ETIMOLOGIA DELLA PAROLA ECONOMIA: dal greco “oikos” = casa+ “nomos” norma
= AMMINISTRAZIONE DELLA CASA. È definita come la scienza che studia le modalità
di allocazione di risorse limitate tra usi alternativi, al fine di massimizzare il valore
creato
ATTIVITA ECONOMICA
Sono beni economici le merci e i servizi utili per il soddisfacimento dei bisogni delle
persone e scarsi rispetto alle esigenze
LE PERSONE:
Se non vengono consolidati gli step inferiori non riuscirò mai ad andare avanti
ATTIVITA DI PRODUZIONE
➔ Quell’attività̀ in cui differenti beni vengono trasformati ed assemblati
attraverso l’utilizzo del valore in essi contenuto, per dar vita a nuovi beni e
servizi, di norma di valore maggiore
Tutte devono scegliere cosa produrre, per chi, in che modo, in vista di quali
obiettivi, con quale logica volta a garantire un equilibrio economico- finanziario
sostenibile
Tutte le aziende sono vitali nella misura in cui sono nel contempo: capaci di
buone scelte di posizionamento strategico e di buona esecuzione delle stesse;
disciplinate/rispettose delle regole e innovative/capaci di iniziativa; protese a
ridurre i costi e a offrire più valore ai destinatari dell’output produttivo;
impegnate a gestire bene il presente e ad investire oculatamente sul futuro;
capaci di inanellare soddisfazione del “cliente” e motivazione dei collaboratori,
facendo della crescita della produttività̀ il motore dello sviluppo qualitativo e
dimensionale dell’azienda
La natura e la destinazione dei beni prodotti, com’è noto, possono essere le più
varie. Ma che si tratti di beni divisibili o indivisibili, privati o pubblici, indirizzati
allo scambio di mercato o ad atti di liberalismo o al consumo nell’ambito della
stessa azienda che li produce, l’azienda si presenta sempre come una “struttura”
che sistematicamente ne attua la produzione in vista di soddisfare certi bisogni
Quando una qualsiasi istituzione sta andando nel verso giusto? Quando i ricavi sono
superiori ai costi, e quindi ha utili. Al contrario avrò una perdita
IL BILANCIO SARA LO STRUMENTO CHE CI DIRA SE UN’AZIENDA STA CREANDO O
MENO VALORE
TIPI DI AZIENDE
▪ L’impresa è attività economica svolta dall’imprenditore volta a creare
valore economico che si colloca sul mercato operando in condizioni di
competizione.
▪ Aziende pubbliche: soggetto economico/giuridico (o tipo di valore creato)
Fornisce beni e servizi pubblici, ed è finanziato con denaro pubblico
▪ Aziende non profit/ terzo settore: capacità di accedere alle risorse
largamente condizionata dall’efficienza dei processi produttivi e
dall’efficacia dell’azione. Rilevanza processi informativi. Soddisfa i bisogni
sociali non operati dal pubblico e dal privato
LOGICHE AZIENDALI
La logica delle aziende private for profit è quella di svolgere attività che sono
ritenute economicamente convenienti (sulla base di ragionevoli previsioni
economiche)
La logica delle aziende pubbliche è quella di svolgere attività che siano socialmente
rilevanti e politicamente convenienti ed accettabili (sulla base delle diverse
interpretazioni delle funzioni pubblicistiche)
La logica delle aziende non profit è quella di intervenire in ambiti non interessanti
per il mercato e non coperte dall'intervento pubblico
Es. per le università non posso fermarmi all’ output ma devo proseguire a vedere
l’outcome, ovvero l’impatto
L’azienda – sistema (= insieme dei vari parti tra loro collegate) unitario di processi
economici complessi – è oggetto di studio di diverse discipline. Ogni cambiamento è
in funzione del valore che l’azienda crea.
Postula che le aziende hanno come fine ultimo di concorrere al progresso della
società, creando valore, e non la massimizzazione del profitto / interesse di un
soggetto (≠teoria classica)
Storia:
TENDENZE DI CAMBIAMENTO:
Offre la garanzia che scelte e operazioni siano tutte collegate tra loro da relazioni di
funzionalità orientate alla creazione del valore.
Diversa da indipendenza. L’azienda non dipende da nessuno nelle scelte che fa.
Economicità
Posso essere efficace, ma spendere troppo e quindi non essere efficiente: efficacia
e efficienza possono essere in contrasto, ci vuole quindi equilibrio
LE OPERAZIONI DELL’IMPRESA
Operazioni= attività elementari.
CIRCUITO DI PRODUZIONE
è un insieme di azioni che consentono di passare da dei fattori produttivi acquistati a
dei prodotti che si collocano nei mercati di sbocco a prezzi remuneratori (copre costo
dei fattori produttivi che ho impiegato e c’è anche un margine di profitto).
Quest’attività prevede:
I concetti chiave :
FATTORI PRODUTTIVI= bene che è idoneo a partecipare all’attività produttiva +
vincolo di interdipendenza
OPERAZIONI PRINCIPALI
combinazione produttiva -> atti di gestione interna (prezzi ombra= prezzo interno
all’azienda ottenuto nel ciclo di produzione. Questi prezzi non escono all’esterno ma
rimangono sempre all’interno dell’azienda)
PROFITTO: reddito netto disponibile dopo aver remunerato tutti i FP, compreso
l’interesse sul K di proprietà ad un tasso che tenga conto del rischio d’impresa =
remunerazione della funzione d’imprenditorialità
Il circuito della produzione lo consideriamo per quanto riguarda il valore dei beni, in
particolari i concetti di costo e ricavo:
Nel caso delle imprese se i ricavi meno i costi l’equazione non ha senso e
quindi l’impresa non funzionerebbe e andrebbe di conseguenza in perdita
(R-C)
Nelle operazioni di vendita del prodotto i ricavi vengono determinati nel
loro ammontare, dalla quantità di denaro che affluisce all’impresa. Le
operazioni di vendita dei prodotti possono essere visualizzate da un
duplice aspetto: le entrate di denaro e i recuperi della ricchezza investita
(ricavi) che si ottengono vendendo i prodotti sul mercato di sbocco
queste fasi hanno una circolarità dove vi è una linea orizzontale che separa le
operazioni che caratterizzano le fasi osservate (acquisizione fattori, atti di gestione
interna, vendita dei prodotti) dal loro aspetto monetario (entrate ed uscite del
denaro). Il senso di rotazione del circuito della produzione va dalle uscite di denaro
per l’acquisto dei fattori, alle entrate rivenienti dalla vendita dei prodotti
FATTORI PRODUTTIVI E RISORSE AZIENDALI
I fattori produttivi possono essere distinti in: Fp a fecondità semplice e Fp a
fecondità ripetuta.
La distinzione non si basa sulla tipologia del fattore ma sulla funzione che è
chiamato a svolgere (es. assicurazione)
L’arco di tempo nel quale un FFR può essere utilizzato è dato da circostanze di
ordine tecnico (fisico o giuridico). Questo arco di tempo è dato dalla durata fisica
delle tecnologie presenti negli impianti. Questi ultimi andrebbero rinnovati quando
il loro mantenimento implicasse costi elevati con risultati poco affidabili. Grazie al
progresso tecnologico vi è molta più competitività e per questo la vita utile delle
strutture organizzative tende ad accorciarsi (le strutture perdono la loro utilità
economica e i prodotti non sono più “attrattivi” sui mercati). Questo fenomeno di
superamento economico è noto come obsolescenza. Quindi il ciclo vitale dei FFR è
segnato dalla durata economica di tali fattori.
L’OBSOLESCENZA
Processo produttivo = l’insieme delle attività necessaria per dar vita ad un prodotto
finito; può essere diviso in più fasi. Vi saranno tanti processi produttivi quanto
saranno i prodotti da produrre attraverso la combinazione produttiva
I PRODOTTI
La ricchezza a disposizione dell’impresa si modifica nel tempo e anche a seconda del
rapporto che vi è tra investimenti (=costi) e recuperi (=ricavi).
Se il valore dei recuperi è maggiore a quello degli investimenti allora avremo un
reddito positivo, utile.
Se il valore dei costi è maggiore rispetto a quello dei ricavi allora avremo una
distruzione di ricchezza, quindi un’ipotesi di reddito negativo, perdita.
1- La fase di introduzione è
caratterizzata da bassi volumi di
vendita e elevati costi per il lancio
del prodotto
2- Fase di sviluppo comporta una
forte crescita delle vendite
accanto a costi (di pubblicità)
ancora elevati
3- Fase della maturità rallenta il
tasso di crescita delle vendite ed
una riduzione dei costi per la
vendita del prodotto
4- Fase della saturazione si verifica
un livello di vendite in leggera diminuzione, ha però dei costi
elevati dovuti al sostentamento del prodotto
5- Fase del declino comporta la riduzione dei volumi di vendita e
dei costi fino ad esaurimento della vita utile del prodotto
stesso
Il rapporto che vi è tra produttore ed utilizzatore evolve sempre più da una relazione
di scambio ad una relazione di servizio, di sistematica collaborazione. In tal senso, si
progetta il prodotto con il concorso dei fornitori in un processo di creazione di
valore per gli utilizzatori. Un bene, si può osservare, è un contenitore di utilità
economiche, ossia di servizi, che si liberano e diventano fruibili al momento del suo
uso.
FINANZIAMENTI ATTINTI
L’impresa per poter dar vita ai fattori produttivi e al ciclo della produzione deve
avere delle risorse monetarie da poter investire, da trasformare in fattori specifici
della produzione.
Queste due operazioni si differenziano per quel che riguarda i tempi di permanenza
del capitale di proprietà, legato in modo durevole all’economia dell’impresa.
Differenziano anche per le modalità di remunerazione: 1. La remunerazione del K di
proprietà conferito non è definita contrattualmente ma è decisa di volta in volta
dalla stessa proprietà in relazione all’andamento delle vicende produttive e alle
prospettive di aumento del volume degli investimenti. 2. I finanziamenti attinti a
prestito richiedono una remunerazione che prescinde dalle circostanze e dai risultati
dell’attività produttiva.
FINANZIAMENTI CONCESSI
estinzione di debiti che la società può aver contratto con il socio a seguito di
precedenti operazioni: - debiti di funzionamento
L’analisi, prospettica o consuntiva, riferita a un definito periodo dei flussi delle due
gestioni (operativa e corrente) ci consente di gestire al meglio le eccedenze o le
carenze di liquidità prodotte dalle differenti gestioni.
Dobbiamo gestire la cassa in modo tale da avere equilibrio economico = ovvero nel
medio- lungo termine i ricavi dovranno essere > costi
INVESTIMENTI E FINANZIAMENTI
Circuito degli Investimenti = circuito produzione + finanziamenti concessi = mezzi
monetari sono investiti in operazioni di acquisto di fattori produttivi (core business e
gestione caratteristica).
Circuito dei Finanziamenti attinti = finanziamenti con vincolo di proprietà o a
prestito. mezzi finanziari di origine esterna, non generati dall’attività dell’impresa.
Devono essere > mezzi.
Il circuito degli investimenti alimenta quello dei finanziamenti che assorbe mezzi
monetari; quello degli investimenti riconsegna mezzi monetari alla disponibilità
dell’impresa. Si alimentano reciprocamente fin quando il flusso dei recuperi è
superiore al flusso degli investimenti
VELOCITA DI CIRCOLAZIONE
è il tempo che intercorre tra il momento degli investimenti e quello dei recuperi
attraverso i ricavi. Si tratta del tempo che occorre ai mezzi monetari ceduti
nell’acquisizione di FP per tornare in forma monetaria attraverso la vendita di quei
prodotti ottenuti durante il ciclo di produzione.
Dato un certo periodo di tempo, la velocità può anche essere definita come il nr di
volte in cui i mezzi monetari investiti ritornano liquidi attraverso i ricavi.
Caratteristiche dei fattori produttivi: i FFS hanno un recupero legato al solo ricavo
della vendita del prodotto al quale tali fattori hanno ceduto interamente la loro
utilità economica; i FFR hanno un tempo di recupero più lungo poiché vengono
coinvolti i ricavi rivenienti dal collocamento di tutti i prodotti ottenuti con il
concorso dei fattori in questione.
Numero di atti di scambio con cui i fattori vengono acquisiti e da come gli
investimenti sono graduati nel tempo e si avvicendano ai recuperi.
▪ Capitale di proprietà
▪ Indebitamento
- Debiti di finanziamento
- Debiti di funzionamento
1. Equilibrio reddituale: impresa con la scissione dei beni deve essere in grado di
sostenere i costi serviti alla produzione di quei servizi (=produrre reddito)
2. Equilibrio Monetario: deve essere soddisfatto sempre, le entrate devono
coprire le uscite (es. non raggiungimento; commissionano 100 sedie costo
10.000, pagamento 50 subito e il resto dopo mesi; costo fp 8.000. i nostri
ricavi sono superiori ai costi, c’è equilibrio reddituale ma non equilibrio
monetario
3. Efficienza: output o input. Massimizzare quantità dei prodotti
4. congruità della remunerazione dei fattori produttivi
• equilibrio reddituale
• equilibrio monetario
• equilibrio istituzionale
• modello della competitività
• modello del valore del patrimonio
• modello del bilancio d’esercizio
Operazioni analizzate:
L’attività d’impresa, rivolta alla creazione di nuova ricchezza con l’alternarsi degli
investimenti e dei recuperi, è qualificata come attività economica
o Costi e ricavi
o Crediti e debiti di finanziamento
o Variazioni del capitale di proprietà
Il finanziamento attinto a prestito= ricavo → entrata numeraria
• Il valore nominale dei prestiti può essere incluso nell’aspetto numerario che
chiamiamo finanziario
• Solamente gli interessi passivi (oneri finanziari) e attivi (proventi finanziari)
appaiono tra costi e ricavi e fanno quindi parte dell’aspetto economico della
gestione
Lo schema è utile a comprendere i meccanismi essenziali di funzionamento
dell’impresa, le modalità di formazione del reddito, la dinamica finanziaria in
rapporto a quella economica e il sistema dei valori al quale può applicarsi il metodo
contabile della partita doppia.
Il capitale è presente in ogni stadio della vita d'impresa "in funzionamento", da cui
il nome Capitale di Funzionamento. L'attività aziendale, insieme coordinato di
operazioni, produce una serie di trasformazioni che comportano una modificazione
quali-quantitativa del capitale:
I componenti positivi (Attivo) sono costituiti dal complesso dei beni economici a
disposizione dell'azienda, ovvero gli investimenti già sostenuti dall'impresa in attesa
di essere recuperati attraverso i ricavi, denaro non ancora investito e crediti di
funzionamento.
Il capitale investito e in attesa di realizzo (A) al netto delle obbligazioni (P) costituisce
il capitale netto di funzionamento (CNF), che corrisponde al Capitale di
conferimento (capitale iniziale dai soci) aumentato o diminuito del reddito che
l'attività ha generato fino al tempo di riferimento (Capitale di risparmio):
A - P = CNF = Cc + Cr
(Cc = capitale di conferimento; Cr = capitale di risparmio)
Ora andiamo a parlare del capitale, dobbiamo capire quali sono le condizioni
positive e negative di produzione e poi metterle nello stato patrimoniale dove
scriviamo il valore in euro di quell'elemento del capitale (es: proiettore ha valore 0 =
non ha un valore nella produzione della ricchezza, però un valore ce l'ha perché
posso venderlo in un paese del terzo mondo dove un valore ce l'ha, questo è un
altro tipo di capitale di cui poi parleremo).
=> non stiamo valutando degli elementi singolarmente presi, stiamo valutando la
combinazione economica
3 tipologie di capitale:
CONFIGURAZIONI DI CAPITALE
K economico = valore attuale del flusso complessivo di redditi che l’impresa
presume di poter, in prospettiva, realizzare (stima del valore dell’impresa
quale sistema capace di produrre reddito).
K di funzionamento
§ Lordo = complessa attività e beni disponibili (investimenti in attesa di
recupero).
§ Netto = K lordo – obbligazioni. –
K di liquidazione: somma delle condizioni ma valore determinato non più da
vincolo di destinazione dei beni ma dalla loro attitudine allo scambio (valore
sul mercato).
Chi compra un'azienda compra anche i suoi debiti. ITA ha cambiato il nome Alitalia
perché era associato a ritardi ecc. (ha deciso di non comprare il marchio). Lo stato ti
dà la possibilità di investire in recuperi, una sorta di sovvenzione, e questo rientra
sempre nel prezzo che si offre, invitano a offrire un prezzo anche più alto.
CAPITALE DI FUNZIONAMENTO
nasce dall'esigenza di determinare il reddito del periodo
- Oltre alla stima del valore dell’impresa come sistema capace di produrre
reddito (K economico), si rende necessario attribuire n valore alle diverse
categorie di investimenti ancora in essere ed alle fonti dalle quali sono attinti i
mezzi monetari.
- Tale procedimento valutativo è strumentale alla determinazione del reddito
(nuova ricchezza) prodotto dall’impresa.
- Viene determinato nel bilancio d’esercizio per assegnare a ciascun periodo
una porzione del reddito che l’impresa è capace di generare nel tempo, e
precisamente quella riveniente dai soli processi produttivi compiuti nel
periodo stesso
- Capitale lordo: totale degli impieghi e delle fonti = guardare solo la parte
- Capitale netto: somma algebrica di attività e passività.
Partita doppia: abbiamo due sezioni. Possiamo chiamare questo prospetto anche
stato patrimoniale.
I ricavi anticipati sono tra le condizioni negative perché l'impresa deve ancora
vendere il servizio/prodotto di fronte a quel ricavo (ha un’obbligazione = creano un
obbligo verso terzi). In realtà (pensiamo ai fatti), immaginiamo un vestito su misura
che si paga in anticipo, il sarto dice che il vestito sarà pronto a fine gennaio e incassa
200€, siamo al 31/12. Questa operazione la troviamo a sinistra, nei ricavi anticipati e
nel denaro che entra, e quindi neutralizziamo la situazione. La ricchezza si crea nel
momento in cui l'abito verrà consegnato, avrò il costo di quell'abito, da scalare i 200
€ e la differenza sarà la nuova ricchezza.
KE
KNF
-Non emerge come valore unitario, ma come differenza tra un insieme di attività e
passività valutate singolarmente.
REDDITO
= Variazione del capitale proprio – o di rischio – per effetto della gestione, ma anche
per effetto di dinamiche interne ed esterne.
Differenza tra ricavi di vendita (valore esterno della produzione) e costo della
produzione venduta (valore interno)
RT = Σt0-z Σk1-m QkPt k – Σt0-z Σi1-n fi pt i (ipotesi cicli di acquisto, produzione, vendita
sono stati completati)
Et = entrate di denaro
Ut = uscite di denaro
Costi e ricavi originari vengono riclassificati nel tempo e diventano quindi derivati (di
competenza di un determinato periodo).
Alla fine del bilancio abbiamo costi e ricavi da un punto di vista manageriale
RICAVI ORIGINARI= legati alla vendita dei prodotti. Questi sono chiamati ricavi
entrata, cioè sono ricavi legati alla vendita di beni e servizi e sono ricavi certi,
misurati da un’entrata di denaro l’entità del ricavo è misurata dalla grandezza
finanziaria che entrerà per mezzo della vendita del bene
RICAVI DERIVATI= sono il risultato di classificazioni dei ricavi originari in funzione del
tempo e dello spazio
la definizione classica del principio della competenza economica per cui sono di
competenza del periodo quei costi che hanno i corrispettivi ricavi e quei ricavi che
hanno i correlativi costi, pur corretto, è poco utile da un punto di vista pratico, dal
momento che presenta un evidente problema di circolarità
il principio della competenza economica dice che sono di competenza del periodo
quei costi che, nel periodo, hanno i corrispettivi ricavi e un ricavo è di competenza
del periodo se ha il correlativo costo questo è il principio di correlazione per sapere
se una certa iniziativa ha avuto un risultato positivo o negativo, si devono mettere in
relazione costi e ricavi che sono tra loro correlati
se, ad esempio, si è comprata la farina per fare il pane e il costo della farina è di
competenza di quell’anno se nell’anno si ha il ricavo della vendita del pane si deve
confrontare il ricavo della vendita del pane con il correlativo costo, cioè quanto è
costata la farina, la luce, la manodopera, … se è stata comprata la farina, ma il pane
non è stato fatto o non è stato venduto, quel costo non è di competenza del periodo
perché non si è avuto il relativo ricavo quel costo deve essere rinviato ad esercizi
successivi se si compra un forno e lo si paga 50.000 euro, lo si utilizza per 10 anni,
durante il primo anno si è avuto solo un pezzo del relativo ricavo, allora, si deve
trovare il modo di individuare i costi relativi a quell’anno in relazione ai ricavi
ottenuti
il problema è che, fatto così, il principio della competenza economica è poco utile
perché crea un problema di circolarità
Il reddito di periodo include rettifiche dei costi e ricavi sostenuti / conseguiti nel
periodo
Ricavare reddito di periodo= Rettificare costi e ricavi che si susseguono seguendo gli
avvenimenti in azienda
Esempio:
t0 → conferimento K 1000 € ¡
t0 - t1 → acquisto FP 500+100 € ¡
Costi da rinviare al futuro sono componenti del reddito perché essendo un bilancio
devo bilanciare entrambe le parti
Nell’attivo possiamo trovare rimanenze di fattori a fecondità ripetuta che sono stati
parzialmente utilizzati, e che quindi possono ancora cedere la loro utilità economica
per altre produzioni future; questi prendono il nome di utilità economiche.
Possiamo distinguere tra le utilità:
I servizi fruibili in funzione esatta del tempo: Determinano sempre costi e ricavi che
possono essere misurati da entrate o da uscite di denaro (se il pagamento è
anticipato) o da DB / CR di funzionamento (se il pagamento è posticipato).
A fine periodo, per la parte dei servizi acquisiti e non ancora utilizzati o venduti e
non ancora prestati si rendono necessarie delle rettifiche.
Nel caso delle operazioni regolate anticipatamente avremo i risconti attivi e passivi.
Nel caso delle operazioni regolate posticipatamente avremo i ratei.
CAPITALE IN T1
ATTIVITA (INVESTIMENTI) PASSIVITA E CAPITALE DI PROPRIETA
(FONTI DEI MEZZI)
(componenti finanziarie)
Denaro Debiti di funzionamento
Crediti di funzionamento Debiti di finanziamento
Crediti di finanziamento Passività presunte
(componenti economici)
Ffs Ricavi anticipati
Ffr Capitale di proprietà in t1:
Prodotti (k proprietà in t0)
(+- nuovi conferimenti/prelievi da t0-t1)
(+- reddito del periodo t0-t1)
(utile o perdita)
Vi sono delle classi di componenti presenti in entrambi gli schemi, ma hanno
significato differente:
Il valore delle passività è rappresentato dalla quantità di risorse finanziarie che sarà
necessaria per estinguerle.
Il valore delle attività è funzione dei ricavi futuri che chiuderanno le combinazioni
produttive e consentiranno il recupero degli investimenti.
Il valore dei beni è legato al prezzo che si presume di poter realizzare dalla loro
vendita [realizzo diretto] (Prodotti finiti e merci destinate alla vendita, CR) o dalla
vendita dei prodotti all’ottenimento dei quali i beni in rimanenza contribuiranno
[realizzo indiretto] (Prodotti semilavorati o in corso di lavorazione, ffr e ffs)
Il presumibile valore di realizzo per stralcio= Ipotesi in cui ci siano ffs e ffr non più
utilizzabili e destinati a essere stralciati e venduti a terzi alle migliori possibili
condizioni
Eventuali valori assegnati oltre tali limiti risulterebbero irrealizzabili e quindi non
ragionevoli
Costo (minimo)
Se C > VPR → , scompare l’area dei valori ragionevoli e l’unico valore ragionevole è il
prezzo di presumibile realizzo.
Valutazione dei processi in corso al fine di definire una misura del reddito realizzato,
ossia del reddito conseguito e distribuibile con il minor rischio di compromettere
l’integrità del capitale.
Tra tutti i valori possibili si scelgono quelli che hanno la più elevata probabilità di
verificarsi
In tali casi, gli utili futuri presunti non vengono anticipati a vantaggio del periodo. La
valutazione dei beni disponibili a fine periodo è resa ininfluente ai fini
dell’assegnazione del reddito relativo ai processi compiuti, consegnando tali beni ai
periodi futuri
Le perdite latenti si portano a diminuzione del reddito di periodo mentre gli utili
latenti non si portano in aumento del reddito stesso
Soddisfa le esigenze degli investitori e dei mercati finanziari rivolte non tanto alla
conoscenza del reddito distribuibile quanto alla valutazione delle performance
complessive dell’impresa e alla conoscenza del valore corrente del suo patrimonio
Con riferimento al reddito sono anticipati non solo le perdite attese ma anche gli
utili attesi. Quando il fair value è a regime, sul C/E influiscono solo variazioni tra
valori iniziali e finali
Reddito ragionevolmente conseguito nel periodo = differenza tra ricavi e costi
relativi a processi che hanno avuto compimento nel periodo secondo i principi di
realizzazione dei ricavi e dell’inerenza dei costi.
ammortamento
Consumi ffs: costi dei ffs acquisiti nel periodo + costo ffs e dei prodotti provenienti
dal passato – costi ffs e dei prodotti rinviati al futuro
Consumo ffr: costi originari sostenuti nel periodo per l’acquisto di ffr + costo ffr
provenienti dal passato – costi ffr da rinviare al futuro
VALORE AGGIUNTO
Quel maggior valore che, rispetto ai mezzi inizialmente impiegati, l’impresa è in
grado di creare grazie all’attivazione del processo produttivo. Indicatore di nuova
ricchezza disponibile.
P – (P’ + Q) = VA = Rl + Rc + I + Ri
Ogni metodo presenta pregi e limiti, e può di volta in volta essere ritenuto più
idoneo a esprimere il valore di un complesso economico in funzionamento
RAPPORTI TRA LE CONFIGURAZIONI DI CAPITALE
CAPITALE DI LIQUIDAZIONE
È il valore che viene assegnato all’impresa nella fase di cessazione dell’attività per
liquidazione dell’attivo e del passivo. Normalmente è ≤ CE perché non include la
parte organizzativa
Capitale netto di bilancio → CBN =CC + UTILI NON DISTRIBUITI. valore del capitale
che trova espressione nei bilanci. È formato dal capitale di conferimento e dall’entità
degli utili conseguiti nel tempo e non distribuiti (riserve palesi di utile).
-----------------= stima, margine di errore; più si è distanti dalla linea continua e più il
rischio aumenta
CNF< CNF
Sottostimo il k di funzionamento
(creato con una riserva occulta)
Come creo la riserva occulta? Devo sottostimare il k di funzionamento
A= Ce – Cc
Avviamento negativo = bad will → Ce < Cc. Alternative per il soggetto economico
sono di cedere o liquidare l’azienda
→Le informazioni della C.D. sono solo un mezzo per assistere il management.
3. Utilizzatori
→Gli utilizzatori del bilancio sono gruppi di persone relativamente ampi in maggior
parte dall'identità personale ignota al management.
10.Tempestività del reporting → Il Bilancio viene distribuito agli azionisti mesi dopo
la chiusura del periodo amministrativo. I reports della C.D. sono distribuiti
tempestivamente, normalmente qualche giorno dopo la chiusura del periodo di
riferimento.
11. Oggetto del reporting § Il bilancio descrive l’intera azienda, ci dice il reddito che
ha conseguito tutta l’azienda. La C.D. focalizza principalmente porzioni d’azienda.
1.I criteri generali sono condivisi → Molti criteri generali alla base dei principi
contabili sono rilevanti anche nella C.D.
2. Molti dati elementari sono condivisi → Gran parte dei dati elementari utilizzati
dalla CO.GE e raccolti in conformità ai principi contabili sono utilizzati anche dalla
C.D.
PRODUTTIVITA E RENDIMENTO
Costo psicologico= costo non monetario, quando dobbiamo prendere delle decisioni
dobbiamo porci delle domande ai fini dei nostri, per esempio, clienti
Costo tecnico
Abbiamo 2 significati
1- Prezzo fittizio: es. fabbrica dove per arrivare input-output ci sono diverse fasi
di fabbricazioni. La somma dei costi è un certo tot., voglio sapere come i vari
reparti incidono sul valore aggiunto. Penso che ogni reparto sia
un’organizzazione sé che “vende” = passa il prodotto all’arto reparto/”
organizzazione”. Prezzo ombra= prezzo interno che mi fa capire il valore di
ogni reparto
2- Lo usa il magazzino: so quanto mi rimane e quanto assorbono i processi
produttivi, nel decidere la priorità dei fattori produttivi, la do a quello
prioritario…?
Come calcoliamo il costo di un fp? Quantità del fattore per il prezzo unitario
6. Rilevazione
7. Verifica dell’adeguatezza
• Decisione
Se accettare un ordine al prezzo proposto dal cliente
Fissare il prezzo di vendita
Scelte di make or buy
Individuare prodotti da potenziare / ridimensionare
• Controllo
Controllo di gestione sul processo produttivo e distributivo
• Valutazione delle prestazioni manageriali
• Valutazione delle poste di bilancio
Rimanenze
Unità organizzativa complessa che svolge attività omogenea e che fa capo a un unico
responsabile e alla quale si dà dignità contabile in sede di contabilità analitica, in
quanto ad essa vengono afferiti costi e ricavi, per misurarne i risultati e il livello di
contribuzione al risultato economico complessivo
La natura dei processi economici che in essi si svolgono, al fine di garantire una
sufficiente omogeneità in ogni centro
Centri di profitto: Hanno la possibilità di influire sui prezzi di vendita e su tutti gli
elementi di costo e di ricavo
Un centro di profitto si identifica con ogni area di produzione che vende il suo
output o lo cede ad altri CdR. Un'evoluzione del centro di costo.
Il costo di un prodotto finito è la somma dei costi di tutti i fattori produttivi utilizzati
(o utilizzabili) in tutte le fasi attraverso le quali è passata (o dovrà passare) la
lavorazione del bene / servizio in questione.
Le variabili tenute sotto controllo nei centri di profitto possono identificarsi nella
differenza tra ricavi e costi relativi alla
Più aumenta l'oggetto del costo e più aumentano i costi diretti , quindi se io passo
dal prodotto al reparto già alcuni costi che prima erano comuni, ora diventano
diretti, se faccio la divisione anche e per assurdo l'intera azienda tutti i costi sono
diretti (è solo un esempio per far capire che più allargo l'oggetto di costo e più ho
dei costi diretti).
- Costi standard appartengono alla categoria dei costi preventivi; tuttavia sono
riferiti a condizioni operative non attuali ma ipotetiche
L'università accetta o rifiuta in base ai dati, quanto costa all'università quel servizio
anche a pari di quantità e qualità.
Per prendere una decisione prende l'oggetto di costo attribuisce i costi diretti, i
dipendenti, gli spazi e si fa una somma, se questa somma ad esempio è 40.000,
l'università non sa ancora rispondere, perché deve capire quali sono i costi rilevanti,
ossia quando io do in outsourcing, cosa me ne faccio ad esempio dei dipendenti, li
devo pagare o no? Se no allora non mi conviene. Sono quelli che differiscono tra
diverse alternative di scelta e che influiscono sul risultato finale del calcolo
economico per un giudizio di convenienza; la rilevanza è relativa alla possibilità he
questi costi non siano presenti o siano di diversa entità in talune scelte rispetto ad
altre. Di segno opposto sono i costi irrilevanti (o ineliminabili). Alcuni costi sono
quindi rilevanti per la contabilità direzionale, perché sono modellabili (posso
diminuirli, aumentarli), altri sono rigidi, quei costi rigidi nel calcolo entrano in modo
diverso. Possono costare la convenienza verso il si e verso il no.
Contabilità generale: quella che abbiamo visto nel primo blocco (da cui studiamo lo
stato patrimoniale e conto economico)
CF = c
Variabili→ costi che variano a seconda della quantità prodotta, più produco e più i
costi variano e aumentano. Come aumentano? In vario modo.
- Proporzionali: CV = cv × Q
- Degressivi
- Progressivi
- Regressivi
Distinguiamo costo totale e costo unitario: totale= quantità per il costo unitario.
CV
15 ----------------------------------------------- CF
CF CF
cv
5 10
CT= CF+CV
CT=CF+ (Q x cv) cv= costo variabile unitario (es della bottiglia vuota 0,20 centesimi)
𝐶𝐹
per sapere il costo di ogni unità di prodotto: ct = cv + cf cf=
𝑄
p?
Più le quantità aumentano e più il costo medio unitario decresce, e meno influisce
sul prodotto
COSTI AZIENDALI E FUNZIONE DI PRODUZIONE
CV = c (Q)
Si dicono regressivi quei costi che crescono in modo meno proporzionale rispetto
all’incremento del volume produttivo, sono quindi quei costi che diminuiscono con
l’aumentare della quantità prodotta
Costo di produzione unitario o costo per unità di produzione: costo medio: CT/ vol.
produzione; costo marginale di una unità aggiuntiva
CONFIGURAZIONE DI COSTO
Costi figurativi = costi che non sono misurati da uscite finanziarie positive
Mark up=
RELAZIONI COSTI-VOLUMI-PREZZI
DIAGRAMMI DI REDDITIVITA
➔ RT= CT = CF+CV
È uno strumento concettuale utile a definire, nel breve periodo, il volume minimo di
produzione-vendita in corrispondenza del quale i ricavi totali riescono a coprire i
costi totali. (punto di pareggio o break even point – BEP)
Strumento che ci consente di fare calcoli per prendere decisioni nel breve periodo.
Calcoli tra ricavi-costi-volumi
Questo DEVE basarsi su alcune ipotesi:
➔ IPOTESI DI MARGINE DI
CONTRIBUZIONE POSITIVO
linea verde= cv
linea blu= ct
p × Qi = CF + (cv × Q)
𝐶𝐹
Qi =
𝑝−𝑐𝑣
Qi = CF ⁄ mc
Q = RO + CF ⁄ p – cv = RO + CF ⁄ mc
➔ IPOTESI MARGINE DI
CONTRIBUZIONE NEGATIVO =
all’aumento della produzione aumenta la
perdita; succede perché il break even
point non esiste. Il prezzo è inferiore al
coefficiente di costo variabile. Alla
vendita di ogni prodotto il prezzo non
copre i CV, e di conseguenza anche i CF.
più produco è più aumenta la perdita
È il limite inferiore al di sotto del quale si verifica uno squilibrio di cassa tra entrate
e uscite finanziarie della gestione corrente e si prospetta il mancato recupero delle
erogazioni monetarie necessarie a rinnovare i ffs.
Anche in perdita l’impresa si può autofinanziare perché ha delle liquidità che non
sono profitti, ma capitale rigenerato, ovvero ritorno di investimenti che sostituisce
capitale che si sta ammortizzando. Dal bep in poi si aggiungono gli utili
CTm= sono fissi. hanno un’uscita, non monetaria (rateo o ammortamento), in quel
periodo
Cv= 34,30
Q = 500.00
p= 41,65
Q = 100.00
p= 73,50
Rde = pxQ
Cv= 34,30
P= 73,50
Arriva un’offerta= Q→p = 36. Accetto l’offerta perché è > dei costi variabili
Mc= 170
Investimenti, fabbisogni
finanziari e fonti di copertura
- Immobilizzazioni e disponibilità
- Attivo fisso e attivo circolante
Autofinanziamento
Analisi equilibrio finanziario serve a capire come si relazionano tra loro fonti e
investimenti. Occorre individuare i caratteri del fabbisogno di finanziamento,
riclassificando gli investimenti per destinazione e le fonti in rapporto al vincolo che
le lega all’economia di impresa
→Immobilizzazioni
- investimenti / Tutte quelle risorse monetarie investite in FFS e FFR che non
possono essere distolte dall’attuale destinazione, pena l’interruzione o il
verificarsi di riflessi negativi sull’attività aziendale
- Assorbono mezzi monetari in modo durevole
- Includono parte dell’attivo circolante
→Disponibilità
Disponibilità
- Scorte monetarie liquide eccedenti livelli fisiologici
- Investimenti in attività accessorie agevolmente recuperabili
- Scorte FFS e prodotti eccedenti livelli fisiologici
- FFR e CR di finanziamento per la parte recuperabile entro l’anno
Fonti di finanziamento
Capitale permanente = k di
proprietà tolti i dividendi
AUTOFINANZIAMENTO
Differenza tra entrate e uscite relative ai costi e ricavi di competenza del periodo
afferenti alla produzione venduta
I ffs non sono inclusi perché le risorse generate dai ricavi devono essere
mediamente utilizzate per acquisire altri fattori
Autofinanziamento durevole=Parte dell’utile del periodo che per legge non può
essere distribuita
Fonti= passivo