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Bisogna distinguere i decisori politici tra politici e burocrati. Chi riceve la delega del cittadino-
elettore è l’istituzione stato che è scomponibile in: politici e burocrati (dipendenti pubblici,
soggetti stipendiati per porre in essere le politiche ideate dal policy maker). Tali rapporti sono
regolati da un complesso meccanismo di incentivi che non si possono ignorare.
I limiti di questa teoria consiste nel fatto che quest’ultima prevede che il cittadino sia soggetto ad
una miopia in quanto non prevede gli effetti dell’inflazione sul lungo termine ma vede solo la
diminuzione della disoccupazione.
Seconda cosa, il policy maker dovrebbe essere in grado di incidere in maniera significativa sui
parametri dell’economia, caso non sempre verificato.
Un altro elemento di criticità prevede che sia i politici che gli attori privati rimangono indistinti,
classi di soggetto omogenee al loro interno e che abbiano fini comuni. Questo limite è stato
affrontato dalla teoria partigiana del ciclo politico-economico e dalla teoria della burocrazia.
Dice che ogni partito politico rappresenta differenti gruppi sociali con diversi interessi e diverse
ideologie. Vi sono gruppi della società che si riflettono in gruppi del mondo politico e che
avranno in essi i loro rappresentati. Qualora il partito salga al potere questo attuerà le politiche
funzionali al gruppo di soggetti che gli ha consentito di essere eletti.
Esempio: negli USA in genere i democratici preferiscono la riduzione della disoccupazione a quella
dell’inflazione, i repubblicani il contrario per cui ad ogni cambio di governo, cambieranno le
politiche
l ciclo politico economico è il riflesso del risultato elettorale. L’eterogeneità definita determina un
alternarsi di diverse istanze che determineranno andamenti differenti di politiche economiche e
monetarie.
A prescindere dai modelli, determina comunque degli equilibri subottimali ragion per cui nel
caso in cui ci fosse un accordo tra le parti, potrebbe migliorare le condizioni di entrambi i gruppi.
La burocrazia consta di funzionari non eletti che hanno il compito di aiutare le decisioni prese dai
politici. Anche in questo caso come tra cittadini ed elettori c’è un problema di delega in quanto
può presentarsi un’asimmetria informativa a vantaggio dei burocrati che hanno una maggiore
comprensione delle dinamiche interne alla burocrazia e allo stato. Questo significa che i
meccanismi di controllo possono incepparsi. Niskanen individua uno di questi elementi di
fallimento nel fatto che il burocrate può tendere a massimizzare la sua utilità (ad es. ottenuta
anche attraverso l’ampliamento dell’ufficio in cui opera ossia un’iperburocratizzazione del
sistema).
La scuola della public choice esamina accuratamente il meccanismo degli incentivi che sta alla
base dei fallimenti pubblici
Nel settore pubblico l’azzardo morale è di regola più intenso che nel settore privato, poiché viene
meno il rischio di fallimento.
Lo stato può fallire negli stessi casi di fallimento di mercato, maggiormente legati all’asimmetria
informativa, selezione avversa ecc. questi casi si realizzano quando abbiamo rapporti di delega,
meccanismi per i quali vi è un principale che delega all’agente la realizzazione di determinate
politiche economiche e vi è una mancanza di possibilità di controllo da parte del principale.
Secondo la banca mondiale (inizialmente erano proposte rivolte ai paesi in via di sviluppo che
hanno però una valenza mondiale) per migliorare l’efficienza bisognerebbe:
1. adottare regole e vincoli efficaci per le istituzioni ad ogni livello. Si vincola l’azione
pubblica attraverso l’adozione di regole certe. Si riduce la discrezionalità dell’intervento
pubblico ciò significa che si lascia meno spazio di azione e riducono i possibili conflitti nel
meccanismo di delega.
2. Maggiore pressione competitiva. I diversi organi dello stato tendono a fare meglio per
questa competizione
3. Maggiore controllo e partecipazione democratica.
Per incrementare l’efficienza dello stato nell’economia, alcune funzioni di politica economica
possono essere affidate ad alcuni organismi dello stato, attraverso il decentramento.
• La tempestività delle reazioni nella mobilità intra statale può non essere immediata e
richiede tempi molto lunghi
• Vi è il rischio che si crei una race to the bottom volta a respingere i cittadini più poveri. Le
regioni possono essere indotte ad offrire servizi poco efficienti per allontanare quella
fascia che si serve dei servizi pubblici, quindi la fascia più povera
• Duplicazione di costi
Federalismo fiscale
I beni di produzione pubblica possono essere prodotti sfruttando le economie di scala. Ci sono
una serie di beni pubblici puri (difesa, ricerca) che hanno delle grandi economie di scala. Per cui è
economicamente più vantaggioso accentare la produzione di questi beni in un unico organo.
Tuttavia, quando lo stato produce beni privati questi possono essere prodotti localmente al fine
di migliorare l’efficienza allocativa delle risorse ed evitare potenziali congestionamenti (es. scuola,
sanità, energia ecc.).
Vi sono dunque degli spazi in cui il federalismo fiscale può essere migliorativo bisogna però fare
attenzione al bene prodotto.
Con autorità indipendenti si intendono autorità indipendenti dal governo. Data la natura delle
funzioni che svolgono, al loro indipendenza dal governo, le svincola da un assoggettamento a
organismi che hanno una natura politica e portano gli interessi di una parte di interessi sociali.
Spesso hanno competenze su materie sensibili.
Sono una delle tappe fondamentali del passaggio dallo stato imprenditore allo stato regolatore
(non produce ma regolamenta il sistema in modo che gli elementi distorsivi vengano attenutati).