• = 4.80 – 4 = 0.80
• RM < P
Oppure
D = P = RMe
RM
Q
• Quale sarà la quantità che massimizza il
profitto per il monopolista?
• La condizione che deve essere rispettata è la
stessa per monopolio e concorrenza: CM=RM
• Conosciamo:
• La curva di domanda
• La curva del RM
• La curva del CM
•Troviamo il punto in cui CM e RM si
incontrano
•La Q che corrisponde a quel punto è la Q
che max il profitto – Q*m
CM
D = P = RMe
RM
Q*m
•Se produce Q1 < Q*m
•RM > CM e
•Può aumentare il profitto aumentando Q
CM
D = P = RMe
RM
Q*m
Q1
•Se produce Q2 > Q*m
•CM > RM e
•Può aumentare il profitto diminuendo Q
CM
D = P = RMe
RM
Q*m
Q2
•Qual è il P che max il profitto?
•È il prezzo che si legge sulla curva di
domanda per quella stessa quantità – P*m
•Può vendere quella Q al massimo prezzo
permesso dalla curva di domanda
CM
P*m
D = P = RMe
RM
Q*m
Notiamo che:
• La regola che determina max profitto è la
stessa della concorrenza perfetta: CM=RM
• Tuttavia, per l’impresa concorrenziale
RM=P
• Mentre per il monopolio questo non vale:
• Il P è sempre maggiore del RM
• Questa è la fondamentale differenza tra
monopolio e concorrenza perfetta:
• P = RMe = RM = CM
• P = RMe > RM = CM
La curva d’offerta
CM
P*m
CMeT
D = P = RMe
RM
Q*m
•Il profitto è pari all’area data data dal
rettangolo che ha per base la Q e per
altezza la differenza tra prezzo e CMeT
CM
P*m
CMeT
D = P = RMe
RM
Q*m
IL COSTO DEL MONOPOLIO IN TERMINI DI
BENESSERE SOCIALE
CM
P*m
Pc
Qc
Q*m
•La Q socialmente ottima si ha nel punto in cui la domanda
incontra il costo marginale
•D=CM=P=RM
•Qui la disponibilità a pagare è uguale al costo marginale
•Valore del consumatore=costo
CM
P*m
Pc
Qc
Q*m
•Si dovrebbe produrre fino al punto in cui il prezzo è uguale
alla intersezione di D e CM
•La concorrenza produce questa quantità Qc (P=CM)!
•Nel monopolio RM=CM ma P>RM, quindi P>CM
•Il monopolista produce MENO della quantità socialmente
ottima: VIENE PRODOTTA UNA Q TROPPO BASSA AD
UN P TROPPO ALTO
CM
P*m
Pc
D,P,RMe
Qc
Q*m
•A QUESTO PREZZO alcuni consumatori
valutano il bene più del costo marginale di
produzione, ma meno del prezzo di monopolio e
non acquistano
CM
P*m
Pc
D,P,RMe
Qc
Q*m
•Si può misurare la perdita di benessere con la perdita secca
come per l’imposta
D,P,RMe
Qc
Q*m
• Dal punto di vista sociale la perdita secca è
dovuta alla più bassa quantità prodotta, non al
profitto del monopolista in sé….
• ….Che è l’aumento del benessere di una parte
del benessere sociale
• La perdita di quantità per il prezzo troppo alto
è ciò che causa una perdita irrecuperabile
•Area triangolo = area trapezio + triangolo –area rettangolo
(area aumento profitto monopolista)
CM
P*m
Pc
D,P,RMe
Qc
Q*m
POLITICHE ECONOMICHE E MONOPOLIO
P<CMeT
Se P=CM, Perdite economiche
CMeT
P
• Quindi, tipicamente i regolamentatori
permettono all’impresa di fissare il prezzo al
livello del costo medio totale, con profitto
nullo, ma profitto contabile positivo.
• Questo garantisce un tasso di rendimento
ragionevole pari al costo opportunità di
utilizzare le risorse dell’impresa per usi
alternativi.
• La terza opzione, imprese pubbliche, è
comune con i monopoli naturali in alcuni paesi
(non negli Stati Uniti).
• Sebbene possa eliminare il problema di
sottoproduzione se i contribuenti sono disposti
a compensare la differenza tra prezzo e costo
medio totale, si perderebbe il vantaggio della
spinta del profitto per tenere bassi i costi.
• L’alternativa del non fare nulla è la scelta di
chi pensa che l’inefficienza della
sottoproduzione del monopolio è minore
dell’inefficienza che risulta da politiche
economiche politicamente stabilite,
• o che il benessere della società in genere non è
il criterio appropriato per determinare politiche
economiche.
LA DISCRIMINAZIONE DEL PREZZO
• Molte imprese praticano una discriminazione dei
prezzi, ovvero applicano prezzi diversi per lo stesso
bene a consumatori diversi.
• Le tariffe aeree sono un esempio. Prezzi scontati sono
offerti a clienti che prenotano in anticipo e stanno un
sabato notte, che viaggiano per piacere ed hanno una
domanda molto elastica, mentre tariffe alte vengono
fatte pagare ai clienti che viaggiano per lavoro, che
hanno una domanda anelastica e non vogliono stare
via il fine settimana.
• Le imprese discriminano per ottenere l’effetto
produzione SENZA subire l’effetto prezzo che
risulterebbe se abbassassero il prezzo a tutti.
• Nell’esempio precedente
• Se il monopolista avesse potuto diminuire il prezzo a
4.80 solo per la 21esima unità e continuare a vendere
le 20 precedenti a p=5,
• Il ricavo marginale sarebbe stato uguale =4.80=P
• Non ci sarebbe stata la diminuzione di ricavo totale
pari a (20 x .20)=4 (effetto prezzo) .
• Per poter discriminare sul prezzo le imprese
devono poter dividere i consumatori in gruppi
sulla base della loro disponibilità a pagare
(turisti, business; due paesi diversi; giovani,
meno giovani….)
• Considera i gruppi come due o più mercati
distinti, e aumenta il profitto vendendo a
prezzi diversi in ogni mercato (costi di
produzione uguali)
Discriminazione e benessere