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PERCHÉ SI STUDIA CITTADINANZA E COSTITUZIONE?

Il fine di introdurre lo studio di tali discipline


nelle scuole è quello di fornire ai giovani un’educazione che gli permetta di acquisire quelle
conoscenze e quelle capacità necessarie per partecipare alla vita sociale, politica ed economica del
proprio Paese, con l’obiettivo di trasformarli in cittadini responsabili.
Inoltre, trovandoci nell’Era Digitale, alle nozioni circa lo Stato e la Costituzione, diventa necessario
affiancare quelle relative ai social media, con il proposito che questi vengano utilizzati nel modo
più corretto possibile.

LA STORIA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA La Costituzione della Repubblica Italiana fu elaborata il


2 giugno 1946 dall’Assemblea Costituente dopo il primo referendum a suffragio universale
(quando, per la prima volta, anche le donne poterono votare).
Il testo venne approvato il 27 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1 gennaio 1948.
Fino ad allora, la carta costituzionale era rappresentata dallo Statuto Albertino (una raccolta nella
quale si trovavano i diritti di libertà fondamentali dei cittadini).
Tale testo era però flessibile (si poteva modificare attraverso una legge ordinaria), a differenza
della Costituzione che è rigida. Ciò non corrisponde però alla sua immodificabilità; al contrario, è
possibile modificarla attraverso una procedura speciale aggravata (il Parlamento deve seguire un
percorso diverso dal normale procedimento che porta l’approvazione di una qualsiasi legge),
prevista dalla Costituzione stessa.
La Costituzione Italiana venne votata dall’Assemblea Costituente (e non concessa da un sovrano).
La Costituzione è lunga: è possibile rintracciare al suo interno un po’ tutta la storia della
Repubblica Italiana.
Si compone di 139 articoli e 18 disposizioni transitorie finali e viene definita da molti “laica.”
Di fatti, lo Statuto Albertino affermava che la religione di Stato fosse quella cattolica; mentre la
Costituzione tutela il fenomeno religioso, concedendo libertà di culto, entro il rispetto delle leggi.
Per questa ragione, sarebbe più corretto definirla “pluralista,” piuttosto che “laica.”

LA COSTITUZIONE si suddivide in tre parti: un’introduzione, una parte prima ed una parte
seconda.
INTRODUZIONE: dall’articolo 1 all’articolo 12 sono elencati i princìpi fondamentali.

PARTE I: dall’articolo 13 all’articolo 54 sono descritti i diritti ed i doveri. Si articola in quattro parti:
Primo titolo: regola i rapporti civili;
Secondo titolo: regola i rapporti etico-sociali;
Terzo titolo: regola i rapporti economici;
Quarto titolo: regola i rapporti politici.

PARTE II: dall’articolo 54 all’articolo 139 si trova l’impalcatura dell’ordinamento della Repubblica.
Primo titolo: il Parlamento;
Secondo titolo: il Presidente della Repubblica;
Terzo titolo: il Governo;
Quarto titolo: la Magistratura;
Quinto titolo: le autonomie locali (regioni, province, comuni);
Sesto titolo: le garanzie costituzionali.
LO STATO è un ordinamento politico e giuridico che ha fini generali. È stanziato sul territorio,
costituito da un popolo e caratterizzato da un potere sovrano.
IL TERRITORIO è un’area geografica delimitata da confini naturali o convenzionali (artificiali).
Al Nord, l’Italia e delimitata dalle Alpi, sugli altri lati è invece circondata dal mare.
Per territorio, s’intendono sia la superficie terrestre, sia lo spazio aereo, sia il sottosuolo.
Lo spazio aereo è rilevante nell’ambito dei velivoli militari: è possibile che l’Italia vieti ad un aereo
militare estero di volare sul proprio spazio aereo nazionale. Se tale spazio venisse invaso, l’Italia
avrebbe il diritto di chiamare i propri militari ad abbattere l’aereo.
Il sottosuolo è sfruttabile finché le nostre tecniche ed i nostri strumenti ci permettono di fare ciò.
Le acque territoriali constano di 12 miglia marine (circa 22km), entro le quali lo Stato è
responsabile delle conseguenze disciplinari per quanto vi accade.
Il territorio flottante è dato dalle sedi diplomatiche o ambasciate, dove vigono leggi regolate dallo
Stato italiano.
Navi ed aerei civili sono considerati territorio dello Stato italiano. Ma solo se si trovano in alto
mare od in volo oppure ormeggiate o parcheggiati in territorio italiano.
Navi ed aerei militari sono sempre considerati territorio dello Stato italiano: sia quando sono in
alto mare od in volo, sia quando sono ormeggiati o parcheggiati in Italia od in qualsiasi altro Stato.
Il Popolo si costituisce di tutti coloro che detengono la cittadinanza italiana; che godono cioè dello
status di diritti e doveri previsti dallo Stato italiano.

LA CITTADINANZA La legge 91 del 1992 regola le modalità di acquisto e di perdita della


cittadinanza.
L’acquisizione si può rivendicare in seguito a due specifici diritti, noti come:
IUS SANGUINIS (= diritto di sangue): A chiunque nasca da almeno un genitore italiano, in qualsiasi
luogo, spetta la cittadinanza italiana.
IUS SOLI (= diritto di suolo): chiunque nasca in territorio italiano ha diritto alla cittadinanza.
Tuttavia, vi sono due condizioni ben precise senza le quali non si ottiene la cittadinanza:
1. Sei genitori sono ignoti, il/la nato/a in Italia viene considerato cittadino italiano;
2. Se genitori sono apolidi (= non hanno alcuna cittadinanza), il/la nato/a in Italia viene
considerato cittadino italiano.

Naturalizzazione: acquisizione di due passaporti.


Coniugi: Il/la partner straniero/a, due anni dopo il matrimonio con partner italiano/a, può fare
richiesta per ottenere la cittadinanza. Se la coppia ha vissuto invece in uno Stato estero, dovranno
passare tre anni dal matrimonio prima di inoltrare la medesima richiesta. In presenza di figli
piccoli, il tempo di attesa si dimezza.
Se il/la partner italiano/a muore prima dei due o tre anni previsti, si perde il diritto alla
cittadinanza.
I bambini stranieri adottati da coppie italiane ottengono la cittadinanza italiana una volta che la
loro adozione viene ufficializzata.
La perdita della cittadinanza italiana può avvenire in due casi ed in entrambi è lo Stato a ritirare
tale diritto. Cause per questo provvedimento possono essere:
1. Lavorare per uno Stato estero contro gli interessi dell’Italia.
In questi casi, lo Stato Italiano fa richiesta di scegliere tra il proprio incarico e la cittadinanza
italiana.
2. Arruolarsi per l’esercito di un Paese ostile all’Italia.

Si può fare richiesta per il riacquisto della cittadinanza italiana, ma tale richiesta viene filtrata.

LA SOVRANITÀ rappresenta un elemento fondamentale affinché uno Stato possa essere


considerato tale. Essa racchiude l’idea dell’obbligatorietà del rispetto delle leggi giuridiche, anche
facendo ricorso alla forza (forze armate).
Alla legge devono sottostare sia i governati che i governanti.

IL DIRITTO è l’insieme delle norme giuridiche poste dallo Stato con la funzione di risolvere i
conflitti di interesse tra consociati.

LA FORMA DI GOVERNO sta ad indicare il modo in cui il potere sovrano viene ripartito all’interno
dello Stato, presso i suoi organi fondamentali. In Italia, il potere legislativo appartiene al
Parlamento; il potere esecutivo viene esercitato dal Governo; il potere giudiziario o giurisdizionale
spetta alla Magistratura.

FORMA DI GOVERNO è un’espressione con la quale s’intende la ripartizione del potere sovrano fra
i vari poteri dello stato e le relazioni tra questi ultimi.
Montesquieu fu il primo ad elaborare la spartizione del potere tra diversi centri operativi
autonomi tra loro, che non interferiscono l’un l’altro. Si distinguono pertanto:

 Il POTERE LEGISLATIVO, che spetta al Parlamento;


 Il POTERE ESECUTIVO, che spetta al Governo;
 Il POTERE GIURISDIZIONALE, che spetta alla Magistratura (ai giudici).

Sulla base di questo principio, a seconda di come sono ripartiti i poteri, si possono distinguere
diverse forme di governo: parlamentare; presidenziale; semipresidenziale; direttoriale.

LA FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE è l’ordinamento costituzionale dell’Italia. Essa è


pertanto caratterizzata dalla centralità del Parlamento, che resta in carica per 5 anni – tale periodo
prende il nome di legislatura. Il Parlamento è un organo complesso, formato da membri elettivi
(cioè eletti dal popolo):

 La camera dei deputati, composta da 630 membri;


 Il senato della Repubblica, composta da 315 membri.

Si affiancano al Parlamento, il Presidente della Repubblica, il Governo e la Magistratura.


Nella forma di governo parlamentare, il Parlamento accorcia e revoca la fiducia al Governo; di fatti
il Governo può operare solo se gode della fiducia del Parlamento.
Il nostro Parlamento si caratterizza per il suo bicameralismo perfetto: un testo, per essere
promulgato, deve essere approvato da entrambe le camere.
Le due camere differiscono però per certi versi:
 L’elettorato attivo (=la possibilità di scegliere i propri rappresentanti) avviene a 18 anni per
eleggere i deputati ed a 25 per eleggere i senatori.
 L’elettorato passivo (la capacità di essere nominati in una di queste due assemblee
costitutive) avviene a 25 anni per i deputati ed a 40 per i senatori.

IL SISTEMA ELETTORALE è un insieme di regole atto a convertire i voti espressi in numero di seggi.
Questo viene determinati attraverso due sistemi:
 Il sistema proporzionale, che prevede un’attribuzione dei seggi che sia proporzionale alla
percentuale di voti ottenuti. Così facendo, qualsiasi forza politica troverebbe almeno un
seggio in Parlamento. Questo potrebbe tuttavia causare instabilità politica.
 Il sistema maggioritario, che prevede una divisione del territorio italiano in collegi
(corrispondenti perlopiù alle provincie), in ciascuno dei quali viene eletto il rappresentante
con la maggioranza dei voti. Questo determina però la mancata rappresentazione in
Parlamento di una forza politica che potrebbe aver perso anche solo per un voto.
Per ovviare i problemi sopra elencati, vengono stabilite delle soglie di sbarramento. Nel caso
del sistema proporzionale, tutte le forze politiche possono entrare in parlamento, ma solo se
hanno ottenuto almeno il 4% dei voti.

LO STATUS DEI PARLAMENTARI è disciplinato dagli articoli 67 e 68 della Costituzione.


L’art. 67 afferma che i parlamentari possano esprimersi con libertà (ciò significa che né gli
elettori né il partito di appartenenza di un determinato parlamentare non possono costringere
quest’ultimo a votare una determinata decisione). Collegata a questo principio è la questiona
dell’immunità penale, secondo cui un parlamentare non può essere sottoposto a giudizio
durante l’esercizio delle sue funzioni, a meno che non sia stata concessa un’autorizzazione a
procedere dalla camera di appartenenza.

Le funzioni del Parlamento sono molteplici, ad esempio: eleggere il Presidente della Repubblica,
deliberare lo stato di guerra; nominare cinque giudici della Corte Costituzionale…
LA FUNZIONE LEGISLATIVA, ovvero il compito di fare le leggi, si svolge secondo una serie di fasi:
 Fase iniziativa: spetta al Parlamento, al Governo, alla Regione, al Comune (in questo modo,
i cittadini diventano promotori di un progetto di Legge, noto come iniziativa popolare, che
prevede la raccolta di 50.000 firme)
 Fase dell’approvazione: spetta al Parlamento. Ne esistono di due tipi:
PROCEDIMENTO ORDINARIO: ha un percorso particolarmente lento (di fatti molte leggi non
vengono approvate nemmeno durante il corso della medesima legislatura – che dura
cinque anni). La commissione, alla quale viene assegnato il progetto di legge, lo elabora, lo
perfeziona, lo corregge (se necessario) e lo sottopone all’approvazione dell’aula.
PROCEDIMENTO ABBREVIATO: prevede, invece, che la Commissione, che discute di un
progetto di legge, possa anche approvarlo, per poi sottoporlo all’approvazione dell’intera
aula. Sebbene il processo sia fondamentale per un notevole risparmio di tempo, esso non è
ammissibile per ogni tipo di leggi (alcune categorie di leggi ne sono escluse).
 Fase della promulgazione: il Presidente della Repubblica esamina il progetto di legge e può
decidere tra la promulgazione di questo o il suo rinvio alle camere, al fine di correggerlo nel
modo suggerito dal Presidente stesso. Tuttavia, può compiere la scelta di rinviarlo alle
camere una sola volta.
Il progetto di legge passa al Presidente della Repubblica solo quando il senato e la camera
dei deputati accettano lo stesso identico progetto di legge.
*Navicella/navetta: gergo utilizzato per indicare il passaggio da una camera all’altra del
testo di legge che, una volta subite delle modifiche, deve essere nuovamente approvato da
entrambe le camere.
 Fase della pubblicazione (e della conseguente entrata in vigore): il testo, una volta
promulgato dal Presidente, viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e può
entrare in vigore (generalmente) quindici giorni dopo la sua pubblicazione.
*Periodo della vacatio legis: gergo utilizzato per indicare il periodo (solitamente) di quindici
giorni che trascorrono dalla pubblicazione di un testo di legge alla sua entrata in vigore.
Il periodo della vacatio legis può essere abbreviato od allungato.

L’APPROVAZIONE DELLE LEGGI COSTITUZIONALI ha invece un percorso a sé stante:


devono esserci due deliberazioni della camera, due deliberazioni del senato ad una
distanza non inferiore a quella di tre mesi. Inoltre, deve essere approvata non dalla
maggioranza assoluta (la metà + 1), bensì dai 2/3 dei votanti. Viene poi promulgata dal
Presidente della Repubblica e pubblicata. Se non si raggiunge questa maggioranza (dei
2/3), il testo di legge viene pubblicato e deve essere approvato attraverso un referendum
costituzionale, interpellando tutti coloro che hanno diritto di voto.

Un paio d’anni fa, venne proposta una modifica della Costituzione dai partiti del centro-
sinistra. In una prima fase, tale proposta venne condivisa da alcuni partiti di destra, con il
famoso Patto del Nazzareno; poi, per questioni politiche, tale patto saltò. Iniziò così una
seconda fase (la seconda deliberazione), durante la quale i partiti del centro-destra
ritirarono il proprio appoggio alla proposta di modifica costituzionale. La modifica non
poteva quindi essere approvata, pertanto essa passò sotto esame referendario
(referendum), ma non ricevette il consenso della popolazione.

L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA avviene ad opera del Parlamento in


seduta comune. Egli non viene dunque eletto direttamente dal popolo (come accade
invece nelle repubbliche parlamentarie). All’elezione del Presidente della Repubblica
partecipano anche tre delegati regionali – per la Valle d’Aosta viene mandato solamente un
delegato regionale, dato il numero ristretto della popolazione.
Il voto per l’elezione del Presidente della Repubblica avviene a scrutinio segreto [(il voto è
segreto). A scrutinio palese significa, invece, che ciascun votante viene interpellato] e si
devono ottenere almeno i 2/3 dei voti. Tuttavia, se dopo la terza elezione non si
raggiungono i 2/3 dei voti, il Presidente della Repubblica viene eletto per maggioranza
assoluta (la metà + 1).

Il Presidente della Repubblica non deve necessariamente essere un parlamentare. Può


trattarsi di un uomo o di una donna che abbia compiuto 50 anni e che goda di diritti civili e
politici. Non è richiesto alcun titolo di studi.
Come primo gesto, un Presidente neoeletto dovrebbe restituire la tessera del partito di
appartenenza, come simbolo del fatto che adesso egli diventa il garante della Costituzione
e non ha più preferenze tra i vari partiti.

Nel caso in cui il Presidente della Repubblica sia momentaneamente impedito, a fare le sue
veci è il Presidente del Senato.
Se il Presidente della Repubblica si trovasse invece perennemente impedito (per esempio,
a causa del suo decesso), sarebbe necessario indire nuove elezioni.
LE FUNZIONI ESERCITATE DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA lo pongono in relazione
con altri poteri dello Stato, quali il Parlamento, il Governo, la Magistratura.
 Egli ha il potere di sciogliere una od entrambe le camere, qualora esse non siano in grado
di raggiungere la maggioranza.
 Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri (Art. 92 della
Costituzione) e, su proposta di questo, nomina i Ministri.
 Il Presidente della Repubblica autorizza la presentazione dei disegni di legge, prima che
essi arrivino alla camera per essere valutati.
 Egli presiede il C. S. M. (Consiglio Superiore della Magistratura), che è l’organo che
disciplina l’intera attività dei Magistrati.
 Il Presidente della Repubblica ha anche il compito di nominare cinque giudici della Corte
Costituzionale, un organo di garanzia (5 provengono dal Parlamento in seduta comune,
altri 5 dalle Supreme Magistrature Italiane – per esempio, la Corte di Cassazione, la Corte
dei Conti, ecc. Per un totale di 15 giudici).

LA RESPONSABILITÀ DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, secondo quanto disposto


dall’Art. 90 della Costituzione, non è responsabile, se non che in due casi:
 Alto tradimento;
 Attentato alla Costituzione.
A mettere in stato d’accusa il Presidente è il Parlamento. Un processo penale davanti alla
Corte Costituzionale a carico del Presidente della Repubblica può portare a due soluzioni:
 Se la Corte Costituzionale ravvisa la responsabilità del Presidente della Repubblica, egli
deve immediatamente abbandonare la propria carica.
 Se la Corte Costituzionale ravvisa l’irresponsabilità del Presidente della Repubblica, con una
sentenza di rigetto dell’accusa, egli può rimanere in carica.

IL GOVERNO è composto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Ministri (Art. 92). A
nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri è il Presidente della Repubblica e questo,
su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, nomina anche i Ministri.
Del Governo fanno parte anche i sottosegretari (o viceministri), che rinsaldano la coalizione
interna, occupandosi della spartizione delle poltrone.

La nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri avviene in seguito ad un’attività
giurisdizionale nota come consultazione: il Presidente della Repubblica convoca i
presidenti della Camera dei Deputati e del Senato (nominati rispettivamente da deputati e
senatori) ed i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento; questi individuano, per
maggioranza, qualcuno da proporre come Presidente del Consiglio dei Ministri, in seguito
all’approvazione del Presidente della Repubblica di questo nominativo proposto, egli (colui
che diverrà Presidente del Consiglio dei Ministri) viene convocato al Quirinale ed investito
con la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, insieme ai Ministri stessi, prestano giuramento –
nelle mani del Presidente della Repubblica – di adempiere il proprio dovere nel rispetto
della Costituzione.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, essendo espressione della maggioranza, riceve la
fiducia della Camera dei Deputati e del Senato, entrando finalmente nel pieno delle proprie
funzioni.
*PICCOLO APPUNTO DI ATTUALITÀ:
Presidente della Repubblica: Sergio Mattarella (ex parlamentario)
Presidente della Camera: Roberto Fico
Presidente del Senato: Maria Elisabetta Alberti Casellati (in caso di impedimento al
Presidente della Repubblica, a fare le sue veci sarebbe il Presidente del Senato)
Presidente del Consiglio dei Ministri: Giuseppe Conte

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