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CAP.1
1.1. Un po' di storia:
Il tema della valutazione è stato oggetto negli ultimi anni di un’attenzione crescente nell’ambito
delle scienze sociale e anche il servizio sociale sta guardando oggi con grande interesse a questa
materia. La valutazione è la dimensione che dovrebbe accompagnare il processo metodologico che
ha un proprio spazio scientifico, sia come premessa per la costruzione del progetto, dopo l'analisi
della situazione, sia come verifica intermedia e finale durante l'attuazione del progetto stesso. Per
ripercorrere la storia della valutazione faremo riferimento un saggio di Albaek che individua le
tappe più significative dell’evoluzione di questa attività. La prima traccia scritta di valutazione
secondo l'autore risale alla Bibbia, possiamo affermare che la valutazione è un aspetto
connaturato al genere umano in quanto “forse è caratteristica più decisiva che ci differenzia dalle
altre creature viventi non solo noi siamo consapevoli delle cose ma vi riflettiamo sopra e
attribuiamo adesso valore”. Sebbene la storia della valutazione a prenda le mosse da molto
lontano, è negli Stati Uniti intorno agli anni 60, che si è sviluppata in termini di campo d'azione
virgola di definizione delle sue basi teoriche e metodologiche oltre che di costruzione di una
disciplina professionale. Da questo contesto negli ultimi 30 anni le nazioni europee hanno
guardato gli Stati Uniti come orientamento per lo sviluppo di istituzionalizzazione della
valutazione. Gli anni 60 sono stati caratterizzati in America e in Europa da una crescita economica
tanto significativa da permettere di orientare le risorse verso la costruzione in un welfare state
caratterizzate dal sogno di sviluppare prosperità, benessere e giustizia sociale. In questo periodo ci
si rese conto che mancava una conoscenza ben radicata su cosa fare. Sono stati perciò sviluppati
metodi orientati dai paradigmi positivistici per rendere possibile la valutazione dell’efficacia e
dell’efficienza, oltre che offrire linee guide per sviluppare controllare le attività.
Negli anni 70 in concomitanza con la crisi petrolifera sia iniziato a parlare di crisi di welfare state
che ha comunque continuato a crescere e consolidarsi assumendo prospettive meno utopistiche.
In quell'epoca intorno alla valutazione sono maturati interessi di tipo accademico e professionali, i
quali si sono focalizzati sui processi di implementazione come precondizione di efficacia anche in
relazione alla sempre più evidente difficoltà di misurare gli output e all’impatto dei programmi
sociali. Emergeva la necessità da parte degli operatori sociali di conoscere quello che accadeva
intorno al processo, che cosa cioè porta a raggiungere gli effetti sperati. E così nella valutazione è
stata introdotta una dimensione di “ricerca formativa” e il ricercatore ha assunto il ruolo di
consulente. È stato altresì individuato nei processi decisori la presenza di diversi interessi talvolta
anche in conflitto tra loro, per cui sono stati messi a punto metodi che tenessero conto della
natura politica della valutazione. Si possono così trovare metodi che rifiutano di confrontarsi con il
problema degli scopi e degli interessi complessivamente intesi e metodi basati sugli stakeholder
che tengono invece conto in tutto o in parte dei diversi processi in gioco.
Gli anni 80 vedo la perdita del dinamismo del welfare state e l'avvento di un periodo caratterizzato
da riforme e tagli nel settore pubblico. La valutazione assume un orientamento top down che
sempre di più la incorpora dentro allo standard di controllo e procedure di budget. Nello stesso
tempo emergono considerazioni relative alla necessità di sviluppare autodeterminazione ed
empowerment nei clienti perché solo aiutandoli a formulare attivamente richieste sulla base dei
loro bisogni ed il loro per premesse, si ritiene di poter attivare un reale processo di soluzione dei
problemi.
Nel periodo che va dagli anni 90 a oggi, si continuano ad approfondire le difficoltà conseguenti alla
crisi del welfare istituzionale, si predispongono progetti volti a stabilire criteri e metodi che
consentiranno di valutare risultati monitorando in particolare l'efficienza amministrativa, la
produttività dei servizi e la loro capacità di mettere l'utente al centro dei processi di aiuto. Sulla
scena sociale si affacciano nuovi problemi con il passaggio a una società preindustriale, si
ipotizzano nuovi modelli di sviluppo sociale, il tema della complessità diviene il leitimotiv in diversi
campi di studio. Diversi attori devono essere messi in grado di dialogare tra loro e la valutazione si
fa meno oggettiva e più il più partecipata. I tagli alla spesa pubblica e la logica di aziendalizzazione
richiedono un' attenzione costante alla qualità affinché non prevalgano criteri puramente
economici che possono mettere in secondo piano le ragioni etiche e professionali. In molti paesi
nascono esperienze significative e si organizzano centri di studio e di ricerca per la valutazione.
Altre esperienze nascono con un forte radicamento nel contesto nazionale, come le unità di
ricerca e sviluppo dell’esperienza svedese. Si tratta di circa 30 equipe in cui sono presenti
ricercatori dell'università e assistenti sociali che provengono dal mondo di lavoro, finanziate sia dal
governo centrale che dalle province e dei comuni. Le unità operano a livello municipale e hanno
l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi. Coordinano diversi progetti di valutazione, sia su
indicazione degli enti locali, sia su richiesta degli operatori. Altrettanto interessante è l’esperienza
filandese che ha come obiettivo quello di sviluppare metodi per valutare i servizi sociali,
provvedere a ricerca valutative in questo settore, implementare la capacità valutative nei
professionisti di servizi sociali. Per quanto riguarda il contesto italiano dobbiamo ricordare
l'associazione italiana di valutazione che promuove i momenti di formazione e di scambio in cui
soci sono impiegati attivamente in progetti di valutazione a livello più generale di politiche ed i
servizi sociali, nonché la Fondazione Zancan che stanno affrontando con sempre maggiore
attenzione il tema della valutazione anche nel servizio sociale professionale.
CAP.7