quale esiste una tendenziale corrispondenza tra
governanti e governati.
Affinché uno Stato possa essere classificato come democratico occorre che siano presenti una
serie di caratteristiche che consentano al popolo di esprimere la sovranità:
1. Principio di maggioranza si adottano soltanto le decisioni che dispongono di un verificato
consenso della maggioranza dei soggetti politicamente attivi
2. Rispetto delle minoranze
3. Deve sussistere la possibilità per gruppi politici diversi di concorrere liberamente per il
governo del paese → dev’essere assicurata alle minoranze la possibilità di diventare
maggioranze. La libera competizione politica implica libere elezioni che garantiscono →
diritti politici, libertà di riunione, di associazione, di espressione. Non si può parlare di
possibilità di concorrere liberamente se non è assicurata la parità di condizioni
4. Le decisioni delle maggioranze vanno adottate ed eseguite sotto il controllo delle
minoranze che devono poter attivare strumenti di controllo delle decisioni delle
maggioranze
Con lo Stato democratico si ha una nuova separazione dei poteri → bipartizione che distingue il
circuito della decisione politica (potere legislativo ed esecutivo) dove le maggioranze decidono da
quello delle garanzie (potere giudiziario) che è sottratto alle maggioranze.
Con Stato costituzionale intendiamo la forma di Stato caratterizzata da una Costituzione rigida,
cioè quella Costituzione che si pone a vertice del sistema delle fonti.
La Costituzione prevale sulla legge grazie alla giustizia costituzionale che consente di eliminare
le leggi contrarie alla Costituzione e grazie al procedimento aggravato di revisione
costituzionale per cui per modificare la Costituzione sono necessarie maggioranze più ampie di
quelle che possono approvare una legge.
Queste garanzie nella Costituzione italiana sono previste nella sezione I → la Corte Costituzionale
e nella sezione II → “Revisione della Costituzione, Leggi Costituzionali”
La Costituzione rigida è una costituzione “garantita”, la cui supremazia è assicurata per mezzo di
appositi strumenti giuridici. Il Parlamento è il luogo in cui si esprime attraverso la legge la volontà
della maggioranza. Il “luogo” della volontà condivisa diventa la Costituzione dove si scrivono i
valori unificanti dello Stato pluralista.
La Costituzione è frutto del potere costituente che si esprime attraverso un “compromesso
costituzionale” tra le diverse componenti della società pluralista che si accordano sulle regole del
vivere insieme, su principi e valori condivisi e li scrivono in una Costituzione rigida, proteggendoli
dalle maggioranze politiche contingenti (che di volta in volta vincono le libere elezioni)
≠ dal patto subjectionis fatto tra monarca e borghesi per cui la borghesia accettava la monarchia
che a sua volta rispettava regole di condotta
La Costituzione è un pactum societatis cioè un accordo sui principi del vivere insieme.
Garanzie della Costituzione:
Stato sociale è quella forma di Stato che ha come fine l’uguaglianza sostanziale.
Uguaglianza formale (nello Stato liberale) → tutti i soggetti sono uguali davanti alla legge e
devono essere trattati allo stesso modo
Veniva trattata in modo uguale solo quella minima parte del popolo che godeva dei diritti politici.
Uguaglianza sostanziale (nello Stato sociale) → uguaglianza di risultato e consiste nella
rimozione delle differenze che ostacolano il raggiungimento dell’uguaglianza formale.
L’uguaglianza sostanziale parte dal pov opposto, che sono tutti diversi e quindi devono essere
trattati in modo diverso: nel senso che occorre rimuovere le disuguaglianze che limitano il pieno
sviluppo della persona umana, mentre altre forme di differenza possono essere mantenute,
tutelate e protette se attengono a specificità che fanno parte dell’identità dei soggetti.
Italia è uno Stato unitario → nella forma di Stato regionale – art. 5 Cost → la Repubblica è
una e indivisibile ma si articola in regioni (“Repubblica riconosce e promuove le autonomie
locali” – province e regioni)
Regioni sono enti territoriali dotati di autonomia legislativa
quindi si distinguono lo Stato legislatore e le regioni legislatrici
L’Italia non è uno stato federale
Nello Stato federale vengono prima gli Stati componenti, mentre nello Stato regionale viene
prima lo Stato centrale poi le regioni. Sulla base della Repubblica sono state istituite le
regioni art. 131 Cost (non viceversa come per lo stato federale). La Costituzione è stat
aadottata dall’Assemblea Costituente – non sono le regioni che la adottano
Questo ha conseguenze anche sull’organizzazione dei pubblici poteri
Es. per la revisione costituzionale non si chiede il parere delle regioni
Bundesstadt rappresenta i Ländern, Senato USA ogni senatore rappresenta uno Stato e gli
Stati componenti hanno un peso nelle decisioni ≠ Parlamento che NON rappresenta le
regioni → si ha il divieto di mancato imperativo cioè i membri del Parlamento
rappresentano la nazione
Esiste un organo di intesa tra Regioni e Stato → Conferenza Stato Regioni → è un organo
non previsto dalla Costituzione che ha come funzione esempio la ripartizione dei fondi tra
regioni.
Dal pov fattuale le funzioni legislative spettanti alle regioni non sono < rispetto alle funzioni
legislative dello Stato centrale.
Es. provincia autonoma di Bolzano ha più funzioni legislative di quanto non ne abbia
Innsbruck (Austria concentra funzioni federali a Vienna) mentre Sudtirolo è la regione in cui
l’autonomia si spinge a livello max.
Stato regionale (II Repubblica spagnola) ha origine più recente rispetto a Stato federale (es.
II Reich)
Seconda repubblica spagnola Costituzione 1931 primo caso
tutele linguistiche → Basco e Catalano
Il modello italiano vi si basa
La Costituzione spagnola del 1978 riprende la Costituzione italiana
UK → devoluzione funzioni legislative a Galles, Scozia e Irlanda del Nord →
regionalizzazione parziale
Francia → Corsica / Belgio → comunità fiamminga e vallona
Italia → regionalizzazione parziale fino ad anni ’70 poi totale
La Costituzione del 1948 segna la frattura con il regime fascista e lo Stato liberale prefascista che
porta alla nascita di uno Stato accentrato → Stato regionale
L’Italia nel 1861 era nata come Stato unitario accentrato, mentre nel secondo dopoguerra, si ha il
passaggio allo Stato regionale che mirava a far fronte alle differenze geografiche ed economiche
esistenti tra le varie parti del paese e a rispondere a concrete richieste di autonomia provenienti da
alcune aree insulari o di confine (Sicilia, Valle d’Aosta, Alto Adige) dove si erano insediati governi
autonomi.
Art 5 Cost. esprime la volontà di distribuire il potere sul territorio. Questo principio si sviluppa nel
titolo V della parte II dove è disciplinata l’autonomia dei comuni e delle province ma soprattutto
quella delle regioni, dotate della potestà legislativa.
Per quanto riguarda gli enti locali, l’autonomia consiste nella possibilità per gli organi elettivi di
questi enti di adottare decisioni autonome nell’ambito delle competenze ad essi riconosciute dalla
legge. A livello normativo, dispongono di autonomia statutaria e regolamentare (possibilità di
adottare norme secondarie).
Per quanto riguarda le regioni, il modello costituzionale di Stato regionale italiano si fonda su un
regionalismo differenziato. La Costituzione prevede due tipi di regioni, quelle a statuto speciale e
quelle a statuto ordinario, occupandosi direttamente solo delle competenze di queste ultime,
mentre per le regioni speciali sono previste leggi costituzionali che ne definiscono l’autonomia in
termini più ampi, in riferimento alle funzioni legislative e all’autonomia finanziaria.
Es. situazione Trento e Bolzano “province autonome” che dispongono di potestà legislative.
Per le regioni ordinarie, le condizioni di autonomia sono definite dal titolo V della parte II.
Legge cost. n.1 del 1999 viene riconosciuta alle regioni piena autonomia statutaria attraverso la
sottrazione degli statuti all’approvazione parlamentare
Legge cost n.3 del 2001 viene modificato il criterio delle competenze legislative introducendo
materie di competenza esclusiva dello Stato centrale e affidando alle regioni le competenze
residue. L’elenco di materie statali comprende il diritto penale, il diritto civile, la tutela
dell’ambiente, la tutela della concorrenza, la garanzia dei livelli essenziali dei diritti civili e sociali.
Tra le materie di competenza delle regioni ci sono agricoltura, industria, commercio, turismo,
urbanistica, assistenza sociale. Viene creato anche un elenco di materie di competenza
concorrente, nelle quali lo Stato detta i principi e le regioni dettano la disciplina di dettaglio. Le
funzioni amministrative, sulla base del principio di sussidiarietà, sono attribuite ai comuni.
L’autonomia finanziaria delle regioni è accresciuta → federalismo fiscale. È stato previsto un
procedimento per consentire alle regioni ordinarie che lo richiedano e ne abbiano la possibilità
finanziaria di acquisire ulteriori competenze.
Dal 2001 in poi lo Stato ha mostrato resistenza ad accettare le riforme; la Corte costituzionale
invece ha cercato di delimitare il potere dello Stato centrale applicando il principio di leale
collaborazione, in base al quale lo Stato interviene in materie che interferiscono con le competenze
regionali, assicurando che le regioni siano coinvolte in tali decisioni. La sede principale in cui
avvengono queste negoziazioni tra Stato e regioni è la Conferenza Stato-regioni quando sono
coinvolti anche i comuni e le province, la conferenza unificata Stato-regioni-autonomie locali.
Questi organi riuniscono i rappresentanti del Governo nazionale e di quelli regionali e locali, ma la
loro incidenza è limitata in quanto non possono intervenire significativamente nel procedimento
legislativo, a causa della loro mancata costituzionalizzazione.
Titolo V della parte II della Costituzione, non delinea un efficiente Stato decentrato di tipo regionale
(presentazione di proposte di riforma orientate in direzioni opposte)
Es. revisione costituzionale 4 dicembre 2016 finalizzata alla semplificazione dei livelli di governo e
alla garanzia degli interessi unitari. Al contrario, alcune regioni dell’Italia settentrionale hanno
avviato il procedimento previsto dall’art. 116 comma 3 per acquisire una più ampia autonomia e
con essa maggiori risorse finanziarie (vengono evidenziate tensioni tra regioni più ricche e
sviluppate rispetto al resto del paese).