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STATO: “Ordinamento giuridico sovrano e indipendente, che esercita il

potere su un dato territorio e su un determinato popolo”. In grassetto ci


sono i 3 elementi importanti dello STATO.
Perché si inizia dalla nozione di stato? Ripercorrendo le tappe principali
del corso di studio, abbiamo studiato le fonti (dello stato italiano), le
fonti, la magistratura, i diritti (tutti dello Stato italiano) ecc.
Mentre prima della crisi del 2008 questa cosa era difficile da spiegare, ora
il concetto di Stato è facile da spiegare. Ad inizio anni 2000 sembrava che
il concetto di Stato non dovesse esistere più in base alla globalizzazione
non riuscendo i vari Stati a controllare la parte economica al di fuori del
proprio Stato. I diversi Stati invece sono riusciti ad invertire questo
pensiero riuscendo a controllare l’economia dei vari Stati (es. Stati Uniti
d’America).
Lo Stato è un ORDINAMENTO: apparato complesso formato da tanti
organi ma ordinata (regole che regolano i rapporti tra i diversi organi)
Essendo l’ordinamento giuridico è una scelta stipulativa: studiamo lo
Stato sotto l’angolo prospettico che è proprio del diritto.
SOVRANO: poiché lo Stato ha un potere di comando SUPERAMUS (sopra
gli altri) rispetto ad ogni altro soggetto all’interno del proprio territorio
(ente monopolizzatore della forza)
Lo Stato è l’ente monopolizzatore della forza, il fatto che a noi può essere
imposto con la forza un certo tipo di comportamento, è una cosa dovuta
allo Stato, secondo il principio di realtà ma non filosofico. Lo Stato oggi
però non è uno stato dittatoriale.
È un potere limitato:
 Dal principio di legalità, principio che nasce nell’800 molto
importante che si capisce il passaggio storico tra Stato assoluto e
liberale, i poteri pubblici erano esercitati prima dal Re, dopo la
rivoluzione francese quando nasce lo stato liberale nasce il principio
di LEGALITA’, la legge dello Stato si impone a tutti e deve essere
rispettata da tutti i soggetti (privati e pubblici). Se non rispetta
questi principi il cittadino si può appellare a un giudice
 Dalla Costituzione
DIFFERENZA TRA L’AGIRE PUBBLICO E L’AGIRE PRIVATO:
I soggetti pubblici (si pensa alla pubblica amministrazione) devono agire
nella sfera del legittimo (= conforme alla legge)
I soggetti privati (singoli o associati) agiscono nella sfera del lecito (= non
contrario alla legge), esatto opposto del concetto precedente. La persona
fisica nasce con tutti i diritti, se lo Stato gli vieta alcune cose esse
diventano illecite, se non c’è una legge che vieta il comportamento il
comportamento è permesso.
Il primo è POSITIVAMENTE PREVISTO, il secondo è invece permesso e
basta.
Affermare che lo Stato è sovrano significa anche che lo Stato è un ente
originario: non deriva da nessun altro i suoi poteri. Poiché se lo Stato
derivasse i suoi poteri da qualcun altro quest’ultimo sarebbe il sovrano.
Quando nella riforma del 2001 abbiamo dato più potere alle regioni, lo
Stato con legge costituzionale ha dato più potere alle regioni. Infatti ora lo
Stato sta pensando di toglierle poiché sono troppe, quindi ad un certo
punto della storia lo Stato si è auto attribuito un certo potere in un certo
territorio.
STATO diverso ALTRI ENTI
Originario derivanti
sovrano autonomi

SOVRANO: il termine indica un soggetto assoluto


AUTONOMIA: sempre concetto che indica il qualcosa riferito a
qualcos’altro.
L’autonomia la posso scindere a tanti parti, il sovrano invece è solo uno.
L’indipendenza riguarda il rapporto dello Stato con gli altri stati. Se lo
Stato non fosse realmente indipendente rispetto ad un altro Stato, lo
Stato B sarebbe sovrano anche rispetto allo Stato A. Sovranità ed
indipendenza non possono essere divisi,

IL TERRITORIO (Schema pag.5)


Elemento di esistenza dello Stato, es. FRANCIA, erano presenti le persone
durante la Seconda Guerra mondiale non era presente un territorio per la
Francia da governare. Ci sono regole precise per determinare il territorio
di quello Stato che vuole sapere fin quando può esercitare la sua
sovranità.
Il territorio della Terra è attualmente tutto diviso tra 200 stati (quelli che
partecipano all’ONU), tranne l’Antartide (che può essere solo utilizzato
come posto di ricerca scientifica, ma non è soggetta ad un sovrano). Ci
sono dei trattati in genere internazionali (es. per l’Italia, territorio di
TRIESTE), e si traccia una linea per stabilire i confini. Quest’ultimi sono
dati dal congiungersi dei picchi delle montagne che segna il confine della
nazione. Questa “linea” vale per tutte le questioni. Nel sottosuolo traccio
delle linee verticali, tutte le risorse che scopro nella parte di terra spetta
allo Stato. Non ci sono linee verticali e parallele poiché si va fino al centro
della Terra.
SPAZIO AEREO: si estende fin dove c’è aria respirabile, per sorvolare il
territorio di uno Stato bisogna avere un accordo (accordi che vengono
fatti per molte tratte una volta ogni tanto). (Es. omicidio in volo, in base a
quando è stato ucciso non si sa che legge applicare di quale nazione, cosa
che può succedere anche quando nasce un bambino.)
MARE TERRITORIALE: 12 miglia marine, il miglio (unità di misura
anglosassone) è il miglio terreste (1609 metri), quello marittimo è in tutto
22 km dalla costa.
Per comprendere la nozione di POPOLO occorre tenere distinta tale
nozione da quella di popolazione e nazione.
POPOLO = insieme dei cittadini di un certo Stato, (Es. lo Stato ha una
legge di cittadinanza di quel popolo, se rientro sono cittadino altrimenti
no).
Popolazione: concetto di residenza, insieme dei residenti su un dato
territorio, quindi non fa parte della popolazione italiana lo studente
Erasmus che ha la residenza in un altro posto nonostante la cittadinanza.
La dimora è dove sto in un certo momento, la residenza è dove vivo
attualmente (controllo dall’anagrafe, ed ho certi diritti e doveri). Il popolo
è un elemento fondamentale poiché se non esistesse il popolo le leggi
non sarebbero applicate a nessuno.
NAZIONE: insieme degli italiani (o francesi, tedeschi, ecc..) per lingua,
cultura, tradizioni, religione ecc. Il concetto è più sfumato, al di là di
residenza e cittadinanza ci sono persone che si riconoscono come italiani
nonostante non hanno né residenza né cittadinanza italiana. Questo
concetto di nazione lo troviamo nell’articolo 51, comma 2, Cost.
È un concetto meno preciso rispetto ai 2 precedenti, però nel caso della
costituzione si parla di italiani non appartenenti alla repubblica che si
sentono italiani.
Per questo terzo elemento è importante definire chi è cittadino e chi non
lo è. Infatti, in tutti gli Stati c’è la legge sulla cittadinanza dove ci sono i
requisiti per definire chi è cittadino e chi no. In Italia la legge sulla
cittadinanza è la n.91 del 1992.
SCHEMA PAG.1 ARTICOLO ACQUISTO DI NASCITA
In Italia la cittadinanza si acquista alla nascita in 2 modi, Ius sanguinis
(figlio di sangue, chi nasce da almeno un genitore italiano dovunque
nasca, non conta dove nasca. Basta anche un solo genitore non si fa
distinzione tra madre e padre, fino al 1992 prevedeva che il padre
trasmetteva la cittadinanza al figlio, mentre la madre no. In base alla
legge di un altro stato può avere doppia cittadinanza.), Ius soli (chi nasce
sul territorio italiano e:
a) È figlio di genitori ignoti od apolidi (es. bambino abbandonato, se
applicassimo lo Ius Sanguinis non avrebbe cittadinanza), apolidi
(sono noti i genitori ma non hanno cittadinanza di nessuno Stato,
casi abbastanza rari ma frequenti, esempio sono gli zingari); oppure
b) Non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato a
cui questi appartengono. (Es. se il bambino non nascesse nel
territorio di base, non avrebbe la stessa cittadinanza dei genitori).
In tutti questi casi il bambino ha la cittadinanza. Invece la cittadinanza che
si discute ora è lo Ius Soli, far avere la cittadinanza ai bambini di genitori
stranieri ma il bambino è italiano (Ius Cultura).
Lo Stato è un ente necessario, cioè noi siamo cittadini italiani (che
facciamo parte del popolo) non per scelta ma perché rientriamo nei
requisiti della legge, differenza rispetto agli enti volontari. Anche se il
padre non andasse all’anagrafe per “registrare” il bambino, il neonato
sarebbe sempre cittadino italiano. Se i cittadini potessero disiscriversi
nello Stato sarebbe molto semplice ma anche un controsenso.
DIFFERENZA TRA STATO APPARATO E STATO COMUNITA’
STATO APPARATO: INSIEME DI ORGANI ED ENTI CHE HANNO IL POTERE
DI APPROVARE E APPLICARE LE NORME ATTRAVERSO CUI LO STATO
ESPRIME LA PROPRIA SUPREMAZIA

STATO COMUNITA’: INSIEME DEI CITTADINI E NON CITTADINI


SOTTOPOSTI ALL’AUTORITA’ DELLO STATO “APPARATO”

Distinzione (a grandi linee) tra diritto pubblico e diritto privato, se noi


prendiamo le norme giuridiche in vigore in un certo Stato possiamo
suddividerle in tre categorie in rapporto al loro oggetto.
1. Organizzazione e funzionamento dello Stato apparato (o, più in
generale, della P.A.)
2. Rapporti tra Stato apparato (P.A.) e Stato comunità (ad esempio lo
stato tributario).
3. Rapporti intersoggettivi privati, qui non c’è un soggetto pubblico ma
un rapporto tra un soggetto privato ed un altro soggetto privato. I
soggetti sono posti su un piano di parità, il contratto è la
regolazione.
Nei primi 2 casi si impone invece.
1-2: diritto pubblico 3: diritto privato
In qualche modo nel diritto privato scompare lo Stato Apparato.
FORMA DI STATO
Insieme delle finalità che uno Stato persegue e quindi dei valori cui ispira
la propria azione, i quali determinano le caratteristiche principali del
rapporto tra Stato apparato e Stato comunità.
Questo concetto vive nella storia da diversi secoli, vedo a quali valori si
ispirava lo Stato e quindi che cosa ha fatto. Se studio i vari Stati posso
studiare le varie forme di Stato che aveva certe cose e aveva anche certi
valori. Se faccio questo gioco vedo che questi stati hanno realizzato
rapporti diversi tra Stato Apparato e Stato comunità.
Procederemo ad una rassegna storica delle varie forme di Stato.
Tre premesse:
1) La Periodizzazione è indicativa (se dico tra 1500 e 1600 si va
indicativamente senza descrivere gli eventi precisi);
2) Il passaggio da una forma di Stato all’altra in realtà è sempre
graduale e anticipata da movimenti culturali. ( ma noi li
spiegheremo in modo velocizzato ed approssimato);
3) La trattazione è limitata geograficamente all’Occidente.
STATO ASSOLUTO (1500 – 1700)
Si parte sempre dall’economia.
Nell’ultima parte del medioevo, c’è il sistema feudale (da economia
chiusa ad economia aperta), produce solo quanto è necessario per il
sostentamento dei sudditi. Non ci sono ponti, strade, commercio. Invece
con il lego moderno (che abbiamo con la scoperta dell’America) abbiamo
un cambiamento nell’economia. Tante cose che abbiamo oggi vengono
dall’America e man mano l’economia procede di più di quanto serve al
sostentamento autartico. Iniziano i commerci e lo spostamento delle
merci attraverso l’Europa e servono quindi interventi costosi e onerosi
che non possono essere fatti dal singolo, ma da un sistema economico più
ampio (es. la spedizione di Colombo viene pagato dalla regina di Spagna).
Si forma lo Stato assoluto che viene definito interventista, poiché
abbiamo per la prima volta uno stato che si occupa di costruire opere
pubbliche.
Soldato da soldo, poiché queste persone venivano pagate. Prima ci si
basava prevalentemente sui mercenari, invece in questo periodo di storia
lo Stato inizia ad esercitare la sua difesa scegliendo uomini che possono
formare un esercito stabile. Quindi bisogna anche pagarli, sono persone
che raccolgono i fondi e prevedono la propria allocazione cosa che prima
non hanno ed hanno dei funzionari che regolano questa cosa.
Il potere pubblico spetta esclusivamente al Re per motivi trascendenti
(autolegittimazione), c’era un conflitto tra Re e la Chiesa poiché il Re
pretende di essere su quel trono poiché è incaricato da Dio. Un soggetto
che pretende di governare poiché ha questi poteri, non ci sono delle
elezioni e qui abbiamo un’autolegittimazione. Il Re trova letterati, autori,
artisti che lo appoggiano rispetto ad altri che possono anche non
appoggiarlo.
La borghesia non partecipa alla gestione dello Stato, iniziano i commerci,
inizia una prima forma primordiale di impresa con i metodi di allora,
quindi nasce la fascia della borghesia, che inizia a scrivere dei libri,
mandare i figli a scuola, confrontarsi sotto il punto di vista politico, si da
vita ad una scuola di pensiero importantissima. Questi soggetti che
diventano sempre più ricchi ed importanti sono soggetti ai tributi. Sono
tassati ma contemporaneamente la politica viene scelta solo dal Re.
Quindi c’è un cortocircuito poiché non c’è un luogo fisico dove i cittadini
scelgono come utilizzare i propri soldi. Essendo più numerosi diventano
una classe politica non molto contenta di come il re amministra.
Illuminismo: rifiuto dell’origine trascendente del potere del Sovrano, per
un’illuminista non è accettabile che il Re eserciti questo potere poiché
non si crede nell’esistenza di divinità o religione ma solo nella scienza.

STATI LIBERALE (FINE 1700 – INIZI 1900)


È uno stato non interventista, è uno stato leggero che ha poca
pubblica amministrazione quindi poca spesa pubblica. Questo
stato liberale non per caso è poco interventista.
Ad esempio, in altre parti d’Europa il Governo è arrivato ad
essere di solo 5 ministeri, questi ministeri sono al minimo
pensabili poiché al di sotto di questi non ci può essere uno Stato.
Quindi comandare al proprio interno è essere indipendente verso
l’esterno.
Interno: ministero a cui fa capo la polizia, quello che previene i
diversi reati;
Giustizia: funzionali al mantenimento e al rispetto delle leggi;
Esteri e Difesa: indipendenza esterna, difendersi dalle altre
nazioni e il saper trattare con loro;
Finanze: richiesta e amministrazione dei soldi per finanziare i vari
apparati dello Stato.
Se non c’è uno di questi 5 lo Stato non è sovrano e indipendente,
quindi non c’è lo Stato.
Lo Stato fa POCHE COSE, POCHI SERVIZI PUBBLICI, POCHE SPESE
quindi POCHE TASSE.
Lo Stato liberale (che si basa su poche cose e pochi servizi) nasce
con la Rivoluzione francese (che è una rivoluzione borghese)
compiuta con tutto il popolo e guidata dalla borghesia (la stessa
illuminista di prima). Il fatto che nello Stato assoluto si pagavano
troppe tasse e non si aveva una scelta era un problema per la
borghesia imprenditoriale.
Stato non interventista:
Si occupava giusto delle cose essenziali, tutto il resto lo facevano
imprenditori e borghesi ecc. ai quali non venivano chieste
tassazioni, questa costruzione è funzionale alla logica dei vincitori
della Rivoluzione francese che hanno abbattuto lo Stato Liberale
e creano uno stato conforme ai loro interessi.
Nasce la legittimazione popolare del potere (Parlamento) anche
se eletto da pochi. Nasce nell’1800 l’idea di elezione, quindi nasce
il Parlamento. Il 1800 è il secolo dei Parlamenti, in tutta europa
nasce questo organo, qui si può discutere della politica nazionale
È frutto dell’idea che i cittadini debbano avere il proprio
rappresentante. Parlamentare: parlare, discutere, organo che si
trova contrapposto al re dove si possa parlamentare sulla
locazione delle risorse inanzitutto. Questa parola nasce in
Inghilterra e la definizione iniziale era “The Queen-in-
Parliament (or, during the reign of a male monarch, King-in-
Parliament)”
Re e regina che andavano in un luogo per
parlamentare/discutere, ovviamente per legittimazione popolare
del potere è estremamente ridotta, ad esempio il bicameralismo
italiano prima aveva 2 camere, ma una camera era composta da
soggetti ricchi/nobili e alti nella gerarchia ecclesiastica scelta dal
re, l’altra camera veniva eletta ma da pochissimi (nel 1861 poteva
votare 1,9%) (tabella pag.12 per far vedere chi
votava/comandava);, il fatto che nasca l’idea che ci siano delle
elezioni è importante.
Principio di legalità: nasce lo Stato di diritto. Con lo Stato liberale
nasce l’idea che tutti sono soggetti alla legge, non solo i sudditi
ma anche lo stesso potere pubblico. Se la pubblica
amministrazione lede un diritto pubblico, il cittadino sa a chi
rivolgersi. Nasce nel 1800 e viene definito Stato diritto poiché lo
stesso stato è posto alle norme giuridiche.
Divisione dei poteri (Montesquieu), uno dei principali problemi
dello Stato assoluto è stato rintracciato nel fatto che il potere era
concentrato solo nelle mani del Re (unico soggetto).
Quindi nel 1748 Montesquieu scrive un libro “Lo spirito delle
leggi”, in cui ipotizza in un capitolo che il potere pubblico debba
essere diviso perché:
più è diviso, meno è pericoloso;
dividendo il potere in almeno 3 poteri principali, ho dei controlli
precisi. Se un soggetto sgarra, abbiamo un altro soggetto che lo
ferma (Un potere ferma un altro potere).
POTERE LEGISLATIVO;
POTERE ESECUTIVO (facendo concretamente le cose);
POTERE GIUDIZIARIO (formato dai giudici, vedendo se un
soggetto può aver rispettato o no la legge);
CRISI DELLO STATO LIBERALE
Fra le varie cause:
seconda rivoluzione industriale, con la rivoluzione industriale
nascono nuove classi sociali (operai/proletari secondo Marx, che
affluiscono in massa dalle campagne nella città che diventano
industriali). Queste classi sono escluse da ogni forma di
partecipazione politica, vivono in condizioni disumane e ad un
certo punto iniziano ad organizzarsi, però non hanno voce nella
situazione politica poiché non sono elettori e non hanno
rappresentanza.
Eguaglianza dello Stato liberale è solo formale: esisteva nelle
costituzioni dello Stato liberale il principio di uguaglianza (es.
statuto albertino art.24), sulla base di questa idea lo stato liberale
rifiutava qualsiasi legge, misura e beneficio che andasse a
vantaggio di certi soggetti e di altri. Questo discorso è ipocrita
poiché non è vero che sono tutti uguali poiché si voleva
mantenere lo stato della società come si era allora. Non
intervenire per non garantire la salute di altri o non andare a
scuola significa che il ricco poteva pagare per tutto e il figlio
anche se imbecille diventava qualcuno, mentre il figlio del
contadino essendo povero, anche se era bravo moriva subito e
nessuno se ne importava.
Esso impedisce l’ascensione sociale, impedisce che il soggetto
possa diventare non povero.
Nessun riconoscimento di libertà associative (es.: partiti, famiglie,
associazioni, sindacati). Questa cosa dispiace alle nuove classi
sociali poiché sono formati da singoli che da soli non contano
nulla, in gruppo invece contano tanto. Le associazioni non
importano nulla poiché da soli non importavano granché, al re
non si associava nessuno perché contava, ai poveri gli toglievi
qualcosa. Infatti prima in maniera illegittima e poi legittima in
questo periodo nascono i primi partiti europei (il primo era
tedesco), ed erano le prime fondazioni che lottavano per avere i
propri diritti riconosciuti che prima erano disconosciuti

Dalla crisi dello Stato liberale nascono, in Europa, tre nuove


forme di Stato:
LO STATO TOTALITARIO
LO STATO SOCIALISTA
LO STATO SOCIALE
è una sola definizione dei vari stati, potrei chiamarli in molti altri
modi, ma prendiamo queste 3 definizioni poiché dobbiamo
scegliere. Lo Stato sociale è quello che ci interessa nel settore
economico. Queste 3 definizioni che sono diverse tra loro hanno
una sola cosa in comune non casuale: sono forme di Stato
interventiste, abbiamo maggiore intervento pubblico e maggiore
spesa pubblica, non è un caso poiché è una reazione allo Stato
liberale. Solo uno di questi 3 stati è vincente, gli altri 2 non
esistono più.
Lo Stato liberale finisce con una grande frattura tra due
contendenti, il vecchio regime e le nuove classi sociali organizzati
in partiti (proletari, partiti ecc.) (es. inizio 1800 le persone
vengono colpite dai cannoni).
Qui dobbiamo pensare che c’è una specie di competizione tra 2
soggetti (ricchi e proletari), come ogni partita uno dei 2 vince o
c’è il pareggio. Non è un caso che le forme di stato sono 3
Lo Stato Totalitario è la vittoria di questo vecchio regime (viene
mantenuto con la forza il potere di chi già ce lo aveva), lo Stato
Socialista è la vittoria del proletariato, lo Stato sociale (quello
vincente in cui stiamo noi ora) è uno stato di compromesso
poiché tiene in piedi tutte le esigenze ed è fondato sul
pluripartitismo e in questa forma di stato vengono ascoltate e
rappresentate le esigenze di tutte le classi sociali. (Ricco che vota
il suo partito, povero che vota il suo partito, cristiano che vota il
suo partito ecc.)
STATO TOTALITARIO
Dal punto di vista storico identifica non un solo Stato in europa
ma diversi (regime fascista che non inizia con la marcia su Roma
ma inizia dopo sotto il punto di vista giuridico, poiché il governo
ottiene la fiducia secondo le regole dello Statuto, quindi dal 1925
al 1943).
Dal 1933 invece è lo stato instaurato da Hitler, che vince le
elezioni anche se con maggioranza relativa, nel 39 Hitler entra in
guerra e cambia la società tedesca in 6 anni. Questa forma di
Stato Totalitario è stata presente anche in Spagna e in Portogallo
(Salazar) anche dopo la Seconda guerra mondiale.
 Gestione autoritaria del conflitto sociale (es. sciopero come
reato), il proprietario ricco ha più vantaggio. (da sentire)
 Accentramento del potere nelle mani del “Capo” del partito
unico (questo capo è il capo del partito, una concentrazione
di potere che ricorda quello che avveniva anni prima con lo
stato assoluto). È il Duce in Italia, il Führer in Germania ecc.
 È talmente interventista che crea in maniera geniale alcune
tendenze che, anche se erano piegate a fine deteriori,
ancora oggi ci stupiscono. In Italia ci sono alcuni interventi
sotto il punto di vista economico, l’IRI è del 1933 ed è l’inizio
dell’intervento dello Stato nell’economia (ad esempio il 50%
del PIL ad un certo punto è controllato dalle aziende in mano
pubblica). Anche nella vita privata dei cittadini questo
interventismo si sente (es. ministro della propaganda, si
occupa anche della vita privata dei cittadini, si dividevano i
cittadini in categorie a seconda dell’età, (c’era la ginnastica
comune pubblica obbligatoria) volevano far vedere l’unità
dello Stato, rimangono insuperate le tecniche utilizzate da
questi regimi per dar vita all’idea del Capo come qualcosa di
mistico, se vediamo le immagini delle adunate oceaniche
Hitler faceva girare filmati di queste adunate dai migliori
registi del Reich, è dovuto all’idea dello Stato interventista e
del creare l’idea del capo assoluto invincibile).
 Negazione dell’uguaglianza anche formale (es: leggi razziali):
durante lo Stato liberale non ci sono mai state persecuzioni
raziali, qui invece i cittadini vengono perseguiti per essere di
un’altra razza, c’erano anche i tribunali per la difesa della
razza o anche il manifesto della razza italiana)
STATO SOCIALISTA
Importante nel 1900 europeo e dopo la seconda guerra
mondiale, dal punto di vista storico identifica lo stato che nasce
in Russia dopo la rivoluzione Bolscevica nel 1917, poi la Russia
è uno degli stati che vince la seconda guerra mondiale e nella
seconda parte del 900 c’è una sorta di spartizione del mondo
tra blocco comunista e capitalista. L’esperienza comunista che
era isolata diventa la forma di stato di tante piccole
repubbliche che si uniscono alla Russia e formano l’URSS che
comprendeva anche stati che oggi sono indipendenti come
l’Ucraina, Lituania, Estonia ecc. A questa forma di stato si
richiama anche la Cina, poi anche Cuba, anche diversi stati
Africani che hanno sperimentato stati di tipo comunista nella
seconda metà del 900. Durante la guerra fredda (40 anni) il
mondo è diviso in 2 tra stati social liberali (mercato) e stati
social comunisti (senza mercato), oggi questa forma di stato è
recessiva poiché dopo la caduta del muro di Berlino tutte le
nazioni che facevano parte dell’URSS, anche la Russia, hanno
adottato costituzioni di tipo sociale, anche la Cina non è più
comunista. È difficile individuare uno stato comunista oggi.
Forse la Corea del Nord può essere vista come uno stato dalla
forma recessiva dopo l’esperienza storica.
La definizione di stato socialista deriva dalla critica marxista
allo Stato liberale, Marx però è morto prima della Rivoluzione
d’ottobre e aveva scritto i suoi scritti principali molto prima
(1867). Marx, quindi, scriveva nella seconda metà dell’800 e
vedeva con i propri occhi quello che aveva scritto prima.
Rispetto a questo Marx (economista) fa una critica dal punto di
vista giuridico, il problema fondamentale era la proprietà
privata dei mezzi di produzione, individua la genesi di questi
scontri nella differenza tra chi possiede i mezzi di produzione di
massa e chi solo la forza lavoro. Propone che i mezzi di
produzione non siano più di proprietà privata ma collettiva
(dello Stato).
L’economia non si dovrebbe basare sul mercato e concorrenza
nel successo degli imprenditori, ma dovrebbe essere
un’economia (cosa che è stata in Russia, nell’URSS) pubblica e
pianificata. Lo Stato deve decidere con piani pubblici la
produzione dei diversi beni per il sostentamento dei cittadini di
quello stato. (NIENTE LIBERO MERCATO, ECONOMIA
TOTALMENTE PUBBLICA, PIANIFICAZIONE DEL MERCATO).
Questa cosa ha portato alla divisione in classi della società, se
avessero avuto tutti i mezzi di produzione erano tutti alla pari,
non ci sarebbero stati più scontri e anche non classi della
società.
Se si legge Marx, la dottrina marxista voleva l’estinzione dello
Stato. È un’idea storica che, come era nata, potrebbe morire
poiché per Marx lo Stato è un apparato creato dai potenti che
serve ai ricchi per poter mantenere l’ordine sociale così com’è
(vede che lo stato è controllato dai ricchi, lo stato spara nei
confronti dei cittadini). Una volta che non c’erano più
sfruttatori e sfruttati, lo stato si sarebbe naturalmente estinto.
Questo sta scritto e questo possiamo leggere.
Quello che è successo in pratica viene etichettata da molte
parti come socialismo reale (c’è una distanza tra quanto Marx
scriveva e quando era reale). Questo vale sempre nella storia
del pensiero, ad esempio cosa c’era scritto nel vangelo e cosa
faceva la chiesa quando bruciava le streghe. Con il socialismo
reale è successo il fatto che si è realizzata la rivoluzione
proletaria (cosa che aveva scritto Marx dicendo che tutto ciò
sarebbe iniziata con una rivoluzione violenta), si è realizzata la
dittatura del proletariato dove Marx prevedeva un periodo di
transizione durante il quale la popolazione veniva educata alla
fratellanza per poi arrivare all’estinzione dello Stato. Quando
però in Russia e negli altri Stati i dirigenti/nomenklatura del
partito unico (con unica ideologia quella comunista) iniziano a
prendere il potere, questi soggetti lo mantengono, c’è il
periodo storico di Stalin dove c’è una dittatura feroce,
deportazione dei dissidenti politici, totale negazione della
libertà che la pensavano diversamente, e la forma di stato di
questo periodo assomiglia ad uno stato dittatoriale in base
all’accentramento del potere. È stato tradito il pensiero
Marxista, questa forma di stato è fallita e si è instaurato il
mercato in tutte le parti del mondo tranne alcune eccezioni. È
un modo diverso per instaurare un nuovo rapporti tra autorità
e cittadini.

STATO SOCIALE
Lo Stato presente in Italia dal secondo dopoguerra, su cui è
fondata la nostra costituzione.
Lo Stato sociale si fonda sull’uguaglianza sostanziale, la
costituzione italiana enuncia questo principio in maniera chiara
ed è stato di esempio per tantissime altre costituzioni. Il primo
comma di questo articolo parla dell’uguaglianza formale,
l’uguaglianza sostanziale dice che prende atto della realtà
discutibile (non è vero che sono tutti uguali) e che questa cosa
non va bene poiché è compito della repubblica intervenire,
invece di non fare niente come faceva lo stato liberale. Quindi
bisogna spendere soldi per una previdenza pubblica, salute e
istruzione per tutti.
Repubblica: tutti gli enti pubblici, è una forma di sintesi.
La repubblica deve impegnarsi e spendere soldi per garantire
l’ordine interno e indipendenza verso l’esterno e si deve
occupare anche di tante cose (quindi è uno STATO
INTERVENTISTA). Sono servizi che vengono dati ai cittadini.
Si parla quindi di diritti sociali e non solo di libertà negative.
Nell’800 lo stato garantiva libertà negative, quindi che la
pretesa del cittadino era di un non intervento dello stato, di
una omissione al cittadino, veniva garantito che lo stato
doveva rimanere fermo, che non poteva arrestare il cittadino. I
diritti sociali presuppongono che sia compito della Repubblica
di intervenire positivamente, spendere soldi, sono 2 categorie
di diritti diversi.
Ancora oggi abbiamo ancora libertà negative ma abbiamo in
più anche i diritti sociali, positivi, che costringono lo Stato a
spendere e che garantiscono uguali diritti tra i cittadini.
Questo vuol dire uguaglianza di condizioni di partenza, non di
condizioni finali (non è uno stato marxista). Ad esempio hanno
tutti il diritto di andare a scuola, ma non tutti avranno lo stesso
risultato, c’è chi è il più intelligente e chi è meno.
LIBERTA’ NEGATIVE: libertà dallo Stato (pretendo che lo stato
non faccia nulla)
DIRITTI SOCIALI: libertà mediante lo Stato (invenzione dello
stato sociale, non sono garantiti dallo stato liberale).
Anche il mio diritto di voto cosa conta se non so leggere,
scrivere e non capisco quello che dicono.
È una pre condizione che lo Stato mi deve garantire.

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