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Analisi delle politiche

pubbliche
A.A. 2010-11
Rodolfo Lewanski
Howlett e Ramesh, Come studiare
le politiche pubbliche
INTRODUZIONE (Cap.1)
Policy sciences (studies, analysis)
Disciplina recente, nata da insoddisfazione per
approccio precedente studio della politica (ruolo
Stato, attivit dei governi, specifiche istituzioni
politiche, potere, ecc.; approccio normativo-
prescrittivo, etico -azione statale-, descrittivo)
Ma anche comportamentismo, dimensione
culturale, sistemi politici

Approccio analitico, focus sui processi di
produzione e attuazione delle politiche;
- output del sistema
- capacit di conseguire risultati (efficacia,
efficienza, equit)
H. Lasswell: multidisciplinare (politica, ma
anche economia, sociologia, diritto, ecc.),
risoluzione problemi e normativa (ma
ridimensionato: complessit processi politici,
non questione tecnica o solo per esperti),


Definizioni
T. Dye: qualcosa cosa il governo scelga di fare o
non fare
- attore principale: governo
- azioni e non-azioni (non-decisioni)
W. Jenkins: insieme di decisioni interrelate,
assunte da un attore politico o un gruppo di
attori (che hanno il potere di prendere tali
decisioni), in merito alla selezione di obbiettivi e
mezzi per perseguirli
- processo
- importanza attuazione, nellambito di vincoli
interni ed esterni
- perseguimento scopo (e quindi: azione
valutabile)
Definizioni
J. Anderson. Un corso dazione che un attore o
un gruppo di attori segue per gestire un
problema o una questione di specifico interesse
- pluralit attori, non solo pubblici
- percezione soggettiva esistenza di una
situazione problematica
B. Dente. Insieme di azioni e non-azioni
correlate a un problema collettivo, poste in
essere da soggetti pubblici e privati
- problema: costrutto sociale
- pubblica la questione, non (tutti) gli attori
- interazioni tra attori
CAPIRE LE P.P.
Le P.P. sono un fenomeno complesso; diversi
approcci per analizzarle e spiegarle
Enfasi su fattori diversi
- natura del regime politico
- determinanti socio-economici di policy
(spiegazione macro, generali)
- contenuto della policy (T. Lowi: policy
determines politics), oppure costi e benefici (J.
Wilson)
- impatti/outcomes politiche (ma non analizza i
processi)
Policy study: studio delle p.p.,
comprensione processi; valenza analitica
e esplicativa
Policy analysis: studio per le p.p.,
progettazione; valenza prescrittiva
POLICY CYCLE
Suddivisione dei processi in fasi: strumento
euristico; semplificazione
cognitiva
- varie proposte (Lasswell, Brewer, Jones,
Anderson), ma vizio razionale e troppo lineare;
logica prescrittiva problem-solving
- manca causalit, spiegazione processi
Complessit: considerare anche aspetti quali
contesto istituzionale; idee; strumenti disponibili;
contingenze; alleanze e conflitti;
Ricerca delle variabili/fattori esplicative

TEORIE (CAP.2)
6 teorie studio delle p.p. in base a:
Unit di analisi: individuo, gruppo,
istituzioni
Metodo di analisi: deduttivo o induttivo
DEDUTTIVE: public choice, marxismo,
neo-istituzionalismo
INDUTTIVE. Economia del benessere,
Pluralismo e corporativismo, Statalismo
PUBLIC CHOICE
Focus sullindividuo
Principi economia classica (teoria econ. della
politica) applicati al comportamento politico: attori
razionali max. utilit; interesse personale attori
(da elettore - = consumatore- a istituzioni)
Razionalita (potere, prestigio, consenso) porta a
continuo crescita intervento pubblico
(in particolare spinta burocrazia che agisce in
monopolio)
Importanza ciclo elettorale
Prescrizione: favorire interessi collettivi, non
interessi individuali mano invisibile di A. Smith)
Completare il mercato, non sostituirlo (diritti di
propriet)

PUBLIC CHOICE - CRITICHE
Non solo comportamenti razionali;
Semplicistica scarsa capacit predittiva
Non sorretta da evidenza empirica (paesi
in cui lintervento pubblico in calo)
Riguarda solo i paesi con elezioni
Rilevanza fattori istituzionali
nellinfluenzare comportamenti e
preferenze
Teoria normativa neoliberista


MARXISMO
Focus su gruppi (classi sociali - oggettive)
Modi di produzione (struttura) determinano
relazioni fra classi (conflitto)
Primato delleconomia
Stato strumento di dominio di classe; p.p. riflettono
interessi classe dominante;
- ma; stato strumento o autonomia relativa (ruolo
burocrazia)?
Critiche: - eccessivo determinismo
(fattori politici)
- def.ne classe?; classi intermedie
(no dicotomia)
- come si spiegano esiti diversi in paesi
capitalistici?

NEO-ISTITUZIONALISMO
Focus sulle istituzioni (ma non descrizione, storico-
giuridica)
Riduzione dei costi di transazione (info, scambi):
ist.ni frutto di disegno razionale
2 tipi: mercato e gerarchia
Sfera politica: nominano e legittimano attori e
comportamenti; R. Keohane: insiemi duraturi e
connesse di regole formali e informali
comportamenti, aspettative, preferenze
- danno forma a interpretazioni problemi e scelta
soluzioni, definiscono il possibile, limiti
Autonomia ist.ni politiche rispetto alla societ
Non riesce a spiegare origini ist.ni (funzionalismo),
spiega vincoli ma non cause p.p.
ECONOMIA DEL BENESSERE
Focus sugli individui
Assunto: le scelte dovrebbero essere affidate agli
individui attraverso il mercato, ma fallimenti del
mercato
(monopoli, info imperfetta, monopoli naturali,
esternalit, tragedy of the commons, concorrenza
distruttiva)
che le ist.ni debbono quindi sostituire per evitare danni
sociali
Efficienza (tecniche come costi/benefici - emula
mercato-; criteri Pareto o Kaldor; ma: effetti
distributivi); ma le scelte vengono fatte in base a criteri
diversi, anche le analisi tecniche sono argomenti
Fallimenti dello Stato: distorsione org.va, aumento
costi, esternalit derivate
TIPOLOGIA BENI
RIVALITA
ESCLUDI
BILITA
ALTA BASSA
ALTA PRIVATI TOLL GOODS
Es.: infrastrutture a
pedaggio
BASSA COLLETTIVI
Es: pesce mare
PUBBLICI
Es.: difesa
PLURALISMO -
CORPORATIVISMO
Focus sui gruppi
PLURALISMO: primato dei gruppi
dinteresse: influenza sulle p.p.(non
uguale: C. Lindblom: egemonia interessi
economici); sovrapposizione di
appartenenze; negoziati e scambi;
- governo? Arena, arbitro o portatore
dinteressi propri (monolitico)?
Teoria di matrice liberale e USA
CORPORATIVISMO
- ceti, corpi intermedi (medioevo)
Contrasto con pluralismo: sistema di
rappresentanza monopolista e obbligatoria
(cfr. def.ne Ph. Schmitter); rapporto
esclusivo di scambio con lo Stato
Autonomia Stato
Per favorire accumulazione e risposta a
overload domanda
Ma: appropriata solo per alcuni paesi (A,S)

STATALISMO
Focus: Stato: istituzione politica
fondamentale della societ monopolio
uso forza (M. Weber)
Attore autonomo, con propri obbiettivi

CAP. 3 ATTORI; ISTITUZIONI
Attori individuali e collettivi (cfr teorie)-
fondamentali per la comprensione delle policies
Rilevanti nelle politiche: azioni influenzate da
interessi, ma orientati da idee; si muovono nel
contesto e nei limiti delle istituzioni, naz. e
internaz. (come perseguono interessi)
Politiche settoriali: sottosistemi di policy (attori)
ATTORI
NON elettori! Ma i cittadini
Partiti politici?
1) Personale elettivo
- esecutivo: prerogative formali produzione
politiche (differenze parlamentare/
presidenziale); informazioni, risorse
(fiscali), burocrazia: controllo agenda;
ma: overload domanda (consenso), difficolt
controllo burocrazia
- legislativo: influenza (decrescente?) su
politiche (bilancio!); differenze parlamentari/
presidenziali (es. ruolo partiti); importanza
commissioni
ATTORI
2) Funzionari (nominati)
- ruolo: esecutori (servant) o attori?; ruolo
centrale causa complessit politiche
- risorse: competenze formali, discrezionalit;
accesso a risorse materiali; capacit,
esperienza e info;
- non org.ne monolitica;
ATTORI
3) Gruppi dinteresse
- risorse: informazioni, conoscenze (merce di
scambio con burocrazie); economiche; org.ve;
- influenza dipende da dimensioni, compattezza
4) Esperti/ricerca, think tanks
- risorse: conoscenze
5) Media
- rilevanza su agenda effettiva?
- canali o attori?
CONTESTO
1) Organizzazione Stato: forte o deboli in base a
(storia):
- autonomia (da pressioni)
- capacit di stabilire politiche e realizzarle
Forma stato: unitario o federale? Politiche
prodotte da pi livelli di governo
Rapporti tra poteri Stato: esecutivo-leg.vo-
giudiziario
Burocrazia
- coesione interna, autonomia, rapporti con
gruppi dinteresse, status
CONTESTO
2) Organizzazione societ
- coesione/frammentazione gruppi sociali
(appoggio/opposizione politiche, anche attuazione),
controllo su membri, gruppi ampi o ristretti
- forza sia di stato che di gruppi, grado
collaborazione
Ass.ni imprenditori: influenti (economie
capitalistiche, globalizzazione)
- esistenza o meno di una peak organization
- forza (storia), corporativismo
Ass.ni lavoratori: influenza politiche da 800
- es: contrattazione centralizzata o decentralizzata,
assetti corporativi, forza org.va

CONTESTO
3) Organizzazione internazionale
- politiche nazionali sempre pi influenzate
da decisioni internazionali
- regimi internazionali
- vincoli sovranit (strumenti fiscali e
finanziari spuntati) da regole commercio
(GATT/WTO), mercati finanziari e org.ni
finanziarie (FMI), multinazionali
CAP. 4 - STRUMENTI
Strumenti: come agire, con quali modalit
-scelta, che comporta implicazioni (e conflitti)
Tipi di strumenti e relativi caratteri
Varie tassonomie, in base a risorse dei governi (autorit,
org, info, denaro), o a leve destinatari usate (incentivi,
esortazioni,), o grado di coercizione
H-R: 10 strumenti lungo continuum volontariet-
obbligatoriet
Scelta in base a possibilit, vincoli, e conseguenze
politiche
- efficienza, efficacia, equit, legittimit
Spesso combinazione di strumenti diversi

VOLONTARI
Intervento basso o nullo governo
Famiglia/comunit; volontariato; mercato
Non necessariamente strumenti (fenomeni
sociali)
1) Famiglia/comunit: forniscono beni e servizi agli
individui (valore econ. quantificabile; valori non
econ.)
- vantaggi: non spesa pubblica
- svantaggi: iniquit (ad es.: questione di
genere), non adatti per alcune problematiche
(econ., complesse)
2) Volontariato
- attivit/org.ni (ONG) non subordinate Stato n
perseguono profitto
- campi diversi (sociale, ambiente, sport);
ma: welfare State = diritti, non discrezionali
- motivazioni: etiche, religiose, politiche
- vantaggi: costi bassi e flessibilit (ma non
sempre), motivazione, meno governo,
solidariet
- svantaggi: non adatte a tutte le problematiche
(complesse, di lungo periodo), rischio
degenerazione org.va, assenza di motivazione
3) Mercato: interazioni produttori-
consumatori in base a valore attribuito (fa
leva su interessi)
- vantaggi: efficienza allocativa dei beni
privati (?); prezzi bassi grazie a
competizione (?!)
- svantaggi: beni pubblici/collettivi
(cap.2)?; iniquit
COERCITIVI
Vincolano discrezionalit dei destinatari,
obblighi in positivo o negativo
Regolazione, imprese pubbliche,
erogazione diretta
1) Regolazione: autorit prescrive o vieta un
comportamento comandi
(e controllo)
- forma: leggi, regolamenti, provvedimenti
amm.vi, (sentenze)
-ambiti: economia, sociale (salute, lavoro,
istruzione, ecc.), sicurezza (crimini, strada),
ambiente
- richiede informazioni, capacit di controllo e
attuazione
- vantaggi: equit, omogeneit, incisivit,
prevedibilit
- svantaggi: distorsioni, inefficienza, inefficacia,
inibizione innovazione/investimenti, assenza
flessibilit, variet fattispecie realt socio-
economica, costi

2) Imprese pubbliche
- caso estremo/invasivo di regolazione
- non facile definire natura pubblica (quota
azionaria, controlli governo, beni/servizi
destinati alla vendita e copertura costi)
- vantaggi: beni/servizi non forniti dal
mercato, settori strategici, generazione
profitti (?)
- svantaggi: difficolt controllo gestione,
inefficienza (non falliscono, monopolio)
3) Erogazione diretta di beni/servizi
attraverso la P.A.
- molto utilizzata
- vantaggi: semplice e diretta, possesso
info, capacit e risorse, meno transazioni
con soggetti terzi e meno costi
- svantaggi: rigidit amm.ni, (obblighi
normativi), ingerenze politiche, assenza
concorrenza, costi
MISTI
Combinazione caratteri strumenti volontari e
coercitivi
Informazione, sussidi, aste diritti propriet, tasse
e tariffe
1) Informazioni e esortazione
- mira modifica percezioni e comportamenti
(scelte consapevoli: es.: sigarette, AIDS)
- vantaggi: poco costoso, politicamente
accettabile, compatibile con valori libert e
responsabilit individuale
- svantaggi: debole, richiede tempo, rischio
politica simbolica

2) Sussidi: trasferimenti denaro da Stato miranti a incentivare
comportamenti/scelte desiderabili, facendo leva sulla loro
razionalit; varie forme:
- finanziamenti (es. scuole) per garantire o aumentare
beni/servizi prodotti
- agevolazioni fiscali per svolgimento attivit o omissione;
poca opposizione (poco visibili), non necessitano di apparati
ad hoc
- voucher/buono: sovvenziona consumatori (liberi di
scegliere) e promuove competizione fornitori servizi
- prestiti agevolati rispetto a tassi di mercato
- sussidi per limitare vendite prodotti (es. agricoltura) o
evitare aumento prezzi
- vantaggi: innovazione, maggiore flessibilit e libert
destinatari, circostanze locali o settoriali, minori costi di
amm.ne e controllo, politicamente accettabili (benefici
percepiti, costi no)
- svantaggi: costi, necessit info, richiedono tempo, difficili da
eliminare
3) Aste diritti di propriet
- diritti di propriet dove non sorgono
spontaneamente, creando scarsit
artificialmente (presupposto: mercato come
mezzo di allocazione efficiente delle risorse)
- es.: beni ambientali, beni scarsi (spazio sulle
strade)
- vantaggi: meno info rispetto regolazione (?!);
ma: decisione autoritativa quantit; flessibilit e
adattamento, promuovono innovazione
- svantaggi: speculazione, comportamenti illeciti
esclusi (necessit controlli), sperequazioni in
base a reddito invece che necessit
4) Tasse e tariffe
- somme corrisposte allo Stato in cambio di
prestazione
- utilizzabili per s/incoraggiare comportamenti; vari
tipi:
- ritenute sui redditi per finanziare spese sociali
(logica assicurativa, ma obbligatorie)
- sanzioni/incentivi negativi per disincentivare
comportamenti indesiderati (es. sigarette, alcool)
- tariffe duso: prezzo sui comportamenti, facendo
leva sulla razionalit, lasciando scelta ai destinatari;
es. esternalit negative (effluent charges, ecopass
Milano)
- vantaggi: facili da attuare, margini di scelta ai
destinatari, fa leva su razionalit destinatari,
innovazione, efficienza allocativa, ruolo ridotto P.A.
- svantaggi: molta info, dipendenza da scelte privati
IL PROCESSO DI POLICY
-
LA FORMAZIONE DELLAGENDA
Perch una questione (o non) riconosciuta
come problematica e quindi entra nellagenda?
agenda setting
Importanza cruciale: il modo e le ragioni
influenzano processo e esito, alternative
considerate
Interessi di gruppi/settori (pluralismo) premono
per avere attenzione, riconoscimento dei policy
makers. Ma anche ruolo stessi governi

Quali fattori spiegano linserimento di una issue
nellagenda? Diversi approcci
Determinants socio-economici (T. Dye: States
con livelli di sviluppo similari presentano stesso
mix di politiche, piuttosto che fattori politici o
culturali); approccio applicato anche a nazioni
(H. Wilensky)
- ma: semplice correlazione positiva o relazione
causale: tesi convergenza?
-ma anche divergenze: modi diversi di
distribuzione del reddito; spesa pubblica risente
anche di fattori politici (orientamenti ideologici
governi)
1) Economia politica delle PP: fattori sia
politici che economici; diverse versioni:
- ciclo econ-pol. (da idea di cicli econ.,
mitigati da interventi pubblici): in base a
orientamenti ideologici governi (natura
delle politiche) e prossimit elezioni (tempi
delle policies);
- fattori politici e economici in prospettiva
integrata (es.: industrializzazione + classe
operaia organizzata), ma astratta
2) Influenza idee
- idee influenzano interpretazione interessi
- problematiche da affrontare nelle politiche non
oggettive/razionali, ma costruite socialmente (es.:
sicurezza); oltre a interessi razionali, importanza simboli,
segni, rappresentazioni (teatro della politica); rilevanza
storia, tradizioni, linguaggio, processi discorsivi che
costruiscono significati: def.ne cause e quindi soluzioni; uso
manipolatorio di fatti, statistiche (spesso a difesa dellordine
sociale esistente)
3) Relazioni causali tra idee, interessi e istituzioni; funnel of
causality (A. King et al): intreccio, interazione reciproca di
fattori causali -materiali (socio-econ., fisici) , distribuzione
potere, e idee-: forza e debolezza del modello
- policy subsystems lottano per def.ne della natura di una
issue (es.. tecnica o sociale), da cui potere attori
PROCESSI DI AGENDA SETTING
2 accezioni:
1) agenda pubblica: questioni avvertite dalla
societ
2) le questioni cui le istituzioni/governo decide di
dare seria considerazione
4 fasi da agenda pubblica a istituzionale:
1) questioni vengono poste 2) si indicano
soluzioni 3) appoggio si espande 4) entra
nellagenda ist.le. Ma in realt processi meno
lineari.
3 modelli (in base a tipo di regime politico; o
invece natura problema?):
1) Outside initiation model (pluralista): ruolo
gruppi sociali; successo dipende da forza,
risorse, capacit, alleanze
J. Kingdon: 3 flussi problemi, politiche,
politica- che interagiscono; inserimento
nellagenda di una issue grazie a finestre
di opportunit/situazioni contingenti
(opinione pubblica, crisi, opportunit,) +
imprenditori di policy, in cui i 3 flussi si
incontrano: evento fortuito!
Pi rilevante del regime politico: natura
della issue in relazione a grado di
appoggio dellopinione pubblica
2) Mobilization model: regimi totalitari:
decisori affermano una issue facendola
passare dallagenda formale a quella
pubblica cercando di ottenere appoggio
3) Inside mobilization model (neo-
corporativismo): gruppi influenti con
accesso ai decision-makers, ma non
interessati alla espansione in pubblico del
tema, solo gruppi/agenzie specializzati
NATURA
POLICY
SUBSYSTEM
APPOGGIO

ALTO
PUBBLICO

BASSO
ATTORI
SOCIALI
Outside initiation Inside initiation
STATO Consolidamento Mobilization
FORMULAZIONE
Scelta fra corsi dazione/opzioni/strumenti (ma:
gi nella fase di agenda setting)
Tuttaltro che scelta neutrale o razionale:
- interessi gruppi, policy makers: conflitti,
processi politici
- vincoli: risorse; ma anche praticabilit politica,
accettabilit sociale ( la percezione che conta);
margini di manovra limitati nella realt
- vincoli sostanziali/oggettivi, connaturati alla
questione
- vincoli procedurali e ist.li (es. federalismo)
Policy subsystems
Quali attori -pubblici o privati- prendono parte alla
formulazione.? Quali attori e quali interazioni tra loro
sono influenti?
- vari modelli
1) sub-governments: attori connessi da interazioni
abituali (in contrasto con pluralismo); gruppi
dinteresse/agenzie/commissioni Congresso
formano iron triangles (cattura delle politiche
settoriali in contrasto con principi democratici e
interesse generale)
- influenza diversa secondo issue e momento

Issue networks (H. Heclo): reti aperte,
variabili, maggior numero di attori
2) Advocacy coalition (P. Sabatier):
sottoinsieme di attori allinterno di policy
subsystem: attori pubblici e privati, centrali
e locali, che condividono un sistema di
credenze (obbiettivi, cause) e perseguono
obbiettivi comuni; successo dipende da
vari fattori interni, fra cui risorse delle
coalizioni, ed esterni (natura problema,
valori, norme)
3) Policy networks: sottoinsiemi che intrattengono
relazioni strette e regolari fra attori sociali e
statali, ma il livello di integrazione pu variare in
funzione di stabilit membership, grado di
interdipendenza interna, isolamento dallesterno
- fondati su interessi, per perseguire finalit dei
membri
4) Policy communities: focalizzate su una stessa
politica, attori motivati da
competenze/conoscenze settoriali; collante il
dato epistemico
- policy networks: interazioni regolari,
sottoinsieme delle communities, collegato da
comunanza di interessi
Proposte varie tipologie, ad es. /(fig.6.2) in base
a relazione Stato/societ e numero/tipo attori


PROCESSI DECISIONALI
Fase della scelta tra diverse opzioni di policy e
loro effetti
Processo politico, non tecnico
Numero limitato di attori (ma NON solo quelli
ist.li/competenti necessariamente)
Decisioni assunte entro vincoli (regole,
procedure, SOPs, comportamenti), ma con
margini di discrezionalit; norme (anche cost.li)
definiscono attori e loro poteri
MODELLI
Presi a prestito da studio org.ni complesse
(specie imprenditoriali): crescente
considerazione elementi di irrazionalit
1) Modello razional-sinottico: esplorazione
completo dello albero decisionale (opzioni e
conseguenze, possibilit di comparazione
s/vantaggi rispetto a obbiettivo)
- massimizzazione (homo economicus)
- richiede info complete
- assunti attenuati nella versione
satisfycing/razionalit limitata (H. Simon)
2) Incrementale (C. Lindblom)
- solo modifiche marginali rispetto a situazione
esistente (es. bilancio)
- strategia esplicita di semplificazione:n. limitato
opzioni
- comparazioni limitate successive
- non obbiettivi, ma mezzi
- riduzione rischi: tentativi ed errori (apprendimento)
- politicamente pi realistico (pi facile accordo;
contrattazione)
- critica: conservatore?
Modello razionale: valenza prescrittiva; modello
incrementale: valenza descrittiva
- distinzioni possibili in base a quantit di
cambiamento coinvolto e conoscenze disponibili
3) Mixed scanning (A. Etzioni)
- rapida scansione opzioni, analisi approfondita solo
delle pi promettenti; combina aspetti 2 modelli
precedenti (innovazione con costi info contenuti)
4) Modello bidone spazzatura (March e Olsen)
- Altri modelli: livelli di intenzionalit, comprensione
problemi e prevedibilit relazioni non realistici;
obbiettivi e relazioni causali spesso sconosciuti
- problemi, soluzioni e opportunit alla rinfusa
- processi contingenti e imprevedibili


Superamento della dicotomia razionalit vs.
incrementalismo; pluralit di stili decisionali in
relazione a condizioni specifiche (natura issues,
contesto ist.le, org.vo conflittuale o meno-,
risorse es. tempo disponibile)
- es. J. Forester: n. agenti, ambiente isolato,
problema definito, info e tempo disponibili
(cfr. Fig. 7.1)
- caratteri del policy subsystem (e vincoli entro cui
agiscono): probabilit adozione diverse strategie
decisionali (cfr. Fig. 7.3)

ATTUAZIONE
Implementazione, messa in atto
Considerata automatica (pregiudizio
giuridico)
Pressman e Wildavsky, Implementation
(Oakland), politiche riformatrici anni 60 in
USA e altri paesi
approcci: top-down e bottom-up; policy
design (motivi scelta strumenti)

Top-down: fedele esecuzione, con
crescente specificit; deficit attuativi
causati da scostamenti rispetto a obbiettivi
(in realt spesso confusi e ambigui)
Bottom-up: da attori effettivamente attivi
(comportamenti, obbiettivi, relazioni:
networks): politiche/obbiettivi reali

Non una semplice questione di fedele esecuzione
di obbiettivi da parte della macchina amministrativa
(livelli bassi: es. street-level bur.); dipende da:
- natura problemi: complessit sociale, tecnica,
implicazioni (es. economiche), interdipendenze,
cause profonde (es. culturali), entit/etereogeneit
gruppi destinatari, quantit di cambiamento
richiesto
- contesto:
econ. (congiuntura),
sociale (es. aumento et media pop.ne),
tecnologico (es. disponibilit soluzioni
inquinamenti),
politico (segno politico governo influenza attuazione
senza necessariamente cambiare politiche/norme);
influenza gruppi destinatari (in relazione a risorse);
appoggio pubblico
Burocrazie: bureaucratic politics; multilevel
governance.
Considerare questi aspetti nella fase di design
delle politiche; assicurare risorse, capacit
adeguate; importanza teoria causale
Approccio: policy design, scelta non tecnica, ma
politica
a) Modelli economici (in realt considerazioni
tecniche: costi, efficienza)
- economia del benessere: ammettono anche
strumenti coercitivi o misti per correggere
fallimenti mercato
- economisti neoclassici: strumenti coercitivi solo
per beni pubblici puri (pena distorsioni mercato);
public choice (considerazioni politiche): interessi
egoistici elettori, eletti e burocrati alla base della
crescita Stato, spesa, politiche; scelta strumenti
che occultano costi
b) Modelli politici (pi fondati
empiricamente?)
- Doern et al.: strumenti tecnicamente
intercambiabili, ma scelta politica
progressiva da quelli meno a quelli pi
coercitivi; ma: talvolta scelta iniziale per
strumenti coercitivi; vincoli sociali e politici;
non sempre opposizione a coercizione,
tesi semplicistica
- Hood: questione di fede e di politica:
Vicoli (giuridici), risorse, pressioni,
precedenti. Scelte dettate da contingenze.
- Linder e Peters: fattori che influenzano scelta:
1- Caratteri strumenti (risorse richieste,
precisione target, rischio politico supporto,
opposizione-, vincoli -ideologie azione statale-)
2- stili di policy e cultura politica, cleavages
sociali
3- cultura org.ni coinvolte, rapporti con
destinatari
4- contesto
- preferenze soggettive decision-makers
(background, formazione cognitiva)
Un modello sintetico collega 4 tipologie di
strumenti e logiche di scelta (capacit stato e
caratteri del policy subsystem: n. e tipo di attori)
COMPLESSITA POLICY
SUBSYSTEM
CAPACITA
STATO
ALTA BASSA
ALTA mercato Impresa
pubblica,
regolazione,
erogazione
BASSA Volontari
basati su
comunit o
famiglia
misti
VALUTAZIONE E
APPRENDIMENTO
Valutazione delle politiche, degli effetti, in rapporto a
risorse, costi, in rapporto a obbiettivi (ma in realt
spesso indefiniti o ambigui)
Da parte di governi, burocrazie, politici, policy
subsystems
Eventualmente pu produrre modifiche,
aggiustamenti, abrogazione, sostituzione
Valutazione tecnica, di stampo razionalista;
Parametri di in/successo in realt fortemente
soggettivi (percezioni, aspettative)
Attivit politica (intenzioni, strumentalit partigiana)
3 tipi valutazione
1) amm.va: effettuata da funzionari, agenzie
specializzate, soggetti privati esterni; focus
generale sui costi/risorse (problema: contenimento
spesa, e tasse).
a) risorse impiegate (input)
b) performance (prodotto, output)
c) efficacia (conseguimento obbiettivi, capacit di
affrontare questione)
d) efficienza (rapporto inputs/risultati ottenuti)
e) processo I(regole, procedure)
Numerose tecniche (PPBS, MBO)
Difficolt: problemi interrelati; costo info, effettiva
possibilit di fornire indicazioni utili per politiche
Coinvolgere i cittadini?
2) giudiziaria: conformit legale delle politiche
e delle attivit, rispetto diritti individui, uso
arbitrario potere, rispetto competenze e
giurisdizione
3) politica: partigiana (appoggio/opposizione a
politiche governi)
- pu portare a modifiche delle policies
- specie scadenze elettorali o referendum;
- consultazioni allinterno del policy
subsystem (es. commissioni)
Apprendimento
Valutazione utile se usata per apprendimento circa la natura dei
problemi e possibili soluzioni (e quindi modifica/miglioramento
policies)
Non solo processo cognitivo, ma implica cambiamento
Processo fisiologico dei processi di policy consapevole (P. Hall)
endogeno ai processi-, oppure reazioni a modifiche della
situazione in base a esperienza passata (H. Heclo) esogeno,
imposto dallesterno-.
- endogeno/ lesson drawing: Scelta dei mezzi per raggiungere
obbiettivi
- esogeno/ social learning: obbiettivi (per modificare situazione
pi in generale)
Capacit di usare valutazione per apprendimento dipende
anche da capacit dellorg.ne statale e rapporti Stato e attori
sociali
POLICY STYLES
Politiche: processi dinamici, in
trasformazione; modelli di policy change
Policy style: approcci distintivi; tipiche di
paesi o di settori di policy?
Modalit tipica? Semplificazione.
Semplicistica, utile per analisi?
Pi utile (tab. 10.1):
a) natura del policy subsystem in ogni fase
del processo: struttura, idee e attori,
relazioni, grado di appoggio pubblico;
b) autonomia Stato, capacit
Da verificare empiricamente
POLICY CHANGE
1) Modello normale/incrementale; cambiamento in
base a lesson drawing; continuit (politiche frutto di
accordi tra subsystem di attori stabile; modifiche
profonde solo quando cambia il quadro degli attori)
2) Cambiamento paradigmatico (T. Kuhn:
cambiamenti pensiero scientifico: cambiamenti
rivoluzionari, non evoluzione graduale): punctuated
equilibrium: lunghi periodo di stabilit/equilibrio e
brevi periodi di cambiamento radicale (Fattori:
motivazione scienziati, osservando anomalie non
spiegabili con paradigmi egemonici; analogamente
nelle politiche)

paradigmi sociali (natura umana, relazioni
sociali, ruoli istituzioni)
paradigmi di policy (P. Hall): idee (es. teorie
keynesiane o neo-liberismo) definiscono
(anche inconsapevolmente) percezione
problematiche, obb.vi, soluzioni
paradigm shift (rilevanza idee, credenze,
visioni del mondo) (cfr. Tab. 10.2); processo
sociale (conflitti tra attori con rispettivi
interessi; crisi esterne), non intellettuale
- P. Sabatier: fattori esogeni credenze
advocacy coalitions policy change

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