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DIRITTO COSTITUZIONALE

LO STATO
1) CONCETTO DI STATO
Lo Stato è una organizzazione a cui spetta l’utilizzo della forza sulle persone all’interno di un terminato
territorio.
Lo Stato è un’istituzione:
- Politica: perchè è studiata per fini generali che però non sono rigidamente predeterminti, ma sono
determinabili in base a una decisione politica e al contesto storico. (es. Le leggi introdotte durante il Gov.
Berlusconi nella quale furono approvate leggi a favore di Berlusconi stesso e altre a favore dei membri
della’’casta’’ inferendo alla democrazia un grave danno)
-Giuridica: perchè basa I suoi fondamenti sul diritto che è indefettibile
-Originaria: Perchè trova in se la sua legittimità
-Sovrana:perchè non esiste altra istituzione di potere superiore all’interno del territorio di competenza
(Superiorem no Recognoscens)
-Indipendete: perchè non conosce potere esterno che possa violarne l’autorità
-Effettiva: perche applica le proprie leggi e il proprio ordinamento in maniera concreta sui soggetti stanzati nel
suo territorio
2) ELEMENTI COSTITUTIVI DEL POPOLO: POPOLO, TERRITORIO E SOVRANITA’
I tre elementi costititutivi dello stato sono: il popolo che è l’emento personale, il terrirorio l’elemento spaziale,
la sovranità elemento organizzativo.
A) Popolo e cittadinanza
Il popolo è l’insieme degli individui a cui l’ordinamento giuridico statale attribuisce lo status di cittadino
italiano (Martines)
La cittadinanza, è lo status che viene attribuito all’individio da parte dell’ordinamento giuridico statale, che
così conferisce all’individuo una serie di diritti e doveri attivi e passivi compresa la partecipazione alla politica,
verso lo Stato. Il cittadino così è tenuto ad essere fedele alla Repubblica (Art.54) di concorrere alle spese
pubbliche (Art.53) ma allo stesso tempo gode di diritto al voto(Art. 48) e all’eleggibilità (Art.51).
La legge del 5 febbraio 1992 n.91 stabilisce la cittadinanza italiana per nascita (genitore cittadino, nato su
suolo italiano da genitori ignoti o apolidi ovvero non cittadini e il figlio non segue la loro cittadinanza e le leggi
dello stato a cui appartengono, figli di ignoto se non trovati in possesso di altra cittadinanza) per Estensione
( Figlio riconosciuto o dichiarato giurisdizionalemtente di età minore e figli riconosciuti di età superiore ai 18
anni seppur gia di altra nazionalità, individuo minore adottato da cittadino italiano, il coniuge di cittadino
italiano purchè risieda per almeno 2 anni sul territorio della Repubblica o dopo 3 anni dalla data del
matrimonio se residente all’estero con la legge del 15 luglio del 2009 n.24 termini ridotti della metà in presenza
di figli nati o adottati dai coniugi) per beneficio di legge (lo straniero o l’apolide I cui discendenti per un
massimo di secondo grado sono stati cittadini italiani per nascita ma inoltre se sostiene il servizio militare o
assume pubblico impiego alle dipendenze dello Stato o se da maggiorenne risiede all’interno della Repubblica
per 2 anni ma presentando la domanda al massimo entro un anno dopo averli raggiunti, lo straniero minorenne
che dopo anni di residenza ininterrotta nello Stato raggiunta la maggiore età faccia domanda di cittadinanza
entro un anno dai 18 anni) per naturalizzazione (lo straniero che ha reso servizi di interesse in Italia, ovvero
ricorra all’attenzione diretta dello Stato, I soggetti aventi genitori o nonni residenti in territori appartenuti
all’Italia e ceduti successivamente alla ex Jugoslavia a seguito del Trattato di Parigi del 47’ e di Osimo del 75’)
La legge del 5 febbraio 1992 n.91 stabilisce la perdita cittadinanza italiana per assunzione di pubblico impiego
o carica pubblica presso altro Stato o Ente internazionale (art.12), quando non si abbandoni carica o impiego,
servizio militare o cittadinanza di uno stato estero in guerra contro l’Italia su richiesta della repubblica
(Art.12), per rininzia quando il cittadino italiano si stabilisce all’estero abbia raggiunto la maggiore età e sia in
possesso di un’altra cittadinanza anche se figlio di una persona che ha acquistato o riacquistato la cittadinanza.
La legge del 5 febbraio 1992 n.91 stabilisce la possibilità di riacquisto della cittadinanza previa richiesta a
seguito di pubblico impiego o prestazione militare, per rinuncia di pubblico impiego o servizio militare presso
altro Stato con conseguente trasferimento all’interno della Repubblica dopo 2 anni, per dichiarazione di
riacquisto con stabilimento sul suolo italiano dopo 1 anno di residenza.
B) La cittadinanza Europea
Come stabilito dal Trattato di Maascticht del 7 febbraio del 1992 e successivamente dal Trattati di Lisbona del 1
dicembre 2009 sono cittadini europei tutti gli individui possessori della cittadinanza di uno dei paesi membri
degli stati aderenti.
In partocolare il comma dell’Art. 20 TFUE decreta dunque per I soggetti titolari di questi requisiti I seguenti
diritti: diritto di soggiornare e circolare liberamente sul territorio degli Stati membri (Art.21 TFUE), il dirito al
voto e l’elegibilità al parlamento europeo (Art. 22 TFUE), il diritto alla tutela delle attività diplomatiche e
consolari all’interno dello stato membro o stato terzo come cittadino europeo(Art.23 TFUE), il diritto di
ricorrere al Mediatore europeo e di presentare petizioni o rivolgersi a organi e istituzioni UE (art.24 TFUE).
C) Territorio
E’ la sede dove si estente la sovranità dello stato e viene organizzata la comunità.
Comprende la terraferma delimitata dai confini naturali o artificiali, il mare fino a 12 miglia dalla costa (art. 2
codice navigazione), la piattaforma continentale ovvero le terre immerse nel mare fino a 200 miglia mare
( Convenzione di Montego bay 82’), lo spazio aereo ovvero lo spazio sovrastante la terraferma e il mare ma non
la litosfera, il sottosuolo nei limiti della fruibilità, il territorio fluttuante ovvero le navi e gli aerei italiani al di
fuori del territorio nazionale. In oltre le convezioni internazionali hanno stabilito l’extraterritorialetà e
ultraterritorialetà delle sedi diplomatiche.
D)Sovranità
La sovranità è il potere supremo dello Stato al di sopra di ogni potere interno e individuo (sovranità interna) e
nell’indipendenza rispetto a un’altro Stato (sovranità esterna).
La sovranità è originaria (nasce con l’ordinamento dello stato), esclusiva (spetta solo allo Stato) incondizionata
(non può essere limitata da terzi senza il consenso dello Stato)
I limiti della sovranità sono di fatto (per via della globalizzazione in quanto lo stato non ha potere assoluto sulla
circolazione di risorse e capitali) giuridici (con l’istituzione dell’Onu ad esempio alcune norme sono andate a
ricadere direttamente sugli individui, stessa cosa con la nascita della UE dove gli stati non hanno più controllo
su alcune attività come il controllo sulla moneta e la libera circolazione).
3) FUNZIONE DELLO STATO
- Funzione costituente: è la funzione principale su cui lo stato costituisce la sua organizzazione (Costituzione)
- Funzione legislativa: è l’emazione delle norme giuridiche necessarie al mantenimento dell’ordine collettivo
- Funzione giurisdizionale: è l’attuazione dell’ordinamento giuridico sui rapporti tra individui,stato e se stessi
- Funzione amministativa: è l’organizzazione della struttura organizzativa degli enti e della struttura esecutiva
che perseguono gli interessi dello stato stesso
- Funzione Politica: consiste nella determinazione delle scelte relative allo sviluppo collettivo
4) FORME DI STATO
La forma di stato è il rapporto che si determina tra il potere e coloro che ne sono assoggettati.
-Stato assoluto: è il regime politico con cui il sovrano esercita il suo potere senza restrizioni ne limitazioni. I
poteri spettano solo ed esclusivamente al Sovrano, ciò comporta una limitazione I diritti degli individui e alla
loro divisione in ceti sociali in maniera piuttosto rigida.
-Stato Liberale e Stato di Diritto: determina una natura rappresentativa degli organi di stato che vengono eletti
dai componenti delle assemblee costitutive, l’introduzione di nuove leggi si ha per suddivisione degli ambiti
( legislativa,esecutiva, giurisdizionale), il ridimensionamento dei compiti dello Stato che si limita ad essere
organo di controllo e sicurezza, la soggezione dei pubblici poteri alla legge (Stato di diritto).Ciò comporta che il
cittadino sia tutelato contro lo strapotere del Re e dell’apparato amministrativo.
-Stato autoritario e Stato totalitario: si contrappone allo stato democratico e crea un ordine di poteri gerarchico
che viola I diritti, la libertà e l’uguaglianza. I regimi autoritari si distinguono da quelli totalitari perchè non
sono in grado di raccogliere le masse e reprimono altre ideologie oltre che la vita privata degli individui. Quelli
totalitari puntano a crere un’ideologia di stato, attraverso I mezzi di comunicazione ad esempio e sulla
mobilitazione delle masse.
-Stato Sociale: ha come scopo quello di eliminare le disuguaglianze sociali, costituendo eguaglianza sostanziale
tra tutti I cittadini che partecipano alla vita pubblica alla gestione del potere, al raggiungimento della piena
occupazione, intervento dello Stato nella vita economica con fluibilità a qualsiasi individuo all’istruzione,
all’assistenza e alla previdenza. Vi è una ripartizione dei poteri, del diritto di libertà e si da valore primario alla
legge.
- Stato Unitario, Stato Federale, Stato regionale: queste 3 tipologie sono accomunite dalla dislocazione del
potere sul territorio. Stato Unitario( Le istituzioni politiche e amministrative fanno tutte riferimento al governo
centrale) Stato Federale ( Lo Stato è diviso per federazioni I cui governi vanno in contrapposizione al governo
centrale) Stato Regionale ( Lo Stato, seppur indivisibile, conferisce alle regioni maggiori autorità in ambito
territoriale e legislativo)
5) FORME DI GOVERNO
Le forme di governo è il complesso della suddivisione del poteri tra gli organi di cui ne fanno parte. In
particolare bisogna evidenziare il principio di separazione dei poteri (studiato per far si che non vi sia
l’instaurarsi di assolutismi o tirannie):
-Funzione Legislativa: spetta al Parlamento,consiste nella formulazione di norme da applicare alla collettività
-Funzione Esecutiva: spetta al Governo, consiste nell’applicazione delle norme da applicare alla collettività
-Funzione Giudiziaria: spetta alla Magistratura, consiste nell’interpretazione delle norme da applicare in caso
di eventuali controversie.
-Forma di Governo Parlamentare: Consiste nel suguire un indirizzo politico da parte del Governo che sua
volta può essere sfiduciato dal Parlamento, la carica di Presidente è coperta da un monarca o da un eletto ma
di poteri abbastanza limitati. Vi è dunque la divisione tra il potere Legislativo ed Esecutivo con il Parlamento
che giudica l’operato del governo. Il Parlamento è eletto dal corpo elettorale.
-Forma di Governo Presidenziale: In questo tipo di governo, vi è una forte divisione tra il potere eseceutivo e
legislativo. Il Parlamento non può sfiduciare il governo mentre il Presidente viene eletto dal popolo e assume la
carica di Capo di Stato e Capo di Governo.
- Forma di Governo-Semi-Presidenziale: La carica di Capo di stato è assunta dal Presidente che viene eletto dal
popolo che a sua volta nomina un Governo che può essere sfiduciato dal Parlamento. E’ un misto tra le 2 forme
evidenziate prima. E’ in vigore in Francia.
- Forma di Governo Direttoriale: Il governo (detto direttorio) viene nominato ad inizio legislatura dal
Parlamento, ma non può essere sfiduciato e mantiene la carica fino alla nuove elezioni. Il Governo elegge il
Capo di Stato. Questo tipo di ordinamento è presente solo in Svizzera.

LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE
1) IL DIRITTO DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE
Il diritto della comunità internazionale è il complesso di norme e principi che regolano I rapporti tra gli Stati
della Comunità internazionale ed è composta e carattrizzata da entri sovrani a differenza di quelli gerarchici
come per gli Stati, Autoimposizione nelle leggi in quanto non ha altri enti al di sopra di esso come al contrario
lo è per gli Stati che hanno un Parlamento, nel caso di violazioni delle leggi non vi è un organo atto a
controllarlo come invece avviene con la magistratura per gli Stati, per gli enti internazionali esiste l’istituto di
autotutela a differenza degli Stati dove non ci sono organi di autocontrollo e autogiustizia.
2) SOGGETTI DELL’ORDINAMENTO INTERNAZIONALE
- Gli Stati: E’ l’organizzazione politica assoggettata a diventare titolare di diritti e obblighi decretati dal diritto
internazionale. Nel diritto internazionale lo Stato è riconosciuto come Ordinamento(riconosciuto come
ordinamento giuridico e costituzionale) Apparato o Governo (l’insieme degli organi statali che esercitano il
proprio potere sugli individui presenti sul territorio nazionale) Comunità (riconoscimento come individui e
formazioni sociali degli individui presenti su un determinato territorio nazionale).
- Organizzazioni Internazionali: (OI) sono riconosciute come associazioni che garantiscono gli interessi comuni
a tutti gli Stati membri. Dotate di uno statuto e di un’organizzazione propria, sono aterritoriali e funzionali
proprio in virtù della loro funzione a favore di tutti gli Stati membri.
In oltre si dividono in Planetarie quando accolgono tutti I paesi del mondo (es.ONU) e regionali quando
appartengono a una determinata area geografica (es. UE...etc)
- Individui: l’individuo ha assunto sempre più importanza a livello giuridico sia nazionale che internazionale
successivamente al secondo confilitto mondiale.
3) ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE (ONU)
E’ la piu grande organizzazione a livello mondiale e accoglie quasi tutti gli stati mondiali. La sua istituzione
risale al 26 luglio 1945.
- Competenze: Mantenimento della pace tra le nazioni ( prevenire e risolvere eventuali contrasti tra gli Stati,
evitare disordini e cotrasti politici obbligando gli stati membri a risolverli pacificamente) Sviluppo delle
relazioni amichevoli tra gli Stati ( affrontare problemi di natura economica, combattere le disuguaglianze
sociali e promuovere il progresso e la libertà)
- Struttura: è regolamentata dall’Art 7 ed è composta da
Assemblea Generale ( rappresentato da tutti gli Stati membri, compito di relazioni in materia di sviluppo
economico,sociale educativo, politico, sanitario e mantenimento della pace)
Consiglio di Sicurezza ( Mantenimento della pace, composto da 10 eletti dall’Assemblea Gen. Ogni 2 anni e 5
permanenti da USA, UK,Cina, Russia, Francia che possono utilizzare il diritto di veto ovvero bloccare I
provvedimenti dell’intero Consiglio)
Consiglio Economico Sociale: coordinamento del ramo socioeconomico dell’ONU e della cooperazione
umanitaria e culturale
Consiglio di Amministrazione Fiduciaria: incaricato di guidare la strada verso l’autonomia di regioni ex-
colonie. Abolito nel 1994 a seguito dell’indipendenza di Palau ultima colonia rimasta.
Corte Internazionale di Giustizia: composto da 15 giudici eletti dall’Assemblea Generale resta in carica 9 anni,
ha il compito giurisdizionale su problematiche presentate dagli stati membri.
Segretariato: Svolge compiti di esecutivi, amministrativi, diplomatici e politici e rappresenta la più alta carica
dell’organizzazione.
4)ORDINAMENTO ITALIANO E ORDINAMENTO INTERNAZIONALE
L’esistenza delle organizzazioni internazionali influenza sempre di più la costituzione degli stati membri. Ciò
crea una internazionalizzazione del diritto costituzionale e una costituzionalizzazione del diritto internazionale.
Come riportato nell’Art. 10 comma 1 della nostra costituzione, l’ordinamento giuridico italiano si conforma al
diritto internazionale, impegnandosi ad emanare norme in conformità alle direttive internazionali.
Nell’Art. 11 della costituzione invece, la Repubblica ripudia la guerra e si impegna a partecipare alla pace e
alla giustizia tra I popoli.

UNIONE EUROPEA
1)STORIA
La storia della UE inizia il 18 gennaio del 1951 quando viene istituita la CECA che ha cessato di vivere nel
2002. Il 25 marzo del 1957 a Roma furono istituiti la CEEA (Comunità europea per l’energia atomica) e la CEE
(Comunità economica europea).
Le 6 nazioni promotrici delle 3 istituzioni furono Francia, Italia, Belgio, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi,
negli anni sono subentrate altre nazioni nel 73’ Irlanda, UK, Danimarca, nel 81’ Grecia nel 86’Spagna e
Portogallo, nel 95’ Austria, Finlandia e Svezia, nel 2004 a seguito delle modifiche al Trattato di Nizza Lettonia,
Lituania, Cipro, Malta, Slovacchia,Slovenia, Estonia, Polonia, Rep. Ceca, Ungheria, nel 2007 Bulgaria e
Romania, nel 2013 la Croazia per un totale di 28 Stati. La tappa fondamentale dell’unione è stata il 7 febbraio
del 1992 con la stipula del Trattato di Maastricht che ha sancito la nascita della UE che covnogliava le
organizzazzioni europee gia esistenti e avvia la collaborazione degli stati membri anche verso altre tematiche
come la politica estera comune, la difesa comune, la cooperazione tra le autorità e gli organi giuridici.
Con il Trattato fu avviato anche il processo di unificazione monetaria avvenuto a partire dal 1 gennaio 2002 con
l’entrata in vigore dell’Euro in 18 paesi dei 28.
Trattato di Lisbona 13 dicembre 2007
Nel 2000 gli Stati membri e l’Unione pensarono di dar vita a una Costituzione europea in formato europeo da
applicare in maniera uniforme a tutti gli Stati così incaricarono la Convenzione sul futuro d’europa, nata nel
2002 appositamente per lo scopo, di scrivere una nuova Costituzione. La bozza fu presentata nel 2004 e firmata
dai rappresentanti degli Stati membri a Roma nello stesso anno ma in seguito alla bocciatura referendaria in
Francia e Olanda, si è dovuto ricorrere a nuove modalità.
Fu stipulato così nel 2007 il Trattato di Lisbona che prevede una profonda modifica al Trattato di Mastricht e al
Trattato istitutivo dalla Comunità Europea. Fu stabilito infatti 6 titoli e tra I 3 più importanti troviamo:
Titolo I: implica come atto giuridico vincolante il richiamo ai diritti fondamentali dell’uomo
Titolo II: Implementazione di articoli riguardanti l’uguaglianza giuridica dell’individuo,di democrazia e
rappresentanza, il diritto di iniziativa del cittadino e regola il ruolo dei Parlamentari nazionali.
Titolo III: disciplina dei ruoli e delle competenze degli organi internazionali com e l’inserimento del Consiglio
europeo all’interno degli organi fondamentali dell’Unione.
Con questo il TCE si tramuta in TCUE con conseguende assorbimento della Comunità europea nell’Unione.
2)ISTITUZIONI
Come stabilito nell’Art. 13 del Trattato di Lisbona, viene disposto un quadro istituzionale per poter grantire il
corretto funzionamento dell’organizzazione, dividendo condizioni e finalità tra vari enti.
- Parlamento Europeo: Esercita insieme al Consiglio la funzione legislativa e di bilancio oltre che di controllo
politico e consultivo. Elegge in oltre il Presidente della Commissione. Come stabilito nell’art. 14 il numero
massimo può essere di 750 parlamentari che vengono eletti a suffragio universale all’interno dei paesi membri
secondo un principio di proporzionalità sancito dalla densità abitativa dello stato( min 6 max 96)
- Consiglio Europeo: viene in principio riconosciuto con l’Atto unico europeo del 86’ successivente con
Mastricht nel 92’ e con il trattato di Amsterdam nel 97’. Solo con Lisbona però gli viene conferito il potere ad
indirizzo politico dell’Unione. Con l’Art. 15 si decide di convocarlo 2 volte a semestre ed è composta dai
Presidenti di governo o Capi di Stato dei paesi aderenti, il suo presidente viene eletto ogni 2 anni e mezzo per un
massimo di 2 mandati. L’istituto ha il compito di dare all’Unione l’impulso legislativo e ne definisce
orientamenti e priorità.
- Il Consiglio: Congiuntamente al Parlamento esercita la funzione legislativa e di bilancio, I rappresentanti
sono scelti dagli Stati membri tra il proprio governo. Dopo Lisbona con l’Art. 16 si introduce la doppia
maggioranza e la deliberazione a maggioranza qualificata.
- Commissione Europea: E’ un’istituzione indipendete nata nel 1965 a seguito del Trattato di Fusione. Come
sancito dal Trattato di Lisbona, ha il compito di promuovere l’interesse dell’Unione, vigilare sulla corretta
applicazione dei trattati e del diritto dell’Unione sotto la vigilanza della Corte di Giustizia, da esecuzione al
bilancio e gestisce I programmi, assicura la rappresentanza esterna dell’Unione, avvia I processi annuali e
pluriennali degli accordi interistituzionali.
I membri vengono scelti uno per Stato membro compresi il Presidente e il rappresentante dell’unione per gli
affari e esteri e per la sicurezza.
- Corte di Giustizia Europea: come disposto dall’Art. 19 racchiude la Corte di giustizia, il Tribunale e I
Tribunali specializzati e assicura la corretta applicazione dei trattati e del loro contenuto.
E’ formata da un giudice per Stato e è assistita da avvocati generici nominati di comune accordo dagli Stati
membri. In particolare la Corte si pronuncia su eventuali ricorsi presentati da uno Stato membro o istituzione o
persona fisica o giuridica, in via pregiudiziale sull’interpretazione del diritto unitario o sulla validità degli atti.
-Banca Centrale Europea (BCE): viene istituita l’8 maggio del 1998 a seguito della nomina del Comitato
esecutiva e del Presidente e Vice Presidente. Secondo l’Art. 218 la BCE, le banche nazionali e gli stati membri
che hanno adottato l’Euro, costituiscono l’Eurosistema. La BCE è l’unico organo in grado di autorizzare
l’erogazione di moneta(controllo della liquidità)da parte delgi Stati aderenti ed ha in oltre il compito di gestione
delle finanze. Si serve della compravendita di Titoli di Stato, dello stabilire il capitale minimo che gli enti
creditizi possono detenere presso le banche nazionali o presso la stessa BCE, operazioni di credito con gli
istituti creditizi.
- Corte dei Conti: Viene istituita il 22 luglio del 1975 con il Trattato di Bruxelles ed è l’organo di controllo della
liquidità ed esamina I conti dell’Unione. E’ formata da un cittadino di ogni Stato membro, nominato dal
Consiglio in base alla lista dei candidati presentata da ogni singolo Stato.
3) COSTITUZIONE ITALIANA E COSTITUZIONE EUROPEA
Gia dall’istituzione delle prime 3 istituzione europee, l’Italia si era posta il problema dell’applicazione delle
leggi europee e di eventuali conflitti con la costituzione. Si è ricorsi così all’Art. 11 della Cost. Che di fatto va a
limitare la sovranità in alcuni casi tra le quali appunto l’uso della forza e la dichiarazione di guerra oltre che
come sancito dalla Corte Costituzionale I diritti inviolabili dell’individuo.

LE FONTI DEL DIRITTO


1) CONCETTO E CLASSIFICAZIONI
Sono gli atti o I fatti da cui hanno origine le norme.
In particolare esistono le fonti di produzione (che sono lo strumento utilizzato dall’ordinamento per la creazione
delle norme giuridiche) e si dividono in fonti di fatto (ovverno fonti non scritte ma caratterizzate dalla società o
eventi naturale ritenuti idonei a generare diritto) fonti di atto( atti normativi posti in essere da organi o enti.
Esistono poi le fonti sulla produzione (costituiscono le norme che determinano la formazione del diritto) e le
fonti di cognizione( sono lo strumento attraverso il quale è possibile conoscere le fonti di produzione) e si
dividono in necessarie (legali o privilegiate che precedono l’entrata in vigore di una fonte di diritto come ad
esempio la Gazzetta ufficiale) e non necessarie (notiziali, non vengono divulgate prima dell’entrata in vigore e
hanno funzione pubblicitaria o comunicativa, es. Testi unici).
Le fonti del diritto sono plurali e di diverso livello. In ambito europeo si parla di fonti multilivello in quanto vi
possono essere conflitti tra l’applicazione del diritto e le direttive europee imposte agli Stati membri.
2) ANTINOMIE E CRITERI DI RISOLUZIONE
Le antinomie sono I contrasti che possono verificarsi nell’applicazione di una norma derivante da altrettante.
Tuttavia l’ordinamento giuridico permette di risolvere questi contrasti attrerso una serie di strumenti atti ad
indivuduare una norma unica:
- Criterio Cronologico: nel caso due norme in contrasto derivino da fonti dello stesso tipo si applica l’ultima
emanata in ordine cronologico. In base a quanto previsto dall’Art. 15 cc può essere espressa quanto sancita
direttamente dal legislatore anche tramite referendum e tacita quando le norme si contrastano tra di loro
rendendole non applicabili.
- Criterio di Specialità: Si applica quando la norma precedente ha caretteri speciale o eccezzionale, dunque le
norme precedenti o successive non trovano compatibilità
- Criterio Gerarchico: quando le norme in conflitto derivano da due fonti differenti, si applica la norma
derifante dalla fonte di maggior autorità comportando l’invalidazione e l’annullamento di quella emanata dalla
fonte di rango inferiore
- Criterio di Competenza: in sistemi a Costituzione rigida, la fonte superiore può incaricare la fonte di rango
inferiore alla formazione delle leggi come ad esempio al Parlamento l’organizzzione delle leggi e alla camere la
formulazione. Viene anche definito criterio di preferenza.
3)CLASSIFICAZIONE
- Fonti dell’Unione Europea: è l’insieme dei trattati, delle normative, direttive e decisioni di natura europea che
hanno precedenza rispetto alle normative nazionali.
- Fonti Internazionali: sono recepite dall’ordinamento italiano in virtù dell’appartenenza alla comunità int.
- Costituzione, Leggi costituzionali, Revisione costituzionale: sono le fonti alla vertice del nostro ordinamento
- Fonti dell’ordinamento statale: sono le leggi ordinarie e gli atti aventi forza di legge (decreti legge, decreti
legislativi), I referendum abrogativi, I regolamenti interni degli organi costituzionali.
- Fonti Regionali: si fa riferimento agli Statuti e I regolamenti regionali L. cost. n.1/1999
- Fonti locali: ovvero l regolamenti in ambito provinciale e comunale emanati dagli stessi enti
4) FONTI COSTITUZIONALI
- Costituzione: è il complesso di principi e norme contenuti all’interno del documento solenne che regolano,
organizzano e discipinano la società statale. La costituzione è ottriata( concessa dal sovrano), Votata (adottata
da un organo eletto), Flessibile (può essere modificata con procedimento ordinario). In oltre esistono
determinati tipi di costituzione: rigida forte o debole (modificata in modo aggravato) breve( contiene solo
norme e alcuni diritti) lunga(contiene anche I principi di applicazione dei pubblici poteri) scritta (consacrata in
un testo redatto in forma solenne) non scritta (basata sulla consuetudine). Nella fattispecie la cost. Italiana è
scritta, rigida forte, votata e lunga
- Leggi Costituzionali: sono quelle leggi definite tali dalla Costituzione, quelle che si limitano a derogare le
norme costituzionali senza modificarle, tutte le leggi volute dal Parlamento con procedimento aggravato
( esame approfondito, ricorso a maggioranza qulificata, referendum) come previsto dall’Art. 138.
- Revisione Costituzionale: sono quelle leggi che vanno a modificare, eliminare o sostituire le disposizioni
presenti sul testo della Costituzione.
5) FONTI UNIONE EUROPEA
- Atti giuridici dell’Unione: l’UE obbliga gli Stati membri ad adottare I regolamenti, le direttive e le decisioni
da essa emanate come stabilito nell’Art. 288 TFUE.
- Esecuzione degli obblighi della UE: negli anni l’Italia ha emanato diverse leggi a favore dell’integrazione
degli atti europei all’ìnterno del nostro ordinamento giuridico, ultimo dei quali la L. 24 dic. 2004 n.234 che ha
abrogato la L.11/2005 e le conseguenti normative comunitarie introducendo l’Art. 29 con due procedimenti
legislativi la legge di delegazione europea( da presentare in Parlamento ogni 28 febbraio riguardante deleghe e
autorizzazioni sull’attuazione) e la legge europea ( strumento eventuale di modifica o abrogazione di norme
interne) tutto ciò per snellire l’adeguamento del nostro ordinamento alle disposizioni europee.
6)FONTI INTERNAZIONALI
Le Fonti internazionali vengono inserite nel nostro ordinamento tramite un riadattamento della stessa norma.
- Norme di consuetudine: si riferiscono ai principi di diritto che nel nostro ordinamento sono riportati nell’Art.
10 della costituzione.
- Norme Convenzionali: sono quelle norme poste in essere dai Trattati internazionali e vincolano gli Stati
ideatori degli stessi. Si dividono in formali e materiali a secondo se a loro volta generino norme oppure vadano
ad applicarsi direttamente, nel nostro ordinamento vengono applicate secondo procedimento ordinario o
speciale.
- Atti vincolanti delle Organizzazioni internazionali: si tratta di accordi costituitivi che si applicano agli Stati
che li adottano
7)LEGGI ORDINARIE
Per Leggi ordinarie si intendono gli atti deliberati dal Parlamento secondo le modalità previste e che si
applicano alla collettività con forza e valore di legge.
La legge in particolare può modificare o eliminare norma gia esistenti tranne quelle di natura costituzionale,
non può essere abrogata da fonti a lei subordinate, può essere sottoposta a controllo di compatibilità
costituzionale dalla Corte Costituzionale, può essere sottoposta a referendum abrogativo.
In oltre esistono più distinzioni di legge: in senso formale ( atti deliberati dalle due Camere o dai Consigli
regionali come ad esempio statuti, regolamenti, Art. 70 Cost) in senso materiale (atti a contenuto normativo
indipendentemente dall’organo che lo ha emesso) meramente formali ( che non hanno contenuto normativo ma
rappresentano un rendiconto di un determinato ambito)
- Riserva di legge: La Costituzione e le Leggi costituzionali sono assoggettate dalla riserva in quanto gli organi
di rango secondario non possono modificarne norme e natura, limitando di fatto il potere di Parlamento e
Governo su di essi.
- Principio di legalità: Impone l’esercizio regolamentato e non arbitrario del potere
- Principio di retroattività: Come stabilito dall’art. 11 comma 1, una nuova legge non può applicarsi a fatti
successi precedentemente alla sua entrata in vigore rendendola di fatto irretroattiva.
Vincoli derivanti dall’adesione alla UE e alla Comunità internazionale sono stati regolamentati di fatto con la
L. cost. 3/2001 che difatti vincola lo Stato ad emanare legge che non siano in conflitto con le disposizioni
internazionali ed europee, tenendo dunque conto delle norme di diritto internazionale riconosciute, degli
accordi di legittima limitazione alla sovranità, ordinamento e conseguente rispetto dei provvedimenti emanati a
livello europeo e dei trattati internazionali.
8)ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE
Come sancito dall’Art. 70 il Parlamento ha il potere legislativo ma che talvolta può essere assunto direttamente
dal Governo, come nel caso dell’emanazione di Atti normativi di rango primario che difatti richiedono un
insieme di conoscenze primarie e tecniche superiori a quelle del Parlamento. Ne sono un esempio I decreti
legistlativi e I Decreti legge.
9)DECRETI LEGISLATIVI
Sono degli atti aventi forza di legge emessi dal Governo a cui viene delegato il potere legislativo da parte del
Parlamento. La delega viene conferita come riportato nell’Art 76 tramite legge, deve rivolgersi a tutto il
Governo e non al singolo Ministro, deve definire gli argomenti oggetto della necessità stessa, deve essere
esercitata nei tempi prefissati, deve avere dei principi e delle regola a cui il governo deve attenersi, non può
riguardare la modifica o la conversione di atti già emanati dal Governo stesso, va discussa e approvata in
Assemblea, non può riguardare materie disciplinate da Legge Costituzionale.
10)TESTI UNICI E CODICI
I testi unici sono atti che raccolgono tutte le normative riferite ad una materia per snellirne l’applicazione e ne
esistono 2 tipologie:
- Normativi: se modificano o abrogano normative gia esistenti raccogliendole in un unico testo e vengono
emanati dal Governo a seguito della delega da parte del Parlamento e possono essere innovativi, delegati o di
coordinamento
- Compilativi: raccolgono più atti relativi alla stessa materia ma senza alterarli e vengono emanati dal governo
arbitrariamente, possono essere non innovativi o di mera compilazione. Art. 5 L.18 giugno 2009
Esistono in oltre I Testi unici misti che che raccolgono sia le modifiche sia la raccolta delle normative di
secondo rango. Con la L. 29 luglio 2003 n.220 Art. 1 sono stati introdotti I codici di settore con lo scopo di
facilitare la raccolta di normative inerenti la stessa materia (es. Codice dei contratti pubblici, Codice in materia
della protezione dei dati personali).In fine con la L.24 dic 2012 n.234 introduce la legge di delegazione europea.
9)DECRETI LEGGI
I decreti legge sono dei provvedimenti provvisori aventi forza di legge emanati dal Governo in casi di estrema
necessità o urgenza. Sono deliberati dal Consiglio dei Ministri ed emanati dal Presidente della Repubblica.
Di solito entrano in vigore il giorno stesso della loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
I decreti vanno converti in legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione, a cura delle Camere.
- Il controllo per decretare l’effettiva necessità di adottare un decreto viene affidata al Presidente della
Repubblica in sede di emanazione del Decreto, al Parlamento a cui viene sottoposto il decreto per verificarne I
presupposti come specificato nell’Art 77 e nel caso in cui venga bocciato spetta all’Assemblea pronunciarsi,
alla Corte Costituzionale nel caso in cui venga sollevata una problematica inerente la legittimità costituzionale.
- La conversione del decreto in legge deve avvenire entro 60 gg dalla sua pubblicazione o perde la sua efficacia
e come specificato dalla Corte costituzionale deve essere conforme alla stessa richiesta di conversione. Con la
sentenza 360/1996 viene eliminato anche il fenomeno della reiterazione ovvero tutti la conversione in legge di
tutti quei decreti che non erano stati convertiti entro I 60 gg previsti.
- I limiti della decretazione d’urgenza, sanciscono che il decreto non può conferire deleghe legislative,
provvedere su determinate materie riportate nell’Art. 72, rinnovare decreti-legge a cui sia stata negata la
conversione, regolare rapporti giuridici sulla base di decreti non convertiti, riprestinare l’efficacia di
disposizioni ritenute illegittime dalla Corte costituzionale.
12) IL REFERENDUM
Il referendum e previsto dalla nostra Costituzione come istituto di democrazia diretta e chiede all’elettorato di
pronunciarsi su norme giuridiche già emanate o da emanare.
E’ indetto dal Presidente della Repubblica su proposta motivata del Consiglio dei Ministri:
Raccolta firme→Deposito sottoscrizioni e controllo della legittimità dell’Ufficio Centrale alla
Cassazione→controllo della legittimità costituzionale da parte della Corte Costituzionale.
Il referendum è approvato quando riporta la maggioranza assoluta dei voti, ad esclusione dell’abrogativo che
ha anche bisogno del quorum( adesione da parte della maggioranza degli aventi diritto al voto) per essere
approvato.
- Referendum Costituzionale: è previsto dalla’Art. 168 per la Revisione costituzionale o delle leggi
costituzionali.
-Referendum Abrogativo: previsto per le leggi ordinarie dello Stato Art. 75 e per quelle regionali Art.123 è
rivolto a tutti I cittadini che hanno come requisito l’essere elettori alla Camera dei Deputati. Tramite questo
mezzo si può decretare l’abrogazione totale o parziale di una norma avente forza di legge e può essere utilizzata
su richiesta da parte di 500mila elettori o 5 consiglieri regionali.
Non possono essere abrogate le leggi di bilancio, leggi di amnistia e indulto, leggi tributarie e di ratifica dei
trattati internazionali. La Corte Costituzionale ha imposto ulteriori limitazioni nel ricorrere all’abrogativo come
l’eterogeneità del quesito( non deve rivolgersi ad altre norme gia esistenti) oscurità di chiarezza (il quesito deve
essere chiaro) oscurità dei risultati (non possono essere sottoposti quesiti che non siano trasparenti nelle
conseguenze) leggi rinforzate o atipiche ( non possono essere sottoposti atti di forza passiva es. Patti
Lateranensi) leggi costituzionali obbligatorie ( leggi che regolano il funzionamento di un organo che
andrebbero ad intaccarne il funzionamento) leggi a contenuto costituzionalmente vincolato ( leggi la cui
esistenza è prevista dalla Costituzione) leggi collegate o previste da Art. 75, leggi vicolate all’ordinamento UE
(non applicabile a norme di natura europea la cui abrogazione intaccherebbe gli obblighi verso la UE).
- Referendum Territoriale: per modificazioni territoriali di Province, Regioni e Comuni Art. 132
- Referendum Consultivo: riguarda diverse questioni in ambito regionale o locale.
13) REGOLAMENTI PARLAMENTARI
I regolamenti parlamentari sono fonti del diritto e sono subordinati solo alla Costituzione.
Disciplinano il funzionamento delle Camere e regolano I rapporti con gli altri organi come ad esempio il
Governo. In oltre la Costituzione impone la loro riserva su materie in cui gli le altre fonti del diritto non
possono intervenire (Riserva di regolamento)
14) I REGOLAMENTI DELL’ESECUTIVO
I regolamenti dell’esecutivo sono atti legislativi ma di funzione amministrativa e sono qualificati come fonte
secondaria del diritto in quanto vincolate alle forme primarie (leggi, decreti, decreti legislativi).
- Regolamenti Governativi: Comma 1. disciplinano l’esecuzione l’attuazione e l’esecuzione delle leggi escluse
quelle di natura regionale, dei decreti legislativi, le materie a cui non sono applicate leggi particolari tranne
quelle coperte da riserva di legge, l’organizzazione e il funzionamento delle pubbliche amministrazioni.
Sono attuati con decreto del Presidente della Rep. Previa delegazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere
del Consiglio di Stato che si pronuncia entro 90 gg dalla domanda.
-Regolamenti Delegati: Comma 2. regolamentano le materie non coperte da riserva di legge con possibilità di
abrogazione delle leggi gia esistenti e emanazione di nuove. Sono decretate dal Presidente del Rep. Previa
delegazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato entro 30 gg dalla domanda.
-Regolamenti Ministeriali e Interministeriali: Comma 3. possono essere adottati solo su esplicita autorizzazione
della legge e non devono andare in contrasto con I regolamenti governativi.
-Regolamenti di organizzzione degli Uffici Ministeriali: Comma 4bis
-Regolamenti di Riordino: Comma 4ter. provvedono al riordino periodico dei regolamenti governativi, delle
norme abrogate e dell’abrogazione di quelle norme che hanno esaurito la loro funzione o sono obsolete.
Sudetti regolamenti non possono in ogni contrastare con la Costituzione, con le leggi ordinarie, non possono
regolamentare materie coperte da riserva assoluta di legge, derogare al principio di irretroattività, non possono
contenere sanzioni penali, non possono contrastare normative rilasciate da enti superiori in ordine gerarchico,
non possono regolare istituti fondamentali del regolamento.
15) FONTI REGIONALI
-Statuti Regionali: organizzano e regolamentano l’attività territoriale che non è direttamente gestita dalla
Costituzione, Statuto delle 5 regioni Speciali (riguarda Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Trentino A.A, Fiuli
Venezia Giulia, hanno uno Statuto a forma di costituzione seppur limitato e che fa capo direttamente alla
Costituzione che ne garantisce una certa autonomia) Statuto Ordinario ( riguardano tutte le altre regioni e sono
composti di norme subordinate direttamente alle direttive costituzionali).
- Leggi Regionali: Con l’Art. 117 la Costituzione conferisce alle regioni l’emanazione di norme aventi forza di
legge, la postestà delle regioni può essere bipartita o concorrente(facoltà di legiferare su determinate materie
ma con disposizioni alle direttive nazionali) esclusiva o residuale (fino al 2001 riguardava solo le regioni a
Statuto Speciale e riguarda l’esistenza di una lista di materie su cui può esprimersi solo il legislatore nazionali e
una lista di materie di competenza concorente tra le 2, spettando alla Regione la legiferazione solo su materie
non riportate nelle 2 liste)
-Regolamenti Regionali: sono emessi direttamente dalle Regioni su materie di cui non vi è esclusivo diritto di
legiferazione dello Stato.
16) FONTI LOCALI
- Statuti: Come sancito con l’Art 114, I Comuni, le Città Metropolitane, le Provincie sono enti autonomi dotati
di un proprio Statuto limitati solo dai principi sanciti dalla Costituzione.
- Regolamenti: con l’Art 7 DLG267/2000 si permette alle amministrazioni locali di regolamentare il
funzionamento dei propri enti sul territorio e degli organismi di partecipazione rappresentanto però I sudetti
regolamenti una fonte di diritto secondario in quanto dipedente sempre dai principi imposti dallo Stato.
17) FONTI ATIPICHE
Come previsto dalla Costituzione esistono delle fonti atipiche e si differenziano per forma (dette anche forme
rinforzate in quanto prevedono varianti di procedimento e possono rigurdare ad esempio l’istituzione di nuove
Regioni con conseguente parere dei Consigli regionali e comunali) forza (quelle leggi che hanno forza attiva e
passiva ovvero non possono essere abrogate e a loro volta non posso abrogarne altre) competenza (quelle che
disciplinano le materie indicate dalle norme costituzionali)
18) LA CONSUETUDINE
La consuetudine è il comportamento continuativo assunto nel tempo da un gruppo nel credere che venga
emultato da altri determinato da un comportamento continuativo nel tempo nella convinzione di rispettare le
leggi. L’Art. 8 permette il verificarsi della consuetudine di norme previste dalla legge ma vieta quelle in
contrasto e non si esprime sulle norme non scritte.
Si parla di consuetudini costituzionali per identificare dette situazioni riguardanti I rapporti tra organi o
istituzioni costituzionali e si traducono così per la risoluzione di eventuali problematiche in fonti di rango
costituzionali sancendo così la supremazia per rango.
Diverse da queste sono le Convenzioni costituzionali che regolano il comportamento e I rapporti tra I vari
organi attraverso le regole di correttezza costituzionale, affiancate da una serie di comportamenti definiti
galateo costituzionale.

LA RAPPRESENTANZA POLITICA
1) I PARTITI POLITICI
Nei pesi democratici dove il popolo partecipa attivamente alla vita politica, esistono degli organismi detti di
base che fanno da tramite tra il cittadino e le scelte politiche e sono I Partiti.
I Partiti sono associazioni di persone di pensiero comune e sono regolamentati nella Costituzione dagli Art.li 18
e 49 che appunto fanno riferimento a come ogni individuo può aderire a dette associazioni liberamente per
partecipare alla vita politica del proprio paese.
I Partiti allo stesso tempo hanno l’obbligo di non rappresentare un’associazione segreta o a scopi militari, di
non riformare il partito fascista, assumere simboli appartenenti ad altre associazioni o di riferimento religioso,
divieto di iscrivere al proprio movimento militari in carriera, ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, I magistrati
e I consoli o diplomatici italiani all’estero.
I Partiti per poter sopravvivere e portare avanti le proprie attività come la propaganda e le campagne elettorali
hanno bisogno di denaro che deriva dalla quota associativa, dalle donazioni dei privati e dai finanziamenti
statali ricevuti sottoforma di rimborso come decretato con la L. 3 giugno 1999 n.157 e successivamente con la
L.6 luglio 2012 n.96 si è provveduto al dimezzamento di tali somme d 182 mln a 91 mln suddivisi in spese
elettarali e di attività politica 70% e il restante 30% a titolo di cofinanziamento. In oltre I partiti hanno
l’obbligo di vantare tra le proprie liste anche un determinato numero di donne al contrario è previsto un
decurtamento dei rimborsi pari al 5%.
Altro requisito per l’aggiudicazione dei rimborsi è, per il partito, l’aver ottenuto almeno il 2% di preferenze o
almeno aver ottenuto un candidato in Parlamento sotto il proprio simbolo.
Con il D.L 28 dic 2013 n.149 si offre ai partiti anche la possibilità di finanziarsi tramite sms o simili iniziative
o ricevere il 2 per mille della dichiarazione dei redditi di qualsiasi cittadino che lo voglia.
In fine I partiti sono obbligati a presentare uno Statuto o un Atto costitutivo conforme ai principi democratici e
con la lista dei candidati entro 45 gg dalle elezioni ai Presidenti delle 2 Camere.
Il finanziamento viene diviso in 4 fondi (Senato, Camer, Consiglio Regionale, Parlamento Europeo).
L’erogazione dei rimborsi viene supervisionata dalla Commissione per la trasparenza e il controllo dei bilanci
dei partiti e dei movimenti politici, composta da 5 magistrati.
2)IL DIRITTO AL VOTO
I cittadini, nel nostro ordinamento, esercitano la loro sovranità attraverso il diritto al voto e rappresentano nel
sistema il Corpo Elettorale, che è l’insieme dei cittadini che vi hanno accesso.
La capacità di esprimere un voto è chiamato elettorato attivo ed è regolamentato dall’Art. 48 che determina I
requisiti(Elettorato Attivo) di accesso nell’avere la cittadinanza italiana e di aver raggiunto la maggiore età
(ad esclusione delle elezioni per il Senato 25 anni). Sono esonerati dal voto I soggetti sottoposti a misure di
prevenzione, a misure di sicurezza detentive, libertà vigilata, divieto di soggiorno anche in comuni o province,
agli interdetti di pubblici uffici.
Il voto è personale, libero e segreto e il suo esercizio fa parte del dovere civile. In oltre è caratterizzato dai
seguenti caratteri: suffragio universale (il voto non può essere subordinato da condizioni economiche, sociali o
che discriminino la persona sessualemente), personalità del voto(il voto va espresso personalmente),
eguaglinza del voto( ogni individuo può votare solo una volta, divieto di voti multipli), segretezza del voto,
libertà del voto, non obbligatorietà( Art. 48 comma 2 il voto viene definito dovere civico).
L’elettorato passivo ricopre quei soggetti che possono essere eletti. Per essere eletto alla Camera dei Deputati
bisogna aver raggiunto I 25 anni, per il Senato 40. Secondo l’Art. 51 quasiasi cittadino può ricoprire dette
cariche in uguaglianza e a seconda delle leggi, in oltre è stato aggiunto allo stesso articolo un nuovo periodo
che attribuisce alla Repubblica il compito di promuovere le pari opportunità.
- Inelegibilità: ne viene sancita per quei soggetti che in virtù della carica già coperta potrebbero trarre
vantaggio personale dall’essere eletti e sono I Magistrati, Presidenti di Giunte Provinciali e di comuni sup. ai
20mila abit., Capo e Vice-capo di Polizia, Prefetti e Vice-Prefetti, Ispettori Generali, Capi di Gabinetto dei
Ministri, Ufficiali Superiori delle forze armate nella loro circostrizione, Diplomatici, Consoli e Vice-Consoli,
Ufficiali delle Ambasciate, impiegati del Governo all’estero, Giudici della Corte Costituzionale, I soggetti in
rapporti economici con lo Stato.
-Incompatibilità: questa a differenza dell’inelegibità, non impedisce l’elezione del soggetto ma vi si presenta
quando il soggetto non può ricoprire due cariche contemporaneamente ed impone allo stesso di scegliere tra la
carica gia coperta e la nuova come ad esempio sancisce la Costituzione tra le cariche di Deputato e Senatore.
Per quanto rigurda la carica di Parlamentare essa è incompatibile con la carica di Presidente della Repubblica,
membro Consiglio sup. della Magistratura, membro di un Consiglio o Giunta regionale, membro della Corte
Costituzionale, membro del Parlamento Europeo, membro del CNEL, membro di assemblea legislativa o di
organo esecutivo, titolare di carica di organi governativi di enti territoriali in comuni sup. ai 5mila abitanti,
successivamente con D.lgs 8 aprile 2013 n.39 sono stati introdotti anche gli incarichi di direttore generale
sanitario e amministrativo in aziende sanitarie locali, incarichi di vertice nelle amministrazioni statali regionali
e locali, Presidente del Consiglio, Ministro, Vice Ministro, sottosegretario di Stato, Commissario straordinario
di Governo, soggetti ricoperti di cariche dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni, presidenti e
amministratori di enti di diritto privato in controllo pubblico.
-Incandidabilità: come regolamentato dal D.Lgs 31 dic 2012 n.235 che ha regolamentato quest disciplina, non
possono ricoprire la carica di Deputato o Senatore che ha riportato condanne superiore ai 2 anni di reclusione
per delitti consumati o tentati, per I delitti colposi la cui pena sia non inferiore ai 4 anni.
- Il voto dei residenti all’estero: per permettere il voto agli italiani all’estero è stata istituita la Circostrizione
Estero per l’elezione alle Camere che regolamentata dalla L. Cost. 23-01-2001n.1 si permette l’idividuazione di
12 Deputati e 6 Senatori in tale circostrizione.
3)SISTEMI ELETTORALI
I sistemi elettorali sono I mezzi attraverso il quale vengono attribuiti si seggi a seguito del voto espresso
dall’elettore:
- Formula a maggioranza assoluta: richiede la maggioranza assoluta dei suffragi espressi per l’attribuzione del
seggio e riguardano le circostrizioni uninominali (elezione di un solo candidato) +50%
- Formula a maggioranza relativa: richiede la maggioranza relativa nell’assegnazione del seggio in
circostrizioni uninominali (elezione candidato con più voti rispetto agli altri)
- Formula Proporzionale: si attua per ripartire in modo proporzionale I seggi sul terrirorio nazionale in base
alle preferenze garantendo così anche ai partiti minori la rappresentanza.
4)LEGGE ELETTORALE
Attualmente il sistema elettorale italiano è caratterizzato da un sistema proporzionale che è stato adottato a
partire dal 1993 con l’abbandono del sistema maggioritario, e rivistato con la L.21 dic 2005 n.207.
L’attuale legge elettorale è caratterizzata dal premio di maggioranza( Assicura alla Camera partito
maggioritario 340 seggi, 278 all’opposizione e 12 alla circostrizione Estero, al Senato viene attribuito su base
regionale al 55% per la maggioranza), dalle soglie si sbarramento (Alla Camera per la ripartizione dei seggi le
coalizioni devono aver ottenuto almeno il 10%, I partiti non collegati il 4% e I partiti legati ad una coalizione
almeno il 2%. Al Senato 20% per le coalizioni, 8% per I partiti non legati alle coalizioni, 3% ai legati), dalle
liste bloccate (l’elettore può appore un segno solo sul simbolo del partito e non può specificare I nomi
implicando l’elezione al Parlamento di un candidato scelto dal partito stesso sancendo la caduta del voto di
preferenza a favore delle liste bloccate).
- ITALICUM: A fronte della sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittime le norme di
assegnazione del premio di maggioranza con sentenza 1/2014, il Parlamento ha provveduto ad emanare una
nuova legge elettorale a seguito dell’accordo tra I 2 maggiori partiti, PD e Forza Italia, chiamata Italicum che
predispone un sistema elettorale proporzionale prevedendo un premio di maggioranza per il partito che supera
il 37% dei voti, il doppio turno se nessuno dei primi due partiti supera il 37%, la variazione della soglia di
sbarramento del 4,5% per partiti coalizzati, 8% non coalizzati, 12% per le coalizioni e in fine l’introduzione
delle liste paritarie ovvero 50% di uomini e altrettanto di donne.
5) PROCEDIMENTO ELETTORALE
a) Convocazione comizi elettorali (A cura del Presidente della Rep. con Decreto entro 70 gg)
b) Presentazione delle liste (Composto dal nome dei Candidati per Partito in misura a 1/3 dei seggi assegnati)
c) Svolgimento della Campagna elettorale ( Si apre allo scoglimento delle Camere e dura 45gg e si svolgono
nel rispetto delle leggi per la par condicio)
d) Costituzione seggi elettorali (Viene nominato da appositi organi comunali il personale dei singoli seggi
presso consulazione dell’Albo delle persone idonee all’esercizio di Scrutatore di ogni comune ed impone a ogni
soggetto l’aver almeno conseguito gli studi di secondo grado.
e) Consegna della tessera elettorale agli elettori (viene inviata agli elettori dall’Ufficio comunale o può essere
ritirata presso dello stesso)
f) Votazione (L’elettore vota previa presentazione di un documento d’identità e della tessera elettorale)
g) Scrutinio e proclamazione dei risultatie controlli (Dopo la fine del tempo utile per votare iniziano gli scrutini
che durano ininterrottamente fino al controllo dell’ultima scheda dopo di che vengono comunicati all’Ufficio
elettorale circostrizionale I risultati che controlla li controlla e li proclama.

IL PARLAMENTO
Il Parlamento è un organo costituzionale con funzione legislativa, complesso (diviso in Camere), collegiale
(formato da più individui che agiscono insieme), rappresentativo (perchè rappresenta il volere degli elettori in
quanto quasi tutti votati dal popolo)
1)STRUTTURA
L’Art 55 prevede una struttura bicamerale perfetta o piena che difatti divide il Parlmento in 2 Camere ( Senato
della Repubblica e Camera dei Deputati), aventi stessi poteri e stesse modalità di elezione ma si differenziano
per l’elettorato attivo (18 anni per la Camera e 25 per il Senato), elettorato Passivo( Deputato almeno 25 anni,
Senatore almeno 40), il numero dei componenti (Deputati 630, Senatori 315 più I non eletti), I membri non
elettivi (presenti in Senato come I Senatori a Vita di nomina presidenziale ei senatori di diritto in qualità di ex
Presidenti della Repubblica).
2)PREROGATIVE DELLE CAMERE
Le Camere per esercitare a pieno il loro lavoro godono di particolari prerogative, l’autonomia regolamentare
(ogni assemblea può adottare il proprio regolamento a maggioranza assoluta), autonomia finanziaria ( ogni
Camera delibera il proprio bilancio che si basa su un fondo erogato dal Ministero dell’Economia e delle
Finanze), autonomia amministrativa ( Ciascuna Camer dispone l’organizzazione delle proprie amministrazione
comprese le assunzioni di dipendenti e funzionari prendedosi carico dei contratti) l’inviolabilità delle Camere e
la loro tutela penale (E’ vietato agli ufficiali e Forza pubblica di fare ingresso nelle Camere per compiere atti di
loro competenza).
3)LE CAMERE RIUNITE IN SEDUTA COMUNE
Le due camere si riuniscono in un seduta comune come citato dall’Art. 55 per l’elezione, il giuramento o la
messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica, l’elezione di 1/3 dei membri del Consiglio Nazionale
della Magistratura, di 1/3 dei giudici costituzionali, per la compilazione della lista dei cittadini tra cui verrano
scelti I giudici aggregati per giudicare l’accusa verso il Presidente della Rep. davanti la Corte Costituzionale.
Dette riunioni sono Presiedute da Un presidente e l’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati.
4)IL FUNZIONAMENTO DELLE CAMERE
- Periodo di lavoro: la legislatura di entrambe le Camere dura 5 anni, salvo scoglimento anticipato Art.88, stato
di guerra Art. 60. Il periodo di lavoro delle camere si chiama Sessione ed è composto dalla Sedute.
- Convocazione delle Camere: avviene per Convocazione iniziale ( le Camere neoelette si riuniscono entro 20
gg in data decisa dal Presidente della Repubblica nel giorno stesso dell’emanazione del Decreto di
convocazione dei Comizi), Convocazione mozione di aggiornamento (decisa dalle Camere stesse, con atti detti
mozione di aggiornamento dei lavori, che di fatto li interrompono e permettono un resoconto degli stessi),
Convocazione Straordinaria ( convocata in via straordinaria dal dei Presidenti della Camera o da quello della
Repubblica)
- Svolgimento dei lavori: è disciplinato dalla pubblicità delle sedute ( le sedute sono pubbliche per evidenziare
la trasparenza dell’operato delle Camere, con possibilità pero di adunata segreta secondo l’art. 64), dall’ordine
del giorno ( per evitare decisioni improvvise le materie vengono iscritte all’ordine del giorno, a meno che non lo
decida la Camer stessa a maggioranza qualificata), deliberazioni (la deliberazione delle Camere avviene solo
se è presente la maggioranza dei membri e se autorizzata dalla maggior parte dei presenti, a meno che la
Costituzione si avvalga dell’Art. 64 determinando una maggioranza speciale, in ogni caso rispettando il quorum
50+1)
- Ostruzionismo: è un fenomeno molto comune specie tra le minoranze, le quali approfittano di eventuali falle
del sistema per ostruire l’operato della maggioranza nelle Camere.
5)SCOGLIMENTO DELLE CAMERE
Le Camere possono essere sciolte contemporaneamente o individualmente dal Presidente della Repubblica nei
casi in cui non appaiano più rappresentative delle forze politiche del paese, quando sia impossibile creare una
maggioranza stabile all’interno del Parlamento, quando si crei un insanabile contrasto politico tra le 2 Camere
ad esculsione però del semestre bianco (6 mesi prima della fine del mandato). Anche a seguito dello
scioglimento le Camere possono continuare il loro operato in regime di proroga (a cui può ricorrere il
Parlamento in caso di evento eccezzionale come la guerra) e prorogatio ( applicato durante il periodo elettorale
dalle due Camere per non creare vuoti istituzionali nell’attesa dell’insediamento delle nuove Camere)
6)STATUS DI PARLAMENTARE
Al Parlamentare vengono riconosciuti dei privilegi non di natura personali ma fini alla tutela, all regolarità e
all’indipendenza del ruolo e in particolare gode di prerogative come l’immunità ( Art. 68 ne vieta l’arresto,
l’essere indagato, intercettato telefonicamente senza l’autorizzazione della Camera tranne in caso di sentenza di
condanna irrevocabile e quando commette un reato in flagranza) e l’insindacabilità ( non possono essere
chiamati a rispondere per scelte e voti dati durante l’esercizio delle proprie funzioni).
- Rapporto con il Corpo elettorale: E’ regolamentato dall’Art. 67 e prevede il principio di rappresentanza
nazionale ( il Parlamentare non rappresenta l’area geografica dei Seggi dove è stato eletto ma tutta la
Nazione), il diritto di mandato imperativo ( vieta il Parlamentare di ricevere istruzioni sul suo operato da parte
di terzi, partito di appartenenza o gruppi sociali ed economici definendone dunque la figura autonoma).
- Cessazione dell’Ufficio di Parlamentare: La fine dell’esercizio avviene per fine legislatura o scoglimento
anticipato, dimissioni volontare con successiva approvazione della Camera, per decadenza se vi è
un’incopatibilità del ruolo o per non rispetto dei requisiti di elegibilità o se sfora il budget previsto per la
campagna elettorale, per annullamento delle elezioni causa irregolarità, per morte.

ATTIVITA’ DEL PARLAMENTO


1)ATTRIBUZIONI
Entrambe le Camere esercitano il potere legislativo Art. 70, una funzione di indirizzo e controllo politico
(determina I fini della Politica nazionale e controlla l’operato del Governo attraverso leggi di approvazione e
autorizzazione, attività ispettive, attività conoscitive, atti di direzione politica, esamina delle sentenze della
Corte Cost., esame petizioni, rapporti con le Comunità europee e Internazionali), funzioni elettorali ( di fatto
eleggono il Presidente della Repubblica, I 5 Giudici della Corte Cost, gli 8 membri del Consiglio naz. Della
Magistratura, dei cittadini della lista dei giudici aggregati della Corte Cost, 4 membri del Consigli di
presidenza della Giustizia amministrativa, I 4 componenti del garante per la protezione dei dati personali),
funzioni giurisdizionali o di accusa ( porre sotto accusa il Presidente della Rep. e rinviarlo a giudizio dinnanzi
la Corte Cost.), attività strumentali (attività procedurali e amministrative interne, ttività giuridica sui singoli
parlamentari).
2)PROCEDIMENTO LEGISLATIVO PER LE LEGGI ORDINARIE
Ogni procedimento legislativo o amministrativo si articola in 3 fasi:
- FASE PREPARATORIA l’iniziativa legislativa di legge si presenta con un progetto di legge a una delle due
Camere l quale, una volta preso atto del disegno, è tenuta ad esprimersi in ogni caso sulla stessa e può essere
presentata dal Governo ( la più importante in quanto titolare dell’esecutivo, presenta un disegno di legge
approvato dal Presidente della Repubblica e dal Consiglio dei Ministri), dal singolo Parlamentare ( che può
presentare un progetto di legge alla propria Camera), dal CNEL ( unico potere attribuito all’organo) il popolo
(in quanto titolare dell sovranità, mediante la presentazione di un progetto di legge sottoscritto da almeno
50mila elettori con allegati I reltivi certificati elettorali), dai Consigli Regionali.
N.B: Per alcune tipologie di materie che convolgono eventuali disegni di legge è necessario il coinvolgimento di
più soggetti visti gli argomenti trattati come ad esempio I Patti Lateranensi, divisioni Provinciali e Comunali e
amministrative, Trattati vari. Si procede così all’istruttoria che è il passaggio che consente alle Commissioni
legislative permanenti di prendere in esame la proposta di legge.
-FASE COSTITUTIVA è il processo di approvazione del disegno di legge che viene effettuato dalle 2 Camere, e
si può praticare in due procedimenti:
Ordinario obbligatorio per progetti di legge in materia costituzionale, elettorale, delegazione legislativa,
autorizzazione di Trattati internazionali, approv.ne di bilanci e consuntivi mentre può essere adottato ma non in
via obbligatoria per altri disegni.
Le relative fasi sono 1) esame preparatorio della commissione competente→2) discussione in aula delle
relazioni preparate dalla Commissione→3) Votazione e discussione Articoli→4) Votazione Finale
n.b: Per I disegni di legge urgenti è possibile snellire Il processo adottando il processo abbreviato.
Decentrato Le 4 fasi del procedimento ordinario vengono delegate alla Commissione competente procedendo in
questo modo 1)esame preliminare del progetto→ 2) discussione→ 3) votazione dei singoli articoli → 4)
votazione finale e approvazione legge.
Misto si può applicare attraverso I regolamenti parlamentari e prevede la collaborazione tra le Assemblee e
Commissioni
- FASE DI INTEGRAZIONE DELL’EFFICACIA una volta superata la fase costitutiva, la legge è ritenuta
perfetta ma va resa efficace attraverso I seguenti passaggi:
Promulgazione: Il Presidente della Rep.ca provvede alla promulgazione ovvero al controllo della conformità da
parte della nuova legge con la Costituzione entro un mese dalla sua approvazione rendendola così esecutoria,
mentre diventerà obbligatoria dopo la pubblicazione
Visto del Guardasigilli: E’ la firma apposta dal Ministro della Giustizia (Guardasigilli) che viene apposta a
seguito della verifica dell’atto che non presenti irregolarità, nel caso in cui le abbia il Guardasigilli fa rapporto
alla Camera entro 5 giorni dalla presa in carico dell’atto.
Pubblicazione: E’ l’atto di promulgazione della legge e di presa conoscenza verso a chi è direttamente
Entrata in vigore: La legge entra in vigore dopo 15 giorni dalla sua pubblicazione, così da essere uguale per
tutti I destinatari.
3)PROCEDIMENTO LEGISLATIVO PER LA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE
La Costituzione Italiana è di tipo rigido con limiti di modifica espiciti in quanto espressamente specificati nella
Costituzione ed impliciti in quanto ricavabili dal testo della Costituzione, duqnue non può essere modificata se
non ricorrendo alla Revisione Costituzionale attraverso la procedura aggravata Art. 138 da parte del
Parlamento ma che deve rispettare il mantenimento dell’assetto costituzionale e consentire modifiche al testo
per adeguarle ai mutamenti della società. La procedura di revisione si articola così:
1) Fase Preparatoria: Iniziativa o istruttoria non può essere promossa dal CNEL
2) Fase Costitutiva: Deve svolgersi necessariamente in Assemblea Art. 72 comma4 e per poter approvare una
legge di revisione è necessario deliberare almeno 2 volte con un intervallo non superiore ai 3 mesi e senza
emendamenti altrimenti bisogna ricominciare il procedimento. Vanno approvati da entrambe le Camere e in
particolare per la seconda delibera è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti a differenza della prima
deliberazione dove è ammessa anche la maggioranza ordinaria.
3) Fase di integrazione dell’efficacia: Se la legge viene approvata nella seconda delibera con una maggioranza
non inferiore ai 2/3 dei componenti il Capo dello Stato procede alla promulgazione che comporta la
pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale, se invece viene approvata con la sola maggioranza assoluta
viene pubblicata in Gazzetta ma entro tre mesi potrà essere sottoposta a Referendum Costituzionale.
4) REFERENDUM COSTITUZIONALE
Il Refendum Costituzionale può essere richiesto per quelle leggi che non hanno raggiunto I 2/3
dell’approvazione da parte dei membri del Parlamento, ma solo la maggioranza assoluta, entro 3 mesi dalla
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La Richiesta di Referendum può essere avanzata da 500mila elettori, da 1/5 dei membri della Camera, da 5
Consigli Regionali.Ciò avviene per verificare la corrispondeza della legge al pensiero dell’elettorato.
In fine il Refendum non è applicabile per Revisioni che interessano modifiche agli Statuti delle Regioni Speciali.
5) MODIFICA DELL’ART.81: INTRODUZIONE PAREGGIO DI BILANCIO NELLA COSTITUZIONE
A seguito della Crisi economica, la UE ha imposto agli Stati membri la modifica della Carta Costituzionale
introducendo il vincolo del pareggio di bilancio. In Italia in particolare si è provveduti alla modifica dell’Art.
81 mediante la L. Cost. 20-4-212 n.1 che prevede il giusto equilibrio tra entrate e uscite dello Stato (comma 1),
ricorso all’indebitamento previa autorizzazione della Camere in caso di forte recessione, crisi finanziaria o
calamità naturali, garanzia di copertura finanziaria di quelle leggi influiscano in maniera gravosa sul bilancio ,
competenza alle Camere per l’approvazione delle leggi di bilancio e del rendiconto consuntivo presentato dal
Governo su cadenza annuale e che prevedono autorizzazione entro 4 mesi con conseguente esercizio
provvisiorio di bilancio nel momento in cui non vengano approvate.
Un’ulteriore regolmentazione si è avuta con la L. 24 dic 2012 n. 243 che specifica come il bilancio dello Stato
debba corrispondere al saldo netto da finanziare o da impiegare.
6)GLI ATTI DI INDIRIZZO POLITICO
- Accordo/Revoca fiducia al Governo: può essere accordata o revocata la fiducia al Governo per iniziative
delle Camere o del Governo Stesso
- Leggi d’indirizzo politico: Sono quelle leggi con cui il Parlamento partecipa all’attività politica come ad
esempio l’approvazione delle leggi di bilancio, leggi finaziarie, legge economiche, leggi di ratifica dei trattati,
leggi di concessioni di amnistia ( rinuncia delle pene inerenti un reato da parte dello Stato verso un individuo) o
di indulto ( modifica delle pene inferte da parte dello Stato verso un individuo a seguito di un reato).
- Deliberazione dello Stato di guerra: Affidata alle Camere
- Atti d’indirizzo: si procede alla valutazione su un determinato oggetto su richiesta di un parlamentare che
presenta una mozione, Risoluzione che è la conclusione del dibattito votato in aula o Commissione in fine
l’Ordine del giorno di istruzione al Governo che è in vincolo imposto di adottare un determinato provvedimento
su una determinata materia.
- Atti ispettivi: Interrogazione è la presentazione per iscritto da parte di un parlamentare o Ministro circa la
conoscenza su una determinata situazione, Interpellanza è la domanda rivolta per iscritto da un parlamentare o
un Ministro circa la condotta, Inchiesta parlamentare disposta da ciascuna camera per chiedere chiarimenti in
merito a una determinata materia.
- Messa in Stato D’accusa del Capo di Stato: E’ autorizzato in via eccezionale al Parlamento in seduta comune,
riguardante una serie di reati commessi o tentati arrivando fino all’attentato allo Stato o alla Costituzione che
comportano anche la non opposizione della vicenda a Segreto di Stato o d’Ufficio.

IL GOVERNO
Il Governo è l’organo costituzionale a cui spetta il potere esecutivo, ed è al vertice dell’organizzazione politica
dello stato. E’ un organo costituzionale (in quanto da essa previsto), complesso ( in quanto composto di vari
organi autonomi come previsto dall’Art. 92 Presidente del Cosiglio, Ministri, Consiglio dei Ministri più altri
disciplinati da consuetudini e leggi ordinarie Viceministri, Sottosegretari, Comitati interministeriali, Consiglio
di Gabinetto, Conferenza Permanente) di parte (rappresenta la volontà delle forze politiche di maggioranza che
lo sostengono con la fiducia).
Le sue funzioni sono politiche (in quanto partecipa alla direzione del Paese), legislative ( in quanto emana
norme giuridiche aventi valore di legge), esecutive (organo al vertice dell’esecutivo), di controllo (esercitata su
tutti gli organi amministrativi).
1)LA FORMAZIONE E LE VICENDE DEL GOVERNO
L’Art. 92 comma 2 decreta che la formazione del Governo spetta al Presidente della Repubblica che nomina il
Presidente del Consiglio che a sua volta propone I Ministri. Durante la Prima Repubblica questi veniva
formato libermente dai partiti con il 50%+1 di consensi in Parlamento il cui leder di Governo veniva designato
dal Presidente della Repubblica mentre dalla Seconda Repubblica il leader viene decretato direttamente dal
partito o dalla coalizione vincitrice e il Presidente della Repubblica si limita a conferire la carica.
Si procede così al giuramento( il nuovo Presidente del Cosiglio e I ministri giurano dinnanzi al Presidente della
Repubblica) e successivamente entro 10 gg dalla formazione del Governo lo stesso si presenta davanti alle
Camere per ricevere la fiducia atto che decreta così l’edesione del Parlamento all’esecutivo.
2)IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Viene nominato con decreto del Capo di Stato, gli è affidata la scelta dei Ministri che vengono proposti al
Presidente della Repubblica e ne è responsabile oltre che supervisionatore del loro operato.
I suoi compiti sono di direzione politica del Governo, mantenimento dei rapporti politico-amministrativo tra I
Ministeri, promuove e coordina le attività dei Ministri, esercita le funzioni e I compiti attribuiti dalla legge ai
Ministri senza portafoglio, controfirma gli atti presidenziali legislativi e gli atti indicati dalla legge, può
assumere il controllo di un Ministero vacante, dirige l’ufficio di Presidenza del Consiglio, può intervenire
difronte I giudizi di legittimità alla Corte Costituzionale, presiede il Cipe, esercita funzione di direzione di
sicurezza per lo Stato, presenta alle Camera I disegni di legge d’iniziativa Governativa, promuove e regola
l’azione del Governo nei rapporti con l’UE, con Regioni e Province autonome, promuove gli adempimenti
governativi in merito alle pronunce della Corte europea su diritti dell’uomo emanate annualmente.
- Responsabilità: Il Presidente del Consiglio, ha responsabilità politica (dirige il Governo e I suoi membri) e
giuridica (civile per eventuali violazioni di diritti soggettivi che implicano al Presidente il pagamento dei danni
come qualsiasi altro individuo, penale per reati propri commessi nell’esercizio della sua funzione , penale
riferito a reati comuni il cui giudizio spetta ai Tribunali ordinari).
- Vice Presidente del Consiglio: Questa carica non è ufficialemente riconosciuta dalla nostra costituzione ma in
caso di necessita il Presidente nomina un proprio vice o al contrario sarà nominato automaticamente il Ministro
più anziano.
3)LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Con la L. 20 giugno 2003 n. 140 (Lodo Maccanico-Schifani) con l’Art. 1 si bloccavano tutti I processi penali
contro le piu alte cariche dello Stato per tutta la durata dell’incarico. La Corte Costituzionale appena un anno
dopo ritenne incostituzionale la legge e solo con la L. 23 luglio 2008 n.124 (Lodo Alfano) fu introdotto un
bilanciamento sulla questione in quanto le alte cariche dello Stato non potevano essere soggette a processo
durante la carica ma senza possibilità di estensione per eventuali successive investiture. Anch’essa venne
ritenuta incostituzionale con la sentenza 262/2009.
Nel 2010 la maggioranza di centro-destra dunque approva la L. 7 aprile 2010 n.51 che difatti introduce il
legittimo impedimento, che permette difatto alle alte cariche come Presidente del Consiglio e Ministri di
giustificare l’assenza in tribunale durante un processo come imputati a seguito di un reato.
La Corte Costituzionale anche in questo caso ha ritenuto illegittimi degli Articoli sul legittimo impedimento, che
a parere di molti avrebbe comportato la prescrizione per alcuni procedimenti penali, con successivo Referendum
abrogativo del 12-13 giugni 2011 la legge è stata completamente abrogata.
4)CONFLITTO D’INTERESSI
Con la L.20 luglio 2004 n. 215, vengono regolamentati gli incarichi istituzionali con la richiesta a coloro che
ricaprano tali cariche di curare gli interessi pubblici, evitando qualsiasi situazione di introduzione di norme fini
al proprio tornaconto, come nel caso di professionisti impiegati in politica titolari di aziende di comunicazione
o altre che potrebbe approfittare della carica causando dunque un conflitto d’interessi. Resta comunque il pieno
diritto per il soggetto che ricopre cariche istituzionali di essere titolare d’imprese, pacchetti finanziari e
azionari ma non la gestione di aziende non di proprietà. L’organo che vigila su questo argomento è l’Autorità
garante della concorrenza e del mercato.
5)LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
La Presidenza del Consiglio dei Ministri è la struttura amministrativa che collabora con il Presidente del
Consiglio nello svolgimento dei propri compiti
- Segretario Generale: è la figura responsabile del Segretariato generale, delle risorse umane e strumentali
della Presidenza del Consiglio e viene scelto tra magistrati di giurisdizioni superiori, avvocati dello Stato,
dirigenti generali, professori di ruolo o estranei alla pubblica amministrazione. E’ nominato o revocato dal
Presidente del Consiglio e la sua carica dura fino alla nomina del nuovo Governo.
- Dipertimenti ed Uffici: L’organizzazione della Presidenza del Consiglio si compone di dipartimenti ( Curati
dal Segretario Generale e di cui usufruiscono Ministri o Sottosegretari incaricati dal Presidente del Consiglio),
strutture di missione ( istituiti temporaneamente dal Presidente del Consiglio per situazioni particolari, per il
raggiungimento di determinati obiettivi o per la realizzazione di determinati progetti), uffici di diretta
collocazione ( Uffici distinti dal resto dell’organizzazione e hanno il compito di supportare nelle proprie attività
il Presidente del Consiglio, Ministri senza portafoglio e Sottosegretari).
- Sottosegretario alla Presidenza: ha sotto la sua dipendenza l’Ufficio di segreteria del Consiglio dei ministri e I
dipartimenti e uffici del segretariato generale di cui ha ricevuto delega e si serve degli stessi per adempiere alla
preparazione dei lavori del Consiglio dei Ministri, alle esecuzioni delle delibere e assicura assistenza e
documentazioni ai membri del Consiglio.
6)MINISTRI
Sono nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e sono
organi costituzionali con funzioni politiche (collaborano all’attuazione politica del Governo)e amministrative
( in quanto sono a capo dei Ministeri, complesis organi centrali dello Stato, ciascuno dei quali dirige uno sei
settori della Pubblica Amministrazione) e sono scelti tra I cittadini non appartenenti al Parlamento.
- Funzioni Costituzionali: diritto di iniziativa legislativa, controfirma atti Presidente Rep.ca, diritto e dovere di
partecipazione alle riunioni sulle attività di Governo attreverso le delibere del Consiglio dei Ministri.
- Funzioni Amministrative: emanazione di atti amministrativi, emanazione di atti di alta amministrazione con
funzione di ponte tra funzione politica e amministrativa, emanazione dei regolamenti, potere di semplificazione
e riasetto normativo delle materie di propria competenza, attività generali dei rispettivi Dicasteri.
- Responsabilità: sono responsabili degli atti di loro compentenza, di quelli del Presidente della Repubblica a
cui hanno collaborato( controfirma atti) Art. 89, gli atti dei loro sottoposti, collegialmente degli atti del
Consiglio dei Ministri. Le violazioni principalmente derivano dal non rispetto delle direttive imposte dal
Presidente del Consiglio il quale persa la fiducia nel Ministro può indurlo alle dimissioni e procedere con il
rimpasto governativo (nomina nuovo Ministro).
7) TRIBUNALE DEI MINISTRI E PROCEDURA PER I REATI
Il referdum dell’87’ ha abolito la Commissione inquirente che aveva il compito di indagare su eventuali reati
commessi dai Ministri. La L. Cost. 1/1989 ha esteso la giurisdizione ordinaria anche per I reati ministeriali,
difatti qualora si abbia notizia di un reato da parte di un Ministro la Procura della Repubblica competente
trasmette la notizia a un collegio di 3 giudici istitutito presso il Tribunale del capoluogo del distretto di Corte
d’appello del territorio. Il collegio può disporre l’archiaviazione o trasmettere una relazione al Procuratore
della Repubblica per verificare se tale Ministro ricopre anche carica parlamentare e chiedere allo stesso
Parlamento di procedere. La Giunta per le autorizzazioni verifica il caso e riferisce all’Assemblea che può
negare l’autorizzazione ( nel caso in cui il presunto reato configuri un’interesse di Stato o pubblico in funzione
del suo ruolo ed è decretata a maggioranz assoluta) concedere l’autorizzazione ( con conseguente processo
presso il Tribunale del capoluogo del distretto della Corte d’Appello detto Tribunale dei Ministri).
8) I MINISTERI
L’amministrazione italiana centrale è suddivisa in ministeri come attribuito dall’Art. 95 Cost. Che di fatti ne
determina il numero, l’organizzazine e la suddivisione per materie, configurando una riserva di legge assoluta.
In principio I ministeri erano 12 ma con la L.13 nov 2009 n.172 è stato istituito anche il Ministero della Salute.
- Ministero degli Affari esteri: Rappresentanza dell’Italia all’estero, rapporti con altri Stati e Organi intern.li
- Ministero dell’Interno:Costituzione funzionamento organi locali, difesa individuale, sicurezza, cittadinanza,
immigrazione
- Ministero della Giustizia: Attività giudiziaria ed esecuzione pene, rapporti con CSM, attribuzione sui
magistrati ordinari, vigilanza su ordini professionali, archivi notarili, Cooperazione intenazionale in materia
- Ministero della Difesa: Difesa e sicurezza militare
- Ministero Economia e Finanze: Politica economica, finanziaria, bilancio, fiscale
- Ministero Sviluppo Economico: Politiche e strategie di Sviluppo dei settori economici, Politiche competitività
intenazionale, Programmazione economica e finanziaria, verifica e coordinazione inteventi per lo sviluppo econ.
- Ministero Politiche agricole, alimentari, forestali: Agricoltura, caccia, pesca, alimentazione
- Ministero Ambiente, tutela del territorio e del mare: Tutela dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema
- Ministero Infrastrutture e Trasporti: Assetto e sviluppo del territorio delle infrastutture, politiche urbane,
edilizia, opere marittime e idrauliche, trasporti e viabilità
- Ministero Lavoro e Politiche sociali:sviluppo tutela del lavoro e occupazione, politiche sociali e previdenziali
- Ministero della Salute: Tutela umanitaria, sanitaria, veterinaria, coordinamento del sistema sanitario naz.le
- Ministero Istruzione, Università e Ricerca: Istruzione, Ricerca scientifica e teconologica
- Ministero Beni e Attività culturali: Beni culturali e ambientali, spettacolo
9) AMMINISTRAZIONE PERIFERICA DELLO STATO
l’Amministrazione dello Stato si avvale di numerosi uffici dislocati sul territorio nazionale e di uffici
amministrativi locali con compentenza territoriale chiamate amministrazioni locali o periferiche determinando
il decentramento amministrativo organico e burocratico.
- PREFETTO: è il principale organo di amministrazione periferica dello Stato sin dal 1861, consente allo Stato
di esercitare un maggior controllo del territorio anche in virtù dell’accreditamento di determinate competenze
alle regioni, ciò ha reso I prefetti Prefettura-Uffici territoriali del Governo (UTG) in cui confluiscono buona
parte degli organi periferici dello Stato rendendo la Prefettura orgno di rappresentanza dello Stato sul territorio
D.P.R 3 apr. 2006 n.180.
La Prefettura ha il compito di tutelare l’ordine e la pubblica sicurezza sul territorio di competenza e di
coordinamento degli uffici periferici dello Stato. Al Prefetto titolare della Prefettura-ufficio, è affidato anche il
compito di rappresentare lo Stato per I rapporti con il sistema delle autonomie.
- SINDACO: oltre ad essere al vertice della politica locale, è anche un ufficiale di Governo e dipende dal
Prefetto del territorio. Sovrintende, come da D.L 6 maggio 2008 n.92, l’emanazione di atti attribuiti dalla legge
in materia di ordine e sicurezza, svolgimento delle funzioni attribuitegli dalla legge in materia di ordine e di
polizia giudiziaria, alla vigilanza in materia di sicurezza e ordine pubblico informando il Prefetto, segnalazione
alle autorità competenti della presenza di extracomunitari o europei irregolari sul territorio comunale, tenuta
dei Registri di stato civile e di popolazione, adempimenti in materia elettorale, leva militare e statistica.
In qualità di Ufficiale di Governo può adottare determinati provvedimenti, dopo comunicazione al Prefetto, per
prevenire o eliminare determinati pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza dei suoi cittadini.
Questa previsione però riportata nel comma 4 dell’Art. 54, è stata ritenuta incostituzionale.
10) IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
E’ un organo collegiale formato da tutti I Ministri, dal Presidente del Consiglio, dal Vicepresidente del
Consiglio e dal Sottosegretario della Presidenza del Consiglio che ne assume le funzioni di segretario senza
voto deliberativo.
- Attribuzioni: ha funzione di indirizzo politico politico e amministrativo (determina la politica generale del
Governo, l’azione amministrativa operando in un rapporto difuciario con le due Camere), decide sulla politica
normativa del Governo ( delibera sui disegni di legge di iniziativa governativa presentandoli al Parlamento,
sulle comunicazioni che il Governo intende fare alle Camere, sui decreti aventi valore o forza di legge, sui
regolamenti governativi emanati dal Pres.te della Rep.ca), Rapporto Governo-Regioni( delibera sulle proposte
di scioglimento del Consiglio Regionale da parte del Presidente della Repubblica, promuove la legittimità di
una legge regionale dinnanzi la Corte Costituzionale), Risoluzione contrasti di attribuzione tra Ministri ( si
esprime su eventuali contrasti o conflitti per divergenza o conflitti di competenza, può farlo anche il Presidente
del Consiglio individualmente)
11) ALTRI ORGANI DEL GOVERNO
- Ministri senza portafoglio: Sono nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del
Consiglio, sono quei Ministri con compiti politici ma non assegnati a nessun Decastero in particolare e fanno
anch’essi parte del Cosiglio dei Ministri.
- Consiglio di Gabinetto: Coadiuva il Presidente del Consiglio con funzione istruttorie e non deliberative ed è
composta da Ministri nominati dallo stesso Presidente.
- Comitati interministeriali: Sono organi collegiali composti da Ministri che seguono già dei Decasteri per la
cura di particolari settori della P.A. a seguito della L.24-12-93 n.537 facente parte della legge finanziaria del
94’ tali comitati non sono più previsti ad eccezione del CIPE (comitato interministeriale per la programmazione
economica), il Circ( Comitato interministeriale per il Credito e il Risparmio), CISR (Comitato inter.le per la
sicurezza pubblica), CIAE( Comitato inter.le per gli affari esteri).
- Sottosegretari di Stato e Vice Ministri: I sottodegretari non sono previsti dalla Costituzione, e si limitano a
coadiuvare I Ministri, a sostituirli per eventuali assenze, può eventualemente sostenere in Parlamento discorsi
su tematiche importate dal Ministro rappresentato, può ricevere delega per alcune attribuzioni e sono nominati
dal P.D.R. su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro da coadiuvare.
Gli viene automaticamente conferita la carica di Vice Ministro.
12) ATTRIBUZIONI DEL GOVERNO
Il Governo ha funzioni istituzionali (funzione politica, amministrativa) e funzioni eccezionali (funzione
legislativa, funzione giurisdizionale in minima parte).
- Decreti Governativi: sono emanati dal Governo visto il suo potere esecutivo, possono essere a contenuto
normativo amministrativo in senso stretto e si dividono in decreti presidenziali (emanati dal Presidente della
Repubblica e controfirmati dai Ministri), decreti ministeriali (emanati dal Presidente del Consiglio, dal singolo
Ministro e da più Ministri su una materia comune riuniti in Comitati interministeriali definiti decreti
interministeriali).
13) LA FUNZIONE DI INDIRIZZO POLITICO
La funzione di indirizzo politico viene eseguita da Governo congiuntamente al Parlamento e definisce la linea
politica attraverso la quale si svolge concretamente l’attività di Governo e in principio viene espressa dl
Presidente del Consiglio quando si presenta alle 2 Camere per ricevere la fiducia all’inizio del suo mandato.
Ciò non vincola in nessun caso le parti e si può registrare nel corso del mandato una variazione della linea che
può essere discussa ed eventualmente non condivisa dal Parlamento che può revocare la fiducia al Governo.
Il Governo esercita la funzione di indirizzo politico attraverso gli Atti politici che è l’insieme delle scelte
mediante le quali si definisce l’obiettivo che lo Stato, in armonia con la Costituzione, punta ad ottenere in un
determinato periodo storico, a tali atti vi partecipano il Governo, il Presidente della Rep.ca, il Parlamento, le
Regioni e il corpo elettorale e sono insindacabili.
14) LA FUNZIONE DI INDIRIZZO POLITICO ECONOMICO FINANZIARIO
Tale funzione viene eseguita dal Governo e consiste nella determinazione delle linee fondamnetali
dell’intervento dello Stato per favorire lo sviluppo economico-finanziario, coinvolge quel ramo del diritto
definito pubblico dell’economia costituito da tutti quegli istituti ad indirizzo economico Art.li 41 e 43.
Il Governo dell’economia si serve dei Comitati interministeriali e del Ministero dell’economia e delle finanze e
dell’acquisizione o gestione sia nel privato che ne pubblico delle imprese partecipandovi anche con quote
societarie dette partecipazioni statali, fenomeno che negli ultimi anni ha conosciuto un decremento a causa
della crisi economica,favorendo la privatizzazione.
15) ATTIVITA’ LEGISLATIVA ECCEZZIONALE DEL GOVERNO
In alcuni casi, il Governo può assumere la funzione legislativa tipica del Parlamento, come previsto dagli Art.li
76 e 77 della Costituzione in 2 casi:
- Deroga: il Parlamento delega al Governo con legge il potere di legiferare su materie tecniche o in casi
eccezionali che in casi di normale prassi richiederebbero dei tempi maggiori di applicazione. Un esempio ne
sono I decreti legislativi.
- Autonomamente: in casi eccezzionali il Governo, assume autonomamente e sotto la sua responsabilità il
potere legislativo sostituendosi alle Camere in modalità provvisoria. E’ il caso dei decreti-legge.
16) ATTI LEGISLATIVI PER FRONTEGGIARE LE GUERRE
Il Governo riceve delega dal Parlamento dopo che la delibera delle Camere che certificano lo Stato di Guerra,
come riportato nell’Art. 78 Cost. ma ciò non è applicabile per pericolo pubblico interno. Tale delega è si
momentanea ma termina solo con il cessare dello Stato di Guerra.

Il PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Il Presidente della Repubblica esercita una funzione di controllo, in particolare vigila sul rispetto della
Costituzione, costituisce il punto di unione tra I Partiti e come riportato dall’Art. 87 è il Capo di Stato e
rappresentante dell’unità nazionale. E’ monocratico, ha funzioni imparziali (collegamento tra gli organi
costituzionali dello Stato, controllo e garanzia costituzionale, rappresentanza dello Stato), super partes ( ha
poteri al di sopra e al di fuori dello Stato esercitando funzione di controllo ed agevolazione dell’interno
meccanismo costituzionale), neutrale (non ha appartenenza politica), ha competenze specifiche e
predeterminate ( l’Art. 87 equipara tale fugura agli altri organi di Stato escludendo così poteri di competenza
generale come I Capi Supremi di Stato presenti in altre parti del Mondo).
1) REQUISITI DELLA CARICA
- Requisiti: cittadinanza italiana, età non inferiore ai 50 anni, pieno godimento dei diritti civili e politici, non
ricoprire altre cariche istituzionali ( principio di incompatibilità).
- Elezione: è eletto dal Parlamento in seduta comune ed avviene con scrutinio segreto (nei primi 3 scrutini chi
ha riportato almeno I 2/3 dei voti, nei successivi qual’ora I primi 3 non siano stati sufficienti chi ha riportato la
maggioranza assoluta).Il Presidente della Repubblica resta in carica 7 anni dalla sua elezione Art. 85 comma1,
ed è rieleggibile. Prima di coprire la sua carica presta giuramento dinnanzi al Parlamento in seduta comune.
Non è prevista dalla Costituzione la carica di Vice ne la delega ad altre cariche ma è permessa la supplenza che
permette al Presidente del Senato di assumerne le funzioni in assenza giustificata del Presidente stesso.
- Cessazione: può avvenire per morte, fine del mandato, dimissioni ( atto che non prevede giustificazioni o
motivazione prima di essere attuato, vengono presentate al Parlamento), impedimento permanente, decadenza
(riscontro del principio di inelegibilità come la cittadinanza o il godimento dei diritti…), destituzione (a seguito
di condanne per attentanto o alto tradimento alla Costituzione, a seguito della sentenza della Corte
Costituzionale).
N.B: A fine incarico diventa automaticamente Senatore a Vita salvo in caso di rifiuto, perdita della cittadinanza
o dei diritti civile e politici, 30 gg prima della fine dei 7 anni quando il Parlamento si riunisce su rischiesta delle
Camere.
2)RESPONSABILITA’
Il Presidente della Repubblica non ha responsabilità politica (gli atti del Governo che emana e provulga ma
ricade sui Ministri e sul Presidente del Consiglio che li controfirmano, gli atti propri tranne se non si incorre in
attentato alla costituzione o alto tradimento) e responsabilità giuridica (ne penalmente ne civilmente per danni,
opinioni o pareri espressi durante il suo esercizio). Le uniche ipotesi per cui può essere soggetto a sanzioni sono
l’alto tradimento ( a seguito di un comportamento doloso che può pregiudicare gli interessi nazionali o
l’ordinamento costituzionale), attentato alla Costituzione ( a seguito di comportamenti atti a sovvertire l’ordine
delle istituzioni costituzionali o a violare la Costituzione stessa).
Per I reati compiuti al di fuori dell sua funzione, è perseguito come un normale cittadino.
3) PREROGATIVE DEL P.D.R.
Come detto il Presidente della Repubblica gode di una particolare tutela, il codice penale in oltre ne tutela la
figura prevedendo diversi tipi di reato: attentato al P.d.R, offesa alla libertà del P.d.R, offesa all’onore e al
prestigio del P.d.R, la lesa prerogativa dell’irresponsabilità del P.d.R Art. 259.
4) FUNZIONI
- Invio di messaggi alle Camere: Attraverso questi il P.d.R richiama le Camere su vicende che non soddisfatte
dalla legislazione vigente, con una comunicazione controfirmata dal Presidente del Cosiglio o da un Ministro.
-Indice le elezioni per le nuove Camere e ne fissa la data di riunione: fissato entro 20 gg dlla fine delle elezioni
e deciso già all’emanazione del decreto di convocazione dei comizi.
- autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa governativa Art.87 comma 4: essa non
può essere rifiutata, attribuisce l’esecutivo al Governo. In questo caso il P.d.R può solo richiedere un riesame da
parte del Governo.
-promulga le leggi ed emana I decreti aventi valore di legge e I regolamenti Art. 87 comma5: il P.d.R interviene
quando la legge è gia definita per attribuirle efficacia. Emanazione di altri atti amministrativi.
- A legge promulgata può richiedere un secodo esame con messaggio privato alle Camere: qualora il P.d.R
riscontra vizi nell’atto o contrasti con altre norme legislative può richiedere un secondo esame della stessa
previo messaggio scritto e motivato. Se le Camere la riapprovano dopo il Riesame della legge il Capo di Stato
non può rinviarlo al Parlamento, ma deve obbligatoriamente promulgarlo (divulgarlo). Questo provvedimento
ha carattere provvisorio in quanto invita I membri delle Camere a riflettere sulla legge in questione .
- Indice il Referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione Art. 87 Comma 6
- Convocare in via strordinaria ciascuna Camera: in tal caso si riunisce di diritto anche la Camera non
convocata
- può sciogliere le Camere o una di esse: non esercitabile durante il semestre bianco
- nomina 5 Senatori a vita: rivolta a cittadini che abbiano rappresentato la Patria con onore in ambito
scientifico, sociale, artistico, letterario.
Potere legislativo:
-nomina il Presidente del Cosinglio dei Ministri, e su indicazione dello stesso I Ministri
-nomina I funzionari dello Stato nei casi previsti dalla legge Art. 87 comma 7: con deliberazione effettiva da
parte del Governo
- controfirma gli atti ministeriali che sono emanati con un suo decreto: esercizio del controllo e di garanzia
costituzionale
- nomina gli esperti del CNEL: in maniera formale, in quanto tale compito è conferito al Governo-Regioni
- dichiara lo Stato di Guerra deliberato dalle Camere Art. 87 comma 9
-ha il comando delle forze armate e presiede il Consiglio supremo di difesa Art. 87 comma 9: non ha il comando
effettivo ma ne organizza e supervisiona l’operato
- ratifica I Trattati internazionali, riceve I rappresentanti diplomatici Art. 87 comma 8
-Conferisce le onoreficenze della Repubblica Art. 87
- Emette il decreto formale di scioglimento dei Consigli Regionali e rimuove il Presidente della Giunta a seguito
della delibera del Governo.
- dispone con Decreto lo scioglimento dei Consiglio provinciali e Comunali
- Concede con decreto la Cittadinanza italiana
Potere giurisdizionale:
- nomina I 5 giudici della Corte Costituzionale Art. 135
- presiede il Consiglio sup. della Magistratura Art.87 comma 10
- può concedere la grazia o commutare pene Art. 87 comma 11
- emana I decreti di annullamento degli atti amministrativi illegittimi, su decisione del Consiglio dei Ministri
- emana formalmente il decreto di decisione dei ricorsi amministrativi strordinari
LA CORTE COSTITUZIONALE
La Corte Costituzionale è l’organo che ha il compito di sindacare sull’operato del legislatore ordinario
verificandone la conformità con la Costituzione e dha funzioni prettamente giurisdizionali seppur slegate dalla
magistratura.
1)COMPOSIZIONE
La Corte Costituzionale è composta da 15 giudici eletti tra magistrati, avvocati con esperienza almeno
ventennale, professori ordinari di Università, tutti senza limiti di età in questo modo:
- 5 eletti dalle supreme magistrature dello Stato ( 3 dalla Corte di Cassazione, 1 dal Consiglio di Stato, 1 Corte
dei Conti)
- 5 dal Parlamento in seduta comune
- 5 dal Presidente della Repubblica
L’attività si può svolgere con la presenza di almeno 11/15 ad esclusione delle attività di accusa contro Ministri e
il P.d.R a cui vi partecipano altri 16 membri chiamati giudici aggregati scelti da un elenco di 45 cittadini con
requisito di Senatore scelto dal Parlamento ogni 9 anni.
2)ATTRIBUZIONI
Alla Corte Costituzionale spetta il compito di giudicare le controversie sulla legittimita di leggi e norme aventi
forza di legge di Stato e Regioni, conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni o tra esse, accuse contro il
Presidente della Repubblica, sull’ammissibilità delle richieste dei Referendum abrogativi.
3) SINDACATO DI LEGITTIMITA’ DELLE LEGGI
Il sindacato di legittimità delle leggi è quell’operazione di verifica che si utilizza per accertare che una legge o
un atto si conforme alle norme di costituzione, che ne disciplinano formazione e procedura d’esecuzione e ne
escludono determinati contenuti.
In linea definitiva avviene su leggi gia in vigore, è accentrato nella Corte Costituzionale, viene attivato sia
dalla Corte che da parte di Stato o Regioni.
Per quanto riguarda I regolamenti dell’esecutivo e I provvedimenti amministrativi il controllo è compiuto da
ogni giudice che è tenuto ad annullarli qualora siano non conformi alla legge e alla Costituzione.
- Atti soggetti al Sindacato di Costituzionalità:è applicabile a leggi Costituzionali e di Revisione Costituzionali
non conformi all’ordinamento con limitazione, leggi ordinarie dello Stato senza nessuna limitazione, decreti
legge e decreti legislativi emanati dal Governo (dunque aventi forza di legge), Decreti del P.d.R contenenti le
norme di attuazione delle Regioni a Statuto Speciale, leggi regionali, Statuti Regionali, il Referendum
abrigativo, leggi delle province autonome di Trento e Bolzano.
-Vizi formali e materia delle leggi: Le leggi nella loro formazione possono presentare dei vizi formali
(violazione delle norme costituzionali che disciplinano il procedimento legislativo per incompetenza o per
violazione della legge), vizi materiali (violazione dei principi espressi dalla Costituzione)
4) IL GIUDIZIO DI COSTITUZIONALITA’ DELLE LEGGI IN VIA INCIDENTALE
- Fase d’innanzi al Giudice ‘’a quo’’: durante il giudizio a un tribunale ordinario o amministrativo può essere
sollevato dal P.M una istanza di incostituzionalità di una leggeo atto avente forza di legge, l’autorita giudizia se
non rileva vizi emana un’ordinanza alla Corte Costituzionale che sospende il processo.
- Fase d’innanzi al Giudice ‘’ad quem’’(Corte Costituzionale): la Corte Costituzionale decide preliminarmente
sulla legittimazione del giudice a quo e sulla rilevanza di censura della Costituzionalità (verifica delle norme
prese in giudizio dal giudice a quo)
Alla fine di questi processi la Corte Costituzionale si esprime sul merito, accogliendo la questione di
costituzionalità e dunque riconoscendo l’illegittimità della norma o rigettando la questione.
5) IL GIUDIZIO DI COSTITUZIONALITA’ DELLE LEGGI IN VIA PRINCIPALE
Secondo l’Art. 127 il giudizio di costituzionalità può essere promossa dal Governo nei confronti di leggi
regionali( il Governo ritiene che la legge regionale ecceda ai compiti prettamente territoriali per cui è stata
adottata, entro 60 gg dalla sua emanazione), da una Regione nei confronti di una legge o di un atto dello Stato
o di un’altra Regione ( per leggi o atti che ledano all’interessa della Regione che ne denuncia il vizio, entro 60
gg dalla sua emanazione.
- Caratteristiche del procedimento in via principale: come introdotto dalla L. cost. n.1/2001 il giudizio può
essere solo successivo alla messa in vigore di una legge previa richiesta entro 60 gg, riferito e limitato però al
vizio di competenza in quanto uno degli organi dello Stato può deninciare appunto che una norma vada a ledere
al proprio campo, il giudizio in oltre ha carattere astratto in quanto il giudizio viene valutato a prescindere
dall’esito, falcotativa in quanto gli organi coinvolti possono anche concordare al di fuori della Corte
Costituzionale una risoluzione.
6) TIPOLOGIA DELLE DECISIONI DELLA CORTE
- Le Sentenze: di inammissibilità ( quando si sancisce che la legge non viola la costituzione), di accoglimento
(quando vengono riscontrate irregolarita e la legge cessa di avere efficacia il giorno successivo alla sentenza),
di rigetto (la Corte si limita alla giudizio ad quo e rimanda il giudizio ad altri giudici che si pronunceranno
sulla legittimità della norma), interpretative di rigetto ( rigetto del provvedimento per errata interpretazione
della norma).
- Sentenze manipolative: di accoglimento parziale ( riscontro di illegalità su alcuni frammenti della norma),
additive (illegittimità della norma per la mancanza di un frammento che dovrebbe obbligatoriamente esserci),
sostitutive ( una parte della norma non è conforme con il resto della stessa).
- Le ordinanze: manifesta infondatezza ( per norme gia esistenti conferma dell’irregolarità, per nuove norme
palesemente infondante), manifesta inammissibilità ( utilizzate in alternativa alle sentenze di inammissibilità in
quanto ritenute più snelle), restituzione degli atti al giudice a quo ( la Corte richiede al giudice quo di rivedere
gli atti processuali gia analizzati o di analizzarne nuovi elementi).
7)EFFETTI DELLA DICHIARAZIONE DI INCOSTITUZIONALITA’
L’Art. 136 Cost. stablisce che la norma cessa di efficacia il giorno successivo alla pubblicazione della sentenza,
ricadendo anche sul giudizio a quo.
8) CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE TRA STATO E REGIONI
Lo Stato e le Regioni possono tutelare le competenze previste dalla Costituzione di natura legislativa,
amministrtiva e giurisdizionale. In particolare il conflitto si rivela su quelle norme che vanno ad interferire
sull’operato dell’altro organo cosi è dunque necessario analizzare la norma per costatarne la legittimità per cui
è stata adottata.
9) CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE TRA I POTERI DELLO STATO
l’Art. 134 confersce alla Corte Costituzionale il compito di intervenire su eventuali conflitti tra I poteri dello
Stato ad esclusione di quelli che si creano tra lo stesso organo ( I conflitti tra I Ministri sono decisi dal
Consiglio dei Ministri). In particolare nessun organo dello Stato può intimare ad un altro di ritirare una
eventuale norma ritenuta anticostituzionale, se non ricorrendo al giudizio della Corte Art. 37.
E’ riconosciuto il diritto di richiedere l’intervento della Corte a quegli organi a cui sia riconosciuta
indipendenza ed autonomia costituzionale (Il P.d.R, Corte Costituzionale, Camere singolarmente o
collettivamente, il Parlamento, il Consiglio dei Ministri dal Presidente o dal Ministro della Giustizia ma non gli
altri individualmente, il Consiglio sup. della Magistratura, la Corte dei Conti, I singoli giudici, il comitato dei
Referendum (unico organo non indipendente).
10) I GIUDIZI SULLE ACCUSE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Secondo gli Art.li 90 e 134 la Corte Cost.le ha il compito di giudicare il Presidente della Repubblica, posto in
stato d’accusa dal Parlamento, in caso si configuri il reato di alto tradimento o di attentato alla Costituzione .
Vengono ingaggiati ulteriori 16 giudici, le sentenze sono in appellabili ma eventualmente è ammessa la
revisione.
11) GIUDIZIO DI AMMISSIBILITA’ SULLE RICHIESTE DI REFERENDUM
La Corte Costituzionale si limita a pronunciarsi sulla costituzionalità di un Referendum e si differenzia dalle
altre funzioni della Corte di carattere giurisdizionale condenzioso. La Corte decide in Camer di Consiglio, e
qual’ora viene ammessa la costituzionalità del referendum, questi viene indetto dal P.d.R mentre se non
ammesso il procedimento verrà automaticamente bloccato.

ORGANI DI RILIEVO COSTITUZIONALE E AUTORITA’ INDIPENDENTI


Gli organi ausiliari, sono caratterizzati da una funzione di indipendenza dei loro membri e difatto godono di
particolari prerogative. Essi sono riportati nella III Sezione della Costituzione e inquadrati come organi di
rilevanza costituzionale disciplinati dalla legge ordinaria, che a diffenze degli altri organi di Stato una loro
assenza non influirebbe sulla funzione della Costituzione.
1)ORGANI DI RILIEVO COSTITUZIONALE
- CNEL (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro): è previsto dall’Art. 99 ed è un organo composto da
esperti dei settori produttivi, che ha funzione di consulenza per Parlamento e Governo in quanto riconoscuta la
sua iniziativa legislativa collabora nella legislazione economica e sociale. Più volte è stato ritenuto un ente
superfluo e si medita sulla sua soppressione.
- Consiglio di Stato: è l’organo di garanzia di giustizia all’interno dell’amministrazione previsto dall’Art. 100,
valutando di fatto l’attività amministrativa dal punto di vista della legittimità e del merito, in fine è cosiderato
l’organo giusdizionale di secondo grado a seguito dell’istituzione dei Tribunali amministrativi regionali
L.1034/1971
- Corte dei Conti: E’ il massimo organo di controllo dell’amministrazione pubblica e la suprema magistratura in
materia di contabilità pubblica. Secondo l’Art. 100 comma 2 esegue un controllo preventivo sugli atti del
Governo, esercita un controllo successivo sul Bilancio dello Stato, partecipa nei casi previsti dalla legge al
controllo della Gestione delle finanze degli enti fornite dallo Stato, riferisce alle Camere I relativi riscontri.
- Consiglio Supremo di Difesa : è un Comitato interministerialedi rilievo costituzionale, collegiale, con funzioni
consuntive e deliberative, che si occupa delle problematiche attinenti alla difesa della Nazione e
all’organizzazione delle attività militari.
2) AUTORITA’ AMMINISTRATIVE INDIPENDENTI
Sono enti pubblici dotati di indipendenza dagli organi costituzionali, che vigilano su determinati settori ritenuti
sensibili come le Telecomunicazioni e la concorrenza.
E’ composto da tecnici che non hanno alcuna appartenenza alla politica e gli vengono conferiti determinati
privilegi per poter svolgere il proprio ruolo (personalità giuridica, procedimento di nomina dei vertici, requisiti
per la nomina di vertice, autonomia finanziaria e contabile, libertà nell’assunzione e trattamento contrattuale
del personale)

LA MAGISTRATURA
La Giurisdizione è una delle 3 funzioni tipiche dello Stato, consiste nella fattispecie nell’appiclazione delle
norme stabilite dal potere legislativo.
1) TIPI DI GIURISDIZIONE
- Giurisdizione ordinaria: è esercitata dai Magistrati ordinari, per tutte quelle controversie non affidate ad
organi speciali, difatti agli stessi è riconosciuta autonomia e indipendenza dalla Costituzione che consente la
copertura dell’incarico a individui non impegnati in altri poteri componendo il Consiglio Superiore della
Magistratura. Essa si distingue in Giurisdizione Penale (predisposta alle norme penali che implicano una
sanzione penale come l’arresto, multa, reclusione, ammenda), Giurisdizione Civile (riguarda tutte quelle
materie che non rientrano nella Giurisdizione penale e amministrativa).
- Giurisdizione Speciale: riguarda alcune materie di interesse particolare come previsto dall’ordinamento, ne fa
parte anche la Giurisdizione amministrativa.
2) PRINCIPI COSTITUZIONALI IN MATERIA DI GIURISDIZIONE
- Principio di uguaglianza: L’Art. 3 specifica che qualsiasi cittadino è uguale dinnanzi la legge
indipendentemente dal sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizione economica e sociale,
obbligando gli organi ad esercitare il giudizio in modo equo.
- Diritto alla tutela Giurisdizionale: questo diritto è riconosciuto a tutti coloro che abitano il territorio
nazionale, anche non cittadini, come specificato dall’Art. 24 che permette a chiunque di agire in giudizio per la
tutela dei propri diritti e interessi legittimi, lo stesso per I non abbienti a cui devono essere forniti I mezzi per
difendersi (patrocinio a spese dello Stato).
- Diritto al Giudice naturale: secondo l’Art. 25 Nessuno può essere dissolto dal giudice naturale precostituito
dalla legge, nel dettaglio ogni individuo va giudicato secondo norme rigide e trasparenti da un giudice
prenominato, ciò per evitare abusi e favoritismi.
- La Soggezione dei Giudici soltanto alla legge: Il giudice può far riferimento solo ed esclusivamente alla legge
per svolgere Il suo lavoro
- Indipendenza della Magistratura: La magistratura è un organo indipendete dai poteri dello Stato ed è
rappresentato dal Consiglio sup. della Magistratura che sovraintende alle carriere dei Magistrati.
- Obbligo della motivazione per tutti I provvedimenti giurisdizionali: Secondo l’Art. 111 ogni sentenza,
ordinanza o decreto, deve essere motivato così il giudice incaricato può descrivere l’iter con cui si è giunti al
provvedimento finale. Gli unici provvedimenti esentati dall’essere motivato sono le scelte della P.A purchè gli
atti istruttori emergano con chiarezza.
- Principio di Inamovibilità del Giudice: è previsto dall’Art. 107 Cost. e consiste nel divieto di trasferimento,
dispensa dal servizio se non in seguito a decisione del Consiglio sup. della Magistratura con giusta motivazione,
tale inamovibilità è estesa anche al pubblico ministero. Con il D.L 16 sett 2008 n143 e con modifica L. 13 nov
2008 n.181 è stato modificato il criterio di trasferimento per garantire la funzionalità alle sedi giudiziarie con
carenza d’organico.
- Ricorribilità in Cassazione contro I Provvedimenti giudiziari in materia di libertà personale: Contro le
sentenze riguardanti la libertà personale provenienti sia da organi ordinari che speciali si può procedere con il
ricorso in Cassazione, mentre contro la Corte dei Conti il Consiglio di Stato, il ricorso è limitato ai soli motivi
di giurisdizione. E’ previsto dalla legge ordinaria nche il doppio grado di giudizio che la Costituzione non
riconosce ufficialmente ma neppure vieta.
- Il giusto Processo: La procedura del processo penale è regolata con l’integrazione di 5 commi con la L. cost.
23-11-99 n.2 in cui viene ribadita la riservatezza dell’informazione di garanzia, della quale l’indagato va
informato quanto prima e del diritto dello stesso di avvalersi di una difesa adeguata e anche di un interprete nel
caso non abbia conoscenza della lingua. L’art. 111 specifica I principi fondamentali del giusto processo
(terzietà e imparzialità del giudice, svolgimento del contraddittorio tra le parti, rispetto della parità tra accusa e
difesa, ragionevole durata del processo Art. 6 comma 1 e Art. 47 comma 2). L’Italia si è adeguata al trattto
sovranazionale con la L.24/03/01 n. 89 modificata in L. 7 ago 2012 n. 134 indroducendo il diritto di equa
ripartizione.
3) PUBBLICO MINISTERO
Il Pubblico Ministero svolge la funzione requirente, ovvero promuove l’azione penale non appena viene a
conoscenza del reato dando vita di fatto al processo penale, ha l’obbligo di esercitare l’azione penale Art. 114,
che può disporla direttamente alla polizia giudiziaria.
Questa figura è stata esclusa dal nuovo codice di procedura penale per garantirgli la giusta indipendenza.
Per l’accesso alla Magistratura è previsto un unico concorso, specificando come preferenza la funzione
requirente o giudicante. La L. 105/2005 ha istituito la nascita della Scuola Superiore della Magistratura
dedicata alla gestione del tirocinio e alla formazione delgi uditori giudiziari e ai corsi di aggiornamento dei
Magistrati. Tale legge conferisce anche alla Procura della Repubblica l’esclusiva titolarità dell’azione penale
che la stessa esercita attrerso I Magistrati.
4) CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA (CSM)
Il CSM ricopre una posizione di autonomia funzionale Art. 110 e autonomia organizzatoria Art. 104.
- Composizione: è un organo presieduto dal Presidente della Repubblica che lo supervisiona e composta da 3
membri di diritto ( il P.d.R, Pres.te della Corte di Cassazione, Procuratore Generale presso la Cassazione) 24
membri elettivi ( 16 eletti dai magistrati tra la loro categoria, 8 dal Parlamento in seduta comune tra
professionisti o professori in materia giuridica con 15 anni di esercizio forense). Il vice prrsidente è scelto tra I
membri del Parlamento.
- Attribuzioni: in virtù dell’autonomia viene disposta l’assoluta autonomia su assegnazioni,mutamenti di sede,
funzione, trasferimenti, provvedimenti disciplinari nei confronti dei Magistrati, designazione per la nomina di
Magistrati di Cassazione, nomina e revoca dei magistrati onorari (conciliatori) e dei giudici laici delle sezioni
specializzate dei tribunali, pareri al Ministero della Giustizia quando richiesti su disegni di legge riguardanti la
giustizia, nomina dei membri delle Commissioni per le assunzioni in magistratura.
- Rapporti tra CSM e Ministro della Giustizia: secondo l’Art. 110 considerate le competenze del CSM,
l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia spetta al Ministro della Giustizia che è
dunque titolare del potere di richiesta sulle attribuzioni del CSM inerenti I magistrati ma di cui non ne prende
decisione in quanto spetta sempre al CSM, potere di formulare osservazioni, potere di proposta, potere di
promuovere azioni disciplinari dinnanzi la sezione disciplinare del CSM, potere di intervento alle adunanze del
CSM ma senza interferire sulle delibere votazioni dello stesso.

ENTI TERRITORIALI
La Repubblica è suddivisa in 20 Regioni (5 a Statuto Speciale e 15 a Statuto ordinario), accanto a queste
troviamo le province, I comuni e le città metropolitane Art.111.
Tali enti pubblici territoriali sono: autarchici (operano in regime di diritto amministrativo), ad appartenenza
necessaria ( ne fanno parte tutti coloro che risiedono sul territorio di competenza e di conseguenza hanno
diritto alle relative elezioni amministrative), associative (composti da tutti coloro che risiedono sul territorio),
autonomi ( dotati di autonomia politica, amministrativa e finanziaria).
1) REGIONI ORDINARIE E REGIONI A STATUTO SPECIALE
Le Regioni Statuto Ordinario e Speciale sono regolamentate uniformemente nella Sezione V della Costituzione.
- Regioni a Statuto Speciale: l’Art. 116 comma 1 garantisce particolari condizioni di autonomia alle Regioni, ad
esempio in Italia sono presenti 5 Regioni a Statuto Speciale ( Sicilia, Sardegna, Trentino Alto-adige, Friuli
Venezia Giulia e Valle d’Aosta), per motivi di carettere etnico, politico ed economico come concordato
dall’Assemblea costituente. La differenziazione trova maggior rilievo però considerando che con gli Statuti
Regionali questa regola non trova molta efficacia e difatti nel tempo questa differenza tra le regioni si sta
attenuando, sopratutto per via del potere legislativo che trova una similare applicazione in entrambe le tipologie
di regioni. Gli Statuti Speciali ad ogni modo sono autorizzati dalla legge costituzionale e dunque gravano
sull’organizzazione costituzionale della propria realtà regionale.
- Regioni a Statuto ordinario: Art. 123 commi 1-3 Ogni Regione è dotata di uno Statuto, che in armonia con la
Costituzione, ne determina la forma di Governo, l’organizzazione e il funzionamento. Lo statuto è approvato e
modificato dal Consiglio regionale approvato a maggioranza assoluta a 2 delibere successive con un intervallo
non superiore ai 2 mesi. Lo Statuto regionale può essere sottoposto a Referendum previa richiesta del 51% degli
elettori o da 1/5 dei membri del Consiglio Regionale. Lo statuto sottoposto a Referendum non è promulgato se
non approvato dalla maggioranza dei voti validi. Con la L. 22-11-99 n.1 si è rafforzata ancora di più
l’autonomia delle Regioni.
2)AUTONOMIA LEGISLATIVA
- Ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni: Secondo quando previsto dall’Art. 117 modificato con L.
cost. 1/2012 è possibile dividerle in legislazione esclusiva dello Stato ( Art. 117 comma2 alle regioni non è
concessa la podestà legislativa su materie di immigrazione, moneta, difesa, forze armate, cittadinanza,
giurisdizione), legislazione concorrente tra Stato e Regioni ( Art. 117 comma3, materie in concorso tra I 2
organi tutela del lavoro e sicurezza, porti e aereoporti civili, trasporto e distribuzione dell’energia…),
legislazione residuale della Regione (Art. 117 comma 4, la Regione può esercitare la potestà legislativa su
quelle materie non oggetto dell’esclusività Statale e concorrenti.
- Controlli sulle leggi Regionali: Con la Riforma costituzionale n.3/2001 è stato abrogato il vecchio Art. 127 che
disciplinava il controllo sulle leggi regionali. Oggi tale compito è affidato alla Corte Costituzionale per quanto
riguarda la legislazione statale e la legislazione concorrente verificandone la conformità con la Costituzione.
3) L’AUTONOMIA REGOLAMENTARE E L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE
- Potestà regolamentare: è la facoltà delle Regioni di dettare una normativa a carattere prettamente interno che
come specificato dall’Art. 121 e 117 comma 6 difatti rende la Regione stessa titolare della potestà
regolamentare in materie di legislazione concorrente ad esse riservate, materie residuali di legislazione
esclusiva, nelle materie di competenza esclusivamente statale alle quali lo Stato abbia conferito potere
legislativo secondario alla Regione stessa.
- Controllo degli atti amministrativi regionali: Con l’abolizione della Commissione Statale di controllo,
attualmente non vi è un organo che vigila direttamente sugli atti amministrativi regionali, ma ogni singola
regione è tenuta nell’emetterli ad attenersi alla garanzia di presidio e sicurezza della Repubblica.
- Rapporti con le autonomie: l’Art 10 della L. cost. 131/2003 ha introdotto la figura del Rappresentante dello
Stato per il rapporto con le autonomie a cui sono attribuiti I compiti di raccordo tra Stato e Regioni, tale carica
è ricoperta dal Prefetto avente luogo nel Capoluogo di Regione.
4) AUTONOMIA FINANZIARIA
- Finanza ordinaria: Secondo l’Art. 119 Comuni, Province, Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia di
entrata, di spesa e di risorse autonome. Stabiliscono entrate e tributi in armonia con la Costituzione, secondo il
coordinamento della Finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni in base al
gettito erariale riferito al proprio territorio ( il tributo riscosso deve rimanere nell’ambito della comunità che lo
ha erogato)
Per quanto riguarda l’autonomia finanziaria degli Enti territoriali, con la L. cost. 20 aprile 2012 viene
introdotto il vincolo del pareggio di bilancio, vincolando automaticante anche essi sul giusto bilancio tra le
entrate e le uscite con possiblità di indebitamento solo in casi ritenuti eccezzionali e autorizzata dalla Camere.
Tutto ciò evidenzia una reale autonomia delle Regioni non solo sulla spesa ma a maggior ragione sul bilancio
ma che talvolta possono essere soggetti vincoli alle politiche di bilancio .
- Fondo Perequativo: Come stabilito dall’Art. 119 comma 3 è previsto il fondo perequativo senza vincoli di
destinazione per quelle realtà territoriali con una bassa capacità finanziaria, consentendo così a queste realtà
l’erogazione dei servizi in particolare quelli relativi ai diritti sociali.
- Finanza Straordinaria: è previsto dall’Art. 119 comma 5 e sono I fondi erogati dallo Stato a favore di
determinati degli enti territoriali su tutto il territorio nazionale per promuovere lo sviluppo economico e le
condizioni sociali. Le risorse erogate hanno un vincolo di destinazione, e per questo si differenziano dal fondo
Prerequativo.
- Il Patrimonio Regionale: l’ultimo comma dell’Art. 119 dichiara che ogni ente territoriale ha un proprio
patrimonio, discostandolo dunque dal vecchio riferimento che intendeva ogni bene riportato sul suolo regionale
come patrimonio della Regione stessa(demanio regionale).
5) FEDERLISMO FISCALE
Il Federalismo fiscale è l’organizzazione e la gestione delle risorse fiscali relativi agli enti territoriali.
Con la L. 5 maggio 2009 n42 il Governo si impegna entro 24 mesi ad emanare uno o più atti legislativi affinchè
sia applicato l’Art. 119 assicurando autonomia di entrata e di spesa agli enti territoriali, detta legge è volta ad
organizzare la finanza pubblica e il sistema tributario, a disciplinare l’istituzione e il funzionmento del fondo
perequtivo, l’utilizzazione delle risorse aggiuntive e l’attribuzione di un proprio territorio agli enti locali.
Negli anni il Federalismo è stato attuato con vari D.l che hanno regolato il federalismo demaniale D.lgs 22-05-
10 n85, Ordinamento Roma Capitale D.lgs 17-09-10 n156 e relative funzioni amministrative D.L 18 aprile 2012
n61, Fabbisogni di Comuni, Città metropolitane, Province D.Lgs 26-11-10 n.2016, Federalismo fiscale
municipale D.Lgs 14-03-11 n23, Fiscalità regionale e provinciale D.Lgs 6-05-11 n68, Risorse aggiuntive e
interventi speciali per la rimozione di squilibri economici e sociali D.Lgs 31-05-11 n88, Armonizzazione dei
sistemi contabili D. Lgs 23-06-11 n118, Meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni province e comuni
D.Lgs 6-09-11 n149.
6) ORGANI DELLA REGIONE
- Consiglio Regionale: è previsto dall’Art. 121 ed equivale alla Regione al Parlamento dello Stato, a cui
spettano le attribuzioni amministrative, ordinamento degli uffici e dei servizi regionali, l’istituzione degli enti
amministrativi dipendenti della Regione, esercita poteri di controllo politico sull’operato della Giunta e del
Presidente della Regione, approva il bilancio preventivo, lo storno dei fondi, il conto consuntivo, I piani
generali relativi alle opere pubbliche, organizza I servizi pubblici d’interesse della Regione e I relativi
finanziamenti.
- Giunta Regionale: è l’organo esecutivo della Regione, inizialmente formato su decisione del Consiglio
Regionale Art. 122 con la Revisione cost.le 1/1999 il compito spetta al Presidente di Giunta che ha libertà sulla
nomina e sulla revoca dell’incarico dei membri di Giunta. Tra le principali attribuzione vi è l’inizitiva politica,
l’iniziative legislativa e regolamentare, dirige l’attività degli uffici regionali, amministra il patrimonio
regionale, predispone il bilancio preventivo e il conto consuntivo, predispone I programmi di sviluppo regionale,
decide sui ricorsi di legittimità costituzionale e sui conflitti di attribuzione. In casi di urgenza può sostituirsi al
Consiglio salvo ratifica nella prima adunanza.
- Presidente della Regione: come previsto dall’Art. 122 e successiva revisione cost.le 1/1999 il Presidente della
Regione è eletto a suffragio universale e diretto salvo che lo Statuto regionale disponga diversamente. Il
Presidente rappresenta la Regione ed è titolare del potere proprio ed esclisivo, in oltre presiede la Giunta
Regionale di cui è Presidente, fissandone riunioni, ordine del giorno, coordina gli assessorati, ne controlla
l’operato e in alcune regioni è addirittura capo dell’amministrazione regionale con poteri diretti di Governo.
- Il controllo dello Stato sui soggetti: il controllo del Consiglio regionale previsto dall’Art. 126 è stato riscritto
completamente con la Revisione Cost.le 1/1999 prevendono uno scioglimento del Consiglio e in conseguenza
della Giunta per compimento di atti in contrasto con la Costituzione o gravi violazioni di legge, presenza di
questioni di sicurezza nazionale entrambi I casi previa deliberazione del Consiglio dei Ministri e sentita la
Commissione parlamentare bicamerale.
7) COORDINAMENTO DELLA ATTIVITA’ TRA STATO E REGIONI
L’Art. 188 comm 3 della Costituzione prevede delle forme di coordinamento tra lo Stato e le Regioni in materia
di immigrazione, sicurezza e ordine pubblico che sono intermente dei competenza statale.
I 2 organi collborano su queste tematiche attraverso le Conferenze permanenti (Comitato delle Regioni,
Rappresentanza permanente dell’Italia presso la UE, Conferenza Stato-Regioni, Comitato interministeriale per
gli affari comunitari europei) , la Commissione bicamerale per le questioni regionali, la Cabina di regia come
delineato dalla riforma L. cost. 3/2001.

8) LE REGIONI E L’ORDINAMENTO INTERNAZIONALE


Con il nuovo art. 117 comma 5 le Regioni, sono tenute ad attenersi ai trattati internazionali come da direttive
dello Stato, ma allo stesso tempo può, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti disciplinati dallo Stato, può
concludere accordi con Stati e con enti territoriali di altri Stati.
9)LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
Secondo l’Art. 117 comma 5 le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano partecipano attivamente alla
formazione degli atti normativi comunitari e l’attuazione ed esecuzione degli accordi internazionali e e degli atti
dell’Unione nel rispetto delle procedure imposte dallo Stato e nei limiti delle loro materie di competenza.
Detti enti territoriali vi partecipano, dunque, gia nella fase ascendente (iter proceduale che porta all’adozione
delle direttive europee, tramite la presenza di rappresentati degli enti attraverso le Conferenze permanenenti), e
nella fase discentente ( Il momento in cui si rende necessaria l’attuazione degli atti normativi UE nel nostro
Stato) che avviene attraverso le sessioni europee della conferenza permanente per i rapporti tra lo stato, le
regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano e di quella stato-città e autonomie locali (artt. 22 e 23 L.
234/2012), successivamente si ha la trasmissione del Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro per gli
affari esteri dei progetti di atti dell’UE alle Conferenze permanenti che li divulgheranno alle Giunte e Consigli
regionali.
Per quanto riguarda l’attuazione del diritto europeo, lo Stato le regioni e le province autonome sono obbligati
ad adottarli tempestivamente e in particolare alle Regioni e province che provvedono al recepimento delle
direttive europee Art. 40 L.234/2012.
E’ facoltà delle Regioni Art. 5 L.131/2003 richiedere al Governo di proporre Il ricorso alla Corte di Giustizia
contro quegli atti dell’UE ritenuti illegittimi secondo la procedura Art. 236 TFUE.
10) POTERE SOSTITUTIVO
Come previsto dall’Art 120 comma 2, la Costituzione prevede e disciplina un potere sostitutivo il capo allo
Stato, in particolare al Governo, nei confronti degli enti territoriali nei casi di mancato rispetto delle norme, dei
trattati internazionali, pericolo di incolumità alla pubblica sicurezza. Per quanto riguarda la procedura di
attuazione di tale diritto è regolamentata dlla L. 131/2003 il cui art. 8 prevede che il Presidente del Consiglio su
richiesta del Ministro in materia o delle Regioni o di altro ente locale, assegni un tempo limite per adottare
prevvedimenti necessari.Una volta scaduto il Consiglio dei Ministri sentito l’organo interessato e su proposta
del Ministro competente in materia o del Presidente del Consiglio adotta I provvedimenti necessari ( Alla
riunione vi parecipano anche il Presidente della Regione interessata). Il provvedimento può concretizzarsi con
l’emissione di un atto normativo o con la nomina di un commissario ad acta ( Funzionario pubblico che
esercita potere di vigilanza sull’organo interessato).
Nei casi in cui l’applicazione del potere sostitutivo non sia applicabile, il Presidente del Consiglio dei Ministri
su proposta del Ministro competente o della Regione interessata adotta direttamente I provvedimenti necessari
che vengono comunicati alla Conferenza Stato-Regioni o alla Conferenza Stato-Città. Tali provvementi possono
essere riesaminati come previsto dal Art. 8 comma 4 L 131/2003.
- Altre ipotesi di Potere Sostitutivo: nel caso di inadempimento di un ente territoriale, la Corte costituzionale
prevede che la legge regionale, nelle materie di propria competenza, può disciplinare l’esercizio delle funzioni
amministrative di competenza dei Comuni o altri enti locali per salvaguardare interessi unitari messi a
repentaglio dall’inerzia o inadempimento da parte dell’organo incriminato. Nei casi di esigenze unitarie della
Repubblica, lo Stato può attirare su di se le funzioni amministrative e normative come previsto nell’Art. 118.
11) LE AUTONOMIE LOCALI NELLA COSTITUZIONE
L’Art 5 della Costituzione sancisce l’indivisibilità della Repubblica ma allo stesso tempo prevede il
decentramento dei poteri e la promozione e il riconoscimento degli enti locali. Nello specifico l’Art 114 con
successiva modicica L.cost. 18-10-01 n.3 afferma che la Repubblica è composta da Regioni, Province, Comuni ,
Città metropolitane, ognuna dotata di un proprio statuto, potere e funzione entro I limiti del rispetto della
Costituzione.
Ordina In elenco anche il comune come ente più vicino al cittadino e man mano gli altri, conferendo le funzioni
secondo il principio di sussidiarietà (se un ente inferiore riesce a ottemperare ai suoi compiti l’ente superiore
non interviene), per differenziazione ( allocazione delle funzioni in base alle caratteristiche strutturali,
organizzative, demografiche, associative dei diversi enti), e per adeguatezza ( attribuzione delle funzioni
all’ente più idoneo a svolgerle).
12) IL RIORDINO DELLE AUTONOMIE LOCALI NELL’AMBITO DELLA LEGISLAZIONE
ORDINARIA
Un’importante regolamentazione del decentramento delle funzioni e del potenziamento delle amministrazioni
locali si è avuto con la L. 142/1990, successivamente con la legge Bassanini con il D. Lgs 18-8-2000 n267 e in
fine con la Legge Delrio che ha regolamentato le disposizioni delle Città Metropolitane e sulle fusioni di
Comuni e Province, nell’ottica di riorganizzare le stesse Province e promuovere le forme associative quali
l’Unione dei Comuni.
13) LA POTESTA’ STATUTARIA E REGOLAMENTARE DEGLI ENTI TERRITORIALI
Come previsto dall’Art. 114 gli enti locali possono dotarsi di un proprio Statuto, in particolare la Legge
Laloggia che ha attuato la riforma cost.le del 2001 prevede dei limiti nell’applicazione della potestà statutaria
di tali enti nel rispetto delle gerarchie di organizzazione politica, delle leggi statali disciplinanti la legislazione
elettorale, degli organi di Governo e nelle funzioni degli enti stessi, prevedendo il rispetto di determinati
parametri, ma consentendo però D. Lgsl 267/2000 il rispetto delle attribuzioni degli organi, dei criteri generali
in materia di organizzazione dell’ente, delle collaborazioni tra Comuni e Province, delle garanzie di
partecipazione delle minoranze, dell’accesso alle informazioni e ai processi da parte dei cittadini, esercizio
della rappresentanza legale dell’ente, anche in giudizio, delle norme per assicurare partità di sesso e in fine il
riconoscimento dell’ente tramite stemma e gonfalone.
In fine l’Art 117 comma 2 riconosce a tali enti la potestà regolamentare nell’organizzazione e nell’ordine delle
attività a loro attribuite.
14) RICONOSCIMENTO DELL’AUTONOMIA FINANZIARIA
Gli enti locali sono dotati di autonomia finanziaria nell’ambito dei propri Statuti e regolamenti nel rispetto delle
leggi di coordinamento della finanza pubblica D. Lgs 267/2000 e successiva modifica Art. 114 dalla L. cost.
3/2001 che ha introdotto tale principio a livello costituzionale riconoscendo agli enti autonomia finanziaria di
entrata e di spesa. Con la L. cost 20-4-2012 n.1 sono stati modificati I principi gia presenti e uniformati alle
direttive UE in materia di equilibrio dei bilanci e all’osservanza di particolari vincoli.
15) IL COMUNE
Il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità di cui ne cur interessi e sviluppo Art 3 comma 2
D. lgs 267/2000, è costituito dal territorio ( parte del territorio nazionale dove esercita la sua potestà), la
popolazione ( persone fisiche che hanno la dimora abituale sul territorio), il patrimonio (rappresentto dai
complessi economici e dei beni del Comune).
Il Comune può essere soggetto a fusione con altri o a modifica delle circostrizioni o denominazioni come
previsto dall’articolo 133 comma 2, ma in primo luogo è obbligatoria una riserva di legge regionale, in oltre è
obblicatoria una consultazione delle popolazioni interessate.
In fine è possibile anche che un Comune abbandoni una Regione per un’altra come previsto dalla L. cost.
3/2001 che ha modificato l’art 132.
- Funzioni: l’rt. 118 definisce la sussidiarietà del Comune definendolo l’organo più vicino ai cittadini ed è
distinguibile in funzioni proprie (utilizzazione del territorio, servizi alla persona e alla comunità, sviluppo
economico ) e funzioni conferite dalla legge ( funzioni a cura esclusiva dello Stato o della Regione ma che
vengono delegate al Comune come I servizi elettorali, servizi di stato civile, servizi di anagrafe, leva militare,
servizi di statistica).
Con una serie di modifiche tra cui il Decreto sulla Spending review si è provveduti ad inquadrare delle funzioni
fondamentali a cui I comuni sono obbligati ad esercitare ( amministrazione generale, finanziaria, contabile e
controllo, organizzazione dei servizi pubblici comunali, catasto, pianificazione urbanistica, protezione civile e
primo soccorso, sistema dei servizi sociali ed erogazione ai cittadini, edilizia scolastica nei limiti delle
competenze concesse dalle Province ed erogazione del servizio scolastico, pulizia municipale e polizia
amministrativa locale, tenuta dei registri di stato civile e di popolazione, servizi anagrafici, servizi elettorali,
servizi statistici).
16) ORGANI DEL COMUNE
- Consiglio comunale: è l’organo rappresentativo di controllo e indirizzo amministrativo competente sugli atti
emessi dall’ente
- Giunta comunale: è l’organo esecutivo dell’ente locale ed è composta dal Sindaco, che la presiede, da un
numero di assessori massimo di 1/3 del numero di consiglieri comunali (tot. max 12 membri), è nominata dal
Sindaco e resta in carico per 5 anni fino alla fine del mandato di quest’ultimo.
- Il Sindaco: è l’organo monocratico dell’ente ed ha sia capo dell’amministrazione comunale, sia ufficiale di
Governo e viene eletto ogni 5 anni dai cittadini a suffragio universale ed è ricandidabile (max 2 volte
consecutivamente o più di 2 nel caso in cui il suo mandato sia stato inferiore 2 anni). Ha il compito di
rappresentare l’ente, convocare e presiedere la Giunta e il Consiglio quando non è previsto il Presidente,
sovrintendere il funzionamento dei servizi, degli uffici, delle funzioni statali, regionali attribuite e delegate al
Comune, provvedere alla nomina, designazione ed eventuale revoca dei rappresentanti del comune in seno
all’ente, nominare I responsabili di servizi ed uffici, esercizio di altre funzioni specifiche attribuite dalle leggi.
Oltre che con la fine del mandato, il Sindaco può abbandonare la carica per impedimento permanente,
rimozione, decadenza, decesso, dimissioni e per mozione di sfiducia approvata dal Consiglio.
In questi casi per la guida viene eletto un Commissario.
17) LA PROVINCIA
La Province è quell’ente territoriale intermedio tra il Comune e la Regione che ha il compito di promuovere e
sviluppare la comunità del territorio rappresentato. Con la L. 7-4-2014 ‘’Legge Delrio’’ vi è stata una
riorganizzazione delle province a cui tutte le province sono vincolate, definendoli enti di vasta area, ad
esclusione di quelle autonome di Trento e Bolzano e la Regione Valle d’Aosta.
La L. 56/2014 in oltre riconosce ad esse una forma particolare di autonomia nelle materie di legislazione
concorrente e residuale.
- Funzioni: ai sensi dell’Art. 118 e come livellato con la L. cost. 3/2001 alla province spetta il compito di
svolgere quei compiti non attribuiti ai comuni tra funzioni proprie e funzioni conferite dalla legge D. lgs
267/2000 e successiva modifica L.56/2014. Le funzioni fondamentali sono coordinamento dello sviluppo del
territorio provinciale e salvaguardia dell’ambiente, pianificazione dei trasporti e gestione dei collegamenti
provinciali strade comprese, programmazione scolastica in base alle disposizioni regionali, raccolt dati,
assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, gestione edilizia scolastica, promozione pari opportunità e
tutela del lavoro. Le province a territorio prettamente montano oppure confinanti con Pesi stranieri, hanno
ulteriori compiti obbligatori come la cura e lo sviluppo del territorio in base alla sua conformazione, cura delle
relazioni istituzionali con altri Province, Regioni e province di paesi esteri confinanti anche tramite accordi e
convenzioni. A seguito di accordi con I comuni, le province possono predisporre le gare d’appalto, monitorare I
contratti di servizio, organizzare I concorsi e le procedure preselettive.
18) GLI ORGANI DELLA PROVINCIA
Secondo la L.56/2014 sono organi provinciali di governo:
- Presidente della Provincia: rappresenta l’ente e convoca e presiede il Consiglio e l’Assemblea. E’ eletto dai
Sindaci e di consiglieri comunali, e resta in carica 4 anni o decade eventualemente insieme alla carica di
Sindaco.
- Consiglio Provinciale: è l’organo di indirizzo e di controllo, resta in carica 2 anni e ne fa parte anche il
Presidente della Provincia. E’ eletto dai Sindaci e consiglieri della provincia e l’eventuale decaduta
dell’incarico di consigliere comunale fa decadere anche quella da consigliere provinciale.
- Assemblea dei Sindaci: ha poteri propositivi ed è composta dai Sindaci dei comuni della provincia. Accoglie o
respinge lo Statuto proposto dal Consiglio con obbligo ei voti pari ad almeno 1/3 dei Comuni compresi nella
provincia.
N.b: La L. 56/2014 tra le altre modifiche ha abolito la Giunta provinciale.
n.b: Per questi incarichi non è previsto alcun compenso.
19) LA CITTA’ METROPOLITANA
Istituite con la L. 46/2014 e ai sensi dell’Art. 114 e come riformulato dalla L. cost. 3/2011, le Città
metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Roma Capitale, Napoli, Reggio
Calabria) sono dotate di un proprio statuto, potere e funzioni e come specificato dall’Art. 23 D. lgs 267/2000
può essere costituito da un’area interna all’Area metropolitana (Art. 22), dal Comune capoluogo o dagli altri
comuni che condividuono con lo stesso I confini territoriali e rapporti economici, servizi essenziali, caratteri
ambientali, relazioni sociali e culturali. Successivamente è stato esteso lo Status di Città metropolitana anche a
Messina, Catania, Palermo e Cagliari. Come definito dalla stessa legge 56/2014 le finalità di tale la cura delle
relazioni istituzionali ed ha delle funzioni fondamentali proprie ( adozione e attuazione piano strategico
triennale del territorio metropolitano, cura e sviluppo del territorio metropolitano, gestione dei servizi pubblici,
mobilità e viabilità, promozione e coordinamento dello sviluppo sociale ed economico, promozione dei servizi
digitali e sistemi di informazione sul territorio). In fine altre funzioni possono essergli assegnate dallo Stato o
dalle Regioni su delega.
20) ORGANI DELLA CITTA’ METROPOLITANA
- Sindaco metropolitano: è l’organo responsabile dell’amministrazione dell’ente ed è ricoperto dal Sindaco
della città capoluogo.
- Consiglio metropolitano: è l’organo di indirizzo e controllo dell’ente ed è composto dl Sindaco metropolitano,
dai Sindaci rientranti nell’Area metropolitana e dai consiglieri eletti dai sindaci e consiglieri delle città
comprese e varia in base al numero di abitanti.
- Conferenza metropolitana: è composta dal Sindaco metropolitano e dai Sindaci delle città comprese nell’area
ed ha poteri propositivi e consultivi. Ha il potere di accogliere o respingere lo Statuto proposto dal Consiglio.
n.b. Per tutti gli incarichi della città metropolitana non è previsto alcun compenso
21) ROMA CAPITALE
La L. 49/2004 conferisce all’ente di Roma Capitale (istituita Art. 114 riformata L. cost. 3/2001) una speciale
autonomia statutaria, amministrativa, finanziaria, nei limiti stabiliti dalla Costituzione. Le sue funzioni, oltre
quelle attribuite al Comune di Roma, sono di natura amministrativa come la valorizzazione dei beni storici,
artistici, ambientali, fluviali in accordo con I Ministeri, sviluppo economico e sociale, sviluppo urbano e
pianificazione territoriale, edilizia pubblica e privata, organizzazione e funzionamento dei servizi urbani
(trasporto e mobilità), protezione civile in concorso con la Regione Lazio e Consiglio dei Ministri, ulteriori
funzioni delegate dalla Regione o dallo Stato ai sensi dell’Art. 118 comma2.
Il D. lgs 17-9-10 n. 156 regolamenta l’ordinamento e disciplina gli organi di governo di Roma Capitale, difatti
prevede un organo consiliare chiamato Assemblea capitolina che svolge funzioni di indirizzo e di controllo
politico-amministrativo, al quale spettano determinate funzioni, nonchè l’emanazione dello Statuto difatti il 13
marzo 2013 l’Assemblea ha approvato lo Statuto di Roma Capitale.
Il responsabile dell’organizzazione Roma Capitale è in ogni caso il Sindaco della città che esercita le funzioni
attribuitegli dalla legge ed è il rappresentante dello Stato e ufficiale di Governo. Un altro organo che
caratterizza l’ordinamento è la Giunta che è presieduta dal Sindaco e dagli assessori in un numero massimo
pari a ¼ dei consiglieri comunali.
Nella L.56/2014 vi è anche un particolare riferimento alla disciplina dei rapporti tra Roma Capitle, il Comune
di Roma e gli altri comuni, considerando la presenza delle strutture istituzionali statali, internazionali e
religiose, presenti all’interno del suolo comunale.
22) CONTROLLI SUGLI ORGANI DI COMUNI E PROVINCE
- Scoglimento del Consiglio comunale e provinciale: come previsto dall’Art. 141 T.U.E.L lo scoglimento può
avvenire quando il Consiglio compia atti contrari alla Costituzione, violazioni della legge, per gravi motivi di
ordine pubblico, quando non può eesere garantito il normale svolgimento delle proprie funzioni ( a seguito di
dimissioni, impedimento, rimozione, decandenza e decesso del Sindaco o del Presidente della Provincia,
cessazione della carica o dimissioni della metà più uno dei membri non contando il Sindaco o Il Presidente,
riduzione dell’organo assembleare), mancata approvazione del bilancio nei termini di legge, mancanza degli
strumenti urbanistici adeguati e mancata adozione degli stessi nei 18 mesi successivi alla data di elezione degli
organi per I Comuni al disopra dei mille abitanti, accertata infiltrazione mafiosa, mozione di sfiducia nel
Sindaco o Presidente della Provincia, omissione della deliberazione di dissesto finanziario D. lgs 149/2011,
ipotesi connesse al controllo degli equilibri finanziari.
Lo scoglimento indossa la veste formale di Decreto del P.d.R su proposta del Ministro dell’interno, che
relaziona I motivi di scoglimento del Consiglio. L’adizione del decreto di scoglimento viene successivamente
pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, e si provviene alla gestione commissariale del Comune o della Provincia
tranne nei casi di infiltrazione mafiosa quando viene nominata una commissione straordinaria.
- Sospensione del Consiglio comunale e provinciale: la sospensione avviene a seguito dell’inizio dell’iter di
scoglimento del Consiglio e viene attivata dal Prefetto a seguito della segnalazione e della motivazione di
scoglimento da parte del Ministero, o per motivi di grave e urgente necessità o per infiltrazione mafiosa L. 15-
7-2009, n. 94 ( concreti collegamenti tra l’ente o suoi membri con le organizzazioni criminali tali da
compromettere le attività dell’ente stesso e di metterne in dubbio la condotta morale, in questi casi
l’accertamento è affidato a prefetto che è coadiuvato da una Commissione d’indagine e termina con una
relazione prefettizia che viene posta al Ministro dell’interno che la gira al P.d.R che provvederà a definire lo
scoglimento del Consiglio entro 3 mesi e viene nominata una Commissione straordinaria per guidare l’ente).
Non può durare più di 90 gg e per la provvisoria amministrazione dell’ente viene nominato un Commissario
prefettizio dal Prefetto.
- Rimozione o sospensione degli amministratori locali: Il Sindaco, il Presidente della Provincia, i Presidenti dei
consorzi e delle Comunità montane, i componenti dei Consigli e delle Giunte e i Presidenti dei Consigli
circoscrizionali, possono essere rimossi con decreto del Ministro dell’interno quando compono atti contrari alla
Costituzione, per gravi violazioni alla legge, per gravi motivi di ordine pubblico. In attesa del decreto di
rimozione, il Prefetto dispone la sospensione all’amministratore posto sotto provvedimento che verrà sostituito
da un supplente che decade con la cessazione della sospensione.

I DIRITTI E I DOVERI DEI CITTADINI


La Costituzione italiana, oltre che alle norme di organizzazione degli organi statali, contiene una moltitudine di
articoli dedicati ai diritti individuali, e in particolare si fa riferimento ai primi 54 articoli di essa ( Art.li 1/12
principi fondamentali, Art. 13/54 Prima parte in particolare art.li 13/28 rapporti civili, Art.29/34 etico-sociali,
Art. 35/47 economici, Art. 48/54 politici).
1) PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
- Principio di uguaglinza formale: nella Costituzione italiana il principio di uguaglianza è riportato nell’Art. 3
comma 1 che difatti ribadische che tutti I cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti la legge
senza differenze di sesso, lingua, razza, religione, opinioni politiche, e condizioni personali e sociali.
- Uguaglianza Sostanziale: Art. 3 comma 2 in cui si attribuisce allo Stato il compito di rimuove eventuali
ostacoli di ordine sociale ed economiche che andrebbero a limitare la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e
vincola lo Stato stesso e I suoi organi, all’imparzialità in ambito legislativo, amministrativa e giudiziaria (Art.li
97 e 110). Tali articoli risultano violati quando vi sono discriminazioni o quando a due individui viene riservto
un trattamento giuridico diverso.
2) APPLICAZIONE CONCRETA DEL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
- Uguaglianza dei sessi: trova ancora oggi difficoltà nella sua applicazione seppur regolamentata più volte sia
nellaCostituzione (Art. 48 diritto di voto alle donne, Art. 29 uguaglianza morale e giuridica dei coniugi) sia con
leggi (diritto alla famiglia 1975) e ulteriori decreti ( D. lgs 11-04-2008 n 198 codice pari opportunità tra uomo
e donna e successiva modifica D. lgs 25-01-2010 n 5). In fine per qunto riguarda la partecipazione politica
attiva è prevista negli art.li 51 e 117 comma 7 modificati con legge cost. 3/2001 e 1/2003.
- Uguagliaza senza distinzione di razza o lingua: sul territorio vige il divieto di distinzione in base alla lingua
Art. 3 e alloglotte Art. 6 ( minoranze linguistiche diffuse su un territorio come ad esempio Vlle d’Aosta, Friuli,
Trentino A.A.) che difatti oltre a non essere discriminati, vanno tutelati come confermato anche negli Statuti
speciali di dette regioni. In fine, proprio in virtù dei principi di pari trattamento indifferendemente dalla razza o
dalla lingua con D. lgs 9 luglio 2003 n.15 e modificato con D. lgs 1 sett 2011 n.150, è stato istituito presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, il dipartimento per le pari opportunità del registro delle associazioni che
affrontano dette tematiche.
- Uguaglianza religiosa: l’Art. 8 comma 1 ribadisce il principio di laicità dello Stato, garantendo la libertà di
religione ad ogni individuo. I rapporti con la Chiesa sono regolamentati dall’Art. 7 e dai trattati internazionali
(Concordato) ribadendo la sovranità dello stesso, mentre per le altre religioni, viene concesso un proprio
statuto che in ogni caso ha l’obbligo di non violare la Costituzione.
- Uguaglianza di opinione politica e condizioni personali e sociali: detti concetti sono riportati negli Art.li 3 e
22 in cui viene ribadito che nessuno può essere privato per motivi politici della capicità d’agire, della
cittadinanza, del nome. In principio questi articoli vengono concepiti per vietare allo Stato dette discriminazioni
riferito al periodo fascista, quando questo fenomeno purtroppo era totalmente diffuso. Questo principio trovava
unica eccezione per quanto riguarda I Savoia ai quali era vietato l’ingresso sul territorio italiano,
successivamente abrogata con L. cost. 1/2002. Alla pari vi sono anche il divieto di discrinazione in base alle
condizioni personali e sociali.
3) I DIRITTI INVIOLABILI DELL’UOMO
L’Art. 2 della Costituzione ribadisce nella prima parte che la Repubblica riconosce e garantisce I diritti
inviolbili dell’uomo, sia come singolo (nome, onore, libertà di pensiero), sia come membro di formazioni sociali
(diritto di associazione, di riunione, l’insieme delle attività associative di natura politica, sportiva, culturali…),
mentre, nell’Art, 3 riconosce all persona umana il diritto di partecipazione alla vita sociale, politica ed
economica del paese.
I diritti inviolabili sono finalizzati allo sviluppo della persona e sono definiti indisponibili e intrasmissibili (non
suscettibili), irrinunciabili (non rinunciabili da parte del titolare), imprescrittibili ( non decadono nel tempo).
- Tutela Costituzionale: la violazione dei diritti caratterizza un’illeggittimità costituzionale, che può essere fatta
valere dinnanzi la Corte Costituzionale. I cittadini sono tutelati attraverso le garanzie giurisdizionali (diritto di
agire in giudizio in difesa della propria posizione oggettiva, si divide in diritti soggettivi tutelati dinnanzi la
giurisdizione ordinaria, interessi legittimi tutelati con ricorso alle autorità amministrative), garanzie di natura
non giurisdizionale ( riguardano il sistema aggravato della revisione costituzionale, le convenzioni
internazionali in materia di diritti dell’uomo, il diritto di resistenza dei cittadini nei confronti degli atti
illegittimi della P.A.).
- Tutela Internazionale: I diritti inviolabili dell’uomo trovano grossa considerazione anche dalle istituzioni
internazionali, a partire già dal dopo guerra con numerosi atti e convenzioni in merito. L’ONU ha mostrato
molto interesse per tale argomento gia nel 1948 con la Dichiarazione internazione dei diritti dell’uomo
( approvata il 10 dicembre 1948, riconosce a qualsiasi individuo I diritti fondamentali indipendentemente dal
suo status, rappresentato la base per tutti gli atti successivi come l’istituzione della Corte penale internazionale
incaricata a proniciarsi sui reati in materia di crimini di guerra). Un ruolo determinante ha avuto anche il
Consiglio d’Europa istituendo la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali ( CEDU, Roma 4 nov 1950, in Italia ratificata con L. 4 ago 55 n. 848, elenco dei diritti
fondamentali che ogni Stato è tenuto a rispettare, diritto alla vita Art.2, divieto di tortura Art. 3, diritto alla
libertà e alla sicurezza della persona Art. 5, libertà di pensiero, di coscienza e di religione Art. 9 …. Il rispetto
della convenzione è posto sotto il controllo della Corte europea dei diritti umani).
In fine un’ulteriore passo è stato fatto con l’elaborazione della Carta dei diritti fondamentali dell’UE (Nizza 7
dic 2000, reso vincolante e attribuitogli valore giuridico nel successivo Trattato di Lisbona).
4) I DOVERI INDEROGABILI
Come riportato dall’Art. 2 a fianco ai diritti dell’individuo vi sono I doveri inderogabili, ovvero quei doveri s
cui nessun soggetto può sottrarsi di natura politica, economica e sociale.
Suddetti doveri sono riportati negli Art.li 52 sacro dovere di difendere al Patria ( imposizione dell’obbligo
militare poi abrogato con L. 8 luglio 1998 n 230 che ha introdotto un servizio civile sostitutivo e riconoscendo
l’obiezione di coscienza come diritto dell’individuo contrario all’uso delle armi impegnandosi dell’attività
socialmente utile, L. 14 nov 2000 n. 331 introduzione del servizio militare professionale e rimozione totale di
quello obbligatorio e istituendo il servizio civile nazionale al posto di quello sostitutivo con L. 6 marzo 2001 n.
64 e in fine D. lgs 15 marzo 2010 n.66 che ha riconfermato e regolamentato il tutto con il Codice
dell’ordinamento militare), Art. 53 obbligo di concorso alle spese dello Stato (pagamento tasse in funzione dell
propria capacità contributiva), Art. 54 dovere di fedeltà ( essere fedeli alla Repubblica e di osservare la
Costituzione e le leggi).
5)LE GENERAZIONI DI DIRITTI
I diritti e le libertà di possono catalogare in funzione del periodo storico di adozione e all’evoluzione della
società in varie categorie.
- Libertà e diritti di prima generazione: comprendono la libertà individuale, la libertà politica ( partecipazione
al Governo e gli uffici), diritto alla vita e all’integrità fisica, libertà di pensiero, libertà di religione, di
espressione, di stampa, di associazione, di partecipazione politica, all’elettorato passivo e attivo.
- Libertà e diritti di seconda generazione: diritti economici, sociali, culturali, diritto ad un lavoro equamente
retribuito e tutelato, al riposo e allo svago, alla casa, al tenore di vita sufficiente a grantire il benessere proprio
e della propria famiglia, all’istruzione, alla partecipazione alla vita culturale della propria comunità.
NUOVI DIRITTI
- Libertà e diritti di terza generazione o di solidarietà: diritto alla pace, all’ambiente, allo sviluppo,
autodeterminazione dei popoli
- Libertà e diritti di quarta generazione: in fase di riconoscimento relativo al campo delle manipolazioni
genetiche e bioetica, nuove tecnologie e comunicazione, diritti degli animali, identità sessualemente
6) DIRITTI DELLA PERSONALITA’
Parlando di diritti della personalità si fa riferimento alle situazioni giuridiche individuali e che vengono tutelate
dalla legge e dalla Costituzione assicurando la propria personalità, il proprio decoro, la propria immagine,
godere il rispetto degli altri e si riferisce indistintamente dalla cittadinanza.
- Diritto alla vita e all’integrità fisica: Art. 27 diritto alla vita, divieto della pena di morte, la vita al di sopra
della potestà punitiva dello Stato.
- Diritto all’integrità morale: il complesso delle prerogative che caratterizzano la personalità (il decoro,
l’onore, il prestigio, la reputazione)
- Diritto all’immagine: Art. 10 cod. civ. Diritto di impedire a terzi dell’abuso della propria immagine, diritto
all’identità personale
- Diritto al nome: Art. 22 cost. e varie norme del cod. civ., esclusività del nome e dello pseunonimo qual’ora
assuma la stess importanza del nome
- Diritto alla riservatezza: diritto all’intimità della vita privata, salvaguardata dalla curiosità altrui. Detto
diritto può andare spesso in contrasto con il diritto alla manifestazione del libero pensiero come ad esempio il
diritto alla cronaca, ragion per cui non bisogna oltrepassare il limite dell’informazione in maniera tale che non
caratterizzi un linguaggio offensivo o invadente.
7) I DIRITTI INVIOLABILI
- La libertà personale: è il presupposto logico e giuridico indicato dalla Costituzione inteso come libertà fisica e
morale, con l’Art. 13 cost. comma 1 si fa riferimento a come la libertà personale sia inviolabile, Art. 23 cost.
indica come qualsiasi prestazione personale sia soggetta esclusivamente alla legge e non può essere imposta da
terzi, può essere limitata solo dall’Autorità giudiziaria nei casi e modi previsti dalla legge per finalità di
sicurezza. A tutela della libertà personale l’art 7 del D.L. 23 feb n11 convertito in L. 23 apr 2009 n. 38 ha
introdotto nel codice penale l’Art. 612 bis che prevede la condanna per atti persecutori ‘’stalking’’ coloro che
minacciano, perseguitano e minano la tranquillita di un altro individuo legato ad esso da un legame affettivo,
cambiandone drasticamente stile di vita e procurando uno stato di agitazione allo stesso o a suoi congiunti.
Purtroppo in passato determinati episodi hanno avuto drammatici risvolti come il femminicidio per cui il
Governo ha provveduto ad inasprire le pene per tali reati con D.L 14-08-2013 n.93 convertito in L. 15-10-13 n.
119.
- Libertà di domicilio: rappresenta la libertà spaziale della persona, ed è regolamenta dall’Art. 14 comma 1
cost. riconosciuta a chiunque indipendetemente dalla cittadinanza ed implica la libertà di scegliere il proprio
domicilio, svolgere al suo interno qualsiasi attività lecita, il diritto di impedire a terzi di accedervi se non nei
termini previsti dalla legge se non per accertare motivi di sicurezza pubblica e di sanità o per fini economici e
fiscali che difatti prevedono un iter più snello che avviene tramite deroga per interessi costituzionalmente
protetti. E’ inteso domicilio anche il luogo dove avvengono gli affari di persone fisiche e giuridiche.
- La libertà e la segretezza della corrispondenza: l’Art. 15 tutela la libertà d’espressione e della segretezza della
corrispondenza (epistolare, telegrafica e telefonica) e di ogni altra forma di comunicazione ( es. Radio private),
che può essere limitata a cura dell’Autorità giudiziaria solo nei casi previsti dalla legge.
La disciplina di trattamento dei dati personali è stata regolamentata con D. Lgs 30 giu 2003 n.196 che prevede
la raccolta, la registrazione, la codifica, la selezione, l’estrazione, l’utilizzo, l’interconnessione la
comunicazione, il blocco se richiesto fino alla cancellazione dei dati. Tutto ciò è possibile quando la persona
fisica o giuridica autorizzi tali operazioni che richiede e sottoscrive al Titolare del Trattamento. Il controllo del
rispetto di tale disciplina è affidato al Garante per la protezione dei dati.
8) LA LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE E SOGGIORNO
La libertà di circolazione è soggiorno è tutelata dall’Art. 16 che difatti afferma che ogni cittadino è libero di
stabilire la sua residenza, di entrare, uscire e rientrare sul territorio nazionale (libertà di espatrio con l’obbligo
dell’utilizzo del passaporto verso Stati extraeuropei) e può circolare liberamente sul territorio nazionale, salvo
in casi di emergenza sanitaria e per motivi di sicurezza, ma non per ragioni politiche o su obbligo delle Regioni
( ex Art. 20 le Regioni non possono vietare la libera circolazione all’interno del proprio territorio in entrata o
uscita). Una limitazione alla libera circolazione è rappresentata dal soggiorno obbligatorio, ad opera
dell’Autorità giudiziaria, che obbliga determinate categorie alla permanenza in un determinato comune data la
presunta pericolosità del soggetto per la pubblica sicurezza. L. 27-12-56 n.1423
9)LA LIBERTA’ DI RIUNIONE
E’ consentita ai soli cittadini come previsto dall’Art. 17, che prevede difatto la possibilità di riunirsi in un
determinato luogo indipendentemente dalle ragioni (religiose, politiche, sportive….) in forma rigorosamente
pacifica e senza armi.Le riunioni possono assumere forme di assembramento (riunione non concordate e frutto
della casualità), e dimostrazione (hanno luogo per scopi politici o civili), in oltre, in base al luogo dove si
svolgono sono private ( quando si svolgono in luoghi privati), aperte al pubblico ( si svolgono in luoghi privati
ma vi si accede a particolari prescrizioni ad esempio per il cinema I biglietti), pubbliche ( libero accesso per
tutti ma da effettuare previo preavviso alle autorità di polizia).
10) LA LIBERTA’ DI ASSOCIAZIONE
E’ riconosciuta dall’Art. 18 comma 1 che difatti sancisce la libertà con cui un soggetto può associarsi
liberamente e senza giustificazione purchè rispettando la legge ed è inoltre interpretata come una libertà
strumentale e fondamentale atta a sviluppare la persona umana, la vita economica, politica e sociale del paese.
L’associazione è caratterizzata da una stabile organizzazione, l’esistenza di un vincolo con gli associati,
l’esitenza di uno scopo comune (es. Politico, religioso, sportivo, ricreativo..) e difatti si va a collegare ad altri
articoli della nostra Costituzione Art. 49 libertà politica, Art. 39 libertà sindacale, Art. 19 libertà religiosa.
Sono vietate la associazioni punite dalla legge (es. Associazione a delinquere), le associazioni segrete, le
associazioni militari che perseguono indirettamente scopi politici.
11) LA LIBERTA’ RELIGIOSA
E’ garantita dall’Art. 19 cost. e consiste nella libertà dell’individuo di professare la propria religione
indistintamente e in qualsiasi forma, individuale e collettiva, di propaganda, purche non si tratti di riti contrari
al buon costume (riti che offendono la sessualità o il sentimento morale) o che contrastino con la Costituzione.
12) LIBERA MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO E DI COMUNICAZIONE
l’Art. 21 della Costituzione tutela la libertà di ogni soggetto di esprimere il proprio pensiero con la parola, lo
scritto ed ogni altro mezzo di diffusione (stampa, radiovisione, che rappresentano la libertà d’informazione) nei
limiti della riservatezza e onorabilità della persona, del buon costume, della riservatezza del segreto giudiziario
e dei Segreti di Stato, tutela della personalità del lavoratore, apologia di reato (giudicati dalla Corte
costituzionale come comportamento idoeneo a rpovocare delitti).
13) LA LIBERTA’ DI STAMPA
Il diritto di stampa e di cronaca deve riportare concetti di obiettività e rispettare la realtà dei fatti in quanto
l’offesa ad altrui è punibile come reato similare avvenuto in altro contesto. E’ anch’essa regolamentata dll’art.
21 che prevede l’esclusione della stessa da ogni autorizzazione preventiva, esclusione di censure (possono
verificarsi solo successivamente), limitazione del sequestro in caso di reato ad opera dell’Autorità giudiziaria
entro 24 ore ( qualora vi sia impossibilità dell’Autorità giudiziaria, procederanno al sequestro gli ufficiali di
polizia giudiziaria che trasmetteranno la notizia all’Autorità entro 24 ore e sarà sua cura la convalida
altrimenti il processo verrà revocato), possibilità di controllo su mezzi di finanziamento alla stampa, facoltà del
legislatore di adottare controlli preventivi qualora la stampa violi le regole del buon costume.
Ogni organo di stampa periodica è rappresentato dal proprio Direttore responsabile, che ne assume il controllo
vigilando su di esso.
14) LA CONDIZIONE GIURIDICA DELLO STRANIERO
- La disciplina dell’immigrazione (extraue): è disciplinata dalla Costituzione e dalla legislazione ordinaria, in
particolare l’Art. 13 comma 2 delegala alla legislazione ordinaria la regolazione della condizione giuridica
dello straniero secondo I termini previsti dai trattati internazionali, in oltre è previsto con l’Art. 13 comma 3 il
diritto di asilo (possibilità di accogliere e proteggere gli stranieri provenienti da paesi accusati di violenze e
persecuzioni), Art. 13 comma 4 divieto di estradizione per motivi politici ( la consegna dello Stato italiano di
uno straniero condannato nel suo Paese per averlo accusato di violazione della Libertà).
- I cittadini di stati membri dell’UE: la libera circolazione delle persone all’interno dei Paesi membri dell’UE
facilita di molto qualsiasi tipo di rapporto e spostamento (di natura lavorativa o semplicemente turistica).
Con il Trattato di Lisbona, in riferimento al paragrafo 1 dell’Art. 21 TFUE, si specifica che ogni cittadino
europeo ha il diritto di circolare e di soggiornare liberamente sul territorio degli Stati membri, salvo le
condizioni e le disposizioni contenute nel Trattato stesso. In Italia tale principio è stato adottato con D. Lgs 6
feb 2007 n 30.
- I cittadini di Stati non membri UE(extracomunitari): è disciplinata dal D. Lgs 25 luglio 1998 n. 286 che
obbliga lo straniero che desidera fare ingresso sul territorio nazionale del possesso di un passaporto valido e
del visto d’ingresso (rilasciato dalle sedi diplomatiche o consolari italiane nel paese d’origine dello straniero).
In mancanza di tali requisiti, lo straniero viene respinto ai valichi di frontiera che viene convalidato dalla
Questura qualora lo straniero abbia valicato il confine in segreto sfuggendo ai controlli, in oltre tali requisiti
permettono allo straniero anche di far richiesta di permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato al
contratto di soggiorno, in questo caso il titolare dell’azienda per cui lavora lo straniero si fa carico delle spese
di alloggio dello stesso e delle eventuali spese di rientro ad esso. Il lavoratore che dopo 5 anni di permesso di
soggiorno in corso di validità abbia volontà di stabilirsi sul territorio, mostri disponibilità di reddito sufficienti
per lui e la sua famiglia, superi un test di lingua italiana (D.M 4-06-2010), può richiede il permesso di
soggiorno CE per soggiornamenti di lungo periodo per se e per I suoi familiari.
I diritti e I doveri dello straniero sono disciplinati dal D. lgs 286/98.
- L’ingresso e il soggiorno illegale dell straniero: con la L. 94/2009 (cd. nuovo Pacchetto sicurezza), viene
irrigidito il contrasto all’immigrazione clandestina, gia precedentemente a tale legge l’immigrato clandestino
era soggetto ad ammende molto salate (da 5mila a 10mila €) e viene trattenuto fino ad un massimo di 180 gg
dai Centri di identificazione del espulsione (Cie). Qualora il clandestino per qualsiasi motivo non abbia ancora
abbandonato il territorio nazionale può essere prorogata la sua permanenza di 60 gg alla volta fino ad un
massimo di 12 mesi. Il Giudice d ogni modo può disporre l’espulsione anche prima di questo termine dandone
comunicazione al giudice di pace D. L. 23 giugno 2011 n 89 convertito L. 2 ago 2011 n129.

RAPPORTI ETICO-SOCIALI
1) LA FAMIGLIA
La Costituzione riconosce all’individuo di far parte di eventuali formazioni sociali, quella primaria e definita di
prima cellula è la famiglia, regolamenta dagli articoli da 29 a 31 che in linea generale rinconosce la famiglia
come società naturale fondata sul matrimonio, non si impone nessun limite alla scelta del rispettivo coniuge,
eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, garantisce la tutela e la garanzia dell’unità familiare, ma allo
stesso tempo vincola all’obbligo di mantenere, educare e istruire I propri figli (Art. 30 comma 1)
- La famiglia di fatto: è lo stato che caratterizza la convivenza di 2 persone senza il vincolo del matrimonio
senza vincoli di sesso.
- Il diritto alla procreazione cosciente e responsabile: la L. 22 maggio 1978 n.194 ha regolamentato
l’argomento tutelando detto diritto e lalo stesso tempo sia la vita del neonato che della madre e offrendo
eventualmente anche la possibilità di interruzione di gravidanza. Allo stesso tempo è prevista l’obiezione di
coscienza per il personale sanitario contrario a portare a termine l’aborto.
- La procreazione medicale assistita: consiste nella possibilità di procreare senza la congiunzione tra uomo e
donna ed è disciplinata dalla L. 19 feb 2004 n 40, è prevista solo la procreazione di tipo omologo ( gameti
prelevati dalla sola coppia) e solo in casi di patologie tali che non permettano di concepire (sterilità, infertilità).
Per quanto riguarda le modalità, la legge dispone che nell’adottare la tecnica non debbano essere creati
embrioni in misura superiore a quella necessaria per procreare fino ad un massimo di 3, ma ciò è stato ritenuto
incostituzionale con sentenza 8 maggio 2009 in quanto, il più delle volte, tale numero non si rivela sufficiente
causando una ripetizione del trattamento e di conseguenza mettendo a rischio la salute della madre.
In fine, la sentenza 9 aprile 2014, ha reso possibile la fecondazioni da donatori esterni nei casi di sterilità
assoluta, bocciando alcuni periodi della L. 19/2004 n40.
2) LA CULTURA E L’ISTRUZIONE
- La cultura e la ricerca: l’Art. 9 della Cost. dichir che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura, della
ricerca scientifica e della tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico nazionale ( Costituzione
culturale) impegnandosi dunque nella tutela, promozione e fluibilità del patrimonio esistente, promozione delle
attività culturali ( musica, danza, cinema, arti circensi…)
- La libertà scientifica, artistica e di insegnamento: l’Art. 33 comma 1 dichiara che l’arte e la scienza sono
libere così come lo è l’insegnamento (libertà di manifestare il proprio pensiero, libertà di professare qualsiasi
tesi o teoria, libertà di svolgere il proprio insegnamento secondo un criterio proprio).
- La liberta dell’istruzione e il diritto allo studio: lo Stto garantisce il diritto e la libertà all’istruzione e
all’insegnamento riconoscendo la libertà a ogni ente di istituire una scuola rinunciando così al monopolio di
Stato sull’istruzione. Ad ogni modo, qualsiasi scuola deve attenersi ad una linea guida, legata a particolari
valutazioni tecniche (Art. 33 comma 4 Cost.) e nella specifico ulteriolmente regolamento con L. 10 marzo 2000,
n. 62 che uniforma le scuole statali e le scuole paritarie private e degli enti locali, caratterizzando così
un’offerta formativa uniforme. In fine lo Stato garantisce l’istruzione per 12 anni e comunque sino al
conseguimento di almeno un titolo triennale entro il 18esimo anno di età.
- l’istruzione scolastica: la materia è disciplinata dagli Art.li 33-34 che in line generale seguono I principi della
libertà d’insegnamento (il docente esercita senza vincoli politic, religiosi, ideologici Art. 33 comma 1),
istituzione di scuole statali per ogni ordine e grado (Art. 33 comma 2 ), il diritto per gli enti privati di istituire,
per enti e privati, scuole e istituti di istruzione (Art. 33 comma3), parificazione delle scuole private e statali
( Art. 33 comma 4), ammissione all’esame per abilitazione all’esercizio professionale (art. 33 comma 5), libero
accesso all’istruzione scolastica (Art. 34 comma 1), obbligatorietà e gratuità dell’istruzione inferiore
( garantisce all’individuo il minimo grado di preparazione affinchè possa partecipare alla vita sociale, politica
ed economica del paese Art. 34 comma 2), diritto di accedere I gradi di studi più alti per I capaci e meritevoli
anche se privi di mezzi ( mediante vorse di studio, assegni alle famiglie e altre agevolazioni attribuite per
concorso Art. 34 comma 3)
- L’istruzione universitaria: trova il suo fondamento nell’Art. 9 cost. e come ribadito dall’Art. 33 che proclama
la libertà della cultura e l’autonomia della strutture e della promozione della ricerca scientifica. Nello stesso
articolo 33 al comma 6 viene conferito agli istituti universitari il diritto di dotarsi di un ordinamento autonomi,
nei limiti consentiti dalla legge.
3) IL DIRITTO ALLA SALUTE
La Salute stabilisce il benessere sociale, fisico e mentale dell’individio, costituendo un diritto fondamentale e
rientra tra il patrimonio sociale comune come specificto dall’Art. 32 comma 1 Cost. che stabilisce come la
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e allo stesso tempo garantisce cure gratuite
agli indigenti. In virtù di ciò l’eventuale danno alla salute procurato direttamente o indirettamente da parte di
terzi ad un individuo, impone al risarcimento del danno allo stesso indipendetemente dalla sua capacità di
produrre reddito (danno biologico). Allo stesso tempo l’Art. 32 comma 2 riconosce all’individuo la volontà di
volersi affidare alle cure mediche o meno fatto salvo casi eccezionali in cui l’individuo è obbligato a sottoporsi
(diritto a rifiutare le terapie). In questo ambito ricade anche la questione del testamento biologico, ovvero la
dichiarazione con cui l’individuo nella piena facoltà mentale, dichiara le cure a cui vuole accedere o che
intende rifiutare qualora sopravvenga uno status di incoscienza che non gli permetta di manifestare la sua
volontà.
4) DIRITTO ALL’AMBIENTE
Al concetto di ambiente, vanno a collegarsi una moltitudine di ambiti a cui le politiche nazionali e
internazionali stanno dedicando sempre più la propria attenzione. In particolare nel nostro ordinamento non vi
è una normativa chiara per la sua tutela ma vi sono riferimenti in vari articoli della Costituzione.
Nell’ Art. 2 si fa rifermento al principio personalista, nell’Art. 32 che tratta di tutela della salute, si fa
rifermento al diritto all’ambiente per preservare la salute, nell’Art. 9 si fa riferimento all’ambiente con la
promozione della cultura e della ricerca scientifica e la tutela del paesaggio e del patrimonio.

I RAPPORTI ECONOMICI
1) IL LAVORO NELLA COSTITUZIONE
- Principio lavorista: l’Art. 1 della Costituzione dichiara che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul
lavoro, che è considerato fondamentale dell’ordinamento e caratterizza la politica legislativa del Governo a far
si che l’indice di occupazione sia ai massimi livelli.
- Il lavoro come diritto/dovere dei cittadini: l’Art. 1 comma 4 dichiara che la Repubblica riconosce a ogni
cittadino il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto ( il diritto al lavoro
inteso come libertà nella scelta del lavoro da svolgere e come diritto civico che attribusce al cittadino la pretesa
di facere alla Repubbica per garantire le condizioni dell’effettivo diritto). Il comma 2 di detto art.lo 1 fa
riferimento al dovere del cittadino di scegliere una propria professione e contribuire alla crescita e al progresso
materiale e spirituale della società a cui appartiene (dovere morale e non legislativo).
- Principi costituzionali in materia di lavoro: vi è una serie di principi riportati all’interno della costituzione che
regolamentano il rapporto di lavoro come la tutela del lavoro (Art. 5 comma 1), principio della retribuzione
proporzionata e sufficiente (Art. 36 comma 1), diritto irrinunciabile del lavoratore al riposo settimanale e alle
ferie retribuite (Art. 36 comma 3), eguaglianza del lavoratore indipendemente dal sesso (Art. 37 comma 1
rivisitato ulteriormente con D.Lgs. 11 aprile 2006, n. 198 codice delle pari opportunità tra uomo e donna),
maternità della donna e diritto al lavoro in parità all’altro sesso (Art. 37 comma 1 pt2), tutela del lavoro
minorile e relativa giusta paga (Art. 37 comma 3), riserva di legge per determinare la durata della giornata
lavorativa e la relativa età minima per svolgere il lavoro salariato (Art. 36 comma 2 Art. 37 comma 2), diritto di
mantenimento e di assistenza sociale agli inabili al lavoro (Art. Comma 1), diritto alla previdenza sociale per
ogni lavoratore (Art. 38 comma 2), educazione e avviamento alla professione anche per inabili e minorati (Art.
38 comma 3). Per quanto riguarda la contrattazione collettiva, vi è il principio di libertà dell’organizzazione
dei sindacati (Art. 39 comma1), la capacità dei sindacati di stipulare contratti collettivi di lavoro vincolati a
tutti I lavoratori anche non iscritti (Art. 39 comma 1), diritto allo sciopero (Art. 40).
2) TUTELA LEGISLATIVA E GIUDIZIARIA DEL LAVORO
- Lo Statuto dei Lavoratori: istituito con L. 20 maggio 1970 n.300, ha introdotto una serie di norme da
rispettare per I datori di lavoro inerenti il contratto di lavoro e il rispetto della personalità del lavoratore in
particolare sono sanciti da tale legge la libertà di opinione del lavoratore (Art. 1), il divieto di controllare con
mezzi occulti il lavoratore (ad esempio telecamere o individui estranei all’attività lavorativa Art.li 2-3-4), il
divieto di effettuare unilateralmente accertamenti sul lavoratore sull’idoneità o infermità dello stesso per
malattia o infortunio (Art. 5), obbligo del datore di lavoro di contestare al lavoratore una eventuale infrazione
commessa prima di comminare una sanzione a suo carico (art. 7), diritto del lavoratore di svolgere solo le
manzioni per cui viene assunto e pagato e un eventuale cambio di ruolo deve caratterizzare un cambio del
salario ma questo senza mai sminuire le sue funzioni (art. 13), diritto da parte del lavoratore di associarsi ai
sindacati e svolgerne l’attività anche negli ambienti lavorativi (art. 14), divieto di discriminazione del
dipendente per motivi sindacali (Art. 15)
- Il processo del lavoro: è stato snellito dalla L. 11 ago n. 533 ma più volte modificata, con procedure che
tendono a favorire il prestatore di lavoro in qualità di contraente più debole ma allo stesso tempo caratterizza
una lentezza del processo.
3) SINDACATI E DIRITTO ALLO SCIOPERO
Con la libertà di associazione sindacale (Art. 39) e la libertà di sciopero (Art. 40) si è messo in condizione il
lavoratore di poter autotutelare la sua posizione economica e giuridica nei confronti del datore di lavoro.
- Il Sindacato: è un’associazione libera e spontanea senza valore giuridico, di lavoratori o di datori di lavoro
con finalità la salvaguardia dei propri interessi collettivi. L’Art. 39 prevede la possibilità di creare più sindacati
per ogni settore salvo alcune categorie particolari (magistrati, forze armate…), libertà di scegliere qualsiasi
sindacato o non farne parte, liberta dell’ingerenza statale, libertà di esercitare I diritti sindacali acnhe
all’interno del luogo di lavoro senza arrecare danno al datore. Tra I suoi compiti il più importante è quello
relativo alla contrattazione collettiva, ovvero garantire la stessa retribuzione e trattamento contrattuale alla
medesima categoria professionale.
- Diritto allo sciopero: consiste nell’astensione al lavoro per la tutela dell’interesse professionale collettivo, èuò
essere svolto solo nell’ambito delle leggi Art. 40
4) LA LIBERTA’ DI INIZIATIVA ECONOMICA
- Articolo 41: questo articolo consacra la libertà economica individuale privata e pubblica di intraprendere
un’attività economica organizzandone le risorse umane e I materiali necessari. In particolare l’attività
economica non può svolgersi in contrasto con gli l’utilità sociale (non deve arrecare danno alla libertà,
sicurezza e dignità umana comma 2 ), dispone l legislatore di fissare I programmi e I controlli opportuni
affinche l’attività sia coordinata rispettando I principi di utilità sociale.
- La libera concorrenza: è consentita a qualsiasi individuo, nel rispetto della leale concorrenza ovvero
escludendo quelle pratiche che possono arrecare danno al mercato o insospettire il consumatore ( la materia
che si occupa della tematica è la tutela della concorrenza Art. 117 e con L. 10-08-90 n287 è stata inserita la
disciplina Antitrus sotto in controllo dell’Autorità garante della concorrenza sul mercato che difatti vigila sul
mancato rispetto delle pratiche che potrebbero falsare il gioco della concorrenza).
5) LA PROPRIETA’
l’Art 42 regolamenta e tutela la proprietà privata e pubblica che può essere in possesso dello Stato, enti e
privati, l’Art. 42 comma 2 ne regolamenta I metodi di godimento, la funzione sociale e l’accessibilità, l’Art. 42
comma 3 prevede l’istituto dell’espropriazione che permette le ipotesi di sottrazione della proprietà per finalità
di pubblico interesse nei casi previsti dalla legge e solo dietro indennizzo a favore del titolare della proprietà.
6) LE COLLETTIVIZZAZIONI
E’ inerente al fenomeno delle privatizzazioni, molto comune negli ultimi anni, delle aziende pubbliche nel settore
ad esempio dell’energia, come specificato dall’Art. 43 che difatto permette, previo indennizzo allo Stato, la
cessione a privati di aziende pubbliche attive nei servizi essenziali.
7) TUTELA DELLA COOPERAZIONE E DELL’ARTIGIANATO
l’Art. 45 tutela la cooperazione ( che non deve avere fini di speculazione privata, consentire l’accesso a
chiunque), e tutela l’artigianato ( proteggere la piccola impresa, la piccola produzione anch’essa simbolo di
democrazia economica).
8) LA TUTELA DEL RISPARMIO
l’Art. 47 incoraggia il singolo e le famiglie alla cultura del risparmio per l’acquisto di beni strumentali, casa,
fondo etc… o agli investimenti in borsa. Ciò va a stretto contatto con l’attività bancaria, che è assoggettata a
una serie di controlli politico-amministrativi, da organi quali il Comitato interministeriale per il credito e il
risparmio (CIRC), il Ministro dell’economia e delle finanze, la Banca d’Italia.

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