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Introduzione
Governare la complessità
Negli ultimi anni, il concetto di governance è diventato il tema centrale delle realtà
organizzative, come nuovo modello gestionale in grado di offrire una migliore gestione
dei diversi ambienti operativi.
La governance delle strutture organizzative si applica sia al settore delle imprese
private che al settore pubblico.
I processi di innovazione e riorganizzazione di tuH i se?ori produHvi, quindi, passa
oggi a?raverso la governance.
Appare, dunque, di fondamentale importanza capire come concretamente essa possa
trovare applicazione in un modello organizza<vo e, sopra?u?o, qual è il suo impa?o sui
sistemi di governo aziendale.
Si tra?a di un conce?o complesso e di non facile definizione.
La governance pubblica
Il corso avrà ad ogge?o principalmente la governance pubblica che pone le basi per un
nuovo inquadramento teorico del governo e del funzionamento delle is<tuzioni
pubbliche.
La governance delle is<tuzioni pubbliche incide tanto sui meccanismi di
funzionamento interno che sulle relazioni con l’esterno, poiché en< ed
amministrazioni sono chiamate a rapportarsi in modo completamente rinnovato con la
realtà sociale, economica e poli<ca in cui operano, per svolgere la propria specifica
missione is<tuzionale e per raggiungere gli obieHvi di interesse pubblico.
Le dinamiche del cambiamento
Per comprendere come si è giun< a questa innovazione occorre indagare le dinamiche
evolu<ve di riforma che hanno interessato le is<tuzioni pubbliche e che hanno avviato
il processo di cambiamento ancora in a?o, che rifle?e l’evoluzione del ruolo dello Stato.
A seguito della globalizzazione economica che ha determinato la creazione di nuovi
asseH poli<ci a livello internazionale, si è assis<to ad un radicale cambiamento delle
vecchie prospeHve degli sta< nazionali democra<ci.
Il cambiamento sociale e l’incapacità delle is<tuzioni poli<che di sintonizzarsi con la
rapidità delle trasformazioni della società ha determinato una crisi del conce?o stesso
di Stato.
La governance si inserisce in questo profondo cambiamento per ovviare alle nuove
esigenze di partecipazione e cooperazione necessari nei nuovi contes< socioeconomici.
Si tra?a di un conce?o nato nel contesto dell’analisi economica e ada?ato alla scienza
poli<ca.
Cos<tuisce in specie una integrazione del New Public Management.
Le implicazioni della governance
La creazione dell’impianto teorico della governance detrmina un vero e proprio
cambio di paradigma all’interno del quale viene dato risalto ai seguen< elemen<:
• l’esercizio del potere è funzionalizzato alla creazione del “consenso sulle scelte di
poli8ca pubblica”;
• vi è un elevato numero di a?ori coinvol< nella dinamica di esercizio del potere;
• l’a?enzione non si pone più solo sul risultato ma anche sul processo che conduce
all’output e all’outcome, ovvero sull’impa?o della poli<ca pubblica in termini di
creazione di valore pubblico e miglioramento della qualità della vita sociale e
economica di un determinato territorio;
• si prevede un largo u<lizzo di strumen< informali, come il dialogo, cooperazione,
consultazione, al fine di creare un clima posi<vo per lo sviluppo di partnership;
durature nelle quali vi sia reciproca convenienza nel fare squadra per obieHvi comuni.
Capitolo 1
La burocrazia
Una delle principali soluzioni ai problemi che determina l’organizzazione su vasta
scala di un organismo statale è stato lo sviluppo della burocrazia, definibile come una
struBura sociale formale, razionalmente organizzata, che implica aDvità definite
chiaramente, in cui le varie azioni sono idealmente in relazione funzionale con i fini
dell’organizzazione.
Max Weber sociologo, filosofo ed economista teorizza le caraBerisIche di questa
organizzazione burocraIca elaborando un modello idealIpico che ha stabilito i principi
ai quali essa si deve ispirare.
L’ideal7po di burocrazia secondo Weber
La burocrazia come modello organizzaIvo di Ipo razionale- legale, secondo la
concezione di Weber, è cosItuita da un corpo
di funzionari incardinaI nell’ambito di una struBura suddivisa gerarchicamente tra il
verIce (i leader), il personale amministraIvo ed altre parI interessate (gli utenI, i clienI,
i fornitori, etc.), il cui compito è meBere in opera le decisioni del legislatore ma anche
preservare l’esistenza dell’organizzazione di cui fa parte.
Il rispeBo della legge e della gerarchia salvaguarda infaD la legiDmità del potere
decisionale e del monopolio dell’autorità centrale sul resto del territorio.
Modello piramidale
Il modello idealIpico di burocrazia a piramide di Weber dispone che le finalità
aziendali siano prestabilite dalla norma e dall’uso rigido che se ne fa (normaIva
prescriDva).
La pluralità di ruoli specialisIci richiede, tuBavia, delle forI struBure di coordinamento,
che cosItuiscono la premessa della gerarchizzazione, la quale aumenta in relazione
direBa alla crescita dimensionale dell’organizzazione.
In un modello di questo Ipo la competenza a prendere le decisioni è aBribuita
esclusivamente a livello apicale.
Al middle management è affidato il compito di controllare l’esecuzione precisa delle
mansioni che devono essere svolte dal personale esecuIvo, ossia verificare il rigido
rispeBo delle procedure.
Cri7che al modello weberiano. La posizione di Merton
Merton, rappresentante del cosiddeBo funzionalismo debole, ha soBolineato gli aspeD
di criIcità interni alla struBura burocraIca, elaborando il conceBo di “incapacità
addestrata”, ovvero quella condizione secondo cui la specializzazione professionale
diventa deformazione e cosItuisce un ostacolo al cambiamento.
Con tale espressione, Merton si riferisce alle conseguenze inaBese che possono
presentarsi quando le azioni basate sull’addestramento e l’abilità tecnica, che in
passato avevano dato un risultato posiIvo, possono risultare inappropriate soBo
mutate condizioni.
La posizione di Crozier
Tale resistenza al cambiamento è considerata dal sociologo francese Crozier non tanto
come una “conseguenza inaBesa” dell’organizzazione burocraIca quanto piuBosto
come una sua caraBerisIca prioritaria e struBurale.
Essa deriverebbe da un’autoriproduzione del modello burocraIco che è costruito in
modo da non avere al proprio interno nessuno strumento isItuzionale che le permeBa
di correggersi.
Le fasi di sviluppo dello Stato
L'evoluzione del conceBo di burocrazia è legata alla concezione dello Stato e delle sue
funzioni che di volta in volta si sono modificate nei vari periodi storici.
Tale sviluppo può essere sinteIzzato in quaBro fasi:
- Stato dei diriD formali
- Welfare State
- Stato dei servizi
- New Public Management e Governance.
Capitolo 2
Capitolo 3
Il concetto di accountability
Capitolo 4
Il Rapporto Giannini
1979 – Il rapporto Giannini può essere considerato come il primo documento che ha
posto le basi per la riforma in senso aziendalisDco delle PA italiane.
A questo rapporto sono seguiD il d.lgs. 3 febbario 1993, n. 29 recante
Razionalizzazione dell’organizzazione delle PA e il d.lgs. 12 febbraio 1993 n. 39 recante
Norme in materia di sistemi informaDvi automaDzzaD delle PA che ha avviato il
processo di informaDzzazione pubblica.
Altro documento significaDvo in chiave di aziendalizzazione delle amministrazioni
pubbliche è stato il DPCM 27 gennaio 1994, recante Principi sull’erogazione dei servizi
pubblici.
In oSemperanza alle riforme richieste in ambito comunitario, il conceSo di servizio
pubblico inizia ad essere interpretato in modo oggeTvo, cioè a prescindere da chi lo
eroga (sia esso soggeSo privato o pubblico), a differenza del criterio soggeTvo
uDlizzato in passato.
Il Rapporto sulla condizione delle pubbliche amministrazioni
Con il Rapporto Cassese del 1993 si inizia a parlare di standard qualitaDvi cui tuT i
soggeT erogatori di servizi pubblici dovrebbero adeguarsi.
Per controllare il rispeSo di quesD standard vengono, dapprima isDtuite le prime
Autorità indipendenD e, successivamente, viene emanato il d.lgs. 30 luglio 1999, n. 286
che ha disciplinato appunto la Qualità dei servizi pubblici.
La semplificazione dei procedimen: amministra:vi
• A seguito della legge 241/1990, si è cercato di semplificare e snellire l’aTvità
amministraDva.
• Ne sono esempio le leggi Bassanini del 1997, e il successivo DPR 28 dicembre 2000,
n. 445 recante Disposizioni legislaDve in materia di documentazione amministraDva.
La modifica del sistema dei controlli
Anche il sistema dei controlli è stato uniformato alle logiche di NPM e Governance e
alle necessità di accountability nel seSore pubblico.
In tal senso, successivamente al d.lgs. 30 luglio 1999, n. 286 è stata la riforma BruneSa
di cui al d.lgs. 150/2009 a potenziare la responsabilità della PA verso il ciSadino ad
essere totalmente trasparente, performante e accessibile.
Il codice dell’amministrazione digitale
È in questa stagione di riforme che si inserisce il d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82 recante
Codice dell’amministrazione digitale, che ha reso obbligatoria la riorganizzazione e
l’informaDzzazione delle pubbliche amministrazioni. Codice che è stato modificato in
prima baSuta con d.lgs. 30 dicembre 2010, n. 235, con lo scopo di accelerare la
transizione al digitale, rimasta per lo più inaSuata.
Capitolo 5
La digitalizzazione delle PA
La digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni sta assumendo un ruolo decisivo
nella crescita del paese.Il tema dell’e-government, in specie, ha portato ad una
ridefinizione delle regole di organizzazione del seEore pubblico, nell’oFca di strategie
complessive di innovazione, cui le amministrazioni si rivolgono, al fine di delineare
asseF, sempre più idonei, che consentano di migliorare i procedimenH interni e la
qualità dei servizi erogaH.
Definizione di e-government
Con il termine e-government (governo eleEronico) si intende, infaF, l’uHlizzo delle
moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel processo di
ammodernamento dell’amministrazione nazionale.
L’evoluzione normaAva dell’e-government
Le disposizioni normaHve che si sono susseguite, in materia, prendono avvio, già, dalla
l. del 7 agosto 1990, n. 241, di riforma del procedimento amministraHvo.
Il d.lgs. n. 39, intervenuto il 12 febbraio 1993, ha disciplinato i sistemi informaHvi
automaHzzaH delle pubbliche amministrazioni ed isHtuito l’Autorità InformaHca per
la Pubblica Amministrazione – AIPA (oggi sosHtuita dall’Agenzia per l’Italia digitale).
Queste norme sono state seguite da: la l. del 23 dicembre 1993, n. 547, che ha
introdoEo nel codice penale l’art. 491-bis, concernente le
aFvità di falsificazione del documento informaHco (art. 3), e la l. del 24 dicembre 1993,
n. 537, che ha disciplinato la conservazione dei documenH amministraHvi su supporto
oFco, anche a fini di esibizione, per finalità amministraHve e probatorie (art. 2, comma
15).
La prima legge Bassanini
• La pietra angolare del sistema normaHvo che ha reso possibile l’ingresso, nelle
amministrazioni italiane, degli strumenH tecnico- informaHci è stata la l. del 15 marzo
1997, n. 59, nota anche come legge Bassanini, in cui è contenuta la disposizione
secondo la quale “gli aF, daH e documenH formaH dalla pubblica amministrazione e
dai privaH con strumenH informaHci o telemaHci, i contraF sHpula- H nelle medesime
forme, nonché la loro archiviazione e trasmissione con strumenH informaHci, sono
validi e rilevanH a tuF gli effeF di legge. I criteri e le modalità di applicazione del
presente comma sono stabiliH per la pubblica amministrazione e per i privaH, con
specifici regolamenH da emanare entro centoseEanta giorni dalla entrata in vigore
della presente legge [...]” (art. 15, comma 2).
Nel 1997, la legge Bassanini è stata integrata con il testo del d.p.r. n. 513, recante
criteri e modalità per la formazione, archiviazione e trasmissione di documenH con
strumenH informaHci e telemaHci, a norma dell’art. 15, comma 2, della l. 15 marzo
1997, n. 59, e con il successivo d.p.c.m. 8 febbraio 1999, recante regole tecniche per la
formazione, la trasmissione, la conservazione, la duplicazione, la riproduzione e la
validazione, anche temporale, dei documenH informaHci ai sensi dell’art. 3, primo
comma, d.p.r. 10 novembre 1997, n. 513.
Il codice dell’amministrazione digitale
Il 7 marzo 2005 è stato emanato il d.lgs. n. 82, recante codice dell’amministrazione
digitale, il cui scopo è stato quello di rendere
obbligatoria l’innovazione della PA offrendo, da una parte, ai ciEadini e alle imprese
nuovi diriF di partecipazione telemaHca a tuEe le pubbliche aFvità; dall’altra,
stabilendo che tuEe le amministrazioni debbano organizzarsi in modo da rendere
sempre disponibili le informazioni da esse possedute in forma digitale.
Nel tentaHvo di accelerare il processo di trasformazione e semplificazione dell’aFvità
pubblica, e di adeguare le norme all’evoluzione tecnologica, con il d.lgs. 30 dicembre
2010 n. 235, emanato in aEuazione della delega contenuta nell’art. 33 della l. 18 giugno
2009, n. 69, è stato adoEato il nuovo codice dell’amministrazione digitale, entrato in
vigore il 25 gennaio 2011.
I più recenA intervenA di riforma del CAD
• Da ulHmo, il codice è stato interessato da due ulteriori intervenH correFvi ad opera
del d.lgs. 13 dicembre 2017, n. 217, entrato in vigore nel mese di gennaio 2018 e dalla
recenHssima l. 11 seEembre 2020, n. 120, che ha introdoEo alcune novità in tema di
innovazione digitale.
Capitolo 6
La riorganizzazione delle PA
L’art. 12 del codice de?a le norme generali per l’uso delle tecnologie dell’informazione
e delle comunicazioni nell’azione amministraBva, e ha espressamente stabilito il
principio secondo il quale le pubbliche amministrazioni, nell’organizzare
autonomamente la propria aGvità, uBlizzano le tecnologie dell’informazione e della
comunicazione, al fine di realizzare gli obieGvi di efficienza, efficacia, economicità,
imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione; di garanBre il rispe?o dei
principi di uguaglianza e di non discriminazione; nonché l’effeGvo riconoscimento dei
diriG dei ci?adini e delle imprese in conformità con gli obieGvi indicaB nel piano
triennale per l’informaBca nelle pubbliche amministrazioni.
Il responsabile per la transizione digitale
Per garanBre l’a?uazione delle linee strategiche della riorganizzazione e la
digitalizzazione dell’amministrazione definite dal governo, ciascuna amministrazione
deve individuare al suo interno un unico ufficio dirigenziale generale per la transizione
alla modalità operaBva digitale. La figura del responsabile per la transizione al digitale
è stata introdo?a dall’art. 17 del codice dell’amministrazione digitale, come novellato
dalle ulBme riforme.
Secondo il de?ato normaBvo le pubbliche amministrazioni garanBscono l’a?uazione
delle linee strategiche per la riorganizzazione e la digitalizzazione
dell’amministrazione definite dal Governo.
Per fare questo, ciascuna amministrazione affida a un unico ufficio dirigenziale
generale la transizione alla modalità operaBva digitale e i conseguenB processi di
riorganizzazione finalizzaB alla realizzazione di un’amministrazione digitale e aperta.
Il documento informa7co e le firme eleCroniche
Il percorso legislaBvo seguito dalla regolamentazione del documento informaBco e
della firma digitale è stato, inizialmente, tracciato, come precedentemente evidenziato,
dalla l. del 15 marzo 1997, n. 59, che all’art. 15, comma 2, stabilisce che “gli a&, da) e
documen) forma) dalla pubblica amministrazione e dai priva) con strumen) informa)ci
e telema)ci, i contra& s)pula) nelle medesime forme, nonché la loro archiviazione e
trasmissione con strumen) informa)ci, sono validi e rilevan) a tu& gli effe& di legge”.
Il documento informaBco è, secondo la definizione data dal DPR 513/97, e da allora
rimasta pressoché invariata “la rappresentazione informa)ca di a&, fa& o da)
giuridicamente rilevan)”.
Successivamente, il regolamento eIDAS definisce il documento ele?ronico come
“qualsiasi contenuto conservato in forma ele?ronica, in parBcolare testo o
registrazione sonora, visiva o audiovisiva”.
La faGspecie del documento informaBco ha posto, fin da subito, in evidenza la
necessità di reperire strumenB che fossero idonei a garanBre che le dichiarazioni
negoziali, in esso contenute, rispondessero ai principali requisiB di immodificabilità,
appartenenza e riferibilità alle parB che le hanno emesse.
Il codice dell’amministrazione digitale nella sua versione originaria del 2005, all’art. 1,
disBngueva tre Bpologie di firme, la firma ele?ronica
semplice, la firma ele?ronica qualificata e la firma digitale, cui si è aggiunta la firma
ele?ronica avanzata introdo?a dalla riforma del 2010.
Oggi, la disciplina di riferimento è contenuta nel regolamento eIDAS che disciplina tre
Bpologie di firme ele?roniche, disBnguendole in semplice, avanzata e qualificata.
Mentre la disciplina della firma digitale rimane solo in Italia ed è regolamentata dal
codice.
La firma ele?ronica è “l’insieme dei da) in forma ele<ronica, allega) oppure connessi
tramite associazione logica ad altri da) ele<ronici, u)lizza) come metodo di
auten)cazione informa)ca” (art. 3 eIDAS).
La validità giuridica del documento informa7co
Il documento informaBco soddisfa il requisito della forma scri?a e ha l’efficacia
probatoria prevista dall’art. 2702 cod. civ. Quindi, il documento fa piena prova, fino a
querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni di chi lo ha so?oscri?o.
Nel caso in cui il documento informaBco sia so?oscri?o con firma ele?ronica semplice la
sua idoneità a soddisfare il requisito della forma scri?a e il suo valore probatorio sono
liberamente valutabili in giudizio.
La firma ele?ronica nella quale sia prevista l’idenBficazione prevenBva del Btolare
della firma apposta su un documento informaBco equivale, pertanto, alla so?oscrizione
autografa apposta su un documento cartaceo.
Capitolo 7
Capitolo 8
Il regolamento eIDAS
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Il processo telema6co