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Ius: ars boni et aequi Persone famiglia diritti reali successioni obbligazioni - (diritto processuale).

DIRITTO = AZIONE

ARCAICO (dall'inizio fino alle leggi Licinie Sestie del 367 a.C. -istituzione pretura) PRECLASSICO (fino al periodo transizione repubblica-principato) CLASSICO (da Augusto alla fine dinastia Severi, 235 d.C.) POST-CLASSICO (il periodo seguente, in particolare l'epoca giustinianea)

Periodo arcaico: economia di tipo rurale, il diritto=mores (interpretazione dei sacerdoti) | Leggi delle XII Tavole Periodo Preclassico: traffici e commerci si espandono, interpretazione laica del diritto, nasce la figura del pretore contrapposto al formalismo dell'epoca precedente. Periodo Classico: il princeps creatore del diritto, i giuristi lo elaborano definitivamente (periodo di Gaio) Periodo postclassico: imperatore dominus, accentra il potere normativo. FONTI: nel periodo arcaico il diritto a carattere consuetudinario, i mores corrispondono alle leges (che nasce per fissare le conquiste delle nuove classi); nel tardo impero il diritto=legge, cio la volont dell'imperatore, mentre la consuetudine sussidiaria. LEGGE: inizialmente nasce per fissare le conquiste plebee. regola soprattutto il diritto pubblico. LEX PUBLICA: la statuizione del popolo riunito. LEX ROGATA: emessa dall'assemblea popolare su convocazione di un magistrato LEX DATA: emessa direttamente dal magistrato su delega. LEX PERFECTA: vieta e annulla l'atto contrario LEX MINUS QUAM PERFECTA: vieta e sanziona l'atto contrario LEX IMPERFECTA: vieta ma non offre rimedio PLEBISCITO: deliberazione della plebe riunita dal tribuno (dopo il 286 con la Lex Hortensia tutti sono vincolati) XII TAVOLE: corpus legislativo -> la base sono leggi greche -> lo crea un decemvirato nel 449 a.C. SACERDOTI: interpretano la legge in senso conservatore, l'evoluzione scarsa. Nel 367 a.C. Viene istituita la figura del pretore, ma pi importante nel 242 a.C. Il praetor peregrinus. Edictum: carattere programmatico, prima orale poi scritto. Edictum repentinum: aggiunte in corso d'anno Decreta: interventi su singole circostanze. Nel 130 d.C. il diritto sostanzialmente non si evolve pi, viene pubblicato l'edictum perpetuum Processo per legis actiones: formalismo assoluto, si affianca al pretore dal II a.C., sparisce definitivamente sotto Augusto. Processo per formulas: creato dal pretore si divide in: Litis contestatio (fase in iure) Sententia (fase apud iudicem) azione in factum: regola una nuova fattispecie azione utile: funziona per analogia. Es: bonorum possessio: attribuzione dei beni ereditari a vari fini, creata perch non si poteva modificare lo ius civile -> crea strumenti per la tutela del possesso. Dopo Augusto il diritto si crea per volont del sovrano con le costitutiones. La giurisprudenza continua ad elaborare e proporre sul caso pratico. Inizialmente il princeps usa lo strumento dei comizi, per creare la legge, come nella tradizione, cosa che scompare nel tempo (Nerva) Il Senato comincia ad avere potere normativo attraverso i senatus consulta: consigli ai magistrati (Ulpiano ne conferma il potere) SENATO: I d.C. -> ogni delibera preceduta da oratio principis, proposta imperiale che presto diventa il vero oggetto della decisione. IMPERATORE: imperium proconsolare costitutiones: strumento normativo dell'Imperatore (lex de imperio, Gaio) -> tributo alla delega popolare; in realt la legittimazione sorge dall'auctoritas del sovrano. Tipi di costitutiones: Edicta: deriva dallo ius edicendi del sovrano, riprongono gli editti pretori, per non sono un programma ma norme generali per tutti, vale per sempre fino all'abrogazione. Mandata: istruzione a funzionari provinciali (imperium proconsolare); vennero raccolti in fascicoli ed ebbero forza stabile (liber mandatorum) Decreta: li pronuncia l'imperatore come giudice, e sono legati al nuovo concetto di appellabilit Rescriptum/epistula: risposta dell'imperatore a privati/magistrati su controversia, forma condizionale alla veridicit. Assume valore di precedente. GIURISPRUDENZA: opera di elaborazione e consulenza dei giuristi, sapere laico. Si divide in: respondere: pronunciarsi su una questione giuridica agere: consulenza tecnico-giuridica a parti e al magistrato, crea azioni e formule cavere: predisporre modalit negoziali impostando l'atto (creazione formule) Si passa dall'oralit alla scrittura: giurisprudenza diventa scientifica, elabora i precedenti per creare regola giuridica. Assume una funzione didattica -> si creano trattati didattici:

Tripartita di Sesto Elio Muzio Scevola scrive 18 libri (tendenza alla concettualizzazione) Sulpicio Rufo scrive opera con elaborazione di responsi (casistica)

Augusto introduce lo ius publice respondendi: cio il diritto di dare responsi -> controllo contro gli abusi che diviene controllo imperiale sul diritto. Davanti al giudice valgono solo i responsi di giuristi dotato dello ius publice respondendi. Un rescritto di Adriano dice che il giudice deve considerare il parere concorde dei giuristi.

Contrapposizione Sabiniani (a favore del principato) e Proculiani (a favore della repubblica) Adriano inserisce i giuristi nel consilium principis, diventano quindi burocrati imperiali, tendenza rielaboratrice ed enciclopedica, talvolta diventano pure prefetti del pretorio (Ulpiano). Gaio (sotto Adriano): giurista forse oriundo, scrive le Istitutiones in IV libri (commentari), dividendo il diritto in Persone (I), Cose (II-III) e Azioni (IV) Dopo la dinastia dei Severi (III d.C.) vi il dominato, non pi un principe con una legittimazione popolare ma un sovrano assoluto (dominus et deus) sciolto dalle leggi e la sua volont diviene legislatrice, diviene lex. E' l'unica fonte normativa. Assumono pi valore le pubblicazioni a carattere generale e astratto (editti). Il passato non cancellato ma perde della singolarit (editti, senatoconsulti, ecc.) e diviene lo iura, l'elaborazione dei giuristi. Valentiniano III crea la Legge delle citazioni (V sec.) che crea una selezione fra i giuristi per chi pu essere utilizzato o meno: Papiniano Paolo Gaio Ulpiano Modestino Bisogna cercare l'opinione della maggioranza o se in parit si segue Papiniano. Va a compimento il passaggio del giurista a burocrate. Nell'et postclassica si limitano a fare riassunto o semplificazioni o raccolte di sillogi dei giuristi precedenti. Dal tempo delle XII tavole fino al tardo impero non ci sono raccolte ufficiali di norme perch il diritto romano caratterizzato dall'apertura e della presenza di un ceto ufficiale di interpreti. CODIFICAZIONI (le prime raccoglievano solo leges): Codex di Gregoriano (292 d.C.) -> raccolta di rescritti da Adriano a Diocleziano Codex di Ermogeniano: rescritti di Diocleziano tra il 293 e il 294 Nel 429 Teodosio vuole creare un corpus normativo con leges e iura. Progetto: I -> una raccolta di costituzioni (leges generales da Costantino in poi) su modelli privati, ordinate cronologicamente II -> estrarre da Gregoriano ed Ermogeniano leggi generali e rescritti, inserendo ci che era gi vigente nello iura. Definitivo: 435, solo la I parte del progetto in 16 libri, che i commissari potevano modificare. Giustiniano: progetto di restaurazione; eliminare il superfluo e il contraddittorio dando certezza ed immutabilit. Con constitutiones nomina commissione che deve raccogliere costituzioni imperiali prelevando da Teodosio e dai successori. 529 -> Novus Iustinianus Codex che rimane in vigore per 5 anni. 530 -> con una costituzione viene nominata una nuova commissione (16 persone, professori ed avvocati) che devono estrapolare dai giuristi con ius respondendi i passi necessari, possono modificare ma non i successori -> il DIGESTA (50 libri) Cadono le gerarchie della legge della citazioni, ma i 5 giuristi rimangono sempre i pi citati. Hanno autorit perch i giuristi con l'i.r. hanno la stessa autorevolezza dell'imperatore. Vuole creare anche un'opera per i giovani che vogliono imparare: nel 533 pubblica le ISTITUTIONES che hanno anche valore di legge: il modello Gaio. Tra 529 e 533 le quinquaginta decisiones: costituzioni per risolvere controversie tra antichi giuristi costituzioni durante l'attivit dei commissari per risolvere i problemi sorti legislazione dal 529 in poi 534 pubblica il nuovo CODICE, di 12 libri: raccoglie le Costituzioni da Adriano al 534, le pi antiche sono quelle tratte dal Gregoriano. I libri dedicati alla privatistica vanno dal II all'VIII. Giustiniano prevede nuove Costituzioni e una raccolta (NOVELLE), che verranno aggiornate grazie a privati, riguardano soprattutto il diritto pubblico. La persona non coincide nel diritto romano con un soggetto di diritto. La capacit giuridica ad esempio va ai liberi e non agli schiavi. Il termine capax, secondo la legge Furia e alcune leggi augustee significa chi pu ereditare. NASCITA Si considera il concepito come gi nato -> si tutelano delle aspettative successorie che si realizzano quando nascer, mentre il pretore nomina un curatore dei beni. Aspettativa tutelata -> concepimento Soggetto di diritto -> nascita I nati morti si considerano come nemmeno procreati. Chi nasce prima e sopravvive per poco tempo si considera come mai nato. Il nato dev'essere normale -> il monstrum non esiste e dev'essere eliminato (XII tavole) I deformi invece possono anche essere adottati e non devono essere eliminati. COMMORIENZA Sopravvivono: genitori ai figli impuberi figli puberi ai genitori marito alla moglie CAPITIS DEMINUTIO: un cambiamento di status (una sorta di morte) perdita libert (maxima) -> si un oggetto perdita cittadinanza (media) -> si un soggetto senza privilegi perdita posizione familiare (minima) CORPORAZIONE: su base associativa, per funzione o scopo, un centro di interessi separato. Popolo romano: conclude anche contratti privatistici ma in posizione privilegiata Civitas: concludo contratti privatistici senza privilegi Collegi: nascono per volont dei singoli, proibiti da Augusto e ripresi nel tardo impero in campo commerciale; bastano 3 persone per formarli. FONDAZIONE: riconosciuta solo in epoca tarda: eredit giacente: in attesa dello spettatore opera pia: patrimoni lasciati a vescovi o a Chiese per opere caritatevoli

I padroni hanno sugli schiavi la dominica potestas. Senatoconsulto silaniano: prevedeva la tortura degli schiavi se il padrone moriva violentemente. Legge petronia: divieto di utilizzare gli schiavi nel circo senza il permesso di un magistrato Rescritti di Antonino Pio: riguardo l'uccisione di un servo di propria propriet (equiparata all'omicidio) e la crudelt (obbligo di vendere lo schiavo che fuggiva presso la statua di un imperatore); non c' comunque un sentimento di piet ma la protezione di un interesse dello Stato. Gli schiavi ottengono pi diritti in epoca cristiana, dove tuttavia sparisce la figura dello schiavo per essere sostituita dal colonato. Non c' pi una differenza tra liberi e schiavi ma tra honestiores ed humiliores. Giustiniano apporta alcune modifiche tra cui la liberazione fatta dal condomino ora definitiva e concede agli altri un indennizzo e non pi una quota maggiorata. Lo schiavo non un soggetto giuridico ma:

subisce una pena criminale maggiore le sanzioni civili le paga il suo padrone che per pu consegnarlo (dazione a nossa)

Nel diritto sacro lo schiavo uguale ai liberi. DIRITTO CRIMINALE: l'uccisione dello schiavo da un certo punto in poi viene equiparata a quella di un libero (Lex Cornelia) mentre prima era tutelata tramite la Lex Aquilia e il risarcimento del padrone. DIRITTO PRIVATO: lo schiavo: non ha diritti familiari (niente parentela, matrimonio, successori) non pu reclamare per le ingiurie non pu stare in giudizio non titolare di rapporti patrimoniali Qualsiasi atto a suo vantaggio va al padrone -> acquista al dominus, anche se questi non sa dell'atto. Sono irrilevanti invece le azioni pregiudizievoli al padrone. Attraverso l'istituto del peculio lo schiavo poteva creare delle obbligazioni naturali. AZIONI AGGIUNTIVE (tutela del terzo): se il negozio concluso dallo schiavo per volont del padrone si aggiunge la sua responsabilit.

actio exercitoria actio institoria actio quod iussu (benestare)

actio de peculio actio de in rem verso actio tributoria (se il peculio non distribuito proporzionalmente e il padrone sapeva) Durante l'epoca di Giustiniano si pu agire direttamente contro il padrone: lo schiavo concepito come rappresentante. Il cittadino romano che schiavo ha solo diritti in pendenza che riacquista con il ritorno in patria (ius postlimiini), quando tutto ritorna come prima della cattura, tranne rapporti come il matrimonio e il possesso. Il romano morto prigioniero non ha eredi ma la Lex Cornelia ammette la validit del testamento fatto prima -> fictio legis Corneliae: si finge morto quando divenuto schiavo. Schiavo diventa il consegnato dall'autorit, l'insolvente venduto, il sottoposto a potere familiare oppure in conseguenza di un grave illecito o di una condanna criminale, o chi si sottrae alla leva o al censimento. Senatoconsulto claudiano: rende schiava la donna che ha una relazione con il servo altrui senza il consenso del padrone. Diventa schiavo inoltre chi finge di vendersi. In questi due casi si realizza una successio dei beni del divenuto schiavo al nuovo padrone. LIBERTA': Come premio: Lo schiavo che svela l'assassino del padrone Lo schiavo che denuncia un falsario, un rapitore o aiuta a catturare un disertore Come sanzione del padrone: se si abbandona il servo malato se si prostituisce una schiava comprata con patto contrario La libert pu essere concessa volontariamente tramite la manumissio: in questo caso il servo diventa libero e cittadino, ma dev'essere eseguita con lo ius civile. testamento: anche con fedecommesso vindicta: rituale, un adsertor sostiene la libert e il padrone non replica censu: iscrizione sulle liste dei cittadini Legge Giunia Norbana: risolve il contrasto tra manumissioni pretorie e civili, dando ai liberti pretori la condizione di latini giuniani: non possono fare e ricevere testamento e alla morte il patrono eredita. La abroga Giustiniano. Legge Fufia Caninia: limita la facolt di manomettere per testamento, ammettendo solo delle frazioni. Legge Elia Senzia: il minore di vent'anni libera solo per vindicta e con giusta causa; questa ci vuole anche se il servo minore di 30 anni, se manca diventa un latino giuniano. Se manomessi schiavi che hanno avuto una condotta turpe non ottengono la cittadinanza romana ma quella di stranieri arresi che non possono vivere o passare nelle vicinanze di Roma. Questa legge inoltre vieta le manomissioni fatte in frode ai creditori o al patrono. Giustiniano abroga la Fufia e parte della Senzia (rimane la parte sui creditori e le manomissioni del giovane). Inoltre pone l'et minima per liberare tramite testamento a 17 anni e rende cittadini romani tutti i libertini. LIBERTINO: non pu accedere a cariche pubbliche e non pu sposarsi con certe classi deve al padrone ossequio, onore e riverenza ha l'obbligo degli alimenti non pu agire contro il padrone l'ingratitudine gli toglie la libert dal periodo postclassico c' un obbligo di prestazioni gratuite c' un diritto di successione del padrone se il liberto non ha discendenti Dal periodo imperiale nasce lo ius aurerorum anulorum che il diritto concesso dall'imperatore ai liberti di portare gli anelli delle classi ricche e la natalium restitutio che la concessione dell'imperatore che toglieva gli obblighi derivanti dal patronato. Giustiniano le concede in automatico dalla liberazione.

Commercium: la possibilit di fare negozi di ius civile (mancipazione) Conubium: possibilit di matrimonio legittimo Peregrino dediticio: non possiede autonomia e ha svariate limitazioni I latini hanno il commercium e il conubium e sono gli abitanti del Lazio, i romani delle colonie, gli schiavi manomessi non legittimamente. Pu diventare romano il latino per motivi di servizio (vigile, frumento, speso molto per una casa a Roma, macinatore di grano) Caracalla d la cittadinanza a tutti gli abitanti tranne i giuniani e deditici, poich nella nuova versione di Stato assoluto i cittadini si accomunano nella condizione di sudditi. CITTADINANZA DEL NATO: conta: status dei genitori esistenza matrimonio legittimo Regola di diritto delle genti: se il matrimonio legittimo, il figlio ha condizione del padre al momento del concepimento, se non legittimo ha quella della madre alla nascita. Cittadinanza si perde: perdita libert, condanna criminale, diritto d'esilio per evitare condanna, acquisto altra cittadinanza. Sui iuris: giuridicamente autonomo Alieni iuris: soggetto a potere altrui (liberi sottoposti a potere familiare o schiavi) E' giuridicamente autonomo il pater familias e, a volte, la donna che per non ha mai sottoposti. Familia proprio iure: insieme persone sottoposte al potere del pater. Familia communi iure: consanguinei (sottoposti ad un pater comune gi deceduto) Adgnatio: parentela in linea maschile. Cognatio: vincolo di sangue, d'impedimento al matrimonio, sar d'ambito della successione ab intestato grazie al pretore, obbligo alimenti da periodo classico. ALIENI IURIS: In potest: discendenti maschi e femmine in primo grado e altri se discendenti in linea maschile. In mano: le donne assoggettate da atto giuridico In mancipio: persone cedute tra patres familias, condizione tra libero e servo. Patria potest si esercita su: figli procreati in matrimonio figli adottati in tarda epoca figli legittimati discendenti dei soggetti a potest donne sottomesse al marito con atto Diritti del pater sui sottoposti:

ius exponendi: con Costantino il padre perde la potest e il ritrovatore decide lo status. Giustiniano lo rende sempre ingenuo diritto di vendere: anticamente rende schiavi, dopo diventa in mancipio. Ius noxae dandi: viene meno in diritto giustinianeo per i figli

Il diritto di vita e di morte sui figli viene temperato dal controllo sociale. L'uccisione del figlio minore di 3 anni doveva essere controllata da 5 vicini e l'uccisione del figlio aggressore doveva essere controllata dai vicini, il padre poteva irrogare gravi condanne solo con tribunale domestico. Il potere imperiale avoca a s le competenze repressive. Ci si richiama alla pietas nei rapporti familiari. Una costituzione di Costantino comprende il padre uccisore del figlio come parricida; nella stessa epoca anche gli uccisori di infanti vengono condannati a morte. Costituzione del 364 dice che punizione dev'essere contenuta in un diritto di correzione, altrimenti ci si richiama al giudice. Solo potere pubblico ha diritto di vita e di morte sui sudditi. Potest nei caratteri costanti: non viene mai meno per l'et solo il maschio, ma il figlio ha obbligo d'alimenti verso entrambi e la madre pu prestare l'assenso alle nozze se manca il padre. Origina dalla nascita, adozione e legittimazione, morte del precedente pater o concessione della cittadinanza si esaurisce con la morte del titolare, per la perdita della libert e della cittadinanza da parte del figlio e, fino a Giustiniano, per la sua adozione. In diritto giustinianeo si estingue raggiungendo carica elevata o come sanzione per l'espositore o il colpevole di crimini sessuali. EMANCIPAZIONE: Creato dai pontefici su legge delle XII tavole con rituale rigido. Anastasio l'ammette tramite rescritto, Giustiniano abroga formalismo, disponendo che si compia davanti al funzionario e si richiede il consenso dell'interessato. In diritto giustinianeo sorgono talora degli obblighi di emancipazione, oltre che ad una tendenza all'emancipazione volontaria al raggiungimento dei 25 anni. Condizione dei sottoposti analoga a quella dei servi: acquistano al pater; funziona l'istituto del peculio e le azioni aggiuntive. Posizione cambia dalla tarda repubblica: i figli maschi possono contrarre obbligazioni civili e stare in giudizio, ma se il padre non adempie, il creditore si pu valere solo quando morir. Senatoconsulto macedoniano: i figli possono agire con exceptio ai mutatari che non hanno chiesto l'autorizzazione del pater.

A partire da Augusto c' il peculio castrense, sottoposto alla stessa disciplina, si pu alienare e disporre con testamento. Costantino amplia il peculio a tutto ci che il figlio acquista per sua attivit (p. quasi castrense) e sottrae alla disponibilit del padre i beni pervenuti dalla madre (prima usava fedecommesso di restituzione, condizione e fedecommesso di emancipazione): d al padre un diritto di trarne i frutti senza poterli alienare, poi si amplia ai beni di ascendenti materni e causa matrimonio. In diritto giustinianeo si rendono i beni successibili ab intestato.

Nel diritto giustinianeo si riconosce: peculio avventizio: acquistato dal figlio con propria fatica, a lui la propriet e al padre l'usufrutto peculio profettizio: acquistato con i mezzi del padre che li ha in propriet. BENI D'EMANCIPAZIONE: Costantino dispone che 1/3 dei beni dell'eredit materna spettasse al padre in caso d'emancipazione. Giustiniano stabilisce che sui beni su cui il padre ha usufrutto ne pu tenere la met come usufrutto e non il terzo in propriet. ADOZIONE: Serve alla distribuzione della forza lavoro o a scopi politici.

Adozione: passaggio da una potest ad un'altra. Si usa l'emancipazione modificata appositamente, con la quale il pretore aggiudica il figlio all'adottante: adozione imperio magistratus. Arrogazione: serve per adottare un sui iuris (successio tra vivi), sottoposta a controllo popolare (populi auctoritate): inizialmente controllo dei pontefici che convocano i comizi. Poi controllano i littori, che simboleggiano i comizi. L'arrogazione non possibile per la donna e gli impuberi, che non partecipano ai comizi. Antonino Pio disattende per gli impuberi. L'arrogante acquista tutti i beni tranne ci che viene meno per capitis deminutio minima, come l'usufrutto. Ai creditori offerta un'azione per soddisfare i debiti che altrimenti andrebbero persi. Per Gaio adozione e filiazione sono cose diverse per cui: gli impotenti e i celibi possono adottare. le donne non possono adottare perch non hanno potest in via teorica il giovane pu adottare il vecchio, ma le verifiche pontificali e l'opinione comune non sempre la riteneva normale. In diritto classico c' idea che adozione debba imitare la natura, giuristi dicono che chi pu procreare meglio lo faccia e impongono una differenza d'et. In diritto tardoclassico si hanno dei cambiamenti definitivi: l'arrogazione si fa solo tramite rescritto imperiale adozione da Giustiniano si fa davanti al magistrato definitivo il principio che l'adozione deve imitare la natura, per dare figli a chi non ne ha l'impotente evirato non pu adottare, quello per cause naturali pu la donna pu adottare se ha figli morti differenza di 18 anni Nuovi effetti: in precedenza l'adottato poteva subire conseguenze negative se emancipato dopo la morte del padre naturale: non aveva l'eredit di nessuno perch prima in potest e poi senza vincoli di sangue. Giustiniano toglie quindi la patria potest all'adottante e la lascia al padre naturale, dando al figlio un diritto di successione sull'adottante. Esiste un adoptio plenissima, che presenta ancora i vecchi effetti, in rari casi (se adotta avo materno, avo paterno emancipatore del padre o estraneo che adotta nipote in potest del nonno) l'arrogazione rimane immutata, tranne che l'arrogante ottiene solo l'usufrutto sui beni. TUTELA: si applica agli impuberi e alle donne. Esistono tre tutele: tutela legittima tutela testamentaria tutela atiliana Inizialmente la tutela considerata come vic ac potestas, non per difesa del pupillo ma per interesse del tutore, cio la conservazione di un patrimonio ereditario. Tutela testamentaria: prevista dalle XII tavole, in maniera formale e pu essere condizionata o a termine Tutela legittima: se non c' tutore testamentario l'impubere va sotto tutela degli agnati pi vicini (XII T). In origine non pu essere allontanato dal compito, n deve rendere conto. Giustiniano regola la tutela ai parenti pi vicini, agnati o cognati, anche le donne. Tutela legittima anche per il patrono del liberto e del padre manumissore del figlio impubere. Tutela atiliana: creata in funzione di difesa dell'impubere per interesse pubblico. Anticamente veniva dato un tutore dal magistrato se mancava o se c'era conflitto. Legge Atilia stabilisce che a Roma in mancanza il magistrato affidi tutore. La tutela diventa un onere assoggettato a regole e rendiconti. Gli onerati per evitare fanno valere excusationes (altri oneri, figli numerosi, et, salute, professione). I compiti del tutore sono: protezione assistenza rappresentanza processuale amministrare il patrimonio Se pupillo infans (fino 7 anni) il tutore fa negotiorum gestio ( responsabile lui) Se pupillo uscito d'infanzia il tutore pone auctoritas, partecipazione di volont. Il pupillo conclude negozi solo vantaggiosi. La tutela si estingue per: rinuncia o cessione in tribunale del legittimo verificarsi di condizione o termine nella testamentaria cambiamento di status raggiungimento et pubere Contro il tutore maligno le XII tavole prevedevano: actio rationibus distrahendis: azione penale del doppio dei danni dolosi accusatio suspecti tutoris: da parte di chiunque verso tutore disonesto. I tutori legittimi devono fare promessa che d azione al pupillo in caso di inadempienza. Actio tutelae: escogitata per l'atiliana, poi si estende. Azione di buona fede, comporta l'infamia, per rendiconto. Anche il contrario, non infamante, per il tutore. Per la donna inizialmente c' tutela per tutta la vita, ma gi sparisce dal periodo classico. Non necessaria auctoritas se per lei scaturisce vantaggio e talora anche in diminuzioni. In genere i negozi antichi di diritto civile la vogliono sempre. La tutela della donna venne ridimensionata prima dalla possibilit di poter scegliere il tutore, poi da leggi che le aboliscono. Resta alla fine solo la tutela del patrono sulla liberta; la tutela atiliana veniva data su richiesta della donna. Le donne con pi figli erano inoltre esonerate. CURA Furiosus e prodigus erano sottoposti a cura degli agnati, per interessi patrimoniali: curatori legittimi. Ci sono anche i curatori onorari, dati dal magistrato. Vennero assoggettati i malati di mente, tutti i prodighi e affetti da menomazioni. I compiti sono simili al tutore, ma alla fine il rendiconto dato dall'actio negotiorum gestorum Cura minorum: soggetti i minori di 25 anni. Nel 200 a.C. Legge Laetoria sanzionava chi approfittava dell'inesperienza del giovane. Non annullava l'atto, poi il pretore dispose un'eccezione e una restitutio in integrum. Inizialmente la tutela doveva essere un atto formale richiesto dal giovane, poi divenne un procedimento automatico: il soggetto sui iuris, divenuto pubere, passava da tutela a cura fino a 25 anni. Pu amministrare solo per concessione dell'imperatore, venia aetatis. Processo per azioni di legge: L.a generiche, valide per tutti i casi salvo diversa prescrizione, sono sacramento e per manus iniectionem, le altre sono specifiche.

L.a dichiarative: sacramento, per iudicis arbitrive postulationem, per condictionem. L.a sacramento in rem: volta all'affermazione del diritto di propriet, o anche stato di libero o di figlio. Il giudice valuta solo il carattere giusto o ingiusto del sacramento. L.a. Sacramento in personam: si fa valere diritto di credito. L.a. Iudicis arbitrive postulationem: per crediti da contratto di stipulazione, per divisioni di eredit e per divisione di cose comuni. L.a. Per condictionem: crediti aventi ad oggetto somma determinata e poi crediti di qualunque cosa determinata. C'erano trenta giorni di dilazione. L.a. Esecutive: per manus iniectionem e per pignoris capionem L.a. Per manus iniectionem: fini autosattisfatori. Manus iniectio iudicati: un'azione rivolta contro la persona, ha fine intimidatorio. Si presuppone sentenza di condanna inadempiuta da almeno 30 giorni. Il convenuto diventava alla merc dell'attore e poteva solo offrire un vindex che pagasse o contestasse con una nuova legis actio, dovendo pagare il doppio in caso di soccombenza. Legge Poetelia Papiria mitiga situazione del debitore. Manus iniectio pro iudicato: data da un credito privilegiato che vale come titolo esecutivo. Il convenuto pu difendersi da solo. Lex Vallia riduce necessit del vindex a caso del giudicato e a debitore principale a cui il garante chiede rimborso. L.a. Per pignoris capionem: non si fonda su sentenza di condanna, avviene per titolarit crediti privilegiati: forza debitore ad adempimento o ad acquisire i beni: vale per situazioni determinate e ha carattere patrimoniale. Crediti di natura sacrale, fiscale e militare. Per i diritti assoluti si usa l'agere per sponsionem, creando con la sponsio un rapporto obbligatorio che permette di innestare il procedimento per iudicis postulationem. L'attore si fa promettere dal possessore una somma per il caso che riesca a dimostrare diritto di propriet. Processo p.l.a. Decade con legge Ebuzia (130 a.C.) e da due leggi Giulie come dice Gaio, in realt per ad avere veramente effetto la lex Iulia iudiciorum privatorum del 17 a.C. Vadimonium: promessa formale di ripresentarsi dopo la prima udienza. Stop del procedimento: Se convenuto non collabora (indefensus) produce spossessamento nelle azioni reali ed esecuzione in quelle personali. Confessio in iure: riconoscimento pretesa davanti magistrato. Iusiurandum in iure: giuramento deferito dall'attore: chi giura vince. Una volta passata la litis contestatio non si pu pi esperire la stessa azione per il medesimo giudizio. La lex Iulia iudiciorum privatorum divide tra: giudizi legittimi: si rifanno ai requisiti formali delle legis actiones, si svolgono a Roma fra cittadini romani. Ci sono quelli che derivano da un'obbligazione civile, personali, con l'intentio che fa riferimento al diritto civile. Per questi operano effetti ricalcati sulle l.a e l'estinzione avverr ipso iure automaticamente. giudizi connessi con l'imperio: per impedire l'azione i magistrati offrono l'eccezione. La sentenza inappellabile, di regola condanna solo a somma di denaro e l'autorit del giudicato si realizza con l'actio iudicati. PARTI DELLA FORMULA Demonstratio: indica il fatto che origina la controversia. Serve quando c' intentio incerta. Intentio: la pretesa dell'attore, pu essere certa od incerta. Con l'intentio in ius si realizza una pretesa di carattere civilistico (oportere). Ci sono intentio in factum che prendono in considerazione fattispecie non elaborate dallo ius civile. Adiucatio: conferisce al giudice il potere di attribuire determinate cose alle parti, si trova nei giudizi divisori (actio familiae erciscundae, actio communi dividundo) e nell'actio finium regundorum. Condemnatio: indica la condanna del giudice sia la parte della formula con cui le parti gli conferiscono il potere di farla. Sempre somma di denaro, perch pi facile trovare un garante e migliore eseguibilit della procedura esecutiva. Pu essere certa od incerta, in questo caso il giudice valuta secondo equit e pu esserci limite, taxatio. Praescriptio: serve all'attore per limitare la materia del contendere ed evitare l'effetto estintivo della litis contestatio. Exceptio: serve per far valere in giudizio argomentazioni che non si potevano usare in diritto civile, introducendo elementi fondati sull'equit. Eccezioni peremptoriae: possono essere opposte sempre e bloccano la pretesa dell'attore. Sono l'eccezione di patto convenuto e l'eccezione di dolo. Eccezioni dilatoriae: solo in un certo periodo o in certe circostanze. L'attore pu far valere una replicatio, per annullarla, a quale pu seguire duplicatio e triplicatio. Clausola arbitraria: consente al convenuto di liberarsi restituendo la cosa oggetto della controversia. Al convenuto conviene perch la somma in caso di non restituzione fatta tramite giuramente estimatorio, iusiurandum in litem, solitamente sfavorevole. Fictio: finzione con cui il pretore d per esistenze una circostanza che non c' per adeguare l'azione allo ius civile ed estenderlo a casi non contemplati. Le azioni si dividono in reali (vindicationes) e personali (condictiones). Nelle personali l'intentio fa riferimento ad obbligo del convenuto di tenere un certo comportamento nelle reali c' l'affermazione di un diritto reale. La passivit nelle azioni personali crea azione esecutiva, in quelle reali la perdita del possesso. Azioni reipersecutorie: reintegrazione patrimoniale, anche azioni personali che tendono a obbligo prestazione. Azioni penali: le personali dirette al conseguimento di una pena pecuniaria per il delitto. Azioni miste: sia rei persecutio che pena, perch il convenuto che nega e perde viene condannato nel doppio (quindi una sanzione processuale non dell'illecito). Azioni civili: vengono da leggi o senatoconsulti. L'intentio formulato con oportere. Sono azioni civili: azioni arbitrarie praeiudicia azioni di buona fede: ampia discrezionalit del giudice. In bonum et aequum conceptae: la condanna pu essere fissata dal giudice secondo opportunit stretto diritto: azioni in personam il cui rapporto valutato con rigore. Azioni pretorie: vengono dalla giurisdizione del pretore. Sono: Azioni in factum: nuova fattispecie non prevista dal diritto civile: c' intentio in factum che identifica pretesa con esposizione dei fatti Actiones ficticiae: fingono l'esistenza di un presupposto. Azioni con trasposizione di soggetti: per eseguire condanna a soggetti non legittimati dal diritto civile, convenuto diverso da chi indicato nella condemnatio. Si realizza la rappresentanza processuale tramite il cognitor (solenne) e il procurator

(mandato). Azioni utili: azioni costruite sul modello di azioni previste per casi analoghi. Azioni popolari: date al singolo per tutela di interesse pubblico. Azioni temporanee: ha durata limitata nel tempo.

Interdictum: un comando del magistrato per chiudere con rapidit una controversia su ricorso di una parte che pretende un certo comportamento dall'altra. Ci sono interdetti probitori, restitutori, esibitori; semplici e duplici. Ottomperare termina la controversia, se contesta si apre processo, con procedura per sponsionem: il convenuto fa una promessa (sponsio) di pagare la somma se vi siano i presupposti dell'interdetto. Se vince nel giudizio della promessa si pu fare altro processo per la pretesa principale. Quindi una procedura che comporta penale, evitabile con la formula arbitraria. Stipulazioni pretorie: promesse solenni imposte dal pretore per garantire adempimento di un obbligo o la prosecuzione di un procedimento: si chiamano anche cautiones. Restitutio in integrum: si ricompone equit dopo che avvenuto negozio di diritto civile ingiusto. Missio in bona o in possessionem: con decreto su istanza di parte dispone l'immissione di beni di una parte all'altra: scopo coattivo, per forzare comportamento. Viene minacciata all'indefensus, a chi non conclude stipulazione pretoria e nell'esecuzione patrimoniale. Soggetti: devono essere capaci di agire; l'incapacit pu essere anche relativa (sordi e muti). Volont: la volont si manifesta nella dichiarazione, che pu essere compiuta anche tramite un nuntius. Il diritto romano tende a riconoscere solamente la rappresentanza indiretta. Non si intende rappresentanza diretta quella dei consociati in associazione, perch strumenti necessari al funzionamento, n i negozi dei filii, perch sono strumenti. La regola pu essere disattesa: il curatore del furioso pu alienare i beni (XII T) Attraverso il procurator si pu acquistare il possesso. Il cognitor nel processo: si poteva usare actio iudicati contro titolare della causa trattata dal cognitor Giustiniano dice che contro il padre se il figlio agisce con benestare si pu agire direttamente. Forma: in antico la volont riconosciuta solamente se si estrinseca in una forma determinata. La rigidit formale permette a vari negozi di assumere pi utilizzi: la mancipatio serve per trasferir propriet, modificare status familiare, a costituire servit e a disporre per testamento. La in iure cessio serve per costruire usufrutto, liberare gli schiavi e adottare. La stipulazione pu essere usato per un generico schema di contratto. La forma scompare col tempo, riconoscendosi i negozi a forma libera, e pian piano quelli a forma scritta, messa in relazione con la necessit dell'insinuatio. Causa: negozi astratti: mancipatio, in iure cessio, stipulatio negozi causali: compravendita, mutuo, traditio (a causa variabile) I negozi astratti possono essere usati per gli scopi pi vari: appartengono al novero dei negozi formali poich l'osservanza delle forme si sostituisce alla causa. I negozi astratti sono inattaccabili anche in mancanza di causa: il pretore provvede con l'exceptio doli e l'exceptio non numeratae pecuniae (denaro non versato). I contratti non ci sono nel diritto romano, ma solo figure contrattuali tipizzate. Si provvede utilizzando la stipulatio; si super anche attraverso il riconoscimento di particolari convenzione, a condizione che una delle prestazioni fosse stata adempiuta: contratti innominati. Non si arriva mai comunque al riconoscimento dell'autonomia privata: Giustiniano afferma che spetta all'intervento imperiale creare e correggere i nuovi negozi. Leges privatae: dichiarazioni unilaterali di privati dentro negozi solenni. Pacta: convenzioni atipiche, accessorie di un negozio principale. Condizioni improprie: quando avvenimento presente o passato, oppure certo, oppure se verificarsi subordinato ad un presupposto normativo (condicio iuris). Condizione risolutiva poco considerata dai romani: ma viene ottenuta con patto contrario sottoposto a condizione sospensiva. Condizioni positive/negative Condizioni casuali/potestative/miste. La condizione meramente potestativa ha effetti invalidanti. Condizione impossibile: invalida il negozio, non rileva la negativa impossibile. Sabiniani, contro Proculiani, ammettono conservazione dei negozi mortis causa, considerandole come non scritte. Condizione illecita: invalida i negozi tra vivi (o comunque ammessa exceptio doli). Si considera non scritta per i negozi mortis causa. Disposizione testamentaria a titolo di pena: per Gaio inutile per Giustiniano valida, a meno che si imponga impossibile o immorale. In caso di condizione in pendenza c' salvaguardia del beneficiario (es: statuliber) dando come avverata la condizione osteggiata o se inosservanza non causa del beneficiario. Termine (dies): il negozio si crea subito ma l'esercizio dei diritti procrastinato. Il termine apposto alla stipulatio accolto, non sono ammessi alcuni termini in diritto classico se fanno sorgere obbligazione in capo all'erede. L'erede in generale non tollera mai un termine, iniziale o finale: se apposto si considera come non scritto; accettato nel fedecommesso. Agire in giudizio prima del termine significa plus petere, perdere la causa ed estinto il credito. Modus: non subordina l'elargizione all'adempimento. L'ordinamento giustinianeo si adopera per la realizzazione, ad esempio subordinando l'acquisto della donazione alla prestazione di cauzioni, coazione dell'autorit, fino alla concessione nel diritto tardo di un'azione. La contrapposizione tra annullabilit e nullit nel diritto romano si trova nel diverso modo di operare del diritto civile e pretorio. Nel diritto civile di regola non si parla di questa contrapposizione: o valido, o non lo , a causa dell'originale carattere formale. Il pretore tuttavia conceder rimedi per negozi civili validi ma palesemente viziati o iniqui. Invalidit: nasce da causa di capacit dei soggetti, di natura dell'oggetto, di liceit del negozio, della manifestazione e la formazione della volont.: Soggetti: invalido il negozio concluso da soggetto privo di capacit di agire. Pu crearsi negozio parzialmente efficace nel caso del contratto concluso da impubere Impossibilit, indeterminatezza, illiceit, contrasto col buon costume o norma dell'oggetto. Manifestazione della volont: deve estrinsecarsi nelle forme prescritte, altrimenti c' inesistenza. E' necessario inoltre che corrisponda all'interno volere, che la formazione sia libera e basata su elementi veritieri. Nel caso di divergenza tra volont e manifestazione, come nella simulazione, si tende a riconoscere la reale intenzione delle parti. Errore: c' errore ostativo (divergenza tra volont e manifestazione), ed errore motivo (alterare processo di formazione portando a comportamento altrimenti non voluto). Nei negozi solenni questo non ha importanza: Giustiniano tuttavia dice che nei negozi formali e astratti (es stipulazione) la mancanza dell'accordo invalida. Generalmente si cerca caso per caso l'essenzialit dell'errore. Il processo di formazione della volont si crea in modo anomale nell'ipotesi di vizi della volont per errore, violenza e dolo. errore vizio: emerge solo nel diritto tardo, in particolare nei negozi mortis causa. Il legislatore provvede con un exceptio in factum a seconda dei casi (tipo di annullabilit) Violenza: se grave e temibile, porta ai rimedi pretori, mentre nello ius civile non ha importanza; per nei negozi di buona fede si riconosce un'invalidit ipso iure del negozio viziato. I rimedi del pretore sono una restitutio in integrum, un actio quod metus causa (penale nel quadruplo se agita entro l'anno, con clausola

arbitraria) ed exceptio quod metus causa Dolo negoziale: si riconosce l'invalidit automatica nei negozi di buona fede. Il pretore crea actio doli, sussidiaria e arbitraria, ed exceptio doli, concessa anche per chi si comporta dolosamente in un momento successivo.

Gaio crea svariate categorie dei beni, tra cui: Secondo alcuni vi un parallelismo con:

res in nostro patrimonio res extra patrimonium (insuscettibili ad atti di trasferimento) res in commercio res extra commercium

Una categoria pi importante :

res divini iuris (e sono sia extra commercium che extra patrimonium) res humani iuris Le prime sono le cose religiose, sacre e sante, oltre alle mura e alle porte delle citt. L'atto di consacrazione di un luogo spetta sempre al proprietario, al massimo all'usufruttuario con l'autorizzazione del proprietario. res publicae res privatae Res publicae sono fiumi e porti. Gli edifici pubblici sono adibiti all'uso di tutta la comunit e sono chiamate res universitatis. Altro gruppo sono le res communes omnium, cio di tutti per il diritto naturale (aria, mare) Categorie tuttavia assolutamente pi importanti: res mancipi res nec mancipi Le res mancipi sono beni che si trasferiscono solo tramite mancipatio e in iure cessio, le altre con traditio. Le mancipi sono le prime cose storicamente su cui viene ammessa la propriet del singolo patres. Sono mancipi tutti i beni relativi all'antica economia agricola. Questa categorizzazione cade in desuetudine e viene abolita da Giustiniano. Sopratutto nel diritto tardo viene ad avere importanza la distinzione tra cose immobili e cose mobili. Inizialmente la differenza ha valore per quanto riguarda i termini dell'usucapione, poi anche per il trasferimento valido degli immobili, che deve avvenire tramite forma scritta. Altra distinzione importante: res corporales res incorporales Le incorporales non ammettono mancipatio n traditio, mentre ammettono l'in iure cessio. Altre classificazioni dei beni: universitates facti: conglomerato di beni caratterizzato da omogeneit di elementi universitates iuris: conglomerato di beni caratterizzato da entit strutturalmente diversificate. Instrumentum: apparato di cose destinato a rimanere per lungo tempo, senza la quale non sarebbe possibile esercitare il possesso. Il Fructus l'utilit economica che si ottiene da un bene, un reddito continuo e duraturo. A questo proposito il parto della schiava (partus ancillae) non viene considerato come frutto, cio ad esempio spetta al nudo proprietario e non all'usufruttuario. PROPRIETA': nel diritto romano non esiste una definizione precisa della propriet, che si pu, non molto chiaramente, definire in contrapposizione al diritto di usare e fruire dell'usufruttuario come diritto di usare ed abusare del proprio (ius utendi et abutendi re sua). Secondo la tradizione il concetto di propriet privata nasce nel momento in cui le terre sovrane delle varie gentes, gestiti quindi all'inizio in comunione, vengono distribuite in propriet (cio con la facolt di trasmetterle per via ereditaria) ai vari patres. E' tuttavia una versione poco verificabile. Il diritto di propriet nelle fonti viene definito come dominium ex iure Quiritium e il titolare come dominus. I caratteri del dominium sono: illimitatezza di estensione verticale valenza assorbente: appartiene al proprietario del fondo tutto ci che stabilmente ad esso si aggiunge od incorpora (si dice che superficies solo cedit) elasticit: quando estinto il diritto parziale che grava sulla propriet, essa ritorna piena perpetua: non pu essere legata da limiti cronologici natura franca: il fondo su cui si esercita il dominium non pu essere sottoposto a tributi fondiari. Il proprietario pu fare con la sua cosa tutto ci che non vietato dal diritto oggettivo o dall'esistenza di diritti concorrenti altrui. Alcune limitazioni sono: l'ambitus: fascia di terreno lungo il confine che deve restare libera da costruzioni e piantagioni. La norma verr meno. Limes: striscia di confine non in propriet che separa poderi assegnati in seguito a divisione dell'ager publicus e che ha la stessa disciplina dell'ambitus. Anche questa norma decade. Le vie private tra fondi devono avere una determinata larghezza. Si possono tagliare i rami sporgenti degli alberi altrui entro una certa altezza. Non si pu togliere una trave inserita in una costruzione altrui In epoca imperiale si vieta di vendere edifici per demolirli e commerciare i materiali Norme impongono distanze tra gli edifici per evitare di coprire la vista Atti di emulazione: non c' una disciplina generale ma in alcuni casi concreti si offre tutela al danneggiato Immissioni nell'altrui: tollerato un livello normale, quotidiano e familiare. Abuso del proprio: limitato da un certo periodo quando si scontra con la morale Espropriazione da parte del pubblico Gaio distingue due tipi di propriet:

il dominium l'in bonis habere Sotto il profilo sostanziale, cio della tutela (offerta dal pretore) l'in bonis habere una tipologia di appartenenza riconducibile al concetto di propriet, ma sul piano formale proprietario solo il dominus ex iure Quiritium, contrapposto al proprietario pretorio detto qui in bonis habet. L'in bonis habere come un possesso di buona fede ottenuto a titolo derivativo presupposto ad una traditio ex iusta causa, cio o un negozio che giustifichi l'acquisto della propriet o in virt di un provvedimento giudiziale. Questa tipologia riceve dal pretore una difesa erga omnes tramite actiones. Il proprietario bonitario ha questi rimedi: exceptio rei venditae et traditae: con cui paralizza la rivendica del dominus exceptio doli: con medesima efficacia actio Publiciana: azione fittizia che finge decorso il tempo necessario dell'usucapione, richiedendo per tutti gli altri requisiti, utilizzabile per riottenere il possesso perso non per propria volont.

Questa situazione tendenzialmente transitoria, perch concorre con l'usucapio a regolarizzare la situazione anche nel diritto civile. Nella medesima situazione si trova anche chi riceve in buona fede dal non proprietario con la differenza che non pu difendersi dal vero dominus rimasto estraneo al trasferimento. Altri esempi di propriet bonitaria sono: bonorum possessio bonorum emptio missio in possessionem ex secundo decreto adiucatio Il territorio provinciale non pu essere di propriet di alcun privato e pertanto sempre sottoposto ad un certo tributo, rimanendo in propriet dello stato. Tuttavia al possessore sono concessi tutti i rimedi e le facolt del proprietario (possessio vel usufructus) Ius in agro vectigali: concessione di ager publicus o di terre di comunit cittadine. La propriet sottoposta alla condizione risolutiva del pagamento di un canone, ma al solito facolt e difesa quasi uguale a quella del dominium. N il proprietario provinciale n il vettigalista possono usucapire. Tutte e tre le situazioni si possono trasferire tramite traditio. Nel diritto giustinianeo le categorie classiche perdono di significato: in particolare, essendo ora posta sotto tributo anche la propriet italica, non v' pi differenza tra i vari regimi di propriet. Si tende quindi ad unificare proprietaria provinciale e pretoria in un dominium generale, facendo invece sfociare lo ius in agro vectigali nel regime dell'enfiteusi. Il nuovo dominium possiede: l'assetto strutturale e i modi d'acquisto del dominium ex iure Quiritium la libert di forme nei trasferimenti dall'in bonis habere i limiti legati all'interesse pubblico dalla propriet provinciale I rimedi per il proprietario sono: Azione di rivendica (rei vindicatio): esperibile quando privato del possesso del bene; serve a riottenere il possesso o un risarcimento in denaro. Anticamente, esercitata dal proprietario quiritario, si utilizzava la legis actio sacramento in rem, successivamente fu introdotto l'agere per sponsionem. In questa azione il convenuto il possessore, e solo in seguito il detentore (che poteva liberarsi indicando il possessore). Convenuti sono anche i falsi possessori, in particolare quelli che per dolo hanno celato o modificato il possesso. L'attore deve provare il suo titolo d'acquisto, risalendo nel caso sia derivativo. Il convenuto deve accettare il giudizio, non lo si pu obbligare tuttavia, e in quel caso l'attore tramite l'interdictum quem fundum ottiene la possessio dell'immobile o della cosa mobile. Se accetta il giudizio, non deve provare nulla, e soccombe solo se provata la propriet del rivendicante. Se soccombe deve restituire la cosa secondo la clausola arbitraria, altrimenti subire la condanna pecuniaria stabilita secondo la litis aestimatio, ottenendo del resto la cosa in propriet. Per quanto riguarda i frutti: si restituiscono tutti i frutti percepiti dopo la litis contestatio, sia se possessore in mala fede che in buona fede. Il possessore di malafede restituisce anche i frutti precedenti, anche se consumati (per equivalente). Inoltre in epoca giustinianea restituisce anche i frutti non percepiti per incuria. Il possessore di buona fede restituisce i frutti precedenti solo se sono ancora presso di lui Per quanto riguarda le spese: il possessore di buona fede ha diritto al rimborso di quelle necessarie e di quelle utili. Per il rimborso utilizza lo ius ritentionis il possessore di mala fede nel diritto giustinianeo ottiene il rimborso delle spese necessarie. In bonis habere e propriet provinciale sono similmente difese rispettivamente dall'actio Publiciana e da un'actio in rem. Actio negatoria: serve per negare una pretesa di diritto reale parziario di un terzo, baster provare il proprio diritto di propriet e il convenuto dovr a sua volta provare il diritto che vanta. Altre azioni varie: Actio aquae pluviae arcendae: azione personale nel caso di pericolo di allagamento da un fondo di un vicino per sua modifica, e mira a ripristinare la situazione precedente. Assume nel tempo anche valenza contro gli atti emulativi (deviazioni maligne del vicino a monte). Operis novi nuntiatio: impedisce al titolare della propriet contigua di costruire o demolire in modo ritenuto pericoloso. Il convenuto o presta garanzia e continua, oppure subisce interdictum demolitorium. Cautio damni infecti: stipulazione pretoria volta a fornire garanzia contro il pericolo temuto a causa delle modifiche naturali o umane del fondo vicino. Se il pericolo si concretizza il promittente paga una somma. Se si rifiuta con un interdetto il pretore inserisce l'attore nel possesso del fondo su cui pu apportare i rimedi; se dopo un anno ancora non ha fatto nulla il convenuto, il pretore trasforma il possesso in possessio ad usucapionem che porta all'acquisto della propriet. Interdictum quod vi aut clam: ottiene il ripristino dei luoghi a carico di chi ha costruito su propriet altrui contro il divieto di chi poteva opporsi. Actio finium regundorum: serve per ridefinire i confini resi incerti dal tempo, eventualmente risarcendo aggiudicazioni di terreno ad uno o all'altro. Modi di acquisto della propriet a titolo originario

Occupazione: il metodo pi antico; le res nullius e le res nec mancipi abbandonate (res derelictae) sono di chi le prende. Le cose mancipi abbandonate sono acquistabili solo decorso il tempo dell'usucapione, fino all'et giustininanea in cui diventano occupabili. Tesoro: di chi lo trova nel proprio fondo o di chi fortuitamente lo trova nel suolo sacro, se ritrovato fortuitamente nel luogo altrui si divide. Accessione: una cosa minore si unisce ad una pi importante e la propriet va al dominus di quest'ultima. I casi di accessione sono: 1) alluvione: deposito di detriti 2) avulsione: un terreno si stacca e si attacca ad un altro, la propriet vi solo quando il terreno si fissa 3) isola nata nel fiume: se i fondi non sono limitati 4) alveo abbandonato del fiume: appartiene ai titolari dei fondi rivieraschi Per il caso di accessione di mobile ad immobile il principio che superficies solo cedit e i casi sono: 1) semina: i semi sono del proprietario 2) piantagione: i frutti sono del proprietario ma il possessore di buona fede pu bloccare la rivendica con l'exceptio doli se non gli rimborsano le spese, oppure con un actio in factum se non possessore e ha agito comunque in buona fede 3) edificazione: a) se padrone costruisce con cose altrui tutto suo ma se l'edificio si distrugge il materiale ritorna all'originario proprietario, e inoltre non pu avere l'usucapio sui materiali. Se veniva inserita una trave altrui nella vigna o edificio si aveva un'azione penale nel doppio che poi divenne risarcitoria in epoca giustinianea. b) se uno costruisce in malafede su suolo altrui perde possesso e propriet dei materiali, se in buona fede come il caso della trave e se in possesso dell'edificio c' exceptio doli nel caso non venga risarcito. Per il caso di accessione di mobile a mobile si ha: 1) ferruminatio: fusione di decori ad oggetti, il proprietario dell'ultimo di tutto 2) scriptura/textura/tinctura: accedono tutti alla cosa su cui vengono fatti 3) pictura: la base accede al dipinto Specificazione: quando con materia altrui si costruisce qualcosa con diverso utilizzo. Dopo disputa prevale tesi intermedia che spetta al proprietario della materia se

si pu ritornare ad essa, altrimenti all'artefice. Confusione: mescolanza di liquidi o metalli: spettano in compropriet; uguale con la commistione. Acquisto dei frutti: i frutti sono sempre del proprietario della cosa madre. Quindi spettano al dominus, al possessore di buona fede e al vettigalista quando si staccano naturalmente o per intervento umano. Negli altri casi (usufruttuario, usuario, creditore pignoratizio, conduttore) deve manifestarsi la volont di farli propri. Usucapione: istituto di diritto civile romano. Le XII tavole stabiliscono due anni per usucapire le res soli (inerenti al suolo) e uno per le ceterae res. Non ammettono l'usucapio delle res furtivae. Si ammette l'usucapio con malafede in due casi: 1) usucapio pro herede: solo nei casi in cui vi sia un'eredit giacente, ed annuale; si fa possedendo le singole cose che ne fanno parte e comporta l'assunzione e le conseguenze del titolo di erede. Col tempo scompar come istituto 2) usurecezione: chi ha perso la propriet di un bene ma ne rimane in possesso pu riottenerlo. I requisiti dell'usucapione sono: 1) idoneit della cosa: non sono usucapibili le cose extra commercium, i fondi provinciali, le cose furtive e quelle ottenute con la violenza 2) iusta causa (titolo): ragione economica sociale giustificativa dell'acquisto, lo sono: pro emptore, pro donato, pro dote, pro soluto, pro derelicto, pro suo (cause residuali), provvedimenti magistratuali (bonorum possessio, missio in possessionem) 3) buona fede: importa solo al momento dell'acquisto 4) possesso: deve essere proprio nomine, cio con atteggiamento di proprietario 5) decorso del tempo: quelli previsti dalle XII tavole, inoltre l'erede aggiunge il tempo del defunto e l'acquirente del venditore. Si interrompe se si perde il possesso Praescriptio longi temporis: istituto di origine greca che presuppone un comportamento a lungo inattivo del titolare che quindi non pu pi agire, senza pur tuttavia far acquistare la propriet al possessore (di buona fede). C' anche una praescriptio longissimi temporis per qualsiasi azione anche quindi se il possessore in malafede e senza giusta causa.

Giustiniano rende la praescriptio esercitabile su tutti i fondi imperiali e alza i tempi dell'usucapione (ora riferita ai beni mobili) a tre anni. Modi di acquisto della propriet a titolo derivativo: Adsignatio: attribuzione di ager publicus a privati Mancipatio: negozio ad effetti reali, una vendita fittizia, serve per le cose mancipi. E' un negozio astratto, quindi trasferisce anche se non c' causa. Se l'alienante non aveva il dominium o non era legittimato a trasferirlo, ci sono i rimedi della condictio o dell'exceptio. Era praticabile solamente dai cittadini romani (o stranieri con il commercium) e da persone in potest che per dovevano nominare il padrone. Si poteva modificare tramite nuncupationes, cio dichiarazioni solenni. Il mancipante deve prestare obbligatoriamente l'auctoritas, ossia difesa dall'evizione, altrimenti subisce l'actio auctoritatis per il doppio del prezzo (tratto in seguito dal contratto di emptio venditio). In iure cessio: trasmette sia res mancipi che nec mancipi e anche cose incorporali come l'hereditas, serve anche a costruire diritti reali parziari ed estinguerli per rinuncia. E' un atto modellato sulla legis actio sacramentum in rem, prevendo in pi il silenzio di una parte. Non era comoda sul lato processuale, era necessaria per il trasferimento di hereditas, ricordando che quella testamentaria prima dell'acquisto incedibile: comunque non rende erede il cessionario; non sono trasmissibili le obbligazioni: quindi i crediti si estinguono e i debiti rimangono all'erede cedente. Traditio: modo di acquisto di res nec mancipi corporali, per le res mancipi fa ottenere la propriet bonitaria; un istituto di diritto delle genti, praticabile da tutti. Consiste nella consegna manuale della cosa o nel metterla a disposizione assieme alla volont di trasferire la propriet. Per eseguirla si richiede una iusta causa traditionis che se manca, al contrario del caso della mancipatio o in iure cessio, non permette la trasmissione della propriet (alcune sono causa credendi, causa donandi, causa solvendi): in particolare la causa va vista come funzione economico-sociale immediata dell'adempimento e non nel dato giuridico fondante (l'esistenza effettiva di un debito). Alcuni tipi di traditio particolari sono: 1) traditio in incertam personam: nel caso dei missilia, cio dei regali gettati alla folla 2) traditio longa manu: mostrare ci che si vuole trasferire all'acquirente 3) traditio brevi manu: acconsentire al detentore di possedere 4) constitutum possessorium: il possessore volontariamente diviene detentore obbligandosi a restituirla 5) traditio symbolica: consegna delle chiavi o dei documenti Adiudicatio: fa acquisire il diritto di propriet ex iure Quiritium se collegata ad un iudicium legitimum. Litis aestimatio: se il convenuto non obbedisce all'ordine di restituire paga la pena ma ottiene la propriet. Successioni civili: hereditas, adrogatio, conventio in manu, che fanno acquistare la propriet quiritaria. Successioni pretorie: bonorum possessio e bonorum emptio, che fanno acquistare la propriet bonitaria. Legati COMPROPRIETA' Consortium ercto non cito: succedeva quando la propriet di un pater passava agli heredes sui et necessarii. In seguito fu possibile ai non sui heredes, tramite una legis actio del pretore. Comportava l'ascrizione al patrimonio comune di qualunque acquisto compiuto dai compartecipi. Ogni partecipante aveva titolarit piena del diritto in comune, ma i negozi di disposizione si ritiene potessero essere inibiti da un preventivo veto (prohibitio). Communio: titolarit limitata ad una quota, matematica e non fisica (communio pro indiviso). Le sue origini sono: 1) eredit 2) legato congiunto 3) contratto di societ 4) eventi accidentali (confusio) Principali caratteristiche sono: pro quota: si pu disporre solo della propria quota spese, accessioni e frutti vengono distruibuiti a seconda della quota ius adcrescendi: la rinuncia alla propria cosa (derelictio) o la manumissione del servo comune si distribuiscono ai restanti comproprietari, Giustiniano comunque mantiene valida la manumissione, obbligando a risarcire gli altri prohibitio: chiunque pu apportare modifiche alla communio ma pu subire il veto preventivo dell'altro. In diritto giustinianeo si richiede comunque l'approvazione della maggioranza actio communi dividundo: l'azione di divisione che pu esperire chiunque dei comproprietari, sempre (se comunione ereditaria si usa l'actio familiae erciscundae): azione mista

SERVITU' E' un carattere del fondo (habitus fundi) che lo segue indipendentemente dal proprietario. La servit diritto reale di godimento (iura in re aliena); reale perch prescinde da ogni vicenda dei titolari: vengono definite servitutes rerum (cose che avvantaggiano altre cose), a differenza delle servitutes personarum (cose a vantaggio di persone). Un'importante divisione tra: servit rustiche: origine pi antica e riguardano i poderi e le esigenze agricole servit urbane: collegate ai rapporti funzionali tra edifici Caratteristiche necessarie delle servit sono: nulli res sua servit: i proprietari dei fondi devono essere distinti deve configurarsi un vantaggio oggettivo per lo sfruttamento del fondo e non un'utilit per la figura del proprietario (poter andare a cogliere frutta o passeggiare) perpetua causa servitutis: il vantaggio non deve avere tempo limitato ma prospettarsi virtualmente illimitato la limitazione non pu configurarsi in un'attivit positiva del titolare del fondo servente: pu essere solo un pati (s.affermative) o un non facere (s.negative). A tal proposito c' l'eccezione della servitus oneris ferendi che una servit urbana di appoggio di costruzioni, nella quale il servente deve mantenere l'idoneit del sostegno, con i relativi restauri servitus servitutis esse non potest: oggetto di un diritto reale parziario (uso e usufrutto) non pu essere un'attivit rientrante nel contenuto di una

servit (il passaggio) indivisibilit: non si pu costruire una servit su un fondo pro parte che investa una frazione ideale dello stesso. Inoltre se il condomino agisce a difesa della servit lo fa sempre in solido civiliter: l'utilizzo della servit si attua col minor danno possibile per il fondo servente tipicit: non si liberi di dar vita a iura praediorum di contenuto non codificato, ma ci si pu accordare sul modus servitutis, cio sulle modalit di esercizio

Le servit rustiche inizialmente erano res mancipi oltre che, fino alla lex Scribonia del I a.C., usucapibili. Servit rustiche, si dividono in due categorie principali: Servit di passaggio: 1) iter: passaggio a piedi o cavallo 2) actus: diritto di transito con carri e giumenti 3) via: come actus ma con una strada Servit di acque: 1) servitus aquaeductus: diritto di derivare o scaricare acqua 2) servitus aquae haustus: diritto di attingimento d'acqua 3) servitus navigandi: a carattere misto, il diritto di passaggio in barca Altre servit, meno importanti, sono quella di pascolo (s.pascendi), di cuocere calce (s.calcis coquendae) e di cavare sabbia (s.harenae fodiendae). Servit urbane, si dividono in tre categorie: Servit di scarico acque: 1) servitus stillicidii: convogliare sul fondo vicino le acque piovane 2) servitus cloacae: spurgo acque putride Servit di pareti: 1) servitus oneris ferendi: appoggio alla parete del vicino 2) servitus tigni immittendi: immissione trave nel muro vicino Servit di luci: 1) servitus altius non tollendi: di non sopraelevazione 2) servitus ne luminibus officiatur: non costruire per togliere luce al vicino Costituzione di servit: (per diritto civile) mancipatio: solo per le servit rustiche, tramite deductio (si aliena il fondo riservandosi il diritto) in iure cessio (atto tra vivi) tramite deductio legato per vindicationem (mortis causa) adiucatio in giudizio divisorio (legitimum) actio negatoria, con il pagamento della litis aestimatio destinazione del buon padre di famiglia: labili tracce (per diritto onorario, sul suolo provinciale soprattutto) pactiones stipulationes adiucatio in iudicium imperio continens traditio vel patientia: la tolleranza dell'esercizio riceve difesa In et giustinianea le servit si costituiscono con pactiones, stipulationes e traditio (che sostituisce i metodi civili), e inoltre ritorna l'usucapione. Estinzione di servit: mutamento naturale dei luoghi incompatibile con l'esercizio non usus: inerzia per due anni nelle servit affermative o il possesso biennale dell'atto contrario nelle servit negative (usucapio libertatis). In diritto giustinianeo i termini sono quelli della longis temporis praescriptio, ossia dieci tra presenti o venti tra assenti confusione: i proprietari si riuniscono in uno rinuncia: tramite in iure cessio Difesa delle servit: Si fa tramite vindicatio servitutis, inizialmente attraverso le forme della legis actio sacramento, in seguito con l'agere in rem per sponsionem e poi con la vindicatio (o actio confessoria). Legittimato attivo il proprietario del fondo dominante o in seguito anche l'usufruttuario, passivo chiunque impedisca l'esercizio della servit, anche il detentore. USUFRUTTO L'usufrutto servitus personae, e da questo trae alcune caratteristiche, ossia l'incidenza di vicende come la morte e la capitis deminutio, la natura temporanea al pi tardi alla vita del titolare e l'inalienabilit. L'usufrutto svuota il diritto di propriet su cui grava: essa diventa nuda proprietas. L'usufrutto sempre nec mancipi, a prescindere dall'oggetto. Si pensa che l'origine venga dalla necessit di lasciare alla vedova con figli un sostentamento senza togliere la quota ereditaria a questi ultimi. L'usufruttuario i seguenti obblighi e facolt: utendi fruendi: pu servirsi della cosa (dev'essere inconsumabile) e percepire i frutti salva rerum substantia: obbligo di mantenere l'integrit fisica e la destinazione economica del bene non pu apportare modifiche alla res, quantunque migliorative. In diritto classico si ammette a seconda dei casi anche l'intervento migliorativo. Il nudo proprietario conserva il possesso della res, mentre l'usufruttuario ne detentore, e pu: disporre del diritto (gravato) apporre custodi gli spetta il parto della schiava fa propri gli acquisti realizzati dal servo con mezzi non dell'usufruttuario o eredit o legati a lui indirizzati pu operare la noxae datio dello schiavo (l'usufruttuario per pu operare la vindicatio usus fructus per risarcirgli l'usufrutto dello schiavo delittuoso) acquista a diritto estinto i frutti separati ma non percepiti tutelato dalla cautio fructuaria: l'usufruttuario si impegna a comportarsi come un bonus vir, obbligandosi a restituire. E' una clausola necessaria Quasi usufrutto: se si crea un usufrutto su cose consumabili, il titolare si impegna con una cautio a restituire al termine del diritto una quantit pari. USO E' un usufrutto da cui escluso il frui, cio la percezione dei frutti.

Trattandosi di uso di un fondo rustico si ammisa la possibilit di usare i frutti per sfamare la propria famiglia, fintanto che non infastidisca il dominus. L'uso di casa non ammette locazione al contrario dell'usufrutto. ABITAZIONE Creata da Giustiniano per risolvere la disputa se una casa data con clausola di habitatio potesse essere locata o meno, cio se fosse un usufrutto o un uso. L'abitazione quindi ammette la locazione ma al contrario dell'usufrutto non si estingue per non uso o per capitis deminutio. SERVITU' PERSONALI Si delineano in et giustinianea le servit personali di opere dei servi e degli animali. Consente la locazione e si trasmette mortis causa, estinguendosi alla morte del servo o dell'animale. Modi di costituzione dell'usufrutto sono: (diritto civile) legato per vindicationem in iure cessio: in quanto res nec mancipi incorporale mancipatio: possibile solo su res mancipi attraverso una doppia mancipatio, la seconda con la deductio adiudicatio: in iudicium legitimum (diritto pretorio) per pactiones et stipulationes: su terre provinciali adiucatio: in iudicium imperio continens traditio vel patientia: tolleranza difesa In et giustinianea si usa solo il primo metodo e la traditio e il diritto diventa acquistabile tramite longi temporis praescriptio, mentre prima era inusucapibile. Estinzione dell'usufrutto: per morte e capitis deminutio del titolare termine: il massimo un secolo confusione perimento dell'oggetto non uso: biennale o annuale a seconda se bene immobile o mobile, in et giustinianea sono i termini della longi temporis preascriptio La difesa del diritto sta nella vindicatio usus fructus o actio confessoria: un'azione in rem e arbitraria esperibile contro chiunque turbi l'esercizio del diritto. SUPERFICIE Nasce in diritto giustinianeo e si configura in due situazioni, cio nell'affitto di chiosche o botteghe ai mercanti (presuppone corrispondenza di un canone) o concessione di aree private su cui costruire in base allo schema contrattuale della locazione e della compravendita (con pagamento immediato e unico). Sono quindi rapporti obbligatori che non offrono difesa diretta nei confronti di turbative, onde non resta che rivolgersi al locatore o al venditore. Nei confronti di questi ci si giova dell'azione contrattuale. La difesa reale viene data dal pretore che in caso di concessione perpetua offre: interdictum de superficibus: difesa di stampo possessorio contro i terzi senza passare dal conduttore actio in rem: garantisce contro qualsiasi possessore dell'edificio una tutela analoga alla rei vindicatio del proprietario. In diritto giustinianeo si delinea la figura: il proprietario pu alienare il fondo (gravato) il diritto trasmissibile tra vivi e a causa di morte il superficiario deve un canone periodico detto solarium Comunque sta di fatto che rimane il superficies solo cedit, e l'edificio sempre in propriet del dominus del fondo. POSSESSO E' il potere su un bene che si manifesta in un comportamento corrispondente all'esercizio della propriet. Ai fini del configurarsi di un possesso conta principalmente la presenza dell'animus possidendi, cio l'atteggiamento del rapporto del dominus con la res e non il mero corpus, cio la disponibilit immediata del bene; in quest'ultimo caso si hanno le figure del detentore (naturalis possessio o possessio pro alieno): essi sono impossibilitati ad usucapire. L'unico caso in cui detentori possono agire per il possesso solo il creditore pignoratizio, il sequestratario (che detiene cosa oggetto di un giudizio) e il precarista (che riceve in concessione graziosa e gratuita un terreno pubblico o un fondo di un privato a sua discrezione). In pratica si possono avere queste soluzioni: animus+corpus: possesso solo corpus: detenzione solo animus: talvolta idoneo a mantenere il possesso Oggetto del possesso: sono le stesse cose su cui si pu esercitare la propriet, quindi si escludono cose extra commercium e persone libere, anche se in potest (si ha possesso per sul libero che si ritiene schiavo in buona fede). Acquisto del possesso: La possessio si acquista con corpus ed animus assieme, anche solo con l'animus se ci si accorda che il corpus stia altrove, e comunque non dev'essere inteso come insistenza fisica ma valgono i criteri medesimi della traditio. Perch si acquisti il possesso si richiede capacit giuridica e capacit di intendere e volere: si escludono quindi il furiosus e l'impubere a meno che per quest'ultimo non intervenga l'auctoritas tutoris. Si acquista inoltre tramite sottoposti, anche servi altrui o persone libere se posseduti in buona fede. Per gli altri soggetti liberi si acquista ad opera del tutore per il pupillo e tramite procurator omnium bonorum. Conservazione del possesso: in alcuni casi avviene solo animo (es: schiavo in fuga). Inoltre la follia sopravvenuta non fa perdere il possesso. La conservazione tramite detentore si conserva con animus proprio e corpus altrui. Perdita del possesso: deve avvenire: animus et corpore: in caso di traditio solo corpore: se la cosa rubata solo animo: quando si desiste dalla volont di possedere il bene che rimane sotto mano traditio brevi manu: per tramutare il detentore in possessore, che non pu diventarlo autonomamente per semplice mutamento volitivo Difesa del possesso: gli interdetti possessori sono divisi in: adipiscendae possessionis: per acquistare un possesso mai avuto retinendae possessionis: per conservare il possesso reciperandae possessionis: per recuperare il possesso 1) interdictum uti possidetis (come possedete): il pi antico, sorto per tutelare il possesso di ager publicus. E' un ordine del magistrato rivolto ad entrambi i contendenti: si richiede che il possesso rimanga (o ritorni) a chi lo ha (ottenuto) senza violenza o clandestinit. Si poteva invertire la situazione possessoria con la exceptio vitiosae possessionis. L'ottenimento violento del possesso relativo solo allo spossessato, mentre contro il terzo il violento sar comunque protetto. Fu anche utilizzato per decidere chi dovesse essere possessore (col relativo vantaggio probatorio) nel giudizio di rivendica interdictum utrubi (in quello dei due luoghi): riguarda il possesso dei beni mobili ed anche questo duplice: vincitore del giudizio chi ha pi a lungo

2)

3) 4)

posseduto la cosa nell'ultimo anno in modo non vizioso (e si pu aggiungere anche la possessio iusta del dante causa) interdictum unde vi (donde con la violenza): a funzione recuperatoria va a vantaggio dello spossessato con la forza. Tuttavia pu opporre l'eccezione di possesso viziato chi a sua volta era stato privato violentemente del possesso interdictum de vi armata: come il precedente con l'impossibilit di opporre eccezione

In epoca postclassica le difese possessorie e reali tendono a mischiarsi. Giustiniano recupera l'interdictum uti possidetis, esteso anche alle cose mobili e toglie la possibilit di opporre l'eccezione all'interdictum unde vi. Inoltre si tese a considerare anche il concetto di possesso dei diritti, chiamato quasi possessio. OBBLIGAZIONI Le obbligazioni in diritto romano vengono considerate da Paolo come ci che costringe un altro nei nostri confronti a dare, fare, prestare qualcosa. Difesa per i rapporti obbligatori sono le actiones in personam. Origini: le obbligazioni pare abbiano origine da tre figure: vaedes, praedes e nexum. I primi due erano degli ostaggi processuali che garantivano la comparizione del convenuto e altre varie prestazioni. Il nexum invece veniva compiuto da chi si metteva in condizione paraservile (atto per rame e bilancia) verso chi gli aveva prestato denaro, liberandosene quando avrebbe soddisfatto il creditore. La prima forma di obligatio compiuta la sponsio, che inizialmente aveva solo funzioni di garanzia (che poi comunque mantenne); inoltre il termine sponsor non indicava il debitore principale ma il promittente in garanzia. Gi dal tempo delle XII tavole la sponsio and a far carico del soggetto passivo il debito e la responsabilit. Contenuto dell'obbligazione: dare: il verbo dare significa l'obbligo di trasmettere la propriet o la costituzione di altro diritto reale; altra valenza la restituzione della cosa detenuta a chi ne proprietario facere: ampia valenza, pu essere il compimento di un'opera, una prestazione lavorativa, l'astensione da un comportamento o la trasmissione del possesso di una cosa (assimilandosi al dare) praestare: a volte corrisponde con i due precedenti, altre volte significa stare responsabile per, rispondere di. Requisiti dell'obbligazione: possibilit: dev'essere possibile altrimenti non sorge. L'impossibilit pu essere di natura fisica o giuridica liceit: invalida l'obbligazione vietata o contraria ai boni mores. Va distinta la prestazione illecita (promessa di rubare) dalla causa illecita (promessa compenso per fare furto): nel primo caso invalido anche il negozio di stretto diritto come la stipulazione, nel secondo il negozio valido ma si pu inattivare con la tutela pretoria (denegatio o exceptiones) determinatezza: la prestazione dev'essere determinata o determinabile. La determinazione pu essere anche intesa come stima, distinguendo 1) arbitrium merum: la determinazione dello stimatore del tutto libera, escluso se la stima rimessa ad una delle parti 2) arbitratus boni viri: valutata con criterio oggettivo, parametrata sul criterio del galantuomo e quindi sindacabile patrimonialit: dev'essere suscettibile di valutazione in denaro Da notare che impossibile che un soggetto possa contrarre un'obbligazione che sorga in capo all'erede. Tale divieto veniva aggirato tramite un adstipulator o un pactum de non petendo. Tipi di obbligazioni: alternative: l'obligatio che ammette pi di una possibile prestazione, la cui scelta demandata ad una delle parti. Se demandata ad un terzo si configura un rapporto condizionato (al compimento e al tenore della scelta). Se una prestazione diviene impossibile e la scelta spetta al debitore l'obbligazione ricade sull'altra, se spetta al creditore uguale, ma se l'impossibilit causata dal debitore pu chiedere la stima della prestazione impraticabile generiche: la prestazione consiste nel dare una cosa o determinata quantit individuata solo in quanto alla categoria. In diritto classico se non stabilito il debitore si libera anche con qualit pessima, in diritto giustinianeo si richiede la qualit media solidali: obbligazioni con pluralit di creditori o debitori. Esse si dividono in: 1) solidariet cumulativa: ciascun debitore pu essere convenuto dal creditore per l'intero con azioni che si sommano (furto da parte di pi persone) 2) solidariet elettiva: il pagamento effettuato ad uno dei concreditori libera il debitore da tutti, e viceversa. I soggetti sono multipli ma l'oggetto uno. Il pactum de non petendo in personam, la capitis deminutio e la confusione estinguono l'obbligazione solo verso la persona interessata La solidariet non presunta e se non disposta l'obligatio parziaria in ragione delle quote. indivisibili: un'obligatio la cui prestazione non pu essere scomposta in prestazioni parziali che conservino rilevanza proporzionale a quella unitaria. Oggettiva possibilit di frazionamento non equivale ad analoga possibilit giuridica. Le obbligazioni di dare sono sempre indivisibili, le facere dipende dai casi e le non facere sono indivisibili se l'actio per tutelarle quella confessoria (indivisibilit servit) naturali: si tratta di un rapporto sprovvisto di azione ma che se adempiuto non si pu ripetere (soluti retentio): esiste il debito ma non la responsabilit. Si pu per garantirla con la fideiussione, si pu compensarla o novarla. L'obbligazione naturale originariamente la contraggono i soggetti a potest, in seguito divennero naturali quando ci si trova di fronte ad un vincolo etico. INADEMPIMENTO Il debitore tenuto ad eseguire la prestazione, altrimenti scatta la responsabilit. L'inadempimento nasce da: rifiuto di adempiere impossibilit sopravvenuta: il canone generale che l'impossibilit non dovuta al debitore estingue l'obbligazione. Nei negozi di stretto diritto il debitore liberato anche se la causa dell'impossibilit un suo fatto omissivo. La responsabilit si divide in canoni e gradazioni: 1) dolo: si responsabili per dolo in quei contratti che vanno solo a vantaggio del creditore, ad esempio il deposito 2) custodia tecnica: un termine assimilabile alla moderna responsabilit oggettiva, ci si libera solo per causa fortuita o forza maggiore; va nei contratti ad esclusivo vantaggio del debitore. I giustinianei la riconducono alla figura dell'exactissima diligentia, ovvero la cura dell'uomo diligentissimo 3) colpa: quando l'evento frutto di negligenza, imprudenza, imperizia. Essa si divide a sua volta in varie gradazioni: culpa levis: parametrata sulla diligenza del bonus pater familias (uomo medio) culpa lata: parametrata nel minimo di diligenza necessaria per ci che banalmente intuitivo; chi non capisce ci che tutti capiscono (si equipara al dolo) culpa in concreto: il comportamento tenuto del debitore nella gestione del proprio (diligentia quam suis) I gradi della responsabilit possono essere mutati pattizialmente dalle parti, tenendo conto che il confine del dolo invalicabile ( invalido il pactum ne dolo praestetur) mora del debitore: incorre in mora chi non rispetta i termini stabiliti, a patto che la prestazione sia possibile e che il creditore abbia interesse nella prestazione sia pure tardiva. Il debitore in mora quando vi l'interpellatio, cio la richiesta di adempimento: non richiesta se previsto un termine, se un'obbligazione da delitto e se il debitore non reperibile. La mora d luogo alla perpetuatio obligationis aggravando la responsabilit del debitore anche al caso fortuito, inoltre per alcuni contratti dovr corrispondere interessi. La mora del creditore (accipiendi) non estingue l'obbligazione ma il debitore risponde del perimento solo per dolo e ha diritto al rimborso delle spese per conservare, non tenuto a dare interessi se deposita il denaro in forma pubblica. FONTI DELLE OBBLIGAZIONI Gaio distingue le fonti delle obbligazioni in due gruppi: obligationes ex contractu obligationes ex delicto Gli unici fatti generatori dell'oportere quindi per il giurista sono contratti e delitti, non si d spazio ad altre fonti; tuttavia egli inserisce il legato per damnationem (imposizione) come fonte di obbligazione, non riconducibile alle due categorie: ci dovuto alla definizione non chiara che Gaio d del contratto, diversa da quella odierna. A sua volta Gaio divide le obbligazioni che nascono da contratto in quattro specie a seconda di come vengono contratte e di come sorgono: mediante cose (re): sorge nel momento della consegna (il mutuo) mediante parole (verbis): sorge nel momento della pronuncia di parole solenni (la stipulazione) mediante scritti (litteris): sorge nel momento della redazione dello scritto (i nomina transscripticia) mediante consenso (consensu): sorge nel momento della semplice manifestazione delle volont che si incontrano nel consenso (compravendita, locazioneconduzione, societ, mandato)

Il contractus quindi l'atto lecito che genera l'obligatio, ricoprendo perci tutte le forme non delittuose idonee a dare vita all'oportere. Altro problema che sorge in Gaio nella collocazione del pagamento dell'indebito, dopo il mutuo (quindi nel re obligatur): chi d con l'intenzione di pagare intende sciogliere un negozio e non contrarlo; Gaio infatti individua il contratto come la volont contestuale di far sorgere un'obbligazione. Nelle Res cottidianae le fonti delle obbligazioni sono ora tre: contratto (ex contractu) delitto (ex maleficio) da vari tipi di fonti in base a titoli specifici (ex variis causarum figuris proprio quodam iure) Si identifica in quest'opera una nozione di contratto basata sull'elemento dell'accordo, nell'ultima categoria ora si riconducono facilmente il pagamento non dovuto, la gestione di affari altrui, quella tutelare, il legato obbligatorio e alcuni illeciti non dolosi sanzionati con azioni pretorie. Inoltre essa da Giustiniano viene divisa in altre due categorie, dividendo obbligazioni che sorgono quasi da contratto da quelle che sorgono quasi da delitto. Labeone definisce il contratto come atto giuridico produttivo di obbligazioni reciproche ciascuna delle quali trova giustificazione e controbilanciamento nell'altra e dove il mero consenso idoneo e sufficiente a dare vita al vincolo obbligatorio: a questo proposito ritiene contratti solo compravendita, locazione-conduzione e societ. Sesto Pedio dice che non pu dirsi contratto produttivo di obbligazioni il rapporto, comunque posto in essere, che non poggi sull'accordo. A questo punto si potrebbe dire che una volont assieme ad una causa lecita possono creare qualsiasi forma di contratto conseguentemente protetto dall'ordinamento: ma non vero perch nel diritto romano le parti non possono ottenere tutela giurisdizionale in forza di un'actio in ius concepta se il rapporto che esse intendono stringere non gi assunto nell'ambito del ius civile o del ius gentium. I vincoli contrattuali tutelati sono quelli gi enucleati sulla base di una loro denominazione tecnica, di una loro causa peculiare o di una loro specifica forma. Tuttavia l'editto del pretore e la giurisprudenza provvedevano ad adeguare la tutela giuridica alle nuove situazioni emergenti, attraverso lo strumento delle actiones in factum e della non rara assunzione nella difesa civilistica di rapporti tutelati a livello di diritto onorario (es: comodato e deposito). Inoltre a minare questa tipicit rigida vi era la stipulatio, la cui rigidit formale permetteva invece una libert di contenuti, purch rispettanti i criteri delle obbligazioni, e i patti per i negozi di buona fede. Il contratto nel diritto romano fonte unicamente di obbligazioni, non essendo idoneo al trasferimento o alla costituzione di diritti reali; un principio che comunque venne talvolta inficiato dalle deroghe pretorie e dall'oblio postclassico. CONTRATTI REALI Sono reali i contratti il cui sorgere delle obbligazioni collegato alla consegna di una cosa. Tale consegna che implica un accordo sottostante il modo stesso in cui il consenso delle parti prende corpo e riceve efficacia giuridica. Gaio inserisce solo il mutuo tra i contratti reali, Giustiniano inserisce anche il comodato, il deposito e il pegno.

Mutuo: l'unico contratto reale in cui la consegna implica il passaggio di propriet della res che sta alla base del vincolo. E' il contratto col quale una parte trasferisce all'altra la propriet di un quantitativo di cose fungibili, con l'obbligo per quest'ultima di restituirne in propriet altrettante del medesimo genere e qualit. Sue caratteristiche sono: un contratto unilaterale chi d a mutuo deve esserne proprietario o venire da questi delegato: se la traditio invalida l'obbligazione non sorge un contratto di base gratuito, pertanto non si pu chiedere di pi: si pu al massimo chiedere di meno, considerando la traditio della parte restante a titolo di donazione gli interessi (ed eventualmente la restituzione) vengono aggiunti attraverso il distinto negozio della stipulatio e non tramite un pactum, che offrirebbe un'inutile eccezione per un negozio di stretto diritto: il contratto di mutuo diviene quindi la causa negoziale della stipulatio, rilevante sul piano pretorio la difesa si ottiene tramite la condictio: certae pecuniae (somma di denaro) o certae rei (cose fungibili). Anticamente si poteva ricorrere alla l.a.sacramento in rem e poi alla l.a.per condictionem. Fenus nauticum (prestito marittimo): forma di mutuo per i navigatori, di carattere aleatorio, a cui non corrispondeva nessuna tutela al mutuante la perdita per forza maggiore o caso fortuito nella navigazione, controbilanciata dalla possibilit di chiedere interessi molto alti rispetto a quelli legali. Il buon esito del viaggio condicio iuris dell'esperibilit della pretesa. Comodato: un prestito d'uso, con cui una parte consegna all'altra una cosa inconsumabile perch chi la riceve se ne serva e la restituisca a richiesta o al termine convenuto. Le caratteristiche sono: un contratto bilaterale imperfetto (produce sempre obbligazioni per il comodatario ma a volte anche per il comodante, ad esempio le spese straordinarie per la conservazione) si trasmette la detenzione e non il possesso (pu dare in comodato anche il possessore non proprietario) la cosa dev'essere inconsumabile, tranne casi dottrinali di cose fungibili per scopi diversi (esibizione di monete) la difesa si ottiene tramite l'actio commodati directa, esperibile per riottenere la cosa, e l'actio commodati contraria, esperibile per il risarcimento delle spese e dei danni subiti dal comodatario. Pi tardi si aggiunge alla tutela in factum del pretore un'actio in ius concepta di buona fede; il comodatario pu anche valersi del ius retentionis la responsabilit del comodatario la custodia tecnica; per tali motivi il comodatario pu esperire l'actio furti se viene derubato. Inoltre se l'utilizzo della cosa esorbita dalla normale funzione non gli giova nemmeno il causo fortuito o forza maggiore. In diritto giustinianeo si parla di exactissima diligentia custodiendae rei, ponendolo di fronte al pi alto grado della diligenza umana. Resta il raro caso in cui il vantaggio stia solo al comodante (es: marito che presta alla moglie i gioielli per sfoggio) in cui il comodatario risponde per dolo. Essendo azione di buona fede si pu alterare l'assetto negoziale tramite patti. il comodato gratuito: la previsione di un compenso lo farebbe diventare una locazione-conduzione o un sinallagma innominato Deposito: una parte consegna all'altra una cosa mobile perch gliela custodisca, con l'obbligo di renderla alla scadenza o a richiesta. Le sue caratteristiche sono: un contratto bilaterale imperfetto e gratuito per le medesime ragioni del comodato si trasmette solo la detenzione il depositario non pu usare il bene in alcun modo, o passibile di responsabilit per furto la responsabilit non va oltre il dolo a cui poi fu affiancata la culpa lata la difesa venne dapprima creata con un'actio in factum per la restituzione poi affiancata da un'actio in ius concepta di buona fede. Al contrario il depositario oltre ad avere lo ius retentionis possiede un'azione per il rimborso delle spede e dei danni Altre figure di deposito particolari sono: 1) deposito necessario: in circostanze di grave necessita si affida ad un depositario di fortuna i beni salvati: la responsabilit del depositario sanzionata con un'actio in factum e commisurata al doppio del valore delle cose stesse 2) sequestro: quando il bene conteso viene consegnato di comune accordo ad una persona di fiducia perch lo conservi e lo consegni a chi vince la controversia. Il sequestratario possessore con difesa interdittale, il titolare della cosa ha un'actio in factum detta sequestrataria 3) deposito irregolare: quello avente ad oggetto una somma di denaro che viene consegnata con previsione d'uso, lasciando il depositario libero di consumarlo e obbligando a restituirlo. Differenza dal mutuo l'azione di buona fede che lo difende che permette l'apposizione di un patto per gli interessi e l'ineliminabile facolt per il deponente di domandarne la restituzione, pertanto apposizioni di termine a favore del banchiere sono irrilevanti. L'interesse del deponente pur non esclusivo resta il maggiore Pegno: l'oppignorante consegna al pignoratario una cosa a garanzia di un rapporto obbligatorio con obbligo per il ricevente di restituirla a debito estinto. Le sue caratteristiche sono: un contratto bilaterale imperfetto il pignoratario possessore con difesa interdittale la responsabilit del pignoratario per colpa, talora per custodia tecnica. Giustiniano parla di exacta diligentia (e non

exactissima) il pignoratario non pu servirsi della cosa, altrimente commette furto. Se non viene estinto il debito, pu venderla e trattenere la somma corrispondente al credito, il residuo va restituito la possibilit di divenire proprietario ipso iure del bene venne abolita nel diritto tardoimperiale riceve difesa esclusivamente con un actio in factum pretoria, mediante l'actio pigneraticia directa (per la restituzione della cosa) e l'actio pigneraticia contraria (per il rimborso del pignoratario) Gordiano d facolt al pignoratario di trattenere la cosa a debito pagate se esistono altri crediti insoddisfatti ( un'estensione della garanzia e non ius retentionis) Fiducia: l'antecedente del deposito e del pegno; lo scopo fiduciario si realizza mediante un patto (pactum fiduciae) che imprime una funzione causale a un negozio solenne traslativo (mancipatio e in iure cessio) cos da rendere temporaneo o eventuale il persistere della propriet in capo a colui che acquista la cosa (fiduciario). Quest'ultimo infatti tenuto a ritrasferire la propriet a richiesta di questo (deposito e comodato) o a debito estinto (pegno). La fiducia a scopo di deposito o comodato la fiducia cum amico e quella a scopo di pegno fiducia cum creditore. Questo sistema viene obliato dalla nascita dei relativi contratti reali specifici. la tutela della fiducia si fonda su un'azione personale pretorea di buona fede per la restituzione del bene. Azione contraria spetta al fiduciario per il solito rimborso di spese e danni c' presenza del negozio dell'usureceptio: se nella fiducia cum amico il bene tornava nel possesso del fiduciante, ancorch in malafede, lo riacquistava tramite usucapio annuale. Vi era anche nella fiducia cum creditore, a patto che il debito fosse estinto o in caso contrario che la cosa non fosse posseduta a titolo vizioso la realit della fiducia consiste nel trasferimento del diritto di propriet sul bene, non essendo necessario il passaggio del possesso. Il fiduciario per esempio pu lasciare la cosa presso il debitore (a precario per evitare l'usurecezione) la fiducia come contratto ha solo effetti obbligatori: non potr seguire il bene se viene trasferito ad un terzo, ma otterr solo i danni

CONTRATTI VERBALI E' verbale il contratto che si perfeziona mediante la pronuncia di parole, idonee, per la loro corrispondenza a taluni schemi tipici, a dare vita al vincolo. Gaio dice che gli unici giuramenti ad effetti obbligatori, cio in cui l'obbligazione sorge uno loquente, sono la dotis dictio e la promissio iurata liberti (promessa dello schiavo manomesso di doni e servigi al patrono). Contratto verbale per eccellenza la stipulatio. Stipulatio: presente inizialmente nella forma della sponsio, per poi aprirsi agli impieghi dello ius gentium e diventare un negozio che abbraccio un complesso virtualmente illimitato di potenziali prestazioni. Le uniche formalit richieste erano la compresenza dei contraenti (reus stipulandi e reus promittendi), la loro capacit di parlare, udire e comprendere la lingua adibita e la congruit tra domanda e successiva risposta. La stipulatio poenae (stipulazione penale): il contratto stipulatorio con cui ci si obbliga a pagare una somma in caso di inadempimento dell'obbligazione convenuta: pu essere una stipulazione aggiunta ad un altro negozio o una stipulazione che ingloba sia la prestazione originaria che quella penale condizionata. A questo proposito va detto che la stipulazione a favore di terzi nulla, tranne che per gli aventi potest, ma con la stipulatio poenae si pu rendere indirettamente coercibile una prestazione a favore di terzo (in altre parole non illecita la condizione sospensiva negativa apposta ad una stipulatio, ove l'evento dedotto sia la mancata prestazione a favore di un terzo). Caratteristiche della stipulatio sono:

un negozio astratto, ma nulla vieta che la causa sia espressa nella formula, in genere sotto forma di condizione e in tal caso il promittente tutelato di fronte alla pretesa senza causa, perch l'attore deve provare che l'evento si verificato. Anche se la causa manca tuttavia il pretore offre una exceptio doli o l'exceptio non numeratae pecuniae (denaro non versato) se si tratta di mutuo l'azione che sorge dal contratto l'actio ex stipulati: certi o incerti a seconda che si tratti di prestazione di dare (o [non] facere) cose determinate oppure cose indeterminate. E' un'actio di stretto diritto esperibile dallo stipulante contro il promittente, che l'unico obbligato

Era prassi usare il documento scritto con finalit probatorie, ma in seguito divenne pure sostanzialmente l'atto costitutivo del rapporto, inoltre la formalit venne meno quando si ricerc semplicemente una congruenza sul piano della volont sostanziale. La stipulatio in diritto tardo diventa un contratto consensuale che si differenzia da quelli tipici solo per la contestuale presenza dei soggetti stipulanti. CONTRATTI CONSENSUALI Sono consensuali i contratti in cui le obbligazioni nascono dal mero accordo delle parti liberamente manifestato: l'elemento della conventio esprime senza mediazioni di sorta la sua efficacia generatrice di obligatio. Ne consegue la possibilit di creare un vincolo anche tra contraenti che si trovano in luoghi diversi. I contratti di questo tipo sono la compravendita, la locazione-conduzione, la societ e il mandato; sorgono tra il III e II secolo a.C. assieme ai giudizi di buona fede.

Emptio venditio (compravendita): modo antico di eseguire il negozio era tramite la mancipatio, che da ritenersi in origine una compravendita a contante, con passaggio immediato della propriet. Caratteristiche della compravendita sono: l'emptio venditio ha effetti solo obbligatori: dal consenso delle parti nasce l'obbligazione di trasferire per il venditore (venditor) il pacifico possesso della cosa (merx), per il compratore (emptor) quella di pagare il prezzo (pretium). E' da notare che il venditore non obbligato a trasferire la propriet: questo avverr tramite traditio (venditionis causa) se nec mancipi, mentre se mancipi al cittadino romano giover l'usucapione e sar tutelato contro il venditore in rivendica dall'exceptio rei venditae et traditae e potr recuperare il possesso perduto tramite l'actio Publiciana. Ad un certo punto ricever inoltre la garanzia per evizione; il venditore pu tuttavia assumersi l'obbligazione accessoria di compiere la mancipatio o la in iure cessio, cosa probabilmente frequente un contratto consensuale a prestazioni corrispettive il venditore garantisce per evizione e per i vizi occulti Elementi del contratto di compravendita sono: a) accordo: la compravendita si contrae, per Gaio, con l'accordo sul prezzo, ritenendo presupposto ovvio l'accordo sulla merx: aggiunge comunque che le obbligazioni nascono anche se non stato corrisposto ancora il prezzo. Successivamente presa l'abitudine di stipulare compravendita tramite scritto, essa si concluder (con effetti traslativi) una volta redatto il documento, firmato o attestato dal notaio b) prezzo: dev'essere certo e consistere in denaro contante. Giustiniano risolve la disputa se si possa accettare la compravendita cui il prezzo fosse affidato alla stima di un terzo: lo ammette con la condicio iuris che l'arbitro proceda alla determinazione. Non requisito del prezzo quello dell'equit, si pu vendere a qualsiasi prezzo fuori dall'ambito del dolo. Diocleziano ammette per l'immobile acquistato a met del suo valore la rescissione a meno che non fosse integrato il prezzo. c) merx: la cosa venduta dev'essere in commercio; pu trattarsi di bene incorporale, non detto che sia in propriet del venditore (il quale dovr procurarsela), nulla la vendita della cosa in propriet del compratore, e pu essere una cosa futura. A questo proposito sono di rilievo due casi: I. emptio rei speratae (compera di cosa sperata): il fatto che la cosa venga ad esistere o entri nella disponibilit del venditore funziona come una condizione sospensiva (compro il figlio della partoriente schiava) II. emptio spei (compera di una speranza): se dall'accordo risulta che il compratore pagher anche ad esito nullo, configurando un contratto aleatorio

La difesa di tale contratto si ottiene per il venditore tramite l'actio venditi e per il compratore con l'actio empti: sono azioni in ius conceptae che danno luogo a giudizi di buona fede. Il venditore tenuto: trasmissione del possesso (habere licere) garanzia per evizione: si fa carico al venditore dell'incidenza di diritti reali (anche parziari) altrui sulla cosa, oltre che di difetti intrinseci che la rendono inidonea alla funzione specifica a cui deputata. Inizialmente ci nasceva dalla possibilit di convenire il venditore che aveva mancipato una cosa non sua: se soccombeva il compratore agiva con l'actio auctoritatis nel doppio; divenne poi uso assicurarsi con la stipulatio duplae, di simili effetti: ben presto in base alla buona fede del contratto si

ritenne non accettabile che rifiutasse di fare tale stipulatio, e quindi nacque l'obbligo di farla, per poi divenire addirittura un elemento naturale dell'emptio venditio, pur restando eliminabile pattizialmente garanzia per vizi occulti: il cammino simile per l'evizione: chi mancipava una cosa affermando la mancanza di difetti ne doveva rispondere, a cui segu l'abitudine di stipulare contro specifici difetti: gli edili curuli poi emanavano editti relativi ai vizi occulti, in particolare per servi e giumenti malati o difettosi. In caso di dichiarazione non veritiera il venditore era esposto all'actio redhibitoria, da intentarsi entro 6 mesi e tesa alla risoluzione, e all'actio quanti minoris, esperibile entro un anno la quale conferiva all'emptor la differenza con la minor somma del servo o giumento (il giudice per poteva rifiutare il rimborso e chiedere comunque la risoluzione). L'editto edilizio fu esteso ad ogni tipo di compravendita, e il contenuto delle due azioni fu assorbito nell'actio empti

Le obbligazioni del compratore sono di pagare il prezzo, anche nel caso che la cosa non consegnata perisca senza colpo o dolo presso il venditore, il quale tuttavia resta responsabile per custodia. Frequenti inoltre erano i patti aggiunti contestualmente al contratto di compravendita, valevoli per plasmare il contratto, che era difeso da un giudizio di buona fede: lex commissoria: il venditore pu ottenere la risoluzione del contratto se il prezzo non gli pagato entro il termine (patto di risoluzione sottoposto a condizione sospensiva negativa) clausola di vendita a prova: c' la condizione sospensiva di gradimento da parte del compratore, oppure la vendita subito operativa pu essere risolta dall'emptor che non approvi la merce in diem addictio: il venditore pu risolvere il contratto se entro un termine gli pervenga un'offerta pi vantaggiosa (patto di risoluzione sottoposto a condizione sospensiva) patto di prelazione: il compratore se vuole vendere la cosa tenuto ad offrirla prima al venditore L'arrae un istituto di origine greca che pu fungere da prova di conclusione del contratto: il compratore consegna al venditore una somma di denaro o un oggetto che, pagato il prezzo, gli sar dedotto o restituito (funzione di garanzia); oppure ha funzione penale per il recesso, se il compratore non paga perde le arrae a vantaggio del venditore, che deve restituirne il doppio se lui a recedere.

Locatio conductio (locazione-conduzione): i giuristi romani lo considerano un tipo di contratto molto vicino alla compravendita, e spesso i confini tra le due fattispecie non sono ben identificabili. I problemi sono i medesimi: se un terzo che valuta il corrispettivo diventa condicio iuris della validit, se si usa come mercede l'uso di una cosa concesso all'altra per il medesimo rapporto si entra nel campo dei contratti innominati. Caratteristiche generali sono: contratto a prestazioni corrispettive negozio di ius gentium difeso da azioni in ius conceptae di buona fede: actio locati e actio conducti la locazione-conduzione postula una fruizione solo temporanea di risorse altrui

I tipi di locazione-conduzione si dividono a seconda dell'oggetto del rapporto: locatio conductio rei: l'ottenere in disponibilit un bene materiale, dietro compenso locatio conductio operis: l'opera tecnica o di sorveglianza di altrui su una cosa propria locatio conductio operarum: l'attivit lavorativa subordinata a tempo fornita da un lavoratore non servo Nella locatio conductio rei il locatore si obbliga a porre nella disponibili del conduttore una cosa affinch questi la usi nella direzione e per il periodo di tempo stabiliti; il conduttore si obbliga a corrispondere una mercede e a restituire la cosa alla scadenza: l'oggetto dev'essere un bene inconsumabile; il conduttore ottiene la mera detenzione e per la tutela interdittale deve rivolgersi al locatore. Obbligazioni del locatore sono: stare garante (praestat) per il normale e pacifico godimento della cosa. Se il conduttore evitto agisce con l'actio conducti per il risarcimento, ugualmente se la cosa affetta da vizi compromettenti rimettere la mercede: accade qualora l'affittuario di un fondo rustico non ottiene un raccolto a causa di eventi straordinari Il conduttore inoltre pu agire sempre con l'actio conducti se il locatore vende ad un terzo che lo sfratta (non ha infatti alcun obbligo) Le obbligazioni del conduttore sono: pagare la mercede se abbandona senza motivo anzitempo l'immobile deve comunque pagare i canoni Il rapporto si estingue: 1) 2) scadere del termine finale recesso di una parte, purch in conformit degli usi (non dalla morte, che trasmette agli eredi)

Nella locatio conducti operis il conduttore deve eseguire l'opera secondo i canoni tecnici dell'arte implicati e consegnare entro il termine il risultato, e quindi potr esigere la mercede. Nel caso del fullo (lavandaio e tintore), del sarcinator (sarto), del nauta (navigatore) e del sorvegliante retribuito la responsabilit sul conduttore parametrata alla custodia tecnica (possono esperire l'actio furti se la cosa sottratta). In questo contratto la morte del conduttore estingue il rapporto. Nella locatio conductio operarum il locatore deve prestare il lavoro promesso per il periodo stabilito. La morte del locatore estingue il rapporto.

Societ: il contratto consensuale generatore di obbligazioni omogenee con cui due o pi soggetti in vista della realizzazione di un vantaggio patrimoniale comune si vincolano a conferire beni o energie, nonch a ripartire tra loro utili e perdite secondo i canoni concordati. L'origine storica di quest'istituto sta secondo Gaio nel consortium ercto non cito che da un certo punto in poi poteva essere stretto anche da estranei attraverso un rimedio pretorio, permettendo quindi una situazione in cui non vi solo la conservazione del patrimonio familiare, ma una nuova realt patrimoniale data dal conferimento in comune di beni prima separati. Il consenso in questo contratto sembra essere necessario che perduri, ossia che sia continuativo, altrimenti il contratto si estinguerebbe: un'ipotesi non sempre verificabile, tuttavia fa emergere che possibile il recesso in ogni caso. Altra caratteristica l'assenza di personalit giuridica, per cui ogni socio ha i suoi debiti e i crediti, e il terzo che contrae con un socio ha azione solo contro di lui (socii mei socius meus socius non est). I tipi di societ sono: societas omnium bonorum: i compartecipi conferiscono tutte le loro sostanze e ove entrano tutti gli acquisti a qualunque titolo conseguiti societas unius alicuius negotii (per un determinato affare): caratterizzata da quote sociali in cose o attivit specifiche e tesa al raggiungimento di un particolare fine utile ai soci societas universalis quaestus (di tutto il guadagno): assorbe ogni utile derivante da attivit economiche, ma non le risorse di fortuna (lasciti, donazioni) che restano quindi del beneficiario Ripartizione dei profitti: ci si regola in conformit dell'accordo e non detto che la quota della partecipazione ai guadagni segua quelle delle perdite. Non accettata la societas leonina, in cui si partecipa solo delle perdite, e se sono stabilite solo le parti nel lucro quelle nel danno sono rapportate a quelle, e viceversa. Se non fissato nulla si fa in quote uguali. Responsabilit del socio: si propensi a ritenere che gi in epoca classica si fosse responsabili per colpa, intesa come colpa in astratto parametrata alla diligenza dell'uomo medio, che in periodo giustinianeo divenne la culpa in concreto, cio la diligenza sulle proprie cose. La societ si estingue per:

scadere del termine, in riferimento a un piano oggettivo conseguimento del fine impossibilit di raggiungere il fine recesso unilaterale di una parte morte (ma valido il patto iniziale di non scioglimento) capitis deminutiones maggiori

confisca o vendita in blocco dei beni esprimento actio pro socio Nella societas omnium bonorum il recesso doloso estingue la societ ma obbliga il recedente a rendere partecipi gli altri del lucro conseguito.

Mandato: il contratto con cui su incarico di una delle parti l'altra si obbliga a fare gratuitamente qualche cosa; la previsione di un compenso lo porterebbe nell'area della locazione-conduzione. E' un contratto bilaterale imperfetto perch gli obblighi si creano in campo al mandatario e quelli del mandante sono solo eventuali. Similare la funzione di questo contratto paragonata alla negotiorum gestio: probabilmente un punto di incontro storico era nel procurator omnium bonorum che riceveva un'investitura in seguito ad un atto unilaterale del dominus, onde il rapporto era tutelato dall'actio negotiorum gestorum, in seguito fu riconoscita la possibilit di conferire un mandato con oggetto tutti i propri affari e si ammise l'esperibilit dell'actio mandati (directa e contraria). Caratteristiche: il mandatario ha rappresentanza indiretta, obbligato a trasferire le situazioni giuridiche in capo al mandante il quale tenuto ad assumerle il vantaggio del contratto deve ricadere sul mandante o su un terzo, se ricade solo sul mandatario (mandatum tua gratia) viene visto come consiglio e non come generatore di obbligazioni il mandatario ha l'obbligo di eseguire l'incarico con diligenza, ed responsabile per dolo e per colpa; quindi non pu esorbitare dai limiti

Estinzione: il mandato si estingue per revoca del mandante o rinuncia del mandatario, in caso di morte di uno dei due contraenti, con per la possibilit di esperire azione (contraria) se il mandatario abbia portato a termine l'incarico in buona fede; sono equiparate alla morte le due capitis deminutiones maggiori. I CONTRATTI INNOMINATI Sono una categoria di conventiones contemplanti una corrispettivit di prestazioni che non rientrano nelle tipologie riconosciute e codificate ma che ci nonostante sono protette con la concessione di actiones. Perch si tratti di un contratto innominato, e cio che riceva tutela, vi sono alcuni requisiti necessari ed imprenscindibili: deve trattarsi di conventiones aventi ad oggetto uno scambio di prestazione una delle prestazioni deve essere stata eseguita: solo cos si ha diritto di pretendere la controprestazione Si ha diritto ad una difesa che concede un'azione per l'adempimento, non una per la restituzione o per la reintegrazione. La condictio ob rem dati re non secuta ossia l'azione per ripetere qualcosa dato per una causa non realizzatasi era gi concessa da tempo ma non una tutela contrattuale; non aveva utilit questa se l'oggetto era un facere, per il quale soccorreva l'actio doli che comunque tendeva al risarcimento del danno. Questi contratti sono assimilabili ai contratti reali (che per presuppongo esclusivamente un dare e mai un facere), giacch le obbligazioni nascono non con il mero consenso ma in seguito ad una attivit concreta. Gli scambi possono consistere in un dare contro un dare, dare contro facere, facere contro dare, facere contro facere. L'azione a difesa l'actio praescriptis verbis: essa non elimina la possibilit di chiedere la ripetizione con la condictio (mentre elimina l'actio doli che sussidiaria) probabilmente con origine nell'agere praescriptis verbis, cio con una premessa nella formula a guisa di una pi ampia demonstratio. Ci si pu ricorrere quando non vi un rimedio tipico. Alcuni contratti innominati hanno un nome: permutatio (permuta): inizialmente si voleva far rientrare nella compravendita, poi d luogo a figura autonoma (do ut des) aestimatum: un soggetto consegna ad un altro una cosa stimata per un certo valore perch quest'ultimo cerchi di venderla, corrispondendogli la somma, o gliela restituisca transactio (transazione): a forma rigorosamente scritta con cui le parti facendosi concessioni reciproche pongono a termine o eliminano la possibilit che sorga una controversia (inizialmente era valida solo come causa negoziale) I PATTI Pacta (o pactiones o conventiones) sono quegli accordi che non danno luogo a una figura contrattuale ma che incidono sulle modalit del vincolo al quale un contratto tipico sta per dare vita o che lo stesso ha in precedenza generato. Essi sono inidonei a produrre un'azione e risultano soltanto fonti di un'exceptio; possono tuttavia modellare con duttilit il contenuto di un'actio contrattuale. Inizialmente il pacere (o pacisci) nelle XII tavole era considerato il modo per porre fine ad una controversia od evitare il talio dell'ingiuria, e semplicemente esprimeva una situazione di fatto successiva ad un diverso negozio stipulato (es: la stipulatio). I patti sono convenzioni prive di forma, permeate dall'elemento della fides: il pretore propone un edictum de pactis che fonda il loro riconoscimento sul piano del diritto onorario. Fondamentale la natura del contratto (di buona fede o stretto diritto) a cui accedono e il momento rispetto alla stipulazione di questo (contestualmente o dopo un periodo). Patti aggiunti ai contratti di buona fede a) in continenti: valgono a plasmare lo stesso contenuto del contratto e sono tutelati dalla medesima actio contrattuale. I patti possono essere posti sia a favore del creditore che del debitore b) ex intervallo: un accordo distinto dal contratto e giova esclusivamente al debitore dando luogo soltanto ad un'exceptio Per i patti aggiunti ai contratti di stretto diritto non possibile una fusione tra contractus e pactum, per la natura del primo, quindi il patto sempre distinto e a s stante: ergo possono porsi a vantaggio solo del debitore fornendo un'exceptio: riceve quindi solo tutela pretoria. In epoca successiva vengono chiamate col medesimo nome anche alcune conventiones tutelate dal pretore con actiones in factum, nonch accordi a cui costituzioni imperiali hanno attribuito difesa con azione (patti legittimi). I patti si differenziano sempre dalla stipulatio per la non necessaria presenza contestuale delle parti e perch la stipulatio presuppone una causa idonea a genere una obbligazione, rimanendone fine strutturale. I patti pretori sono patti che per l'importanza assunta ricevono tutela con actiones in factum: constitutum debiti proprii (conferma, asseveramento di un debito proprio): il debitore assicura al creditore che il debito sar pagato entro il termine che viene stabilito, e giova quest'ultimo dell'actio de pecunia constituta constitutum debiti alieni: un terzo che si impegna alla corresponsione del dovuto col creditore, il quale difeso dalla medesima azione recepta: assunzioni di impegni o di responsabilit: receptum argentarii: un banchiere assicura al proprio creditore il pagamento di un suo debito, di persona o mediante un terzo (realizzava l'apertura di credito) receptum nautarum, cauponum, stabulariorum: l'esercente di nave, albergo o stallaggio si rende garante per danneggiamento o furto di cose poste dai clienti nell'ambito di sua competenza, aggravando la responsabilit per custodia tecnica gi loro addossata (con l'esclusione della forza maggiore dal principato in poi) receptum arbitri: il soggetto scelto di comune accordo da contendenti si obbliga a pronunciare la decisione richiesta, a cui le parti sono tenute mediante il compromissum Tra i pacta legitima sono da ricordare: compromissum: due o pi litiganti deferiscono ad un arbitro la soluzione di una vertenza, che si obbligano a rispettare pactum dotis: convenzione informale di costituire la dote presidiata da un'actio a partire da Teodosio II pactum donationis: l'impegno accettato di trasferire un bene a titolo di liberalit, facendo nascere l'obbligazione di compiere la traditio che nel diritto imperiale verr tutelata da azione (Giustiniano chiarisce che manifestata la volont di donare il negozio gi efficace) I QUASI CONTRATTI Sono intesi quei diversi fatti o atti giuridici idonei a generare obbligazioni, ma che, per l'assenza dell'elemento della consensualit (diventato dato fondante del contratto) non sono assimilabili strutturalmente a tali figure. La liceit che li caratterizza rende improponibile un'attrazione nell'orbita dei delitti. Principale figura dei quasi contratti la gestione di affari altrui.

Negotiorum gestio: il carattere qualificante da ravvisarsi nella spontaneit dell'assunzione gestoria. L'actio negotiorum gestorum (directa) tuttavia fu possibile anche esperirla contro il procurator omnium bonorum, che non era spontaneo. La tutela della gestione di affari altrui vi comunque gi in et classica, sia nell'azione diretta che contraria; inoltre all'epoca esistevano due azioni parallele, una in ius e una in factum: si ritiene che la prima aveva l'unico scopo di tutelare le gestioni autorizzate (come il procurator o.b.) e l'altra servisse per le intraprese spontanee, comunque la tendenza fu di riunire tutto nell'azione civile di buona fede la quale aveva perso la possibilit di tutelare il procurator o.b. giacch ricondotto nell'area del mandato.

La negotiorum gestio quindi ricorre allorch taluno con iniziativa spontanea si assume la gestione di uno o pi affari di un altro nell'interesse di questo. La gestione deve apparire inizialmente utile (utiliter coeptum), dev'essere cio presumibile che il titolare l'avrebbe intrapresa, parametrando il comportamento ideale e astratto del buon pater familias: non si pu dire utiliter coeptum l'attivit intrapresa nonostante il divieto del titolare (in questo caso non sono dovuti rimborsi). Gli obblighi del gestore sono di condurre a termine l'attivit intrapresa e di far conseguire al titolare i risultati della stessa, quelli del gerito sono di assumere nella propria sfera i risultati e a tenere indenne il gestore di spese e a rilevarlo dagli obblighi assunti; infine pu ratificare una negotiorum gestio iniziata non utilmente. Responsabilit del gestore: varia a seconda delle circostanze in cui viene intrapresa l'attivit: si va dalla colpa (criterio usuale), al solo dolo o culpa lata se l'iniziativa avvenuta in un contesto pregiudizievole per la situazione patrimoniale dell'assente. Giustiniano fissa l'exactissima diligentia. Difesa: la difesa si ottiene tramite l'actio negotiorum gestorum directa (titolare contro gestore) e contraria Altro quasi contratto il pagamento dell'indebito Indebiti solutio: chi ritenuto erroneamente creditore riceve dal presunto debitore una somma di denaro o altro obbligato a restituirla, e l'autore del pagamento pu esperire la condictio indebiti, con questi requisiti: deve trattarsi di un vero indebito: la naturalis obligatio non legittima l'esperimento della condictio. E' indebito invece ci che per diritto civile si tenuti a dare ma la cui pretesa potrebbe essere bloccata con un'eccezione pretoria il creditore deve ricevere il pagamento in buona fede, altrimenti commette furto La traditio del pagamento indebito non invalida: la causa vi , semplicemente si crea un trasferimento valido che obbliga ad un ritrasferimento. Altri rimedi contro l'arricchimento ingiustificato sono: condictio ob rem dati re non secuta: allorch taluno ha compiuto una datio perch l'altro eseguisse una controprestazione poi non fatta condictio sine causa: se il fine a cui tendeva la datio oggettivamente irrealizzabile condictio ob turpem causa: qualora la causa della datio persegua un comportamento che appare immorale compensare condictio ob iniustam causam: allo scopo di privare taluno di un acquisto senza titolo, non furtivo Infine da annoverarsi tra i quasi contratti rimane: Legato obbligatorio (il cui vincolo non nasce da contratto) Tutela: genera obligationes tra tutore e pupillo Comunione incidentale: sorta non in forza di una societas consensuale ma per esempio per un legato a favore di pi onorati congiuntamente. Pollicitatio: promessa unilaterale che nel diritto tardo classico genera obbligazioni. E' rivolta ad una citt da un'aspirante ad una carica e ha di solito oggetto la costruzione di un monumento Votum: promessa ad una divinit per il cui adempimento possono agire i sacerdoti I DELITTI Nell'ambito degli atti illeciti il delitto la lesione di interessi privati mentre i crimini ledono un interesse pubblico. La responsabilit per delitto comporta l'obbligo di pagare una pena pecuniaria: ritenuto meno grave, l'illecito del delitto ha risolto in un rapporto obbligatorio le conseguenze del comportamento contrario al diritto. Inizialmente l'offeso poteva ricorrere alla vendetta, prima indiscriminata e poi regolamentata. E' il talio che inquadra la vendetta nei termini del contrappasso. Successivamente ci si pu liberare dalla vendetta corporale attraverso il pagamento di una somma di denaro (poena), cosa che da volontaria diviene legale. Il delictum si caratterizza allora per l'obbligo di corrispondere all'offeso una somma a titolo di pena: talvolta essa fissa, talvolta varia in base al valore dell'oggetto, talora valutata a discrezione del giudicante; lo scopo iniziale di infliggere una punizione al responsabile, per poi mutare verso una forma reintegratoria. Nel diritto romano i delitti privati sono tipici: esistono cio alcune fattispecie ma non una generale nozione di delitto individuata in astratto: ecco quindi che per perseguire nuove fattispecie illecite si dilata una figura giuridica preesistente. Gaio menziona quattro delitti, di ius civile: furto (furtum) rapina (vi bona rapta) danneggiamento (damnum iniuria datum) ingiuria (iniuria) Questi si differenziano ancora in epoca giustinianea dai delitti pretori, qualificati come quasi delitti riferiti non ad una obligatio ma ad un teneri, che comunque conduceva ad una pena. La tutela dell'offeso si basava sull'azione penale che pu essere civile o pretoria. Queste azioni tendono al perseguimento di una somma di denaro da pagare come sanzione, mentre Giustiniano tende a valorizzare l'aspetto risarcitorio e prefer utilizzare la categoria dell'azione mista, la quale aveva la funzione di cumulare per l'attore la reintegrazione con l'irrogazione di una pena. E' penale cos l'azione di furto, miste le azioni per rapina e per danneggiamento; quella per ingiuria pare rimanere penale pur senza dicitura esplicita. Caratteristiche delle azioni penali sono: la non trasmissibilit dal lato passivo e gli eredi del reo sopportano le conseguenze solo se al momento della morte sia gi avvenuta la contestazione della lite; tuttavia il pretore concedeva azioni in factum per il caso che non ci fosse il rimedio dell'azione reipersecutoria, permettendo un risarcimento nei limiti in cui all'erede era pervenuto la trasmissibilit dal lato attivo, tranne per il caso dell'azione per ingiuria cumulativit: qualora vi siano pi autori di un delitto nascono tante obbligazioni quanti sono e contro tutti si pu agire per l'intero: deriva dal carattere penale dell'azione. Il cumulo in genere consentito quando accanto all'azione penale ve ne sia una reipersecutoria, giacch hanno scopi diversi. Tra due azioni penali nascenti dallo stesso fatto pu esservi il criterio del cumulo (azione per ingiurie si somma a quella per furto) e dell'alternativa (l'azione per rapina esclude quella per furto) nossalit: se il delitto compiuto da persone soggette a potest il pater familias pu sottrarsi ad ogni responsabilit consegnando all'offeso (noxae deditio) il responsabile: ci si pu avvalere solo se il padrone non era al corrente del delitto, se non lo ha impedito sar tenuto senza nossalit interminabilit: le azioni penali di ius civile sono perpetue (tranne da Teodosio II in poi) mentre quelle pretorie durano un anno con l'eccezione che l'azione per furto manifesto, pretoria, in quanto sostitutiva della pena delle XII tavole perpetua, mentre l'azione per ingiurie che disciplina un illecito civilistico era soggetta al termine annuale; l'azione per rapina di origine pretoria dopo l'anno passa dal quadruplo al semplice valore Il furto: il furto l'appropriazione (contrectatio) fraudolenta di una cosa per trarre vantaggio dalla cosa stessa o dal suo uso o possesso; altrove si identificano come requisiti il dolo (dolus malus, affectus furandi) dell'agente e la contrariet al volere del proprietario: alcune fonti richiedono il dolo specifico per cui l'evento voluto allo scopo di trarne un profitto (animus lucri faciendi). La contrectatio individua l'elemento oggettivo del furto consistente nell'instaurazione di un rapporto con la cosa non implicante necessariamente la sottrazione che pure rappresenta la fattispecie originaria e tipica di contrectatio furtiva: l'ampia nozione di contrectatio permette di ragruppare nel furto una variet di comportamenti: furto di cosa: l'ipotesi tipica, prevede lo spossessamento furto d'uso: lo commette chi ha la disponibilit della cosa (il depositario che si serve della cosa o il comodatario che la usa per scopi diversi) furto di possesso: quando il proprietario sottrae una cosa data in possesso ad altri (o anche al possessore di buona fede) Inizialmente si puniva solo il furto di cosa: mediante la larga concezione del furto tuttavia si puniscono fattispecie riconducibili all'appropriazione indebita, alla ricettazione, al favoreggiamento, alla sottrazione della disponibilit di un immobile, al danneggiamento, ecc. L'actio furti diventa una sorta di strumento contro la lesione patrimoniale in genere. Nella fine dell'et repubblicana il furto viene ridotto, spostanto ad altre azioni la difesa di particolari fattispecie e introducendo la repressione pubblica con pena criminale per le ipotesi di furto qualificato.

La pena pi grave per il ladro manifesto, cio colto sul fatto (ma viene definito cos anche il colto sul luogo e chi fosse stato preso durante il trasporto della refurtiva oltre a colui nella cui casa fosse trovata la refurtiva dopo formale perquisizione). Lo schiavo veniva fustigato e gettato da una rupe, il colpevole libero era fustigato e poi assegnato al derubato come schiavo, oppure equiparato all'adiudicatus. Il ladro notturno e chi di giorno si fosse difeso a mano armata potevano poi essere uccisi dal derubato. Per il ladro non manifesto invece era prevista la pena del doppio valore della cosa rubata. La sanzione per il furto non manifesto nel doppio del valore della cosa, ottenuta mediante l'actio furti non manifesti; per il furto manifesto il pretore tolse la pena affilittiva e commin una sanzione nel quadruplo con l'actio furti manifesti. Le XII tavole indicavano altre due azioni: actio furti concepti: concessa contro la persona presso cui fosse stata ritrovata una cosa rubata, a seguito di una perquisizione informale: la sanzione colpisce il ricettatore come chi abbia ricevuto la cosa in buona fede actio furti oblati: spetta al condannato per furtum conceptum contro chi gli abbia consegnato la cosa furtiva perch fosse ritrovata presso di lui: scarica la responsabilit su di un altro, perch questa e l'azione precedente prevedono una pena nel triplo. Il pretore contro il furto inserisce altre due azioni: actio furti prohbiti: punisce la condotta di chi si oppone alla ricerca della refurtiva, ed diretta al quadruplo actio furti non exhibiti: contro chiunque non permettesse l'esibizione in giudizio della refurtiva cercata e trovata presso di lui Giustiniano elimina tutte le specie di furto non riconducibili al manifesto (il furto flagrante) e non manifesto (chiunque consapevolmente riceve e nasconde una cosa rubata). Sono tenuti per furto tutti quelli che hanno collaborato pi o meno indirettamente al furto. La leggitimazione attiva ce l'ha il proprietario ma anche chi, seppur mero detentore, ha interesse a che la cosa non venga trafugata, in virt del rapporto che al proprietario lo lega (chi risponde per custodia del bene, il creditore pignoratizio e il possessore di buona fede). L'actio furti azione esclusivamente penale, e tale rimarr sempre, cos come rimarr affiancabile ai vari metodi risarcitori. Azioni reipersecutorie collaterali contro i ladri sono l'azione reale di rivendica e un'azione personale: la condictio ex causa furtiva, oltre a qualsiasi altra azione spettante per altro titolo (es. azione di deposito). La condictio ex causa furtiva un'azione anomala, perch personale ma utilizzata al fine di pretendere da un altro la cosa propria (Gaio la motiva con l'odio verso i ladri): un'azione utile perch quando la cosa non pi in possesso del ladro o perita, egli comunque tenuto ad un risarcimento. Danneggiamento (damnum iniuria datum): il meccanismo sanzionatorio tendente ad una pena realizza anche le attese risarcitorie; la pena non fissa su un multiplo ma calibrata al danno arrecato. L'azione per danneggiamento nata come azione penale presto viene indirizzata alla reintegrazione patrimoniale, come dimostra l'alternativit con altre azioni reipersecutorie. Sulle XII tavole gi si prevedevano delle azioni contro casi specifici: importante era l'actio de pauperie, che rimase presente anche nel diritto successivo: essa sanziona il danno provocato da un quadrupede del bestiame. Pauperies significa un danno causato senza comportamento antigiuridico (sine iniuria): essa funziona come una responsabilit oggettiva del padrone a seguito di un comportamento innaturale dell'animale; ha finalit risarcitorie ma anche sensibile al regime della nossalit. Il risarcimento nasce da una legge, la lex Aquilia de damno, divisa in tre capi: il secondo capo prevedeva il caso marginale del costipulante (adstipulator) che avesse rimesso il debito con accettilazione senza autorizzazione del creditore principale, per cui era tenuto ad una pena (in diritto classico non si usa pi e il creditore regola i suoi rapporti con il costipulante attraverso l'azione di mandato) il primo capo recita che chi abbia ucciso ingiustamente (iniuria) uno schiavo o un capo di bestiame altrui debba corrispondere al padrone una somma che equivale al maggior valore che l'oggetto ebbe nell'ultimo anno. La sanzione una pena risarcitoria potenzialmente preordinata ad una sanzione aggiuntiva: Giustiniano quindi la considera azione mista il terzo capo dice che se qualcuno abbia arrecato danno a cose, perch le bruci infranse ruppe (usserit, fregerit, ruperit) ingiustamente, condannato a dare al proprietario il valore delle cose negli ultimi trenta giorni. E' questa la disposizione a carattere pi generale pur inquadrando le fattispecie i verba legis attraverso le tre azioni descritte. Gaio dice tuttavia che attraverso l'interpretazione estensiva di rumpere si arriv a prevedere ogni comportamento che avesse come conseguenza il danneggiamento di una cosa. Inoltre l'interpretazione riprese il maggior valore nel risarcimento, pur non essendo esplicito, ma richiamandosi al primo capo. La legge Aquilia trascura il meccanismo della imputabilit. L'unico dato ricavabile che il comportamento deve avvenire iniuria vale a dire ingiustamente. Iniuria ha un significato generico: ci che avviene contro il diritto. Inizialmente quindi forse una volta individuato un nesso tra condotta contro il diritto e danno vi era un damnum iniuria datum.. Presto per l'iniuria venne riferita all'imputabilit dell'agente, in conseguenza del suo atteggiamento psicologico. Per l'ingiustizia del danno si fa riferimento all'elemento soggettivo, qualora manchino cause di giustificazione (legittima difesa, stato di necessit, adempimento di un dovere). Criteri della responsabilit sono: dolo colpa: il non aver previsto ci che una persona diligente avrebbe potuto prevedere (Scevola); colpa significa imperizia, imprudenza, negligenza. La colpa presenta varie gradazioni, dalla lata, il non capire ci che tutti capiscono -accostata al dolo-, a quella levissima che consiste nella minima negligenza o imprudenza. La responsabilit ex lege Aquilia scatta in base alla colpa lievissima secondo la giurisprudenza tardoclassica. Il collegamento causale tra attivit e danno fu individuato attraverso la formula corpore corpori: il danno sanzionabile se dato col corpo al corpo, cio se causato con l'attivit fisica e arrecato direttamente all'integrit della cosa. Si fissa cos la nozione di danno come lesione materialmente arrecata. E' un modulo che per risulta riduttivo, quindi tramite l'interpretazione dei giuristi, interviene la giurisdizione pretoria, attraverso azioni utili e in factum; tendenzialmentesi si pu dire che l'azione utile viene concessa in assenza di contatto fisico (danno arrecato non corpore), mentre l'actio in factum quando non riscontrabile una lesione fisica (danno arrecato non corpori). Attraverso queste soluzioni il soggetto risponde, per condotta volontaria o negligente, delle conseguenze dannose ricollegabili alla sua azione. Danno: la giurisprudenza oper sulla nozione di danno, riaffermandone il carattere strettamente patrimoniale, con l'esclusione del danno morale, trov una nozione del danno relativa alla reintegrazione patrimoniale. Il danno pu andare anche al di l dello stretto valore della cosa, considerando anche l'interesse del padrone alla sua integrit, o al lucro cessante, che si affianca al danno emergente. Legittimati attivi all'azione sono via via sempre pi estesi, anche a soggetti diversi dal proprietario. Il damnum iniuria datum alla fine dell'evoluzione del diritto romano ben diverso da quello originario. Si tratta di un delitto, l'azione ha caratteri penali, ma il fine principale perseguito la reintegrazione patrimoniale, comminando una pena finalizzata al risarcimento. La giurisprudenza ha costruito l'elemento psicologico e non interessa pi il modo della condotta ma il risultato del detrimento patrimoniale. La nozione di danno risarcibile si allargata alla stima della cosa secondo l'interesse del proprietario; il nesso causale identifica solo la successione fisica degli eventi. I giustinianei utilizzano l'actio legis Aquiliae (diretta, utile e in factum) per ogni ipotesi di danno extracontrattuale. Rimane un dato ineliminabile il riferimento al maggior valore nei termini dell'anno e dei trenta giorni, rimanendo innegabile il carattere penale. Ingiurie: si indica una figur delittuosa che nel suo compiuto sviluppo accomuna atti volti a ledere l'integrit fisica o morale di una persona: essa il risultato di aggregazione di singole previsioni dovute alla legge delle XII tavole e all'intervento del pretore. I casi sono: membrum ruptum: l'asportazione o la provocata inutilizzabilit di un arto o di un organo. Le XII tavole prevedono il taglione temperato con il pagamento di una somma os fractum: offesa meno grave ed una pena pecuniaria fissa a seconda dello stato dell'offeso ogni altra offesa, cio atto di violenza non produttivo di conseguenze permanenti, la pena era fissa Tuttavia questa situazione era insufficiente per la svalutazione del denaro e per l'impossibilit di tutelare situazioni come l'attentato all'onore e al decoro. Sar il pretore che superer i limiti e creer una figura unitaria del delitto di ingiuria. Introduce uno strumento che consente la corrispondenza della sanzione patrimoniale all'entit dell'offesa, lasciandola alla decisione del giudice. Viene quindi introdotta una azione di stima delle ingiurie (actio iniuriarum aestimatoria) per la quale giudice o recuperatores possono condannare secondo quanto loro sembri giusto e opportuno (in bonum et aequum); la soluzione segue un criterio equitativo e trova un limite nella taxatio solitamente inserita. Se l'ingiuria molto grave (atrox) il pretore determina l'ammontare della condanna col fissare la somma del vadimonium. L'ingiuria atrox o per il fatto, o per il luogo o per la posizione sociale di offeso e offensore. Il pretore interviene per reprimere le offese alla sfera morale attraverso una serie di previsioni edittali, con l'utilizzo dell'actio iniuriarum aestimatoria che adegua con la

valutazione equitativa la tutela delle diverse fattispecie illecite, anche morali. L'editto prevede specificatamente come sanzionabili: convicium: offesa verbale arrecata a pi voci adtemptata pudicitia: offesa al pudore a madre di famiglia o giovani infamatio: diffamazione con parole o scritti L'ingiuria pu essere arrecata anche indirettamente con persone soggette a potest o alla moglie non sottoposta alla manus; per quanto concerne il servo l'ingiuria dev'essere grave cos da risultare offesa al padrone. Alcune fattispecie qualificate (percosse, fustigazioni, violazione violenta di domicilio) ottenevano una repressione pubblica e una specifica azione per una pena pecuniaria, di carattere privato esperibile solo dall'interessato, che innescava un giudizio davanti le corti criminali. Nel diritto tardo la repressione pubblica assume la sanzione delle fattispecie pi gravi lasciando gli attentati di minor peso all'onore e all'integrit morale. Nel diritto giustinianeo si pu scegliere se agire in penale o in civile, nel primo caso si persegue la pena pubblica ad arbitrio del magistrato, nel secondo la pena pecuniaria. L'azione per ingiuria legata al carattere di vendetta, quindi intrasmissibile dal lato attivo. QUASI DELITTI Sono fatti illeciti produttivi di obbligazioni non rientranti n fra i contratti n fra i delitti; quindi una categoria residuale: non vi compaiono per gli illeciti minori di derivazione civilistica, restano fuori azioni come quelle predisposte contro il dolo e la violenza e l'azione per corruzione di servo concesso contro chi avesse nociuto alle sue qualit morali. Un elemento di coesione comunque la comune derivazione dal diritto pretorio e la non necessariet dell'elemento del dolo; in diritto giustinianeo i quasi delitti sono accomunati dalla sufficienza della colpa per il realizzarsi della figura delittuosa. I quattro casi previsti sono: iudex qui litem suam facit (giudice parziale): sanzionato il comportamento del giudice che si comporta scorrettamente nella conduzione del processo o nel pronunciare la sentenza. Al danneggiato spetta un'azione in factum volta ad una pena fissata secondo equit. Criterio inizialmente solo il dolo, per poi divenire da Giustiniano anche la colpa res effusa et deiecta (cose gettate o versate): sono sanzionati i danni causati dal versamento di cose liquide o il getto di cose solido da un edificio al suolo pubblico. Risponde chi ha la disponibilit dell'abitazione; se muore un libero chiunque pu intentare azione (popolare) con pena fissa, se solo ferito ci sar un'azione simile a quella per ingiuria, definita secondo equit; per danni a cose spetta un'azione nel doppio del valore. La responsabilit inizialmente era di carattere oggettivo, poi andava nella colpa res posita et suspensa (cose posate o sospese): rivolta contro chi su una parte di edificio abbia appoggiato o sospeso qualche cosa che cadendo possa nuocere a qualcuno. La semplice situazione di pericolo legittima qualunque cittadino ad intentare causa (azione popolare) per una pena fissa. La responsabilit sembra essere per fatto proprio e il padrone direttamente tenuto per l'agire del servo solo se l'abbia tollerato, quindi con colpa, altrimenti avr azione nossale exercitor (responsabilit dell'esercente): gli esercenti una nave o locanda o stallaggi sono responsabili per furti, con un'azione modellata sul furto non manifesto, che nel doppio e spetta all'ospite. La responsabilit oggettiva, perch risponde del fatto se imputabile ai collaboratori o di incerta attribuzione, fondamento che poi viene mutato da Giustiniano nella culpa in eligendo (colpa nello scegliere) GARANZIE DELLE OBBLIGAZIONI La sponsio-stipulatio resta per tutta la storia del diritto romano il contratto che identifica la forma di garanzia per antonomasia. Alcune caratteristiche sono: l'invalidit dell'obbligazione principale coinvolge anche quella di garanzia l'estinzione della prima produce analogo effetto sulla seconda il garante pu obbligarsi in misura pi tenue ma non in misura pi grave Nell'ambito della stipulazione di garanzia si distinguono tre figure, ossia la sponsio, la fidepromissio e la fideiussio. Nella fideiussio pu aversi negozio di garanzia non concluso contestualmente, ma in un momento anteriore o successivo, purch l'obbligazione principale sia pi evidente nella formula. Alcune caratteristiche base di tutti tre i negozi sono: nella stipulatio di garanzia nasce una obbligazione assimilabile alle solidali passive: il creditore colpisce chi vuole, pu convenire il creditore principale ma anche il garante che non ha vie per sottrarsi il pagamento e la litis contestatio nei confronti di uno estingue anche per l'altro chi paga non ha regresso verso il primo obbligato (la lex Publilia per concesse un'azione nel doppio allo sponsor, l'actio depensi). Il regresso fondato sul contesto causale sottostante (ad esempio se lo deve fare per mandato, ottenendo l'actio mandati contraria, oppure all'interno della negotiorum gestorum con le opportune circostanze). L'elaborazione viene poi a riconoscere sempre il regresso, se il debitore principale sa con il mandato, altrimenti con la gestione di affari altrui. Le tre figure sono: 1) Sponsio: la pi antica, praticabile solo da cittadini romani. 2) Fidepromissio: ha lo stesso spettro d'azione della sponsio (garantisce solo obbligazioni verbali), ma aperta anche agli stranieri 3) Fideiussio: la pi recente e garantisce ogni sorta di obbligazione, comprese quelle naturali; finisce per rimanere la sola, deformalizzata e assorbita nel documento scritto. E' la forma di garanzia che pi espone chi la presta: trasmissibile agli eredi il debito (non cos con la sponsio e fidepromissio) e non partecipa ad una serie di benefici e limitazioni di responsabilit che varie leggi concederanno alle altre due figure. La lex Furia de sponsu stabil che dopo due anni sponsor e fidepromissor fossero liberati e che il creditore in caso di pi garanti potesse chiedere a ciascuno soltanto la sua parte, norma che non fu estesa ai fideiussori, obbligati in perpetuo e sempre solidalmente. Adriano stabil che il creditore fosse tenuto a pretendere da ogni fideiussore idoneo solo la sua quota (beneficium divisionis), a patto che fossero solvibili tutti. Giustiniano introduce il beneficium excussionis a favore del fiudeiussore: il creditore deve rivolgersi prima al debitore principale e se non otterr l'adempimento potr rivolgersi al garante. Altra forma di garanzia il mandato di credito (mandatum pecuniae credendae) detto anche mandato qualificato: Tizio d incarico a Caio di concedere denaro a mutuo a Sempronio. Il mandatario-mutuante qualora il mutuatario non adempia, pu intentare l'actio mandati contraria contro il mandante e ottenere il dovuto: tuttavia poi egli pot rivolgersi indifferentemente ad uno o all'altro non applicandosi inoltre il benefium divisionis, ma ottenendo il beneficium excussionis. TRASMISSIONE DELLE OBBLIGAZIONI Successioni a causa di morte: fin dalle XII tavole si pu trasferire le obbligazioni a causa di morte: qualora vi siano pi eredi il credito e il debito si trasferiscono a ragione della quota ereditaria. Non si trasmette dal lato passivo l'azione da delitto, e dal lato attivo non si trasmette solo quella da ingiuria. Sul lato contrattuale non si trasmette il credito dell'adstipulator e sul lato passivo il debito dello sponsor e del fidepromissor. Successioni tra vivi: si acquistano i crediti dell'arrogato e della presa in mano. Per i debiti si acquistano per diritto civile solo quelli ereditari ma non gli altri. Tuttavia il pretore d ai creditori insoddisfatti un'actio utilis come se la donna non avesse subito la capitis deminutio. Trasmissione pretoria vi nella bonorum possessio e emptio. Nel diritto romano non vi alcun modo di trasferire le obbligazioni tra vivi a titolo particolare, poich sono res incorporales; si pu raggiungere il risultato tramite la delegazione o novazione soggettiva. In realt per non si tratta di passaggio, ma di estinzione e sostituzione con una diversa, inoltre vuole sempre la cooperazione del creditore o debitore ceduto. Vi anche un altro metodo per aggirare l'intrasmissibilit attraverso lo strumento della sostituzione cognitoria o procuratoria, accordandosi a non far ritrasferire da questi ultimi il risultato della lite: questa forma di cessione si innesta necessariamente in una causa negoziale (nel caso di onerosa la garanzia del cedente solo quella dell'esistenza del credito, nomen verum, e non della soddisfazione, nomen bonum). ESTIZIONE DELLE OBBLIGAZIONI Modo originale di estinzione delle obbligazioni era un atto formalmente analogo ma di direzione contraria rispetto a quello che le ha generate; in origine infatti il vincolo stretto per una prestazione non si scioglie con la semplice esecuzione ma occorre anche, qualora sia un atto solenne, un rito di direzione opposta, per toglierlo giuridicamente. Tuttavia man mano si riconosce sempre pi all'adempimento (solutio) il risultato di sciogliere l'obbligazione, funzionante senza altri rituali. I metodi di eliminazione contraria del vincolo vengono ad assumere invece il ruolo di adempimento fittizio, ossia servono a rimettere il debito. I modi di estinzione delle obbligazioni si dividono tra quelli che operano ipso iure, cio sul piano sostanziale, e quelli che operano per exceptionem, cio sul piano processuale. Adempimento: l'esatta corresponsione del dovuto. Se per il creditore d'accordo si pu dare una cosa diversa da quella pattuita (datio in solutum), funzionando comunque ipso iure. Anche il pagamento parziale libera in parte solo se accettato. Datio in solutum necessaria: in casi eccezionali non serve il consenso del creditore

(guerra civile). Pu ricevere il pagamento anche l'adiectus solutionis causa, una persona nominata nella formula verbale, un mero addetto alla riscossione. Nel caso dell'adstipulator il debitore pu pagare a lui, che ha azione autonoma, e si libera. Il pagamento inoltre pu essere fatto dal debitore, dal rappresentante o da un terzo e il primo, anche ignorante, si libera. Acceptilatio: si sciolgono le obbligazioni verbali, probabilmente soprattutto quelle da stipulatio. Attraverso la novazione si poteva trasferire un debito non verbale in una stipulazione per poi rimetterla, oppure con la stipulatio Aquiliana convogliare tutti i debiti, nel presente o nel futuro, in un'unica stipulazione per poi azzerarli rapidamente. Solutio per aes et libram: si sciolgono le obbligazioni per atto librale (nexum, mancipatio, legatum per damnationem). Gaio dice che questa serve anche per sciogliere le obbligazioni da giudicato. Pactum de non petendo: opera sul piano pretorio. Vi sono due tipologie: pactum de non petendo in rem: si rinuncia alla prestazione e nessuno pu convenire nessuno pactum de non petendo in personam: il solo creditore solidale paciscente escluso (o il solo debitore solidale). Novazione: estinzione ipso iure, con sostituzione di un'altra obbligazione; sono novabili anche le obbligazioni naturali. In diritto romano la novazione si realizza esclusivamente per stipulatio. Il diritto tardo afferma che non si ha novazione senza precisa volont di compierla delle parti (animus novandi), restando per la forma dell'aliquid novi. Compensazione: causa di estinzione per motivi processuali. Il dato di fondo la compresenza di rapporti obbligatori a parti invertite tra gli stessi soggetti. La via da percorrere per ottenerle sempre e solo quella processuale, ed legata a casi specifici. Nei iudicia bonae fidei rimessa alla discrezionalit del giudice; costretto ad agire con compensazione era il banchiere se era debitore del convenuto (doveva diffalcare nell'intentio quanto gli doveva); il bonorum emptor doveva agire sempre deducendo quanto egli doveva in forza della successio al debitore dell'esecutato (la deductio andava nella condemnatio) e in questo caso la deductio pu intercorrere anche tra rapporti di natura non omogenea; Marco Aurelio d un'exceptio doli nei giudizi di stretto diritto per operare la compensazione, ma dubbio; Giustiniano comunque la ammette sempre purch sia di rapida accertabilit e non si tratti di un giudizio di deposito. Contrarius consensus: se interviene a prestazioni ineseguite estingue ipso iure le obbligazioni da contratti consensuali. Litis contestatio: estingue ipso iure le obbligazioni sostituendone quella processuale. Confusione: estingue ipso iure quando le qualit di creditore e di debitore si riuniscono nel medesimo soggetto. Concorso di cause: quando il creditore riceve il dovuto, anzich a titolo di pagamento, da altri e per altra causa. Impossibilit sopravvenuta. Morte e capitis deminutio: la morte ha vari effetti a seconda del contratto o del rapporto intercorrente. La capitis deminutio del debitore estingue civilmente l'obbligazione che sopravvive per sul piano pretorio; per le due capitis deminutiones maggiori si pu agire contro coloro ai quali sono pervenuti i beni, in caso di capitis deminutio minima esperibile contro l'arrogato e la donna in manus un'azione utile come se non fosse avvenuto un mutamento. La minima dell'autore di un misfatto rende nossale l'azione che prima era diretta. In diritto giustinianeo nessun effetto estintivo gioca il cambiamento dello status familiare. Prescrizione: per le azioni pretorie. Transazione: nell'assetto del diritto tardo modo di estinzione autonomo Estinzione a titolo di pena: si riscontra in et classica per il creditore, ad esempio, che si soddisfa in autodifesa impossessandosi dei beni del debitore ( un decreto di Marco Aurelio); oppure la cessione del credito ad un potens.

SUCCESSIONI L'inserimento di un nuovo centro d'imputazione con riguardo ad un intero patrimonio o ad una frazione ideale detto successio in universum ius, contrapposto alla successio in singulas res ove sostituita la riferibilit di un diritto precisamente enucleato. La successione mortis causa prevede i momenti, di progressione logica e non sempre cronologica di: morte delazione subentro. La delazione un termine che indica il dato di una successione aperta e quindi di un'eredit acquisibile, e ve ne sono due tipi: delazione testamentaria: se connessa ad un atto a causa di morte riferibile al de cuius che designa in via automatica la destinazione dell'eredit delazione ab intestato (legittima o ex lege): allorch l'ordinamento che individua le persone e stabilisce l'ordine di preferenza dei successibili Caratteristiche delle delazioni sono: 1) inammisibile una delazione collegata ad atti diversi dal testamento 2) impossibile la concorrenza delle due delazioni, l'una esclude l'altra: se non viene distribuito tutto il patrimonio nel testamento, il restante si distribuisce tra coloro che gi sono stati istituiti eredi nello scritto, e non va agli eredi ab intestato 3) inizia dal momento della morte con il testamento, a meno che non sia posta una condizione; con la successione ab intestato vale dal momento della morte o dal momento in cui certa l'inoperativit del testamento 4) la delazione virtualmente perpetua per diritto civile, mentre nella successione testamentaria pu essere fissato un termine, in genere di cento giorni, con la cretio perfecta; il pretore pu imporre un tempo per deliberare al delato per non far attendere troppo a lungo i creditori ereditari, considerando il silenzio come un rifiuto 5) se l'acquisto presuppone un'accettazione (aditio) la delazione non si trasmette n ai suoi eredi n ad altri 6) nella successione testamentaria se vi sono altri istituiti che adiscono la quota spettante si accresce in misura proporzionale a quella dei primi 7) in caso di successione ab intestato accettazione e rinuncie provocano vari accrescimenti in parti uguali 8) morte o rifiuto di tutti i chiamati ab intestato rendono per ius civile l'eredit vacante ACQUISTO DELL'EREDITA' Presupposti per la capacit a succedere (per testamento): la testamenti factio (capacit di ricevere per testamento) deve sussistere nei tre momenti della redazione del testamento, della delazione e dell'acquisto pu succedere per testamento il cittadino romano sui iuris servi e filii familias possono essere scritti eredi: se sono istituiti da un estraneo l'uno e l'altro possono accettare previo ordine del pater che eredita in persona propria non possono succedere i postumi alieni e le personae incertae, nonch eretici e vedove rimaritate entro l'anno Requisiti per succedere ab intestato: la capacit riconnessa ad un vincolo parentale ed richiesta ininterrottamente dal momento della delazione a quello dell'acquisto possono succedere i postumi sui, esclusi sono i medesimi della delazione testamentaria Col termine capacitas si parla di coloro che presentano non i requisiti di diritto civile ma dei requisiti aggiuntivi richiesti da leggi speciali. Alcune leggi (Furia testamentaria) vietano i legati troppo grandi, altre (Iulia et Papia) negano la capacitas per motivi di politica demografica ai caelibes (uomini e donne non in matrimonio), agli orbi (coniugati senza prole), ai patres solitarii (vedovi e divorziati senza figli), ai coniugi senza prole comune nei rapporti successori reciproci. Prive di capacitas erano anche le feminae probrosae (donne infami). Ci che non acquistavano gli incapaci diventava caducum e spettava ai coeredi dei figli, ai legatari e fedecommissari con figli o allo Stato. Giustiniano abolisce il regime caducario mantenendo solo le feminae probrosae. Impossibilitati a succedere erano gli indegni, cio chiamati all'eredit macchiatisi di colpe specifiche, in genere nei confronti del de cuius: essi pur potendo accettare non possono trattenere a s l'eredit perch avocata dall'erario. L'indignitas si determina al momento della delazione e non contempla acquisto parziale. Forme: l'acquisto dell'eredit pu avenire ipso iure o subordinato ad un atto giuridico. Acquistano ipso iure: gli heredes necessarii: il servo manomesso e al contempo istituito erede dal padrone, egli libero ed erede indipendentemente dalla volont gli heredes sui et necessarii: sono i sottoposti alla potest dell'ereditando che diventano sui iuris. Tuttavia il pretore concede loro possibilit di astenersi (ius abstinendi), senza cancellare loro il titolo di eredi Tutti gli altri si chiamano heredes extranei o voluntarii: acquistano solo compiendo un atto di accettazione (aditio) che pu essere formale (cretio) o meno (pro herede gestio): cretio la solenne dichiarazione di accettare l'hereditas resa dal chiamato; la cretio l'unica via d'acquisto se perfecta, cio imposta dal testatore a pena di diseredazione

se vi cretio imperfecta (cio silenzio sul punto) bastevole anche il compimento di qualunque atto che palesi un'univoca volont in ordine all'acquisto, la pro herede gestio, che pu essere anche una mera espressione verbale priva di solennit (nuda voluntas).

Nel diritto postclassico tutti gli heredes acquistano solo in forza di una manifestazione di volont; in diritto giustinianeo si afferma che i sui et necessarii diventano eredi automaticamente salvo il ius abstinendi, facendo venire meno il loro titolo di erede se la situazione impregiudicata. Nuda voluntas e pro herede gestio sono i modi di adizione degli eredi estranei, mentre vincolati all'acquisto restano i servi heredes necessarii. Altri modi per acquistarla sono l'usucapio pro herede e l'in iure cessio del delato ex lege prima dell'accettazione. Effetti: l'effetto principale la confusione dei patrimoni. L'heredes suus et necessarius immischiato con atti di gestione e l'extraneus che avesse adito, se minori di 25 anni, potevano ottenere dal pretore la restitutio in integrum (propter aetatem); per benevolenza gli imperatori la concedevano anche per errori giustificabili agli adulti (propter errorem). Nel diritto giustinianeo si inserisce l'accettazione con beneficio di inventario. I creditori del defunto potevano chiedere la separazione dei patrimoni per ottenere una soddisfazione privilegiata rispetto a quella dei creditori dell'erede Difesa: se un qualcosa posseduto da un non erede, quello vero pu agire con le normali azioni che sarebbero spettate al proprietario. Se il possessore si ritiene erede (possessor pro herede) l'azione esperibile quella posta a presidio dell'effettivit dell'acquisto ereditario, chiamata hereditatis petitio. Inizialmente si usava la legis actio sacramento in rem, poi l'agere in rem per sponsionem e l'agere per formulam petitoriam, permettendo di partecipare al giudizio anche a chi possedeva senza alcun titolo (possessor pro possessore), che nella formula con sponsio semplicemente si difendeva con il principio dell'intangibilit del possesso ove non sia provato un titolo poziore (che spettava al reclamante erede); nel secondo caso l'attore assumeva l'onere di provare che l'eredit fosse sua. Poteva essere convenuto anche chi avesse perso il possesso o cessato con dolo di possedere. Per evitare la condanna pecuniaria il soccombente doveva riconsegnare la cosa cum causa rei (la cosa con il corredo di risorse), dovendo restituire anche i frutti ancorch in buona fede e cos tutti gli arricchimenti legati all'hereditas (concepita come un'universitas). Con l'actio familiae erciscundae ognuno dei coeredi pu provocare il venir meno della comunione ereditaria: l'arbitro deve liquidare a ciascuno la sua quota di spettanza. Debiti e crediti rimangono invece sempre pro quota, salvo che l'arbitro sia costretto a ridistribuirli nell'aggiudicare i beni. L'azione reca l'adiudicatio, mista e di buona fede. BONORUM POSSESSIO Mentre il diritto civile prevede ipotesi di acquisto automatico dell'eredit, la bonorum possessio bisogna sempre chiederla attraverso l'agnitio bonorum possessionis: chi ne beneficia inoltre ottiene sui beni ereditari non un diritto reale ma un possesso qualificato, in cui introdotto tramite l'interdictum quorum bonorum (che adipiscendae possessionis) eventualmente reintegrato con un'azione simile alla Publiciana e che decorso un anno (perch pro herede) porter all'usucapio. Ve ne sono tre tipologie: Bonorum possessio contra tabulas: il presupposto un testamento dove non si menzionano discendenti del testatore (praeteritio): costoro sono legittimati a chiedere il possesso dei beni Bonorum possessio secundum tabulas: presupposti sono la mancata richiesta in certi termini e l'essere istituiti eredi in un testamento che, pur non civilmente valido, presenti i requisiti della scrittura e dei sette testimoni Bonorum possessio sine tabulis: presupposti sono la mancata richiesta in certi termini, nonch un'aspettativa successoria ab intestato fondata quanto meno sul diritto onorario. La possono domandare gli eredi delle XII tavole e altri soggetti legati al de cuius da vincoli di sangue o coniugio, che il pretore riconosce a fini successori. La bonorum possessio ha quindi queste funzioni: 1) adiutoria: Tizio unico erede in un testamento regolare, ma i beni sono nel possesso pro herede di Caio. Tizio pu chiedere la hereditatis petitio ma anche la b.p.secundum tabulas e ottenuta, esperire l'interdictum quorum bonorum (tutela pretoria si somma alla civile) 2) suppletiva: Tizio muore senza testamento lasciando un fratello e la madre sposatasi sine manu che non potrebbe essere erede. Il pretore le concede la b.p.sine tabulis inserendola in una classe successiva a quella degli agnati, per cui pu ereditare solo se non la chieda il fratello, per evitare di nuocere chi ha un titolo di origine civile (integrazione) 3) correttiva: Tizio muore lasciando testamento civimente invalido perch non vi fu nuncupatio, ma con i requisiti minimi richiesti dal pretore in cui istituisce l'amico Caio. Per diritto civile l'hereditas spetta a Sempronio, zio paterno di Tizio, secondo la successione ab intestato. Tuttavia la b.p.secundum tabulas viene prima della sine tabulis quindi i termini a favore di Caio si aprono prima e pu precedere l'agnato. In quest'ultimo caso tuttavia l'erede legale poteva intentare l'hereditatis petitio e riottenere il possesso (bonorum possessio sine re, senza effetto, perch non vi usucapione). Interventi imperiali invece danno tutela all'ordine edittale. Il bonorum possessor non erede, ma loco heredis, comunque pu esigere i crediti del de cuius, mediante formule fittizie, ed essere convenuto per i debiti. E' un sistema privo di blocchi perch costruito sul principio della successione nella delazione. SUCCESSIONE AB INTESTATO Si ritiene, con vari dubbi, che la successione testamentaria gi all'epoca delle XII tavole fosse preminente rispetto a quella ab intestato. L'ordine delle successioni legittime : I) Sui heredes: sono i discendenti in potest del de cuius (compresi adottivi e moglie in manu) che alla morte diventano sui iuris. L'eredit tra figli e figli si divide per capi, mentre per stirpi quando vi la successio in locum a favore dei discendenti dei figli maschi premorti al de cuius, o -lui in vita- usciti dalla famiglia per capitis deminutio. La divisione eventuale, stante il consortium. E' ammesso a succedere il postumus suus, il gi concepito al momento della delazione che se nato sarebbe entrato in sua potest, altrimenti postumus alienus, escluso anche dalla vocazione testamentaria. II) Agnato prossimo: il collaterale in linea maschile non capite deminutus pi vicino. Se ci sono pi agnati dello stesso grado si divide per capi, altrimenti non opera mai la rappresentazione. Le donne ereditano solo se di grado fino al secondo (sorelle). L'agnato prossimo erede estraneo e acquista se adisce e il rifiuto non giova all'agnato successivo n ai gentili. III) Gentili: se non c' nemmeno l'agnato, ma un diritto che decade. Le successioni pretorie (bonorum possessio sine tabulis) nasce dal I secolo a.C. destinato a porre rimedio alle iniquit del regime civilistico, che tende a valorizzare il mero legame di sangue e il vincolo coniugale. Vi sono quattro ordini di delati: I) Unde liberi (dei discendenti): presuppone un ereditando di sesso maschile e include, oltre ai sui heredes, i discendenti non adottivi emancipati e quelli dati in adozione sempre che sui iuris al momento della chiamata. E' operativa la successio in locum e presupposto la rinuncia del chiamato. L'emancipato per poter concorrere con i sui deve conferire la propria massa patrimoniale, che andr divisa tra tutti i successori lui compreso (collatio bonorum); cos la figlia sposatasi non in manu deve apportare il credito relativo alla dote fornitale II) Unde legitimi (dei successori per legge): coloro che il diritto civile considera eredi. Quindi i sui, gli agnati maschi e le sorelle consanguinee. Qui si trova anche l'ascendente che emancip il sottoposto mentre cessano di figurarvi i membri della gens; non c' rappresentazione. III) Unde cognati (dei parenti di sangue): si fonda sul vincolo di parentela in quanto tale: ci saranno i figli e gli ulteriori discendenti, i genitori, gli avi e i proavi, i collaterali (entro il sesto grado). Non opera rappresentazione. IV) Unde vir et uxor (del marito e della moglie): unico appartenente il coniuge dell'ereditando. Quindi la classe dei liberi ammette la successio graduum (a rifiuto il tempo riparte a vantaggio del successivo chiamato) e la successio ordinum (se una classe non esprime alcun bonorum possessor si passa a quella dopo); la classe dei legitimi segue i criteri del diritto civile e quindi esclude la successio gradum (ma non quella ordinum, a vantaggio dei cognati). Alcune riforme imperiali modificano ulteriormente l'ordine: Senatoconsulto Tertulliano: rende la donna madre (sui iuris e dotata di ius liberorum) erede civile del proprio figlio meramente cognato, e pure se illegittimo, quindi divenne preceduta solo dai successori del figlio rientranti nell'ordine dei liberi, dal padre e dal fratello consanguineo, divideva a met con le sorelle. Senatoconsulto Orfiziano: conferisce uguale titolo civile al figlio anche illegittimo nella successione alla madre: il primo erede della donna, ma non ammessa rappresentazione. Pu ereditare dalla madre anche il figlio alieni iuris, caso unico di eredit a persona non giuridicamente autonoma, per cui necessaria comunque l'adizione dell'avente potest.

Entrambi i senatoconsulti prevedono la successione nella delazione. Giustiniano delinea una figura definitiva, stabilendo principi di regola la successione nella delazione e abolendo, a parit di ordine e grado, ogni distinzione tra maschi e femmine e fra agnati e cognati I) discendenti: la successio in locum opera sempre II) ascendenti: dividono sempre con i fratelli germani (se vi linea paterna e materna ricevono la met indipendentemente dal numero). Se ereditano con i fratelli gli ascendenti ricevono quota uguale a quella dei collaterali III) fratelli consanguinei e uterini (solo padre o madre in comune): la rappresentazione opera solo a favore dei figli IV) tutti gli altri collaterali secondo la prossimit di grado V) coniuge (supposta perch non se ne parla FORME TESTAMENTARIE Il testamento istituisce l'erede in maniera imprenscindibile, e altre figure. I testamenti pi antichi sono: testamentum calatis comitiis (a comizi convocati): si faceva davanti al popolo convocato due volte l'anno testamentum in procinctu: si faceva davanti all'esercito in armi schierato per la battaglia Erano forme di difficile utilizzo: la giurisprudenza pontificale cerc di ovviare con la mancipatio familiae che consisteva di trasmettere col rituale della mancipazione il patrimonio ad una persona di fiducia, il familiae emptor, dichiarando contestualmente la destinazione che il mancipio accipiens avrebbe dovuto dare ai vari beni. Questo negozio diede poi origine al testamentum per aes et libram che rimase per lungo tempo l'unico negozio testamentario: qui il familiae emptor non ha alcun ruolo sostanziale ed solo un figurante. L'effettiva destinazione del patrimonio contenuta nelle tavole in cui quello fa riferimento nella dichiarazione solenne (nuncupatio), che pu eventualmente esporre il tutto con mancanza di tavole (testamento orale). Altri testamento il testamento pretorio, che un testamento non valido per diritto civile che per presentava il requisito dei sigilli di sette testimoni ISTITUZIONE DI EREDE Non si d efficacia al testamento senza istituzione di erede; l'istituzione di erede deve precedere tutte le altre disposizioni; il vizio o l'inefficacia della istituzione di erede coinvolge nella sua sorte negativa tutte le altre disposizioni. La nomina dell'erede va disposta in forma solenne con parole imperative e dirette. Costantino elimina il formalismo e ammette qualsiasi parola dal senso univoco. L'erede doveva essere all'inizio del testamento, tuttavia la giurisprudenza tese a salvare sempre pi anche figure precedenti. L'istituzione di erede poteva: essere sottoposta a condizione sospensiva la condizione impossibile o illecita si aveva come non scritta non era ammesso il termine n iniziale n finale si poteva collegare un modus essere ex asse (universale) o ex parte (una quota), altrimenti si divide in parti uguali, e il residuo accresce, se supera si riduce proporzionalmente essere specifica su una cosa determinata, cercando di rispettare la volont in sede di divisione ereditaria (mentre originariamente si propendeva per la nullit) Sostituzioni: sostituzione volgare: crea un grado di vocazione ereditaria in subordine a quella dell'istituito, per il caso che non possa o non voglia accettare. Se l'istituzione prima accompagnata da cretio che non recola clausola di diseredazione il delato di partenza pu con la pro herede gestio ottenere la met della quota di propria vocazione sostituzione pupillare: presuppone l'istituzione di un heres suus impubere in potest del testatore. Il pater istituisce un erede al discendente per il caso che questi gli diventi erede ma muoia prima di aver raggiunto l'et pubere, che gli avrebbe consentito di testare. Sostituzione quasi pupillare o esemplare: istituto di matrice giustinianea per cui l'ascendente di un mentecatto, anche pubere, pu, istituendolo erede nominare un sostituto per il caso che muoia malato di mente SUCCESSIONE NECESSARIA O CONTRO IL TESTAMENTO Il diritto civile tutelava i sui heredes nel senso che se non venivano istituiti eredi dovevano essere esplicitamente diseredati: non era consentito passarli sotto silenzio (praeteritio). La preterizione del figlio (che dev'essere diseredato nominalmente) rende il testamento nullo, anche nel caso che premuoia; la preterizione dei ceteri sui non inficia l'atto ma fa s che si aggiungano agli eredi scritti: divideranno in parti uguali se questi ultimi sono pure dei sui, otteranno met in concorso con istituiti estranei: coloro che ne beneficiano rispondono dei legati come gli eredi testamentari. Anche i postumi sui vanno istituiti o diseredati: se il postumo nasce vivo il testamento si annulla. Ai soggetti preteriti illegittimamente il pretore viene in soccorso promettendo la bonorum possessio contra tabulas, estendendo il beneficio anche ai discendenti nella classe unde liberi: anche gli emancipati sui iuris e i dati in adozione sui iuris non possono venire trascurati, ma hanno solo titolo pretorio. Gli effetti di questo possesso contro le tavole sono: il testamento cade e apre la successione intestata se un figlio heres suus preterito gli effetti sono uguali a quello del diritto civile se sono preteriti una figlia o discendente oltre il primo grado e sono istituiti degli estranei a questi ultimi non tocca nulla, mentre avrebbero conseguito met dell'asse con il diritto civile. Antonino Pio stabil che per figlie preterite esse non potessero ottenere pi di quanto sarebbe spettato loro iure civili per accrescimento per essere efficace la diseredazione dei maschi va sempre nominalmente, quella delle femmine inter ceteros, indipendentemente dal grado di parentela (Giustiniano stabil che la diseredazione dovesse essere sempre nominale e la preterizione di chiunque invalidasse le tavole) Tuttavia rimaneva possibile creare un testamento perfetto e non far giungere nulla ai figli: ci non era ritenuto accettabile perch il testatore non rispettava l'officium pietatis, cio il dovere d'affetto verso i parenti pi prossimi. Per risolvere giuridicamente si utilizza un artifizio, cio che il testatore sia affetto da pazzia, poich solo un insano potrebbe senza valida causa allontanare i congiunti dal testamento. Si produce la querela inofficiosi testamenti: un'azione esperibile al tribunale dei centumviri, la quale permette di attaccare il testamento allegandone l'inofficiosit nelle forme della legis actio, sopravvissute alla lex Iulia iudiciaria. Legittimati all'azione inizialmente erano decisi secondo canoni non rigorosi, dal III d.C. La si limit ai discendenti, agli ascendenti e ai fratelli e sorelle. Si stabil inoltre che non potessero intentare la querela coloro che avevano ricevuto a vario titolo almeno un quarto di quanto sarebbe toccato loro ab intestato. Da questo criterio prese corpo il concetto di quota legittima o riserva (pars legitima, portio debita) identificabile in una frazione dell'asse di cui non si poteva disporre a favore di estranei. Nel tardo classico nascono anche la querela inofficiosae donationis e la querela inofficiosae dotis che annullavano doti e donazioni che intaccavano la legittima. Giustiniano sistem con alcuni provvedimenti: si poteva chiedere solo l'integrazione della quota (actio ad implendam legitimam) se si riceveva meno del quarto port il quarto al terzo se gli aventi diritto non erano pi di quattro e alla met in caso di numero maggiore, precisando che doveva essere in propriet piena specific che ascendenti e discendenti non potevano essere esclusi se non per specifiche cause di ingratitudine tassativamente elencate l'inottemperanza a tali disposizioni fa cadere le istituzioni di erede con subentro degli ab intestato ma lascia salve le altre disposizioni INEFFICACIA DEL TESTAMENTO Cause originarie: difetto di capacit del testatore (no testamenti factio attiva): bisogna essere liberi, cittadini, sui iuris, puberi, sani di mente, non sordi o muti, non interdetti rispetto ai beni. E' invalido il testamento del servo, del figlio (prima del peculio), dell'impubere (anche se c' auctoritas tutoris e se quando muoiono sono puberi); la donna sui iuris testa con l'autorizzazione del tutore invalido il testamento del prigioniero di guerra, se redatto in patria salvo il testamento del furiosus valido solo se fatto in un momento di lucidit vizi formali: relativi alla forma esterna o interna cause sopravvenute: quelle che rompono il testamento (nascita di un postumo) e quelle che lo rendono irrito (capitis deminutio del testatore) il testamento posteriormente fatto invalida quello precedente non incidono sulla validit le cause di inefficacia legato al mancato avveramento di una condizione o la mancata accettazione

Il testatore pu sempre revocare il testamento. L'atto mortis causa revocato solo da un successivo testamento valido, ancorch inefficace. Si possono revocare senza problemi le altre disposizioni a titolo particolare e il testamentum militis. Se il testamento viene distrutto dal testatore il pretore non concede agli eredi la bonorum possessio secundum tabulas, ammettendo i successori ab intestato con difesa dell'exceptio doli contro le pretese dei chiamati testamentari. LEGATI Il legato pu essere gravato da un modus: il peso non pu mai comportare per che il legatario esborsi del suo e non risponde mai dei debiti ereditari. Per l'efficacia del legato occorre che sia valido il testamento: bisogna che l'onorato abbia testamenti factio passiva, che il legato sia imposto in forma solenne. Vi furono svariate leggi per limitare l'apposizione di legati, la soluzione venne dalla lex Falcidia: non si poteva legare pi di tre quarti dell'asse ereditario e i legati di ammontare superiore si riducono proporzionalmente. Dies cedens: identifica il momento in cui sicuro che se operata l'aditio da parte dell'erede l'onorato acquister il legato. Cos se il legatario muore dopo il giorno, il suo diritto si trasmette agli eredi (se aditto). Dies veniens: coincidono con l'adizione da parte dell'erede, trasforma l'aspettativa in acquisto del diritto reale o di credito. La giurisprudenza identifica quattro tipi di legati: legatum per vindicationem (per rivendica): ha effetti reali, e l'onorato pu rivendicare la cosa: oggetto pu essere solo una cosa in propriet del testatore legatum per damnationem (imposizione): ha effetti obbligatori, al dies veniens al legatario sorge un credito verso l'erede; l'onorato pu esigerla con l'actio ex testamento: e l'erede dovr procurarsela se non sua e trasmettergliela legatum sinendi modo (con ingiunzione di permettere): ha effetti obbligatorio, pu avere oggetto solo beni del testatore e il legatario difeso da un'azione personale legatum per praeceptionem (per acquisto preventivo): inizialmente poteva essere disposto solo per il coerede che otteneva il bene nel giudizio di divisione ereditaria (legatum partitionis [di spartizione ereditaria]: in base ad esso l'erede tenuto a trasmettere al legatario una frazione dell'asse, non passandogli per crediti e debiti, pertanto si risolve con stipulazioni il passaggio dei vari) Col tempo i vari legati perdono distinzione e i loro caratteri. Il sinendi modo divenne simile al legatum per damnationem con un obbligo di dare, e quello per praeceptionem lo assimilava al per vindicationem. Il s.c. Neroniano salvava l'invalidit dei legati convertendoli nella disposizione idonea. Il legato per damnationem divenne una sorta di categoria unificante. Costantino abolisce per i legati ogni sorta di formalismo restando solo la differenza tra legato con effetti obbligatori e reali. DONAZIONI La donazione pi che come contratto si appalesa come una causa negoziale che caratterizza atti e negozi che si prestano ad assumere tale causa, o perch astratti o perch a causa variabile, o perch idonei a colorarsi anche di tale risultato (edificazione nel suolo altrui): quindi non c' un'azione specifica nella donazione, che si concretizza nell'actio o nell'exceptio che tutela l'atto. Una legge Cincia vietava le donazioni oltre un certo valore, tranne per persone legate da vincoli vari (personae exceptae): tuttavia era una lex imperfecta che non comportava invalidit n sanzioni per l'atto. Sar il pretore che conceder exceptio e replicatio a tutela del donante. Si distinguono quindi due casi: donatio perfecta: la donazione stata effettuata e quindi inattaccabile, cio se il donatario per ottenere il beneficio non ha bisogno di mezzi giudiziari donatio imperfecta: non compiuta sul piano effettuale e pu essere bloccata, qualora il donatario debba attivarsi per ottenere la cosa, potendo per essere bloccato. La morte del donante rende perfecta la donatio perch gli eredi non possono esperire i due rimedi. Costantino modifica l'atto e lo rende un negozio tipico e solenne con effetti irrevocabili sul piano traslativo una volta che gli adempimenti siano effettuati. Giustiniano stabilisce che solo sopra una certa somma siano necessari gli atti scritti e la registrazione; inoltre rende non necessaria la traditio sorgendo in capo al donatario direttamente il diritto a ottenere la propriet tutelato da azione personale.

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