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La parola "economia" deriva dal greco ed è composta da:

Eco che significa casa.


Nomia che significa norma, regola.
Ed è una disciplina che si occupa di come gestire al meglio le risorse della comunità.
Una risorsa è tale se si verificano le seguenti circostanze:
1. non si trova in quantità sufficiente per soddisfare i bisogni illimitati degli individui e,
pertanto, è scarsa;
2. si presta a usi alternativi: una risorsa come la legna può essere usata per costruire un
rifugio o può essere bruciata per scaldare l'ambiente.
La scarsità è, tuttavia, una proprietà relativa delle risorse.

Il bisogno è una sensazione di insoddisfazione, di disagio che spinge ogni individuo a


procurarsi ciò che gli manca.
I bisogni sono:
• Illimitati, nel senso che ci sarà sempre qualcosa che gli individui desiderano;
• Saziabili, in quanto si appagano con l'uso o il consumo dei beni e servizi;
• Riproducibili, in quanto possono ripresentarsi;
• Soggettivi, perché variano da persona a persona;
• Variabili, perché mutano in base alle epoche, all'età, alle condizioni climatiche e
geografiche;
• Complementari, in quanto la soddisfazione di un bisogno comporta il sorgere di un
altro bisogno.
Vi sono quelli primari, riguardanti la sopravvivenza delle persone e quelli secondari o
voluttuari che comprendono tutti gli altri. Questi ultimi in buona parte sono indotti dal
mondo produttivo: sono bisogni che non nascono spontaneamente negli individui, ma in
conseguenza di uno stimolo, di un condizionamento esterno da essi subito.

Quali sono le scelte economiche studiate dall’economia politica?


L'economia politica si occupa delle scelte economiche riguardanti consumatori e
produttori. Esse si manifestano attraverso alcuni interrogativi che Paul Samuelson
(1915-2009), economista americano, premio Nobel per l'Economia nel 1970, chiama
"quesiti economici fondamentali", ai quali, ogni sistema economico deve dare una
risposta:
1. Che cosa e quanto produrre
Data la scarsità sia delle risorse sia della domanda dei consumatori, limitata dai loro
redditi, non tutto può essere prodotto, per cui i produttori dovranno operare una
selezione fra i beni da produrre e definire il volume della produzione (offerta).
2. Come produrre
La scarsità delle risorse e il loro uso alternativo inducono i produttori a operare una
scelta in merito alle tecniche produttive con cui realizzare nel modo più efficiente i
beni e servizi programmati.
3. Per chi produrre
La scarsità impone di scegliere i soggetti destinatari della produzione di certi beni e
servizi.
Di quali metodi di indagine si avvale l'economia politica?
I metodi di indagine dell'economia politica si basano:
Il metodo induttivo procede, dal particolare all'universale: osservando il comportamento
del consumatore, lo studioso elabora la legge della domanda.
Il metodo deduttivo opera al contrario: l'economista prende le mosse da affermazioni
generali per dedurre, attraverso passaggi logici, la spiegazione del fenomeno e trarne
una legge.

L'analisi economica può essere distinta in:


1. Analisi positiva (analisi descrittiva) l'economista spiega i fenomeni economici così
come si svolgono e individua la relazione causa-effetto degli stessi.
2. Analisi normativa (analisi prescrittiva) l'economista valuta che cosa sia più opportuno
fare per raggiungere un determinato obiettivo.

Il modello economico è una rappresentazione semplificata di un "pezzo" di realtà che si


vuole studiare, costruito per verificare la coerenza di una teoria.
Per costruire un modello ci sono vari modi:
descrizioni con tabelle, descrizioni con grafici, rappresentazioni formali.

L'economista, quando costruisce un modello, utilizza un metodo, messo in campo dal


filosofo inglese medioevale Guglielmo di Ockham (1285-1347), chiamato Rasoio di
Ockham. Esso consiste nell'ignorare tutti dettagli che circondano ciò che si deve studiare
e che possono disturbare la creazione del modello, concentrandosi solo su poche variabili
considerate particolarmente significative.

MICRO E MACROECONOMIA
La microeconomia è interessata in modo prevalente allo studio dei comportamenti
individuali, si concentra sul modo con cui gli individui e le imprese prendono le decisioni
e sulle conseguenze di tali decisioni, basandosi sul presupposto che la principale
proprietà di ogni agente economico è la razionalità.

L'individuo razionale è un soggetto: onnisciente, obiettivamente razionale, sceglie


sempre l'alternativa migliore.

La macroeconomia rivolge, invece, la sua attenzione allo studio del sistema economico
nel suo complesso o dei suoi singoli settori.

Si può dire che la macroeconomia è la somma dei comportamenti individuali?


Quello che vale per un individuo non necessariamente vale per tutta la collettività.
Consideriamo, il paradosso della parsimonia: le famiglie e le imprese, se temono di dover
affrontare un periodo di ristrettezze economiche, reagiscono istintivamente risparmiando
e riducendo le spese superflue. Questo atto del risparmio, che a livello microeconomico
può essere ragionevole per l'individuo, rischia di deprimere l'economia perché le
imprese, di conseguenza, producono meno e licenziano i lavoratori.
L'insieme dei soggetti economici e delle relazioni che si instaurano fra di loro, costituisce
un sistema economico. Gli operatori economici, vengono tradizionalmente aggregati in
alcune grandi categorie, in base alle funzioni svolte:

Famiglie
• Forniscono fattori produttivi alle imprese (lavoro, capitale, risorse naturali) in cambio di

redditi (salari e stipendi, interessi e rendite);


• Consumano beni e servizi (determinando la “domanda”);

• Risparmiano;

• Pagano tributi e contributi sociali alla Pubblica amministrazione.

Imprese
• Acquistano fattori produttivi dalle famiglie, in cambio pagano redditi;

• Producono beni e servizi (determinando "l'offerta") al fine di conseguire un profitto;

• Effettuano investimenti (macchinari, impianti, ecc.);

• Pagano tributi e contributi sociali alla Pubblica amministrazione.

Enti del Terzo settore


• Producono beni e servizi a vantaggio dei settori più deboli della popolazione;

• Basano la loro attività sul principio di solidarietà sociale.

Pubblica amministrazione (Stato)


• Fornisce servizi pubblici a imprese e famiglie (giustizia, ordine pubblico, istruzione,

sanità, ecc.);
• Preleva tributi (tasse, imposte e contributi sociali).

Resto del mondo


• Vende beni e servizi (importazioni di beni, servizi e capitali);

• Acquista beni e servizi (esportazioni di beni, servizi e capitali).

Il concetto di ricchezza deve essere precisato rispetto ai concetti di reddito e di


patrimonio.
La ricchezza è costituita dal totale dei beni posseduti da un determinato soggetto
economico:
- Il patrimonio consiste nella ricchezza detenuta in un preciso momento espressa in
termini monetari. Poiché fa riferimento a un aspetto statico, il patrimonio è detto anche
fondo o stock.
- Il reddito si riferisce all'aspetto dinamico della ricchezza, in quanto è costituito dal
flusso di entrate ricevuto dai componenti della famiglia in un determinato periodo di
tempo.
I fattori produttivi sono i mezzi necessari per realizzare la produzione.
Essi sono:
• Il lavoro, cioè l'attività umana, sia manuale sia intellettuale;

• Le risorse naturali;

• Il capitale, sia monetario sia reale.

Lo Stato svolge i suoi compiti attraverso la Pubblica amministrazione (P.A.), costituita da


un settore centrale (Governo e altri enti centrali), dalle Amministrazioni locali (Comuni,
Regioni e altri enti locali) e dagli enti previdenziali e assistenziali (Inps, Inail, ecc.).

Rielaborando quanto teorizzato da Samuelson, possiamo affermare che le decisioni


fondamentali alla base di ogni sistema economico riguardano le modalità con cui devono
avvenire la produzione, la distribuzione e l'impiego del reddito distribuito.

La distribuzione è il processo attraverso cui si decide la ripartizione della ricchezza


prodotta tra tutti coloro che, avendo partecipato al processo produttivo, ricevono un
reddito. Più precisamente:
• chi ha fornito lavoro viene remunerato con salari e stipendi;

• chi ha prestato capitali riceve gli interessi;

• chi ha consentito l'utilizzo della terra di sua proprietà percepisce una rendita;

• chi organizza il processo produttivo in qualità di imprenditore riceve un profitto.

Quali sono le tipologie contemporanee di sistema economico?


Le attuali tipologie sono le seguenti:
• sistema economico di mercato (o liberista), che rappresenta l’espressione del modello

capitalistico;
• sistema collettivista (o centralizzato), contrapposto a quello liberista

• sistema a economia mista, basato sulla ricerca di un compromesso fra i due modelli

suddetti.

Quali sono i principi su cui si basa il sistema economico di mercato (o liberista)?


Le caratteristiche che contraddistinguono un sistema liberista sono la libertà di iniziativa
economica e la proprietà privata delle imprese e delle risorse naturali.
In questo sistema ciò che determina il tipo, la quantità e la qualità dei beni e servizi
prodotti, i loro prezzi e le remunerazioni del lavoro e degli altri fattori produttivi sono le
miriadi di scelte effettuate dai diversi soggetti economici.
In un sistema di liberismo economico ogni impresa è libera di produrre ciò che vuole, e di
offrire i suoi prodotti ai prezzi ritenuti più opportuni.

Aspetti problematici:
• Ingiustizie sociali

• Ripetute crisi economiche

• Mancato soddisfacimento dei bisogni delle classi più deboli

Quali sono i principi su cui si basa il sistema collettivista (o centralizzato)?


In questo tipo di sistema economico lo Stato ha un ruolo di guida, assume le decisioni
inerenti alla produzione e distribuzione della ricchezza. Gli aspetti che contraddistinguono
un sistema economico centralizzato da un sistema liberista sono l'elevato grado di
controllo pubblico su gran parte della vita economica e la proprietà statale delle imprese
e delle risorse naturali. Esiste un organo centrale di pianificazione che, decide i beni e i
servizi da produrre, le loro quantità, i loro prezzi e le remunerazioni dei lavoratori. Oueste
indicazioni sono racchiuse nei cosiddetti piani economici, in genere di natura
quinquennale; in questo contesto il compito delle varie aziende esistenti è
semplicemente quello di eseguire gli ordini contenuti nel piano economico per la parte di
rispettiva competenza.

Aspetti problematici:
• Difficoltà di programmare la quantità di beni necessari

• La produzione non è sempre rispondente ai bisogni

• I lavoratori non sono incentivati a migliorare la produttività

Quali sono i principi su cui si basa il sistema a economia mista?


Nel sistema a economia mista coesistono l'iniziativa privata e quella statale.
In questo sistema l'intervento dello Stato è spesso rivolto a correggere i fallimenti del
libero mercato, sia sul piano economico sia sul piano dell'equità sociale.

Aspetti problematici:
• Eccesso di spesa pubblica

• Crescita elevata del debito pubblico

• Gestione inefficiente delle imprese pubbliche

• Possibili iniquità del sistema di Welfare State

Le relazioni che, all'interno di ogni sistema economico, i diversi soggetti intrattengono fra
loro, possono avere per oggetto beni o servizi, oppure moneta.
Sono fenomeni economici reali:
• l'acquisto di beni e servizi e il successivo consumo;

• la produzione degli stessi da parte di imprese nazionali ed estere.

Sono fenomeni economici monetari:


• il pagamento alle imprese del prezzo per l'acquisto dei beni e servizi;

• il pagamento dell'Iva allo Stato.


Relazioni fra Soggetti
Famiglie - Imprese:
Flussi reali
• Le famiglie forniscono lavoro e altri fattori produttivi;

• Le imprese vendono beni e servizi.

• Flussi monetari

• Le imprese pagano redditi per l'acquisto dei fattori produttivi;

• Le famiglie pagano i prezzi per l'acquisto dei beni e servizi.

Famiglie/Imprese - Stato:
Flussi reali
• Lo Stato fornisce servizi pubblici a famiglie e imprese;

• Le famiglie forniscono lavoro alla Pubblica amministrazione;

• Le imprese forniscono beni e servizi allo Stato.

Flussi monetari
• Lo Stato paga salari e stipendi ai dipendenti pubblici (famiglie);

• Famiglie e imprese pagano imposte, tasse e contributi;

• Lo Stato paga i prezzi per l’acquisto dei beni e servizi alle imprese.

Famiglie/Imprese - Banche
Flussi monetari
• Le famiglie depositano risparmi presso le banche in cambio di interessi;

• Le imprese ricevono prestiti dalle banche pagando loro interessi.

IL MERCATO E LA DINAMICA DELLA DOMANDA


Gran parte delle scelte economiche avvengono attraverso il mercato, in cui avviene
l’incontro tra acquirenti e venditori. Il termine mercato identifica lo spazio economico, che
può essere un luogo fisico o un circuito elettronico, nel quale vengono scambiati beni e
servizi. Nel mercato la domanda e l'offerta si incontrano con reciproco vantaggio quando
la quantità offerta di un certo bene a un certo prezzo è uguale alla quantità domandata a
quello stesso prezzo, per cui si realizza quello che gli economisti chiamano equilibrio del
mercato.

La legge della domanda


La domanda non è una quantità particolare di un bene ma è una descrizione completa
delle diverse quantità di un bene che compratori desiderano acquistare a prezzi diversi.
La domanda in genere si alza quanto più il prezzo si abbassa. Essa si traduce
nell'affermazione secondo cui la quantità domandata (Od) di un bene è in relazione
inversa rispetto al prezzo del bene (P).
La differenza positiva tra beneficio e costo si chiama in economia surplus (o rendita) del
consumatore. Esso è la differenza tra il prezzo che il consumatore è disposto a pagare
per l'acquisto di una unità della merce, e il prezzo di mercato effettivamente pagato per
l'acquisto del bene.

L’elasticità della domanda


L'elasticità della domanda rispetto al prezzo misura di quanto varia la domanda di un
bene al variare del prezzo del bene stesso.
Le variazioni della domanda rispetto al prezzo del bene o al reddito o al prezzo di altri
beni possono essere più o meno accentuate.
L'elasticità della domanda rispetto al prezzo ha segno negativo, perché generalmente la
relazione tra prezzo e domanda è inversa.

perfettamente rigida,
la quantità domandata
non
varia al variare del
prezzo.

rigida, es beni di
prima necessità,
La variazione percentuale
della domanda è inferiore
alla variazione percentuale
del prezzo.

elasticità unitaria,
La variazione percentuale
della domanda è uguale
alla variazione percentuale
del prezzo.

elastica,
La variazione percentuale
della domanda è maggiore
della variazione percentuale
del prezzo.
in nitamente elastica,
Il consumatore è disposto ad acquistare
tutta la quantità a un certo prezzo
e niente a un prezzo appena più alto.

Due beni tra loro complementari: l’aumento del prezzo dell'uno comporterà la
diminuzione della domanda dell’altro.

Due beni tra loro succedanei l’aumento del prezzo dell'uno comporta l'aumento della
domanda dell’altro.

Perché è importante sapere se la domanda rispetto al prezzo è rigida o elastica,


oppure è a elasticità unitaria?
Conoscendo l'elasticità della funzione di domanda dei propri clienti, si può calcolare il
livello ottimale di prezzo al quale vendere il prodotto. I consumatori, reagiscono alle
variazioni di prezzo e di reddito attraverso due effetti:
- un effetto sostituzione : quando il prezzo di un bene aumenta, gli acquirenti decidono
di sostituirlo con uno meno costoso che soddisfa lo stesso bisogno.
- un effetto reddito : quando il prezzo di un bene aumenta, diminuisce la capacità di
spesa.

L'altra componente del mercato è l'offerta. Essa è la quantità di un bene che i


commercianti intendono vendere ai diversi prezzi.
La legge dell’offerta afferma che, la quantità offerta di un bene è in relazione diretta al
prezzo del bene

Il surplus del produttore è l'eccedenza del prezzo effettivo di vendita di un bene sul
prezzo che il produttore (o venditore) del bene sarebbe disposto ad accettare per ogni
unità addizionale prodotta o venduta.

La funzione di produzione mette in relazione la quantità di input impiegati nell'attività


produttiva e l'output, cioè la quantità massima di un dato bene o servizio che è possibile
ottenere in un dato periodo di tempo dagli input impiegati.
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Nel breve periodo i costi di produzione dell'impresa possono essere distinti
in due componenti:
1. Sono costi ssi che non variano a seconda della quantità prodotta, per esempio il
costo per l'affitto dello stabilimento, il costo di ammortamento per impianti e
macchinari, il costo per il leasing degli impianti e dei macchinari, ecc.
2. Sono costi variabili che variano a seconda della quantità prodotta, come i costi per le
materie prime, per l'energia, per il salario dei lavoratori, per i fertilizzanti, per le
sementi, ecc.
3. Costi totali sono la somma dei costi fissi e dei costi variabili.

Il pro tto, fa riferimento alla differenza tra ricavi totali e costi totali e si afferma che
obiettivo dell'imprenditore è quello di massimizzare il profitto inteso come massima
differenza tra ricavi totali e costi totali.
Il profitto normale è la remunerazione dell'imprenditore per il lavoro di gestione e
organizzazione dell'attività produttiva che ha svolto, ossia quel profitto che induce
l'imprenditore a intraprendere l’attività, rinunciando ad altre alternative.
Il profitto normale è il costo-opportunità dell'imprenditore.

Il profitto economico (chiamato anche extraprofitto) è dato dalla differenza tra ricavi totali
e costi totali, comprendendo in questi ultimi il profitto normale dell'imprenditore. Esso è,
pertanto, ciò che resta del ricavo totale all'imprenditore dopo che egli ha remunerato tutti
i fattori produttivi.

Innanzitutto, dobbiamo dire che vi sono tanti mercati quanti sono i luoghi, le quantità, i
tipi di beni e servizi scambiati. Si possono proporre le seguenti classificazioni:
• Mercati in cui vengono scambiati beni e servizi prodotti dalle imprese e mercati in cui

vengono scambiati i fattori produttivi.


• Mercati locali, nazionali, europei, internazionali. Per analizzare un mercato è

importante definire la sua estensione geografica, anche in considerazione della gamma


di beni o servizi prodotti e venduti.
• Mercati all'ingrosso e mercati al dettaglio, nel caso di commercio all'ingrosso i

prodotti sono venduti a imprenditori (o professionisti); nel caso invece di commercio al


dettaglio è possibile vendere a chiunque. I mercati all'ingrosso hanno quindi, prezzi
concorrenziali rispetto ai mercati al dettaglio.
• Mercati di concorrenza perfetta, concorrenza monopolistica, monopolio, oligopolio.

Il lato corto del mercato, è la più piccola quantità fra quella offerta e domandata a un
certo prezzo.

Il meccanismo di mercato è la tendenza del prezzo a variare fino a quando quantità


domandata e quantità offerta si equivalgono, ovvero fino al raggiungimento
del livello di equilibrio.
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Quando domanda e offerta, in corrispondenza a un determinato prezzo, non si
eguagliano si verificano le seguenti situazioni di squilibrio del mercato:
se la quantità offerta supera la quantità domandata, generando una eccedenza;
se la quantità domandata supera la quantità offerta, provocando una situazione di
scarsità.

I fenomeni economici possono essere spiegati da diversi fattori, costituiti da variabili, che
distinguiamo in:
variabili endogene, ossia quelle che il modello vuole spiegare e determinare;
variabili esogene, ossia quelle che provengono da eventi esterni allo specifico modello,
quindi "date" in quanto non modificabili almeno nel breve periodo.

I cambiamenti del reddito come possono in uenzare la quantità domandata dei beni?
Il reddito esercita un'importante influenza sulla quantità di beni domandata.
Sebbene in genere la quantità domandata di un bene sia funzione diretta del reddito,
talvolta questa regola subisce delle eccezioni.
I beni possono essere classificati nelle sotto indicate categorie:
beni normali: all'aumentare del reddito il loro consumo aumenta fino a stabilizzarsi su
livelli ritenuti soddisfacenti dai consumatori;
beni di lusso: all'aumentare del reddito il loro consumo aumenta in modo più che
proporzionale, in quanto si tratta di beni che identificano uno status sociale;
beni inferiori: all'aumentare del reddito il loro consumo diminuisce. Una particolare
categoria di beni inferiori è costituita dai cosiddetti beni di Giffen, beni per i quali un
aumento del prezzo causa un aumento della domanda.
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Che cosa afferma la "legge di Engel"?
Secondo la teoria di Engel le variazioni del reddito determinano anche variazioni nella
composizione della spesa. Ernst Engel, aveva verificato che più povera è una famiglia,
maggiore è la sua spesa nell'acquisto di generi alimentari di prima necessità e minore è
quella per abbigliamento, trasporti, salute, istruzione tempo libero. La spesa per beni di
prima necessità tende però ad aumentare meno che proporzionalmente rispetto al
reddito. I consumatori non hanno più interesse ad aumentarne il consumo e spostano le
loro scelte verso beni superiori o di lusso, il cui possesso dimostra uno status
sociale più elevato del soggetto.

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