nonprofit e lo Stato.
Sia i bisogni naturali sia i bisogni sociali possono essere distinti in bisogni
Molti bisogni sono soddisfatti dal concorso necessario di più beni che
bene è offerto con caratteristiche uguali da tutte le imprese; si tratta dei beni
non differenziabili. I beni utilizzati direttamente dalle persone per soddisfare
i loro bisogni sono chiamati beni di consumo, mentre i beni utilizzati per
produrre altri beni sono chiamati beni strumentali. I beni di consumo e i beni
strumentali possono essere beni ad utilizzo singolo oppure beni durevoli a
seconda che cedano la loro utilità totalmente in occasione di un solo
impiego.
dell'azienda).
- materie prime,
- - infrastrutture,
Secondo l'economista Herbert Simon, gli individui, più che fare scelte
ottimali fanno scelte soddisfacenti , per i vincoli svolti dalle organizzazioni e
per i limiti imposti dal sistema cognitivo umano.
Razionalità assoluta
Si tratta di un modello di razionalità che suppone che l’individuo, nel
prendere decisioni, sia in grado di prevedere e controllare, in maniera
lineare ed esaustiva, tutte le possibili variabili incidenti nel processo.
Razionalità limitata
Si tratta di un modello di razionalità che suppone che l’individuo, nel
prendere decisioni, non sia in grado di prevedere e controllare, in
maniera lineare ed esaustiva, tutte le possibili variabili incidenti nel
processo.
I GRUPPI SOCIALI
• non ha ambizioni.
• ama la responsabilità.
L’ECONOMIA AZIENDALE
Sono aziende non orientate al lucro (non profit) le aziende che, pur
svolgendo un'attività di produzione non solo diretta all'immediato
utilizzo o consumo ma anche parzialmente allo scambio, non si
pongono finalità di guadagno, ma finalità religiose, filantropiche,
culturali, sportive, socio-sanitarie, di ricerca e, in generale, di interesse
sociale.
inserire
testo 3 terzo livello di maggior dettaglio: specializzazione nell'ambito
delle singole aziende, dove le singole persone e unità organizzative
svolgono compiti particolari, utilizzando speciali competenze e
risorse.
coordinare.
• Gestione
– Gestione caratteristica
– Gestione finanziaria
– Gestione patrimoniale
– Gestione tributaria
– Gestione assicurativa
• Organizzazione
• Rilevazione
LE NEGOZIAZIONI
- Negoziazioni di lavoro;
Per attivare e mantenere relazioni di lungo periodo una delle parti è indotta
ad effettuare investimenti il cui valore può azzerarsi (o ridursi drasticamente)
quando una relazione si interrompesse. Tali investimenti sono denominati
investimenti specifici.
LA GESTIONE
La gestione è il vasto insieme di operazioni attraverso le quali l’impresa attua
direttamente la produzione economica (progetta, acquista, trasforma,
vende).
– gestione caratteristica
– gestione finanziaria
– gestione patrimoniale
– gestione tributaria
– gestione assicurativa
LA GESTIONE CARATTERISTICA
l suo risultato è la differenza fra i ricavi ottenuti a fronte della vendita di beni
o servizi oggetto dell’attività dell’azienda e i costi sostenuti per realizzarli
(spese commerciali, costi di produzione, spese amministrative e generali).
GESTIONE FINANZIARIA
GESTIONE PATRIMONIALE
GESTIONE ASSICURATIVA
GESTIONE TRIBUTARIA
Deriva dal fatto che tutte le imprese sono soggette al pagamento di tributi di
varia natura a fronte del diritto di fruire dei beni pubblici messi a disposizione
dallo Stato.
Per quanto detto, nel caso dei beni pubblici il termine negoziazione si
I rapporti di lavoro sono quindi regolati da una serie di contratti espliciti che
determinano le modalità d’assunzione, di rimunerazione, di assicurazione, di
dimissione, di licenziamento ecc, ma anche da patti impliciti riguardanti
l’impegno, i tempi di carriera ecc. Inoltre i prestatori di lavoro possono
partecipare ai risultati reddituali dell’impresa sia in maniera esplicita (premi di
produzione, partecipazione agli utili) sia in maniera implicita (retribuzioni più
alte nelle imprese a maggiore redditività)
In ogni caso non è detto che il conferente capitale di rischio ottenga una
rimunerazione positiva; essa infatti può anche manifestarsi come perdita,
anche per questo nelle imprese capitalistiche occidentali i conferenti capitale
di rischio hanno il diritto-dovere di esercitare il governo economico
dell’impresa. Solitamente i conferenti capitale di rischio hanno delle
aspettative nei confronti dell’impresa, tra le quali:
verranno elaborati per essere poi venduti ai consumatori. C'è però anche un
altro tipo di fornitore, quello di servizi, che fornisce la manodopera
necessaria affinché l'attività dell'azienda possa essere svolta in modo
corretto. Ci sono fornitori di servizi di costruzione, progettazione,
produzione, trasporto, Internet e così via.Detto questo, è normale che
l'imprenditore si chiederà se ha davvero bisogno dei fornitori, ma la risposta
sarà sempre affermativa: quella del fornitore è una figura indispensabile. Per
esempio, se ho un negozio di scarpe, avrò bisogno di qualcuno che mi
fornisca scarpe di qualità a un prezzo ragionevole e che non sia in ritardo
con le consegne, altrimenti la mia attività potrebbe subirne le conseguenze
in senso negativo. In conclusione, il successo dell'attività dipende anche in
gran parte dal modo in cui il fornitore fa il proprio lavoro.
a) quando il finanziatore ha investito una quota molto alta del suo patrimonio
in un’impresa in difficolta; in questo caso chiede di partecipare al governo
economico dell’impresa;
b) i servizi pubblici sono in competizione tra loro poiché gli investimenti fatti
in uno possono precludere gli investimenti fatti in altri;
Affinché gli istituti possano avere una vita economica duratura, un aspetto
fondamentale è quello della cooperazione, dell’integrità armonica dei
soggetti, dei contributi e delle ricompense. Pensiamo ad un istituto in cui i
soggetti hanno instaurato relazioni di fiducia e cooperazione; questi rapporti
permetteranno di perseguire il bene dell’istituto, cioè la vita economica
duratura, di avere dei soggetti fiduciosi che le ricompense saranno ripartite
in modo adeguato e che eviteranno comportamenti opportunistici.
Sicuramente rapporti di integrazione così positivi porteranno all’istituto
anche dei vantaggi economici quali: bassi costi di transazione, di
coordinamento interno, bassi prezzi-costo degli input, maggiore qualità e
flessibilità degli input, elevato impegno dei prestatori di lavoro, maggior
soddisfazione dei bisogni di socialità dei lavoratori e processi di
apprendimento collettivo all’interno dell’azienda, che porta a produrre un
“vantaggio competitivo”.
c) gran parte dei risultati derivano da lavori di gruppo, il che rende difficile
assegnare a ciascuno una retribuzione equa al lavoro svolto;
Le prime due scelte che definiscono l’assetto di governo sono: la scelta del
soggetto d’istituto e la definizione dei fini istituzionali. In linea di massima,
tutti i portatori di interessi partecipano alla guida dell’istituto, ma alcuni lo
fanno direttamente, tramite l’organo massimo di governo (nominato da una
sola categoria di portatori d’interessi), altri lo fanno indirettamente attraverso
strutture di influenza e di controllo. Il soggetto d’istituto ha 2 insiemi
fondamentali di diritti-doveri: quello di governare l’istituto (e quindi anche di
prendere le decisioni ultime), e quello di godere dei risultati residuali, positivi
o negativi che siano.
Ogni istituto ha poi degli interessi istituzionali, che coincidono con le attese
del soggetto d’istituto. In ogni istituto convergono interessi economici e non
economici; definiamo INTERESSI ISTITUZIONALI ECONOMICI gli interessi
economici che fanno capo al soggetto d’istituto; definiamo SOGGETTO
ECONOMICO alle quali fanno capo gli interessi economici istituzionali. Vi
sono poi anche interessi non istituzionali che possono essere a loro volta
economici e non economici. L’insieme delle persone che portano gli interessi
istituzionali (economici e non) forma il SOGGETTO D’ISTITUTO; l’insieme
delle persone che portano solo gli interessi istituzionali economici forma il
SOGGETTO ECONOMICO. Il soggetto d’istituto è l’insieme delle persone
che si associano per la realizzazione del bene comune; il soggetto
economico è invece colui che ha i diritti di governo economico.
Nel caso in cui il soggetto economico sia formato da una sola categoria di
portatori d’interessi, solitamente la soluzione è la seguente: la formazione
dell’organo supremo di indirizzo, composto da tutti i membri del soggetto
economico; un organo decisionale di governo economico, composto da
poche persone con competenze manageriali; un organo di controllo che
verifichi l’operato dell’organo decisionale.
a) fini dell’impresa,
▪ chi governa l’impresa deve sempre tener conto delle attese di tutte le
categorie di
3. i prestatori di lavoro.
Negli istituti non profit, proprio per la natura degli istituti, il soggetto d’istituto
può essere molto diverso dal soggetto economico. Infine, la progettazione
delle strutture di governo può essere molto delicata soprattutto quando le
persone che forniscono i contributi non coincidono con chi riceve i benefici e
quando i conferenti di contributi sono numerosi e disomogenei.
Durabilità e autonomia
Equilibrio reddituale
L'equilibrio reddituale si ottiene quando i ricavi derivanti dalla
cessione di beni e servizi nel mercato coprono i costi sostenuti per
l'acquisto di tutti i fattori di produzione. Solo quando i componenti
positivi di reddito coprono i componenti negativi di reddito l'impresa
può considerarsi vitale, cioè capace di vivere nel tempo in modo
autonomo senza richiedere l'intervento di terzi. Tale condizione, per
essere significativa, deve essere accompagnata da altre condizioni
accessorie. In primo luogo, l'azienda deve essere efficiente, cioè
mantenuta a un livello medio di efficienza, espressa in termini di
rendimento tecnico dei processi produttivi. Un'altra condizione è
quella della congruità dei prezzi pagati per i fattori di produzione e
dei prezzi conseguiti, e in particolare della congruità della
remunerazione del capitale e del lavoro.
L'equilibrio monetario
L'equilibrio reddituale può essere conseguibile nel lungo periodo ma
non nel breve. È quanto può accadere, per esempio, a imprese che
costruiscono impianti e opere pubbliche la cui realizzazione richiede
anni di lavoro, o a imprese a elevatissima intensità di capitale. In
questi casi è vitale per l'impresa il verificarsi di una seconda
condizione, l'equilibrio monetario. Si tratta di un vero e proprio
vincolo da soddisfare contemporaneamente alla condizione di
economicità e alle altre condizioni. Mentre consegue l'equilibrio
reddituale (si assicura, cioè, ricavi di esercizio sufficienti a coprire i
costi di esercizio), l'impresa deve essere in grado, momento per
momento, di far fronte agli impegni di pagamento. È compito della
gestione finanziaria provvedere alla raccolta dei mezzi finanziari
sufficienti a consentire lo svolgimento dell'attività dell'azienda.
ore lavorative tramite asili, loro educazione tramite scuole pubbliche, sussidi
per l'istruzione, sanità
tributi;
lungo periodo.
In linea generale per gli istituti nonprofit, vale quanto detto per le imprese.
Ovviamente presentano alcune varianti visto che tali istituti, non operano
cedendo prodotti a condizioni di mercato e non possono distribuire risultati
reddituali.
fenomeni aziendali.
• Principio di competenza;
• Capitale di funzionamento;
L’esercizio generale
Rimanenze finali= produzioni in corso che non fanno parte, perché non
ancora venduti, dei ricavi.
Rimanenze iniziali= sono le rimanenze finali che entrano a far parte come
input del ciclo amministrativo successivo. Entrambe entrano sia nel reddito
sia nel capitale di funzionamento.
Il principio di competenza
La tavola del reddito, quindi, non è la tavola dei costi e dei ricavi ma solo la
tavola in cui sono presenti tutti i valori negativi e positivi di reddito suscitati in
un certo periodo di tempo.
Il reddito di esercizio
La tavola del reddito non è altro che la differenza tra i componenti positivi e
negativi dell’esercizio, questa ci fa capire quanto abbiamo ottenuto
dall’attività e quanto abbiamo rimunerato.
INPUT
OUTPUT
• Produzioni in corso
• Dividendi e plusvalenze
Questi due schemi rappresentano uno schema base del redito di esercizio
riferito alle imprese manifatturiere e commerciali.
Un caso importante è quello degli output della gestione che al termine del
periodo n-1 non hanno ancora completato il loro ciclo tecnico-economico e
che diventano input per la gestione caratteristica del periodo »; nel
linguaggio aziendalistico sono denominati «rimanenze di esercizio». Nel caso
di un impresa manifatturiera si tratta di: a) le materie prime che al termine del
periodo n - 1 non sono ancora entrate nel processo di trasformazione fisica?
ma che, presumibilmente, vi entreranno nel periodo »;
- Il costo di acquisto dei beni privati ‘’ad uso immediato’’. Si tratta di beni
che esauriscono al loro primo utilizzo il cui costo all’interno della tavola è il
proprio ammontare degli acquisti.
-Se si parla invece di beni pluriennali, ovvero di beni che garantiscono il loro
utilizzo per più anni si andrà a procedere con le quote di ammortamento che
consiste nel ripartire il costo su vari esercizi (immobilizzazioni tecniche).
con durata economica stimata in sei anni e valore di realizzo, al termine dei
sei anni, stimato in 20.000 euro. Si tratta di ripartire 180.000 euro sui sei
esercizi corrispondenti ai sei anni di durata; si opta per una congettura che
-Le obbligazioni e le azioni sono qui presentate come le due forme più
semplici della gestione patrimoniale; per semplicità si suppone che siano
inseriti in bilancio il prezzo di acquisto e che eventuali utili e perdite in conto
capitale sono messi in evidenza solo al momento della loro vendita.
Nella seconda edizione della tabella sopra indicata vedremo che qui i valori
saranno principalmente sotto forma di debiti.
-Gli impegni verso i fornitori di beni privati si configurano come debiti verso
fornitori debiti commerciali che appartengono alla stessa categoria dei debiti
di regolamento.
-Gli impegni verso lo stato: le imprese hanno debiti anche con lo stato e con
altri soggetti pubblici; nel linguaggio corrente si usa l'espressione debiti
verso l'erario di particolare rilevanza è il debito per imposte sul reddito che si
forma a fine esercizio.
-Gli impegni nei confronti dei conferenti di capitale di rischio alla fine di un
certo esercizio sono composti da: il capitale sociale ossia l’importo conferito
dai soci; le riserve dagli esercizi precedenti non distribuiti ossia le parti di.
utile maturati sino all'esercizio n -1; l'utile dell'esercizio n nella sua interezza
poiché la decisione in merito alla sua destinazione saranno prese in tempi
successivi a quella della redazione del bilancio.
Nelle pagine precinti abbiamo parlato dei contenuti del bilancio di esercizio,
ora invece ci concentriamo sui processi.
Le quantità-flusso e le quantità-fondo
industriale, regolata con il pagamento del prezzo a trenta giorni data fattura.
Registrano, in particolare:
reddito che si contrappone ai componenti positivi quali sono, tra gli altri, i
I due valori con segno contrario, in tavole di raccolta di dati tra loro collegate
che si chiamano conti. Essi accolgono i valori con segno «più» a sinistra e i
valori con segno «meno» a destra. I conti rappresentano pertanto il modo
con cui i valori vengono raccolti, che dà luogo al metodo della partita
doppia.
Per classificare gli elementi del attivo si adotta Il criterio della liquidità cioè la
loro attitudine a trasformarsi in mezzi monetari senza danneggiare la
gestione operativa, mentre per gli elementi del passivo e del netto si
adotta il criterio della scadenza, cioè il termine entro il quale occorre far
fronte agli impegni.
I FLUSSI DI CASSA
L'analisi per indici del bilancio d'esercizio consiste nel calcolare, partendo
dai dati dello Stato patrimoniale e del Conto economico opportunamente
revisionati e riclassificati, indici (quozienti, espressi talvolta in percentuale)
che mettono a confronto gruppi di valori, anche di diversa natura. Gli indici si
possono raggruppare in base al tipo di analisi: analisi della redditività, analisi
della produttività, analisi patrimoniale e analisi finanziaria.
1. la redditività;
2. la solidità;
3. la liquidità.
Tali indicatori sono utili sia per gli investitori, che possono avere una
previsione circa i possibili ritorni economici del loro investimento, sia in
generale per analizzare l'affidabilità di un'impresa attribuendogli un rating
specifico.
E sono :
Ad esempio se la banca applica un tasso del 3% significa dire che per ogni €
100 di capitale depositato saranno corrisposte € 3 di rendimento in un anno.
IL ROI
Per valutare l'andamento della redditività aziendale e predisporre le
opportune strategie per migliorarla, i manager e gli amministratori hanno
bisogno di un indicatore che misuri le potenzialità di reddito dell'azienda,
indipendentemente dagli eventi extracaratteristici, dagli eventi finanziari e
dalla pressione fiscale a cui il reddito d'impresa è sottoposto.
Esprime il numero di volte che l’attivo netto gira in un anno per effetto dei
ricavi di vendita. E’ un indicatore di efficienza della gestione.
IL ROS
Il ROS esprime una sintesi delle relazioni tra volumi, costi e prezzi di vendita,
in quanto risulta dipendente dall'efficienza interna e dalla situazione di
mercato.
Oltre che dal volume delle vendite (fatturato), i risultati ottenuti nel corso
dell'esercizio sono influenzati anche dal numero di operazioni (quantità
vendute)
effettuate nel periodo. Poiché dal bilancio si vuole conoscere l'origine della
redditività globale, bisogna calcolare il “ numero di volte" che nell'anno, si è
ripetuta la redditività unitaria (rotazione degli impieghi) espressa dal ROS.
Leva finanziaria
Attraverso l'utilizzo della leva finanziaria (o "leverage") un soggetto ha la
possibilità di acquistare o vendere attività finanziarie per un ammontare
superiore al capitale posseduto.
valori, in:
I costi della produzione sono tutti i costi che l'impresa deve sostenere per
realizzare una determinata produzione di beni e servizi.
- costi fissi;
- costi variabili.
COSTI FISSI
I costi fissi sono quei costi che non variano al variare della quantità prodotta.
Esempio: il costo sostenuto per l'affitto del capannone dove viene svolta
l'attività produttiva non varia sia che produciamo 10 unità di prodotto finito,
sia che ne produciamo 100.
Sono costi fissi i costi per salari e stipendi, gli affitti pagati per i locali nei
quali si svolGe l'attività dell'impresa, gli interessi sui mutui, ecc...
COSTI VARIABILI
I costi variabili sono costi che variano al variare della quantità prodotta.
Esempio: i costi sostenuti per l'acquisto delle materie prime variano in base
alla quantità prodotta. Se la quantità prodotta aumenta aumentano le
materie prime acquistate e i relativi costi.
Sono costi variabili i costi per le materie prime, i costi per l'energia
elettrica e cosi via.
I costi totali sostenuti dall'impresa sono dati dalla somma di costi fissi e
costi variabili.
Per disegnare la curva dei costi totali è sufficiente sommare la curva dei costi
fissi con quella dei costi variabili.
Quindi possiamo dire che i costi fissi sono tali nel breve periodo, mentre nel
lungo periodo tutti i costi sono variabili.
Per breve periodo intendiamo il periodo di tempo nel quale l'impresa non
modifica le dimensioni dei propri impianti.
Non esiste una precisa quantificazione di ciò che si intende per breve e
lungo periodo ed esso varia in base al tipo di attività svolta dall'impresa.
PRODUZIONE OTTIMALE
Si riportano:
I ricavi sono rappresentati da una retta che passa per l'origine degli assi:
infatti, se la produzione è nulla, i ricavi sono nulli, successivamente i ricavi
crescono in maniera proporzionale al crescere della quantità prodotta e
venduta. Nella costruzione del grafico si ipotizza che tutta la quantità
prodotta sia anche venduta.
Quindi si avrà:
La retta (in rosso) che esprime i costi totali e la retta (in azzurro) che
esprime i ricavi totali si incontrano in un punto denominato Bep ovvero
Break Event Point che significa punto di rottura.
Per questa ragione, l'area situata a sinistra del punto Bep è detta area delle
perdite, mentre l'area alla sua destra è detta area dei profitti.
Il margine di sicurezza
Ai fini dell’analisi del rischio è necessario anche andare a considerare il
margine di sicurezza, ovvero la distanza tra le vendite programmate e quelle
di pareggio.
q(previste)
Questo margine indica la riduzione delle vendite che l’impresa può tollerare
senza conseguire una perdita.Cioè , un margine di sicurezza di 0,30 sta ad
indicare che le vendite possono essere fino al 30% inferiori rispetto al valore
previsto senza che ciò comporti per l'impresa il conseguimento di una
perdita.
Nel momento in cui nella contabilità analitica vengano inseriti i costi standard
si ottiene una contabilità analitica a costi standard, i costi standard sono
costi ipotetici, costi-obiettivo, che ammettono una certa ipotesi di
funzionamento della gestione e utili per valutare alternative di azione. Utili ad
assicurare che gli obiettivi (valori standard) vengano realizzati. Il costo
standard consente di trasformare il costo consuntivo (costo effettivo) = costo
standard +- variazioni di prezzo e quantità (scomposizione).
- CONTABILITÀ GENERALE
- - CONTABILITÀ ANALITICA
- - BUDGET O STANDARD
- - RILEVAZIONI EXTRACONTABILI
- sono specifiche dell’azienda (firm specific), ossia non sono disponibili sul
mercato dei fattori produttivi, sono state costruite all’interno dell’azienda
sulla base di idee e di processi originali;
- hanno un alto impatto sul valore attribuito dal cliente agli output
dell’azienda;
• di diversificazione
L'estensione orizzontale
E' definita dal grado di diversificazione dell'impresa, dalla numerosità e dalla
Con la scissione una società assegna l’intero suo patrimonio a più società,
preesistenti o di nuova costituzione, o parte del suo patrimonio, in tal caso
anche ad una sola società, e le relative azioni o quote ai suoi soci”. La
scissione può quindi essere definita come il frazionamento di una società in
più parti, destinate ad essere inglobate in una o più altre società.
Le scelte di localizzazione
Le scelte di localizzazione aprono l’accesso a <<patrimoni ambientali>> più
o meno ricchi che possono dare luogo ad economie esterne per molti versi
assimilabili a condizioni distintive fonti di vantaggio competitivo.
Molto importanti sono gli indirizzi strategici che configurano le scelte sul
patrimonio: basare le scelte di ingresso in nuovi mercati sulle proprie
competenze distintive e centrali (diversificazione correlata);
• l'assetto istituzionale; -
• il patrimonio;
• l'organismo personale;
• l'assetto organizzativo
-In quali aree competitive l’impresa vuole operare, in che modo intende
affrontare la concorrenza, quali decisioni strategiche sul piano finanziario,
tecnologico, di marketing...
L’AMBIENTE ECONOMICO
– infrastrutture
-I mercati:
Non è un luogo fisico. Il mercato è un complesso dinamico di negoziazioni
che hanno per oggetto una certa classe di beni e che si manifestano per
continuità con caratteri omogenei e con elementi di interazione reciproca. Si
ha un mercato quando si hanno molte negoziazioni di un oggetto simile
attuate continuativamente e con elevata frequenza da un certo insieme di
aziende. L’esistenza di un mercato dipende dalla simultanea verifica di
alcune condizioni:
Uno stesso bene può essere negoziato in mercati distinti, ad es. mercati
localizzati in diverse aree geografiche
I mercati sono complessi dinamici ovvero variano nel tempo i loro caratteri
distintivi e i loro confini le negoziazioni che formano i mercati sono
tipicamente negoziazioni tra aziende
-I settori :
Un settore è inteso come un insieme omogeneo di aziende che hanno uno
stesso tipo di attività economica. Sono legate da relazioni interdipendenza
(di concorrenza o di altro tipo) Esistono diverse prospettive di analisi dei
settori:
– ciascuna azienda partecipa a tanti settori quanti sono i mercati in cui essa
opera
IL SISTEMA COMPETITIVO
Una parte fondamentale dell’ambiente economico delle imprese è
rappresentato dal sistema competitivo, ossia dallo spazio economico
popolato di clienti, dai fornitori e dai concorrenti e nei quali l’impresa si
presenta con i sistemi di prodotto risultato della sua attività caratteristica. La
scelta del sistema competitivo in cui operare costituisce una delle scelte più
importanti, si decidono infatti il raggio di azione geografico, le fasce di clienti,
i concorrenti diretti etc.
Il modello della concorrenza allargata è uno dei riferimenti più noti per la
rappresentazione della struttura nei sistemi competitivi.
• Clienti
• Fornitori
• Potenziali entranti
• Produttori di beni sostitutivi
gestione.
B. le economie di scala: in questi casi chi entra nel settore deve farlo con
strutture di
grandi dimensioni.
E. L’accessoaicanalidistributivi:peresempioinvestimentisulpuntovendita;la
barriera è inoltre ancor più elevata se i concorrenti hanno strutture
distributive proprie.
prodotti che dipendono per esempio dai tassi di cambio sui mercati
• Ciclo di sostituzione
IL VANTAGGIO
Il vantaggio competitivo è l'insieme degli elementi che distinguono il sistema
di prodotto di una determinata azienda da quello dei concorrenti.
competenze, ecc)
Essa è caratterizzata:
- Prodotti standardizzati;
- Impianti
Le spinte all’aggregazione
Gli aggregati aziendali sono condizioni che facilitano ed ostacolano
l’aggregazione o che spingano gli aggregati a disaggregarsi. Le circostanze
che spingono l’aggregazione sono: le economie di scala, di raggio d’azione,
di transazione, l’integrazione delle competenze distintive, la condivisione dei
rischi e le rendite monopolistiche.
- il mercato dei capitali (il livello di efficienza del mercato dei capitali
può essere il fattore dominante in senso positivo o negativo; la
trasparenza del mercato dei capitali agevola od ostacola alcune forme
di operazioni di aggregazione o disaggregazione),
ECONOMIE DI SCALA
Indica la riduzione del costo unitario medio associata alla crescita della
dimensionale.
Dipende. In quanto ci sono delle componenti fisse del frigorifero, che sono
uguali per entrambe ( es: maniglia dello sportello), dunque non è detto che
costi di più.
In questo modo il prezzo unitario del prodotto si abbassa perchè tutti i costi
fissi vengono distribuiti sul maggior numero possibile di prodotti e le
inefficienze vengono ridotte al minimo.