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INTRODUZIONE
1.DIRITTO: MA CHE COS'E'?
1.1 Definizioni
La Filosofia del Diritto dà delle definizioni minimaliste. Il termine diritto viene impiegato, nel
linguaggio tecnico dei giuristi, in 2 significati diversi tra di loro interdipendenti:
• senso soggettivo: indica una pretesa;
• senso oggettivo: indica un'insieme norme giuridiche, ossia un ordinamento
giuridico.
1.2 Pluralità degli ordinamenti
Noi siamo immersi in un discreto numero di "insiemi di norme", ossia di ordinamenti. Il
diritto è lo strumento con cui la vita sociale si organizza. I fenomeni giuridici che noi
chiamiamo "diritto" sono qualcosa di fortemente legato alle coordinate geografiche e
storiche. Nelle nostre il diritto dello Stato si è differenziato dagli altri ordinamenti giuridici ed
ha ottenuto il monopolio della forza coercitiva. Il nostro ordinamento statale riconosce e
garantisce le "formazioni sociali", ossia gli altri ordinamenti che si formano nelle società: ma
solo il diritto statale può prevedere come sanzione l'uso della coercizione fisica (carcere)
chiunque altro compirebbe un reato, cioè una violazione del diritto dello Stato, con
conseguente sanzione coercitiva.
1.3 Norme sociali e norme giuridiche
Il diritto dello Stato è l'insieme delle regole poste dallo Stato o da soggetti derivati dallo
Stato (il diritto internazionale, comunitario, regionale) e fornite quindi dalla sua sanzione, la
coercizione. Il diritto posto dalle istituzioni sociali invece, non ci appare fatto di norme
giuridiche, se non laddove sia il diritto dello Stato a richiamarlo e riconoscerlo come diritto
da applicare. Esse sono quindi identificate come norme sociali e sono sanzionate con
sanzioni sociali (es: espulsione dal gruppo,...).
potere politico: per imporre la propria volontà può ricorrere (come ultima risorsa) alla forza,
alla coercizione fisica;
L'uso della forza è una risorsa estrema. Il potere politico quindi non si basa solamente sulla
forza, ma anche su un principio di giustificazione dello stesso, che si chiama
legittimazione. Nella nostra cultura al potere politico è attribuito il monopolio della forza
perché serve ad evitare le prevaricazioni dei soggetti più forti a danno dell'autonomia degli
altri individui. Ciò ha portato al costituzionalismo. Stato di diritto è il termine che viene
dato ai sistemi politici in cui il potere politico viene limitato attraverso principi e regole
giuridiche quali la separazione dei poteri, il principio di legalità,...
Con la democratizzazione e l'avvento dell'era della sovranità popolare perché il potere
sia legittimo deve essere legittimato dal libero consenso popolare, espresso tramite le
elezioni e i vari strumenti che consentono al popolo di esprimere la propria sovranità. Da qui
sono derivati diversi problemi e nuovi compiti per le costituzioni moderne:
• predisposizione di nuovi mezzi giuridici ed istituzionali affinchè il potere politico
derivasse effettivamente dal popolo sovrano;
• introduzione di nuove tecniche istituzionali per evitare un nuovo assolutismo: la
tirannia della maggioranza;
Il costituzionalismo contemporaneo è caratterizzato da: rigidità costituzionale, giustizia
costituzionale, diritti sociali, referendum,...
In tempi più recenti, a partire dal secondo dopoguerra, il diritto costituzionale ha dovuto
affrontare l'asimmetria tra la dimensione nazionale e la dimensione sovranazionale
(europea o mondiale)→ne sono derivate numerose organizzazioni sovranazionali, la più
importante tra queste è l'Unione Europea→qui il diritto limita il potere politico statale.
2. LO STATO
2.1 Definizione
Stato è una particolare forma storica di organizzazione del potere politico che esercita il
monopolio della forza legittima in un determinato territorio e si avvale di un apparato
amministrativo; nasce e si afferma in Europa tra il XV e il XVI sec e ha 2 caratteristiche
particolari:
1 concentrazione del potere su un territorio in capo ad un'unica autorità;
2 presenza di un'organizzazione amministrativa in cui opera una burocrazia
professionale.
2.2 La nascita dello Stato moderno
La concentrazione del potere politico nello Stato è nata come reazione alla dispersione del
potere tipica del sistema feudale che vi era tra il XII-XIII sec.
Un elemento che accentuava il policentrismo dell'organizzazione sociale e politica che ha
preceduto il sorgere dello Stato, era il fatto che la società non era composta di individui,
ma da comunità minori tra loro combinate: quelle familiari (la famiglia-clan), economiche
(le corporazioni), religiose e politiche. Ciascuna comunità si sforzava di avere garanzie,
diritti, privilegi nei confronti dei signori di livello più elevato→da ciò ne deriva che:
1. non esisteva un diritto unico, ma una molteplicità di sistemi giuridici (uno per
ciascuna comunità); poiché un soggetto apparteneva contemporaneamente a più comunità
era sottoposto a più sistemi giuridici;
2. le comunità principali (ceti) operavano come "custodi" delle leggi tradizionali
fatte di accordi con il principe, e con tale funzione sedevano nei parlamenti
medievali→assemblee in cui il principe ed i "corpi" dialogavano ed il cui consenso era
necessario affinché le richieste di ordine finanziario del primo potessero essere soddisfatte.
La nascita e l'affermazione dello Stato moderno rispondevano al bisogno di assicurare
un ordine sociale dopo secoli di insicurezza (saccheggi, scisma religioso, guerre civili,...).
2.3 Sovranità
• Lo Stato moderno è un apparato centralizzato stabile che ha il monopolio delle
forza legittima in un determinato territorio→concetto di sovranità→ha 2 aspetti:
1. quello interno: supremo potere di comando in un determinato territorio;
2. quello esterno: indipendenza dello Stato rispetto a qualsiasi altro Stato;
I due concetti sono legati→lo Stato non potrebbe vantare il monopolio della forza legittima
e quindi il supremo potere di comando su un determinato territorio se non fosse
indipendente da altri Stati;
• Dopo l’affermazione dello Stato moderno→chi è nello Stato il titolare ultimo della
sovranità→3 teorie:
1. teoria della sovranità della persona giuridica Stato: introdotta da giuristi tedeschi
e italiani a fine 800/inizi 900; lo Stato è una persona giuridica, un vero e proprio
soggetto di diritto titolare della sovranità; questa tesi poteva adempiere 2 funzioni:
era utile al rafforzamento di ancora deboli identità nazionali e poteva risolvere il
conflitto tra il principio monarchico e quello popolare→per lo Statuto
Albertino→sovrano non era né il re né il popolo, bensì lo Stato medesimo
personificato;
2. teoria della sovranità della nazione: deriva dal costituzionalismo francese→dopo
la rivoluzione del 1789; prima della rivoluzione l’ordine politico era quello dello Stato
assoluto, fondato sull’identificazione tra Stato e Re→successivamente alla
rivoluzione, cessa l’identificazione tra Stato e Re in quanto quest’ultimo viene a cui
sostituito dalla Nazione a cui si appartiene perché accomunati da valori, ideali,…; la
sovranità della nazione è diretta contro la sovranità del Re e volta a mettere fine
all’antica divisione del Paese in ordini e ceti sociali→cittadini tutti eguali;
3. teoria della sovranità popolare: si deve a J.J.Rousseau, il quale faceva coincidere
la sovranità con la “volontà generale” del popolo sovrano→visione iper-
democraticista dell’organizzazione politica→popolo doveva esercitare direttamente la
sua sovranità, senza delega di potere decisionale ai suoi rappresentanti;
Elemento comune di tali teorie→rifiuto di qualsiasi legge fondamentale capace di
vincolare il sovrano, Re o popolo che fosse.
2.4 Nuove tendenze della sovranità
• Il costituzionalismo del ‘900 ha visto l’affermazione del principio della sovranità
popolare→la Cost.Italiana: “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle
forme e nei limiti della Costituzione”→principio presente in quasi tutti di documenti
costituzionali moderni;
• 3 circostanze hanno messo in crisi la tradizionale teoria della sovranità popolare:
1. la sovranità popolare non si esercita direttamente, ma vi è un sistema
rappresentativo basato sul suffragio universale→esercizio del potere politico sulla
base del consenso popolare attraverso elezioni;
2. diffusione di Costituzioni rigide che hanno un’efficacia superiore alla legge e
possono essere modificate solo tramite procedure molto complesse;
3. affermazione del pluralismo politico e sociale→il sistema di limiti ed i principi
previsti dalla Costituzione devono prevalere sulla volontà di chi detiene il potere
politico.
2.5 Sovranità e organizzazione internazionale
• La sovranità è inoltre limitata dalle organizzazioni internazionali;
• Con le due guerre mondiali→ processo di limitazione giuridica della sovranità
“esterna” degli Stati, per garantire la pace e tutelare i diritti umani→processo avviato
b. lo straniero nato in Italia che vi abbia risieduto legalmente fino al compimento della
maggiore età, se dichiara di volere la cittadinanza italiana entro 1 anno;
c. su istanza dell’interessato (pagamento di 200€) rivolta al sindaco del comune di
residenza o all'autorità consolare;
2. perdita della cittadinanza:
a. rinunzia: nel caso del cittadino che possieda, acquisti, riacquisti la cittadinanza
straniera, qualora risieda o abbia deciso di stabilire la propria residenza all'estero;
b. automaticamente in presenza di certe condizioni: nel caso del cittadino che
svolgendo funzioni alle dipendenze di uno Stato estero intenda conservare questa
posizione.
3 riacquisto della cittadinanza: nei casi previsti dalla legge.
2.8 La cittadinanza dell’Unione europea
• Con l'integrazione europea→rapporti tra Stato e cittadini cessano di avere un
carattere di esclusività→il Trattato sull' Unione Europea (1992), noto come Trattato
di Maastricht, ha introdotto l'istituto della cittadinanza dell’Unione;
• Presupposto della cittadinanza dell'unione: la cittadinanza di uno Stato membro→
la cittadinanza dell'Ue completa la cittadinanza nazionale e non la sostituisce;
• Al cittadino dell'unione è attribuita la facoltà di poter agire in giudizio davanti agli
organi di giustizia dell’Unione e di poter agire anche nei confronti dello Stato per
far valere i diritti che gli spettano; è attribuito il diritto di elettorato attivo e passivo;
• L'unione si impegna a rispettare i diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione
Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e del cittadino e dalle
tradizioni costituzionali comuni agli stati membri, in quanto principi generali del
diritto comunitario. Vi è poi un apparato di garanzie: ogni persona può adire la
Corte di giustizia rispetto ad atti delle istituzioni comunitarie che considera
contrari ai diritti fondamentali.
2.9 Lo Stato come apparato
2.9.1 L’apparato burocratico
• Lo Stato presenta un apparato organizzativo servito da una burocrazia
professionale, la quale è formata da soggetti che prestano la loro opera
professionale a favore dello Stato, eseguendo compiti amministrativi nel rispetto di
determinate regole tecniche;
• L’organizzazione è stabile nel tempo ed ha carattere impersonale (perché esiste
indipendentemente dalle persone che lo fanno funzionare). L’attività dell’apparato è
scomposta in numerosi compiti minori esercitati da strutture minori→principio di
divisione del lavoro;
• L’esistenza dell’apparato prescinde dalle concrete persone fisiche che lo fanno
funzionare→una persona deve avere quindi l’addestramento specificamente
richiesto per lo svolgimento di determinati compiti;
• con l’avvento dello Stato liberale le funzioni pubbliche furono divise tra più
organi di vertice da cui dipendeva l’apparato con la sua burocrazia; le dimensioni
dell’apparato sono cresciute anche perché alla burocrazia statale si sono
affiancate altre burocrazie pubbliche preposte ad enti diversi dallo Stato; oggi le
burocrazie degli apparati pubblici dei maggiori Paesi variano fra i 3-6 milioni di
persone e hanno spese complessive che sono pari alla metà del prodotto interno
lordo.
2.9.2 Lo Stato come persona giuridica
• persona giuridica: è la figura soggettiva cui l’ordinamento attribuisce la capacità
di agire in modo giuridicamente rilevante e di costituire centri di imputazione di
effetti giuridici; sono figure soggettive immateriali equiparate alle persone fisiche;
• Stato→attribuzione di un’autonoma personalità giuridica si otteneva il risultato di
impedire l'identificazione dell'autorità dell'apparato con la volontà delle persone
fisiche preposte ai singoli uffici ed assicurare alle manifestazioni di volontà statale il
carattere dell'obiettività;
• lo Stato ha la personalità giuridica sul piano internazionale→sul piano interno lo
Stato agisce tramite i suoi enti o i suoi organi;
• lo Stato è quindi un’organizzazione disaggregata, cioè un congiunto organizzato di
amministrazioni diverse.
2.9.3 Gli enti pubblici
• Accanto allo Stato esistono numerosi e diversi enti pubblici (Regioni, Province,
…)dotati di personalità giuridica;
• Gli enti pubblici sono quindi quegli apparati costituiti dalle comunità per il
perseguimento dei propri fini (interessi pubblici), i quali sono riconosciuti come
persone giuridiche o comunque come soggetti giuridici; essi sono distinti rispetto alle
persone giuridiche private;
• oggi vi sono numerosi interessi pubblici, spesso in conflitto tra di loro, per cui si parla
di eterogeneità degli interessi pubblici;
• ad alcuni enti rappresentativi delle collettività territoriali (Regioni, Comuni,
Province,…) viene riconosciuta l’autonomia politica→i loro organi sono eletti
direttamente dai cittadini, possono esprimere maggioranze e indirizzi politici diversi
da quelli dello Stato, con l’osservanza dei limiti previsti dalla Costituzione;
• nelle organizzazioni pubbliche contemporanee esistono anche molti altri tipi di
enti istituiti per soddisfare interessi pubblici, che non sono espressioni di
collettività territoriali: enti pubblici non territoriali, enti pubblici economici,….
2.9.4 La potestà pubblica
• Stato ed Enti pubblici→posizione di supremazia rispetto ai soggetti privati→gli
effetti giuridici da essi compiuti derivano esclusivamente dalla loro manifestazione
di volontà→potestà pubblica o potere d’imperio→potere di determinare
unilateralmente effetti giuridici nella sfera dei destinatari dell’atto, indipendentemente
dal loro consenso; le potestà pubbliche devono essere attribuite dalla legge ed
esercitate in modo conforme al modello legale→un’autorità pubblica non può
esercitare alcuna potestà→principio di legalità;
• Soggetti privati→sono collocati su un piano di parità giuridica e possono
provvedere da sé a disciplinare i propri rapporti, nei limiti stabiliti dalla
legge→principio di autonomia privata;
• Oggi lo Stato e gli Enti pubblici utilizzano frequentemente istituti tipici del diritto
privato per soddisfare interessi pubblici, con la conseguenza che i rapporti
instaurati si svolgono su un piano paritario→molti altri sono i casi in cui ciò avviene.
2.9.5 Uffici ed organi
• Apparati minori→macchine organizzative per soddisfare interessi pubblici che
operano secondo regole prestabilite e delineano un disegno organizzativo per lo
svolgimento di determinati servizi a cui sono preposte una o più persone; hanno una
loro assegnazione di beni strumentali e di risorse finanziarie→l’unità strutturale
dell’organizzazione è definita ufficio;
• ciascun apparato, per adempiere i suoi compiti, deve poter instaurare rapporti
giuridici con altri soggetti→lo fa servendosi di particolari uffici definiti organi→uffici
particolarmente qualificati da una norma come idonei ad esprimere la volontà della
persona giuridica e ad imputarle l’atto e i relativi effetti; la persona giuridica (ente)
può avere parecchi uffici, solo alcuni hanno però la capacità giuridica di compiere atti
giuridici;
• l’organo fa parte dell’organizzazione, mentre la singola persona fisica che vi è
preposta ha con la persona giuridica un rapporto di servizio, da cui scaturiscono
diritti e doveri reciproci;
• gli organi possono essere classificati in:
1. organi rappresentativi: titolari eletti direttamente dal corpo elettorale o
istituzionalmente collegati ad organi elettivi (Parlamento);
2. organi burocratici: sono preposte persone che prestano professionalmente la loro
attività in modo esclusivo a favore dello Stato o di altri enti pubblici, senza alcun
rapporto con il corpo elettorale;
3. organi attivi: decidono per l’apparato di cui sono parte→assolvono un compito
deliberativo;
4. organi consultivi: danno dei consigli “pareri” (non sono vincolanti se la legge non lo
prevede espressamente) agli organi attivi sul modo in cui esercitare il loro potere
decisionale→i pareri espressi si distinguono in:
• parere facoltativo: l’organo deliberativo ha la facoltà di richiederlo, ma non l’obbligo;
• parere obbligatorio: obbligatoriamente richiesti;
• parere vincolante: obbligatoriamente seguiti dall’organo che decide;
5. organi di controllo: devono verificare la conformità alle norme (legittimità), ovvero l’
opportunità (merito) di atti compiuti da altri organi.
2.9.6 Organi costituzionali
Organi costituzionali→figura elaborata dalla dottrina per indicare gli organi dotati delle
seguenti caratteristiche:
1. elementi necessari dello Stato: la mancanza di uno di essi→arresto della
complessiva attività statale;
2. elementi indefettibili dello Stato: non possono essere soppressi o sostituiti con alti
organi senza determinare un mutamento dello Stato-,
3. la loro struttura di base è interamente dettata dalla Costituzione;
4. ciascuno di essi si trova in condizione di parità giuridica con gli altri organi
costituzionali;
Gli organi costituzionali si differenziano dagli altri organi per una diversità di funzioni, nonchè
di posizione poiché solo essi individuano lo Stato in un determinato momento storico.
e sui partiti politici; il circuito della rappresentanza politica viene integrato dalla
rappresentanza degli interessi; nel corporativismo pluralista le organizzazioni
degli interessi sono autonome e nascono spontaneamente nelle società→il
Governo tende a negoziare il contenuto dei provvedimenti economici con i sindacati
e le associazioni, e ottiene in cambio certi comportamenti;
4. la rappresentanza territoriale: istituzione di una seconda camera a base territoriale in
cui sono rappresentati direttamente gli enti territoriali;
5. la sottrazione della decisione al circuito rappresentativo: si affida la cura di
determinati interessi di rilievo costituzionale ad autorità amministrative indipendenti;
6. il passaggio ad una democrazia priva di mediazioni e di corpi intermedi in cui la
volontà del cittadino si manifesta direttamente grazie a nuove tecnologie, internet,…
referendum costituzionale
costituente:
referendum costituzionale
referendum costituzionale: ⁃ il voto popolare interviene
precostituente:
⁃ ha come oggetto un sul testo di una nuova
⁃ il voto popolare ha come
atto costituzionale. Costituzione predisposto
oggetto l’atto fondato del
da un’Assemblea
nuovo Stato.
Costituente (Parlamento
o altri organi).
referendum legislativo
facoltativo:
⁃ l’atto di indizione della
consultazione popolare è
subordinato all’iniziativa
da parte di uno dei
soggetti che è a ciò
referendum legislativo: legittimato;
referendum legislativo
⁃ ha come oggetto un atto ⁃ può essere attivo: la
obbligatorio:
di legge; nato in FRA; consultazione popolare
⁃ l’atto di indizione della
previsto dalla maggior viene promossa da un
consultazione popolare è
parte delle Costituzioni certo numero di
un atto dovuto.
europee. cittadini→strumento di
integrazione popolare;
⁃ può essere passivo: la
consultazione popolare
viene promossa da un
organo dello
Stato→contro il rischio
della tirannia.
9. L’UNIONE EUROPEA
9.1 Definizioni
• UE→introdotta con il Trattato di Maastricht; struttura istituzionale
complessa→”tempio greco che poggia su 3 pilastri”: pilastro centrale (CE-Comunità
europea), pilastri laterali (PESC-politica estera e sicurezza comune; CGAI-
cooperazione giustizia e affari interni)→differenza tra 1° pilastro e laterali: diversi
processi di decisione→nella CE le decisioni non necessitavano il consenso di
tutti, mentre per la PESC e la CGAI ogni deliberazione richiedeva l’unanimità delle
posizioni degli Stati;
• Trattato di Lisbona→CE e 2 pilastri assorbiti nell’UE→PESC: regime
particolare→decisioni di norma prese all’unanimità, non emanati atti legislativi e
controllo della Corte di Giustizia limitato;
• Trattato di Amsterdam→introduzione del principio della cooperazione rafforzata
per la realizzazione degli scopi comunitari;
9.2 L’organizzazione
L’organizzazione comunitaria si articola in diversi organi:
• Consiglio Europeo:
⁃ organo di impulso politico→ne definisce gli orientamenti politici generali; privo di
poteri normativi propri;
⁃ composto dai Capi di Stato o di Governo di ogni Stato membro e dal Presidente della
Commissione (rappresenta l’Ue all’esterno; eletto a maggioranza qualificata; carica
2,5 anni; no cariche nazionali; può essere rieletto);
• Consiglio dell’UE:
⁃ esercita insieme al Parlamento la funzione legislativa e di bilancio; coordina le
politiche generali di tutti gli Stati membri;
⁃ composto da un rappresentante di ogni Stato (componente del Governo), in
relazione alla materia trattata→presidenza esercitata a turno, ogni 6 mesi, da
ciascuno dei suoi componenti; decisioni prese a maggioranza qualificata (almeno
55% dei membri del Consiglio che rappresentino almeno il 65% della popolazione
dell’UE), in casi specifici è richiesto il consenso unanime; il Consiglio è assistito dal
Comitato di Rappresentanti Permanenti;
• Commissione europea:
⁃ organo decisionale dell’UE, organo di propulsione dell’ordinamento comunitario;
⁃ potere di iniziativa normativa per gli atti che il Consiglio adotta; potere di decisione
amministrativa e di regolamentazione; potere di controllo verso gli Stati dell’UE
riguardo al rispetto delle obblighi comunitari; potere di controllo indiretto sugli Stati
membri attraverso le segnalazioni di soggetti privati, relative alla mancata attuazione
del diritto comunitario; potere di gestione dei finanziamenti comunitari→stabilisce la
ripartizione ai singoli Stati; potere di istituire, disciplinare e finanziare le azioni
comunitarie;
⁃ composta da un numero di componenti pari a quello degli Stati membri→carica 5
anni; scelti in base alle competenze generali e alle garanzie di indipendenza offerte;
designati dal Consiglio su proposta degli Stati e dal futuro Presidente, il quale deve
essere d’accordo→ egli assegna loro le competenze e può chiedere ed ottenere le
loro dimissioni; il PE elegge il Presidente su proposta del Consiglio ed approva la
composizione della Commissione→il PE può costringere la Commissione alle
dimissioni;
⁃ fa parte della Commissione l’Alto rappresentante per gli affari esterni (Mogherini);
• Parlamento europeo:
⁃ composto dai rappresentanti dei cittadini dell’Unione, eletti in ciascuno Stato, per 5
anni, a suffragio universale e diretto;
⁃ organo rappresentativo e dotato di legittimazione democratica;
⁃ partecipa al processo di formazione degli atti normativi, attraverso la procedura
legislativa ordinaria (l’adozione degli atti normativi proposti dalla Commissione
richiede il consenso del PE e del Consiglio) e le procedure legislative speciali
(basate sulla partecipazione di entrambi gli organi legislativi);
⁃ potere di iniziativa legislativa indiretta esercitato tramite la Commissione; risponde a
petizioni dei cittadini dell’UE, nomina un mediatore, il quale indaga sui casi di cattiva
amministrazione delle istituzioni comunitarie;
⁃ potere di controllo verso la Commissione attraverso: l’istituzione di commissioni
temporanee d’inchiesta o di interrogazioni, voto di fiducia iniziale sul presidente e sui
membri della Commissione, possibilità di approvare una mozione di censura verso la
Commissione (dimissioni);
• Corte di Giustizia:
⁃ organo giurisdizionale comunitario→assicura il rispetto del diritto nell’interpretazione
ed applicazione del TUE; compito di giudicare sulle violazioni del diritto comunitario e
di interpretarlo in via pregiudiziale;
⁃ composta da tanti giudici quanti sono gli Stati membri;
⁃ la Corte è affiancata dal Tribunale di primo grado, il quale ha competenze specifiche;
• Corte dei Conti: organo di controllo contabile della Comunità→esamina le spese e
le entrate dell’UE e degli organi da esso creati;
• Comitato economico e sociale: organo consultivo di Consiglio,Commissione e PE;
composto dai rappresentanti delle diverse categorie economico-sociali→esprime i
suoi pareri obbligatoriamente o su richiesta delle istituzioni comunitarie;
• Comitato delle Regioni: organo consultivo; composto dai rappresentanti delle
collettività regionali, delle quali esprime le istanze a livello comunitario→consultato
obbligatoriamente o su richiesta delle istituzioni comunitarie;
I vari principi dell’UE:
1. principio di attribuzione: le attribuzioni dell’UE sono solo quelle espressamente
previste dai Trattati→non hanno competenze generali, ma specifiche e funzionali al
raggiungimento degli obiettivi fissati (libera circolazione di merci, persone, capitali,…,
disciplina della concorrenza,…);
2. principio di autointegrazione: l’UE può esercitare i suoi poteri necessari per
realizzare gli scopi del Trattato, pur se questo non lo prevede espressamente;
3. principio dei poteri impliciti: elaborato dalla Corte di Giustizia; l’attribuzione di una
certa competenza comporta anche quella del potere di adottare tutte le misure
necessarie per il suo esercizio efficace ed adeguato;
4. principio di proporzionalità: l’UE deve fare uso solo dei mezzi strettamente
necessari agli obiettivi da realizzare, ricorrendo a misure proporzionate ai risultati da
raggiungere e non eccessive;
5. principio di sussidiarietà: nel caso di competenze concorrenti tra UE e Stati
membri, l’intervento dell’UE è ammesso solo se l’obiettivo dell’azione comunitaria
non possa essere realizzato dagli Stati membri, e possa, invece, essere meglio
perseguito in ambito comunitario;
6. principio di leale cooperazione: gli Stati devono collaborale adempiendo agli
obblighi previsti ed evitando comportamenti che possano compromettere la
realizzazione degli scopi comunitari.
9.3 Il mercato, tra Stato e Unione Europea
mercato è concorrenziale;
• La funzione monetaria è stata integralmente sottratta alle autorità
nazionali→attualmente aderiscono all’EURO 18 dei 28 Stati dell’UE.
9.5 La crisi finanziaria in Europa e la nuova governance economica
• Secondo il meccanismo introdotto con il Trattato di Maastricht e confermato dal
TFUE, la politica monetaria doveva essere condotta a livello sovranazionale dalla
BCE, mentre le politiche di bilancio erano di competenza dei singoli Stati→ciò
non è riuscito ad imporre la riduzione del debito pubblico, né è riuscito ad impedire
che gli squilibri macroeconomici e di bilancio di alcuni Paesi si riflettessero sulla
stabilità finanziaria di tutta l’Eurozona (parte dell’UE che ha adottato l’euro);
• Nel 2010 il debito pubblico di Grecia, Italia,…era molto elevato→aumentato il rischio
che alcuni Stati non fossero più in grado di pagare i propri debiti (default dello
Stato)→ne è derivato l’aumento notevole degli interessi; si tratta di un circolo
vizioso: elevato stock di debito pubblico→aumento dei tassi d’interesse→aumento
della spesa dello Stato→spesa finanziata con altro debito pubblico;
• Limiti istituzionali dell’Unione economica e monetaria→gli Stati hanno messo in
comune la politica monetaria, ma hanno mantenuto la titolarità delle politiche di
bilancio e non hanno previsto alcun meccanismo che, in caso di crisi, assicurasse il
pagamento del debito pubblico;
• Per affrontare la crisi delle finanze degli Stati dell’Eurozona sono state introdotte
importanti riforme:
1. nuova governance economica europea: introdotta dal 2010; rafforza il
coordinamento europeo delle politiche economiche nazionali e rende efficace la
sorveglianza sulle politiche di bilancio degli Stati
dell’Eurozona→conseguenza→limitazione significativa dell’autonomia decisionale
degli Stati (soprattutto per quelli che hanno un debito pubblico elevato);
2. semestre europeo: procedura finalizzata al coordinamento preventivo delle politiche
economiche e di bilancio degli Stati membri;
3. nuova sorveglianza macroeconomica e finanziaria: introdotta con il six pack
(insieme di 6 regolamenti) e con il two pack (insieme di 2 regolamenti); si tratta di un
meccanismo di sorveglianza sui dati macroeconomici di ciascun Paese→se la
Commissione ritiene vi siano degli squilibri, può richiedere allo Stato di adottare
misure di politica economica dirette alla loro eliminazione; vi è poi il braccio
preventivo del Patto di stabilità e crescita→Commissione esercita potere di controllo
sulle finanze pubbliche dello Stato;
4. Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’UE: del 2012;
la sua parte fondamentale è il patto di bilancio (fiscal compact); è un vero e proprio
trattato internazionale; no n aderenti UK e Rep.Ceca; ha introdotto 2 regole→il
pareggio di bilancio (divieto per il deficit strutturale di superare lo 0,5% del PIL) e un
percorso di riduzione del debito pubblico, in rapporto al PIL;
5. introduzione di un meccanismo di solidarietà diretto ad aiutare gli Stati in
difficoltà finanziarie: sono stati erogati ingenti aiuti finanziari a Grecia, Portogallo,
Irlanda,…; è stato istituito il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES);
6. creazione di un Unione bancaria: evita i rischi di “contagio” tra sistema finanziario
privato e finanza pubblica degli Stati;
• Per risolvere la crisi dell’Eurozona→maggiore integrazione europea nel
coordinamento delle politiche economiche e nel controllo della finanza pubblica→ciò
ha rafforzato il ruolo del Consiglio Europeo.
9.6 Il “deficit democratico” dell’UE e le elezioni europee del 2014
• Dal rafforzamento della governance economica europea è accresciuto il deficit
del gg); tale disciplina assicura la circolazione delle informazioni all’intero del
Governo sulle questioni che il Consiglio deve deliberare; coordinamento preventivo
delle attività dei ministri: concentrato nel Pdc e nelle sue strutture serventi;
✓ Attribuzione al Pr. del Consiglio di poteri strumentali per coordinamento delle
attività dei ministri→proporre questione di fiducia, sospendere l’adozione di atti da
parte di ministri competenti (relative questioni→Consiglio dei ministri), adottare
direttive sulla direzione politica generale del Governo, adottare direttive per
assicurare l’imparzialità/efficienza della pubblica amministrazione, istituire Comitati di
ministri→compito di esaminare in via preliminare questioni di comune competenza o
esprimere pareri su questioni da sottoporre al Cdm.
2.7 La Presidenza del Consiglio dei ministri
• Pr. del Consiglio dei ministri: ha una struttura amministrativa di
supporto→Presidenza del Consiglio dei ministri→uffici di diretta collaborazione
con il Pdc sono organizzati nel Segretariato generale della Presidenza del
Consiglio dei ministri:
⁃ Compiti delle strutture del Segretariato:
a. dipartimenti: più uffici con omogeneità funzionale;
b. uffici: presso i singoli dipartimenti e dotati di autonomia funzionale;
c. strutture di missione: durata temporanea e compiti particolari
• Presidenza del Consiglio dei ministri:
⁃ autonomia contabile e di bilancio→autonoma gestione delle spese;
⁃ compiti della presidenza: studio/elaborazione di politiche, raccolta di
dati/informazioni, collegamento tra diversi settori dell’amministrazione
statale e soggetti istituzionali;
⁃ personale della presidenza: di ruolo, in prestito da amministrazioni
pubbliche, proveniente dal settore privato, consulenti ed esperti
nominati per esigenze speciali.
2.8 Gli organi governativi non necessari
Vi sono diversi organi governativi non necessari:
• vice-presidente del Consiglio dei ministri: funzione di supplente del presidente;
• consiglio di gabinetto: riunisce i ministri che rappresentano le diverse componenti
politiche della coalizione;
• comitati interministeriali: istituiti per legge (competenze definitive: deliberano su
determinati oggetti adottando atti che produttori di effetti giuridici verso l’esterno) o
istituiti con decreto del Pdc (competenze provvisorie per affrontare questioni
definitive→si parla di comitati di ministri);
• ministri senza portafoglio: non preposti ad un ministero→preposti ad un dipartimento
della Presidenza del Consiglio; svolgono funzioni delegate dal Pr. del Consiglio;
• sottosegretari di Stato: collaboratori del ministro o del Pr. del Consiglio→esercitano
compiti che egli delega loro con apposito decreto; non fanno parte del C. dei
ministri→devono comunque attenersi alle direttive del ministro; nomina: dPDR, su
proposta del Pdc, di concerto con il ministro, sentito il C. dei ministri→giurano davanti al
Pr. del Consiglio; sottosegretario di Stato alla Pr. del Consiglio: verbalizza e conserva il
registro delle deliberazioni; dirige l’ufficio di segreteria del C. dei ministri;
• viceministri: sottosegretari→deleghe relative all’area di competenza di una o più
strutture dipartimentali/direzioni generali; possono partecipare alle sedute del C. dei
ministri per riferire su argomenti materie loro delegate→non diritto di voto.
3. politica europea:
⁃ tratta dei rapporti con le istituzioni dell’UE;
⁃ Governo partecipa alle decisioni comunitarie più importanti in sede di C. dei
ministri e di COREPER (Comitato dei rappresentanti permanenti→organo
del Consiglio dell'UE: composto dai capi/vice-capi delegati dagli Stati membri UE e
da un numero di comitati e gruppi di lavoro ad esso subordinati; compito principale:
preparare incontri a livello ministeriale del Consiglio dell’UE→ruolo fondamentale
nell'elaborazione delle politiche dell'UE;
⁃ azione del Governo: coordinata dal Pcm→dei correttivi costituzionali consentono a
Parlamento e Regioni di partecipare alla formazione delle politiche dell’UE;
4. politica militare:
⁃ rimessa al Governo→intervento del Parlamento limitato e tardivo;
⁃ regime di emergenza bellica: Camere deliberano stato di guerra→dichiarato poi dal
PDR (comando delle forze armate; presiede Consiglio supremo di difesa)→direzione
politica/tecnico-militare delle forze armate appartiene all’indirizzo politico del Governo;
prassi allontanata da questo disegno→regimi di emergenza bellica si instaurano conun
decreto legge del Governo che prevede l’intervento militare e provvede alla copertura dei
costi cui segue la conversione in legge del Parlamento;
⁃ Cost.:“l’Italia ripudia la guerra”→diritto internazionale impone rispetto dei diritti
umani→Italia conformata a questa consuetudine internazionale→riconosce dovere di
intervento anche armato per proteggere popolazioni da crimini internazionali;
evoluzione del concetto di guerra;
5. politica informativa e di sicurezza:
⁃ riguarda la difesa dello Stato democratico e delle istituzioni da parte di istituzioni poste
dalla Cost.→responsabilità del Pcm: capo dei servizi segreti→segreto di stato:
tutela l’integrità della Repubblica; apposto su disposizione del Pcm sugli atti, documenti
o cose che ne sono oggetto→durata di 15 anni.
2.11 Gli organi ausiliari
Gli organi ausiliari hanno compiti di iniziativa, controllo e consultivi:
1. Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro:
⁃ composto da esperti/rappresentanti delle categorie produttive
⁃ con il CNEL→costituenti volevano integrare circuito della rappresentanza politica con
una diretta di interessi;
⁃ oggi non riesce a rappresentare la complessità sociale e gli interessi dei diversi
gruppi sociali→in via di abolizione;
2. Consiglio di stato:
⁃ organo di consulenza giuridico-amministrativa del Governo ed organo giurisdizionale
di appello della giustizia amministrativa;
⁃ pareri possono essere facoltativi od obbligatori→regolamenti del Governo e dei
ministri, ricorsi straordinari al PDR e schemi generali di contratti-tipo (accordi/
convenzioni predisposti dai ministeri);
3. Corte dei conti esercita:
- funzione di controllo (diverse sezioni della Corte: sezioni
regionali→giurisdizionale; sezioni centrali→giudice d’appello):
⁃ controllo preventivo di legittimità (atti amministrazioni statali) e controllo
sulla gestione amministrazioni statali/regionali/enti locali;
⁃ controllo successivo sulla gestione di bilancio dello Stato;
Camera Senato
315 senatori + senatori a vita
composizione 630 deputati (di diritto→ex PDR; di nomina
presidenziale→5 per alti meriti)
elettorato passivo
(età per essere eletti) 25 40
elettorato attivo
(età per eleggere) 18 25
legislatura
(periodo in cui le 2 Camere 5 5
restano in carica)
3.1.2 Il Parlamento in seduta comune
Il Parlamento in seduta comune è un organo collegiale composto da tutti i parlamentari
(deputati e senatori) per lo svolgimento di particolari funzioni specifiche elencate dalla
Costituzione:
• elezione del Presidente della Repubblica (partecipano anche i delegati regionali)
• elezione dei 5 giudici costituzionali;
• elezione di 1/3 dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM);
• votazione dall’elenco dei cittadini dal quale si sorteggiano i membri “aggregati”
alla Corte Costituzionale per giudicare sulle accuse costituzionali;
• messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica per alto tradimento o
attentato alla Costituzione.
Il Parlamento in seduta comune è presieduto dal Presidente della Camera dei Deputati,
perciò si applicano le disposizioni del regolamento della Camera dei Deputati.
3.1.3 I regolamenti e il ruolo del Parlamento
• I regolamenti parlamentari disciplinano il funzionamento interno di ciascuna
Camera e il procedimento legislativo; ciascuna Camera adotta il proprio
regolamento a maggioranza assoluta dei suoi membri→ciò per assicurare stabilità;
Commissioni parlamentari
sono organi collegiali→possono essere permanenti, temporanei, monocamerali o
bicamerali;
• Commissioni parlamentari temporanee: assolvono compiti specifici; durano in
carica il tempo stabilito per l’adempimento della loro particolare funzione;
• Commissioni parlamentari permanenti:
✓ organi stabili, necessari nelle Camere→importanti poteri nel proced. legislativo;
✓ si riuniscono per ascoltare e discutere comunicazioni del Governo e per esercitare le
funzioni di indirizzo, controllo e di informazione; si riuniscono in sede consultiva per
esprimere pareri→funzione consultiva del Parlamento→grande rilievo;
✓ ciascuna di esse ha competenza in una determinata materia→alcune svolgono
particolari funzioni non riconducibili ad una esclusiva materia→c. affari costituzionali,
c. di bilancio→rilievo nel procedimento legislativo→devono sempre esprimere il loro
parere nell’iter dei progetti assegnati alle commissioni competenti per materia→tale
parere vincola la commissione di merito quando opera in sede deliberante.
• Commissioni parlamentari bicamerali:
✓ formati in parte eguale dai rappresentanti delle Camere→si applica il reg. della
Camera in cui la commissione ha sede;
✓ la Cost.Italiana prevede espressamente una sola c.bicamerale→quella per le
questioni regionali; con legge però, sono state istituite c.bicamerali con poteri di
controllo, indirizzo e vigilanza→Comitato per i servizi di sicurezza e la Commissione
parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi;
Giunte parlamentari:
sono organi collegiali previsti dai reg. parlamentari per l’esercizio di funzioni diverse da
quelle legislative e di controllo:
• per l’esercizio di compiti di garanzia della corretta osservanza del regolamento e di
elaborazione di proposte di modifica dello stesso;
• per la verifica dell’assenza di cause di ineleggibilità e di incompatibilità e per la
garanzia delle prerogative parlamentari.
3.2 Il funzionamento del Parlamento
3.2.1 Durata in carica del Parlamento e regole decisionali
• Durata in carica delle Camere→5 anni→la Cost. prevede che le funzioni di
queste possano essere esercitate anche al di là di tale scadenza, nel caso della:
1. proroga con legge: disposta solo nel caso di guerra;
2. prorogatio: istituto secondo cui l’organo scaduto non cessa di esercitare le sue
funzioni, fino a quando non si sia provveduto al suo rinnovo→i poteri delle Camere
scadute sono prorogati finché non si siano riunite le nuove Camere; cessa con la
prima riunione delle nuove Camere→i neoeletti acquistano lo status di parlamentare
con la proclamazione.
• Validità della seduta è richiesta la maggioranza dei componenti ovvero il quorum
strutturale (numero legale)→partecipazione della metà+1 dei deputati o senatori;
il numero legale si presuppone fino al momento in cui, con la verifica, se ne accerti la
mancanza→in tal caso→seduta rinviata o tolta;
• Validità delle deliberazioni è richiesta la maggioranza dei presenti ovvero il
quorum funzionale;
• Astensioni→Senato e Camera prevedono disposizioni differenti→astenuto è colui
che, al momento della votazione, non si esprime , ma si astiene; alla Camera→i
deputati astenutisi sono valutati ai fini del numero legale nelle votazioni in cui
esso debba essere accertato, ma sono considerati come non presenti nel calcolo
della maggioranza richiesta per l’adozione della deliberazione; al Senato→i
rilevanza generale, urgente; i tempi per la discussione sono stabiliti dai reg.
parlamentari; si tengono ogni mercoledì pomeriggio→il Pr. della Camera dispone la
trasmissione televisiva dell’attività parlamentare;
a. interpellanza→ l'interpellante chiede, per iscritto, di conoscere l'intenzione politica
del Governo, in riferimento a un fatto o a una situazione, date per scontate;
✓ interpellanze urgenti: procedimento abbreviato in Senato; possono essere
presentate dal Pr. del gruppo parlamentare a nome di questo o da un certo numero
di deputati; i regolamenti delle camere fissano un limite per lo svolgimento di tali
interpellanze.
3.3.3 Atti parlamentari di indirizzo
I reg.parlamentari prevedono alcuni atti che mirano a indirizzare l’attività del Governo:
a. mozione: presentata dal Pr. di un gruppo parlamentare o da 10 parlamentari alla
Camera e da 8 al Senato; il fine→determinare una discussione e la deliberazione
della Camera su questioni che incidono sull’attività del Governo (può porre la
questione di fiducia);
b. risoluzione: proposta anche in commissione; il fine→manifestare un orientamento o
definire un indirizzo; accentua il ruolo di controllo e di indirizzo delle commissioni
nelle materie di competenza→rischio di frantumazione dell’indirizzo complessivo;
influenza l’indirizzo governativo;
c. ordine del giorno: atto di indirizzo rivolto al Governo; ha carattere accessorio→si
inserisce nella discussione di un altro atto, una legge: serve a dettare direttive su
come deve essere applicata; il Governo può accettarlo o meno→resta un atto politico
che non produce effetti al di fuori dei rapporti Governo-Camera.
3.4 Le inchieste parlamentari: profili generali
Commissioni d’inchiesta:
⁃ possono essere istituite da ciascuna Camera su materie di pubblico interesse, con i
poteri e i limiti dell’autorità giudiziaria→potere monocamerale, anche se di prassi si
istituiscono commissioni bicamerali d’inchiesta→deliberate da entrambe le Camere;
⁃ può esercitare poteri tipici dell’autorità giudiziaria→poteri d’indagine e di ricerca
della prova→la sua attività si conclude con una relazione e non una sentenza;
⁃ è un organo parlamentare che gode di ampia libertà→può ricorrere a
testimonianze, libere audizioni,…;
⁃ ha il potere di opporre il segreto sulle risultanze acquisite nel corso delle
indagini→segreto funzionale→espressione dell’autonomia costituzionale delle
Camere;
⁃ formata in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari→difficoltà
operative;
Inchiesta:
⁃ deve riguardare materie di pubblico interesse→ciò esclude le inchieste su singole
persone e su eventi e situazioni privi di rilievo generale;
⁃ inchieste parlamentari svolte parallelamente a indagini giudiziarie:
⁃ solo il procedimento penale mira all’accertamento di responsabilità giuridiche
individuali; l’inchiesta parlamentare può far valere la responsabilità politica;
⁃ i dati acquisiti dalla commissione non possono essere una prova per il processo
penale;
⁃ le finalità sono diverse, ma possono crearsi intrecci e connessioni fra i due livelli→se
la commissione chiede la massima cooperazione ai magistrati, essa non può negare
a questi la comunicazione degli elementi acquisiti.
3.5 Parlamento e Unione Europea
• iniziativa del Pr. della Camera→a 30 gg dalla scadenza del mandato presidenziale
convoca il Parlamento in seduta comune e i delegati regionali→elezione del
nuovo PDR (entro 15 gg→ipotesi di impedimento permanente, morte o dimissioni);
• nel caso di camere sciolte o meno di 3 mesi alla loro cessazione→elezione del
PDR avviene ad opera delle nuove camere ed entro 15 gg dalla loro riunione→i
poteri del vecchio PDR vengono prorogati fino all’elezione di quello nuovo;
• avviene per scrutinio segreto e con maggioranza dei 2/3 dell’assemblea→dopo il
3° scrutinio maggioranza assoluta (metà+1 degli aventi diritto);
rif.costituzionale→prime 3 votazioni→maggioranza dei 2/3; dal 4°
scrutinio→maggioranza dei 3/5 dell’assemblea; dal 7° scrutinio→maggioranza dei
3/5 dei votanti;
Requisiti e caratteristiche del PDR (art.84 della Cost.Italiana):
• cittadinanza italiana;
• almeno 50 anni d’età;
• godimento dei diritti civili e politici;
• incompatibilità dell’ufficio del PDR con qualsiasi altra carica;
• presta giuramento di fedeltà di fronte al Parlamento in seduta comune, fa un breve
discorso nel quale illustra i principi cui intende ispirare le proprie funzioni;
• mandato presidenziale di 7 anni (rinnovabile);
• dispone di un assegno personale e di una dotazione (uffici e residenza
presidenziali);
• alle sue dipendenze vi è un Segretariato generale del PDR;
• cessazione della carica presidenziale→mandato concluso, morte, impedimento
permanente, dimissioni, perdita di uno dei requisiti di eleggibilità, reati di attentato
alla Costituzione e di Alto tradimento; nei casi di dimissioni, scadenza del
mandato, impedimento permanente→PDR di diritto diventa senatore a vita (può
rinunciarvi).
4.3 La controfirma ministeriale
• La Cost.Italiana stabilisce→”nessun atto del PDR è valido se non controfirmato dai
Ministri proponenti che ne assumono la responsabilità. Gli atti che hanno valore
legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del
Consiglio dei Ministri” (art.89);
• Controfirma→firma apposta da un membro del Governo sull’atto adottato e
sottoscritto dal PDR; è requisito di validità dell’atto→rende irresponsabile il PDR
trasferendo la responsabilità al Governo; riguarda tutti gli atti presidenziali;
• Tra gli atti che sono formalmente emanati dal PDR bisogna distinguere 3 categorie:
1. atti formalmente presidenziali e sostanzialmente governativi: formalmente
adottati dal PDR→contenuto deciso sostanzialmente dal Governo; esiste una
proposta ministeriale→la controfirma attesta la determinazione governativa dei
contenuti dell’atto→il PDR: deve vigilare sul rispetto del Governo dei principi
costituzionali; ha potere di rinvio, ma se viene riconfermato deve adottarlo (può non
farlo attraverso i reati presidenziali);
2. atti formalmente e sostanzialmente presidenziali: adottati e decisi dal PDR; non
esiste una proposta→chi decide il contenuto dell’atto è lo stesso PDR→controfirma
del Ministro competente per materia→rende irresponsabile lo stesso Presidente ed
evita che questo eserciti i suoi poteri per imporre un proprio indirizzo politico;
3. atti complessi: formalmente adottati dal PDR, il contenuto è deciso attraverso un
accordo tra Governo e PDR; es: nomina del Pr. del Consiglio dei Ministri e
scioglimento anticipato delle Camere→di norma controfirmati dallo stesso Pr. del
Consiglio→atti duumvirali.
4.4 La irresponsabilità del Presidente
• Irresponsabilità del Presidente della Repubblica→egli non risponde della
responsabilità politica, ma come tutti i titolari di organi costituzionali può essere
sottoposto alla critica politica;
• Responsabilità giuridica del PDR:
✓ su atti presidenziali: la Cost. prevede una responsabilità penale per i reati di Altro
tradimento e di Attentato alla Costituzione;
✓ su atti che adotta come cittadino: il PDR è penalmente responsabile per i fatti
qualificabili come reati, estranei all’esercizio delle sue funzioni→azione penale
improcedibile per tutta la durata del mandato; civilmente responsabile al pari di
qualsiasi altro cittadino.
4.5 La soluzione delle crisi di Governo: nomina del Presidente del Consiglio
• il PDR dispone di 2 poteri per la soluzione delle crisi del Governo: nomina del Pr.
del Consiglio e scioglimento anticipato delle Camere;
• Nel parlamentarismo maggioritario→decisioni sostanziali prese da altri: nomina
del Pr. del Consiglio→il corpo elettorale sceglie la maggioranza; scioglimento del
Parlamento→proposto dal Governo;
• Nel parlamentarismo post-elezioni→poteri di nomina del Pr. del Consiglio e di
scioglimento del Parlamento hanno una funzione politico-costituzionale
diversa→problema cruciale: formare maggioranze che siano capaci di dar vita ad un
Governo stabile→PDR può influenzare la soluzione delle crisi;
• Il Capo dello Stato può essere una “struttura governante” o un “intermediario
politico”→la funzione di intermediazione politica si basa sul:
1. diritto costituzionale: la Cost. attribuisce al PDR la nomina del Pr. del Consiglio, ma
precisa che il Governo entro 10 gg dalla sua formazione deve presentarsi alle
Camere per ottenere la fiducia;
2. sistema politico: il Governo si forma sulla base di molte trattative che portano ad un
equilibrio→il PDR può utilizzare strumenti che sono serventi rispetto al potere di
nomina: consultazioni, conferimento dell’incarico, mandato esplorativo.
4.6 La soluzione delle crisi: lo scioglimento anticipato del Parlamento
4.6.1 I dati costituzionali e il sistema politico
• Potere di scioglimento anticipato del Parlamento secondo la Costituzione:
a. il PDR può sciogliere entrambe le Camere o anche una sola di esse;
b. prima di sciogliere le Camere deve sentire i loro Presidenti→esprimono un parere
obbligatorio, ma non vincolante;
c. non può essere esercitato negli ultimi 6 mesi del mandato presidenziale, salvo
che essi coincidano in tutto i in parte con gli ultimi 6 mesi della legislatura (semestre
bianco);
• Lo scioglimento anticipato del Parlamento:
⁃ previsione del semestre bianco sembrerebbe un potere presidenziale;
⁃ la controfirma esclude che il PDR possa decidere da solo→vi è una proposta del
Governo→atto sostanzialmente governativo;
⁃ combinando i due elementi→siamo in presenza di un atto complesso;
⁃ in concreto per determinare chi decide lo scioglimento anticipato del
Parlamento→attenzione sugli equilibri complessivi della forma di governo→nel
parlamentarismo maggioritario→decisione sostanziale di sciogliere
anticipatamente il Parlamento si è spostata di fatto e di diritto al Governo.
II. LA COSTITUZIONE
1. SIGNIFICATI DI “COSTITUZIONE”
• obiettivo tipico: fissare i confini oltre i quali non può andare la volontà della
maggioranza politica.
4.2 Contenuti
La Costituzione italiana del 1948 si compone di diverse parti:
1. Principi fondamentali: 12 articoli→complesso di norme di principio, non collegate
tra loro, ma poste l’una accanto all’altra; presentano delle premesse ideologiche e
politiche che i costituenti hanno trascritto traendole dai loro diversi manifesti
politici→fine di coesistere e bilanciarsi; disposizioni importanti: importanza del lavoro,
riconoscimento delle autonomie locali, tutela delle minoranze linguistiche,
valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico della Nazione,…;
2. Diritti e doveri dei cittadini: tratta dei rapporti civili (libertà individuali), etico-sociali
(individuo all’interno della società), economici, politici;
3. Ordinamento della Repubblica: tratta dell’organizzazione costituzionale dello
Stato→Parlamento, PDR, Governo, Regioni e autonomie locali, garanzie
costituzionali e revisione della Costituzione.
10.3 Procedimento
• Procedimento emanazione dei reg. governativi diverso da quello dei reg. ministeriali;
• Regolamenti governativi: deliberati, su proposta di uno o più ministri, dal Consiglio
dei ministri, previo parere (obbligatorio, ma non vincolante) del Consiglio di Stato;
talvolta è richiesto un ulteriore parere di altri organi→commissioni parlamentari;
emanati con d.P.R→atto perfetto, ma non efficace→deve passare il controllo della
Corte dei conti; pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale;
• Regolamenti ministeriali: emanati dal ministro, previo parere del Consiglio di Stato
(forma di d.m); con decreto interministeriale→emanati i regolamenti che riguardano
materie di competenza di più ministri; prima dell’emanazione devono essere
comunicati al Pr. del Consiglio dei ministri; vi è un controllo della Corte dei conti;
pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale;
• tutti i regolamenti devono avere denominazione di “regolamenti”→per distinguerli
dai d.P.r e d.m.
10.4 Tipologia
Vi sono diverse tipologie di reg. governativo→classificazione fatta sulla base del diverso
rapporto che il reg. ha con la legge, la riserva di legge e le competenze legislative della
Regione:
1. reg. di esecuzione delle leggi: adottati dal Governo, anche senza una specifica
autorizzazione legislativa, quando avverte la necessità di emanare norme che
assicurino l’operatività della legge, dei decreti con forza di legge e i regolamenti
dell’UE; limite costituzionale se è prevista una riserva assoluta di legge→la loro
funzione deve limitarsi a predisporre gli strumenti amministrativi e procedurali
necessari a rendere operativa la legge; es: diritto elettorale;
2. reg. d’attuazione: emanati per l’attuazione e l’integrazione delle leggi e dei decreti
legislativi recanti norme di principio, esclusi quelli relativi a materie di competenza
regionale; la legge deve dettare almeno i principi della materie, lasciando al
regolamento la disciplina di dettaglio;
3. reg. indipendenti: emanati nelle materie in cui manchi la disciplina da parte di leggi
o di atti aventi forza di legge, sempre che non si tratti di materie riservate alla legge;
operatività limitata;
4. reg. di organizzazione: residuo storico→oggi la materia è coperta da riserva relativa
di legge; tendenza ad un’accentuazione dell’autonomia dell’esecutivo nel plasmare la
pubblica amministrazione;
Per i regolamenti ministeriali e interministeriali non vi è una classificazione→sono
emanati solo se una legge conferisce loro tale potere; talvolta non sono previsti dalla
legge, ma da un regolamento governativo.
10.5 La c.d. “delegificazione”
• Regolamenti “delegati” o “autorizzati”:
✓ provocano un effetto abrogativo delle leggi precedenti;
✓ funzione: produrre la “delegificazione”→sostituzione della precedente disciplina di
livello legislativo con una nuova disciplina di livello regolamentare→rimedio
all’espansione della legislazione ordinaria;
✓ la legge ordinaria dispone l’abrogazione della legislazione precedente facendo
decorrere l’effetto abrogativo della data di entrata in vigore del regolamento→reg.
governativo di attuazione non previsto in materie coperte da riserva assoluta di
legge→la legge che lo prevede deve determinare “le norme generali regolatrici della
materia” e disporre l’abrogazione delle norme legislative precedenti.