Naturalmente sono previsti, dalle leggi, alcuni registri speciali ai quali possono
aderire soltanto alcuni contribuenti che sono in possesso di determinati requisiti. Uno
di questi è il regime semplificato per piccoli imprenditori e professionisti, meglio
conosciuto come regime dei minimi.
Dal 2008 i piccoli imprenditori e professionisti (c.d. contribuenti "minimi") passano
automaticamente al nuovo regime fiscale che semplifica, riduce gli adempimenti e
diminuisce i costi.
Il regime dei contribuenti minimi rappresenta, quindi, il regime naturale per chi possiede
determinati requisiti e per coloro che nel 2007 hanno applicato il regime della franchigia (art. 32
bis, DPR n° 633/72). Ciò significa che questi contribuenti possono dal 1° gennaio 2008 iniziare
automaticamente ad operare come contribuenti minimi, applicando le disposizioni proprie del
regime senza dover fare alcuna comunicazione preventiva o successiva.
I contribuenti, invece, che iniziano un'attività d'impresa, arte o professione e presumono di
rispettare i requisiti previsti, devono comunicarlo nella dichiarazione di inizio attività (modello
AA9/8) barrando nel quadro B, la casella denominata “Contribuenti minori”.
Chi sono i "contribuenti minimi"?
Imprese individuali e professionisti singoli che nell'anno precedente:
- hanno conseguito ricavi o compensi non superiori a 30.000 euro;
- non hanno avuto lavoratori dipendenti o collaboratori (anche a progetto);
- non hanno effettuato cessioni all'esportazione;
- non hanno erogato utili da partecipazione agli associati con apporto di solo
lavoro;
- nel triennio precedente non hanno effettuato acquisti di beni strumentali per
un ammontare superiore a 15.000 euro (i beni strumentali solo in parte
utilizzati nell’ambito dell’attività di impresa o di lavoro autonomo esprimono
un valore pari al 50 per cento dei relativi corrispettivi);
- iniziano l'attività e presumono di possedere i requisiti di cui prima. Il limite
dei 30.000 euro di ricavi o compensi deve essere ragguagliato all’anno. Ad
esempio: per una nuova attività che inizia il 1 settembre 2008 il limite è di
10.000 (4/12 di 30.000).
Attenzione: Possono scegliere il nuovo regime già dal 2008 anche i contribuenti
"minimi in franchigia" che avevano optato per il regime ordinario
Chi non è un "contribuente minimo"?
Non possono essere considerati contribuenti minimi
- le imprese individuali e i professionisti singoli che nell'anno precedente
hanno conseguito ricavi o compensi superiori a 30.000 euro, hanno avuto
lavoratori dipendenti o collaboratori (anche a progetto),hanno effettuato
cessioni all'esportazione, hanno erogato utili da partecipazione agli associati
con apporto di solo lavoro;
- le imprese individuali e i professionisti singoli che nel triennio precedente
hanno effettuato acquisti di beni strumentali per un ammontare superiore a
15.000 euro (i beni strumentali solo in parte utilizzati nell’ambito
dell’attività di impresa o di lavoro autonomo esprimono un valore pari al 50
per cento dei relativi corrispettivi);
- le imprese individuali e i professionisti singoli che iniziano l’attività e
presumono di rientrare nelle condizioni di cui ai punti 1) e 2). Il limite dei
30.000 euro di ricavi o compensi deve essere ragguagliato all’anno. Ad
esempio: per una nuova attività che inizia il 1 settembre 2008 il limite è di
10.000 euro (4/12 di 30.000).
Inoltre non possono essere contribuenti minimi coloro che si avvalgono di regimi
speciali Iva, i non residenti, chi in via esclusiva o prevalente effettua attività di
cessioni di immobili (fabbricati e terreni edificabili) e di mezzi di trasporto nuovi e chi,
contestualmente, partecipa a società di persone, associazioni professionali o a società a
responsabilità limitata a ristretta base proprietaria che hanno optato per la
trasparenza fiscale.
Non sono più dovute Irpef e addizionali regionali e comunali. Il nuovo regime
comporta l'applicazione di un'imposta sostitutiva del 20 per cento sul reddito, calcolato
come differenza tra ricavi o compensi e spese sostenute, comprese le plusvalenze e le
minusvalenze dei beni relativi all'impresa o alla professione.
Il reddito si determina applicando il principio di cassa, il che comporta
un'immediata e integrale rilevanza dei costi, anche quelli inerenti i beni strumentali
(circostanza molto incentivante soprattutto in fase di avvio dell'attività produttiva).
Dal reddito si possono dedurre per intero i contributi previdenziali, compresi quelli
corrisposti per conto dei collaboratori dell´impresa familiare fiscalmente a carico e
quelli versati per i collaboratori non a carico ma per i quali il titolare non ha esercitato
il diritto di rivalsa.
Irap
Esenzione da Irap con conseguente azzeramento totale dei costi connessi al tributo.
Studi di Settore.
Esclusione dall'applicazione degli studi di settore e parametri con il vantaggio sotto
il profilo della riduzione dei costi e degli adempimenti connessi.
Adempimenti documentali.
Esonero dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili.
Esonero dall´invio degli elenchi clienti e fornitori.
Resta soltanto obbligatoria la numerazione e la conservazione delle fatture
d'acquisto e delle bollette doganali; la certificazione dei corrispettivi; la conservazione
dei documenti emessi e ricevuti; l´integrazione delle fatture di acquisto
intracomunitario o in regime di reverse charge; la titolarità di un conto corrente
bancario o postale.
Il regime dei contribuenti minimi sostituisce i seguenti regimi che, per espressa
previsione del comma 116, sono dall’1.1.2008 soppressi:
- regime dei contribuenti minimi in franchigia di cui all’art. 32-bis, DPR n.
633/72;
- regime delle attività marginali di cui all’art. 14, Legge n. 388/2000;
- regime c.d. “super-semplificato” di cui all’art. 3, commi 165-170, Legge n.
662/96.
Un’azienda commerciale per acquistare i fattori produttivi del reddito sostiene dei
costi. Questi costi possono essere distinti in:
- costi di esercizio o annuali;
- costi pluriennali;
- costi fissi;
- costi variabili;
- costi figurativi.
I costi di esercizio sono quelli inerenti all’attività corrente dell’anno come i costi di
acquisto delle merci e dei servizi, i costi del personale, ecc. insomma sono quei costi
che vengono sostenuti durante l’anno e che quindi sono di competenza dell’anno in
corso.
I costi pluriennali sono quelli che si riferiscono all’acquisto di beni che vengono
utilizzati nel corso di più anni come un impianto, un furgone per la consegna delle
merci, ecc. Questi costi vengono addebitati ad ogni esercizio in una certa misura che
varia a seconda del tipo del bene. Il criterio di massima è quello di dividere il prezzo
d’acquisto del bene per il numero degli anni che si presume possa essere utilizzato il
bene stesso, ma tutto ciò non può essere fatto a discrezione dell’individuo in quanto
esistono dei coefficienti già fissati chiamati coefficienti di ammortamento dei beni
strumentali, che variano in base al tipo del bene, e che indicano la quota di costo o
meglio la quota di ammortamento di competenza dell’esercizio.
I costi fissi, o anche detti costi costanti, sono quei costi che non variano al variare
della produzione come a d esempio l’affitto del locale, gli ammortamenti, i canoni di
leasing, ecc.
I costi variabili, detti anche costi diretti, sono quelli che variano con il variare della
produzione per esempio il costo delle merci, delle materie prime, dei materiali, ecc.
Il costo figurativo è quel compenso dovuto all’imprenditore per la sua attività
lavorativa (stipendio direzione) e per il capitale investito nell’impresa (interesse
computo).
Il costo sospeso è un componente di costo il cui effetto gestionale si avrà negli
esercizi successivi a quelli in cui è stato sostenuto.
Nel linguaggio contabile si chiama esercizio il periodo cui si fa riferimento per
calcolare costi e ricavi. L’esercizio in genere ha durata 12 mesi che si riferiscono
all’anno solare (dal 1/1 al 31/12). L’esercizio può avere una durata inferiore nel primo e
nell’ultimo anno di vita dell’impresa. Per le società l’esercizio può non coincidere con
l’anno solare.
Si dice che l’impresa ha un reddito quando i ricavi dell’esercizio riescono ad essere
superiori ai costi dell’esercizio stesso.
Lo Stato Patrimoniale
Lo Stato Patrimoniale è il documento che definisce la situazione patrimoniale di
una società in un determinato momento.
Lo Stato patrimoniale è a sezioni contrapposte, a sinistra vi è l'attivo e a destra il
passivo.
Nell'attivo vengono inserite le attività o investimenti, nel passivo le fonti di
finanziamento, ossia le passività e il capitale netto.
Attività o Investimenti:
Liquidità immediate
Liquidità differite
Rimanenze (che possono essere riassunte con la voce Attività correnti o attivo
circolante)
Immobilizzazioni tecniche (materiali e immateriali)
Immobilizzazioni finanziarie, che possono essere riassunte nella voce Attività
fisse (o attivo immobilizzato)
Fonti di finanziamento:
Passività a breve scadenza
Passività a media e lunga scadenza (che rappresentano le fonti esterne)
Capitale sociale
Riserve di utili, che rappresentano le fonti interne
Il Conto Economico
Il Conto Economico è il documento del bilancio che contiene i costi e i ricavi di
competenza dell'esercizio preso in considerazione dal bilancio. La differenza tra costi e
ricavi illustra il risultato economico conseguito dalla società: se positivo è detto utile e
va ad incrementare il capitale netto, se negativo è detto perdita e va a decrementare il
capitale netto.
In particolare, il Conto Economico:
1. individua tutti i fattori che hanno partecipato al ciclo gestionale e costituisce
una verifica di come hanno contribuito al risultato d'esercizio le voci dello Stato
patrimoniale;
2. permette d'individuare i risultati parziali di tutte le fasi gestionali in cui può
essere scomposta l'attività dell'impresa;
3. permette di individuare, in via di prima approssimazione, le responsabilità di
ciascun dirigente (responsabili di funzione).
Nota Integrativa
Documento che illustra le decisioni prese dagli amministratori dell’impresa nel
redigere il bilancio, in modo da favorirne l’intelligibilità, spiegando dettagliatamente le
voci inserite nello SP (Stato Patrimoniale) e nel CE (Conto Economico).
La Nota integrativa svolge quindi: a) Una funzione descrittiva di voci iscritte nei
documenti contabili del bilancio b) Una funzione esplicativa delle decisioni assunte in
sede di valutazioni c) Una funzione informativa e integrativa per quei dati che per la
loro natura qualitativa o extracontabile non fanno parte dello stato patrimoniale e del
Conto economico.
Le società che redigono il bilancio in forma abbreviata secondo l’art. 2435-bis,
possono omettere alcune voci come indicato nell’ art. 2435-bis comma 3. Abbiamo una
suddivisione tra Contenuto Obbligatorio e contenuto Omettibile
Il contratto è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro
un rapporto giuridico patrimoniale.
Gli elementi essenziali del contratto sono:
- l’accordo tra le parti;
- la causa;
- l’oggetto;
- la forma.
Talvolta la conclusione di un contratto è preceduta da una serie di trattative tra le
parti che danno vita ad un contratto preliminare che stabilisce con un apposita
clausola una somma da pagare in caso di inadempimento delle obbligazioni. Questa
clausola prende il nome di caparra penale.
Esiste un’altra forma di caparra che si chiama confirmatoria. Con questa la persona
che non vuole sottrarsi agli impegni presi può chiedere all’altra in alternativa
l’esecuzione o la risoluzione del contratto. (risarcimento del danno).
La caparra non va confusa né con l’acconto che è una parte del prezzo pattuito, né
con la cauzione che ha la sola funzione di garanzia.
Le principali garanzie che possono essere date per le obbligazioni assunte delle
parti sono:
- garanzie personali (avallo, fidejussione);
- garanzie reali (pegno, ipoteca).
L’avallo è una garanzia prestata per una cambiale da una persona in favore del
debitore della cambiale stessa. La fidejussione è una garanzia che si costituisce per
contratto, una terza persona si accorda con il creditore e si obbliga ad intervenire
finanziariamente in caso di inadempienza del debitore.
Le garanzie reali sono quelle fondate sulle cose e sono il pegno e l’ipoteca. Con il
pegno il debitore consegna un bene mobile di sua proprietà al creditore a garanzia
dell’obbligazione. Alla scadenza se il debitore non adempie all’obbligazione il creditore
può far vendere la cosa e soddisfare il suo ricavo. L’ipoteca si costituisce mediante
iscrizione in particolari registri pubblici, un bene (appartamento, automobile, ecc.) che
rimane in possesso del proprietario o di altri diversi dal creditore.
Nella vendita a rate con riserva di proprietà il consumatore acquista la proprietà
della cosa con il pagamento dell’ultima rata di prezzo ma assume i rischi al momento
della consegna della merce. Si chiama anche vendita con patto di riservato dominio.
Il mancato pagamento di una sola rata, che non superi la ottava parte del prezzo,
non da luogo alla risoluzione del contratto.
5. IL CONTRATTO DI COMPRAVENDITA.
La compravendita è un contratto disciplinato dagli art. dal 1470 fino al 1509 del
codice civile. Il c.c. la chiama semplicemente vendita, mentre la stessa si traduce in
latino come emptiovenditio. Ex art 1470 del c.c. La vendita è il contratto che ha per
oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa o il trasferimento di un altro diritto
verso il corrispettivo di un prezzo. Si possono individuare due parti: il venditore (o
alienante) che trasferisce il diritto ed il compratore (o acquirente), che si obbliga a
pagare un prezzo, espresso in una somma di denaro, come corrispettivo.
I divieti di alienazione
I divieti di alienazione sono limitazioni all'autonomia contrattuale. Se il divieto di
alienazione ha fonte legale, l'eventuale atto traslativo è nullo. Il divieto di alienazione
può essere anche pattuito, in tal caso il divieto non ha efficacia erga omnes, l'eventuale
alienazione comporterà quindi la sola sanzione di inadempimento contrattuale ex art.
1218.
La determinazione del prezzo affidata a un terzo
il prezzo costituisce elemento essenziale della compravendita,inteso come
corrispettivo in denaro esso deve essere determinato,o almeno
determinabile,indipendentemente da una nuova manifestazione di volontà delle parti
normalmente è concordato dalle parti,ma la sua determinazione può essere rimessa ad
un terzo...chiamato arbitratore in questa ipotesi si applicano i principi enunciati negli
artt.1349/1473c.c.
Contenuto
La fattura è composta da una parte descrittiva e una parte tabellare.
Nella parte descrittiva contiene:
I dati identificativi del venditore (indirizzo, partita IVA, nome, cognome, ditta,
ecc...)
Dati identificativi del compratore (")
Data di emissione
N° di fattura
Condizioni generali di vendita (tipo consegna, tipo imballaggio, tipo pagamento
ecc...)
Nella parte tabellare contiene:
La quantità e la descrizione delle merci
Il prezzo unitario e l'importo complessivo di ciascuna merce
Gli sconti mercantili concessi al compratore
Eventuali spese accessorie a carico del compratore (assicurazione, trasporto,
ecc...)
Base imponibile su cui si calcola l'IVA
Aliquota IVA (4% - 10% - 20%)
Totale fattura
Emissione
La fattura è emessa in più copie al fine di permetterne la raccolta negli archivi dei
rispettivi attori della transazione (emittente e destinatario); recentemente è stata
prevista la possibilità della fatturazione esclusivamente digitale, previa apposita
richiesta agli organi competenti.
Essendo un documento fiscale con obbligo di registrazione contabile in bilancio da
parte dell'emittente, ha anche l'obbligo di una numerazione progressiva per anno
fiscale. La numerazione può essere realizzata su diverse serie, sulla base delle
necessità aziendali, ad esempio in caso di più sedi periferiche.
È possibile emettere fatture utilizzando un sistema informatico, provvedendo alla
stampa anche presso terzi o utilizzando sistemi di trasmissione telematica. È inoltre
consentita l'archiviazione su supporto ottico.
Commercianti al minuto, artigiani e assimilati non sono obbligati ad emettere
fattura, a meno che non sia il cliente a richiederlo. Ciò deve però accadere non oltre il
momento dell'effettuazione dell'operazione, cioè non oltre il momento della consegna o
della spedizione dei beni o del pagamento del corrispettivo.
Registrazione
La registrazione delle fatture ricevute avviene generalmente sul Registro degli
acquisti, mentre le fatture emesse vengono registrate entro 15 giorni sul Registro delle
vendite.
È possibile emettere delle fatture negative, che fanno riferimento ad un credito
invece di un debito. Questi documenti si chiamano note di credito. In generale, le
fatture integrative di una fattura già emessa vengono denominate "note di variazione".
Esistono due tipi di fattura: "fattura immediata" (chiamata anche "fattura
accompagnatoria") e "fattura differita". La fattura immediata deve essere emessa
contestualmente alla consegna del bene al compratore e funge anche da documento di
trasporto (DDT). La fattura differita deve essere emessa entro il giorno 15 del mese
seguente la consegna della merce; in questo caso la merce dovrà essere stata
consegnata utilizzando un documento comprovante il trasporto (DDT).
Formato e contenuti
Il documento è in formato libero, ossia nessun vincolo di forma, dimensioni o
tracciato e deve essere emesso in un minimo di due copie (diversamente dalla bolla di
accompagnamento che prevedeva l'emissione di tre copie "valide"): una deve essere
trattenuta e conservata dall'emittente; l'altra deve essere consegnata al cessionario in
accompagnamento della merce ceduta e trasportata.
Il documento deve riportare i seguenti dati:
il numero progressivo
la data
le generalità del cedente, del cessionario e dell'eventuale incaricato al trasporto
la quantità dei beni trasportati
la descrizione dei beni trasportati con l'indicazione della natura e qualità degli
stessi.
Anche se non obbligatorio, è opportuno che il documento di trasporto rechi anche
l'indicazione del motivo del trasporto (vendita o movimentazione a titolo non
traslativo, quale ad esempio riparazione, esposizione, ecc.) ed il termine di resa del
trasporto.
I titoli di credito sono dei documenti che incorporano il diritto a ricevere una
determinata prestazione.
Il titolo di credito è un documento: ciò vuol dire che esso è materialmente costituito
da un modulo prestampato che deve essere riempito nelle parti lasciate in bianco
(luogo e data di emissione, importo del credito, scadenza di pagamento ecc.). Il
documento incorpora il diritto di credito, nel senso che il possesso materiale del
documento comporta per ciò solo la titolarità del diritto di credito e quindi il diritto del
possessore a ottenere il pagamento. I titoli di credito sono strumenti diffusi, sia presso
gli imprenditori (es. pagamento dei fornitori mediante rilascio di cambiali), sia presso i
non-imprenditori (es. utilizzo di assegni).
1) titoli al portatore;
2) titoli all’ordine;
3) titoli nominativi.
Titoli al portatore
Per qualificare un titolo come al portatore è sufficiente, ma non necessaria, la
mancanza di un’indicazione nominativa; infatti, anche dove il titolo porti una
intestazione, esso resta al portatore se vi è apposita clausola pagabile al portatore.
La legittimazione si ha con la semplice detenzione del titolo di credito. Per il
trasferimento della titolarità e sufficiente la consegna pura e semplice. Sono titoli di
credito al portatore i titoli emessi in serie, ad esempio le obbligazioni di società.
Titoli all’ordine
Titolo all’ordine è quel titolo che arreca, all’atto dell’emissione l’intestazione ad una
persona determinata, integrando una forma di legittimazione nominale, in quanto la
pretesa della prestazione è subordinata all’accertamento della riferibilità.
L’indicazione nominativa del destinatario della prestazione può variare durante il
tempo, questo attraverso una apposito meccanismo che è quello della girata, con il
quale si trasferiscono tutti i diritti inerenti al titolo. La girata deve essere totalitaria
ed incondizionata, può essere effettuata anche tramite rappresentante essendo
sufficiente la spendita del nome. Salvo diversa pattuizione la girata non comporta
nessun tipo di responsabilità cartolare del giratario per eventuale mancato
pagamento.
La girata può essere fatta: in pieno, quando contiene il nome del giratario o in
bianco quando viene apposta solamente la firma del girante; in tal caso la legge
(art.2011 c2) offre al portatore 4 possibilità:
- riempire la girata con il proprio nome
- riempire la girata con il nome di un altro soggetto cui trasferisce il titolo
- apporre una successiva girata, in pieno o in bianco
- limitarsi alla semplice consegna del titolo al terzo, in modo tale che il titolo
girato in bianco, circoli manualmente, questo infatti non comporta l’uscita del
titolo dalla categoria dei titoli all’ordine, infatti è sempre possibile riprendere la
circolazione documentata.
Sebbene la legge non dia una definizione precisa, la girata deve ritenersi inserita in
una serie continua.
Accanto alla girata in pieno ed in bianco vi sono due forme di girate speciali:
a) girata per incasso o per procura attribuisce al giratario la legittimazione attiva
come mero mandato ad incassare in nome e per conto del portatore ? il giratario
potrà attribuire ad altri una legittimazione derivata cioè girare il titolo solo per
l’incasso. A lui sono opponibili eccezioni personali al girante e non quelle
fondate sui rapporti personali con il debitore.
b) girata a titolo di pegno attribuisce legittimazione ad incassare in via primaria,
in autonomia rispetto ai rapporti tra debitore e girante. Condivide con la
precedente una forma di limite alla disposizione del titolo da parte del giratario.
Dobbiamo, infine, considerare anche:
la girata simulata: si configura nel momento in cui si verifica una
contraddizione fra posizione apparentemente attribuita al giratario sotto il
profilo della legittimazione e quella attribuita sotto il profilo della titolarità in
base al rapporto sottostante intercorso fra girante e giratario.
la girata fiduciaria: presenza di particolari patti, fra girante e giratario, che
limitano in vario modo il diritto del giratario d’incamerare l’oggetto della
prestazione riscossa, obbligandolo a trasferirlo al girante.
Sono titoli all’ordine la cambiale e l’assegno.
Titoli nominativi
Sono titoli a legittimazione nominale la cui intestazione risulta sia dal titolo sia da
un registro tenuto dal debitore. Questo implica che il trasferimento del titolo,
comportando la modifica di tale registro, richiede collaborazione del debitore a cui la
legge affida l’obbligo d’iscrizione del nuovo portatore.
La variazione dell’intestazione nominativa è denominata transfer e può essere
richiesta sia dall’alienante sia dall’acquirente ma a diverse condizioni a seconda che la
richiesta sia fatta da:
alienante: deve essere accompagnata da una certificazione rilasciata dal notaio
o da un agente di cambio, che accerti l’identità del richiedente e la sua capacità
di disporre.
acquirente: deve essere accompagnata dall’esibizione, oltre che del titolo, di un
atto autentico dal quale risulti il suo trasferimento da parte del precedente
intestatario.
La titolarità e la legittimazione si possono conseguire in tre modi:
mediante annotazione da parte dell’emittente del nome dell’acquirente del
titolo, sul titolo stesso e nel registro dell’emittente;
mediante rilascio da parte dell’emittente di un nuovo titolo intestato
all’acquirente e successiva annotazione del rilascio nel registro;
il titolo viene trasferito mediante girata autenticata. Il giratario del titolo che si
dimostri possessore in base ad una serie continua di girate, ha poi diritto di
ottenere l’annotazione del trasferimento nel registro dell’emittente.
Sono titoli nominativi le azioni di società.
8. LA CAMBIALE E LE GARANZIE CAMBIARIE.
Il termine cambiale disegna due fattispecie distinte che sono la cambiale tratta ed il
pagherò cambiario.
Cambiale tratta: ordine incondizionato, rivolto al traente verso il trattario, di
pagare una somma di denaro al portatore del titolo.
Pagherò cambiario: promessa incondizionata, rivolta dall’emittente al portatore,
di pagare una somma determinata.
I requisiti formali che una cambiale deve possedere sono elencati negli artt. 1,
cambiale tratta, e 100, pagherò, delle leggi speciali, e sono:
1. Denominazione titolo espressa nella lingua in cui esso è redatto: cambiale
tratta, vaglia/pagherò
2. Ordine o promessa di pagare una somma determinata
La sottoposizione di questi due elementi comporta la nullità del titolo.
3. Indicazione della scadenza del titolo: per esigenza di certezza del portatore, può
essere:
a) a vista: l’esigibilità del titolo è rimessa al portatore che procede alla
presentazione per il pagamento, la presentazione coincide con l’esigibilità
immediata.
b) a certo tempo vista: l’esigibilità del titolo è rimessa al portatore che
procede alla presentazione per il pagamento. La presentazione fa
decorrere un certo tempo alla fine del quale si può ottenere la
prestazione.
c) a data certa: è predeterminata all’atto dell’emissione, titolo esigibile in un
giorno determinato
d) a certo tempo data: è predeterminata all’atto dell’emissione, il titolo è
esigibile se decorsa una frazione di tempo dall’emissione
L’omissione indica che la cambiale è esigibile a vista.
4. Indicazione del luogo di pagamento: non deve essere oggetto di enunciazione
espressa, in quanto se non indicato si considera luogo de pagamento, il luogo
indicato accanto al nome del trattario (nella tratta) o quello accanto al nome
dell’emittente (se pagherò). Il luogo del pagamento spesso non coincide con il
domicilio dell’obbligato in via principale -->> se viene fatta presso un terzo
avremo: domiciliazione propria, se il pagamento deve essere effettuato dal terzo,
o impropria se il pagamento deve essere comunque effettuato dal debitore.
5. Indicazione nominativa del primo prenditore: essendo la cambiale un titolo
all’ordine, al mancanza di tale requisito implica inammissibilità di cambiali al
portatore. La legge consente che il primo prenditore coincida con il traente,
poiché si hanno cmq esigente meritevoli di tutela.
6. Indicazione espressa della data d’emissione: necessaria come punto di
riferimento per valutare la capacità legale e patrimoniale di rappresentanza del
sottoscritto e per computare il temine massimo di presentazione per cambio a
vista o a certo tempo vista.
7. Luogo d’emissione deve risultare dal titolo, ma cmq non è oggetto di
enunciazione espressa, dal momento che in mancanza di esso coincide con il
luogo indicato accanto al nome del traente o dell’emittente;
8. Sottoscrizione traente o emittente riferibile ad una persona astrattamente
esistente.
La mancanza di uno di tali requisiti presuppone l’invalidità del titolo come
cambiale: la loro presenza è perciò necessaria solo alla presentazione del titolo al
portatore in via principale, mentre possono essere apposti durante la circolazione,
dando così luogo al fenomeno della cambiale in bianco al momento dell’emissione
(equiparabile a quella incompleta, cioè priva di uno o più requisiti formalina entrata in
circolazione senza un accordo tra emittente e primo prenditore, in ordine al suo
successivo riempimento); la decadenza della possibilità di riempirla è 3 anni
dall’emissione, ma cmq è in opponibile al terzo in buona fede.
Accettazione
Occorre presentare titolo al trattario; normalmente tale presentazione è facoltativa,
specie se il portatore ha fiducia del trattario (a parte l’ipotesi scadenza a tempo vista
dove la presentazione è necessaria).
Sull’accettazione può influire la facoltà del traente, facendo obbligo al portatore
ovvero vietandola. In questo caso abbiamo la figura della tratta non accettabile (vi è
esclusione di responsabilità di regresso del traente per mancata accettazione);
l’accettazione può consistere nell’apposizione della firma del trattario che deve essere
incondizionata e conforme all’ordine ricevuto.
Pagamento cambiario
La legge stabilisce i termini entro i quali la cambiale deve essere presentata
all’obbligato in via principale: data certa, certo tempo data o certo tempo vista, ciò
implica che la cambiale va pagata o il giorno di scadenza o entro i due feriali
successivi, per le cambiali a vista entro un anno dall’emissione.
Mentre nell’ultima ipotesi l’inosservanza del termine determina la perdita di
qualsiasi azione cambiaria, negli altri casi si perde solo la possibilità d’esercizio
dell’azione di regresso, mentre il primo prenditore resta obbligato fino alla prescrizione
(ma può comunque liberarsi, c.d. liberazione coattiva, di tale termine per impossibilità
d’identificare la controparte, depositando la somma oggetto dell’obbligazione presso la
Banca d’Italia).
In deroga alle norme sulle obbligazioni cambiarie, il creditore può rifiutare un
pagamento parziale; l’art. 45 l.cambiaria stabilisce che il portatore è tenuto ad
accettare il pagamento parziale per tutelare l’obbligato di regresso; altra deroga al
diritto comune, secondo il quale il tempo per adempiere l’obbligazione si considera
stabilito a favore del debitore, si ha sempre con il su citato articolo che stabilisce che il
portatore non è tenuto ad accetta il pagamento prima della scadenza, se comunque
effettuato, questo si considera a rischio e pericolo del debitore, in quanto non vi è
liberazione cartolare.
L’azione di regresso per mancato pagamento è consentita, oltre che per l’infruttuosa
presentazione del titolo, anche anticipatamente, quando si verifichi la sottoposizione
del trattario o dell’emittente a procedure concorsuali le quali implicano o la presunta o
la certa insolvenza del credito.
Pagamento per intervento. Può avere luogo in qualunque cambiale e non può essere
rifiutato dal portatore (pena la perdita della possibilità dell’azione di regresso verso
coloro che sarebbero stati liberati dall’intervento); il pagamento deve essere integrale e
tempestivo, entro il giorno successivo all’ultimo giorno utile per la legata del protesto.
Prescrizione
L’azione del portatore contro gli obblighi in via diretta si prescrive in 3 anni
dalla scadenza e, nel caso di cambiale a vista, dall’avvenuta presentazione
infruttuosa.
L’azione di regresso dell’ultimo portatore si prescrive in 1 anno dalla data del
protesto o della scadenza se vi è clausola senza spese.
L’azione di ulteriore regresso si prescrive in 6 mesi dal giorno in cui l’obbligato
di regresso ha pagato la cambiale o è stata promossa azione nei suoi confronti.
9. GLI ASSEGNI.
L’assegno circolare è il titolo di credito più sicuro in quanto viene emesso da una
banca che, dietro versamento di una somma di denaro, si impegna a pagare al
beneficiario quell’importo stesso. A garanzia del buon fine degli assegni circolari, le
banche emittenti sono tenute a costituire una cauzione presso la Banca d’Italia.
A differenza dell’assegno bancario, non è necessario, in questo caso, avere un conto
in banca. È sufficiente di volta in volta versare un importo di denaro pari a quello che
si vuole scritto nell’assegno.
L’assegno circolare, come quello bancario, visivamente è un foglietto rettangolare
filigranato e numerato che porta già stampati alcuni elementi essenziali:
- nome della banca che si impegna a pagare;
- la frase: (la banca) … pagherà a vista per questo assegno circolare n. …;
- la data e il luogo di emissione;
- l’importo in cifre ed il lettere;
- il nome del beneficiario;
- la firma del dirigente della banca che emette l’assegno.
Anche l’assegno circolare può essere non trasferibile, sbarrato o girato.
Il pagamento dell’assegno.
L’assegno bancario deve essere presentato per il pagamento entro i termini brevi:
entro 8 giorni dalla data di emissione se è pagabile nel comune di emissione; entro 15
giorni se è pagabile in altro comune italiano; entro 20 o 60 se è pagabile all’estero.
La mancata presentazione nel termine fa venire meno la garanzia degli eventuali
giranti anche se rimane la possibilità dell’azione nei confronti del traente.
L’azione cambiaria, vista prima, nell’assegno è soltanto azione di regresso.
Questa azione nei confronti dei giranti è subordinata al fatto che l’assegno deve
essere presentato entro i termini e che sia intervenuto il protesto. Il protesto non è
richiesto nei confronti del traente.
Sanzioni previste per gli assegni. L’emissione di assegni bancari o postali senza
autorizzazione e/o senza provvista non è più un reato.
Per queste violazioni vengono applicate dalle sanzioni amministrative pecuniarie e
accessorie. L’assegno bancario ha gli effetti di titolo esecutivo per il capitale e per gli
accessori.