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26/02/2020

Le Fonti del diritto


Le fonti del diritto sono fatti o atti che producono o hanno in sé le norme del diritto.

Gli atti della Costituzione si sostanziano in qualcosa di scritto, che si tocca con mano. Le leggi, dopo la promulgazione
del presidente della Repubblica, vengono pubblicate sul gazzettino ufficiale e diventano sono atti o vengono pubblicate
in maniera digitale. Gli atti sono le fonti del diritto scritto. L’ordinamento italiano detto civil law, ha origine dal diritto
romano. Ai loro tempi c’era il bellum oppure le leggi venivano scritte sulle pietre. Il diritto che si sostanzia in una fonte
scritta è l’atto. L’Italia ha ripreso il nostro diritto da quello romano basato sugli atti scritti. Questo diritto viene adottato
da molti paesi occidentali. Quando si parla di fatti sono situazioni che creano diritto. Nel nostro ordinamento, l’unico
fatto che crea diritto si chiama consuetudine. La consuetudine è un fatto che le persone ripetono nel tempo con la
convinzione che sia obbligatorio. Quel determinato comportamento viene assunto perché si è convinti che quel qualcosa
sia obbligatorio. Quel tipo di comportamento, anche se non è scritto da nessuna parte diventa diritto. In realtà i paesi
anglosassoni sono paesi in cui non si riconosce il diritto basato su atti scritti, pertanto non hanno un ordinamento basato
sulla civil law ma sono un ordinamento di common law. Sono paesi in cui la maggior parte delle fonti di diritto sono
basate sui fatti.

Es. Se l’avvocato che deve preparare la difesa nei confronti di un imputato, non vanno a vedere le leggi bensì le
sentenze dei giudici, i fatti e come si sono comportati le Corti Supreme. L’avvocato studia i precedenti, quello che è
avvenuto prima, se ci sono fatti analoghi e quali sono state le decisioni, le sentenze dei giudici emanate dalle altre
Corti.

Nei paesi del common law, c’è una Costituzione di massima, un atto scritto per eccellenza, ma non ci sono regolamenti,
leggi o atti scritti perché sono i giudici che rappresentano il dato reale e che creano il diritto. In questi paesi il diritto
viene dai fatti. Da noi viene dall’atto scritto.

 VANTAGGI E SVANTAGGI DEI PAESI CON ORDINAMENTO CIVIL LAW E COMMON LAW

Da noi il diritto si basa sugli atti scritti, quindi dovremmo avere la certezza del diritto, ad esempio c’è scritto che se
“rubare è reato”, perciò si può essere penalmente perseguiti. L’America ha un ordinamento di common law, perciò si
contraddistingue dal nostro ordinamento. Se rubo le pene sono abbastanza limitate, ma molto dipende da ciò che decide
il giudice a seconda di quello che è successo prima, del tipo di rapina commessa dall’imputato. Dato che non hanno una
legge scritta né un punto di riferimento, trovano varie sentenze di situazioni passate analoghe al caso specifico e in base
alla bravura dell’avvocato si può far assolvere l’imputato.

I paesi civil law possono essere più certi della decisione del giudice perché il giudice decide in base alla legge. Nei paesi
anglofoni la certezza del giudizio non c’è però il diritto si adegua alla realtà. Il nostro diritto deve essere aggiornato
perché può rimanere indietro rispetto alla realtà. Invece nei paesi anglofoni si aggiorna costantemente ed è
costantemente al passo con i tempi.

Le fonti del diritto sono:

- atti scritti
- fatti, ovvero precedenti o comportamenti che producono diritto.

Abbiamo:

- Fonti di cognizione, atti di cui possiamo trovare le fonti (la Gazzetta ufficiale).
- Le fonti di produzione sono quelli in cui si produce diritto (leggi, regolamenti).

Nel nostro ordinamento c’è una gerarchia che ordina le fonti di diritto. Con gerarchia si intende che uno più importante
e uno meno. Le fonti italiane sono sistemate in modo che al vertice ci sia una fonte più importante e man mano che si
scende, fonti sempre meno importanti.

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 LA COSTITUZIONE

Al vertice delle prime fonti c’è la Costituzione italiana. Essa fissa i principi generali alla base del nostro Stato, quindi
anche del turismo. Fissa inoltre i principi cardine del nostro Stato e delle altre fonti di diritto, quale il procedimento per
la formazione della legge e i principi generali delle nostre istituzioni.

la Costituzione è stata approvata nel 1948. Alla fine della seconda guerra mondiale agli italiani venne chiesto se
preferivano la monarchia o la Repubblica. Essi scelsero la Repubblica. Essendo passati dalla monarchia di Vittorio
Emanuele III alla Repubblica, era necessario riformare la Costituzione. Durante la monarchia, era in vigore lo Statuto
Albertino che era una sorta di Costituzione con caratteri completamente diversi da quella attuale.

Dopo la decisione degli italiani a favore della Repubblica, si riunisce l’Assemblea Costituente che nel 1948 partorirono
la Costituzione. In realtà l’Assemblea era composta da tutte le forze politiche (democratici, liberali). La Costituzione
italiana è stata ben fatta e presa come modello da molti paesi latinoamericani per le proprie democrazie. L’impianto
della Costituzione italiana è fatta benissimo, al di là della sua applicazione. La Costituzione è una soluzione di
compromesso perché nasce da varie forze politiche e, proprio per questo, è fatta benissimo.

Le leggi Costituzionali hanno lo stesso valore della Costituzione ma sono state approvate in seguito alla stessa. La
riforma del titolo V della Costituzione riguarda molto il turismo. Tale riforma è del 2001.

Possiamo parlare di leggi costituzionali perché tali leggi hanno un procedimento di formazione a detta della nostra
Costituzione (art. 138), diverso rispetto alle leggi ordinarie. La nostra Costituzione è rigida perché non può essere
modificata da una legge ordinaria, altrimenti non sarebbe un gradino più in alto rispetto alle leggi ordinarie. La modifica
ha bisogno di due successive deliberazioni che devono essere identiche, a distanza di tre mesi l’una dall’altra. Questa
deliberazione deve essere presa dalla maggioranza assoluta del Parlamento o dalla maggioranza dei 2/3 (più della metà).
Nella costituzione è previsto che se la deliberazione è presa dai 2/3 della maggioranza politica e non è necessario un
referendum costituzionale. Se invece la deliberazione è presa a maggioranza assoluta del Parlamento (meno dei 2/3) un
quinto dei parlamentari, o 500mila elettori o cinque consigli regionali possono richiedere che essa venga sottoposta alla
volontà del popolo per un consenso maggiore. Nel caso del referendum di fine marzo un quinto dei parlamentari ha
richiesto un referendum per il popolo per votare questa riforma costituzionale. Riforma sul numero dei parlamentari.
Spesso il voto è da parte del partito, indipendentemente dal fatto che siano 200 o 300 parlamentari.

La nostra Costituzione è rigida e prevede un procedimento aggravato per essere modificata. Il numero dei
parlamentari è una legge costituzionale che è stata approvata alla seconda deliberazione è stata approvata alla
maggioranza assoluta ed è stato richiesto il parere del popolo attraverso un referendum costituzionale.

 LE LEGGI E GLI ATTI

Dopo la Costituzione, nella piramide delle fonti troviamo le leggi e gli atti aventi forza di legge. Non tutti gli atti che
producono diritto sono le leggi, le leggi formali sono quelle che vengono approvate dal Parlamento. L’approvazione
delle leggi formali, rispetto alle leggi costituzionali, è più semplice. Quest’approvazione però, dev’essere identica tra
Camera e Senato, senza nessuna modifica. Il medesimo testo dev’essere approvato da Camera e Senato, ed il Presidente
della Repubblica ha il compito di controllare la legge e vedere se sia conforme con la Costituzione e la promulga (atto
ufficiale con cui dà conto ai cittadini), la pubblica sulla Gazzetta Ufficiale e dopo 15 giorni diventa ufficiale e valida
per tutti e tutti ne dovrebbero essere a conoscenza.

 DECRETI

Gli atti aventi forza di legge sono chiamati decreto legge e decreto legislativo. Li troviamo entrambi anche nell’ambito
del turismo. Essi hanno la stessa forza della legge e si trovano sullo stesso “gradino” ma non provengono dal
Parlamento, non vengono approvati da esso bensì dal governo. La democrazia si basa sulla separazione dei poteri.
Montesquieu diceva che la democrazia si basa sulla divisone dei poteri, nonché 3:

- Legislativo (rappresentato da parlamento e leggi)


- esecutivo (governo che deve eseguire le leggi)
- giudiziario (rappresentato dalla magistratura che deve giudicare chi non rispetta le leggi).

Montesquieu aveva conosciuto la dittatura che aveva in sé tutti e tre i poteri ed è per questo che sostiene che la
democrazia si basa sulla divisione dei poteri.

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27/02/2020

 Teoria della separazione dei poteri teorizzata da Montesquieu

Il potere legislativo appartiene al Parlamento che emana gli atti di legge che vengono subito dopo la Costituzione e che
sono sua emanazione. La Costituzione fissa i principi e le leggi stesse prevedono nelle loro disposizioni, tali principi.
La rigidità della Costituzione si verifica nella necessità di un processo aggravato prima di poter modificare una legge o
fare un’altra legge costituzionale. Siamo nel pieno di questo procedimento aggravato relativo alla modifica del numero
di parlamentari. La Costituzione non può essere modificata con una legge ordinaria. Lo Statuto Albertino, in vigore
prima della modifica della forma di Stato italiano da monarchia a Repubblica, era rimasto così fino al Fascismo.

In precedenza non era una costituzione rigida, quindi poteva essere modificata con una legge ordinaria del Parlamento.
Lo Statuto Albertino era stato concesso da Carlo Alberto nell’800 ma non essendo rigido, poteva essere modificato di
volta in volta dal Parlamento, in base alla maggioranza che sedeva nel Parlamento stesso.
Quando Mussolini fece la marcia di Roma, lo Statuto Albertino prevedeva delle libertà:
- Libertà d’associazione
- libertà personale.

Libertà = sinonimo di democrazia. Nei regimi dittatoriali invece le libertà non esistono e non c’è libertà di associazione
ad esempio. A seconda delle libertà presenti in un territorio, c’è un barlume di democrazia (a seconda di quanto estese
tali libertà siano). Nel periodo Giolittiano, l’Italia era una democrazia retta dallo statuto Albertino. Tale statuto, essendo
una costituzione elastica, si è addirittura adattato al fascismo durante il quale furono soppressi tutti i partiti politici.
L’unico partito esistente era quello fascista, sebbene esistesse ancora un parlamento e una magistratura. Formalmente
c’era una separazione dei poteri ma in Parlamento sedevano solo fascisti. I giudici erano nominati da Mussolini ed
erano fascisti anch’essi, per cui lo statuto Albertino era facilmente modificabile.
I fascisti soppressero facilmente tutte le libertà con leggi ordinarie approvate da tutti i membri del Parlamento. Con la
stessa costituzione si passò facilmente da uno stato democratico a uno dittatoriale. Per questo, dopo il Fascismo, i padri
costituenti non volevano lasciare una Costituzione facilmente modificabile bensì una Costituzione rigida che prima di
essere modificata avesse bisogno di una maggioranza nel Parlamento, e se tale maggioranza non ci fosse stata, si
chiedeva al popolo.
Per modificare l’attuale costituzione ci vuole più della maggioranza (cioè i 2/3), quindi interviene anche la minoranza e
necessita di amplio consenso.

 LA CORTE COSTITUZIONALE

L’istituzione della Corte Costituzionale è un organo giudiziario che giudica le leggi e garantisce la rigidità della
Costituzione. Il Parlamento può fare una legge che ad esempio viola il principio di uguaglianza, un principio garantito
dalla Costituzione (siamo tutti uguali davanti alla Legge). Se tutti in Parlamento sono d’accordo ed emanano tale legge,
la Corte Costituzionale deve controllare che tale legge non sia in contrasto con i principi costituzionali. Il fatto di aver
previsto tale organo ci garantisce che i principi della nostra Costituzione vengano rispettati nelle leggi.

Nell’approvazione della Costituzione la Corte Costituzionale fu importante, soprattutto nel passaggio da monarchia a
Repubblica, dove erano ancora in vigore delle leggi del passato ordinamento, addirittura decreti regi risalenti a Vittorio
Emanuele III. Nel nostro ordinamento c’è stato una continuità, non c’è stata una cesura. La Corte Costituzionale fa
rispettare alla legge emanata dal Parlamento i principi costituzionali.

Art. 76 della Costituzione: “L’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al governo se non
con determinazione di principi e criteri direttivi e solo per tempo limitato e oggetti definiti”.

La Costituzione sottolinea il principio generale, già previsto da Montesquieu, in cui il governo non può emanare legge
nemmeno se lo ordina il Parlamento (su delegazione), ma trova anche l’eccezione. Determina l’oggetto per cui
effettuare tale eccezione; in questo caso il Parlamento delega l’emanazione della legge al governo quando si tratta di
materie estremamente tecniche perché non sempre in Parlamento siedono persone con una specializzazione e
competenze specifiche. Es. per la legge sulla sicurezza sul lavoro i Parlamentari non conoscono i dispositivi di
sicurezza dei lavoratori nei vari ambienti lavorativi (caschi, tute ecc).
Ci sono determinati oggetti che vengono delegati al governo che invece è composto da tecnici. I ministri vengono
nominati politicamente, ma ogni ministro, nell’ambito del ministero, è specializzato. Per cui, per queste materie
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tecniche, il Parlamento delega al governo il potere legislativo di fare leggi tecniche. Ma questo non significa che il
parlamento si spogli del potere legislativo perché la delega è prevista dalla Costituzione. Essa dice che in questa
delega ci deve essere una legge in cui il Parlamento delega il governo a fare un decreto legislativo sostanziale sulla
sicurezza sul lavoro ad esempio, però (il governo) deve emanare tale decreto entro un tempo stabilito per non ampliare
tale potere legislativo e anzi per circoscriverlo a un tempo stabilito. Bisogna stabilire su quale oggetto fare questa
delega. Bisogna poi stabilire i principi e criteri direttivi che il governo deve rispettare nell’emanare tale decreto.
La separazione dei poteri è salva perché c’è un controllo a priori da parte del Parlamento. Esso ha stabilito la delega
dell’esercizio del potere legislativo e non del potere legislativo in sé. Inoltre il Parlamento controlla la maniera in cui il
governo farà questa legge.
Art.77 della Costituzione riguarda il decreto legge attuato. “Quando, in casi straordinari di necessità e urgenza,
il governo adotta, sotto sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge deve il giorno stesso presentarli
per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni”.
C’è un altro modo in cui il governo può fare le leggi, ma la Costituzione mette rigidi paletti all’esercizio della funzione
legislativa. Tale modo è il decreto legge.
Es. dell’ Umbria. Dopo il terremoto, per emanare una legge per inviare la Protezione Civile nella regione, per
attrezzare le tende, per distribuire i beni di prima necessità a chi era rimasto senza casa, non si potevano attendere i
tempi del Parlamento (approvazione di una legge dalla Camera e dal Senato).
Anche per il coronavirus o per altri casi urgenti in cui il Parlamento non può fare la legge (perché serve una legge
rapida e il Parlamento non ce la fa), il governo può emanare un decreto legge. I costituenti hanno voluto concedere tale
potere al governo perché appunto il Parlamento non può fare una legge in tempi così brevi ma ci vuol un provvedimento
urgente. Tuttavia, il governo potrebbe prendersi troppo potere, da usurpare il Parlamento e tornare alla dittatura, e
proprio per questo motivo i costituenti hanno previsto delle garanzie per impedire che questo accada.

1) Il governo adotta sotto sua responsabilità cioè è responsabile davanti agli elettori e quindi il governo può
cadere se fa qualcosa di sbagliato.
2) Provvedimenti provvisori.
3) Deve il giorno stesso presentare il decreto legge, non appena si riunisce il Consiglio dei Ministri. Le Camere
devono convertire.
Conversione vuol dire che le Camere, dopo aver ricevuto il testo legislativo, devono trasformarlo in legge. Bisogna
portare al Senato il testo legislativo, quindi il Parlamento deve prendere visione del testo e deve approvarlo quindi
convertirlo in legge. Il decreto legge per rimanere in vigore, deve necessariamente essere approvato dal parlamento.
L’ulteriore garanzia è che le Camere, anche se il loro mandato parlamentare è terminato, vengono riconvocate.
La conversione in legge deve avvenire entro 60 giorni, 30 per il Senato e 30 per la camera. Se il decreto non viene
convertito entro 60 giorni è come se non fosse mai stato emanato.
Ultimo comma dell’art.77: i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti legge non convertiti sono regolati da
una legge del Parlamento.
Questo vale se ad es. il governo presenta il decreto legge ma il Parlamento non converte entro 60 giorni tale decreto. Il
Parlamento in questo caso viene quindi obbligato a emanare una legge per regolare tali rapporti giuridici (e non lasciare
tutto in sospeso). In tal senso non è mai responsabile (perché viene obbligato da una legge che metta a posto i rapporti
giuridici). Se la legge non viene approvata dopo 60 giorni può perdere efficacia completamente perché non sono sorti
dei rapporti e il decreto non è stato convertito.
Entro quei 60 giorni, prima che venga approvato, il decreto ha vigore. Es. se il decreto stabilisce che bisogna
distribuire 50 euro al mese alle famiglie con reddito basso, tali famiglie entro i 60 giorni (per due mesi quindi)
percepiranno tale somma. Se allo scadere dei 60 giorni il decreto non è stato convertito in legge, dal terzo mese tali
famiglie non percepiranno più nulla e sarà come se il decreto non fosse mai stato emanato.
- Il decreto legge è in vigore per sessanta giorni però se non viene convertito, allo scadere del sessantesimo
giorno, viene spazzato via, in quanto provvisorio.
- Invece Il decreto legislativo non è provvisorio perché è basato su una legge di delega che stabilisce tempo
entro cui deve essere fatto, i principi.

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Il parlamento non perde mai la sua funzione legislativa perché con il decreto legislativo controlla prima facendo la
delega. Con il decreto legge controlla dopo con il meccanismo di conversione (se lo fanno). Quando un decreto legge
diventa legge la responsabilità è anche del Parlamento. È, infatti, possibile che in alcuni casi il Parlamento apporti delle
modifiche al decreto legge approvato, ma questi casi non interessano al nostro discorso. Ci interessa sapere che il
Parlamento può non convertire o convertire con modifiche.

GERARCHIA FONTI DEL DIRITTO


Nel primo grado della piramide troviamo:

 REGOLAMENTI COMUNITARI

L’Art.5 Costituzione sottolinea che chi fa le leggi, cioè lo Stato e le Regioni, devono rispettare gli obblighi assunti con
l’U.E. L’U.E per funzionare si è dotata di un corpus legislativo. Le fonti legislative più importanti dell’U.E sono quelle
con cui essa lavora e sono i Regolamenti Comunitari e le Direttive Europee. I trattati sono accordi tra gli stati. Sono
fonti primarie con valore costituzionale. La Costituzione europea è più che altro un insieme di trattati ma non esiste
un’unica e sola costituzione. Francia e Olanda hanno detto no alla stesura della Costituzione europea.
Come fonti che nel nostro ordinamento assumono la stessa forza della legge ci sono i Regolamenti comunitari e le
Direttive europee. I Regolamenti sono leggi valide per tutti i paesi, devono essere accettati da tutti gli stati che alla
legislazione europea devono conformarsi. Se gli stati hanno una normativa contraria al regolamento devono sottacere
queste normative e privilegiare i regolamenti europei. Es. un giudice di fronte a una legge italiana in contrasto con un
regolamento europeo, deve mettere a tacere la legge italiana. Tuttavia questa prevalenza del regolamento europeo vale
finché non va a inficiare i principi della costituzione. Il regolamento europeo fa parte del nostro ordinamento finché non
va contro i principi costituzionali.
L’U.E. è nata con un preciso scopo economico: un mercato comune europeo, il cui interesse è far funzionare il mercato
e l’economia.
Insieme ai regolamenti si aggiungono le Direttive. Esse sono norme rivolte non al cittadino ma agli stati, nonché paesi
dell’U.E. La peculiarità delle direttive è che esse devono essere recepite non dai cittadini ma dagli Stati, perché in realtà
incidono sugli Stati. Lo Stato deve applicare direttiva, pena la procedura di infrazione. Poiché le direttive sono rivolte
agli stati, per diventare legge per i cittadini devono essere recepite quando lo stato le ha prese dall’U.E., ad esempio
quando l’UE le fa diventare norma italiana. L’U.E.
Lo stato per applicare la direttiva europea può fare una legge apposita in cui riprende la direttiva europea, oppure può
trasformarla in un regolamento, che è una fonte secondaria nella gerarchia delle fonti. Per entrare nell’ordinamento
italiano, il Parlamento o il governo deve trasporre il contenuto della direttiva europea o in una legge o in un
regolamento. Questo significa recepire la direttiva e attuarla.

L’Italia spesso si è resa inadempiente per il mancato rispetto delle tempistiche, infatti, spesso ha avuto delle multe. Per
evitare queste multe, ogni anno il Parlamento si riunisce appositamente per recepire le direttive (una volta all’anno).

DIFFERENZA TRA REGOLAMENTO E DIRETTIVE: Il regolamento è una fonte secondaria che proviene dal
governo. Si applica ai cittadini europei. Le direttive sono rivolte allo stato che le recepisce e la applica nelle proprie
norme interne.

Secondo gradino della piramide:

 REGOLAMENTO GOVERNATIVO

Piramide delle fonti del diritto:


- al vertice c’è la COSTITUZIONE,
- poi primo grado LEGGI,
- poi secondo grado REGOLAMENTO EUROPEO,
- terzo grado REGOLAMENTI GOVERNATIVI ovvero norme poi trasfuse in atti emanati dal governo che
sono esecuzione delle leggi (fonti di primo grado), danno esecuzione pratica. Es. la legge stabilisce che deve
essere istituito il Servizio sanitario nazionale con due ospedali a città. Ma se non si dà attuazione alla legge,
spiegando dove si devono trovare gli ospedali, quanto grandi devono essere e la loro capienza, quella legge
sarà difficile da applicare perché mancano i criteri per applicarla. Tali criteri sono contenuti nei regolamenti.
La legge deve essere concretizzata da un atto normativo, il regolamento.

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Tale regolamento è attuazione della politica, infatti, viene emanato dal governo perché è esecuzione di una
legge e il potere esecutivo è del governo. Il consiglio ministri quindi, stabilisce i criteri (ad es. come devono
essere questi ospedali).
La legge spesso è astratta e non permette un’esecuzione pratica per cui il principio astratto (es. obbligo scolastico) deve
essere concretizzato. Il governo traduce in azione concreta quanto è scritto nella legge, rende concreta la sua attuazione.
Contratti collettivi: obbligano per legge, due contraenti ovvero entrambe le parti a qualcosa (es. la vendita di una
casa).

Consuetudini: unica fonte-fatto del nostro ordinamento, è un fatto ripetuto nel tempo, con la condizione che sia
obbligatorio, che assume la validità di fonte del diritto. Fatti che si ritengono obbligatori diventano diritto. Noi
sappiamo che se rubiamo dobbiamo farci tot anni di carcere. Negli USA non è così, le cose possono cambiare a seconda
dei fatti giudiziari che sono avvenuti prima.

04/03/2020 ore 11:30

Disciplina comunitaria. In realtà bisogna parlare di disciplina del diritto dell’Unione europea. L’UE è nata con
l’intento di creare un mercato comune. Dopo la seconda guerra mondiale, il Piano Marshall prevedeva una serie di aiuti
agli Stati. Si stabilì un’unione di stati per garantire la pace tra le nazioni. L’intenzione degli americani che avevano
vinto la guerra era creare un mercato comune dove l’economia potesse circolare. Soprattutto con il muro di Berlino,
esisteva un blocco che faceva capo agli USA e un blocco che faceva capo all’URSS. L’intenzione era che la parte del
blocco sotto la sfera degli USA partecipasse a un mercato comune che facesse circolare l’economia. Agli stati interessa
l‘economia per poter funzionare, la maggior parte delle forme di stato dell’Europa sono forme di stato sociale.
Lo stato sociale è quello stato che si impegna a concedere ai cittadini diritti sociali. Sono quei diritti che eliminano tutti
gli ostacoli a livello sociale che impediscono la piena realizzazione del principio di uguaglianza. Ad esempio il diritto
alla salute, all’istruzione. Proprio per questo motivo ha un costo.
Es. se devo garantire il diritto alla salute devo costruire gli ospedali, pagare i medici. Oppure il diritto all’istruzione
significa pagare i professori, personale amministrativo, creare le strutture scolastiche.
Lo Stato deve quindi avere un bilancio in attivo ed avere la possibilità di garantire questi diritti. Alle volte lo Stato ha
difficoltà a garantirli per cui ci sono dei contributi che i cittadini devono pagare per poter aiutare lo stato che da solo
non ce la farebbe a garantire questi diritti, come ad esempio le tasse universitarie e il ticket. Gli stati devono avere
un’economia florida. L’obiettivo primario dell’UE era quello di creare le basi di un solido mercato per favorire
l’economia e con questo obiettivo sono nate le comunità europee, garantendo la buona riuscita del mercato.
La prima fase della CECA e CEE è caratterizzata da interventi nei confronti del turismo (Es. libertà di circolazione
delle merci e delle persone significa garantire il diritto al turismo). Se ci sono persone che si spostano
professionalmente è una forma di turismo professionale. Ci sono persone che lasciano il proprio paese per andare in un
altro. Ci sono vari tipi di turismo. In questa prima fase delle comunità europee, con la garanzia delle libertà, abbiamo
qualche interesse nei confronti del turismo. Però le comunità non calcolavano il turismo come materia del turismo in sé.
Le misure per tutelare il mercato comune erano anche a favore del turismo. Il fatto che le comunità abbiano garantito la
tutela delle libertà economiche, la circolazione dei lavoratori, dei capitali, delle merci ha indirettamente favorito il
turismo.
Grazie al Trattato di Schengen, posso andare dall’Italia alla Francia senza dover trovare alcuna dogana, senza dover
presentare il passaporto, ed avere una moneta unica favorisce il turismo. Ma queste misure non sono espressamente
prese per il turismo, bensì sono misure che garantiscono le libertà economiche, le quali favoriscono il turismo.
1) Prima fase di interventi diretti nel campo del mercato comune, relativa alla CECA, CEE che stabilisce un
mercato economico
2) Seconda fase ovvero quella delle libertà economiche di Schengen libertà di circolazione indirettamente,
inizia una politica di settore. Lascia la libertà di circolazione dei professionisti e quindi anche dei tour
operator di poter cambiare paese e dare impulso al turismo.
3) Terza fase, in cui l’Unione si interessa al turismo a pieno titolo, ci sono azioni e c’è un Consiglio europeo
dei ministri del turismo che si riunisce per stabilire politiche a favore del turismo, un settore importante
dal punto di vista economico per cui è necessario dare una regolamentazione.
Questo spiega diacronicamente le politiche europee in materia di turismo.

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 UNIONE EUROPEA E TURISMO
La possibilità di scambi anche economici tra persone ha favorito il turismo.
1) Trattato di Schengen 1985 prevede la libera circolazione delle merci, delle persone, capitali e servizi. Inserito
nel trattato costitutivo della Comunità Europea. Prevede la libera circolazione di merci, persone, capitali e
servizi.
2) Trattato di Maastricht 1992 nei primi articoli c’è una dichiarazione sulla protezione dell’energia e del
turismo. art.3 sul turismo
3) Trattato di Lisbona 2009, trattato che istituisce la costituzione europea non voluta da Paesi Bassi, Olanda,
Francia. Riprende ciò che c’era nel trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa non voluta da Francia,
Belgio e Paesi Bassi. Riprende inoltre quanto era scritto in questo trattato togliendo il fatto che c’è una
Costituzione per tutti e togliendo la denominazione “leggi” per quanto riguarda le direttive e i regolamenti che
evidentemente non erano graditi da Francia, Belgio e Paesi Bassi, perché così si sarebbe formato una sorta di
stato unico federale, nonchè superstato. Non volevano che ci fosse una costituzione dell’Unione perché così
avrebbero ammesso che si formava una sorta di superstato. Il ragionamento di questi paesi era limitiamo la
nostra sovranità ma non vogliamo che si crei un superstato di cui siamo solo stati federali.
Il Prof. Latouche sostiene che ogni attività economica debba essere sostenibile. Spesso si parla di “ Franciacrazia” e
“Germaniacrazia” in Europa: secondo molti, Francia e Germania dettano le leggi all’interno dell’Unione Europea.
Il trattato di Lisbona ha ripreso articoli di questo trattato che è una sorta di Costituzione Europea e ha tolto la voce
“costituzione” e la parte “leggi” dell’Unione Europea e ha trasposto il contenuto di questo trattato che costituisce una
costituzione. Con il Trattato di Lisbona, il turismo entra a far parte degli obiettivi dell’Unione Europea. A sostegno
delle iniziative degli Stati Membri, viene l’Unione Europea. C’è qui una prima realizzazione del principio di
sussidiarietà. L’U.E. interviene in un modo particolare nelle politiche del turismo. Altri trattati che interessano il
turismo sono:
1) Carta di Nizza
2) CEDU

1) Carta di Nizza è la Carta dei diritti fondamentali dell’UE: secondo molti l’UE è interessata principalmente
all’economia e poco ai diritti, e quindi questa è più una facciata.
L’UE è nata con un interesse principalmente economico ma si è verificato un cambiamento graduale di politica europea
perché ci sono alcune sentenze della Corte di Giustizia che mostrano un interesse maggiore per i diritti umani e
sostengono che le libertà economiche non possono prevaricare i diritti umani, perché sono più importanti. Una di queste
sentenze è quella emanata per l’Ilva di Taranto. La corte di giustizia e la corte dei diritti dell’Unione europea (hanno
avuto più coraggio della corte costituzionale italiana) hanno detto che il diritto alla salute non può essere posposto
all’economia, sebbene l’economia sia molto importante. Ci sono casi eccezionali in cui si devono preferire i diritti
umani, tra cui il diritto alla salute. L’UE dà importanza all’economia ma si rende conto che deve bilanciarsi ai diritti
umani. Carta dei diritti fondamentali dell’U.E.: libertà di circolazione, libertà alla cittadinanza europea, libertà di
residenza nell’UE. Questi favoriscono il turismo.
2) Convenzione europea dei diritti dell’uomo: si affianca alla carta europea dei diritti dell’uomo prevede
maggiori garanzie e maggiori diritti nei confronti dei cittadini europei. Sono trattati.
Es. la legge italiana sulle unioni civili per persone dello stesso sesso è stata resa possibile grazie alla CEDU che
prevede che non ci debbano essere discriminazioni verso le coppie dello stesso sesso che vogliono vivere insieme.
L’Italia è stata obbligata a modificare la sua legge che riconosceva il matrimonio solo ad alcuni proprio perché esiste
questa convenzione.
 LE DICHIARAZIONI
Oltre ai trattati nell’UE è importante il filone delle dichiarazioni. Le Dichiarazioni non sono vincolanti, mentre i trattati
lo sono perché gli stati li recepiscono. Le Dichiarazioni sono dei consigli che l’UE dà agli stati membri e che bisogna
seguire, anche se non sono vincolanti e sono consigli agli stati europei che si impegnano ad aderire a queste
dichiarazioni. Importante nell’ambito del turismo è la Dichiarazione di Madrid, 2010, adottata dal Ministro Europeo
del Turismo, nella quale si sottolinea il ruolo strategico dell’innovazione della tecnologia dell’informazione e della
comunicazione per il mantenimento della competitività. Qui viene evidenziata l’importanza strategica del turismo e al
contempo delle tecnologie digitali e informatiche. Gli ICDATA sono informazioni di livello mondiale e europeo che si
scambiano tra le amministrazioni e tra gli stati. L’Italia sta cercando di dare una regolamentazione agli ICDATA. Gli
ICDATA relativi al turismo non sono sensibili. Gli ICDATA sensibili, invece, sono quelli inerenti alla salute delle
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persone, (es. quelli relativi al coronavirus). In questo caso ci sono criteri da rispettare, per esempio il diritto alla privacy
del paziente 1 di Codogno. I dati che ogni giorno ci vengono forniti, sono sensibili ma non esiste oggi una
regolamentazione in Italia, per cui molti studiosi si stanno impegnando in questo. La Dichiarazione di Madrid vuole
favorire la destagionalizzazione, alcune zone turistiche, come quelle di mare ad esempio Rimini, registrano una
presenza turistica solo in determinate stagioni ma in altre stagioni il turismo resta fermo. Per una parte dell’anno
funzionano, in altre parti dell’anno gli imprenditori non lavorano. Un altro punto del trattato di Madrid è il sostegno al
turismo sociale. Il turismo sociale è quel turismo che deve essere attribuito a chi non ha grandi disponibilità
economiche. Esistono dei buoni-vacanza spendibili nei periodi di bassa stagione così viene aiutato l’imprenditore a fare
turismo in questi periodi dell’anno e contemporaneamente chi non ha una grande disponibilità economica. Esistono
delle misure per far accedere le categorie più svantaggiate all’attività turistica. Turismo della terza età e dei portatori di
handicap, è un settore in sviluppo. Ci vogliono delle guide turistiche specializzate per supportare queste categorie.
Ci sono anche delle comunicazioni adottate dalla commissione europea. Le istituzioni dell’UE sono Commissione,
Parlamento europeo, Consiglio e Corte di giustizia.
1) La Commissione rappresenta l’interesse dell’UE. I commissari sono eletti ognuno dal proprio Stato ma non
devono rappresentarlo. La Commissione fa rispettare i trattati e le normative europee e se lo stato non le
rispetta, la Commissione emana le sanzioni (procedura di infrazione) per i paesi inadempienti che non
recepiscono le direttive nei termini. In questo caso viene emanata una sanzione pecuniaria cioè lo stato deve
pagare all’UE (tutto finisce nelle casse e viene ridistribuito tra paesi). Verifica che i paesi rispettino le norme
dell’UE. È formata dai commissari europei nominati dal governo di ciascuno degli stati membri. Sono i
rappresentanti degli stati. Poi a turno c’è la presidenza di tali commissari. Prima la presidenza era italiana ora
tedesca (von der Layen, Presidente della commissione).
Green Deal: La presidente della Commissione europea Von Der Leyen ha detto che dobbiamo portarci verso
un’economia del Green Deal per il riscaldamento globale. Le misure prese dalla Commissione vengono chiamate Green
Deal e puntano a migliorare la qualità dell’ambiente e la sostenibilità dei paesi europei. La commissione è il garante
dell’unione dell’Europa.
2) Il Parlamento europeo lo eleggiamo noi, non è proprio un organo legislativo. Fino a qualche anno fa non
partecipava alla procedura legislativa, dava dei consigli alla commissione. La commissione promuove le norme
che poi vengono adottate dal Consiglio. Il presidente del parlamento europeo oggi è un italiano. Da qualche
anno il Parlamento partecipa anche alla formazione delle norme europee, insieme al Consiglio.
3) Il Consiglio, è formato dai presidenti del Consiglio dei ministri di tutti gli Stati membri. Dal consiglio
provengono le norme europee, da una decina d’anni coordinatamente con il Parlamento. È il Consiglio che
emana le direttive. Da una decina d’anni il Parlamento sta finalmente partecipando al processo legislativo
(spesso è stata criticata una mancanza di democrazia nell’UE perché proprio l’organo eletto non partecipava al
potere legislativo). Emana le norme.
4) La Corte di giustizia, organo giudiziario che giudica gli stati, non i cittadini. Questi ultimi possono richiedere
alla corte di giustizia di provvedere quando lo stato è inadempiente verso alcune norme.
Fu il caso di una coppia omosessuale italiana, prima delle unioni civili, a cui non era stato riconosciuto il
diritto al matrimonio. La coppia si rivolse alla Corte di giustizia sottolineando che lo stato italiano non aveva
rispettato i diritti umani. La Corte tutela i cittadini dallo stato (è un organo particolare per questo, infatti
siamo abituati a organi giudiziari che tutelano un cittadino da un altro cittadino).
La commissione ha potere propulsivo della normativa ma generalmente emana le comunicazioni per gli stati. Indirizza
gli stati a rispettare i trattati della normativa europea. Ci sono varie comunicazioni. Nel 2010 c’era una comunicazione
in cui la commissione indicava 21 iniziative volte a permettere all’Europa di rimanere la prima destinazione turistica
mondiale. Per aumentare il nostro bilancio abbiamo bisogno di rimanere la prima destinazione turistica mondiale. Tra le
iniziative c’è anche il Marchio Europeo di turismo di qualità, un riconoscimento delle varie imprese che possono
ostentare questo bollino in quei posti in cui c’è un turismo di qualità. È una certificazione.
Nel 2013 la Commissione ha presentato degli indicatori di una gestione sostenibile del turismo. Il turismo sostenibile è
fondamentale. Deve essere preservato l’ambiente, bisogna permettere alle generazioni future di fare turismo. Ci sono
degli indicatori per misurare la sostenibilità turistica e per elaborare politiche adeguate. Strategia europea di
promozione del turismo marittimo 2014. Le azioni in tutto sono 14 per la cooperazione di coloro n che si trovano
nelle zone costiere. Azioni per promuovere il turismo marittimo. Il parlamento europeo si è adoperato per dare degli
input, fare proposte dette risoluzioni. Hanno votato diverse risoluzioni che deve intraprendere la Commissione
nell’ambito del turismo ad esempio nel 2005 il turismo sostenibile. Un’altra risoluzione è quella del 2007 per rafforzare
il turismo attraverso il partenariato, accordo tra settore pubblico e settore privato. Anche qui c’è il principio di
sussidiarietà. Nel 2008 c’è una risoluzione per la promozione dello sviluppo delle amministrazioni turistiche europee.
Dal 2009 c’è un movimento delle istituzioni europee, una serie di proposte, dei fondi a favore del turismo. I fondi e gli
incentivi sono anche per i giovani che vogliono lavorare nel mondo del turismo.
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Carta europea per il turismo sostenibile e verde è una certificazione che permette la gestione delle aree protette per
lo sviluppo di un turismo sostenibile. Prevede la collaborazione di tutte le parti interessate a sviluppare una strategia
comune e un piano di azione comune con una fase di analisi della situazione locale per lo sviluppo del turismo.
Programmi di finanziamento dal 2013. Nel 2014: programma COSME. Tuttavia molti fondi europei vengono
restituiti, non c’è nessuno che ne fa richiesta. Ci vorrebbe una maggiore pubblicizzazione del fatto che esistono dei
fondi per fare turismo perché molti non lo sanno.
Esistono quindi dei fondi che hanno come priorità di investimento:
1) la valorizzazione delle risorse culturali e turistiche locali
2) promozione, innovazione e diversificazione di prodotti, processi e servizi. Bisogna cioè essere innovativi,
pensare qualcosa di nuovo che riguarda il turismo.
FESR fondo europeo di sviluppo regionale. Sono incontri europei che promuovono la sostenibilità, la qualità del
turismo a livello locale e regionale. Il turismo è collegato allo sviluppo dei beni naturali, storici e culturali. Alle attività
delle città, diversificazione dei servizi.
Direttiva che concerne i contratti di viaggio. Ha migliorato la Convenzione internazionale dei contratti di viaggio con
l’obiettivo di uniformarli a livello europeo e dare una regolamentazione dei viaggi organizzati. È stato recepito con un
decreto legislativo.
 STRATEGIA EUROPEA DEL 2020
La Commissione promuove azioni per rafforzare la competitività e la crescita sostenibile. La politica deve perseguire
obiettivi generali in materia di occupazione di politica della crescita. Importante la dimensione ambientale e sostenibile
del turismo posta in primo piano.
Il principio della difesa del turismo da parte dell’UE è espresso nell’articolo 6 e nell’articolo 195 del Trattato di
Lisbona.
Art.6 del Trattato di Lisbona : L'Unione ha competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare e
concretare l’azione degli Stati Membri. L’UE non scavalca le politiche degli stati membri, ma vi si affianca. Lascia
liberi gli stati di adottare le proprie politiche ma si affianca agli stati e le sostiene, cioè talvolta prende politiche o
regolamentazioni che gli stati dovevano fare ma non hanno fatto. Politiche necessarie per la promozione del turismo.
 IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’
Il Principio di sussidiarietà nasce a livello dell’UE, a livello di Chiesa protestante e poi cattolica. Il principio prevede
che se una funzione è data a una comunità che non riesce a porre in essere quella funzione, deve venire in aiuto o
sussidio (dal latino subsidium: aiuto) la comunità più grande o al di sopra di quella comunità. Questo principio viene
mutuato dal protestantesimo che prevedeva che se la comunità non riusciva a svolgere delle funzioni nei confronti dei
cittadini, a favore della comunità interveniva la Chiesa o la comunità più grande. Questo principio viene trasfuso nei
principi dell’UE. Se uno Stato non è in grado di adempiere o portare avanti quegli obiettivi stabiliti a livello di UE,
l’UE si sostituisce allo Stato e pone in essere quelle politiche o obiettivi al posto dello Stato. In Italia nel ‘98 è stato
recepito in Italia con la legge Bassanini. Poi, nel 2001 con la riforma della costituzione tale principio è stato previsto
proprio dalla Costituzione (art. 118 parla proprio del principio di sussidiarietà ma a livello interno, non europeo
ovviamente). L’art.117-118 ci interesseranno.
Il principio di sussidiarietà viene applicato a tutti i livelli (economico, politico). Es. la Romania vuole promuovere
azione per sviluppare il turismo in Romania. Il legislatore rumeno non prende delle misure politiche per promuovere il
turismo. L’UE vuole che in Europa ci sia un buon turismo e quindi valuta l’operato dei vari stati che stanno
promuovendo il turismo e decide di intervenire affinché anche la Romania s’impegni.
In base al principio di sussidiarietà l’UE emana una direttiva solo per la Romania (le direttive sono rivolte agli stati, ma
ci sono anche direttive rivolte a un solo stato) dicendo che bisogna prendere azioni per favorire lo sviluppo turistico.
L’UE si sostituisce alla Romania, dà la norma già predisposta che il paese in questione deve recepire. Le direttive non
sono consigli ma delle norme vere e proprie e quanto scritto dalla direttiva deve essere recepita dallo stato, cioè deve
diventare legge o norma. Lo Stato che non recepisce le direttive viene sanzionato, in quanto diviene obbligato. L’UE si
può sostituire agli stati nell’ambito turistico e applicare il principio di sussidiarietà, sostituendosi in casi eventuali e
secondari perché rispetta il principio di sovranità, interviene solo quando lo stato non è riuscito a fare ciò che deve fare.
Il principio di sussidiarietà è previsto dai trattati a cui gli stati hanno aderito.

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18/03/2019

Art. 195 Con il trattato di Lisbona il Principio di sussidiarietà verticale è basato sul SUBSIDIUM che l’ente
maggiore attribuisce all’ente minore. Se la competenza è affidata all’ente minore.
Con la sospensione del trattato di Schengen Il settore che verrà maggiormente sospeso sarà il settore del turismo. I 27
paesi sono stati tutti d’accordo nel bloccare il transito o si potrà transitare per altri motivi importanti. Con l’art. 195
potrebbe aiutare le aziende nello sviluppo del turismo.

Gli articoli della Costituzione:


Se cerchiamo nella costituzione la parola turismo i risultati sono 0. Nel 1948 ’art 117 avremmo trovato un’art. che
riguarda le regioni, turismo e regioni alberghiere. Successivamente questo riferimento scompare ma non significa ce la
costituzione ha dimenticato il turismo.
I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE:
La nostra costituzione è una delle migliori al mondo perché è una costituzione molto democratica e moderna, tant’è
vero che i paesi dell’America latina (Messico) hanno preso come modello la nostra costituzione pur essendo emanata
nel 1948. I nostri padri costituenti ebbero una visione molto lunga per la nostra Repubblica prevedendo pesi e
contrappesi che permette in situazione di emergenza di conservare il principio democratico.
Tutti i decreti in stato di emergenza divengono operativi da subito ma devono essere convertiti entro 60 giorni. Per la
salute pubblica la libertà di circolazione può essere limitata solo per un determinato periodo di tempo.
La costituzione Italiana si occupa dello Sviluppo sociale, economico e culturale. Come diritto sociale s’intende che lo
stato si preoccupa di garantire il diritto alle cure diversamente agli Stati Uniti.
Tra gli articoli della costituzione che riguardano in maniera principale il fenomeno turistico troviamo l’art.9 della
costituzione insieme all’art. 3 che parla del principio di uguaglianza. Secondo l’art. 9 il nostro stato promuove lo
sviluppo della cultura, scientifica e tecnica. Promuovere la cultura significa che lo stato s’impegna a garantire
l’istruzione obbligatoria e l’istruzione. Diviene fondamentale perché con qualsiasi forma di turismo si manifesta cultura.
Nel primo comma dell’art. 9 ci riferiamo al turismo, nel secondo comma fa riferimento al turismo che tutela il
paesaggio in maniera “dinamica”, in quanto salvaguarda e permette la fruizione del patrimonio storico artistico. La
tutela rappresenta una concretizzazione.
Un'altra parte importante dell’art. 9 è la parola Repubblica inteso come Stato in tutte le sue articolazioni. L’art. 114
dice che la Rep. Parte dal basso come burocrazia. S’intende quindi come tutti i soggetti dello Stato (non soltanto gli enti
locali), ma anche i soggetti privati che comprende tutti i cittadini che fanno parte della Repubblica. Agli stessi è affidato
il compito di promuovere la cultura in generale che contiene in se tutti gli enti pubblici territoriali ma anche i cittadini
(principio di sussidiarietà orizzontale). Attraverso l’art. 9 della costituzione si fissa il diritto alla cultura che fa
riferimento al diritto al turismo. Esiste un decreto che si può qualificare anche che il diritto alla cultura e al turismo è un
diritto sociale, il che significa che la Repubblica con tutte le organizzazioni s’impegna a garantire il diritto al turismo
anche a chi non può permetterselo (es. domeniche gratis al museo).
Chi non sa è libero e non è manipolabile. In regime dittatoriale non venivano insegnate molte nozioni.
Tra gli art. della costituzione a cui possiamo fare riferimento è anche l’art. 14 che parla della libertà di domicilio, il
quale è inviolabile, in quanto non si possono eseguire persecuzione. Possono essere violati solo in casi particolarissimi.
Queste limitazioni provengono dalla legge con emanazioni approvate dal Parlamento, dove siedono i rappresentati della
maggioranza e della minoranza. Il Governo è approvato solamene dalla maggioranza.
in merito all’art. 14
RISERVA DI LEGGE  libertà limitate solamente attraverso la legge.
RISERVA DI GIURISDIZIONE  la libertà per essere limitata soltanto quando il giudice emette un mandato.

Con epidemie in corso in questo caso si può anche limitare la libertà di domicilio senza mandato dell’autorità
giudiziaria. Un altro esempio è quella della guardia di finanza che può entrare per fare controlli fiscali.
La libertà di domicilio è importante perché non è inteso nel senso ristretto del diritto privato. Il domicilio va inteso in
senso molto più amplio dove l’l'individuo rimane nella sua privacy. Se si fa turismo per domicilio può essere anche la
stanza d’albergo, una tenda o la propria auto. Nel concetto di domicilio s’intende anche l’auto perché 01:04 (appartarsi
vuol dire creare una sorta di domicilio…per questo si può venir assolti). ATTI OSCENI IN LUOGO PUBBLICO sono
solo di mattina in quanto la visibilità è maggiore.

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Art. 16 libertà di circolazione o soggiorno di ogni cittadino prevista nella costituzione. Ogni cittadino può
circolare o soggiornare ma può essere limitata per motivi di sanità o sicurezza.
La costituzione sottolinea che nessuna libertà di circolazione deve essere limitata per ragioni politiche. Ogni cittadino è
libero di uscire e rientrare dal territorio nazionale. In casi di emergenza sanitaria però anche questa libertà può essere
limitata. Tutto questo va a danno del turismo e delle professioni che ne derivano.
Art. 17 libertà di riunione ed associazione (pacificamente senz’armi). Rispetto al passato viene dato molto più
spazio alle persone senza richiedere preavviso. In questo rientrano (manifestazioni, processioni ecc..). Quelle che
richiedono preavviso sono i cortei in quanto l’autorità di pubblica sicurezza permette la gestione della sicurezza
pubblica. Quest’articolo interessa il turismo perché può essere applicato anche per le riunioni itineranti (gite e pullman
organizzate). (1:24:25)
Art.18 Proibite le azioni segrete in quanto lo scopo è presumibilmente truffaldino o quelle che hanno
organizzazioni di carattere militare, malauguratamente per l’eventuale realizzazione di colpi di Stato.
Art. 32 Diritto alla salute. Importante per il turismo che permette di usufruire delle cure termali, ma possono
essere forme di turismo che hanno a che fare con il diritto alla salute permettendo spostamenti in strutture ospedaliere
da nord a sud. Può capitare che sono presenti degli ospedali strutture alberghiere.
Art. 36 Diritto alle ferie. Ogni lavoratore ha diritto alla retribuzione proporzionata con il diritto al periodo di
ferie che garantisce la possibilità di poter far turismo.
Art. 41 Libertà d’iniziativa economica. Nei paesi sotto dittatura non è del tutto libera l’iniziativa economica. I
professionisti del turismo favoriscono il lavoro autonomo favorendo le persone che hanno inventiva. L’unica
limitazione è che deve essere libera fin quando non limita danno alla sicurezza o alla vita umana. (es. l’ILVA non può
recare danno alla sicurezza umana). In questo caso chiaramente l’ILVA non risponde all’art. 41. Molto spesso accade
che gli articoli della costituzione non sono applicati come dovrebbero.
Nell’articolo viene spiegato fin dove si ha la libertà di svolgere l’attività privata. Anche qui ci sono imprese che non
rispettano l’articolo.
19/03/2020
Tra gli articoli che abbiamo visto che interessano il turismo, pur non menzionando esplicitamente la parola “turismo”,
troviamo L’art. 120 della costituzione. Ci soffermiamo con particolare attenzione sul trasporto di persone, in quanto
(rispetto al trasporto merci), interessa notevolmente la materia turistica. Quest’articolo è una specificazione della
libertà di circolazione con riferimento all’art. 16 visto già ieri, in quanto i costituenti hanno voluto specificare in
maniera precisa che non si possono istituire delle limitazioni per il transito sia delle merci che delle persone
nell’ambito del territorio nazionale.
Art 120 non si possono istituire delle limitazioni per transito di merci e persone nel territorio nazionale.
Qualcuno si è appigliato al problema degli alberghi delle grandi città che fanno pagare la tassa di soggiorno. È una tassa
esigua, e rappresenta un contributo che il cittadino per far sì che i servizi delle città artistiche vengano migliorati.
Secondo alcuni poteva andare contro l’articolo 120 della costituzione. La corte costituzionale ritiene che sia una tassa
legittima, pertanto si ritiene che non sia contraria allo stesso articolo in quanto non limita la circolazione e favorisce gli
stessi turisti migliorando i servizi offerti e visitati dal turista.
Art. 10 lo stato italiano si conforma alle norme di diritto internazionale e si limita alla propria sovranità.
Permette la conformazione al diritto internazionale generalmente riconosciute facendo riferimento ai trattati. Lo
straniero che visita l’Italia gode dei diritti internazionali garantiti dalla costituzione.
Storia della normativa sul turismo
Negli anni 50 abbiamo il controllo che ha lo stato sulle attività turistiche. Negli anni 70 vengono emanati decreti
inerenti all’art.117, nelle quali le regioni si sentono responsabili per attuare le competenze in ambito turistico. Negli
anni 80 si parla di sistema in quanto si ha la necessità di coordinare Stato e regioni. Con il 2001 parliamo di autonomie
in cui la materia turistica viene affidata alle Regioni. Nella riforma Renzi – Boschi si sta valutando se in futuro sarà
meglio lasciare allo Stato il Coordinamento.
Storia del turismo in Italia
Il turismo è un comparto dell’economia in Italia e nel mondo come se fosse una sorta d’industria. Nasce alla fine
dell’800 con il gran tour finanziato da persone abenti. Gli ultimi decenni del 19°secolo vede la nascita delle agenzie
viaggi. Nella fine del 1800 con norme molto frammentate nascono associazioni private che con il tempo diventeranno
pubbliche e sopperivano alla mancanza di enti pubblici che si occuperanno del turismo. Il privato inizia ad avere un
ruolo importante nel settore del turismo. Queste associazioni si occupano di favorire viaggi e promuovere il turismo. In
quel periodo lo stato Italiano riteneva che per il turismo non c’era bisogno di fare gran che e che si mantenesse “con le
proprie gambe”, in quanto l’Italia è definita un museo a cielo aperto. Il turismo in quell’epoca era un turismo fatto solo
di stranieri. Nel 1910 una legge ha consentito ai comuni di percepire una percentuale sulle strutture alberghiere. Con la
prima guerra mondiale il settore del turismo crolla. Successivamente il turismo in fascismo viene considerato come una
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sorta di propaganda per la nazione Italia, in quanto l’idea del regime era promuovere il turismo enfatizzando la
bellezza e la grandezza dell’Italia. In quel periodo ad occuparsi del turismo era proprio il ministro della propaganda.
Vennero create aziende autonome che si occupavano di turismo localmente.
Nel 1931, sempre sotto il regime fascista viene istituito il commissariato del turismo, per far sì che le attività turistiche
funzionino dal punto di vista della propaganda. Il testo unico di pubblica sicurezza prevede i controlli sulle professioni
turistiche e disciplina le attività commerciali e tutto ciò che aveva a che fare con il turismo. In questo periodo il mondo
accademico comincia ad interessarsi del turismo.
Nel 1936 un decreto stabilisce le regole per le agenzie turistiche sotto il controllo della produzione e dei servizi turistici
secondo il codice europeo. Doveva esserci un direttore tecnico abilitato al controllo delle attività. Il turismo ad ogni
modo continua ad essere un’attività d’èlite.
Chiaramente attraverso i viaggi dei turisti, si vide che arrivavano dei benefici economici per lo Stato, per questo motivo
gli incrementi economici, fecero modo di attirare l’attenzione dello Stato stesso dopo la seconda guerra mondiale.
Nasce quindi l’ENIT, che serve come organismo di coordinamento per le attività turistiche di ogni regione, ma anche
decentramento con le aziende autonome delle stazioni di Cura Soggiorno e Turismo (AACST) rivolte al sostegno delle
sole località turistiche.
Con la nascita dell’ENIT e dell’AACST nascono però delle problematiche relative alle leggi sul turismo. È difficile
trovare un’efficacie legge sulla gestione del turismo in quanto si devono trovare degli equilibri nel settori e una grande
maturità politica in questo settore, non presente durante la seconda guerra mondiale, perché lo Stato si stava occupando
di altre cause importanti.

Il turismo è una macro materia dove possono entrare tante altre micro materie. Per questo motivo fare una legge sul
turismo non è facile perché si deve pensare come dare benefici al mercato. In Italia abbiamo diverse forme di turismo,
artistico, alpino e balneare. Dare vita ad una regolamentazione unitaria è difficile perché bisogna tener presente alle
varie peculiarità delle regioni e delle varie forme del turismo. Il problema del turismo è sempre lo stesso, da una parte si
favorisce le specificità facendo politiche improntate al decentramento e promuovendo il turismo all’estero; dall’altra
parte è necessario promuovere l’Italia con l’accentramento. Sono due forze contrarie che si contendono tra di loro. Ci
sono dei luoghi d’Italia che hanno delle specificità e questo porta a decentrare i poteri nei luoghi che conoscono le
specificità del loro territorio, dando il controllo alle regioni.

Solitamente il turista che viene in Italia visita Roma, Napoli e Firenze creando un accentramento in queste poche città
d’Italia e decentrando il turismo nelle altre regioni. Il decentramento e l’accentramento ha portato a problemi seri sulla
politica del turismo, che non ha permesso di far amalgamare quest’ultimo settore e l’economia nelle varie regioni.

Dopo l’approvazione della costituzione e la seconda guerra mondiale, vengono approvati tutti gli articoli che abbiamo
menzionato, successivamente viene creato il ministro del turismo che non durò molto, perché non serviva a molto e con
un referendum chiesero l’abrogazione di questa figura. Dopo l’abrogazione viene riformato L’ENIT e vengono ricreate
con lo stesso modo le aziende autonome del soggiorno del turismo. Nel ‘67 abbiamo il primo esperimento di
programmazione economica italiana, dove viene inserito il settore del turismo, ritenuto importante per lo sviluppo
economico del paese. Abbiamo zone di avanzato sviluppo turistico, zone di medio sviluppo turistico e zone per
niente valorizzate. Ancora una volta il turismo viene esaminato sotto il comparto economico, nel periodo post
costituzionale, il turismo non veniva visto nell’ottica di uno stato sociale.

Fino agli anni ‘70 le regioni non avevano potere, e nasce il problema di coesione tra stato e regione. Il potere concesso
alle regioni (che sono enti politici),viene dato grazie alla costituzione per far sì che avessero una propria politica. Le
regioni negli anni ’70 esistevano solamente dal punto di vista geografico. Nel 1948 fu creata la costituzione ma lo Stato
doveva emanare decreti legislativi di attuazione dei poteri delle regioni, per poter stabilire come le regioni dovevano
emanare le leggi. I decreti legislativi dovevano esser fatti da subito, ma così non fu perché in tutti gli anni ’60, questi
decreti esistevano sulla carta ma non erano in vigore. In questo momento però, non c’era ancora un potere centrato sullo
rappresentanti regionali (come il presidente della regione e gli assessori). Già dalla nascita della costituzione
nacquero degli attriti tra Stato e regioni, in quanto lo stato non aveva intenzione di cedere il potere alle regioni,
anche se ancor oggi gli attriti continuano.

Nel vecchio art. 114 abrogato, succede che si stabilisce che la Repubblica è suddivisa in REGIONI, PROVINCE e
COMUNI. Da qui viene dato potere alle regioni ed in maniera minore viene dato potere anche alle province e ai comuni
che non hanno potestà legislativa, ma solamente potestà regolamentare.

Dopo la seconda guerra mondiale e il forte periodo di crisi si ebbe il boom economico e la nascita di partiti. Questa
crescita economica grandissima, fece modo di aumentare il turismo internazionale.

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25/03/2020

- L’art. 117 Competenze normative delle regioni.

In Italia sono presenti tantissime forme di turismo, perché il nostro territorio è variegato con offerte turistiche
diversificate, facendo nascere la necessità che i vari luoghi conoscono meglio. Nelle leggi sono sempre presenti queste
istanze di contrapposizione in materia turistica.

Dopo l’approvazione della costituzione, abbiamo visto che vengono create le regioni non geograficamente ma
politicamente, in quanto viene dato il potere di fare le leggi e autogovernarsi, anche se stentano a decollare perché non
sono dotate di strutture adeguate per far fronte ai propri poteri.

Si riforma l’ENIT che si occupa della promozione del sistema turistico all’estero. Successivamente viene creato un
consiglio centrale per il turismo e vengono poi ricostruiti gli enti provinciali del turismo. Dopo la costituzione ci fu il
primo esperimento di programmazione, suddividendo il territorio in 4 zone. In una fase dove il turismo si stava ancora
sviluppando, e zone non ancora sviluppate ed altre dove si dovevano individuare dei luoghi per individuare dei settori
turistici. In questo periodo il turismo era considerato soltanto dal punto di vista economico ed erano sottovalutate le
istanze sociali del turismo, messe in evidenza e portate avanti dal decreto legislativo 146 del 2015.

Nel dopoguerra si ebbe un boom della domanda turistica e molti pensarono che l’Italia potesse reggere economicamente
dal punto di vista turistico. Nel mezzogiorno (luogo meno sviluppato dell’Italia) si capì che il turismo potesse essere un
mezzo per sviluppare questa parte dell’Italia, anche se mancavano le strutture turistiche. Per incrementare le
infrastrutture, fu istituita una cassa del mezzogiorno, anche se fu un progetto che funzionò troppo male. Furono
stanziati dei finanziamenti che non hanno avuto grandi effetti perché gli imprenditori del nord hanno fatto delle
infrastrutture che non sono state utilizzate. Il denaro che doveva avere effetti nel sud, ha dato ricchezze agli
imprenditori al nord.

All’indomani dell’approvazione della costituzione, i padri costituenti pensarono di emanare l’art.117 dove erano
previste le competenze normative della regioni perché si parla delle competenze regolamentari. Nel testo originale del
vecchio art. 117, nel 2001 modificato completamente, prevedendo le competenze legislative delle regioni si diceva che :

La regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali, che però
devono rispettare i principi fondamentali delle leggi stabiliti dallo Stato, e le norme stesse non devono essere in
contrasto con l’interesse nazionale e quello delle altre regioni.

Nel comma viene specificato che le regioni emanano delle norme che queste leggi non dovevano essere in contrasto con
l’interesse nazionale e quello delle altre regioni. Si individuava una competenza legislativa concorrente, ovvero una
competenza che sia lo stato che le regioni “concorrono insieme”, nel senso che secondo quest’articolo, le regioni
possono emanare delle proprie leggi senza contrastare regioni e Stato, seguendo i principi fondamentali dello Stato sulla
stessa materia ovvero ”turismo e strutture alberghiere”. Le regioni potevano fare delle proprie leggi ma dovevano
rispettare un’altra legge che doveva prevedere i principi fondamentali. Queste leggi vennero chiamate “legge quadro”.

La competenza concorrente, (non solo nel turismo ma anche per altre materie), viene utilizzato anche nel nuovo art.
117 del 2001. C’è quindi la necessità che lo Stato emani una legge di principio ovvero la “legge quadro”, le regioni
invece devono poi attuare quei principi secondo le proprie esigenze. La concorrenza è concorrente ma attua un tipo di
legislazione differente, perché lo Stato emanerà una legislazione di principio (legge quadro), mentre le regioni
emaneranno una legislazione di attuazione di quei principi. Questo tipo di competenza concorrente è stata conservata
per molteplici materie nel nuovo art. 117, togliendo però il fatto che le regioni debbano emanare le leggi non in
contrasto con le leggi nazionale, ed è stato tolto il fatto che queste leggi non devono entrare in contrasto con le altre
regioni, altrimenti andrebbe in tilt il sistema nazionale. Possiamo dire che la costituzione non menziona più questo
interesse nazionale all’interno del nuovo art.117, ma non significa che le regioni nel momento che non emanano le
proprie leggi, non debbano tenere conto di questo principio.

Tutte le molteplici materie presenti nel vecchio art.117 erano legate al turismo. Tra queste materie vi erano per altro
materie che interessano il turismo, come l’urbanistica, le fiere e i mercati, l’assistenza sanitaria e ospedaliera, gli
artigiani, la polizia locale e di Stato, musei e biblioteche, acquedotti, acque termali (che danno origine al turismo
termale), caccia e pesca, agricoltura foreste e artigianato.

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I costituenti avevano deciso di dare questa competenza alle regioni, smezzandole tra stato e regioni, nel senso che
lo Stato dava un’indicazione dei principi generali e di questi principi generali le regioni dovevano darsi delle
proprie leggi.

Il vecchio art. 117 era organizzato in questa maniera: il vecchio testo prevedeva una prima parte con un comma dove si
enumeravano tutte le materie di competenza fra Stato e regioni, poi le materie di competenza esclusiva delle regioni,
dove le stesse potevano emanare delle leggi senza il bisogno di “leggi quadro”, e altre materie che appartenevano allo
stato. Si limitavano alcune materie alle regioni e si lasciava la gran parte delle materie alle competenze dello Stato.

 QUALI SONO STATE LE CONSEGUENZE NEL TEMPO DELL’ART. 17, E PERCHE’ SI EBBE LA
NECCESSITA’ DI MODIFICARLO?
Si ebbe una politica statale molto altalenante, perché era disponibile al decentramento ma in realtà si viveva
nell’accentramento del potere Statale, anche se lo Stato stesso non aveva molta volontà di lasciare il potere alle regioni
e rimase conservativo per il proprio accentramento.

Nel ‘71 le regioni incominciarono a muoversi e furono approvati gli statuti delle regioni. La costituzione aveva previsto
che le regioni dovessero darsi da sole dei principi fondamentali per regolarsi autonomamente (mini costituzione). Dal
72 iniziarono i primi trasferimenti delle funzioni amministrative. Questi provvedimenti non erano eccezionali dal punto
di vista amministrativo, e si vedeva una sorta di “trasloco” dallo stato alle regioni. Erano decreti disorganici e
frammentato, perché lo stato ha tutt’oggi la brutta volontà di concedere il potere alle regioni. Da qui le regioni danno il
via al loro potere ma diventano disorganizzate per mancanza di fondi.

Il turismo è una materia molto particolare perché non si può parlare solo di turismo, ma interessa moltissime altre
materie. Dopo l’abdicazione del ministero del turismo, ci sono stati molti ministeri che si sono interessati al turismo:

- Ministero degli esteri


- Ministero del lavoro
- Ministero degli interni
- Ministero della salute
- Ministero dell’economia
- Ministero del commercio

Sorgono i primi problemi in materia del turismo, creando non poche difficoltà, come ad esempio fare una buona
promozione del turismo. Altri stati riescono a fare molto più turismo nonostante siano carenti di bellezze.

 CONTESTO STORICO SOCIALE:

La situazione per quanto riguarda la politica del turismo è sempre stata altalenante e non ha mai favorito il settore
turistico. Dopo aver concesso l’autonomia alle regioni, sono riuscite a darsi pian piano delle proprie leggi con il
consiglio regionale. Dopo 5 anni nel 1983 arriva la legge quadro del turismo attraverso la quale tutte le regioni potevano
darsi una propria legge regionale. Se lo stato non emanava una legge quadro, le regioni non potevano darsi una propria
legge. Nel 97 viene emanata la legge Bassanini, molto famosa in quanto inizia a prendere potere la lega di Bossi, e
spinge in maniera molto pesante il federalismo dell’Italia, che si trasformò in questa legge costituzionale. Ovviamente
sappiamo che lo stato dell’Italia è uno stato unitario non basato sul federalismo, che al massimo si limita al sistema
regionale. Lo stato federale si sarebbe dovuto avere solamente cambiando completamente la rivoluzione (cosa non
possibile). Nell’art. 5 della costituzioni, si sottolinea che La Repubblica è una ed indivisibile. Questo è uno dei principi
fondamentali della costituzione. Attraverso il decreto 112 del ’98, si è riuscito ad avviare il coordinamento su base
centrale. Ha creato le basi per la modifica della costituzione di molte leggi in ambito turistico per ampliare le funzioni
delle regioni.

- Nel 2001 c’è una nuova legge quadro che sostituiva la legge 117 sul turismo. Emanata qualche mese prima della
riforma sul turismo.
- Nel 2004 emanazione del decreto legislativo
- Nel 2005 decreto legislativo sul turismo
- Nel 2006 legge sul turismo
- Nel 2011 codice del turismo (con qualche problema perché le competenze del turismo vengono cambiate).

14
1^ LEGGE QUADRO SUL TURISMO (legge 217):

Arriva dopo 35 anni dalla costituzione fu emanata la prima legge quadro in materia di turismo. Le regioni avevano
bisogno della legge quadro, altrimenti non potevano emanare le proprie leggi. Per 35 anni, svanito anche il ministero
del turismo con l’abdicazione, non esisteva una legge specifica che desse un coordinamento serio in materia di
turismo, il che significa che il nostro Stato non si è interessato per niente al turismo. Questa legge però non è fatta
molto bene, perché invece di risolvere il rapporto fra stato e regioni, le accentua. Si voleva cercare di creare un
coordinamento fra le varie leggi. Questa legge 217 non rispettava l’obiettivo di creare un coordinamento a livello
regionale. Non è una legge fatta bene per altro, perché invece di risolvere i problemi tra le Stato e regione li accentua.
OBIETTIVO DELLA LEGGE: individuazione del meccanismo di coordinamento per le altre regioni, in modo da
evitare la frantumazione, dando anche un coordinamento fra le varie leggi. Tutto questo attraverso questa legge non fu
realizzato.
Questa legge ha subito molti ricordi alla corte costituzionale proprio per questi motivi.
Oggi di questa legge ci rimane l’istituzione degli APT (Aziende di Promozione Turistica) e gli uffici d’informazione
e di accoglienza turistica, rimasti tutt’ora presenti.
La legge 217 è stata abrogata poi nel 2001 attraverso la legge 135 (nuova legge quadro), anche se molti dei contenuti
principali sono stati mantenuti e sono un punto di riferimento generico. Con la legge 217 S’istituì la conferenza stato
regioni, luogo dove il presidente delle regioni e il presidente del consiglio dei ministri s’incontrano per cercare di
coordinare le politiche delle varie materie concorrenti ed esplicite, in modo tale da portare avanti una politica generale
tra stato e regioni.
25/03/2020

LEGGE BASSANINI:
La legge Bassanini è stata emanata nel ’97, nel periodo in cui la Lega di Bossi aveva ottenuto tantissimi consensi, la
quale richiesta era il federalismo in Italia perché le regioni del nord volevano assolutamente staccarsi dalle regioni del
sud per una questione fiscale, perché in Italia esiste un sistema contributivo che prevede che tutte le tasse vengano
smistate dal governo centrale per fornire i servizi alle varie regioni. Dato che le regioni del nord sono molto più
produttive delle regioni del sud, la gran parte delle tasse provenivano dalle regioni del nord, parte dell’Italia dove si
lavora e si guadagna di più, per cui queste tasse venivano anche distribuite nel sud dove c’era più bisogno di servizi.
Questa cosa non era gradita a chi faceva parte della Lega, per cui Bossi e la Lega volevano il federalismo. Stranamente
non riescono a realizzare questa specie di federalismo all’Italiana, in quanto si dovrebbe completamente stravolgere la
costituzione (a partire dall’ art. 5 della costituzione) dove si dice che la Repubblica è una ed indivisibile, perciò è chiaro
che il nostro Stato è uno stato unitario seppur organizzato su base regionale con un po' di decentramento, ma non è uno
Stato federale, perché le singole regioni non hanno tutti e tre i poteri e non hanno quell’autonomia che si chiede agli
Stati federali.
La legge Bassanini è stata elaborata dal ministro Bassanini di sinistra, governo che si è succeduto tra il governo
Berlusconi di quel periodo, ed è stata emanata per tacitare tutte le manifestazione della lega e il malcontento degli
imprenditori del nord. È una legge considerata “rivoluzionaria” per lo Stato italiano, perché ha considerato una sorta di
federalismo a costituzione invariata, con un maggiore decentramento attraverso una legge, ampliando le funzioni
delle regioni con un decreto che ha delegato l’emanazione di vari decreti. Il più importante dei decreti legislativi è il
decreto 112 del ’98 e ha cercato di assicurare l’omogeneità e il coordinamento di questo grandissimo trasferimento di
funzioni che sono state poi attribuite alle regioni.
Nel decreto 112 del 1998 vi sono anche temi di valorizzazione di beni culturali e anche di turismo.

Dopo la legge Bassanini nel 2001, dopo quasi 20 anni, viene emanata la legge 135 (titolata come riforma del turismo) e
che va ad abrogare e sostituire la legge 217, nonché una nuova legge quadro, necessaria perché la legge 217 da subito
appariva come una legge inefficace. La legge 217 è stata ritenuta inefficace. Ci mettono tanto tempo per emanare la
nuova legge quadro che si trovano quasi con l’emanazione della legge costituzionale del titolo quinto è di ottobre.

15
La situazione appare con delle grosse incongruenze: la legge 135 è una legge quadro che prevede una competenza
concorrente, mentre la legge costituzionale del 2001 prevede una concorrenza diversa. La situazione appariva
abbastanza disorganizzata perché le stesse persone che sedevano al parlamento hanno approvato sia la legge quadro che
la legge costituzionale, mutando il tipo di competenza sul turismo non più concorrente. La legge quadro quindi non
serviva più, perché non c’era più la competenza concorrente.

- 2004:
Viene emanato il famosissimo decreto 42 del 2004 relativo alla tutela dei beni culturali. Di questa legge c’era molto
bisogno perché l’unica legge a cui si faceva riferimento era una legge che risaliva al 1939 (periodo del fascismo).

- 2005:
Successivamente viene modificato l’ENIT nel 2005, e si costituisce come Agenzia Nazionale del Turismo, ma dopo il
2005 si hanno altre modifiche a quest’agenzia nazionale del turismo. Sempre nel 2005 abbiamo l’emanazione del testo
unico del consumo e la legge sul riordino dell’agriturismo.

- 2011:
Viene emanato il concilio del turismo.

Come abbiamo già detto, legge 217 (legge quadro sul turismo viene emanata dopo 35 anni) e ha come obiettivo il
coordinamento delle regioni, ma in realtà questo non avviene. Si è cercato di evitare l’accentramento statale ma non si
riusciva ad avere un buon coordinamento pur con il decreto del consiglio dei ministri che doveva stabilire i contenuti
tra stato / regione. Le regioni attraverso la legge quadro si sentivano forti di poter emanare nuove leggi sul turismo, e
quindi in Italia si creò una situazione molto variegata perché ciascuna regione incominciò ad emanare “leggi di
attuazione su leggi di attuazione”. Vennero emanate leggi su:

- Classificazione degli alberghi (prime controversie perché la classificazione era diversa da regione a regione)
- Sulle agenzie viaggio
- Si stabilirono dei finanziamenti alle imprese
Tutte queste leggi però penalizzarono, perché erano leggi diverse da regione a regione.

Tutti gli enti che vengono creati, servono per creare un coordinamento. Nel 1994 nasce il dipartimento del turismo,
presso la presidenza del consiglio. Rappresenta una sorta di ministero del turismo con una denominazione diversa. Ha
funzione di:

- Indirizzo
- Coordinamento
- Programmazione

Il tema di questa storia è in questo caso gli italiani avevano detto che non volevano più il ministero del turismo, ma in
realtà avevano creato una sorta di mini ministero nell’ambito della presidenza del consiglio. Ovviamente attraverso
questo dipartimento non si riuscì ad ottenere un vero coordinamento.

CONSEGUENZE LEGGE BASSANINI:


Tutte le competenze del ministero del turismo furono trasferite alle regioni, ma il dipartimento per il turismo non aveva
il potere di prendere in carico quelle funzioni che dovevano essere delle regioni. Il dipartimento per il turismo veniva
spostato al ministero delle attività produttive. La volontà dello Stato era cercare di riprendersi le funzioni relative al
turismo con il coordinamento. Un'altra novità che ha realizzato la legge Bassanini è il principio di sussidiarietà, che
viene costituzionalizzato. La legge Bassanini prevedeva la possibilità che le funzioni amministrative fossero esercitate
dai comuni. Queste rappresentano l’erogazione dei servizi utili ai cittadini (sanità, scuole), che secondo questa legge
dovevano essere esercitate dai comuni perché ciascun comune conosceva meglio la propria situazione e le necessità dei
cittadini. Si deve tener conto che non tutti i comuni hanno la capacità di erogare funzioni amministrative, pertanto
quando ci sono delle emergenze questi comuni dovranno chiedere sussidio alla provincia.

16
- DECRETO LEGISLATIVO 112 del ’98:

Rimarca un principio importante per il nostro Stato. La politica del turismo deve avere un’intesa da regolare tra stato e
regioni. È una sorta di svolta e si fissa come principio un’intesa con lo Stato e i privati. Il decreto 112 cede tutte le
funzioni amministrative alle regioni, e si deve tener conto del parere dei sindacati. Il turismo viene dato alle regioni ma
non possono agire secondo criteri irrazionali, ma devono confrontarsi con i privati, in modo tale da mettere a segno
delle promozioni turistiche che siano efficaci. Dopo le emanazioni delle leggi Bassanini furono presentati tantissimi
progetti di riforma, non sortirono mai effetto perché le regioni stavano ormai bene.

(contenuto Legge 135 domanda esame)

Passarono oltre 15 anni prima che venisse emanata la legge 135 nel 2017. Prima c’era la legge 217 del 1983, quando
ormai era noto a tutti che la legge 217 era completamente inefficace e non aveva dato buoni effetti, tanto più che era
stata superata se non in parte dal decreto legislativo 112 del 1998. Questa legge 135 che viene emanata dopo 15 anni
(anche un po' a sorpresa), in realtà risulta essere un ottima legge che vede il turismo secondo due aspetti mai
considerati prima. Era stato considerato solamente l’aspetto dello sviluppo economico ed occupazionale. La legge 135
pone l’attenzione anche sul turismo anche per quanto riguarda lo sviluppo sociale e culturale della persona. È una legge
che prende quindi in considerazione gli aspetti sociali fino ai giorni nostri. Permette in oltre di dare un bilanciamento al
valore economico (portando soldi in Italia) e quello sociale (con l’obiettivo della società e dei singoli cittadini).

Altra cosa importante è che la legge 135 rispetta in pieno il fatto che era una legge quadro, perché stabilisce gli
obiettivi a cui devono puntare il turismo di tutta la Repubblica. Le regioni devono a questo punto impegnarsi per
portare avanti questi obiettivi che devono essere uguali su tutto il territorio nazionale e poter “fare turismo”. Può
definirsi una legge molto più razionale rispetto alla legge 217.

Il contenuto della nuova legge 135 è considerato rivoluzionario proprio per il fatto che il turismo non viene
considerato solamente per l’aspetto ECONOMICO, ma anche per la crescita SOCIALE e CULTURALE della
persona.

OBIETTIVO: Sviluppo del turismo sotto questi tre punti di vista, deve essere comune a tutte le regioni.

ALTRI CONTENUTI DELLA LEGGE 135:

Questa legge prevedeva anche gli strumenti per la realizzazione degli obiettivi. Attraverso le leggi le regioni dovevano
impegnarsi a stabilire delle leggi per un maggiore competitività e sostegno nei confronti delle imprese. Chiede l’uso
strategico degli spazi rurali e chiede anche che le regioni emanino delle leggi specifiche sulla tutela e valorizzazione dei
beni culturali e la tutela delle tradizioni enogastronomiche delle regioni.

La parte sociale prevede che le regioni debbano emanare leggi a sostegno degli anziani, disabili e delle persone meno
abbienti (turismo sociale). Viene emanato nel 2002 il DPCM (decreto del presidente della Repubblica) che stabilisce gli
effettivi contenuti pratici degli obiettivi fissati dalla legge. Si chiede la realizzazione degli obiettivi della legge 135 già
citati prima, e come saranno realizzati questi obiettivi secondo questo DPCM secondo un regolamento statale.

LE DIFFERENZE TRA LA LEGGE 217 E LA LEGGE 135:

La legge 217 aveva impostato un organizzazione amministrativa molto standard. La 135 aveva una visione più amplia
perché non guardava al turismo solamente dal punto di vista economico, ma guardava anche dal punto di vista sociale.
La grande novità della legge 135 è che istituisce i STL (sistemi turistici locali), organizzazioni regolate attraverso la
legge 135, per promuovere determinate zone attraverso una politica turistica particolare. È un’opportunità per lo
sviluppo di zone geografiche non sviluppate. Questa legge riformula le APT e vengono espanse ad altre province non a
vocazione turistica. La 135 fa riferimento alla nozione d’impresa turistica che si allarga, cambiando la definizione
d’impresa turistica; la legge 217 invece forniva un’emanazione d’impresa turistica che combaciava con le agenzie di
viaggio, la legge 135 da la possibilità agli imprenditori di creare imprese turistiche nuove e diverse rispetto alle agenzie
viaggio. La legge 217 era solo per l’agenzia viaggio.
17
Altra novità della 135 è che è una legge che non è stata imposta dallo stato come la 217 ma è una legge che si basa
molto sulla concertazione. Il contenuto è lasciato all’accordo fra Stato e regione.

Nel ottobre del 2001 viene emanata la riforma della costituzione per volere del popolo con un referendum, (titolo 5°),
riforma voluta in seguito alla richiesta di federalismo per concedere alle autonomie locali maggiori incarichi.

01/04/2020

SITUAZIONE DOPO LA LEGGE 135:

Le regioni non vedevano di buon occhio la legge 135, in quanto era considerata come interferenza nella potere che
aveva lo Stato sul turismo, ormai delegato alle regioni. Questa legge quadro ormai per le regioni non aveva più senso,
perché lo Stato aveva adottato dei principi generali che portarono la legge d’avanti alla corte costituzionale (organo
dedito a dichiarare l’incostituzionalità di una legge). Perciò viene chiesta l’incostituzionalità perché si pensava che
questa legge non rispettasse i principi della Costituzione. Con la sentenza però, a sorpresa la corte costituzionale non la
dichiara illegittima. Fu attraverso una sentenza molto complessa che si cercò di salvare questa legge fatta bene, perché
molte regioni non avevano una legge sul turismo, perciò la corte costituzionale ragionò su questo e pensò che le regioni
non avendo leggi relative al turismo, questo potesse danneggiare il turismo.

La legge 135 non può dichiararsi illegittima per il principio di eccedenza e rimane in vigore finché le regioni non si
danno una propria legge. Quando tutto ciò accade, la legge 135 rimane abrogata.
MOTIVAZIONI:
- Continuità dell’ordinamento per fare in modo che tutte le regioni non rimangano sprovviste di una legge sul
turismo.
- Rimane in vigore ma viene abroga da sola man mano che le regioni si danno una legge.

COSA SUCCEDE DOPO LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE:


C’è un interesse nazionale che non viene più nominato nel nuovo art.117, ma continua ad esistere tramite le sentenze
della corte costituzionale che cercano di salvare il coordinamento che vengono di nuovo trasferiti allo Stato. Il principio
è quello che tutte le leggi delle regioni devono rispettare l’interesse nazionale.
Riguardo il turismo si cerca di conservare un certo potere dello Stato nei confronti del turismo, come il coordinamento e
l’armonizzazione per l’interessa nazionale.
Il quadro legislativo sul turismo comincia a complicarsi e non è più omogeneo perché mal mano le regioni iniziano ad
emanare le leggi più disparate creando una mancanza di omogeneità. Se da un lato più essere positivo dall’l’altro lato
crea disomogeneità sul territorio nazionale, perché la catalogazione degli alberghi ad esempio, può essere diversa da
regione in regione.

Codice del consumo


Viene emanato nel 2005 con decreto legislativo emanato su delega del parlamento, prevedendo la materia (codice del
consumo) e i criteri, i principi direttivi e il tempo entro il quale emanare questo decreto.
Si sentì la necessità da parte del parlamento, di delegare al governo la redazione di un codice del consumo per adeguarsi
alle direttive dell’UE per la tutela dei consumatori, per far modo che i consumatori europei avessero la stessa tutela. Le
direttive devono essere recepite da ogni Stato membro all’UE e diventare legge interna. Il parlamento ha pensato di
affidare questo compito di recepimento delle direttive in merito al codice del consumo al governo e ha chiesto di
emanare una sorta codice del turismo. In questo codice sono previste tutte le norme in materia di “tutela dei
consumatori”. Con questo codice vengono armonizzate le normative esistenti in Italia con la normativa europea e
vengono stabilite le norme dell’acquisto e della vendita del prodotto, assicurando un elevato livello di tutela dei
consumatori e degli utenti.
Si parla di codice del consumo perché i turisti sono dei consumatori che si servono dei servizi relativi al turismo, perciò
nel codice del consumo ci sono anche dei riferimenti al turismo.

18
Il codice del consumo viene emanato nel 2005 e viene modificato nel tempo. La modifica più importante l’abbiamo nel
2007 quando viene aggiunta “l’azione collettiva” conosciuta già nell’UE ma totalmente sconosciuta in Italia. Viene
inserita nel codice del consumo ed estesa ad altri settori (class action).

Il codice del consumo permette di:


- Promozione dello sviluppo del libero associazionismo (formare associazioni a tutela dei consumatori per vederne
tutelati i propri interessi).
- erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità e di efficienza.
- Tutela della salute (soprattutto per quanto riguarda l’erogazione di prodotti alimentari o prodotti che hanno a che
fare con la salute).
- Equità nei rapporti contrattuali (dove il consumatore è la parte debole). Attraverso il codice di consumo si cerca di
rendere forte la parte del consumatore.
Questa parte del codice del consumo è stata poi abrogata.
CLASS ACTION:
Le associazioni dei consumatori hanno dei propri avvocati, perciò il consumatore più chiedere risarcimento o possono
rivolgere alle associazioni dei consumatori che lo aiuterà ad avere una difesa unendo e creando una doppia difesa con il
proprio avvocato eventualmente.

Codice del turismo


Si lega abbastanza con la legge 135. Dopo 10 anni dalla riforma dell’art. 117, il legislatore nazionale (onorevole
senatore) emana un nuovo codice del turismo, la cui competenza è dello Stato, facendo un altro tentativo di
accentramento. Viene emanato nel 2011 e viene fatto passare come codice necessario per l’esercizio relative alle
materie di turismo. È un codice che stabilisce qualcosa che non poteva essere possibile. Voleva individuare punti di
omogeneità proprio perché le regioni stavano facendo da se delle regioni. L’art.2 del cod. del turismo individua altre
competenze in favore dello Stato relative al turismo:

- Valorizzazione
- Sviluppo
- Competitività a livello interno ed internazionale del settore turistico come fondamentale risorsa del paese.

Queste tre sono le politiche specifiche che devono svolgere in ambito turistico, perciò in questo caso lo Stato si sta
attribuendo le competenze relative alle regioni riprendendosele, senza tener conto della costituzione. Questo
chiaramente non poteva essere possibile. È anche vero che nel principio di “competitività” c’entra l’economia, il cui
interesse è dello Stato stesso, ma non può attribuirsi delle competenze del turismo interne che sono dedite alle regioni.

 Il codice del turismo abroga espressamente la legge 135 perché tutte le regioni adottavano una propria legge.
Anche se non era una cosa fattibile, il codice del turismo fa una legge quadro sul turismo in sostituzione alla legge
135, regolando i contratti delle multiproprietà, delle vacanze a lungo termine ecc..

Proprio per giustificare il fatto che lo Stato abbia preso delle iniziative sulle competenze relative alle regioni, viene
preso in considerazione il principio di sussidiarietà. Il codice del turismo cambiava la competenza dalla regione allo
Stato ma non prevedeva nessun accordo. La corte costituzionale si è trovata ad analizzare il codice del turismo articolo
per articolo, per capire se fossero o meno incostituzionali parziale del codice del turismo. La corte costituzionale ha
fatto un analisi dettagliata di tutti gli articoli del codice del turismo. È un illegittimità parziale in quanto alcuni articoli
sono stati dichiarati illegittimi (incostituzionali) ed altri legittimi (costituzionali).

Durante il giudizio emanato dalla corte costituzionale, sia lo Stato che le Regioni vantano le proprie ragioni in merito
alla legge. Lo Stato nel costituirsi con l’avvocatura dello Stato e un proprio atto davanti alla corte costituzionale,
faceva notare che il decreto legislativo era legittimo perché doveva essere applicato il principio di sussidiarietà.
Per quanto riguarda la competenza legislativa la sussidiarietà poteva applicarsi quando esisteva l’accordo della regione,
ovvero, lo stato poteva togliere il potere alle regioni se le regioni stesse erano d’accordo.
Tutto questo non era previsto, perciò la corte costituzionale ha dovuto dichiarare incostituzionali gli articoli che non
prevedevano quest’ultimo principio dove la materia era esclusiva dello Stato. Gli articoli che la corte costituzionale ha
dichiarato incostituzionali sono tanti e sono stati dichiarati tali, per la violazione degli art. 76 e 79 che stabiliscono i
presupposti della legge di delega della competenza legislativa dello Stato e delle regioni (eccesso di delega). Questo

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significa che lo Stato non ha rispettato ciò che è scritto nella costituzione per delegare al governo una legge e soprattutto
perché non ha rispettato l’art. 117 comma 4 e l’art.118 che riguarda il principio di sussidiarietà.

Le motivazioni per il quale il codice del turismo viene dichiarato parzialmente incostituzionale sono quindi:
- Eccesso di delega.
- Non aver rispettato la competenza esclusiva delle regioni. (art. 117 non rispettato)
- Non aver rispettato il principio di sussidiarietà. (art. 118)
Non Sono stati dichiarati incostituzionali il resto degli articoli perché ci sono delle materie che interferiscono nella
materia di turismo (materie trasversali come l’urbanistica, i trasporti, la tutela dei beni culturali, le professioni,
l’economia ecc..) che comunque interferiscono con la materia turistica. Gli articoli del codice dichiarati legittimi, sono
stati salvati perché riguardavano delle materie che interferivano con il turismo ma erano materie di competenza
concorrente o esclusiva dello Stato.
02/04/2020
ART. DEL CODICE DEL TURISMO CHE NON SONO STATI ABBROGATI:
- Artt. 4-5 che riguardano le imprese turistiche
- Art. 6 professioni turistiche
- Art. 7 Norme sul mercato del lavoro; appartenendo alla competenza economica è di competenza statale.
- Artt.24 a 68 riguardano il turismo culturale (materia concorrente tra stato e regione) e sociale (competenza statale).
Anche gli artt. sulla promozione turistica, contratti nel settore del turismo e sono stati salvati.

Codice dei beni culturali


È un decreto legislativo emanato tramite una delega del parlamento al governo. Parlando di questo codice ci riferiamo
anche alla parte speciale sulla gestione dei beni culturali. Ha innovato tantissimo la materia degli stessi ed è organizzato
in due parti; la prima parla dei beni culturali, la seconda invece riguarda la valorizzazione del paesaggio.
In Italia eravamo rimasti senza legge sui beni culturali, e ci si rifaceva addirittura a due leggi del 1939, emanate durante
il periodo del fascismo, dove non si parlava ancora di beni culturali, ma si faceva riferimento a beni appartenenti al
patrimonio “storico- artistico”. Pertanto l’Italia ha avuto una legislazione molto carente in materia di beni culturali ed ha
“pagato” per questo fatto, perché non c’era una vera e propria legislazione capace di dare una effettiva valorizzazione
dei beni culturali. Con la riforma del 2001 la competenza dei beni culturali viene divisa a metà;
- La valorizzazione dei beni culturali viene affidata alla competenza concorrente dello Stato con leggi cornice,
mentre le leggi d’attuazione da parte delle regioni. I beni culturali hanno bisogno di una gestione particolare per
produrre valore ed attirare turisti.
- La tutela viene affidata esclusivamente allo Stato perché è una materia di competenza esclusiva dello Stato. La
tutela risguarda la conservazione del bene culturale nella sua entità, con tutte le azioni che lo preservano.
Non si può permettere che alcuni beni culturali siano meglio conservati rispetto ad alti, perché qualsiasi bene culturale
deve essere tutelato con lo stesso trattamento. Si riteneva non proprio possibile affidare la competenza alle regioni,
perché le regioni più ricche riuscivano a tutelare al meglio i beni culturali, mentre le regioni più povere non riuscivano a
garantire la tutela degli stessi. D’altra parte bisognava in qualche maniera accontentare le regioni che richiedevano una
competenza loro, ed è stata data una competenza in materia di valorizzazione sui beni culturali.
Viene emanato nel 2004 un decreto legislativo sottoforma di delega. È una legge che ha subito diverse modifiche perché
avevano bisogno di aggiustamenti necessari vista la complessità della materia. Questo codice dei beni culturali è il
principale riferimento normativo italiano, dove sono comprese norme di principio e norme che riguardano la
tutela del patrimonio culturale attribuito all’IBACT (Ministero dei beni, attività culturali e del turismo). Per
quanto riguarda l’ambiente si ha una specifica attenzione sugli ambienti naturali particolarmente belli da visitare.
Gli articoli che ci interessano di più del codice dei beni culturali sono:
- Art. 2 fissa il principio per considerare un bene culturale mobile e immobile, che presentano l’interesse artistico,
storico archeologico ed altre cose individuate dalla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà. Tutti i beni
sono destinati alla fruizione della collettività.
20
- Art. 3 fissa i principi relativi alla tutela. È una sorta di legge quadro. La tutela viene affidata allo Stato e consiste
nel garantire la conservazione per fini di pubblica fruizione. Attraverso la tutela si possono emanare
comportamenti che regolano la disciplina del fruitore. Sono state inoltre specificate tutte le attività di tutela
competenti allo stato e non alla regione.
- Art. 5 tutela dei beni culturali
- Art. 6 valorizzazione del patrimonio culturale. Viene stabilito cosa appartiene alla legislazione dello Stato e cosa
appartiene alla regione. La valorizzazione sono tutte quelle attività che ci permettono di godere e rendere
accessibile a tutti (anche ai diversamente abili) il patrimonio dei beni culturali. (si collega all’art. 9 della
costituzione, diventando addirittura un diritto alla fruizione). La valorizzazione comprende anche la
riqualificazione del patrimonio culturale. Tutela e valorizzazione sono strettamente collegate, perché appartengono
agli interventi che promuovono la conservazione del bene culturale. L’art.3 e l’art. 6 sono molto stretti tra loro,
perciò si sono creati molti problemi per capire quali sono le attività di tutela che appartengono allo Stato e quali
sono le attività di valorizzazione che appartengono alle regioni cercando di dividere le due competenze e dando
una definizione di tutela e una definizione di valorizzazione. Il tema è che per quanto il concetto di tutela e
valorizzazione potesse essere strettamente collegato, non si sarebbe dovuto dividere il concetto in due articoli,
nonché l’art.3 e l’art. 6.
- Art. 10 definizione dei beni culturali
- Art. 111 è un altro art. che riguarda la valorizzazione spiegando ancora una volta cosa sono le attività di
valorizzazione. Queste consistono nelle risorse stanziate che vengono organizzate per dare valore al bene culturale.
In questo articolo si fa riferimento ai privati. Qui vediamo la piena realizzazione del principio di sussidiarietà
orizzontale. Detta altri principi in materia di valorizzazione, cercando di rendere chiaro ancora una volta, cosa
sono le attività di valorizzazione, che consistono nella organizzazione di tutte le risorse stanziate per organizzare e
mettere in valore il bene culturale e nella disposizione di competenze tecniche (come direttori dei musei) e risorse
finanziarie, finalizzati all’esercizio delle funzioni e al perseguimento e all’attività di valorizzazione.
- Art. 112 riguarda i soggetti pubblici e privati attraverso i quali si gestiscono i beni culturali
- Art. 117 (segue)
- Art. 131 tutela dell’ambiente e paesaggio
- Art. 132 cooperazione pubblica amministrazione per la tutela
- Art. 134 specifica quali sono i beni paesaggistici
- Art. 135 pianificazione del paesaggio
- Art. 136 riconoscimento del bene paesaggistico di essere d’interesse pubblico
08/04/2020
(domanda esame principio di sussidiarietà orizzontale e verticale)
a noi interessa la prima parte e l’ultima parte di questo articolo, in quanto è descritto il principio di sussidiarietà
verticale nella prima parte e orizzontale nella seconda parte. Questo è un articolo che è e stato completamente
modificato con la riforma del 2001 e ha introdotto nel nostro ordinamento questo principio di sussidiarietà che non
esisteva prima del 2001, ma era stato previsto anche questo nella legge Bassanini, con la prima forma di federalismo.

- Art. 118 Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano
conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione
ed adeguatezza.
Commento comma 1:

Questo primo comma è la descrizione del principio di sussidiarietà verticale, richiamato relativamente alle funzioni
amministrative, nonché attività dirette allo svolgimento dei servizi pubblici, e non alle funzioni legislative. L’attività
pratica di assistenza sanitaria, ad esempio, è una funzione amministrativa. Il principio di sussidiarietà secondo la
costituzione riguarda proprio le funzioni amministrative, tant’è che le funzioni amministrative devono essere attribuite
in prima battuta ai Comuni, perché sono l’ente più vicino al cittadino e conosce meglio i bisogni concreti di ciascuna
situazione legata al territorio.
Qualora esistessero altre esigenze che devono essere esigenze di adeguatezza, nel senso che il comune essendo piccolo
non è in grado di offrire determinati servizi, per cui la funzione amministrativa verrà attribuita alla Provincia. Se la
stessa Provincia non ha gli stessi mezzi adeguati la competenza si sposterà alla Regione e se non ha i mezzi la funzione
amministrativa si sposterà allo Stato.
Il principio è quello di cercare un ente in grado di erogare quella funzione amministrativa nel migliore dei modi. Si
chiama sussidiarietà verticale perché la competenza si sposta verticalmente verso l’alto.
21
Comma ultimo:
Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e
associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.
ci evidenzia il principio di sussidiarietà orizzontale che riguarda la legislazione del turismo e dei beni culturali.
Qual ora l’ente locale (Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni), si rende conto di non avere i mezzi o le
strutture necessarie per garantire questi servizi, possono chiedere aiuto alle strutture private per far fronte ad attività
che interessano la popolazione (es. sanità). Ad ogni modo se il privato rimane disponibile per favorire il servizio, viene
fatto un accordo tra pubblico e privato.
La rivoluzione che ha rappresentato questo comma dell’art. 118 è che prima nella Costituzione prima del 2001,
questo principio non esisteva, perciò se l’ente pubblico non riusciva a fornire il servizio al cittadino non lo forniva.
Dopo il 2001, attraverso il principio di sussidiarietà la situazione cambia, perché se il pubblico non riusciva a garantire
la prestazione per mancanza di soldi, il pubblico si rivolge al privato che consente di fornire quell’attività (accorciando
per altro le tempistiche).
La “rivoluzione” sta anche nel fatto che il nostro Stato essendo uno stato sociale, s’impegna a garantire i diritti ai
cittadini rimuovendo ostacoli economici e sociali che servono a garantire i servizi, osservando quindi il principio di
uguaglianza.
Lo Stato sociale costa e spende molto di più dello Stato liberale, perciò si deve attivare per creare le condizioni giuste
per garantire il servizio.
Ad un certo punto ci siamo trovati di fronte ad un fallimento dello Stato sociale, perché servivano sempre risorse
economiche per garantire risorse per i diritti sociali. Questo ha creato grossi problemi di indebitamento per l’Italia.
Il principio di sussidiarietà orizzontale ha permesso al nostro Stato di aiutarlo a garantire dei servizi quando lo Stato
stesso non ce la faceva. Iniziò la politica della spending review con tagli su servizi pubblici sulla sanità e l’istruzione. In
questo caso il principio di sussidiarietà ha permesso inoltre di non spendere più soldi.
Gli artt. 111; 115; 117 si ritrovano riferimenti al principio di sussidiarietà orizzontale applicato alla valorizzazione dei
beni culturali e nell’ambito del turismo. Si fa riferimento alla sanità perché lo Stato pensa ad investire più soldi nella
sanità e nella pubblica istruzione anziché per il turismo.

09/04/2020
(domanda: valorizzazione e tutela, forma diretta e indiretta,
fruizione dei beni culturali come diritto sociale)

- Art 115 (parte speciale) riguarda le attività di gestione dei beni culturali di appartenenza pubblica. Da badar
bene al concetto di valorizzazione e le forme di gestione possono essere in due modalità:

DIRETTA: Può essere svolta dalla pubblica amministrazione che ha la detenzione del bene. Lo può fare ma deve
avere delle strutture idonee, deve essere dotato di personale competente (archeologi), personale finanziario e
contabile. Questo permette la gestione e l’amministrazione del bene culturale. Solitamente tutto ciò avviene per i
musei comunali che vengono gestiti direttamente dalla pubblica amministrazione. Spesso pero diventa molto
difficile gestirsi il bene culturale da sé, perché non hanno le strutture adatte per poter gestire il bene culturale.

INDIRETTA: È quella più praticata. Si chiama indiretta perché la pubblica amministrazione la fa gestire a dei
terzi che sono dei privati (realizzazione di principio di sussidiarietà orizzontale). La concessione è un atto
pubblico, nonché un modo attraverso un bando pubblico come deve essere gestito questo servizio deve essere
gestito dai privati. Nel bando inoltre, viene chiesto qual è il personale adatto alla gestione del bene culturale (tra
cui archeologi, guide turistiche e personale dedito alla gestione finanziaria e amministrativa). La pubblica
amministrazione si occupa dei compensi ottenuti dagli ingressi al museo, o attraverso percentuale percepita
dall’impresa che ha la concessione.
La concessione è una sorta di contratto tra pubblico e privato, dove vengono stabiliti tutti i termini di questo
contratto. Appare però sotto forma di atto pubblico.

22
Possono dare in concessione il bene culturale o le amministrazioni singole o i soggetti costituiti da privati che intendono
partecipare a questa gestione (es. Uffizi gestiti da un manager tedesco, privato quindi).
Spesso è necessario per la particolarità del bene culturale, trovare un soggetto manager per stabilire cosa deve fare
l’impresa per gestire al meglio la concessione del bene culturale.

- Art 117 (nuovo) elaborato dopo la riforma del 2001.


Comma 1 : Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario,
siano conferite a Province, città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà,
differenziazione ed adeguatezza.
Significa che sia le leggi dello Stato che le leggi della Regione devono rispettare la Costituzione, il diritto dell’UE e gli
obblighi internazionali.
Comma 2 lettera M : Tra le materie di competenza esclusiva dello Stato, vi è la lettera M dove si stabilisce la
determinazione dei livelli sociali e civili. Deve essere stabilito lo standard minimo dei diritti fondamentali da stabilire
su tutto il territorio.
Stabilisce che è materia esclusiva dello Stato, la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i
diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.

Ovvero lo standard minimo dei diritti fondamentali.


Deve essere dunque lo Stato a stabilire quel minimo di prestazioni che bisogna concedere ai cittadini per garantire i
diritti fondamentali (sociale e civile). È quindi un'altra competenza per lo Stato che interferisce con il turismo, per far
sì che potesse garantire lo standard minimo dei servizi per il diritto al turismo sul territorio nazionale (tipicamente
stabiliti ogni anno o ogni due anni). Un esempio di garanzia di turismo da parte dello Stato possono essere le prime
domeniche del mese con visita gratuita, a beneficio di tutti i visitatori appartenenti al territorio nazionale.
Si stabiliscono tutte una serie di materie che sono di competenza legislativa dello Stato.

Le funzioni dei beni culturali sono un diritto che vedono garantite sia dall’art. 9 della costituzione e dal decreto legge
che segue.
DECRETO LEGGE 146/2015: (diritto alla cultura)
è un Decreto legge molto particolare emanato nel 2015, molto importante per il nostro settore, ha chiarito
esplicitamente quello che già si evinceva dall’art.9. Essendo un decreto legge, è un atto che anziché essere approvato
dal parlamento, è emanato dal consiglio dei ministri e dopo 60 giorni passa dalle camere e viene convertito in legge.
In questo decreto viene stabilito il minimo dei diritti sociali, della fruizione ai beni culturali e di fare turismo. È un
decreto che è stato convertito in legge, ma n’è rimasto il nome sotto decreto legge. È stato emanato sotto una
situazione di necessità ed urgenza. All’epoca in cui è stato emanato successe che il Colosseo durante il periodo estivo
era stato chiuso per delle assemblee sindacali sui diritti dei lavoratori. Questo ha comportato una situazione
particolare perché i turisti nel periodo estivo non hanno potuto visitare le bellezze, perciò ritengono di non essere stati
tutelati della fruizione del patrimonio artistico della nazione.
Il diritto sulla fruizione ai beni culturali è stato ritenuto un diritto fondamentale per gli italiani, in quanto serve ad
accrescere la personalità dell’uomo. (DIRITTO SOCIALE).
Nella conversione del decreto è stato aggiunto l’art. 01 che stabilisce la tutela, la valorizzazione e la fruizione sono
diritti sociali che devono essere garantiti in tutte le Regioni e sono inclusi nell’art.117.
Comma 3 :
Vengono specificate una serie di materie che sono di competenza concorrente (appartengono in ugual modo alla
legislazione sia statale che regionale, però di queste materie lo Stato può dettare leggi quadro, mentre le regioni
devono dare attuazione a quei principi fissati dallo Stato.
Comma 4 :

23
Tutte quelle materie che non sono elencate nel 2 e 3 comma dell’art.117, sono di competenza residuale delle Regioni,
ovvero che possono emanare le leggi da sole senza i principi generali e senza l’interferenza dello Stato su quelle
materie. Il turismo appartiene a queste materie perché non è espressamente enunciato nel comma 2 e 3 e va a ricadere
nella competenza esclusiva delle Regioni, salvo poi alcune interferenze di materia esclusiva dello Stato che
interferiscono con il turismo e danno una certa competenza legislativa allo Stato.
Tra le materie di competenza esclusiva dello Stato, vi è la lettera M dove si stabilisce la determinazione dei livelli
sociali e civili. Deve essere stabilito lo standard minimo dei diritti fondamentali da stabilire su tutto il territorio.
La lettera M è stata prevista per evitare una grossa disparità da Regione a Regione, perciò il minimo dei diritti
garantiti vengono stabiliti dallo Stato. Questo contenuto va solamente ampliato ma mai diminuito.
15/04/2020

Gestione indiretta dei beni culturali:


L’affido IN HOUSE è un’altra gestione dei beni culturali. È una modalità attraverso la pubblica amministrazione
attraverso un altro ente che può erogare servizi. È una società composta da quote pubbliche, con particolari requisiti
stabiliti dall’UE. Per affidare la gestione non c’è bisogno di gara d’appalto. è formata in gran parte da quote della
Regione. È un modo dell’amministrazione per concedere la gestione indiretta, anche se è una forma particolare di una
forma diretta, attribuendo la gestione dei beni culturali senza bisogno del procedimento concessorio, perché queste
società IN HOUSE sono costituite da capitale pubblico.
Ogni decisione importante è determinata dall’associazione che ha dato origine alla società. La normativa relativa alle IN
HOUSE è una normativa che si trova all’interno delle normative dell’UE. L’Italia ha cercato di dare una normativa a
riguardo ma si sorvolava sul fatto che le quote dovessero essere tutte di capitale pubblico. La nostra nazione ha cercato
quindi di far entrare un pò di capitale proveniente da privati.
N.B. il capitale deve essere interamente pubblico così come l’UE ha sempre detto all’Italia, anche se così non fu,
perché la nostra nazione voleva far partecipare al capitale enti privati, perché lì dove c’è la partecipazione del
privato si deve effettuare la gara pubblica per effettuare i principi della concorrenza. 01

Gestione dei beni culturali privati:


I beni culturali non sono tutti pubblici, ma possono essere anche privati, così come accade per i palazzi nobiliari
che non sono d’appartenenza comunale, perciò in questo caso la fruizione pubblica deve essere garantita dal privato in
accordo con la sovraintendenza pagando un contributo (es. palazzo Fizzarotti).
L’art.113 del codice dei beni culturali è importantissimo che i beni culturali vengano gestiti e valorizzati, e viene
specificato che è possibile beneficiare del sostegno per la manutenzione dello stesso bene. Ovviamente è possibile
beneficiare di questi sostegni solo quando sono spazi particolarmente grandi.
Una volta che lo Stato accorda le sovvenzioni, vengono stabilite tra privato – pubblica amministrazione e sull’utilizzo
delle misura di sostegno per stabilire progetti di valorizzazione.
 LE FONDAZIONI:
Un altro metodo attraverso il quale vengono gestiti i beni culturali è l’istituto delle fondazioni (es. il FAI) che possono
essere pubbliche e private dove ciò che è importante è il patrimonio per eseguire un determinato lo scopo. Le
fondazioni molto spesso sono istituite per testamento, nel quale si destinano ricchezze per arricchire il patrimonio dei
beni culturali. Con le associazioni private viene realizzato il principio di sussidiarietà orizzontale perché il “pubblico”
non ha soldi per poter gestire al meglio il bene.
L variabili che può utilizzare la parte pubblica per gestire i beni culturali sono molti:
- Gestione da se
- Gestione indiretta attraverso la concessione
- Gestione attraverso società IN HOUSE
- Gestione attraverso la costituzione di una fondazione
Tra le fondazioni più famose della parte pubblica c’è il ministero che si occupa della gestione dei beni culturali
pubblici, mentre le fondazioni private che possono essere anche di subsidium per il bene pubblico, oltre che essere in
grado di gestirsi da sole.
Queste fondazioni sono enti NO PROFIT, ma svolgono solamente attività utili, in quanto è importante lo scopo, perché
i soci non hanno interesse al vantaggio economico così come avviene nelle società.
24
DIFFERENZA TRA SOCIETA’ / FONDAZIONE:
- Le Società hanno come elemento determinante le persone che perseguono lo scopo
- Le Fondazioni hanno come elemento determinante il patrimonio che sin dall’inizio con l’atto costitutivo, ha uno
scopo, nonché la destinazione del capitale percepito per la realizzazione di un obiettivo.

16/04/2020
La maggior parte di queste fondazioni sono formate da amministratori nominati direttamente dal ministero. La
fondazione “Museo egizio” è una fondazione che esiste da tempo i cui soci sono MIBACT, comune di Torino ecc.. è un
mix tra le parti pubbliche (ministero, comune e province) e due banche. La particolarità di questa fondazione è che ha
una gestione molto efficiente. Il codice dei beni culturali non poteva dimenticare il fenomeno della fondazione, perciò
l’art.121 dei beni culturali sottolinea che i beni culturali possono essere gestiti da fondazioni. Viene sottolineato inoltre
che Ministero, Regioni, comuni e province, possono stipulare anche congiuntamente protocolli d’intesa con le
fondazioni conferenti che possono essere
- Pubbliche
- Pubblico-private
- Bancarie
Le fondazioni bancarie sono sorte in base ad una legge degli anni ’90. Quest’ultime venivano utilizzate per svolgere
attività NO-PROFIT (es. realizzazione di attività che hanno a che fare con la cultura). Lo scopo è quello di reinvestire
gli utili delle banche in attività filantropiche. Far investire le banche in queste attività fu una decisione politica, in
quanto in un determinato periodo, le banche avevano molte entrate.
Un altro argomento importate trattato nel Codice dei beni culturali è “l’accordo tra pubblica amministrazione e privati
per la gestione dei beni culturali”. Si deduce che il codice dei beni culturali ha dato uno spazio amplissimo a questa
collaborazione tra parte pubblica e parte privata per la gestione dei beni culturali.
Perciò il codice dei beni culturali ha permesso di vedere realizzato il principio di sussidiarietà orizzontale in diverse
forme realizzato (per altro anche attraverso l’aiuto del privato) Vediamo tutto questo realizzato in tutti gli articoli che
riguardano la gestione dei beni culturali.
Il codice dei beni culturali prevede degli accordi per la gestione, trovando delle strategie e programmi per poter
promuovere e rilanciare il territorio di riferimento. Le strategie migliori nascono dal confronto tra parte pubblica e
privata.
- La parte pubblica è portatrice degli interessi della fruizione e della conservazione del bene culturale
- La parte privata dovrebbe avere competenze manageriali migliori ed è più attenta allo sviluppo della
valorizzazione.
Perciò il codice dei beni culturali ha pensato che l’unione di questi due portatori d’interesse pubblico / privato potesse
essere una strategia vincente per porre in essere il miglior tipo di gestione dei beni culturali.
Lo Stato può costituire anche dei soggetti giuridici a parte a cui affidare lo sviluppo dei piani strategici. Per questo il
codice del turismo si spinge oltre, prevedendo accordi tra pubblico e privato, ma prevede che si possano creare dei
“soggetti a doc” costituiti sempre da parte pubblica / privata che non sono fondazioni ma sono soggetti misti che
possono essere consorzi, associazioni o altri tipi di soggetti che hanno come compito quello di elaborare lo sviluppo dei
piani di promozione dei beni culturali. Si da molta importanza alla fase strategica scommettendo sul fatto che le
strategie migliori nascono dal confronto della parte pubblica e privata.
L’Art. 121 Indipendentemente da questi accordi possono essere stipulati altri accordi destinati a regolare i servizi
strumentali (come gadget, libri e quant’altro riguardanti il bene culturale o il museo stesso) in accordo tra pubblico e
privato che prende una parte o tutti i guadagni della vendita dei servizi strumentali.

Decreto art bonus:


È un invenzione del Ministro Franceschini nato con un decreto legge in seguito all’urgenza di reperire fondi per la
cultura, trasformato poi nella legge 106 del 2014 con modifiche perché il decreto legge originario prevedeva che i
provvedimenti fossero limitati soltanto ad un anno, ma la legge ha previsto che questi provvedimenti fossero estesi
senza limitazioni.

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È un decreto che è estato emanato per la tutela del patrimonio culturale, slancio e rilancio del turismo. Questo decreto
prevede dei vantaggi fiscali per coloro che decidono di effettuare delle donazioni in favore alla cultura, ottenendo poi
sgravi fiscali per favorire i grossi imprenditori a donare parte dei propri utili. Attraverso l’art bonus si è fatta una
normativa riguardo chi volesse fare delle donazioni a favore della cultura. Anche l’art bonus vede realizzare il
principio di sussidiarietà orizzontale.

CONTENUTO DECRETO ART BONUS:

- Il decreto prevede la deducibilità dalle tasse del 65% dell’importo donato in cultura.
- Prevede agevolazioni fiscali per favorire la competitività del settore turistico, concedendo agevolazioni per gli
imprenditori che vogliono rimodernare le strutture turistiche con digitalizzazione e restauro.
- Con questo decreto è possibile fare foto libere nei musei.
- Prevede anche che siano prelevate il 3% delle risorse del ministero delle infrastrutture per investimenti in cultura.
- Il Ministro Franceschini ha cercato di favorire il sistema informatico e l’innovazione della tecnologia nel turismo.
Viene data la possibilità ai giovani qualora decidessero di costituire nuove imprese nel turismo (start up).
- L’art bonus prevede anche contratti a tempo indeterminato nella tutela e valorizzazione dei luoghi d’arte.
- Realizzazione di percorsi turistici in vecchie miniere e vecchie cave gestite da giovani fino a 35 anni usufruendo di
agevolazioni.

Sono tutti progetti a favore del turismo e della ripresa finanziaria, facendo leva sulle agevolazioni fiscali.

POST EMANAZIONE ART BONUS:


Sono aumentate le donazioni da parte delle imprese a seguito degli sgravi fiscali, mentre i singoli che avevano meno
vantaggi dagli sgravi fiscali, donavano molto meno. È stato poi creato uno specifico portale del Ministero dove vengono
specificati tutti i beni che hanno bisogno d’interventi di ristrutturazione, perciò chi decide di donare in cultura e fruire
delle agevolazioni fiscali previste dall’art bonus , può scegliere a quali beni destinare la propria donazione. È quindi una
donazione mirata.

NORMATIVA SULLE SPONSORIZZAZIONI:


Vicinia alla normativa dell’art bonus troviamo la normativa sulle sponsorizzazioni che ritroviamo nel codice dei beni
culturali e nel codice degli appalti, perché possono essere assimilate a quest’ultime e devono rispettare le regole della
trasparenza pubblica, in quanto il privato ne trae lucro. La sponsorizzazione è un istituto molto importante per il settore
turistico. Il ponte dei sospiri e il Colosseo sono stati ristrutturati attraverso le sponsorizzazioni. Le sponsorizzazioni non
sono solamente dedicate al settore turistico, ma in tutti i settori con Sport, musica ecc.. e consistono in contributi erogati
dalle imprese per promuovere il marchio della propria impresa.
Possono essere di due tipi:
- Donazione di denaro  in ambito turistico ad esempio l’impresa dona denaro
- L’imprenditore può occuparsi della restaurazione del bene culturale in cambio dello sponsor della propria
impresa

22/04/2020
- Art. 120
Ogni contributo erogato per la progettazione nomina la tutela o la valorizzazione del patrimonio culturale per
promuovere il marchio, l’immagine, l’attività o il prodotto. Viene specificato che coloro che sponsorizzano sono
soggetti al pagamento dell’IVA. Ne traggono un vantaggio economico facendo conoscere il proprio marchio
permettendo di aumentare la capacità produttiva con un ritorno economico da parte dello sponsor.

La sponsorizzazione consiste in un accordo che prevede una pubblicità in cambio della sponsorizzazione di un
evento di massa o un’attività. La sponsorizzazione può essere finanziaria, tecnologica (mettendo a disposizione la sua
competenza tecnologica) o in natura (mettendo a disposizione beni e servizi).

26
LA PUBBLICITA’:
La caratteristica della pubblicità è diffondere un messaggio preconfezionato e ripetitivo, in modo tale che il pubblico
venga convinto della bontà del prodotto. A differenza dello sponsor, la pubblicità viene proposta mentre il pubblico fa
un’altra attività.

FONTI PRIMARIE: Leggi relative al turismo


Decreto legge e decreto legislativo vengono chiamati atti aventi forza di legge perché hanno lo stesso valore della
legge. Anche se non sono stati emanati dal parlamento, sono delle leggi sostanziali e si pongono al primo grado subito
dopo la costituzione perché sono praticamente delle leggi e sono fonti primarie.
- CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI
È decreto legislativo n.50 del 2016 che ha subito molte variazioni da parte del governo. Prima della modifica era
chiamato “codice degli appalti pubblici”, e si occupa di tutti i contratti che la pubblica amministrazione può fare con il
privato. È oggi notoriamente conosciuto come “codice dei contratti pubblici” perché uno dei soggetti di questo
contratto è la pubblica amministrazione. Anche nell’ambito dei contratti pubblici troviamo degli articoli relativi al
turismo, dove vediamo la realizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale. Questi articoli sono nello specifico
l’art. 189 e l’art. 190.
- Art 189 (Investimenti di Sussidiarietà orizzontale)
È una maniera in cui i cittadini residenti di quel quartiere, possono occuparsi degli spazi pubblici.
- Art. 190 (Baratto Amministrativo)
Gli enti territoriali possono pensare di realizzare dei contratti misti fra la pubblica amministrazione e privati, per
l’abbellimento o la valorizzazione di spazi pubblici. I progetti possono essere presentati anche dai cittadini stessi. I
cittadini che si occupano del decoro urbano, avranno in cambio una riduzione o esenzione di tributi locali (comunali o
regionali). Anche qui si realizza il principio di sussidiarietà orizzontale con il vantaggio di ottenere degli sgravi fiscali.
- Legge 06/10/2017 n.158 (Legge Salva borghi )
È una legge abbastanza recente che stava dando buoni risultati, proposta dal Touring Club (associazione privata che si
occupa di promuovere il turismo. Con questa legge il governo s’impegna a stanziare fondi per la valorizzazione dei
borghi. Touring Club ha censito molti borghi nel centro Italia ed erano stati abbandonati dai cittadini, perciò ha posto la
questione al legislatore che ha fatto questa legge per la ristrutturazione, la messa in sicurezza e l’abbellimento di questi
comuni. Tra le altre cose prevede la banda larga.
OBIETTIVO: Rendere più attraenti i borghi per reinserirli nel turismo italiano e sviluppare l’economia e l’aspetto
sociologico dei piccoli comuni.

FONTI SECONDARIE (Regolamenti):


Le fonti secondarie sono i regolamenti, nonché atti che provengono dal governo e dai ministri o dalle regioni stesse che
però eseguono ciò che è stato previsto nelle leggi.
N.B. Nell’ Art. 117 come abbiamo già detto la competenza legislativa in materia di turismo è delle regioni. Queste
leggi che abbiamo analizzato però non riguardano prettamente il turismo ma riguardano anche il consumo, i beni
culturali, interventi pubblici, interventi sui diritti sociali, la legge salva borghi che riguarda la ripresa dell’economia nei
piccoli borghi.

Nel Comma 6 dell’art. 117 ci dice che la potestà regolamentare segue la potestà legislativa, perciò anche relativamente
ai i regolamenti la potestà è delle regioni. Qui però si creano un po' di problemi, perché i regolamenti statali emanati
prima della riforma del 2001 sono legittimi perché la competenza era concorrente, quelli emanati dopo il 2001 sono
illegittimi perché sono contrari alla costituzione.

Troviamo dei regolamenti emanati dallo Stato dopo il 2001 che sono tutt’ora validi, perché lo Stato ha mandato delle
linee guida i cui contenuti vengono stabiliti dalla conferenza Stato – Regioni. Rimangono legittimi quando il contenuto
è stato stabilito anche con la volontà delle regioni. Secondo quanto detto capiamo ciò che c’è scritto nella costituzione,
ovvero che il turismo è materia esclusiva delle regioni.

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- Decreto del 2010

Riguarda il turismo ma rientra nel diritto sociale con i buoni vacanza, per favorire le classi più deboli e la
destagionalizzazione del turismo.

Il ministro Franceschini in seguito alla situazione pandemica del coronavirus, ha proposto dei voucher vacanza per
promuovere il turismo sociale all’interno della Nazione, destinandoli quindi alle fasce sociali più deboli in base al
reddito, anche se sarà soggetto a revisione o abrogazione perché lo Stato in questo momento si sta occupando
dell’emergenza sanitaria.

23/04/2020

IL PIANO STRATEGICO DEL TURISMO:


Il piano strategico del turismo è un regolamento ed è stato emanato in sede di consiglio dei ministri, è uno studio
relativamente al settore turistico per quanto riguarda il settore economico in Italia. Ormai si è capito che il turismo è un
forte potenziale economico per l’Italia ed è organizzato in tre parti:
1) Analisi del settore turistico sulle negatività e sulle positività
2) Vengono individuate le azioni per sviluppare il turismo
3) Percorso per sviluppare ancora di più il turismo

L’idea di questo regolamento ha come obiettivo quello di consolidare ed aumentare la propensione del turismo e il
vantaggio competitivo dell’Italia. L’Italia essendo un “museo a cielo aperto”, il 9% del PIL nazionale è dovuta al
turismo. Le analisi fatte dal piano strategico mettono in evidenza quali possono essere le eventuali criticità dell’industria
turistica italiana, come:

- la governance del settore, in quanto le competenze sono divise fra le regioni e la promozione all’estero è limitata
visto che non c’è una competenza statale, anche se lo Stato tende sempre a riprendersi questa competenza. Non è
adeguata neanche.
- La formazione del personale.
- Gli investimenti internazionali difficili da utilizzare perché lì dove ci sono, le regioni non sono in grado di
utilizzare e questo è un gravissimo problema.

Nel piano strategico troviamo alcune linee guida per le azioni che si dovrebbero compiere per migliorare la
competitività nel settore turistico vedendo il turismo come settore su cui puntare per lo sviluppo del paese.

OBIETTIVI:

- Ridare una leadership maggiore nel settore turistico


- Creare nuovi posti di lavoro
- Promuovere il turismo del Sud Italia che possa accrescere.

Il problema del turismo è che se è vero che l’offerta turistica può essere diversa di regione in regione è anche vero che
hanno bisogno di una politica unitaria perciò si crea una contesa fra Stato – Regione perché hanno bisogno comunque
di una governance. Lo Stato rimane comunque titolare di alcune competenze riguardanti il turismo, come lo sviluppo e
la tutela del turismo e la tutela dei beni culturali, anche se sappiamo bene che secondo l’art. 117 il turismo è
prettamente di competenza regionale.

>TURISMO NELLA TRASFORMAZIONE ECONOMICA E SOCIALE:


L’evoluzione normativa delle fonti di primo e di secondo grado ci fanno capire che l’Italia deve raffrontarsi anche con
l’UE, perché la stessa UE ha capito che il turismo è una fetta molto importante dell’economia, e sta incominciando ad
interessarsi di questa materia. Abbiamo capito anche che è un elemento centrale del mercato riguardo l’offerta di servizi
in Italia, perché il turismo rientra a pieno titolo nell’offerta del settore terziario. Dà origine ad una profonda
trasformazione dello stato sociale perché oltre ad essere importante nel settore dell’economia, è importante nel settore
sociale in modo tale da garantire a tutti quest’attività, in quanto è un diritto alla cultura tutelato dallo Stato.

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PRINCIPALI ATTORI ISTITUZIONALI:
con il governo Conte I è stata abolita la funzione di potere che era stato dato per qualche mese in mano al Ministero
dell’Agricoltura (MIBAC) ed è stato dato nuovamente al Ministero dei Beni Culturali (ridiventando MIBACT).
Come attori istituzionali, oltre al MIBACT e l’ENIT che sono le figure centrali delle politiche relative al turismo,
abbiamo:
- L’UFFICIO DELLE POLITICHE DEL TURISMO che è sempre nell’ambito della presidenza del consiglio
- La DIREZIONE GENERALE per le politiche del turismo
- L’ENIT molto importante perché era un ente nazionale per il turismo e adesso è diventata un’agenzia nazionale
per il turismo ed è importante a livello internazionale perché è in grado di promuovere il brand Italia all’estero.
- L’OSSERVAZIONE NAZIONALE DEL TURISMO
- SISTEMA DELLE CONFERENZE STATO-REGIONI ENTI LOCALI relativamente al turismo
- MIBACT è il ministero preposto alla tutela della cultura dello spettacolo, della conservazione del patrimonio
artistico e culturale del paesaggio ed è relativo anche alle politiche che riguardano il turismo creato nel 2013. Nel
1993 fu soppresso da un referendum e votarono per l’abrogazione sostitutiva del ministero del turismo. L’anno
dopo fu creato un dipartimento per lo sviluppo del turismo e nel 2009 fu creato un ministro senza portafoglio
(perché non hanno un proprio bilancio) per il turismo e successivamente fu creato un dipartimento per lo sviluppo
del turismo.

Il ministero del turismo legato al ministero dei beni culturali, si occupa di coordinare la politica nazionale di
promozione del turismo e l’immagine dell’Italia all’estero. Detta i principi generali per la disciplina del turismo perché
cerca di garantire al massimo i diritti sociali e cerca di portare il turismo anche nell’istruzione. Le funzioni sono più che
altro di coordinamento. È stata poi prevista una riforma del MIBACT poco prima che venisse spostata la direzione dal
Ministero dei beni culturali al Ministero delle politiche Agricole, il ministro Franceschini cerca di ammodernare questa
riforma con un decreto, rivalorizzando i musei italiani. Ha previsto un taglio di 37 dirigenti e ha cercato di rilanciare
politiche di valorizzazione anche attraverso la tecnologia. L’obiettivo era cercare di migliorare l’efficienza di questo
ministero.

ORGANI IMPORTANTI PER IL MINISTERO DEL TURISMO

Le direzioni generali sono state snellite e si è cercato di renderle più efficienti. In particolar modo a noi interessa la
direzione generale del turismo, che svolge funzioni in materia di turismo, curano la programmazione, il coordinamento,
la promozione delle politiche turistiche nazionali e a livello internazionale e si raccorda con le regioni e i progetti
regionali di sviluppo turistico, ha relazioni con l’UE e le altre nazioni in materia di turismo e ha rapporti con le
associazioni di categorie, le imprese turistiche e si raccorda con l’ENIT. Il raccordo con l’ENIT è importante perché
oltre che a fornire consulenza alle imprese turistiche, si occupa essenzialmente di fornire maggior apporto possibile per
promuovere il turismo all’estero.

gli uffici che collaborano con il ministero e che interessano il turismo sono:

- Ufficio di dipartimento
- Segreteria
- Ufficio legislativo dove vengono studiati i provvedimenti normativi del turismo
- Segreterie dei sottosegretari (viceministri)
- Segretario generale che coordina tutte le azioni amministrative (una sorta di manager)

>ALTRI IMPORTANTI ORGANI PERIFERICI DEL MIBACT

- Sovraintendenze (longa manus del ministero in ambito regionale)


- Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale che sono specializzati per recuperare le opere d’arte rubate
29
- musei che hanno ottenuto l’autonomia
- archivi e le biblioteche di Stato

Anche se il Ministro Franceschini ha cercato di snellire la struttura del ministero rimane sempre una struttura
abbastanza pesante. Egli ha creato i

- segretariati regionali dei beni e delle attività culturali del turismo

perché aveva come obiettivo quello di creare un raccordo e un coordinamento tra Stato-Regioni e ha creato questi uffici
a livello dirigenziale che assicurano il coordinamento delle attività e delle strutture periferiche con il territorio regionale.

Poi abbiamo:

- commissione regionale per il patrimonio culturale come organo collegiale che coordina le attività di tutela e
valorizzazione del territorio regionale
- osservatore nazionale del turismo che ha il compito di studiare, analizzare e monitorare tutte le dinamiche
economiche e sociali del turismo misurando la competitività del sistema. Questo organo è importante per il
ministero e per le regioni, per capire come sta andando il settore turistico e quali sono le politiche necessarie per
migliorare le promozione del turismo.

Esistono tantissimi organi per cercare di accontentare politicamente (a volte questi sono duplicazioni con le stesse
funzioni). Probabilmente potrebbero essere dimezzati e la situazione non cambierebbe da quella odierna, così come il
Ministro Franceschini ha cercato di snellire e riorganizzare la politica.

L’ ente che ci interessa di più è il ministero ONT e l’ENIT che ha una storia abbastanza lunga. Nasce nel 1919 durante
il fascismo e viene chiamato Ente Nazionale Dell’incremento delle Industrie Turistiche. Era un ente fortemente
accentrato ed aveva tutte le caratteristiche degli enti nati nel periodo del fascismo. Dopo la seconda guerra mondiale
questo ente rimase comunque attivo, ma ad ogni modo obsoleto. Fu trasformato nel 2005 e da ente diventò agenzia
nazionale del turismo con maggiori responsabilità istituzionali.

- Ha mantenuto il compito di coordinamento delle regioni per promuovere il turismo all’estero


- ha un proprio statuto,
- ha un regolamento,
- ha un autonomia patrimoniale con un proprio bilancio
- è sottoposto ad attività di vigilanza e controllo del MIBACT

La particolarità è che è composto da 18 sedi estere di cui 13 nell’UE e 5 in paesi extra europei. Questa particolarità
permette all’ENIT di svolgere politiche di sviluppo del turismo direttamente nel luogo dove deve essere fatta la
promozione del turismo. L’ENIT da vita anche a società e permette di partecipare a consorzi formando delle società.

Le direzioni dell’ENIT si trova a Londra, Parigi, Francoforte, Mosca, New York, Tokyo, Pechino e San Paolo. Sono
così dislocate per permettere di svolgere le funzioni di promozione dell’Italia nel mondo. Coloro i quali lavorano per
l’ENIT sono dipendenti italiani che lavorano all’etero.

COMPITI DELL’ENIT:

- Promuovere l’immagine dell’Italia e la sua offerta turistica all’estero


- Cura la promozione delle risorse turistiche delle regioni fungendo da organo di consulenza
- Promuove l’offerta turistica nazionale sul sito www.italia.it
- Collabora con gli uffici del ministero degli esteri
- Armonizza i servizi di accoglienza ed informazione dei turisti

Il sistema di finanziamento dell’ENIT è molto articolato, confluiscono nel bilancio i contributi sia regionali, statali, ed
altri enti pubblici.

PROGETTI ENIT: porta avanti molti progetti per promuovere il brand Italia all’estero.

- Progetto BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) dove ha cercato di promuovere l’immagine dell’Italia in questi paesi.
- Italia friends for Japan (con possibilità di adozione di bambini per un periodo di 6 mesi in Italia)
- CONVENTION BUREAU Struttura per promuovere e favorire lo sviluppo del turismo d’affari.

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CONFERENZA STATO-REGIONE:
Un altro ente importante è la Conferenza Stato – Regioni, nonché sede di coordinamento tra lo Stato e le Regioni.

Questo ente è stato creato dalla legge 400 del 1988 e ha attribuito i compiti di consultazione, raccordo ed informazione
agli indirizzi di politica generale che sono capaci di incidere nelle materie di competenza regionale. La conferenza Stato
regioni viene convocata almeno ogni 6 mesi, ed è stata ora regolata da un nuovo decreto legislativo del 1997. È
importante dal punto di vista del turismo perché essendo una materia così particolare che è stata affidata alle regioni che
però ha anche compiti che interessano materie di competenza esclusiva dello Stato, la conferenza Stato regioni è
importante perché è una sede d’incontro per le politiche turistiche un po' più complesse, dove è necessaria sia la volontà
delle regioni che dello Stato. Viene favorita la cooperazione fra le attività dello Stato ed altre regioni autonome.

È composta da:
- Ministro affari regionali
- Sotto Ministro

L’attività della conferenza Stato-regioni è stata quella di fornire pareri e deliberare alcune fonti normative e di
raccordare informazioni e collaborazioni fra stato e regioni, scambiarsi informazioni e dati, istituire nuovi comitati di
lavoro relativi a determinate materie e designare rappresentati regionali per taluni attività. Ha quindi dei grossi poteri.

La conferenza Nazionale del turismo unisce governo, regioni e varie componenti del turismo italiano che s’incontrano
per fissare delle linee strategiche per la promozione del turismo nazionale. È stata abrogata dal codice del turismo ed è
stata sostituita dal comitato delle politiche turistiche.

Tutti questi enti sono delle “duplicazioni” che hanno quasi tutti le stesse funzioni e potrebbero essere snelliti.

Un grosso ruolo viene svolto anche dagli enti locali minori che sono comuni, città metropolitane e province, perciò si
verifica Il principio di sussidiarietà verticale perché nell’art.118 comma 1 si dice che le funzioni amministrative devono
essere svolte dall’ente più vicino al cittadino o al turista, i cui enti possono essere comuni o città metropolitane.

ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI:


Sono state cambiate le competenze da concorrente ad esclusiva, con il 2001 ogni regione si è dotata di specifiche
strutture per organizzare l’ambito turistico, a livello di uffici e dei regolamenti propri. Noi ci troviamo quindi in una
situazione molto variegata nelle regioni. Secondo una legge costituzionale, le regioni hanno anche una competenza di
promozione di turismo all’estero, ma questo complica le cose, perché possono esserci delle normative differenti.
Gli organi generali delle Regioni sono le APT (ufficio vertice delle promozioni turistiche) e IAT ( infopoint, uffici
d’informazione ed accoglienza turistica), gestite dalle proloco che svolgono lo stesso servizio degli IAT. In Puglia
abbiamo una situazione particolare perché le APT sono l’ufficio di vertice delle promozioni per il turismo.
Nella Regione Puglia queste agenzie di promozione turistiche sono divise sotto forma provinciale, ed è stata prevista
una sola sotto la forma di Puglia Promozione. Dovrebbero essere presenti persone competenti nel settore turistico e
linguistico per permettere che sia chiara la comunicazione ai turisti.

 SISTEMI TURISTICI LOCALI (STL)


I Siatemi turistici locali sono delle importanti istituzioni presenti in tutte le regioni e sono delle organizzazioni e
possono assumere delle forme diverse. Sono previsti dalla legge 135 e sono una trasformazione dei sistemi produttivi
locali che erano individuali con una procedura di Top down (dal basso verso l’alto). Erano quindi esigenze che
nascevano dal basso e venivano trasfuse in legge. Inizialmente erano chiamati SISTEMI LOCALI DEL LAVORO, poi
vennero chiamati SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI adottati esclusivamente dalle regioni del nord, più avanzate con
questi organismi e solo successivamente con la legge 135 vennero chiamati STL. In tutte le regioni vengono istituiti con
provvedimenti regionali. Sono fondamentali per lo sviluppo del turismo, perché predispongono dei progetti per portare
avanti la promozione turistica. Sono organismi che sorgono secondo un decreto della giunta (presidente della
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Regione) e che prevedono un territorio omogeneo che permettono di promuovere al meglio il territorio e
determinati prodotti nel settore turistico.

29/04/2020

 STL:
Sono stati individuati per la prima volta dalla legge 135. Prima vi erano i sistemi produttivi locali che un po'
assomigliavano ai STL. I sistemi produttivi locali avevano maggiori competenze ed erano delle aree di
specializzazione produttiva. Successivamente vennero creati i distretti turistici, che erano sistemi locali specializzati in
attività turistiche e poi con la legge 135 nasce questo strumento specifico per il turismo che è Promozione ed
integrazione dell’offerta turistica, previsto dall’art. 5 della legge 135.
Essendo un’istituzione di soggetti competenti in materia del turismo che vogliono promuovere lo sviluppo del turismo,
è molto valido, per cui le regioni dettero vita subito ai STL perché avevano delle organizzazioni molto simili, come
l’Emilia Romagna. Le altre regioni intuirono che l’STL fosse un sistema molto valido per promuovere il turismo.
I STL possono essere relativi a molte aree della regione e possono essere stipulati accordi anche inter regionali (di
regione in regione),e propongo offerte turistiche nelle forme più varie, di fatti esistono vari tipi di STL. Ciò dipende dal
prodotto che il sistema turistico vuole offrire, perciò può essere:
- Territoriale (se si centra il focus sulla promozione del territorio o dei territori che vogliono proporre la loro offerta
turistica).
- Tematici (se si centra il focus su un determinato prodotto o argomento) es. trulli e l’importanza di queste
costruzioni a forma di cono. Vengono istituite tante offerte al turismo sulla tematica
I STL sono costituiti con provvedimento regionale ma la richiesta d’iniziativa della costituzione degli stessi è da parte
dei pubblici come comuni, università e camera di commercio o dei privati come strutture alberghiere. La regione
coordina attraverso i suoi organi le attività dei STL e ne ha il controllo.
DEFINIZIONE SLT (art. 5 legge 135): Contesti turistici omogenei o integrati comprendenti ambiti territoriali
appartenenti anche a regioni diverse (con provvedimenti e controlli che interessano entrambe le regioni prese in
considerazione). Sono caratterizzati da offerte di beni culturali, ambientali, attrazioni turistiche, prodotti tipici
dell’agricoltura locale e della presenza di imprese turistiche singole e associate.
è un offerta turistica di un determinato territorio a 360°, nonché associazione che offre tutti i prodotti che permettono di
far turismo ad un determinato territorio.
L’attuazione di questi STL ha avuto delle forme variegate a seconda delle regioni con dei punti comuni fra le regioni
stesse.

ci sono 6 momenti:

- Proposta
- Verifica dell’utilità dello stesso prodotto
- Accredito (dando un decreto di costituzione)
- Individuazione dei soggetti utilizzati
- Individuazione dei finanziamenti (attraverso i quali il STL dovrà funzionare).
- Proposta di costituzione prevista dalla legge 135 e da altre leggi regionali (necessario per costituire un STL).

FINALITA’ CHE UN STL HA NELLO SVOLGERE LE SUE ATTIVITA’:

- sostenere attività e processi di aggregazione e di integrazione tra le imprese turistiche, anche in forma
cooperativa, consortile e di affiliazione;
- attuare interventi intersettoriali ed infrastrutturali necessari alla qualificazione dell'offerta turistica
- sostenere l'innovazione tecnologica degli uffici di informazione e di accoglienza ai turisti
- sostenere la riqualificazione delle imprese turistiche
- promuovere i STL attraverso la tecnologia, per invogliare i turisti a visitare determinate zone.

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Abbiamo tantissimi altri esempi, ma molte regioni hanno imitato la legge 135. Umbria, Marche e Liguria hanno
emulato la legge 135, L’Abruzzo ha creato due tipi di STL, dividendo il territorio in aree sviluppate e aree a vocazione
turistica. La Lombardia ha previsto dei STL con dei programmi di sviluppo turistico inserendo all’interno i STL.
L’Emilia Romagna è stata la prima ad aderire agli STL, la Toscana utilizza piani di sviluppo economico e si è discostata
alla legge 135.

 FINANZIAMENTI:
Sono molto importanti perché servono a far funzionare il STL, ed è necessario reperire dei finanziamenti che
provengono dal:
- Ministero dell’industria
- Finanziamenti regionali
- Finanziamenti dell’UE
- Ministero dell’industria (fondo apposito creato per gli STL da cui possono richiedere finanziamenti)
Potrebbero esserci anche finanziamenti privati, perché gli imprenditori privati che hanno costituito l’STL sono
interessati a finanziarlo per farlo funzionare al meglio.
Prima di chiudere la parte relativa al tipo di accordi che sono previsti tra pubblici e privati, per la promozione di
determinate aree a scopo turistico, è l’istituzione dei GAL.
 GAL:
Gruppo di Azione Locale, che nascono dalla previsione di un regolamento europeo, per attuare lo sviluppo locale. Sono
dei consorzi con una prevalente partecipazione privata e una minore partecipazione dei comuni. Viene creato con
collaborazione tra soci privati e singoli che hanno interesse a sviluppare una determinata area. Il GAL permette di
incrementare lo sviluppo di una determinata area non solo nel settore turistico, a differenza dell’STL.
Ne partecipano associazioni d’imprenditori, imprese, ed altri attori interessati alla cooperazione per lo sviluppo di un
determinato territorio. Per dar vita ai GAL si uniscono più province.
(domanda frequente esame)

La Regione Puglia e il turismo


Sappiamo bene che il turismo è materia di competenza regionale, perciò ci soffermiamo maggiormente
sull’organizzazione della Regione Puglia in materia turistica, in seguito all’art. 117 della costituzione.
Le leggi fondamentali emanate dalla Regione Puglia per organizzare al meglio il turismo sono:
- Legge del ’78 “Interventi della Regione Puglia per il turismo pugliese”
- Legge del ’99 “disciplina sulle strutture ricettive”
- Legge del 2001 “disciplina bed & breakfast” perché hanno una regolamentazione diversa di regione in regione
- Legge del 2002 attuazione della legge 135
- Legge del 2007 “trasferimento alle Province della competenza amministrativa su agenzie viaggio” modificata
dalla legge n. 6/2014
- Legge del 2008 “disciplina degli stabilimenti Balneari” modificata ultimamente dall’UE relativa alle concessioni
delle spiagge
- Legge 2008 “norme sulle professioni turistiche” anch’esse modificate dalla direttiva dell’UE.
Le regioni non sono riuscite a stare al passo con le modifiche delle leggi a livello nazionale, e le hanno recepite molto in
ritardo.
(domanda esame)

Governance della Regione Puglia:


Nel 2008 la Regione Puglia ha pensato di riordinare completamente il modello della governance. Per governance
s’intende l'insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo di una società, di
un'istituzione, di un fenomeno collettivo. è un sistema di un determinato ente locale e qual è la maniera si dà
all’organizzazione per governare un determinato settore.

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Sono stati previsti dei principi alla base di questa governance, partendo dal principio di sussidiarietà attraverso
l’attribuzione di specifici compiti e funzioni agli enti locali che sono quelli più vicini al cittadino attraverso il principio
di sussidiarietà verticale e ha affidato compiti a privati per affidare meglio l’attrattività del territorio. Questa legge della
governance ha messo in primo luogo come principi importanti il principio di sussidiarietà verticale ed orizzontale.

Questo nuovo governo di governance nasce da esperienze che si sono succedute in Puglia. Molti compiti vengono
affidati agli enti locali o ai privati, ma alla regione permangono compiti di programmazione, indirizzo e controllo in
modo tale da avere un’immagine unitaria della Puglia all’estero.
Alle province sono affidati i compiti di vigilanza su soggetti che operano nel settore turistico, altre alle attività connesse
allo sviluppo turistico territoriale. Ciascuna provincia si fa promotrice del proprio territorio, in modo che la regione
possa creare un coordinamento nei vari territori pugliesi.
Le province sono quelle che conoscono meglio le potenzialità turistiche (nel nostro caso della Puglia), e le comunicano
alla Regione Puglia, in modo tale da poi fare una programmazione che tenga conto dei vari settori turistici provinciali
della Puglia.
L’obiettivo della Regione Puglia è Assegnare ai Comuni compiti di promozione e gestione dei servizi di accoglienza
al turista (in particolare attraverso gli IAT situati a livello comunale), ma è prevista anche la partecipazione attiva agli
organismi territoriali di promozione e sviluppo turistico territoriale (STL).

- Attribuire alle Province ed ai Comuni un rilevante ruolo nella promozione e costituzione dei Sistemi Turistici
Locali ( per costituire gli STL), nonché dei Consorzi Turistici Territoriali e consente di dare un parere alle APT
(Agenzie Provinciali del Turismo), adesso scomparsi perché la Puglia inizialmente aveva calcato l’organizzazione
delle APT, poi sono state cambiate sopprimendo le APT e creando una sola agenzia nonché Puglia promozione,
che s’interfaccia con province e comuni per svolgere la propria attività.

- La Puglia propone di riservare ai privati, alle associazioni no-profit, di fare in modo che questi privati possano
presentare gli interessi generali di tutte autonomie che esistono nella regione Puglia, e di partecipare ai programmi
di sviluppo, sia nella predisposizione e realizzazione di piani e progetti per migliorare e rafforzare l’offerta
turistica della regione. Tutta l’attività del settore turistico della Puglia è basata sul principio di sussidiarietà
verticale ed orizzontale con la massima partecipazione degli enti locali perché sono più vicini al territorio e
massima compartecipazione dei privati, perché permettono di sviluppare e promuovere al meglio il turismo.

Gli enti locali attraverso le rispettive associazione che sono l’ANCI e l’UPI (associazione dell’Unione Provincie
Italiane), partecipano al comitato di concertazione e programmazione turistica, sempre con lo scopo di favorire il pieno
coinvolgimento di queste istituzioni locali e delle parti sociali nelle principali scelte programmatiche.

- La Regione Puglia cerca di rafforzare forme di coordinamento per supportare i compiti e le responsabilità assegnati
ai diversi soggetti del settore e per assistere operativamente le fasi di programmazione e svolgimento delle varie
attività di competenza.

 LE PROVINCE:
Qualche anno fa è stato modificato l’assetto delle province, anche se addirittura si voleva modificare la costituzione ma
non è stata modificata perché si volevano togliere le province, in quanto si ritenevano inutili, data la presenza dei
comuni. Del Rio (governo di sinistra), attraverso una legge proposta da egli stesso, ha modificato profondamente la
struttura delle province e ha anche dimezzato i loro compiti.
Le province erano un ente come il comune, ed erano eletti i consiglieri provinciali direttamente dal popolo e veniva
eletto anche un presidente della provincia. Attualmente per risparmiare nell’ambito della Spending review, è stato
cambiato completamente l’ente provincia, perché da essere eletto dai cittadini, adesso è di secondo grado, e sono i
consiglieri comunali di una determinata provincia che eleggono tra di loro i consiglieri della provincia e i vari sindaci
dei comuni, votano tra un sindaco dei vari comuni, il presidente della provincia. Questo è stato fatto perché i consiglieri
comunali non percepiscono uno stipendio, perché già percepiscono uno stipendio come sindaco del comune, e i
consiglieri provinciali come consiglieri comunali dei propri comuni. Così facendo si sono risparmiate tutte le spese che
venivano effettuate per pagare consiglieri provinciali e presidenti della provincia.
Allo stesso tempo, alle province vengono sottratte delle competenze, però si è notato che l’esistenza della provincia è
utile e coordina i vari comuni di una determinata località (tutti i comuni della provincia di Bari trovano un
coordinamento attraverso la provincia che diventa portatrice di tutti questi interessi comuni).
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 Le VECCHIE COMPETENZE DELLA PROVINCIA …………
 Le NUOVE COMPETENZE ATTRIBUITE ALLA PROVINCIA sono:
- il coordinamento dei diversi comuni appartenenti alla stessa provincia
- cura delle relazioni istituzionali con province, province autonome, regioni, regioni a statuto speciale ed enti
territoriali di altri stati.
- Tutela dell’ambiente, gestione delle strade provinciali, pianificazione del territorio, trasporto pubblico e privato,
gestione dell’edilizia scolastica e la possibilità ad ogni regione di decidere su competenze da delegare alle province
attraverso la legge Del Rio.
30/04/2020
 I COMUNI:
I comuni per il principio di sussidiarietà verticale hanno maggiori funzioni rispetto alle province, perché offrono
servizi di prossimità al turismo, nonché ciò che proprio serve al turista, informazione, orientamento e fissa l’orario dei
bar e ristoranti.
Un altro organo che la Regione Puglia ha creato è il “Comitato di concentrazione”
- E’ l'organo rappresentativo del sistema turistico regionale, luogo della concertazione sulle linee strategiche e
programmatiche fra pubblico e privato
- E’ composto dai rappresentanti della Regione, il cui Presidente del Comitato di concertazione (CCT) è l’Assessore
regionale in materia di turismo
- Ci sono anche membri delle Province – sono membri del CCT gli assessori provinciali e privati (imprenditori e
camere di commercio) in materia di turismo; qui si realizza il principio di sussidiarietà orizzontale perché la
Regione puglia ha capito che cercando di concertare la parte pubblica con la parte privata, vengono fuori le
migliori politiche.
- Sistema dell'imprenditoria turistica – sono membri alcuni rappresentanti degli imprenditori;
- Sistema delle Camere di Commercio – sono membri alcuni rappresentanti delle Camere di commercio

Il dipartimento per il turismo, l’economia della cultura e della valorizzazione del territorio, è un dipartimento che fa
capo all’assessorato del turismo. Presso questo dipartimento ci sono dei tecnici che si occupano delle strategie del
turismo. Questo dipartimento è una sorta di assessorato al turismo della Regione Puglia che è composto da persone
altamente specializzate che permettono di portare avanti il turismo.
Ha tre sezioni:
- Turismo
- Valorizzazione territoriale
- Economia della cultura
Queste sezioni sono tra loro tutte collegate, perché “turismo” significa valorizzare il territorio e significa anche trarre
guadagno dalla cultura.
La Sezione dedicata al turismo presidia la pianificazione strategica in materia di turismo, favorendo la costruzione di
forme di partenariato con gli operatori privati del settore; programma gli interventi finanziati a valere su fondi
comunitari, statali e regionali; provvede alla gestione operativa dei relativi programmi, e attività
(infrastrutture turistiche, classificazione alberghiera, vigilanza sulle strutture ricettive, abilitazioni professioni
turistiche); indirizza, coordina, e controlla le attività dei Servizi afferenti; assicura il coordinamento e l’interazione
con i livelli nazionali ed europei di rappresentanza istituzionale.
La Sezione dedicata alla valorizzazione territoriale si occupa della pianificazione strategica in materia di interventi di
valorizzazione del patrimonio culturale; è responsabile della programmazione degli interventi finanziati a valere su
fondi comunitari, statali e regionali; provvede alla gestione operativa dei relativi programmi; indirizza, coordina, e
controlla le attività e gli obiettivi di risultato dei Servizi afferenti; coordina le strutture organizzative interne, con gli
altri Dipartimenti regionali e con i livelli nazionali ed europei di rappresentanza istituzionale
La Sezione economia della cultura è la sezione che pianifica gli interventi in materia di arti, cinema e spettacoli
cercando di favorire tutto ciò che ha a che fare con l’economia della cultura. Si occupa degli interventi finanziari in
questo campo e s’interfaccia con i dipartimenti regionali, nazionali ed europei.

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Soggetti della governance
- La Regione Puglia che ha come compito quello di monitorare, vigilare e controllo degli interventi in materia
turistica e di coordinamento dei rapporti istituzionali con gli enti locali ed altri soggetti privati in Convenzione con
la Regione Puglia (Fondazioni partecipate, Unioncamere). si serve dell'Agenzia Puglia promozione come
soggetto deputato al management del turismo. Si serve degli IAT come soggetti che forniscono informazione al
consumatore (turista)
- La Regione Puglia da incentivi alle imprese e si occupa dei beni culturali e delle politiche aziendali. Si occupa di
elaborare una strategia di marketing per offrire una migliore strategia.
- dei Sistemi Turistici Locali, per il coordinamento territoriale.

La Regione Puglia inoltre si occupa di promuovere percorsi culturali turistici per la valorizzazione del territorio
pugliese e realizza interventi a sostegno delle strutture locali con degli accordi a livello generale fra settore pubblico e
settore privato.

 PUGLIA PROMOZIONE
La programmazione strategica per il turismo (solitamente biennale) viene elaborata attraverso Puglia promozione.
Attualmente abbiamo un programma strategico 2016-2025 di Puglia promozione, ed è denominato Puglia 365. Questo
piano è particolare perché non è imposto dall’alto (tecnici della regione o dall’assessore al turismo), ma è un
programma concertato dal basso, tant’è vero che prima di elaborare questo programma ci sono stati incontri tematici a
seconda delle varie aree del turismo come beni culturali, ambiente, artigianato ecc. che hanno esposto le loro proposte.
Oltre agli esperti del settore c’erano anche imprenditori e hanno esposto ai dipendenti di Puglia promozione le loro
proposte per la programmazione strategica in materia di turismo. È stato un piano che è nato dalla concertazione degli
addetti alle competenze specifiche del turismo, che hanno rivolto le loro proposte a Puglia promozione.
Il piano della Regione puglia si sta rivelando vincente proprio per il concetto esplicato pocanzi e anche perché nelle
altre regioni il piano strategico non nasce direttamente dalle esigenze proposte dagli operatori del turismo.
Puglia promozione è un ente pubblico non economico (perché non ha lo scopo di guadagnare ma fornisce le nozioni
utili per la programmazione strategica del turismo). È quindi un organismo operativo della regione. I dipendenti sono
scelti attraverso un bando dall’assessore al turismo.
Opera con province e comuni la sua costituzione ha costituito un’azienda regionale unica per dare una governance
complessiva alla Regione Puglia. Si è preferito creare un’unica azienda per dare un governo coordinato attenta alle
specificità dei luoghi. Con la creazione di Puglia promozione sono state soppresse le 5 aziende di promozione turistiche
presenti nella Puglia. Per altro si articola si base provinciale, perché è un “luogo di comunicazione” tra le politiche
pubbliche in materia di turismo tra enti pubblici – operatori privati.
COMPITI DI PUGLIA PROMOZIONE:
- elaborazione e gestione delle funzioni di pianificazione strategica bottom up
- è un modello top down
- promuove la conoscenza e la fertilità del territorio
- favorisce l’occupazione stabile del turismo
- qualifica e promuove l’offerta turistica
- sviluppa e coordina gli interventi turistici e la fruizione del territorio
- attiva e coordina gli enti pubblici e privati
è molto importante il fatto che Puglia promozione si confronta con le parti pubbliche e parti private. Promuove la
cultura, assicura supporto alle strutture regionali e agli STL fornendo consulenza, esercita le funzioni amministrative e
si occupa del coordinamento degli IAT dei vari territori primari. Collabora con le camere di commercio e l’Università
per stage ed eventuali collaborazioni.
Puglia promozione ha pensato di fare degli accordi con le proloco. Solo in Puglia c’è la particolarità che il personale
degli IAT è il personale delle proloco in seguito a questo accordo.

 STL DELLA PUGLIA:


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Gli STL sono regolati dalla legge della Regione Puglia del 2002 e sono rimasti tali nonostante le modifiche della legge
con leggi successive. Gli STL sono rimasti regolati dall’Art. 5 della Regione Puglia n.1 del 2002. Questi sistemi turistici
locali sono promossi o da enti locali o da soggetti privati con il fine di favorire l’integrazione delle politiche sul turismo
e sullo sviluppo economico. Abbiamo anche qui un’altra collaborazione fra soggetti pubblici e soggetti privati. La
Regione Puglia ha stabilito che non sia il consiglio regionale a stabilire le modalità d’attuazione dei STL ma bensì gli
assessori.
COMPITI DEGLI STL IN PUGLIA:
- sostengono le attività e i processi d’integrazione per il turismo
- attuare interventi intersettoriali per riqualificare l’urbanistica nel settore turistico
- sostenere un’innovazione tecnologica nel settore turistico
- promuovere un nuovo marketing turistico
- utilizzare i finanziamenti dell’UE, dello Stato e della Regione.
ELEMENTI CARATTERISTICI DEGLI STL IN PUGLIA:
- collaborazione e coordinazione fra pubblico e privato (mettendo al primo posto il territorio valorizzandolo) con la
piena realizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale.

DEFINIZIONE: I STL sono forme associative tra soggetti pubblici e privati per migliorare il libello qualitativo dei
servizi turistici sul territorio.
 SOGGETTI CHE PARTECIPANO AI STL:
I soggetti pubblici sono comuni, province, le camere di commercio, gli enti di gestione, enti e soggetti pubblici per il
territorio interessato.
I soggetti privati sono associazioni o organizzazioni senza scopo di lucro che operano per il turismo(proloco),
organizzazioni sindacali che permettono di aumentare il lavoro, i GAL e gli imprenditori turistici. Possono partecipare
a questi STL tanti soggetti che vogliono sviluppare un determinato territorio.
La modalità di costituzione cambia di regione in regione. Per quanto riguarda la Regione Puglia, il territorio è stato
suddiviso attraverso l’adozione di un sistema di STL prevedendo quali debbano essere gli edifici locali. La regione ha
costituito ciascun ambito relativo agli STL attraverso un tavolo di concertazione per organizzarlo al meglio. Per
stipulare un STL si va da un notaio. Nel caso della Regione Puglia, le aree per la costruzione degli STL sono state
individuate prima. Nel nostro caso quindi, le aree principali sono Gargano, Bari, Puglia di Federico II, la Valle d’Itria,
Magna Grecia, Gravine e Salento.
L’andamento di questi STL viene monitorato annualmente. Il monitoraggio è dato dall’assessorato al turismo sui STL.
Queste attività sono volte a verificare :
- L’andamento del programma
- Gli aspetti finanziari
- La tempistica degli interventi
La Regione Puglia s’impegna attraverso i suoi finanziamenti statali a far funzionare gli STL attraverso denaro pubblico.
È necessario che i responsabili degli STL con cadenza annuale predispongano una relazione dove vengono descritti
come sono stati organizzati i soldi pubblici e quali sono le attività svolte.
 REVOCHE, INADEMPIENZA E RECESSI DELL’STL
Gli STL possono anche essere revocati dall’assessore del turismo, e questo è stabilito dal regolamento del 2009. Se
l’STL non funziona entro i 6 mesi, l’assessore ha il potere di rievocare. Un altro motivo è l’inadempienza dei
comportamenti contrari a quelli stabiliti nella costituzione. Può anche esserci il recesso quando non sono presenti più i
requisiti che c’erano alla costituzione dell’STL.
 SAC (Sistemi Ambientali e Culturali)
Richiamano un po' gli STL ma hanno una forma un po' più snella e hanno avuto un grosso riscontro perché sono stati
costituiti in molte aree della Regione Puglia. Sono aggregazioni territoriali, ambientali e culturali e provengono da un
accordo tra pubblico e privato. A differenza dei STL non hanno una regolamentazione molto ristretta. Sono quindi
delle semplici aggregazioni territoriali. Hanno trovato una maggiore realizzazione rispetto agli STL perché hanno
potenziato l’offerta turistica e i STL hanno delle norme molto stringenti con tutte le procedure elencate pocanzi. I SAC
hanno una struttura molto elastica e non sono sottoposti a tutti i controlli a cui sono sottoposti gli STL.

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I SAC in Puglia hanno dato risultati molto positivi. Sorgono sull’idea di una particolarità di un determinato territorio.
Con gli stessi il turista segue un percorso e viene informato sulle caratteristiche di un determinato territorio.
Sono dei sistemi che hanno a che fare con il turismo locale.

06/05/2020

Tipi di turismo
Possono esserci vari motivi per cui il viaggiatore vuole affrontare un viaggio. Questi vari tipi di turismo interessano
varie branche del diritto ad esempio può interessare il diritto del lavoro, il diritto sanitario, diritto commerciale
(parlando di gastronomia e artigianato). Qui comprendiamo che la materia del turismo è tra le più complesse perché
all’interno di essa riscopriamo l’esistenza di tante altre materie. Il che ci fa trovare di fronte ad una miriade di
competenze, creando attriti tra Stato – Regioni. Questo è il problema cardine che caratterizza il turismo.

I VARI TIPI DI TURISMO VENGONO COSI’ SINTETIZZATI:

 TURISMO RESPONSABILE e SOSTENIBILE


È un tipo di turismo che cerca di collaborare con le imprese e la popolazione. È importante la comunità locale ospitante.
È una forma di turismo che è attento al luogo e cerca di preservare l’ambiente e le popolazioni di quel luogo.
Gli elementi sono:
- Ambiente evitando di danneggiarlo
- Aumentare il benessere del territorio
- Condivisione

 (Ecoturismo)
È un tipo di turismo praticato da chi sceglie mete di interesse naturalistico adottando un comportamento rispettoso
dell’ambiente. È un modo di viaggiare responsabile in aree naturali nel rispetto dell’ambiente e del benessere delle
popolazioni locali.

 (Turismo sostenibile)
È una forma di turismo che negli ultimi anni ha avuto una sorta di risonanza, perché è a stretto contatto con il concetto
di sostenibilità. Le attività sociali ed economiche devono portare benefici al presente ma non devono danneggiare i
bisogni delle generazioni future.
È un evoluzione del turismo responsabile e dell’ecoturismo. Non pensa solamente all’ambiente ma pensa a tutta la
situazione socioeconomica del luogo. È inoltre capace di soddisfare le esigenze dei turisti e dei paesi ospitanti, dando
particolare attenzione ai luoghi e alle popolazione. In Italia vengono stanziati finanziamenti per le imprese a sostegno di
questo tipo di turismo.
 TURISMO CULTURALE
Il turismo culturale riguarda i beni culturali. Lo Stato ha competenza piena e concorrente per emanare norme, tant’è
vero che il codice dei beni culturali è un decreto legislativo n.42 emanato dallo Stato che ha la competenza di emanare
norme per la tutela dei beni culturali. Presentavano degli articoli incostituzionali ma ne sono stati salvati altri articoli
costituzionali.
L’art. 24 ha voluto mettere in evidenza tra le altre forme di turismo, il turismo culturale e la competenza statale in
materia.
 TURISMO SOCIALE
Diritti sociali che lo Stato è tenuto a garantire ai cittadini. Lo Stato ha previsto delle norme che favoriscono il turismo
nei confronti di quei soggetti che non possono fare turismo con le proprie risorse. Questo viene fatto attraverso i buoni
vacanza in base all’ISEE. Esiste un fondo “buoni vacanza” costituito da risparmi di imprese, finanziamenti, donazioni
e associazioni no profit. Questi servono anche per aiutare gli operatori turistici nelle fasi di destagionalizzazione. È un
modo per aumentare la possibilità di permettere agli italiani di fare turismo in Italia.
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 TURISMO CON GLI ANIMALI
Esiste per evitare l’abbandono degli animali domestici durante le vacanze. Questo tipo di turismo è nato anche per
creare competenza rispetto alle altre strutture turistiche. Al nord sono stati creati anche dei stabilimenti balneari dove è
concesso introdurre gli animali. Vi è una collaborazioni tra operatori turistici e associazioni e tutela degli animali.

 AGRITURISMO
Una fetta importante tra le forme di turismo è l’agriturismo. Ultimamente si sta sviluppando tantissimo ed è a contatto
con la natura di buona qualità in quanto è definito turismo rurale. Ha dei costi non eccessivi e unisce tutte le norme
dettate dal prenditore agricolo il cui statuto è contenuto del codice civile.
La competenza dell’agriturismo dovrebbe essere di competenza regionale, ma lo Stato trova la sua legittimazione ad
emanare norme in materia dell’agriturismo che vanno a scontrarsi fra norme statali e regionali. Anche qui è necessaria
la presenza di una norma di coordinamento generale che provenga dallo Stato.
L’art. ci specifica quali sono i requisiti che deve tenere per legge colui che gestisce l’agrituristico.
È un imprenditore agricolo chi esercita una di queste attività: selvicoltura, coltivazione del fondo, allevamento di
animali e altre attività connesse. La legge obbliga il titolare dell’agriturismo a svolgere un’attività di queste.
Sono connesse quelle attività esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione,
trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla
coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi
mediante l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola
esercitata, comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed
ospitalità come definite dalla legge.
Necessita di controlli dell’autorità sanitaria e di polizia e alle regioni.
La regione puglia ha emanato una legge che dà maggior impulso alle forme di turismo all’interno dell’agriturismo, a
contatto con la natura. È una forma di turismo a contatto con l’agricoltura e gode di sovvenzioni che provengono dalla
Regione, Stato e UE, e sono finanziamenti in favore a questo tipo di turismo.
 TURISMO TERMALE
È un’altra fetta di turismo molto importante in Italia, che si è sviluppato in maniera esorbitante. È un tipo di turismo che
i viaggiatori compiono per sottoporsi a cure termali. Viene messo in primo piano il benessere dei cittadini dando la
possibilità ai cittadini italiani e stranieri di usufruire di questo tipo di turismo. Ha subito questo sviluppo perché il
servizio sanitario da degli sgravi fiscali a chi ne vuole usufruire se è prescritto dal medico. È chiaro che questo è un
fattore che ha permesso un notevole sviluppo termale.
REQUISITI:
Per aprire uno stabilimento termale è necessario:
- Concessione mineraria per lo sfruttamento delle Acque
- Utilizzare per finalità terapeutiche acque minerali e termali e fanghi con proprietà terapeutiche riconosciute
- Autorizzazione del Servizio Sanitario Nazionale
- È necessario avere requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi indicati dalla legge n. 502/1992
Questi stabilimenti non offrono solo trattamenti termali, ma attività ricreative, culturali, SPA e ristorazione. Prevede
quindi attività connesse.
 TURISMO MUSICALE
S’inserisce nella categoria del turismo culturale ma è un po' particolare. Il fatto di doversi spostare per dei concerti è un
modo di fare turismo. Vengono predisposti dei pacchetti turistici il cui interesse centrale è per l’appunto il concerto che
prevedono spostamenti.
 TURISMO ENOGASTRONOMICO
S’incentra sul cibo specialmente italiano, in quanto è apprezzato a livello internazionale. È un tipo di turismo però, che
si può praticare anche di regione in regione in Italia stessa. Promuove l’identità e il valore di un luogo.

39
L’ENIT ha predisposto un piano triennale e l’Italia nelle statistiche si è rilevata una meta molto gettonata specialmente
dagli stranieri.
Le esperienze enogastronomiche sono molto varie, pertanto vengono creati anche dei percorsi enogastronomici abbinati
allo shopping e al pernottamento. L’OMT (organizzazione mondiale del turismo), ha riconosciuto il turismo
enogastronomico come parte del turismo culturale.
Una statistica ha determinato che la maggior parte dei turisti che praticano turismo enogastronomico proviene da
Francia, Germania e Regno Unito che sono i principali bacini di origine della domanda straniera.
I nostri connazionali provengono perlopiù da Lombardia, Lazio e Veneto. I turisti cinesi e statunitensi indicano l’Italia
come unica destinazione enogastronomica. Per i tedeschi, l’Italia è al primo posto come destinazione per una vacanza
all’insegna del cibo.

Programmazione negoziale:
Esiste già da tempo e stabilisce come si forma, regolamentando accordi tra soggetti pubblici e privati. Vengono una
valutazione complessiva di tutte le attività e delle risorse messe in campo.
In Italia la programmazione negoziale ha ottenuto successo perché si è riuscito a realizzare degli obiettivi in ambito
turistico. Unisce l’esigenza di valorizzazione del turismo. È stabilita dalla legge n.662/1996 ed è concordata da accordi
pubblici e privati.

STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIALE:

Possiamo pensare all’organizzazione degli strumenti della programmazione negoziale come una struttura a “matriosca”.

- L’intesa istituzionale di programma, ovvero un accordo di collaborazione tra diversi livelli dell'amministrazione
(Stato, regione e provincia autonoma);

(Vengono stabiliti i principi)

- Accordo di programma quadro, un accordo tra gli enti locali e i soggetti interessati allo sviluppo locale,
promosso in base all'Intesa istituzionale di programma;

(Vengono stabiliti gli obiettivi)

- Patto territoriale, un accordo stilato, nell'ambito dell'accordo di programma quadro, tra enti locali, parti sociali e
soggetti interessati (sia pubblici che privati).

(Viene specificato cosa ha bisogno quel luogo per quanto riguarda lo sviluppo).

- Contratto di programma, è contratto che lega e viene stipulato tra l'amministrazione statale, le grandi imprese, i
consorzi di Pubbliche e Medie Imprese, nonché i rappresentanti dei distretti industriali, stipulato per il
perseguimento degli scopi della programmazione negoziata;

(E’ un contratto che serve per perseguire quanto stabilito nei punti precedenti)

- Contratto d’area, cioè un accordo attraverso il quale parti sociali, amministrazioni e altri soggetti interessati, in
aree giudicate di crisi dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Su indicazione del ministro dell’economia
perseguono l'obiettivo di aumentare l'occupazione.

(E’ un accordo preso in situazioni di crisi di alcuni settori, a favore di piccoli imprenditori, lavoratori e i sindacati,
perseguono l’obiettivo di aumentare l’occupazione).

40
07/07/2020

Sappiamo bene che il diritto si divide in due grosse branche, diritto pubblico che riguarda il rapporto tra le pubbliche
amministrazioni e il cittadino e diritto privato riguarda i rapporti che si vengono a creare tra i cittadini. Il diritto del
turismo si divide in pubblico e privato, anche se è di nostra competenza più il settore pubblico in quanto ha a che fare
con i contratti tra agenzia e privati. È un contratto che ha una particolare importanza perché tutela il turista.

Pacchetti turistici
Sono dei contratti tra l’agenzia viaggio e il cliente consumatore (turista) che sceglie per compiere un determinato
viaggio. È un contratto scritto ed è un contratto fra due privati perché l’agenzia è un’impresa. I pacchetti turistici sono
regolati dall’art.34 del codice del turismo e non vi è stata una dichiarazione di incostituzionalità. Il pacchetto turistico
essendo un contratto rientra nei diritti civili che è materia dello Stato ed è la ragione per cui la corte costituzionale ha
salvato l’articolo sui pacchetti turistici. L’art. 34 prevede i pacchetti turistici come “offerte rivolte ai consumatori”,
aventi come oggetto, viaggi, vacanze, circuiti all inclusive, crociere o la combinazione di due di questi elementi,
venduti o offerti al consumatore in seguito ad un prezzo forfettario. In quest’offerta sono contenuti servizio come
trasporto, alloggio ed esigenze ricreative del turista. La durata del pacchetto turistico, per essere definito un
viaggio, deve essere superiore alle 24h con almeno un pernotto.
La forma dei pacchetti turistici è stabilita dall’art.35. il contratto deve essere scritto in forma chiara e precisa. Questo è
un motivo per il quale ci si può appellare d’avanti al giudice. Qualora i pacchetti turistici vengano meno a ciò che è
stato sottoscritto, bisogna rivolgersi al giudice per un eventuale risarcimento del danno subito. Una volta sottoscritto il
contratto deve essere lasciata una copia per far sì che il turista prenda visione del pacchetto turistico. Il turista deve
essere a conoscenza delle spese utilizzate dell’agenzia ed in seguito alla sottoscrizione può essere utilizzata anche la
firma elettronica.
Gli elementi del contratto sono:
1. Stabilire la meta turistica
2. Durata
3. Quando inizia il viaggio e quando si conclude
4. Dovranno essere inclusi gli estremi e i contatti dell’agenzia turistica
5. Prezzo del pacchetto turistico e possibilità di revisione
6. Spese relative ai diritti delle tasse dei mezzi di trasporto e oneri a carico del turista
7. Deve essere versata una caparra non superiore al 25%
8. Estremi della copertura assicurativa e altre polizze
9. Mezzi di trasporto e la tipologia del trasporto (per il trasporto aereo deve esser scritto la conformità alla
comunità europea e la compagnia aerea)
10. Pasti forniti e modalità
11. Itinerario
12. Presenza di eventuali accompagnatori e guide turistiche
13. Informazione sul rispetto del numero minimo stabilito di partecipanti
14. Spese a carico del turista per la cessione del contratto per terzo
I punti sono tantissimi ma ciò che è da ricordare è la regolamentazione di tutto il viaggio. È importante stabilire ogni
elemento del viaggio per garantire al turista il massimo dei servizi.

Agenzie di viaggio
Sono una particolare tipologia di imprese turistiche che ha come attività quella di produrre ed intermediare viaggi e
soggiorni o assistere i turisti stessi. È prevista dalla legge l’iscrizione nel registro delle imprese. L’abilitazione la deve
ottenere l’imprenditore tecnico che deve avere un’abilitazione particolare attraverso un piccolo esame, fornita dalle
regioni per svolgere la mansione.
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Le agenzie viaggio possono essere di tue tipi:

1. Tour operator  producono il pacchetto


2. Altre agenzie hanno solo il compito di vendere il pacchetto

Un altro elemento importante delle agenzie viaggio è avere una polizza assicurativa per il risarcimento danni al turista.

Tutela del turista


È importante che il turista venga tutelato il più possibile perché chi compie dei viaggi non deve aver paura di subire dei
danni e solo a questa maniera sarà più portato a compiere dei viaggi. A questo modo si tutela il turista e tutto il settore
turistico.
La ritroviamo in ambito nazionale ed internazionale. In ambito internazionale troviamo il codice mondiale etico del
turista che però non è accettato per forza da tutti i paesi, questo perché ogni Stato non accetta di sottoporsi a norme da
parte di organizzazioni internazionali perché lo Stato vuole salvaguardare la propria sovranità.

In ambito comunitario si riconnette alla tutela di alcune libertà economiche anche in quanto connesse con finalità
sociali e culturali

 TUTELA DEL TURISTA IN ITALIA

Ci sono delle leggi che tutelano il turista. Uno dei primi documenti di cui dovremmo parlare è la “carta dei diritti del
turista” stabilita dalla legge 135 è rimasta in vigore perché stata fatta propria dai ministeri del MIBACT e raccoglie i
riferimenti a leggi che tutelano il turista. Vi sono varie “carte dei servizi” emanati dai vari enti. Esiste poi il “codice del
consumo”, perché stabilisce le norme giuridiche per tutelare il turista.

La “CARTA DEI DIRITTI DEL TURISTA” riassume le disposizioni di maggiore interesse per il turista ed altre
informazioni essenziali, articolandole in relazione ai vari aspetti o alle fasi
del viaggio. Nella prima sezione informazioni di carattere preliminare e organizzazione del viaggio, mentre nelle
sezioni successive si focalizzano specifici aspetti della fruizione di servizi turistici. Sono contenuti i richiami e i
riferimenti normativi anche internazionali.
La “CARTA DEI SERVIZI” un documento volontario nel quale ogni ente stabilisce gli impegni che hanno nei
confronti dei turisti e come devono essere erogati questi servizi.
OBIETTIVO: tutelare e sostenere i diritti del turista contestualmente a quelli dell’operatore turistico, e di fornire alle
imprese del settore uno strumento idoneo a testare e migliorare la qualità raggiunta.

 Assistenza al turista
Il turista è molto tutelato ed è lo Stato stesso a tutelarlo per far sì che non venga leso il settore del turismo stesso. In
Italia sono previste delle forme di assistenza al turista attraverso un call center. Alcune regioni hanno creato uno
sportello unico del turista in caso di dubbio o danni. La tutela è a 360°.
Oltre a questo abbiamo la possibilità che il turista possa rivolgersi alle associazioni dei consumatori che sono le più
varie (come acu, adiconsum, adoc, codacons, cittadinanza attiva, ecc.) per chiedere che il giudice richieda il
risarcimento dei danni con le associazioni dei consumatori che hanno un loro avvocato.

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13/05/2020
 PROBLEMA DELLA NORMATIVA SULLE GUIDE TURISTICHE

Ci sono intrecci di competenza tra Unione Europea e diritto italiano. Il nostro ordinamento si intreccia con quello
europeo come previsto dall’art.117 della Costituzione, al primo comma dove si enuncia che il legislatore statale e
regionale, nell’emanare la legge, devono rispettare la Costituzione, che è la legge di vertice, ma anche i vincoli
comunitari. Occorre che le leggi italiane tengano conto del diritto dell’UE.
Questo ha creato degli attriti per quanto riguarda la disciplina delle professioni turistiche. Questa situazione, che si
collega al trattato di Schengen, ha creato molti malumori per quanto riguarda le organizzazioni delle professioni. In
Italia, per svolgere le professioni intellettuali, è necessaria un’abilitazione. In altri paesi non è così. In Europa è
prevista la libera circolazione delle persone e quindi delle professioni secondo la direttiva Bolkestein, che è attuazione
del trattato di Schengen e costituisce il diritto dell’UE. È una normativa.

Le fonti dell’UE sono:

1) trattati, sono a livello costituzionale


2) direttive
3) regolamenti (a livelli primario).

Le direttive devono essere recepite con una legge comunitaria, approvata dal Parlamento. Le direttive vengano recepite
con legge e diventano diritto interno. Se le direttive dell’UE non diventano legge interna, si è sottoposti a procedura di
infrazione. La Commissione Europea con una lettera avverte lo Stato della necessità di attuare le direttive e se lo stato
non le attua entro i limiti stabiliti dalla Commissione, la stessa Commissione emette una sanzione pecuniaria. Avvenne
per le professioni turistiche.
Il turista ha una doppia garanzia: esiste la Carta dei diritti del turista, e la tutela, quando si è verificato il danno,
attraverso autorità giudiziaria. L’utente quando subisce il danno può rivolgersi all’ente che gli ha causato il danno.
L’agenzia viaggi deve avere un fondo destinato al risarcimento dei danni. Oppure, il turista può rivolgersi al Consiglio
nazionale dei consumatori e degli utenti, all’autorità di trust, all’Assessorato al turismo delle varie regioni, alle camere
del commercio, a polizia e carabinieri. Le associazioni dei consumatori in ambito turistico possono aiutare il turismo,
rifacendosi al Codice del Consumo, che prevede per l’Italia la class action.
Il turista inoltre ha la possibilità di rivolgersi alle associazioni dei consumatori che possono costituirsi in giudizio. Ci si
può rivolgere per diversi motivi, ad esempio per la vendita di un cibo avariato o perché non abbiamo ricevuto lo
scontrino. Ci si può rivolgere anche agli IAT che ci indirizzeranno verso gli organi preposti a tutelare il consumatore.
Esiste un Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, organo che rappresenta a livello nazionale tutte le
associazioni dei consumatori. La Carta dei servizi del turista contiene l’elenco delle associazioni dei consumatori,
dove il consumatore può trovare i vari recapiti delle associazioni.

A livello nazionale c’è la tutela del consumatore (e quindi del turista) nel caso di pubblicità ingannevole, quando le
condizioni sono diverse da quelle della pubblicità. In questo caso il cittadino può rivolgersi all’AGICOM e denunciare
tali pubblicità ingannevoli. L’AGICOM svolge un’istruttoria e se si rende conto che esiste il danno, può ordinare che la
notizia del comportamento dell’azienda venga pubblicata sul giornale e può emanare una sanzione pecuniaria.
L’ordinamento italiano cerca di tutelare sempre il consumatore. Abbiamo pertanto la tutela dell’informazione, tutela
del risarcimento danni, tutela delle pratiche scorrette, dalla pubblicità occulta, tutela attraverso le associazioni dei
consumatori. Se il turista si sente così tutelato, è più propenso ad acquistare il pacchetto turistico.
 Professioni turistiche
Tra le professioni turistiche troviamo problemi competenziali tra:

- diritto interno e internazionale


- tra stato e regione

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La legge 135 del 2001 aveva dato una definizione di professioni turistiche:
Art. 7 della 135. “Sono attività svolte in forma autonoma e abituale relative alla prestazione dei servizi a favore
dei turisti e sono inclusi Servizi di accoglienza, accompagnamento e guida dei turisti.
La legge 135 fu poi abrogata dal Codice del Turismo, secondo cui le professioni turistiche si realizzano attraverso
prestazioni di servizi di promozione del turismo, servizi di ospitalità, assistenza, accompagnamento per una migliore
fruizione del viaggio e della vacanza. Questa norma è sopravvissuta al vaglio della Corte Costituzionale.
L’ Art. 117 prevede che la materia professioni turistiche in generale è di legislazione concorrente e spetta allo Stato
dettare con sue leggi i principi fondamentali e alle regioni applicare questi principi fondamentali.

L’art. 6 del Codice del turismo ha fissato la definizione di professioni turistiche, era nell’ambito dell’art.117 perché
compete allo stato la determinazione dei principi fondamentali della materia professioni.

Anche se si parla di professioni turistiche, essa non è assorbita nella materia turismo (di competenza esclusiva delle
regioni), ma resta nella materia professioni di competenza concorrente. La materia professioni turistiche è quindi di
competenza concorrente.
Il Comitato europeo di Normalizzazione ha stabilito gli elementi chiave della professione di guida turistica (professione
turistica più nota), tra cui la figura del direttore dell’agenzia viaggi. è una figura importante perché svolge mansioni
fondamentali per l’agenzia viaggi. Il Comitato europeo di normalizzazione ha stabilito che sono due gli elementi
fondamentali per la professione di guida turistica e ha dato una definizione.
 LA GUIDA TURISTICA
Il CEN ha stabilito che per essere guida turistica bisogna avere idoneità territoriale, ovvero una conoscenza del
territorio, e l’idonea qualificazione ovvero una conoscenza specifica che deve essere qualificata attraverso una
valutazione definita, ovvero l’esame di abilitazione. La guida turistica guida i visitatori e illustra, nella lingua scelta, il
patrimonio culturale e naturale di un territorio. Deve avere una conoscenza specifica di quel territorio. Questo passaggio
è stato un grimaldello per l’Italia per equilibrare la situazione che si era venuta a creare dopo la Direttiva Bolkestein. La
legge 217 non dava una definizione ma parlava di professione turistica. Specificava quali potevano essere le
professioni turistiche e rinviava alle leggi regionali la disciplina circa i requisiti. La legge 217 individua le figure delle
professioni: guida turistica, interprete turistico, accompagnatore, animatore turistico, istruttore nautico, aspirante
guida alpina, guida speleologica. La legge 217 fu poi sostituita dalla legge 135. Le regioni, dopo la legge 135, hanno
individuato altre figure turistiche: guida naturalistica, l’accompagnatore turistico equestre ecc. Il fatto che ci sia la
competenza concorrente, ha comportato che le regioni abbiano stabilito altre regolamentazioni di altre professioni
turistiche.
 Normativa sulla professione turistica
Legge statale sulle professioni turistiche dell’89 sulle guide alpine e una del ’91 sui maestri di scii. In queste leggi
statali sono stati fissati i principi generali. Queste professioni si ancorano a quelle intellettuali (avvocato,
commercialista, notaio). C’è un esame di abilitazione e quindi un Albo a cui bisogna essere iscritti e dove si inseriscono
i professionisti che hanno conseguito l’abilitazione. l‘albo è tutelato da un Consiglio dell’ordine di quelle professioni.
Le professioni turistiche sono state improntate sui principi generali delle professioni intellettuali. Sia nella guida
turistica che nelle altre professioni c’è una regolamentazione complessa perché c’è insieme la materia concorrente, la
materia turismo e la materia di tutela della concorrenza, ci sono attriti competenziali.
La materia di formazione professionale è di competenza concorrente, la materia turismo è esclusiva delle regioni,
mentre la tutela della concorrenza, è materia esclusiva dello Stato. L’Art.117, comma I il legislatore statale e regionale
devono rispettare i vincoli dell’ordinamento comunitario. In questa materia ci sono materie intersecate tra formazioni
professionali, turismo, diritto dell’UE che creano confusioni per quanto riguarda le competenze.
Fino agli anni’80 la guida turistica era considerata una figura girovaga (che non opera stabilmente in una località).
Questa definizione faceva riferimento al testo unico del periodo del fascismo, regolato da leggi del periodo prebellico
che riguardava leggi di pubblica sicurezza, relativo ai problemi dell’ordine pubblico e della sicurezza. Sicurezza e
ordine pubblico erano la priorità. Coloro che viaggiavano dovevano rispettare i principi dell’ordine e della sicurezza
pubblica e che dovevano essere rispettati dalla guida turistica. l’esercizio delle professioni turistiche era caratterizzato
da una doppia abilitazione. Da un lato l’abilitazione professionale e dall’altra dovevano prendere la licenza di pubblica
sicurezza, impegnandosi a tutelare l’ordine pubblico. Questa legge del periodo fascista poi abrogata dal decreto 112
della legge Bassanini, stabilì che non era necessaria la licenza di pubblica sicurezza.

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Le leggi regionali stabilirono il tipo di abilitazione per le guide turistiche, in seguito al superamento di un esame, anche
oggi, compaiono in appositi albi della regione. La direttiva Bolkestein fa riferimento alla libertà di circolazione delle
persone: la normativa di guida turistica doveva rispettare la direttiva Bolkestein, quindi l’ordinamento nazionale doveva
rimuovere gli ostacoli che erano contrari ai principi europei. Inoltre, anche le guide turistiche estere, dell’UE,
potevano esercitare la propria professione anche in Italia.
 Sentenza della Corte di Giustizia europea
In Italia esiste un albo delle guide turistiche italiane e un esame di abilitazione che non è conforme con i principi
europei. Quindi la guida turistica romena non deve fare nessun esame di abilitazione per il principio di libera
circolazione delle professioni. La sentenza stabilisce però che gli stati possono tutelare la corretta diffusione del proprio
patrimonio culturale. Esiste cioè l’eccezione cultura. La parte culturale e quindi il patrimonio storico e artistico, ha
sempre avuto un occhio di favore da parte degli Stati. Questo ha mitigato la durezza delle libertà economiche
dell’UE. Il patrimonio storico e artistico può essere tutelato dai propri stati in modo particolare. L’eccezione cultura
esiste anche per quanto riguarda gli aiuti di Stato.

Lo Stato può dare alle imprese o categorie professionali degli aiuti di Stato. Ma secondo la Commissione Europea
questo è illegittimo, poiché lo Stato così può favorire determinate categorie a scapito di altre e falsare la concorrenza,
perché per l’UE è importante che ci sia parità di condizioni sul mercato, pertanto tutto ciò che distorce questa parità di
condizioni, per l’UE, è illegittima.
Riguardo il patrimonio culturale, spesso proprio nei trattati ci sono eccezioni riguardo il patrimonio culturale. La Corte
di Giustizia Europea ha stabilito che gli Stati possono tutelare la corretta conoscenza del proprio patrimonio storico-
artistico. Questa è l’eccezione culturale. Visione di favore nei confronti del patrimonio storico-artistico da parte
dell’UE.
L’eccezione cultura ha creato un grimaldello all’Italia, dicendo che gli stati possono tutelare la corretta diffusione del
proprio patrimonio storico e artistico. In seguito, l’Italia quando sarà sottoposta a procedura di infrazione perché
limita la libera circolazione delle guide turistiche. Non è mai stato detto che si poteva venir meno alla libera
circolazione delle guide turistiche in base all’eccezione cultura. Nel decreto del ’95, le regioni in accordo con le
sovraintendenze, possono individuare siti che devono essere illustrate da guide turistiche specializzate. Al di fuori di
quei siti, le guide turistiche europee, anche non dotate di specifiche abilitazione italiana, possono esercitare la
professione. Ma in quei siti particolari, è necessaria una guida turistica specializzata italiana. Il decreto individuava
2000 siti in cui era necessaria un’abilitazione italiana. Così facendo si crea una restrizione alla libera circolazione
delle guide turistiche.
La legge 217 disciplina le professioni: la guida turistica doveva essere iscritto a un albo e aveva bisogno della licenza di
pubblica sicurezza (eliminata con il decreto 112) e dell’abilitazione.
Dopo il decreto 112 viene emanato il decreto-legge del 2007. Da parte della Commissione Europea fu emanata la
procedura di infrazione perché in Italia viene individuata la possibilità delle regioni di stabilire siti particolari destinati
solo a guide turistiche italiane. Quei 2000 siti erano una limitazione alla libera circolazione della professione di guida
turistica. L’UE si rese conto di questa discriminazione delle guide turistiche straniere, emanò una procedura di
infrazione che fu calmata con il secondo decreto Bersani che toglieva lo svolgimento di prove di abilitazione perché
coloro che avevano delle lauree in lettere con indirizzo in storia dell’arte o archeologia determinati settori, erano in
realtà già abilitati. Alle regioni era data la possibilità di promuovere sistemi di accreditamento non vincolanti per guide
turistiche non specializzate in un determinato settore.
Tuttavia, c’era un altro tipo di discriminazione con il decreto Bersani: Gli italiani che non avevano la laurea specifica
avevano bisogno di abilitazione o accreditamento, mentre chi veniva dall’estero non aveva bisogno di nessuna
abilitazione e nessun accreditamento.
La Corte Costituzionale stabilì che le leggi regionali non potevano prevedere tipi di territori in cui doveva sussistere
l’abilitazione perché questo avrebbe violato la libera prestazione dei servizi (Art.117 comma 1), e il principio di libera
concorrenza che rientra nella competenza legislativa esclusiva dello Stato. La Corte Costituzionale stabilì che le regioni
non potevano stabilire questo accreditamento o abilitazione per le guide turistiche italiane. Si stabilì che la guida
turistica ricade nella materia professioni turistiche di competenza legislativa concorrente. Lo Stato deve individuare i
profili professionali e i requisiti che servono per l’esercizio della professione su base nazionale. Le regioni non possono
creare profili professionali relativi al turismo, come invece avevano fatto prima, perché prima di questa sentenza
avevano creato nuove figure professionali turistiche.

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 Procedura d’infrazione (1)

Si crea una nuova procedura di infrazione, perché le regioni prevedevano il sistema di accreditamento. In seguito alla
procedura di infrazione, viene emanata una nuova legge. Le guide turistiche non amavano questa situazione ambigua
dove gli italiani dovevano avere particolari requisiti mentre gli stranieri potevano esercitare la professione di guide
turistiche senza particolari requisiti.

Legge del 2013, art.3: l’abilitazione a guida turistica è valida in tutto il territorio nazionale. Però il secondo
comma precisa che i cittadini dell’UE, abilitati ad esercitare la professione di guide turistiche secondo l’ordinamento
giuridico di un altro stato membro operano nel regime di libera prestazione dei servizi senza aver bisogno di alcuna
autorizzazione né abilitazione, sia essa generica o specifica.

L’abilitazione ai cittadini italiani era valida su tutto il territorio nazionale, non solo a livello regionale e si apriva anche
ai cittadini stranieri che avevano preso l’abilitazione nel loro paese d’origine. Da Franceschini furono individuati siti di
particolare interesse storico-artistico e archeologico per i quali era prevista una specifica abilitazione. Ci si rifà alla
direttiva sulle professioni che prevede misure necessarie compensative. Con questo decreto emanato dal ministro, si
stabiliva che le regioni potevano individuare siti di interesse storico-artistico per i quali era necessaria un’abilitazione
specifica. Questa seconda abilitazione, per garantire l’equità, doveva essere posseduta dalla guida turistica che veniva
dall’estero. Così facendo si dava un trattamento equo tra guide turistiche italiane e provenienti dall’estero. Le guide
provenienti dall’estero dovevano avere la loro abilitazione nazionale e le guide turistiche italiane dovevano avere
l’abilitazione italiana, però per determinati siti bisognava avere un’abilitazione specifica.

Venne finalmente stabilito un nuovo equilibrio per le guide turistiche italiane, prevedendo anche la preparazione con un
esame in più che doveva essere svolto anche dalle guide estere.

In questo caso ci rifacciamo al principio d’accezione di cultura, in cui lo stato può stabilire eccezioni alla normativa
generale per tutelare il proprio patrimonio culturale siti di particolare interesse.

 Fasi della normativa delle guide turistiche


1) Fase di chiusura alle guide turistiche che vengono dall’estero
2) Fase di procedura di infrazione e decreto Bersani che apre alle guide turistiche che vengono dall’estero anche
se non sono abilitati.
3) Vengono stabiliti 2000 siti. Procedura di infrazione. Franceschini elabora questa nuova normativa e stabilisce
che le guide turistiche dell’estero devono avere un’abilitazione nazionale del loro paese; stessa cosa dicasi per
le guide turistiche italiane, ma per i siti di particolare interesse, deve essere conseguita un’abilitazione
specifica, nonché una seconda, che deve essere conseguita da italiani e guide turistiche provenienti dall’estero.
Per fare la guida turistica bisogna avere un’abilitazione particolare ma una guida turistica proveniente dall’estero può
non avere conoscenze specifiche, perciò Franceschini con un decreto ha previsto una serie di siti specifici, di particolare
interesse storico, artistico o archeologico per cui era necessaria una seconda abilitazione che deve essere conseguita
anche da guide turistiche straniere.
Per adeguarsi alla direttiva Bolkestein e per calmare gli animi delle guide turistiche italiane, Franceschini ha cercato di
equilibrare la situazione e ha creato questa doppia abilitazione. Se si ha una sola abilitazione si può fare la guida
turistica di siti di interesse minore. Per siti di interesse maggiore ci vuole anche la seconda abilitazione.
Nel caso di stati in cui non c’è una vera e propria abilitazione, è necessario un accreditamento da parte del Ministero
(che non si chiama abilitazione), dove poi i professionisti vengono iscritti all’Albo e possono esercitare il loro lavoro di
guida turistica, ma devono dimostrare di conoscere almeno in modo generale il patrimonio culturale italiano.
Le guide turistiche devono avere delle competenze specifiche. Secondo decreto di dicembre 2015 stabilisce quali sono i
siti di particolare interesse, divisi per regione.
 Procedura di infrazione (2)
In Italia era prevista l’abilitazione. Ci fu quindi una procedura di infrazione, fu emanato il decreto Bersani per risolvere
la procedura di infrazione ha dovuto lasciare l’apertura alle guide turistiche straniere. Bersani voleva aiutare gli italiani
dicendo che non c’era bisogno di un’abilitazione per chi avesse conseguito la laurea in lettere con indirizzo di storia
dell’arte. Furono creati i 200 siti. Si dette luogo a una seconda procedura di infrazione, dopodiché la legge relativa a

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Franceschini, dichiara che chi viene dall’estero deve avere la propria abilitazione all’estero su base nazionale. Con il
decreto stabilì che invece, per fare la guida turistica di questi siti storici, bisogna avere una seconda abilitazione.

Il decreto del MIBACT stabilisce quali sono i requisiti per ottenere l’abilitazione specifica. La formazione professionale
è di competenza concorrente. C’è una fonte a livello statale dove vengono stabiliti i principi che le regioni devono
attuare in quanto previsti dal decreto del MIBACT. Sono le regioni ad abilitare le guide turistiche.
Successivamente nascono contrasti con la Corte Costituzionale perché aveva stabilito che le regioni non potessero
stabilire i principi, ma il decreto del MIBACT dà la possibilità alle regioni di farlo. Per chi viene dall’UE ci vuole un
riconoscimento ministeriale per i siti di particolare interesse, nonché un accreditamento a livello ministeriale relativo
all’abilitazione nazionale qualora non abbiano l’abilitazione nel loro paese d’origine. Se vogliono illustrare siti di
particolare interesse devono avere la specializzazione per quel particolare sito.
C’è equiparazione tra chi viene dall’estero e chi si trova in Italia, con una leggera limitazione dei principi generali
dell’UE che fa parte di quelle eccezioni per tutelare il patrimonio storico-artistico.
 Regione Puglia.

C’era una legge del 2006 che doveva essere rinnovata nel 2016 con una nuova legge regionale come completamento
della vecchia legge dell’anno precedente, ed era sul riordino di riforma del sistema di governo regionale e territoriale,
in cui ricade la riforma della formazione professionale delle guide turistiche.
La legge prevede che le competenze amministrative (quelle che riguardano i servizi resi dalle guide turistiche e non
solo), s’intendono esercitate dalle regioni.

La normativa regionale stabilisce che per esercitare le professioni di guida turistica, accompagnatore turistico e
direttore di agenzia di viaggi, bisogna conseguire un’abilitazione. Ogni regione si dà una propria regolamentazione
per abilitare le professioni turistiche.

La regione Puglia ha stabilito la necessità di conseguire una specifica abilitazione (un esame scritto e orale bandito
dalla regione) per le figure di guida turistica, accompagnatore turistico e direttore di agenzia viaggi. Ogni regione in
realtà si è data sua regolamentazione e la Corte Costituzionale ha stabilito che non sono le regioni ad organizzare le
professioni turistiche, ma i principi devono essere dati dallo Stato, anche se nell’organizzazione è un po’assente,
pertanto si sono creati ancora tantissimi nodi non sciolti e situazioni non chiarite.

L’accompagnatore turistico e la guida turistica sono figure diverse.

- La guida turistica deve saper conoscere il patrimonio culturale e deve illustrarlo anche con sue interpretazioni. La
guida turistica ha competenze specifiche relative all’archeologia, all’arte, l’accompagnatore ha competenze più di
marketing, gestionali.
- L’accompagnatore turistico si limita a far rispettare il programma di viaggio, accompagna il turista, si occupa di
tutto ciò che riguarda il viaggio, è un manager del viaggio, cura gli aspetti amministrativi e logicistici, dà linee
guida a quelli che viaggiano con egli stesso.

 Abbiamo poi come altra figura professionale molto importante, nonché il Direttore di agenzia viaggi. Se non
esistesse questa professione non sarebbe stato possibile aprire l’agenzia viaggi e deve avere una specifica
abilitazione.

Egli è il rappresentante dell’agenzia ed è responsabile di una sola agenzia.

- Promuove la vendita dei servizi dell’agenzia


- gestisce le risorse umane, delle entrate e delle uscite affinché il fondo dell’agenzia viaggi non venga usato in
maniera distorta.

Per la Regione Puglia, le tre figure professionali nell’ambito del turismo che hanno bisogno di abilitazione sono queste.
Le altre figure non hanno bisogno di specifiche abilitazioni.

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