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Bilancio e destinatari
Il bilancio lo strumento informativo rappresentante la situazione economico-patrimoniale di una societ, a
disposizione degli stakeholders, i portatori di interesse esterni alla societ stessa (finanziatori, investitori,
dipendenti, clienti, fornitori, ecc.) ma anche interni, quali i soci ed i manager.
Le politiche di bilancio sono volte dunque a fornire una rappresentazione della situazione della societ che
favorisca una o pi categorie di stakeholders. Ad esempio, una politica di saturazione di capitale incontrer
sempre il favore dei finanziatori (che si sentiranno maggiormente tutelati), mentre una politica di
annacquamento, o comunque una rappresentazione meno prudenziale del capitale, incontrer il favore di nuovi
investitori (che vedranno il loro capitale maggiormente remunerato). Per quanto riguarda l'Italia, nella redazione
del bilancio il nostro Paese improntato su di un'ottica prudenziale che favorisce i terzi affidatari (finanziatori),
preferendo politiche di leggera saturazione.
Le grandezze che vi sono rappresentate sono il capitale (grandezza stock) e il reddito (grandezza flusso).
A seconda poi di altre caratteristiche il bilancio si divide in:
per le circostanze: ordinario o straordinario
per il periodo: infrannuale o annuale
per il momento: preventivo o consultivo
per l'oggetto: d'azienda o consolidato
Fonti di riferimento
Le fonti di riferimento per la compilazione del bilancio d'esercizio sono essenzialmente tre:
normativa
prassi contabile
fisco
Per quanto riguarda la normativa, essa deriva da due ampie fonti: la legislazione nazionale (in particolare, dal
Codice Civile in poi) e la legislazione comunitaria. bene ricordare che la legislazione comunitaria, sotto forma
di direttive comunitarie, viene recepita tramite provvedimenti legislativi dei singoli Paesi membri, e dunque si
possa in sostanza parlare esclusivamente di normativa nazionale per il bilancio d'esercizio.
In sintesi, la normativa civilistica italiana riguardante il bilancio ha seguito la seguente evoluzione:
1. Codice di Commercio del Regno d'Italia (1882): di impronta napoleonica e liberista, si limita a chiedere
che in bilancio siano iscritti solo gli utili e le perdite, ed il capitale sociale attualmente versato, con
evidenza e verit
2. Codice Civile (1942): innovativo, chiede un contenuto minimale per la situazione patrimoniale, un
conto dei profitti e delle perdite (conto economico) senza uno schema preciso ed una relazione degli
amministratori, sempre secondo principi di chiarezza
3. L.216/1974 miniriforma: viene inserito un contenuto minimo per il conto economico e la relazione
degli amministratori, viene richiesto di mostrare in bilancio i debiti/crediti verso le controllate o
collegate, e di allegare i bilanci delle controllate
4. D.P.R. 136/1975: riferimento ai corretti principi contabili
5. D.Lgs. 127/1991: riscrive tutta la normativa del bilancio, portandola quasi totalmente alla situazione che
permane ancora oggi, in attuazione delle direttive IV e VII CEE. Viene introdotto uno schema-base di
bilancio, con l'introduzione di postulati e principi, viene introdotto il bilancio consolidato
6. D.Lgs. 6/2003: modifica i principi di redazione (sostanza sulla forma), la struttura dello stato
patrimoniale, del conto economico, dei criteri di valutazione e della nota integrativa. Vengono definite le
societ tenute a seguire i principi IAS, IFRS
7. D.Lgs. 38/2005: attua il regolamento UE 1606/2002, riguardante l'obbligo di seguire i principi IAS,
IFRS. L'Italia ha in particolare deciso di obbligare a seguire i principi IAS,IFRS le societ quotate
obbligate a presentare bilanci consolidati, le societ quotate non-holding (che per in Italia sono poche!)
e tutte le societ quali banche, assicurazioni o intermediari finanziari. Sono escluse tutte le altre.
Per quanto riguarda la prassi contabile, seconda fonte che disciplina la redazione del bilancio civilistico, essa
proviene essenzialmente da due importanti organismi, uno nazionale e uno europeo:
per l'Italia, la prassi contabile deriva dall'OIC (Organismo Italiano di Contabilit), che fissa i principi
nazionalmente riconosciuti, stimola il legislatore italiano ad attuare riforme, e ha fra i suoi componenti
di spicco il CNDCEC (Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili)
per l'Europa, la prassi contabile deriva dallo IASB (International Accounting Satndard Board), che
questi siano tendenzialmente ritenuti normali in un'economia con tendenza crescente dei prezzi).
Gli utili conseguiti dalle plusvalenze andranno iscritti una riserva specifica del patrimonio netta non distribuibile
ai soci: i beni rivalutati sono mantenuti a riserva indivisibile fino a loro effettiva realizzazione contabile e
finanziaria (liquidazione, fine dell'ammortamento se bene ammortizzabile).
Articolo 2423, comma 5
L'art. 2423 C.C., comma 5, afferma che: Il bilancio deve essere redatto in unit di euro, senza cifre decimali,
ad eccezione della nota integrativa che pu essere redatta in migliaia di euro. Quest'articolo introduce il
principio di omogeneit della moneta di conto. Da ricordare come in contabilit generale (libro giornale e
libro mastro), i conti siano tenuti in centesimi di euro. Infine, le cifre di arrotondamento dello SP vanno iscritte
in altre riserve del patrimonio netto, mentre le cifre di arrotondamento del CE vanno iscritte nei proventi/oneri
straordinari.
Articolo 2423 bis
L'art. 2423 bis introduce i cosiddetti principi di redazione del bilancio, che sono:
continuit nella gestione: che esprime l'ideale continuit della gestione oltre il termine dell'esercizio
(ovviamente la gestione continua ed il periodo amministrativo una finzione), concetto su cui si basa
l'utilit stessa di ammortamenti, rimanenze, ratei e risconti
prevalenza della sostanza sulla forma: che esprime come la valutazione delle voci debba essere
effettuata tenendo conto della funzione economica dell'elemento. Si pu creare cos una discrepanza fra
la situazione giuridica e la situazione economica, in riferimento in particolare a nuove fattispecie
contrattuali (leasing finanziario, lease-back). In Italia il bene in leasing finanziario, essendo comunque
destinato (salvo inadempimento nel pagamento dei canoni) al riscatto al termine del contratto, va
indicato in nota integrativa, ma non nell'attivo dello stato patrimoniale
prudenza: uno dei principi-cardine di tutta la normativa civilista di bilancio italiana, secondo cui ogni
valutazione va effettuata secondo prudenza. In particolare in questo articolo di sottolinea come
vadano iscritti esclusivamente gli utili effettivamente realizzati alla chiusura del periodo amministrato,
mentre invece debbano essere iscritte non solo le perdite realizzate, ma anche quelle presunte di
competenza dell'esercizio
competenza economica: altro importantissimo principio, che esprime come si debba tener conto di
proventi ed oneri (anche presunti) di competenza dell'esercizio, indipendentemente dalla dati
dell'incasso o del pagamento (base fondante di ratei e risconti). I ricavi allora vanno considerati solo se
il bene/servizio stato ceduto all'interno dell'esercizio, e ugualmente un costo va considerato solo se di
competenza o correlati ai relativi ricavi (es. rimanenze di magazzino)
separata valutazione di elementi eterogenei: questo principio afferma come elementi eterogenei
compresi in singole voci di bilancio debbano essere valutati separatamente
continuit di applicazione dei criteri valutativi: afferma come i criteri valutativi delle poste del bilancio
(esposti nel fondamentale articolo 2426) debbano essere applicati con continuit e coerenza fra esercizi
successivi. Il cambiamento dei criteri valutativi (nei pochi spazi concessi dal codice, quindi
fondamentalmente per le rimanenze di beni fungibili) pu infatti aumentare o diminuire i valori iscritti a
bilancio. possibile derogare a questo principio, come affermato al comma successivo, solo in casi
eccezionali, con deroga motivata ed esplicata negli effetti economici, finanziari e patrimoniali in nota
integrativa (utili da plusvalenze a riserva non distribuibile)
Altri principi di bilancio
Si ricavano altri principi per la compilazione del bilancio dalla lettura degli articoli seguenti al 2423 bis, essi
sono:
divieto di compensazione di partite (2423 ter, 6): per salvaguardare l'informativa di bilancio, con
l'esclusione di sconti, abbuoni e resi che, registrati in contabilit, possono essere compensati nelle voci
di conto economico
omogeneit della moneta di conto: gi trattato
principi impliciti:
comparabilit valutativa e spaziale: delle voci di bilancio fra esercizi successivi
verificabilit: delle valutazioni
neutralit: del bilancio
Per riassumere, una sintesi della struttura dello stato patrimoniale, che comprende le macroclassi e le classi:
Questo schema di confronto vuole mostrare come il legislatore abbia strutturato il Conto Economico in maniera
diversa da come lo indicherebbe una suddivisione per aree gestionali. Innanzitutto il CE inserisce all'interno
delle classi A) e B) i ricavi e i costi accessori, che funzionalmente apparterrebbero alla cosiddetta gestione
accessoria (compresa nella gestione ordinaria= gestione operativa+gestione accessoria+gestione finanziaria)
ovvero quella quella gestione di costi o ricavi regolari nella vita dell'impresa ma comunque estranei all'attivit
tipica (affitti per locali, spese ordinarie di manutenzione, ecc.) Quindi c' un primo leggero inquinamento del
risultato operativo, che certamente un punto che risulta interessante per il lettore di bilancio, che cos invece
deve ricostruire un valore pi attendibile dalla nota integrativa. Oltre a ci, le due principali classi A) e B)
accolgono anche una parte di quei proventi ed oneri straordinari che, funzionalmente, verrebbero classificate
come gestione straordinaria. Infatti, una relazione ministeriale ha stabilito che possano essere iscritti nella
classe E) solo proventi ed oneri estranei all'attivit usuale dell'azienda, dunque con una definizione di
straordinariet molto pi restrittiva, che esclude ad esempio un'alienazione usuale di un'immobilizzazione con
valore residuo al termine della sua vita utile, per obsolescenza. Nella classe E) andranno allora inseriti solo
proventi ed oneri per eventi straordinari nella vita dell'impresa (riconversioni produttive, ecc.) Ancora una volta
il risultato operativo risulta falsato.
Per quanto riguarda la gerarchia all'interno della struttura del CE, sono assenti le macroclassi, e la
classificazione inizia dalle cinque classi, indicate con lettera maiuscola. Due voci, la A5 (altri ricavi e
proventi) e la B14 (oneri diversi di gestione) sono indicate informalmente come i cestini dei rifiuti del CE,
perch accolgono quei ricavi e quei costi di difficile classificazione ma, come affermato, di non
straordinariet, almeno nella formulazione della nota ministeriale.
Ritornando sulla struttura del costo d'acquisto, ci soffermiamo sulle caratteristiche degli oneri finanziari
specifici capitalizzabili. Essi devono provenire da capitali specificatamente finanziati per l'immobilizzazione ed
effettivamente utilizzati, essere interessi maturati durante il periodo di fabbricazione e fino al momento di
utilizzo, per un periodo significativo e per un tasso annuo effettivo globale (TAEG).
Configurazioni di costo storico (costo di acquisizione)
Lo schema seguente riassume tutte le principali configurazioni di costo storico, basate sui tanti modi in cui
un'immobilizzazione pu entrare nella propriet di un'impresa:
Permuta
Un'operazione di permuta di immobilizzazioni materiali consiste in uno scambio di fattori produttivi fra aziende,
senza che avvenga una corresponsione di prezzo fra di esse. Tale pratica definita informalmente permuta
tradizionale. Quando invece un'azienda corrisponde all'altra una differenza di prezzo, si parla di permutacompravendita.
I principi OIC affermano come, se si tratta di permuta tradizionale, si debba iscrivere la nuova immobilizzazione
al valore contabile netto di quella ceduta, sotto il presupposto logico delle caratteristiche stesse della permuta.
Tuttavia, questo possibile solo se si trattato di un vero e proprio scambio fra fattori produttivi con uguale
vita residua, se invece la permuta tradizionale (o totale) assume pi le caratteristiche di una compravendita, si
iscrive l'immobilizzazione al prezzo di mercato. Nel caso di permuta-compravendita, si iscriver la nuova
immobilizzazione al prezzo di mercato.
Acquisto a corpo
L'acquisto a corpo un'operazione di acquisizione simultanea e congiunta di pi fattori produttivi per i quali
viene riconosciuto un unico prezzo riferito a tutto il complesso. Tuttavia, un corpo pu essere composto da beni
dalle caratteristiche differenti, e da sottoporre ad ammortamento specifico. Sar dunque necessario ripartire il
valore del corpo per ogni bene che lo compone, ed iscrivere ognuno separatamente, attribuendo un valore peri
alla quota parte del prezzo a corpo corrispondente all'incidenza del valore di mercato del bene sul totale del
valore a corpo ai prezzi di mercato, ovvero:
VI a =PC
VM a
VM i
Si ricorda che il risultato non deve essere iscritto in automatico: si deve sempre confrontare con il valore di
mercato o il valore d'uso, e iscrivere solo se minore.
Acquisto a titolo gratuito
Un acquisto a titolo gratuito un'operazione in cui si acquisisce un'immobilizzazione verso nessun corrispettivo.
Tale immobilizzazione va certamente inserita nell'attivo, e, non potendo usare per ovvie ragioni in criterio del
costo storico, essa andr iscritta al valore di presunto realizzo (valore di mercato o valore d'uso). L'iscrizione,
non comportando alcuna uscita monetaria, far allora sorgere una sopravvenienza attiva da imputare interamente
nell'esercizio. I principi OIC16 non permettono di capitalizzare gli eventuali costi accessori (oneri di
inserimento, ecc.), ma di stornarli direttamente dalla sopravvenienza. Una volta iscritta in bilancio, si procede
all'ammortamento.
La rivalutazione delle immobilizzazioni immateriali: conseguenze fiscali
In alcuni casi, il valore a cui iscritta un'immobilizzazione a bilancio profondamente diverso dal valore che
essa ha nella realt. In alcuni casi-limite, dunque, il principio della prudenza perde molta forza in favore del
postulato di veridicit. il caso delle rivalutazioni, che in prima battuta si possono dividere in:
rivalutazioni economiche: i gi citati casi straordinari in cui il valore di un'immobilizzazione aumenta
sensibilmente in virt del cambiamento di una sua caratteristica intrinseca
rivalutazioni monetarie: sono consentite solo con leggi speciali da parte del legislatore, per adeguare i
valori iscritti al costo storico in periodi di forte inflazione. L'aumento del valore patrimoniale (entro il
valore corrente di mercato) seguito s da una plusvalenza, che tuttavia in sede di assestamento viene
interamente accantonata in una riserva di rivalutazione del patrimonio netto indisponibile. Le quote di
ammortamento, aumentando il valore del bene, aumentano anch'esse.
Per quanti riguarda le conseguenze fiscali per le rivalutazioni economiche, le plusvalenze da rivalutazione di
immobilizzazione non sono tassabili, tuttavia, per compensare la cosa, il Fisco permette la deducibilit delle
quote di ammortamento solo al netto delle plusvalenze (l'effetto complessivo zero, ma spalmato
sull'ammortamento). Ancora una volta si nota come civilisticamente venga fatto un ammortamento maggiore,
ma, in sede di dichiarazione dei redditi, si debba fare una ripresa in aumento del reddito d'esercizio per calcolare
l'imponibile.
Le conseguenze fiscali delle rivalutazioni monetarie non si discostano cos nettamente: le plusvalenze, anche in
questo caso non sono imponibili fiscalmente, e le quote di ammortamento sono interamente deducibili (ma dal
secondo esercizio successivo), fermo restando che chi vuole avvalersi della rivalutazione monetaria debba
pagare un'imposta sostitutiva una-tantum.
normale funzionamento
manutenzioni straordinarie: sono capitalizzabili al valore dell'immobilizzazione, perch ne aumentano il
valore ed il livello produttivo
I costi per manutenzioni straordinarie sono capitalizzabili iscrivendo un ricavo in A.4 incrementi di
immobilizzazioni per lavori interni se la manutenzione straordinaria fatta in economia, oppure se apportate
dall'esterno (commissionate), si fa transitare il costo in CE e poi si storna totalmente capitalizzando il costo.
Il Fisco non compie una distinzione fra manutenzioni ordinarie e straordinarie, ma fra:
capitalizzabili: interamente deducibili (nel senso che le quote di ammortamento maggiori risultanti
dall'aver capitalizzato i costi al valore dell'immobilizzazione sono interamente deducibili)
non capitalizzabili: deducibili nel limite di un plafond del 5% del costo dei beni materiali
ammortizzabili, l'eccedente ammortizzato (rateizzato, si sta parlando di un debito verso il fisco) come
deduzione in quote costanti nei 5 esercizi successivi
Dismissioni
Quarto ed ultimo caso di mutamento del valore iniziale di un'immobilizzazione, riguarda essenzialmente le
dismissioni di immobilizzazioni non completamente ammortizzate, che pu avvenire tramite:
eliminazione senza alcun realizzo: civilisticamente si verifica una svalutazione per l'intero importo pari
al valore netto contabile rimanente (costo), che per fiscalmente interamente deducibile (deroga a ci
che si visto trattando le svalutazioni comuni)
cessione a titolo oneroso: scattano plusvalenze e minusvalenze che possono avere caratteristiche:
ordinarie all'interno dell'attivit produttiva: ricambio fisiologico di cespiti, allora plusvalenze
passano da A.5 altri ricavi e proventi e minusvalenze da B.14 oneri diversi di gestione
straordinarie (estranee all'attivit usuale dell'azienda): cessione di immobili civili o altri beni non
strumentali o beni strumentali in situazioni straordinarie (es. riconversione industriale), allora
plusvalenze passano da E.20 proventi con separata indicazione delle plusvalenze da alienazione e
minusvalenze da E.21 oneri con separata indicazione delle minusvalenze da alienazione
Per quanto riguarda la disciplina fiscale, ovvia premessa che se la cessione di immobilizzazioni a titolo
oneroso la attivit tipica dell'impresa, le plusvalenze concorrono interamente all'imponibile come ricavi
dell'esercizio.
Se invece la cessione riguarda un bene produttivo/strumentale che appartiene all'azienda (che normalmente non
dismette beni produttivi ovviamente), il TUIR articolo 86 afferma come le plusvalenze/minusvalenze debbano
concorrere all'imponibile se si verifica anche uno solo dei seguenti casi:
plusvalenze:
realizzate a titolo oneroso
realizzate mediante il risarcimento, anche assicurativo, per la perdita o danneggiamento di beni
i beni sono destinati all'uso personale dei soci o comunque per finalit estranee all'impresa
Chiaramente si tratta di fattispecie molto comuni, le plusvalenze concorrono all'imponibile interamente
nell'esercizio di competenze, oppure, se il bene alienato era posseduto da almeno 3 anni, possibile
chiedere una rateizzazione della quota che concorre a imponibile fino al quarto esercizio successivo
minusvalenze:
realizzate a titolo oneroso
realizzate mediante il risarcimento, anche assicurativo, per la perdita o danneggiamento di beni
Le minusvalenze concorrono all'imponibile, abbattendolo, interamente nell'esercizio di competenza
marchio, costo d'acquisto o produzione ma solo come costi esterni. Ammortamento in base alla vita utile
Avviamento
L'avviamento il maggior valore che un'azienda acquirente dovrebbe pagare ai soci dell'azienda rilevata rispetto
al suo capitale netto rivalutato all'atto dell'acquisto. L'avviamento ha alcuni caratteri che lo avvicinano agli oneri
pluriennali, come quello di non avere un valore di mercato indipendentemente dall'azienda che lo ha prodotto, e
ai beni immateriali, come l'utilit futura che la premessa della sua stessa esistenza (si paga di pi perch
l'azienda avviata, ha la sua clientela, inserita nel tessuto commerciale, ecc.). Si deve ricordare che il
Codice vieta espressamente l'iscrizione dell'avviamento internamente generato. possibile invece iscrivere
l'avviamento acquistato a titolo oneroso, solo dietro il consenso del collegio sindacale e con un ammortamento
massimo in 5 anni o, se previsto maggiore, si pu giustificare un tempo ulteriore in NI.
Disciplina fiscale per i beni immateriali
La disciplina fiscale per i beni immateriali non pone numerosi problemi, ed la seguente (per le poste pi
importanti):
costi impianto e ampliamento: deducibilit integrale delle quote di ammortamento
costi di R&S: deducibilit integrale delle quote di ammortamento in 5 esercizi
costi di pubblicit: deducibilit integrale delle quote di ammortamento in 5 esercizi
avviamento: deducibilit integrale delle quote di ammortamento purch non superiori a 1/18 del valore
dell'avviamento
sue stesse azioni, come persona giuridica. L'acquisto di azioni proprie, si comprende, crea un cortocircuito
giuridico ed economico nel sistema del finanziamento a titolo di capitale di rischio, perch le azioni proprie
diventano vero e proprio capitale fittizio. Un'impresa potrebbe ritenere conveniente comprare sul mercato
flottante delle proprie azioni per sostenerne il prezzo, o accrescere uno specifico indice, oppure ridurre il
capitale sociale o liquidare un azionista, oppure ancora per distribuire le azioni in stock option ai dipendenti.
Il Codice comunque pone degli importanti limiti all'acquisto del proprio flottante sul mercato azionario, sempre
a tutela dei terzi affidatari, quali:
tetto assoluto pari al 10% del capitale sociale in valore nominale
creazione di una riserva indisponibile pari al valore delle proprie azioni, utilizzando riserve disponibili o
utili non distribuiti (ci sempre per evitare l'annacquamento del capitale)
perdita del diritto di voto in assemblea e del diritto al ricevere dividendi
Valutazione delle immobilizzazioni finanziarie
Per la valutazione delle immobilizzazioni finanziarie si seguono due metodi:
criterio del costo storico (costo d'acquisto o costo di sottoscrizione)
criterio del patrimonio netto
Non esiste ovviamente un costo di produzione per le immobilizzazioni finanziarie. Gli oneri accessori
capitalizzabili al costo storico sono le eventuali commissioni di intermediazione finanziaria, le imposte di bollo
se previste, ecc. I titoli, sempre valutati al costo storico, si valutano a corso secco, ovvero senza computare gli
interessi che stiano eventualmente maturando (cedole o altri interessi).
Svalutazione delle immobilizzazioni finanziarie
La disciplina della svalutazione richiama quella generale, con la differenza che la svalutazione in questo caso
una scelta soggettiva degli amministratori, una volta che si verifichino alcune cause previste dal Codice.
Infatti, a seconda della tipologia di immobilizzazione finanziaria, si opera nel seguente modo:
partecipazioni: svalutabili su perdite durevoli di valore della partecipata (possibilit, non obbligo), con
riferimento alla situazione economica. La decisione intorno alla svalutazione lasciata agli
amministratori, che potrebbero decidere di non effettuarla se dovessero ritenere che la partecipata ha un
buon avviamento aziendale, oppure plusvalenze latenti (utili presunti). La svalutazione effettuata fino
al tetto massimo della percentuale della variazione in perdita del patrimonio netto contabile pi
l'eventuale sovrapprezzo
titoli quotati: svalutabili quando il corso borsistico notevolmente e durevolmente inferiore al costo
d'acquisto. La svalutazione effettuata fino al tetto massimo del presumibile valore di realizzo
titoli non quotati: svalutabili in riferimento al rischio d'insolvenza dell'emittente. La svalutazione
effettuata fino al tetto massimo del presumibile valore di realizzo
Ripristino di valore
Come per le immobilizzazioni materiali svalutate, il ripristino di valore , totale o parziale, possibile quando
vengano meno le condizioni che il Codice prevede come cause danti la facolt agli amministratori di svalutare.
Il ripristino avviene fino al tetto del valore iniziale di iscrizione.
Criterio del Patrimonio Netto
Si introduce ora il criterio di valutazione ed iscrizione delle immobilizzazioni finanziarie alternativo al criterio
del costo storico. Esso descritto dall'articolo 2426, punto quarto, che afferma come le immobilizzazioni
consistenti in partecipazioni in imprese collegate o controllate possano essere valutate, in alternativa al criterio
del costo, per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio netto risultate dall'ultimo bilancio
approvato, detratti i dividendi. La ragione per l'applicazione del criterio del patrimonio netto al posto del criterio
del costo molto semplice: un criterio meno prudenziale che d una rappresentazione pi realistica del valore
delle partecipazioni, specie se passato tempo dall'acquisizione ed aumentata in maniera sensibile la
capitalizzazione della partecipata.
Il metodo del patrimonio netto funzione rispettando alcuni criteri:
si pu anche iscrivere il maggior costo (non sovrapprezzo! Sovrapprezzo= valore d'acquisto-valore
nominale) pagato rispetto al valore della percentuale di PN posseduto, purch si dia indicazione di ci in
NI
tuttavia, tale maggior costo (dovuto alla presenza di avviamento) va ammortizzato in 5 anni, svalutando
l'intera partecipazione, che alla fine dei 5 anni (fermo restando il valore della percentuale del PN della
partecipata posseduta) torner ad allinearsi al valore netto stabilito appunto con il criterio del PN
il principio della anticipazione delle perdite consiglia poi, se tale differenza dovuta oltre che alla
presenza di un avviamento interno alla partecipata anche all'aver fatto un cattivo affare (si pagato
troppo per quanto realmente valeva), di svalutare immediatamente la quota che si considera di cattivo
affare nell'esercizio
se invece accade che si vuole adottare il metodo del PN, ma il costo d'acquisto inferiore alla
percentuale di PN, allora:
si pu aver fatto un buon affare (e in tal caso si pu rivalutare la partecipazione a riserva
indisponibile per rivalutazione di partecipazione fino al tetto della percentuale)
si pu aver avuto uno sconto per un disavviamento, allora si iscrive al costo d'acquisto senza
utilizzare il metodo del PN, aspettando le perdite che dovessero adeguare la percentuale di PN al
prezzo pagato, e solo a quel punto agganciarsi a questo valore, e svalutare (se la partecipata
continua ad andare male) o rivalutare (se la partecipata si riprende)
Ma nella pratica, come far agganciare questo valore alle poste in bilancio? Se, utilizzando il metodo del PN e
osservando l'ultimo bilancio della partecipata, si osserva che essa ha chiuso l'esercizio in perdita, con una
diminuzione del patrimonio netto, allora le relative azioni sono svalutate per un valore economico che il Codice
tratta come minusvalenze di competenza (costo), per il solito principio di anticipazione delle perdite presunte.
Se invece si osserva che la partecipata ha conseguito degli utili che non sono stati distribuiti interamente (se
sono stati distribuiti dividenti essi vanno detratti!), allora le relative azioni sono rivalutate per un valore
economico che il Codice tratta come plusvalenze non di competenza (perch non realizzate), per il solito
principio di non anticipazione degli utili presunti, e dunque alla rivalutazione si fa seguire un'iscrizione a
riserva non distribuibile.
I principi contabili OIC 21 specificano meglio come procedere alla rivalutazione delle partecipazioni valutate
secondo il metodo del patrimonio netto:
con metodo integrale benchmark: il metodo benchmark, di riferimento, per l'OIC, in cui la
rivalutazione delle partecipazioni effettuata facendo passare la rivalutazione come provento
dell'esercizio. Nell'esercizio successivo, in sede di approvazione del bilancio dell'esercizio precedente e
di scelta di distribuzione degli utili, gli amministratori preventivamente iscriveranno la quota di utile
pari alle plusvalenze da rivalutazione in una riserva indisponibile. Se poi la controllata distribuisce
dividendi, allora la controllante:
da una parte, svaluta la partecipazione (se la controllata distribuisce dividendi cala il suo PN) ma
senza iscrivere un costo, ma un credito
dall'altra, quando avviene l'effettivo regolamento, oltre a registrare un flusso di liquidit in entrata
storna la riserva indisponibile di un importo che iscrive a riserva disponibile, che diventa la quota
di ricavo per la rivalutazione, commisurata alla corresponsione di dividendi
con metodo solo patrimoniale allowed: il secondo metodo il metodo solo patrimoniale permesso
dall'OIC, dove la rivalutazione delle partecipazioni non transita dal CE. Essa avviene direttamente con
la scrittura partecipazioni azionarie a riserva indisponibile. Se poi la controllata distribuisce
dividendi, allora la controllante:
da una parte, iscrive un credito ed iscrive un provento da partecipazioni (dividendo)
dall'altra, quando avviene l'effettivo regolamento, oltre a registrare un flusso di liquidit in entrata
storna la riserva indisponibile della quota di dividendo corrisposto, e dello stesso valore svaluta la
partecipazione (se la controllata distribuisce dividendi cala il suo PN)
fisico-tecnica), dove compongano rimanenze di magazzino in sede di assestamento al 31/12, sono inserite nel
Conto Economico nella classe B) Costo della produzione alla voce B.11 Variazioni delle rimanenze di
materie prime, sussidiarie, di consumo e merci con segno negativo, a rettifica di costi di esercizio.
Prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e prodotti finiti, dove compongano rimanenze di magazzino in
sede di assestamento al 31/12, sono inserite nel Conto Economico nella classe A) Valore della produzione alla
voce A.2 Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti con segno
positivo, in quanto legittimi ricavi d'esercizio, perch risultato della produzione.
Le relative voci patrimoniali movimentate sono la C.I.1, la C.I.2 e la C.I.4, come rimanenze iniziali
all'apertura dell'esercizio o come rimanenze finali in sede di assestamento. Si nota come le voci del conto
economico superino le scritture conosciute dal corso di Economia Aziendale.
Rimanenze: TUIR
L'articolo 92 del TUIR si discosta dalla disciplina civilistica per quanto riguarda la valutazione delle rimanenze
di magazzino, dal momento che, come detto, le rimanenze concorrono all'aumento della base imponibile (sia che
diminuiscano i costi di produzione che aumentino il valore della produzione nel CE). Il Fisco ha allora tutto
l'interesse a non permettere la valutazione delle rimanenze sotto una certa soglia, pena la ripresa in aumento
dell'imponibile.
Il TUIR prevede che tale soglia minima sia pari al minore fra il costo storico e il valore normale medio.
Per quanto riguarda il costo storico, concesso l'utilizzo del costo specifico (acquisto o produzione) o dei
metodi di valorizzazione sintetici (LIFO,FIFO,CMP) purch siano anche utilizzati in bilancio, oppure un
particolare metodo detto LIFO a scatti annuali. Questo metodo unisce ad un'impostazione dello scarico secondo
la concezione last in first out (vengono fatte uscire le partite di pi recente entrata), una valorizzazione delle
rimanenze di uno stesso anno tramite media ponderata, che in parte corregge la prudenza del LIFO.
Il valore normale medio invece una media dei prezzi dell'ultimo mese per quella categoria merceologica.
I lavori in corso su ordinazione
Una categoria a parte di rimanenze sono i lavori in corso su ordinazioni, che nello SP hanno un'evidenza
particolare alla voce C.I.3. Essi riguardano quei particolari lavori su commessa che possono impiegare anche
interamente un'impresa, e impiegano pi periodi amministrativi per essere completati (cantieristica navale,
aeronautica, ecc.). La logica rimane per quella di stornare costi di esercizio in eccesso (a cui non seguono
ricavi) che potrebbero, anno dopo anno, deprimere il patrimonio netto con perdite continue, dal momento che la
vendita non si realizza. Allora la scrittura in assestamento la gi vista C.I.3 Lavori in corso su ordinazione a
A.3 Variazione dei lavori in corso su ordinazione, mentre all'inizio dell'esercizio si fa la scrittura inversa.
Ci sono due metodologie per valutare i lavori in corso su ordinazioni:
metodo della commessa completata: il metodo generale previsto dal Codice, articolo 2426, punto 9),
che valorizza le rimanenze, in questo caso i lavori su commissione, al costo di produzione (costo
industriale) maggiorato dagli eventuali oneri finanziari specifici
metodo della percentuale di completamento della commessa: il metodo concesso come opzione
all'articolo 2426, punto 11, che valorizza i lavori su commissione in base alla percentuale di
completamento della commessa, con un valore basato sul prezzo finale della commessa
Si comprende come il secondo metodo dia valori pi alti, e dunque possa tendere ad annacquare il capitale,
spalmando il ricarico della commessa (il ricavo al netto dei costi) fin dal primo anno, e non sono alla fine come
accade con il metodo della commessa (o contratto) completata.
I principi OIC richiedono allora:
l'esistenza di un contratto vincolante per le parti, con un prezzo fisso
specificit della commessa
possibilit di determinare chiaramente lo SAL (stato di avanzamento dei lavori), tramite:
criterio dei costi sostenuti rispetto ai costi previsti
criterio delle ore lavorate rispetto alle ore previste
criterio fisico-tecnico, basato sul progetto
assenza di aleatoriet
adeguata contabilit di commessa
Ovviamente il Fisco pretender che sia seguito il metodo della percentuale di completamento per fare cassa ogni
anno e non solo alla fine.
Commesse in perdita
Si ha una commessa in perdita quando ci si accorge di stare sostenendo pi costi di produzione di una
commessa di quanto si otterr alla vendita. In tal caso, nell'esercizio in cui se ne viene a conoscenza,
necessario scegliere se:
effettuare un accantonamento a fondo rischi
oppure
rettificare Lavori in corso su ordinazione e Variazioni di lavori in corso su ordinazione
Principi IAS-IFRS e rimanenze di magazzino/lavori in corso su ordinazione
I principi contabili internazionali per le rimanenze affermano come si debba adottare il minore fra:
costo d'acquisto o produzione: determinato per gli IAS-IFRS con i criteri di:
identificazione specifica
FIFO
media ponderata
fair value
Si nota come sia assente il criterio del LIFO, che, in un regime di prezzi crescenti, porti ad una sottostima delle
poste patrimoniali. Si ricordi che i principi internazionali sono orientati ad una valutazione meno prudenziale e
pi aderente alla realt.
Per quanto riguarda i lavori in corso su ordinazione i principi internazionali prevedono il metodo della
percentuale di completamento, e, solo in via residuale e se il risultato della commessa di difficile stima, si
adotta il metodo della commessa completata.
Capitolo 10 I crediti
I crediti sono presenti all'interno dello Stato Patrimoniale in pi sezioni: in A come crediti verso soci, in B.I,
B.II, C.I come acconti, ed in B.III e C.II come crediti veri e propri, rispettivamente crediti di finanziamento e
crediti di funzionamento.
Il Codice Civile indica che i crediti vanno iscritti al loro presumibile importo di realizzazione. Ci implica che
una valutazione dei crediti non pu essere scissa da una valutazione del rischio di insolvenza che caratterizza il
debitore, e, se si sta vendendo extra-Eurozona, da una valutazione del rischio di cambio, e dunque dalla
generazione di possibili utili o perdite su cambi.
Rischio di insolvenza
Per il principio di competenza la valutazione di una perdita presunta su di un credito andr iscritta
nell'esercizio di competenza del relativo ricavo, in altre parole a bilancio andr iscritto il valore di presumibile
realizzazione come differenza fra valore nominale dei crediti e presumibile quota di insolvenza.
I principi contabili OIC 15 integrano, come loro solito, lo scarno contenuto della normativa civilistica,
ampliando casi e metodologie di svalutazione dei crediti. Innanzitutto essi elencano le cause che devono portare
a svalutazione:
perdite per inesigibilit (insolvenza del creditore)
resi e rettifiche di fatturazione da riconoscere
sconti o abbuoni
Elencano poi tre fondamentali procedimenti di calcolo della quota di svalutazione da imputare ai valori nominali
dei crediti:
metodo analitico: il metodo consigliato dai principi contabili OIC, prescrive la valutazione della
solvibilit di ogni creditore, credito per credito, e l'imputazione di una quota di svalutazione
direttamente relazionata al singolo caso
metodo sintetico: il metodo pi comune, consiste nella svalutazione complessiva dei crediti per una
percentuale desumibile dall'insolvibilit storica registrata dall'esperienza dell'impresa in un certo settore
metodo fiscale: le percentuali massime di svalutazione indicate dal Fisco ai fini della deduzione
dall'imponibile, procedimento poco corretto ai sensi delle norme civilistiche
Importante sottolineare la differenza fra le scritture contabili fra metodo analitico e metodo sintetico: la prima
svalutazione crediti a f/svalutazione crediti (c' un margine ampio di certezza, la solvibilit del credito
valutata singolarmente), mentre la seconda perdite presunte su crediti a f/rischi su crediti.
Ogni volta che, all'incasso, una svalutazione di riveli superflua, chiude il relativo fondo con un provento in A.5.
C
n . Gli interessi impliciti I andranno poi spalmati sul numero
(1+i)
aver confrontato i conti d'ordine perdite presunte su cambi e utili presunti su cambi e averne fatto il saldo, le
perdite presunte su cambi (saldo negativo dei conti d'ordine) concorrano direttamente ad abbassare il reddito
dell'esercizio. Gli eventuali utili presunti su cambi (saldo positivo) concorrono invece ad aumentare il reddito
dell'esercizio fermo restando la costituzione, prima della distribuzione di dividendi, di una riserva indisponibile,
alimentata da utili netti o altre riserve disponibili da utili netti, a copertura del rischio che l'utile non sia in realt
mantenuto all'effettivo momento dell'incasso (ad esempio per una repentina variazione del tasso di cambio).
Tale accantonamento non va effettuato se la societ chiude in perdita, e comunque negli esercizi successivi tale
riserva indisponibile per utili su cambi presunti svincolabile per coprire perdite su cambi che quindi
disattendano le previsioni degli amministratori.
Rischio di cambio per il fisco
Sempre tenendo a mente la volont del fisco di evitare una diminuzione della base imponibile, si analizza il
procedimento legittimato dal Fisco per poter portare in deduzione gli oneri derivanti dalla valutazione di perdite
presunte su cambi. Esso il seguente:
1. si prende il saldo dei crediti e debiti in valuta estero valutati al tasso di cambio medio dell'ultimo mese
2. si prende il saldo dei medesimi crediti e debiti valutati al tasso di cambio storico del 31/12
3. si fa la differenza fra questi due valori
4. risultato:
a) differenza positiva: il Fisco non permetta alcuna deduzione delle svalutazioni
b) differenza negativa: si pu dedurre l'accantonamento per adeguamento cambi ma solo se:
differenza negativa = fondo adeguamento cambi esercizio precedente: il Fisco ritiene che
l'impresa possegga gi un capiente fondo adeguamento, non fa portare nulla in deduzione
differenza negativa > fondo adeguamento cambi esercizio precedente: la maggiore differenza
deducibile ed accantonabile al fondo
differenza negativa < fondo adeguamento cambi esercizio precedente: la minore differenza
ripresa in aumento della base imponibile
Disponibilit liquide
Come detto, l'ultima classe della macroclasse dell'attivo circolante contiene le liquidit, suddivise nelle voci
depositi bancari e postali, assegni e denaro e valori in cassa.
Per quanto riguarda la voce depositi bancari e postali, essa indica generalmente tutti i rapporti finanziari a
vista detenuti con intermediari finanziari bancari o presso le Poste (principalmente conti correnti e conti
deposito). I principi contabili OIC 14 vietano la compensazione di partite, ovvero di poter compensare conti
correnti o depositi a saldi attivi con altri con saldi passivi. In nota integrativa dovuta un'analisi dettagliata delle
posizioni detenute. Gli unici interessanti problemi intorno ai depositi bancari o postali sorgono in ragioni delle
operazioni ordinate all'intermediario a ridosso della chiusura dell'esercizio ma non ancora eseguite
completamente quali:
stacco di assegni passivi non riscossi: vanno decurtati dal saldo del conto
disposizione di bonifici passivi non eseguiti: rarissimo, solitamente disposti immediatamente, decurtati
incassi effettuali per i quali non c' documentazione bancaria: computati
A ci s aggiungono quei movimenti di conto che sono economicamente di competenza dell'esercizio ma che
vengono registrati dal giorno successivo alla chiusura: accredito di interessi attivi, addebito di interessi passivi,
addebito delle spese bancarie per il conto, commissioni varie, imposta di bollo. La procedura di correzione dei
valori, sia rilevati dalla banca ma non dalla contabilit dell'impresa, sia rilevati dalla contabilit dell'impresa ma
non presenti nell'estratto conto, detta di riconciliazione bancaria.
Casi particolari di depositi bancari sono:
fondi detenuti all'estero non utilizzabili per restrizioni valutarie e fiscali (paesi black list), vanno indicati
in NI
depositi bancari vincolati: vanno evidenziati distintamente in C.II.5 Crediti verso altri se la
disponibilit vincolata pu essere svincolata negoziando o comunque utilizzabile, altrimenti in
B.III.2.d Crediti verso altri se non disponibili entro l'esercizio successivo
fondi liquidi vincolati: vanno evidenziati distintamente in B.III.2.d Crediti verso altri se non possono
essere estinti entro la scadenza ultrannuale, viceversa in C.II.5 Crediti verso altri
Per quanto riguarda la voce assegni, essa comprende i mezzi di pagamenti bancari quali assegni bancari e
assegni circolari esigibili a vista, nazionali o esteri. Sono valutati al presumibile valore di realizzo, soprattutto
per quanto riguarda gli assegni bancari.
Per quanto riguarda la voce denaro e valori in cassa, essa comprende le disponibilit di moneta in corso legale
posseduti fisicamente dall'azienda in cassa e i valori bollati. I saldi dei sotto-conti di cassa sono determinati
mediante un inventario fisico detto conta di cassa, che si compone di quattro fasi: scelta della data di
riferimento del saldo, scelta del momento in cui effettuare la conta fisica, svolgimento della conta fisica e
successive correzioni e rettifiche derivanti dalla riconciliazione bancaria.
I metodi con cui effettuare la conta di cassa ed ottenere la distinta di cassa (saldo effettivo di cassa) sono:
metodo roll-back: si sceglie una data per la conta fisica successiva all'inventario, quindi si torna
indietro operando rettifiche, aggiungendo le uscite tra il 31/12 e la conta di casa e sottraendo le entrate
dello stesso periodo
metodo roll-forward: si sceglie una data per la conta fisica precedente all'inventario, e si va in avanti
operando le stesse rettifiche esposte sopra
Dopo aver ottenuto la distinta di cassa si confronta con il saldo contabile presente in bilancio e se si riscontrano
differenze irrilevanti si registra la differenza come sopravvenienza attiva o passiva. Se si riscontra una differenza
rilevante, si deve cercare l'errore contabile nelle registrazioni dell'esercizio.
Si dicono sospesi di cassa uscite gi avvenute ma non ancora registrate. La riconciliazione dei sospesi impone
la rilevazione delle uscite di cassa e dei crediti verso chi detiene i fondi prelevati, mentre il costo relativo viene
imputato secondo competenza economica.
In NI devono essere indicate le tipologie di azioni emesse che compongono il capitale sociale.
A.II Riserva da sovrapprezzo azioni
La riserva da sovrapprezzo azioni accoglie l'eccedenza del prezzo di emissione delle azioni rispetto al valore
nominale, includendo le differenze che emergono con le obbligazioni convertibili in azioni. Il sovrapprezzo
viene pagato da chi voglia entrare nel capitale di rischio di una societ gi ben avviata, come compenso per il
minor rischio che viene corso dal nuovo socio. Ci avviene nelle operazioni di aumento del capitale sociale.
Essa riserva indisponibile fino al momento in cui la riserva legale non ha raggiunto il limite stabilito. Dopo
ci, essendo comunque una riserva da utile netto disponibile, pu essere usata per copertura di perdite, aumento
gratuito di capitale sociale e aumento ulteriore della riserva legale.
A.III Riserve da rivalutazione
Sono le gi trattate riserve indisponibili da rivalutazione monetaria od economica delle poste patrimoniali,
riserve di capitale che rimangono indisponibili fino alla cessione del bene.
A.IV Riserva legale
La riserva detta legale perch prevista dall'articolo 2430 del Codice, che mira, sempre a tutela dei terzi
affidatari, a far mantenere all'impresa un certo livello di capitalizzazione. Il 2430 prescrive che l'impresa
accantoni in ogni esercizio almeno il 5% dell'utile netto conseguito fino al 20% del capitale sociale. Fino a tale
limite la riserva legale indisponibile, oltre disponibile per l'eccedenza. Indipendentemente dall'entit
raggiunta pu essere usata in casi eccezionali per la copertura di perdite, come prevede l'OIC 28, sempre che
siano state preliminarmente usate tutte le riserve disponibili ed indisponibili derogabili per copertura di perdite.
In ogni caso che sia diminuita al di sotto del limite sopracitato, andr reintegrata nelle stesse modalit.
A.V Riserve statutarie
Sono riserve che facoltativamente la societ pu prevedere per statuto di alimentare per una quota di utili netti in
ogni esercizio in utile (e in tal caso, se presente una tale disposizione nello statuto, obbligata a farlo). Lo
statuto fissa gli altri vincoli e condizioni di formazione e movimentazione della riserva.
A.VI Riserva per azioni proprie in portafoglio
La riserva che risponde al problema della detenzione da parte dell'impresa di azione proprie, come gi trattato.
una riserva da utile netto indisponibile fino all'annullamento o al trasferimento delle azioni.
A.VII Altre riserve, distintamente indicate
Questa classe contiene una serie di riserve disponibili o indisponibili alimentate da utili netti in sede di
approvazione del bilancio. Ogni riserva ha una finalit specifica, le pi comuni sono:
riserva straordinaria o facoltativa: semplice accantonamento da utili, generica se non diversamente
deliberato dall'assemblea
riserva per rinnovamento impianti o macchinari: costituita nella prospettiva di sostituire impianti o
macchinari attualmente in uso
riserva per futuro acquisto di azioni proprie
riserva da deroga per casi eccezionali al 2423 C.C. (indisponibile!): non va confusa con la riserva da
rivalutazione economica della A.III (bench sia a tutti gli effetti una rivalutazione economica), perch
con essa si intende la rivalutazione avvenuta per tutti quei casi eccezionali che derogano al principio di
prudenza che vorrebbe l'iscrizione al costo storico. indisponibile se non nella misura corrispondente al
valore recuperato
riserva da rivalutazione partecipazioni (indisponibile!): la riserva che sorge dalla rivalutazione delle
partecipazioni secondo il metodo del patrimonio netto
versamenti in conto capitale o a copertura perdite: sono conferimenti ulteriori dei soci, senza che ci sia
la volont di aumentare la propria partecipazione tramite una procedura di aumento di capitale sociale.
In particolare i versamenti a copertura di perdite sono riserve con una specifica destinazione
A.VIII Utili (perdite) portati a nuovo
In questa classe sono iscritti i risultati economici positivi (utili) degli esercizi precedenti che l'amministrazione
non ha voluto utilizzare per alcun fine, cos come i risultati economici negativi (perdite) da ripianare.
A.IX Utili (perdite) dell'esercizio
Accoglie il risultato netto del periodo, cos come compare nell'ultima voce 23) del Conto Economico a meno
che non siano stati distribuiti acconti sui dividendi.
Il problema pi interessante sorge in relazione al ripianamento delle perdite. Esso viene effettuato durante
l'esercizio con l'utilizzo di tutte le riserve, fino a che non rimane esclusivamente il capitale sociale. Se la perdita
risulta superiore ad un terzo del capitale sociale dopo aver annullato tutte le riserve, il Codice prevede una serie
di procedure sociali e, se la situazione non viene ripianata nell'esercizio successivo, ad una riduzione
proporzionale alle perdite del capitale sociale. Se il capitale sociale scende al di sotto del minimo legale, il
Codice obbliga alla procedura di aumento del capitale o alla trasformazione della societ.
fatta salva l'ovvia possibilit che i soci contribuiscano di tasca loro a ripianare le perdite, sia con versamenti
a titolo di finanziamento (ed in tal caso poi la societ restituir il capitale prestato pi gli interessi) sia con
versamenti a fondo perduto (versamenti in conto capitale o a copertura perdite).
venire rivalutate di un tasso pari a 1,5%+75% tasso ISTAT di inflazione dell'anno precedente. Questo
meccanismo dovuto sia alla volont del legislatore di far agganciare all'inflazione le quote di TFR maturate
anno dopo anno dal lavoratore, sia per sottolineare come essere siano una sorta di finanziamento che il
lavoratore lascia all'interno dell'impresa, capitalizzandola, e dunque debba ricevere un interesse.
D: Debiti
certamente la macroclasse principale delle passivit, in cui sono elencati secondo natura i valori finanziari
passivi detenuti dall'impresa. La classificazione per natura si presa certamente ad un numero aperto di voci. Il
legislatore ha ritenuto necessario, ai fini di agevolare la lettura del bilancio, di evidenziare alcune voci in
maniera particolare, oltre a prevedere che, per ciascuna voce, siano indicati gli importi esigibili oltre l'esercizio
successivo. Questa, che si pu considerare una specie di correzione della classificazione per natura che viene
a vedersi integrata con un'indicazione per destinazione, serve essenzialmente a mostrare al lettore del bilancio
quali sono i debiti di prossima scadenza e quali invece vedranno il loro rimborso pi avanti nel tempo.
Alcune categorie di debiti, poi, necessitano di un'informativa aggiuntiva in NI:
debiti con durata residua superiore ai 5 anni (perch il lettore del bilancio ne colga ancor pi la
dilazione rispetto alla semplice separazione dovuti entro l'esercizio successivo-dovuti oltre l'esercizio
successivo)
debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con indicazione della natura della garanzia
numero dei titoli obbligazionari convertibili (o simili) emessi dalla societ, e i diritti che attribuiscono
Per quanto riguarda la valutazione dei debiti il Codice Civile tace, mentre l'OIC 19 prescrive una valutazione in
base al presumibile valore di estinzione.
D.1 D.2 Obbligazioni e obbligazioni convertibili
Le voci che raccolgono il valore nominale di prestito obbligazionario emesso e ancora non restituito Le
obbligazioni convertibili, per la loro possibilit di poter essere convertite in titoli di capitale di rischio, sono
evidenziate in una voce propria. I debiti per le obbligazioni estratte da rimborsare in valore nominale sono
iscritti in D.14 Altri debiti.
D.3 Debiti verso soci per finanziamenti
La voce che accoglie debiti della societ sorti verso i propri soci per versamenti a titolo di finanziamento della
stessa. evidenziata per la caratteristica di essere formata da debiti certamente poco pericolosi.
Finanziare una societ di cui si soci con capitale di finanziamento, e non semmai aprire una procedura di
aumento di capitale e aumentare la propria percentuale di partecipazione, certamente meno rischioso per i soci
e anche pi remunerativo: mentre i dividendi dipendono da un risultato positivo della gestione, e anche cos
possono non venire corrisposti, gli interessi su un finanziamento vengono corrisposti ad ogni esercizio.
D.4 D.5 Debiti verso banche e debiti verso altri finanziatori
Le due voci sperate composte dai debiti verso le banche (aperture di credito in c/c, mutui, anticipazioni, riporti,
ecc.) e verso altre societ non bancarie quali finanziarie, societ di factoring, societ di leasing.
D.6 Acconti
La voce che accoglie le somme anticipate per la realizzazione di una commessa. Per le imprese che eseguono
commesse oltre il ciclo operativo la liquidit immessa dagli acconti essenziale per evitare uno squilibrio
finanziario.
D.7 Debiti verso fornitori
D.8 Debiti rappresentati da titoli di credito
Sono debiti pesanti, che il legislatore vuole evidenziare in bilancio. Derivano infatti dall'emissione di cambiali
passive, che come noto sono titoli di credito astratti e direttamente esecutivi.
D.9 D.10 D.11 Debiti verso controllate, collegate e controllanti
Sono le tre voci che accolgono i debiti che possono intercorrere fra un gruppo aziendale. Sono in evidenza
secondo la stessa logica della voce D.3: le imprese creditrici non sono imprese qualsiasi, ma imprese
amichevoli, appartenenti allo stesso gruppo aziendale.
D.12 Debiti tributari
Voce importante, accoglie le passivit certe verso l'Erario al netto di acconti e crediti di imposta. Fra esse si
trovano:
Imposte dirette (IRES, IRAP e altri tributi locali)
Imposte indirette (IVA)
Ritenute operate come sostituto d'imposta (la ritenuta sugli stipendi dei dipendenti, sui compensi
professionali e sui dividendi)
SP.P.D.12
Debiti tributari
Imposte differite
SP.P.B.2
F/imposte differite
Avere
x
x
31/12/n
CE 22.b)
Dare
Dare
Avere
y
y
Negli esercizi successivi, dopo aver imputato costi per imposte correnti, si storner successivamente il fondo
imposte differite per la parte che fiscalmente entra a far parte delle imposte correnti. In questo senso si iscrive
un ricavo che viene accolto in 22) a rettifica di imposte correnti.
31/12/n
SP.P.B.2
F/imposte differite
CE 22.b)
Dare
Avere
z
z