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APPUNTI DEGLI ARTICOLI DAL 1 AL 12

ARTICOLO 1
Nel articolo 1 vengono accennati degli argomenti: Forma di Governo, La forma di Stato, Principio Lavorista,
Sovranità e gli Elementi che costituiscono uno Stato.

La forma di Governo è il modo in cui il potere è distribuito tra gli Organi dello Stato. Nel caso dell’Italia la
forma di Governo è la Repubblica. Ci sono varie forme di Governo che possono essere monarchia (assoluta,
parlamentare e costituzionale) o repubblica (semipresidenziale, presidenziale, parlamentare e cancellierato).

La forma di Stato è il rapporto tra apparato statale e cittadini. Nel caso dell’Italia la forma di Stato è
Democratica. La forma di Stato indica quale ruolo e quali funzioni lo Stato stesso intende assumere nei
confronti dei cittadini. Esistono varie forme di stato tra cui:
- Stato assoluto tutti i poteri sono concertati nelle mani di un sovrano.
- Stato liberale dove i cittadini dono uguali di fronte alla legge.
- Stato di diritto i vari organi di stato si sottopongono al rispetto della legge.
- Stato democratico nel quale le decisioni politiche sono prese dal popolo.
- Stato socialista solo lo stato è proprietario di mezzi di produzione.
- Stato sociale riequilibra le disuguaglianze tra i cittadini nella distribuzione della ricchezza.
- Stato totalitario il potere è mantenuto con forza nelle mani di un dittatore.
Il principio Lavorista significa che il cittadino si realizza attraverso il lavoro. La dignità del cittadino deriva
dal lavoro e non sono ammessi privilegi derivati dal censo (ricchezza).

La Sovranità è il potere di comando e di amministrazione del vivere comune. Da questo potere discende
l’uso legittimo del monopolio della forza tramite l’applicazione di sanzioni nel caso di violazioni di norme
giuridiche. Invece il principio di Sovranità Popolare dice che il potere appartiene al popolo che lo esercita
indirettamente, ovvero le decisioni politiche sono prese da politici eletti dal popolo (le elezioni,
referendum, petizioni). Se la sovranità appartiene al popolo si ha uno stato democratico. Se nessuno è in
grado di esercitare la sovranità in uno Stato si verifica una situazione di anarchia.

Gli elementi che costituiscono uno Stato sono tre: Popolo, Territorio e Sovranità. Se non c’è uno di questi
elementi non si può parlare di stato.

 Il Popolo è l’insieme dei cittadini cioè coloro che godono del diritto di cittadinanza e sono titolari di
diritti e di doveri nei confronti dello Stato. Il concetto di popolo non deve essere confuso con quello
della popolazione che si riferisce all’insieme di persone che si trovano in un dato momento in un
certo territorio. E quello di nazione inteso come insieme di persone che si riconoscono in un
determinato gruppo sociale, avendo in comune la lingua, religione, cultura e tradizioni.
 Il Territorio di uno stato è costituito:
- Suolo entro i limiti del confini naturali o artificiali.
- Sottosuolo e dalla piattaforma continentale .
- Mare territoriale che si estende per 12 miglia dalla costa.
- Spazio aereo sovrastante.
- Navi e aeromobili (ovunque siano).
- Sedi diplomatiche all’estero.
 Sovranità (guarda definizione sopra)

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ARTICOLO 2

Nel 2 articolo sono citati i seguenti argomenti: Principio Personalista, Principio Pluralista, Principio
Solidaristico, la Cittadinanza, persone Fisiche e Giuridiche, La capacità Giuridica e la capacità di Agire e
l’Incapacità.

Il principio personalista è che a ogni persona vengono riconosciuti i diritti inviolabili come tali.

Il principio pluralista afferma che i diritti inviolabili sono riconosciuti ad ogni persona sia come singolo
individuo sia come membro di formazioni sociali.

Il principio solidaristico si riferisce alla solidarietà che è quell’atteggiamento che alle persone di tenere
conto delle situazioni altrui.

La cittadinanza è il vincolo giuridico che lega una persona al proprio Stato ed è fonte di una serie di diritti e
di doveri.

DIRITTI - Voto
- Accesso alle cariche pubbliche
- Tutela al estero preso le ambasciate
DOVERI - Difendere la patria
- Pagare le tasse
- Essere fedele alla repubblica

MODI PER ACQUISTARE LA CITTADINANZA - Il diritto di sangue “ius sanguinis"


- Il diritto di suolo “ius soli”
- Matrimonio
- Adozione
- La concessione (tramite un decreto)
MODI PER PERDERE LA CITTADINANZA - Se un titolare che doppia cittadinanza decide di
rinunciare a quella Italiana se l’altro Paese non
consente doppia cittadinanza

Le persone fisiche sono ciascun essere umano vivente, cioè ciascuno di noi. Le persone giuridiche sono
organizzazioni formate da più persone fisiche come ad esempio la Fiat.
La capacità giuridica è la capacità di essere titolare di diritti e di doveri, e si acquisisce quando nasci. Invece
la capacità di agire è l’idoneità di esercitare i propri diritti con proprie autonome manifestazioni di volontà,
e si acquista a 18 anni.
CAPACITÀ GIURIDICA - Diritto di cittadinanza
- Diritti della personalità
- Diritti di famiglia
- Diritti patrimoniali
CAPACITÀ DI AGIRE - Diritti politici
- Diritti patrimoniali
- Diritti di famiglia
DIRITTI CHE RICEVI - Dare il proprio consenso per essere adottati
PRIMA DEI 18 ANNI - Stipulare contratti di modico valore
- Stipulare un contratto di lavoro (16 anni)
- Frequentare la scuola
- Riconoscere un figlio (16 anni)
- Guidare un ciclomotore (14 anni)
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Incapacità assoluta si riferisce ai soggetti i quali la capacità di agire è del tutto esclusa: nessun atto giuridico
può essere validamente compiuto. Sono i minorenni. Incapacità relativa si riferisce ai soggetti che
possiedono una ridotta capacità di agire: non possono compiere atti giuridici di maggior rilevanza
(acquistare o vendere immobile).

ARTICOLO 3

L’articolo 3 parla di uguaglianza. Nel articolo sono presenti due diversi tipi di uguaglianza quella Formale e
Sostanziale.

Il principio di uguaglianza formale consiste nel divieto di discriminazioni cioè due soggetti in situazioni
uguali non possono ricevere un trattamento differente. Questo principio però non vieta completamente le
discriminazioni vieta soltanto quelle non ragionevoli cioè quelle che non tengono conto di tutti fattori.

Il principio di uguaglianza sostanziale, la Repubblica si propone di rimuovere gli ostacoli che le persone
incontrano che impediscono loro il pieno sviluppo della personalità. In parole povere la Repubblica certa di
dare pari opportunità.

Allora l’ugualianza è di trattare in modo uguale le situazioni


uguali e in modo diverso le situazioni diverse.

ARTICOLO 4
“La nostra Repubblica è fondata sul lavoro (art. 1)” significa che la dignità del cittadino non deriva dalle
ricchezze possedute, titoli nobiliari ma dal lavoro.

Il Lavoro è riconosciuto come diritto perché è uno strumento di realizzazione personale; infatti, se manca
un rapporto costruttivo con la realtà l’uomo si rattrappisce. Diritto, tuttavia, non significa che il cittadino
possa pretendere dallo Stato un posto di lavoro, il quale, però, è tenuto a promuovere tramite atti
normativi il pieno sviluppo dell’economia consentendo di raggiungere la più ampia occupazione .

Il Lavoro è anche un dovere perché siamo chiamati a dare il ns contribuito allo sviluppo della società. Si
tratta, in ogni caso, di un dovere morale non giuridico.

Cos’è il lavoro?
E’ lo strumento con cui provvedo al fabbisogno personale e della mia famiglia. E’ lo strumento con cui
realizzo ed esprimo me stesso: scopro i miei talenti e interessi e plasmo la realtà intorno a me, rendendomi
migliore: per questo motivo si dice che il lavoro fa emergere la dignità dell’uomo.

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ARTICOLO 5
Cosa significa che la Repubblica è una e indivisibile?
Significa che il territorio dello Stato non può essere diviso (siamo uniti nella diversità). Allora la nostra
Repubblica riconosce gli Enti territoriali che possono emanare norme da applicare nei rispettivi territori.

Allora nostra Costituzione prevede che l’attività amministrativa debba essere svolta in modo decentrata e
non accentrata.
 Attività amministrativa decentrata significa che la maggior parte delle decisioni devono essere
prese da enti territoriali che meglio conoscono i bisogni della popolazione (ad es. trasporti,
valorizzazione beni ambientali e paesaggistici)
 Attività amministrativa accentrata significa che tutte le decisioni vengono prese dal Governo
centrale

ARTICOLO 6

Le minoranze linguistiche vengono considerate un inestimabile patrimonio culturale e per questo vengono
appositamente tutelate.

Questo è un altro articolo che conferma la tendenza della Costituzione a proteggere chi si trova in
situazione di svantaggio.

ARTICOLO 7
Rapporto tra Chiesa e Stato nella storia:
- 1868 Non Espedita (non è conveniente): Dopo l’unità d'Italia, la Chiesa temeva di perdere
sovranità e l’influenza laicista dello Stato. Per questo motivo il Papa Pio IX dispose che i cattolici
italiani NON partecipassero alle elezioni politiche del Regno d'Italia e, in generale, alla vita
politica nazionale italiana.
- 1870 breccia di porta Pia, annessione Roma al Regno di Italia, confisca beni Chiesa;
- 1919 Papa Benedetto XV revocò la disposizione del non espedita;
- 1919 Partito Popolare di Don Luigi Sturzo
- 1929 Patti Lateranensi (formazione Stato Vaticano, obbligo insegnamento della religione nelle
scuole + validità civile del matrimonio celebrato in Chiesa)
- 1984 Modifica Patti Lateranensi

I rapporti tra Chiesa e Stato si fondano sui Patti lateranensi (1929 + 1984) che prevedono in particolare:
- No religione cattolica come religione Stato.
- Chiesa e Stato indipendenti tra loro ma sono previste collaborazioni.
- Privilegi ecclesiastici abrogati.
- Non finanziamento Stato del clero ma da una percentuale imposte.
- No nomina vescovi da parte dello Stato.
- Il matrimonio celebrato in Chiesa può avere effetti civili se trascritto nei registri stato civile.
- Ora di religione cattolica facoltativa a scuola.

Come possono essere modificati i Patti lateranensi?


- Legge ordinaria se entrambe le parti sono d’accordo sulle modifiche.
- Legge costituzionale se la Chiesa non fosse d’accordo sulle Modifiche proposte e lo Stato quindi
decidesse di Modificarli unilateralmente

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Su quali principi si fondano i Rap. Tra Stato e Chiesa?
Si considerano indipendenti l’uno dall’altro con diversi ambiti di Attività (politico-organizzativo e Spirituale)
e titolari di sovranità (Esercizio di potere di comando). Ognuno nel proprio territorio (Italia e Stato Città del
Vaticano).

ARTICOLO 8
Tutte le confessioni religiose hanno il diritto di professare la propria religione liberamente. Nessuna
confessione religiosa può essere discriminata I principi che regolano la libertà religiosa nel nostro Paese
sono il pluralismo religioso e l’autonomia.

Nel articolo è presente questa frase “Egualmente libere” che significa che la libertà religiosa non può essere
limitata ma lo Stato può porre in essere trattamenti diversi nei confronti di diverse confessioni religiose
sulla base delle circostanze di fatto, delle caratteristiche e delle esigenze di ciascuna.

Le confessioni religiose hanno il diritto di autoregolamentarsi. L’unico limite è quello di non contrastare le
regole e i principi del nostro ordinamento (ad es. non all’incitamento all’odio, riti satanici, all’azione armata
o buon costume, ovvero senso del pudore).

I rapporti tra Stato e altre professioni religiose (non quella cattolica) sono regolati mediante leggi ordinarie
precedute da intese (patti) con i rappresentanti della confessione religiosa.

ARTICOLO 9
Il nostro Stato ritiene fondamentali i seguenti fattori per promuovere lo sviluppo del Paese:
- la cultura (l’insieme dei sapere dell’individuo e della collettività)
- la ricerca scientifica (conoscenze che riguardano la vita e il mondo che ci circonda)
- la ricerca tecnica (applicazione pratica delle scoperte scientifiche (es. sfruttamento energie alternative)

Lo Stato tutela il patrimonio storico artistico e il paesaggio da intendersi oggi come “ambiente”.
Per dare attuazione a tali norme sono stati istituiti il Ministero della cultura e il Ministero della transizione
ecologica

ARTICOLO 10
I rapporti con gli altri stati sono regolati dal diritto internazionale (consuetudini o trattati/accordi). È
necessario che questi accordi siano poi ratificati dai singoli Paesi. Il nostro Stato favorisce i rapporti con gli
altri Stati in quanto li ritiene uno strumento prezioso per conseguire in modo più compiuto i principi
democratici (ad es. Convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali).

La condizione giuridica dello straniero in Italia è regolata dai seguenti fattori:


- regolata dalla legge e dai trattati internazionali
- lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite
dalla Costituzione italiana (ad es. uguaglianza, libertà manifestazione pensiero etc.) ha diritto d’asilo nel
territorio della Repubblica, ovvero ha diritto di essere accolto e protetto dalla persecuzione subita nel
proprio Paese.

L’estradizione cioè la consegna di uno straniero che si è rifugiato nel nostro Paese, al Paese di provenienza
per subire un processo o scontare pena, è ammessa per i reati comuni ma non per reati politici come reati
per rovesciarne il sistema di potere ad eccezione del genocidio.

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ARTICOLO 11
L’Italia ripudia la guerra (principio pacifista) né per espansione territoriale, né come strumento per limitare
la libertà degli altri Stati né per risolvere crisi e conflitti tra gli Stati. Ammesse solo guerre per difesa
legittima

Lo strumento per la risoluzione di controversie è Il dialogo. Italia ha prestigio internazionale per essere
considerato come un Paese capace di far dialogare altri Stati e per interventi umanitari.

L’obiettivo del nostro Paese nella politica internazionale è il rafforzamento di un ordinamento


sovranazionale che garantisca il rifiuto della guerra e consenta la realizzazione di condizioni di giustizia nei
rapporti tra gli Stati. A tal fine, il nostro Paese ammette che la propria sovranità venga limitata attraverso
l’adesione a un ordinamento internazionale (ONU, Nato, UE) che possa imporre le proprie decisioni se
finalizzate ai fini prefissati (pace e giustizia tra le Nazioni).

ARTICOLO 12
Tale articolo si trova tra quelli fondamentali in quanto l’Assemblea costituente (quella che ha scritto la
costituzione) voleva impedire che un eventuale regime totalitario (cioè uno Stato con a capo un dittatore)
potesse facilmente sostituire tale simbolo con i propri simboli ideologici.

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