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Il sistema economico è l’insieme delle relazioni tra i vari operatori economici che agiscono all’interno

del mercato, ovvero il luogo di scambio/incontro tra domanda ed offerta. Con circuito economico si
intendono le relazioni tra gli operatori economici, che sono interdipendenti tra di loro. Questi
soggetti economici sono la famiglia, l’impresa, lo stato, il resto del mondo e le banche. La famiglia
offre forza lavoro allo stato, alle imprese e al resto del mondo in cambio di un reddito. L’impresa
offre beni e servizi allo stato, alle imprese, alle famiglie e al resto del mondo in cambio di un prezzo.
Lo stato offre beni e servizi pubblici alle imprese, alle famiglie e al resto del mondo in cambio di
tributi. Per quanto riguarda le banche, le famiglie affidano il loro risparmio alla banca che in cambio
gli dà un tasso di interesse. La banca a sua volta cede in prestito il risparmio alle imprese e riceve in
cambio un tasso di interesse. Le imprese utilizzeranno questo prestito per investire.

All’interno del mercato si parla poi della legge della domanda e la legge dell’offerta. Con legge della
domanda si intende la quantità di beni e servizi che gli operatori economici sono disposti ad
acquistare ad un certo prezzo ed in un determinato momento. L’obiettivo del consumatore è di
soddisfare il maggior numero di bisogni con il minor sacrificio possibile, ovvero spendendo il meno
possibile. La domanda di un bene è inversamente proporzionale al prezzo di un bene (più il prezzo
di un bene si alza, più la domanda si abbassa e viceversa). Con la legge dell’offerta si intende la
quantità di beni e servizi che gli operatori economici sono disposti a vendere sul mercato ad un dato
prezzo ed in un determinato momento. L’obiettivo dell’imprenditore è di avere un maggior profitto
sostenendo minori costi di produzione. L’offerta di un bene è direttamente proporzionale al prezzo
di un bene (più un bene costa, più il produttore sarà propenso a venderlo poiché guadagna di più, e
viceversa). CONDIZIONE PERFETTA DI UN SISTEMA ECONOMICO D=O (prezzo di equilibrio).
Esistono dei fattori che possono influenzare la domanda e l’offerta. I fattori oggettivi che influenzano
la domanda sono il reddito di cui disponiamo, il prezzo del bene o servizio domandato, il prezzo di
altri beni o servizi.i fattori soggettivi che influenzano la domanda sono i gusti, le preferenze, gli
interessi degli acquirenti, l’età dei consumatori, la situazione climatica, la formazione culturale.
Fattori oggettivi che influenzano l’offerta sono il prezzo del bene offerto, il prezzo di altri beni
(surrogati e complementari), i costi dei fattori produttivi, l’innovazione tecnologica.

Il mercato è dunque l’insieme delle contrattazioni che si svolgono tra chi richiede beni e chi li offre.
Esistono diverse forme di mercato: la concorrenza perfetta; l’oligopolio; il monopolio; la concorrenza
monopolistica. Nel mercato a concorrenza perfetta operano dal lato dell’offerta molti venditori di
dimensioni differenti e dal lato della domanda molti acquirenti. Le caratteristiche sono: nessuna
delle due parti è in grado di influenzare il prezzo del bene; le condizioni delle contrattazioni, i prezzi
e la qualità delle merci sono note a tutti gli operatori; i produttori e i compratori sono liberi di entrare
di uscire dal mercato; in ogni mercato i beni offerti dalle imprese presentano analoghe
caratteristiche. Il monopolio è quel mercato in cui tutta l’offerta di un bene o servizio è concentrata
nelle mani di una sola impresa, mentre la domanda è frazionata tra numerosi compratori. Il
monopolio ha un potere di mercato, poiché determina il prezzo la quantità da vendere. Si ha
monopolio naturale quando il modo più conveniente di produrre una quantità di beni è quello di
affidare la produzione a un’unica impresa. Si ha monopolio legale quando la produzione e l’offerta di
un bene vengono attribuite in esclusiva allo stato o ad un altro ente (es. monopolio
statale=tabacchi). La concorrenza monopolistica è una forma di mercato caratterizzato dalla
presenza di un numero considerevole di imprese in cui i prodotti sono simili ma non uguali. Ogni
impresa può difendere la propria porzione di mercato cercando di dare al proprio prodotto
un’immagine particolare. Nel mercato oligopolistico la produzione di una merce è concentrata in un
limitato numero di grandi o medie imprese, mentre la domanda è frazionata tra numerosi compratori
(es. industria petrolifera).
L’impresa è il complesso dei mezzi organizzati dall’imprenditore per esercitare un’attività economica
al fine di produrre e scambiare beni e servizi. Inoltre deve avere i seguenti requisiti: economica;
organizzata; professionale; scambio di beni e servizi. Ogni impresa fa parte di un settore
economico, i quali si suddividono in primario, secondario, terziario, quaternario. CLASSIFICAZIONE
IN BASE ALLA PROPRIETÀ. Si definisce impresa privata quella proprietà di uno o più privati.
Impresa individuale= basata su un unico soggetto ovvero l’imprenditore. Impresa collettiva= da
luogo alla società. Si definisce impresa pubblica quella nella quale lo stato assume la funzione di
imprenditore. CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLE DIMENSIONI. Le micro imprese sono quelle che
hanno meno di 10 dipendenti e il fatturato non supera i 2 milioni di euro. Le piccole imprese sono
quelle che hanno meno di 50 dipendenti e il fatturato non supera i 10 milioni di euro. Le piccole e
medie imprese sono quelle che hanno meno di 250 dipendenti il fatturato non supera i 50 milioni di
euro. Nelle grandi imprese l’organizzazione produttiva diventa più complessa, esse possono
influenzare il prezzo del prodotto variando la loro offerta sul mercato. CLASSIFICAZIONE IN BASE
ALL’APERTURA. La globalizzazione dell’economia è considerata come l’effetto dell’apertura dei
mercati, i rapporti delle imprese non si limitano più nell’ambito nazionale ma mondiale. Le imprese
chiuse non hanno nessun rapporto con l’estero, il mercato nazionale è l’unico punto di riferimento.
Le imprese aperte svolgono la propria attività o hanno i propri impianti in diverse nazioni. I vantaggi
dell’apertura di un’impresa ai mercati internazionali sono: mercato di consumatori più ampio e più
vario; maggiori opportunità di acquistare le materie prime per produrre i beni; possibilità di
beneficiare del confronto con i concorrenti di altre nazioni. Gli svantaggi sono: spese elevate per
essere presenti all’estero con impianti o prodotti; rapporti non sempre facili con i governi degli altri
paesi; dover seguire i gusti dei consumatori in nazioni diverse dalla propria. CLASSIFICAZIONE IN
BASE AL SISTEMA DI ORGANIZZAZIONE. L’impresa artigianale è basata sulle capacità e le abilità
dell’imprenditore, che spesso è un artigiano abile nel produrre beni. È frequente nella lavorazione di
beni che richiedono lavoro manuale. Nell’impresa di massa le novità sono: introduzione della catena
di montaggio; organizzazione scientifica del lavoro (anche il più piccolo movimento degli operai
doveva essere studiato per sincronizzarlo con il passaggio del prodotto sul nastro trasportatore).
Ogni operaio era inserito in una linea di montaggio che gli richiedeva di svolgere ripetutamente un
compito per tutto il giorno (alienazione). L’impresa snella va incontro ai gusti dei consumatori e ai
desideri dei lavoratori e le novità sono: uso limitato dell’automazione in fabbrica; stipendi maggiori;
organizzazione degli operai in squadre che si dividono i compiti partecipando a tutte le fasi della
produzione.

La produzione è l’insieme delle operazioni attraverso le quali le risorse della natura e le energie
umane vengono impiegate per creare prodotti o servizi per soddisfare i bisogni individuali e
collettivi. L’insieme delle operazioni per la produzione di un bene è definito ciclo produttivo. Vari
beni rappresentano i fattori della produzione, che sono la natura, il lavoro e il capitale. La natura
costituisce l’ambiente fisico nel quale la produzione si svolge. Ci rientrano le materie prime che
servono per ottenere i prodotti finiti. Il lavoro consiste nella destinazione di energie umane ai fini
della produzione. Il capitale è costituito da un insieme di beni prodotti dall’uomo destinati alla
produzione di altri beni. Si suddivide in capitale circolante (materie prime che durante il ciclo
produttivo sono consumate) e capitale fisso (impianti e macchinari che durano per diversi cicli). Per
produrre un bene l’imprenditore deve combinare i fattori produttivi ed occorre sostenere dei costi di
produzione, i quali si suddividono in costi fissi e costi variabili. I costi fissi sono quelli il cui
ammontare non varia al variare della quantità prodotta. I costi variabili sono quelli il cui ammontare
varia al variare della quantità prodotta. Costi fissi+costi variabili=costo tot di produzione.
I soggetti del diritto possono essere delle persone fisiche o delle organizzazioni collettive.
Un’organizzazione collettiva è un insieme di persone che si organizzano per raggiungere un fine/
obbiettivo comune. Una persona fisica è un uomo in quanto centro di interessi meritevoli di tutela da
parte dello stato (principale soggetto del diritto). Quest’ultima gode della capacità giuridica e della
capacità di agire. La capacità giuridica è la capacità di essere titolari di diritti e di doveri, si acquista
con la nascita e si perde con la morte. La morte determina: la fine della personalità; l’estinzione dei
diritti personalissimi; l’estinzione dei diritti patrimoniali; l’apertura della successione. Inoltre si
suddivide in scomparsa, assenza e morte presunta. La scomparsa si ha quando una persona non è
più comparsa nel suo ultimo domicilio o residenza e non se ne hanno più notizie. L’assenza si ha
quando una persona è scomparsa da oltre due anni, dando luogo ad un’incertezza sulla sua
esistenza. La morte presunta si ha quando una persona è scomparsa da 10 anni oppure quando la
scomparsa è avvenuta in seguito a operazioni belliche o ad un infortunio che si protraeva da due
anni. La capacità di agire è la capacità di esercitare diritti, di compiere atti giuridici di ordinaria e
straordinaria amministrazione. Si acquista al 18º anno di età poiché c’è la presunzione da parte
dello stato che il soggetto sia pienamente capace di intendere e di volere. Con atti di ordinaria
amministrazione si intendono gli atti che si ripetono nel tempo e che non incidono in modo notevole
sul patrimonio. Con atti di straordinaria amministrazione si intendono gli atti che si compiono una
tantum e che comportano un cambiamento notevole al patrimonio.

Esistono cause che possono incidere sulla capacità di agire e quindi si parla di incapacità relativa di
agire e incapacità assoluta di agire. Con l’incapacità relativa di agire un soggetto diventa
parzialmente incapace di agire. Egli può compiere da solo soltanto gli atti di ordinaria
amministrazione, mentre quelli di straordinaria amministrazione li può compiere solo con la
presenza di un curatore. Ne sono degli esempi il minore emancipato e gli inabilitati, ovvero coloro
che presentano limiti fisici non gravi, coloro che abusano di alcol, farmaci, sostanze stupefacenti,
coloro che spendono oltre le loro possibilità (prodigo). Con l’incapacità assoluta di agire il soggetto
diventa completamente incapace di agire (lo dichiara lo stato tramite una sentenza). Egli non può
compiere né gli atti di ordinaria amministrazione, né gli atti di straordinaria amministrazione. Ne
sono degli esempi i minori e gli interdetti (giudiziali e legali). L’interdetto giudiziale è colui che soffre
di un’infermità mentale e che quindi è incapace di provvedere ai propri interessi. L’interdetto legale
è colui che è stato condannato alla reclusione per più di cinque anni e la durata dell’incapacità è
pari alla durata della pena. In questi casi il giudice nomina un tutore.

La successione si ha quando una persona fisica muore e si effettua il trasferimento dei suoi rapporti
giuridici patrimoniali. Possono succedere persone fisiche e giuridiche, tuttavia la legge esclude le
persone indegne, ovvero coloro che hanno procurato lesioni al defunto. La successione deve essere
accettata, considerata espressa o tacita. Con espressa si intende quando il chiamato all’eredità ha
dichiarato di accettarla o ha assunto il titolo di erede. Con tacita si intende quando il chiamato
all’eredità compie un atto che sottintende la volontà di accettare l’eredità. La successione può
essere legittima o testamentaria. È legittima quando manca il testamento o quando esso esiste ma
è nullo.I successibili sono coloro che possono essere chiamati a succedere al defunto. È
testamentaria quando è regolata dal testamento, ovvero una manifestazione di volontà del defunto.
L’articolo 29 della costituzione definisce la famiglia una società naturale fondata sul matrimonio, con
l’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi (stessi diritti e doveri). Fino al 1975 esisteva la famiglia
patriarcale: il padre era a capo della famiglia e decideva su tutto e tutti; la donna doveva assumere il
cognome dell’uomo; la donna doveva seguire l’uomo ovunque stabilisse la sua residenza; non
esisteva il principio di uguaglianza. Poi nel 1975 ci fu la riforma del diritto di famiglia la quale dice
che il marito non è più a capo della famiglia e spetta ad entrambi concorrere l’indirizzo di famiglia.

Il matrimonio è un accordo volontario, libero e incondizionato tra due persone dal quale nasce un
rapporto che comporta diritti ed obblighi ai coniugi. I presupposti per contrarre matrimonio sono: la
maggiore età con l’unica eccezione del minore emancipato; la capacità di intendere e di volere
(capacità di agire); la libertà di stato (non si deve essere vincolati da un matrimonio già esistente o
da un’unione civile tra persone dello stesso sesso). Gli impedimenti di un matrimonio sono:
l’interdetto per infermità mentale; coloro che sono legati da vincoli di parentela, affinità, adozione e
filiazione.

RAPPORTO TRA I CONIUGI. Vi è la parità tra marito e moglie, che deve realizzarsi nella famiglia
perché alla base del matrimonio sta l’uguaglianza morale e giuridica dei due. DIRITTI E DOVERI
RECIPROCI DEI CONIUGI. La legge stabilisce che: con il matrimonio il marito e la moglie
acquistano gli stessi diritti e doveri; dal matrimonio deriva l’obbligo all’assistenza morale e
materiale, alla collaborazione e alla coabitazione; entrambi sono tenuti, ciascuno in relazione alle
proprie capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia. Vi è
inoltre l’obbligo reciproco di fedeltà: fino al 1968 l’adulterio della moglie era più grave di quello del
marito e andava punito con maggiore severità. RESIDENZA DELLA FAMIGLIA. L’articolo 144 c.c.
dice che i coniugi concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della
famiglia secondo le esigenze di entrambi. COLLABORAZIONE DEI CONIUGI. La famiglia si basa
sulla collaborazione dei coniugi che restano liberi di compiere le loro scelte anche dopo il
matrimonio. L’articolo 145 c.c. dice che in caso di disaccordo ciascuno dei coniugi può chiedere
l’intervento del giudice. EDUCAZIONE E MANTENIMENTO DEI FIGLI. L’articolo 147 c.c. dice che il
matrimonio impone ad entrambi i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere
moralmente i figli nel rispetto delle loro capacità e aspirazioni (è un loro diritto e dovere).

Il patto di convivenza è un accordo con cui i conviventi regolano i rapporti patrimoniali della loro vita
in comune. L’accordo deve avere forma scritta ed essere redatto con atto pubblico o scrittura
privata autenticata tramite notaio o avvocato.il contratto di convivenza è nullo quando è stipulato
da: persone unite in matrimonio, o con unione civile o altro atto di convivenza; persone che non
convivono; un minore; un interdetto; un soggetto condannato per omicidio nei confronti di chi sia
coniugato o unito civilmente con l’altra parte. Il contratto può contenere: indicazioni di residenza dei
conviventi; le modalità con cui ciascun convivente deve contribuire ai bisogni della famiglia; scelta
del regime patrimoniale dei conviventi. Per quanto riguarda la risoluzione del contratto, quest’ultimo
dura quanto il rapporto di convivenza. I conviventi possono comunque recedere dal contratto, per
accordo o per volontà di una delle parti, con una dichiarazione da farsi davanti a un notaio o un
avvocato. Altra causa di risoluzione è il decesso di uno dei contraenti.

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