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L’Economia

Studia il modo in cui la società umane decide cosa, come e per chi produrre beni e servizi.
È una scienza che ti permette di comprendere una serie di processi che ti porteranno a prendere una
scelta.
Microeconomia riguarda processi economici connessi all’individuo
Macroeconomia riguarda contesti molto più ampi.

Economia vuol dire valutazione, scelta;


L’economia circolare si basa sul fatto che non esiste un elemento dentro il processo che costituisce
rifiuto, tutto è risorsa, utilizzo tutti i processi e prodotti della filiera, poiché si è visto che tutti gli
elementi che non venivano valorizzati nel processo costituivano delle diseconomie;
Economia di precisione permette di avere una locazione delle risorse che siano ottimizzate al
100%, ;
Bio-economia tutto ciò che è collegato ai processi produttivi biologici; Green economy, economia
verde, connesso alla produzione di energia verde, è legata al futuro.

Ecos= dimora
nomos= legge
Legge che regola la casa, valutazione di tutto ciò che avviene nel processo di acquisto e scelta,
scelta giusta attraverso un sistema di leggi intese come criteri che portano alla scelta caratterizzata
in genere da una disponibilità di risorse limitate.

L’economia politica è la scienza economica nello specifico, che permette l’uso razionale di denaro
e altri mezzi limitati, voglio il massimo vantaggio a parità di dispendio o lo stesso risultato con il
minimo dispendio. Principio economico: attività economica e comportarsi economicamente,
quest’ultimo si rifà al principio di avere il massimo risultato con le minime risorse.
Parsimonia, vivere con la massima economia; spendere senza economi; fare economia.
Economia vuol dire ottimizzazione della locazione delle risorse.

Economia di scala: costi di produzione crescono in misura proporzionale inferiore rispetto


all’aumentare delle produzioni
Economia interna: economia di scala derivata per esempio dall’ampliamento della scala di
produzione, con conseguente diminuzione dei costi unitari.
Economia esterna: gli effetti favorevoli per un’impresa derivanti dall’attività economica di un’altra
impresa, dalla maggiore efficienza di servizi ecc.
Economia figurativa: distribuzione razionale della materia di un’opera, armonica proporzionale
delle parti tra loro e col tutto: la digressione, un po’ troppo lunga, nuoce all’ economia del discorso;
è un elemento importantissimo nell’economia generale del suo pensiero. È un approccio alla macro-
economia che permette di descrivere tutti i processi di politiche economiche.
Economia con altro uso: esempio economia d’una lingua o economia linguistica, l’equilibrio tra
l’esigenza di massima differenziazione degli elementi d’una lingua e l’esigenza di minimo sforzo
insta nei parlanti.

Utilizzazione e/o distribuzione delle risorse nelle attività


Complesso delle risorse (terre, materie prime, energie naturali, impianti, capitali liquidi, capacità
lavorative) e delle attività dirette alla loro utilizzazione, di una regione, di uno stato, di un
continente o del mondo intero, l’ottimizzazione si ha quando si ha l’ottimizzazione del processo.
Economia siciliana, italiana, europea, mondiale; o connessa a singoli settori, economia agraria,
industriale, agroalimentare… il campo di applicazione dell’economia in merito al complesso delle
risorse è molto ampio.

Sistema economico: organizzazione e distribuzione della ricchezza.


Nel linguaggio economico e sociale vi è una moltitudine di termini:
- Economia passiva o distruttiva, fra le popolazioni primitive, si limita a consumare i prodotti
offerti dall’ambiente, contrapposta a
- Economia attiva o conservativa o produttiva, dei popoli civili, pensa a conservare e
aumentare le possibilità produttive della natura, ad esempio l’economia curtense del
medioevo in cui tutto il ciclo produttivo e dello scambio si compiva entro l’ambito della
curtis si crea ricchezza e si genera scambio
- Economia naturale e monetaria, secondo che gli scambi avvengano in natura o in moneta
- Economia cittadina, scambio tra città, nel paese o nella città
- Economia nazionale o chiusa e internazionale o aperta, secondo che gli scambi avvengano
entro i confini di stato o tra stato e stato
- Economia sommersa, detta anche informale, caratterizza tutti i processi economici ma viene
intercettata dal sistema, lavora parallelamente all’economia palese e legale e si basa su
processi economici non dichiarati. Ha generato molta ricchezza in periodo di crici
“economia in nero”.
- Esistono poi economie collettiviste, controllate, miste, nuove economie, economie di guerra;
ricordiamo la nuova economia che è la quotidianetà, formata sulle piatteforme virtuali che
caratterizzerà l’economia agroalimentare da ora. La DO distribuzione organizzata è in crisi a
causa della new economy
L’economia legata alla scienza è detta economia politica perché permette di analizzare:
produzione, distribuzione e consumo, e tutte le regole legate ad essa.
“legge della casa e dello stato”. Esamina i comportamenti del singolo (microeconomia) e della
collettività (macroeconomia).
L’espressione economia politica può essere variamente denominata sia con riferimento alle varie
scuole teoriche, sia con riferimento a SINGOLI ECONOMISTI, SIA CON RIFERIMENTO A
PARTICOLARE OGGETTO DI STUDIO.
Economia riguarda il singolo.
Economia politica riguarda sia singolo che collettività.

Economia e politica
L’esperienza economica può essere denominata come riferimento, sia alle varie scuole teoriche, sia
ai singoli economisti e come riferimento al particolare oggetto di studio.
Varie scuole teoriche:
● Economia mercantilistica (mercato).
● Economia classica cioè l’economia legata al passato classico, terminata quindi nella seconda
metà dell’800.
● Economia neoclassica o marginalista (fine 800).
● Economia del benessere.
Singoli economisti:
● Economia paretiana.
● Economia maltusiana.
● Economia ricardiana .
● Economia keynesiana .
● Economia marshalliana .
Particolare oggetto di studio:
● Economia della produzione .
● Economia pubblica; parte della scienza economica che studia l’attività economica dello
stato.
● Economia pura che studia le leggi dei fenomeni economici generali.
A questi si contrappongono:
● Economia teorica.
● Economia applicata.

L’economia politica studia i modi in cui la società gestisce le proprie risorse limitate.
La limitatezza delle risorse dipende dal fatto che la società dispone di risorse limitate e non può
produrre tutti i beni e i servizi che i suoi membri desidererebbero.
Risorse:
● Risorse naturali (terra)
● Risorse umane (lavoro)
● Risorse produttive (capitale)

Allocazione delle risorse


Il termine si riferisce al modo in cui i mezzi disponibili della produzione vengono destinati tra i vari
usi a cui potrebbero essere adibiti. Dunque alla base dell’allocazione delle risorse si trova la
limitatezza, condizione indispensabile per l’esistenza dello scambio e dell’economia politica.
Nell’economia di scambio l’allocazione delle risorse compiuto da ciascun operatore economico
determina una continua redistribuzione delle risorse rispetto all’allocazione originaria.

Allocazione ottimale
L’allocazione delle risorse si dice ottimale (ottimo paretiano), quando non esiste altra allocazione
migliore.
L’ottimo paretiano quindi è la migliore situazione possibile in termini di efficienza allocativa e
produttiva. Tende quindi a migliorare la situazione di un soggetto senza compromettere quella di un
altro soggetto.
L’ottimo paretiano, tuttavia, non dice nulla sull’equità.

Costo opportunità
Il costo opportunità è il sacrificio che un operatore economico deve compiere per effettuare una
scelta economica.
L’alternativa a cui deve rinunciare quando si effettua una scelta economica è detta costo opportunità
(opportunity cost).
Ogni decisione umana implica una scelta tra diverse possibilità alternative.

Principio del minimo mezzo


Il principio del minimo mezzo o detto anche principio utilitario o del tornaconto consiste nel fatto
per cui gli individui agiscono in modo da ottenere, con i mezzi di cui dispongono, il massimo
risultato, cioè agiscono in modo da ottenere un dato risultato con il minimo sforzo.
Economia statica e dinamica
L’economia pura studia i fenomeni economici da un punto di vista esclusivamente teorico.
L’economia applicata studia l’applicazione della teoria alla realtà

Variabili di stock e di flusso


In economia si definiscono variabili di flusso le grandezze economiche valutate con riferimento a
un intervallo di tempo. Viceversa le variabili di stock (o fondi) non hanno dimensione temporale: la
loro valutazione è quindi puntuale, riferito ad una precisa data o ad un istante.
esempi di variabili di flusso sono:
● Il reddito e i suoi impieghi
● Il consumo e il risparmio
● L’investimento
Esempi di variabili di stock sono:
● Ricchezza di un paese (l’insieme di tutti i beni capitali)
● Popolazione (la forza lavoro e le sue componenti occupanti e disoccupanti).
Non tutte le grandezze economiche prive di dimensione temporale sono variabili di stock. Un
esempio è dato dai prezzi che sono il rapporto fra un flusso di monete spese e un flusso di beni
consumati.

Soggetti economici
L’attività economica è svolta da alcuni soggetti, detti soggetti dell’economia.
Essi sono:
● Le famiglie
● Le imprese
● Lo stato e gli altri enti pubblici
● Il resto del mondo
Le famiglie
Il concetto di famiglia in senso economico è più ampio rispetto a quello comune. Infatti con questa
espressione si intendono i single, le convivenze, la comunità di vario tipo.
Le famiglie offrono il proprio lavoro manuale o intellettuale alle dipendenze delle imprese dello
stato o svolgono un’attività di lavoro autonomo.
Inoltre le famiglie impegnano parte del reddito conseguito nell’acquisto di beni e servizi dalle
imprese.
Il reddito che le famiglie non consumano viene risparmiato e messo a disposizione delle imprese
dello stato.
Le imprese
Producono beni e servizi che vendono sul mercato; beni sia strumentali che di consumo (1° livello,
2°livello, 3° livello). Esse hanno un ruolo strategico, perché assumono persone dalle FAMIGLIE, a
loro volta le famiglie pagano i beni e i servizi delle imprese riattivando l’economia.
Le imprese hanno un duplice effetto: esse pagano le tasse (sostengono lo Stato), quindi sono
connesse anche con esso, oltre ad essere connesse con le famiglie.

Lo Stato
Fornisce servizi pubblici, che hanno lo scopo di migliorare il benessere della collettività. Esso è
direttamente collegato alla cittadinanza (amministrazione della giustizia, sanità, pubblica istruzione,
…). Lo Stato ottiene i mezzi per svolgere tali attività attraverso il prelievo fiscale o l’emissione di
carta-moneta. Esso è un’istituzione pubblica.

Resto del mondo

Tutti i soggetti economici di altri Stati che non fanno parte delle altre categorie, ma che fanno parte
del sistema economico (Stato Vaticano, Stati con altri sistemi economici).
I rapporti che si possono avere con il resto del mondo sono:
● Importazioni ed esportazioni di beni
● Scambi di servizi
● Emigrazione ed immigrazione di lavoratori
● Concessione di prestiti all’estero o ottenimento di prestiti dall’estero
● Costituzione di imprese all’estero o costituzione di imprese straniere nel Paese

Il sistema economico
E’ l’insieme dei soggetti (Famiglie Imprese Stato Resto del mondo) che svolgono l’attività
economica ed entrano in relazione tra loro dando vita ad una serie di rapporti di scambio
bidirezionale. Tali rapporti generano flussi (detti anche circuito reale o monetario)
● Reali, rappresentati da trasferimenti di beni e servizi
● Monetari, dati da passaggio di denaro
E’ importante che essi siano interconnessi sempre per poter far girare l’economia.
Famiglie-imprese
Si genera un circuito, per cui le famiglie prestano il loro lavoro alle imprese; le imprese vanno a
remunerare il lavoro prestato alle famiglie attraverso il pagamento di salari e stipendi, e inoltre
cedono alle famiglie i beni e i servizi prodotti ricevendo in cambio il corrispettivo in denaro; le
famiglie possono, qualora riescano a non consumare tutto il loro reddito, e quindi avere dei
risparmi, prestare tali somme alle imprese in cambio di un interesse.
Famiglie-Stato
Le famiglie possono prestare il loro lavoro anche allo Stato, ricevendo in cambio una retribuzione;
lo Stato offre alle famiglie dei servizi: tali servizi sono finanziati con il pagamento, da parte delle
famiglie, di imposte e tasse (oneri). I risparmi delle famiglie possono essere impiegati nella
concessione di prestiti allo Stato, attraverso l’acquisto di titoli di Stato. Le famiglie ricevono in
cambio un interesse.

Imprese-Stato
Le imprese possono offrire i loro beni e servizi anche allo Stato, ricevendo in cambio un
corrispettivo in denaro. Lo Stato offre servizi alle imprese, finanziati con il pagamento di imposte e
tasse. Anche le imprese possono concedere dei prestiti allo Stato, attraverso l’acquisto di titoli di
Stato, ricevendo in cambio un interesse. Le imprese possono ricevere aiuti economici dallo Stato,
con la possibilità di immettere nuovi flussi economici (effetto leva, moltiplicatorio).

Relazioni col resto del mondo


Importazioni di beni e servizi che non sono presenti nel Paese o comunque insufficienti, pagando il
loro corrispettivo in moneta. Esportazioni di beni e servizi che sono prodotti in misura superiore
rispetto al proprio fabbisogno, ricevendo un corrispettivo monetario. Il turismo anche comporta
flussi monetari in entrata o in uscita. Anche nelle relazioni tra un Paese e il resto del mondo si
possono avere prestiti internazionali, o donazioni. Nel caso specifico si possono attuare delle
politiche monetarie dedite a favorire lo sviluppo (si creano così collaborazioni, flussi tra un Paese e
un altro).

I problemi del sistema economico


In ogni sistema è necessario scegliere cosa produrre, quanto produrre, come produrre, per chi
produrre, chi deve produrre. In base alle risposte date a questi interrogativi possono essere diverse
le caratteristiche del sistema economico. In un sistema economico dev’essere definito un confine
(Sicilia, Italia, Europa).
Esso determina in un Paese:
● l’allocazione delle risorse
● la distribuzione del prodotto tra i vari soggetti
● l’accumulazione della ricchezza e lo sviluppo, o crescita, del sistema.

Le imprese vendono beni e servizi ai mercati di beni e servizi, e le famiglie li comprano. Le


famiglie prestano il loro lavoro, materiale o intellettuale ai mercati dei fattori di produzione. Le
imprese mandano salari, rendite e profitti ai mercati dei fattori di produzione.
Questo flusso che si crea viene chiamato flusso circolare.

SETTORE PRIMARIO
All’interno troviamo l’agricoltura l’allevamento la pesca l’estrazione di minerali le attività boschive
e lo sfruttamento delle risorse naturali.
Quando parliamo di settore primario facciamo riferimento a risorse primari quindi alla natura fa
parte anche del settore primario la ciclicità stagionale ristretta al settore primario ciò accade in
particolar modo in agricoltura e nell’allevamento.
Piccola considerazione: inizialmente il significato il settore primario era strategico perché tutte le
attività erano derivanti da tale settore proprio perché le varie aziende e territori fondano le loro
attività su di esso nel tempo è andato diminuendo infatti nei paesi d’Occidente tale settore a un
significato molto marginale.
Abbiamo dei fatti che nei paesi meno sviluppati non avvenendo nessun tipo di valorizzazione tale
processo non è avvenuto.

ASPETTI DEFINITORI:
Agricoltura: consiste nelle attività di coltivazione della terra allo scopo di ottenere prodotti di
origine vegetale per l’alimentazione umana o animale. La sua funzione legata al bene della risorsa
terra.si lega anche la definizione di AGRICOLTORI ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile che
disciplina chi è l’agricoltore (colui il quale coltiva e conduci terreni agricoli per la produzione di
beni alimentari per l’espiazione umana o animale).
per es. il peso dell’agricoltura è maggiore nelle regioni del nord o nelle regioni del sud? Del sud e
questo perché quando c’è poco sviluppo l’agricoltura prende il sopravvento quindi perché non
esistono gli altri settori ovvero il settore secondario e terziario che non sono sviluppati (industria).
Quindi possiamo dire che l’agricoltura in termini assoluti e relativi assume importanza strategica.
Quando parliamo di agricoltura non consideriamo i settori ad esso connessi e questo perché non si
parla più di agricoltura, ma si parla di Agrobusiness (cioè di tutti i settori legati all’agricoltura che
non sono solo di esclusivamente diciamo la coltivazione della terra).
Esempio il produttore di arance? Chi c’è connesso ad esso?
Chi fornisce i concimi, le macchine agricole, a valle c’è chi confeziona il prodotto e quindi chi lo
spedisce, chi lo trasforma e ottieni succhi quindi il settore industriale, tutti i servizi connessi
dall’esistenza alla certificazione e quindi tutto ciò che è connesso ai servizi della filiera compresa la
produzione agricola.
PESCA:
È l’insieme delle attività specializzate nella raccolta di pesci e prodotti ittici nei mari fiumi e laghi.
ALLEVAMENTO:
Raggruppa tutte quelle attività umane specializzate nella custodia e nella riproduzione degli animali
allo scopo di produrre carne, latte, pelli e altri prodotti derivati.
Per rientrare nel settore primario l’allevamento deve essere connesso ad attività agricola.
ATTIVITÀ ESTRATTIVA:
Cioè estrazione di risorse.
ATTIVITÀ BOSCHIVE:
attività di taglio e lavorazione del legno al fine di ottenere legname prodotti semilavorati. (Senza
che ci siano prodotti finiti, e questo perché quando avvengono lavorazioni a livello industriale si
parla di prodotti industriali). Tutte queste attività il settore primario assume un’importanza
strategica a seconda del luogo dove si trovano per esempio nelle montagne abbiamo delle attività
estrattive maggiori.

Settore secondario
● Sono tutte quelle attività connesse al settore primario, comprendono i processi di
trasformazione industriale dei prodotti derivati del settore primario. E’ uno dei principali
settori produttivi di un sistema economico.
● L’appellativo secondario deriva dal fatto che l'industria rappresenta il secondo stadio dello
sviluppo economico. Un'altra spiegazione è che i prodotti del settore secondario soddisfano
quei bisogni di origine secondaria, che sopraggiungono dopo che si sono soddisfatti i
bisogni primari (alimentazione, casa, sicurezza).
● Il settore secondario si occupa di produrre dei nuovi prodotti finiti da collocare sui mercati
di vendita.

Settore terziario
● Riguarda il commercio, tutto ciò che è connesso al primario e il secondario, ha una grossa
importanza. Comprende l'insieme delle prestazioni rivolte a famiglie ed imprese (escluse
ovviamente le primarie). In altre definizioni è classificato come “settore residuale”
dell'economia comprendente tutto ciò che non è agricoltura e non e industria.
Nel terziario sono incluse aziende molto diverse tra loro e si dividono in due
macrocategorie:
- Servizi destinati alla vendita: comprende commercio, alberghi, servizi pubblici,
comunicazioni, credito, assicurazioni, consulenza, trasporti.
- Servizi non destinati alla vendita: sono inclusi i servizi domestici e le amministrazioni
pubbliche.

Terziario avanzato
● Il terziario avanzato è l'insieme delle attività economiche nei settori delle nuove tecnologie
dell'informazione.
● Appartengono a questo settore le aziende di telecomunicazione , informatica , New media, e
servizi di consulenza. Tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia , il web e il settore
digitale ovvero un nuovo settore ma in esponenziale crescita ed con un elevatissimo
potenziale.
● I paesi che più lucrano con questa economia sono: Norvegia, Stati Uniti, Sudafrica,
Giappone.

Agrobusiness
Si distinguono di norma tre sottosistemi: agricoltura e allevamento, industria, sistema distributivo.
Agricoltura:
Pratica di coltivare il suolo allo scopo di ottenerne prodotti utili all’alimentazione dell’uomo.
Tutto ciò che è inerente col fattore “terra” viene definito processo agricolo.
Industria alimentare:
Si intende indicare una vasta e varia gamma di industrie interessate al trattamento degli alimenti. Si parla di
tutti i processi che portano alla trasformazione che derivano dal settore primario.

Le industrie si distinguono in:


-Industrie di prima trasformazione (es: industria di estrazione degli oli)
-industrie di seconda trasformazione (utilizzano i semilavorati delle industrie di prima trasformazione,
l’industria della birra per esempio)

Distribuzione:
E’ l’elemento che caratterizza maggiormente il sistema agroalimentare, è un fattore in continua evoluzione.
Si dividono in distribuzione organizzata e grande distribuzione:
Distribuzione organizzata: se per esempio, sì fa la spesa in un ipermercato piuttosto che al negozio sotto
casa.

Consumo:
Rappresenta la fase finale e la tipologia di beni consumati, le occasioni ed il luogo di vendita.
Il compratore si sta dirigendo verso il prodotto fresco ed il prodotto innovativo (es: prodotti da
consumo veloce).
Sulla base di questo c’è un decremento di prodotti da consumo immediato (carne, prodotti caseari) e
un forte incremento di prodotti a consumo non immediato (frutta ecc..).
Con l’evoluzione ed il poco tempo a disposizione le persone cercano un pasto veloce e a poco
prezzo.
A ciò aumenta anche la richiesta del prodotto fresco e biologico.
Funzioni raggruppate in:
● Agricoltura ed allevamento
● Industria agroalimentare
● Consumatore: compra direttamente dall’agricoltura per prodotti freschi, dall’industria per
prodotti lavorati, dalla ristorazione per prodotti serviti
● Funzione commerciale: le attività che permettono il passaggio dal produttore al
consumatore e comprendono🡪operazioni materiali: Abbiamo diversi passaggi che
permettono il passaggio dal produttore al consumatore ovvero:

Precommercializzazione: comprendono la scelta, la calibratura il raggruppamento la


standardizzazione e il confezionamento
Stoccaggio: La conservazione di prodotti in magazzino per un breve periodo prima
dell’immissione sul mercato
Trasporto: Portare il prodotto alle migliori condizioni a costi minimi
Commercializzazione: tecniche per la vendita del prodotto che lo rendono più appetibile
come la pubblicità, la promozione, il servizio assistenza clienti ed organizzazione materiale
dei mercati(come i mercati all’ingrosso, mercati al dettaglio ecc)

● Industrie e servizi legati al settore agroalimentare: collegati alle importazioni ed


esportazioni.
Qui si parla di filiere e catene agroalimentari che vanno a condizionare il SISTEMA
AGROALIMENTARE.
FILIERA: Data da Goldberg ne 1968: Ciò che ingloba gli operatori impiegati nella
produzione, trasformazione e commercializzazione del prodotto. Malassis aggiunge che è un
itinerario che segue il prodotto dove coinvolge gli agenti e le operazioni, il cui scopo finale è
quello di portare al consumatore un prodotto che deve avere attributi salutistici, organolettici
e nutrizionali, devono avere anche una sicurezza igienica e deve essere messo in condizioni
tali da consumarsi velocemente, pertanto il produttore deve adattarsi a questi cambiamenti.
Difatti la filiera alimentare diventa catena alimentare quando ad essa si aggiungono: l’utilità
del consumatore, il flusso di merce alla quale corrisponde un flusso di informazioni, rapporti
fra i soggetti interni alla filiera che si influenzano tra loro.
I limiti di una filiera si misurano in base allo spazio (provincia, regione) e tempo (mese anno
ecc.. ).Si considera anche la rintracciabilità del prodotto che è strettamente correlata alla
filiera per una eventuale rintracciabilità del problema che il prodotto dovrebbe creare.

Per una corretta analisi della filiera si devono prendere in considerazione due aspetti:
● Identificazione di prodotti, itinerari, agenti (imprese agroalimentari ed imprese che lavorano
durante la durata della filiera ed infine sindacati e associazioni dei consumatori ecc..),
operazioni
● meccanismi di regolazione (meccanismi che consentono la circolazione di beni e servizi
come ad esempio formazione di prezzi, politiche governative, politiche di enti regionali
nazionali ed internazionali ed i produttori e consumatori che vogliono difendere i propri
interessi).

In una filiera si individuano due sottosistemi:


sottosistema tradizionale (impresa a conduzione familiare)
sottosistema moderno(impresa industriale)

Mercato agroalimentare
L’elemento caratterizzante dell’economia è dato dal mercato. In economia bisogna capire come si muovono
domanda e offerta, e ci vuole uno scambio tra di essi per creare il mercato agroalimentare.
Il mercato agroalimentare è il mercato all’ingrosso.
Quando si parla di mercato, esso è composto da più categorie:
● Monopolio: il mercato è gestito da una sola persona/azienda/società/multinazionale. Per evitarlo è
controllato dall’ Anti Trust che controlla ed evita un innalzamento sproporzionato dei prezzi. I
minopoli sono ad esempio le aziende che hanno dei brevetti e quindi posso produrre solo loro quella
specifica cosa/servizio. Il tabacco è un monopolio di stato, prezzo unico, unico venditore e non esiste
concorrenza.
Per definizione il monopolio è un mercato che tende a morire, perché gli elementi cardine
dell’economia sono l’innovazione e la concorrenza e nel tempo n. la concorrenza va avanti si innova
e riesce a dare ad un prezzo più basso un servizio migliore.
Chi ha un monopolio deve riuscire a mantenere un’innovazione e una qualità sempre maggiore
rispetto la concorrenza, cercando di ampliare sempre il portfolio. Esempi di monopolio (economia
russa, il gas). Un esempio “locale” di monopolio è dato dalle mele Pink Lady che sono brevettate.
Vi è un club ed è il consorzio che dice chi può produrre ma il prodotto è immesso nel mercato da
Pink Lady, è un monopolio perché la mela prodotta è unica. Quest’anno sono state presentate altre
varietà simili alla Pink Lady, ecco perché la concorrenza è la chiave dell’economia e induce al
progresso e crescita.

● Oligopolio: L’oligopolio consiste in pochi venditori e un numero n. di compratori, così che da


mantenere sempre costante il mercato e la concorrenza. Per esempio, un pericolo per le aziende
petrolifere è l’avvento delle “electric car” o i motori ibridi, che stanno prendendo molto piede nel
mercato e andranno a sostituire i motori a disel/benzina. I pochi venditori decido prezzi e quantità.

● Monopsonio: è una forma in cui abbiamo n. venditori ed un solo compratore. Ad esempio, chi ha
dei pannelli solari che producono energia e che tutti venderanno all’unico compratore che è l’ENEL
(una volta sistema statale, ad oggi privato). Questo non è un sistema accettato da tutti e si cerca di
generare uno scambio attraverso accumulatori e non solo con Enel. Quindi l’unico esempio di
monopsonio inizia a vacillare.

● Oligopsonio: è una forma in cui abbiamo n. venditori e pochi compratori. E’ molto diffusa,
pensiamo ai prodotti agricoli, le aziende agricole sono molte ma pochi sono i compratori (operatori
commerciali). I compratori stabiliscono il prezzo.

● Oligopolio bilaterale: è una forma di mercato dove ci sono pochi compratori e pochi compratori.
Rappresenta quasi una forma di equilibrio di mercato tra domanda e offerta. Un esempio ne sono i
prodotti agroalimentari di nicchia.

● Concorrenza: è la forma che più fino ad oggi ambita nel mercato, abbiamo molti venditori e molti
compratori, dove il venditore cerca il massimo profitto, il compratore cerca l’offerta vantaggiosa, in
linea di massima è sempre maggiore il numero di venditori, porta a una polverizzazione dell’offerta.

Le forme di mercato
● Concorrenza perfetta: il prezzo è stabilito da chi offre il prodotto (price-taker) e la scelta delle
quantità da produrre sono scelte su base di calcoli, è un sistema teorico che dipende da domanda e
offerta, a noi serve la concorrenza perfetta per capire come decide e si muove il consumatore.

● Concorrenza monopistica: numero elevato di imprese/prodotto differenziato.

● Oligopolio: interdipendenza tra le decisioni di un’impresa e quelle delle altre che producono lo
stesso bene.

● Monopolio: possibilità di scegliere prezzo e quantità prodotta per massimizzare il profitto.


Impossibilità di ingresso di concorrenti (monopolio naturale e monopolio pubblico).

Complesso agroindustriale e agroalimentare


In molti casi si fa confusione tra i due.
Quando di parla di progresso agroindustriale si intende l’insieme delle attività alimentari e delle attività di
trasformazione delle materie prime agricole a fini non alimentari (silvicoltura, industria del tabacco, cuoio e
pellami, tessile, ecc.)
Quando si parla di progresso agroalimentare si fa riferimento all’insieme delle attività che riguardano i
prodotti alimentari: Produzione (agricoltura, allevamento, pesca), Trasformazione (industria agroalimentare),
Distribuzione (distribuzione alimentare, ristorazione).
Alcuni concetti fondamentali dei processi:
● Tracciabilità (tracking): seguire il prodotto da monte a valle della filiera, con informazioni
incomplete ad ogni passaggio del prodotto.
Ad esempio, delle nocciole vengono trasportate dal campo all’azienda e ci sarà un documento che
certifica; arrivato in azienda viene pesato, pulito e selezionato e ci sarà anche qui un documento; poi
viene impacchettato, stoccato e spedito e ci sarà un altro documento.
Oggi la tracciabilità viene codificata dal sistema ISO.

● Rintracciabilità (tracing): ricostruire la storia del prodotto da valle a monte. Leggere le


informazioni tralasciate ad ogni passaggio dal prodotto, quindi molto più specifico.
Ad esempio, con la rintracciabilità si può scoprire se vi sono state frodi lungo la filiera, attraverso
essa si può verificare anche se vi è stata una tracciabilità corretta e/o veritiera.
Questo sistema è immediato e sicuro.

● Funzione della rintracciabilità: -


1-Ritrovare l’origine e le caratteristiche dei prodotti in ogni punto della filiera in modo da
identificare problemi di qualità (rintracciabilità ascendente).
2- Localizzare i prodotti in ogni punto all’interno dei canali di distribuzione determinandone
provenienze e destinazioni per gestire il loro ritiro in caso di crisi (rintracciabilità discendente), crisi
del processo di trasformazione, lotto di prodotto con caratteristiche che possono minacciare il
consumatore.
3- Agevolare l’identificazione e il controllo di effetti indesiderati e a lungo termine sull’ambiente e
sulla salute di persone ed animali.
4- Dare informazioni e “rassicurare” il consumatore.

Classificazione prodotti agro-alimentari


I prodotti agroalimentari possono essere classificati in gamme, dove al crescere delle gamme aumenta il
livello di industrializzazione del prodotto.
● 1 GAMMA: prodotti freschi
● 2 GAMMA: prodotti in scatola (pesce/carne in scatola, verdure/ortaggi/legumi in scatola, latte
liofilizzato). Questa tipologia di prodotti nasce verso la Seconda guerra mondiale, quando i soldati
avevano il bisogno di provviste che si potessero conservare nel lungo tempo.
● 3 GAMMA: prodotti surgelati. Molto utilizzato al giorno d’oggi, nato per gestire l’eccesso di
prodotto e conservarlo nel tempo per consumarlo in un altro periodo. Oggi vi sono industrie che
trattano solo prodotti surgelati e non anche freschi.
● 4 GAMMA: prodotti pronti per il consumo. In Gran Bretagna il 40% della frutta consumata fa parte
della 4 gamma. Es. (ananas già tagliata, anguria già tagliata, insalata imbustata). Dal punto di vista
economico rappresenta un grande guadagno, poiché il prezzo di questi prodotti essendo già pronti
per il consumo costano anche il triplo del loro effettivo valore. Questi prodotti molte volte non
arrivano nemmeno da coltivazione italiane, ma provengono d altri stati (Francia, Spagna) e pertanto
non possono essere considerati ECO.
● 5 GAMMA: prodotti precotti e confezionati.

Principi fondamentali della teoria Neoclassica


● Razionalità del consumatore= consumatore è un individuo razionale, cerca di
massimizzare La sua utilità in base al reddito a disposizione
● Trasparenza del mercato o alternatività= il consumatore è perfettamente in grado di
riconoscere l’utilità che un determinato prodotto genera e conosce esattamente tutte le possibili
alternative di scelta
● Principio dell’utilità marginale decrescente= maggior aumento dell’utilità nel primo
consumo rispetto l’aumento dato nel secondo consumo
● Omogeneità= consumatori tutti uguali (stessi gusti), quindi si comportano nello stesso modo e
non ci sono differenze di qualità
● Consumatore poco razionale= scelta influenzata da altri fattori come gusto, aspetto
nutrizionale e Convenienza
● Prodotto alimentare= è un prodotto composto, contiene una multitudine di servizi (proprietà
caratteristica) e il consumatore non ha prima conoscenza di tutte le alternative possibili
● Un prodotto della prima utilità viene stabilito solo dopo il consumo quelle acquistate sono
aspettative o informazioni
● Approccio Lancaster (1996)= l’utilità non si esprime in termini di qualità di prodotto,
bensì in termini di quantità di caratteristiche del prodotto
● Modelli di consumo alimentare
● Malassis (1997) propone un’analisi di consumo del prodotto Tradizionale, Agroindustriale e di
Sazietà
● Metodo tradizionale= metodo meno evoluto, si ha necessità di reddito, No consumo (es
periodo dopo guerra), Domanda=Offerta, consumo più per sfamarsi che per soddisfarsi
● Metodo agroindustriale= perdita del legame consumatore-natura, alto profilo energetico,
sofisticazione dei prodotti, +scambi, +consumo di Massa, migrazione, eccesso di prodotto
● Modello sazietà= il reddito non esplica il consumo alimentare, ricerca di beni di qualità,
aumento % dei prodotti agroindustriali su quelli agricoli (verso il 100%), richiesta prodotti elaborati
e differenziati (time-saving)
● Legge di Engel= è una legge economica, che indica che la proporzione del reddito di una
famiglia consacrato all'alimentazione, diminuisce quando il reddito aumenta. (fonte wikipedia)

PIL (prodotto interno lordo)


Il PIL rappresenta la ricchezza del Paese, è un qualcosa di strategico e si esprime in percentuale.

Viene calcolato in base all’anno precedente (sotto forma di percentuale), nel caso in cui il PIL non cresce
rispetto all’anno precedente significa che anche l’economia non è cresciuta e si va incontro ad un processo
di “stagnazione”.
Il sistema agroalimentare pesa sul PIL per il 4,2%, dunque 65 miliardi di euro. Si definisce interno perché
riguarda la produzione sul territorio sia da imprese estere che da imprese nazionali, se invece si tengono in
considerazione solo le imprese nazionali allora si parlerà di PNL.

Il PIL può essere nominale o reale, nominale quando si considera il prezzo corrente, reale quando invece si
considera il prezzo tenuto costante.
Quando il potere d’acquisto della moneta diminuisce si parla di un fenomeno di inflazione. L’inflazione si
calcola in base al calcolo di un paniere di beni e servizi.

IL PREZZO è SEMPRE DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALLA DOMANDA (aumenta la domanda, aumenta


il prezzo… diminuisce la domanda, diminuisce i prezzo).
Esistono 3 modi per calcolare il PIL: metodo della spesa, metodo del reddito (non si utilizza molto) e
metodo del valore aggiunto.

PIL PRO CAPITE


Si ottiene dividendo il PIL per la popolazione e fornisce una misura del benessere medio dei cittadini.
Ovviamente il PIL non tiene in considerazione l’economa sommersa.

PIL AL COSTO DEI FATTORI


Permette di esplicitare il sistema di cassazione al sistema Stato e quindi quanto questo influisca nel PIL
stesso.

PIL (prodotto interno lordo)


Il PIL rappresenta la ricchezza del Paese, è un qualcosa di strategico e si esprime in percentuale. Viene
calcolato in base all’anno precedente (sotto forma di percentuale), nel caso in cui il PIL non cresce rispetto
all’anno precedente significa che anche l’economia non è cresciuta e si va incontro ad un processo di
“stagnazione”. Il sistema agroalimentare pesa sul PIL per il 4,2%, dunque 65 miliardi di euro. Si definisce
interno perché riguarda la produzione sul territorio sia da imprese estere che da imprese nazionali, se
invece si tengono in considerazione solo le imprese nazionali allora si parlerà di PNL.
Il PIL può essere nominale o reale, nominale quando si considera il prezzo corrente, reale quando invece si
considera il prezzo tenuto costante.
Quando il potere d’acquisto della moneta diminuisce si parla di un fenomeno di inflazione. L’inflazione si
calcola in base al calcolo di un paniere di beni e servizi.
IL PREZZO è SEMPRE DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALLA DOMANDA (aumenta la domanda, aumenta
il prezzo… diminuisce la domanda, diminuisce i prezzo).
Esistono 3 modi per calcolare il PIL: metodo della spesa, metodo del reddito (non si utilizza molto) e
metodo del valore aggiunto.
PIL PRO CAPITE
Si ottiene dividendo il PIL per la popolazione e fornisce una misura del benessere medio dei cittadini.
Ovviamente il PIL non tiene in considerazione l’economa sommersa.

PIL AL COSTO DEI FATTORI


Permette di esplicitare il sistema di cassazione al sistema Stato e quindi quanto questo influisca nel PIL
stesso.

Distribuzione del reddito


Ovvero com’è strutturata nella vita reale.
All’interno dell’economia reale noi abbiamo ufficialmente due elementi:
Che vengono distinti in imput e output.

Gli imput(entrata)
Dal punto di vista dei fattori della produzione che sono il lavoro, i beni di produzione ad uso
durevole vengono definiti anche beni ad utilità ripetuta cioè “l’utilità non si esaurisce con il
consumo unitario” per esempio gli impianti o macchinari, poi ci sono beni di produzione ad uso
immediato che a differenza di quelli precedenti sono ad “utilità unica” cioè, una volta utilizzati
finiscono, e sono ad esempio le materie prime, oppure c’è la natura per esempio l’energia solare.

Output(uscita)
Dal punto di vista dell’uscita abbiamo classificato i settori in:
-primario ovvero per esempio beni di produzione o i beni di consumo nel nostro caso
nell’agricoltura, -settore secondario beni di consumo come per esempio gli automobili o i beni di
produzione come per esempio gli impianti ovvero le industrie.
-settore terziario ovvero i servizi destinati alla produzione come per esempio trasporti e i servizi
destinati al consumo come per esempio il turismo più nello specifico tutto ciò che non è e che non
fa parte del settore primario del settore secondario.
-settore terziario avanzato che è quello che fa parte delle nuova economia ovvero quel processo
che è dato dalla digitalizzazione.
Di conseguenza quando parleremo adesso di produzione li accomunaremo all’output ovvero un mix
di imput in base alla produzione, che darà lo collegheremo o al settore primario, o a quello
secondario o a quello terziario.
Ancora più nello specifico tutto ciò che accomunerà input e output è l’impresa (l’imprenditore) più
nello specifico l’impresa combina ed organizza i fattori della produzione.

Fattori della produzione


Sono la natura, e quindi tutto ciò che ne deriva: terra legname ed energie naturali, non sono
utilizzabili allo stato puro ma devono essere trasformati in modo da poter essere immessi nel ciclo
produttivo ed hanno la caratteristica di non essere riproducibili.
Per esempio, il problema della sovrappopolazione nel futuro con il fatto che gli elementi che
provengono dalla natura non sono riproducibili, porterà ad un vero e proprio problema, possiamo e
dobbiamo limitare questo esaurimento dei prodotti della natura attraverso due fattori:
uno più noto: economia circolare (la maggior parte delle volte vengono prodotti degli scarti che
non vengono utilizzati) es filiera agrumicola.
ed uno meno noto: L’innovazione come ridurre per esempio fattori primari.
Capitale
Possiamo definirlo non solo come un flusso di tipo monetario, ma anche come bene, ovvero, è
l’insieme dei beni di produzione, quindi ad uso durevole; per esempio gli impianti o le macchine, il
cosiddetto capitale fisso, oppure ad uso immediato come le materie prime e semilavorati quindi il
capitale circolante.
Il capitale reale lo intendiamo come l’insieme di beni impiegati ai fini produttivi.
Il capitale monetario è l’insieme dei mezzi monetari; quindi denaro, depositi bancari che sono
necessari all’acquisto del capitale reale.

Lavoro dell’imprenditore
L’imprenditore possiamo paragonarlo a un regista è composto da diversi fattori:
-il lavoro organizzativo: che consiste in molte iniziative si parte dall’assunzione dei lavoratori,
fino ad arrivare alla decisione della quantità da produrre e dei beni o servizi da produrre.
-il rischio economico: di non riuscire a vendere quanto prodotto o comunque a venderlo a prezzi
inferiori ai costi.
-l’interesse: ovvero il risparmio investito nell’impresa.

Le imprese
Possiamo definirle semplicemente come gli organismi che hanno lo scopo di conseguire un
risultato produttivo combinando diversi fattori tra loro.
Decidono anche le strategie da adottare sul mercato, organizzano la distribuzione commerciale e la
pubblicizzano.

Distribuzione del reddito


Fa parte del flusso circolare di fatti per produrre è necessario:
Acquistare le materie prime, retribuire i soggetti economici che hanno prestato il loro lavoro
nell’impresa e che devono soddisfare i loro bisogni attraverso il consumo (scambio), pagare un
interesse ai risparmiatori e (cioè all’acquisto dei beni di produzione), garantire un compenso a chi
ha messo a disposizione per esempio la propria terra da coltivare, remunerare l’imprenditore per il
lavoro da lui organizzato e quindi anche per il rischio da lui sofferto attraverso l’esposizione
finanziaria.

Distribuzione funzionale
La differenza tra imput ed output genera un valore aggiunto (output meno imput).
È proprio il valore aggiunto a generare i salari, le rendite, gli interessi e i profitti.
Da questi si generano dei tributi che andranno alla pubblica amministrazione: spese di gestione dei
servizi pubblici oppure le spese di trasferimento.

Distribuzione personale del reddito


E quel procedimento attraverso il quale la ricchezza viene ripartita tra tutti i soggetti infatti per
esempio l’impiegato non consegue solamente un salario, ma un salario più un’interesse più un
profitto.

Reddito nazionale lordo (RNL)


È un’indicatore che si ottiene sommando tutti redditi percepiti in un anno dai soggetti di una
collettività nazionale (stipendi rendite e salari interessi e profitti).
Reddito nazionale lordo=prodotto nazionale lordo
Consumo,risparmio,investimento

Risparmio
È quella parte di reddito non destinata al consumo; in altre parole, è la differenza tra il reddito che
guadagniamo e il reddito consumato.

Investimento
È quel processo attraverso il quale il risparmio viene impiegato ai fini produttivi.se noi risparmiamo
reddito lo impiegheremo sottoforma di beni di produzione si dice difatti che esso viene investito,
investimenti consentiranno la formazione del capitale è un fattore della produzione.
Possiamo distinguere investimenti in:
Fissi: se concorrono alla formazione del capitale fisso quindi beni di produzione ad uso durevole.
Capitale circolante: Beni di produzione ad uso immediato (scorte).

L’inflazione
È la tendenza verso un continuo aumento del livello generale dei prezzi, che si aggiorna
costantemente.
Essa fa aumentare il livello dei prezzi con ritmo cumulativo da un lato, dall’altro lato fa abbassare il
prezzo della moneta e del suo potere d’acquisto.
Cause dell’inflazione:
Ci sono dei fenomeni concomitanti, quando c’è crescita economica per definizione cresce
l’inflazione.
Dal momento che questo fenomeno avviene in concomitanza può essere causata principalmente
dall’inflazione da costi.
Quantità della domanda, valore della moneta e costo delle materie prime.

Potere di acquisto di una moneta:


Il «potere d'acquisto di una moneta» indica la quantità di beni e servizi che può essere
comprata con una determinata quantità della moneta in oggetto.
Al diminuire del livello dei prezzi (deflazione) aumenta il potere d'acquisto della moneta

Gli effetti sulla distribuzione tra salari e profitti:


Se i prezzi tendono ad aumentare con ritmo serrato, gli adeguamenti dei salari monetari scattano
solo periodicamente.
Per questa ragione lungo il periodo di tempo che intercorre tra gli incrementi dei prezzi e
l’adeguamento dei salari il potere di acquisto delle retribuzioni (salario reale) diminuisce.
Viceversa gli imprenditori possono trarre dei vantaggi economici dall’inflazione ma solo a livello
temporale. infatti essi operano prevalentemente con denaro preso in prestito che rimborsano in
moneta deprezzata.
In sostanza la differenza del potere di acquisto che la moneta aveva quando il prezzo è stato
contratto e quello risultante al momento del rimborso costituisce un guadagno immeritato (rendita
da inflazione).
I prezzi aumentano più velocemente dei costi di produzione.
Gli effetti sulla distribuzione tra soggetti a reddito fisso e soggetti a reddito variabile.
L’inflazione genera una limitazione dei salari monetari, non di quelli reali che vengono perciò
maggiormente tassati.
Questo fenomeno economico finanziario prende il nome di fiscal drag o drenaggio fiscale.
Le politiche fiscali possono essere per es. le politiche fiscali espansive.

GLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE SULL’ATTIVITA’


DELLE IMPRESE
In periodi di alta inflazione gli operai difficilmente progettano programmi a lungo termine, perché il
continuo incremento dei prezzi rende il futuro dell’economia incerta e instabile. In tali periodi le
imprese preferiscono investire in scorte piuttosto che in immobilizzazione. scorte= beni di
produzione a uso immediato. Situazione ciclica.
Ogni 10-15 anni c’è sempre una crisi economica, seguito da misure fiscali espansive, porta alla
ridefinizione di alcuni equilibri. Incentivi, costo lavoro basso etc...
Una continua inflazione rende più difficili gli scambi internazionali. Rende i prodotti nazionali
costosi, poco competitivi on quelli esteri. Cosi risulteranno favorevoli le importazioni e sfavorevoli
le esportazioni.
Quando cresce l’inflazione aumentano pure il valore degli interessi a tutti coloro i quali hanno
prestiti obbligazionari, libretti di risparmio, conti correnti.
Il deprezzamento della moneta non vale su queste cose xk potrebbe verificarsi un tasso nominale
inferiore all’inflazione
L’inflazione non favorisce il risparmio di attività finanziarie a reddito fisso;
mentre favorisce il risparmio impiegato in titoli a reddito variabile (azioni) e le operazioneìi
speculative, anche l’esportazione di capitali nel caso in cui i tassi reali all’estero siano piu alti (oro,
immobili, quadri imp)
nei periodi caratterizzati da inflazioni fa si che aumenti la domanda di questi beni e ne aumenta
anche il valore.
L’inflazione però genera squilibri tensioni tra i membri della collettività, frustrazioni e marca le
diseguaglianze per questo si generano le POLITICHE ANTI-INFLAZIONISTICHE, necessario per
limitare l’inflazione. (politiche restrittive, tassazione, politiche che promuovono la limitata crescita
economica, è come un paradosso ma questo serve a riequilibrare piano piano)
DEFLAZIONE
Chiaramente il contrario di inflazione, è un fenomeno di macroeconomia La prolungata riduzione
dei prezzi dei prodotti e servizi. La deflazione però è accompagnata da una scarsità di moneta
circolante è una conseguenza e\o sintomo di cisi economica. Aumento delle offerte, con domanda
ridotta porta a una difficolta nella riduzione dei prezzi.
A primo impatto la deflazione potrebbe sembrare una condizione positiva (per via del fatto che i
prezzi e servizi sono abbondanti e meno costosi), ma chiaramente non è così. La deflazione è
sintomo di crisi, indice di un cattivo stato di salute de un sistema economico e\o finanziario.
Più c’è deflazione, più crisi, meno crescita economica, meno circolazione di denaro =problema
economico.
Crisi in economia si chiama RECESSIONE. Quando si parla di recessione diciamo che è una
condizione macroeconomica caratterizzata da livelli di produttività PIL più bassi di quelli ce si
potrebbero ottenere usando completamente in maniera efficiente tutti i fattori produttivi a
disposizione in contrasto al concetto di crescita economica.
C’è una differenza tra recessione e crisi economica. <1% crisi economica. >1% recessione. (pil da
un anno all’altro). Se il pil diminuisce più dell’1% parleremo di recessione.
Sintomi delle fasi di recessione: - diminuzione del tasso di crescita della produzione
- Disoccupazione
- Riduzione della domanda di beni e servizi
- Stagflazione (paradosso economico)

STAGFLAZIONE situazione in cui si hanno sia inflazione che una mancanza di crescita
economica. è una stagnazione economica. Stagnazione + inflazione.
Si tratta di una situazione anomala in quanto con una inflazione ci si aspetta un aumento dei prezzi,
mentre qui i prezzi aumentano poco se non addirittura si riscontrano scenari di deflazione.
Condizione teorica ma che si puo manifestare in particolari situazioni.
Esempio: anni 70 crisi petrolifera.
COMPRARE ALL’ESTERO LA VALUTA SARA CON LA MOETA DEL PAESE, POI SARA
NECESSARIO UN CONCAMBIO CIOE IL CAMBIO DELLA MONETA,. Si possono fare
acquisti a valuta protetta, cioè quando io compro quel prodotto in giornata x, il valore non cambia
resta quello anche se c’è una svalutazione della moneta.
COMMERCIO INTERNAZIONALE A un paese non conviene impiegare le proprie risorse per
produrre beni verso i quali non ha alcuna predisposizione poiché otterrebbe prodotti di scarsa
qualità a costi elevati.
Ogni paese ha l’interesse a specializzarsi, mentre per i prodotti che non gli conviene può benissimo
importarli. (es la Francia ingrassa suini, Italia produce insaccati importando suini grassi)
Il commercio internazionale sorge quindi per effetto dell’estensione su vasta scala del principio
della specializzazione del lavoro.
Es. un telefono, i vari pezzi provengono da paesi diversi, poi vengono assemblati.

VANTAGGI DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE


Permette di attuare un’estesa specializzazione del lavoro. Ogni Paese è messo nella condizione di
fabbricare a minori costi i beni che gli conviene produrre (con vantaggio sia da parte dei
consumatori e sia nella competitività). questo porta a un soddisfacimento dei bisogni al minor costo,
con soddisfacimento del consumatore.
Teoria produttivistica senza tener conto del parametro qualità, consente di allocare al miglior modo
le risorse.
LA Italia che tipo politica commerciale ha? Non vi è proprio una risposta.
Esistono accordi, forme di libero scambio.
Unione europea è un aggregato dove vi è il libero scambio tra le merci, con la stessa valuta
Max libertà di scambio, maggiore sviluppo, maggiore crescita economica e generale.
L’UE si basa sugli scambi senza limitazione. Questo è valido al 99% ci sono clausole particolari.
Paradossalmente non è unico, esistono regole e norme che differenziano tra stato e stato. Ci sono
casi o determinati prodotti sono limitati x delle regole. (ad esempio la presenza di determinate
molecole che in agricoltura in certi paesi sono liberi e in altri no).
Per rispetto tra i paesi non esportano prodotti con sostanze vietate in un altro paese, chiaramente è
una condizione reciproca.
In generale è un grosso contro per alcuni tipi di prodotti.
I liberisti propongono una politica di non intervento dello stato nei rapporti commerciali tra i paesi,
max libera di scambio.
Liberismo porta sicuramente Maggiore scambio, max innovazione, maggiore sviluppo per cui
maggiore crescita economica.
Mentre una politica protezionistica (simile al monopolio) se non competi esci dal mercato.
POLITICA COMMERCIALE PROTEZIONISTA tende a limitare il più possibile le importazioni e
ad incrementare le esportazioni. Si genera una protezione commerciale abbastanza scaglionata.
Vengono imposte soglio
es.
1) il Marocco puo esportare 1 milione di tonnellata di pomodori all’anno in europa. Superata questa
soglia dovrà pagare un dazio al kg xk creerebbe uno squilibrio)
2) il Marocco puo esportare 2mln tonnellate di pomodoro ma nel caso in cui il prezzo di vendita è
inferiore a 50 cent, il dazio sarà di 20 cent
3) scambi fra il sistema paese, marocco esporta pomodoro e io in cambio italia esporta tecnologie e
macchinari agroindustriali.

In Marocco le regole e norme sono meno restringenti rispetto in Italia. Piu norme= garanzie e
rintracciabilita per i consumatori. Piu libertà significa che il lavoro costa meno. Piu è normato piu è
costoso
Vantaggi del Protezionismo
- protegge l’industria nascente
- sostiene i settori in crisi
- tutela dagli effetti del dumping

DUMPING consiste in una particolare strategia commerciale basata sulla diversificazione dei prezzi
di vendita praticati dalle imprese. Esportazione di merci a prezzi piu bassi di quelli praticati sul
mercato (o addirittura sotto costo) da parte di soggetti gia padroni del mercato interno,
generalmente condotto con l’appoggio dello stato, col fine di impadronirsi del mercato estero.
Il dumping permette di esportare a prezzi bassi ha un effetto boomerang crea un danno al sistema
paese, che poteva aumentare all’interno del paese stesso e non uno estero.

STRUMENTI DEL PROTEZIONISMO


- dazi doganali o tariffe doganali. Vengono imposte sulla merce nel momento in cui varca il confine
dello Stato.

I dazi possono essere protettivi o fiscali. Protettivo ad esempio che non possono entrare certi
prodotti. Fiscale che aggiunge una tassazione al bene.
Per quanto riguarda i criteri di commisurazione, possono essere specifici se proporzionali al peso,
alla quantità al numero di prodotti.
Oppure ad valorem se commisurati al valore effettivo della merce
E viene stabilita una quota base.
In Italia vi è il dazio ad valorem e le aliquote variamo in relazione al Paese di provenienza delle
merci.
Gli stati al fine di evitare\limitare danni causati dal commercio, si accordano reciprocamente su
AGEVOLAZIONI DOGANALI, come ad esempio “importazioni temporanee in franchigia” e il
“drow back”
Al fine di agevolare le importazioni o esportazioni.
Importazione temporanee in franchigia & drawback: quando un bene viene introdotto
momentaneamente nel territorio nazionale per essere sottoposto a lavorazioni o a manipolazioni e
per essere successivamente riesportato, l’importatore puo essere esentato dal pagamento
dell’imposta, purchè vengano rispettati norme di tali operazioni.
Io faccio entrare un prodotto che deve essere trasformto e per farlo uscire di nuovo non è necessario
ripagare il dazio
CONTINGENTI DI IMPORTAZIONE
Sono limiti quantitativi imposti all’importazione di determinate merci. (es. il Giappone non può
importare piu di 3mila motociclette)
I contingenti si stabiliscono con delle licenze di importazioni, questi precisano i massimali
quantitativi.
I sussidi statali delle imprese nazionali e i premi all’esportazioni.
Sono provvedimenti che i governi adottano per sostenere le imprese, al fine di consentire una
riduzione dei loro costi di produzione e quindi di esportazione.
Lo stato crea agevolazioni che si possono concretizzare in:
- agevolazioni creditizie (prestiti a basso tasso di interesse)
- agevolazioni fiscali (detassazione)
- rimborso di imposte
- finanziamenti di piani di ristrutturazione delle imprese.

Altre forme di protezionismo


I controlli doganali… sulle merci, sugli imballaggi, riguardo norme igienico sanitarie etc…
Chi si occupa degli scambi bilaterali interazioni sono le organizzazioni internazionali
- wto
- unctad
- ocse
- fao
- ceca e la cee (ora unione europea)
- G8

Accordi fondamentali a scambio internazionale, x uno sviluppo dei singoli paese di politiche rivolte
allo scambio dei singoli paesi.
Tutto ciò che avviene nel commercio internazionale è frutto di uno scambio tra i paesi.

BENI E SERVIZI - BISOGNI ECONOMICI


I bisogni economici, sappiamo benissimo che uno delle cose fondamentali è che ci possono essere dei beni
che possono essere: ECONOMICI E NON ECONOMICI, anche se uno degli aspetti fondamentali dei beni che
venivano considerati NON ECONOMICI, iniziano a essere valutati come beni che hann un loro valore che
deve essere tutelato; e sono quelli disponibili in natura in quantità illimitata ( aria, acqua, luce del sole)
PERCHè l'uomo ne usufruisce senza pagare. Ma L'INQUINAMENTO E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, sta
portando sicuramente a qualcosa che fino a qualche tempo fa era marginale, adesso invece stanno
condizionando il futuro dell'umanità. questo perchè anche in chiave economica iniziano ad esserci delle
valutazioni che riguardano l'ESTIMO, ovvero la valutazione che ti permettano anche di valutare tutto ciò
che per definizione viene definito come un bene NON ECONOMICO. per cui anche un parco che è un bene
fruibile dove non paghi per la fruizione, oppure l'acqua del mare non paghi per farti il bagno perchè fa parte
del sistemo stato, ma guardacaso anche se non parte dei beni ECONOMICI, comunque inizia ad esserci una
valutazione di questi beni; perchè quando andiamo a valutare tutto ciò per evitare l'inquinamento,
dobbiamo apporre tutta una serie di investimenti economici che sicuramente aiutano a dare un canone per
tutta la comunità, come il depuratore ecc. quindi parliamo di costo INDIRETTO, e non DIRETTO al fine di
continuare ad usufruire e beneficiare del bene, diventando però limitato proprio perchè inquinato. I beni
pubblici ovvero l'acqua che è un bene in quantità illimitata, diventa qualcosa che assume un valore
INDIRETTO per la tutela e le azioni che tu attui per limitare l'inquinamento, così come per l'aria, e quindi
comunque un COSTO ma INDIRETTO. Ma dal punto di visto ECONOMICO sono tutti BENI NON ECONOMICI.

I BENI ECONOMICI, per definizione sono quelli presenti in quantità contingentata, con una variabile, la
variabile TEMPO che è fondamentale perchè in un determinato momento un bene può essere
CONTINGENTATA, e quindi non avere un valore di rilievo. Per esempio: l'acqua per l'irrigazione dei campi
sicuramente ha un valore, in base ai costi di distrubizione, ma se questa quantità di acqua viene limitata,
ovviamente il valore cresce nel tempo. Nella definizione di un bene economico esiste un equilbrio tra
domanda e offerta, ma anche del tempo, ovvero il momento in cui avviene, cioè un momento ben preciso
di quanto avviene. il tempo assume un significato strategico nella valutazione economica.

CARATTERI DEI BENI ECONOMICI


un bene viene considerato economico quando presenta il requisito di:1) SCARSITA', ovvero in natura si
trova in quantità limitata rispetto al bisogno. quando qualsiasi bene è limitato, si genera il BISOGNO, e
questo genera sicuramente un DESIDERIO, e quindi il significato del BENE ECONOMICO. un esempio è
l'acqua, la luce del sole o l'aria. 2) L'UTILITA', in quanto deve essere in grado di soddisfare un determinato
bisogno in un determinato momento. Un bene è UTILE, se in quel momento mi serve, perchè in quel
momento ho la sua massima utilità. Il valore dell'utilità non è solo dato dal valore intrinseco del bene ma
anche dal momento in cui si detetermina il bisogno. 3) REPERIBILITA': ovvero deve essere possibile entrare
in possesso di tale bene sia da un punto di vista fisico che economico. se quel bene riesco ad averlo in una
condizione e permette di averlo direttamente, se no non farebbe parte del bene economico e della
disponibilità reale. il POSSESSO è un bene importante. questa è una condizione che dal punto di vista
economico può essere contestualizzata in momenti diversi perchè un bene economico può entrare in
possesso in base al tempo. e quindi il possibile o impossibile utilizzo. (posso essere povera oggi, e quindi
non posso acquistare una macchina, ma domani posso vincere al superenalotto e comprarla)

I BISOGNI E I BENI
quando i beni si presentano in condizioni di scarsità sono detti BENI ECONOMICI. l'OGGETTO
DELL'ECONIMIA sono i BENI ECONOMICI che si possono classificare in base ai CARATTERI che possono
essere di RARITA', UTILITA' E ACCESSIBILITA'.

CLASSIFICAZIONE DEI BENI ECONOMICI


I beni economici li possiamo suddividere in queste macroeconomie in base se sono : MOBILI, quello che
può essere trasferito senza nessun problema e senza nessuna traslazione fisica, tutto ciò che è strumentale.
IMMOBILE, invece rappresenta il capitale terra, casa, magazzino, tutto ciò che non può essere trasferito. dal
punto di vista economico è importante perchè introduce IL BILANCIO, STATO PATRIMONIALE, CONTO
ECONOMICO. L'aspetto importante che fa parte di un impresa , quando si parla di STATO PATRIMONIALE, è
il PATRIMONIO che costa principalmente degli IMMOBILI in esso presente, è una cosa che da valore
all'impresa, in parte anche il PATRIMONIO MOBILIARE. MA questa classificazione permette di capire cioè
come si può classificare un bene economico dal punto di vista economico. poi si classificano in
STRUMENTALI E DI CONSUMO, ovvero quando hanno un utilità unica, le inseriamo nel processo dove si
consumano. strumentali, beni che inserisco nel processo produttivo e non si sprecano con un solo utilizzo. e
infine si possono classifica in SUCCEDANEI, cioè sostitutivi, nel senso che puoi utilizzare un elemento
rispetto che un altro. ( un'arancia rispetto ad una banana, quindi un frutto per un'altro frutto) .
COMPLEMENTARI, invece quando uno è funzionale dell'altro. (bicchiere con l'acqua, il bicchiere è
funzionale per contenere l'acqua).

CLASSIFICAZIONE DEI BENI ECONOMICI


ACCESSIBILITA'; DUREVOLE (STRUMENTALE)= perchè può essere utilizzato piu volte; NON DUREVOLE(DI
CONSUMO)= perchè non ha un utilizzo ripetuto, ma unico; BENI COMPLEMETARI; PRODOTTI SURROGATI
SUCCEDANEI = soddisfano lo stesso bisogno; CONGIUNTAMENTE= barattolo di salsa con il tappo, il
barattolo non può funzionare senza tappo, l’uno è funzione dell’altro.

STRUMENTALI= che possono essere durevoli che trasformano un bene in diretto e indiretto, e permette di
trasformarlo in una forma rendendolo fruibile( frutto) e NON DIRETTO che genera il bene economico. ( la
farina che serve per fare il pane) UTILE= limitata( soddisfare solo un bisogno) e illimitata.

La classificazione dei beni economici dal punto di vista economico è in base alle diverse aree di
competenza. Quindi DUREVOLI E NON DUREVOLI, CONGIUNTAMENTE O NON CONGIUNTAMENTE,
COMPLEMENTARI O NON COMPLEMETARI, STRUMENTALI O DI CONSUMO, DIRETTI E INDIRETTI, LIMITATA
O ILLIMITATA.

I BISOGNI
possono essere classificati in PRIMARI, SECONDARI, INDIVIDUALI E COLLETTIVI.

PRIMARI = vengono definiti quelli fondamentali per la sopravvivenza che non è solo l’alimentazione, ma
anche ad altri aspetti, come l’ISTRUZIONE, SANITA’ che viene data dalla collettività che ti aiuta a superare
diversi ostacoli. SECONDARI = quelli non legati alla sopravvivenza dell’uomo, quindi non fondamentali,
collegati al benessere, come andare dall’estetista o barbiere, andare in vacanza. Sempre dal punto di vista
didattico ed economico, perché in molti casi un bisogno secondario può diventare primario in base alla
situazione del singolo individuo e alle sue esigenze, perché se il soggetto non riesce a stare bene con se
stesso, non riesce a sostenere la sua vita e quindi non attuare i bisogni primari. Quindi vediamo che questa
classificazione può mutare nel tempo, non è un confine INVALICABILE.

INDIVIDUALI= quando il beneficio lo ha la singola persona COLLETTIVI= l’istruzione e che fa parte del
sistema PAESE e del COMPLESSO.

Questo non significa che un bene PRIMARIO sia INDIVUALE, per cui non c’è NESSUN COLLEGAMENTO FRA
DI ESSI.

CARATTERISTICHE DEI BISOGNI ECONOMICI


I bisogni economici posso essere classificati in:

ILLIMITATI= infiniti, e questo deriva al fatto che cambiano le esigenze, disponibilità, un continuo mutare, ed
oltre al mutare; SOGGETTIVI= cambiano da persone a persona, quindi chi la vuole in un modo e chi in
un’altro, sono bisogni che non devono solamente soddisfare il bisogno classico, perché ci saranno quelli che
vorranno per esempio la passata di pomodoro normale, datterino giallo, datterino rosso, quello biologico,
per soddisfare i bisogni di tutti e i gusti di tutti, ma anche in quantità, con le confezioni particolari, in base al
bisogno. ; RELATIVI= cambiano nel tempo, cioè e nello spazio ; SAZIABILI = diminuiscono man mano
quando vengono soddisfatti ; RISORGENTI= dopo che vengono soddisfatti possono ritornare, questione di
mode, di esigenze, che possono portare a delle caratteristiche che possono essere caraterizzate in
risorgenti.

Poi abbiamo un’altro tipo di classificazione che si dividono in : primari,secondari, individuali, quindi non
considera i soggettivi, o se no i beni vengono classificati in di denaro, durevoli, non durevoli, ecc.. quindi
possiamo vedere che può cambiar in base al contesto, situazione, e quindi possiamo notare che ci sono
diverse classificazione.
In questo caso i COLLETTIVI si suddividono in PUBBLICI, cioè vengono assolti dallo STATO. Quindi possiamo
considerarla una SUBCLASSIFICAZIONE che viene fatta, un ulteriore classificazione e identificazione dei
BISOGNI ECONOMICI. Questo sta a significare che il grado di CLASSIFICAZIONE può crescere in base a tutto
una serie di elementi.

Un’altra classificazione è fatto per i BENI ECONOMICI E BISOGNI ECONOMICI

BENI ECONOMICI= SCARSI,UTILI,REPERIBILI. Possono essere DUREVOLI E NON DUREVOLI, DI CONSUMO E


STRUMENTALI, COMPLEMENTARI E SUCCEDANEI.

In Base alle necessità di scelta,I BISOGNI ECONOMICI possono essere connessi al LAVORO, PRODUZIONE,
CONSUMO E RISPARMIO E INVESTIMENTO. O se no possono essere classificati come INDIVUALI O
COLLETTIVI, SPONTENEI O INDOTTI, PRIMARI O SECONDARI, LIMITATI, RELATIVI, SOGGETTIVI, SAZIABILI E
RISORGENTI.

I SERVIZI
che sono considerati come se fossero dei beni, vengono classificati in SERVIZI PRIVATI E PUBBLICI.

I SERVIZI PUBBLICI a sua volta si differenziano in : GENERALI( rivolti a tutta la collettività) E SPECIALI( rivolti a
determinate categorie).

I bisogni economici
I bisogni economici sono il desiderio di un oggetto economico che si può ottenere con la propria attività, allo
scopo di procurarsi o mantenere una sensazione piacevole o di farne cessare una penosa.
I beni economici sono:
- Soggettivi, perché i bisogni di uno sono diversi dai bisogni di un altro;
- Illimitati, perché la quantità di prodotti e desideri sono infiniti;
- Saziabili, perché ogni bisogno, se considerato isolato e con la disponibilità dei mezzi necessari, può
essere totalmente soddisfatto;
- Riproducibili, perché dopo un periodo di tempo più o meno lungo rinascono.

Bisogni primari e secondari, bisogni individuali o


collettivi
I bisogni primari e secondari sono quelli che assumono o meno l’aspetto di un bisogno fondamentale.
I bisogni individuali o collettivi possono essere avvertiti o da un singolo individuo (per esempio bere) oppure
possono essere comuni tra i diversi soggetti.
Bisogni antagonisti o complementari, bisogni continui, discontinui, occasionale ed eccezionali
I bisogni antagonisti sono tra loro concorrenti (ad esempio: mangiare carne o pesce), mentre i bisogni
complementari devono essere contemporaneamente soddisfatti (ad esempio: acqua-bicchiere).
I bisogni continui, discontinui, occasionale ed eccezionali vengono definiti tali a seconda della frequenza con
la quale vengono avvertiti dall’individuo (ad esempio: spumante: non bevo spumante tutti i giorni, ma solo in
determinate occasioni).
Beni economici
Può essere definito bene, tutto ciò che è accessibile e ritenuto idoneo a soddisfare un bisogno o qualsiasi
mezzo materiale o immateriale idoneo o ritenuto idoneo a soddisfare un bisogno. Queste definizioni, di beni
o bisogni, si basano su un elemento, quel qualcosa che noi sappiamo sia illimitato, generando appunto un
bisogno.
Caratteristiche dei beni economici
- UTILITà: con utilità economica si intende il piacere che ci procura la disponibilità di una data cosa
in conseguenza della sua idoneità ad appagare un nostro bisogno soggettivo, com’è la stessa utilità.
In sostanza indica gli effetti di un bene sulla nostra sensibilità. L’utilità economica quindi pur
disponendo delle qualità fisiche o chimiche dei beni, non è un requisito di questi, ma un semplice
attributo che gli individui conferiscono o non conferiscono loro. L’utilità economica pertanto è
soggettiva e legata all’attitudine quindi al momento, contesto in cui un individuo ne ha di bisogno.
- LIMITATEZZA: con limitatezza si intende quel fenomeno che si verifica quando un bene è
disponibile, ma in quantità inferiore a quella del fabbisogno.
La limitatezza deriva da tre condizioni:
1. Dall’avarizia della natura rispetto a dati beni, perché nel tempo il suo valore è aumentato
molto di piu, per cui un minerale poco importante è diventato fondamentale in relazione
ai bisogni. (platino-oro)= considerati dei BENI RIFUGIO:dove c’è un gioco
dell’economia, dove l’oro nell’ultimo semestre è cresciuto del 40%.. un vallore elevato
in relazione al bene di risparmio. Noi l’oro non viene piu inserito in un processo
produttivo, ma per una forma di accantonamento, dove alcuni paesi al fine di evitare ciò,
operano sull’oro che genera un aumento delle quotazioni molto alte.
2. Dal fatto che determinati beni richiedono lavoro, cioè un costo per diventare disponibili,
perché hanno bisogno di una trasformazione della forma: una forma di condizionamento;
per esempio il petrolio grezzo, deve essere trasformato, prima di essere distribuito.
3. Dalle disposizioni di legge che proibiscono o disciplinano o comunque limitano la
produzione di determinati beni (leggi restrittive per la pesca e la caccia).
- ACCESSIBILITà: con accessibilità si intende beni economici lontani da noi e per quanti sforzi
facciamo non possiamo procurarceli, restano fuori dalla sfera dei nostri calcoli economici. Alcuni
beni economici nonostante sono desiderati, servono alla nostra alimentazione, in relazione a diversi
elementi dal punto di vista organizzativo, preparazione, distanza, aumentano il bisogno del desiderio
per il soggetto. Può causare una limitata accessibilità; quindi un’accessibilità materiale o derivata dal
fattore tempo, dove desideri un determinato bene perché non puoi accedervi e consumare quel bene.
- MATERIALITà: sono materiali i beni che consistono in cose corporee, ponderabili, aventi una certa
forma, una certa dimensione e una serie di proprietà fisiche e chimiche (ad esempio: cellulare). Un
bene può essere MATERIALE è un bisogno. O IMMATERIALE come il cellulare senza linea. Se
cade la connessione, quindi l’offline, e vedremo che la connessione diventa un BISOGNO
IMMATERIALE.

Classificazione beni:
1. Secondo l’origine: molti stati non volevano indicare perché apportava degli svantaggi a dei grandi
gruppi aziendali. Es: l’olio: che molti mettono dove vengono classificati, o dove viene prodottao.
- Beni materiali: quelli messi a disposizione dalla natura per l’uomo;
- Beni prodotti: quelli prodotti dall’uomo.
2. Secondo la destinazione: dove noi possiamo classificarli il tipo di destinazione se mercato interno,
estero,da ristorazione.
- Mezzi di produzione: se impiegati nella produzione di altri beni;
- Beni di consumo: se utilizzati direttamente.
3. Secondo la durata:
- Beni a fecondità semplice: si esauriscono dopo un solo impiego;
- Beni a fecondità ripetuta: soddisfano più volte lo stesso bisogno.
4. Secondo la natura:
- Beni materiali: sono costituiti da materia (ad esempio: casa- automobile);
- Beni immateriali: sono i servigi forniti da beni materiali durevoli e dalle persone.
5. Secondo la natura fisica:
- Beni immobili: sono tutti i beni non traslocabili;
- Beni mobili: possono essere spostati nello spazio senza pregiudicarne l’utilizzazione (ad
esempio la botte).
6. Secondo la relazione fra altri beni:
- Beni indipendenti: soddisfano determinati bisogni, indipendentemente dalla presenza di altri
beni;
- Beni complementari: possono soddisfare determinati bisogni, solo se contemporaneamente
disponibili ad altri beni (ad esempio auto e benzina).
- Beni succedanei: possono sostituirsi l’uno con altro (ad esempio fieno con altri mangimi).
- Beni AD OFFERTA CONGIUNTA: quando provengono da un’attività che non può evitare
di produrli insieme, essendo uno il prodotto principale e l’altro (o gli altri) il sottoprodotto
(ad esempio il grano, la paglia e la pula).
- Beni CONCORRENTI NELL’OFFERTA : quando provengono da attività che possono
svolgere soltanto in alternativa, poiché si avvalgono delle stesse risorse limitate, le quali se
impiegate in una produzione non rimangono più disponibili per altre (ad esempio prodotti di
colture agrarie che impiegano i terreni nello stesso periodo dell’anno), quindi quando il bene
primario è disponibile.
7. Secondo la titolarità del diritto di proprietà:
- Beni pubblici: quelli appartenenti allo stato o agli Enti pubblici (ad esempio beni
demaniali o beni patrimoniali).
- Beni privati quelli soggetti all’autonoma decisione dei titolari che ne possono godere
e disporre a piacimento. E’ collegato a una gestione collettiva.

Il diritto di proprietà è un bene INVIOLABILE, quando si parla di bene economico,


si scaturisce principalmente quando si ha bisogno di un bene PRIVATO. Il bene
pubblico rappresenta un qualcosa delle scelte economiche. Es, L’ISTRUZIONE,
infrastrutture. Molte volte un bene pubblico diventa piu un bisogno voluto rispetto a
quello PRIVATO.
UTILITA’(dato da un equilibrio tra domanda(bisogni) e offerta(beni
economici)
L’utilità è data da, scaturisce dalla SCARSITA’ RELATIVA di un bene rispetto alla richiesta
espressa dal mercato. es: i diamanti sono pochi rispetto alla domanda ed il valore aumenta. L’acqua
pur essendo un bene di prima necessità costa poco perché è in quantità abbondante.
L’equilibrio del consumatore si ha quando il consumatore ha bene in mente ciò che sono i bisogni
primari per lui e fissa una scala di priorità in modo da massimizzare la propria utilità, che sono
contestuali al momento della giornata, al luogo in cui si trova, a tutte una serie di variabili.
Utilità viene definita come:
• utilità cardinale: ha un suo cardine, è indipendente,utilità misurabile dal punto di vista
soggettivo specifica di ogni singolo bene e ne hai un quantificazione, un grafico specifico.
• utilità ordinale: quando è confrontabile con altri beni

cosa è un utilità ? Bene o servizio che soddisfa un bisogno


da cosa dipende? Dal singolo e dalla scarsità del bene
come cambia? Dalla quantità che può mutare in base al consumo

dal punto di vista didattico, noi abbiamo 3 forme di UTILITA’: iniziale,totale e marginale. Il tutto è
collegato l’uno con l’altro.
Utilità INIZIALE: è uguale all’utilità dalla prima dose che è maggiore rispetto agli altri. Es: io ho
fame e mangio il mio primo panino, soddisfo la fame e quindi ho l’utilità è pari a 100. Ne mangio
un’altro ma ovviamente l’utilità del secondo panino è pari a 50. ma siccome ho la disponibilità di un
terzo panino, l’utilità sarà pari a 20-30. io posso arrivare alla quarta dose, e posso avere un’utilità
negativa, perché io consumo quel bene ma sto male, ne deriva un danno. Limite di saturazione.
Utilità MARGINALE è una curva decrescente che si annulla in corrispondenza della completa
soddisfazione del bisogno. (è utilissima in quantità minime ma decresce in base al consumo es..
mangio un panino e mi sazio, mangio un secondo panino e sono pieno. E’ una curva decrescente)
Utilità TOTALE cresce finché l’utilità marginale è positiva. è uguale alla sommatoria di tutta
l’utilità di utilità INIZIALE E MARGINALE. Ma la quantità di utilità che si genera è sempre
direttamente proporzionale, dove si arriverà al punto in cui un’impresa che produce 100 e si decide
di farla produrre a 110, o addirittura a 200, ma siccome la potenzialità dell’azienda è 180, quel
personale in piu genererà utilità marginale NEGATIVA. Proprio per questo in questo settore si
generano delle curve che generano a loro volta il ridimensionamento dell’azienda massimizzando
l’utilità MARGINALE. Dove non puoi farla piu crescere e quindi o cambi le tecnologie, o cerchi di
avere quell’azienda massimizzata al 100%

COME SI FA A CALCOLARE UN UTILITA’

L’UTILITA’ TOTALE= è data dalla somma dell’utilità marginale che è 100(primo panino) e
90(secondo panino). Se aggiungo una terza dose (80) viene sommato ai precedenti, ecc. Al decimo
panino arriverò al punto di SATURAZIONE:il momento in cui se io mangio anche un panino non
ho nessuna utilità. Quindi quel costo del panino non mi da utilità, tanto che all’undicesimo panino
sarà uguale a 0=SPRECO. Ma dal punto di vista economico da un danno, perché io per dare quel
11esimo panino ho dovuto dare un bene, che comunque il consumatore poteva prendere
qualcos’altra cosa con quei soldi, e non uno spreco, che in questo caso è il panino. Il danno in
questo caso crea una DISFUNSIONE NEL PROCESSO ECONOMICO. Genera una cattiva
ALLOCAZIONE, che deve essere evitato.
Tutto questo può essere rappresentato da una FUNZIONE:
1° dose:100;2°dose 90, ecc…. Unendo tutti i punti che si generano come in figura,dell’incontro tra
le dosi e l’utilità marginale, generano la FUNZIONE DELL’UTILITA’ MARGINALE.
Arrivati all’11° dose, arriverò al punto SATURAZIONE, è addirittura la funzione risulta negativa, e
darà un risultato -10. questa è la funzione dell’utilità MARGINALE nel caso di utilità
CARDINALE, di un solo prodotto.
Il GRAFICO, dal punto di vista economico, gestionale, è una rappresentazione immediata dei
fenomeni, rispetto a una tabella. In base all’inclinazione della funzione capiamo il tipo di utilità che
abbiamo.
Ma c’è l’ALTRA PARTE, che la definiamo con UTILITA’ TOTALE. La rappresentiamo con una
funzione. Alla prima dose, avremo le somme, e riportiamo graficamente l’utilità totale. Ma proprio
GRAFICAMENTE, possiamo notare che l’UTILITA’ TOTALE CRESCE, poi man mano arriva a
flettere, e quindi aumentano di piu le dosi, continua a flettere, fino ad arrivare al punto di
SATURAZIONE, dove noi dobbiamo intervenire per non far aumentare le dosi e quindi non creare
ancora piu scompenso.
In base all’utilità che noi abbiamo e l’utilità marginale che noi otteniamo, otteniamo una funzione
che deve essere rappresentata graficamente.

GRAFICO (Andamento) UTILITA’ MARGINALE


(GRAFICO) ANDAMENTO
UTILITA’ MARGINALE
GRAFICO (Andamento) UTILITA’ TOTALE

L’utilità totale, come si


può osservare,
aumenta all’aumentare delle
dosi, ma con andamenti via
via decrescenti.

UTILITA’ MARGINALE PONDERATA ED EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE

PONDERATA perché entra in gioco il PREZZO, che è un elemento strategico di tutto il nostro
processo di scelta.
)ES: Se io ho tre risorse che mi soddisfano un bisogno cercherò di allocare al massimo queste
risorse in base al mio budget (es: se io ho un salume, del pane e dell’acqua, non andro’ a comprare
solo del pane ma andrò a comprare 2 beni di pane 4 beni di salume e 2 di acqua anche perché come
abbiamo detto prima l’utilità marginale di ogni bene andra’ ad affievolirsi e non ricaverò tanta
utilità quanta ne potrei ricavare se avessi comprato più beni che hanno un utilità iniziale maggiore).
Questo grafico relaziona le dosi all’utilità totale. È una funzione della curva dell’utilità. Non ha sempre
questo andamento. Posso rappresentare più curve in base a più beni a confronto. Questo grafico permette
di recepire in maniera diretta il risultato.
Questi grafici seguono una condizione: prezzo che non varia, perché è una condizione teorica. Quando
abbiamo un prezzo uguale sicuramente siamo in una condizione in cui è tutto più semplice. Quando i beni
non hanno lo stesso pezzo si parlerà di utilità marginale ponderata.
Es: Io ho un budget (limitato) e lo spendo in base all’utilità che io do a quel bene.
Un bisogno si genera in base alla scarsità, e a scarsità genera l’ottimizzazione delle risorse, che a sua volta
porta a fare delle scelte, la scelta porta alla definizione di utilità, per cui la soddisfazione e il valore.
Pure in questo grafico consideriamo i prezzi invariati per tutti i beni.

MA nel caso in cui io ho un bene A, che mi costa 5 euro, un bene B, che mi costa 2 euro per dose, un bene
C , che mi costa 4 euro per dose.
Nel 1° caso, l’utilità maarginale che ci ritroviamo è data dall’UTILITA’ X PREZZO. Se io ho 20x5=100
ecc… per cui l’UTILITA’ MARGINALE che io vado a generare, non è parametrata solo dall’utilità che ho ,
ma anche dal prezzo di quel oggetto. Cpsì da generare un UTILITA’ DIFFERENZIATA IN BASE AL
PREZZO.
COMBINAZIONI CHE ABBIANO PREZZO
DIFFERENTE

Dobbiamo mettere a confronto le due tabelle. intanto la prima tab riporta l’utilità a prezzi uguali, la
seconda tab rappresenta l’UMP. L’UMP (utilità marginale ponderata) è l’utilità marginale rapportata al
prezzo.
Considerando il bene A faremo 100 : 5= 20 dove 100 è l’Utilità marginale, 5è il prezzo del bene A; e 20 è
l’utilità marginale PONDERATA. considerando il bene B la 6° dose del bene B (nella tabella a prezzi
uguali) riporta 40 come utilità marginale 40:2=20 questo alla 6° dose.

ADESSO le mie scelte saranno ponderate in base alla disponibilità che io ho: nel caso in cui io ho una
disponibilità di 21 euro. Sommando le prime 6 dosi che sono pari a 390, poi aggiungiamo una dose del bene
A, il bene B è la dose che mi fa avere la massima utilità, con le minori risorse. Quindi io sono nella
condizione di razionalizzare nel complesso il mio processo di scelta.
A seguire potremmo comprare: 2° dose del bene A, 2° dose di bene C, 3° dose bene A,
7° dose bene B\ 5° dose bene C.

Questo processo mi permette di determinare l’equilibrio del consumatore. Il consumatore si muove in una
condizione di OTTIMIZZAZIONE DELLE RISORSE, e ogni euro è allocato in maniera tale di avere la
massima utilità.

Equilibrio del consumatore


L’equilibrio del consumatore, si ha quando vi è un impiego razionale del reddito per massimizzare i bisogni,
cioè le utilità marginali ponderate in base ai prezzi dei beni A,B e C siano uguali. Quindi io non andrò piu a
consumare la settima dose di B, ma andrò a prendere e consumare la prima dose del bene C e poi quella del
bene A, sempre per il principio economico.(legge del livellamento delle utilità marginali ponderate).

Legge di Gossen
STABILI’ L’utilità marginale è decrescente : quando un individuo è in condizione di scelta, l’UTILITA’
MARGINALE deve essere sempre uguale per tutti i beni acquistati, se non lo è, si sceglie un altro bene.
In altre parole, l’ultima unità di moneta utilizzata per l’acquisto dei diversi beni deve dare la medesima
soddisfazione.
Può essere ottenuta massimizzando l’utilità, tenendo conto del budget del consumatore. Perché io in questo
caso sto considerando che io ho 21 euro, risorse limitate, l’utilità ponderata che ho,e cerco di allocare le
risorse, tutto cio,mi porta ad una definizione di un comportamento del consumatore che tende a
caratterizzarlo dal punto di vista individuale, psicologico,emotivo,del comportamento di come sia in molti
casi irrazionale e razionale.

MENTRE L’utilità secondo Pareto non è una proprietà fisica dei beni, ma è una grandezza soggettiva e
psicologica. Occorre che il consumatore sia in grado di confrontare diverse alternative e di esprimere le
proprie preferenze rispetto ad esse. Ma molte volte il comportamento del consumatore è anche INDOTTO.
Proprio da questo si fonda il principio del MARKETING: il principio che si basa sull’atto del vendere che ti
da la sensazione di massima utilità marginale perché quel tipo di prodotto ti da la massima utilità. Per cui tu
sei nella condizione che il marketing ci permette di variare il comportamento del consumatore, la curva, la
percezione che si ha sull’utilità marginale, che dai molto piu in alcuni prodotti rispetto ad altri. Perchè
agiscono delle politiche di condizionamento che portano allo spostamento di determinati consumati rispetto
ad altri.

Utilità ordinale: l’equilibrio del consumatore


Pareto Vilfredo studiò la nozione di equilibrio del consumatore, servendosi di due strumenti analitici: LE
CURVE DI INDIFFERENZA E LA RETTA DI BILANCIO.
Questo fu un nuovo approccio alla teoria del consumatore basato sulla nozione di utilità ordinale, cioè come
una grandezza confrontabile. Quando l’utilità è cardinale, sicuramente la confronto,assume un’utilità
assestante. Quindi noi vedremo come ci saranno tante curve e come si spostano nella mappa di percezione
della mappa del consumatore.

Utilità ordinale: ovvero le preferenze del


consumatore
Supponiamo che il nostro consumatore debba scegliere soltanto tra due beni: pane o carne. L’OBIETTIVO
PRINCIPALE è QUELLO della massima utilità, nel caso specifico le scelte noi le faremo fino a quando
l’utilità costante del bene pane o carne si EQUIVALGONO. Con queste preferenze vengono illustrate le
modalità con le quali il consumatore confronta la desiderabilità di 2 combinazioni o panieri di beni. Rispetto
alla decisione che fa il consumatore, si genera una curva.
Cioè è espresso attraverso un piano cartesiano con coordinate quali Bx e By, l’unione dei punti delinea una
curva lungo la quale livello di utilità è costante U= U(qx,qy)

Le tre proprietà fondamentali che rischiandole


preferenze del consumatore sono:
● La completezza= è dato dalle preferenze che sono complete se il consumatore può ordinare
qualsiasi coppia di panieri di beni. Dati due panieri quantità e prezzo (x1 e x2) A x1 y1 e B x2 y2,
Dunque è possibile stabilire se A è preferito a B, o viceversa, oppure se siano indifferenti. Per cui noi
possiamo stabilire sulla base del principio di completezza, in cui se A è maggiore di B o viceversa.
● La transitività= le preferenze sono transitive se il consumatore preferisce il paniere A al B ed il
paniere B al C e di conseguenza necessariamente preferisce il paniere A al C, perché il paniere A è
stato preferito al paniere B.
● Monotonicità (non sazietà)= un paniere con quantità maggiori di almeno in bene è preferito al
paniere originale. In condiizione in cui la quantità del bene per pareto, è una quantità fondamentale
per la scelta del consumatore. Perché lui da come ipotesi la NON SAZIETA’, non c’è un punto di
SATURAZIONE, non c’è un punto dove l’UTILITA’ NON CRESCE.
CURVA DI INDIFFERENZA DEL CONSUMATORE (COMBINAZIONI CHE ASSICURANO
AL CONSUMATORE LO STESSO LIVELLO DI SODDISFAZIONE)

Curva di indifferenza

LA CURVA DI INDIFFERENZA è dato Quando l’utilità di due beni è molto simile, si equivale, fino al
punto di creare uguaglianza sui 2 prodotti (carne e pane). io consumo 10 dosi di pane e 10 dosi di carne, si
pongono entrambi nella stessa curva di indifferenza, quindi In questo caso il consumatore è indifferente nella
scelta dell’uno o dell’altro creando proprio una CURVA DI INDIFFERENZA. Questa curva di indifferenza
riguarda questi due prodotti, MA io posso generare, posso rappresentare questo mix di curva in base
all’utilità DIFFERENZATA: perché posso avere un’utilità di un paniere 1,2 e 3, generando 3 CURVE DI
INDIFFERENZA, che si genera sempre con un unico andamento, verso il basso, per cui è sempre negativa
di solito convessa verso l’origine.
Le curve di indifferenza più elevate corrispondono a soddisfazioni più elevate rispetto le curve più basse. Le
curve non posso intersecarsi, per l’impossibilità che i due panieri siano equivalenti, Infatti giacciono su due
curve differenti, l’una non può sovrapporsi all’altra.

Saggio marginale di sostituzione (SMS)= è un rapporto; e corrisponde alla quantità di beni che il consumatore
è disposto a rinunciare per avere un unità addizionale di un altro bene. Il processo di sostituzione si ha
quando l’utilità è maggiore al bene B rispetto al bene A; perché in questo caso io rinuncio a quel bene, quella
dose di bene con un altro bene. Il saggio marginale è anche un rapporto matematico che però può essere
rappresentato in una condizione di funzione. Nel diagramma cartesiano è rappresentato dalla pendenza della
curva di indifferenza, ossia la retta tangente in ogni punto di una curva. In ogni punto avremo una retta
tangente, dato dall’angolo che si viene a creare. Dunque SMS varia in ogni punto della curva di indifferenza,
diventando sempre piu piatta o piu ripida, poichè mutano le quantità di beni a disposizione il consumatore.
Perché il SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE è dato dall’ampiezza dell’angolo che si viene a
determinare. Man mano che si sposta da sinistra verso destra, il saggio in base alla conformazione della
curva DIMINUISCE in base all’angolo della tangente che lo formo in base alla retta tangente dal punto della
retta di indifferenza che stiamo andando a valutare. 1° METODO DI VALUTAZIONE. MA noi siamo
Ma noi siamo sempre vincolati, perché l’economia si basa sempre su RISORSE LIMITATE=
RETTA DI BILANCIO
Vincolo, retta, linea di bilancio (o isospesa)
La retta di bilancio rappresenta l’insieme di combinazioni in cui il consumatore spende interamente il suo
reddito per acquistare il bene X1 e X2. Per cui la RETTA DI BILANCIO non è altro che questo mix dettato
principalmente dal bilancio,REDDITO, che daato principalmente dalla QUANTITA’ E PREZZI DEI BENI,
perché parlo di BILANCIO=disponibilità in reddito. Quando questo mix di quantità e prezzi di x1 e x2, ci
troviamo davanti all’OTTIMAZIONE OTTIMALE.

La retta di BILANCIO, ha il vantaggio di muoversi in base al reddito; in una condizione in cui i prezzi non
variano, se io aumento il reddito, la retta di bilancio si trasleerà dal basso verso l’alto. Condizione in cui i
prezzi non variano. Questa retta di bilancio dal punto di vista teorico, se non variano i prezzi,siamo in una
condizione in cui all’aumentare delle disponibilità, invece di parlare di reddito, parliamo di disponibilità
finanziaria,possibilità di avere quel bene, la quantità finanziaria nel grafico di una retta AUMENTA perché
posso acquistare piu prodotti. Ho la STESSA INCLINAZIONE, ma potrà essere traslata dal basso verso
l’alto.
Dal punto di vista PRATICO, quando si ha una VARIAZIONE DEI PREZZI, la retta trasla , nel bene x1
diminuisce, indipendetemente dalla quantità, la retta di BILANCIO si inclina verso il basso, se invece
aumenta il bene del prezzo x2 si inclina verso l’alto, per cui in base all’angolo che si viene a creare,
determino esattamente i movimenti della retta di bilancio. Questo per capire che la RETTA DI BILANCIO,
non è definito e completamente fisso, ma MUTA NEL TEMPO, in relazione a tanti elementi, primo fra tutti
sicuramente è la DISPONIBILITA’ FINANZIARIA E AI PREZZI DEI PRODOTTI. Se successivamente
noi andiamo a vedere, e la cosa che ci interessa è L’EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE:le tre curve di
indifferenza, se queste 3 con un vincolo di bilancio che è rappresentata da una retta di bilancio; ora in base a
dove si ha il punto di congiunzione nella curva con il vincolo di bilancio, si ha la SCELTA OTTIMALE.
Questo rappresenta graficamente la SCELTA OTTIMALE DEL CONSUMATORE: cioè quando la retta di
BILANCIO è tangente alla curva di indifferenza della scelta del consumatore sicuramente siamo in una
condizione OTTIMALE.
Vincolo di bilancio= Qx1 x Px1 + Qx2 x Px2= R
Dove Q indica la quantità acquistata e Px1/x2 indica il prezzo dei beni
Infine se i prezzi non Variano e si ha un aumento del reddito la retta va dall’alto al basso

Ma se io voglio avere invece del vincolo di bilancio diverso, è ho una disponibilità maggiore, facendola
traslare di piu, la tangente non piu in questa curva B ma inizia ad essere tangente alla curva C. La retta di
bilancio può variare in relazione al variare del prezzo del bene A o del bene B. Il bene x1 diminuisce, e
aumenta l’inclinazione della retta di bilancio che non sarà piu data dall’inclinazione che avevo prima, quindi
non sarà tangente alla curva A ma alla B. Il VINCOLO DI BILANCIO è UGUALE PER TUTTI? NO perché
varia in base alla disponibilità che soggettivamente abbiamo. LA SCELTA OTTIMALE NON è UNIVOCA,
è data dal mix dato dalla retta di bilancio in relazione quando si incrocerà con la curva di indifferenza. La
scelta ottimale si traduce con l’OTTIMA ALLOCAZIONE DELLE RISORSE. Quando io riesco a utilizzare
le risorse con la massima utilità. In quanto razionalmente ho utilizzato le risorse in maniera tale che tutti sono
allo stesso punto di soddisfazione, che fanno parte del campione che rientra nella RETTA DI BILANCIO,
non deve essere uguale, perché questa cambia in base al reddito e alla disponibilità del soggetto.

Questo ci fa capire come PARETO dal punto di vista dottrinale, ha rappresentato la curva di indifferenza, il
mix delle scelte che si possono fare tra il prodotto A E B; il vincolo di bilancio è il mix delle scelte che si
possono fare in base alla disponibilità e il reddito; per cui all’aumentare del reddito il vincolo di bilancio
trasla verso l’alto, come questo vincolo di bilancio può MUTARE all’inclinazione al variare del bene a e il
bene b, per cui può avere un andamento del tutto diverso in direzione della variazione del prezzo.
L’OPTIMUM DELLA DELLA SCELTA DEL CONSUMATORE sta principalmente nel punto di incontro
fra RETTA DI BILANCIO E CURVA DI INDIFFERENZA.
RETTA DI BILANCIO

LE PREFERENZE NEI CONFRONTI DI BENI PERFETTAMENTE SOSTITUIBILI.

Quando due beni possono essere perfettamente sostituibili l'uno all'altro, è SOGGETTIVO! In base ai propri
interessi, dando un valore concreto sulla scelta di un prodotto rispetto ad un altro. la mappa di indifferenza è
formata da una serie di rette parallele tra loro in questo caso il saggio marginale di sostituzione sms e
costante lungo la stessa curva di indifferenza, in base ad ognuno di noi non ha la stessa linea di equivalenza
perché, in senso pratico, ognuno preferisce qualcosa rispetto ad un'altra per un motivo o per un altro.
MA Ci possono essere anche casi di mix di prodotti, nel caso in cui due beni devono essere usati
congiuntamente e nella stessa proporzione la mappa di indifferenza rappresenterà una serie di curve ad
angolo retto, come se io avessi 1 attacco e 1 sci, 2 attacchi e 2 sci, nel caso in cui sarà crescente, nel caso in
cui però io ho 2 attacchi ed uno sci, l’utilità sarà nettamente inferiore, perché io non me ne farò nulla di 1
attacco, saranno utili fin quando si raggiungerà l'equilibrio fra i beni. Per cui l’equilibrio che si riesce ad
ottenere, e una preferenza, è data dal mix dei fin di beni complementari all’angolo dell’angolo retto che si
viene a generare. Tutto questo quando ci sono dei beni COMPLEMENTARI.

Legge di Engel
La legge di Engel dice che l'incidenza delle spese alimentari rispetto al reddito è tanto minore
quanto più quest'ultimo è elevato, e viceversa. Le funzioni di Engel Fra l'altro servono a sapere che
una collettività, man mano che aumenta il proprio reddito Nazionale, utilizza tale reddito in misura
proporzionalmente minore ai fini di consumo, in generale, E ancor meno, in particolare, al consumo
di generi alimentari. In pratica più disponibilità io avrò meno beni di prima necessità acquisterò.

Propensione al consumo del singolo


Secondo la legge di Engel conosciamo tre tipi di beni: BENI DI LUSSO: i quali rendono piacevoli
la vita ma dai quali non dipende la sopravvivenza. Se io ho poco reddito ne consumo poco, se io ho
piu reddito ne consumo di piu; BENI NORMALI: indispensabili per l’esistenza. La retta cresce in
base al reddito. La DOMANDA cresce meno che proprorzionalmente al reddito, tanto che la
relazione è DIRETTA. Una condizione in cui la curva cresce, ma c’è un punto di SATURAZIONE,
perché quei ben verranno sostituiti da altri. Potrebbe flettere; BENI INFERIORI: dove cresce il
reddito ma in un momento di stabilità, dovrei iniziare la diminuizione. Quindi la retta cresce molto
meno, ha una stabilità ma decresce.
In base al grafico sopra possiamo quindi dedurre che i consumi di generi alimentari manifestano la
tendenza alla saturazione molto prima di altre categorie di beni. Prendiamo in esempio un individuo
che ha a disposizione un reddito di €152000 da utilizzare per l'acquisto di due beni i prezzi di
mercato sono rispettivamente: prezzo del bene a uguale 7600, prezzo del bene B = 3800, per
determinare la combinazione di equilibrio e quindi tracciare il relativo grafico avremmo bisogno del
grafico sotto (aggiungere grafico min 58,47) in cui si incontreranno, ad esempio, 4 con 32, 6 con 26,
10 con 18 e così via dando origine alla curva d'indifferenza, però dobbiamo inserire anche il valore
a cui andremo a moltiplicare il prezzo (quantità bene A= 32 x prezzo bene A (7600)= 243200)
(quantità bene B= 4 x prezzo bene B (3800)= 15200) e così via... l'equilibrio si avrà con un
consumo di 14 unità del bene A e 12 unità del bene B, quindi alla dose 4, quando la somma fra
spesa A e spesa B sarà praticamente la meno costosa fra tutte le altre dosi, e così rientreremo nel
budget do 152.000€, che è il mix delle dosi che mi porta alla minor spesa.

La domanda
Uno degli elementi su cui si basa l'economia ed indica la quantità di un bene che un singolo
individuo o un insieme di individui tende da acquistare sotto l'azione di determinate condizioni, che
siano i messaggi pubblicitari, i periodi e quindi stagioni specifiche,in precisi orari, è quindi
soggettiva e varia anche in base al tempo, e quindi fanno si che si aumenterà la richiesta di
domanda.
Le condizioni che influenzano la domanda sono: GUSTI O PREFERENZE: la domanda è
soggettiva, ma sicuramente esiste un gusto incoscio legato a una serie di elementi che ci fa
preferire una cosa rispetto a un altro; REDDITO DEL CONSUMATORE: si vuole anche
suddividerlo su una soituazione particolare, la propensione a spendere è data da: reddito vero:
quello che realmente si ha; cambiamenti di opinione o momentaneo incasso, come ad esempio
una vincita, o la destinazione del mio reddito in una cosa rispetto a un altro che in quel
momento sento che mi possa appagare rispetto a quello che la pubblicità mi da;PREZZO DEL
BENE E PREZZO DEGLI ALTRI BENI: a diminuire del prezzo del bene, la domanda
aumenta. Se io ho un bene che costa tanto, io compro un chilo di quell’alimento per festeggiare.
Ma quello stesso alimento, in un altro paese, viene venduto meno rispetto al nostro, e in questo caso
se succederebbe anche da noi, noi saremo in grado di comprare la cosa che inizialmente era piu
cara, ma avendo un prezzo abbordabile, la domanda aumenta. Quindi tu sarai indotto a consumare
un bene in relazione ai beni SUCCEDANEI: dove l’induzione è fondamentale. Se il prezzo di A
diminuisce rispetto al B, è normale che la domanda aumenterà per A, perché sono succedanei.
COMPLEMETARI: il contrario esattamente E INDIPENDENTI.
La domanda è dettata da 3 elementi fondamentali.

Domanda di mercato di un bene


È la somma orizzontale delle curve di domanda di tutti i consumatori individuali nel mercato solo se
le decisioni di consumo sono indipendenti, altrimenti possono aversi
Questi effetti dimostrano che la CURVA DI DOMANDA, al diminuire del prezzo aumenta la quantità, LA
LEGGE DELLA DOMANDA. L’andamento della curva di domanda ha sempre lo stesso andamento, da alto
verso il basso. Ma la domanda di un bene può essere condizionata da:

Effetto carrozzone: acquisto di un bene per essere alla moda, la curva di mercato della domanda
sarà più piatta o più elastica del normale. Per cui io non voglio acquistare perché io non consumo
piu quel bene.
Effetto snob: non acquisto un bene quando questo diviene di consumo diffuso, la curva di mercato
della domanda in questo caso sarà più rapida o meno elastica del normale
Effetto veblen: acquisto di beni di lusso, in questo caso la curva di mercato della domanda sarà più
rapida, perché ho un reddito molto alto.
Effetto reddito: La diminuzione del prezzo di un prodotto fa aumentare il potere d'acquisto del
reddito del consumatore, consentendogli di comprare una quantità maggiore del prodotto stesso
Effetto di sostituzione: La diminuzione del prezzo di un bene incoraggio e consumatore ad
acquistarlo al posto di altri beni simili che al confronto risultano più cari

ECONOMIA AGRARIA E ECONOMIA DEI MERCATI AGRICOLI

EFFETTO REDDITO
la domanda aumenta perché abbiamo sempre un vincolo della retta di bilancio
Al diminuire del prezzo aumenterà la domanda

EFFETTO DI SOSTITUZIONE
se io prima compravo un alimento perché costava meno di quello che realmente volevo comprare,
se oggi entrambi hanno lo stesso prezzo, compro quello che realmente mi piace e che prima costava
di piu.

Nella funzione della domanda, un’elemento fondamentale a parte quello che abbiamo detto, ce l’ha
sicuramente il PREZZO.

ELASTICITA’: come si muove la curva, o la quantità di un prodotto in relazione di un prezzo e del


reddito, o di una elasticità incrociata. L’ELASTICITA’ può essere utilizzata in base al: PREZZO,
REDDITO, ALLA DOMANDA DEI BENI SUCCEDANEI E DEI BENI
COMPLEMETARI(INCROCIATA), dei beni l’uno in funzione dell’altro. L’esempio degli scii.
Come il toner con la stampante che sono beni COMPLEMENTARI.

COME FACCIO A CALCOLARE L’ELASTICITA’ DELLA DOMANDA RISPETTO AL


PREZZO?
E’ un rapporto in cui l’incremento della quantità detta q fratto la quantità fratto l’incremento di
prezzo fratto il prezzo, da un valore, in base al valore che otteniamo andiamo a classificare il tipo di
elasticità.
ELASTICITA’ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO può essere:
● Domanda perfettamente rigida (anelastica) E=0
● Domanda con elasticità unitaria; alla variazione del prezzo o alla variazione della quantità, si può
avere variazione dell’uno o dell’altro. E=1
● Domanda elastica: se c’è variazione del prezzo, la quantità aumenta maggiormente. E>1
● Domanda perfettamente elastica: alla riduzione costante del prezzo si
ha un aumento infinito della quantità. E=∞

Al variare del prezzo qual’è quel bene alimentare che è sempre uguale? Il sale. L’acquisto del sale
non rappresenta un elemento discrimante, che ha una domanda rigida, nel senso che se noi
aumentiamo il prezzo del sale, il consumatore lo compra comunque. Non si ha una condizione
perfettamente rigida ma quasi. Quindi anche se all’ingrosso costa 35 cent al kilo, e al supermercato
costano di piu, noi li compriamo comunque. Ma anche questa, noi perché la utilizziamo sempre, in
cina invece al posto del sale, avremo il riso. ( DOMANDA PERFETTAMENTE RIGIDA)

Alla diminuzione del prezzo di un bene aumenta la quantità UNITARIAMENTE. Un rapporto uno a
uno. C’è un rapporto unitario che sicuramente è uguale a 1.(ELASTICITA’ UNITARIA)

Mentre la domanda elastica esiste sempre un punto di saturazione.

Mentre alcuni beni rappresentano delle domande con una curva PERFETTAMENTE ELASTICA:
cioè la quantità di quel bene che tu vai a consumare è accettata all’infinito, perché esistono alcuni
beni a consumo basso (di lusso) se il livello di prezzo si abbassa, la quantità si eleva fino all’infinito.

L’elasticità è collegata alla domanda perché in una politica di gestione di un prodotto, noi dobbiamo
capire se il prezzo è un elemento che condiziona la domanda e in che misura noi possiamo agire per
aumentare la quantità. Noi dobbiamo capire qual’è il PUNTO DI EQUILIBRIO: che rappresenta per
noi il massimo RICAVO, che nel caso specifico viene rappresentata in una condizione quando
l’ELASTICITA’ è PARI A 1 (esempio). Esiste una DIRETTA O INVERSA PROPORZIONALITA’
in relazione al fatto della tipologia di elasticita. Es : prezzo 5 e quantità 10. vedremo che
aumentando o diminuendo il prezzo o la quantità avremo un diverso comportamento della curva
della domanda. Questo ci serve a CARATTERIZZARE ogni singolo prodotti che hanno un
andamento abbastanza particolare, che ti permettano di definire esattamente come muoversi sul
mercato.
questo accade quando per definizione viene rappresentato il punto di equilibrio, noi abbiamo la massima
ALLOCAZIONE in relazione alla nostra disponibilità finanziaria.

In generale:
1) Se l’elasticità della domanda è maggiore di 1, una diminuzione del prezzo determina un incremento
della spesa totale dei consumatori, mentre un aumento del prezzo provoca una riduzione della spesa
del consumatore.
2) Se l’elasticità è inferiore a 1, una diminuzione del prezzo riduce la spesa totale mentre un aumento di
prezzo lo fa aumentare. Non porta a una maggiore quantità; se diminuisco il prezzo sicuramente non
porterò a un maggiore acquisto.
3) Se l’elasticità è unitaria, l’aumento o la diminuzione del prezzo producono in ogni caso il medesimo
effetto, cioè rimane invariata la spesa complessiva.

L’elemento che noi stiamo analizzando, qual’è il perno principale dell’elasticità della domanda? Il
prezzo= un elemento incisivo maggiore di 1: diminuisce il prezzo e aumenta la quantità; inferiore a
1= la spesa totale non aumenta, un problema; se è unitaria= saremo davanti a una indifferenza.

La domanda tende ad essere più elastica:


• in presenza di un bene di lusso; es: aragosta
• quanto più lungo è il periodo considerato; se il periodo è piu lungo
• quanto più elevato è il numero di beni sostituti. Se il prezzo del bene scende, lo inizio a considerare
perché so che può essere sostituito con un altro.

La domanda tende sempre ad essere piu elastica nel caso di questi prodotti.

La domanda tende ad essere più rigida (Anelatsica)


● in presenza di un bene di prima necessità; i beni primari: pasta
● quanto più breve è il periodo considerato;
● quanto più ridotto è il numero di beni sostituti;

Lungo la curva di domanda, costituita da una retta, l’elasticità varia da valori maggiori di 1 a valori minori di
1.
Quando il prezzo diminuisce, la quantità domandata aumenta di quantità percentuali sempre più piccole.
Perciò il ricavo (dato dal prodotto del prezzo per la quantità) prima aumenta e poi diminuisce. Si comporta in
base all’elasticità della domanda. Perché non è unitaria, può essere inversa, andiamo a valutare il tutto in
base al tipo di prodotto che abbiamo.

Calcolo dell’elasticità con il metodo del punto


medio
Vogliamo calcolare l’elasticità del consumo dalla carne di pollo (bene A) verso la carne di maiale.(bene B)
io voglio calcolare l’elasticità della carne di pollo e di maiale e voglio vedere se è superiore o inferiore tra le
due. È dato dal rapporto , incremento fra variazione della quantità (120-80) fratto la quantità che è 120 ecc
punto A prezzo=4 euro ;quantità 120 punto B prezzo=6 euro ;quantità 80 da A a B ε= |−33,3
+50 % |
%
=0,66 da B a A ε=

l’elasticità in questo caso è inferiore a 1, è inelastica, la diminuzone del prezzo nel caso del rapporto
fra questi due prodotti, anche se noi riduciamo il bene A, la quantità del bene che noi andremo a
generare è inferiore e quindi a noi non conviene.
Se facciamo il rapporto inverso, abbiamo una diminuzione di 2, e quindi un terzo.. vedremo che il
rapporto ci darà un’elasticità maggiore di 1, quindi se io diminuisco il prezzo , la quantità aumenta
proporzionalmente.
Un altro es: se io porto il prezzo da 5 a 4, (dal pollo al maiale) mi aspetto sicuramente che se la domanda
fosse perfettamente unitaria, io dovrei avere un aumento, una quantità pari al 22%. sicuramente la domanda
dovrebbe arrivare da 90 a 100 con incremento del 10,5%. in questo caso la crescita che c’è stata genera un
elasticità che è stata INFERIORE a 1, e quindi si ha un aumento della quantità che non è direttamente
proporzionale, per cui si ha una domanda che è ANAELASTICA. Se invece la domanda va dal maiale verso
il pollo da 50 arriva a 100, l’incremento sarà sicuramente maggiore di 1, perché nonostante la diminuzione
del prezzo io ho avuto un incremento della quantità. Domanda elastica

Relazione tra reddito del consumatore e ricavo


del produttore con riferimento al bene oggetto di
domanda.
Spesa del consumatore: S=PxQ P=prezzo Q=quantità
Ricavo del produttore Rt=PxQ
Ne segue che Spesa =Rt(ricavo del produttore)
il ricavo del produttore è uguale al prezzo per la quantità, che da il ricavo. 4X100=400. A fronte di una
diminuzione del 22%,io ho avuto un aumento dei miei ricavi del 66%.
Ma alla riduzione della domanda, riducono anche i ricavi,per cui il risultato finale che noi avremo è che in
una condizione di perfetta elasticità o non elasticità.
Una domanda è ANAELASTICA quando al diminuire dei prezzi non abbiamo profitti, inferiore a 1, anche se
abbasso il prezzo, non sarà proporzionale ai ricavi. Andremo al fallimento.
L’ammontare complessivo pagato dai consumatori è pari all’incasso ricevuto dai produttori di un bene
considerato.

SPESA: prodotto x quantità


RICAVO: prodotto x quantità
Allora possiamo dire che spesa e prodotto sono uguali.Se il prezzo aumenta il ricavo diminuisce.Invece se il
prezzo diminuisce il ricavo aumenta.

ELASTICITA’ DI DOMANDA IN BASE AL REDDITO.

Alla crescita del reddito aumenta il consumo dei beni normali (vestiario e viveri)mentre i beni
inferiori(esempio la pasta che ha un costo moderato) diminuiscono (SE DIMINUISCONO si chiama
elasticità negativa).
I beni necessari tendono ad essere anaelastici rispetto al reddito (cibo o abiti)
i beni di lusso tendono ad essere elastici rispetto al reddito (cibo speciale, alta moda)
I beni inferiori come la pasta che rappresentano diciamo un limite, come la sazietà
● La curva di engel(che indica la quantità di domanda dei beni in base al reddito “vedi slide prima” ) per i beni
di lusso(come abitazioni ecc) sarà molto più inclinata.La quantità aumenta all’aumentare del reddito
● Nel caso dei beni inferiori diminuisce il reddito ed aumenta la quantità. Maggiore a 1. un elemento
che porteranno a sostituire la mortadella, se io trovassi un prezzo minore per il prosciutto crudo, la
prenderei al posto della mortadella senza problemi. Decisione soggettiva.
● Nel caso dei beni di necessita aumentando la quantità aumenta il reddito molto più repentinamente
rispetto ai beni di lusso

in una condizione attuale di indifferenza in relazione al reddito, abbiamo la curva di angel che
sicuramente viene rappresentata da una retta, ancora di piu, il rapporto dell’elasticità del reddito è
pari a 1, viene rappresentata da una retta. Se noi abbiamo un reddito di 1000 euro e 2000 euro, noi
considereremo una quantità, nell’altro prezzo due quantità. In condizione dove il rapporto esiste è
sempre pari a 1, che parte dall’origine e interseca il piano cartesiano.
SE il reddito DIMINUISCE, aumenta la quantità dei beni inferiori.
Se io sono in una condizione dove aumenta il reddito, diminuisce la quantità dei beni inferiori.
Se io diminuisco il reddito, avremo un inclinazione, una diminuzione di reddito, diminuisce la quantita.
Questo in maniera molto chiara, come si muove la domanda in relazione al reddito, il tutto rappresentato
graficamente. (rappresentato agli esami per far capire come si muove la domanda in relazione al reddito)
es : il salmone,rappresenta un prodotto non di vero e proprio luss, ma non viene comprato sempre. Io fino a
1000 euro , lo consumerò 1 kilo l’anno, se aumento il reddito, ne consumerò di piu. Anche qui vedremo un
punto di saturazione, dovuto alla soggettività e alla differenza del reddito e in base alla tipologia di prodotti,
tanto che può tendere anche una FLESSIONE ANCHE NEI PRODOTTI DI LUSSO.

Caratteristiche differenziali dell’agricoltura negli


altri settori economici
1. opera su organismi viventi
2. la produzione è legata alle stagioni ed elementi meteorologici
3. il ciclo produttivo dipende dal ciclo vegetativo (incertezza di avere il prodotto. In relazione a questo
c’è una spinta dell’innovazione che cerca di rilevare e monitorare le produzione in modo che tutta la
filiera sia informata sulla produzione)le colture si definiscono annue(erbacee) o poliennali(arboree)

Nel caso del sistema AGROALIMENTARE, abbiamo un elevata variabilità delle QUANTITA’,
QUALITA’, INCERTEZZA DI AVERE IL PRODOTTO, per oggi l’avere il prodotto non viene
gestito da una condizione di LINEARITA’ tra consumatore e produttore,produttore e
commerciante,produttore e grossista in relazione con il mercato. C’è una spinta rivolta
all’innovazione che sta cercando di generare una serie di elementi che permettono di
CONTROLLARE, VALUTARE, INDIVIDUARE, la fase iniziale, intermedie e finale della
produzione, affinche tutta la FILIERA che sta a valle sia gia informata di tutti gli aspetti legate alla
produzione. Es: agrumi, ci si muove a tentoni. La tipical trasformation sta tentando di trasformare
questa inefficenza con l’agricoltura di precisione 4.0, con un sistema di sensori, tramite rilevazioni di
satelliti, di gestione del fascicolo di quaderno di campagna che ti permette di rilevare l’andamento
delle produzioni. Tutto connesso alle politiche di INNOVAZIONE.
La produzione agricola è strettamente legata alle alterne vicende stagionali, con cui ha una stretta
dipendenza dell’agricoltura all’ambiente in cui opera.
domanda dei prodotti agricoli in funzione del
prezzo
c’è una notevole anaelasticità della domanda in base al prezzo. Quindi all’aumentare del prezzo c’è una
diminuzione non proporzionale della domanda. Quindi da questo evinciamo che c’è una certa stabilità della
domanda anche se c’è una variazione di prezzo (esempio il limone ha avuto un incremento di prezzo per via
della crescita della domanda. Non c’è stata una diminuzione della quantità. Questo perché esistono degli
alimenti che vengono comperati in ogni caso come in questo caso del limone) perché parliamo di bene di
prima necessità.
la rigidità dipende da:
-in base alla sostituibilità del prodotto
-fattore climatico
-condizioni fisiche del consumatore, se uno deve avere per forza quella tipologia di bene
-dipendenza con le produzioni locali e isodinamia (legge del minimo: quando si ha una ricetta che ha
bisogno di ingredienti dove almeno un ingrediente di questi ha un costo alto come ad esempio nella caponata
i pinoli, i quali hanno una rigidità di prezzo complementare rispetto ad altri prodotti)
-dal mercato(locale, regionale, nazionale, mondiale) perché sicuramente la presenza piu o meno o la morte di
un determinato prodotto condiziona la domanda o l’elasticità di un determinato prodotto.
Può essere che la rigidità per cui la domanda,di un determinato prodotto con oggetto sempre la domanda,può
modificarsi in relazione a: popolazione, età, gusti e abitudine dei consumatori,
reddito procapite (esempio l’avocado non si mangiava mentre ora grazie al marketing si consuma, e il prezzo
stesso è aumentato rispetto a 20 anni fa, ma nonostante il prezzo sia alto, la domanda comunque rimane alta,
generando la quantità del prodotto che viene richiesto. Quando parliamo di avocado, che costa 5 euro al kilo
e oggi si vendono 80 kili. Se si dovesse scendere il prezzo da 5 a 4 euro al kilo che tipo di incremento si
avrebbe? Quando si ha la riduzione di prezzo, la curva di domanda al diminuire del prezzo aumenta la
quantità. Come aumenta questa quantità? Nel caso dell’avocado è un prodotto che costa molto, bisogna
calcolare l’elasticità: di questo prodotto ovvero variazione in percentuale della quantità/variazione in
percentuale del prezzo. Quando questo valore è inferiore ad uno la diminuzione del prezzo non conviene
per il produttore anche se si aumenta la quantità venduta, perché i miei ricavi ottenuti sono inferiori, avendo
un’elasticità inferiore a 1. al produttore non conviene perché non lo porta a un aumento di ricavi.
La diminuzione del prezzo è STRATEGICA,perchè il decremento di prezzo porta sicuramente a una
maggiore incremento di ricavi. TUTTO DIPENDE DALL’ELASTICITA’!!!!!

Altri fattori determinanti:


● Classi di età (se ci sono più o meno giovani)
● Distribuzione territoriale della popolazione(urbanizzazione)
● Flussi migratori (ciò comporta abitudini e prodotti alimentari, in relazione alle comunità che possono
condizionare la domanda di un determinato prodotto)
● EVOLUZIONE DEL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO (Aumento di produttività nelle
campagne diminuzione di autoconsumo maggiore commercio al dettaglio)
● PROCESSO TECNOLOGICO: Nuovi processi di conservazione (esempio il pomodoro ormai ha una
shelf life( vita da banco) altissima, inducendo tutta una serie di mutazioni che portano ad avere un
pomodoro molto piu pesanti, meno succosi, che anche se da meno soddisfazione di un pomodoro
locale ma non si rovina subito, resistendo fino a 15 giorni, dovuto all’innovazione, inducendo una
minore domanda.); nella domanda di prodotto di pomodoro olandese rispetto a quello di pachino è
piu alta quella di pachino perché si è spinti meno al consumo e perché da meno soddisfazione e
perché si rovina molto presto. Nuovi prodotti (riutilizzazione degli scarti, sfruttamento delle risorse
ittiche, prodotti nuovi come la soia)
● ECONOMICI- POLITICI E SOCIALI COMPORTAMENTALI
TALI FATTORI TUTTAVIA VARIANO A SECONDA
CHE IL PRODOTTO AGRICOLO SIA ALIMENTARE
O NON:
-ALIMENTARE:CEREALI ECC
-NON ALIMENTARE:COTONE(OGGETTO DI TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE)

i prodotti che presentano una destinazione NON ALIMENTARE, in molti casi sfuggono da questo tipo di
destinazione perché rientrano tra i prodotti intermedi delle industrie che sicuramente non hanno un tipo di
prodotto particolare.

CURVA DI DOMANDA DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI

Ha una maggiore rigidità perché la maggior parte dei prodotti sono destinati ad un bisogno primario.
Come si può comportare un consumatore davanti a un prodotto AGRO-ALIMENTARE.

DOMANDA, OFFERTA ED EQUILIBRIO DI MERCATO

PREZZO E QUANTITA’ sono due elementi che caratterizzano proprio la funzione DELLA DOMANDA.
Gli elementi fondamentali che formano il MERCATO sono LA DOMANDA E L’OFFERTA.

LA DOMANDA: l’abbiamo rappresentata con una funzione (una curva) che ha un suo andamento ma dello
stesso tipo, tipologia, può cambiare tutta una serie di parametri, ma la curva ha sempre lo stesso tipo di
andamento. La caratteristica a cui è applicata la funzione della domanda è che al diminuire del prezzo
aumenta la quantità. Ma noi sappiamo anche che avendo analizzato la curva della domanda esiste anche un
punto di SATURAZIONE, ma noi dobbiamo vedere come si muove la curva di domanda e a diversi
parametri a cui è soggetta.

LA LEGGE DELLA DOMANDA: la quantità domandata cresce al diminuire del prezzo, e diminuisce al suo
aumentare. La funzione della domanda per non è uguale per tutti i prodotti, perché diciamo che è legata alla
sua ELASTICITA’. Es : il prodotto 3x2 si ha perché quel prodotto ha l’elasticità unitaria, nel senso che se
aumento o diminuisco il prezzo, comunque ho un profitto unitario all’offerta del prodotto in questo caso.

La curva della domanda è soggettiva dovuta a gusti e interessi diversi. La somma delle curve di 3 soggetti
per esempio, forma il MERCATO. Alla fine a 3 euro ci sono un tot di richieste , ecc. Quindi possiamo
definirla come la SOMMATORIA DEL COMPORTAMENTO DEL SINGOLO CONSUMATORE IN
RELAZIONE AD ALTRI. Per sommare i singoli consumatori attraverso la statistica, dopo che li divido per
età interessi ecc, formeranno dei gruppi, che avranno un numero. Io rilevo la curva della domanda di pochi di
questi indiviidui apportarli al gruppo e identificare il MERCATO. Non ci sarà mai la possibilità di rilevare
tutto il MERCATO, tanto che lo chiameremo CAMPIONAMENTO STRATIFICATO: io non faccio altro
che andare a stratificare tutta una curva della domanda in base al mio campione totale del mercato. MI
DISEGNI SU UN’ASSE CARTESIANO LA CURVA DI MERCATO: dispegno nelle ascisse prezzo, e nelle
ordinate quantità.

LA DOMANDA DI MERCATO: gli elementi determinanti della domanda sono:


1)I GUSTI O PREFERENZE DEI CONSUMATORI: al crescere della domanda la curva si sposterà verso
l’alto. I gusti spostano in base alle preferenze da sinistra verso destra. Quindi i gusti anche relazioni, in base
alla curva che noi abbiamo può sicuramente formare una funzione della domanda che ha un andamento
diverso. Cioè se c’è un incremento della domanda, ha cambiato l’INCLINAZIONE, anche se c’è una
diminuzione di prezzo, aumenta la quantità in ogni caso, quindi questo aumento della domanda non è dovuta
solo alla diminuzione dei prezzi ma anche ai gusti.
2)NUMERO DI ACQUIRENTI: un aumento del numero di acquirenti in un mercato da crescere la domanda
di un bene . Es: scarpe della lidl, dove gli acquirenti erano superiori della domanda stessa, fino a che è
esplosa nella condizione in cui quando non c’è piu quel prodotto, il consumatore lo richiede ancora di piu.
Da questo possiamo vedere come la domanda può essere spostata in base al numero di acquirenti. Se io
consumo pan di stelle, ma il marketing sponsorizza nutelle be ready, il consumatore può essere condizionato
facilmente, spostando la sua attenzione anche su un prodotto che prima non consumava.
3) REDDITO: al crescere dei proprio reddito, il consumatore è tendenzialmente tentato a comprare una
quantità superiore di quel bene. Anche se c’è un comportamento diverso verso i beni di lusso, normali e
inferiori.
4)PREZZO DEI BENI CORRELATI: il bene di un prodotto correllato può condizionare l’aumento. Io posso
sostituire un bene con un prezzo unitario come l’avocado, che è un frutto tropicale che io uso perché mi
piace; un bene correllato è il mango. Molte volte l’avocado può tendere ad avere una minore domanda
perché piu caro e quindi facilmente sostituibile con il mango. Mentre per bene COMPLEMENTARE:
quando sicuramente c’è l’aumento di una quantità di bene aumenta anche l’altro.
5) PREZZI ATTESI: io ipotizzo che quel bene potrebbe avere un costo maggiore, quindi io faccio delle
scorte in maniera tale che non subisco in questa condizione. Questa tipo di applicazione viene utilizzata dal
marketing per avere una maggiore domanda.

In questa CURVA, anzi FUNZIONE DI DOMANDA, agiscono tutti questi determinanti, formando un mix
di elementi fino alla curva della domanda.

L’OFFERTA
E’ una funzione o una curva che indica le quantità di un bene che i produttori metteranno in vendita. Ma la
CONTESTUALIZZAZIONE TEMPORALE è l’elemento fondamentale per sapere come si comporta un
consumatore, produttore, non può essere calcolato INDISTINTAMENTE.

LEGGE DELL’OFFERTA:si muove esattamente in maniera inversa rispetto a quella della domanda. Al
crescere del prezzo, cresce ance la quantità offerta; a diminuire del prezzo la quantità tende a ridursi.
GRAFICAMENTE: (l’opposto di una parabola) se noi siamo a un prezzo di 6 euro, l’offerta di mercato ha
un andamento inverso alla domanda.

L’OFFERTA DI MERCATO: la SOMMATORIA DI TUTTI. LA CURVA DI OFFERTA DI MERCATO:


si ottiene sommando orizzontalmente le curve di offerta dei singoli produttori.
Quello che accade nel cado dell’offerta è IDENTICO a quello della domanda, solo che avviene in maniera
del tutto diverso. Se c’è una riduzione dell’offerta verso l’alto, un aumento dell’offerta verso il basso. Quello
che accade fra DOMANDA E OFFERTA è in NEGATIVO; LA DOMANDA E L’OFFERTA SI
MUOVONO IN MODO INVERSAMENTE PROPORZIONALE, e in base a come si muovono
DOMANDA E OFFERTA, capiremo come si muoverà il MERCATO.

LE DETERMINANTI DELL’OFFERTA SONO:


1)PREZZI DELLE RISORSE: quando parliamo di risorse facciamo riferimento a tutto quello che viene
utilizzato per la produzione. Le quali possono essere DIRETTE(esplicite, materie prime, operai, lavoro,tutto
cio che impieghi all’interno del ciclo di produzione) in molti casi della curva dell’offerta però possono essere
E INDIRETTE, ovvero non solo perché tu hai un prezzo diverso di quel prodotto ma anche un DIVERSO
VALORE DELLE VALUTE. Per cui considerando i prezzi delle risorse che porta a tutto cio che è alla base
del costo della produzione.
2)LA TECNOLOGIA APPLICATA: il processo tecnologico portano al miglioramento delle tecniche
produttive. Dato che le risorse hanno un costo, impiegarne di meno riduce i costi di produzione e aumenta
l’offerta. Comporta una minore costo unitario, di manufatti, persone che lavorano ecc , in un campo per
esempio e una MAGGIORE produttivitaà. Per cui sicuramente una riduzione dei costi di produzione, e
quindi AUMENTERA’ L’OFFERTA. Siamo in una condizione che permette che tutto il processo DIGITAL
TRASFORMATION, che rappresentano il futuro.
3)TASSE E SUSSIDI: nelle politiche fiscali. Le imprese considerano la tassazione sulle vendite e sulla
proprietà come un costo. Un aumento delle tasse farà dunque aumentare i costi di produzione e ridurrà
l’offerta. Dall’altro però io ho un SUPER AMMORTAMENTO, dove io compro un bene strumentale,
frigorifero, lo porto dal punto di vista fiscale con un prezzo minore rispetto a quando l’ho acquistato, ridurrà
la pressione fiscale. Ovviamente questo porterà minori costi di produzione, e una maggiore offerta.
POLITICHE FISCALI dal punto di vista DELL’IMPRESA. Ci sono pure altri dal punto di vista dall’alto
della domanda, ci sono tante politiche che ti permetto di favorire il consumo, come l’ECO BONUS che ti
permettono di portare in DETRAZIONE determinati costi che sostieni stimolando la domanda. Anche lo
stato, e le politiche fiscali , che siano RESTRITTIVE O ESPANSIVE , possono condizionare sia la domanda
che l’offerta.
4)IL PREZZO DI ALTRI BENI: come è stato nel caso della domanda, le imprese che producono uno
specifico bene, come ad esempio palloni da calcio, possono servirsi dei propri impianti anche per la
produzione di beni alternativi, e condizionare la curva dell’offerta.
5)PREZZI ATTESI: lo stesso caso identico della domanda.
6)NUMERO DI CLIENTI: che condizionano sia la domanda che l’offerta. Tanto maggiore è il numero delle
imprese, minore sarà l’offerta di mercato. Questo perché sarà maggiore il numero di imprese generando
sicuramente una sovrapposizione, generando un SURPLUS di mercato. Pertanto l’OFFERTA sarà
condizionata da tutti questi clienti.

L’EQUILIBRIO DI MERCATO ED IL PREZZO (fra domanda e offerta)

Il momento della fase o funzione, segmento, punto di equilibrio, è il momento in cui si ha la formazione del
PREZZO. Questo perché in una condizione di avere un terreno agricolo o bene immobile, noi lo possiamo
vendere, e quindi la funzione dell’offerta è data da tutta una serie di elementi che sono quelli che abbiamo
appena detto. Ma il PREZZO DI OFFERTA che noi andiamo a definire è un IPOTESI. In un bene immobile
il prezzo definito è 2.000 a metro quadrato. Mentre il VALORE O PREZZO di un determinato bene, viene
analizzato dal lato dell’OFFERTA E dal lato della DOMANDA.
Io proprietario di una casa, con delle stanze e decido di affittarle dopo aver restaurato tutto. Io per gli studenti
io ne chiedo 350 a studente, mettendo sul mercato il mio prezzo, il prezzo dell’OFFERTA. L’acquirente che
è interessato alla stanza, propone 380 euro (domanda) e l’offerta del proprietario è di 350. se il proprietario
proporrà il prezzo di 300 euro, l’acquirente sposterà la sua curva della domanda, disponibilità a pagare quel
prezzo; il proprietario sposterà trovando il suo valore verso il basso, trovando l’incontro tra DOMANDA E
OFFERTA, permettendo la DEFINIZIONE DI PREZZO: la quantità di bene e prezzo che rappresenta il
punto di equilibrio(prezzo di 300 euro). Grafico a forma di x.

Nella curva della domanda e dell’offerta, il punto di equilibrio tra domanda e offerta per stabilire il prezzo di
un preciso bene, è stabilito con 3 euro per esempio .
Nella tabella troviamo:
QUANTITA’ COMPLESSIVA MATERIALE OFFERTA: con 1000 caffe latte generano un 1 di valore e
una quantità complessiva domandata di 16.000. sicuramente si avrà in relazione alla quantitò, meno quantità
che viene offerta con un squilibrio di 15.000. per cui sicuramente avrò una MAGGIORE OFFERTA
RISPETTO ALLA DOMANDA. Al contrario, aumenta l’OFFERTA. A 4000 cappuccini al prezzo di 2 euro,
la domanda si riduce aumentando il prezzo. Davanti a 7000 caffellatte a un prezzo di 3 euro, avrò una
quantità domandata è pari a 7000. con un SURPLUS UGUALE A 0. la quantità domandata e la quantità
offerta hanno un punto di incontro, chiamato punto di equilibrio, che rappresenterà poi realmente il prezzo
con cui sarai in condizione di produrre con una quantità di equilibrio sul mercato.
MA in una condizione in cui io aumento il prezzo, e aumento anche la quantità, per cui 10.000 cafelatte al
prezzo di 4 euro, porta una minore quantità, quindi un SURPLUS DI 6.000. Diminuisce la quantità di
domanda, da 3 a 4 la curva si sposta da destra verso sinistra, diminuendo mancando il SURPLUS.
L’ANDAMENTO DI QUESTA CURVA E IL COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE: è data
dall’ELASTICITA’ DI DOMANDA, IL REDDITO DEL PRODOTTO, TIPOLOGIA DEL PRODOTTO.
Indipendentemente da questi fattori che incidono sulla CURVA DI DOMANDA E OFFERTA,IL PUNTO
DI INCONTRO TRA DOMANDA E OFFERTA VIENE CHIAMATO EQUILIBRIO DI PREZZO, e
quindi: EQUILIBRIO TRA QUANTITA’ DOMANDATA E QUANTITA’ OFFERTA.
Tanto che la quantità domandata è frutto sia dalla quantità che dal prezzo.

LA FUNZIONE DI RAZIONAMENTO SVOLTA DAI PREZZI

Il prezzo svolge anche una funzione importante tra la DOMANDA E OFFERTA. E’ in grado di influenzare
la curva di domanda e offerta per cui anche come loro si muovono.
CASO A: se si ha un incremento della domanda, la curva della domanda si sposta verso l’alto, e il prezzo di
equilibrio, spostandosi la domanda la curva si sposta e intercetterà la curva dell’offerta in un punto piu alto.
Questo porterà a un prezzo e a una quantità maggiore.

CASO B: caso inverso: se noi siamo in una condizione che il nostro prezzo di equilibrio è definito e c’è una
RIDUZIONE DELLA DOMANDA, c’è una traslazione dall’alto verso il basso della curva della domanda,
per cui sicuramente si ha una RIDUZIONE DI QUANTITA’ E PREZZO. Nel caso in cui avremo una
TRASLAZIONE DELLA DOMANDA. AUMENTO (dall’alto verso il basse) DIMINUZIONE (dal basso
verso l’alto.)

CASO C: se analizziamo il caso della curva dal punto di vista dell’offerta: se c’è un’ incremento dell’offerta,
si ha perfettamente il contrario. Se si ha un INCREMENTO dell’offerta, si ha uno spostamento della curva
verso il basso, al contrario verso l’alto.
Il consumatore non è LINEARE. Tanto che queste curve vengono analizzate per capire qual’è la funzione di
produzione ottimale, e la applichiamo in molti casi. Se noi vogliamo capire quali sono i ricavi di un impresa,
dall’asse cartesiano a X che abbiamo visto, al fine di ottenere il valore di produzione di questa impresa che
produce caffe latte, dobbiamo fare PREZZO X QUANTITA’, per cui io voglio ottenere i ritagli di questa
impresa che sono dati dal prezzo unitario del mio prodotto per la quantità. Per cui io 21.000 euro al mese di
caffe latte. (3x7). Pur essendoci nel caso specifico, io in questo caso ho 40.000 euro di ricavi mensili. Ma
sono 40.000 euro potenziali di vendita. Perché tra la curva di offerta e domanda ho 6.000 tazzine, o barrette
di cioccolato o quello che sia in PIU,che NON RIESCO A VENDERE. I RICAVI io li ottengo quando
ottengo la vendita del prodotto che la ottengo quando la CURVA DI OFFERTA E DI DOMANDA SI
INCROCIANO, il quadrato che si viene a formare, rappresenta l’area REALE del RICAVO DELLA MIA
IMPRESA, IL PUNTO DI EQUILIBRIO.
La quantità che si produce deve essere UGUALE a quello dell’offerta.

Davanti a una linea di produzione e cerco di produrre molto, ma oltre un determinato livello ho una
disfunzione, il mio OPTIMUM PRODUTTIVO viene rappresentato, dal punto di EQUILIBRIO. In molti
casi dal punto di vista dell’economia industriale, da parte del consumatore, rappresenta il PUNTO
OTTIMALE dal punto di vista economico, dove le risorse utilizzate, quindi il miglior equilibrio
tra :QUANTITà DI MEZZI PRODUTTIVI E PRODOTTI OTTENUTI. La quantità delle risorse che
vengono usate all’interno del processo da migliori risultati. Nel caso specifico il miglior equilibrio dal punto
di vista del MERCATO, CONSUMATORE,dell’impresa, rappresenta il punto di EQUILIBRIO DAL
PUNTO DI VISTA DI ALLOCAZIONE DELLE RISORSE.
(grafico lezione 30 fine)

PRODUZIONE E PRODUTTORI

I produttori sono quelli che hanno dal punto di vista definitorio, colui che coordina i fattori della produzione
cercando di ottimizzare l’allocazione delle risorse. Vengono definiti AUTORI DI DECISIONI
ECONOMICHE, qualcuno che decide di vendere prodotti, in senso lato, e servizi.
L’imprenditore agisce il suo agire attraverso diversi fattori già studiati dal punto di vista dell’impresa.

TEORIA DELL’IMPRESA

si basa sulla risposta di alcune domande: davanti a una maggiore domanda, l’offerta come muta?; Teoria di
marginalità decrescente, quando io cerco di produrre piu possibile quando ho produttività. Quale costo serve
sostenere?; è maggiore l’efficenza delle piccole o delle grandi imprese? ; perché le imprese tendono a
concentrarsi? Quando un elemento fondamentale è che il nostro sistema agroalimentare è costituito da troppe
aziende piccole che non riescono a fare MASSA CRITICA, AGGREGAZIONE che è il futuro dell’impresa,
perché il segreto è che l’unione fa la forza: Unione di scala. Newton disse che un insieme associato, è un
insieme di complessità gia ridotte. Ciò significa che realmente quando siamo in una condizione in cui
abbiamo delle complessità omogenee sicuramente si viene a creare un’isola che rappresenta un aggregato.
Ma quando le singole unità che compongono un insieme, hanno una propria prerogativa,sicuramente lo stare
insieme risulta complesso. Ma oggi tutto ciò che sta intorno all’economia digitale, intorno a quello che sta
all’economia digitale, collegate alle imprese, può rappresentare un qualcosa che semplifica il tutto.
PIATTAFORME DEL SAPERE in cui tutti i gruppi disciplinari interagiscono con i prodotti con una
semplicità operativa che un tempo era molto complessa. Tutto in mutazione.

L’IMPRESA ECONOMICA

un soggetto che riesce a coordinare i fattori della produzione. Con l’obiettivo di MASSIMIZZARE IL
PROFITTO e L’ALLOCAZIONE DELLE RISORSE, e avviene attraverso due elementi: attraverso le
migliori condizioni sociali all’interno dell’impresa, aumentando la quota di mercato, attraverso diverse
strategie che fanno parte dell’attività imprenditoriale. Ogni impresa come ogni consumatore sono degli
elementi SOGGETTIVI, che attuano delle strategie al fine di ottimizzare i fattori della produzione. Quando
ci troviamo davanti a una condizione di impresa non si può controllare il comportamento delle strategie
attuate, perché assume stategie differenziate da impresa a impresa e da momento a momento, e quindi
l’aspetto TEMPORALE. L’impresa è un SISTEMA ECONOMICO DINAMICO: che adatta le sue funzioni
di produzioni variabili che l’ambiente circonda, che condiziona i fattori di produzione, causando la non
stabilità comportamentale nel tempo da parte del consumatore e dell’impresa stessa.
Un altro elemento che caratterizza l’impresa è il RISCHIO: che pesa interamente sulle spalle
dell’imprenditore, sostenendo prima le spese di gestione(valori certi), realizzando il ricavo mediante la
vendita dei prodotti.(valori incerti). Quando si decide di diventare imprenditori, o consulenti di impresa, si
assumono pure altre responsabilità, perché oltre a fare il lavoro di consulente e imprenditore, quindi consigli
al fine di massimizzare i risultati imprenditoriali. Nel caso dell’IMPRENDITORE, assume dei valori dettati
principalmente che prima di VENDERE, bisogna PRODURRE, e quindi tutta una serie di RISCHI CERTI,
che possono essere sia di tipo TECNICO CHE ECONOMICI. Poi ci sono i VALORI INCERTI, dati dalla
VENDITA DEL PRODOTTO, che se è IMPRODUCENTE, non venduto a un prezzo producente, non
considerato la concorrenza. L’ECONOMIA infatti è una scienza PREVENTIVA, che ti permette di dare una
valutazione del valore a priori e permette di evitare la perdita e permette di ridurre il rischio e aumentare il
profitto.

TEORIA DELL’IMPRESA: LA PRODUZIONE

I 3 problemi principali di fronte ai quali l’imprenditore opera delle scelte sono:


1)la determinazione della tecnologia produttiva della impresa, dell’ottima combinazione dei fattori.
2)le decisioni di livello produttivo, cioè la quantità del livello produttivo
3)la combinazione dei prodotti da offrire sul mercato(fattori di produzione)

un mix di problemi principali, sicuramente l’elemento fondamentale è la combinazione dei fattori da offrire
sul mercato, perché il cliente è SOVRANO. Il mercato è sovrano. Tutto ciò che facciamo per quanto riguarda
la produzione, se non arriva al cliente non abbiamo attivato nessun PROCESSO ECONOMICO, non riuscire
a vendere.
Il concetto di PRODUZIONE in senso ECONOMICO, implica qualunque processo di trasformazione il cui
risultato finale determini un incremento dell’utilità dei beni. Se io raccolgo un’arancia, e faccio tutte le
dovute attenzioni, ha avuto una trasformazione da arancia grezza ad arancia pronta al consumo. O se dopo
averla raccolta la spremo e la faccio diventare succo, otterrò la sua massima utilità, avendo così una
MAGGIORE UTILITA’ DEL BENE.
La funzione della PRODUZIONE e una funzione al CONSUMO, e quando noi abbiamo il consumo
esauriamo l’UTILITA’ di quel bene.
L’oggetto della PRODUZIONE sono : BENI ECONOMICI E SERVIZI. Questi costituiscono il CICLO
PRODUTTIVO: tutti i passaggi che il prodotto percorre dalla fase A alla fase B. Esempio arancia.
L’imprenditore decide il CICLO PRODUTTIVO, quindi i passaggi che il bene percorre dalla fase A alla B, e
il mio ciclo potrà essere anche PARZIALE: non per forza il mio ciclo dovrà essere A inziiale e B
finale,possono esistere anche delle fasi intermedie.
Il PROCESSO DI TRASFORMAZIONE può avvenire:
nella MATERIA: quando il prodotto finito assume forma fisica differente da quella della materia prima da
cui si è partiti. Es: pomodoro che diventa salsa di pomodoro, o sughi.
SPAZIO: il TRASPORTO, tramite l’e-commerce riesco a trasferire dal produttore al consumatore, sono
riuscito a trasferirlo da catania a milano, sono riuscita a fare un processo produttivo.
TEMPO: quando nel caso del vino, otteniamo un processo di trasformazione dall’uva al liquido, mosto che
fermenta fino a diventare vino. Un prodotto che ha una MAGGIORE UTILITA’, bevanda alcolica, ma che
non viene consumata solo questo, ma anche il succo d’uva.

Il RISULTATO DI UN’ATTIVITA’ PRODUTTIVA VIENE CHIAMATA: PRODOTTO


che può riguardare sia beni tangibili , concreti, sia di servizi. MERCE: solo di beni NON SERVIZI.
Si dicono FATTORI DI PRODUZIONE (o imput) i beni, materiali e non, che è necessario impiegare per
avere il prodotto. DI RECENTE Un carattere che non bisogna dimenticare è la ECOSOSTENIBILITA’
AMBIENTALE, è una parte, una cosa rilevante del profitto dell’impresa che si riversa nella collettività.
Es: aziende con emissioni zero. De cecco. Sta portando avanti una politica nei confronti nell’ambiente con
un approccio dove si è disponibili a togliere anche una parte dei propri ricavi, a patto che a impatto
ambientale INFERIORE, con corso maggiore sul sistema, con marginalità inferiore al consumatore.

I FATTORI PRODUTTIVI vengono raggruppati in grandi categorie:


FATTORI DIRETTI: 1)i beni naturali: sono quelli che fornisce madre natura, sono beni a esaurimento, il
proprietario è la persona economica che li possiede e la rendita è il loro prezzo d’uso( saggio di interesse, di
fruttibilità); 2) Capitale: ricchezza prodotta e destinata a nuove produzioni. Caratterizzata dalla
PRODUCIBILITA’, va a esaurimento, come la moneta, ed è collegato all’uso che si ha di quel tipo di
prodotto. L’appartamento è capitale per il proprietario ma è bene per il coinquilino. Il CAPITALE lo
detetiene il CAPITALISTA: chi detetiene il capitale, che può fare riferimento sia al soggetto dell’impresa,
sia a soggetti esterni: finanziamenti bancari, capitale che non fa parte dell’impresa. Non è solo monetario, ma
riguarda tutto ciò, viene messo in servizio per la produzione.
Il CAPITALE può essere diviso in : FISICO ED ECONOMICO.
IL capitale capitalista, se viene utilizzato o meno, destinato a un flusso finanziario,utilizzato dall’impresa,
viene remunerato ai salvo d’interesse. Nel bene immobile, o viene riferito a un costo di noleggio, rappresenta
un qualche cosa in affitto, il saggio di interesse rappresenta il valore d’uso nel tempo di quel capitale.
Comunque il capitale genere un SAGGIO DI INTERESSE anche se io non lo utilizzo, dal punto di vista
economico deve essere considerato. Il CAPITALE è RIPRODUCIBILE,si autoriproduce, rimane in maniera
perpetua generando sempre, a meno che viene ALIENATO: quando quel capannone viene abbattuto e quindi
non genera nulla dal punto di vista economico.
Il CAPITALE può essere classificato in:
senso FISICO: si hanno capitali IMMOBILI e MOBILI a seconda che non possano o possano essere
trasportati senza comprometterne la capacità produttiva. Es: FABBRICATI e tutto ciò che non può essere
trasferito nei luoghi. (immobili); molti tipi di macchine nelle aziende, il bestiame (mobili).
Senso ECONOMICO: si divide in due tipi: a FECONDITA’ SEMPLICE: quelli che vengono fisicamente
esauriti in un unico impiego produttivo, quello che noi abbiamo definito a utilità unica: che realmente sono
beni che noi utilizziamo fino ad esaurimento. Ma ogni fattore della produzione che viene inserito in un ciclo
produttivo, si esaurisce ma genera un nuovo prodotto. Es: le sementi producono nel terreno un altro prodotto,
nel ciclo cdi produzione ad allegoria a UTILITA’ UNICA O A FECONDITA’ SEMPLICE, danno origine ad
un altro prodotto che può essere un prodotto finale, intermedio, un prodotto che può essere utilizzato
all’interno di altri cicli di produzione. A FECONDITA’ RIPETUTA: sono quelli che sicuramente, hanno un
UTILITA’ ripetuta nel tempo, che non si esauriscono in una volta. Quando ci sono dei beni che fanno
riferimento a capitali a fecondità semplice sono quelli che si riferiscono al ciclo di produzione dell’anno
solare, nel momento in cui all’arco temporale analizzato, che può essere differente all’anno solare, può
essere mensile, semestrale, in base al bilancio che si vuole fare. Quelli A FECONDITA’ RIPETUTA li
imputiamo attraverso quella che noi chiamiamo QUOTA DI AMMORTAMENTO: che ha una doppia
funzione: IMPUTARE UN COSTO ALL’INTERNO DEL PROCESSO DI PRODUZIONE; RIGENERARE
UNA CASSA APPOSITAMENTE CREATA AFFINCHE’ A FINE CICLO DI PRODUZIONE POSSA
RINNOVARE QUELLO CHE DURANTE IL CICLO PRODUTTIVO è STATO ESAURITO, perché anche
se sono a FECONDITA’ RIPETUTA hanno una loro vita, la loro vita utile infatti dipende dalla tipologia,
esiste un logorio fisico ma anche tecnologico. Per cui in molti casi dei beni che ancora funzionano, viene
sostituito perché dal punto di vista tecnlogico è ABSOLETA, non conviene mantenerla a causa di diverse
innovazioni all’interno del mio ciclo di produzione.
LAVORO

in senso generale non è solamente un elemento intelligente di cui ne usufruisce l’uomo, ma ne diventa
ELEMENTO AGENTE, con rilevanza particolare.
LAVORATORE: è quella persona economica che conferisce al processo produttivo il fattore lavoro
percependone il prezzo d’uso.

Il LAVORO si divide in due aree: lavoro MANUALE( ti permette di attuare quel processo direttamente dalla
produzione) E INTELLETTUALE( di coordinamento, verifica,di controllo dei processi). All’interno del
lavoro, una cosa importante, dal punto di vista economico, è il NOAO: che in italiano significa conoscenza e
saper fare. All’interno del lavoro c’è il saper fare, ci sono tutte una serie di piccole sfaccettature per cui
pricipalmente il saper fare il lavoro manuale, lavoro artigianale, il saper fare dal punto di vista del processo,
per cui il ciclo produttivo si riesce ad attuare grazie al lavoro manuale, e quindi il saper fare di alcuni
lavoratori. Il lavoro INTELLETTUALE che è fondamentale perché è l’applicazione di tuttò ciò che avviene
dal punto di vista della produzione. Nonché il lavoro ingloba in se un grado di conoscenza,un valore quasi
impalpabile, indefinibile, che è dato da un mix di saper fare, conoscenze, esperienze, tradizioni. tutto questo
mix ha un valore, tanto è vero che in alcuni casi, che se io devo dare un valore economico ad un impresa, di
comprare questa azienda a cancelli chiusi(con gli operatori e quindi il lavoro) e a cancelli aperti( tutti i
capitali senza lavoro e il NOAO). Nel tempo il valore acquisito dalla conoscenza, meno è l’innovazione del
processo tanto piu ha questo valore di conoscenza.

QUARTO FATTORE PRODUTTIVO


L’ORGANIZZAZIONE:
consiste nell’attività di coordinamento nella attività di coordinamento, in quantità e qualità, dei fattori della
produzione, necessaria per la realizzazione del processo produttivo.
La possiamo classificare in:
FASE DI ORGANIZZAZIONE VERA E PROPRIA: organizzazione di gestione. Riguarda tutto ciò dei
fattori di produzione. Ma oltre a questo, si entra nella fase
FASE DI GESTIONE: la differenza è che la quantità operativa e gestionale che vai ad utilizzare per i fattori
della produzione. Quindi tutte e due fasi sono INTERCONNESSI, ma dal punto di vista didattico è meglio
distinguerli. Es: se io voglio fondare una azienda agroalimentare, per farlo bisogna fare dei DIAGRAMMI
DI FLUSSO, in cui troviamo schematizzato il flusso di distribuzione. Dal punto di vista organizzativo c’è
l’imprenditore e tutte le varie funzioni, sia da una vera e propria organizzazione dei fattori della produzione,
ma quando lo faccio le stabilisco, ma non lo faccio in modo dettagliato, perché questo varia in base
all’aspetto GESTIONALE, nel come io gestisco l’aspetto organizzativo. Questi DIAGRAMMI DI FLUSSO
mi permettono di vedere diversi tipi po quello preventivo(mi permette di pianificare la mia attività o
consuntivo(di verificare se quanto avevo previsto l’ho potuto attuare o meno.) La bravura di un tecnologo,
consulente, imprenditore riesce a valutare in maniera consultiva tutti i caratteri della produzione.

FATTORI INDIRETTI: ( ambientali)

essi intervengono di norma, in modo piu o meno indiretto sul processo produttivo, indirizzandolo
NORMATIVAMENTE, modificandone la tendenza e incentivandone (o deprimendone) lo slancio. Questo lo
può fare: LO STATO:LO STATO incide a tutto questo: i servizi che vengono serviti dallo stato sono
collettivi con una funzione di INDIRIZZO, di coordinamento , perché è difficile che il sistema singolo delle
imprese possa attuare delle politiche nei confronti di un determinato settore perché non rileva questa
sensibilità. Ma sicuramente lo STATO agisce per conto di tutti, e viene rappresentato con delle politiche
FISCALI, (tasse) o agevolazioni, come un trattore che ha una emissione di inquinanti pari a 100, di età di
circa 30 anni, ha un consumo maggiore, per cui ha un impronta nei confronti dell’ambiente elevato,
generando una reazione dal sistema stato. Esso attua una serie di misure per favorire un rinnovamento delle
strutture, con superammortamento, che ti farà portare in detrazione con un valor – il 40%, o ci sono delle
vere e proprie agevolazioni con diversi bandi, con la sicurezza dei lavoratori con tributi a fondo perduto.
;LA DENSITA’ DELLA POPOLAZIONE: è un qualcosa che sicuramente da un lato ha una doppia
incidenza: da un lato ha un’aumento della popolazione portando un’aumento della competitività. Ma
dalll’altro lato porta un’aumento della domanda generando dal punto di vista imprenditoriale un’esito
positivo. Se da un lato porta un’aumento della forza lavoro, domanda, condiziona il lavoro dell’impresa. Uno
dei maggiori problemi è l’aumento demografico. Dal punto di vista lavorativo la popolazione viene
classificata in ATTIVA(coloro i quali hanno piu di 18 anni fino ai 65-70 anni, capace di lavorare) E
INATTIVA(gli studenti nonostante l’età non sono considerati attivi dal punto di vista lavorativo. Questo
viene bilanciato dagli immigrati, tra i nati e i deceduti. RINNOVAMENTO negli ultimi 10 anni dagli
immigrati, Con cittadinanza italiana. ; IL PROGRESSO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO: permette di
massimizzare i fattori della produzione. Se io oggi attraverso la tecnologia riesco ad avere maggiore
efficienza, vuol dire che devo sostituire quel tipo di macchina. Es:si rompe la caldaia, ci vogliono 400 euro
per aggiustarla. Ma considero diversi fattori prima di farla aggiustarla. 1)ecobonus,attivando delle politiche
economiche che vanno ad aiutare l’ambiente 2)voglio cambiare la caldaia, perché cambiandola avrò il
risparmio del 35% di gas. Tutte queste conseguenze portano a un’innovazione per un risparmio per la mia
impresa. INNOVAZIONE: intendiamo quel processo che permette una maggiore efficienza economica dei
fattori della produzione. Ti accorgi che essite una macchina che anche se è cara, ha bisogno solamente di 5
unità lavorative rispetto alla media, e quindi una migliore efficienza allocativa delle risorse umane, maggiore
produttività per un unità di tempo, riesce a fare una serie di valutazione fatte dall’uomo ora lo fa la macchina.
Permette di migliorare l’EFFICENZA. Ma non solo dal punto di vista produttivo, ma anche chi risponde al
telefono e aiuta direttamente il consumatore, con una semplice app. MARKETING ESPERENZIALE, che
permette di vedere il produttore che raccoglie le arance nel frattempo che parla con noi. E L’AZIONE
SINDACALE DEI LAVORATORI: che tutelano il lavoratore. Sopratutto per molti lavori usuranti, le giuste
ore di lavoro, le giuste precauzioni. Il sindacato c’è stato un momento in cui ha avuto un ruolo troppo
rilevante, dove l’impresa stava sotto in tutto e per tutto dai sindacati. E allora a tutto questo è venuto incontro
LO STATO, tramite l’azione degli ammortizzatori, o meglio della CASSA INTEGRAZIONE. Questa ha la
funzione di, dato che non posso licenziare il lavoratore, causa sindacati ecc, creando un sistema
PARACADUTE, reemurererà per un tot di tempo queste persone, 6 mesi ecc, e il lavoratore non lavorerà e
prenderà l’80% del suo stipendio da contratto, o il 50%. ovviamente questo avviene a causa di una
temporanea CRISI dell’azienda in questione, superata questa fase riassumerà il lavoratore e riprenderà la sua
funzione.
Oggi da consulenti o da imprenditori, dobbiamo mettere quasi in parallelo la SOSTENIBILITA’
ECONOMICA E AMBIENTALE. Es: la cina che all’inizio non lo faceva, ha capito che creava danni, e
quindi ha iniziato a tener conto l’aspetto ambientale, avendo molto piu credibilità dando piu importanza alla
collettività.
Questi FATTORI (input) li possiamo dividere in:
1)FISSI: quando hai un fattore della produzione fisso,indipendetemente se viene utilizzato o meno, genera un
costo FISSO. Sono quelli che incidono maggiormente nei beni immobili, e sono quelli che quando realmente
compri un’impresa, decidi di costruire un magazzino in affitto a 3.000 euro al mese, ma non riesco a
produrre. Nonostante questo però dovrò continuare a pagare l’affitto. Contemporaneamente però io dovrò
pagare altri costi legati a fattori che non sono derivanti dall’affitto o dall’immobile. Ma sono fissi. Imposte,
oneri alla camera di commercio, tutti indipendenti dal fattore della produzione. Se io faccio un investimento,
e decido di comprare una grossa produzione industriale che doveva trasformare gli agrumi di un periodo
dell’anno. In 4-5 anni parlat falli non andò avanti e questa azienda falli. Li subentrarono tanti imprenditori
che vollero rilanciare l’azienda con la stessa trasformazione degli agrumi. Ma ci fu un piccolo problemino,
perché l’incidenza dei capitali fissi si poteva fare sia riferendosi alla struttura se veniva o no utilizzata, sia dal
punto di vista temporale. Dove si accorsero che 4 mesi stavano fermi. Quindi il costo fisso era su 12 mesi,
meno quei 4 mesi fermi. I COSTI FISSI sono quelli che portano alla MORTE DELL’IMPRESA, perché
sono quelli che rappresentano l’elemento determinante del fattore economico imprenditoriale.
2)VARIABILE: in molti casi i fattori variabili sono connessi alla quantità prodotta o all’uso del fattore della
produzione.

I CAPITALI possono essere classificati, definiti in un periodo di AMMORTAMENTO:


1) BREVE:si intende la cordinazione per cui non è possibile variare l’impiego di alcuni fattori produttivi.
Rappresentati dagli impianti e dalle attrezzature produttive.
2)LUNGO: si intende la condizione per cui tutti i fattori produttivi possono variare, così che l’impresa può
procedere ad adattamenti totali del processo produttivo.
FUNZIONE DI PRODUZIONE ( da parte dell’offerta)

a noi serve dal punto di vista economico per il giusto dimensionamento di tutti i sistemi economici e
produttivi. Quando parliamo di funzione di produzione esistono tantissime variabili; molto teorico che però
ci permette di capire quali sono i vincoli di bilancio e quali sono quei fattori che ti permettono di fare
determinate scelte e di fare l’allocazione dell’ottimizzazione delle risorse: economia.
L’attività dell’impresa si esplica attraverso due forme fondamentali:
1)LA TRASFORMAZIONE: quella interna,processo di produzione
2)LO SCAMBIO DEL PRODOTTO: per cui quello che viene anche definito anche funzione di produzione
INTERNA(rappresentato da tutto il processo di produzione: prodotto materiale ma anche a servizi
immateriali) ed ESTERNA( data principalmente dal mercato).
Da un lato vengono richiesti i fattori da trasformare, quindi i fattori della produzione che vengono inseriti
all’interno del processo, e sono in base al mix della capacità dell’imprenditore di riuscire a inserire per la
produzione del prodotto( a monte); mentre dall’altro vengono offerti i prodotti che sono risultato della
trasformazione.
Dal punto di vista della produzione troviamo dei vincoli che possono essere:
ESTERNI: quelle che sono le funzioni di mercato, dopo l’ottenimento della produzione. Il barattolo di pelati
per esempio, o tanto altri elementi che ti indirizzano al posizionamento sul mercato. Sono dati dalle
condizioni di mercato, quindi è quello che genera maggiori vincoli esterni sicuramete quando esiste un
problema sulla gestione del mercato, il mezzo di trasformazione genera un vincolo. La funzione di
produzione dettata dai vincoli esterni è una cosa determinante perché nella funzione generale della
produzione noi potremmo essere bravi a produrre bene e ottimizzare le risorse ma la funzione di mercato
diventa strategica.
INTERNI: tutte le funzioni che riguardano la produzione.tutto quello che è prima del mercato. Sono dati dal
mix dei fattori produttivi e anche di tutte le tecnologie applicate per l’ottenimento di quel prodotto. Si
manifestano attraverso relazion tecniche tra quantità di fattori IMMESSI e quantità di fattori PRODOTTI che
vengono detti FUNZIONI DELLA PRODUZIONE. Per cui la quantità dei vari prodotti unitamente alle varie
tecnologie generano le FUNZIONI DELLA PRODUZIONE. Parliamo di funzione, perché la produzione in
relazione ai vincoli interni ed esterni, è data da un mix di fattori.

Sicuramente un grosso problema che bisogna gestire sono i COSTI, che nell’impresa vengono suddivisi in
FISSI: sono i costi che determinano indipendentemente dalla grandezza dell’impresa. 40:06

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