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2021

CORSO AK - PROF. PELLICELLI

ECONOMIA
AZIENDALE II
NATALIIA KARKOVSKA

CAPITOLO 1: ECONOMIA AZIENDALE, RAGIONERIA E AZIENDE


1.1 Economia aziendale
L’Economia aziendale è una “scienza che osserva il comportamento economico dell’uomo nella sua
manifestazione organizzata in aziende e il comportamento economico nelle aziende, delle aziende e tra
le aziende, al ine di costruire modelli di conoscenza utili per spiegarne, prevederne e controllarne i
processi.” L’economia aziendale è costituita da tre discipline tra loro coordinate e interrelate:
- L’organizzazione è la disciplina che si occupa del processo attraverso il usale le persone e i mezzi
materiali e immateriali dell’azienda pongono in essere l’attività di produzione. Tra le attività più
importanti decise in quest’ambito:
- La forma giuridica;

- La dimensione aziendale;

- L’individuazione delle diverse funzioni aziendali;

- L’organizzazione della produzione e della vendita;

- L’eventuale forma di gruppo aziendale;

- Le diverse localizzazioni ed eventuali delocalizzazioni.

- La gestione è la disciplina che si occupa di analizzare e valutare l’insieme delle operazioni economiche tra
loro combinate che l’impresa pone in essere per il raggiungimento dei ni aziendali. La gestione può
essere vista sotto due aspetti:

- Nell’aspetto soggettivo essa consiste nell'attività svolta dagli organi aziendali al ne di raggiungere gli
obiettivi aziendali (es. pro tto), che si concretizza in una serie di decisioni da prendere e di controlli da
e ettuare.

- Nell'aspetto oggettivo essa consiste in una serie di operazioni (o fatti) che formano un sistema unitario
e continuo (ad es. per realizzare l'obiettivo pro tto l'azienda acquista materie prime, servizi, energia
elettrica, e utilizzando impianti e macchinari produce prodotti da collocare sul mercato).

- La rilevazione (ragioneria) è la disciplina che studiai sistemi di rilevazione e registrazione in contabilità


delle operazioni di gestione d’impresa allo scopo di fornire informazioni utili per controllo e le decisioni.
Partendo dalle operazioni (o fatti) aziendali, la ragioneria tramuta in cifre la dinamica aziendale per
interpretare l’andamento nanziario, economico e patrimoniale. Analizzando nel dettaglio le transazioni
dell’azienda con i terzi è pertanto possibile delineare i principali aspetti e predisporre documento utili per
la gestione (e per la programmazione e il controllo aziendale).

1.2 Aziende
Abbiamo a disposizione diverse de inizioni di diversi economisti di azienda:
- L’istituto è l’organismo composto da sistemi coordinati e complementari di persone, beni ed
operazioni.
- L’azienda sopravvive oltre la vita isica delle persone e dei beni.
- L’azienda è strumento per il soddisfacimento dei soggetti esterni che acquisiscono i beni e servizi da
essa prodotti.
- Gli elementi che compongono l’azienda sono unitariamente destinati al raggiungimento di
speci iche inalità.
Il sistema azienda è pertanto caratterizzato da due aspetti importanti:

- È sistema aperto rispetto all’ambiente esterno in quanto attua continui processi di scambio, acquisendo
fattori di produzione (input) e vendendo le produzioni (output).

- Assume dall’ambiente in cui è inserita ed opera una sere di informazioni che occorrono per programmare
le decisioni aziendali da tradurre in operazioni. In quest’ambito i risultati sono controllati periodicamente
al ne di individuare eventuali scostamenti da corregge.

I soggetti con i quali l’azienda instaura rapporti di varia natura sono chiamati anche “stakeholder”. Gli
“stakeholder”, “interlocutori sociali” o“portatori di interesse” sono tutti coloro che esprimono un interesse
nei confronti dell’azienda. Gli stakeholder si dividono in:

- Stakeholder interni, insieme di persone siche che esprimono un interesse interno e che fanno parte
dell’azienda. Tra questi vi sono: gli azionisti/ soci e i lavoratori dipendenti (manager);

- Stakeholder esterni, insieme di soggetti esterni all’azienda legati ad essa da rapporti di varia natura. Tra
questi vi sono: i fornitori, clienti, nanziatori (banche), Pubblica Amministrazione (o Stato).

L’azienda è chiamata a soddisfare i fabbisogni conoscitivi degli stakeholder e, pertanto, a comunicare una
serie di informazioni economico- nanziarie, tra cui i risultati aziendali.

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Tali informazione, utili a soddisfare i fabbisogni conoscitivi degli stakeholder, sono ottenute grazie alle
rilevazioni contabili (da qui la loro importanza per gli stakeholder). Le rilevazioni contabili consentono di
raccogliere, elaborare ed interpretare i dati derivanti dalle operazioni di gestione e, perciò, di ottenere una
serie di informazioni di carattere economico- nanziario. Tali informazioni, utili a soddisfare le esigenze
conoscitive dei “portatori di interesse”, sono riportate nel bilancio d’esercizio.

In base alla prevalenza dei processi svolti le aziende si dividono in:


- Aziende di produzione (imprese) : destinano la produzione realizzata allo scambio del mercato al ine
di ottenere un livello di surplus adeguato a garantire una remunerazione congrua e stabile del
capitale apportato dai soci (o dall’imprenditore individuale);
- Aziende di consumo : Destinano la produzione realizzata esclusivamente ai soggetti che le hanno
costituite e le mantengono in vita (aziende autoproduttrici) o alla collettività o parte di essa, allo
scopo di soddisfare bisogni tramite atti di mera liberalità (es. fondazioni e onlus);
- Aziende pubbliche: sono gli ordinamenti economici degli stitici pubblici territoriali, quali lo Stato, le
Regioni, le Provincie e i Comuni. Il ine di esse è il progresso sociale ed economico delle comunità
da attuarsi per mezzo della produzione dei beni e servizi. La produzione avviene attraverso il lavoro e
alla riscossione di ogni forma di prelievo tributario;
- Aziende non-pro it: sono gli ordinamenti economici di particolari istituti di emanazione privata,
quindi diversi dagli enti pubblici territoriali, in cui ricchezza prodotta non può essere distribuita alle
persone che esercitano il controllo sull’istituto, ciò signi ica che le aziende non-pro it non si
caratterizzano per il mancato orientamento alla realizzazione di un utile, ma l’impossibilità di
distribuirlo.
1.3 L’ambiente esterno
L’ambiente esterno è costituito da tutti quei soggetti esterni all’azienda con i quali essa instaura rapporti di
varia natura. Fanno parte dell’ambiente esterno:

- Mercati di approvvigionamento (o di acquisizione): il mercato in cui l’azienda acquista i fattori produttivi e


nei quali interagisce con i fornitori.

- Mercato di sbocco (o di vendita): il mercato in cui l’azienda vende i beni/ servizi prodotti e nei quali
interagisce con i clienti.

- Mercati di capitali: il mercato in cui l’azienda reperisce i mezzi nanziari necessari allo svolgimento della
sua attività.

1.4 La rilevazione dei risultati


Le transazioni tra l’azienda e i terzi producono conseguenze economico- inanziarie che in luiscono sui
risultati della gestione.
I strumenti per la rilevazione di risultati sono la Contabilità generale e la Contabilità analitico-
gestionale.
La Contabilità generale (Co.Ge) rileva le operazioni di gestione esterna con la inalità di determinare il
risultato economico d’esercizio (utile o perdita) e il patrimonio di funzionamento, entrambe grandezze
scaturenti dai valori economici e inanziari. La Contabilità generale è tenuta dalle aziende sia perché è
prevista dalla legge sia perché è di supporto agli organi di governance nelle decisioni aziendali. Infatti
le rilevazioni contabili dei diversi fatti di gestione esterna, dai quali scaturiscono una serie di valori
economici e inanziari, ci consentono di poter costruire i prospetti contenuti nel Bilancio d’esercizio
(Stato Patrimoniale e Conto Economico) e di ottenere una serie di informazioni riguardo all’andamento
della gestione aziendale. Infatti tra i principali obiettivi della rilevazione, in aggiunta a quello di
informare sui risultati della gestione, vi è quello di supportare gli organi di governance
nell’interpretazione dei fatti aziendali e nell’assunzione delle decisione strategiche più opportune. Gli
obiettivi sono:
- Rilevare i atti di gestione che sono tipiche operazioni economiche delle imprese industriali e
commerciali che devono traviare rappresentazione all’interno del sistema contabile d’azienda sono
le operazione di acquisto di beni e servizi, ad esempio:
- Le materie prime, materie di consumo, materiali accessori, prodotti semilavorati o prodotti initi
(beni da utilizzare durante il processo produttivo);
- Gli impianti, macchinari e immobili (beni di uso durevole);
- Manutenzione di terzi, fornitura energia elettrica, canoni di leasing (servizi industriali),
provvigioni di agenti (servizi commerciali), assicurazioni, compensi ad amministratori o
consulenti (servizi amministrativi).

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- Determinare i risultati che da essa derivano;


- Interpretare i fatti amministrativi e i risultati.
La contabilità analitico-gestionale rileva i fenomeni interni all’azienda e permette di approfondire alcune
variabili per un corretto processo decisionale (es.andamento economico- inanziario di una linea di
prodotto o di un singolo prodotto, costi issi, costi di distribuzione).
Il ciclo delle decisioni si divide in:
- Programmazione;
- Decisioni aziendali;
- Operazioni;
- Rilevazione dei risultati.
Processo di programmazione comprende:
- Informazioni;
- Piano aziendale;
- Politiche aziendali;
- Budget;
- Controllo aziendale.
1.5 Il piano strategico aziendale
Il processo di piani icazione strategia si esplica nella redazione di un documento petto Piano
Strategico, che si articola in quattro componenti principali:
- Obiettivi aziendali;
- Missione;
- Strategie aziendali;
- Portafoglio business.
Il piano strategico deve essere predisposto analizzando i dati inanziari prospettivi (es. lussi di cassa
futuri in relazione alla previsione di costi e ricavi).
Diversi livelli di strategie:
- Strategia corporate: responsabilità del top management dell’impresa;
- Strategie di business unit: responsabilità del top management delle business unit;
- Strategie funzionali (marketing, inanza, R&D, produzione, risorse umane): responsabilità dei capi
delle singole funzioni.
1.6 Il piano di risanamento
Il piano di risanamento è il documento che formalizza un percorso di ristrutturazione aziendale. Si
compone dei seguenti elementi:
- Piano aziendale;
- Piano economico;
- Piano inanziario.
I principali obiettivi del piano sono:
- Riformulazione degli obiettivi della strategia;
- Negoziazione e presentazione della proposta di ristrutturazione con i vari interlocutori;
- De inizione del piano;
- Esecuzione degli interventi e adempimenti previsti;
- Controllo ed veneta le correzioni delle azioni.

CAPITOLO 2: LO STUDIO DELLA GESTIONE AZIENDALE


2.1 La gestione continua e unitaria
La gestione aziendale è il sistema di operazioni poste in essere dall’azienda al ine di raggiungere gli
obiettivi per i quali essa è stata istituita. Essa è continua ed unitaria nel tempo e nello spazio. Tuttavia
per rilevare le operazioni di gestione è necessario introdurre delle ipotesi sempli icate, le quali
prevedono che:
- La gestione sia osservata in un arco di tempo limitato;
- La gestione sia osservata e suddivisa in diversi sottosistemi omogenei di operazioni.

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In realtà occorre osservare che:


- La gestione è continua e unitaria nel tempo e nello spazio;
- I sottoinsiemi o aree della gestione servono ad analizzare un sistema complesso di operazioni.
2.2 Il periodo amministrativo
L’ipotesi di osservare la gestione aziendale in un arco di tempo limitato fa sì che la vita dell’azienda sia
suddivisa in intervalli di tempo chiamati “periodi amministrativi”. Il periodo amministrativo è, pertanto,
un periodo di tempo al quale riferire la gestione osservata e rappresentata per e etto dei processi di
rilevazione e al termine del quale viene calcolato il risultato economico della gestione. Il frazionamento
dell’intera vita aziendale in periodi amministrativi fa sorgere un quesito sulla durata ottimale del
periodo amministrativo per la corretta rappresentazione della gestione aziendale. Il periodo
normalmente impiegato per de inire il periodo amministrativo è l’anno di 12 mesi, poiché:
- Esprime il lasso temporale in cui normalmente si sviluppano e si organizzano le attività umane;
- È l’intervallo di tempo in cui è conveniente apprezzare i risultati della gestione aziendale ma talvolta
la corretta rappresentazione della gestione richiede un periodo amministrativo più breve.
2.3 L’esercizio
L’esercizio è il sottoinsieme delle operazioni di gestione compiute dall’azienda in un dato periodo
amministrativo. Le operazioni pose in essere dall’azienda durante l’intera vita si denominano esercizio
generale. Esso assume il carattere economico, perché le operazioni che lo compongono generano
valori interpretabili in tal senso, ovvero suscettibili di una correlazione diretta, mediata o lontanamente
mediata con i prezzi. L’esercizio può essere:
- Generale: Le operazioni poste in essere dall’azienda durante l’intera vita;
- Parziale: Le operazioni attuate dall’azienda durante un periodo amministrativo.
2.4 L’equilibrio della gestione
La continuità della gestione aziendale e il mantenimento in vita dell’azienda sono connessi al veri icarsi
e all’esistenza di determinate condizioni. Gli equilibri della gestione sono:
- L’equilibrio Istituzionale: raggiunto quando gli attuali e potenziali membri dell’azienda sono motivati a
entrare a farne parte e a permanervi. Per raggiungere l’equilibrio istituzionale è necessario che la
gestione sia svolta in modo da avere un equilibrio economico (o economicità).Si veri ica una
condizione di equilibrio istituzionale quando tutti i membri di un’azienda:
- Condividono: valore, obiettivi, strutture, modalità di governo, logiche organizzative;
- Ricevono ricompense e bene ici giuridica i equi.
- L’equilibrio reddituale deve essere perseguito secondo:
- Una prospettiva temporale in grado di assicurare l’equilibrio reddituale sia nel breve che nel
medio-lungo periodo;
- Una prospettiva di gruppo (valutazione individuale vs. Valutazione di gruppo).
- L’equilibrio Economico: si raggiunge quando i due principali fattori di produzione, il capitale e il
lavoro, sono remunerati in maniera congrua. L’azienda per raggiungere l’equilibrio economico deve
cercare di perseguire simultaneamente l’equilibrio reddituale e quello monetario;
- L’equilibrio Reddituale: attiene alla realizzazione del reddito e si raggiunge quando l’azienda è in
grado di realizzare lussi di ricavi superiori ai lussi di costi. L’equilibrio reddituale deve essere
quali icato da:
- E icienza di svolgimento dei processi produttivi;
- Innovazione dei prodotti/processi;
- Flessibilità della struttura aziendale;
- Congruità dei prezzi-costo sostenuti e dei prezzi-ricavo conseguiti;
- Congruità delle remunerazioni del lavoro;
- Congruità delle remunerazioni dei conferenti capitale di rischio.
- L’equilibrio Monetario: attiene al rapporto tra lussi di cassa di moneta in entrata e in uscita e alla
capacità dell’azienda a far fronte in modo tempestivo agli impegni di pagamento. Tale equilibrio si
raggiunge quando i lussi di moneta in entrata riescono a bilanciare quelli in uscita, in altre parole
quando l’azienda dispone sempre delle risorse monetarie per e ettuare i pagamenti o altri esborsi.
Raramente la dinamica di incasso e di pagamento permette di realizzare un equilibrio monetario nel
breve periodo. Lo squilibrio Monetario si veri ica quando i lussi di moneta in entrata non riescono a

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bilanciare quelli in uscita, ovvero quando l’azienda non dispone delle risorse monetarie per e ettuare
i pagamenti o altri esborsi in modo tempestivo. Lo squilibrio monetario si realizza normalmente nel
breve periodo a causa delle diverse dinamiche d’incasso e di pagamento. Quando si veri ica uno
squilibrio monetario l’azienda vede accrescere il proprio fabbisogno inanziario ovvero l’ammontare
dei mezzi inanziari necessari per lo svolgimento della sua attività.
2.5 I processi produttivi
Le operazioni di gestione possono essere classi icate secondo i criteri di omogeneità in processi
produttivi. Un processo produttivo è un insieme ordinato di operazioni di gestione dalle caratteristiche
simili o della stessa specie economica. L’impresa svolge continuamente processi produttivi, come:
- Acquisizione dei fattori;
- Conservazione;
- Trasformazione produttiva;
- Cessione delle produzioni;
- Trasporto.
I processi produttivi tendono a ripetersi continuamente nel tempo e questo fa sì che si formino i cicli di
processi. I cicli di processi sono:
- Ciclo produttivo: inizia nel momento in cui l’azienda acquista i fattori di produzione e termina
quando, a seguito della cessione degli output, l’impresa riscuote il corrispettivo monetario.
- Ciclo economico: Inizia nel momento in cui l’azienda acquista i fattori di produzione e vi è la nascita
del costo; e termina nel momento in cui sono venduti gli output e vi è la nascita del ricavo.
- Ciclo monetario: inizia nel momento in cui l’azienda sostiene lo esborso monetario relativo
all’acquisto degli input, e si conclude quando l’azienda incassa il denaro relativo alla vendita degli
output.
- Ciclo inanziario: inizia nel momento in cui sorge il debito o credito commerciale e si conclude nel
momento in cui tale debito o credito si estingue.
Dove:
- t0 è l’istante in cui si acquisiscono i fattori produttivi o input della
produzione;
- t1 è l’istante in cui avviene il regolamento degli acquisti;
- t2 è l’istante in cui dopo aver ottenuto i risultati della produzione;
- t3 è l’istante in cui avviene il regolamento delle vendite.

CAPITOLO 3: LE AREE DELLA GESTIONE


3.1 Le combinazioni economiche
Si de iniscono “combinazioni economiche” l’insieme delle operazioni attuate dall’azienda e che sono
legate tra di loro da relazioni biunivoche, tali da divenire un sistema. Le combinazioni economiche si
distinguono in combinazioni di produzione e di consumo. Le combinazioni economiche di produzione
riguardano i processi volti ad ottenere beni dotati di valore, ovvero ad incrementare la ricchezza. Le
combinazioni economiche di consumo riguardano i processi d’impiego dei beni dotati di valore, volti a
soddisfare i bisogni e conseguire le aspirazioni. Le combinazioni economiche si possono anche
classi icare in base a coordinazioni economiche parziali. Le coordinazioni economiche parziali sono
sottoarticolazioni delle combinazioni economiche di produzione e di consumo. Normalmente in tutte le
aziende si possono riscontrare le seguenti coordinazioni economiche parziali:
- Gestione;
- Organizzazione;
- Rilevazione.
3.2 La gestione aziendale
La continua e unitaria gestione aziendale non impedisce di individuare moltissime tipologie di
operazioni di gestione. L’analisi della gestione per ini di rilevazione è volta a classi icare le operazioni di
gestione.

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La gestione aziendale è il sistema di operazioni poste in essere dall’azienda al ine di raggiungere gli
obiettivi per i quali essa è stata istituita. Essa è continua ed unitaria nel tempo e nello spazio. Per
studiare la gestione aziendale è necessario classi icare le operazioni.
Le principali classi icazioni delle operazioni di gestione sono rappresentate dalle seguenti:
- Pro ili:
- Economico;
- Monetario;
- Finanziario;
- Patrimoniale.
- Macro-aree:
- Caratteristica;
- Accessoria;
- Finanziaria;
- Tributaria;
- Istituzionale.
- Funzioni:
- Produzione;
- Commerciale;
- R&D;
- Amministrazione e inanza;
- Ecc..
I pro ili della gestione si suddividono in:
- Le operazioni di gestione interna sono tutte quelle che avvengono nell’azienda senza concretizzarsi
con scambi con terze economie e che riguardano fondamentalmente i processi di trasformazione
isico-tecnica;
- Le operazioni di gestione esterna sono tutte quelle con le quali l’azienda si rapporta con i soggetti
terzi. Tutte le operazioni di gestione esterna hanno come comune denominatore lo scambio, con il
quale l’azienda acquisisce o cede, a fronte di un determinato corrispettivo, i fattori necessari per la
produzione o i risultati di essa. La diversa natura degli scambi attiene all’oggetto scambiato:
- Beni privati: vengono acquistati in cambio del loro valore in denaro;
- Beni pubblici: non possono essere acquistati ma utilizzati in cambio di denaro (a itto del
servizio);
- Lavoro: la forza lavoro viene renumerata con lo stipendio, la rilevazione del lavoro dipende dal
tipo di lavoro richiesto e dal contratto stipulato;
- Rischi: contratto assicurativo per controllare i rischi;
- Capitale di prestito: prestito di denaro che poi viene restituito in genere con interessi;
- Capitale proprio: investimento del proprio patrimonio per la nascita/continuazione il cui pro itto
dovrà risarcire il mio investimento e creare dell'utile.
Le operazioni di gestione esterna possono essere analizzate raggruppandole in sottosistemi de inite
“aree”. Le aree della gestione esterna sono:
- Area caratteristica: riguardante l’attività che caratterizza la funzione tecnico-economica dell’azienda;
- Area Accessoria o Patrimoniale: a erente agli impieghi di risorse monetarie che eccedono il
fabbisogno;
- Area inanziaria: a erente la copertura del fabbisogno inanziario per lo svolgimento dell’attività
d’azienda;
- Area tributaria: riguarda la liquidazione e il pagamento delle imposte dirette;
- Area istituzionale: in relazione agli interessi dei soci, ovvero gli interessi che sono ritenuti di primaria
importanza all’interno dell’azienda.
3.3 Area caratteristica
L’area de inita caratteristica o tipica comprende l’insieme di operazioni che contraddistinguono la
funzione tecnico-economica dell’azienda ovvero il “core business” della stessa. Si tratta pertanto
dell’insieme delle operazioni con le quali l’azienda svolge la sua attività principale.

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Per capire le operazioni a erenti a quest’area sia necessario stabilire quale sia l’attività tipica
dell’azienda e aule sia il settore in cui essa opera. E si possono classi icare in base ale quale i settori di
attività economica sono:
- Settore primario, nel quale si ottengono beni in forma originaria, inesistenti precedentemente o non
disponibili per l’utilizzo (aziende agricole, estrattive o della pesca);
- Settore secondario, nel quale avviene la reale trasformazione (aziende industriali, conserviere ed
edili);
- Settore terziario, nel quale si attua la distribuzione o la fornitura di servizi ausiliari ai due settori
(aziende mercantili, di trasporto, di credito e di assicurazione).
Le operazioni di acquisizione dei fattori produttivi, in generale, si riconducono all’acquisizione di:
- Fattori di produzione materiali;
- Fattori di produzione immateriali;
- Energie e servizi;
- Forza lavoro.
Le operazione a erenti la cessione a terze economiche degli output della trasformazione riguardano:
- Prodotti initi;
- Merci;
- Scarti delle produzioni;
- Residui.
Le aziende commerciali svolgono come operazioni tipiche dell’area caratteristica:
- L’acquisto di: merci e prodotti initi, impianti, macchinari, energie e altri servizi, terreni e fabbricati
strumentali per l commercializzazione e forza lavoro;
- Lo stoccaggio, il trasporto, la conservazione dei beni precedentemente acquistati;
- La loro cessione a terze economiche.
Le aziende bancarie, oltre all’acquisizione di macchinari, energie, servizi vari e forza lavoro, sono
caratterizzate dalla:
- Raccolta di capitali presso il pubblico;
- Dalla concessione i tali capitali ad altri soggetti.
Le aziende assicurative, svolgono come attività tipica quella inerente la negoziazione di rischi speci ici.
All’area caratteristica della gestione a eriscono:
- Le operazioni di approvvigionamento di fattori produttivi che include le operazioni di scelta dei
fornitori, reperimento dei fattori produttivi e il regolamento del rapporto amministrativo e inanziario.
Include: materie prime a veloce ciclo di utilizzo (fecondità semplice, utilità immediata) attiene a beni
e servizi destinati alla produzione che saranno impiegati in un solo ciclo produttivo, impianti (lento
ciclo di utilizzo), lavoro.
- Le operazioni di ricerca e sviluppo (ricerca di modalità per rendere i prodotti più competitivi nel
mercato).
- Le operazioni di fabbricazione (trasformazione della materia prima in prodotto inito).
- Le operazioni di commercializzazione (vendita dei prodotti).
- Le operazioni di logistica (calcolo della quantità di fattori produttivi necessari).
- Le operazioni di assicurazione (controllo dei rischi).
3.3.1 L’approvvigionamento di fattori a veloce ciclo di utilizzo
L’approvvigionamento dei fattori produttivi include le operazioni di scelta dei fornitori, reperimento dei
fattori produttivi e il regolamento del rapporto amministrativo e inanziario. Le operazioni di
approvvigionamento possono essere distinte in funzione delle classi di fattori considerati:
- Fattori a veloce ciclo di utilizzo;
- Fattori a lento ciclo di utilizzo;
- Lavoro.
L’approvvigionamento di fattori a veloce ciclo di utilizzo o a fecondità semplice e correnti o ad utilità
immediata, riguarda tutti quei beni e servizi destinati alla produzione, che saranno impiegati in un solo
ciclo produttivo. I fattori a veloce ciclo di utilizzo sono tipicamente:
- Materie prime, di consumo e sussidiarie;
- Semilavorati;

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- Merci;
- Energie e servizi.
L’acquisto dei fattori produttivi avviene tramite uno scambio, normalmente a titolo oneroso, valorizzato
dal costo di acquisto.
L’acquisto dei fattori produttivi fa sorgere un debito di regolamento (sostituto della moneta) nei
confronti dei fornitori. I momenti che caratterizzano l’operazione di regolamento degli acquisti sono:
- Liquidazione: si accerta con esattezza l’importo dovuto al fornitore;
- Pagamento: si conclude il regolamento dello scambio.
Il regolamento degli acquisti può avvenire secondo tempistiche diverse:
- Regolamento anticipato;
- Regolamento immediato (a pronti);
- Regolamento di erito, ino al momento in cui si porterà a termine il pagamento, esisterà un debito di
regolamento nei confronti del fornitore.
Il regolamento degli acquisti può avvenire impiegando diverse modalità (mezzi) di pagamento:
- Regolamento in contanti è quello che prevede l’utilizzo di disponibilità monetarie, ovvero di denaro
rappresentato da monete e banconote;
- Regolamento a mezzo cambiali rientra nell’ambito di un’operazione di acquisto con pagamento
di erito, nella quale sono utilizzati particolari strumenti, quali i titoli di credito, che:
- Tutelino il soggetto creditore dal rischio che alla data di scadenza il debitore non preveda ad
estinguere il debito;
- Remunerino adeguatamente il creditore per la dilatazione di pagamento concessa al debitore.
- Regolamento a mezzo banca avviene attraverso dei servizi che l’istituto bancario o re ai propri
clienti, a fronte dell’addebitamento di commissioni o spese bancarie.
IVA: L’acquisto dei fattori produttivi avviene tramite uno scambio, normalmente a titolo oneroso,
valorizzato dal costo di acquisto. Gli acquisti di fattori produttivi sono soggetti all’applicazione
dell’imposta sul valore aggiunto (IVA).
Presupposti di applicazione:
- Presupposto Oggettivo: cessione di beni o servizi;
- Presupposto Soggettivo: Almeno uno dei soggetti dello scambio deve essere un’impresa o un
professionista;
- Presupposto Territoriale: gli scambi devono avvenire sul territorio dello Stato.
Modalità di funzionamento: il soggetto che cede i beni/servizi addebita l’IVA al soggetto cessionario.
L’IVA deve poi essere versata dal venditore all’Erario.
Aliquote: l’aliquota ordinaria è il 22% (alcuni beni/servizi sono soggetti ad aliquote di erenti).
Formalità: le imprese (professionisti) devono emettere fattura.
Liquidazione dell’imposta: il versamento dell’IVA all’Erario avviene mensilmente/trimestralmente.
Operazioni non imponibili ed esenti da IVA:
- Operazioni non imponibili: sono operazioni non assoggettate all’IVA per e etto di una particolare
legge;
- Operazioni esenti: operazioni che presentano requisiti di applicabilità, ma non sono gravate da IVA
per motivazioni di carattere economico-sociale (operazioni di credito, prestazioni mediche,
didattiche,...).
Operazioni con IVA in detraibile. Sono operazioni in cui non è ammessa detrazione dell’imposta pagata
al momento dell’acquisto da quella dovuta in sede di vendita (aeromobili, autovetture e imbarcazioni di
lusso, spese alberghiere, spese di rappresentanza,...).
Operazioni fuori campo IVA (escluse). Sono operazioni in cui non sussiste uno dei requisiti di
applicabilità (tipicamente l’oggetto; valori bollati, diritti d’autore, prestazioni di lavoro subordinato, ...).
L’acquisto dei fattori produttivi fa sorgere un debito di regolamento (sostituto della moneta) nei
confronti dei fornitori. I momenti che caratterizzano l’operazione di regolamento degli acquisti sono:
Resi su acquisti, abbuoni e sconti:
- Resi su acquisti, restituzione di fattori acquistati (errori nella consegna, difetti, ...) che comporta:
riduzione del costo di acquisto (e dell’IVA), riduzione del debito di regolamento.

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- Abbuoni riduzione nel prezzo-costo concessa dal fornitore per di ormità nei livelli quali-quantitativi
dei fattori. Si emette una nota di variazione.
- Sconti riduzione del prezzo-costo concessa per il veri icarsi di determinate condizioni, ad esempio
pagamento in contanti.
3.3.2 L’approvvigionamento di fattori a medio-lungo ciclo di utilizzo
L’approvvigionamento dei fattori a lento ciclo di utilizzo (fecondità ripetuta) attiene a beni e servizi
destinati a essere impiegati in più di un ciclo produttivo. In funzione della loro natura, i fattori a lento
ciclo di utilizzo si classi icano in:
- Immobilizzazioni materiali: sono beni materiali (requisito di isicità) caratterizzanti la struttura
operativa dell’azienda e impiegati nella produzione, commercializzazione, attività amministrative e
attività non caratteristiche, si distinguono in:
- Beni immobili: terreni, fabbricati;
- Beni mobili: impianti, macchinari, attrezzature, automezzi,...
- Immobilizzazioni immateriali: sono beni o oneri pluriennali privi di isicità ma individuabili,
autonomamente valutabili e dotati di rilevanza giuridica.
- Beni immateriali: brevetti, marchi, concessioni, diritti di uso delle opere dell’ingegno, licenze,...
- Oneri pluriennali: costi (non connessi ad uno speci ico bene/servizio) che erogano la loro utilità
in un arco di tempo pluriennale (costi di ricerca e sviluppo, costi di impianto e ampliamento).
- Immobilizzazioni inanziarie: Le immobilizzazioni inanziarie sono espressione di investimenti non
temporanei a carattere inanziario o crediti inanziari di durata pluriennale. Le immobilizzazioni
materiali e immateriali sono strumentali all’attività caratteristica della gestione Le immobilizzazioni
inanziarie non sono strumentali alla gestione caratteristica.
Le modalità di acquisizione delle immobilizzazioni (materiali, immateriali, inanziarie) non sono sempre
espressione di modalità di scambio, infatti, è possibile acquisire le immobilizzazioni tramite:
- Acquisto da terze economie è una compravendita con il fornitore dell’immobilizzazione;
- Produzione interna consiste nella realizzazione da parte dell’azienda;
- Acquisizione in leasing (o in a itto).
La produzione interna di immobilizzazioni consiste nella realizzazione da parte dell’impresa di fattori a
lento ciclo di utilizzo, secondo un processo produttivo parallelo a quello caratteristico.
L’azienda sosterrà costi:
- Materie;
- Lavoro;
- Servizi;
- Attrezzature.
L’acquisizione tramite leasing di immobilizzazioni prevede che l’impresa non ottenga la proprietà del
bene, ma solo la disponibilità del bene.
- Leasing inanziario: Società di leasing acquista il bene e lo cede in locazione all’azienda contro
pagamento di un canone di leasing. Al termine: possibilità di riscatto.
- Leasing operativo: Il bene è concesso in locazione direttamente da chi lo produce. Non c’è
possibilità di riscatto.
3.3.3 L’approvvigionamento del fattore lavoro
L’approvvigionamento del fattore lavoro avviene mediante rapporti di lavoro di natura diversa.
- Lavoro subordinato: svolto sotto la guida di un soggetto (imprenditore o manager).
- Lavoro autonomo: erogazione di una prestazione/opera senza il vincolo di subordinazione.
La retribuzione che il datore di lavoro deve corrispondere ai dipendenti si compone di vari le elementi:
- Retribuzione lorda rappresenta il costo che il datore di lavoro sostiene per usufruire della prestazione
lavorativa di dipendenti;
- Contributi previdenziali e assicurativi devono essere versati agli enti preposti al ine di assicurare al
contribuente coperture di tipo sanitario, pensionistico, assistenziale, assicurative in caso di infortuni;
- TFR è una quota di retribuzione che è corrisposta ai lavoratori dipendenti in modo di erito, perché è
versata solo al momento della interruzione del rapporto di lavoro.

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- Contributi integrativi (fondo pensione) sono contributi versati da ogni singolo lavoratore e investiti
anno dopo anno presso un intermediario inanziario che serviranno a pagare la sua personale
pensione, sotto forma di rendita vitalizia o in parte come erogazione di capitali.
Rapporto di lavoro autonomo: PARCELLA:
- Onorario;
- Contributi previdenziali;
- IVA.
3.3.4 Le operazioni di commercializzazione
Le operazioni di commercializzazione attengono alle operazioni di cessione degli output della
trasformazione produttiva e loro regolamento.
Altre operazioni a erenti le operazioni di commercializzazioni sono individuabili nelle seguenti:
- Marketing e analisi di mercato;
- Piani icazione delle vendite;
- Gestione degli ordini;
- Incassi dai clienti.
La cessione delle produzioni avviene tramite uno scambio, normalmente a titolo oneroso,
valorizzato dal ricavo di vendita. Sorge un credito di regolamento.
3.4 Le operazioni dell’area accessoria della gestione
Le operazioni dell’area accessoria (o patrimoniale) attengono alle operazioni di impiego di risorse
monetarie in eccesso in investimenti non caratterizzanti il core business dell’impresa.
L’area accessoria si compone di tre sub-aree:
- Immobiliare (beni mobili e immobili);
- Finanziamenti concessi a titolo di capitale di prestito;
- Finanziamenti concessi a titolo di capitale di rischio.
3.4.1 La sub-area immobiliare
Le operazioni della sub-area immobiliare attengono alle operazioni di Costi Ricavi

investimento in beni materiali, immateriali, immobili non caratterizzanti il - Manutenzione,


- Fitti attivi, plusvalenze
core business dell’impresa. minusvalenze, svalutazioni

Alcuni esempi di operazioni a erenti a quest’area sono rappresentati da: - Costi pubblicità, - Royalties, canoni di
- Terreni e fabbricati; minusvalenze, svalutazioni locazione

- Marchi, brevetti, licenze; - Minusvalenze, svalutazioni


- Flussi di credito,
partecipazione agli utili
- Rami d’azienda.
3.4.2 La sub-area dei inanziamenti concessi a titolo di capitale di prestito
Le operazioni della sub-area dei inanziamenti (a titolo di capitale di prestito) attengono alle operazioni
di concessione di prestiti a soggetti esterni all’impresa. La sub-area dei inanziamenti è volta ad
acquisire (o sottoscrivere):
- Titoli di Stato, quali:
- BOT sono titoli di Stato a breve durata e zero coupon, cioè non prevedono la corresponsione di
cedole; sono emessi con scadenza pari a tre, sei o dodici mesi, ad un prezzo sotto la pari,
inferiore cioè al valore nominale e sono rimborsati alla scadenza al valore nominale. Il taglio
minimo è pari a mille euro, come per tutti gli altri titoli di Stato. La ritenuta iscale è subita al
momento della sottoscrizione o dall'acquisto e non al mo- mento del rimborso;
- BTP hanno durata pari a 3, 5, 10 e 30 anni; sono titoli a tasso isso e prevedono la
corresponsione di una cedola semestrale e il rimborso alla scadenza pari al valore nominale di
emissione;
- CCT sono titoli a medio termine dotati di indicizzazione monetaria: il valore delle cedole
successive alla prima è determinato in riferimento ad un parametro di riferimento rappresentato
dal tasso di rendimento dei BOT. La scadenza dei CCT può essere cinque, sette o dieci anni; alla
scadenza l'investitore riceve una somma di denaro pari al valore nominale dei titoli posseduti,
mentre le cedole riscosse durante la durata del titolo è variabile. Obbligazioni di imprese
private;
- CTZ non prevedono la corresponsione di cedole, al pari dei BOT; il loro rendimento è così
misurato dalla di erenza tra il valore di acquisto/sottoscrizione e il valore di rimborso. La loro

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durata è pari a diciotto o a ventiquattro mesi. La ritenuta iscale è pagata, a di erenza dei BOT,
alla scadenza.
- Titoli di Stato di nazioni estere;
- Obbligazioni sono titoli di credito che rappresentano l'esistenza di un rapporto di credito/debito tra il
soggetto emittente (debitore) e il soggetto investitore (creditore). Nel titolo è incorporato i diritto del
sottoscrittore al rimborso del capitale versato a prestito e alla riscossione degli interessi secondo
tempi e modalità previste dal contratto. Le obbligazioni possono essere:
- A tasso isso, che prevedono, a scadenza, il rimborso del capitale e, a date pre issate (le date di
godimento), la riscossione delle cedole, ovvero degli interessi, secondo un importo
predeterminato;
- A tasso variabile, che prevedono, a scadenza, il rimborso del capitale, e, a date pre issate, la
riscossione delle cedole, secondo un importo determinabile sulla base dei meccanismi di
indicizzazione adottati;
- Zero coupon, che prevedono, a scadenza, il rimborso del capitale e la corresponsione degli
interessi.
- Obbligazioni di enti locali sono obbligazioni a medio-lungo termine emesse al ine di inanziari
speci ici investimenti deliberati. La loro durata non è inferiore a cinque anni; sono emessi alla pari e
prevedono la corresponsione di cedole annuali, semestrali o trimestrali, a tasso isso o a tasso
variabile.
I valori che scaturiscono dalla sub-area dei inanziamenti (a titolo di capitale di prestito) sono espressi
dai seguenti:
Costi Ricavi

- Minusvlenze - Interessi attivi

- Cedole

- Plusvalenze

3.4.3 La sub-area dei inanziamenti concessi a titolo di capitale di rischio


Le operazioni della sub-area dei inanziamenti (a titolo di capitale di rischio) attengono alle operazioni
di acquisto (o sottoscrizione) di quote di capitale di altre aziende.
La sub-area dei inanziamenti (a titolo di capitale di rischio) attiene alla sottoscrizione di:
- Titoli azionari;
- Quote di capitale.
I valori che scaturiscono dalla sub-area dei inanziamenti sono espressi dai seguenti:
Costi Ricavi

- Minusvlenze - Dividenti

- Plusvalenze

Talvolta le operazioni a erenti la sub-area dei inanziamenti concessi a titolo di capitale di rischio
rappresentano operazioni strumentali al core business. Si possono sviluppare relazioni di:
- Collegamento;
- Controllo.
Azioni: sono titoli rappresentativi della partecipazione al capitale di una società. Le caratteristiche
principali dei titoli azionari sono:
- Assenza di scadenza: le azioni sono(titoli perpetui, nel senso che non hanno una data prevista di
rimborso, che avverrà teoricamente alla cessazione dell'attività aziendale;
- Indeterminatezza dei lussi di cassa ad esse associate: i lussi di cassa connessi alle azioni sono i
dividenti, la cui corresponsione, è indeterminata in ogni sua componente e dipende dai risultati
aziendali e delle decisioni interne all'azienda in merito alla distribuzione dei risultati aziendali;

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- L'entità del valore di rimborso: nel momento in cui l'azionista decide di recedere o nel momento in
cui la società cessa di esistere, il valore di rimborso dipende dalla situazione patrimoniale
dell'azienda.
A seconda dei diritti e dei doveri sociali attributi dalle azioni all'azionista si distingue tra:
- Azioni ordinarie: nominative, attribuiscono al titolare diritto di voto nelle assemblee ordinarie e
straordinarie e il diritto alla percezione degli utili distribuiti e al rimborso del capitale;
- Azioni privilegiate: nominative, attribuiscono al titolare, un dividendo superiore e una precedenza
nella ripartizione dell'attivo in caso di liquidazione della società; questi privilegi patrimoniali, sono
controbilanciati dalla privazione del diritto di voto nelle assemblee ordinarie;
- Azioni di risparmio: nominative o al portatore, sono prive del diritto di voto, ma caratterizzate da
privilegi patrimoniali, determinate nell'atto costitutivo della società emittente.
3.4.4 I valori dell’area accessoria della gestione
Area accessoria della gestione Tipo di investimenti

- Immobili, terreni e fabbricati


Sub-area immobiliare - Marchi, brevetti, licenze e litri beni
- Complessi patrimoniali (rami aziendali)

Sub-area dei inanziamenti concessi a titolo di capitale di prestito - Titoli d Stato, titoli di latri enti locali, obbligazioni

Sub-area dei inanziamenti concessi a titolo di capitale di rischio - Titoli azionari, altre quote di capitale

3.5 Le operazioni dell’area inanziaria della gestione


Soggetti che partecipano alle operazioni inanziarie Modalità

- Banche
- Mutuo
- Istituiti di credito

- Altri inanziatori - Apertura di credito


- Famiglie - Emissione di obbligazioni

- Altre imprese - Sconti su e etti


- Soci - Anticipi su fatture e ricevute bancarie

Le operazioni dell’area inanziaria riguardano le operazioni di reperimento dei mezzi monetari necessari
per sostenere le operazioni di gestione.
L’area inanziaria attiene esclusivamente alle operazioni inerenti capitale di prestito:
- Previsione e analisi del fabbisogno;
- Scelta del miglior rapporto D/E;
- Negoziazione del capitale di prestito;
- Gestione dei contratti di prestito.
I inanziamenti passivi hanno in comune le seguenti caratteristiche:
- Scadenza:i prestiti hanno un scadenza issa e predeterminata, ad eccessivo e di alcune che sono
indeterminati. Sulla base della durata del prestito si distingue tra:
- A breve termine, non superiore a 12 mesi;
- A medio-lungo termine.
- Modalità di rimborso può avvenire in:
- In un’unica soluzione;
- A rate.
- La remunerazione del prestito corrisponde al pagamento del “prezzo” dovuto per l’ottenimento della
disponibilità dei mezzi monetari per il periodo pattuito. Il calcolo degli interessi può essere
variamente articolato, ma in linea generale dipende da:
- Durata del prestito;
- Dal capitale preso a prestito;
- Dal tasso di interesse richiesto.
Mutuo: giuridicamente, è un contratto, con il quale una parte (mutuante o creditore) cede la proprietà
di una somma di denaro, o di altre cose fungibili, all'altra parte (mutuatario o debitore), la quale è
obbligata a restituire l'oggetto del mutuo e a corrispondere gli interessi, ovvero delle somme di denaro
che misurano il costo del mutuo. Il mutuo si può articolare nelle seguenti modalità:
- Corresponsione periodica degli interessi e restituzione inale del capitale;

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- Restituzione del capitale e degli interessi ad un'unica scadenza inale;


- Restituzione graduale del capitale a scadenze successive e pagamento degli interessi commisurati al
capitale non ancora restituito. Il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi avvengono
secondo un preciso piano di ammortamento 29, che prevede, alle scadenze stabilite nel piano, il
pagamento di una rata di ammortamento, che si compone di una quota capitale, relativa al rimborso
del capitale prestato, e una quota interesse, relativa agli interessi passivi da pagare.
L'ammortamento del prestito avviene secondo diversi metodi; tra questi, alcuni godono di una
maggiore di usione, come ad esempio:
- Rimborso unico inale di capitale ed interessi, che prevede il pagamento di un'unica rata inale;
- Rimborso unico inale del capitale e periodico degli interessi, che prevede il pagamento di tante rate
periodiche, composte unicamente da quota interesse e di una rata inale composta anche da una
quota capitale pari all'intero ammontare del capitale stesso;
- Metodo francese, che prevede n rate di eguale importo, formate da una quota capitale crescente e
una quota interessi decrescente;
- Metodo italiano, che prevede n rate di importo decrescente, formate da quote capitali di eguale
ammontare e da una quota interessi commisurata al decrescente debito residuo.
Apertura di credito di un conto corrente: l'apertura di credito bancario è disciplinata ed è de inito come
«il contratto col quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell'al- tra parte una somma di denaro
per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato». L'accreditato o bene iciario può utilizzare la
disponibilità di denaro posta a suo favore dalla banca secondo le sue esigenze, con prelievi unici o
frazionati nel tempo, ripristinando la provvista con successivi versamenti (art. 1843). La concessione di
apertura di credito, nella forma tecnica del conto corrente, presuppone l'esistenza o l'accensione di un
c/c intestato al bene iciario. Su tale conto il bene iciario può prelevare o far addebitare operazioni sino
alla concorrenza massima della linea di credi- to accordata. L'apertura di credito in conto corrente
permette generalmente di far fronte a temporanee mancanze di liquidità.
Emissione obbligazioni: un'obbligazione è un titolo di credito, che rappresenta una parte di debito
acceso dalla società e attribuisce al portatore o ad un determinato soggetto il diritto a percepire il
rimborso del capitale prestato e alla corresponsione di interessi, secondo modalità e tempi de inite al
momento dell'emissione. Le obbligazioni sono caratterizzate da un valore nominale e da un valore o
prezzo di emissione per reperire sul mercato e direttamente dai missione. Il valore nominale è indicato
sui titoli stessi e rappresenta il capitale che sarà rimborsato all'obbligazionista al termine della durata
dell'obbligazione. Il valore o prezzo di emissione è il capitale e ettivamente versato dall'obbligazionista
al momento della sottoscrizione dei titoli e potrà essere, rispetto al valore nominale:
- Superiore, quando il prestito è emesso "sopra la pari";
- Inferiore, quando il prestito è emesso "sotto la pari";
- Uguale, quando il prestito è emesso "alla pari".
Sconto di e etti: è un'operazione bancaria tipica che si perfeziona con la stipulazione di un contratto
che è de inito come «il contratto col quale la banca (cessionaria), previa deduzione dell'interesse,
anticipa al cliente (cedente) l'importo di un credito verso terzi (il debitore ceduto) non ancora scaduto,
mediante la cessione, salvo buon ine, del credito stesso.» Con lo sconto di e etti, l'azienda in possesso
di e etti cambiari attivi (ad esempio pagherò cambiari o cambiali tratte non ancora giunte a scadenza),
cede alla banca il credito incorporato negli e etti, a fronte della riscossione del netto ricavo
dell'operazione, ovvero del valore nominale del credito, al netto dello sconto applicato dalla banca
proporzionalmente al lasso di tempo che intercorre tra la data dell'operazione e quella della scadenza
del credito.
Anticipi su fatture e su ricevute bancarie: è un'operazione di inanziamento che si perfeziona tra la
banca e un soggetto che vanta un credito nei confronti di un terzo, testimoniato da una fattura di
vendita emessa dallo stesso soggetto creditore. Il creditore presenta alla banca la fattura e una volta
espletate alcune formalità, la banca dà assenso alla cessione del credito, noti icandolo al debitore,
anticipa un importo massimo pari all'80% del valore della fattura e, nel momento in cui incasserà il
credito, verserà al cliente la quota non anticipata, addebitando eventualmente spese o commissioni
per il servizio. la cessione del credito è condizionata dalla clausola pro solvendo. Così, in caso
d'insolvenza del debitore, la banca si potrà rivalere sul soggetto cedente, ottenendo in restituzione gli
importi anticipati. L'anticipo su ricevute bancarie è un'operazione con la quale la banca, oltre a curare

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l'incasso di un credito attraverso una ricevuta bancaria, ne anticipa anche l'importo al soggetto
creditore.
3.6 Le operazioni dell’area tributaria della gestione
Le operazioni dell’area tributaria riguardano le operazioni di accertamento, liquidazione e versamento
delle imposte dirette. Le principali imposte dirette riguardano:
- Imposta sul reddito delle società (IRES);
- Imposta sul reddito delle persone isiche (IRPEF);
- Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).
3.7 Le operazioni dell’area istituzionale
Le operazioni dell’area istituzionale riguardano le operazioni legate alle motivazioni istituzionali per cui
è stata costituita e opera l’impresa (interessi istituzionali degli stakeholders). Le principali operazioni
dell’area istituzionale riguardano:
- Costituzione della società;
- Aumento o riduzione del capitale sociale;
- Recesso del socio;
- Distribuzione del risultato;
- Copertura delle perdite.
Area Area accessoria Area inanziaria Area tributaria Area istituzionale
caratteristica
Attività 1. Acquisizione ad Operazioni connesse Liquidazione e Liquidazione e Distribuzione di
operativ operazioni agli investimenti delle pagamento degli oneri pagamento delle dividenti ai soci.
a connesse ai fattori risorse monetarie in inanziari connessi alle imposte dirette.
a veloce ciclo di eccesso (realizzazione risorse inanziarie
utilizzo; proventi, spese di acquisti a titolo di
2. Cessione ed gestione, debito.
operazioni ammortamenti, ecc...).
connesse ai
risultati della
produzione;
3. Operazioni
ricorrenti
connesse q fattori
a lento ciclo di
utilizzo.

Struttura Acquisizione di fattori Investimenti/ Acquisizione e Aumento/riduzione


a lento ciclo di disinvestimenti di rimborso di risorse del capitale sociale;
utilizzo, sia materiali risorse monetarie in monetarie per il recessione dei soci;
che immateriali. beni immobili e altri fabbisogno inanziario rimborso della quota
beni non strumentali, dell’azienda di partecipazione.
capitale di prestito, (accessione/estinzione
capitale di rischio. mutui passivi,
emissione prestito
obbligazionario,
anticipi su fatture,
ecc.).

CAPITOLO 4: LO SCAMBIO MONETARIO E I VALORI SCATURENTI DA


ESSO
4.1 Lo scambio monetario
Lo “scambio monetario” è un’operazione attraverso la quale l’azienda acquista o cede, a fronte di un
determinato corrispettivo espresso in moneta o equivalenti, i fattori necessari per la produzione o i
risultati di essa. Le operazioni di scambio coinvolgono l’azienda e le cosiddette terze economie, ovvero

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soggetti esterni e diversi dall’azienda stessa. In relazione ai soggetti che partecipano allo scambio si
distinguono:
- Scambi con terze economie: scambi posti in essere con soggetti giuridicamente ed
economicamente indipendenti;
- Scambi intragruppo: scampi posti in essere con soggetti giuridicamente indipendenti ma
appartenenti allo stesso gruppo aziendale.
Gli scambi che l’azienda pone in essere con terze economie riguardano generalmente reazioni
interaziendali a:
- Prestazioni di lavoro da parte di soggetti privati o persone;
- Flussi di remunerazioni connessi alle prestazioni lavorative;
- Apporti di capitale;
- Flussi di remunerazioni connessi agli apporti di capitale;
- Cessione di beni privati;
- Flussi monetari corrispondenti alle cessioni di beni privati;
- Flussi di capitale di prestito;
- Rimborsi e remunerazioni di capitale di prestito;
- Trasferimento di rischi verso le imprese di assicurazioni;
- Flussi di pagamento per il trasferimento dei rischi;
- Pagamento d’imposte.
Nello scambio monetario la moneta assolve due fondamentali ruoli:
- Strumento di regolamento degli scambi;
- Unità di misura del valore.
Le operazioni connesse alla gestione economica esterna sono individuabili da un comune
denominatore: lo scambio (o negoziazione). Lo scambio è un’operazione unitaria e complessa che si
compone di diverse fasi:
- La fase della trattativa (dibattito);
- La fase della conclusione dello scambio (accordo/contratto);
- La fase dell’esecuzione dello stesso (consegna merci, emissione documenti, pagamento, scadenza
garanzia).
Nonostante lo scambio monetario possa avvenire in tempi, modalità e circostanze diverse, è sempre
caratterizzato da una:
- Prestazione principale: azione con la quale si acquista o si cede la disponibilità dell’oggetto dello
scambio;
- Controprestazione monetaria: azione con la quale ci si priva o si appropria delle risorse monetarie
con le quali lo scambio è regolato.
4.2 L’oggetto dello scambio
L’oggetto dello scambio è de inito da qualsiasi elemento che può essere suscettibile di valutazione
economica.sono oggetto di scambio:
- Beni materiali;
- Beni immateriali;
- Lavoro;
- Moneta.
Ogni scambio monetario prevede il trasferimento di un certo oggetto da un soggetto a un altro, ovvero
la prestazione principale del contratto. L’oggetto dello scambio è rappresentato solitamente da beni e
servizi. Con beni s’intende ogni risorsa, materiale o immateriale, utile per lo svolgimento dell’attività
economica dell’azienda. Con servizi s’intende invece tutte quelle prestazioni professionali o lavorative,
tra i servizi un ruolo importante è rappresentato dal lavoro. Può essere oggetto dello scambio la
moneta stessa e le transazioni in cui la moneta è oggetto dello scambio sono le operazioni di
inanziamento.
4.3 I valori derivanti dallo scambio
Per de inire i valori generati dallo scambio è necessario distinguere tra:
- Scambi aventi per oggetto un bene (operazioni di compravendita);

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- Scambi aventi per oggetto moneta (operazioni di inanziamento).


I valori che traggono origine dallo scambio monetario e che sono oggetto di rilevazione possono
essere studiati e classi icati secondo diversi approcci.
I valori derivanti dallo scambio e che sono oggetto di rilevazioni possono essere classi icati secondo
diversi approcci. Secondo una prima classi icazione i valori derivanti dallo scambio sono distinti in:
- Valori numerari: rappresentano principalmente mezzi monetari liquidi è disponibili che esprimono gli
strumenti di regolamento degli scambi, sono osservabili in variazioni de initi attive o passive;
- Valori non numerati: rappresentano condizioni produttive come materie prime, lavoro, servizi,
immobilizzazioni, crediti e debiti di prestito, capitale proprio.
4.4 I valori numerati
Valori numerari sono direttamente connessi alla controprestazione monetaria e sono rappresentati dai
mezzi monetari liquidi e disponibili, i crediti e i debiti di regolamento. Le variazioni nei valori numerari
sono attive se riguardano variazioni positive di moneta o di suoi succedanei; passive, se riguardano
variazioni negative di moneta o di suoi succedanei. Questi valori numerari, a loro volta, si suddividono
in valori numerari:
- Valori certi: moneta di conto in cassa o surrogati;
- Valori assimilati: crediti/debiti di regolamento;
- Valori presunti: esprimono valori di futura manifestazione.
I valori numerari presunti sono rilevati a ine P.A. e sono espressi da:
- CASSA e crediti/debiti di regolamento in MONETA DIVERSA DA QUELLA DI CONTO;
- RATEI attivi e passivi;
- Fondi COSTI FUTURI;
- Fondi RISCHI.
I ratei esprimono valori numerari presunti connessi a quote di costo (passivi) o di ricavo (attivi) di
competenza economica dell’esercizio in chiusura ma di futura manifestazione numeraria.
I fondi per costi futuri esprimono valori la cui manifestazione numeraria futura è certa ma l’ammontare
è indeterminato.
I fondi per rischi esprimono valori la cui manifestazione numeraria futura è incerta e l’ammontare è
indeterminato.
4.5 I valori non numerati
Valori non numerari (o economici), i quali sono direttamente connessi alla prestazione principale dello
scambio e rappresentano condizioni produttive quali, materie prime, lavoro, servizi, immobilizzazioni
tecniche, crediti e debiti di prestito, capitale proprio. Le variazioni nei valori economici sono positive se
a eriscono a ricavi, incrementi di capitale proprio e all’accensione o incremento dei crediti di
inanziamento; negative se a eriscono a costi, a decrementi di capitale proprio o all’accensione o
incremento di debiti di regolamento. I valori non numerari, a loro volta, si suddividono in:
- Valori certi: esprimono i valori direttamente correlati ai prezzi formati negli scambi di passata
manifestazione;
- Valori stimati: esprimono i valori direttamente correlati ai prezzi di futura manifestazione (scambi
futuri o liquidazione futura);
- Valori congetturati: esprimono i valori non direttamente correlativi ai prezzi (relazione solo
lontanamente mediata), derivano dalla scissione di valori comuni a più periodi amministrativi, sono
espressione delle ipotesi assunte nei piani e programmi di gestione. I valori congetturati non
possono essere considerati veri (o falsi) ma solo coerenti (o non coerenti) con le ipotesi e il sistema
dei vincoli della gestione.
4.6 Il momento di formazione e il momento di rilevazione dei valori
La distinzione tra momento di formazione dei valori di momento di rilevazione dei valori discende dalla
necessaria considerazione preliminare che l’uno è connesso all dinamica degli accadimenti, d’azienda e
di mercato, mentre l’altro è riconducibile al procedimento proprio della rilevazione quantitativa
d’azienda.
I processi di determinazione e di rilevazione quantitativa d’azienda sono diretta alla conoscenza
dell’azienda nel suo divenire, contemplato sotto aspetti economici. Nella loro attuazione sono

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riscontrabili alcuni momenti logici che pur essendo nettamente separabili perché avvinti da relazioni
reciproche, possono distinguersi:
- Analisi e scelta dei fenomeni o di alcuni aspetti di essi, oggetto di osservazione che siano signi icativi
in relazione alle conoscenze cui s’intende pervenire per mezzo della ricerca attuata;
- Espressione quantitativa dei fenomeni osservati, nei loro aspetti signi icativi, su icientemente
attendibile;
- Rilevazione, descrizione e rappresentazione delle quantità determinate ed espressione dei fenomeni
osservati;
- Analisi e interpretazione delle quantità determinate e delle relazioni sussistenti tra le stesse al ine di
pervenire a risultati utili di conoscenza.
4.7 I valori inanziari e valori economici
Secondo una diversa classi icazione, i valori derivanti dallo scambio possono essere distinti in:
- Valori inanziari: inerenti alla moneta, ai debiti e ai crediti, siano essi di regolamento che di
inanziamento o di prestito;
- Valori economici: sono valori inerenti ai costi, i ricavi e le variazioni di capitale di proprietà. Tali valori
sono inalizzati alla determinazione del reddito d’esercizio.
Il momento di formazione dei valori attiene alla concreta realizzazione degli scambi da cui i valori si
originano. Il momento di rilevazione dei valori attiene all’esigenza conoscitiva dei fatti che interessano
la gestione aziendale ed è riconducibile al processo di rilevazione quantitativa d’azienda.

CAPITOLO 5: REDDITO E CAPITALE


5.1 Reddito e capitale: primi concetti
I processi di rilevazioni sono inalizzati alla determinazione di due grandezze: il reddito e il capitale. Il
reddito rappresenta la ricchezza prodotta dalla gestione aziendale in un certo intervallo di tempo
mentre il capitale rappresenta la ricchezza a disposizione dell’azienda in un certo instante. Queste due
grandezze sono tra di loro collegate. Infatti, se misuriamo il capitale aziendale all’inizio e alla ine del
periodo considerato, vediamo che il reddito è pari all’incremento o decremento subito dal capitale
iniziale per e etto della gestione aziendale. La seguente equazione sintetizza la prima importante
relazione tra reddito e capitale:

Reddito(t) = Capitale(t f ) − Capitale(t i)


5.2 Il capitale
Il Capitale è uno stock o insieme di beni dotati di valori, sui quali gravano vincoli di varia natura.
L’analisi del capitale di un’azienda si può condurre in senso qualitativo o quantitativo. Sotto l’aspetto
qualitativo, s’indagano le caratteristiche degli elementi che compongono la ricchezza aziendale. Sotto
l’aspetto quantitativo si attribuisce a questi elementi un valore, ovvero si formula un giudizio e su di
essi.
Condizioni positive o attività Condizioni negative o passività

Natura: capotale isso e capitale circolante Tipo di obbligazione: debiti e prestazioni

Destinazione: fattori a breve termine e fattori a Esigibilità: passività a breve termine e passività a
medio-lungo termine medio-lungo termine

Realizzabilità: immobilizzazioni e disponibilità Onerosità: onerosità esplicita e onerosità implicita

Materialità: fattori materiali e fattori immateriali

Proprietà: beni propri e beni terzi

Importanza: capitale principale e capitale accessorio

5.2.1 L’aspetto qualitativo


Sotto l’aspetto qualitativo, il capitale è un complesso coordinato di risorse (positive e negative) di
produzione, pertinenti all’azienda in un certo istante. Le risorse positive si denominano attività e sono

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tutti i mezzi utilizzabili dall’azienda per lo svolgimento della propria funzione. Le risorse negative si
denominano passività e sono rappresentate da tutti i vincoli che gravano sulle attività.
I criteri di a erenza al capitale:
- Disponibilità:
- Di diritto: fattispecie giuridicamente tutelata che solitamente coincide con la proprietà del bene;
- Di fatto: quando indipendentemente dal rapporto giuridico l’attività è controllabile dall’azienda,
anche senza averne la proprietà.
- Pertinenza: indica se un’attività o passività possa essere attribuita dall’azienda o meno, lasciando alle
valutazioni speci iche le decisioni in merito all’a erenza al capitale.
5.2.2 L’aspetto quantitativo
Sotto l’aspetto quantitativo, il capitale è una grandezza che esprime il valore delle risorse di pertinenza
dell’azienda in un certo istante. L’analisi quantitativa del capitale avviene mediante l’attribuzione di
valori alle singole attività e passività, tali valori attribuiti possono essere diversi in funzione delle inalità
conoscitive preposte. Le inalità di determinazione del capitale incidono sulla sua valorizzazione.
Il Capitale di funzionamento è un sistema di valori attribuito a un’azienda funzionante in un preciso
istante, generalmente al termine del periodo amministrativo. Il sistema di valori è formato dalle attività
e dalle passività. Il capitale di funzionamento è rappresentato nel bilancio di esercizio e viene
determinato ipotizzando di osservare un’azienda:
- In funzionamento e con la prospettiva di continuazione dell’attività svolta;
- Lungo un periodo di tempo della durata di dodici mesi.
Il Capitale netto è un valore astratto che misura la ricchezza netta di pertinenza di un’azienda in un
determinato istante. Il capitale netto è dato dalla di erenza tra le attività e le passività. Nel caso in cui le
attività siano inferiori alle passività il capitale netto assume valore negativo e denominazione di “de icit
patrimoniale”. Il capitale netto può subire delle variazioni per e etto di:
Stato Patrimoniale
- Operazioni di gestione (produzione di reddito);
- Operazioni sul capitale netto; Attività Passività

- Variazioni nel sistema dei prezzi (rivalutazioni fuori esercizio). Capitale netto

5.3 Il reddito
Il reddito è l’incremento o il decremento subito dal capitale aziendale per e etto delle operazioni di
gestione. Il reddito deriva da valori economici certi, stimati e congetturati. Il reddito, al pari del
capitale, è un valore indeterminato in quanto la sua determinazione è condizionata dalle inalità
conoscitive preposte.
5.3.1 Il reddito totale
Il reddito si forma continuamente nel tempo per e etto delle operazioni di cessione delle produzioni e
di acquisizione dei fattori produttivi.

Reddito t =
∑ ∑
Ricavi − Costi
Input per la produzione si ipotizza:
- Siano stati acquisiti da una terza economica, a titolo oneroso;
- Siano completamente consumati durante il processo produttivo;
- I debiti eventualmente sorti a seguito dell’acquisto siano stati interamente pagati;
Output si ipotizza:
- Siano stati alienati a terze economie, generando ricavi misurati dal prezzo di vendita;
- Siano stati vendita tutti i prodotti ottenuti;
- I crediti eventualmente sorti a seguito delle vendite sono stati interamente riscossi.
Capitale impiegato per lo svolgimento della produzione si ipotizza:
- Il capitale iniziale sia costituito esclusivamente da denaro, conferito e versato dalla proprietà a titolo
di pieno rischio;
- Nel corso della vita dell’azienda non ci sia alcun movimento sul capitale in termini di rimborsi o
aumenti;
- Il capitale inale sia costituito esclusivamente da denaro poiché non ci sono rimanenze inali, ne
debiti o crediti di regolamento.
5.3.2 Il reddito di periodo

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Il reddito totale ha limitato signi icato economico. L’analisi quantitativa del reddito si e ettua con
riferimento alla ricchezza prodotta in un periodo amministrativo.
Il reddito di periodo rappresenta l’incremento o il decremento subito dal capitale per e etto delle
operazioni di gestione di competenza dell’esercizio.

∑ ∑
Reddito = Ricavidicompetenza − Costidicompetenza
I costi e i ricavi di competenza dell’esercizio sono quelli che contribuiscono alla formazione del reddito
del periodo considerato, sono imputati all’esercizio, ovvero al sistema di operazione relative al periodo
amministrativo.
5.4 Il principio di competenza
Il Principio di Competenza de inisce i criteri di imputazione dei costi e dei ricavi a un esercizio ai ini
della determinazione del reddito di periodo.
Questo principio si basa su due Corollari:
- Principio di Realizzazione: de inisce i criteri di imputazione dei Ricavi. Secondo questo principio, i
Ricavi di competenza dell’esercizio sono quelli per cui si sono concluse le operazioni nel periodo
amministrativo osservato: pertanto, il bene o il servizio dovrà essere stato ceduto o reso interamente
nel periodo amministrativo (non conta il momento del pagamento);
- Principio di Correlazione: de inisce i criteri di imputazione dei Costi. I Costi di competenza
dell’esercizio sono quelli che si correlano, partecipano e/o sono funzionali ai Ricavi di competenza.
Da questi due principi si possono intuire le equazioni relative a Ricavi e Costi di competenza:
Ricavi c = Ricaviconseguiti − Ricavirinviati + Ricaviripresi
Dove:
- Ricavi competenza sono quelli imputati all’esercizio e pertanto rappresentanti nel CE;
- Ricavi conseguiti sono rilevati nel periodo amministrativo corrente al momento dell’esecuzione dello
scambio, indipendentemente dell’e ettivo incasso o pagamento;
- Ricavi rinviati sono rilevati nel corso del periodo amministrativo ma che dovranno essere imputati a
esercizi futuri;
- Ricavi ripresi sono rilevati in esercizi precedenti ma che non erano di competenza degli stessi e sono
stati rinviati.

Costi c = Costisostenuti − Costirinviati + Costisospesi


- I costi sostenuti sono quelli rilevati nel periodo amministrativo corrente, al momento dell’esecuzione
dello scambio, indipendentemente dall’e ettivo pagamento.(Ad esempio: salari e stipendi, energie e
servizi);
- I costi rinviati sono quelli sì rilevati nel corso del periodo amministrativo ma che dovranno essere
imputati all’esercizio o agli esercizi futuri, in quanto non sono di competenza dell’esercizio. Per
questo motivo tali costi, pur facendo parte dei costi sostenuti, devono essere sottratti. (Ad esempio:
risconti attivi e rimanenze inali.);
- I costi ripresi sono quelli rilevati in esercizi precedenti, ma che non erano di competenza degli stessi
e sono stati così rinviati; essendo ora di competenza dell’esercizio corrente sono ripresi e imputati al
conto economico.
I Costi/Ricavi conseguiti sono quelli rilevati nel periodo amministrativo; quelli sospesi saranno di
competenza di un periodo amministrativo futuro; quelli ripresi sono stati rilevati in periodi precedenti,
ma sono di competenza del periodo amministrativo preso in esame.
Rientrano nella categoria dei Costi di Competenza di un esercizio quelli relativi a:
- Fattori di input ceduti senza aver subito trasformazioni (merci);
- Fattori a veloce ciclo di impiego che partecipano ai processi di produzione connessi ai ricavi di
competenza;
- Fattori a lento ciclo di impiego, per la quota dei costi correlata ai ricavi di competenza.
Tutti gli altri costi rientreranno nella categoria dei Costi Sospesi, ma soltanto se sono connessi a fattori
economicamente utili per la futura gestione: i costi dei fattori risultanti non più utili, infatti, diventano
dei costi di competenza del periodo amministrativo in chiusura.
I Costi che fanno parte dei Costi Sospesi si possono suddividere in due categorie:

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- Costi per Fattori acquisiti ma non pienamente utilizzati (Rimanenze Finali). Le rimanenze possono
riguardare diversi tipi di fattori:
- Rimanenze di merci e materie prime: vengono trattate come retti iche di costo. Conto
Economico: Avere; Stato Patrimoniale: Dare (capitalizzazione dei costi).
- Immobilizzazioni tecniche, tramite Ammortamento. L’Ammortamento è un procedimento
tecnico contabile che consente di suddividere l’intero costo dei fattori a lento ciclo di utilizzo
nei diversi periodi d’uso di tali fattori, imputando una quota di competenza agli esercizi in cui i
fattori erogano la loro utilità. All’interno del Conto Economico, la quota di ammortamento (costo
storico / numero periodi) andrà in Dare. Nello Stato Patrimoniale, si dovrà iscrivere in Dare la
di erenza tra Costo Storico e Fondo Ammortamento: tale di erenza si dice Valore Netto
Contabile ed è un costo capitalizzato. Al termine del periodo di utilizzo dei fattori, si avrà una
cessione dei fattori, che potrà generare una plusvalenza (se valore di cessione > valore netto
contabile) o una minusvalenza.
- Risconti Attivi: quote di costi sospese perché di competenza del futuro esercizio. Conto
Economico: Avere; Stato Patrimoniale: Dare (retti ica di costo).
- Risconti Passivi: quote di ricavi sospese perché di competenza del futuro esercizio. Conto
Economico: Dare; Stato Patrimoniale: Avere.
- Costi per Fattori acquisiti e utilizzati, ma non correlati a ricavi di competenza: si tratta di Rimanenze
inali di prodotti, semilavorati, lavori in corso. Anche queste Rimanenze si tratteranno come retti iche
di costo: Conto Economico in Avere, Stato Patrimoniale in Dare.
Il Principio di Competenza Economica richiede:
- Rilevazione delle Rimanenze;
- Imputazione di Quote di Ammortamento ai Fondi;
- Capitalizzazione dei Costi;
- Rilevazione di Accantonamenti per fondi rischi e oneri.
5.5 Il principio di prudenza
In generale il principio di prudenza postula che le valutazioni di bilancio e in particolare delle
componenti positive e negative di reddito debbano essere compiute secondo due fondamentali regole:
- Gli utili attesi o sperati non siano iscritti in bilancio;
- Le perdite presunte siano contabilizzate.
5.6 Le altre nozioni di capitale
Il capitale aziendale può essere interpretato e ondò diverse prospettive:
- Capitale di funzionamento: è formato da un sistema di valori che trova origine negli scambi
monetari, dove oltre ai valori numerati sorgono i valori economici misurati dai prezzi-costo e prezzi-
ricavi;
- Capitale di rivalutazione: prospettiva di mutamento nel sistema dei prezzi;
- Capitale di liquidazione: prospettiva di cessazione dell’attività aziendale;
- Capitale economico: prospettiva di cessione dell’azienda, recesso, quotazione.

CAPITOLO 6: I PROFILI DELLA GESTIONE


6.1 La gestione e i suoi pro ili osservazione
La gestione aziendale può essere esaminata facendo riferimento all’e etto che ogni operazione ha sul
pro ilo reddituale, patrimoniale o monetario. Questa modalità di analisi ha una certa importanza in
quanto, osservando proprio i tre pro ili della gestione, ci consente di ottenere una serie di informazioni
quali: il reddito d’esercizio, il patrimonio netto e il lusso monetario. Tutte queste informazioni sono
rappresentate nel bilancio d’esercizio. Dal punto di vista economico le operazioni di gestione possono
essere osservate sotto il pro ilo:
- Reddituale;
- Patrimoniale;
- Monetario.
6.2 Il pro ilo reddituale

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Il pro ilo reddituale della gestione indaga, durante un determinato periodo di osservazione, il formarsi,
per opera della gestione aziendale, di costi e ricavi e più precisamene dei valori chiamati componenti
negativi e positivi di reddito. Dalla contrapposizione di questi due tipi di valori ne scaturisce un terzo
de inito “reddito d’esercizio”, utile, pro itto o perdita (se negativo). Il reddito d’esercizio misura la
ricchezza prodotta dall’azienda nel periodo temporale osservato e scaturisce dall’aver prodotto o
realizzato degli output, beni o servizi, cui è attribuibile un valore superiore a tutti gli input utilizzati nella
produzione svolta in quel periodo.
6.3 Il pro ilo patrimoniale
Il pro ilo patrimoniale della gestione studia, durante un periodo di osservazione, gli e etti delle diverse
operazioni aziendali sulla composizione quali-quantitativa del patrimonio aziendale iniziale. Il pro ilo
patrimoniale riguarda il formarsi delle attività e passività e, per di erenza, del capitale netto. Il capitale
netto è dato dalla di erenza tra il valore attribuito alle attività e alle passività:
- Le attività sono le condizioni positive produttive, in altre parole gli elementi economicamente utili
per il futuro svolgimento della gestione;
- Le passività sono le condizioni negative produttive rappresentate solitamente da obbligazioni verso
terzi e vincoli che gravano sull’azienda.
6.4 Il pro ilo monetario della gestione
Il pro ilo monetario della gestione studia l’aspetto relativo alle disponibilità monetarie dell’azienda o
altre classi di valori come risorsa di riferimento. Il pro ilo monetario individua, durante un determinato
periodo di osservazione, i lussi di moneta in uscita e i lussi di moneta in entrata e determina il lusso
monetario di periodo. Il lusso monetario di periodo è dato dalla di erenza tra le entrate e le uscite di
moneta e rappresenta la variazione intervenuta nelle disponibilità monetarie tra l’inizio e la ine del
periodo di osservazione. Se il lusso monetario è positivo, allora le entrate hanno superato le uscite e
viceversa.

CAPITOLO 7: LO STATO PATRIMONIALE


7.1 Patrimonio e valori dell’attivo
Il patrimonio è in senso lato la ricchezza a disposizione dell’azienda in un dato momento. Lo Stato
Patrimoniale è un modello di sintesi dove viene rappresentato il pro ilo patrimoniale della gestione e la
ricchezza dell’azienda in termini quali-quantitativa. Tale prospetto è parte integrante del bilancio
d’esercizio e la sua struttura è prevista dall’art. 2424 del codice civile. La struttura dello Stato
Patrimoniale, in base al codice civile, è a sezioni contrapposte chiamate Attivo e Passivo e distingue le
poste in bilancio in raggruppamenti di livello diverso: macroclassi, classi, voci e sottovoci. Così nello
Stato patrimoniale s’individuano due sottoinsiemi di elementi patrimoniali, le attività e le passività, dalla
cui somma scaturisce il patrimonio netto (o capitale netto). Diverso, dal patrimonio netto, è il capitale di
funzionamento (o di gestione), il quale è il sistema di valori attribuiti a tali elementi patrimoniali.
I valori dell’attivo dello Stato patrimoniale sono rappresentati da:
- Immobilizzazioni Materiali, Immateriali e Finanziarie : sono valori economici destinati a partecipare
alla produzione del reddito di più esercizi. Le immobilizzazioni sono elementi destinati a essere
impiegati in modo durevole nella gestione aziendale e in base alla loro natura isica si distinguono in
immobilizzazioni materiali, immateriali e inanziarie. Le immobilizzazioni (immateriali, materiali,
inanziarie) sono valori economici destinati a partecipare alla produzione del reddito di più esercizi.
Le immobilizzazioni sono espressione di cicli di processi produttivi non conclusi all’epoca di
redazione del bilancio. Possono essere acquisite tramite scambio, contratti di utilizzo, costruzioni
interne. Le immobilizzazioni sono iscritte nell’attivo di Stato Patrimoniale al netto del fondo
ammortamento e fondo svalutazione. La consistenza del fondo ammortamento è data dalla somma
delle quote ammortamento rilevate sino all’epoca di redazione del bilancio.La consistenza del fondo
svalutazione è data dalla somma delle svalutazioni operate sino all’epoca di redazione del bilancio.
Le immobilizzazioni immateriali sono valori economici che rappresentano fattori di produzione
pluriennali privi di materialità. Sono immobilizzazioni immateriali: Marchi, Brevetti, Software,
Licenze...L’avviamento è una particolare immobilizzazione immateriale che esprime l’incremento di
valore che l’insieme dei valori aziendali subisce per e etto del coordinamento dei beni in un sistema
e iciente. Le immobilizzazioni materiali sono valori economici che rappresentano fattori di

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produzione pluriennali dotati di materialità. Sono immobilizzazioni materiali: Terreni e fabbricati,


Impianti e Macchinari Attrezzature Altri beni. Le immobilizzazioni inanziarie sono valori economici
che rappresentano investimenti non temporanei in strumenti inanziariSono immobilizzazioni
inanziarie:
- Partecipazioni e titoli azionari;
- Crediti (di prestito);
- Altri titoli;
- Azioni proprie.
- Rimanenze: sono valori economici, comune a due o più esercizi, derivanti da processi produttivi
iniziati nell’esercizio in corso o in quelli precedenti e non ancora conclusi alla data di redazione del
bilancio; esse troveranno realizzazione nell’esercizio seguente o in quelli successivi.
- Crediti commerciali: sono valori inanziari che sostituiscono temporaneamente la moneta.
- Attività inanziarie: sono tutte quelle attività che sono costituite da strumenti rappresentativi di
patrimonio netto di altre imprese, quali le azioni o le quote o altri strumenti inanziari. Le attività
inanziarie si distinguono dalla immobilizzazioni inanziarie per la destinazioni che hanno all’interno
dell’azienda. Le attività inanziarie sono investimenti destinati allo scambio.
- Disponibilità liquide: sono le risorse rappresentate da denaro, valori in cassa, assegni, conti correnti
bancari e postali.
- Ratei e risconti attivi: sono valori dello stato patrimoniale derivanti dal giudizio di competenza
espresso in riferimento a particolari costi e ricavi. I ratei attivi sono valori inanziari, espressione di
crediti in corso di formazione, che derivano da ricavi di competenza dell’esercizio ma di futura
manifestazione inanziaria.I risconti attivi sono valori economici, espressione di quote di costi,
manifestatesi nel periodo amministrativo in chiusura, ma di competenza dell’esercizio successivo,
come tali sospesi e rinviati al momento in cui diverranno di competenza.
7.2 I valori del passivo
Gli elementi passivi del capitale di funzionamento esprimono tutti i vincoli che gravano sulla gestione
aziendale e sui mezzi a disposizione per il suo futuro svolgimento. Tra i valori del passivo dello Stato
Patrimoniale vi sono:
- Debiti Commerciali e Finanziari: sono elementi passivi del capitale di funzionamento e godono di
diverse caratteristiche tra cui quella di avere esistenza certa, importo determinato e scadenza
pre issata. I debiti possono essere classi icati in diversi modi e seconda la natura si distinguono in:
commerciali, inanziari e altre tipologie.
- Trattamento di Fine Rapporto (o Fondo trattamento di ine rapporto-TFR): rappresenta un debito nei
confronti dei lavoratori dipendenti. Esso ha una scadenza incerta mentre l’esistenza e l’ammontare
sono certi.
- I Fondi costi futuri e Fondi rischi: hanno esistenza certa o probabile e ammontare o data di
sopravvenienza indeterminata alla chiusura dell’esercizio. I fondi derivano dall’imputazione
all’esercizio di componenti negativi di reddito connessi a costi futuri (Fondi costi futuri) o rischi
(Fondi rischi).
- Ratei e Risconti Passivi : rappresentano valori dello stato patrimoniale derivanti dal giudizio di
competenza espresso in riferimento a particolari costi e ricavi.I ratei passivi sono valori inanziari,
espressione di debiti in corso di formazione, che derivano da costi di competenza dell’esercizio ma
di futura manifestazione inanziaria.I risconti passivi rappresentano quote di ricavi, la cui
manifestazione inanziaria è avvenuta nel periodo amministrativo in chiusura, ma di competenza
dell’esercizio o di quelli successivi; come tali sospesi e rinviati al momento in cui diverranno di
competenza.
7.3 Il patrimonio netto
Il patrimonio è composto da valori numerati e non numerati (patrimoniali). Valori numerati =
Controprestazione monetaria; Valori non numerati = Prestazione principale.
Crediti di regolamento Disponibilità liquide Debiti commerciali Fondi costi futuri Fondi rischi, tutti gli
altri (compreso il patrimonio netto). Il patrimonio netto è dato dalla di erenza tra le attività e le
passività ed è il valore attribuibile ai mezzi propri dell’azienda. Esso è formato dal:
- Capitale sociale: è il valore nominale attribuito ai conferimenti promessi dai soci o eseguiti dagli
stessi. Le variazioni di capitale sociale sono riconducibili a fattispecie diverse:

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- Aumenti di capitale (reali o gratuiti);


- Riduzioni volontarie;
- Recesso del socio;
- Perdite operative (che riducono il capitale sociale);
- Conversione di obbligazioni convertibili.
- Le Riserve :Sono quote di patrimonio netto che svolgono la funzione di garanzia nei confronti dei
terzi e si distinguono in riserve di utili e riserve di capitale. Le riserve si distinguono in:
- Riserve da utili (legale, statutaria, facoltativa) Quota di ricchezza non distribuita;
- Riserve da capitale (sovrapprezzo, rivalutazione)Quota di capitale derivante da ulteriori apporti o
altre circostanze.
- Utile d’esercizio (o perdita di esercizio):misura la ricchezza prodotta dalla gestione aziendale durante
l’esercizio.L’utile di esercizio misura la ricchezza prodotta dalla gestione aziendale durante l’esercizio.
L’utile può essere:
- Imputato a riserva -distribuito ai soci;
- Utilizzato a copertura di perdita pregresse;
- Portato ad aumento di capitale sociale;
- Rinviato a futuri esercizi.
7.4 Forma, struttura e contenuto
La struttura dello Stato Patrimoniale può essere: Stato Patrimoniale

- A sezioni contrapposte; Attivo Passivo e patrimonio netto


- Scalare.
Immobilizzazioni materiali Debiti commerciali
La riclassi icazione delle voci di Stato Patrimoniale si basa:
- Sull’origine; Immobilizzazioni immateriali Debiti inanziari
- Sulla natura;
Immobilizzazioni inanziarie Fondi costi futuri
- Sulla destinazione.
La riclassi icazione delle voci di Stato Patrimoniale per Rimanenze Fondi rischi

natura è inalizzata a osservare l’aspetto inanziario relativo Crediti commerciali Altri debiti
alla liquidità delle voci nel breve vs medio-lungo periodo. La
riclassi icazione delle voci di Stato Patrimoniale per Attività inanziarie Ratei e risconti passivi

destinazione è inalizzata a osservare la connessione delle Disponibilità liquide Patrimonio netto


voci con l’area caratteristica vs altre aree della gestione.
Ratei e risconti attivi
CAPITOLO 8: IL CONTO ECONOMICO
8.1 Risultato e valori del conto economico
Il Conto Economico è il modello di sintesi che o re la rappresentazione quantitativa del reddito di
periodo. Come lo Stato Patrimoniale, anche il Conto Economico può assumere due forme:
- A sezioni divise e contrapposte;
- Scalare.
Componenti negativi:
- Costi per materie;
- Quota ammortamenti;
- Costo per salari e stipendi;
- Svalutazione;
- Utile d’esercizio.
Componenti positivi:
- Ricavi delle vendite;
- Ricavi dalla prestazione di servizi;
- Rimanenze inali;
- Proventi inanziari.
Il conto economico ha una struttura diversa in base al criterio di riclassi icazione adottato ovvero in
base al modo in cui i valori indicati nel modello sono classi icati, aggregati e/o suddivisi. Il conto
economico può essere riclassi icato secondo l’origine, la natura o la funzione. Il conto economico
riclassi icato secondo la natura è quello maggiormente di uso. Il conto economico, riclassi icato

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secondo la natura, classi ica i valori in base alle caratteristiche dei fattori produttivi acquisiti o dei
risultati della produzioni. Tra i conti riclassi icati secondo la natura ritroviamo:
- Il conto economico a ricavi e costi del venduto.
- Il conto economico a valore e costo della produzione (ottenuta).
- Il conto economico a ricavi e costo variabile del venduto.
L’art. 2425 del codice civile de inisce la struttura e la forma del Conto Economico. L’art. 2425 del Codice
civile prevede la forma scalare, nella quale il risultato economico d’esercizio è ottenuto mediante la
progressiva aggregazione dei risultati parziali delle diverse aree di gestione. L’art. 2425 del Codice civile
prevede la struttura a “valore e costi della
produzione attuata”, dove i vari componenti di Conto Economico
reddito sono classi icati per natura. Lo schema
civilistico del conto economico a valore e costi della COMPONENTI POSITIVE COMPONENTI NEGATIVE

produzione è dunque costruito secondo la seguente Rimanenze iniziali Ricavi delle vendite
progressione:
Il valore della produzione, in base al codice civile, Costi per materie prime e servizi Ricavi della prestazione di servizi

scaturisce dalla somma algebrica dei ricavi di Ammortanti e accantonamenti Rimanenze inali
vendita e la variazione delle rimanenze di prodotti
........ Proventi inanziari
initi e semilavorati, cui vanno aggiunti gli incrementi
per lavori e/o costruzioni interne e gli altri ricavi e Utile d’esercizio ..........
proventi. Riguardo alla variazione delle rimanenze,
questa avrà segno positivo se le rimanenze inali di prodotti initi e Conto Economico
semilavorati risulteranno maggiori delle esistenze iniziali (Rf > Ei) ,
viceversa avrà segno negativo. Insomma il valore della produzione è Ricavi delle vendite e della prestazione di servizi
dato dalla somma di: +/- Variazione rimanenze
(Costi per materie prime e servizi)
+ Ricavi delle vendite e delle prestazioni
+/- Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, Valore aggiunto
semilavorati e initi +/- Variazione dei lavori in corso su ordinazione
(Costi per il personale)
+ Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
+ Altri ricavi e proventi Margine operativo lordo

I costi della produzione, in base al codice civile, è un aggregato che (Accantonamenti)


comprende tutti i costi sostenuti per l’acquisizione dei fattori (Ammortamenti)
produttivi consumati nell’attività di produzione classi icati per natura (Svalutazioni)
tenuto conto della variazione delle rimanenze di materie prime, Reddito caratteristico
sussidiarie e di consumo e merci. In particolare, l’incremento delle
rimanenze prime (Rf>Ei) dovrà essere sottratto, mentre il decremento Proventi da investimenti accessori
delle rimanenze (Rf < Ei) dovrà essere sommato. Insomma i costi della (Oneri da investimenti accessori)

produzione è dato dalla somma di: Reddito operativo


+ Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo, merci + Costi per
(Oneri inanziari)
servizi
+ Costi per godimento beni di terzi Reddito lordo di competenza
+ Costi per il personale
Componenti straordinari di reddito
+ Ammortamento e svalutazioni
-/+ Variazioni delle rimanenze di materie prime + Accantonamenti per Reddito ante imposte
rischi (Imposte dell’esercizio)
+ Altri accostamenti
Utile d’esercizio
+ Oneri diversi di gestione

CAPITOLO 9: IL RENDICONTO FINANZIARIO


9.1 La necessità del rendiconto inanziario
Il bilancio d’esercizio non fornisce in via immediata un’informativa sistematica sulla dinamica inanziaria
dell’azienda. A tali esigenze informative risponde il rendiconto inanziario, con tale modello di sintesi da
una variazione di un valore o di una classe di valori patrimoniali o reddituali, è possibile individuare due
concetti:

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- La variazione di un valore, di una classe di valori o di un aggregato di classi è semplicemente la


di erenza tra due valori considerati a istanti di erenti. I componenti di reddito del conto economico
sono invece già delle grande lusso e perciò assimilabili a delle variazioni. Le variazioni nei valori di
Stato Patrimoniale quanto i componenti negative e positivi di reddito non sono generalmente
espressive di e etti lussi monetari o inanziari;
- La causa della variazione è il lusso monetario che si ottiene sottoponendo le variazioni di cui sopra a
opportune retti iche.
Le variazioni contabili individuate nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico sono allora
sottoposte a elaborazione in modo da:
- Annullare l’e etto di quelle variazioni che non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista inanziario e
monetario;
- Separare i lussi di segno opposto “contenuti” nella singola variazione contabile;
- Individuare lussi inanziariamente e monetariamente rilevanti, rielaborando più variazioni contabili
provenienti da valori di erenti.
9.2 La risorsa inanziaria di riferimento
Posto che il rendiconto inanziario deve riassumere “i movimenti in entrata e i movimenti in uscita che
spiegano perché determinate risorse inanziarie hanno subito una certa variazione in un dato periodo di
tempo”. In questa sede ci si concentrerà su tre grandi classi di grandezze, all’interno delle quali è
possibile poi articolare l’elemento in vari modi:
- La liquidità;
- La posizione inanziaria netta;
- Il capitale circolante.
La liquidità s’intende il denaro e altre grandezze considerabili, tale risorsa riscontra un grande utilizzo
come grandezza di riferimento nella costruzione del rendiconto inanziario. Diversi sono i fattori che
hanno fatto assumere alla liquidità tale ruolo:
- I corpi normativi internazionali che regolano nello speci ico la redazione del rendiconto inanziario
privilegiano la grandezza cash and cash equivalent;
- I corpi normativi nazionali;
- L’assenza di scelte e convenzioni contabili nella de inizione della liquidita rendono una grandezza
altamente oggettiva e non soggetta;
- L’immediata rilevanza della grandezza anche per soggetti non esperti.
Liquidità immediata comprende i depositi bancari di tutte le forme
N- 1 N Variazione
purché a vista (o a scadenza non superiore a 12 mesi ma con
facoltà di prelievo a vista), tra questi rientrano i depositi in conto Depositi bancari e postali
Denaro e valori in cassa
corrente e i saldi attivi dei c/c bancari e postali.
Nella liquidita immediata è possibile inserire anche i titoli a breve Liquidità immediata
scadenza considerati equivalenti alle disponibilità liquide ovvero gli
investimenti inanziari breve termine e ad alta liquidita che sono prontamente convertibili in valori di
cassa noti e che sono soggetti a un irrilevante rischio di variazione del loro valore.
La liquidità netta si di erenzia dalla precedente per la considerazione anche dell’indebitamento
bancario a breve, inteso come tutte le forme tecniche di inanziamento che sono a breve termine, quali
gli scoperti di c/c e le anticipazioni passive.
La considerazione della liquidita netta è maggiormente espressiva della liquidità prima delineata
poiché essendo molto pregnanti i legami tra banche attive e passive non si ravvisano motivi per
considerare la variazione dell’indebitamento bancario a breve come lusso autonomo di disponibilità
monetarie.
N- 1 N Variazione

Depositi bancari e postali


Denaro e valori in cassa

Liquidità immediata

Debiti verso banche

Liquidità negativa

Liquidità netta

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La posizione inanziaria netta individua in un dato istante lo stato dell’indebitamento netto connesso
all’area inanziaria della gestione globalmente considerata.
Nel caso si consideri solo l’indebitamento inanziario a breve, la posizione inanziaria assume tale
con igurazione:
Nel caso si consideri anche l’indebitamento inanziario a medio-lungo termine, la posizione inanziaria
assume tale con igurazione:
Il capitale circolante netto è una grandezza di riferimento per la costruzione del rendiconto inanziario.
La de inizione di capitale circolante netto può essere articolata secondo due criteri:
- Il criterio inanziario, con cui s’individua il capitale circolante inanziario netto;
- Il criterio funzionale, con cui s’individua il capitale circolante operativo netto.
Con il criterio inanziario gli elementi patrimoniali sono riclassi icati in base alla loro esigibilità-
liquidibilità, in base al criterio inanziario il CCN è formato da attività e passività a breve termine, ovvero
quelle entro 12 mesi dalla data di redazione del bilancio.
Con il criterio funzionale gli elementi patrimoniali sono riclassi icati in base alla pertinenza gestionale,
individuando in valori correnti e non correnti. Il CCN individuato con questo criterio si de inisce
operativo ed è formato da attività e passività correnti, vale a dire attività e passività che si originano
dall’attività caratteristica corrente svolta dall’azienda.

N- 1 N Variazione N- 1 N Variazione

Depositi bancari e postali Depositi bancari e postali


Denaro e valori in cassa Denaro e valori in cassa
Titoli cash equivalent Titoli cash equivalent

Liquidità immediata (A) Liquidità immediata (A)

Conti correnti passivi e anticipi vari Conti correnti passivi e anticipi vari
Quota entro 12 mesi di inanziamenti bancari Finanziamenti bancari
Quota entro 12 mesi di mutui passivi Mutui passivi
Quota entro 12 mesi di prestiti obbligazionari Prestiti obbligazionari
Quota entro 12 mesi di altri debiti inanziari Altri debiti inanziari

Debiti inanziari a breve termine (B) Debiti inanziari (B)

Posizione inanziaria netta a breve termine (A-B) Posizione inanziaria netta (complessiva) (A-B)

9.3 La struttura del rendiconto inanziario


Come CE e SP anche il rendiconto inanziario ha delle operazioni in base alla loro area gestionale di
pertinenza, individuando cioè i lussi monetari o inanziari riconducibili all’area:
- Caratteristica: si individua il sottosistema di operazioni che formano l’attività tipica dell’azienda, le
operazioni caratteristiche nella loro parte corrente determinano variazioni monetarie o inanziarie di
entrambi i segni che hanno impatto sulla risorsa di riferimento. Ai ini dell’analisi l’area caratteristica
h dei lussi positivi o negativi, ma si preferisce misurare solo il lusso netto che può essere positivo
sarà un fonte di risorsa monetaria se negativo un impiego, secondo il livello l’equilibro tra impieghi e
fonti;
- Accessoria o patrimoniale: trovano collocazione tutte le operazioni a erenti ad attività
complementari alla gestione caratteristica. Le operazioni di natura corrente sono potenzialmente
generatrici di fonti di risorse inanziarie. Gli impieghi di risorse inanziarie derivano invece, dal
sostenimento e pagamento di costi connessi alla gestione degli investimenti. Gli impegni di risorse
sono generati tipicamente dagli investimenti in strumenti inanziari e altri beni tangibili e intangibili
non strumentali. Le fonti di risorse derivano dai investimenti;
- Finanziaria: è de inita come sottosistema di operazioni della gestione con le quali l’azienda reperisce
e gestisce tutte le forme di inanziamento a titolo capitale di prestito. L’area inanziaria riguarda
l’indebitamento inanziario, è generatrice di fonti di risorse connesse all’accensione di nuovi
inanziamenti passivi. Gli impieghi di risorse monetarie sono connessi al pagamento degli oneri
inanziari e degli interessi passivi e alle restituzioni dei inanziamenti;
- Tributaria: riguarda le operazioni di liquidazione e pagamento delle imposte dirette sul reddito;
- Straordinaria: individua il sottosistema di operazioni che non trovano una collocazione precisa nelle
precedenti gestioni. I proventi e gli oneri straordinari non sono de initi tali in funzione della loro

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dimensione quantitativa o della frequenza di manifestazione, ma solo in base al loro non legame con
l’attività ordinaria d’azienda o perché non di competenza dell’esercizio.
Area della gestione Impieghi Fonti

Caratteristica corrente Flusso negativo Flusso positivo

Caratteristica non corrente Investimenti Disinvestimenti


Pagamento TFR
Sostenimenti di costi pluriennali

Accessoria Sostenimento costi di periodo Conseguimento proventi di periodo


Investimenti non strumentali Disinvestimenti non strumentali

Finanziaria Rimborso inanziamenti Accensione inanziamenti


Oneri inanziari Aumento capitale sociale a pagamento
Rimborso di capitale Cessione azioni proprie
Pagamento dividendi
Acquisto di azioni proprie

Tributaria Pagamento imposte Rimborso imposte

Straordinaria Flusso negativo Flusso positivo

Variazione risorsa di riferimento Variazione risorsa di riferimento


(incremento) (decremento)

In forma scalare il modello di rendiconto inanziario assume invece tale schematizzazione:

+/- Risorsa inanziaria a inizio periodo (1)

+/- Flusso della gestione caratteristica corrente (a)

+/- Flusso della gestione caratteristica non corrente (b)


- Investimenti
- TFR pagato
- Altri costi di natura pluriennale
+ Disinvestimenti

= Flusso della gestione caratteristica (c)=(a)+(b)

+/- Flusso della gestione accessoria (d)


- Costi accessori di periodo
- Investimenti
+ Proventi accessori di periodo
+ Disinvestimenti
+ Rimborso di crediti di inanziamento

= Flusso dell’attività d’investimento (e)=(c)+(d)

+/- Flusso della gestione inanziaria (mezzi di terzi) (f)


- Rimborso inanziamenti (quota capitale)
- Oneri inanziari
+ Nuovi inanziamenti

+/- Flusso della gestione inanziaria (mezzi propri) (g)


- Rimborsi di capitale
- Distribuzione di dividendi
- Acquisto azioni proprie
+ Aumento di capitale a pagamento
+ Cessione di azioni proprie

= Flusso della gestione inanziaria (h)=(f)+(g)

+/- Flusso della gestione tributaria (i)


- Imposte
+ Rimborso imposte

+/- Flusso della gestione straordinaria (l)

+/- Variazione della risorsa inanziaria (2)=(e)+(h)+(i)+(l)


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+/- Risorsa inanziaria a inizio periodo (3)=(1)+(2)
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9.4 La costruzione del rendiconto


9.4.1 Il rendiconto inanziario delle variazioni di CCN
Il rendiconto inanziario che assume come risorsa di riferimento di capitale circolante netto si propone
di spiegare le cause che hanno generato la variazione di questa grandezza costituita dalla di erenza tra
attività e passività correnti o a breve termine.
La costruzione del modello può avvenire facendo riferimento alle due nozioni di capitale circolante
netto, quella che privilegia l’aspetto inanziario e quella che si basa sull’aspetto funzionale. Secondo
l’aspetto inanziario la grandezza assunta come riferimento è formata da tutte le attività e passività che
si realizzeranno nell’arco dei 12 mesi successivi alla data di redazione del modello: CCFN.
Le fonti o gli impieghi principali di CCN sono costituiti dai lussi della medesima grandezza generati o
assorbiti dalla gestione corrente.
Tra i componenti positivi di reddito che incrementano il circolante si trovano principalmente i ricavi di
vendita e le rimanenze inali; i primi concorrono all’incremento di attività quali le disponibilità liquide o i
crediti commerciali mentre le rimanenze concorrono all’incremento della voce magazzino all’attivo
dello SP. I componenti negative quali costi d’acquisto per fattori a veloce ciclo di utilizzo concorrono
all’incremento di passività quali i debiti commerciali o al decremento di attività quali le disponibilità
liquide.
Le fonti sono generate da:
- Vendite di attività immobilizzate;
- Aumento di passività a medio lungo termine;
- Aumenti di capitale con conferimento in denaro o di crediti a breve termine.
Gli impieghi sono generati da:
- Acquisti di attività immobilizzate;
- Riduzioni di passività a medio-lungo termine;
- Rimborsi di capitale sociale.
Vi sono poi altre transazioni che non generano movimenti di capitale circolante:
- Aumenti o diminuzioni di attività immobilizzate derivanti da conferimenti di beni in natura; da
permuta di beni immobilizzati; svalutazioni o rivalutazioni di cespiti;
- Aumenti o diminuzioni di passività a medio-lungo termine, quali conversioni di obbligazioni in azioni,
rinegoziazioni di debiti inanziari in nuove passività a medio-lungo termine;
- Aumenti o diminuzioni di capitale netto diverse dagli aumenti di capitale a titolo oneroso, quali
imputazione di riserve a capitale, rivalutazioni fuori esercizio, copertura di perdite, ecc.
9.4.2 Il rendiconto inanziario delle variazioni di liquidità
Quando la risorsa di riferimento nella redazione del rendiconto inanziario è formata dal denaro in
cassa, dai depositi bancari e postali attivi, al netto degli eventuali conti correnti passivi, tale modello
evidenzia la variazione nelle risorse liquide dell’azienda.
Le fonti e gli impieghi di liquidità sono allora costituiti da tutte le operazioni che generano entrate o
uscite di moneta. Le fonti generano incrementi in cassa, nei depositi bancari e postali o una riduzione
dei conti correnti passivi; gli impieghi generano un decremento nella cassa, nei depositi bancari e
postali o un incremento nei conti correnti passivi.

Ricavi netti Utile netto

Rimanenze inali + TFR

- Rimanenze iniziali + Ammortamenti

- Acquisti + Svalutazioni

- Costo del lavoro + Accantonamenti a non fondi del circolante

- Costi generati amministrativi +/- Minusvalenze/plusvalenze da vendita immobilizzazioni

- Svalutazione crediti + Oneri inanziari

- Accantonamenti a fondi del circolante - Proventi inanziari

- Altri costi operativi + Imposte sul reddito

= Flusso inanziario (CCN) della gestione caratteristica corrente +/- Oneri/proventi straordinari

= Flusso inanziario (CCN) della gestione caratteristica corrente


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CAPITOLO 10: IL BILANCIO


10.1 Il concetto di bilancio
Il bilancio può essere un bilancio ordinario o straordinario.
- Il bilancio ordinario è un bilancio di funzionamento, redatto nella generica ipotesi di continuazione
dell’attività aziendale, con il quale si rappresenta la gestione svolta in un determinato periodo
amministrativo. Tra i bilanci di esercizio un ruolo moto importante è riservato al bilancio consolidato.
Esso è un bilancio di esercizio, quindi redatto nella generica ipotesi di continuazione dell’attività
aziendale ma di secondo livello, riferito ad un gruppo aziendale e non ad una semplice azienda.
Bilanci ordinari sono anche i bilanci intermedi o infraannuali, ovvero bilanci redatti in riferimento a
periodi di tempo diversi quali un semestre o un trimestre allo scopo di riconoscere il risultato di
periodo e il capitale di funzionamento alla ine dello stesso.
- I bilanci straordinari assumono questa denominazione poiché sono redatti solo in particolari
momenti della vita dell’impresa, in corrispondenza a particolari eventi di natura straordinaria, che
hanno e etto sulla struttura dell’azienda. I bilanci straordinari sono:
- I bilanci di liquidazione;
- I bilanci di trasformazione;
- I bilanci per la determinazione del rapporto di cambio fra azioni o quote in occasione di fusioni o
scissioni;
- I bilanci di apertura post fusione o bilanci di apertura della bene iciaria post scissione;
- Il bilancio per la determinazione del sovrapprezzo azionario;
- I bilanci di cessione;
- Il bilancio per la determinazione della quota del socio recedente;
- Il bilancio per il conferimento d’azienda o di ramo d’azienda;
- Altri bilanci da compilarsi nelle procedure concorsuali.
10.2 La formazione del bilancio d’esercizio
La formazione del bilancio d’esercizio è materia di studio di due distinte discipline: la prima è
l’economia aziendale, che con la ragioneria si occupa di codi icare in termini scienti ici tale materia; la
seconda è il diritto commerciale, cui è demandato il ruolo di studiare, anche sulla base della dottrina
economico aziendale, le norme giuridiche riguardanti il bilancio che ex legge devono redigere
determinati soggetti.
10.3 Struttura e funzione del bilancio d’esercizio
Per cercare di de inire la reale funzione del bilancio, indipendentemente dalle divergenze presenti in
dottrina, si fa riferimento a due scopi principali:
- La rappresentazione del risultato di esercizio e dei suoi componenti negativi e positivi, al ine di
individuare la ricchezza prodotta ed eventualmente distribuibile ai soci; in altre parole, dal bilancio di
esercizio è possibile apprezzare, principalmente in termini quantitativi, la dinamica reddituale
dell'azienda;
- La rappresentazione del patrimonio dell’azienda, in termini quantitativi e in termini qualitativi, ossia
nella sua struttura, formata da attività, passività e capitale netto, rappresentati nello stato
patrimoniale.
I due scopi sopra citati sono tra di loro correlati, nel senso che la determinazione del reddito e del
capitale sono due aspetti dello stesso fenomeno, non fosse altro perché il reddito è proprio la
variazione del capitale in un certo periodo amministrativo.
Le informazioni che si possono trarre in prima analisi dal bilancio sono numerose e di icilmente
riconducibili a una lista limitata di concetti; per lo state patrimoniale, si considerino però i seguenti
aspetti:
- Natura, importo e liquidità degli investimenti o degli impieghi posti in essere dall'azienda; ad
esempio le immobilizzazioni, il magazzino, le risorse monetarie, ecc.;
- Natura, importo e scadenza dei debiti contratti dall'azienda e dei crediti vantati da essa; ad esempio
debiti e crediti commerciali, debiti e crediti per acconti, ecc.;
- Natura e valore dei vincoli che gravano sull'azienda, diversi dai debiti veri e propri; ad esempio, fondi
rischi, fondi oneri, trattamento di ine rapporto;

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- Composizione del patrimonio netto: capitale sociale, riserve, utili d'esercizio.


Per il conto economico, l'esposizione di componenti negativi e positivi di competenza dell'esercizio
permette di individuare:
- Componenti negativi e positivi di reddito di pertinenza delle varie aree gestionali;
- Vari risultati lordi o netti attribuibili alle diverse attività dell'azienda;
- Il peso delle imposte sul reddito, degli oneri inanziari e dei componenti straordinari di reddito.
10.4 La nozione di bilancio nell’ordinamento italiano
La funzione descrittiva si risolve nell'illustrazione dei valori di bilancio contenuti nello stato patrimoniale
e nel conto economico, per i quali il mero dato quantitativo non è su iciente per la piena
comprensione da parte del lettore.
La funzione informativa riguarda tutti quei dati e informazioni che non trovano rilevazione nei modelli
quantitativi, perché non riconducibili a un puro da- to contabile.
La funzione esplicativa evidenzia le ragioni per cui sono state fatte determinate valutazioni,
esplicitando la loro coerenza con le ipotesi di futura gestione e con l'ambiente economico circostante.
Si riportano, a mero scopo esempli icativo, alcune delle informazioni contenute nella nota integrativa:
- I criteri di valutazione adottati;
- I movimenti delle immobilizzazioni;
- La composizione dei costi di impianto e ampliamento;
- La variazione nelle voci di patrimonio netto;
- L'elenco delle partecipazioni;
- La composizione delle voci di ratei e risconti.

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