Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
- L'uomo tende a formare organizzazioni più o meno ampie al fine di raggiungere gli
obiettivi in modo più agevole
-> per il funzionamento del gruppo (es. partito politico, associazione culturale, religiosa,
. sportiva) l'uomo deve cooperare e, a tal fine, si impegna a rispettare delle regole di
. condotta
-> il gruppo sociale sorge quando dei soggetti si organizzano e si danno delle regole
. al fine di raggiungere degli obiettivi comuni
-> quando ciò accade siamo di fronte a ciò che il diritto chiama "ordinamento
. giuridico"
- Ordinamento giuridico (= gruppo sociale organizzato, con una propria stabilità, che si
dota di un insieme di regole di condotta per il conseguimento di certi fini)
- Le norme giuridiche sono scelte dal gruppo in base a ciò di cui hanno bisogno per
raggiungere il fine comune, quindi non necessariamente valgono anche per un altro
gruppo
- Le norme giuridiche possono sempre essere cambiate dal gruppo
- Stato (= ordinamento giuridico a fini generali che esercita la propria sovranità in un dato
territorio e in relazione a un determinato popolo
- Elementi costitutivi:
RECENTI CONTROTENDENZE
- Ci sono delle controtendenze che, al giorno d'oggi, spingono affinchè lo Stato sia
sovrano a causa della riemersione dei partiti di estrema destra (Brexit)
LA FORMA DI STATO
- Forma di stato = rapporto che intercorre tra le autorità dotate di potestà d'imperio e la
società civile, cioè tra i governanti e i governati, nonchè all'insieme delle
finalità, degli obiettivi e dei valori a cui lo Stato ispira la sua azione
- A una certa forma di Stato corrisponde una forma di Governo
Stato assoluto:
-> tipico di fine 400 e inizio 500, è caratterizzato dalla concentrazione del potere
nelle mani di unico soggetto (il re).
-> Il re è titolare della funzione legislativa, esecutiva e giurisdizionale e non è
subordinato alla legge
-> si occupa di politica estera, sicurezza interna e vita concreta dei sudditi e a tal
fine si dota di eserciti, apparati amministrativi e sistema di imposizione
fiscale (tutto per il bene dei sudditi)
-> nel 700 in Austria, Prussia e Francia si evolve in stato di polizia (da polis =
comunità)
-> come lo stato di polizia è sempre molto invasivo nella vita dei sudditi
-> il re è l'unico interprete dell'interesse della comunità
-> CRISI: nell'800 aumentano le imposizioni fiscali che ricadono sulla classe
borghese che è perno dell'economia; ma all'imposizione fiscale non
corrisponde un potere politico decisionale. Ciò porta la borghesia a
rivendicare i propri diritti politici (è convinta che il bene collettivo si
raggiunga attraverso quello individuale -> idea individualista) e a chiedere
allo Stato che non ostacoli il libero mercato, lasciandone la gestione ai
singoli individui.
Si presenta quindi la necessità di cambiare la classe dei governanti e i
borghesi riescono ad ottenere dei diritti politici, primo fra tutti il diritto di
voto.
Stato liberale:
-> anche il potere è subordinato alla legge
-> nascono i primi codici (es. Statuto Albertino)
-> si afferma il principio della separazione dei poteri, dell'indipendenza del potere
giudiziario e il principio rappresentativo
-> CRISI: rimane comunque uno Stato invasivo (si occupa di economia e mercati:
protezionismo) ed elitario (borghesia).
I ceti meno abbienti non hanno rappresentanti e diritto di voto (borghesi
sono circa il 2% della popolazione) ma, dopo essersi battuti a lungo,
ottengono il suffragio universale.
Si passa, quindi, da uno Stato monoclasse a uno pluriclasse.
- Forma di governo: indica quali sono i rapporti che intercorrono tra gli organi di vertice
di un dato ordinamento e come le funzioni fondamentali sono tra loro distribuite
(in particolare chi detiene la funzione di indirizzo politico)
- Terza fase (dal 2006 al 2013): i partiti si presentano in coalizioni ma formate da tanti
partiti, quidi comunque è un sistema multipartitico che coincide con un
graduale ritorno ad un parlamentarismo compromissorio
- Organi principali:
• Capo dello Stato: eletto dal Parlamento, può scioglierne le Camere
• Governo: nominato dal Capo dello Stato
• Parlamento: eletto direttamente dal corpo elettorale
- L'indirizzo politico è detenuto dal Governo o dal Parlamento, a seconda dei casi (= in
Italia dal Governo)
FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE
- Tra Governo e Parlamento non c'è nessun rapporto di fiducia -> sistema con più netta
separazione tra il potere esecutivo e quello legislativo
- Affinchè il sistema non degeneri e il Parlamento o il Capo dello Stato non diventino
troppo forti, esistono delle forme di controllo reciproche tra il potere esecutivo e
legislativo
-> il Parlamento ha la funzione legislativa ma il CdS può porre il veto sospensivo,
. quindi bloccare una legge sgradita, che poi il Parlamento dovrà rivotare ottenendo i
. 2/3 dei voti.
D'altro canto il Parlamento ha lo strumento dell'impeachment, ovvero può mettere in
. stato d'accusa il CdS per reati penali.
- Tendenzialmente l'indirizzo politico è in mano al Capo dello Stato
- Si può parlare di modello dualista, in quanto ci sono due organi che si bilanciano
- Tra Governo e Parlamento c'è rapporto di fiducia, ma c'è anche il cosiddetto 'Governo
di legislatura' (= se per un qualunque motivo il Governo dà le dimissioni o entra in
crisi, viene sciolto anche il Parlamento; se il Parlamento si scioglie per un qualsiasi
motivo, viene meno anche il Governo -> questi organi vengono eletti insieme e cadono
insieme)
LA COSTITUZIONE
- Costituzione (= si colloca al vertice del sistema delle fonti ed è il testo normativo che
individua l'assetto fondamentale di un dato ordinamento)
- La Costituzione delinea:
1. Forma di Stato
2. Forma di Governo
3. Sistema delle fonti del diritto (= come nascono le norme giuridiche, chi le pone in
essere e attraverso quali procedimenti)
-> le fonti del diritto sono una scala gerarchica: al vertice c'è la Costituzione, che
. individua l'assetto fondamentale di un ordinamento; tutte le fonti al di sotto di
. essa non possono essere con essa in contrasto
4. Brevi o lunghe: brevi, es. Statuto Albertino; lunghe, come la nostra, disciplinano
maggiormente anche il rapporto tra governanti e governati
- 1922:
• A seguito della marcia su Roma viene nominato Primo Ministro Mussolini ->
cambiamento nella forma di Governo
• Progressivo rafforzamento del potere esecutivo (Governo e Primo Ministro) e
indebolimento sempre più forte del Parlamento, fino a che la funzione legislativa diviene
detenuta unicamente dal Governo
• Istituzione del partito unico -> negata la libertà politica
• Reati a mezza stampa -> negata la libertà di pensiero
-> il tutto accade a Statuto invariato, in quanto l'Albertino poteva essere
contraddetto dalle leggi
- 1943:
• Il Granconsiglio del Fascismo approva l'ordine del giorno in cui chiede al re di
revocare Mussolini e di scegliere un diverso Presidente del Consiglio
• Vittorio Emanuele II revoca Mussolini e lo sostituisce con il Generale Badoglio
• Riemergono dalla clandestinità i partiti antifascisti, che vengono invitati a far parte
del nuovo governo -> rifiutano perchè erano convinti che tutta la situazione fosse colpa
del re
• I partiti antifascisti chiedono che si elegga un'Assemblea Costituente per decidere
la 'questione istituzionale' (= monarchia o repubblica)
- 9 maggio 1946: viene rotta la tregua istituzionale poichè il re abdica (atto a favore della
monarchia) e gli succede il figlio
- 1 gennaio 1948: entra in vigore la Costituzione della Repubblica italiana (scritta, votata,
rigida -> art. 138, programmatica -> tante norme pongono obiettivi da raggiungere,
aperta -> nonostante siano passati 70 anni essa ha saputo adattarsi al tempo; anche
se in parte revisionata la sostanza maggiore è rimasta intatta ed è tutt'ora da
considerarsi vivente)
- La Costituzione è sia fonte di produzione che fonte sulla produzione del diritto.
L'INTERPRETAZIONE
- Tecniche di interpretazione (= sono in parte delineate dalle '3 leggi' o 'Disposizioni sulla
legge in generale', che si trovano prima del Codice Civile e risalgono al 1942)
-> in particolare nelle '3 leggi' l'articolo 12 si occupa di interpretazione della legge:
- L'ordine è per grado di vincolatività (= dalla meno vincolante alla più vincolante):
6. Interpretazione dottrinale: è quella fatta dagli studiosi della materia. Non è
giuridicamente vincolante ma più l'opinione è ben argomentata e sostenuta, più sarà
seguita.
7. Interpretazione burocratica: è quella che viene fatta all'interno degli organi
dello Stato, in particolare dal potere esecutivo. Sono vincolati tutti coloro che sono
subordinati alla struttura gerarchica del Ministero (ovvero da dove viene
l'interpretazione).
8. Interpretazione giurisprudenziale: è quella dei giudici, ovvero le sentenze.
Sono vincolate le parti del processo (= i contendenti), ma non tutti i giudici.
9. Interpretazione autentica: è quella fatta direttamente dallo stesso legislatore.
Può accadere che ci siano certe disposizioni talmente controverse che danno vita ad
orientamenti giurisprudenziali contrastanti, di fronte a ciò il Legislatore può ritenere di
approvare una legge di interpretazione autentica, in cui indica come interpretare la
disposizione controversa.
LA CONSUETUDINE
TIPOLOGIE DI CONSUETUDINE
- Le '3 leggi' dicono che sono fonti: le leggi (fonti primarie), i regolamenti (fonti
secondarie), gli usi (fonti terziarie).
- Rinvio (= tecnica attraverso cui è consentito a fonti esterne di entrare nel nostro
ordinamento).
- L'Art. 80 della Costituzione individua una serie di trattati che necessitano di una
particolare procedura per entratre nell'ordinamento: serve l'autorizzazione del
parlamento e, successivamente, la ratifica del Presidente della Repubblica, che
dev'essere autorizzata dalle Camere (Legge di autorizzazione alla ratifica dei trattati
internazionali).
FONTE-ATTO
- Servono criteri per capire quando siamo davanti ad un atto giuridico normativo e
quando l'atto è non normativo.
- Criteri formali:
12. Denominazione dell'atto (= il nome dell'atto mi fa capire che è un atto
normativo)
13. Individuazione dell'organo competente (= chi ha approvato quell'atto)
14. Procedimento da seguire (= se è stata approvata dalle due Camere e i criteri
previsti)
- Criteri sostanziali:
15. Generalità (= la norma giuridica dev'essere generale, ovvero applicabile ad un
numero indeterminato e indeterminabile di soggetti poichè non ha un destinatario
specifico come le leggi ab personam)
16. Astrattezza (= la norma giuridica dev'essere astratta, poichè la legge si presta
ad essere applicata un numero indefinito di volte)
17. Innovatività (= la norma giuridica dev'essere innovativa, ovvero deve introdurre
regole nuove, volte a cambiare l'ordinamento o regole precedenti)
- In passato prevalevano le consuetudini -> nel momento in cui si arriva allo Stato
liberale si arriva all'affermazione della legge, approvata dalla classe borghese
1. Fonte sovraprimaria:
• Costituzione
+
• Consuetudine costituzionale
• Consuetudine internazionale
• Legge costituzionale (= integra la Costituzione)
• Legge di revisione costituzionale (= modifica la Costituzione)
• A livello regionale: Statuto delle regioni speciali (in base all'art. 116)
2. Fonte primaria:
• Legge ordinaria del Parlamento
+
• Decreto legge
• Decreto legislativo
• Legge atipica
• Legge rinforzata
• Referendum abrogativo (= può essere considerato fonte primaria perchè permette
di modificare una legge, e quinid ha un effetto innovativo)
• Regolamento parlamentare
• A livello regionale: legge regionale + Statuto delle regioni ordinarie
3. Fonte secondaria:
• Regolamenti dell'esecutivo***
+
• A livello regionale: regolamento regionale + fonti enti locali (statuti e regolamenti)
4. Fonte terziaria:
• Consuetudine di diritto comune (usi)
***
Sarebbe necessaria una sottodistinzione, perchè i Regolamenti dell'esecutivo si
distinguono a loro volta in:
- Regolamenti governativi (= del Governo inteso nella sua totalità)
- Regolamenti Ministeriali e Interministeriali (= sono quelli voluti da uno o più ministri)
. -> devono comunque rispettare i Regolamenti governativi (= per questo si
potrebbero pensare come fonte terziaria e quindi gli usi diventerebbero fonte di quarto
grado)
- N.B: Si dice che il sistema delle fonti primarie sia un sistema chiuso, perchè per
aggiungerne una sarebbe necessario modificare la Costituzione.
LE ANTINOMIE TRA LE FONTI: I CRITERI RISOLUTIVI DELLE ANTINOMIE
- È impossibile che tutte le fonti siano tra loro coerenti senza nessun contrasto, a causa
della pluralità di fonti
- Le antinomie (= contrasti) tra le fonti sono naturali nel sistema
- L'ordinamento non può comunque permettersi di non possedere degli strumenti, dei
meccanismi, dei criteri per risolvere questi contrasti
- Criteri:
• Criterio gerarchico: opera tra fonti di grado gerarchico diverso -> fa sì che la
fonte gerarchicamente superiore prevalga su quella subordinata.
Possiamo pensare che ogni fonte abbia due forze: una forza attiva (= capacità di
innovare l'ordinamento) e una forza passiva (= capacità di resistere all'innovazione).
Es. legge del 2016, subentra un regolamento del governo nel 2018 in contrasto con la
legge precedente. In base al criterio gerarchico il regolamento non può contraddire la
legge (la forza attiva del regolamento è inferiore alla forza passiva della legge), quindi se
esso venisse approvato sarebbe ritenuto un regolamento invalido e, per eliminarlo
dall'ordinamento, dev'essere richiesto ad un giudice l'annullamento.
Una volta che esso è stato annullato si dice che opera 'erga omnes', ovvero è valido per
tutti ed 'ex tunc', ovvero da allora.
Es. legge ordinaria del 1999 è in contrasto con una legge ordinaria, decreto legge o
decreto legislativo del 2005, per il criterio cronologico la legge del 1999 è abrogata.
L'ABROGAZIONE
- L'abrogazione delimita nel tempo l'efficacia della legge, perchè nel momento in cui
subentra l'effetto abrogativo entra in vigore la nuova legge, che delimita nel tempo
l'efficacia della precedente
-> la legge è efficace fino a che non ne subentra un'altra che la abroga; la legge che
viene abrogata continua a trovare applicazione per i fatti sorti durante la sua vigenza, in
base al principio di irretroattività della legge.
- Irretroattività della legge (= la legge non dispone che per l'avvenire -> non si può
applicare al passato).
- Esistono però leggi retroattive, ma la loro retroattività dev'essere espressamente
dichiarata nella legge.
- Anche se le precedenti due affermazione sono in contrasto, poichè il principio di
irretroattività si trova nelle '3 leggi' (fonte primaria), è possibile che la legge ordinaria del
parlamento possa derogare il principio di irretroattività.
- Tuttavia nella Costituzione c'è un articolo ( art. 25) che afferma che il principio di
irretroattività della legge penale di sfavore non è assolutamente derogabile (= "nessuno
può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto
commesso")
• Criterio della specialità: è un criterio residuale (si usa meno) -> se c'è una legge
generale e subentra una legge speciale, la legge speciale è una deroga a quella
generale e continuano ad operare ambedue (una come eccezione e l'altra come regola).
-> opera 'ex nunc' ed 'erga omnes o inter partes', perchè dipende dall'interpretazione.
LA RISERVA DI LEGGE
Art. 70 dice che "La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere"
-> il sistema parlamentare prende il nome di bicameralismo perfetto, paritario (= le due
Camere svolgono le stesse identiche funzioni)
-> svantaggio: comporta pocedimenti più lunghi.
- La seduta è valida solo se sono presenti metà +1 dei componenti del gruppo
(= definito quorum strutturale/numero legale.
-> Il numero legale è presunto, a meno che non si chieda espressamente la verifica.
- Modalità di voto:
• Voto segreto: utilizzato per lo più quando si deve votare su singole persone
• Voto palese: maggiormente utilizzato perchè si evitano coloro che sembrano in
linea con il partito ma poi votano contro, con il voto palese il parlamentare si assume la
responabilità del voto che dà.
- Tipologie di voto: voto per alzata di mano, appello nominale, procedimento elettronico
(segreto o palese), per scheda.
C. IL PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE DELLE LEGGI RINFORZATE:
-> Le leggi rinforzate sono leggi che prevedono di seguire un procedimento rinforzato
rispetto a quello ordinario
-> Può essere rinforzata la fase dell'iniziativa (attraverso un referendum o chiedendo un
parere a qualcuno), o il procedimento approvativo (se viene stabilita una maggioranza più
elevata)
-> Sono esempi di leggi rinforzate:
• L'art. 79: "L'amnistia (=estingue il reato) e l'indulto (= estingue in tutto o in parte la
pena), sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei 2/3 dei componenti di
ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale";
• L'art. 81: "Il contenuto della legge di bilancio [...] è stabilito con legge approvata a
maggioranza assoluta dei componenti di ciacuna Camera";
• L'art. 116: "Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, [...] la legge è
approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti".
LE LEGGI ATIPICHE
- Sono leggi che hanno un'atipicità, ovvero che hanno qualcosa di diverso rispetto a
quelle ordinarie
- Le leggi sono considerate atipiche se hanno una:
1. Forza attiva potenziata: tutte quelle leggi che non sono sottoponibili a
referendum abrogativo ( es. art. 75: leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di
indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali).
2. Forza attiva depotenziata: leggi che prendono il nome di 'meramente formali',
perchè hanno la forma della legge ma non il contenuto poichè non innovano
l'ordinamento ( es. art. 80 e art. 81: quest'ultimo riguardante la legge di bilancio,
introduce il fatto che il Governo debba presentare il rendiconto consuntivo, che non
può essere modificato ma solo approvato con una legge meramente formale).
IL REGOLAMENTO PARLAMENTARE
- Dare potere primario al Governo non dà le stesse garanzie del Parlamento, perchè il
Governo è costituito dalla maggioranza; tuttavia sia nell'1 che nel 2 il Parlamento non è
del tutto escluso dalla procedura, poichè nel decreto legge il Parlamento interviene ex
post (= in sede di conversione in legge), in quello legislativo interviene ex ante (= in
sede di conferimento della delega).
IL DECRETO LEGISLATIVO
- È previsto dall'art. 76, che afferma che "L'esercizio della funzione legislativa non può
essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e
soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti".
-> Quindi avremo il decreto legislativo quando il Parlamento decide di trasferire al
Governo l'esercizio della funzione legislativa (il titolare della funzione resta sempre il
Parlamento); ciò accade, ad esempio, quando la materia è particolarmente tecnica e
richiede delle conoscenze particolari (tutti e 4 i codici sono decreti legislativi).
2. Proposta del decreto legislativo da parte di uno o più ministri competenti per
materia
3. Delibera da parte dell'intero Consiglio dei ministri
N.B: Se il decreto legislativo viola la legge delega, allora è illeggittimo, poichè non
rispettando la legge delega non rispetta nemmeno l'art. 76 della Costituzione.
(Questo meccanismo è detto del 'parametro interposto' (= quando una fonte è chiamata
dalla Costituzione a rispettare un'altra fonte che si interpone tra essa, detta oggetto, e la
Costituzione).
IL DECRETO LEGGE
II. Limiti di materia: ci sono casi in cui il Governo non può decidere autonomamente di
approvare un decreto legge. Sono tutti i casi in cui c'è una riserva di legge (l'art. 15
individua tutti i casi in cui non si può approvare un decreto legge ed afferma che
l'oggetto del decreto legge dev'essere omogeneo, secifico e corrispondente al titolo).
LE DELEGHE ANOMALE
1. Testi unici: quando in una data materia nel corso degli anni si sono sovrapposti
diversi interventi normativi, per cui si è creata una situazone di confusione normativa
con testi che si contraddicevano/sovrapponessero, si pose un'esigenza di ordinare la
disciplina di una certa materia.
Il Parlamento con una legge di delega può conferire al Governo il compito di
adottare un testo unico (= decreto legislativo che riordina la suddetta materia, abrogando
o colmando le possibili lacune).
Tra i testi unici vanno distinti:
• Testi unici innovativi: il decreto legislativo riorganizza la materia, rivedendola;
questi testi unici sono una vera e propria fonte del diritto
• Testi unici compilativi: il Governo si limita a raggruppare in un unico testo la
normativa già esistente in quella materia, senza coordinare, armonizzare ed abrogare;
non c'è una delega del Parlamento e non possono essere considerate una fonte del
diritt perchè non innovano l'ordinamento. Al più possono essere considerata una fonte
di cognizione non ufficiale (= per conoscere).
2. Decreti in caso di guerra: (art. 78 prevede che "Le Camere deliberano in caso
di guerra e conferiscono al governo i poteri necessari").
Questi decreti sono considerati deleghe anomale perchè non hanno termine nè
oggetto nè principi e crieri direttivi.
Non hanno mai trovato applicazione.
3. Decreti legislativi attuativi degli statuti delle regioni speciali: gli statuti delle
regioni speciali sono leggi costituzionali, negli statuti ci sono delle previsioni in cui si
dà compito al Governo di dare attuazione al rispettivo statuto. La delega è
direttamente nello statuto, non c'è un termine e non c'è un oggetto definito.
REGOLAMENTI DELL'ESECUTIVO
- Procedimento di approvazione:
• Iniziativa da parte di uno (ministeriali) o più (interminiteriali) Ministri
• Parere del Consiglio di Stato (obbligatorio, non vincolante) entro 45 giorni
• Trasmissione dello schema del regolamento al Presidente del Consiglio dei
Ministri, affinchè controlli che il regolamento sia in linea con l'indirizzo del Governo
-> se ritiene che il regolamento non rispetti l'indirizzo politico chiede che venga
votato dall'intero Consiglio dei Ministri
• Approvato ed emanato dal singolo Ministro (o dai più Ministri)
• Controllo della Corte dei Conti (visto e registrazione oppure registrazione con
riserva)
• Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
• Entrata in vigore dopo vacatio legis
I REFERENDUM
IL REFERENDUM ABROGATIVO
- Procedimento referendario:
• Si avvia con una richiesta referendaria (= dev'essere depositata entro il 30
settembre di ciasun anno presso la Corte di Cassazione)
-> la richiesta referendaria può essere effettuata da 500mila elettori o 5 consigli
regionali, in particolare servono almeno 10 promotori che, dopo aver depositato la
richiesta, hanno 3 mesi di tempo per raccogliere le 500mila firme (in caso di iniziativa
popolare)
• Primo controllo: controllo di legittimità-conformità (= svolto da un organo istituito
presso la Corte di Cassazione: l'Ufficio centrale per i referendum, che controlla la
regolarità della procedura, che siano stati rispettati i tempi previsti, che le firme siano
effettive di elettori reali e che non ci siano due richieste uguali)
-> il controllo deve concludersi entro il 15 dicembre di ciascun anno
• Secondo controllo: controllo di ammissibilità di referendum (= svolto dalla Corte
costituzionale, che verifica che la richiesta rispetti la Costituzione)
-> il controllo deve concludersi entro il 10 febbraio di ogni anno
• Indizione del referendum da parte del PdR (= il referendum può svolgersi tra il 15
aprile e il 15 giugno di ciascun anno)
• Accertamento degli esiti
• Se prevalgono i sì all'abrogazione c'è un decreto del PdR
- Limiti procedurali:
• Il più grande limite procedurale del referendum abrogativo è il quorum di
partecipazione previsto dall'art. 75.
-> Il referendum produce effetto solo se partecipano almeno il 50% + 1 degli aventi
diritto di voto; quindi l'astensione diventa un'arma per far fallire il referendum
• Se si raggiunge il quorum e prevalgono i no subentra un altro limite procedurale:
quella richiesta referendaria non può essere ripresentata per i successivi 5 anni.
-> Se non si raggiunge il quorum si può ripresentare la stessa richiesta referendaria
anche l'anno successivo.
- Limiti di materia:
• Non può essere richiesto il referendum abrogativo per una fonte secondaria, ma
solo per leggi o atti aventi forza di legge.
• Non può essere richiesto il referendum per la Costituzione.
• L'art. 75 individua una serie di materie che non possono essere sottoposte al
referendum: leggi tributarie e di bilancio, leggi di amnistia e di indulto e leggi di
autorizzazione alla ratifica dei trattati interazionali.
• La Corte Costituzionale con il giudizio di ammissibilità valuta che la richiesta
referendaria rispetti i limiti di materia.
-> Tale giudizio è stato nel tempo ampliato includendo limiti impliciti che si
ricavano dalla Costituzione, ad esempio la corte ha affermato che non è sottoponibile a
referendum la materia costituzionale + le cosiddette leggi costituzionalmente necessarie/
obbligatorie (= danno diretta attuazione alla costituzione, sono necessarie per l'attuazione
della stessa) + tutte le leggi collegate all'art 75.
• La Corte Costituzionale dice, inoltre, che il quesito referendario affinchè sia
ammissibile deve essere chiaro, univoco e omogeneo, tale per cui, attraverso un si od
un no, l'elettore possa manifestare realmente la sua volontà.
- È il primo organo che viene preso in considerazione dalla Costituzione (art. 55-82)
- La prima scelta fu sul sistema parlamentare da adottate: monocamerale (= unica
camera) o bicamerale (= due Camere) differenziato o paritario
- Solitamente il modello bicamerale si adotta quando si vuole differenziare le due
Camere, quindi si parla di bicameralismo differenziato (es. negli USA una Camera
rappresenta il tutto e l'altra gli stati membri)
- La differenziazione può essere, ad esempio, per la composizione e per i compiti
- L'Assemblea costituente ha scelto un modello bicamerale con l'idea che una delle due
Camere rappresentasse le regioni (Senato); in realtà poi tutte le differenziazioni sono
venute meno, quindi di fatto noi abbiamo un bicameralismo paritario perfetto (= le due
Camere sono una la copia dell'altra e non si differenziano nè per composizione nè per
funzioni).
- Ci sono tuttavia delle differenze tra le nostre due Camere:
• Nell'età per poter eleggere: per leggere alla Camera bisogna aver compiuto 18
anni, per eleggere al Senato bisogna aver compiuto 25 anni
• Nell'età per essere eletti: per essere eletti alla Camera bisogna aver compiuto 25
anni, per essere eletti al Senato bisogna aver compiuto 40 anni
• Nel Senato ci sono i senatori a vita (= ex PdR e altri nominati da PdR per merito).
-> poichè le differenze sono limitate e le due Camere svolgono le stesse funzioni, il
nostro bicameralismo è comunque perfetto.
- N.B: la Camera dei deputati è composta da 630 membri, il Senato della Repubblica è
composto da 315 membri + senatori a vita
ELETTORATO ATTIVO
ELETTORATO PASSIVO
I SISTEMI ELETTORALI
• Ciò ha causato un blocco di potere che ha gestito la politica italiana per diversi
anni (= crisi del sistema: tangentopoli).
• Si arrivò alla necessità di una legge elettorale nuova, per avere governi più stabili
ed un'alternanza politica.
• Queste due esigenze crearono i presupposti per un cambiamento.
• Inoltre ci furono due referendum elettorali: 1) Referendum 1991: abolite le
preferenze plurime -> attraverso queste si esercitava il controllo del voto -> preferenza
unica; 2) Referendum 1993: abolita buona parte della legge per l'elezione del Senato.
• Il sistema fu fin da subito costellato da critiche di varia natura (es. non si voleva
che il premio di maggioranza fosse dato alla coalizione che prendeva più voti, perchè
c'era troppa differenza tra i voti presi e i seggi conquistati) e sottoposto a referendum
nel 2009 che non raggiunse il quorum.
• Non si formò una maggioranza stabile ma più maggioranze eterogenee fra forze
politiche avversarie.
• Risultarono necessarie coalizioni tra partiti diversi, che magari si erano presentati
separatamente alle elezioni.
7. CONSULTELLUM:
• Sistema elettorale mai applicato.
• Prevedeva per la Camera un sistema prporzionale (capilista bloccati, voti di
preferenza per gli altri cadidati in lista, premio di maggioranza per la lista che avesse
raggiunto il 40% dei voti al primo turno, sbarramento al 4%).
• Prevedeva per il Senatoe un sistema sostanzialmente proporzionale senza premio
di maggioranza.
• Il sistema doveva essere reso omogeneo tra Camera e Senato per raggiungere
stabilità ed alternanza politica.
• Candidature:
Nei collegi uninominali:
• ogni forza politica presenta un candidato in un collegio
• ogni candidato può presentarsi su tutto il territorio nazionale, in un solo collegio
uninominale e in massimo 5 liste proporzionali.
Nei collegi plurinominali:
• le liste sono composte da 2 a 4 candidati in almeno 2/3 dei collegi plurinominali
della circoscrizione;
• possono presentarsi da sole o raggruppate in coalizioni su tutto il territorio
nazionale;
• ogni lista deve depositare un programma e indicare un 'capo politico' -> le
coalizioni non hanno l'obbligo di indicare programma e capo comune.
• Parità di genere:
Nei collegi uninominali:
• ciascun genere non può essere rappresentato per più del 60% delle
candidature.
Nelle liste proporzionali:
• nessun genere può essere rappresentato più del 60% sia nelle liste che fra i
capilista;
• fra i candidati ci deve essere l'alternanza fra i generi;
• i capilista di ciascuna lista debbono rispettare l'alternanza fra i generi.
• Candidati plurieletti:
• Se un candidato risulta eletto in un collegio uninominale ed in uno plurinominale
questo è considerato eletto nel collegio uninominale;
• Se un candidato è eletto in più collegi plurinominali questo si considera eletto
dove la lista ha conseguito la minor cifra elettorale nel collegio plurinominale.
• Considerazioni finali:
• Mancano le preferenze -> continuano ad esserci le liste bloccate come nel
"Porcellum";
• I dirigenti di partito, e non i cittadini direttamente, continuano a scegliere i
candidati che diverranno parlamentari;
• La Corte aveva statuito che potessero non esserci le preferenze se ci fossero
state liste corte in collegi piccoli, per garantire la conoscibilità dei candidati: le liste sono
corte, i collegi però sono enormi (oltre 500 mila elettori) ed i candidati poco conoscibili;
• L'assenza di un premio di maggioranza non incentiva l'aggregazione dei partiti
in coalizioni nè la formazione di una maggioranza,, anche se garantisce più
rappresentatività;
• Non si garantisce una maggioranza: la stessa potrebbe formarsi in base ad
accordi post elettorali e a volte anche fra forze politiche avversarie durante le elezioni;
• Possibile frammentazione ulteriore del quadro politico (3% ed addirittura 1% è
infatti la soglia miinima per partecipare alla vita politica del paese)
1. Insindacabilità:
• Prevista dal primo comma dell'art. 68, che afferma che "I membri del
Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti
dati nell'esercizio delle loro funzioni" -> Possono votare in libertà, anche non in linea con
il Gruppo e possono esprimere anche opinioni ingiuriose nei confronti di qualcuno
• Percosse e lesioni non sono 'coperte' dall'insindacabilità: in particolare se un
parlamentare offende un soggetto non è chiamato a rispondere dell'offesa solo se è
nell'esercizio delle funzioni
• Non è così facile capire se il parlamentare è nell'esercizio delle funzioni, è
necessaria quindi una distinzione:
Se esprime un'opinione intra moenia (= all'interno della Camera) è
nell'esercizio;
Per i casi in cui esprime un'opinione extra moenia (= all'infuori dell'Aula) la
Corte costituzionale ha elaborato il concetto del nesso funzionale (= il parlamentare è
nell'esercizio delle funzioni se quello che sta svolgedo ha un nesso con le funzioni tipiche
dello stesso; se questo nesso è riscontrabile la copertura c'è)
• Se al di fuori dell'Aula il parlamentare ripete quello che ha già detto in Aula
allora la copertura si estende
• Se invece durante un'attività esterna offende qualcuno e in Aula non aveva
manifestato quel pensiero, allora non c'è la copertura.
2. Immunità penale:
• Prevista dal secondo comma dell'art. 68, che afferma che "Senza
autorizzazione da parte della Camera alla quale appartiene, nessun membro del
Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, nè può
essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale" -> La Camera di
appartenenza deve valutare che non ci sia da parte della Magistratura un intento
persecutorio
• Eccezioni:
Se il parlamentare è colto in flagranza di reato per il quale sia previsto l'arresto
obbligatorio
Oppure per l'esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna.
In questi casi non serve l'autorizzazione della Camera e il parlamentare può
essere arrestato e sottoposto a detenzione.
• Sulla base della notizia del reato è sempre possibile avviare un procedimento
penale, nel momento in cui nel corso del procedimento fosse necessario intercettare/
perquisire il parlamentare, allora servirebbe l'autorizzazione della Camera (N.B: prima
della riforma del 1993 anche solo per iniziare procedimenti penali serviva
l'autorizzazione)
1. Fase preparatoria:
• Si svolgono le consultazioni presidenziali (= il PdR consulta una serie di personalità
al fine di individuare un soggetto che avrà la possibilità di essere sostenuto dalla
maggioranza del Parlamento che darà la fiducia al Governo)
• In particolare il PdR consulta i Presidenti delle Camere, gli ex Presidenti della
Repubblica, i Segretari dei Partiti presenti in Parlamento e i capi dei Gruppi parlamentari
• Volendo può consultare anche soggetti esterni
• Se la situazione è particolarmente complessa il PdR ha due strumenti aggiuntivi: il
mandato esplorativo (= si dà il compito ad un soggetto super partes, di solito il
Presidente di una delle due Camere, di svolgere a sua volta delle consultazioni in modo
da fornire al PdR delle informazioni ulteriori) e il pre incarico (= viene incaricato colui che
potrebbe essere incaricato di essere il Presidente del Consiglio, in modo che svolga
delle consultazioni, per poi eventualmente avere l'incarico)
• Le consultazioni cambiano profondamente a seconda del sistema
2. Fase costitutiva:
• Prevede il conferimento dell'incarico di formare il Governo
• Il soggetto che viene incaricato non è ancora il Presidente del Consiglio ma solo
l'incaricato, che deve accettare l'incarico con riserva, perchè deve a sua volta svolgere
delle consultazioni e valutazioni per capire se è in grado di formare un gruppo di ministri
sulla base di un programma che il Parlamento sarà disposto a sostenere
• Se l'incaricato vede che non ci sono le condizioni per formare il Governo, scioglie
negativamente la riserva e rinuncia all'incarico, altrimenti scioglie positivamente la
riserva e si presenterà al PdR con la lista dei possibili ministri
3. Fase perfettiva:
• Fase delle nomine
• Ci sono in particolare 3 decreti: un primo decreto con il quale viene nominato il
Presidente del Consiglio dei ministri; un secondo di nomina dei ministri e un terzo con
cui il Presidente accetta le dimissioni del precedente Governo, posto che il Governo
dimissionario rimane in carica fino a che non subentra il nuovo Governo
• Tutti questi 3 decreti vanno controfirmati dal Presidente del Consiglio entrante
(controfirma la propria stessa nomina)
4. Fase integrativa d'efficacia:
• Prevede il giuramento
• In base all'art. 93 "Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di
assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del PdR" al fine di accettare il
ruolo che gli è stato dato
• Il Governo entra quindi in carica -> è immesso nell'esercizio delle sue funzioni ma
non è nella pienezza dei suoi poteri, perchè manca ancora il passaggio fondamentale
della fiducia del Parlamento
• Come previsto dall'art. 94 "Entro 10 giorni dalla sua formazione il Governo si
presenta alle Camere per ottenerne la fiducia"
• Nel lasso di tempo che intercorre tra il giuramento ed il conferimento della fiducia il
Governo può svolgere la cosiddetta ordinaria amministrazione
2. MINISTRI:
• Ministri con portafoglio (= tra gli organi necessari)
• Ministri senza portafoglio (= tra gli organi non necessari)
1. INDIVIDUALI:
• Vice-Presidente del Consiglio dei ministri: a uno o più ministri può essere
attribuita questa carica; di solito viene attrubiuta all'esponente del secondo partito se
siamo in presenza di due partiti forti
• Ministri senza portafoglio: attualmente 6; sono diretti collaboratori del
Presidente del Consiglio a cui vengono delegate delle funzioni: svolgono soprattutto un
ruolo di supporto al Presidente
• Sottosegretari di Stato: collaboratori del ministro
• Vice-ministri: incarico che può essere dato, con deleghe più ampie, ai
sottosegretari di Stato, che comporta incarichi più ampi
• Commissari straordinari di Governo: soggetti che vengono nominati per far
fronte ad incarichi urgenti e straordinari, che possiedono un accentramento dei poteri
(es. ponte di Genova)
2. COLLEGIALI:
• Consiglio di Gabinetto: formato dal Presidente del Consiglio con alcuni suoi
ministri
• Comitati interministeriali: raggruppamento di alcuni ministri competenti per
un certo settore per il quale il comitato è istituito; ha funzioni consultive e deliberative
• Comitati di ministri: organo disposto dal PdR con funzioni solo consultive
1. Mozione di fiducia:
• Chiesta e accordata all'inizio della formazione del Governo -> entro 10 giorni
dal giuramento il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia
• Il Presidente del Consiglio si presenta separatamente a ciascuna Camera ed
espone il proprio programma
• Avviene poi un dibattito con replica del Presidente del Consiglio per
specificazioni e chiarimenti
• Successivamente i Presidenti dei Gruppi, in particolare di quelli che
sostengono quel Governo, presentano la 'nozione di fiducia' che dev'essere motivata
• La votazione si svolge per appello nominale (forma più palese di voto)
affinchè il singolo parlamentare assuma la responsabilità della propria scelta dinanzi
all'opinione pubblica e agli elettori
• La fiducia si vota con maggioranza semplice
• Ad oggi ci sono stati solamente 5 casi in cui il Governo non ha ottenuto la
fiducia iniziale
2. Mozione di sfiducia:
• Nel corso della legislatura il rapporto di fiducia può interrompersi e può
essere presentata una mozione di sfiducia per sfiduciare il Governo in carica
• Basta anche l'approvazione di questa mozione in una sola delle due Camere
per far entrare in crisi il Governo
• Questa mozione dev'essere firmata da almeno 1/10 dei componenti della
Camera, non può essere messa in discussione prima di 3 giorni dalla presentazione ed
è motivata
• Le modalità di votazione sono le stesse della mozione di fiducia (appello
nominale, maggioranza semplice)
• Ad oggi sono state presentate mozioni di sfiducia ma non sono mai passate,
quindi nessun Governo ha mai dovuto dimettersi
3. Questione di fiducia:
• Non si trova nella Costituzione
• È un istituto previsto e disciplinato dai Regolamenti parlamentari
• In questo caso è lo stesso Governo che mette in discussione il rapporto di
fiducia
• In particolare accade che il Governo su un determinato atto che il Parlamento
sta per approvare (es. disegno di legge ...) pone la questione di fiducia; ciò comporta
che se il Parlamento non approva quell'atto allora è revocata la fiducia
• La votazione avviene per appello nominale, a maggioranza semplice
• È uno strumento molto forte nelle mani del Governo (strumento di ricatto)
• Ad oggi ci sono stati 2 casi su progetti sui quali è stata posta la questione di
fiducia e non sono stati approvvati, causando 2 crisi di Governo
I SINGOLI MINISTRI
- Le dimissioni di un singolo ministro non portano alla caduta del Governo, ma ne viene
nominato uno in sua sostituzione oppure il ministero viene dato ad interim a uno dei
ministri già presenti
- Se i ministri sono vari avremo ancora la sostituzione e in questo caso si parla di
rimpasto
- La situazione dipende sempre da quali ministri si dimettono, se sono quelli chiave o
meno
- Giuridicamente il singolo ministro può essere revocato da parte del PdR e sfiduciato da
parte del Parlamento
- Tuttavia il problema è politico perchè i ministri sono espressione del Gruppo da cui
provengono e quindi se si sfiducia il singolo ministro si perde l'appoggio di quel
Gruppo
- Ciò è accaduto nei governi tecnici (= formati da esperti (es. Monti), in cui non c'è una
vera appartenenza politica dei ministri)
VICENDE DI FORMAZIONE DELL'ATTUALE GOVERNO
1. Inizio aprile 2018: Varie consultazioni del PdR (= ruolo importante perchè non c'era
una netta maggioranza)
2. Tra il 18 e il 23 aprile 2018: Due mandati esplorativi al Presidente del Senato e della
Camera con l'obiettivo di verificare se c'era la possibilità di coalizione e intesa
3. Tra il 7 e il 22 maggio 2018: Nuove consultazioni del PdR
4. 23 maggio 2018: Conferito l'incarico a formare il Governo al professor Giuseppe
Conte, che accetta con riserva
5. Proposto come ministro dell'economia il professor Paolo Savona
6. Rifiuto da parte del PdR
7. 27 maggio 2018: Conte scioglie negativamente la riserva e rimette l'incarico nelle
mani del PdR
8. 28 maggio 2018: il PdR conferisce l'incarico a formare un Governo tecnico
all'economista Carlo Cottarelli, che accetta l'incarico con riserva
9. 31 maggio 2018: essendosi nuovamente create le condizioni per la formazione di un
governo politico, Cottarelli rimette l'incarico
10. Il PdR affida nuovamente l'incarico a Giuseppe Conte, che eccetta l'incarico e
rivede la lista dei ministri
11. 1 giugno 2018: il Governo presta giuramento nelle mani del PdR
12. 5 e 6 giugno 2018: il Governo ottiene la fiducia da entrambe le Camere
III. Funzione di indirizzo politico: anche se è una funzione condivisa con il Parlmento,
resta il Governo che individua gli obiettivi e le priorità attraverso i procedimenti che
vanno realizzati
SISTEMA DI ELEZIONE
- Come sancito dall'art. 83 "Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in
seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni
Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza
delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della
Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea.
Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta"
- Il ruolo delle regioni è più che altro simbolico perchè non hanno peso particolare sul
voto
- I requisiti di eleggibilità sono descritti dall'art. 84: "Può essere eletto PdR ogni
cittadino che abbia compiuto 50 anni d'età e goda dei diritti civili e politici"
- L'ufficio di PdR è incompatibile con qualunque altra carica
- L'art. 85 afferma che "Il PdR è eletto per 7 anni (per slegare il Presidente dal
collegamento con le Camere). 30 giorni prima che scada il termine il Presidente della
Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per
eleggere il nuovo PdR. Se le Camere sono sciolte, o manca meno di 3 mesi alla loro
cessazione, l'elezione ha luogo entro 15 giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel
frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica"
- Come affermato nell'articolo 87 "Il PdR è il capo dello Stato e rappresenta l'unità
nazionale"
- Il ruolo oscilla da organo garante a organo governante:
• In una situazione politica in cui c'è una maggioranza e il Governo è stabile il suo
ruolo è soprattutto quello di garante del rispetto della Costituzione -> ruolo più neutrale;
• In una situazione di instabilità o di crisi, in cui ci sono maggiori contrasti, il suo
ruolo diventa più determinante in quanto il PdR diventa un organo governante, che
regge il sistema (es ha potere di scioglimento anticipato delle Camere) -> in questo
caso può essere chiamato a fare scelte con risvolti politici
- L'art. 90 afferma che "Il PdR non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle
sue funzioni (= principio dell'irresponabilità del PdR), tranne che per alto tradimento o
per attentato alla Costituzione (= reati presidenziali). In tali casi è messo in stato
d'accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri",
dopo di che viene giudicato dalla Corte Costituzionale integrata da 16 cittadini estratti
dalla lista formata dal Parlamento in seduta comune
- Di fatto non si è mai arrivati alla condanna del PdR
- L'art. 98 afferma che "Nessun atto del PdR è valido se non è controfirmato dai ministri
proponenti, che ne assumono la responsabilità"
- Attraverso questa controfirma, detta controfirma ministeriale, la responsabilità passa
dal PdR al Governo
- L'assunzione di responsabilità da parte del Governo varia, perchè dipende dal tipo di
atto che si controfirma
- N.B: in alcuni casi la controfirma è fatta anche o solo dal Presidente del Consiglio dei
ministri (vd. Art. 89)
- Ci sono degli atti del PdR detti 'personalissimi' come ad esempio le dimissioni, che non
richiedono la controfirma
- Tuttavia i diritti dei cittadini si trovano già negli articoli fondamentali della Costituzione;
tra questi:
• Articolo 2: riferimento al principio personalista (= "La Repubblica riconosce e
garantisce i diritti inviolabili dell'uomo")
• Articolo 3: principio di uguaglianza (= "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono eguali davanti alla legge ..")
• Articolo 4: diritto al lavoro (= "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al
lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto")
• Articolo 6: diritti delle minoranze linguistiche (= "La Repubblica tutela con
apposite norme le minoranze linguistiche")
• Articolo 10: diritti fondamentali ai non cittadini
- È comunque punita ogni violenza fisica e morale sulle persone sottoposte a restrizione
di libertà
- Nell'art. 14 il concetto di domicilio si intende nella sua definizione più ampia, in modo
che i cittadini risultino tutelati maggiormente
- L'art. 14 afferma infatti che si considera domicilio "Qualsiasi spazio isolato
dall'ambiente esterno di cui il privato disponga legittimamente (non necessariamente
proprietario) e da cui possa escludere i terzi"
-> Ne deriva che, ai sensi dell'art. 14, è considerato domicilio la sede degli affari, la
residenza, la stanza d'albergo, il bagno all'università, il bagagliaio dell'automobile ...
- L'art. 14 non riguarda tanto la tutela del luogo, ma la tutela della persona nel luogo
-> può essere considerato la proiezione della libertà personale nello spazio
N.B: ci sono misure limitative della libertà personale che avvengono per la possibilità di
accesso ad un determinato ambito (es. aereoporto, stadio) e sono obbligatorie
LE LIBERTA' COLLETTIVE
- Le libertà collettive sono quelle libertà la cui titolarità spetta al singolo ma il cui
esercizio necessita di una pluralità di soggetti
- Sono:
• Libertà di riunione (art. 17) -> con riunione si intende la compresenza volontaria
di più persone in un determinato luogo per uno scopo comune (es. comizio, convegno,
manifestazione)
• Libertà di associazione (art. 18) -> associazione si intende una forma di
aggregazione attraverso la quale più soggetti, a seguito di un impegno reciproco, si
organizzano per obiettivi comuni (es. boyscout, partito politico)
-> Libertà di associazione sindacale
-> Libertà di associazione politica
-> Libertà di associazione religiosa
- L'articolo distingue tre tipi di riunione a seconda del luogo in cui si svolgono:
1. Riunione in luogo privato: rimanda alla libertà di domicilio perchè chi ha la
disponibilità del luogo può ammettere o non ammettere i terzi (es. casa,
appartamento)
-> non è richiesto preavviso
2. Riunione in luogo aperto al pubblico: luogo delimitato ma con un un libero
accesso, in cui è ammessa una generalità di persone (es. teatro, aula, cinema)
-> non è richiesto preavviso
3. Riunione in luogo pubblico: riunione che si svolge in un luogo aperto non
delimitato (es. piazza, strada)
-> è richiesto un preavviso, almeno 3 giorni prima della riunione, all'autorità
competente, ovvero il questore Questore, che può vietare la riunione solo per motivi di
sicurezza e incolumità pubblica.
Il preavviso è necessario perchè, dato che la riunione si svolge in un luogo
pubblico, in tale luogo ci sono altre persone con esigenze diverse che vanno tutelate e
perchè è necessario predisporre delle misure di sicurezza.
In ogni caso si tratta di un preavviso e non di un'autorizzazione.
Il preavviso non è una condizione di legittimità della riunione stessa, ma del
mancato preavviso rispondono penalmente i promotori della riunione.
- Il 'Testo unico' prevede una procedura per lo scioglimento delle riunioni che smettono
di essere pacifiche:
• Si allontanano i soggetti che creano disturbo
• (Se non sufficiente il puto 1) Ordine di scioglimento: intimazioni precedute da
squilli di tromba
• (Se non sufficiente il punto 2) L'autorità di pubblica sicurezza può fare uso della
forza pubblica
- Il 'Testo unico' tratta anche la fattispecie delle riunioni non programmate (= sono
lecite, nonostante non ci sia o non possa esserci il preavviso)
LA LIBERTA' DI ASSOCIAZIONE (ARTICOLO 18)
- Il primo comma dell'art. 18 prevede che "I cittadini hanno diritto di associarsi
liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge
penale (= limite generale)"
- In passato il Codice penale prevedeva dei reati per le associazioni che non erano
considerati reati per i singoli, successivamente tali reati sono stati dichiarati
incostituzionali
- L'art. 15 prevede che "La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra
forma di comunicazione sono inviolabili (= chiamata terza dimensione)"
- Si differenzia dalla libertà di pensiero perchè la corrispondenza è rivolta ad un
destinatario specifico, mentre il pensiero è indirizzato ad una generalità di soggetti
2. Limiti impliciti:
• Diritto all'onore e alla reputazione -> Reato di ingiuria e diffamazione
• Onorabilità, prestigio delle istituzioni -> reati là dove il pensiero lede il
prestigio delle istituzioni (es. vilipendio alla bandiera, al PdR)
• Interesse al regolare svolgimento della giustizia
• Segreto di Stato, segreti d'ufficio
• Ordine pubblico -> vietate l'istigazione al suicidio, l'istigazione al
compimento di un reato
- L'unico mezzo di diffusione del pensiero che viene disciplinato in maniera dettagliata è
la libertà di stampa:
• È previsto che sulla stampa non ci siano forme di controllo preventivo ma forme di
controlli successivi, dati anche dal sequestro della stampa
• Il sequesto è disciplinato da una duplice riserva:
• Riserva di giurisdizione
• Riserva di legge rinforzata (= nel caso di delitti per i quali la legge sulla
stampa espressamente autorizzi il sequestro, o nel caso di violazione delle norme che la
legge prescrive per l'indicazione dei responsabili (= stampa anonima))
- I casi eccezionali sono descritti del quarto comma dell'art. 21: "Quando vi sia assoluta
urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequesto
della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono
immediatamente, e non mai oltre 24 ore, fare denuncia all'autorità giudiziaria. Se questa
non lo convalida nelle 24 ore successive, il sequestro si intende revocato e privo di ogni
effetto"
-> I tempi sono dimezzati perchè le notizie 'invecchiano' in fretta
- Sono diritti pubblici di prestazione (= sono quei diritti che per definizione pretendono
un intervento, un'azione da parte dello Stato)
- Sono quei diritti che, per eccellenza e più degli altri, costano
- È una libertà positiva, perchè chiede un'azione
- Tra i diritti sociali ci sono:
1. Diritto alla salute
2. Diritto all'istruzione
3. Diritto all'assistenza e alla previdenza sociale
- Il primo comma dell'art. 32 afferma che "La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti (Servizio sanitario nazionale e TSO)"
-> È il diritto all'integrità psicofisica, ma anche ad avere delle previdenze, delle
prestazioni sanitarie da parte dello Stato
-> Il primo comma è un'applicazione del principio di uguaglianza
- Il primo comma dell'art. 38 prevede che "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto
dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale"
- Il secondo comma afferma che "I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed
assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia,
invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria"
-> Diritto alla previdenza
- Il terzo comma prevede che "Gli inabili e i minorati hanno diritto all'educazione e
all'avviamento professionale"
- Il quarto comma specifica che "Ai compiti previsti in questo articolo provvedono
organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato"
-> Es. INPS (= istituto nazionale previdenza sociale) e INAIL (= istituto nazionale per
l'assicurazione contro gli infortuni del lavoro)
- È previsto, tra le competenze dello Stato, il compito di definire i livelli essenziali delle
prestazioni concernenti i diritti sociali (è assicurato un minimo di diritti sociali a tutti)
- Evoluzione della posizione dello Stato nei confronti dll'economia negli anni:
- Con la crisi del 2008 ci sono tuttavia stati nuovi interventi dello Stato nell'economia
- Nel corso degli anni si sono affermati una serie di diritti che in passato non erano
ritenuti importanti
- Sono esempi di ciò:
1. Il diritto alla privacy
2. Il diritto all'identità sessuale
3. Il diritto alla procreazione medicalmente assistita
- Questi diritti non sono elencati nella Costituzione, pechè appunto in passato non erano
importanti -> per questo prendono il nome di "nuovi diritti"
- Ci sono dei diritti che necessariamente si ricollegano alla cittadinanza: sono tutti i diritti
politici (es. diritto di voto)
- Ma ci sono altri diritti che devono essere riconosciuti anche ai non cittadini, tra cui i
diritti fondamentali
- Come estendere quindi i diritti fondamentali anche ai non cittadini?
• Una prima possibilità è data dall'analisi dell'art. 2, che si riferisce all'uomo in
generale, quindi estende i diritti fondamentali a tutti
• Una seconda possibilità è l'analisi dell'art. 10 che fa riferimento alla condizione
dello straniero, affermando che "La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla
legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia
impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla
Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le
condizioni stabilite dalla legge"
• Un'ulteriore strada, preferita dalla Corte Costituzionale, è quella che fa riferimento
ad un'interpretazione sistematica, in cui di volta in volta si distingue tra cittadini e
non, in base al caso
-> I diritti inviolabili sono riconosciuti a prescindere dalla cittadinanza
-> Ciò non esclude delle differenziazioni riguardo al soggiorno, alle espulsioni ecc.
LA TUTELA MULTILIVELLO DEI DIRITTI
- Nel nostro odinamento abbiamo più livelli in cui i diritti vengono riconosciuti e garantiti:
- Il fatto che vi siano vari livelli di diritto rappresenta una garanzia ma può anche essere
fonte di contrasti -> in un ordinamento può essere fondamentale qualcosa che per gli
altri ordinamenti non lo è
- L'art. 117 prevede che "La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel
rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e
dagli obblighi internazionali"
-> Quindi la legge dello Stato deve rispettare la Convenzione europea dei diritti
dell'uomo
- Per distinguere lo Stato federale da quello regionale esistono due criteri differenti:
3. Fa riferimento al soggetto che ha la cosiddetta competenza generale: nello
Stato federale di norma lo Stato centrale può operare nelle materie e nei settori che gli
vengono attribuiti, mentre la competenza generale è degli Stati membri; nel modello
regionale le regioni hanno competenze stabilite e la competenza generale è dello
Stato
4. Fa riferimento alla quantità dei poteri: gli Stati membri del modello federale
hanno quantità di poteri più ampia rispetto a quella delle regioni nel modello regionale
(Es. stati membri hanno potere in materia penale -> pena di morte o no in base allo
stato); inoltre nel modello federale gli Stati membri hanno anche dei rappresentanti in
Parlamento
- Regioni, province e comuni sono trattate nella Parte II, Titolo quinto della Costituzione,
dall'art. 114 al 133
- Dopo l'entrata in vigore della Costituzione era necessario dare attuazone al Titolo
quinto, eleggendo i consigli regionali, trasferendo personale e beni dallo Stato alle
Regioni
- Per una serie di ragioni si dovettero attendere oltre vent'anni (= le regioni ordinarie
iniziarono ad operare solo nel 1970)
- Il riconoscimento delle autonomie locali è già fissato nei principi fondamentali della
Costituzione (art. 5: "La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le
autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio
decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle
esigenze dell'autonomia e del decentramento)
- Tuttavia è dall'art. 114 in poi che troviamo gli articoli dedicati agli enti locali
- Questa parte della Costituzione è quella che più è stata oggetto di revisioni
costituzionali (= 2 revisioni):
• Una prima legge costituzionale nel 1999 ha modificato i contenuti ed il
procedimento dell'approvazione degli Statuti e la forma di governo delle Regioni,
introducendo l'elezione diretta del Presidente della regione;
• Una seconda legge costituzionale molto più ampia nel 2001 ha rivisto le
competenze tra Stato e Regioni, soprattutto per quanto riguarda le competenze
legislative
-> è l'unica sulla quale si è svolto il referendum costituzionale nel quale hanno
prevalso i sì alla revisione
- Alcune delle princiali differenze tra la Costituzione del 1948 e l'attuale Costituzione:
1. Articolo 114:
• 1948: "La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni"
• Attuale: "La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città
metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e
le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi
fissati dalla Costituzione [..]"
-> equiparazione tra gli enti che compongono la Repubblica, compreso lo
Stato (= in realtà pprmangono delle differenze)
- L'art. 116 prevede che "Il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto-
Adige/Sudtirol e la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste dispongono di forme e condizioni
particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge
costituzionale"
- Sono approvati con legge costituzionale
- Sono vere e proprie leggi costituzionali
- L'art. 123 prevede che "Ciascuna Regione ha uno statuto che, in armonia con la
Costituzione, ne determina la forma di governo e i principi fondamentali di
organizzazione e funzionamento [...]"
- Ogni regione adotta il proprio statuto (= atto che assicura la massima autonomia
organizzativa delle regioni stesse ed è la principale manifestazione dell'autonomia
organizzativa di ciascuna regione)
- I contenuti dello statuto sono elencati nel primo e nell'ultimo comma dell'art. 123; lo
statuto:
• Determina la forma di governo della Regione
• Determina i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento della Regione
• Disciplina il diritto di iniziativa legislativa a livello regionale
• Regola l'esercizio del referendum su leggi e provvedimenti amministrativi regionali
• Disciplina la pubblicazione di leggi e regolamenti regionali
• Disciplina il CAL (= Consiglio delle autonomie locali)
• È un organo di raccordo tra la Regione e gli enti locali (= Comuni, Province)
PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE
- Alla luce di questo procedimento risulta chiaro che lo statuto ordinario è una legge
regionale rinforzata
LA LEGGE REGIONALE
- Fonte primaria che viene approvata dal Consiglio regionale (= organo legislativo delle
Regioni)
- Il criterio applicato nel contrasto tra la legge regionale e la legge statale è quello della
competenza (= ci sono materie di competenza dello Stato e altre di competenza della
Regione)
- Nel 2001 una riforma ha modificato l'art.117, che riguarda la ripartizione legislativa
Stato-Regioni:
• La nuova versione dell'art. 117 prevede che "La potestà legislativa è esercitata
dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti
dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi iinternazionali".
C'è un primo elenco di materie di competenza esclusiva dello Stato (es. politica
estera, immigrazione, difesa e forze armate, moneta, cittadinanza, ordine pubblico); in
queste materie legifera solo lo Stato perchè si ritiene che vi sia l'esigenza di una
normativa unitaria (= potestà legislativa esclusiva statale).
C'è quindi un secondo elenco di materie in cui lo Stato pone i principi
fondamentali delle determinate materie e la Regione si occupa del resto (= potestà
legislativa concorrente Stato-Regioni).
C'è infine la clausola residuale, per cui spetta alle Regioni la potestà legislativa di
ogni materia non espressamente riservata allo Stato (= potestà legislativa residuale
delle Regioni).
- Nonostante il cambiamento negli statuti delle regioni ordinarie, non c'è stata una
revisione costituzionale degli statuti speciali
- Quindi anche oggi gli statuti speciali sono ispirati alla vecchia logica, quella per cui la
competenza generale è dello Stato
- A seguito della riforma dell'art. 117 poteva accadere in alcuni casi che per certe
materie alle Regioni ordinarie venisse addirittura riconosciuta più autonomia delle
Regioni speciali
-> Per questo tramite una nuova legge del 2001 viene applicata la clausola di maggior
favore: "Sino all'adeguamento dei rispettivi Statuti, le disposizioni della presente legge
costituzionale si applicano anche alle Regioni a Statuto speciale e alle province autonome
di Trento e Bolzano per le parti in cui prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a
quelle già attribuite"
-> (= le Regioni nello specifico caso confrontano quello che prevede il nuovo 117 e
quello che prevede lo Statuto speciale e se ritengono che il 117 dia più autonomia dello
Statuto speciale, allora possono applicare l'art.117 anzichè lo Statuto)
I REGOLAMENTI REGIONALI
- Organi regionali:
• Presidente della Regione (= contemporaneamente anche Presidente della
Giunta)
• Giunta regionale (= composta dagli assessori)
• Consiglio regionale (= elegge il suo Presidente)
- La forma di governo attuale è delineta da alcuni articoli modificati appunto nel 1999,
in particolare dagli art. 122, 123 e 126:
• Art. 122: afferma che "Il Presidente della Giunta regionale, salvo che lo statuto
regionale disponga diversamente, è eletto a suffragio universale diretto. Il Presidente
eletto nomina e revoca i componenti della Giunta" (= la Costituzione propone (ma non
impone) un modello di forma di governo, questo entra immediatamente in vigore in
attesa che poi le Regioni con i propri statuti confermino od eventualmente cambino la
forma di governo proposta)
• Art. 126: elenca le cause che portano alla cessazione della carica dei soggetti e le
successive conseguenze:
1. PRIMO COMMA: afferma che la cessazione dalla carica di Presidente della
Giunta e di Consiglio regionale è dovuta al compimento di atti contrari alla
Costituzione; a gravi violazioni della legge o a ragioni di sicurezza nazionale
-> il PdR può sciogliere il Consiglio e/o rimuovere il Presidente
2. SECONDO COMMA: delinea le cause di cessazione dalla carica di Presidente
della Giunta legate ad una volontà politica
-> il Consiglio regionale può sfiduciare il Presidente mediante una mozione
motivata, sottoscritta da almeno 1/5 dei suoi componenti
3. TERZO COMMA: descrive le conseguenze della sfiducia:
• Tutti i motivi che portano al termine del compito del Presidente
comportano le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio;
• Se è il Consiglio a venir meno (si dimette o viene sciolto dal Presidente)
produce il medesimo effetto.
-> le sorti dell'uno (esecutivo) sono indissolubilmente legate alle sorti
dell'altro (legislativo); per questo si parla di clausola di stabilizzazione (= aut simul
stabunt aut simul cadent = 'o insieme staranno o insieme cadranno')
-> Questa forma di governo è definita neo-parlamentare
-> -> questa forma di governo proposta toglie potere al Consiglio
regionale, rispetto a quello che aveva precedentemente
• Art. 123: afferma che spetta allo statuto di ogni Regione determinare la forma di
governo della stessa
- All'indomani della riforma le Regioni tentano di trovare una forma di governo diversa
per non sottostare alla clausola di stabilizzazione:
- Tutte le Regioni capiscono che questo modello non può essere stravolto e quindi, di lì
in poi, applicano il modello proposto dalla Costituzione, che alla fine risulta quasi
imposto
- N.B: lo Statuto del Veneto è entrato in vigore nel 2012 con forma di governo neo-
parlamentare
ENTI LOCALI
COMUNI
PROVINCE
- Negli anni '50 nascono la CECA (= comunità europea del carbone e dell'acciaio) e la
CEE (= comunità europea)
- Sei Stati, tra cui l'Italia, decidono di collaborare e di entrare a far parte delle due
comunità
- I trattati vengono in seguito modificati e sempre più Stati aderiscono (= atttualmente gli
Stati membri sono 28)
- L'ultima modifica dei trattati risale al Trattato di Lisbona
- Principali organi europei:
• Consigli dei ministri dell'UE
• Commissione europea
• Parlamento europeo
• Consiglio europeo
• Corte di giustizia
LE FONTI EUROPEE
2. Direttive UE:
• Vincolano lo Stato ponendo un obiettivo che esso deve
raggiungere, ma lasciano libertà in merito alla forma ed ai mezzi utilizzati per
raggiungerlo;
• Hanno portata particolare (= si rivolgono agli Stati membri);
• Obbligazione di risultato (= è obbligatorio solo l'obiettivo);
• Necessità di recepimento (= è necessario che gli Stati recepiscano
la Direttiva; di norma prevede un termine per il recepimento).
3. Decisioni UE:
• Sono obbligatorie in tutti i loro elementi;
• Sono direttamente applicabili;
• Hanno portata particolare (= si rivolgono ad un singolo Stato
membro, o ad una persona fisica giuridica).
- Il principio del primato del diritto europeo comporta la prevalenza delle fonti europee
sulle fonti statali
- Criterio di risoluzione delle antinomie tra le fonti:
4. Norme UE =/ Costituzione:
• Per il principio del primato prevalgono le norme UE, ma vanno sempre tenuti
presenti i controlimiti
- Accanto allo Stato, che rappresenta il governo centrale, il soggetto che in primis
esercita le funzoni amministrative è il Comune (regioni ed enti locali), seguono poi gli
enti pubblici, le agenzie, le autorità amministrative indipendenti (= enti pubblici
indipendenti dal Governo es. anti-trust, garante della privacy, garante del mercato e del
commercio)
1. Il Principio di legalità:
• È previsto dall'art. 97, comma 2
• L'art. prevede che "I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge"
• Ciò comporta una subordinazione della Pubblica Amministrazione alla legge
3. Il Principio di imparzialità:
• È previsto dall'art. 97, comma 2
• L'art. prevede che "I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge,
in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione"
• Imparzialità significa che la Pubblica Amministrazione non può fare discriminazioni
o favoritismi e deve essere equidistante rispetto ai soggetti con cui ha a che vedere
nella propria attività
• È compito della Pubblica Amministrazione identificare e considerare tutti gli
interessi che entrano in gioco durante la sua attività, ponderarli nella realizzazione del
fine pubblico perseguito e far prevalere l'interesse pubblico
9. Dovere di fedeltà:
• È previsto dall'art. 54, comma 2
• L'art. prevede che "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere
di adempierle con discipline e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge"
- Le fasi del procedimento amministrativo sono descritte nella legge n.241 del 1990
- Sono le seguenti:
1. Fase dell'iniziativa:
• L'iniziativa può essere di parte (= quando la richiesta viene effettuata dal soggetto
interessato ad un determinato provvedimento) o d'ufficio (= la stessa Pubblica
Amministrazione avvia la procedura)
• Obbligo di comunicazione dell'avvio del procedimento agli interessati (= il
destinatario e tutti coloro che potrebbero avere delle conseguenze a seguito del
provvedimento (controinteressati) ) affinchè questi soggetti possano partecipare al
procedimento stesso
• Obbligo di indicazione del responsabile del procedimento (= colui che
concretamente seguirà la procedura)
2. Fase istruttoria:
• Il responsabile del procedimento avvia la procedura, acquisendo documenti,
chiedendo pareri (se il caso di specie lo richiede), individuando tutti gli elementi di fatto
e di diritto che gli permettono di adottare o meno il provvedimento
• Il responsabile del procedimento deve individuare tutti gli interessi coinvolti e
ponderarli
3. Fase costitutiva:
• Adozione del provvedimento amministrativo
8. Principio della trasparenza: possibilità di accesso agli atti dei provvedimenti pubblici
9. Diritto di accesso: il soggetto con interesse concreto può prendere visione dei
provvedimenti e della procedura
10. Obblighi di pubblicazione: gli enti delle Pubbliche Amministrazioni devono avere nei
siti un'apposita sezione in cui scrivono tutti i provvedimenti che adottano
- Distinguiamo tra:
1. Autotutela amministrativa:
• È la stessa Pubblica Amministrazione ad attivarsi per porre rimedio all'invalidità
dell'atto
• Se il vizio è sanabile possiamo avere la ratifica e la successiva convalida
• Se il vizio non è sanabile c'è l'annullamento d'ufficio
2. Ricorsi amministrativi:
• RICORSO GERARCHICO PROPRIO (= quando il soggetto presenta un ricorso all'organo
gerarchicamente sovraordinato a quello che ha adottato il provvedimento)
-> il ricorso va presentato entro 30 gg dalla conoscenza del provvedimento;
-> il ricorso si intende respinto se la Pubblica Amministrazione non risponde entro
90 gg (= silenzio rigetto)
3. Ricorsi giurisdizionali (= l'art. 113 prevede che "Contro gli atti della pubblica
amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi
legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa"):
• Prevede 60 gg dalla ratifica o dalla conoscenza del provvedimento per poter fare
ricorso
• Se nel conflitto tra privato e pubblica amministrazione il privato vanta un interesse
legittimo (= predominanza del pubblico) il competente è un giudice amministrativo
• In primo grado il giudice amministrativo è il TAR
• In sencondo grado è il Consiglio di Stato
• Se la pubblica amministrazione e il cittadino sono sullo stesso piano (= il cittadino
vanta un diritto soggettivo), allora la competenza è del giudice ordinario
IL POTERE GIUDIZIARIO
- L'art. 102 afferma che "La funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari
istituiti e regolati dalle norme sull'ordinamento giudiziario. Non possono essere istituiti
giudici straordinari o giudici speciali"
- Dal combinato disposto degli art. 102 e 103 possiamo ricavare il fatto che non si
possono istituire giudici speciali al di fuori di quelli previsti nel 103 (= Consiglio di Stato,
Corte dei conti, tribunali militari)
- Le disposizioni transitorie finali della Costituzione prevedevano che, entro 5 anni
dall'entrata in vigore della Costituzione stessa, vi fosse una revisione degli organi
speciali, ad eccezione di quelli elencato nell'art. 103 -> alcuni giudici sono statai rivisti
ma tuttavia mantenuti (es. Commissioni tributarie)
- Nel secondo comma l'art. 102 afferma che "Possono istituirsi presso gli organi giudiziari
ordinari sezioni specializzate per determinate materie, anche con la partecipazione di
cittadini idonei estranei alla magistratura"
-> esempi di sezioni specializzate sono:
• Tribunale per i minorenni
• Tribunale regionale delle acque pubbliche
• Sezioni specializzate agrarie
• Sezione specializzata in materia di proprietà indistriale e intellettuale
1. AMBITO CIVILE
2. AMBITO PENALE
• Organi requirenti (= quelli che vengono definiti "Pubblici Ministeri"; sono quei
soggetti che sono parte del processo)
-> nell'ambito penale è il soggetto che ha il compito di portare avanti l'accusa,
svolgendo le indagini, nell'interesse dello Stato (= propone la condanna o la soluzione,
ma non è lui che decide)
-> a volte vengno coinvolti anche in ambito civile, per lo più nelle cause che
riguardano l'incapacità
-> l'art. 112 prevede che "Il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione
penale", ovvero quando ha notizia di un reato non può decidere se avviare o meno le
indagini perchè ha l'obbligo di agire di conseguenza.
-> opera nell'interesse dello stato affinchè vengano puniti i reati commessi
-> un profilo problematico riguarda il fatto se il giudice possa diventare Pubblico
Ministero e viceversa (= c'è un sistema complicato affinchè ciò avvenga, ma non c'è una
netta separazione delle carriere)
3. Terzietà e imparzialità:
• È prevista dall'art. 111)
• Ci sono degli istituti previsti dal Codice di Procedura Penale finalizzati a
garantire la terzietà e l'imparzialità, ovvero:
I. Incompatibilità (= se il giudice ha deciso in primo grado non può
decidere anche il secondo)
II. Astensione (= il giudice si deve astenere se ad esempio una delle parti
è un suo parente)
III. Ricusazione (= avviene quando la parte ricusa il giudice, perchè
magari ha una parentela con una delle parti e non si è astenuto)
IV. Rimessione del processo per legittimo sospetto (= si ritiene che
l'intera struttura giudiziaria sia di parte, quindi si chiede lo spostamento del processo
in un altro luogo)
IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA (CSM)
- È una delle principali garanzie per assicurare la rigidità e la prevalenza gerarchica della
Costituzione
- Fondamentali furono le parole del giudice Marshall nella sentenza Marbury/Madison del
1803
1. Sindacato diffuso:
• Modello in cui se un giudice qualunque ravvisa un contrasto tra la legge
ordinaria e la Costituzione, disapplica la legge e applica la Costituzione
• È il modello degli USA
• Uno dei maggiori limiti di questo modello è che vale inter partes (= è una
decisione che viene presa in quel giudizio, magari un altro giudice non ravvisa quel
contrasto)
2. Sindacato accentrato:
• Modello in cui il giudizio della costituzioalità è nelle mani di un unico soggetto
specializzato; un organo apposito che garantisce la supremazia della Costituzione
dichiarando l'illegittimità costituzionale della legge che è in contrasto con la
Costituzione stessa
• Ha effetto erga omnes (= vale per tutti)
3. Sindacato preventivo:
• Modello in cui la legge è valutata prima dell'entrata in vigore
4. Sindacato successivo:
• Modello in cui si valuta una legge già vigente
- Il giudice prima di sottoporre la questione alla Corte deve ravvisare la presenza di due
condizioni, dette condizioni di proponibilità della questione:
1. Rilevanza:
• Descritta nell'art. 23 della legge n.87 del 1953
• La questione è rilevante quando "il giudizio non possa essere definito
indipendentemente dalla risoluzione della questione di legittimità costituzionale", ovvero
quando è rilevante ai fini della risoluzione della controversia
-> il giudce per risolvere la controversia deve applicare per forza quella
legge, che è rilevante in concreto ai fini del processo
-> Se il giudice potesse usare un'altra legge per risolvere il caso allora la
questione non sarebbe rilevante
- In presenza dei due requisiti di proponibilità il giudice è obbligato a rivolgersi alla Corte
costituzionale -> per questo si definisce "giudizio indisponibile" (= là dove il giudice
riscontra i requisiti è obbligato a rivolgersi alla Corte, non può decidere se fare o meno
ricorso)
- La Corte deve poi attenersi alla domanda che le viene posta (= dev'esserci
corrispondenza tra chiesto e ordinato) -> Non può dichiarare incostituzionale una legge
per altri motivi diversi da quelli posti dal giudice
- Dopo aver delineato l'ordinanza il giudice sospende il processo in attesa che la Corte
risolva il dubbio -> viene inoltre data pubblicazione della questione, in modo che
eventualmente altri giudici che stanno affrontando la stessa questione, se lo ritengono
opportuno, sospendano il processo in attesa della Corte
- Termine parificato:
• La regione può impugnare la legge statale entro 60 giorni dalla pubblicazione
• Lo stato può impugnare la legge regionale entro 60 gg dalla pubblicazione
- Interesse a ricorrere:
• La Regione deve dimostrare l'interese a ricorrere
• Lo Stato non deve dimostrare l'interesse a ricorrere (= si dice che ha sempre
interesse a ricorrere) -> lo Stato ha il controllo più ampio
IL RICORSO
- N.B: ancora oggi rimane un unico ricorso in via preventiva, che riguarda
l'impugnazione degli Statuti ordinari regionali da parte dello Stato.
-> come previsto dall'art. 123, dopo che lo Statuto è stato deliberato, il Governo ha a
disposizione 30 giorni dalla pubblicazione notiziale in cui può impugnare lo Statuto stesso
DECISIONI DELLA CORTE COSTITUZIONALE
1. Decisioni processuali:
• La Corte non entra nel merito della questione sottoposta in quanto per
ragioni di tipo procedurale deve fermarsi prima
• Il merito rimane del tutto pregiudicato
• Tipologie di decisioni processuali:
LA SENTENZA DI RIGETTO
- Con questa sentenza la Corte rigetta la questione che le è stata posta, poichè la ritiene
infondata
- La Corte non si pronuncia sulla legittimità della legge, ma dice semplicemente che la
questione, così come posta, non ha fondamento (= quindi può avvenire che la legge sia
costituzionale o incostituzionale)
- Può quindi accadere che una stessa legge venga nuovamente impugnata da un altro
giudice ma sulla base di termini diversi e che la Corte accolga la richiesta
- Effetti della sentenza di rigetto:
• La questione ritenuta non fondata è vincolante per quel giudice che aveva
sottoposto alla Corte la questione stessa (= il giudice ha una preclusione, in quanto non
può riproporre di nuovo la stessa questione e dovrà applicare la suddetta legge oppure
trovare nuove motivazioni)
• Ha effetto inter partes (= l'effetto è obbligatorio solo nei confronti del giudice che si
è rivolto alla Corte, ovvero del giudice a quo; tutti gli altri giudici possono, volendo,
riproporre la stessa identica questione alla Corte, sperando che la stessa cambi idea)
-> es. questione sull'adulterio della donna punibile penalmente negli anni '60
- Con questa sentenza la Corte accoglie la questione che le è stata posta, in quanto la
ritiene fondata e, di conseguenza, ritiene che la legge sottopostale sia incostituzionale
- La Corte dichiara quindi l'illegittimità costituzionale della legge impugnata
- Effetti della sentenza di accoglimento:
• Ha effetto erga omnes (= nei confronti di tutti)
• Con riferimento al tempo ha effetto:
1. Per il futuro: l'art. 136 afferma che "Quando la Corte dichiara l'illegittimità
costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di
avere efficacia dal gorno successivo alla pubblicazione della decisione" (= per questo
si dice che la norma di legge è INEFFICACE PRO FUTURO)
2. Per il passato: è necessario distinguere tra quelle situazioni che sono
ancora aperte/pendenti e quelle chiuse/definite:
• Questioni aperte: La legge n.87 del 1953 afferma che "Le norme
dichiarate incostituzionali non possono avere applicazione dal giorno successivo alla
pubblicazione della decisione" (= con riferimento ai casi pregressi la legge non può
trovare appicazione, in quanto non può essere usata quella norma con riferimento a tutti
i casi sorti in precedenza che risultino ancora aperti, ovvero per i quali si possono
presentare appelli ecc: PARZIALE RETROATTIVITÀ PER I RAPPORTI PENDENTI (LIMITE DEL
GIUDICATO: RAPPORTI ESAURITI)
• Questioni chiuse: casi in cui la legge è già stata applicata, e quindi non
si può fare più nulla
-> in base alla legge n.87 del 1953 fanno eccezione quei casi in cui "In
applicazione della norma dichiarata incostituzionale è stata pronunciata sentenza
irrevocabile di condanna, ne cessano la esecuzione e tutti gli effetti penali": RETROATTVITÀ
ASSOLUTA (TRAVOLGE IL GIUDICATO)
LA SENTENZA INTERPRETATIVA
- Quando il giudice si rivolge alla Corte costituzionale impugna la norma; dando, quindi,
la sua interpretazione della disposizione
- In questa tipologia di sentenza la Corte rigetta la questione perchè c'è almeno un'altra
interpretazione che salva la disposizione in questione
3. Sentenza sostitutiva:
• Si ha quando una certa disposizione prevede quacosa anzichè prevedere
qualcos'altro
• La Corte toglie e aggiunge
• La norma viene dichiarata incostituzionale nella parte in cui prevede una cosa
anzichè prevederne un'altra
- Le sentenze manipolative di accoglimento possono creare delle obiezioni (= soprattutto
le addittive) perchè potrebbe sembrare che la Corte svolga il ruolo del legislatore
(= Parlamento)
- Si risponde a questa perplessità perchè la Corte, nel momento in cui aggiunge
qualcosa, sta in realtà applicando la Costituzione
-> si dice che la Corte opera a rime obbligate (= non crea nulla ma semplicemente
applica la Costituzione, che impone quella soluzione)
- Nei casi in cui la Corte potrebbe scegliere un'altra aggiunta, essa non può scegliere
quale aggiungere, ma deve fare un monito al legislatore che ne scelga una
- In questo caso la Corte adotta la strada dell'adittiva di principio (= dà un principio a
cui poi si rifà il legislatore nello scegliere)
I CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE
- La Corte costituzionale giudica sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato, tra lo
Stato e le Regioni e tra le Regioni
- Vengono detti conflitti inter-organici (= avvengono tra organi all'interno dello Stato)
- La risoluzione di un conflitto che insorge tra due poteri dello Stato prevede
l'attribuzione ad un giudice (= Corte costituzionale) il compito di risolvere in via
giuridica il conflitto in questione
- Quindi se un potere dello Stato ritiene lese le proprie attribuzioni da parte di un altro
potere dello Stato, può rivolgersi alla Corte costituzionale
- L'art. 37 della legge n. 87 del 1953 afferma che "Il conflitto tra poteri dello Stato è
risoluto dalla Corte costituzionale se insorge tra organi competenti a dichiarare
definitivamente la volontà del potere cui appartengono e per la delimitazione della sfera
di attribuzioni determinata per i vari poteri da norme costituzionali":
- Un potere dello Stato può quindi rivolgersi allla Corte contro un altro potere dello Stato
che ha leso le sue attribuzioni
1. Vindicatio potestatis:
• Avviene quando un potere dello Stato rivendica l'attribuzione esercitata da un
altro potere dello Stato
• Es. il potere giudiziario che approva una legge -> allora il potere legislativo
promuove un confllitto di attribuzione rivendicando l'attribuzione esercitata dall'altro
2. Fase di merito:
• La Corte entra nel merito della questione e risolve il conflitto
• L'art. 38 della legge n. 87 del 1953 afferma che "La Corte costituzionale
risolve il conflitto sottoposto al suo esame dichiarando il potere al quale spettano le
attribuzioni in contestazione e, ove sia stato emanato un atto viziato da incompetenza, lo
annulla"
- N.B: nel caso in cui la Regione ritienga che lo Stato abbia invaso le sue competenze, la
stessa Regione può decidere se promuovere il giudizio di legittimità costituzionale od il
conflitto di attribuzione
- Per capire in quali casi va applicato l'uno e in quali casi l'altro, è necessario
considerare l'oggetto:
• Quando la lesione deriva da una fonte primaria (= l'oggetto è la fonte primaria), lo
strumento rimane la questione di legittimità costituzionale in via principale
• Quando la lesione deriva da ciascun altro atto che non sia una fonte primaria, lo
strumento da utilizzare è il conflitto di attribuzione